1/15 aprile -15/30 aprile 2006 - Anno XLIII - NN. 5, 6

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Governo nuovo, storia vecchia. Ritorno al futuro. Mala tempora currunt - aprile 2006 LA PIAZZA D'ITALIA - www.lapiazzaditalia.it - fondato da Franz Turchi 1/15 aprile -15/30 aprile 2006 - Anno XLIII - NN. 5, 6

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Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 num. 46) art. 1 - DCB-Roma 1/15 aprile -15/30 aprile 2006 - Anno XLIII - NN. 5,6 - € 0,25 (Quindicinale)

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LA PIAZZA D’ITALIA

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ISSN 1722-120X

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Il governicchiodell’Unione

LA PIAZZA D’ITALIA

di Francesco De Rosa

Siamo onesti. Peggio dicosì proprio non potevaandare. Siamo senza

governo, senza nemmeno lasperanza di trovarci a brevedinanzi a un governo forte eautorevole che duri il giusto.E dire che il miracolo eraquasi avvenuto, la granderimonta stava culminando nelsorpasso, e poi…una legge elettorale improvvi-da e scellerata ha privato laCdl – incredibile dictu – di unagrande vittoria. L’elefante,però, ha partorito il più classi-co dei topolini di campagna.Un topolino, tuttavia, con unafame da lupo!Che ressa si è creata attorno aposizioni più o meno ambite,neanche l’Unione avesse otte-nuto quella valanga di voti dicui parlavano i primi exit polle i sondaggi di tutti questimesi. Non si fa che parlar dicariche: D’Alema alla Camera,anzi agli Esteri; Mastella allaDifesa chissà perché; Rutellijolly. E così via, in un modo stra-ziante, avvilente e consentite-mi, davvero fuori luogo. Già l’aver dichiarato in terminientusiastici “abbiamo vinto!”,dovrebbe comportare un piz-zico di rossore, figuratevi letrattative per la spartizionedella torta, per giuntamignon…Il più vorace di tutti, è risulta-to essere l’insospettabileBertinotti, che sorprendendopersino Mastella, è arrivato aminacciare addirittural’”appoggio esterno” in caso dimancato esaudimento delleproprie richieste. Roba da matti!E dire che lo scarto tra le duecoalizioni –in termini di seggi– è talmente minimo da lasciarpresagire un rapido ritornoalle urne con probabile rime-scolamento delle carte.Sì, perché pensare che in unPaese come l’Italia si possareggere a lungo con due sena-tori di vantaggio (158 a 156),con Mastella decisivo (3 sena-tori), rasenta il paradossale,specialmente se all’orizzontec’è l’approvazione del Dpef. Sostenere ciò, dichiararegoverneremo 5 anni, è ancorpeggio che utopistico, fa veni-re dubbi sulla capacità di man-tenere la lucidità da parte deidirigenti della sinistra.Parlando di consensi, peraltro,il quadro è ancor più chiaro:sono 24mila e rotti voti a sepa-rare l’Unione dalla Cdl.Vale a dire che il risultato dellapartita è uno zero a zero e chea meno di una “grosse koali-tion” all’italiana – alquantoimprobabile – si andrà avantiper qualche mese. Tenterannogli uni, attraverso una campa-gna acquisti spregiudicata esotterranea di soffiare parla-mentari agl’altri, cannibaliz-zando la vita politica. Momenti

UNA PARTITADI POKER SULLESPALLE DELMONDO

— a pagina 4 —

ESTERI

Governo nuovo, storia vecchia

LLAA VVIIGGNNEETTTTAARicco, continuamente aggiornato: arriva

finalmente sul web il nuovo puntodi riferimento per i giovani e per unnuovo modo di fare politica in Italia

www.lapiazzaditalia.itUna Piazza di confronto aperta aldibattito su tutti i temi dell’agenda

politica e sociale per valorizzare nuoveidee e nuovi contenuti

Ritorno al futuroMala tempora currunt

Continua a pag. 8

INTERVISTA CONMASSIMILIANOPARSI

— a pagina 5 —

ECONOMIA

Nel 9 a.C. con solennisacrifici compiuti dallevestali, fu inaugurata l’AraPacis Augustae.Il 21 Aprile 2006, pochigiorni fa, in occasione delNatale di Roma, doposette anni di lavori per l’e-dificazione del nuovoinvolucro per il monu-mento, si è celebrata lariapertura ufficiale al pub-blico. Per attuare la rico-struzione, è stato designa-to l’architetto americanoRichard Meier e i lavorisono stati sponsorizzatida: Banca di Roma, daMonte dei Paschi di Siena,e da Banca Nazionale delLavoro. Scopo della ristrut-turazione era, in primoluogo, tenere in alta consi-derazione l’illuminazionedell’altare; in secondoluogo, mettere sotto ade-guato controllo il microam-biente del museo, al fine diassicurare un livello di tem-peratura e umidità costan-te, così da eliminare tutti gliagenti inquinanti, incluso ilrumore. I materiali volutida Meier per la ristruttura-zione dell’involucro sonotravertino, stucco, vetro e

acciaio.L’impegno e la tenacia perportare avanti i lavorisono stati evidenti, maevidenti sono anche le cri-tiche mosse al progettoMeier. In effetti unadomanda non può nonsorgere spontanea: perchéè stato chiamato un archi-tetto americano per unimpegno del genere? S’èpensato forse che un ita-liano, proprio perché hapiù di duemila anni di sto-ria sotto gli occhi tutti igiorni, non potesse svol-gere un lavoro decente?Sembra strano, se in più sipensa che i giovani archi-tetti italiani all’esterohanno un notevole suc-cesso. Meier è bravo nelsuo paese, ma in quantoamericano, con alle spallequindi un patrimonio sto-rico del tutto diverso dalnostro e abituato a spazidecisamente incomparabi-li coi nostri, forse non erala persona più opportunada chiamare a Roma perquesto delicato compito. Uno dei critici più aspridel progetto Meier èVittorio Sgarbi, il quale

forse a ragion veduta,afferma che la strutturafatta costruire dall’america-no occulta l’Ara Pacis, poi-ché ha realizzato una strut-tura che contiene l’operama che è molte volte piùgrande del monumento edà un impatto estetico pes-simo. Ci voleva magari unacopertura più leggera,meno “americana”, chedesse maggior risalto all’o-pera. Una seconda doman-da che non può non sorge-

re spontanea è: perchéMeier è stato chiamatodirettamente da Rutelli nel1996, senza indire inveceun più trasparente concor-so di progettazione? CheRutelli abbia pensato direndere Roma meno pro-vinciale affidando ad unastar internazionale il rifaci-mento dell’involucro? Aiposteri “l’ardua” sentenza.Un altro episodio macchiala realizzazione del proget-to: i costi troppo alti.

L’annullamento del con-tratto per i lavori è obbli-gatorio per legge quandola maggiore spesa supera il20% dei costi stabiliti nellostesso contratto. ItaliaNostra chiese in effettichiarezza sulla vicendapoiché i prezzi erano lievi-tati da 16 miliardi di vec-chie lire a oltre 25. Così laCorte dei Conti, in seguitoad un esposto dell’Aduc,ha fatto partire un’indagi-ne conclusasi con una raf-

fica di multe ai due sovrin-tendenti archeologiciAdriano La Regina eEugenio La Rocca e all’exassessore della giuntaRutelli, DomenicoCecchini. Tutto ciò nel2003.Possibile che ancheriguardo alla realizzazio-ne di opere che interessa-no il patrimonio storicodell’umanità, non siriescano ad evitare colpidi scena?

LA PIAZZA D’ITALIA - ATTUALITÀ

Pag. 2 1-30 aprile 2006

Arrivate a Ciampino le salme dei militari cadutia NassiriyaSono arrivate all'aeroporto militare di Ciampino le salme del capitanoNicola Ciardelli e dei marescialli dei Carabinieri Franco Lattanzio e CarloDe Trizio, caduti nell’attentato di Nassiriya. A riportare i feretri in Italia unaereo C-130, partito dall'aeroporto di Tallil, in Iraq, con a bordo anche ilcapo del Comando operativo di vertice interforze (Coi), generale FabrizioCastagnetti. Insieme ai parenti delle vittime, a ricevere le salme si sono pre-sentate all'aeroporto le massime autorità dello Stato.

Mostro di Firenze, scarcerati Spezi e RuoccoIl giornalista fiorentino e il pregiudicato campano tornano in libertà. Sonoaccusati di aver cercato di depistare le indagini sul presunto omicidio diFrancesco Narducci Tornano in libertà il giornalista fiorentino Mario Spezi e ilpregiudicato campano Luigi Ruocco. I due sono accusati di aver cercato didepistare le indagini relative al presunto omicidio del medico peruginoFrancesco Narducci, indagini collegate a quelle del mostro di Firenze. Ruoccoe Spezi dal 7 aprile scorso si trovano rinchiusi nel carcere perugino ci Capanne.

Wojtyla: Navarro Valls, a Ratzinger Cardinaleposi questione santificazione''Un giorno dissi al cardinale Ratzinger che c'erano forti pressioni, dopo i fune-rali di Giovanni Paolo II, da quando erano apparse le scritte 'santo subito'.Allora lui mi rispose 'se ne occupera' il prossimo Papa'''. Lo ha detto il porta-voce della Sala Stampa vaticana, Joaquin Navarro Valls durante il V seminarioprofessionale sugli uffici della comunicazione della Chiesa alla che ha avutoluogo alla Pontificia Universita' della Santa Croce. ''Il cardinale Ratzinger - hasottolineato - decano del collegio cardinalizio, era l'unico mio punto di riferi-mento. Dovevo parlare con lui tutti i giorni”.

