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2012
aprile / maggio 2012 / italy € 4.50edo maule / five - o / photo osde
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6:00am è una testata della casa editrice johnsons media che pubblica anche gliannuari: surfing (surf, windsurf, kite), snowb (snowboard) e le riviste Funboard(windsurf), surf latino (surf), sup time (stand up paddle), kite magazine stance(kite), 4skiers (sci freestyle), entry (snowboard), girland (girlie action sport).
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Direttore responsabile
cristiano zanni / cristianoz@hipow.com
Capo reDattore
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art DireCtor
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in reDazione
jacopo atzori / jacopo@6am.it
FotograFi senior
cristian osde benzoni, enrico rizzato & Federico romanello
testata
www.lucabarcellona.com
Collaboratori testi
richard biasi, davide del gaudio, mattia rossanino, matteovecchiato & marcel veldman
Collaboratori immagini
giuliano berarducci, pietro cocco, guido borso, carlo cas-san, andrè lucat, Filippo maFFei, marco marzocchi, Fabiomontagner, beatrice sugliani & marcel veldman
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CO N T E N T SE D O M A U L E / F I V E - O
P H O T O A L E S S A N D R O R E D A E L L I
1 0 W a i t i n g R o o m1 2 n e w s2 2 F r a m e R e o r d e r i n g2 4 S c e n e S u p p o r t r o b e r t o s t a m e r r a3 0 S o u n d m e d d a m a n3 2 r e p o r t h o t b u r l i t o s c o n t e s t3 4 r e p o r t l e g e n d o f t h e c h e f s3 6 F a c i l i t i e s3 8 O u r T h i n g b a s t a r d4 0 r e p o r t m i n o i a & k n o d e l c o n t e s t4 2 a l e x c a g e g g i i n t e r v i e w5 4 e l s a n t o s u b i t o !6 6 b a n n e d i n t c7 4 h o t i n v i a r e g g i o w i t h d a v i d e d e l g a u d i o8 2 w e s k a t e t h i s8 6 f o c a l p l a n e9 4 D i s p l a y9 6 s n a p s h o t m a r c o m a r z o c c h i
8 CO NT E N T S 6 : 00 AM SKA T E B OARD C U LT U R E MAGA Z I N E
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S KA T E B OARD C U LT U R E MAGA Z I N E 6 : 0 0AM C O N T EN T S 9
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“going noWheRe
And eveRyWheRe
At the sAme time”
È come spingere il proprio ‘carrellino’ verso ilprossimo spot, senza avere la consapevolezzadi quello che ci aspetta. È la corsa all’oro dovel’oro è skateabile ed il denaro serve solo alimbastire il prossimo viaggio ed il prossimotrick. È l’irrefrenabile desiderio di mettersi instrada, di abbandonare la quotidianità e laripetizione alienante e macchinosa, di salutarela città dalla tangenziale guardando il profilodei comignoli da lontano, pensando solo allesession che ci aspettano.
Esiste un legame strutturale e ben radicato checollega il viaggio allo skateboarding, un legameche completa e trasforma tutti e due gli elemen-ti di cui stiamo trattando: rende lo skateboardpretesto del viaggio ed il viaggio pretesto perskateare, creando una sorta di fusione dallaquale non si può uscire, fino a quando l’unonon sarà completamento dell’altro e nonesisteranno più margini definiti.Visitare una città significherà skatearla eskaterla sarà l’unico vero modo per conoserla.
Incontrare gli skater del luogo visitato, saràuna ricerca antropologica che ci aiuterà acapire noi stessi e tutti godremo profondamentenell’incontrarci e nello skateare insieme.Viaggiare ed andare lontano inseguendo untrick migliora ogni skateboarder, gli conferiscesagacia, rapidità, duttilità e capacità di adat-tarsi allo spot. Viaggiare è un diritto ed undovere di ogni skateboarder che voglia vera-mente crescere e migliorare anche dal punto divista umano.
Ho promesso a me stesso che mi sarei concessoalmeno un viaggio seppur breve alla setti-mana: un viaggio che abbia lo skateboard neisuoi presupposti, è chiaro. Ho visitato diecispot in cinque città diverse solo durante ilprimo di questi viaggi. La bramosia dispostarmi è diventata necessità e poi dipenden-za. Ora aspetto solo che un amico alzi il tele-fono con una nuova idea oppure risponda aduno dei miei inviti: lo zaino è gia pronto sulpavimento davanti alla porta. Non accon-tentatevi del park sottocasa, non dimenticatevidella curiosità di scoprire il nuovo...
Lasciate che sia il vostro stomaco a guidarvi,spingete verso il prossimo trick o verso ilprossimo spot e senza rendervene conto, avretefatto il giro del mondo.
10waiting room
Waiting RoomWord Alessandro Redaelli / Photo Federico Romanello
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I HATE
THE ART
OF TODD
BRATRUD
Quest’anno
sono dieci anni
che Nike è pro-
tagonista del
panorama mon-
diale delle
skate shoes. Il
decennale è
una tappa
importante,
come conven-
zione, e Nike
Skateboarding
la festeggia a Milano proprio durante la design
week. L’evento è organizzato al Bastard Store,
Milano Nord, il 18 aprile alle 18:00, con un alle-
stimento sulla storia del brand all’interno dello
store e un’interessate connessione con la skate-
board culture: i lavori di Todd Bratrud (googola-
telo per scoprire tutte le sue collaborazioni con
NikeSB, gli artwork sono parecchio affascinanti).
Il tutto, come recita la filosofia Nike, all’insegna del-
l’innovazione. ‘Innovation’, a quanto pare, è il valore
che sta più a cuore a mamma Nike, e quest’anno
con le nuove tecnologie presentate sembra che i
nostri piedi abbiano solo da guadagnarci.
Il gioiello in questione è l’ammortizzazione Lunarlon,
che probabilmente avete già avuto occasione di ska-
teare. Il focus di questa nuova tecnologia è protegge-
re il piede dagli impatti, senza andare ad intaccare il
‘feeling’ con la tavola, il che sembrerebbe l’interse-
zione perfetta. Tutto ciò è applicato alle Koston e alle
Salazar (nella soletta interna), che sono più incentra-
te sul board control, viste le tecnicate di Koston, e
nelle P Rod V (all’esterno), per una maggiore resi-
stenza all’impatto, che forse può aiutare in certi
switch flipponi nel suo stile...
L’ispirazione per questa tecnologia arriva un po’ dalle
scarpe da corsa, un po’ dall’esperienza dei rider: tra
poco ci spiegherà tutto il buon professor Koston (Mr.
Control It All) in una serie di video che lo vedono let-
teralmente in cattedra...
SPRING CARNAGE IN LAMBRO
Domenica 22 aprile chiudiamo la settimana del
design milanese con il party di primavera al
Lambro Skatepark...
Se siete stanchi di peregrinare fra oggetti inutili dalle
forme accattivanti, con prezzi decisamente fuori por-
tata, allora venite a rilassarvi sull’erbetta verde del
parco: birra ghiacciata, open grill e buone skateboard
session. Per l’occasione si è pensato di creare un
formato di contest un po’ diverso dal solito...
Jam session per:
• the young gun
• the old schooler
• the technic master
• the ledge destroyer
• the stylish
• the slammer
Open grill significa che la griglia la portiamo noi e la
carnazza la comprate voi.
Dj set Machete. Ecchecazzovelodicoaffare!
TRUE SkILLS 2012
Parliamo di skateboard culture: una delle attività
parallele che è amica dello skateboarding dai pri-
mordi, e spesso ci si sposa piuttosto bene, è l’ar-
te del dipingere con la bomboletta.
A Milano c’è un evento in primavera che attira
tanta bella gente per tre giorni di graffiti e musi-
ca: si chiama True Skills, rivendicando le vere
capacità artistiche dei writer invitati, forse ancora
troppo spesso messe in discussione dal volgo.
Dopo anni di edizioni di gran successo (True Skills
nasce nel 2008), anche questa volta sembra ci sarà
tutto l’occorrente per una bomba di reunion: True
Skills sta crescendo ogni anno, sempre di più.
Artisti da tutta Europa chiamati a ricoprire le murate
a tema si abbineranno a concerti e skateboarding
negli spot vicino all’evento (prima tra tutti la bowl di
Corsico, una delle tre postazioni del writing). Per i
temi delle murate, gli aggiornamenti sui writer invitati
e le band partecipanti, vi rimandiamo alla pagina
facebook (facebook.com/trueskills), che è il conteni-
tore ufficiale di info sul festival.
I trailer online hanno annunciato le date di quest’an-
no: 18, 19 e 20 maggio, un lungo weekend che sod-
disfa chiunque sia assetato di skateboarding e wri-
ting, il tutto accompagnato dai migliori MC in circola-
zione.
Ci becchiamo lì!
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22 // 6:00Am Skateboard Culture Magazine
Do...1 / Liberare la testa e pensare diessere nello spot dietro casa...
Le auto non esistono.
2 / Fare il trick prima possibile, così il resto‘sò chiaccher’! Sono chiacchiere...
& Don’t...1 / Pensare alle varie dinamiche di come ti possonoinvestire...
2 / Esitare nel momento in cui devi fare il trick perchènon ti fidi di chi ti guarda la strada...Rischieresti di impazzire!
