6:00AM Skateboard Culture Magazine

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GIUGNO / LUGLIO 2011 / ITALY € 4.50 davide cattaneo / fs ollie / ph.beatrice sugliani Anno X bimestrale / Swiss chf 10.00 / Canton Ticino chf 10.50 / E € 7.00 / AT € 7.50 / D € 9.50 Poste Italiane Spa sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n°46) art. 1 comma 1 / DCB Milano

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Periodico di Skateboard

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GIUGNO / LUGLIO 2011 / ITALY € 4.50davide cattaneo / fs ollie / ph.beatrice sugliani

Anno X bimestrale / Swiss chf 10.00 / Canton Ticino chf 10.50 / E € 7.00 / AT € 7.50 / D € 9.50Poste Italiane Spa sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n°46) art. 1 comma 1 / DCB Milano

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DIRETTORE RESPONSABILECRISTIANO ZANNI / c r is t [email protected]

CAPO REDATTOREALESSANDRO REDAELLI / a ler@6am. i t

ART DIRECTORMATTEO DI NISIO / mat teod@6am. i t

IN REDAZIONEJACOPO ATZORI / jacopo@6am. i t

FOTOGRAFI SENIORCRISTIAN ‘OSDE’ BENZONI, ENRICO RIZZATO & FEDERICO ROMANELLO

TESTATAwww. lucabarce l lona.com

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMEROTESTI /DANIELE ‘MARZO’ MARZOCCHI & ANDREW ZOLIN

IMMAGINI /ERIC ANTOINE, GIULIANO BERARDUCCI, LUCA CARTA, MARCELLO ‘NELLO’GUARDIGLI, ANDRE LUCAT, DANIELE ‘MARZO’ MARZOCCHI, MARCOMICCOLI, BEA SUGLIANI & FEDERICO TOGNOLI

EDITORE E PUBBLICITÀJohnsons Media - Via Valparaiso 4 - 20144 MilanoTel +39 02 43990087 Fax +39 02 [email protected] - www.johnsonsmedia.it

AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni - [email protected]

SERVIZI GENERALILuisa Pagano - [email protected]

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIAA&G Marco - Via De Amicis 53 - 20123 Milano

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTEROJohnsons International News Italia - Via Valparaiso 4 - 20144 Milano

SERVIZI ABBONAMENTI E ARRETRATIJohnsons Media - Via Valparaiso 4 - 20144 MilanoTel +39 02 43990087 Fax +39 02 48022901 [email protected]

Dovrà essere pesente la seguente dicitura:MODALITÀ DI PAGAMENTOBonifico Bancario intestato a:JOHNSONS MEDIAVia Valparaiso 4 - 20144 MilanoBANCA INTESA COORDINATE BANCARIE:IT 67 O 03069 09529 072402650199 / e-mail: [email protected]

Registrzione tribunale di Milano n°661 del 23/11/2001. Periodicità bimestrale: febbraio/marzo, aprile/maggio,giugno/luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio. Codice ISSN 1593-7011. RegistrzioneROC n.11243. Stampa Alfaprint - via Bellini, 24 - Busto Arsizio (VA). Prezzo di una copia Italia: 4,50 euro.Abbonamento annuale Italia (6 numeri): 18,00 euro. Tutti i diritti 6:00AM sono riservati e appartengono aJohnsons Media. Nessuna parte di 6:00AM può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autoriz-zazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti.L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile rag-giungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potrannoin alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uti-lizzo improprio delle informazioni contenute in questa rivista. Poste Italiane Spa - sped. in abb. post. - D.L.353/2003 (Conv. L. 27.02.2004, n° 46), Art. 1 comma 1, DC B Milano.

6:00AM è una testata della casa editrice Johnsons Media che pubblicaanche gli annuari: Surfing (surf, windsurf, kite), Snowb (snowboard) e leriviste Funboard (windsurf), Surf Latino (surf), Sup Time (stand up pad-dle), Kite Magazine Stance (kite), 4Skiers (sci freestyle), Entry (snowbo-ard), Girland (girlie action sport).

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12 | WAITING ROOM

16 | FACILITIES | WOOD

22 | ARTIST ITW | EMIL KOZAK

28 | BEHIND | FEDERICO BORCHI

30 | SCENE SUPPORT | GABRIELE FILIPPINI

31 | SUBSCRIBE

32 | SCENE SUPPORT | EDO MAULE

34 | SOUND | BROKEN DOLLS

36 | WORLDWIDE CONNECTION | MAURO CARUSO

38 | OUR THING | ANEEMA

39 | REPORT

40 | REPORT

42 | NEIGHBORHOODS | DAVIDE FRASSINE

43 | REPORT

44 | INSIDER | MARCO MORIGI

46 | DEAR GEORGE | A ‘BLIND’ OVERVIEW

54 | KICK OFF TOUR | F.I.H.P. IN MALAGA

66 | NIKE SB | WHERE THE F**K IS DONEDDU

78 | VANS / O.T.W. CLASSIC

82 | PLANT A TREE | PIERRE ANDRÉ SENIZERGUES

84 | TRINITY | WAILING WALL

86 | FOCAL PLANE

94 | DISPLAY

96 | SNAPSHOT

CONTEN

TS LUCA CRESTANISMITH GRINDphoto Osde, Milano

10 | CONTENTS | 6:00AM skateboard culture magazine

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SIMONECHIOLERIO

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12 • waiting room

WORD • alessandro redaelliPHOTO • beatrice sugliani

Waiting roomÈ DIFFICILE MANTENERE L’EN-TUSIASMO DEI BAMBINI CON ILPASSARE DEGLI ANNI.TRASFORMARE LA PROPRIA PAS-SIONE IN UN LAVORO HA UN’IN-FINITÀ DI LATI POSITIVI, MA ILRISCHIO CHE IL FATTORESTRESS PRENDA PIEDE E INA-SPRISCA LA DOLCEZZA DEL PRO-PRIO ‘PALLINO’ È SEMPRE DIE-TRO L’ANGOLO. ESATTAMENTECOME GLI ECCESSI DI AMORE EDEDIZIONE VERSO CIÒ CHE SIFA POSSONO SNATURARE ILSIGNIFICATO DELLA PASSIONESTESSA...

Ma lo skateboarding è, e resta, il nostrochiodo fisso al di là dei rischi del nostromestiere.Spingiamo 6:00AM senza limiti dallamattina alla sera: senza preconcetti o‘snobismi’ di nessun genere. In questiultimi due anni abbiamo pubblicato esupportato fotografi nuovi ed altri chenon si vedevano pubblicati da parecchiotempo.

Abbiamo aperto le porte del nostro gior-nale a tutti coloro che avessero qualcosadi buono da dire o da mostrare.Abbiamo portato i rider negli spot,mostrato facce nuove, organizzato tour,passato notti intere davanti ai monitornel tentativo di trasformare 6:00AM inquello che è oggi: LA RIVISTA ITA-LIANA DI SKATEBOARD.6:00AM è unica per definizione, perchéla definizione di ‘rivista’ è molto chiara:attualità, approfondimento e novità.Questi sono i tratti fondamentali di unmagazine e se vi serve una conferma ilvocabolario della lingua italiana ne dauna definizione precisa.

Tutte queste caratteristiche sono in ogninumero di 6:00AM che porti la firmadel nostro team. Novantasei fottute pagi-ne bimestrali piene di contenuti attuali emateriale fotografico sempre valido ed almeglio delle possibilità.Speriamo che nessuno si maldisponga sesosteniamo di fare qualcosa che nessunaltro fa.

Nè migliore, nè sicuramente peggiore,ma semplicemente diverso.Spinti dall’intento di fondere un altolivello grafico e fotografico con gli ele-menti classici delle riviste di skateboard,documentiamo la scena italiana vivendo-la dall’interno giorno per giorno, untrick alla volta. Ed abbiamo la certezza che nessuno piùdi noi conosce il significato del concetto‘for skateboarder by skateboarder’ e seavete voglia di fare un giro a Milano peruna bella session siamo pronti a dimo-strarvelo.Ringraziamo tutti coloro che ci scrivonoogni giorno un fiume di mail entusiastee che ci seguono nel web e sui social.Una nuova grande stagione di skatebo-ard sta per cominciare e noi siamo pron-ti a viverla con l’entusiasmo e la spregiu-dicatezza che ci caratterizzano.

La grandezza di ogni skateboarder è lafantasia: la capacita di osservare glioggetti del mondo e scoprirli strumentidi gioco, proprio come ognuno di noifaceva quando era bambino.

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FUNN

EL SRL - T: +39 05 58 82 72 72

S W I T C H H E E L F L I P - C A L I F O R N I A

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B R I A N G A B E R M A N

E L E M E N T E U R O P E . C O M

D A R R E L LS TA N T O N

M A K E I T C O U N T

D A R R E L L R I D E S F E A T H E R L I G H T H E L I U M E L E M E N T B O A R D S

S C A N T O S E E T H E F U L L L I N E G E T F R E E A P P A T :

H T T P : / / G E T T A G . M O B I

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PLAN B 8.0p. j. ladd

planbskateboards.com

ELEMENT 8.875barbee ascension poolelementskateboards.com

ELEMENT 7.75mark appleyard welcomeelementskateboards.com

ELEMENT 8.0lifted levi

elementskateboards.com

PLAN B 8.0torey pudwill

planbskateboards.com

PLAN B 8.25pat dufffy

planbskateboards.com

JART 7.6eero anttila

jartskateboards.com

JART 7.75ivan rivado

jartskateboards.com

JART 8.0bastien salabanzi

jartskateboards.com

BLIND 8.0rear - end rudy reissue

blast-distribution.it

BLIND 8.6high guy reissueblast-distribution.it

JART 7.5orlando acosta

jartskateboards.com

CLICHÉ 7.6lucas puig emblemblast-distribution.it

DARKSTAR 7.875adam dyet

blast-distribution.it

ENJOI 7.75louie barletta

blast-distribution.it

ENJOI 8.0cairo foster

blast-distribution.it

CLICHÉ 7.75banana cruiser

blast-distribution.it

ALMOST 7.75simply rubbish haslam

blast-distribution.it

FACILITIESPRODUCT | 2011

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ARTIST ITWEMIL KOZAK | GRAPHIC DESIGNER BY DAY, ARTIST AT NIGHT

Incontriamo Emil Kozak, artista danese che devela sua ispirazione grafica alla passione per loskateboard e per l’arte. Il suo stile fresco e positi-vo racchiude spesso messaggi profondi ed i suoilavori sono stati esposti in tutto il mondo, oltreche apparire su numerosi magazines e libri d’ar-te. Ha prodotto grafiche per marchi come Vans,Element, Graniph, Eastpak, Burton, Nike,Microsoft, Salomon, Hurley, ESPN - X Games,Lab Skateboards, Uniqlo, ed in questi giorni staportando avanti una collaborazione con BraunCruZer.

Nome / Emil KozakOccupazione / ArtistData di nascita / 30 ottobre 1980Luogo di nascita / Maribo, DanimarcaDove vivi / BarcellonaMusica / Sonic Youth, Descendents, Pink Floyd,Johnny Cash, Harvey Danger, Elliot Smith e moltoaltro...

Come ti descriveresti in una sola frase? Graphic designer di giorno, artista di notte.

Come sei arrivato all’arte?È stato un processo lento di realizzazione, nel qualeho capito che la mia voce principale in qualche modoè visiva.

Come descrivi la tua arte a qualcuno che non l’hamai vista prima? Naive, audace, positiva e semplice. Amo la semplici-tà. Mi piace parlare in modo chiaro e preciso di certetematiche… Ed è semplice farlo.

Per quanto tempo sei stato uno skater?Ho iniziato a skateare quando avevo più o menosette anni, con una piccola tavola arancione cheusavo per giocare nella sala dei miei genitori.

Attraverso tutta la miaprecoce adolescenzasono stato ossessionatodallo skateboard ed hopassato un sacco dianni studiando magazi-ne, video, skateando lestrade della mia città.Ma quello che più mi hapreso è stata la creatività: strappo allo stile, i colori,la musica e i segni visivi balzavano nella mia mente.Da lì sono arrivate le influenze che ho avuto nellamia vita e nel mio modo di pensare.

Perchè vivi a Barcellona? Raccontaci del tuo stu-dio, dell’arte, della scena board...Provengo da una piccola isola nel sud dellaDanimarca. Da una città chiamata Maribo. Mi sonotrasferito in Spagna un po’ più di cinque anni fa. Lamia ragazza è di Valencia e volevamo vivere assie-me in un posto che potesse essere a metà stradadelle nostre città natali. Abbiamo quindi decisoBarcellona per ragioni pratiche. L’aeroporto, la sualocazione centrale ed il fatto che abbiamo molti amiciche vivono a Barcellona. Al di sopra di tutto, la scenaartistica è stimolante qui... stanno succedendo unsacco di cose! Ottimi graffiti ed ottimi spot per lo ska-teboard. Con il mio studio mi concentro sul sensodell’arte, sullo sviluppo e sull’identità di un marchio,su graphic design, illustrazione e comunicazione peruna vasta gamma di clienti. Lo studio è stato istituitonel 2003 ed ha lavorato con i marchi più influenti nelmondo dell’arte e della cultura, della moda e dellospettacolo. Di solito i clienti cercano me perché sonoalla ricerca di qualcosa di visivamente forte, designdanese creato a Barcellona!

