UNIVERSITA DI MODENA E REGGIO EMILIA Prof. Maria Angela Becchi
Medicina di Comunit Metodi e Strumenti organizzativi della Medicina
di Comunit CdL in Medicina e Chirurgia 5 anno a.a. 2010-2011 6
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Metodologia Medica Metodo della Medicina clinica tradizionale
Metodo clinico diagnostico- terapeutico Metodo della Medicina di
Comunit Metodo clinico- assistenziale- organizzativo-
relazionale
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Pazienti complessi che richiedono continuit delle cure
1.Integrazione Verticale (fra Ospedale e Servizi territoriali)
Orizzontale (fra servizi sanitari, fra servizi sanitari e sociali)
2.Coordinamento di attivit erogate da professionisti diversi di una
stessa equipe di attivit erogate da equipe diverse 3.Alleanza
terapeutica Educazione Terapeutica di paziente e famiglia Supporto
dei servizi Organizzazione, monitoraggio e verifica di Percorsi di
Cura e Assistenza alla persona Metodo organizzativo della Medicina
di Comunit 1.Procedure organizzative (Strumento della integrazione)
2.Responsabilit e Linee di Responsabilit (Strumenti del
coordinamento) 3.Istruzioni operative (Strumenti della Educazione
Terapeutica) Attivit di equipes multiprofessionali
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Il metodo organizzativo della Medicina di Comunit si basa su
attivit di Equipes Multiprofessionali
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Equipe Multiprofessionale Significato E linsieme dei
professionisti sanitari e/o sociali che in modo integrato e
coordinato rispondono ai bisogni multidimensionali di salute dei
pazienti complessi che richiedono contemporaneamente prestazioni
diverse (diagnosi, cura, riabilitazione, assistenza tutelare,
educazione sanitaria e terapeutica, informazione e counselling) Se
il paziente assistito a domicilio lEquipe prevede anche i familiari
e altre persone che forniscono aiuto (assistenti retribuiti,
volontariato)
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Equipe Multiprofessionale Scopo Realizzare un approccio
integrato e unitario (= coordinato) al paziente complesso con presa
in carico globale e continua nella rete dei servizi
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Equipe Multiprofessionale Principi Linguaggio comune: i
professionisti devono comunicare fra loro usando termini comuni, in
riferimento a salute e bisogni di salute, offerta dei servizi,
risultati, esiti di cure e assistenza Metodi e strumenti condivisi:
ogni professionista deve usare metodi e strumenti del proprio
specifico professionale e metodi e strumenti del lavoro di equipe
Coordinamento: le varie prestazioni professionali devono essere
coordinate sul paziente attraverso la identificazione di un
coordinatore (operatore della Equipe identificato in modo
flessibile sulla base della complessit del paziente e del carico
prevalente, di competenze ed esperienza) Relazioni interpersonali:
i professionisti devono sapere relazionarsi fra loro e con pazienti
e famiglie adottando i principi della comunicazione (ascoltare,
parlare), della fiducia, del reciproco aiuto, del rispetto di
opinioni diverse
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Equipe Multiprofessionale Tipologie a Attivit Equipe del PUA
(Punto Unico di Accesso ai servizi territoriali). E nel Distretto
Operatori: Medico Distretto, Infermiere Territoriale, Assistente
Sociale Attivit 1.riceve le segnalazioni dei pazienti (da H,
Domicilio, Residenza) per laccesso a servizi territoriali (AD, AR,
SS). 2.Decide la attivazione dei servizi territoriali appropriati:
UVG-UVM (per valutazione P) o Servizi AD o AR o SS (per assistere
P) 1. Equipe organizzativa
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Unit di Valutazione Geriatrica (UVG), Unit di Valutazione
Multidimensionale (UVM). Operatori: Medico (Geriatra, Psichiatra,
Pediatra o MMG) + Infermiere Territoriale + Assistente Sociale del
Comune di residenza del P 2. Equipe Valutativa Attivit: 1.si reca
nel luogo di assistenza del paziente: H, Residenza, Domicilio
2.effettua VM + PAI 3.definisce il setting assistenziale pi
appropriato (domiciliare o residenziale) 4.Segnala al PUA il
setting appropriato
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3. Equipes operative Equipe di ADI Operatori: MMG, IT, OSS