Do or Don’t
the sequence
oF the month!
tech trick with:Fabio colombo / bs ollie late shove it
photo Alessandro Redaelli
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08 - Sommario:Sup Time 10/04/12 15.35 Pagina 8
Ciao Roberto, presentati ai lettori di 6:00AM...
Ciao a tutti sono Roberto Stamerra, ho diciotto anni
e skateo da sette: ho scoperto lo skateboarding per
caso, per gioco e si è rivelato una passione.
È la prima volta che scatti con un fotografo per
una rivista ufficiale: che sensazioni hai avuto
durante questa session?
Che dire? Si sente un po’ di pressione seguita dalla
‘presa bene’ ma si cerca sempre di spingere fino al
limite... Se non addiruttura oltre.
Dove ti piacerebbe arrivare con la tua tavoletta?
Parlaci dei tuoi obiettivi come skateboarder...
Mi piacerebbe viaggiare e fare nuove conoscenze,
magari arrivare a vivere di skateboard, penso sia il
sogno di tutti gli skater, ma è difficile da realizzare...
Anche perchè per quanto mi riguarda, a Torino non
c’è niente per progredire: se non fosse per El Santo
non sarei mai migliorato e non sarei qui a rispondere
a queste domande.
Qual’è lo skater che ti ha impressionato di più
quest’anno?
Lo skater che mi impressiona ogni volta che lo vedo
è sicuramente ‘mio fratello’ Edo Maule.
Chiude tutto, è completo, ha un equilibrio come
pochi, è sempre gasato e quando cade rotola, si alza
e ride insieme a te. Mi piace skateare con lui, anche
se a volte fa sclerare, ahahah!
Qualcosa che ci tieni a dire in questo scene sup-
port?
Vorrei dire molte cose, ma la cosa più importante è
che a Torino serve uno skatepark come si deve!
Vedo i ragazzini che iniziano in Piazza Castello e so
che non andranno da nessuna parte se non iniziano
ad usare un po’ di curve e di bank.
Avere uno skatepark aiuta a crescere, sia mental-
mente sia come skater.
Mi sarebbe piaciuto e mi piacerebbe avere un ‘Trinity
Skatepark’ nella mia città...
Saluti e ringraziamenti?
Saluto tutti e ringrazio in particolare:
Osde, Mario Marinelli, Mattia Rossanino, Gio ‘Animal’
Dazzi, Edo Maule (la pedra), Fabio Palombino e il
resto di El Santo, Claudio di Blackout Skateshop,
Gianpaolo di California Sport, lo Zio, Jacopo Cervelli,
gli skater di Tazzoli, Mattia e Ivan D’Angelo, Iprian,
Junior, Astrid ed Elektra, lo Chef, Bam, Bauducco,
Monica Canelli, i miei compagni di classe dell’Alvar
Aalto e tutte le persone che mi hanno aiutato e mi
aiutano a migliorare...
roberto stamerrasw fs heelfilp / photo osde
24 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine
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Molti skater italiani ti conoscono perchè hai fatto
il live durante la serata del C.I.S. qualche anno fà.
C.I.S. viaggiare informati? Ahahah! Mi ricordo, c’era anche
Entics, è stato figo: abbiamo sedato la rissa tra skater e gan-
gsta rapper! Ha fatto ridere...
Che rapporti hai con lo skateboarding?
Io ho sempre skateato, sai la solita storia del papà che ti com-
pra la tavola a sette anni, poi passi a quella professionale. Per
un po’ di anni ho skateato in giro per Rho, all’inizio come
gioco e poi ho iniziato a comprare le riviste e a bazzicare il vec-
chio spot del canale. Anche se ho sempre preferito lo street.
Parlami del rapporto fra musica e skateboarding
se credi che ne esista uno...
Lo skateboard ha sempre fatto parte del mio background, allo-
ra sentivo solo la spinta verso il trick la vivevo come una cosa
assolutamente istintiva. Nella musica ho messo anche la cultura
e la ricerca. Posso dire di aver cercato di mantenere la radicali-
tà dello skateboarding e anche nella mia musica. Ho citato
parecchie volte lo skateboarding nelle mie canzoni e Matt
Hensely è stato una delle mie fonti di ispirazione assolute.
Questo è il mio parallelismo fra skateboard è musica.
Quando hai incominciato a suonare?
Nel 1990 con una crew che si chiamava RCP: loro erano dei
writer ed io non essendo un writer, andavo in giro a fare atti di
vandalismo. Un mio amico mi ha fatto ascoltare gli Onda
Rossa Posse e io ho detto: cazzo perchè non posso farlo anche
io? Le cose sono partite così, un po’ per scherzo. Avevamo
qualche gancio, qualcuno ha sentito i nostri pezzi e ci ha propo-
sto di fare un demo. Eravamo io, Pablo MC e DJ Flat, direi
oltre l’underground. Di lì a poco, a loro è venuta l’idea di tra-
sformare il progetto in qualcosa di diverso: volevano fare musica
suonata discostandosi un po’ dal rap. Io invece avevo in mente
strofe e scratch: quindi la band non poteva andare avanti.
Dopo cosa successe?
Dopo RCP io, Jep, Tave e Zago abbiamo fondato gli
Enmicasa, Tave ebbe l’idea di fare una compilation in free
download, uno dei primi progetti web in italia. La roba si
chiamava ‘Area di contagio’ e coinvolgeva rapper da tutta ita-
lia. Fu una figata, ci trovammo in tantissimi davanti a Wag,
lo storico negozio di Milano e c’erano rapper da tutta Italia: un
momento di creatività. In quest’occasione conobbi ‘Goedi’. Lui
aveva sentito il mio pezzo su ‘50 mc’ il progetto degli ATPC
ed era impazzito: fu lui a voler fare un pezzo con me. Dopo
poco tempo Goedi incominciò a mandarmi delle basi di prova e
la roba spaccava sempre di più. Nel giro di un anno avevamo
fondato ‘Microspasmi’, il progetto che ha dato vita a tutti i
miei migliori lavori...
Qual’è l’album che assolutamente consigli?
16 punti di sutura è stata una roba innovativa, un disco anti-
cipatorio di tante cose: era senza campionamenti con un feeling
elettronico, mi ha dato parecchie soddisfazioni...
Quindi lo consiglio.
Fra l’altro quel disco ha vinto il premio MEI
come miglior disco, al meeting internazionale
delle etichette indipendenti...
Mi fa piacere che almeno tu te ne ricordi, la cosa che fa più
ridere è che ‘Non li fermano più’ il pezzo che fece pìù successo.
Era nato proprio come un pezzo dance. Godie si divertiva a
giocare con le basi club più fighe dell’epoca. Io gli dissi di pro-
vare a rallentarne una... Il resto è storia! Ahahaha!!!
Dove si trova la tua roba nel web?
Purtroppo, o per fortuna, si trova solo su I-Tunes.
Che messaggio c’è dietro al tuo RAP?
Critico ma ironico, mi piacerebbe svegliare le persone che aspet-
tano di morire in coda al centro commerciale... Il resto è scritto
nei miei testi, alla portata di tutti. Non sono puramente ‘old
school’, cioè i miei testi non sono tutti socialmente impegnati...
Ma se la tendenza è di dire poco e se la nuova scuola non dice
niente, a me invece va di parlare!
Come vivi la presenza del web come musicista
moderno?
Vorrei potermi permettere di pagare qualcuno che se ne occupi
per me... Non ho nessuna capacità informatica che vada oltre
ai software per produrre e non ho intenzione di imparare.
Progetti futuri?
A breve uscirà il video di ‘rimbalza’, e per ora esiste un disco
nuovo ma solo nella mia mente, non posso dire altro...
30 // 6:00AMSkateboard Culture Magazine
meddamanitw alessandro redaelli & photo pietro cocco
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report / hot burlitos contestword davide del gaudio photo filippo maffei
Che dire? È inCominCiata laprimavera! e noi BurlitosaBBiamo pensato Bene difare una Bella giornata diskateBoarding per inagu-rare la stagione. e quale formula È piùazzeCCata di un Bel BarBe-Cue in Bowl, farCito daBuona musiCa e duro ska-teBoarding?
L’evento è iniziato ‘ovviamente’ con un po’ di ritardo
(come vuole la tradizione), tanto che mentre veniva-
no allestiti stand e braciozza, gli skater erano già
caldi e carichi di trick.
Cosa che ci ha fatto riflettere ben poco...
E dopo qualche birretta e un paio di hotdog, erava-
mo già a litigare su dove fare un bel best trick!
Sì, perché nel caso non si fosse ancora capito, que-
sti Burlitos fanno un po’ le cose a cazz... Oops!
Scusate… A caso. Ma il bello è che gli vengono stra-
bene! Random Lovers!
Scalinata aggiudicata! Giusto per vedere un po’ di
sangue... E dopo che il Coppo apre le danze con
uno dei suoi olloni, le bombe non si sono fatte aspet-
tare!
Cominciando da Elliot (marinaio vagabondo canade-
se agganciato dai Burlitos) che ci ‘blizza’ un bel
varial flip...
