5-1 Giancarlo Provasi Azione collettiva, norme e istituzioni Elster, capitoli XII, XIII, XV...

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5-1Giancarlo Provasi

Azione collettiva, norme e istituzioni

Elster, capitoli XII, XIII, XV

CopertinaCopertinaUNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BRESCIAFACOLTA’ DI ECONOMIA

Corso di Sociologia economica 2010-2011

5-2Giancarlo Provasi

La bandiera vivente

5-3Giancarlo Provasi

I "beni pubblici" e il free-rider

Un bene pubblico viene definito come un bene tale che, se un qualsiasi individuo di un gruppo lo consuma, ciò non può essere praticamente impedito dagli altri di quel gruppo. In altre parole, quelli che non pagano per quel bene non possono essere esclusi dal partecipare al consumo del medesimo, come accade quando si tratta di beni privati.

Mancur Olson

Free-rider

5-4Giancarlo Provasi

Il paradosso di Olson

il numero di individui di un gruppo sia molto piccolo,

o vi sia coercizione (incentivi selettivi negativi),

o qualche speciale accorgimento per fare sì che gli individui agiscano nel loro interesse comune (incentivi selettivi positivi).

Individui razionali, auto-interessati, non agiranno per ottenere il loro interesse comune o di gruppo, a meno che:

5-5Giancarlo Provasi

Il "dilemma del prigioniero" con molte persone

Vantaggi

Numero di cooperatori

Vantaggio percooperatore

Vantaggio pernon cooperatore

Vantaggio medio

O

A

B

C

D

5-6Giancarlo Provasi

Varianti al "dilemma del prigioniero" con molte persone

Collaborazione unilaterale negativa: disarmo unilaterale

L’eccesso di cooperazione è negativo: pulizie dopo un party

La cooperazione produce un effetto negativo (perverso): distruzione del prato dopo il party

5-7Giancarlo Provasi

Soluzioni centralizzate e decentralizzate

Soluzioni centralizzate:

istituzioni

incentivi selettivi

Soluzioni decentralizzate:

• mercato

• negoziazione

Le soluzioni centralizzate sono efficaci anche quando la collaborazione universale è indesiderabile

Ma una soluzione centralizzata è essa stessa un bene pubblico

5-8Giancarlo Provasi

La cooperazione per effetto dell'egoismo

La soluzione di Axelrod:

gioco ripetuto

strategia "colpo su colpo"

1. che gli individui non siano eccessivamen-te miopi;

2. che i vantaggi della collaborazione siano consistenti e le perdite per una azione co-operativa senza reciprocità trascurabili;

3. che vi sia fiducia nella razionalità altrui.

Ma soprattutto nei giochi a n persone Ma soprattutto nei giochi a n persone sono necessarie almeno tre condizioni:sono necessarie almeno tre condizioni:

5-9Giancarlo Provasi

Le critiche al paradosso di Olson

Nonostante le difficoltà teoriche qui analizzate, la coope-razione sociale è la norma e non l'eccezione.

Le critiche al paradosso olsoniano:

1. il beneficio dell'azione collettiva per un individuo non è la differenza tra il risultato sperato e gli sforzi compiuti ma la somma di queste due grandezze (Hirschman);

2. per la propensione a cooperare non è indifferente l'esistenza o meno di alternative individuali (di mercato) all'azione collettiva (Hirschman);

3. la cooperazione ha luogo quando più motivazioni si rafforzano

l'una con l'altra (Elster).

5-10Giancarlo Provasi

Motivazioni non egoistiche all'azione collettiva

Numeropartecipanti

Tempo

Kantiani

Utilitaristi

ImparzialiUtilitaristi

Imparziali

Che cosa accadrebbe se ciascuno si comportasse così

Partecipano solo se il loro contributo è necessario e sufficiente

Partecipano se anche gli altri lo fanno

5-11Giancarlo Provasi

I dilemmi dell’azione collettiva e le istituzioni

Quanto sin qui visto sulle difficoltà (ma anche sulla possibilità nono-stante tutto) dell’azione collettiva, ha uno stretto legame con il tema che adesso dovremo affrontare delle istituzioni. Sotto un duplice aspetto:

le istituzioni servono per ovviare alle difficoltà dell’azione collettiva;

ma le istituzioni sono a loro volta “beni pubblici” che sem-brano richiedere una azione collettiva per essere prodotte.

5-12Giancarlo Provasi

Principi, norme e istituzioni

I princìpi che regolano le nostre decisioni servono a dare conti-nuità e prevedibilità ai nostri corsi di azione.

I princìpi sono l'interpretazione per-sonale delle norme, consuetudini o modelli di comportamento che ca-ratterizzano una società.

Le istituzioni sono l'insieme delle norme che regolano un sotto-insieme della società e ne raffor-zano l'applicazione.

5-13Giancarlo Provasi

Devo andare o no all'appuntamento?

Mi interessa? SI

Ma viola qualchemio principio?

Forse sì

Cosa diranno glialtri (genitori,amici)?

Che non èappropriato

Posso giustificarlo o sono disposto a passare sopra? NO

5-14Giancarlo Provasi

Azione consequenziale o azione appropriata?

Azione consequenziale Azione appropriata

1. Che desideri ho?

2. Che alternative ho?

3. Le alternative di cui dispongo che conseguenze hanno sui miei desi-deri?

4. Scegli l'alternativa che presenta le conseguenze migliori.

1. Chi sono io?

2. Che tipo di situazione è questa?

3. In questa situazione quanto sono appropriate per me le diverse azioni?

4. Fa ciò che è più appropriato.

Le nostre decisioni tengono quasi sempre conto di entrambe queste prospettive: esse sono inestricabilmente intrecciate anche se possono avere un peso diverso a seconda del tipo di decisione e del contesto sociale.

5-15Giancarlo Provasi

Le istituzioni e la cooperazione sociale

Incendio in unteatro affollato

Razionalitàindividuale

Corsa versol'uscita Panico

Uscitaordinata

Paura

Trasferimentodel controllo

5-16Giancarlo Provasi

Le "risorse" istituzionali

Le istituzioni intervengono rendendo una attività social-mente indesiderabile più penalizzante per coloro che potrebbero essere tentati di intraprenderla. Per fare ciò ricorrono a:

1. minaccia di sanzioni

2. promessa di incentivi

3. rafforzamento di accordi vincolanti

4. modifica del contesto negoziale

5. definizione di consuetudini di azione

5-17Giancarlo Provasi

Istituzioni e significato dell'azione

Ma le istituzioni non sono semplicemente i vincoli all'azione di individui i cui desideri e credenze vengono prima e non hanno nulla a che fare con le istituzioni me-desime.

Come hanno mostrato in modo drammatico gli esperi-menti di Milgram (1974):

"Gli individui sono propensi ad accettare le linee di condotta indicate dall'autorità legittima. Ciò significa che l'individuo concede all'autorità di definire il significato dell'azione, nonostante sia lui stesso ad effettuarla".

5-18Giancarlo Provasi

La "ruggine" delle istituzioni

Istituzioni Individui

Vincoli alle azioni individuali per pro-durre beni collettivi

Ma le istituzioni sonoa loro volta condizio-nate dagli individui

5-19Giancarlo Provasi

Istituzioni e modello “evolutivo”della razionalità limitata

Abitudini e routine di azione codificate Azione

Norme e istituzioni

Effettidell'azione

Capacità critiche eabitudini idiosincratiche

Selezione sociale