Attivit: cura e assistenza con accessi individuali, programmati VM
+ PAI se non fatti in precedenza Equipe di Residenza Operatori: MMG
o Medico di Residenza, Infermiere di Residenza, OSS di Residenza
Attivit: cura e assistenza con prestazioni individuali,
programmate
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3. Equipes Operative Equipe di Reparto ospedaliero Operatori:
MO, CS, OSS Attivit: Attuali: cura, assistenza infermieristica,
tutelare Richieste: VM + PAI (per DOP)
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Le equipes multiprofessionali consentono di sviluppare i
Percorsi di Cura e Assistenza
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Insieme delle attivit clinico-assistenziali-organizzative
appropriate a rispondere ai bisogni multidimensionali del Paziente
nelle diverse fasi di malattia (esordio, fase acuta, fase
post-acuta, cronicizzazione, riacutizzazioni, fase terminale)
erogate da Operatori diversi, avente come obiettivo finale la presa
in carico globale e continua del paziente nella rete dei servizi,
accompagnandolo nelle fasi di accesso, utilizzo dei vari servizi e
nel passaggio dalluno allaltro. Percorso di Cura e Assistenza
(PCA)
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Caratteristiche di un Percorso di Cura e Assistenza
1.Scaturisce dalla valutazione multidimensionale di bisogni
effettuata in equipe nei nodi della rete in cui il paziente viene
visto (ambulatori, domicilio, residenze, ospedale) 2.E descritto
dal Piano Assistenziale Individuale (PAI) steso in equipe a vari
regimi (ambulatoriale, domiciliare, residenziale, ospedaliero) e a
diversa intensit assistenziale (intensivo, estensivo, di
lungoassistenza) 3.Prevede la costante sorveglianza
clinico-assistenziale del paziente nelle varie fasi della malattia
secondo Linee Guida diagnostico-terapeutiche (esordio, fase acuta,
fase postacuta, fase di stabilit, ricadute, complicanze,
terminalit) e nei vari settings assistenziali attivati 4.Prevede il
coordinamento delle attivit erogate dai singoli professionisti di
ogni equipe (Coordinatore di equipe) e dellintero PCA (Coordinatore
del PCA) 5.Prevede l accompagnamento del paziente nellaccesso e
dimissione dai servizi secondo Procedure organizzative e linee di
Responsabilit fra equipe diverse 6.Prevede verifica periodica della
appropriatezza del PAI, dei risultati di servizio (risorse
utilizzate, processi attuati, costi sostenuti) ed esiti su paziente
e famiglia (salute, autonomia, qualit di vita, soddisfazione)
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Percorsi di Cura e Assistenza Esempi 1.Dimissione Ospedaliera
Protetta (DOP) 2.Percorsi di Cura e Assistenza nelle patologie
croniche: Patologie croniche neurologiche e osteo-oarticolari con
disabilit progressiva Patologie dismetaboliche ed endocrine
Disturbi psichici AIDS IRC e BPCO Cardiopatia cronica e scompenso
cardiaco Esiti di ictus cerebrale Esiti di fratture del femore
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E la dimissione dallOspedale di Pazienti che hanno superato la
fase critica che ha determinato il ricovero, ma che non hanno
ancora esaurito lo stato di bisogno e per i quali necessario
formulare prima della dimissione un piano di interventi
socio-sanitari che garantisca la continuit assistenziale nei
servizi territoriali domiciliari o residenziali 1. Dimissione
Ospedaliera Protetta (DOP)
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Collegamento funzionale fra Ospedale e Servizi territoriali E
definito da Procedura organizzativa DOP: documento che definisce:
Tappe del processo, operatori, strumenti (chi fa, che cosa, come)
responsabilit e linee di responsabilit Strumenti di comunicazione
1.Equipe ospedaliera di reparto: MO, Infermiere, OSS 2.Equipe
valutativa: ospedaliera o territoriale: UVM (medico, infermiere
territoriale, AS) 3.Equipe territoriale domiciliare o residenziale:
MMG, Infermiere, OSS La DOP richiede una buona organizzazione
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Paziente dimissibile da Reparto per acuti Procedure
organizzative di Continuit Assistenziale da Ospedale Dimissione e
accesso ad ADI Trasferimento in Lungodegenza Dimissione con accesso
a Servizi di Specialistica ambulatoriale (CAD, Amb. Scompenso..)