Per continuare con un preciso nollie noselide, fatto
sul ledge in discesa a bordo scale dal caro Andrea
‘Bollaccio’ Damiotti, e un bs lip slide veloce e arro-
gante (come piace a noi!) dell’indovino Davide del
Gaudio che l’azzecca, aggiudicandosi il primo premio
di questo 1° ‘BBQ skate and grill Burlitos’!
Il tutto è commentato da un improvvisato megafono
di primissima generazione, che ha seminato il panico
tra la folla con i suoi ruggiti terrificanti.
I primi tre classificati (Eliot, Bollie, Indovino) sono
stati premiati con t-shirt, una tavola Warrior (dono del
buon Coppo), e con dei maialini gonfiabili personaliz-
zati ‘BBQ’ creati appositamente per l’evento, che
hanno fatto da mascotte per tutto il pomeriggio nella
‘Burlitos Farm’ accanto al barbecue: questo è un
esempio delle cose fatte a caso che ci piace fare!
I più sentiti ringraziamenti vanno al Coppo e alla sua
crew, che si è sbattuta in primis per realizzare l’even-
to dando il proprio indispensabile contributo e poi
ovviamente a tutti quelli che hanno partecipato e
hanno pompato!
La bella stagione è stata inaugurata, non ci resta che
aspettare... Rispunteranno presto birre e salsicce!
Foto grande / Andrea ‘Bolli’ Damiotti / fs tranferSotto / Davide Del Gaudio / bs lipslide
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Per dare il benvenuto alla primave-
ra, gli Chefs hanno organizzato una
video premiere per il loro primo full-
length video ‘Legend of the Chefs’
allo Nike Stadium...
La giornata è iniziata come qualsiasi
evento a Milano: una skateata in
Stazione Centrale. Il fatto di avere tutti
i muretti recintati non ha fermato la
voglia di skateare. Un paio di pinze,
qualcuno a fare il palo, dei volontari
per spostare due sezioni del recinto...
Et voilà! Quattro metri di muretto da
skateare. Non so cosa abbia preso a
tutti quanti, però abbiamo skateato
quel pezzo di marmo come se fosse
uno spot nuovo.
Un flip bs lip di Ale Cesana, bigspin bs
tail di Fede Peroni e un ‘first-try-back-
to-back’ nollie heel fs tail di Andrea
Colzani e di Gaspare Gentile, erano
alcuni dei momenti salienti della ska-
teata... Session finita, recinti messi
apposto e tutti a casa a prepararsi per
la serata. Arrivati da Nike Stadium, ad
accoglierci c’è il poster dell’evento pro-
prio come un grande manifesto all’in-
gresso del cinema. Mentre scendiamo
le scale l’atmosfera ci avvolge, tutto è
immerso in un clima di festa dallo stile
e dai temi orientaleggianti, con tanto di
decorazioni tipiche: palle cinesi da
ristorante, un braccialetto per i drink
ricavato con la carta che contiene le
bacchette per mangiare, diversi poster
ed un imponentre drago di carta a sor-
vegliare tutti gli invitati dall’alto. Ottima
musica, DJ set, free drink e una gran-
de presenza della scena skate italiana.
Dai veterani alle giovani leve, tutti
giunti da ogni parte d’Italia per questa
video première: praticamente tutti pre-
senti! Gli Chefs riuniscono tutti davanti
al maxi schermo. Gaspare Gentile è lo
speaker della serata e apre l’evento
regalando un ciondolo Chef fatto appo-
sta ai fondatori: a Cisko, a Renè e a
Diego. Finalmente sono pronti ad offrir-
ci la portata principale! L’emozione è
molta e l’entusiasmo coinvolge ed
avvolge il pubblico, che dimostra dav-
vero di apprezzare e sostenere la
famiglia Chef sin dai primi frame della
proiezione. Del video non voglio rive-
larvi nulla…
Posso solamente dirvi che abbiamo
applaudito e urlato tutti alla vista di
grandi tricks ed esultato ad ogni video-
part e abbiamo bevuto e festeggiato
fino a notte fonda con tutti loro!
Un evento organizzato dai ragazzi con
la collaborazione di Fibol Shop e Nike
Stadium, che ha davvero coinvolto la
scena skate e che ribadisce l’impegno
di Chef di essere un punto di riferimen-
to dello skateboariding non solo
Milanese ma decisamente europeo.
Un ringraziamento e tanti complimenti
dunque a Chef per un evento curato
nei minimi particolari!
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LEGEND OF THE CHEFS VIDEO PREMIERE REPORTPHOTO ANDRE’ LUCAT / BEATRICE SUGLIANI / FABIO MONTAGNER
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Per chi come me è uno skater troppo vecchio per
morire giovane il nome ‘bastard’ ha un suono
familiare che ha accompagnato la mia vita, dal-
l’adolescenza, passando per la maturità, fino a
questa prima parte del mio decadimento.
Conosco la storia di bastard forse meglio di chi l’ha
fondata e portata avanti, questo perché sono sempre
stato molto affascinato e ho avuto la possibilità di
conoscere a fondo i protagonisti di questa storia
molto speciale, sperando in cuor mio di poter un
giorno essere protagonista di una storia altrettanto
particolare.
Tutto ha avuto inizio ormai quasi venti anni fa, quan-
do erano appena terminati gli anni ottanta ed essere
skater significava esserlo prima di internet, prima
dello skate business di massa, prima degli skater
conduttori di show su MTV. Erano anni in cui skatea-
re significava essere pionieri di una cultura non
ancora digerita e di una realtà appartenente ad anco-
ra troppe poche persone per essere definita tale.
È in questo scenario che il destino di alcune persone
si stava per intrecciare e dare inizio alla storia di
bastard.
Max Bonassi era ed è una leggenda, precursore
della realtà skateboard e snowboard in Italia oltre
che costruttore e inventore per natura (a lui si deve
la costruzione del primo half pipe d’Italia, la rampa di
Monza).
GroS è una altra figura epica, storico skater della
scena bergamasca e speaker per antonomasia.
Era il 1994 ed i due si trovavano a bordo di un furgo-
ne, di ritorno da una giornata in snowboard, quando,
parlando di tutto e niente ipotizzarono di creare il
primo vero marchio italiano di tavole da snowboard
freestyle.
In quegli anni ormai lontani lo snowboard poteva
quasi essere visto come una costola dello skatebo-
ard. Prima che lo snowboard e le montagne venisse-
ro cannibalizzate da budget milionari, i pochi avven-
tori della tavola da neve erano skater che volevano
nutrire le loro fantasie portando trick da skate sui
pendii innevati. Non esistevano le grosse company di
adesso e tantomeno abbigliamento dedicato e per
andare a snowboardare bisognava arrangiarsi con
l’abbigliamento tutto flash e fluo del mondo dello sci,
stile Alberto Tomba per intenderci.
Niente di più imbarazzante per uno skater!
Dalle chiacchere alla pratica il passo è stato breve.
Venne incluso nel progetto Claudio ‘Jep’ Bernardini,
uno dei personaggi chiave della generazione di ska-
ter del muretto di Milano. Jep è sempre stato un
grande appassionato di grafica ed informatica, bino-
mio particolare che fece di lui la terza figura del pro-
getto bastard. A loro si unì Anna con la sua esperien-
za di contabilità della Pergola. Questa era una casa
occupata milanese dedita all’organizzazione di eventi
e punto di ritrovo per gli skater che usufruivano della
minirampa che si trovava all’interno.
Nella primavera del 1994 videro la luce i prototipi
della prima collezione bastard: due tavole da snow-
board, un completo giacca e pantalone tecnico e
qualche t-shirt. Il tutto prodotto artigianalmente vicino
a Milano.
Era nata bastard, che come dice sempre Jep è stata
fondata da skater con l’hobby dello snowboard.
Venne fondata la società che per capitale sociale
aveva un furgone, un computer e tre milioni delle
vecchie lire.
Nei primi anni della sua storia bastard divenne un
cult, fu un grande successo: gli snowboarder-skater
italiani avevano trovato una realtà locale in cui pote-
bastardword Matteo Vecchiatophoto courtesy bastard
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Skateboard Culture Magazine 6:00AM // 39
vano identificarsi. L’inaspettato successo necessitava
di un adeguamento e bastard dovette adattarsi alla
domanda crecente trasformandosi in una ‘vera’
azienda.
In Trentino spopolava Andrea Vecchi, uno skater che
si era scoperto essere un mostro in snowboard, oltre
che amico di Max, GroS e Jep.
A lui venne affidato il compito di curare la realizzazio-
ne di una collezione d’abbigliamento tecnico specifi-
co per lo snowboard.
Siamo intorno al 1998 e iniziano gli anni del consoli-
damento di bastard, dei viaggi in Asia per trovare i
produttori, della distribuzione in tutta Italia e in alcuni
paesi europei. Nel frattempo alla linea tecnica venne
introdotta una linea di abbigliamento streetwear, che
col passare degli anni assunse proporzioni di rilievo
rispetto al resto dei prodotti bastard.
Dal piccolo ufficio in cui iniziarono si dovettero trasfe-
rire in un posto più grande. Veniva condiviso un uffi-
cio a Milano con il gruppo che lavorava alla rivista
Freezer, magazine di riferimento per la scena skate-
snow in Italia.
È questo il momento di maggior libertà creativa e fer-
mento in bastard.