Perfetto inizio e perfetta fine di giornata?Surf all’alba e una birra al tramonto...

Quanto tempo impieghi per lavorare un pezzodella tua arte?Una vita più circa trenta ore… più o meno...

Qual è il tuo soggetto preferito da dipingere?Tutto ciò che riguarda la cultura occidentale e l’uma-na condizione.

Cosa fa di un dipinto un’opera d’arte?Tutto si riduce al contesto. Di questi tempi tutto puòessere considerato arte... dipende solo dal contesto.

Qual è il lavoro che preferisci fra tutti quelli chehai realizzato finora?The Kindergarten Legends. Sono idee che avevo daquando ero all’asilo. Ricordo che eravamo abituati araccontare delle storie su dei bambini ai quali cresce-vano alberi nelle loro pance, perché avevamo ingeri-to i semi di una mela. Noi ci credevamo... Amo lasurreale immaginazione che hanno i bambini!

Da dove trai ispirazione? Skateboard, Alicia, città, natura, frasi fuori da ognicontesto, loghi, tipografia, mio fratello, ping pong,surf, chitarre, calligrafia, fotografia, libri, dipinti, sca-rabocchi, animali, bambini, cultura pop e praticamen-te tutto quello che ci sta in mezzo...

Chi sono le persone e gli artisti che più ammiri?Sono affascinato dalle persone creative che hannoavuto una lunga vita creativa. Persone come MiltonGlaser, Man Ray, David Lynch, Herb Lubalin e moltemolte altre ancora...

Quali sono le ultime tre cose che hai comprato?Il libro ‘Niagara’ di Alec Soth, una fotocameraOlympus ‘point and shoot’ degli anni ’80 a soli treeuro ed una torcia.

Cosa fai nel tuo tempo libero?Passo il tempo con i miei amici e la mia famiglia. Mipiace anche surfare e leggere libri rilassandomi inspiaggia...

Di cosa sei più orgoglioso?Di lavorare per conto mio ed avere il controllo sulmio percorso.

Che progetti hai per il futuro prossimo?Sono nel bel mezzo di un lavoro per un marchio disurf. Esploriamo il fenomeno del localismo ma dauna differente angolazione: invece che vedere i surfi-sti local, il focus è che è Madre Natura ad essere laproprietaria di una determinata zona. Squali, acqua,balene etc… Gli umani non sono al centro dell’uni-verso. Il progetto è chiamato ‘Locals Only.Recentemente ho fatto una collaborazione anchecon Braun CruZer per una linea dei suoi prodotti. Inun primo momento potrebbe sembrare strano che iocollabori con i ragazzi di Braun ma in realtà è statauna fresca e bella combo. Come il mio lavoro, ancheil loro ruota attorno allo stile. E poi anche io cerco diesprimere me stesso attraversoil mio aspetto!

©Emir Kozak©Ulrich Grill / Zooom

www.braun.com/cruZer

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cruZer

Shave your style.“La vita è la tua tela.” Emil Kozak, 29, Artista

Effettua la scansione per vedere l’esclusivo video di rasatura, stile e rifi nitura di Emil.www.braun.com/cruZer

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N.D.I. - TEL +39.0464.514098 - [email protected]

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BEHINDFAKIE MANNY FAKIE FIVE - OFEDERICO BORCHI | WORD & PHOTO MARZO

Il trick che non ti aspetti...

È un afosissimo pomeriggio di fine agosto,non c’è nessuno in giro e noi ci ritroviamo sultardi a skatare il backyard spot di Ghigo: unmuretto con angolare e flat in discesa al latodi un magazzino.

La session è molto rilassata, giusto qualchetrick con gli amici dato che il calore si fa sen-tire. Ghigo, nonostante tutto, si prende bene,inizia ad ingranare dei manual trick e pensabene di concludere con un grind.

È così che inizia a provare questo trick incon-sueto e io, vedendo che la faccenda si fainteressante, lascio perdere la mia tavola eprendo al volo la macchina fotografica perimbastire la sequence.

Dopo qualche tentativo e svariate bestemmieil trick è chiuso: non male per quello chesembrava solo un pomeriggio di polleggio...

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Dove sei nato e dove vivi?Sono nato e vivo a Brescia.

Quanti anni hai e da quanto skatei?Ho diciannove anni e skateo da sette, più o meno...

Hai imparato prima ad ollare o a limonare?Direi ad ollare! Ahahah!

Cosa ti spinge a continuare a skateare?La soddisfazione nel chiudere nuovi trick, scoprirenuovi spot o semplicemente il fatto di sentirmi liberoda ogni problema mentre skateo.

Quali sono i terreni che preferisci skateare?Mi diverto ovunque, dai muretti alle mini, o in qual-siasi posto ci sia qualcosa di skateabile.

Da che tipologia di skateboarding sei ispirato?Anche se ho iniziato a skateare in una pool preferi-sco lo street, è molto più creativo...

Sei soddisfatto di vivere in italia o speri di trasfe-rirti altrove?Non penso di trasferirmi l’Italia, è piena di spot e digente simpatica, anche se ogni tanto qualche viag-getto all’estero è d’obbligo per cambiare un po’ aria.

Mollerai tutto per la discoteca?Certo! Finisco la scuola, vendo la tavola e mi do soloalla disco!

Raccontaci una tua giornata tipo...Vediamo... sveglia alle 06:30, ‘scuola’, torno a casami rilasso un attimo. Se c’è il sole esco a skateare,dopo cena partita quotidiana di ‘Call of duty’ e la seraci si trova a casa di qualche amico se non ho altriimpegni.

Cosa faresti per migliorare la scena italiana?Bè, la scena italiana si sta sviluppando molto, cisono tantissimi ragazzini che iniziano a skateare edin ogni città trovi gente che skatea. Penso che iltempo basti per far prendere sempre più in conside-razione questo sport.

Quando provi un trick nuovo e non lo chiudi, tiostini o lasci perdere?Mi ostino fino a quando sto in piedi e se lo lascioperdere è solo per provarlo il giorno dopo.

Dove ti vedi e a fare cosa, tra vent’anni?Ahahah! Non ne ho proprio idea, meglio non pensar-ci per ora.

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SCENE SUPPORTGABRIELE FILIPPINI | FS BLUNTSLIDE | PHOTO FEDERICO TOGNOLI

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Mattia Turco / bs kickflip / photo Osde

SUBSCRIBE!6 numeri = 18 euriDi seguito le modalità per abbonarsi alla rivista.Bonifico bancario intestato a: JOHNSONS MEDIASRLBANCAINTESA- COORD. BANCARIE: IT67 O 03069 09529 0724 0265 0199importo: 18,00€ (6 numeri) causale: 6:00AM - NOMINATIVO, INDIRIZZO ed eventuale RECAPITO TELEFONICO.

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Dove sei nato e dove vivi?Sono nato a Torino e vivo a Pino Torinese, a dieciminuti di macchina da Torino...

Quanti anni hai e da quanto skatei?Ho 17 anni, di cui quasi otto passati sulla tavola...

Hai imparato prima ad ollare o a limonare?Ho imparato a limonare mentre ollavo! Ahahah!

Cosa ti spinge a continuare a skateare?Imparare trick nuovi, conoscere nuova gente e spin-germi oltre il mio limite!

Quali sono i terreni che preferisci skateare?Per me non c’è un terreno in particolare perche loskateboarding è tutto... All round! Però preferisco lostreet...

Da che tipologia di skateboarding sei ispirato?El Santo attitude!

Sei soddisfatto di vivere in Italia o speri di trasfe-rirti altrove?Mi piace l’Italia però non vedo l’ora di girare e cono-scere nuove realtà, se un giorno avrò l’opportunita ditrasferimi la colglierò al volo!

Mollerai tutto per la discoteca?Ahahah!!!

Raccontaci una tua giornata tipo.Mi alzo, faccio colazione e due chiamate per organiz-zare la giornata, in genere se ho tempo do un’oc-chiata a Facebook e alla e-mail, poi vado a skatearecon ‘la cricca’ e dopo aver skateato aperitivo daFabio palombino... dopo movida, specialmente nel

weekend... Invece in settimana vado a scuola e midedico allo studio.

Cosa faresti per migliorare la scena italiana?Io più che dare il massimo sul mio skateboard nonposso fare granchè avendo 17 anni, anche se stonotando che la realtà torinese e italiana sta miglio-rando grazie a gente piu grande e con piu experien-ce che aiuta la scena skate...

Quando provi un trick nuovo e non lo chiudi,insisti o lasci perdere?Fino alla fine!

Dove ti vedi e a fare cosa, tra vent’anni?Non lo so, non mi pongo il problema, vivo il presentee il mio interesse ora come ora e quello di skatearefino in fondo! Torino rappresent!

SCENE SUPPORTEDO MAULE | TAILSLIDE TO FIVE - O | PHOTO OSDE

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Introducimi i Brokendolls...Siamo cinque teste di cazzo patentate a cui piacebere, scopare e fare del fottutissimo rock & roll.Ahahah! A parte gli scherzi... (è la verità).Comunque... la band nasce nel 2007, siamo io Ros(voce e spogliarelli), Nino (chitarra), Jordy (basso),Dot (chitarra) e Nico (batteria). Partiamo con il direche il rock & roll è l’unica salvezza che abbiamo inquesta deserta bassa veronese, è il nostro unicosfogo per evadere da tutta questa utopia e monoto-nia che vive qui, abbiamo all’attivo due album: ilprimo ‘No ice in my drink’ è stato campione di vendi-te nel 2009 per la nostra etichetta ‘Tornado RideRecords’ , il secondo appena uscito lo abbiamo regi-strato in Svezia e lo stiamo promuovendo in questoperiodo sempre per Tornado Ride Records’ eNIicotine Records, intitolato ‘2.59’, il tasso alcolicodel nostro bassista quando gli venne ritirata la paten-te circa un anno fa... direi che nn è facile da battere!Dopo più di 150 live in tutta Italia e un po’ di girettiper l’Europa posso dire che il fegato ci funzionaancora bene... o quasi... Eheheh!

È nato prima il Conkster o i Brokendolls?È nato prima il Conkster già da vecchia data... era il1994, un bel po’ di anni, eravamo tutti più belli, piùmagri e avevamo tanto fiato par skateare... adessoson cambiate tante cose, siamo più vecchi, più bruttie con dei tatuaggi orribili (ma che noi adoriamo) e ilfiato non esiste più ormai... Ahahah!Però il Conkster è la cosa che ci tiene ancora unititantissimo, è il nostro covo, il nostro piccolo paesedei balocchi dove nessuno viene a romperci il cazzoe spero che questa alchimia duri ancora per tantianni! Sempre se reggeranno i fegati! Ahahah!

C’è qualcosa del vostro essere skateboarder cheha influenzato la vostra parte di vita da musici-sti? E qualcosa che partendo dalla sfera musica-le ha influenzato il vostro essere skateboarder?

Diciamo che lo skateboard può averci dato tantelezioni sopratutto di vita, per esempio anche andarein tour, io e Cris eravamo già stati in tour in skatequindi era già più facile partire con un cazzo di furgo-ne e stare sempre assieme, macinare chilometri eaffrontare situazioni belle e brutte, perchè si sà lavita on the road non è facile... ma ti può insegnaretante cose, altro che i libri! Eheheh! Poi anche unsacco di contatti per suonare, tutta la gente che bec-cavi ai contest e amicizie varie servono anche maga-ri per beccare qualche data quando ne hai bisogno!La musica invece è sempre la cosa che abbiamonelle orecchie quando skateiamo e senza di lei certemagie non riescono... credo di non dover aggiunge-rer altro su questo punto!

I brokendolls sono in giro da un tot di tempo.Cosa vuol dire avere una band nel 2011? Comeriuscite ad essere attuali?Alla fine non siamo una band che gira da tanto maabbiamo fatto tanto in poco tempo, e questa è unacosa di cui vado fiero... e molto, vuol dire che c’èstato un grande impegno da parte di tutti e cinque,senza poi tralasciare tutta la gente che ci ha suppor-tato e sopportato nel bene e nel male... Eheheh...Comunque nel 2011 non si può inventare niente dinuovo nella musica, noi cerchiamo di fare quello checi piace e quello che ci viene bene, non stiamo tantolì a fasciarci la testa per cercare di fare chissà checosa, facciamo quello che sappiamo fare alla nostramaniera, semplice e diretta, senza tanti sè e tantima, per ora il risultato è stato veramente buono: dob-biamo solo continuare per la nostra strada senzafare stronzate!