Segnalazione a Reparti (Modulo) Segnalazione a PUA Distretti
(Modulo ADI) Segnalazione a PUA Distretti (Modulo UVG,UVM)
Segnalazione al MMG (Lettera di dimissione) Dimissione e accesso a
RSA, RP, Hospice Dimissione con accesso a Presidi e Ausili
Richiesta del MO (Modulo) DOP
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Modello organizzativo DOP sperimentale PUA di H PUA di
Distretto Ospedale di Baggiovara Pianificazione della probabile
dimissione difficile da parte di un Case Manager Infermieristico
ospedaliero Distretto di Modena
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Modello DOP sperimentale PUA di Ospedale Rischio Alto Esempi di
Paziente ad Alto Rischio di dimissione difficile: 1.Pazienti
tracheostomizzati (eleggibili per RSA ad elevata Intensit
assistenziale) 2.Pazienti con ictus o frattura (eleggibili per RSA
riabilitativa) 3.Pazienti non autonomi con famiglia che non
garantisce la sostenibilit dellADI (eleggibili per RP) 4.Pazienti
con polipatologia a rischio di riacutizzazione (eleggibili per
LDG/DPA) MedioBasso Funzioni: ricezione delle segnalazioni dei
Pazienti a rischio di dimissione difficile (segnalati dai Reparti:
MO + CS) e coordinamento dei percorsi per la DOP Strumento: BRASS
Index (Scheda Informatizzata) Risorse: 1 Infermiere Case Manager
(proveniente dal Distretto di Modena) + 1 AS (in ospedale del
Comune di Modena)
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Et 0= 55 anni o meno 1= 56-64 anni 2= 65-79 3= 80 e pi
Condizione di vita e supporto sociale (una sola opzione) 0= vive
con il coniuge in grado di dare supporto 1= vive con la
famiglia/badante 2= vive solo con il sostegno di familiare/i 3=
vive solo con il sostegno di amici/conoscenti 4= vive solo senza
alcun sostegno o con coniuge non in grado 4= assistenza
domiciliare/residenziale Stato funzionale (ogni opzione osservata)
0= autonomo (indipendente in ADL e IADL) Dipendente in 1=
alimentazione/nutrizione 1= igiene, abbigliamento 1= andare in
bagno 1= spostamenti/mobilit 1= incontinenza intestinale 1=
incontinenza urinaria 1= preparazione del cibo 1= responsabilit
nelluso di medicinali 1= capacit di gestire il denaro 1= fare
acquisti 1= utilizzare i mezzi di trasporto Stato cognitivo (una
sola opzione) 0= orientato 1= disorientato in alcune sfere* qualche
volta 2= disorientato in alcune sfere* sempre 3= disorientato in
tutte le sfere* qualche volta 4= disorientato in tutte le sfere*
sempre (anche delirium) 5= comatoso *sfere: spazio, tempo, luogo, s
Modello comportamentale (ogni opzione osservata) 0= appropriato 1=
vagabondaggio 1= agitato 1= confuso 1= altro Mobilit (una sola
opzione) 0= deambula 1= deambula con aiuto ausili 2= deambula con
assistenza 3= non deambula Deficit sensoriali (una sola opzione) 0=
nessuno 1= deficit visivi o uditivi non corretti 2= deficit visivi
e uditivi non corretti Ricoveri pregressi o accessi a PS (una sola
opzione) 0= nessuno negli ultimi 3 mesi 1= 1 negli ultimi 3 mesi 2=
2 negli ultimi 3 mesi 3= pi di 2 negli ultimi 3 mesi Problemi
clinici attivi (una sola opzione) 0= 3 problemi clinici 1= da 3 a 5
problemi clinici 2= pi di 5 problemi clinici Farmaci assunti (una
sola opzione) 0= meno di 3 farmaci 1= da 3 a 5 farmaci 2= pi di 5
farmaci Punteggio totale BRASS Index (Blaylock Risk Assessment
Screening Score (Blaylock 1992)
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Indice di rischio Punteggio Significato 0-10 Rischio Basso
Soggetti a basso rischio di dimissione difficile o di problemi dopo
la dimissione. Non richiedono particolare impegno per
lorganizzazione della dimissione 11-19 Rischio medio Soggetti a
medio rischio di dimissione difficile per problemi legati a