Uno spazio vivo frequentato da grafici, artisti e musi-
cisti di ogni sorta. È stato quello un periodo di speri-
mentazione dove sono stati partoriti progetti di ogni
natura, a volte assurdi, a volte geniali.
Nel frattempo aumentarono le possibilità e i soci si
dedicarono allo skateboard creando un team.
Tutti gli skater coinvolti erano innanzitutto amici e
parte della bastard family. Matteo Di Nisio, Gianluca
Mariani, Yari Copt e Daniele Galli per citarne alcuni.
Chiunque abbia fatto parte del team ha trovato il
modo di partecipare attivamente a bastard, chi come
come designer, chi come grafico e chi come team
manager.
È il 2000, bastard ha un catalogo di oltre duecento
capi di abbigliamento suddivisi in due collezioni sta-
gionali. Occupa una sede in una zona di Milano un
pochino ‘irrequieta’. Sono gli anni in cui anche in
Italia esplode il fenomeno dello streetwear e bastard
‘cavalca l’onda’.
Passano gli anni tra skateboard, snowboard e amici,
arriva il 2007, anno in cui i soci decidono di fare il
grande passo, acquistare una sede!
La decisione cade su di un ex cinema in disuso,
nella zona Nord di Milano. Lorenzo Bini, storico
amico di Jep e architetto provetto si occupa del pro-
getto. Viene realizzato l’headquarter che tutt’ora
ospita negozio, uffici, magazzino e la mitica bowl
sospesa. Il progetto architettonico riscuote un suc-
cesso mondiale e si aggiudica il premio di architettu-
ra ArchDaily nel 2009 come miglior spazio lavorativo.
Il resto è presente, con le open session nella bowl,
gli skater e gli snowboarder nel team, le collaborazio-
ni con artisti e creativi di altissimo livello e le tante
vecchie e nuove persone che gravitano intorno agli
uffici ed al negozio del mondo di bastard.
Quella di bastard è una storia di amici e antieroi.
Di persone che hanno voluto trasformare le loro pas-
sioni in lavoro e che con ingegno e follia ci sono riu-
sciti. Sono un caso atipico, soprattutto in un paese
come l’Italia, dove sembrerebbe che la meritocrazia
non possa esistere e che ingegno e perseveranza
non possano essere premiati.
bastard è il frutto di passione e contaminazione ed è
lo specchio di una filosofia che dovrebbe essere
presa più spesso come esempio.
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Ho incontrato diversi personaggi più o meno illu-
stri durante questi anni di lavoro al magazine, ma
vi giuro che mai e poi mai avrei pensato di incon-
trare Jill Cooper.
Avete presente quella tipa invasata, che vende
macchine per scolpirsi i muscoli degli addominali
in TV? Bionda, alta, grida come se fosse posse-
duta dal demonio... Sicuramente vi sarà capitato
di incrociarla durante qualche session di zapping
davanti al teleschermo.
Ok, ora vi chiederete dove e come l’ho incontrata: virispondo facile, l’ho incontrata al contest che ilComune di Brescia, Minoia Skateshop e KnodelBowl hanno organizzato presso la zona fieristicadella città lo scorso 25 marzo. So che dovrei parlareprettamente di skateboarding ma ragazzi, vedere
all’opera gli invasati del fitness del calibro di quelli didomenica, è una cosa che mi ha sconvolto profonda-mente! Mai visto niente di più stupido ed inutile almondo. Tornando a noi il contest è stato davverodivertente, facile e diretto: erano presenti tre strutturesulle quali si svolgevano tre diversi best trick.La prima era il manny pad che ha visto come indi-scusso protagonista il super tecnico FrancescoMarconato, che con un switch 360° flip fakie manny,si è portato a casa i 500 euro del montepremi. Laseconda struttura era il ‘Marciones handicap gap’:immaginatevi un ostacolo con un aspetto veramentepessimo, moltiplicate la sua bruttezza per due, edavrete l’handy gap dei marciones... Bellissimo.
Il signor ‘Mabio Fontagner’ come lo chiama Giorse(Sergio Reinahrdt n.d.r.), ha fatto bs noseblunt pas-sando di lì e si è aggiudicato la pagnotta. Il terzospot era un doppio set gigante con hubba e rail, quihanno spaccato un po’ tutti ma a spuntarla è statoEdo Maule con un bs smith da paura, infilato in unasession di parecchi trick consecutivi... Come si dicein gergo: sentirete ancora parlare di lui!!!Thanx a Minoia Skateshop che ha spinto il tutto, ethanx a Guido, al Canela, al Sorga, al Belle e a tutti iboys della Knodel per il lavoro svolto.Cazzo mi sono dimenticato ll miglior skater dellagiornata, quello che ha spaccato un po’ su tutte lestrutture: Fabio Colombo in arte ‘fratemo’!
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minoia & knodel contestw o r d a l e s s a n d r o r e d a e l l i & p h o t o o s d e
fabio montagner / bs nosebluntsotto / edo maule / bs smith
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fakie flip
Perchè i tuoi amici ti chiamano testa di gesso?
Aaaaaaho! Boh ma che ne so, è una roba che mi dice-
vano ai tempi di Barozzi! Non ha senso ma credo che
l’origine corretta sia dovuta ai vecchi copricapo dei vi-
gili, ti ricordi quel cappello rigido altissimo e bianco?
Ecco. Beh, praticamente questo nomignolo mi fu dato
per la mia pelata bianca e dura... Che tristezza!!! Aha-
hah!!!
Dimmi dove cazzo hai preso l’idea di indossare il
durag in testa come i rapper dei ‘90...
Ti riferisci allo scalda collo? È un’idea della mia ra-
gazza, le piace (boh valle a capire le donne), eheheh...
Comunque a me non dispiace e poi la mia testa ha
freddo! Sinceramente, mi serviva qualcosa di stretto da
mettere in testa per la pelata... Capish!?!
e’ uno degli ignoslave meno
rompicoglioni che abbiamo
avuto modo di sfruttare.
non vediamo l’ora di
spingerlo al limite della
sopportazione: Zitto e umile,
‘camalla’ come un mulo e
svitavvita con giudizio.
stefano brancalion
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sMith grind
Parlami del tuo look: come hai scelto di vestirti così
male?
Opss... Qui mi cogli impreparato, cazzo! Io pensavo di
essere stiloso! Ok... Mi auto punisco per quello che ho
appena scritto!
Ahahaha... In realtà non sono mai stato dietro al vestia-
rio, però ti prometto che migliorerò!!! Comunque non mi
vesto male, mi vesto al buio!
Parlami del tuo modo di skateare: hai deciso di ska-
teare la roba gigante o ti ci sei trovato?
Il mio modo di skateare è ignorante e poi io mi diverto
così.
Lo skateboard è bello perchè è vario! Sono stato ‘co-
stretto’ a skateare roba grossa, anche perchè gli spot
che offre Genova non sono molti e quelli che ci sono
sono belli... Belli grassi!
is he from the ghettoof catania? ...si’...flippa piu’ di Mike taylor?...anche...
Mathias Meloni
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bs lipslide
Genova 2012: pro e contro di vivere e skateare nella
città dei carrugi...
Sopravvivere vorrai dire?!? Scherzo... Genova è una
bella città, peccato che la gente che ospita è molto...
Diciamo che è piena di ‘simpaticissimi’ personaggi!
Come città è antica... Anche la gente che ci vive, la
maggior parte della popolazione genovese è vecchia
(gli anziani qui non muoiono: lo giuro!), ci sono più an-
ziani che ragazzi e quindi skateare a Genova è un po’
stressante! Che gli anziani siano da rispettare sono
daccordo... Ma io rispetto solo quelli che sono ‘carini e
coccolosi’... Non gli stronzi che chiamano i carabinieri
mentre mandano maledizioni in genovese a nastro!!!
Fanculo!!!
Parlami del tuo legame con Fair Crew?
A dire la verità non sapevo neanche esistesse: è colpa
di Carlo Cassan! Poi non saprei se la defizione ‘legame’
sia adatta: sì siamo legati, ma a cazzi nostri... Non so
se mi spiego, se sì, bella lì...
penso sappia pure andaresullo skateboard: l’ho vistofare degli esercizi ginnici disalto e scivolamento qua e
la’ per genova, dove vive edelinque.
stefano brancalion
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kick flip
Quando e come hai iniziato a skatere?
Un mio compagno di classe nel 2001 mi fece conoscere
Marco Barozzi (il ragazzo dal piede scamosciato... Aha-
hah), comprai una tavola ed è stato skate skate skate
skate... Bei tempi quelli, la nostra unica preoccupazione
era skateare e basta!
Cosa cerchi di esprimere con il tuo skateboarding?
Ma che domanda è? Io skateo, se volessi esprimere
qualcosa andrei a fare danza classica...
Quali obiettivi ti sei fissato come skater e come
uomo?
Tanti e nessuno: non mi piace fissarmi sulle cose,
anche perchè così se non dovessi riuscire evito di pren-
dermi male.
Sì... È una paraculata gigantesca! Un giorno forse una
famiglia, ma chi lo sa... Si vedrà!
alek... l’uomo volante!davvero skatea gap enormicon una scioltezza sconcer-tante. a volte trick che nonsa fare nemmeno in flat,li chiude da 8 / 9 scale!stefano ognibene
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heel flip
Interessi diversi dallo skateboard?