Nuove persone da tenere d’occhio sia a livelloskateistico che musicale?Minchia domanda da un milione di dollari! Potrei scri-vere per due giorni di nuove band e di nuovi skater,solo una cosa posso dire: ragazzi, in Italia ci sono

band e skater che danno la paga in tutto il mondosecondo me, quindi cerchiamo di supportare ciò cheil nostro paese offre, più che altro supportiamo lascena, non dobbiamo tirarci merda solo per invidia,l’invidia è peggio della droga a volte, ti rovina dadentro! Noi per fortuna quella parola non la conoscia-mo, ci facciamo i cazzi nostri, rispettiamo tutti e cifacciamo rispettare sopratutto al bancone del bar!!!

Senza nulla togliere agli altri componenti delgruppo, sappiamo che il Ross ha un certo appealcon le donne: ce lo spieghi Ross?Ecco sapevo che arrivava questa cazzo di domandaprima o dopo, infatti devo rispondere senza far caz-zate... le potrei prendere tipo appena esco di casaquesta sera o al prossimo live... Eheheh...Cmq si sa, chi è sul palco ha più possibilità di cucca-re di chi sta di fronte, ma anche qui c’è sempre unabella differenza, questa è una dote... O ce l’hai o nonce l’hai... Per fortuna mio papà ha fatto un bel lavoroquella sera e me ne ha data da vendere! E comedice il sommo poeta del liscio romagnolo (GianniDrudi, per gli ignoranti quello che cantava fiki fiki), cèchi cucca e chi no!

Quali le cose da fare sempre e quali quelle danon fare mai prima di un live?Ognuno ha i suoi riti prima del live show, si dovrebbebere poco, mangiare almeno tre ore prima e star inrelax per dare il 110% sul palco, per dirti io che sonoil peggio del peggio cerco sempre di rispettare que-ste regole... il problema è dopo lo show, mi potrestitrovare ubriaco sotto un tavolo o a correre nudo per illocale, se c’è una cosa che odio sono i musicisti chedicono: “...Io se non bevo non riesco a fare un belloshow”... Cazzate e cazzate, se una cosa l’hai dentro,l’alcol e le droghe non servono, qui stiamo parlandodi attitudine e di passione, quindi parlo per tutti quelliche la pensano così... Andate a fare in culo: il rock èdentro di voi!

SOUNDROCK & ROLL | BROKEN DOLLS

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Oregon: impressioni, emozioni e usi e costumi diquello stato...l’Oregon è uno stato veramente figo e tanto diversodal resto degli USA. Uno di quei posti che non centranulla con l’idea classica che uno ha degli states:tanto verde, poche macchine in giro, zero metropoli-tane, zero metropoli e così via! La gente lì è supertranquilla, molto gentile e disponibile! Tanto ma tantoverde e tanto rispetto per la natura. Portland è bellis-sima tra l’altro, una miriade di concrete park e tantoma tanto skateboarding! La gente e’ molto rilassata...Diciamo che manca quella vita frenetica delle bigmetropoli come LA o NY... La costa è favolosa, ed èpieno di laghi e di fiumi.

Pro relationship: storie ed avventure vissute conquella che potremmo definire la tua crew ameri-cana...Penso che le avventure che mi sono capitate in gironegli States sono fin troppe! Lì il feeling è troppodiverso, molto più real... Vivevamo lo skateboardingal 100%, dalla mattina alla mattina dopo e così via,skateate alle cinque del mattino, session notturnecon generatore etc... Ogni volta che penso a quellacrew in due secondi la mia mente si riempie di millericordi: ne ho veramente troppe da raccontare... percitarne qualcuna mi ricordo che un giorno eravamo askateare questo mezzo canale sotto un ponte, un po’nella periferia di Portland. Ad un certo punto vediamoarrivare in lontananza un tipo in bici che andavaabbastanza veloce quando per sbaglio sbatte controuno dei miei amici cadendo con lui a terra... Il tipoaveva un giaccone e un borsone... Mega incazzato eimpaurito si alza di fretta, prende la bici e senza direnulla, sale su e continua ancora più veloce...

Noi eravamo lì senza parole tutti straniti! La sessioncontinua, si filma, si ride e così via quando arriva unavolante, una mezz’oretta dopo: si ferma, noi superconvinti che erano lì per cacciarci e i tipi ci chiedonoinvece tutti nervosi se avevamo visto un tipo in bicicon un borsone etc... noi gli diciamo subito del tipo echiediamo cosa fosse successo... era stata rapinatauna banca e il tipo era il ladro con tutti i soldi dentroil borsone! Siamo rimasti lì senza crederci!!!

Hai avuto esperienze nelle famigerate bowl diquello stato?Sì sì hai voglia! Anche se giravo con una crew abba-stanza street skating, capitava spesso che andava-mo a farci un giro tra le mille bowl che ci sono lì!Burnside è assurda! Il park storico sotto il ponte: har-dcore sia la bowl che i tossici del posto! Ahahah!

Cosa c’è di veramente fastidioso nello stile e nel-l’attitude degli skater americani?Non saprei esattamente risponderti a questa doman-da perché ho avuto la fortuna di beccare una crew diragazzi fin troppo in gamba...Veramente affiatati tra di loro e troppo determinati:buttavano giù banger dopo banger, ma tutto semprecon felicità e divertimento, super simpatici e megaeasy.È anche vero che ero in Oregon e lì la gente ingenerale è troppo diversa, ad esempio mi dicevanotutti che in California gli skater sono un bel po’ stron-zi o c’è tanta gente che se la tira... ho anche cono-sciuto un bel po’ di skater che potevano veramenteessere qualcuno, ma sempre sfatti dalle mille feste,dall’alcol o dalle droghe varie... Lì ci vanno giù abba-stanza pesantemente!

Cosa ti ha dato l’esperienza americana come ska-ter e come persona?Tanto, tanto, tanto! Ho vissuto quell’anno in manieramolto profonda e dopo quella volta sono sempre tor-nato ogni anno, l’ultima volta per tre mesi... ti cambiasicuramente il modo di vedere tante cose: per quantomi riguarda mi ha aperto gli occhi su cosa sia vera-mente lo skateboarding! Se oggi sono qua con que-sta testa è sicuramente grazie all’esperienza vissutanegli States!

Sei uno degli skateboarder italiani che ha mag-giore possibilità di viaggiare: descrivici la rottadel tuo skate tour ideale intorno al globo...Tour globale? Quello sì che sarebbe una bomba ditour! Chiaramente visiterei tutti e cinque i continentipassando per i vari stati che non ho ancora visitato,in Europa come i paesi scandinavi, passare in Africa,Asia e quindi in Cina che ha mille spot, poi Giapponee Australia! Ci sono veramente tanti posti da visitaree skateare... un anno in giro per il mondo... ciao!

È vero che negli States se non chiudi il trick nonte la danno?Ahahah chiaro! È questo il secret del perché inAmerica spaccano tutti il culo! O fai i banger o zeropatata... Eheheh...

Qual è il posto che ti piacerebbe più visitare conla tua tavoletta?C’è ancora un bel po’ di posti che sicuramente vorreivisitare prima o poi... Per adesso penso che in cimaalla lista ci sia l’Australia! Troppo una bomba... Lìvorrei proprio andarci...Saluti e baci!

WORLDWIDE CONNECTIONCHAT WITH | MAURO CARUSO | OREGON

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OnLineShop - MinoiaStore.com via Leonardo Da Vinci, Brescia - tel. + 39.030.3385215

Skateboard-Snowboard-Kitesurf-Wakeboard-Wakeskate-Surfboard-Longboard(proudly supported by Minoiastore)

Julien Benoliel-Alex Giraud-Oliver Gordonenjoys the Knodel Bowl

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OUR THINGITALIAN RECIPE | ANEEMA | WORD ELIA LIQUORI | PHOTO LUCA CARTA

Quali sono state le fondamentali tappe fino adora, di questo vostro ‘viaggio’?Più che delle tappe li consideriamo dei privilegi...Aver conosciuto e cresciuto skater dal primo giornoin cui abbiamo realizzato il primo skatepark, aReggio Emilia nel 1995, è stato decisamente il puntodi partenza di questo viaggio.Lo sviluppo di un brand, delle sue collezioni, il teame il marketing centrato sullo skateboarding ci hannoportato fino all’apertura di Unity Store nel 2004, ilnostro skateshop di supporto ad Aneema.

Com’è nata l’idea ti mettere in piedi una compa-ny?Forse nello stesso modo in cui è nata l’dea per moltealtre company: passione, volontà, sacrificio, coraggioimprenditoriale e tanta voglia di costruire un nostromercato attraverso le nostre idee.

Quali sono state le principali difficoltà iniziali?Il sistema, gli investimenti e i rapporti personali.Giornate, mesi, anni di notti insonni e sempre inmovimento...

Pensi che all’estero sarebbe andata diversamen-te?Potrebbe anche essere... ma ad oggi pensiamo chesia stato il posto migliore per farsi conoscere. D’orain poi la cosa può solo crescere all’estero. Ma il sup-porto delle conoscenze, del background e degli amiciche abbiamo avuto a casa nostra è inestimabile.

Di chi è la mente creativa della company ed acosa si ispira?La mente creativa della company è di Elia. Il logo, per esempio, si ispira ad un gioco che facevasempre con la tavola in equilibrio sul piede...

Cosa volete trasmettere attraverso la vostraimmagine?Una filosofia di vita: enjoy the balance. “Divertiti tro-vando il tuo equilibrio”, equilibro dato dal logo stesso.Simboleggia la felicità che la tavola da ad ognuno dinoi ma può essere interpretato per ogni passione...dalla musica, ai viaggi o al cibo...

Come pensate sia meglio promuovere il propriomarchio e attraverso quali canali?Prima perdevamo tutto il tempo a creare collezionicol meccanismo delle grandi multinazionali, antici-pando di un anno le idee, i campionari, per gli agentie la rete vendita sulla penisola italiana. Ora crediamo sia più idoneo alle nostre dimensioniconcentrarsi sul team, il lifestyle e la vita reale tra-smettendo quello che è realmente la nostra entità,uscendo senza tempistiche obbligate da fiere ecc...con collezioni e collaborazioni nate volta per volta aseconda dei nostri contatti. Meno vendite, più soddisfazione e più tempo perdivertirsi con gli amici!

Che tipo di importanza e di supporto date alvostro team?È la nostra priorità dopo l’apertura del negozio.Thomas Donelli, il nostro Team Manager, sta curan-do tutto il team meticolosamente... ed i risultati sivedono!

Che progetti per il futuro prossimo e lontano?Questo è un segreto che presto sveleremo...

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REPORTNEWS & REVIEWS

TRIPLE SIXSKATEPARKConoscete lo skatepark Triple Six, in provincia diCesena, uno dei più belli dell’Emilia Romagna?Saprete dunque che è rimasto chiuso per ristrut-turazione fino a qualche settimana fa... Ora ènuovamente aperto al pubblico dopo una bellamanutenzione e ricolorazione!

L’IronTown Skateboarding e il TripleSix Skateparkannunciano sul sito il rinnovo della sponsorship otte-nuta da DC (grazie a California Sports) e dallo skate-shop SoulShop di Torre Pedrera. Non è comune tro-vare uno skatepark così validamente seguito e cura-to, se correte sul sito www.t6park.com potete sbircia-re tra le foto scattate da poco... Si prospettano nuovieventi (Ad Maiora 3.0) e belle skateate nel ‘nuovo’T6 Skatepark, e se non lo conoscete ancora è ilmomento di fare un bel viaggetto dalle queste parti!

NIKETHE CHOSENDa nike ci giunge notizia di un concorso interes-sante che offre la possibilità di partecipare advideo contest con respiro internazionale. In prati-ca si tratta di realizzare un clip che al di là del-l’aspetto tecnico esprima al meglio lo stile e lacreatività vostro e della vostra crew.

Dal due giugno al ventinove luglio i video più belliverranno guardati, condivisi e giudicati e la crew ita-liana vincitrice parteciperà alla finale internazionale di‘The Chosen’ durante gli US Open ad HuntingtonBeach, in California.Non vi resta altro da fare che seguire dettagliatamen-te le informazioni che troverete su nike.com/justdoit esperare che ‘The Chosen’ sia proprio il vostro video!Good luck!

RIDINGFOR INVICTA?Nasce dalla partnership con Iuter l’idea di Invictadi affacciarsi nel mondo dello skateboard. La sto-rica azienda italiana, famigerata per la produzio-ne di zaini, ha deciso di fare sul serio...

Ha arruolando due rider del capoluogo lombardo esi è imposta di seguirli nelle avventure del prossimoanno. Loro sono Jacopo Carozzi e Federico Peroni,ci auguriamo che per loro possa essere una buonaoccasione, non capita spesso di essere spinti dallacombinazione di due aziende: una ‘core’ e l’atra deci-samente più ‘meinstream’. Suona davvero bene!!!

AGRISKATECAMPIl numero scorso vi abbiamo presentato ilcampo estivo organizzato dalla MariannaSkatepark ASD e da Marco Morigi in un agrituri-smo romagnolo... vi è venuta l’acquolina inbocca?Ok, allora siamo qui per annunciarvi che ildivertimento al campo di quest’estate sarà sup-portato anche da noi di 6:00AM!