situazioni cliniche complesse che richiedono istituzionalizzazione
20 Rischio alto Soggetti ad alto rischio di dimissione difficile
per problemi rilevanti che richiedono continuit di cura e
assistenza in Strutture
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Chi: MO + CS Dove*: a Servizio di H o di Distretto Come**:
rilevazione criticit, invio Scheda segnalazione Valutazione
Paziente Chi: UVM di H o di Distretto Dove: in Reparto Come:
colloquio con F + VM + PAI Scelta e Attivazione ST Chi: UVM
Distretto Dove: NODO,RSA, RP Come: telefono DOP Identificazione del
paziente eleggibile per DOP e segnalazione al Servizio preposto
Schema attuale per DOP **Come: 1.Scheda Brass (sperimentale)
2.criteri medici non standardizzati Chi: MO Dove: domicilio,RSA, RP
Come: lettera di dimissione *Dove: ogni Azienda ha la sua
organizzazione 1.Nei grossi H: servizio DOP 2.In ogni Distretto:
PUA
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Note Nella RER la attivazione della UVM/UVG dallOspedale viene
fatta solo per pazienti eleggibili per RSA/CP o per NODO I criteri
di eleggibilit per RSA/RP sono giudicati tali dal MO, che attiva la
UVM. Fatta eccezione per la sperimentazione di Baggiovara non viene
seguita una Scheda guida per la rilevazione delle criticit Se il
paziente va in ADI (non NODO), la valutazione viene fatta a
domicilio dal team domiciliare
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Chi: CS Dove: a Servizio di H o PUA di Distretto Come: invio
Scheda segnalazione delle criticit Valutazione Paziente Chi: UVM di
H o di Distretto Dove: in Reparto Come: colloquio con F + VM + PAI
Scelta e Attivazione ST Chi: UVM di Distretto Dove: Servizi in rete
(ADI, RSA, RP) Come: telefono DOP Identificazione del paziente
eleggibile per DOP Schema appropriato per DOP Segnalazione del
Paziente Chi: MO + CS Dove: reparto Come: VM (Checklist ICF) Chi:
MO Dove: ADI, RSA, RP Come: Scheda PAI
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Scheda di segnalazione del paziente al servizio DOP Complessit
del pazienteStrumentoGiudizio SanitariaISM AssistenzialeBarthel
AmbientaleScheda ICF
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Note E necessario che tutti i nuovi medici abbiano competenze
per: 1.Rilevare i bisogni multidimensionali 2.Individuare le
criticit e segnalarle al Servizio DOP (secondo Procedura aziendale)
3.Stendere il PAI alla dimissione (concordato con UVM) come
allegato o sostituzione alla tradizionale Lettera di
Dimissione
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2. Percorso di Cura e Assistenza (PCA) (es. Demenza) Insieme
delle attivit clinico-assistenziali- organizzative-relazionali
appropriate a rispondere ai bisogni multidimensionali di salute del
Paziente con Demenza e della sua Famiglia nelle diverse fasi della
malattia e nei diversi setting assistenziali (domicilio, residenza,
semiresidenza, ospedale)
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Fasi della demenza 1.Fase prodromica/preclinica/esordio: la
fase in cui le manifestazioni cliniche sono sfumate I primi
disturbi a comparire sono deficit cognitivi di memoria con
difficolt nel ricordare eventi recenti (amnesia) o i nomi delle
persone o di cose familiari (anomia) Le rimanenti funzioni
cognitive sono inizialmente normali, poi via via compaiono anche
incapacit a riconoscere persone od oggetti (agnosia), difficolt a
tradurre il pensiero in linguaggio (afasia), difficolt ad eseguire
movimenti finalizzati (aprassia), difficolt a scrivere (agrafia),
ad eseguire compiti complessi (rallentamento psicomotorio) A questi
disturbi cognitivi si aggiungono disturbi emozionali (ansia,