Mi piace ‘preparare’ gli scooter, in poche parole sma-
nettare sui motori... Ma non fraintendete! Hehehe... È
una passione che ho da quando ero piccolino: mio
padre all’età di sei anni mi regalò una mini moto e lui,
essendo un ex meccanico, mi insegnò le basi!
Hai un messaggio da lasciare all’umanità?
Un messaggio all’umanità: pace, amore, tanto amo-
reee!!!
Posso salutare gli amici che mi stan guardando da
casa? Bene...
Saluto la mia crew, la famigghia, i ragazzi Ignoramps, in
poche parole saluto tutti... In particolare vorrei ringra-
ziare 6:00AM per l’intervista, Minoia board, Etnies, Skull
Candy e Knodel Bowl!
Un grazie anche a te Zio Ale!!!
altamente consigliatoquesto cageggi: disponibileper feste private, compleannie addii al celibato.
solo se interessati.no mercenari. c.p. 666 genova
stefano brancalion
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ALESSANDRO REDAELLI
WordGIORGIO aNML DAZZI
Artosde
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ALESSANDRO REDAELLI
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Tutto ha avuto inizio da una conversazione fra me e Mario Marinelli, lui dice: “Minchia zio dovresti farti un
salto a Torino e dare un occhio ai miei ragazzi, siamo una crew che spacca, ma non si sa come mai gli skate
media italiani non arrivano più da anni quassù”.
Io gli dico: “Mario sai che c’è? Sto week-end non abbiamo niente da fare, veniamo su io, Osde e un paio di
boys e vediamo cosa si riesce a combinare”
Quindi la storia di 6:00AM ed EL Santo skateboards è nata così, con un pomeriggio buco di metà luglio,
come nascono tutte le cose che spaccano.
Non mi sarei mai aspettato che questa esperienza mi avrebbe dato così tanto, non mi sarei mai aspettato
che Torino mi avrebbe assorbito in questa maniera né tanto meno avrei pensato che la El Santo family fosse
davvero una famiglia nel senso tradizionale del termine.
Ad onor del vero, nonostante le premesse, la prima volta che ci siamo beccati è stato a Milano in occasione
di una session pianifi cata da Osde: uno shot in Bicocca, un paio di bangers al ‘lingotto’ di Sesto San
Giovanni (Tia il Turco lo vedete in sequenza in queste pagine) e abbiamo capito che le sinergie funzionavano
a dovere e che la ‘roba’ sarebbe stata ‘spessa’.
Mario è stato uno degli attori principali dello spettacolo che vi stiamo presentando, il suo modo di essere
paterno con i rider, la sua dedizione allo skateboarding, la voglia e la passione con cui segue la sua company
sono elementi ‘rari’ che a mio avviso reagiscono in maniera esplosiva con il suo ‘Street Knowledge’.
Mario è ‘roots’ quanto serve e altretanto moderno, e così sono Mattia Rossanino e Fabio Palombino. In tre
costituiscono l’anima ed al tempo stesso il motore di El Santo, sono la ‘good vibe’ che accompagna ogni
session e sono le menti dietro a tutto il progetto.
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Session numero due: Torino. Avere la possibilità di visitare un posto usando come strumenti sensoriali
ruote e trucks è uno dei favolosi ‘comfort’ di cui solo uno skater può godere durante un viaggio. La città
prende forma e colore trick dopo trick e spot dopo spot. Skateare una città ti dona la possibiltà di stare
lontano dalle mete turistiche osservando cosi la parte più ‘real’.
Nessuno meglio degli EL Santo può mostrarti Torino in tutte le sue sfaccettature, dal B-side fatto di periferie
e campi nomadi, fino agli spot del centro in mezzo ai caffè ed ai negozi alla moda: questa è la loro città e
la cosa salta agli occhi, non mi è mai capitato di conoscere un gruppo di skater così straordinariamente
radicato nel luogo da cui proviene. Mi rendo conto di perdermi nella narrazione ma non posso non
menzionare certe sensazioni che ho avuto.
La seconda session in Torino ha spaccato duro, il rail rosso dell’asilo (Edo Maule, Fs Blunt) è uno spot super
e non si vedeva sui mag da un sacco di anni. E’ lo spot dove io personalmente ho scoperto Edo Maule.
Cinque trick in cinque minuti e l’ultimo lo vedete bello grande in queste pagine.
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Talento, potenza e progressione al trick sono le caratteristiche che rendono Edo uno skater
assolutamente diverso da ogni altro giovane italiano sulla piazza. L’attitude di El Santo salta agli occhi
guardandolo skatere: a noi piace perchè è un gagno 100% e spacca durissimo. Dimenticavo che anche
Toty ha voluto immolarsi per la causa sparando un nollie over the rail in stile shuttle Apollo 12, tipo
mezzo metro over, ma lo vedrete più avanti...no sense.
Entusiasti delle prime due session abbiamo atteso il passaggio dell’inverno restando in contatto, certi
che la primavera ci avrebbe permesso di fi nire l’opera.
Intorno alla metà di febbraio la ‘fotta’ di fi nire l’articolo è salita un po’ a tutti, Osde è uscito dal letargo
con il torcicollo e ha deciso di incominciare a fare un po’ di stretching rannicchiandosi sotto qualche
passamano in quel della città di Torino.
Imbastiamo subito un week end, Marione mette a disposizione la sua ‘boss house’, chiama a raccolta
la family e siamo pronti per un’altra serie di bombe.
Pietro De La Pierre è un altro skater che ho conosciuto grazie a questa joint venture fra noi ed EL
Santo, lui è uno che parla poco e skatea tanto, è il transition skater del gruppo e mi sembra che
il Miller fl ip che vedete in queste pagine lo introduca facendogli giustizia. La terza session l’ha
inaugurata lui con questo classico.
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Mi sembra doveroso riportare un suo pensiero che è poi è un cruccio di chiunque voglia skateare
transition nel bel paese, con alcune piccole eccezioni. Tra un discorso e l’altro Pietro mi ha detto
che non c’è modo di migliorare e progredire in un Piemonte che non ha una bowl in cemento come
si deve, mi ha parlato dei suoi continui viaggi verso Bologna o Pisa o dei suoi sforzi per cercare di
migliorare la bowl di Torino, che come ho potuto constatare di persona è l’ennesima mostruosità
prefabbricata commissionata all’azienda Concrete...soldi pubblici buttati nel cesso per avere in
cambio strutture indecenti, come sempre.
Ma di persone davvero interessanti ne ho conosciute un totale durante le session: Giorgio ‘Animale’
Dazzi è la mano artistica dietro a parecchi dei lavori grafi ci di El Santo anche lui straordinariamente
street ma straordinariamente produttivo e focalizzato. Gli artwork che vedete in queste pagine sono
tutti suoi. Stile traditional e un sano pop da un metro fanno dell’animale uno dei tipi più ‘spessi’ a
calpestare la la terra nella zona di Torino.
A questo punto mi sono perso ancora una volta nella narrazione dei fatti, forse dovrei smettere con i
rilassanti...Ah si eravamo alla terza session: dopo le bombette sparate in tansition abbiamo deciso di
ributtarci in street per permettere ad Edo di sfogarsi un pò ed è stato il giorno della cover: fs 5-0 da
quattoridici con il kink, quanto sarebbe inutile aggiungere parole alla foto ed alla sequenza.
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Tanto per non sbagliarsi anche lui è mega friendly e rappresenta a pieno lo spirito del gruppo,
la mela non cade mai lontano dall’albero.
Mi piacerebbe poter parlare in prima persona anche dell’ultima session El santo, quella in cui
il Salo ‘good’ aka Francesco Salini ha sparato il gap to long tail slide che vedete nell’articolo,
ma purtroppo non ero presente, anche in questo caso il trick parla da sè, nessuno può
affermare il contrario.
Voglio concludere questo pezzo con l’immagine che mi è rimasta più impressa, la cosa che
mi ha reso davvero contento alla fi ne di questa esperienza. Mi stavo spingendo con Mattia ed
Animale a zonzo per il centro della città cercando di raggiungere il resto del gruppo allo spot
della cover, voltato un angolo sotto ad un portico ci troviamo in una specie di piazza coperta.
La mia mente mi ha da subito regalato la sensazione di conoscere quel posto, non capisco,
guardo Mattia e gli dico: “Tia perchè ho la sensazione di essere gia stato qui’”.
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Mi ricordo che mentre Edo pompava i 50-50 per provare l’hubba eravamo più di dieci
persone sedute intorno allo spot, ma non volava una mosca. Sembrava una di quelle cazzo
di partite di tennis, solo che il silenzio non era imposto, ma assolutamente spontaneo. Il
momento di festa dopo la chiusura non ve lo posso spiegare: una semplice e pura esplosione
di skateboarding. Per continuare con la serie di persone che spaccano e che gravitano intorno
alla family, non si può non menzionare lo ‘Chef ’ al secolo Ale Anzalone, fi lmer e fotografo
uffi ciale di El Santo. Dopo aver partecipato alla produzione del video Palace europeo ed aver
passato diversi anni lontano dall’Italia, lo Chef ha deciso di seguire i ‘santi’ con l’intento di
mettere a segno un po’ di buoni prodotti.