Un Americano a Roma

La chiacchierata riapertura dell’Ara Pacis

Sessant’anni di Vespa

Protagonista il costume italiano

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LA PIAZZA D’ITALIAfondato da TURCHI

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Luigi TurchiDirettore

Franz TurchiCo-Direttore

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Registrato al Tribunale di Roma n.9111 - 12 marzo 1963

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FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI MARZO 2006GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONATI:L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati fornitidagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamentela rettifica o la cancellazione scrivendo a S.E.E. s.r.l. - Via S.Carlo da Sezze, 1 - 00178 Roma. Le informazioni custoditenell’archivio dell’Editore verranno utilizzate al solo scopo diinviare copie del giornale (Legge 675/96 tutela dati perso-nali). La responsabilità delle opinioni espresse negli articolifirmati è degli autori.

Sessant’anni fa nasceva laVespa, un esempio unico diimmortalità nella storia deldesign industriale. Tantoche, da semplice mezzo ditrasporto, è diventato prota-gonista del costume italianodal dopoguerra a oggi.Simbolo della creatività ita-liana, la Vespa è ancora

arzilla e continua a sedurregli appassionati delle dueruote di tutto il mondo.La Vespa nacque nel pieno

della ricostruzione, imme-diatamente dopo la seondaguerra mondiale, quandoEnrico e Armando Piaggio(figli del fondatore dell’a-zienda, Rinaldo) curarono ilnuovo avvio della produzio-ne industriale. EnricoPiaggio optò per una totalericonversione industriale,puntando sulla mobilitàindividuale di un Paese cheusciva dalla guerra. Avrebberealizzato la sua intuizione,creando un veicolo destina-to a grandissima celebrità,grazie allo straordinariolavoro progettuale diCorradino D’Ascanio, inge-gnere aeronautico e genialeinventore.L’intenzione era quella dicreare un prodotto a bassocosto e di largo consumo.La strada da percorrere eraquella dell’alternativa allamotocicletta tradizionale.Pesante, scomoda, pericolo-sa e con la tendenza a spor-care i pantaloni del condu-cente dal momento che imotori di allora sputavanoolio. Eravamo d'altronde inanni in cui si respiravavoglia di rinascita e di ricer-ca di piccole comodità dopoi grandi sacrifici imposti alPaese dalla guerra. Dunqueun prodotto come quello ingestazione si sforzava disoddisfare i nuovi desideridegli italiani. E alla fineeccola. Motore carenato,

ruote di piccolo raggio conbraccetti di tipo aeronauti-co, posizione seduta con legambe frontali e protette dauno scudo. La posizione diguida di Vespa era pensataper stare comodamente esicuramente seduti, anzichépericolosamente in bilico suuna motocicletta a ruotealte. Il primo progetto dellaVespa venne prodotto aPontedera nell’aprile del1946. Il nome del veicolo fu

coniato dallo stesso EnricoPiaggio che davanti al pro-totipo MP 6, dalla parte cen-trale molto ampia per acco-gliere il guidatore e dalla“vita” stretta, esclamò:“Sembra una vespa!”. EVespa fu.Il successo di Vespa è un

fenomeno irripetibile. Allafine del 1949 ne sono statiprodotti 35mila esemplari. Ametà degli anni CinquantaVespa è prodotta in

Germania, Gran Bretagna,Francia, Belgio e Spagna. Edopo pochi anni anche inIndia e in Indonesia. Oggi ilpiccolo mito a due ruotemade in Italy ha anche sba-ragliato l'offensiva dei piùrecenti scooter di marcaorientale e, con i suoi 140modelli, ha superato la rag-guardevole cifra di 16 milio-ni di unità prodotte. Ritornata a fine 2000 negli

USA (ne era uscita nel 1985,a causa delle norme antin-quinamento che penalizza-vano i motori due tempi)Vespa è immediatamentetornata a essere un successocommerciale oltreoceano:non a caso Piaggio USA si èritagliata, nel giro di unquinquennio, una quota nelmercato scooter statunitensedel 18% circa in termini diunità vendute. "L'Oscarvinto nel '53 da AudreyHepburn per VacanzeRomane sarebbe dovutoandare alla Vespa" - azzardaForbes, la bibbia dellafinanza americana - "perchémentre Gregory Peck cor-teggiava la Hepburn, ilmondo intero si innamoròdell'altra 'lei'".Vespa non è vista soltanto

come uno scooter. E' unodei simboli dello stile e del-l'eleganza italiani nelmondo. E' un evento checoinvolge la storia delcostume. Negli anni della"dolce vita" Vespa diventasinonimo di scooter, i repor-tage dei corrispondenti stra-nieri descrivono l'Italia

come "il Paese delle Vespa"e il ruolo giocato da Vespanel costume non solo italia-no è documentato dalla pre-senza del veicolo in centi-naia di film. Ed è una storiache continua anche oggi.Audrey Hepburn e Gregory

Peck in "Vacanze Romane"infatti sono solo i primi diuna lunga serie di attrici eattori internazionali chenegli anni sono stati ripresisullo scooter più famoso delmondo, in film che vannoda “Quadrophenia” ad“American Graffiti”, da “Iltalento di Mr. Ripley” fino a“La carica dei 102”, da “CaroDiario” ai recentissimi“Alfie” con Jude Law e “TheInterpreter” con NicoleKidman.

Colpisce la capacità diVespa di tramandarsi agenerazioni diverse di gio-vani, sempre mutando lasua immagine: prima veico-lo per la mobilità di tutti,poi due ruote per la stagio-ne del boom economico.E negli anni Sessanta eSettanta mezzo di propaga-zione per la rivoluzionedelle idee che i giovani diquegli anni portano a com-pimento. Per 60 anni Vespaha affascinato milioni dipersone offrendo al mondoun’ insostituibile icona dellostile italiano ed una visionedel mezzo di trasporto per-sonale come sinonimo dilibertà.

Francesca Rapparelli

LA PIAZZA D’ITALIA - INTERNI

1-30 aprile 2006 Pag. 3

L’ultima poltrona a cui ci rife-riamo è quella di Presidentedella Repubblica, dopo chesono state assegnate quelladella presidenza della Cameradei Deputati e quella delSenato. Ma andiamo con ordi-ne. Dopo la vittoria dell’Unione alfotofinish per 25000 voti totalisulla Casa delle Libertà allascorsa tornata elettorale,seguita dalle ben note polemi-che, si sono riunite le nuovecamere ed hanno per l’appun-to eletto i nuovi Presidenti.La corsa per accaparrarsi loscranno più alto alla cameradei Deputati è stata vinta dalsegretario di RifondazioneComunista, Bertinotti, dopoche però erano volati anchegli stracci con i diessini cherivendicavano la carica perMassimo D’Alema, il quale poiin buon ordine ha fatto unpasso indietro per non farspaccare prima dell’inizio lamaggioranza di Prodi, che evi-dentemente inizia a capirequale aria tirerà per il suogoverno se non riuscirà a tro-vare le giuste alchimie peraccontentare tutte le animeche compongono la sua varie-gatissima compagine politica.Comunque conoscendo ilcarattere dell’ex Presidente delconsiglio questo “sgarbo” daparte del leader diRifondazione non sarà facil-

mente dimenticato e soprattut-to ripagato adeguatamente,magari con una sua candida-tura al colle più alto comepaventato da autorevoli espo-nenti di centro-sinistra.Ritornando all’elezione diFausto Bertinotti a Presidentedella Camera ci volevamo solosoffermare sul suo discorsod’insediamento che invero ciha lasciato un pochino per-plessi, a parte l’incipit inizialein cui dedicava la vittoria alleoperaie e agli operai, e già daciò possiamo evincere chesarà una presidenza di parte,di sinistra, non lasciandocipresagire nulla di buono seoltrepassate le soglie delDuemila ancora si parla di

operai con una visione classi-sta della società oramai supe-rata che di certo non porteràalcun contributo interessantealla risoluzione dei problemidel nostro paese. Infinevogliamo far notare ai nostrilettori come Fausto Bertinottiabbia dato grande importanzaalla data di origine dellaRepubblica italiana, come dicelui, al 25 aprile cioè, e comeidealmente si sarebbe potutasvolgere l’assemblea che lo haeletto, a Marzabotto: secondoil Nostro anche lì è nata lanostra Costituzione.Continuando nello stesso“solco” ha continuato citandoCalamandrei che invitava igiovani ad effettuare un vero e

proprio pellegrinaggio neiluoghi dove furono uccisi ipartigiani e dove idealmente,auspicava il neo Presidente, sidovrebbe andare tutti insieme.E’ evidente quindi quali saran-no le linee guida di Bertinottie soprattutto quale sarà lo spi-rito con cui affronterà la suanuova avventura politica, saràlo spirito azionista e partigia-no che oramai a distanza dipiù di sessanta anni noi rite-niamo non appartenga quasipiù alla moderna società italia-na, se non nel ricordo, ma chesia una sorta di zavorra chenon può portarci ad affrontaree risolvere i problemi di oggima che sia diventato oramaiun vuoto simulacro che ora-

mai appartiene ad una certasinistra che per mantenereunite le proprie fila semprepiù in affanno, non esita arispolverare la Liberazione dainazisti come un esempio daprendere come modello perliberarsi oggi del centro destradi Berlusconi secondo loroanti-democratico e fascista, einfatti le reazioni alla parteci-pazione alle celebrazioni del25 Aprile della candidata allacarica di sindaco a Milano,Letizia Moratti, e del candida-to sindaco di Torino della CdLButtiglione sono state da partedella sinistra durissime e ciò cilascia capire come intendanocerti personaggi, la democra-zia e la libertà per chi non lapensa come loro.Molto più travagliata è statainvece l’elezione di Marini allapresidenza del Senato, che lovedeva opposto al candidatoproposto dalla CdL GiulioAndreotti. Infatti ci son voluteben quattro votazioni pereleggere l’esponente dellaMargherita alla seconda caricapiù importante del nostroordinamento costituzionale.Infatti le prime tre erano anda-te a vuoto per la presenza diqualche franco tiratore nellefila della risicatissima maggio-ranza di centro-sinistra alSenato, poi evidentemente letrattative di Prodi con i dissi-denti, probabilmente del

Udeur, hanno portato al risul-tato sperato dal primo mini-stro in pectore, dandoci peròla precisa sensazione che infuturo per Romano la vita alsenato sarà non solo durissimama, soprattutto, scandita daricatti e richieste di ogni tipo,come quelle per far un esem-pio di questi ultimi giornidella Bonino che pretende ilMinistero della Difesa eMastella che anela alla stessapoltrona e che minaccia l’ap-poggio esterno al non ancoranato governo Prodi se nonsarà accontentato. Questo è ilquadro della situazione allavigila dell’elezione del nuovoPresidente della Repubblica,che come dicevamo in prece-denza vede tra i papabili ilpresidente dei DS D’Alema,Amato e la proposta della CdLalla ricandidatura di CarloAzeglio Ciampi per un setten-nato bis, dallo stesso Ciampisubito affondata. Il tentativoera evidentemente quello difar rimanere un uomo vera-mente super-partes sul colleed evitare che la sinistra siappropri anche di questoscranno per completare l’oc-cupazione dei posti liberi, maniente da fare. L’8 Maggio lecamere si riuniranno in sedutacongiunta e solo allora vedre-mo come andrà a finire.