Siamo appunto diventati media partner dell’AgriSkate Camp, saremo vicini a tutti i ragazzi fino aidiciott’anni che vorranno aderire al camp e avrannol’opportunità di skateare nei migliori concrete parke di tuttarsi nel mare di Rimini.Griglieremo costine per voi, gireremo nella minidell’uliveto, trascorrendo insieme questa vacanzadedicata allo skateboarding ed alla scoperta delmare e della natura del centro Italia!Sia che tu voglia imparare i primi passi in skateseguito da ‘saggi maestri’ o che tu voglia migliorareil tuo livello sfruttando i bellissimi park dell’EmiliaRomagna, l’Agri Skate Camp è la meta che fa perte: dai un occhio al blog per informarti meglio!

www.agriskatecamp.blgospot.com

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REPORTNEWS & REVIEWS

OFFICIAL BRIGHTTRADESHOWPARTNERDopo diversi anni di report e trasferte in terragermanica alla volta della più grande fiera delloskateboarding europeo, sembra che gli organiz-zatori di Bright Tradeshow abbiano deciso di cer-care collaborazione anche qui giù in Italia...

A quanto pare il lavoro da noi fatto in questi due annidi nuova gestione ha portato i suoi frutti e ha fatto sìche i responsabili del Bright abbiano apprezzato ilgiornale ancora di più. Siamo quindi orgogliosi diannunciare che 6:00AM sarà partner ufficiale perl’Italia nel settore print. L’obiettivo è quello di avereuno spazio nostro all’interno dell’esposizione e didistribuire nel ‘gift pack’ consegnato ai visitatori, unacopia del giornale. Questo è il nostro invito ufficiale apartecipare in prima persona alla manifestazione,l’appuntamento è dunque a Berlino, per il prossimosei,sette e otto Luglio. Non mancate!

SKULLCANDYTEAM UPDATE Dai ragazzi di Woodmorning Distribution, ci arri-vano un po’ di news potenti riguardo al team uffi-ciale italiano di Skullcandy. Pare che ci sianostati un paio di avvicinamenti al team già benassortito (Galli, Lambertucci, Schirinzi, Cesario,Cattaneo e Piermattei): il primo si chiama LucaDoneddu e viene dalla Sardegna, dovreste saper-lo tutti.

Mentre il secondo è il buon Alex Cageggi, il local piùaggressivo che il litorale genovese abbia mai ospita-to. Ambedue svolgeranno la funzione di ‘promoter’per il primo anno, in attesa dei primi risultati.Oltre a questo, sappiamo che Skullcandy ha decisodi seguire il team da molto vicino organizzando unprossimo tour con una serie di demo che vedràcome protagonista tutto il team.Team che sarà molto probabilmente sottoposto aduna sorta di contest interno, che vedrà un grossopremio di fine anno per il vincitore.Insomma, a quanto pare Skullcandy ha deciso didiventare leader tra gli sponsor ‘extra settore’ chepopolano il mondo dello skateboard italiano.

A sinistra: Alex Cageggi, flip over.

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Ciao Lerri raccontaci: da quanto tempo vivi aBrescia e da quanto la skatei?Ciao Matte! Vivo a Brescia da ventitre anni, anche senegli ultimi quattro sono stato un po’ latitante per viadell’università! Ci skateo da quando ho iniziato, circa10 anni fa! Il primo anno l’ho passato in una vecchiabowl super marcia non distante da casa, ma daquando ho conosciuto altri skater cerco sempre digirare il più possibile!

Quali sono i lati positivi e negativi del tipico bre-sciano medio?I lati negativi sono che siamo un po’ chiusi, ma perfortuna basta avere la cocaina per avere tanti amici...Ahahah!

Pensi che la tua città abbia abbastanza spot dadare in pasto agli skateboarder?Dipende da cosa si cerca, la mia città è piena di‘spot’ da skateare, tutti sul grezzo andante, ma bastamontare delle 54 mm e tutto si semplifica! Per gliskater meno avventurosi propongo due bowl incemento con raggi fantasiosi, in alternativa abbiamoil Railway Skatepark con una piccola area street euna bowl enorme (anch’essa con raggi ambigui), perdessert, consiglierei la Knodel bowl, l’ideale in casodi pioggia o per delle session serali, accompagnatada un paio di bicchieri di birra chiara (o Knodel Wineper i più audaci) e un sottofondo rock & roll!

Andate sempre alla ricerca di nuovi spot o sietepiuttosto abitudinari?In inverno sono io il capo degli abitudinari!Me ne sto in Knodel al caldo, la botte piena e lamoglie ubriaca... Odio skateare al freddo, mi facciosempre male! D’estate però cambio, nei weekend tracontest e fotografie sono sempre in giro, durante lasettimana cerco sempre di raccattare qualcuno perdelle missioni streettose! Impresa non così semplicein realtà, la comodità e la sicurezzza del flat lisciodello skatepark impigrisce le persone.

La scena è compatta o disgregata nei diversispot?La scena... che io sappia anche in questo caso variaa seconda delle stagioni. In inverno qualcuno skateain knodel con me e gli altri non so... credo che aspet-tino le giornate soleggiate per skateare allo skate-park di Castrezzato (Creedence!) o al Railway, quan-do il sole non c’è in tanti si spostano verso il lago diGarda, all’Italpark, che è al chiuso!

Cosa faresti come prima cosa per migliorare lascena bresciana?Migliorerò la rete dei trasporti pubblici, meno crimina-lità e più verde per i cittadini! Vota Lerri!

Raccontaci di un evento che ti lega particolar-mente a questa città.Le dieci giornate di Brescia! Nel marzo del 1849 lapopolazione bresciana si ribellò all’oppressioneaustriaca e gli insorti resistettero all’occupazione perdieci giorni. Brescia fu la città a resistere più a lungo,per questo è chiamata la Leonessa d’Italia, alla fac-cia di quei fighetti milanesi che resistettero solo cin-que giorni... Pfui!

In futuro ti vedrai sempre e comunque a Brescia?Probabilmente sì, anche se vorrei dire no. Speroalmeno di continuare a girare come ho fatto fin’ora!

Indicaci tre posti sagaci per: skateare, mangiaree fare bordello...Per skateare Knodel bowl e Creedence skatepark, glistreet spot non sono molto sagaci in realtà, peròsono versatili. Per mangiare: Knodel bowl, casa diWise, dei Marciones o casa dello zio Gianni.E bordello Knodel bowl, qualsiasi strada percorsa inbici con Wise e Sorga, le birre nello zaino e dei pen-narelli in mano, Disco Violentami (degrado vero,disagio e abusi).

Grazie e a presto!Grazie! Ciao ciao!

NEIGHBORHOODSDAVIDE FRASSINE | BRESCIA | PORTRAIT ALESSANDRO REDAELLI

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REPORTNEWS & REVIEWS

NEW RIDERFOR VANSDai ragazzi di Woodmorning Distribution, ci arri-vano un po’ di news potenti riguardo al team uffi-ciale italiano di Skullcandy. Pare che ci sianostati un paio di avvicinamenti al team già benassortito (Galli, Lambertucci, Schirinzi, Cesario,Cattaneo e Piermattei): il primo si chiama LucaDoneddu e viene dalla Sardegna, dovreste saper-lo tutti.

Mentre il secondo è il buon Alex Cageggi, il local piùaggressivo che il litorale genovese abbia mai ospita-to. Ambedue svolgeranno la funzione di ‘promoter’per il primo anno, in attesa dei primi risultati.Oltre a questo, sappiamo che Skullcandy ha decisodi seguire il team da molto vicino organizzando unprossimo tour con una serie di demo che vedràcome protagonista tutto il team. Team che sarà moltoprobabilmente sottoposto ad una sorta di contestinterno, che vedrà un grosso premio di fine anno peril vincitore. Insomma, a quanto pare Skullcandy hadeciso di diventare leader tra gli sponsor ‘extra setto-re’ che popolano il mondo dello skateboard italiano.

MAIL TO SIXSkate a vita!!!

“Ciao caro e sacro 6:00AM, mi presento sonoFrancesco Carannante, detto Mr Trash, ideatore delmarchio ‘Trash Board Clothes’, marchio autogestito,nonchè sono vicepresidente dell’associazione‘Taranto Skateboard’. La nostra associazione, com-posta da un team di skater e non solo, utilizza il gua-dagno della produzione dei suoi abiti per la realizza-zione di strutture per skatepark...

Ad oggi, quelle che abbiamo sono state purtropposmantellate dal nostro caro e fottutissimo comune...Noi però non ci arrendiamo.

Vorremmo pubblicare un articolo sulla vostra sacrarivista, per spiegare chi siamo, cosa facciamo e cosacazzo sta succedendo qui da noi. MI piacerebbe direche abbiamo anche vinto un concorso regionale cheha come premio lo stanziamento di un budget per larealizzazione di un progetto proposto... che ovvia-mente avrebbe dovuto essere uno skatepark, perl’esattezza il ‘Wave Park’. Il comune che aveva pro-messo uno spazio per realizzare il nostro progetto,non si sta interessando ne dell’assegnazione di unposto idoneo, ne tantomeno della realizzazione edelle scadenze del bando.

Dimenticavo: veniamo da Taranto, skateamo da moltianni e da circa diciannove anni portiamo avanti lacausa degli skateboarder.

Speriamo di aver attirato l’attenzione di qualchesponsor che magari potrebbe aiutarci nei nostriscopi: l’affitto di un capannone dove collocare lestrutture visto che il comune, come ho detto, non civuole aiutare.Noi vogliamo uno skatepark, e vogliamo far conosce-re i local di Taranto e delle città della Puglia chehanno i coglioni sotto.

Con rispetto, Taranto skate.”

[email protected]

fairskateboarding.wordpress.com theelephantproject.blogspot.com chefskateboards.blogspot.com flaneurslife.blogspot.com zuckaskateboarding.wordpress.com

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Ciao Marco, presentati ai giovani lettori di 6:00amche non ti conoscono.Classe 1977, skateo dal lontano giugno 1989. Aglialbori le tavole erano pesanti, i nose corti ed i tailgiganti, non esistevano gli iPod ne tanto meno inter-net, ci si vestiva in modo strano e si skateava real-mente in mezzo alla strada e in posti che oggi nean-che verrebbero inseriti su Skatemap ma la magia, lafotta, la voglia di spingere ed imparare nuove mano-vre sulla tavoletta, quella, come allora, per fortuna èrimasta e continua ad alimentare il mio legame con isette strati di acero canadese. Diplomato Geometraed abile disegnatore cad ho sempre avuto un’attitudi-ne al fai da te ed al bricolage. Girovagando per ska-teare, negli anni sono sempre stato attento ad ognisuperficie raidabile quindi street spot e skatepark,alle loro dimensioni, posizionamenti ma anche meto-di costruttivi e materiali impiegati.Delle mie esperienze sulla tavoletta sicuramente lepiù concrete sono quelle legate alla realizzazione diskatepark. Dal 1996 al 2010 ho avuto in gestione l’excampo da tennis presso la Taverna Bukowski diMarina di Ravenna e anno dopo anno vi ho progetta-to, realizzato, ampliato, modificato e gestito l’OasiSkatepark con rampe in ferro-legno organizzandoeventi di rilevante importanza come tappe delCampionato Italiano di Skateboard o del più rinomatoSlam Trick. Nel periodo 1999-2003 ho richiesto, pro-gettato e seguito i lavori dello skatepark pubblico dicemento sito presso la Polisportiva Ponte Nuovo aRavenna.

Nel periodo 2002-2003 ho realizzato i progetti esecu-tivi e redatto il calcolo statico del Marianna HC Vertdi Mezzano (RA), la rampa verticale in ferro-legnopiù grande d’Europa per gli ‘allenamenti’ del padronedi casa Giorgio Zattoni. Nel periodo 2007-2008 inca-rico di assistenza alla progettone di skatepark incemento presso il Parco Ippodromo di Cesena inau-gurato in data 28 novembre 2008. Nel periodo 2008-2009 incarico di assistenza alla progettazione e dire-zione lavori per conto dello Studio Silva di Bolognaper realizzazione di skatepark in cemento per ilComune di Cremona... purtroppo a causa di unapetizione di quartiere, a scavi iniziati, è stato elimina-to dal progetto lo skatepark che verrà costruito inaltra zona e periodo da definirsi. Nel periodo 2008-2009 incarico di assistenza alla progettazione e dire-zione lavori per il Comune di Faenza per realizzazio-ne di skatepark in cemento presso campo ex tambu-rello a Faenza inaugurato in data 13 giugno 2009.Nell’ottobre 2010 sono stato nominato Componentedella Commissione Tecnica Skateboard della F.I.H.P.(Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio). Nelperiodo 2011 è in corso d’opera l’incarico di assisten-za alla progettazione e direzione lavori per contodello Studio Pucci Associati e ConfraternitàMisericordia per realizzazione di skatepark incemento a Lido di Camaiore LU (lo skatepark verràinaugurato il 4-5 giugno 2011). Da oltre 15 anni midiletto ad organizzare eventi di skateboard di ognitipo, anche a spasso per l’Italia.