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LEONELui mi guarda non trattiene un sorrise e mi dice: “Zio, come cazzo stai, questo è il Teatro
Regio, lo spot storico di Torino. Lo avrai visto almeno un miliardo di volte sulle riviste di una
volta.” Subito capisco dove mi trovo, la faccia di Mattia è rivolta verso l’alto gli occhi guardano
alla cupola che copre lo spot e mi parlano senza muoversi, mi raccontano di un sacco di
session, dell’amore per lo skateboard, dei pro che sono passati di li...
Capisco in quel momento il perchè El Santo sia qualcosa di così fi go.
Mario, Mattia e Fabio sono davvero riusciti a creare un ponte generazionale. La passione e lo
skateboarding sano si fondono perfettamente con la modernità e la ‘fotta’ di skateare tutti i
giorni. El Santo è una famiglia vera e spero di avere sempre un posto alla loro ‘tavola’.
Ora e sempre...POSERS GO HOME!!!!
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Quindi, siamo andati in Taiwan.
Vi risparmio del tempo velocizzando la parte del viaggio vero e
proprio. Intendo, chi vuole leggere di voli noiosi, soste e arrivi da
stanchi morti seguiti da jetlag vari? Andiamo dritti al punto.
Vedete, ho fatto il compleanno a Taipei. Ecco: questo è parlare. Sonodiventato ‘maggiorenne di nuovo’ e ovviamente dovevamo festeggiare.Siamo andati in un bar nella strada probabilmente più turistica diTaipei. Justin Brock, Wieger Van Wageningen, Youness Amrani ed ioeravamo già local in questo bar: qualcosa che aveva a che fare conuna precedente visita di alcuni giorni prima... Appena mi siedo al bar,pensando alla mia vita, visto che era il mio compleanno, mi rendoconto che siamo stati davvero fortunati. Vedete, Kenji, la nostra guida,ha optato per andare duecento chilometri a sud della città di Taichung.Il tempo era brutto da due giorni a Taipei e le previsioni sembravanomolto più belle a Taichung. Basta rivolgersi a Dani Lebron, che oltreche sparare citazioni a raffica, fino a farti dolere lo stomaco dal ridere,è anche molto esperto di meteo. È il maestro nel controllare le previsio-ni, ogni cinque minuti! Quindi, col suo permesso, abbiamo preso untreno ad alta velocità verso sud ed in quarantacinque minuti eravamoin una città completamente diversa. Non male, per niente.Jay-Way (scusami se sbaglio a scrivere, potrei mettere il tuo nome difacebook: Got Weed), un local skateboarder di Taichung, ha strettoamicizia con noi con camere gratis nell’hotel dei suoi genitori. Grazieper l’ospitalità!Ed oltre all’hotel è proprietario del Rollin Skateshop e si è preso cura dinoi mentre eravamo a Taichung. L’intera ‘vibe’ era molto diversa daTaipei, non riuscivo a leggere alcun cartello e difficilmente qualcunoparlava inglese. Non parlo cinese, e lo ho amato. Finalmente quellagenuina sensazione di viaggiare di nuovo. Oggigiorno puoi volaremigliaia di chilometri per finire in una città con gli stessi negozi di casatua. La globalizzazione è proprio ‘una buona donna’... Ma Taichung èsembrata molto intoccata, eccetto per i minimarket 7/11 ad ogni angolodi strada.Il primo vero spot che abbiamo beccato erano delle transizioni naturali,tutte intorno ad un parco, un posto pazzesco. Non molto bello per farfoto, quindi ho colto l’opportunità e mi son fatto una skateata. Cavolo,ci ho dato dentro, quello spot era proprio malato. Dovevi schivare qual-che motorino di chi guidava sul marciapiede ma ci stava. O almeno,così pensavo. Dal nulla è spuntata questa guardia, sembrava davvero,davvero arrabbiata. Urlava e indicava. Non la capivo: non distruggeva-mo niente e non davamo fastidio a nessuno. Ma c’era qualcosa oltrealla rabbia che l’aveva fatto saltar fuori. Ha indicato Anthony Claravall,uno dei due filmer del viaggio, ed ha urlato: “Tu sei un bugiardo!!!”Cosa? Che diavolo? Pensavo io. Ha ripreso subito: “Sto chiamando lapolizia!” E salta fuori che Anthony era già venuto in questo posto, unanno prima. Era stato cacciato dallo stesso tipo, ma aveva promessoche se li avesse lasciati skateare, non sarebbero mai più tornati vistoche venivano dagli Stati Uniti. La guardia aveva accettato e li avevalasciati girare tutto il pomeriggio. Ma ora, che cavolo, Anthony avevarotto la sua promessa e la povera guardia non solo era incazzata masembrava aver perso fede nell’umanità. Abbiam raccolto la roba e cene siamo andati nello spot successivo...
66 // NIKE TOUR // Banned in TC
word & photo / Marcel Veldman
sw crooks / Wieger Van Wageningen
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Banned in TC // NIKE TOUR // 67
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68 // NIKE TOUR // Banned in TC
feeble pop out / Justin Brock
dx / fs bluntslide / Youness Amrani
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Ora arriviamo al punto principale della storia, un piccolo rail da circa settescale con rincorsa perfetta. L’abbiamo skateato in tutta fretta la notte prece-dente cercando spot, quindi ora era il momento di chiudere quei trick. Quindici siamo tornati...Ci avevano già cacciati la notte precedente, ma amichevolmente e con edu-cazione, quindi pensavamo fosse tutt’ok. Ma in realtà non proprio: cinqueminuti di session e questo culone di uomo spunta ed in pratica si siede sulrail senza dire nulla. Kenji e gli altri local hanno provato a ragionare con lui,ma non c’era storia. È andato a chiamare le guardie e ci ha fatto andar via.Abbiamo comunque provato a fare qualche trick, costantemente filmati daltipo, dalle guardie e da queste ragazze con i loro I-Phone. Basta, fanculo,andiamocene. Il giorno seguente siamo tornati. Le stesse persone ci hannovisto e cacciati di nuovo. Fanculo questo rail, se solo non fosse stato cosìperfetto. Abbiamo skateato altro.
Youness ha ollato giù da un edificio ed è tornato all’hotel. “Cazzo, voglio dav-vero fare questo trick!” mi ha detto Wieger... “Voglio tornare a quel rail!”Potrebbe non essere la miglior idea, ma hey, se uno skater ci sta dentro io cisto dentro. Abbiamo deciso di lasciare tutta la roba in camera e portare sololo stretto necessario.
Sapevamo che saremmo stati inguaiati, quindi dovevamo scappare in fretta.Velocemente abbiamo messo a posto i flash e Wieger provava il suo trick.Due minuti e le solite persone sono uscite, più alcune altre. Questa voltapareva che ne avessero abbastanza di noi per dire poco, e tutto faceva sup-porre che sarebbe peggiorata la situazione. Abbiamo preso l’attrezzatura esiamo corsi verso il nostro taxi, che non c’era più, quindi abbiamo girato l’an-golo e ne abbiamo preso un altro...
Banned in TC // NIKE TOUR // 69
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Gli abbiamo dato la card del nostro hotel ancora ridendo, anche se un po’scontenti per non aver fatto il trick. Ma d’un tratto la guardia blocca il taxidicendo al tassista che avevamo commesso qualche tipo di crimine.Gli abbiamo detto che non era niente di così grave e di spostarsi.
E invece ha cominciato a gridarci addosso, quindi ci siamo alzati per andar-cene. Altre guardie sono arrivate ed avevamo la sensazione che la polizianon fosse molto lontana. Ci siamo divisi, Wieger e Kenji da una parte, io eAnt nei cespugli. Mi stavo sbellicando dalle risate, ma appena abbiamo vistola zona in cui eravamo, abbiamo notato la polizia in moto che cercava pale-semente qualcosa. C’erano poliziotti ovunque. Abbiamo chiamato Wieger pervedere se stavano bene e mi ha detto che si stavano nascondendo in unristorante dopo dieci minuti passati a nascondersi sotto una macchina.
Sembrava una questione abbastanza grossa anche se mi suonava assurdada immaginare. Ovunque andavamo però vedevamo poliziotti, e fortunata-mente Ant ed io non avevamo le tavole con noi. Abbiam chiamato ColinKennedy, il team manager, e gli abbiamo chiesto di prendere tutta la nostraroba dall’hotel e di incontrarci alla stazione.
Il tassista sapeva dove saremmo dovuti andare visto che gli avevamo dato lacard dell’hotel e probabilmente aveva avvertito le guardie, o addirittura la poli-zia. Siamo infine riusciti a prendere un taxi e siamo andati in stazione.Molti poliziotti anche qui, ma nessuno che cercava noi, grazie al cielo.Abbiamo visto Kenji e Wieger senza le tavole e visivamente spaventati,aspettando l’arrivo degli altri. Ero felice che nessuno fosse stato arrestato,così come il resto dei ragazzi arrivati dall’hotel.