Giuliano Leo

Quirinale: Cossiga su Ciampi bis, decisioneCDL saggia e prudenteIl presidente emerito Francesco Cossiga ha commentato positivamentel'indicazione da parte della Cdl di un Ciampi bis per il Quirinale.''Plaudo a questa decisione -ha sottolineato Cossiga raggiunto telefoni-camente- Una decisione saggia e prudente''.

Quirinale: 8 maggio alle 16 seduta comuneParlamento''Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, a norma dell'articolo 85 dellaCostituzione, sentito il presidente del Senato, Franco Marini, ha convocato laCamera e il Senato in seduta comune, con la partecipazione dei delegatiregionali, lunedi' 8 maggio 2006, alle ore 16, per procedere all'elezione delpresidente della Repubblica''. Lo rende noto un comunicato della Camera deideputati

Governo, Berlusconi si è dimesso Nell'ultimo consiglio dei ministri: "Ci rimpiangeranno, siamo stati il miglioresecutivo della Repubblica". Poi 35 minuti al Quirinale. Prima i funerali solen-ni dei tre militari italiani vittime dell'attentato a Nassiriya, in Iraq, poi un con-siglio dei ministri lampo, l'ultimo sotto la sua presidenza, e infine la visita alQuirinale da Ciampi per presentare le dimissioni che aprono la strada all'inca-rico per Romano Prodi. L'incontro con il presidente della Repubblica è duratotrentacinque minuti. Ciampi ha invitato Berlusconi "a rimanere in carica per ildisbrigo degli affari correnti".

Sfida all’ultima poltrona.

Lo spettacolo offerto dalla sinistra al potere

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CROMA. UN GRANDE V IAGGIO.

D O B B I A M O A N D A R EE N O N F E R M A R C I

F I N C H É N O N S I A M O A R R I VAT I .D O V E A N D I A M O ?

N O N L O S O , M A D O B B I A M O A N D A R E .

Jack Kerouac

LA PIAZZA D’ITALIA - ESTERI

Pag. 4 1-31 marzo 2006

IRAQ, La guerra degli UsaEditoriale del Christian Science Monitor: la stabilità può arrivare solosmantellando l'esercito. Trudy Rubin sul Baltimore Sun: l'arrivo diNouri al Maliki al potere sembra una buona notizia, ma ci vuole caute-la nell'ottimismo. Bartle Breese Bull sul New York Times: come dareseguito a questo momento di relativa pace.

Iran, consiglio sicurezza: "stop ad arricchimentoentro 30 giorni"New York, 30 mar. (Adnkronos) - Per il momento ancora non si parla disanzioni. I cinque paesi con diritto di veto oggi tornano a riunirsi, a livel-lo di ministri degli Esteri, insieme alla Germania. Il Consiglio di sicurez-za delle Nazioni Unite sollecita l'Iran a sospendere tutte le attività di arric-chimento dell'uranio e chiede al segretario generale dell'Aiea, MohammadEl Baradei di presentare una relazione sul programma nucleare di Teheranentro trenta giorni.

INDIA, massacro in Jammu e KashmirThe Times of India, India. Il governo indiano ha lanciato una massicciaoperazione per catturare i terroristi che domenica 30 aprile hanno massa-crato 35 persone nella regione del Jammu e del Kashmir. Ma piuttosto cheaumentare la presenza militare nell'area, New Delhi ha deciso di concen-trarsi nella neutralizzazione mirata delle squadre assassine

La crisi iraniana rischia di mettere in moto meccanismi pericolosi

Una partita di poker sulle spalle del mondoSul tavolo una posta alta. Uno difronte all’altro i giocatori portanoavanti il loro gioco. Alcuni di que-sti, come fossero incoscienti eredi-tieri che senza considerazionealcuna sul valore della moneta inballo, alzano la posta ad oltranza.Come per giocare ad una manife-stazione di forza di forza senzafine.Al tavolo ci siamo noi, occidentalieuropei con tutte le nostre con-traddizioni, l’ONU con la sua ansiada prestazione, la Cina e la Russia.Dietro le carte, sempre ben coper-te, i professionisti del rischio. Fortiognuno della propria potenza. GliStati Uniti, la forza militare (nonsempre sufficiente) e la loro lonta-nanza (anche questa non sempresufficiente), l’Iran, il petrolio e lademagogia (mezzi sufficienti).I due leader che stanno giocandola partita da protagonisti, di frontealle platee mondiali, stanno rilan-ciando ogni giorno, ma a salirenon è la posta in gioco già moltoalta da subito, quanto la possibili-tà che questo confronto, che hacoinvolto la credibilità personaledei singoli capi, non possa chesfociare in una rissa tra giocatorid’azzardo un po’ troppo spregiu-dicati nelle esternazioni e nellepuntate.L’idea che ne deriva è che il con-fronto, negli ultimi tempi, sia sfug-

gito di mano e che solo un gioca-tore più prudente, come l’UnioneEuropea, potrebbe avere un ruoloimportante se solo avesse il giustocoraggio e chiara la sua strategia.Senza dimenticare che alla stessapartita stanno partecipando Russiae Cina, che utilizzano tattiche det-tate da interessi diversi dagli altriattori, e che una variabile nelgioco c’è e si chiama Israele.L’ONU invece non è altro che lasomma dei conflitti e delle diffe-renti attitudini che le parti hanno.E’ quindi pressoché immobile.Ma torniamo al tavolo da gioco eguardiamo le carte degli StatiUniti. L’Amministrazione america-na si è spinta fino ad ipotizzarel’uso della forza, ora cerca una viad’uscita dignitosa dal confrontovisto quanto brucia l’attuale situa-zione irachena; ma fino a chepunto può vedere sminuita la pro-pria leadership mondiale?L’Iran aspirerebbe a guidare unfronte anti-occidentale ma sa cheper ragioni storiche e culturali nonsarà facile fare proseliti ciechi edevoti per le note difficoltà che glisciiti hanno con il resto del mondoislamico. Per questo un progettoche a breve vuole realizzare è l’as-se Iran-Siria-Hezbollah, in questomodo avrebbe la possibilità diinfluire maggiormente nello sce-nario mediorientale.

La Russia pende dalla parte irania-na sia per motivi storici che permotivi economici, gli vende armiper proteggere i siti a rischio eavrebbe un certo giovamento dal-l’aumento del prezzo delle risorseenergetiche, petrolio in testa.La Cina aspetta, cerca di allungarei tempi per una risoluzione delConsiglio di Sicurezza delleNazioni Unite, e vede di buonocchio, come anche la Russia,un’eventuale delegittimazionedegli USA anche solo dialettica;vorrebbe un canale preferenzialeper il petrolio di cui ha estrema-mente bisogno per mantenere ilritmo del suo sviluppo economi-co.L’UE si barcamena nel complessointreccio di alleanze e aspirazioni,dichiara i suoi intenti con tonifermi ma lascia aperte porte chegli americani da parte loro hannogià sbarrato.Israele che se dalla sua parte haun potenziale militare mai vera-mente dichiarato, ma ben dimo-strato, sembra essere consapevo-le che l’Iran, malgrado le ecla-tanti minacce, non azzarderebbeun attacco, le conseguenzesarebbero apocalittiche e la vitto-ria estremamente incerta, senzacontare il prezzo in vite umane el’incidenza nel tempo sul territo-rio delle armi che potrebbero

essere utilizzate. La sua attenzio-ne è rivolta di più al governo diHamas che al potenziale nuclea-re iraniano. Per questoAhmadinejad sta tirando per lagiacca il movimento palestinese.Lo scenario che si sta delineandoè più semplice, forse scontato, diquanto non lo fosse qualchetempo fa. Il superamento delpunto di non ritorno dei due lea-der principalmente coinvolti nelladiatriba non fa che segnare unsolco netto e profondo tra le uni-che due opzioni rimaste: un inter-vento militare, che alla luce delleultime analisi potrebbe rivelarsioltre che estremamente pericolosoanche difficilmente realizzabile ela via dell’intreccio di concessionisotterranee che vanno dal control-

lo del prezzo del petrolio, semprepiù fattore determinante degliequilibri globali, ad una sorta diparacadute per tutti quei paesi chedel petrolio hanno fatto la loro ric-chezza ma che ad altro non sisono dedicati e si sentono minac-ciati dalla globalizzazione per laspinta che essa imprime sia dal-l’interno sia dall’esterno versonuovi equilibri che li relegano aimargini del mondo civile. Quest'ultimo resta lo scenario piùcredibile. Un periodico terremotoche rimetta in discussione, nonsenza tensioni, un ordine mondia-le da quasi venti anni fisiologica-mente sbilanciato dall'andamentodella storia? Come andrà a finire lovedremo al prossimo giro di tavo-lo.