Puoi raccontarci qualche novità, qualcosa chesta avvenendo nello skateboarding romagnolo?Ecco una carrellata sulla scena romagnola suddivisaper zone/città... Cesenate: la nascita del JurassicSkatepark (2008) ha dato un gran incentivo allascena skate e numerosi giovani hanno iniziato i primiapprocci con la tavoletta, raccoglieremo nei prossimianni i frutti, magari salterà fuori un nuovo Cardone!Per ora lo skatepark, almeno nei week-end, risultaimpraticabile per la quantità di utenti che lo frequen-tano. A Gambettola i ragazzi del Triplesix continuanoa gestire il park in maniera esemplare ed è in pro-gramma il prossimo contest Ad Maiora per il 28 mag-gio 2011. Nella prima periferia di Cesena è stata rea-lizzata una bella minirampa indoor privata con acces-so per pochi intimi. Per questa estate (2011) è in pro-getto un camp estivo con sede presso un’agriturismonelle colline sopra a Cesena, ne sentirete parlare!Forlivese: situazione purtroppo stabile da parecchianni, lo skatepark di via Dragoni è ancora in vita gra-zie ai lavori dei local. Riminese: Incredibilmente nellapiù prestigiosa zona della riviera romagnola non esi-ste ancora uno skatepark pubblico degno della locali-tà turistica ma per fortuna è stato messo a nuovo dapochi giorni il Chronik Skatepark di Riccione permano di Nicola ‘Perez’ Protti e altri local. Nel rimine-se mancano le strutture ma crescono ugualmentenuovi talenti, come gli skaters del ‘Riviera Hood’.Ravennate: la situazione è pressochè stagnate, anzi,in declino: dopo la chiusura e lo smantellamentodell’Oasi Skatepark finito per buona parte a MogliatoVeneto, per cause di forza maggiore si è deciso che

INSIDERMARCO MORIGI | SKATEBOARDING CHIEF | PHOTO MARCO MICCOLI

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anche il Marianna Skatepark di Conventello (lo ska-tepark de fratelli Zattoni) verrà chiuso e smantellatonell’estate del 2011. In ogni modo non ci si perded’animo ed è in atto una campagna di ‘cementifica-zione’ che prevede lavori D.I.Y. con l’obbiettivo diampliare il Ponte Nuovo Skatepark e plasmarenuove strutture a Mezzano, nella piastra di fiancoall’Half-Pipe e nel giardino di casa di qualche localravennate... purtroppo non nel mio! Lo Slam Trick èfermo al 2008 e, nonostante quello che possiamoleggere sulla home page del sito SlamTrick, difficil-mente potrà esistere una nuova edizione dell’eventofortemente caratterizzata dal posizionamento e dallalocation dello skatepark… anche se spero di sba-gliarmi! Sempre a Ravenna perdiamo le strutture manon l’animo e sono attivi più che mai i corsi dellaSkateboard School da maggio a settembre 2011 pergiovani, ragazze e anche adulti. Infine Marco Miccoliha inaugurato il 7 maggio una mostra veramenteinteressante di tavole: ‘Concrete, Skateboard ArtExhibition’ presso una sala nel centro città.All’inaugurazione è stata letteralmente presa d’assal-to e potrete visitarla fino al 22 maggio in Vicolo degliAriani a Ravenna. Cervese: la cricca del Flame Shopdi Davide Baldi non si arrende e persevera nellarichiesta di un novo skatepark nella città. Dopo levicende apparse negli anni sui quotidiani riguardantil’ex Sombrero Skatepark in definitiva incendiato esmantellato, l’Assessore Donati promette beneaprendo uno spiraglio di possibilità per la nascita diun futuro skatepark nella località … aspettiamo fidu-ciosi! Faentino: dopo la nascita dell’Oami Skateplaza(2009) ha aperto i battenti a Faenza un nuovoSkateshop, il ‘Dogo’ gestito da un vero skater, il Filo,che non potrà che incentivare la scena locale.Tutto sommato in Romagna non siamo messi male askatepark ma non bisogna mai accontentarsi, quan-do avremo tanti park quanti campi da calcio allorapotremo ritenerci soddisfatti!

Tu hai partecipato in prima persona alle ultimeriunioni federazionali (FIHP). Come vedi il futurodello skateboard italiano in relazione a questieventi?La Federazione è venuta incontro alle nostre esigen-ze come non è mai accaduto nel passato ed almomento sembra che tutto proceda come si è sem-pre sperato dovesse procedere!Siamo quindi ai blocchi di partenza e il cammino dapercorrere è lungo ma vedo per lo skateboarding ita-liano un futuro più organizzato e con buone opportu-nità. Il nostro obbiettivo è quello di valorizzare e met-tere in correlazione le distinte associazioni e realtàdella scena italiana che spesso agiscono ognuna perproprio conto. In definitiva pollice alto per il futurodello skateboarding nostrano in ambito federativo‘sceso in strada’.

Up and Down dello skateboard attuale: cosa tipiace e cosa ti fa schifo del modo di skateare deigiovani e giovanissimi?Mi piace la tecnica e la velocità di apprendimentodelle nuove leve e soprattutto vedere tanti novelliskater che sanno muoversi su più terreni.Non amo l’attitudine che spesso percepisco, le conti-nue lamentele, l’essere insoddisfatti di qualsiasi cosa

(materiali, skatepark, eventi, spot) ed il pensiero fissodi apparire o di essere sponsorizzati, infine disprezzovedere valorizzata una persona per il solo modo concui si muove sulla tavoletta.

Top five skaters of all times?Ogni epoca passata o presente ha un mio eroe sullatavoletta, quasi tutti i giorni spuntano videopart digente mai sentita con uno stile, una tecnica ed unbagaglio di trick da fare invidia ai più rinomati proskater. Ad oggi non ho skaters preferiti, vanno e ven-gono comunque mi piacciono quelli stilosi al puntoche a guardarli sembra tutto facile, mi piace chi hauno skateboarding veloce, mi piace soprattutto chi tifa venire voglia di uscire a skateare.Andando indietro negli anni posso citare alcuni ska-ters che mi ricordo in modo particolare legati ad unaprecisa videopart che ha segnato sicuramente la miamente nell’epoca in cui sono uscite: Danny Way inPlanB Questionable (1992), Tom Penny in EtniesHigh Five (1995), Donny Barley in Eastern Exposure3: Underachievers (1996), Jamie Thomas in ToyMachine Welcome To Hell (1996) e AndrewReynolds in Birdhouse The End (1998).

Interessi al di fuori dello Skateboarding?Oltre alla famiglia ed il lavoro temo di essere comple-tamente assorto dallo skateboarding al punto che,riflettendoci... non ho altri interessi?!? Insomma per lo skateboarding faccio così tante coseda non sentire l’esigenza di inventarmi altri interessio passatempi...

Parlaci di come vedi gli skatepark del mondo...Troppi i park che non ho toccato con le ruote, masenza dubbio mi fanno impazzire le nuove skatepla-za, quelle inserite in un contesto urbano, quelle dovec’è una evidente collaborazione tra skaters ed archi-tetti, dove c’è una ricerca dei materiali e delle formeparticolari, talvolta opere d’arte skateabili.Giusto per citarne alcune: Plaza at the Forks diWinnipeg in Canada e il White’s Grounds Skate Parkdi Londra.Ultimamente ho subito l’influenza degli skateparkiniDIY per merito del buon Pontus Alv e mi è rimasto intesto uno skatepark di cemento fatto a ‘strutturine’simili a quelle dei park DIY del Pontus, ma realizzatea regola d’arte, come Sibbarp Skatepark a Malmö, inSvezia. Poi vabbè, ai park con superfici di 10.000mqdove troviamo qualsiasi tipo di struttura skateabilenon ci sputo sopra, inutile citarne alcuni, sono parkda sogno!

Tu sei uno dei punti di riferimento per la costru-zione degli skatepark in Italia. Cosa mi dici delfatto che non si sia ancora imparato ad evitare lacostruzione di obbrobri?Spesso sono banali i dettagli che fanno la differenzatra uno skatepark funzionale, ben concepito e corret-tamente realizzato e obbrobri inutilizzabili. Questidettagli sono superabili semplicemente coinvolgendonell’iter burocratico e nel processo di progettazione erealizzazione skaters esperti in materia di skateboardramps e materiali. Purtroppo, nel 2011, nasconoancora skatepark improponibili per mano di virtuosiArchitetti o Ingegneri che, visti un paio di park su

Google, pensano di essere in grado di realizzareskatepark e talvolta ci si accorge di questi scempisolo a cantiere aperto ed in fase avanzata di costru-zione.Per fortuna la nascita di qualche concrete parkdecente in Italia fa si che i Comuni prendano esem-pio dal vicino di casa e vengano coinvolte e contatta-te le persone giuste inoltre diversi skaters di espe-rienza stanno cominciando a collaborare con ditteedili per la realizzazione di concrete skatepark e que-sto è senza dubbio positivo.

Che fine ha fatto l’Oasi Skatepark?Il 18 aprile 2011 una gru ha caricato su tre bilici da13mt la maggior parte delle strutture che avevo‘sezionato’ l’anno passato, rimaste in deposito pressola stessa piastra che le ha viste attive per 14 anni.Dopo mesi passati a lanciare annunci di messa invendita e decine di richieste giunte da tutta Italia ilcerchio si è chiuso su Mogliano Veneto dove hopreso accordi con il buon Milo Pinzon che si è dimo-strato super motivato a portare a casa le mie struttu-re ad integrazione dell’esistente Wave Park.Milo, Marco Altan, Ivan Calza e gli altri ‘fioi’ diMogliano si stanno adoperando per rimontare lerampe dell’Oasi e risistemare il loro park che, viste ledimensioni della piastra, la mole di strutture chehanno messo insieme e soprattutto il loro entusia-smo sarà una bombaaaa! Tornando al ‘traslocone’ è avvenuto tutto in un gior-no, il 18 aprile, quando abbiamo lavorato io, miopadre e Sebastiano Zattoni non stop dalle 7:00 dimattina alle 21:00 caricando 4 bilici, 3 dei quali sonoandati a Mogliano ed un bilico a Mezzano (dove èrimasto il pezzo di bowl ancora in vendita) oltre adun cassone del camion gru pieno zeppo di assi, pan-nelli e rimasugli vari.In definitiva la piastra della Taverna Bukowski diMarina di Ravenna è vuota e... pronta per un Gameof Skate? Non aggiungo altro sulle strutture altrimentimi viene da piangere!

Dopo più di vent’anni di skateboarding, qualepensi sia il valore più importante che ti ha lascia-to quest’esperienza?Stimoli e motivazioni continue nel mio caso non solonel provare e nel portare a casa i trick ma per tuttoquello che è di contorno all’andare sullo skateboard.L’altro valore fondamentale sono le potenzialità disocializzazione che naturalmente caratterizzano lanostra attività.

Trasmetti il tuo ‘messaggio’ agli skateboarder ita-liani...Non lamentatevi del vostro spot o del vostro skate-park, se non è valido rimboccatevi le mani e trovate ilmodo di renderlo migliore, la soddisfazione di ska-teare strutture ed incontrare amici in una situazioneche si è creati è unica.

Saluti e baci?Anto, Nico e chi è arrivato in fondo alla lettura diquesto testo...

Skateboard Culture Magazine 6:00AM // 45

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A ‘blind’ overviewword / alessandro redaelli

photo / courtesy blind

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tj rogers360° flip

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Credo che uno skateboarder che nonconosca precisamente la storia di Roccoe delle sue company, sia uno skateboar-der cieco. Sia cioè incapace di distingue-re con esattezza l’anticonformismo e ilpotenziale creativo che sta dietro adogni gesto proprio dello skateboarding.Il primo concetto che dovete sempretenere in mente quando parlate di Roccoè l’innovazione: Rocco cambiò drastica-mente il panorama dello skateboardmondiale creando le primissime ‘skate-boarders owned company’, cioè le com-pany gestite direttamente dagli skatebo-arder.

Il panorama di fine anni ’80 vedeva ilmercato della nosra disciplina dominatodalle cosi dette ‘big 5’, cioè da alcunecompany che definirei macroscopiche:mi riferisco principalmente a Powell &Peralta, Santa Cruz, Vision e Sims.Questi gruppi commerciali sono quelliche meglio seppero sfruttare il boomdegli 80’ diventando presto i leader indi-

scussi del mercato mondiale. È un fattoquello che il mercato del decennio acavallo tra gli ’80 ed i ’90 fu indiscutibil-mente il più florido nella storia delloskate. In tutto il mondo le prime aziendead essersi davvero arricchite col merca-to dell’acero ed dell’uretano, lo hannofatto proprio in quel periodo.Quindi, in un momento in cui lo skatebo-arding stava effettivamente producendodei valori monetari, Rocco decise cheera giunto il momento in cui gli skatebo-arder cominciassero a guadagnare isoldi che meritavano, che smettessero diregalare il proprio talento e i propri tricka delle macroaziende che erano esterneal ‘bracere ardente’ della scena di queigiorni.