70 // NIKE TOUR // Banned in TC
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Banned in TC // NIKE TOUR // 71
shove it bluntslide / Justin Brock
sx / fs flip / Marek Zaprazny
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72 // NIKE TOUR // Banned in TC
nollie inward heel fs noseslide shove it / Marek Zaprazny
dx / bluntslide / Justin Brock
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Tutto quello che sapevano loro era che stavamo scappando dalla polizia eche dovevano prendere tutto per lasciare Taipei. Povero Colin, ha passatouna bella manciata di ore stressandoci per questo.
Seduto al bar, il giorno del mio compleanno, pensavo a tutto questo.Guardavo Wieger, che ora giocava a biliardo con la mafia cinese per soldi, esorrideva. Tutti se la passavano bene e non siamo andati in prigione.Youness giocava a dadi per shot con un tipo strano: dopo tre quarti d’ora erafuso ed è collassato sul divano.
Justin Brock, Dani e Colin l’hanno portato a casa, mentre Wieger, MarekZaprazny e io siamo andati in un altro club. Non riuscivo a camminare dritto,ero piuttosto brillo ed a un certo punto ho sentito in un accento slovacco:“Hey dai, ragazzi, ho appena comprato sedici tequila!” Era Marek con unenorme torre di shot di tequila. Perché, e perché sedici?
Qualche giorno fa Kenji mi ha scritto una mail con dei link a un sito di news,tipo la CNN taiwanese o qualcosa di simile. Ho aperto il link e... Cavolo!Era un video di cinque minuti su di noi e su quel dannato passamano! Tuttala folla di giornalisti eccetera, l’intera ‘enchilada’. Seguito da un secondo clipcon un news reporter sulla scena del crimine, ed un mucchio di statistiche.Ragazzi, vi chiediamo umilmente scusa per aver violentato quello spot!
Banned in TC // NIKE TOUR // 73
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“Ho conosciuto Davidino per caso al park delLido di Camaiore, dopo tre ore ero a casa sua adormire. Lui è un tipo rilassato, come del restosono tutti i versiliesi.La cosa che più mi piace di questi giovani ska-ter è la duttilità mentale: la capacità cioè di es-sere lontani da qualunque clichè.I vecchi skater, soprattutto quelli italiani, sono legati a certi modi di essere e talvolta se liimpongono, assomigliando ai vecchi bacchet-toni che incontri per la strada. Davidino siascolta la disco anni ’70, ama divertirsi ed an-dare alle feste, non si perde una session nean-che a morire, ed ha l’attitudine che ci piace diuno skater italiano 2.0.Non perdetevi l’occasione di fare un giro per laVersilia in compagnia di Davide Del Gaudio”...
Nome CoGNome e GeNeraLItà: Come seIo fossI uNo sbIrro...Ciao, sono Davide del Gaudio ed ho ventidue anni.Sono nato a Pisa ma vivo a Viareggio da sempre,vado in skateboard da sei anni, più o meno.
DomaNDa mIrata: DImmI CHe Cosa faINeLLa VIta a parte skateare?Per adesso sono un po’ in switch, non lo so, di-ciamo che sto cercando un lavoro per la stagione,poi solite cose tipo skateboarding, chillate sulmare, qualche grigliata in giro...Poi ora che si inizia a sentire l’aria estiva, quiprende stra bene, si movimenta un po’ la cosa ecomunque me la passo bene...
Come Cazzo è possIbILe CHe DaLLe tuepartI, NoN CI sIa NessuNo CHe LaVorI se-rIameNte?Ahahaha! Macché, no! Sembra, ma alla fine fannotutti qualcosa: forse col fatto che qui lavorano tantod’estate, la gente poi a ottobre se ne va fuori dal-l’Italia anche a cercare lavoro tipo, o a prolungarel’estate.Dipende dal cash e qui ce n’è di gente piena,’iobeh! Il resto della gente è tutta in cantiere a fareyacht, o a costruire carri di carnevale: questi sono idue lavori propriamente tipici.
Cosa sIGNIfICa CICCo bao?Eh, cicco bao è una pesata! Da spiegare non sa-prei, è proprio viareggino: poi dipende dal di-scorso...
74 // hot in viareggio with davide del gaudio
itw & intro / ale redaelli / bs nosegrind over crooks / photo / filippo maffei
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hot in viareggio with davide del gaudio // 75
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76 // hot in viareggio with davide del gaudio
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hot in viareggio with davide del gaudio // 77
flip to fakie
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78 // hot in viareggio with davide del gaudio
Un po’ cambia, comunque tipo tanta roba zio, robapesa!!! È difficile cazzo da spiegare, forse solo sesei di qui lo poi capì. Ad esempio: che fai ti infottioggi al park? Cicco bao!!! Una bella esclamazioneche riempe la bocca.
DImmI DeLLa GeNte CoN La quaLe skateI.Skateo con tutti miei amici di qua da sempre, tipoSalaka, il Verona, Lelo, Gio, Boss... Tutti amici dauna vita, alcuni eravamo in classe insieme e conaltri ci conosciamo da un botto, con loro ci skateotutti i giorni, a parte che con Salaka: adesso che gliè uscita la spalla è fermo da un po’... Povero‘mazzu’!!! Poi ora col park nuovo al lido, ogni finesettimana c’è sempre qualcuno che viene da fuori,tipo da Pisa, da Firenze o da Genova: sempre piùlarga la cricchetta del park eò! Un bel vantaggiodello skateboard è conoscere gente e socializzare!
e DeL posto IN CuI VIVI e skateI?Viareggio come zona spacca, boa c’è tutto: mare,pinete, laghi, le montagne vicine, si sta davverobene e puoi fare un sacco di robe, in ogni stagionece n’è una da fa’. L’unica cosa che andrebbe cam-
biata qui è la gente che ci sta, che ’un si regge.Come spot son sempre i soliti: Principe, Caprice,Zara, Cop e Italbao, quelli più conosciuti e riska-teati da tutti. Ultimamente qualcosa di nuovo tipopanchine e muretti, non ce n’è tantissimi però giribene anche in street, ci si accontenta alla finedai...
IN VersILIa C’è uN moNte DI fIGa e I pIùzarrI soNo I surfIstI: NoN tI sembra DIVIVere NeL paese DeLLe meraVIGLIe?Eh sì, mi mancherebbe solo l’unicorno in giardinoper andare al park e poi sarei apposto... No vabbè,qua ci si sta benissimo, poi ormai son troppo abi-tuato a vivere in un posto sul mare che non ci vo-glio nemmeno pensà a farmi un estate in città, we!Visto che siamo sul mare, qui c’è pieno di surfistiestivi, perché d’inverno chiudono, eheheh, e sonoloro che comandano la scena ‘zarring’ diciamo.Sì, se la sentono proprio, poi che c’è... Qualche‘mazzi’ che se la passeggia nelle vie del mercatocol telefono in mano e la musica da kebab che gliva dietro tipo colonna sonora, ahahah! Che lavori!Le tipe ce n’è asfà, spaccano, non ci si lamenta,anzi, ce n’è di bombette... Oh, piglia bene, poi trapoco è estate ed è ancora meglio!!!
CHe Cazzo soNo GLI Hot burLItos?Ok ora ti spiego tutto: ti è mai capitata una diquelle giornate afose in piena estate, dove ti ritrovicon un asfalto bollente, alle due del pomeriggio,sfatto e senza uno spot ben preciso da raggiun-
gere? Con la tua crew cerchi una soluzione mentreti senti le gambe appiccicose e sudate, con la testache quasi ti piglia fuoco e magari vedi passareanche qualche bella zietta, ed è in quel momentoche capisci cosa vuol dire essere Burlitos: cioè…Burle!Abbandoni tutto e ti dirigi verso la spiaggia più vi-cina, per un refresh in mare! Ahahah!Solo a pensarci mi ci piglia strabene, yo! Appartele burle siamo belli infottati dai, cerchiamo di ska-teare sempre insieme e di smuovere un po’ il mo-scio che c’è in Versilia con qualche contest, bbq,party e casino.Niente male dai quest’estate ce n’è di roba da faree i Burlitos non scherzano, ’iobeh! Skate a ma-netta!
è Vero CHe IL traNs tour è uNa traDI-zIoNe DeGLI skater VerILIesI?Ahahah bao! Io prima sapevo del puttan tour in-vece ultimamente, come hai potuto vedere, ci sonrimasti solo ‘del belucasso’... Io ’un ne sono tantopartecipe, ’un mi interessa nulla di quella roba lì,pero è vero: ormai è una voce troppo risentita chequando qualche amico da fuori viene a skateare inqua, gli tocca fa il giretto in transilvania (Migliarinobitches). Sì dai, ormai ce la teniamo come tradi-zione versiliese ’sto transtour, roba horror!E la guida ufficiale del transtour 2012 la vince lozio Simon! Ahahah! Congratulations!