Israele, un Paese normale

I risvolti delle elezioni israelianeProviamo a chiederci cosa ci viene in mentequando sentiamo il nome Israele e ci rende-remo conto che non è scontato affiancargli ilconcetto di normalità.La transizione che sembrava dover traghetta-re lo Stato ebraico in una fase di pragmaticamoderazione ed autonomia, ha comportatoin realtà una profonda riflessione sulla realeconsiderazione che gli israeliani ritengonodebba avere la loro quotidianità.Al cospetto di osservatori esterni ed estem-poranei quali spesso siamo noi, le elezioniisraeliane dovevano solo identificare il tipodi politica che Israele doveva adottare con ilnuovo governo palestinese.

Quello che è successo invece dopo le ele-zioni è una cosa molto diversa. Il partito fon-dato dal condottiero Sharon non si è affer-mato come facevano sperare i sondaggi el'alleanza politica che deriverà dalla necessi-tà di una governabilità fa ragionare un osser-vatore in una direzione inaspettata.Il partito che si è affermato oltre le previsio-ni è quello dei laburisti di Peretz, il quale oraaspirerebbe almeno al ministero delle finan-ze.Ma perché dovrebbe suonare così strano.La realtà è che l'affermazione come secondopartito dei laburisti fa uscire fuori una appa-rente coscienza sommersa, la sensibilità

degli israeliani per le loro condizioni interne,il lavoro, la povertà e lo stato sociale. Tuttociò ha quanto meno stravolto le priorità a cuieravamo abituati.Questo non vuol dire comunque che vengamesso in secondo piano l'argomento sicu-rezza, che rimane e rimarrà sempre al centrodelle azioni di qualsiasi Governo israeliano,il designato premier Olmert non ha infattilasciato passare molto tempo per conferma-re con rinnovato vigore la totale ostilità alGoverno di Hamas, il blocco dei fondi doga-nali e per esercitare pressioni sugli Statioccidentali al fine di boicottare il Governoterrorista, cosa avvenuta con successo.

Olmert ha stabilito anche che entro il 2010 cisaranno i confini definitivi e che questisaranno decisi molto probabilmente da azio-ni unilaterali come il clamoroso abbandonodella striscia di Gaza. Dall'altra parte, quellapalestinese, un Presidente delegittimato con-tinua a nascondersi dietro un dito, cerca dimantenere calmi animi in continua ebollizio-ne provando ad insinuare senza successouna quota di saggezza nell'attuale Governopalestinese. Per Israele la situazione esterna quindi nonè cambiata, anzi richiede interventi quasiquotidiani per esempio per fermare il lanciodi missili Qassam in territorio israeliano dalconfine con Gaza e per colpire coloro chesono una minaccia per la sicurezza.L’espressione elettorale per un’attenzioneparticolare verso la propria vita, interna aiconfini, alla sua qualità e al suo futuro puòessere denotata indubbiamente come unadiscontinuità, un atteggiamento “nuovo” daparte della popolazione che vede con osenza accordi di pace, la propria vita andareavanti e sente nascere la necessità di riporta-re tutto sulla via maestra, rinunciando a peri-colose derive che potrebbero trasformare leStato Ebraico in un paese dal vivace svilup-po ma senza le garanzie di una qualità di vitadagli standard occidentali per la sua popola-zione. La voglia di non dipendere sempre ecomunque da finanziamenti esterni, l'inten-zione di dare un futuro diverso alle proprieesistenze, legate indissolubilmente alla terradi Israele, ma che vorrebbero affacciarsi aquel mondo civile che non gli è affatto lon-tano e che dovrebbe formalmente accoglie-re lo Stato ebraico al proprio interno, hamosso le coscienze degli elettori.Elezioni normali quindi, per uno Stato nor-male, per un popolo speciale per la sua sto-ria, ma che anela alla normalità. Un diritto di tutti.

Gabriele Polgar

LA PIAZZA D’ITALIA - ECONOMIA

1-31 marzo 2006 Pag. 5

Unipol: Stefanini, gravi scorrettezzeda Consorte e SacchettiRoma, 30 mar. (Adnkronos) - Consorte e Sacchetti, i due amministratoridelegati di Unipol che hanno tentato la scalata alla Bnl, ''hanno commessogravi scorrettezze''. Dal presidente della compagnia assicurativa, PierluigiStefanini, intervenuto in TV, arriva una ferma condanna dell'operato del pre-cedente management. ''Non e' ammissibile che manager che ricevevano sti-pendi importanti abbiano trovato un modo nascosto per arricchirsi''.

Commercio: Istat, in iv trimestre 2005 fatturatoingrosso +1,9%Roma, 30 mar. (Adnkronos) - Nel quarto trimestre del 2005 l'indice trimestra-le del fatturato del commercio all'ingrosso e degli intermediari del commercioha registrato un incremento dell'1,9 per cento rispetto allo stesso trimestre del-l'anno precedente. Per il gruppo della manutenzione e riparazione di autovei-coli la variazione tendenziale e' stata del +4,1 per cento. Lo comunica l'Istat.

Montezemolo: “Legge Biagi non deveessere toccata”San Paolo, 29 mar. (Adnkronos) - Il presidente di Confindustria: ''Il nuovogoverno non smonti riforme valide''. ''Un governo che subentra a un altro nondeve smontare le riforme valide realizzate negli anni precedenti''. E' il presi-dente di Confindustria Montezemolo, da San Paolo prima dell'inizio della gior-nata Italia-Brasile, ad ammonire così il governo che verrà. ''Mi riferisco in par-ticolare alla legge Biagi - spiega ancora Montezemolo - che non deve esseretoccata ma va completata con il capitolo sugli ammortizzatori sociali''.

Capita sempre così. Le elezioni politichefanno collassare il mondo alle dimensionidel nostro giardino. Negli ultimi due mesi,ogni discorso è ruotato attorno alla que-stione: chi vincerà, Berlusconi o Prodi? Nel frattempo il resto del mondo è andatoavanti per la sua strada. Eh già, perché inquesto lasso di tempo, mentre in Italia labattaglia politica divampava, sul palcosce-nico mondiale andava in scena un altrospettacolo. Il protagonista? Ancora unavolta il petrolio. L’oro nero infatti ha ripre-so a salire aggiornando i massimi. ALondra il prezzo del Brent, il greggio diriferimento del mercato europeo, ha supe-rato per la prima volta la soglia dei 70 dol-lari al barile. A far scaldare i prezzi delgreggio sono state le dichiarazioni del pre-sidente iraniano Ahmadinejad, e il conse-guente timore di intervento militare degliStati Uniti contro gli impianti di produzio-ne di uranio arricchito in Iran. Prezzo del greggio che rimane sotto pres-sione anche per altre cause: in Nigeria,altro grande produttore di petrolio, i ribel-li hanno attaccato alcuni impianti produtti-vi, causando una riduzione della produ-zione di greggio, e anche in altre parti delpianeta la produzione di greggio non èsempre garantita. E se il prezzo del petrolio cresce, il costodella benzina non resta certo a guardare.Nell'ultimo mese infatti la verde ha guada-gnato 100 dollari a tonnellata, un rincaro

che si è già scaricato, in parte, sui distri-butori italiani con la verde che continua amacinare rialzi. Una serie di aumenti che si aggiungono aquelli che negli ultimi 5 anni pesano suiportafogli degli automobilisti. Dal 2001 adoggi, in pratica, la benzina - spinta dalleprogressive fiammate dell'oro nero passatodai 25-27 dollari del 2002 agli attuali 70dollari - ha imboccato un rally che l'haportata mettere a segno un aumento com-plessivo del 21%. E' quanto calcola ilCodacons che evidenzia, per il gasolio, unimpennata ancor maggiore: +37,6%. L'associazione dei consumatori ha messo aconfronto i prezzi dell'11 aprile di cinqueanni fa con il nuovo aggiornamentoannunciato dall'Agip. Da 1,082 euro per unlitro di verde del 2001 si e' passati a 1,329euro del prezzo consigliato ai gestori delmarchio Eni (+22,8%). Nel confrontoannuale il prezzo della benzina e' inveceaumentato, spiega ancora il Codacons, del6,4% (rispetto a 1,249 euro al litro dell'11aprile 2005). Discorso simile per il gaso-lio. Cinque anni fa, i listini dei distributorierano abbondantemente sotto quota 1euro e segnavano un prezzo di 0,867 euroal litro. L'aumento e' stato del 37,6%. Subase annua il rialzo e' stato invece del4,9% (il prezzo un anno fa, rileva l'associa-zione, era di 1,138 euro a litro).Le fiammate al rialzo dell'oro nero nonsolo fanno disperare gli automobilisti che

ai distributori ogni volta devono fare iconti con gli immediati rincari della benzi-na, ma anche coloro che la macchina nonce l’hanno o non l’adoperano di frequen-te, vista la ricaduta sulle tariffe e sui prez-zi di tutti i generi di consumo.Secondo studi del FMI i prezzi del petroliosi terranno ancora su quotazioni elevateper “gli investimenti scarsi e la domandasostenuta”. Il rischio è che si metta arepentaglio la crescita mondiale, che non-

ostante tutto si mantiene su livelli buoni. Insomma, questo potrebbe essere il para-dosso, l’Italia corre il rischio di affrettarsi,mettendo mano a riforme anche dolorose,per saltare su un treno, quello dell’econo-mia globale che potrebbe anche fermarsiall’improvviso perché si scopre a corto dienergia.

Angelo Salvatori

La Crisi Energetica

Il petrolio: maleodorante, sporcoe inquinante, ma sempre più caro.