La Genialità di Rocco esplose con WorldIndustries, che fu la prima delle suecompany a sfondare sul mercato ren-dendolo celebre...Fu Mark Gonzales invece ad essere suosocio non che co-fondatore di Blind

envenuti all’ora di storia dello skateboard, pren-dete posto ed aprite il libro alla pagina quaranta-sei. L’argomento di oggi è: Blind Skateboards.

Il suo nome è Steve Rocco, lo hanno soprannominato‘the man who sould the world’ perchè il suo lavoro e lesue idee hanno cambiato radicalmente il modo di vederelo skateboard. Non dovete sentirvi troppo sprovveddutise non conoscete la sua storia nei dettagli, ma é comun-que meglio che diate una ripassata, ed anche alla svel-ta...

B

sx / kevin romarsw bluntslide

sotto / sewa kroetkovnollie shove crooks

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Skateboards. Non fu un grossosforzo per i due quello di inventa-re il nome per la loro company,dato che Mark aveva appenaabbandonato la celeberrimaVision...

La pagina pubblicitaria (riportataqui sotto) con la quale MarkGonzales presentava la nuovaserie di grafiche ed il nuovo team,è rimasta come una delle pietremiliari nella storia dello skatebo-arding, il simbolo della nascitadello skateboard business indi-pendente, nonchè il manifestodella nascità dello street skatebo-arding che oggi tutti conosciamo.

Di Seguito potete trovare la tradu-zione del messaggio autografoche Mark Gonzales mandò aGeorge Powell usando la paginapubblicitaria come fosse carta dalettere...

“Dopo aver visto tutte le ultimepagine pubblicitarie (specialmentele tue) che si prendono giocodelle nuove e piccole company,ho capito quanto sono stupido adaverne una... Coso, hai propriorogione, le piccole company sonoout! In ogni caso, ho parlato conRudy (Johnson) e Jason (Lee) esiamo tutti daccordo nel volerproseguire e cercare di diventaregrandi come voi ragazzi. Qui c’èuna foto con le nuove grafiche e illogo. Spero che siano ok. Se c’èqualcos’altro che stiamo facendodi sbagliato fai un’altra pubblicitàe lo sistemeremo.

Mark GonzalesP.S. Pensi che mi debba suicida-re?”

Da allora, fino a quando Roccoiniziò a dover ridimensionare ilsuo impero, Blind Skateboardscome tutte le sue altre companysignificò innovazione, provocazio-ne ed eccessi.

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felipe ortiz / crookie gap in & out

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Furono proprio i rider come Jason lee e Il Gonz a‘settare’ quello che sarebbe stato lo standard pertutti gli skateboarder degli anni a venire... Alcool edroga non mancavano mai, street session ai limitidel vandalismo, arresti, alberghi eleganti e shop-ping sfrenato. A quanto pare era tutto concessoagli skateboarder che risiedevano ‘alla corte diRocco’. Del resto chi meglio di lui poteva capire leesigenze degli skater?

Aveva girato per anni con il marchio Sims ed erada sempre uno skateboarder estremamente radi-cale...

A distanza di vent’anni esatti dall’uscita di ‘VideoDays’, la più celebre opera video, BlindSkateboards sotto la guida di Dwindle Distributionlancia ‘This is not a test’, il nuovo video. Hannoattraversato l’ultimo decennio facendo contaresolamente due produzioni: la prima ‘What if’ risa-lente al 2005 e la seconda “The Blind video” risa-lente alla meta del 2009. Nonostante fossero dueproduzioni di massimo livello tecnico, la difficoltànel rappresentare la vera essenza della companyera palese. Qualcuno nell’ambiente incominciò adire che Blind aveva perso la sua anima e si eraridotta ad essere una company per ragazzini.

A mio avviso queste critiche erano motivate dal-l’impossibilità di sostituire il team originale di alloracon qualcosa di altrettanto sconvolgente per inostri giorni. Ma questo ritengo che sia un proble-ma più globale che strettamente inerente allo ska-teboard. Voglio dire che niente di quello che si stavivendo nel presente ha il fascino e l’epicità di ciòche è gia diventato un mito...

Ad oggi il team è assolutamente completo edaggressivo, la produzione video è davvero di livel-lo ed il team manager, ovvero il buon vecchio BillWeiss, promettono di dare battaglia nel tentativodi riportare la company ai vecchi splendori.

Non sarà un lavoro semplice, lo ripeto, perchè sublind esisterà sempre un’aspettativa fortissima,soprattutto fra coloro che hanno vissuto l’epoca diRocco e del Gonz. Ma credo comunque che ilteam saprà far parlare di se nella maniera miglio-re.

Per chi come me ha vissuto quel periodo con tuttal’itensità possibile di un giovane italiano, restasempre un senso di amarezza dopo aver letto,scritto e parlato di un argomento del genere.Rivedere la videopart del Gonz o di Jason Lee diallora ti induce a pensare che lo skateboard abbiacambiato sapore. Che lo skateboard abbia perso ilfascino della scoperta, il gusto del far qualcosa didiverso. Troppo internet, troppo di ‘tutto e subito’,troppi spot, troppe tavole ed in generale troppa‘noia’.

Sono questi i momenti in cui penso che in fondovedere due ragazzini che si sfidano a suon di trickperfetti dentro ad un capannone gestito da dueinvasati religiosi forse sia qualcosa di diverso daquello che avevo in mente io, quando scalpitavosul divano guardando Video Days, Love Child ealtri video di quell’epoca. Supplicando solo di rice-vere il permesso di uscire e di poter skateare ilmarciapiede sconnesso, sotto casa mia...

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sx / bill weiss / wallride fakiesotto / morgan smith / bigspin flip

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kick offtour

f . i . h . p . i n m a l a g aword andrew zol in

photo beatr i ce sugl ian i

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Un romano, un toscano, due veneti...no dai, così non ci siamo, sembra una di

quelle barzellette orribili...Il fatto è che ognuno dei presentinon sapeva bene perché fossimo aMalaga né, a dire il vero, nessunoprima di un veloce check su google,

sapeva dove fosse di preciso Malaga...

Montagner è partito convinto diandare in viaggio su di un isola,

Picozza da buon romano nega tuttoquello che è al di fuori di Roma, io

pensavo di andare vicino a Barcellonae anche Simone e la Bea hanno con-

fessato la loro ignoranza geografi-ca precedente a questo viaggio.

Questo articolo di Malaga sta diventando più impegnativodel previsto... voglio dire, cosa potrei raccontarvi di quei

cinque giorni passati in terra spagnola?

kick off tour - 55

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56 - kick off tour

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jacopo picozza / bs ollie

Il gruppo era formato da questi personaggi piùBrian Londono, che ci ha raggiunto direttamente

da Barcellona, dove tuttora vive...

I riders sono stati scelti in base ai risultatiottenuti durante il Campionato Italiano di

Skateboard 2010.La verità è che il Kick Off Tour è stato organiz-

zato per presentare agli skater ed alla scenaitaliana ciò che la neonata Italian

Skateboarding Commission si pone di fare...una sorta di presentazione skateistica insomma.

Ufficialmente eravamo la nazionale italiana diskateboard in trasferta, ma praticamente si

trattava di uno skateboard tour in piena rego-la...

Due giorni prima di partire decido di informarmiun pochino su Malaga, chiedo aiuto ad internetche subito mi mostra immagini sul luogo della

mia destinazione.Mare, porto, palme, spot...

Sembra una tranquilla città spagnola.

kick off tour - 57

kickofftourf . i . h . p .

i n m a l a g a

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58 - kick off tour

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kickofftourf . i . h . p .

i n m a l a g a

jacopo picozza / ollie

A Malaga il primo giorno lo passi andando arecuperare le macchine al noleggio e se non hai

la carta di credito non noleggi un bel nulla!Fortunatamente ci sono dei rent car outlaw chenon la richiedono e ti prestano delle Fiat Panda

belle rodate.A Malaga le Panda consumano meno che in Italia,ma sgommano di più soprattutto in partenza, cam-

biano le marce senza la frizione e si spengonosemplicemente frenando.

A Malaga le multe per il parcheggio sul carico escarico sono moooolto più salate, anche se non si

capisce bene la cifra riportata...A Malaga se entri in un baretto a caso per man-giare delle tapas ti ritrovi in un tipico locale

olandese, con camerieri olandesi, che parlanoolandese, con cibo olandese.

A Malaga gli spots che vedi nei vari video nonsono così perfetti e facili da skateare come può

sembrare e se non hai un local che ti porta ingiro devi arrangiarti da solo ed il miglior modo

per trovare lo spot è quello del tuo skatespotintuito...

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fabio montagner / bs tailslide

A Malaga è nato Pablo Picasso ritenuto il migliorartista da Andy Warhol; è nato pure AntonioBanderas... maccheccefrega!In provincia di Malaga è nato anche MiguelBerrocal, artista meno noto dei primi due, ma cheha abitato a cento metri dietro casa mia per unbel periodo, prima di lasciarci le penne! Stranacoincidenza...

kickofftourf . i . h . p .

i n m a l a g a

60 - kick off tour

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kick off tour - 61

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Per gli spostamenti meglio non seguire ciò chedice il tuo navigatore o rischi di metterci il dop-pio del tempo necessario. Spegnilo e riponilo nelbaule.

A Malaga, anzi no, a Torremolinos tutti conosconola Taverna De Tito Juan, dove puoi trovare oltreche delle pietanze locali un bel rail blu da ska-teare, alcuni bankoni mattonellati e un double-set liscio liscio. Just Ask!

sx / jacopo picozza / crookie nollie flipdx / jacopo picozza / flip in

62 - kick off tour

kickofftourf . i . h . p .

i n m a l a g a

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kick off tour - 63

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64 - kick off tour

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brian londono / bs flip

kickofftourf . i . h . p .

i n m a l a g a

A Malaga Fabio Montagner ha fatto dei beitricks, Jacopo Picozza ha spaccato, Brian Londono

ha skateato, Beatrice Sugliani ha fotografato iltutto, Andrea Zolin ha filmato e Simone Verona

ha diretto il tutto.

Non vi rimane che guardarvi le foto ed il videodi questo primo Kick Off Tour.

kick off tour - 65

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- Scena 1 -

DONEDDU“You can’t stop me”

S. DONATO / GIORNO

Lui è in uno spazio aperto, per la precisio-ne una piazza della periferia sud est mila-nese. La manovra la conosce bene, ma lospot è avverso.Buchi, flat sconnesso ed una guardia giu-rata pronta ad aprire il fuoco al prossimotentativo rubato...Sono capitati lì per caso, a causa di unavaria dei loro potenti mezzi.Come dei veri ‘drugstore cowboys’ hannosaputo trasformare le avversità in vantag-gi, i cambiamenti in idee.

Il colpo è perfettamente riuscito! I tricksono chiusi e nella piazza vige il silenzio.Il silenzio dopo i grandi eventi.La quiete dopo la tempesta.

O’ CARUSO:

“Hey Crest, la prima giornata sembraessere andata al meglio... il traffico non ci

ha fregato e adesso siamo in tempo perandare a festeggiare e a sperperare il cash

del bottino.”

IL TATUATO:

“Ovvio, sempre che Doneddu si decida araggiungerci. Meglio sparire da qui.”

O’CARUSO:

“A proposito: ma... dove cazzo èDoneddu?”

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- Scena 2 -

IL TATUATO / CREPUSCOLO

“Don’t know who I am”

Pochi avevano dubbi sul ruolo cheavrebbe avuto...Lui si trova in una piazza del centro.Non sa più chi è, ricorda solo che ilposto che lo circonda non gli è nuovo!

La sua presenza e la sua esperienzasono un peso che nessuno della banda si sarebbe mai immaginato di sottova-lutare.

O’CARUSO:

“Hey Crest hai ancora problemi con ituoi ricordi?”

IL TATUATO:

“La mia memoria è a brandelli, ma so diessere già stato qui, ricordo di aver

usato uno di questi pali per fare qualco-sa... ma ho troppi vuoti e non riesco a

focalizzare meglio...”

O’CARUSO:

“Ma Crest che dici, qui hai fatto duetrick uno in fila all’altro, non ricordi?Siamo stati qui ieri, con lo straniero e

Doneddu...”

IL TATUATO:

“Certo ora capisco tutto... solo nonricordo... WTF is Doneddu?”

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- Scena 3 -

O’ CARUSO / NOTTE

“Can I show you my skills?”

Lui è nei pressi di un monumento milanese:è assorto e contempla.Tutti conoscevano le sue doti di artista e calligrafo giù a Motta S.Anastasia, il piccolo paese della Trinacria da cui proveniva.

La sua fama lo anticipava di paese in paese ed i suoi occhi blu facevanogelare il sangue delle signorine. Non sa nemmeno lui come è capitato inquesta banda, lui che voleva essere un artista, lui che amava la perfezio-ne, lui che non si scomponeva mai nemmeno se lo avesse ‘taliato’ ildemonio in persona.