depressione) I disturbi cominciano a compromettono le attivit
lavorative e sociali complesse e solo lievemente le attivit della
vita domestica e di cura della persona. Usualmente vengono
abbandonati hobby e interessi
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Fasi della demenza 2.Fase diagnostica: la fase in cui viene
fatta la diagnosi clinica di demenza sulla base dei criteri del DSM
IV: presenza di deficit cognitivi (amnesia) e di almeno unaltra
funzione cognitiva (agnosia, aprassia, afasia, anomia), di entit
tale da compromettere le attivit della vita quotidiana, lavorativa,
sociale e di relazione, con peggioramento significativo rispetto al
livello di funzionamento acquisito
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Fasi della demenza 3.Fase di stato la fase in cui si osserva
una progressione dei disturbi cognitivi con perdita grave della
memoria, difficolt a riconoscere le persone anche familiari,
perdita del linguaggio Si accentuano i disturbi comportamentali e
relazionali con alterazioni dellumore (ansia, depressione, euforia,
labilit emotiva), disturbi psico-motori (vagabondaggio,
affaccendamento afinalistico), agitazione (aggressivit verbale o
fisica), alterazioni della personalit (apatia, disinibizione,
irritabilit) Si osserva compromissione di varie funzioni con
comparsa di disturbi vari (inappetenza, insonnia, alterazioni ritmo
sonno-veglia, incontinenza urinaria e intestinale) Si osserva
progressiva perdita della autonomia nelle attivit giornaliere e nel
movimento ed il rischio di cadute elevato
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Fasi della demenza 3.Fase delle complicanze e della morte: la
fase in cui il paziente totalmente non autonomo e incontinente, per
lo pi allettato, incapace di comunicare, talora in stato vegetativo
In questa fase compaiono disidratazione e malnutrizione che
richiedono alimentazione artificiale, piaghe da decubito ed
infezioni cutanee, urinarie, polmonari frequentemente responsabili
del decesso
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In ogni fase della malattia si deve adottare lapproccio
bio-psico-sociale 1.Rilevazione dei bisogni multidimensionali di
paziente e famiglia 2.Stesura del PAI 3.Attivazione della
partecipazione di paziente e famiglia 4.Erogazione degli interventi
integrati e continui
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Aspetti ambientaliBarriereFacilitatori Servizi, prodotti e
tecnologia Non attivatiAttivati Ambiente di vita (abitazione e
risorse economiche) Abitazione non idonea Reddito insufficiente
Abitazione idonea Relazioni e sostegno sociale (nucleo familiare e
persone che forniscono aiuto) Caregiver anziano Non suddivisione
dei compiti assistenziali fra familiari Caregiver Familiari
disponibili Aiuto domiciliare Atteggiamenti delle persone e
relazioni familiari Conflitti familiari Sfiducia nei servizi
Familiari disponibili 1. Rilevazione dei bisogni di P/F a. Aspetti
ambientali
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Fase della demenzaBisogni del pazienteBisogni della famiglia
Fase di esordio (demenza lieve) 1.Menomazioni di funzioni mentali
disturbi cognitivi: amnesia, afasia, agrafia, aprassia, agnosia,
anomia, disorientamento disturbi emozionali: ansia, depressione
2.Limitazioni di attivit e partecipazione incapacit di attivit
lavorative e sociali complesse, lieve compromissione delle attivit
domestiche, abbandono di hobby e interessi 1.disturbi emozionali:
ansia, preoccupazione, paura 2.non conoscenza dei disturbi e dei
sintomi 3.difficolt a descrivere i disturbi e comunicarli ai
professionisti consultati (MMG, Medici Specialisti MS) 1.