Intervista con Massimiliano Parsi, Assessoreal Commercio e Artigianato nel Municipio XVII

e candidato al comune alle prossimeamministrative del 28 maggio

Un impegno il suo che porta avanti dal ’97quando si candidò la prima volta e venne elet-to consigliere circoscrizionale nel MunicipioXVII per Alleanza Nazionale, occupandosi prin-cipalmente di commercio. Da alloraMassimiliano Parsi, 31 anni ed idee chiare suquello che la gente vuole dalla politica, si èsempre battuto per le problematiche del territo-rio, tante le sfide e le battaglie quotidianeaffrontate e vinte con determinazione ed entu-siasmo. Ora una nuova sfida e un nuovo impe-gno: riuscire a sedere nell’aula Giulio Cesareper Alleanza Nazionale.

D: E’ passato parecchio tempo da quando sipresentò la prima volta agli elettori nel 1997,prima consigliere circoscrizionale, poi rielettonel 2001 con l’incarico di assessore al commer-cio ed artigianato. Un bilancio di questi anni edell’esperienza maturata?R: Bilancio sicuramente positivo e di crescitaimportante per un ragazzo che quando iniziòaveva appena 22 anni. Dopo essere stato elettoconsigliere circoscrizionale nel ’97 al MunicipioXVII mi sono occupato prevalentemente dicommercio e mi sono battuto con forza ed entu-siasmo per le problematiche del territorio.D’altronde ho sempre creduto, anche in seguitoall’esperienza maturata in questi anni, che lafunzione e il ruolo del consigliere circoscrizio-nale fosse quella di essere un punto di riferi-mento per la gente che dalla politica vuolesoprattutto una risposta, positiva o negativa chesia, rispetto naturalmente alle competenze dellapersona. Nel 2001, in virtù dell’esperienza matu-rata nei 4 anni precedenti, sono stato rieletto e

mi è stato offerto l’incarico di assessore al com-mercio ed artigianato sempre naturalmente nelMunicipio XVII. Allo stesso tempo sono entratoa fare parte della segreteria politicadell’Assessore ai Lavori Pubblici e Trasportidella Regione Lazio, un’esperienza questaimportante e completa rispetto a quelli chesono gli enti rappresentativi della nostraRegione. D: Cosa ha fatto in concreto in questi anni peril suo Municipio?R: Innanzitutto ho cercato di riaprire ilMunicipio stesso al dialogo con tutte le partisociali rappresentative del commercio e abbia-mo cercato di dare un’immagine di serietà e diprogetto nell’espletamento delle nostre funzio-ni. A volte, in questo percorso, mi è capitato discontrarmi con la mancata applicazione deldecentramento amministrativo da parte delCampidoglio, anche se ho continuato imperter-rito la mia opera di punto di riferimento per lagente perché questa credo sia la prima funzio-ne di un politico.D: E come nasce la sua candidatura alle prossi-me amministrative del 28 maggio?Perché ilCampidoglio?R: La candidatura nasce rispetto alla volontà dicontinuare il cammino iniziato e soprattutto gra-zie all’impegno di altri amici che, come me, sisono messi in gioco nei propri municipi di rife-rimento nei territori della città. Persone checome me credono in una città differente, unacittà, Roma, che deve prendersi una rivincitarispetto al maltrattamento subito dalle giunte dicentrosinistra degli ultimi anni, a partire daRutelli fino a Veltroni oggi. Una città che pur-

troppo, a mio modo di vedere, non ha un’ani-ma né un’identità comune nei quartieri che lacompongono ,non ha un progetto di svilupponei suoi temi più importanti quali il trasporto,l’edilizia popolare, la sicurezza, lo sviluppocommerciale, le politiche per i giovani, e l’assi-stenza agli anziani, ai disabili, ed ai bisognosi. Iproblemi della città sono sotto gli occhi di tutti,inutile sottolinearlo e, forte dell’esperienza diquesti anni, porterò avanti il mio impegno e lemie battaglie con la coerenza, l’entusiasmo, ladeterminazione e la voglia di fare che ha carat-terizzato e contraddistinto il mio cammino finoad oggi.D: Un’ultima domanda: contro Veltroni la Cdlscende in campo con Gianni Alemanno, candi-dato unico per il centrodestra, nella corsa alCampidoglio. Cosa pensa di questa candidatura?R: Sicuramente Veltroni in questi cinque anni èstato bravo a coprire con le notti bianche, i con-certi in piazza ed il presenzialismo spudorato lecarenze strutturali di una città maltrattata cherischia veramente il collasso. Nostro compito inquesta campagna elettorale è quello di aprire gliocchi e compattare il popolo di centrodestra equello dei moderati sui veri problemi di unacittà difficile ed importante come Roma. La veri-tà è che questo centrosinistra non è riuscito arisolvere nessun problema malgrado i fondoerogati, vedi Giubileo, vedi i fondi europei nonutilizzati per incapacità di porre l’attenzione suiproblemi reali che interessano i cittadini.Vogliamo dare finalmente un futuro e una spe-ranza alla nostra amata Roma e condividoappieno l’investitura di Gianni Alemanno.

Samantha Trancanelli

LA PIAZZA D’ITALIA - CULTURA

Pag. 6 1-30 aprile 2006

Beni culturali: Roma, dal Cipe 3 mln europer la Domus AureaRoma, 29 mar. (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - I lavori di consolida-mento della Domus Aurea potranno contare su un altro importante con-tributo, pari a 3 milioni di euro, che si aggiungono ai 4 milioni di eurostanziati dalla Finanziaria 2006. Ad commentare il provvedimento deci-so oggi dal Cipe, Comitato interministeriale per la programmazioneeconomica, e' Rocco Buttiglione, ministro per i Beni e le Attivita'Culturali.

Roma: ‘Il mostro e il sacro’ al museo nazionaleromanoRoma, 29 mar. (Adnkronos Cultura) - Un uomo, una donna e un bambino, trecorpi sepolti nel cuore di Roma, tre corpi deformi uccisi. Al Museo NazionaleRomano di palazzo Massimo alle terme di Roma, si apre oggi il seminario 'Ilmostro e il sacro', organizzato dalla Soprintendenza archeologica di Roma perapprofondire l’accezione storico-religioso-giuridica dell’atipico, dell’amorfo, delmostruoso. A presentare sarà il soprintendente archeologo di Roma, AngeloBottini in un convegno della durata di due giorni.

Monza: al via “Adotta una biblioteca”per salvare libriMonza, 29 mar. - (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Garantire lunga vita a 5milatesti unici e preziosi conservati nella Biblioteca Civica di Monza fornendo l'oc-casione, allo stesso tempo, di inserire persone in difficolta' nel mondo del lavo-ro: un progetto culturale e sociale che ha dato vita ad ''Adotta una biblioteca'', ini-ziativa del Rotary Club Monza Ovest finalizzata alla conservazione preventivadel libro e all'inserimento formativo nel mondo del lavoro di persone in condi-zioni di svantaggio sociale.

Terza parte della lettura dell’Enciclica di Benedetto XVI

La collana storica de Il Giornale alle prese con Gerusalemme assediata

La carità della Chiesa come manifestazione dell’amore trinitario

Assedi medievali, gli incroci pericolosidel Medioevo

Nella nostra lettura della Lettera Enciclica“Deus Caritas Est” siamo ora giunti allaparte in cui l’interpretazione teologica efilosofica si lega all’esercizio concreto del-l’amore da parte della Chiesa che daComunità di fedeli assume la connotazio-ne di Comunità d’amore-agape. E’ questala parte dell’Enciclica più propriamente“politica”.Ma andiamo con ordine; nelle parole diBenedetto XVI è lo Spirito il motore, laforza che trasforma la comunità. Spiritoche circola per il mondo dalla morte delTrafitto, colui che morendo “emise lo spi-rito” (cfr Gv 19, 30), Spirito che muove laChiesa a rappresentare l’amore del Padreche sacrifica il Figlio per farsi unica fami-glia con l’umanità, Spirito che è la forzadella Chiesa nel cercare il bene integraledell’uomo.E’ questo un passaggio cruciale perché a

partire da esso può, anche all’attenzionedi occhi laici, essere ben compresa nonsolo l’importanza per la Chiesa dello slan-cio evangelizzatore attraverso la Parola e iSacramenti, ma anche quella dell’organiz-zazione di attività volte al servizio dellacarità, attività che la rende ancora oggimeritevole di alleviare sofferenze di tantiin ogni parte del mondo.Qui Papa Ratzinger racconta come nasce

la diaconia, il consesso dei Sette, fonda-mentalmente per esigenze organizzativelegate al “servizio delle mense” che siaccompagnava accanto al “servizio dellaParola”. Siamo sempre al tempo deglistessi Apostoli, per i quali la Comunione