Ma il denaro e la fama sono un desiderio comune anche ai più grandi.Lo ‘sw flip’ era il suo ‘terzo concerto’, tanto da farlo diventare pazzo...Lui voleva la perfezione e con questo si era guadagnato il soprannomedi ‘pianista’.

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ALE:

“Minchia Mauro, ma quanti ne vuoi chiudere ancora?”

O’CARUSO:

“M’pare chiudo questo e andiamo, blocca Doneddu, prima che spariscacome sempre!”

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- Scena 4 -

LO STRANIERO

“Give me back my money”

DIPARTIMENTO UNIVERSITARIOBICOCCA / GIORNO

Lui è un esperto pilota da rapine, unfascinoso ed aggressivo francese dimezz’altezza...È appena atterrato in Italia spinto amuoversi dall’appetito di facili guada-gni.Ha in testa il sentore di esser stato‘ingannato’... del resto sono stati i mar-sigliesi a mandarlo qui. Ma lui sapevabenissimo che di un marsigliese ci sipuò fidare solo quando è morto.

Lui ha in testa di fare uno ‘spacco’, unarapina ad uno ‘stair set’...Ha saputo che in parecchi hanno giàrapinato quell’hubba, anche in fs flip,tanto che ‘la madama’ ha rinforzato lasicurezza con degli skatestopper anti-rapina.

La sfortuna ha voluto che il suo mezzosi fosse spezzato al primo tentativo...

MAXIME:

“Maledetti marsigliesi... Dovevanosaperlo che in Italia avrei patito le pene

dell’inferno.”

“Hey Ale, dammi la tua fottuta tavola!”

OSDE:

“Signori leviamo le tende...Maxime l’ha chiuso!”

ALE:

“Dov’è, è sparito ancora?!?”

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OUTRO

“Let’s stay toghether”

Certi di non avervi fatto untorto privandovi del solitonoioso testo che racconta leavventure dei favolosi skate-boarder e le peripezie di viag-gio... Noi di 6:00AM abbiamodeciso di farvi vivere questo‘incontro’ con alcuni dei rap-presentanti del team Nike inmaniera cinematografica, neltentativo di farvi partecipare‘al film’ che abbiamo vissutoin quei giorni.

Ora forse devo cambiare tran-quillanti, ma la mission mila-nese di quei giorni l’ho vissu-ta proprio come un filmd’azione.

Una fottuta avventura nel ten-tativo di metterlo in quelposto al traffico, alla distanzafra gli spot, allo smog e a tuttigli altri fattori che rendonoMilano, per così dire, difficileda skateare.

Ogni giorno è stato completa-mente diverso dal precedenteed ogni evento aveva il saporedi una scena da cinema.

L’unica costante era unadomanda che attanagliava ilgruppo alla fine di ogni ses-sion:

“WHERE THE FUCK ISDONEDDU?”

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78 > VANS O.T.W. CLASSIC

arlarvi del contest è la cosapiù divertente di tutte. Se michiedessero di usare un solo

aggettivo per descriverlo userei laparola ‘stellare’. Il livello di skateboar-ding messo in mostra dai rider prove-nienti da mezzo mondo è stato sem-plicemente incredibile. Già dalle quali-fiche si era capito che tecnica e confi-denza con le transizioni non sarebbe-ro mancate in questo week end.

Risulta davvero difficile parlare di que-sto o quell’altro rider, piuttosto che diqualche trick in particolare, perchè inquesta tre giorni di manovre se nesono viste davvero troppe, ma è inve-ce fondamentale cercare di trasmette-re lo stato d’animo e la voglia di ska-teare...

No scusate! ‘La fotta’: perché questaè la parola giusta per descriverla, conla quale tutti i rider hanno distrutto laminirampa.

Questa gente ha davvero voglia diskateare a qualunque costo. Ho pro-vato in prima persona ad avvicinarmialla rampa per cercare di rubare unpaio di session nei momenti buchi e viassicuro che era quasi impossibile.La rampa era costantemente assedia-ta da un numero non definito di skate-boarder, che per la maggior parteerano iscritti o invitati alla gara.Questo anche alle nove e mezzadella domenica mattina; tanto da farnascere una domanda nella mente dinoi addetti ai lavori: “Ma loro nondovrebbero essere le ‘star’, nel letto

in albergo almeno fino alla mezzaconsumate dalla nottata di eccessi?”Così non è...

“Adoro l’odore della rampa bruciataalla mattina” scherzava RossMcGouran citando il famoso filmApocalypse Now e facendo riferimen-to ai trenta gradi ed al sole cocenteche picchiavano sulla rampa alle novedi mattina.Vi assicuro che i complimenti nonsono una “sviolinata”, Vans ha fattodavvero un bel lavoro quest’anno: belclima, tante buone idee tra cui anchequella di aggiungere una componentestreet al contest ed un formato di garaeccezionale.Di seguito la classifica dei premidistribuiti tra i finalisti!

P

fernando bramsmarkfrontside nose grind

C’è un’infinità di argomenti di cui si potrebbe dibatte-re, in merito all’evento primaverile di Varazze: skatebo-ard, mare, sole, belle ragazze e musica dal vivo, sag-giamente conditi da un clima sereno, in stile surf anni’60 e da un contest di miniramp di altissimo livellointernazionale.Guardando la foto qui sopra il primo ‘strillo’ che mirimbomba nella testa è: “Ragazzi, a Varazze JeffGrosso stava così!”.

Questo dovrebbe già essere una garanzia sulla qualitàdel contest, almeno per tutti gli skateboarder che mileggono. Perchè L’OTW Spring Classic di Vans que-st’anno ha messo in mostra la sua vera natura: unevento che strizza l’occhio al grande pubblico, ma saconservare ‘intimità’ e livello tecnico che si addiconoad un contest internazionale con ‘le palle’. Noi tutti ciauguriamo che l’OTW sia diventata una tradizione neinostri calendari...

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V A N SO.T.W. SPRING CLASSIC > VARAZZE

VANS O.T.W. CLASSIC > 79

word & photo alessandro redaelli

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• The Unlucky Friend - Kris Vile: l’ingleseche stava per chiudere qualsiasi trick.

• The Air Freshener - David Sanchez: lospagnolo che ha sfruttato tutta la rampa.

• The Condor - Diego Doural: lo spagnoloche ha fatto l’air più alto.

• The Smooth Operator - Josh Young: l’in-glese che ha skateato tutto con uno stileimmane.

• The Surgeon + The Toe Mixer - TrevorJohnson: master switch skating.

• The Bingo Winner - Dani Leon: il giova-ne spagnolo che ha skateato bene un po’ovunque.

• The Punisher + The Good Ol’Boy - GregNowik: ha chiuso tutto più best trick oldschool.

• The Easy Rider - John Magnusson: inar-restabile.

• The Line Executor - Julien Benoliel: lineesenza senso.

• The Innovator - Ross McGouran: inova-zione e creatività allo stato puro.

• The Wheelchair Master - Peggiore cadu-ta lo scontro frontale Jake Collins e SamBeckett.

• The Cruising Gentlemen - Lo svedeseFernando Bramsmark: sorriso in faccia etrick alla prima.

• The Tsunami - Daan Vanderlinden: il pic-colo olandese che stravince nel rapportoetà / abilità.

80 > VANS O.T.W. CLASSIC

sopra > julien benoliel > fakie ollie nosegrinddx > diego doural > stalefish

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82 • Pierre André Senizergues Itw

Penso che gli skater italiani non conoscanobene la tua storia: facci una piccola intro-duzione come skateboarder e come pro-prietario di una Shoe Company...

Sì, la mia storia comincia nei sobborghi di Parigi, quando

avevo quindici anni ho cominciato a skateare: non ero

molto bravo, ma mi chiamavano Banzai, ero piuttosto

pericoloso, ahahah! Skateavamo giù dalle colline finchè le

ruote non si scioglievano... sai, avevamo le rotelle di plasti-

ca, prima che arrivasse l’uretano. Ci divertivamo molto e

scendevamo senza cognizione, come pazzi, qualcosa come

50 km all’ora, era molto rischioso ahahah! Mi ricordo un

mio amico finito all’ospedale perchè siamo finiti addosso

ad una casa!

Comunque beh, era l’inizio dello skateboarding e provava-

mo tutto, downhill, big jumps, scalinate, slalom, tutto

quello relativo allo skateboarding... Era il ‘78, cominciavo

a rimanere affascinato dalle competizioni, iniziai a viag-

giare un po’ in tutta Europa e incontravo tanti skater...

Nel 1985 sono andato in California per skateare con gli

americani: nei giornali vedevo sempre cemento perfetto, cielo

blu ed era come un sogno... Così ho preso un biglietto per

andarci e non avendo più soldi vivevo per le strade di

Venice Beach o dormendo in una macchina. Skateando per

Venice Beach ho incontrato Steve Rocco, il team manager

di Sims, che mi chiese se volevo essere nel suo team: per me

era il meglio, quello che volevo di più.

Che tipo di skateboarding facevi in queglianni?

Ho cominciato a fare freestyle contest un po’ ovunque e

sono stato pro skateboarder per un po’ d’anni... Sì, facevo

freestyle, ero pro per quello, e lo street skating stava comin-

ciando proprio allora, quindi imparavamo anche quelle

nuove tecniche. In quegli anni spuntò Gonz, che lanciava

questo nuovo stile per le strade: Gonz era in Vision ed

anche io, quindi skateavamo tutti insieme.

Fatto sta che avevo problemi con le scarpe, si distruggevano

sempre, le riempivo di colla e le fasciavo di nastro adesivo

tutto il tempo e continuavo a pensare a scarpe che potessero

funzionare, che stessero insieme e facessero sentire lo skate-

board sotto i piedi.

Allora, dopo poco tempo, nel 1988 a Parigi, cominciai a

girare per una company di scarpe non proprio da skate,

Ethnique, che erano molto fashion e incentrate sull’estetica.

Ho cominciato a skateare per loro e a disegnare scarpe per

loro e ho capito che non avrei mai potuto continuare a

lavorare perchè non c’era mercato in Europa: sarei dovuto

essere negli States per lavorare al meglio...

Quindi questa fu la nascita di Etnies?

Sì, nel frattempo il nome è cambiato in Etnies per ragioni

di marchi registrati. Ma il concetto è rimasto lo stesso,

quello di una tribù, di skaters che si divertivano insieme,

personalità differenti, caratteri differenti ma la stessa pas-

sione, lo skateboarding, che univa. Nel 1989 la situazione

era pessima, così Etnies si spostò negli US. Era molto dif-

ficile, gli skateshop stavano chiudendo, era quel "brutto

periodo" dello skateboarding. Ma resistemmo. Infatti quan-

do, nel 1994, lo skateboarding riprese piede, fu un boom

per Etnies, vista l’assenza di concorrenza...

Quindi tutti compravano Etnies: Vans era in bancarotta,

Ariwalk lasciò lo skateboarding per il fashion, eccetera. Gli

skateshop compravano Etnies, e sponsorizzavamo gli skater

più bravi. Noi avevamo continuato perchè io amavo lo ska-

teboarding, era la mia passione e non potevo rinunciarci.

E hai cominciato a disegnare e produrrescarpe tutto da solo?

Sì, ho cominciato a fare tutto da solo, e ho imparato tutto

questo con le mie forze. Ora, grazie a tutto quello che ho

imparato sulle skate shoes, siamo riusciti a diffonderci in

oltre settanta paesi, sponsorizzando più di cento riders, e

qualche centiniaio in più contando anche ÉS ed Emerica.

Un altro passo importante l’abbiamo fatto nel 2000,

entrando più nell’ottica pro-ambientale, progetto che ho

molto a cuore.

Hai detto che ti sei dovuto trasferire daParigi negli Stati Uniti per via delle molte-plici differenze del mercato tra le duesituazioni: al giorno d’oggi è ancora così?

Anche se oggi è diverso, il centro delle operazioni resta sem-

pre il mercato statunitense: ma questo non significa che in

Europa non si possa spingere la scena nella stessa manie-

ra. Noi motiviamo e supportiamo tutta la scena europea

allo stesso modo, spingendo tutti i rider che vogliono metter-

si in luce anche oltreoceano.

Certo, nessuno ti può capire bene comenoi: in Italia abbiamo una situazione pes-sima a livello di supporto, sia su piccolasia su larga scala, è molto difficile spinge-re lo skateboarding...

Sì, per questo penso che bisogna appoggiarsi ad un’econo-

mia già avviata da altre parti: per noi è successo con l’US

che ha acceso il tutto, poi dopo pochi anni siamo stati in

grado di spingere la scena europea e aprire il mercato qui

molto di più. Eventi in tutta Europa e altri elementi per

creare una scena europea, che è la chiave dell’identità di

‘comunità’ che supportiamo continuamente. Per esempio

con il campionato europeo, che è un ottimo pretesto per

incontrarsi, un buon fulcro per la scena.

Pensi che gli americani siano più interes-sati alla scena europea ora?