Rilevazione dei bisogni di P/F b. Menomazioni e Limitazioni (legati
alle varie fasi della demenza)
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Fase della demenzaBisogni del pazienteBisogni della famiglia
Fase diagnostica1.Menomazioni di funzioni mentali disturbi
cognitivi: amnesia, afasia, agrafia, aprassia, agnosia, anomia,
disorientamento disturbi emozionali: ansia, depressione
2.Limitazioni di attivit e partecipazione incapacit di attivit
lavorative e sociali complesse, lieve compromissione delle attivit
domestiche, abbandono di hobby e interessi 1.disturbi emozionali:
ansia, preoccupazione, paura 2.difficolt a comunicare con i medici
per comprendere la malattia la sua evoluzione, la prognosi, il
significato dei referti medici 3.Difficolt a attuare liter
diagnostico 1.Rilevazione dei bisogni di P/F b. Menomazioni e
Limitazioni (legati alle varie fasi della demenza)
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Fase della demenzaBisogni del pazienteBisogni della famiglia
Fase di stato (demenza media e grave) 1.Menomazioni di funzioni
mentali Disturbi cognitivi: aggravamento dei sintomi, perdita della
memoria e del linguaggio Disturbi emozionali: ansia, depressione,
euforia, labilit emotiva, irritabilit Disturbi comportamentali:
vagabondaggio, affacendamento afinalistico, agitazione e
aggressivit, disinibizione 2.Menomazione di altre funzioni
Incontinenza, insonnia, inappetenza, instabilit posturale, cadute
3.Limitazione di attivit e partecipazione Difetti di comunicazione,
non autonomia nelle ADL e movimento 1.Conoscere i servizi formali e
informali 2.Acquisire competenze per il self-care, 3.Avere
continuit di cura e assistenza dai servizi 4.Avere il supporto
psicologico e operativo dei professionisti 1. Rilevazione dei
bisogni di P/F b. Menomazioni e Limitazioni (legati alle varie fasi
della demenza)
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Fase della demenza Bisogni del pazienteBisogni della famiglia
Fase delle complicanze e della morte (demenza terminale)
1.Menomazioni di tutte le funzioni mentali, talora anche della
coscienza (stato vegetativo) e di tutte le funzioni vegetative
2.Limitazione di attivit e partecipazione: non comunicazione,
totale non autonomia, allettamento 3.Complicanze: infezioni,
decubiti 1.Burn-out del caregiver 1. Rilevazione dei bisogni di P/F
b. Menomazioni e Limitazioni (legati alle varie fasi della
demenza)
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2. Stesura del PAI (es. Fase di stato della Demenza) Assessment
multidimensionale Aspetti rilevatiInterventi Aspetti ambientali
1.Servizi, prodotti, tecnologia 2.Ambiente di vita 3.Relazioni e
sostegno sociale 4.Atteggiamenti delle persone Barriere 1.Servizi
non attivati 2.Abitazione non idonea, reddito basso 3.Caregiver
anziano, non aiuti da altri familiari 4.Conflitti familiari,
sfiducia nei servizi 1.Attivazione dei servizi (domiciliari,
residenza sollievo, residenza, definitiva), presidi e ausili
2.Adattamenti ambientali (eliminazione barriere, istallazione
presidi per attivit giornaliere) richiesta benefici economici
3.Supporto al caregiver 4.Responsabilizzazione familiari
Facilitatori 1.Servizi attivati 2.Abitazione idonea, reddito
sufficiente 3.Collaborazione di tutta la famiglia, aiuto retribuito
Educazione terapeutica al self-care Aspetti sanitari 1.Funzioni
mentali 2.Altre funzioni Menomazioni: 1.cognitive, emozionali,
comportamentali 2.Insonnia, incontinenza, inappetenza, instabilit
posturale Somministrazione farmaci Interventi tutelari Aspetti
assistenziali Attivit e partecipazione Limitazioni 1.Comunicazione
2.Attivit giornaliere e movimento Decodificazione bisogni Aiuto,
sostuituzione
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3. Attivazione della Partecipazione di Paziente e Famiglia
Obiettivi Partecipazione Paziente 1.Mantenere il pi possibile le
attivit della vita quotidiana e la partecipazione alla vita sociale
2.Mantenere il pi possibile le attivit cognitive di base (lettura,
scrittura, calcolo), la memoria (oggetti personali, foto) 3.Attuare
un approccio psicologico e relazionale positivo: dimostrare