(Koinon) era inizialmente il mettere tuttoin comune, per divenire poi successiva-mente lo sforzo per impedire forme dipovertà tale che a qualcuno fossero nega-ti i beni necessari per una vita dignitosa.L’esercizio della carità finisce per diveni-

re da subito il tratto caratteristico dei cri-stiani: esercizio della carità essendo illu-minati dallo Spirito. “Il grande scrittore cri-stiano Tertulliano racconta come la pre-mura dei cristiani verso ogni genere di

bisognosi suscitasse la meraviglia deipagani.”. L’azione politica di Giulianol’Apostata è un’altra testimonianza.L’imperatore avendo in odio, per avergliucciso i genitori in tenera età, il predeces-sore che si dichiarava fervente cristiano,tentò di riformare la religione paganaromana cercando in primis di riorganizza-re la struttura burocratica dell’antico credoriformato ispirandosi al sacerdozio cristia-no e più di tutti si sforzò di competerecon i cristiani nell’azione caritatevole,vedendo in essa il motivo del successo dei“Galilei”. Assume quindi alla luce della storia una

precisa connotazione la natura della caritàdella Chiesa, la medesima attività di caritàsu cui si accaniscono successivamente glistrali della critica marxista che vorrebbepiù giustizia e niente elemosina.L’esplodere delle contraddizioni tra gliStati nazionali ottocenteschi e la nuovaconfigurazione di società che prendepiede sull’onda della rivoluzione indu-striale crea l’aspettativa per la nascita diuno Stato onnipotente che tutto regolandobrandisca la spada della giustizia, annullile diversità, rendendo secondaria, quasiespressione di una patologia, l’eserciziodella carità.Quanto fosse sbagliata l’idea marxista lo

ha sancito la storia stessa sebbene il suoapproccio culturale, quello che fu allabase delle forme di Stato che hanno datoi risultati disperanti a cui abbiamo assisti-to nel passato recente sia tutt’altro chesconfitto, avendo abilmente dribblato i

suoi fallimenti in nome di un non meglioprecisato diritto ad essere consideratounico vero pensiero in ricerca di una giu-stizia terrena; Papa Ratinger rivendica a talproposito l’attualità della Dottrina Socialedella Chiesa : impegno per la giustizianella distinzione tra ciò che è di Cesare eciò che è di Dio, e servizio della carità. “La Chiesa non può e non deve prende-

re nelle sue mani la battaglia politica perrealizzare la società più giusta possibile.Non può e non deve mettersi al postodello Stato. Ma non può e non deve nean-che restare ai margini nella lotta per lagiustizia. Deve inserirsi in essa per la viadell’argomentazione razionale e deverisvegliare le forze spirituali, senza le qualila giustizia, che sempre richiede ancherinunce, non può affermarsi e prosperare.La società giusta non può essere operadella Chiesa, ma deve essere realizzatadalla politica. Tuttavia l’adoperarsi per lagiustizia lavorando per l’apertura dell’in-telligenza e della volontà alle esigenze delbene la interessa profondamente.”. “Nonuno Stato che regoli e domini tutto è ciòche ci occorre, ma invece uno Stato chegenerosamente riconosca e sostenga,nella linea del principio di sussidiarietà, leiniziative che sorgono dalle diverse forzesociali e uniscono spontaneità e vicinanzaagli uomini bisognosi di aiuto. La Chiesa èuna di queste forze vive: in essa pulsa ladinamica dell’amore suscitato dallo Spiritodi Cristo.”.

Giampiero Ricci

Nel proliferare delle iniziativeeditoriali che finiscono peraccodarsi alla vendita deiquotidiani, per tutto l’inver-no, si è segnalato per acutez-za e tempestività la decisionede Il Giornale di pubblicareper la collana della Biblioteca

Storica, un’opera vasta eapprofondita, ma non perquesto di difficile consultazio-ne, sulla storia del MedioEvo.La collana giunta quasi al

termine della sua pubblica-zione, ha portato nelle edico-

le nel mese di Aprile un lavo-ro di Marco Meschini, “AssediMedievali”, Il Giornale,Biblioteca Storica, pagg. 237.Il libro tratta la storia degliassedi di Antiochia, diGerusalemme da parte deiCrociati nel 1099, diGerusalemme da parte deiMussulmani nel 1187, di Tiroe di Acri. Dopo le conclusio-ni dell’autore, nel testo èanche presente un’appendiceche affronta di petto“Kingdom of Even”, il lavorosulle crociate di Ridley Scott,mettendo in fila quanto divero e quanto di romanzato omeglio di inventato c’è neldiscusso film.Tra le immagini che ci rega-

la la lettura del breve trattatodi Meschini, meritano men-zione quelle legate al raccon-to del coraggio di Corrado diMonferrato davanti alSaladino, quelle dell’esalta-zione di Goffredo daBuglione, che compie vestitodi lino bianco la via crucisnella Gerusalemme appenaespugnata, come anche laraggelante narrazione dell’or-rore per lo scempio dei cro-ciati che passano a filo dispada tutta, proprio tutta, lapopolazione diGerusalemme: uomini,donne, vecchi, bambini, al

punto da far sì che il sangueper le strade scorra come untorrente alto fino alle caviglie.C’è spazio per la disperazio-ne, la Vera Croce perduta efinita nelle mani dell’ersercitoislamico.Su tutti, per la sua bellezza“letteraria”, però l’aneddotolegato alla storia dell’assediodi Antiochia, la cittàdell’Apostolo Pietro.La vicenda, che certamenteispirò Tolkien per il finaledella Saga de Il Signore degliAnelli quando un esercitosoprannaturale accompagnaAragorn alla vittoria nella bat-taglia definitiva, è il resocon-to della vittoria insperata deicrociati, arrivata grazie allevisioni di Pietro Bartolomeo,condotto al rinvenimentoall’interno delle mura diAntiochia, della lancia chetrafisse Gesù Cristo.Attraverso le apparizionidell’Apostolo Andrea, mentrela battaglia volge al peggio alBartolomeo viene detto “Inverità sappi che chiunque laporterà in battaglia non saràmai sconfitto”. Pietro guiderànel ritrovamento della reli-quia e di lì a poco alla mira-colosa vittoria, legando cosìla missione dei Crociati alNuovo Testamento e allamistica Cristiana, come al

Vecchio Testamento laddovela parola di Dio narra diGiuda Maccabeo, eroe senzapaura della storia ebraica,aiutato nelle sue vittorie dacavalieri soprannaturali.

Da anni, con l’incipientemarginalizzazione dell’inizia-tiva politica europea, con ilruolo di secondo piano chesullo scacchiere internaziona-le recitano i principali paesidell’europa continentale, sisente parlare dell’attualità edella necessità di una riletturadella storia medievale. Unperiodo oscuro per moltiversi, un periodo però anchedi sviluppo, di individualismoprofondo, un individualismoche saldandosi alla tensioneper fede, legò la ricerca spiri-tuale alla ragione, come nelpensiero di Tommasod’Aquino, aprendo le porteall’Umanesimo e alRinascimento, cioè allamodernità. E’ di tutta evidenza allora

l’importanza della documen-tazione storica degli eventinarrati nel libro, proprio intempi come questi, dove dauna parte ci si affanna a direche non esiste nessuno scon-tro di civiltà con il vicinomondo mussulmano, ma dal-l’altra si alzano artatamente itoni riportando in auge con-

cetti e simboli come “jihad” e“Crociati”, che nell’immagina-rio collettivo occidentale rap-presentano significati decisa-mente appannati, ma che dal-l’altra parte sono invece benvivi e meritano attenzioneanche solo per capire attra-verso quale lente d’ingrandi-mento la nostra civiltà vieneosservata dagli eredi delSaladino.Sembra un paradosso, per noigli uomini dell’era dei media,il paragone con l’epoca deimonaci e dei cavalieri. Ma aben vedere non è così. Sottoquesto profilo infatti l’evocontemporaneo quello deimedia, vive il superamentodei mass-media a favore deinew-media, lo sviluppo diuna nuova forma di indivi-dualismo che nasce dallo sti-molo di media capaci diinstaurare un rapporto perso-nale con l’utilizzatore, leggiuomo (pensiamo alla rete),spingendoci alla ricerca,all’approfondimento e per-chénnò alla proiezione di unaimmagine di noi stessi su diuno specchio meno passivodella Tv e del Cinema, il tuttoper ricordarci come ciò cheriguarda noi stessi non puòche essere la nostra storia.

Giampiero Ricci

LA PIAZZA D’ITALIA - SPETTACOLO

1-30 aprile 2006 Pag. 7

Arriva il quarto episodio di Indiana Jones:Pronto il quarto capitolo sulle avventure dell’archeologo più famoso delmondo. Dopo oltre 10 anni di rinvii, la sceneggiatura firmata da JeffNathanson ha ricevuto il nulla osta definitivo dal regista StevenSpielberg, dal produttore George Lucas e dallo stesso protagonistaHarrison Ford. Secondo il portavoce di Spielberg le riprese dovrebberoiniziare entro il 2007, anche se il regista ha in cantiere il film su AbramoLincoln con Liam Neeson, ma, dopo Munich, pare sia più propenso agirare un film “leggero” come Indiana piuttosto che un altro film serio.

Gary Oldman torna a recitare in Harry PotterL’attore inglese ha confermato la sua partecipazione al quinto episodio dellasaga sul giovane maghetto dal titolo Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Ilruolo è sempre quello di Sirius Black, già interpretato nei due precedenti capi-toli. Nel film, diretto questa volta dal semisconosciuto David Yates, Harry saràalle prese con il ritorno del malefico Lord Voldemort. Per contrastarlo il presi-de della scuola di Hogwarts organizza dei corsi speciali di Difesa dalle ArtiOscure.

Will Smith nei panni di un ladro affascinanteWill smith sarà il protagonista dell’adattamento cinematografico dellaserie tv It Takes a Thief. La serie è stata trasmessa negli Stati Uniti dal1968 al 1970 ed il protagonista era Robert Wagner. Will interpreterà unaffascinante mascalzone che viene ricattato dal governo perché compiadei furti per il bene del paese.

AL CINEMA

Matt Dillon conferma il suo talentodi grande attore nel ruolo di Bukowski

I protagonisti del precedentecartone in un sequel che non delude

FACTOTUM

Il regista norvegese diKitchen Stories riesce adare un tocco di poesia adun film che molti, al con-trario, avrebbero realizzatopuntando su eccessi e stra-vizi.

