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- Benedetto XVI ha introdotto la preghiera mariana dell Angelus
dal Palazzo Apostolico di Piazza san Pietro nella IV c Domenica di
Quaresima 14 marzo 2010 Benedetto XVI ha introdotto la preghiera
mariana dell Angelus dal Palazzo Apostolico di Piazza san Pietro
nella IV c Domenica di Quaresima 14 marzo 2010
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- In quel tempo, si avvicinavano a Ges tutti i pubblicani e i
peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano
dicendo: Costui accoglie i peccatori e mangia con loro. Ed egli
disse loro questa parabola: Un uomo aveva due figli. Il pi giovane
dei due disse al padre: Padre, dammi la parte di patrimonio che mi
spetta. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo,
il figlio pi giovane, raccolte tutte le sue cose, part per un paese
lontano e l sperper il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto.
Dal Vangelo secondo Luca 15, 1-3. 11-32
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- Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande
carestia ed egli cominci a trovarsi nel bisogno. Allora and a
mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che
lo mand nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi
con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava
nulla. Allora ritorn in s e disse: Quanti salariati di mio padre
hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzer, andr da
mio padre e gli dir: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a
te; non sono pi degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come
uno dei tuoi salariati. Dal Vangelo secondo Luca 15, 1-3.
11-32
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- Si alz e torn da suo padre. Quando era ancora lontano, suo
padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gett al
collo e lo baci. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato verso il
Cielo e davanti a te; non sono pi degno di essere chiamato tuo
figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito
pi bello e fateglielo indossare, mettetegli lanello al dito e i
sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo
e facciamo festa, perch questo mio figlio era morto ed tornato in
vita, era perduto ed stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Dal Vangelo secondo Luca 15, 1-3. 11-32
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- Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu
vicino a casa, ud la musica e le danze; chiam uno dei servi e gli
domand che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: Tuo
fratello qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso,
perch lo ha riavuto sano e salvo. Egli si indign, e non voleva
entrare. Suo padre allora usc a supplicarlo. Dal Vangelo secondo
Luca 15, 1-3. 11-32
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- Ma egli rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e
non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato
un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che tornato
questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le
prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il
padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ci che mio tuo; ma
bisognava far festa e rallegrarsi, perch questo tuo fratello era
morto ed tornato in vita, era perduto ed stato ritrovato. Dal
Vangelo secondo Luca 15, 1-3. 11-32
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- Questa pagina di san Luca costituisce un vertice della
spiritualit e della letteratura di tutti i tempi
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- Infatti, che cosa sarebbero la nostra cultura, larte, e pi in
generale la nostra civilt senza questa rivelazione di un Dio Padre
pieno di misericordia? Essa non smette mai di commuoverci, e ogni
volta che lascoltiamo o la leggiamo in grado di suggerirci sempre
nuovi significati. Soprattutto, questo testo evangelico ha il
potere di parlarci di Dio, di farci conoscere il suo volto, meglio
ancora, il suo cuore.
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- Dopo che Ges ci ha raccontato del Padre misericordioso, le cose
non sono pi come prima, adesso Dio lo conosciamo: Egli il nostro
Padre, che per amore ci ha creati liberi e dotati di coscienza, che
soffre se ci perdiamo e che fa festa se ritorniamo.
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- Per questo, la relazione con Lui si costruisce attraverso una
storia, analogamente a quanto accade ad ogni figlio con i propri
genitori: allinizio dipende da loro; poi rivendica la propria
autonomia; e infine se vi un positivo sviluppo arriva ad un
rapporto maturo, basato sulla riconoscenza e sullamore
autentico.
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- In queste tappe possiamo leggere anche momenti del cammino
delluomo nel rapporto con Dio.
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- Vi pu essere una fase che come linfanzia: una religione mossa
dal bisogno, dalla dipendenza. Via via che luomo cresce e si
emancipa, vuole affrancarsi da questa sottomissione e diventare
libero, adulto, capace di regolarsi da solo e di fare le proprie
scelte in modo autonomo, pensando anche di poter fare a meno di
Dio.
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- Questa fase, appunto, delicata, pu portare allateismo, ma anche
questo, non di rado, nasconde lesigenza di scoprire il vero volto
di Dio. Per nostra fortuna, Dio non viene mai meno alla sua fedelt
e, anche se noi ci allontaniamo e ci perdiamo, continua a seguirci
col suo amore, perdonando i nostri errori e parlando interiormente
alla nostra coscienza per richiamarci a s.
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- Nella parabola, i due figli si comportano in maniera opposta:
il minore se ne va e cade sempre pi in basso, mentre il maggiore
rimane a casa, ma anchegli ha una relazione immatura con il Padre;
infatti, quando il fratello ritorna, il maggiore non felice come lo
, invece, il Padre, anzi, si arrabbia e non vuole rientrare in
casa.
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- I due figli rappresentano due modi immaturi di rapportarsi con
Dio: la ribellione e una obbedienza infantile. Entrambe queste
forme si superano attraverso lesperienza della misericordia. Solo
sperimentando il perdono, riconoscendosi amati di un amore
gratuito, pi grande della nostra miseria, ma anche della nostra
giustizia, entriamo finalmente in un rapporto veramente filiale e
libero con Dio.
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- Cari amici, meditiamo questa parabola. Rispecchiamoci nei due
figli, e soprattutto contempliamo il cuore del Padre. Gettiamoci
tra le sue braccia e lasciamoci rigenerare dal suo amore
misericordioso. Ci aiuti in questo la Vergine Maria, Mater
misericordiae.
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