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hot in viareggio with davide del gaudio // 79
IN poCHI aNNI sIete passatI DaL NoNaVere uN park aD aVere quattro o CIN-que strutture IN zoNa: CHe peNsI DIquesto CambIameNto?Mi piace: meno male, si sono decisi ad evolvere lascena e comunque di dare spazio allo skateboardin Versilia. Sì, è vero, da che eravamo sempre instreet su muretti e panchine, ad adesso che anchesolo per beccarci ci si trova al park.Un bel cambiamento radicale, con il park a cinqueminuti da casa è più facile, si skatea di più e tantimigliorano molto più in fretta, così il livello si alza eil cash si abbassa a mette benzina tutti i giorni...Ziobeco!!!C’è la bowl a Pisa che pompa da morì, anche lì inmezz’ora ci si arriva e ci passi delle giornate strabelle: tipo quella di sabato 24 che abbiamo fatto un‘Bbq day Burlitos best trick’ ed è andata benissimo.Sole, bella gente, birette, grill e trick ‘come larena’, tutto il giorno!Ah, poi da poco tempo fa c’è anche lo skatepark diCarrara, indoor e tutto di legno, con un bel fagioloe pool cooping, e lì il Simo ce le fa cicche le bur-lette boia, bella zio Verona!Da adesso ce n’è di tutti i tipi di park dove ska-teare, ormai non ci son più scuse per sta a casasul divano! Go skate!
quaNto Ha CambIato La tua VIta DI ska-ter IL park DeL LIDo?Un po’ in meglio sì: con il park lì tutti i giorni dalledue in poi sono a skateare e il feeling con le strut-ture aumenta sempre di più. In modo da farti pro-vare più trick o anche a migliorarli e ad avere unostile sempre più pulito, che secondo me è unacosa importante. Magari non fare troppi trick, maquelli che sai fare blizzarli come si deve...In street ultimamente ci vado solo il week end conFilippo e tutta la banda, magari a fare qualche fotoo anche solo per trovare spot nuovi e skateare: cisi diverte sempre un botto. Tipo l’ultima voltasiamo andati a Montecatini in sei in macchina, conil baule dietro strapieno di roba che ’un ci si ve-deva dal vetro... Ahahah!L’abbiamo chiamata subito ‘rumen-mission’...Mamma mia le risate!C’era anche il Gilbo, mi ci viene troppo da ride a ri-pensarci, vabbè alla fine abbiamo trovato un bankdella madonna, roba di lusso, dentro un resi-dence... Infatti il sogno è durato poco, tipo duemandate, una da venti minuti e l’altra da trenta, poicacciati sempre al volo!Peccato, il Gilbo era super infottato, eò!Dopo invece siamo andati ad una scalinata dadieci che avevo già visto io, di notte mentre por-tavo i giornali alle edicole sai, il vecchio lavoro,graverie!Vabbè, un bel ollie over me lo son guadagnato, al-meno quello.
Poi era la scalinata di un bocciodromo, gigante,con tutti i vecchietti lì in fila che guardavano. Nonc’hanno cacciato anzi, tranquillissimi... C’è da ritor-narci!
DImmI tre stroNzate tosCaNe CHefaNNo VerameNte rIDere...‘Ma so na sega bò, se la mi nonna c’aveva le roteera un carretto, en cotti i nicchi!!!Delafia o zio, ’un me ne viene una marianna-gane’...
DomaNDa LIbera, saLutI peNsIerI, IN-somma DI CIò CHe VuoI!!!Allora, per primo ’iobeh, ringrazio Filippo Maffei pertutte le sbatte che abbiamo passato insieme perfare le foto: good job man! Sei cicco! A seguire il‘mazzu’ del Salaka, che skateare sempre con luimi ha fatto molto bene (poi dovevo dirlo sennò miscassava la wallera tutta la vita... Ahahah!).Il grande Simone Verona che rispetto troppo e mida sempre la fotta di andare meglio, il Boss per ilsostegno morale e tutti i favori: sei il più peso! Tuttii Burlitos in Italia e Marocco, Alain per tutto l’aiuto,Alessio Gualtieri per il supporto Asdistribution:bella Ale! Inside Boardshop, mi famiglia the best, etutti i miei amici! Yo raga spaccate tutto!!!A manetta! Ciao...
in alto / gap to bs 50 - 50a destra / ollie
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80 | we skate this
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we skate this | 81
We live near frosinone.We skate this.An ADiDAs trip With AlessAnDro CiAttoni
word richard biasi / photo giuliano berarducci
Avete presente ‘skAte this’ su
CrAiltAp? Dove Sanger pubbliCA sullA
suA rubriCA Certi CApolAvori Di ArChi-
tetturA urbAnA Che sembrAno skeitA-
bili? beh, A fine novembre sCorso
Sanger pubbliCA un post Che titolA
Così: in CAse you live in or neAr
frosinone, itAly, this is reAl...
Noi, vicino a Frosinone, non ci viviamo, ma nessu-
no ci può vietare di farci una giornata di macchina
per andare a skateare questo parco pubblico nel
cuore pulsante della ciociaria. È stato disegnato
da Nabito Architects e ogni zona del parco rappre-
senta uno dei cinque sensi: l’intero percorso vuole
essere una grande metafora della vita.
Grandi vasi rotondi e convessi, ognuno con le sue
piante, i suoi odori e i propri colori sono uniti da
stradine che ne seguono le forme circolari. tutto
quanto costruito in cemento resinato.
Dalle foto di archdaily.com sembrava decisamente
‘lo spot’.
siamo tutti daccordo che quel posto sarebbe per-
fetto per realizzare il progetto che avevamo in
testa e decidiamo di programmare il viaggio, non
appena il metro e mezzo di neve sceso in centro
italia si sarebbe sciolto... La squadra formata dal
sottoscritto (Richard Biasi), da Giuliano Berarducci
e da Mauro Peduto, riesce a partire da Milano i
primi giorni di marzo in direzione Pescara per
recuperare alessandro, per poi tagliare gli appen-
nini, in direzione Frosinone.
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82 | we skate this
arrivati allo spot rimaniamo stupiti (ma forse in
realtà neanche troppo) della classica ‘situazione
all’italiana’. La tanta neve scesa nei mesi prece-
denti ci rivela la vera natura dello spot e cioè che
sotto quello strato di pessimo cemento resinato,
c’é un bellissimo strato di sabbia: a.k.a. muretti
inskateabili che esplodono al solo appoggio dei
truck. Bene, un bel viaggio a vuoto direte voi...
Non proprio diciamo noi... L’unica situazione real-
mente skateabile, è il bank del primo vaso dove
ale si tira questo bel boneless che farà sicuramen-
te contento Mark Gonzales. Perché tiro in mezzo il
Gonz? Beh, semplice! Primo perché il Gonz è il
Gonz e fa i boneless più stilosi di tutti; secondo
perché, nel caso non l’aveste capito, Alessandro
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we skate this | 83
Ciattoni è il nuovo ‘brand ambassador’ italiano di
adidas skateboarding ed il progetto che avevamo
in mente, era quello di realizzare un commercial
video ed un articolo che rispecchiasse fedelmente
lo stile di skating di ale.
Purtroppo questo è quanto lo spot ci ha permesso
di portare a casa.
Ma state tranquilli: alessandro è già all’opera per
fare quello che non siamo riusciti a fare a
Frosinone...
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84 | focal plane
FocalPlanePietro De La Pier / fs air / Torino / photo Osde
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FocalPlaneFabio Bottelli / rock ’n roll / Five Dock Sidney Australia / photo Federico Romanello
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FocalPlaneJustin Brock / fs nosegrind / Thailandia / photo Marcel Veldman
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90 | focal plane
FocalPlaneSergio Giorse Reinhardt / half cab / Milano / photo Alessandro Redaelli
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92 | focal plane
FocalPlaneGilberto Gilbo Cannarozzi / fs noseblunt slide / Sarzana / photo Federico Romanello
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shoe / NIKE SB KOSTON / nikeskateboarding.com
shoe / NIKE SB TEAM EDITION 2 / nikeskateboarding.com
shoe / EMERICA THE LEO / bluedistribution.com
sx shirt / NIKE SB / nikeskateboarding.com
dx shirt / ALTAMONT / bluedistribution.com
denim short / ETNIES / bluedistribution.com
denim / ETNIES / bluedistribution.com
hat / LAKAI / frescodist.com
beer bong / DVS / frescodist.com
94 display
Display
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shoe / NIKE SB JANOSKY / nikeskateboarding.com
shoe / DVS RICO HEMP / frescodist.com
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tee / ETNIES / bluedistribution.com
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party bag / MATIX / frescodist.com
sx tee / MATIX / frescodist.com
dx tee / NIKE SB / nikeskateboarding.com
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96 / snapshot / random pics
SnapShotr a n d o m p i c Sword & photo marco marzocchi
“Lo stesso movimento per giorni fino
alla fine. Su di una rampa nel bel mezzo
del nulla.
Cadere, rialzarsi, cadere e rialzarsi anco-
ra e poi buttarlo giù.
Un momento di esaltazione, di gioia
incontrollabile. Illuminazione”.
“The same move for days on end. On a ramp
in the middle of nowhere.
Falling, getting back up, falling, getting back
up again. And then laying it down.
A moment of exaltation, of uncontrollable joy.
Illumination”.
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61
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prile /
ma
ggio
2012
aprile / maggio 2012 / italy € 4.50edo maule / five - o / photo osde
Anno X bimestrale / Swiss chf 10.00 / Canton Ticino chf 10.50 / E € 7.00 / AT € 7.50 / D € 9.50
Poste Italiane Spa sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n°46) art. 1 comma 1 / DCB Milano
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