affetto, non richiedere fretta 4.Stimolare interessi, stimolare la
comunicazione Partecipazione Famiglia 1.Conoscere la Famiglia
2.Informare la Famiglia sulla malattia e sui bisogni che
scaturiscono dalla malattia 3.Ascoltare i bisogni del Caregiver
4.Responsabilizzare il Caregiver 5.Concordare il self-care
6.Formare al self-care (educazione terapeutica) 7.Attribuire
empowerment 8.Creare alleanza terapeutica
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1.Somministrazione dei farmaci 2.Trattamenti vari sanitari
3.Controllo di parametri vitali e funzioni 4.Riconoscimento di
eventi sentinella e di sintomi acuti 5.Gestione della mobilit
6.Gestione delle attivit della vita quotidiana 7.Gestione degli
aspetti cognitivo-comportamentali 8.Gestione della sicurezza
9.Gestione di aspetti psicologici nella relazione di cura
10.Accesso e rapporti con i servizi 11.Prevenzione e gestione dello
stress del caregiver Aspetti di self-care nella Demenza
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Riconoscimento di eventi sentinella Es. Confusione mentale
acuta Il caregiver deve essere addestrato a: conoscere i sintomi e
i segni: cambiamenti del comportamento abituale (agitazione,
disturbi del linguaggio, disorientamento, sopore ad insorgenza
acuta e durata generalmente breve) creare un ambiente favorevole:
rassicurare, fare compagnia, ridurre i rumori, tenere lambiente
illuminato, non sedare in modo autonomo rilevare i parametri vitali
e contattare i servizi territoriali competenti
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Gestione della sicurezza AspettoContenuti formativi (cosa deve
insegnare l operatore) Obiettivi formativi (cosa deve imparare il
caregiver) Gestione della sicurezza Prevenire danni al pazienteIl
Caregiver deve essere addestrato a: adattamenti ambientali:
corrimano, pavimenti antisdrucciolo, eliminazione delle le barriere
fisiche (tappeti, scarsa illuminazione..) abbigliamento: calzature
chiuse, suola di gomma percorsi privi di barrire architettoniche,
tappeti antisdrucciolo (nel bagno) Prevenire danni a persone o cose
Il Caregiver deve essere addestrato a: adattamenti ambientali:
valvole di sicurezza per gas, elettricit , campanelli di emergenza
Gestione di eventi avversiIl Caregiver deve essere addestrato a:
riconoscere e intervenire in caso di caduta, confusione mentale,
alterazioni comportamento, eventi avversi a farmaci, difficolt a
respirare, deglutire
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Prevenzione e gestione dello stress del caregiver
AspettoContenuti formativi (cosa deve insegnare l operatore)
Obiettivi formativi (cosa deve imparare il caregiver) Prevenzione e
gestione dello stress del caregiver (prevenzione burnout)
Sviluppare abilit di copingIl Caregiver deve essere addestrato a:
ricercare aiuto in altri familiari, personale retribuito,
volontariato mantenere relazioni sociali conservare attivit di
svago usare tecniche di rilassamento sviluppare abilit di problem
solving (soluzioni pratiche ai problemi) ricercare aspetti positivi
della assistenza Evitare comportamenti negativi Il Caregiver deve
essere addestrato ad evitare: isolamento colpevolizzazione continua
disponibilit nei confronti del malato Riconoscere i sintomi del
burnout e ricorrere ai servizi di supporto Il Caregiver deve essere
addestrato a prestare attenzione ai seguenti sintomi: psicologici e
comportamentali: insonnia o ipersonnia, stanchezza eccessiva,
perdita di interessi, costante tristezza, rabbia fisici:
dimagrimento o aumento di peso, abuso di alcool o farmaci,
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4. Erogazione degli interventi integrati e continui 1.Attivare
le risorse (operatori e forniture come indicato nel PAI):
Responsabile: Coordinatore delle singole equipe dei luoghi di cura
2.Visitare il paziente: Responsabili: singoli operatori dei luoghi
di cura. E loro compito: controllare lo stato di salute
(singolarmente) rilevare nuovi bisogni (singolarmente) ridefinire
il PAI (in equipe): per intensit e luogo di cura 3.Supportare il
Caregiver (singolarmente): supporto psicologico e operativo