Per chi ancora non losapesse la recitazione nonè enfatizzazione, ma pura esemplice verità, comesosteneva anche il grandeEduardo De Filippo, per-chè (a parte qualche aspet-to tecnico) fra la recitazio-ne teatrale e quella cinema-tografica non ci sono moltedifferenze.Lo sa bene Matt Dillon,sempre più coraggioso

nelle sue scelte professio-nali, che per misurarsi conil personaggio di CharlesBukowski adotta il registropiù inaspettato ma allostesso tempo più efficace:smussa gli angoli, abbassa itoni, lavora per sottrazione,limitando al minimo la reci-tazione. A dispetto delletinte forti che pure offrireb-bero gli eccessi del perso-naggio, è nell'umiltà diquesta scelta che trova lachiave vincente. Sbronze,scommesse, lavoretti sal-tuari e vita raminga: laparabola del suo HenryChinaski è la stessa delBukowski che conosciamoda Factotum e dagli altrisuoi libri. Distante anni

luce dall'icona, il ritratto diHamer e Dillon punta sulminimalismo per restituireanima e dignità all'uomo,liberandolo dal personag-gio. Silenzi, sguardi bassi epersi nel vuoto di Dillonparlano di un disagio e un'incomunicabilità quasi uni-versale. Incompreso fra gliincompresi, Chinaski simuove nella galassia diderelitti che sopravviveall'ombra dell'America scin-tillante. Il tutto in quasirigoroso silenzio, con ritmirallentati che il registamutua da quelli dello stes-so Bukowski e con unafotografia in grado di esa-sperare l'alienazione deiprotagonisti.

L’ERA GLACIALE 2

Il formidabile trio formatodal bradipo Sid, la tigreDiego e il mammuthManny devono risolvereun problemuccio di nonpoco conto: il ghiaccio cheriveste il loro habitat si stasciogliendo a vista d’oc-chio. Un’inondazione dalledimensioni incalcolabili staper distruggere la diganaturale, l’unica soluzioneè incamminarsi per rag-giungere, il più veloce-mente possibile, l’altraestremità della valle. Sulla

loro strada s’imbatterannoin due piccoli e dispettosiopossum, Crash e Eddie,per poi fare la conoscenzadi Ellie, femmina di mam-muth convinta di essere lasorella dei sopracitati. Giàfenomeno d’incassi a livel-lo planetario (con oltre 150milioni di dollari ottenutiin due settimane di pro-grammazione), il secondoe attesissimo capitolo deL’era glaciale – diretto que-sta volta dal solo CarlosSaldanha, “orfano” di ChrisWedge – non delude leaspettative, ma rimane di

qualche tono inferiorerispetto al precedente,straordinario episodio.Non è certo una sorpresa,ma quelle che ancora unavolta rimarranno piùimpresse saranno le incre-dibili gesta dello scoiattoli-no Scrat alle prese con lasua preziosissima ghiandae l’irresistibile “stupidità”del bradipo Sid caratteriz-zato, qui da noi, dalla vocedi Claudio Bisio. PinoInsegno e Leo Gullotta,prestano, di nuovo, le lorocorde vocali a Diego eManny.

Dal 25 al 30 aprile si èsvolto il VII Festival delcinema europeo di Lecce.La manifestazione, direttada Alberto La Monica,omaggia ogni anno unattore o un’attrice partico-larmente significativi delnostro cinema, e per que-sta edizione la scelta ècaduta su Lucia Bosè. Ladiva antidiva ha una bel-lezza senza tempo, è un’i-cona di libertà e ha sem-pre fatto scelte controcor-rente. Ha abbandonato ilcinema quando tutti lavolevano, anche se ognitanto vi fa ritorno. E’ vis-suta lontana dal clamoredelle cronache pur aven-do avuto per amici Picassoe Dalì e sposato il famosotorero Dominguin. Divisatra la Spagna e l’Italia con-tinua comunque a lavora-re in campo artistico: sioccupa di arti visive e havoluto aprire il Museo

degli Angeli, primo spazioal mondo esclusivamenteoccupato da oggetti, scul-ture e quadri che rappre-sentano queste creatureultraterrene. Per loro si èanche tinta i capelli di blu,colore che addosso adaltre sue coetanee farebbeinorridire, ma che leiporta con grazia cosìcome l'età che non lapreoccupa. Merito, dice,dell'entusiasmo e di unaserenità interiori che haimparato a coltivare.Eterna ragazza, si schermi-sce di fronte ai compli-menti e si stupisce di tantaattenzione a lei rivolta: "Soche la bellezza è un privi-legio e sono contenta dipossederla, ma la bellezzava illuminata altrimentinon conta nulla.”Coerentemente con il suomodo di essere accettasolo i progetti che la inte-ressano veramente, come

il film che sta per iniziarea girare. “Sarò Fernanda,la figlia zitella, nei Vicerédi Roberto Faenza. Holetto la sceneggiatura el'ho trovata bellissima.Queste sono le occasioniper quali vale la pena ditornare sul set", affermalasciando capire che aconvincerla è anche ilclima di amicizia che tro-verà durante la lavorazio-ne. Oltre all’omaggio aLucia Bosè, della quale trai tanti film che l’hannovista protagonista sonostati presentati il classicoNon c’è pace tra gli ulivi eil più recente HaremSuaré, il festival ha pre-sentato anche tanti filminteressanti in concorsofra cui l’italiano SandraKristoff di Vito Vinci.Inoltre in apertura e chiu-sura, fuori competizione,due opere importanti:These Foolish Things di

Julia Taylor-Stanley conAngelica Huston e LaurenBacall, e il film a più maniBambini firmato daAlessio Federici, PeterMarcias, Andrea Burrafato,Michele Rho.Particolarmente importan-te anche la finestra sulcinema albanese, cinema-tografia di cui poco siconosce e che invece non-ostante le difficoltà econo-miche è lentamente torna-ta a realizzare prodotti diqualità. A completare lamanifestazione, la retro-spettiva integrale diAndrej Tarkovskij e "Legiornate degli attori":quattro appuntamenti coni volti giovani del cinemaitaliano, durante i quali aconfrontarsi con il pubbli-co saranno Iaia Forte,Gianfrancesco Favino,Gianmarco Tognazzi eTommaso Ragno.

Raffaella Borgese

In attesa del suo ritorno sul grandeschermo con il film dei Taviani, ilfestival di Lecce le rende omaggio

Lucia Bosè:la diva antidiva

LA PIAZZA D’ITALIA - TEMPO LIBERO

Pag. 8 1-30 aprile 2006

Mondiali 2006, Inzaghi: ''Rimettere tuta azzur-ra è emozione unica''Roma - ''Rimettere la tuta azzurra è una emozione unica''. FilippoInzaghi si presenta così alla Borghesiana: l'attaccante del Milan, con-vocato dal ct azzurro Marcello Lippi per lo stage di due giorni, torna inNazionale dopo una assenza di quasi due anni. ''Mi viene in mente ilmio calvario -aggiunge- e ora mi godo queste due giornate. Per ora nonpenso alla convocazione per i Mondiali, preferisco fare un passo pervolta.

Calcio: tim cup, totti convocato per l'interRoma - Adesso e' ufficiale: Francesco Totti torna a far parte dell'elenco deiconvocati di Luciano Spalletti in occasione della finale d'andata di CoppaItalia tra Roma e Inter. Torna a disposizione anche il congolese ShabaniNonda.

Motomondiale: Rossi, tra un mese e mezzo deci-do sulla F1Parigi - Entro ''un mese e mezzo'' Valentino Rossi annuncera' la sua deci-sione in merito al possibile passaggio in Formula 1. Una scelta che anchein caso di 'no' alla classe regina dell'automobilismo e alla Ferrari, che adetta del pesarese ''attende una mia decisione'', potrebbe contemplare l'ad-dio alle due ruote ma non prima di ''due o tre anni''. Lo ha detto lo stessoRossi in un'intervista rilasciata al quotidiano parigino 'Le Figaro': ''LaFerrari attende una mia decisione.

IL TURISMO DEI SOGNI NELL’ITALIA SCONOSCIUTA

E’ tempo di pianificare le vacan-ze estive, c’è chi pensa di tra-scorrerle in luoghi affollati e chiinvece ha il desiderio di scopri-re posti nuovi e magari lontanidal caos e dallo stress. Così è nata l’idea di progettare erealizzare una guida che si occu-

passe di questo tipo di turismo,dei borghi italiani poco cono-sciuti e che, tra l’altro, sono arischio di spopolamento, avendomeno di duemila abitanti.La pubblicazione s’intitola “ILTURISMO DEI SOGNI” edita acura dell’UNPLI - UNIONE

NAZIONALE DELLE PRO LOCO,in collaborazione con Ministerodel Lavoro e delle Politichesociali e legata al ProgettoAPERTO PER FERIE. “Abbiamovoluto raccogliere in questovolume – ha detto Claudio NAR-DOCCI Presidente NazionaleUNPLI – l’esperienza, le voci,l’entusiasmo che abbiamoincontrato nelle visite a questipiccoli borghi lungo i due annidi viaggio su e giù per l’Italia.Luoghi che rappresentano unpatrimonio inesauribile di cultu-ra popolare e di patrimonio cul-turale di cui nessuno parlava.Sono infatti oltre 2800 i borghiin Italia con meno di 2000 abi-tanti. Un patrimonio culturale epaesaggistico di cui andare fieri,fatto di quella volontà di resiste-re e conservare il proprio terri-torio che le Pro Loco d’Italiafanno da oltre 125 anni. Non

potevamo, anche noi, rimaneresordi a tutto questo. Noi che,con oltre 5000 Pro Loco e oltre500.000 soci volontari, siamocapillarmente presenti anche inqueste piccole realtà a fiancodei sindaci.La Guida “IL TURISMO DEISOGNI”, nasce dall’ambiziosoprogetto e dal duro lavoro didue anni di ricerche con intentodi ridare sostegno e visibilitàturistica a questi territori destina-ti, purtroppo, allo spopolamen-to, stimolando il turismo che, asua volta, spinge gli abitantilocali ad intraprendere iniziativeimprenditoriali.Un altro punto da sottolinearemolto importante, è che ènecessario coinvolgere i resi-denti dei borghi, in questoambizioso progetto di sviluppo,proprio come attori protagonistinella realizzazione di un sogno.