PLANT A TREEPierre André Senizergues Itw

Word & Portrait Alessandro redaelli

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Pierre André Senizergues Itw • 83

Penso di sì, ormai molti di loro per esempio si trasferiscono

per intere stagioni a Barcellona, o viaggiano di più in

Europa. Penso che comunque ci sia molta difficoltà ancora

ad essere un Pro Skater che vive in Europa rispetto all’es-

serlo negli US visto che molte company sono lì, c’è più

mercato ed eventi. Ci sono skater (come Willow) che si

trasferiscono, ed è una bella cosa perchè anche se ci si spo-

sta si è come un ponte che spinge la scena europea da lon-

tano, attirando anche le televisioni e i media. Lo skateboar-

ding si diffonde ogni anno in più paesi, ci sono più skater,

più posti dove skateare e skatepark.

Volevo parlare dei media: in un’intervistadi qualche anno fa, Ray Barbee mi disseche secondo lui i media possono trarredallo skateboarding quello che vogliono,ma devono darci qualcosa di vantaggiosoin cambio, come più sostenimento, piùsoldi e pubblicità intelligente per lo skate-boarding. Pensi sia giusto? O pensi che imedia siano una cosa positiva per l’imma-gine dello skateboarding, senza alcun dub-bio?

Certo, dipende di che ‘mainstream’ parliamo. Se può porta-

re ad esempio all’aumento del mercato delle scarpe, non ci

vedo niente di negativo. Oggi giorno per esempio per Etnies

il 90% del mercato è orientato verso i non-skateboarder, e

quindi vogliamo mantenere anche l’intersse di questa gran-

de fetta! Ma negli interessi di tutti c’è quello di sostenere lo

skateboarding, per avere un livello più alto e skater più

bravi, che serve anche a chi sfrutta il nostro mondo come

mera trovata commerciale.

Ok, torniamo al tuo ‘progetto ambienta-le’... di che si tratta?

Da dieci anni sto cercando di far cambiare proprio la cul-

tura della mia company, che è sempre stata solo dedicata

all’aspetto sportivo, supportando i ragazzi con le migliori

scarpe che riuscivamo a concepire, aiutandoci tutti come

una grande famiglia, vivendo lo skateboarding come dev’es-

sere vissuto, ma c’era qualcosa che non mi dava pace, come

se mancasse un nonsochè: volevo fare qualcosa di più, sen-

tivo di averne bisogno.

E ho capito che la cosa che più conviveva con lo skateboar-

ding era l’ambiente, ci abbiamo a che fare in continuazione

quando skateiamo: se prendiamo fiato durante una skateata

in cttà, per esempio, è tutto inquinamento. Poi sponsoriz-

zavamo anche snowboarder e surfer, e quei mondi sono

molto legati anch’essi a tutto ciò che la natura pò offrirgli.

E quindi avevo in mente di fare qualcosa, di salvare i

nostri ‘terreni di gioco’.

Abbiamo capito che la maggior parte della produzione delle

nostre scarpe avveniva in Cina, quindi per dare un’impron-

ta ecologica al nostro lavoro dovevamo orientarci al proces-

so che avveniva in Cina, dalla manifattura e dal packa-

ging. Quindi abbiamo cominciato a riciclare le scatole, a

togliere la colla a base di petrolio nociva per l’ambiente

dalle scarpe, e a sostituirla con colle a base d’acqua che

funzionano alla perfezione ugualmente.

Immagino che riciclare il packaging siamolto dispendioso come processo?

Sì è molto costoso, ma riusciamo a sopportare questi costi.

Vogliamo inquinare di meno e la fabbricazione di scatole è

una parte molto importante in questo processo. Abbiamo

deciso anche di sostituire le location dove venivano prodotte

le scarpe: abbiamo pensato che visto che l’energia a carbone

usata nelle nostre fabbriche cinesi è molto inquinante,

avremmo potuto spostarci in zone adatte ad usare energie

più pulite, rinnovabili, come quelle idriche. Quindi abbia-

mo scoperto che nella Cina occidentale hanno molta più

energia idroelettrica e abbiamo deciso di spostarci su quel

lato del paese. Abbiamo calcolato l’anno scorso di aver

ridotto le emissioni nocive del 40% e continuiamo a

migliorare. L’obbiettivo è non avere più emissioni, ovvia-

mente... Sostanzialmente quindi guardiamo al futuro, un

futuro molto distante poichè i risultati che vogliamo ottenere

sono riscontrabili nel benessere dell’ambiente nei decenni.

Però vogliamo tenere d’occhio anche il futuro più prossimo,

con il controllo degli sprechi e dei rifiuti.

Già, anche noi di 6:00AM abbiamo cercatodi passare alla carta riciclata, ma abbia-mo incontrato costi di produzione decisa-mente preoccupanti!

Certo, spesso è così. Anche Etnies ha sempre cercato di

usare carta riciclata, e all’inizio l’abbiamo trovata molto

costosa. Ma andando avanti nella ricerca siamo riusciti a

trovare carta più economica, io penso che dipenda da quan-

to si scavi a fondo. Una cosa che abbiamo ridotto fin da

subito è stato l’uso di carta alla metà, semplicemente

facendo in modo che le nostre stampanti stampassero su

entrambi i lati delle carte. Abbiamo sempre osservato ogni

dettaglio del processo di fabbricazione e creazione delle

scarpe, cercato di evitare gli sprechi in tutte le fasi di pro-

duzione.

Pensi che lo skateboarding sia uno stru-mento di educazione in questo senso?

Certo, penso che molti di noi siano un potenziale esempio

per tanti ragazzi. Infatti i nostri progetti coinvolgono sem-

pre i nostri Pro, esempio il viaggio di Ryan Sheckler e Kyle

Leeper in Costa Rica per skateare e piantare alberi. Penso

anche che possiamo relazionarci alla grande anche col

mondo degli interni: nel senso che il legno degli skateboard

è un legno fantastico! Conosco molti designer che usano le

tavole vecchie, riciclando o lasciandole integre, per fare

mobili o creazioni artistiche. Io gestisco il sito www.skate-

studyhouse.com, dove vendiamo tanti oggetti di design fatti

con le tavole. È molto interessante, fateci un salto! E il

messaggio che vogliamo dare è che si possono fare da soli

oggetti molto interessanti, anche tu puoi creare molto coi

tuoi vecchi skate.

Ok tornando al ‘piantare alberi’, hai dettoche degli skater hanno partecipato a unaqualche iniziativa...

Sì, in pratica sai che il concetto di Etnies è quello di tribù,

ragazzi diversi uniti dalla stessa passione. Volevamo unire

stavolta più tribù, tante culture su larga scala e ci siamo

riusciti con queste tribù di nativi d’America in Costa Rica.

Questo popolo viveva fino al 1968 intorno, sopra e in sim-

biosi coi propri alberi. Morirono per i loro alberi, perchè

dei nicaraguensi che commerciavano legname arrivarono

muniti di fucili e armi da fuoco, abbattendo facilmente gli

indigeni che combattevano con archi e frecce. Abbiamo scel-

to di aiutare a ripopolare la zona piantando alberi, e que-

sto piccolo gesto è stato vissuto in un’atmosfera molto ami-

chevole ed entusiasta. Visto che dagli alberi traiamo la

materia prima per lo skateboarding è come se avessimo

partecipato ad un grande ciclo.

Beh immagino che lo skateboard abbiainfluito molto sulla tua persona, che ska-teare ti abbia reso un uomo differente...

Sì, sicuramente. Tu skater, hai solo una tavola e quattro

ruote e con questo devi girare il mondo. Cominci a svilup-

pare la creatività, imparando trick, skateando le architettu-

re, connettendoti col mondo fisicamente e mentalmente,

incontrando persone vicine e lontane, condividendo e crean-

do una cultura intorno a tutto ciò. Penso che sia favoloso e

che sia prezioso per ‘imparare’ ad essere umili. Queste sono

le chiavi che ci rendono ‘migliori’ come persone.

Sono molto colpito dal tuo progetto: è unnuovo significato per continuare a skatea-re giorno dopo giorno...

È una cosa molto positiva, e tu come tutti noi, lo senti per-

chè contribuisci. E questo progetto ambientale nasce perchè,

si sa, nel mondo ci sono tante tribù, tante culture a sè

stanti, ma viviamo tutti sullo stesso pianeta! È diritto e

responsabilità di tutti prendersi cura del pianeta. Non puoi

dire: “A me non interessa dell’ambiente”, perchè ci vivi

dentro!

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84 • trinity r.i.p.

trinity{wailing wall}

27 -0 1 -2007 / 29 -05 -20 1 1

word: alessandro redaell idx : igor fardin / fl ip transfer back l ip

photo / g iul iano berarducci

o vissuto, lavorato ed ovviamente skateatoper anni dentro al Trinity...

È stata spesso la mia seconda casa.Vaffanculo alla Milano che rompe i coglioni, allaMilano che teme il cambiamento, alla Milano chenon da spazio ai giovani, alla Milano che‘mamma ma che rumore’, alla Milano che specu-la e trascura le esigenze delle minoranze.Esiste un altro tipo di articolo che prende il nomedi ‘gallo’ oppure ‘oca’: questo articolo si usa pergli eventi positivi come le nascite o le inaugura-zioni di varia natura.Noi l’articolo ‘oca’ per il prossimo skatepark loabbiamo già scritto. Certi che ogni inverno cheMilano passerà senza un indoor park, sarà statoun inverno di troppo. Grazie Angelo.

“Se ci crederete sposterete i monti (Cit.).Al Trinity è passata una montagna di gente.L’effetto, il vero valore della struttura, per me èstato la nascita di tante amicizie accomunatedalla passione per lo skateboard.Mi rifarei tutto lo sbattimento.”

Angelo Magni

“You don’t know what you got till it’s gone.Non sai quello che hai fino a che non lo perdi...”

Luca Basilico

“Un tassello portante dello skateboarding italicose ne va. Sono sicuro che non sia un addio masolo un arrivederci. Grazie.”

Davde Castagna

In ambito giornalistico per ‘coccodrillo’ si intende un articolo scritto in

anticipo su un personaggio pubblico vivente, ripercorrendone la vita e la

carriera, pronto da dare alle stampe poche ore dopo la morte dello stesso.

Molti di questi ‘coccodrilli’ sono custoditi in tutte le redazioni di giornali

e tv italiane per celebrare artisti, uomini politici, campioni dello sport, da

tirar fuori appena dopo la dipartita. Ebbene, noi l’articolo coccodrillo per il

Trinity Skatepark non lo avevamo preparato sperando di non doverlo pubbli-

care mai...

H

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trinity r.i.p. • 85

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86 FOCAL PLANE

fo ca l

ENIZ FAZLIOV

OLLIE TRANFER

OAKLAND

ERIC ANTOINE

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FOCAL PLANE 87

p la ne

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88 FOCAL PLANE

MATTIA FANCELLU

SW BOARD 270 OUT

MILANO

GIULIANO BERARDUCCI

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FOCAL PLANE 89

Page 92: 6:00AM Skateboard Culture Magazine

90 FOCAL PLANE

PASCAL LENISTON

K GRIND

MELBOURNE

MARCELLO GUARDIGLI

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FOCAL PLANE 91

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DAVIDE FRASSINE

FS FLIP

CALIFORNIA

FEDRICO ROMANELLO

92 FOCAL PLANE

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FOCAL PLANE 93

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DISPLAYphoto Enrico Rizzato

94 display

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jeans / QUIKSILVER / sequel / quiksilver.itt-shirt / ETNIES / staduim script / bluedistribution.itshort / BASTARD X WARRIORS / warriorsskateboards.comt-shirt / IUTER / iuterman II / iuter.comfitted cap / IUTER / true bordello / iuter.com

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display 95

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SNAPSHOTSKATEBOARDERS RANDOM PICS

96 / snapshot / random pics

SOPRALa foto è stata fatta a Skatelab, lo skatepark al coperto a Simi Valley: è la collezione

di un privato che possiede tavole dai primi anni ’60 ai giorni nostri... Per la gente più ‘old’ è figorivedere le tavole che usava da giovane, per i più giovani è un bel pezzo di storia dello skate lìa disposizione per vedere come sono cambiate le tavole, i truck e le ruote negli anni!Comunque sia è una cosa che merita di essere vista, e dopo una bella skateta nel park è d’ob-bligo!

Stefano Pedro Sedioli

A DESTRAIl posto era super traditional e stava lì da una vita, i tipi che ci lavorano erano belli

vecchi e comunque non i veri proprietari, ma i figli o ’na cosa del genere... Il posto era ancheabbastanza piccolo. Era uno di quei fast food... Non un frachising pero’, era uno posto di LakeOswego, il paesino dove abitavamo: si chiamava Giant Burger ed era famoso appunto per iburgers e i milk shakes! Classico posto con tutte le bandierine... Dentro facevano le scommes-se coi vari clienti e cazzate del genere! Dentro il panino c’era un po’ di tutto, tre o quattro ham-burger, bacon fino alla morte, formaggio, lattuga, pomodori, ketchup e cipolle... Forse uova...Ma non mi ricordo! Ahahah!

Mauro Caruso

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