La guida tende ad esaltare lericchezze culturali e monumen-tali, a elogiare le tradizionipopolari, a stuzzicare i palatigolosi decantando il patrimonioeno-gastronomico e ad indicarepercorsi da scoprire di ventiborghi italiani ancora pococonosciuti. L’UNPLI, cerca, attraverso que-sto innovativo programma, dimettere in moto un sistema chepossa convergere nel circuitodel turismo internazionale,ovvero facendo riscoprire picco-le realtà nascoste ai visitatori incerca di novità e relax . Alice LUPILodando, con consapevolezza,l’unicità del prodotto offerto,come una miscela irresistibil-mente attraente di risorse natu-rali, storiche ed eno-gastrono-miche racchiuse in questi nostripiccoli borghi italiani.

Milano - C'è la Juventus a 3 punti a tregiornate dalla fine del campionato, ma incasa Milan l'eliminazione in ChampionsLeague con il Barcellona non è argomentoche si può dimenticare in fretta. ''E' stataapprezzata la prestazione del Milan al di làdel risultato negativo, questo è un aspettoimportante, siamo stati apprezzati dallastampa e da parte dei nostri tifosi'', hadetto Carlo Ancelotti in conferenza stam-pa. ''Nonostante la delusione, i tifosihanno avuto la soddisfazione di vedereuna squadra che ha dato tutto. Questo èimportante per le prossime partite, ci con-forta, e ha attenuato un po' la nostra delu-sione'', ha aggiunto il tecnico rossonero. E allora caccia alla Juve. ''Il nostro pensie-ro - dice - è che saremmo più contenti sein campionato ci fossero ancora dieci-undici partite. Invece ci restano poche par-tite per recuperare''. ''L'unica cosa che pos-siamo fare per sperare è cercare di farenove punti - taglia corto l'allenatore del'Diavolo' - poi nel calcio può sempre suc-cedere di tutto. In campionato, per il resto,non ci sono stati ancora verdetti a eccezio-ne della retrocessione di Treviso e Lecce.Tutte le altre squadre sono ancora in balloper qualcosa''. E aggiunge: ''La Juve ha piùpressione su queste partite rispetto allepartite precedenti. Hanno gestito le partiteprecedenti con più tranquillità, adesso è

tornata la pressione anche per loro''.Anche se, osserva Ancelotti, ''il pallino cel'ha in mano la Juve, se fa sette punti è aposto''. ''Il campionato - aggiunge il misterrossonero - l'avevamo per la verità accan-tonato un po' tutti noi, diciamoci la verità.Comunque, adesso vediamo. I miei gioca-tori hanno recuperato tutti e domani met-terò in campo la formazione più affidabilepossibile''. Senza Champions sia Juve che Milan, dun-que. E almeno in quello bianconeri e ros-soneri sono pari. ''Ma la Champions mimanca'', spiega Ancelotti. ''Adesso abbia-mo un'obiettivo che è quello di fare novepunti in campionato per tenerlo vivo finoall'ultima giornata''. Dal Barcellona alLivorno, da Eto'o a Lucarelli. ''Il bomberamaranto è un giocatore di grande valore,meno di qualità forse rispetto a Eto'o, macertamente è il miglior giocatore delLivorno. Che, tra l'altro, è tornato a vince-re proprio prima di giocare con noi''.Ancelotti è perciò convinto che il suoMilan possa ancora dare tanto. ''Non capi-sco perché quando si parla delle prospet-tive del Milan, si parla solo di Cafu,Costacurta, Maldini e Serginho. Se si pensaall'ossatura - fa notare il tecnico - cioè aNesta, Kaladze, Kakà, Shevchenko eGilardino, si evince che è una squadra chepuò andare avanti ancora negli anni''. ''Perl'anno venturo - aggiunge - qualche gioca-tore andrà via, come Stam, ma verrà rim-piazzato e poi i ritocchi saranno fatti inbase alla funzione dei giocatori che lasce-ranno. La rosa rimarrà grosso modo la stes-sa, la società ha pianificato tutto e andia-mo con tranquillità verso le prossime trepartite di campionato''. Un discorso che serve anche per replicareai media spagnoli, sempre convinti cheAncelotti sarà il prossimo allenatore delReal Madrid. ''Forse depistano. Non so,non mi interessa'', si limita a borbottare ilmister rossonero che ha liquidato allo stes-so modo la voce di mercato che vorrebbeGigi Buffon in rossonero: ''Dida resta, senon rinnova il contratto cercheremo unaltro portiere nel 2007. Buffon? E' un'uto-pia''.

Si prepara la volata conclusiva per lo Scudetto 2005-2006

Ancelotti: “Adesso la Juveè sotto pressione”

cruciali? Sostanzialmente tre:elezione dei presidenti diCamera e Senato, elezione delpresidente della Repubblica,referendum sulle riforme.Dopo il referendum di giugno,fuoco alle polveri e chi più neha più ne metta!Incombe la elezione del nuovopresidente della Repubblica.

Rielezione di Ciampi, mandatoad Amato o a chicchessia, saràquesto il primo appuntamentoche misurerà la volontà dei dueschieramenti di collaborare nel-l’interesse del Paese.Berlusconi qualche tempo faha teso la mano, prendendoatto che il popolo si è pronun-ciato per un “x” in schedina. Prodi ha risposto picche, hadetto “prendiamo tutto noi” –

quasi avesse una maggioranzatalmente confortante da poterfare e disfare a suo piacimento.Su di un’unica cosa Prodi dove-va sperare: vincere con largomargine per poter gestire senzatraumi le evidenti contrapposi-zioni all’interno dell’Unione.Questo non è avvenuto e, èevidente a tutti, al primo intop-po si va tutti a casa. E noi avotare.

Il governicchio dell’Unione Prosegue a pag. 1

Intercettazioni: la GEA verrà sciolta entro giugno

Monta lo scandalodegli arbitri su richiesta

ROMA – (ANSA) "Sciogliere la Gea? Non è unadecisione di questi giorni, ma è una cosa cheabbiamo ponderato bene negli ultimi due mesi.Non si può lavorare costantemente con laGuardia di Finanza e i magistrati nel tuo ufficiodi piazza Barberini", è Franco Zavaglia, socio diAlessandro Moggi alla Gea, a confermare che ladecisione di chiudere la società di procuratori ècosa fatta, e che avverrà entro giugno. Ci siamo scocciati, ogni cosa che accade inquesto paese è colpa della Gea - ha continua-to Zavaglia, che è stato anche procuratore diFrancesco Totti - Entro giugno chiuderemo,bisognerà adempiere alle questioni burocrati-che, poi ognuno di noi tornerà a fare il procu-ratore di calciatori per contro proprio, comefaceva prima: Alessandro Moggi a Napoli, io aRoma, Calleri a Roma... Le procure restano indi-viduali, perché nella Gea confluivano in comu-ne diritti patrimoniali". "Non è una sconfitta per la Gea - precisaZavaglia - No, è solo un volersi togliere dallerogne, perché dobbiamo lavorare. Il fattore sca-tenante della decisione non è né le intercetta-zioni né l'inchiesta di Napoli, ma tutte le cosedette su di noi: non possiamo stare otto mesi aconfrontarci con la magistratura e due soli alavorare", ha chiuso Zavaglia. Franco Carraro prova ad arginare la mareamontante dello scandalo intercettazioni conl'avviso che non ci saranno sconti per nessuno.E intanto la Procura di Roma punta i suoi farisu Luciano Moggi, nell'ambito dell'inchiestaGea: il dg rischia l'iscrizione nel registro degliindagati per illecita concorrenza con minacce eviolenza. E in serata va con l'avvocato dellaJuve da Giulia Bongiorno, il legale del figlionell'inchiesta Gea. Nel giorno in cui Giraudo da Torino contrattac-ca parlando di ''processo mediatico'' e a tutti

precisa che non intende dimettersi, arriva dal-l'inchiesta dei pm Palaia e Palamara il segnalepiu' duro in prospettiva. In assenza di riscontripenali a Torino sulle influenza del dg bianco-nero su Pairetto (ma per la giustizia sportiva ''ivalori da tutelare sono diversi'', ha avvisatoCarraro), resta da stabilire se i magistrati roma-ni saranno dello stesso avviso sull'intreccio diprocuratori, giocatori, societa' per la quale inda-ga sotto il nome di Gea e Moggi jr., ma da oraanche Moggi senior. Carraro ha infatti detto grazie alla procura diTorino per il suo lavoro e la collaborazione conla Federcalcio, ed estendendo il ringraziamentoa quella di Roma ha detto esplicitamente:''Saremo tempestivi e rigorosi. I tempi? Non ungiorno, ma veloci: dipende pero' dall'analisidelle 272 pagine arrivateci da Torino e girate aRoma. La giustizia ordinaria ha piu' mezzi diquella sportiva...Ma noi potremo procedereanche a stralci''. Tradotto: la prima tranche delle indagini Figcriguarderanno le posizioni degli arbitri citatinelle telefonate intercettate. Dattilo, Trefoloni,Dondarini e Bertini oggi non sono stati desi-gnati: si tratta per ora di una sospensione pertenerli fuori dalla bagarre, ma per quando aluglio Mattei dovra' fornire gli organici dei diret-tori di gara della prossima stagione Carrarovuole la garanzia che non vi siano 'mele marce'. Nelle telefonate intercettate, oltre a quanto gia'palesato, comparirebbe il nome di altre societa'collegate al dg bianconero nelle sue chiamate'arbitrali'. Spuntano nomi inediti, come quellidel presidente Aia Lanese nella veste dei suoirapporti istituzionali con Bergamo e Pairetto. Enon e' un caso se oggi dalla Lega di Milano ipresidenti riuniti abbiano indicato Collina comedesignatore, con un'associazione arbitri indi-pendente.