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2003
DAI SATURNALI AL CARNEVALE
ROMANO
I VITIGNI PIÙDIFFUSI NEL LAZIO
MARINOLA CITTÀ DEL VINO
SAPORI & PIACERI
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Cantina Castello di Torre in Pietra
Azienda Agricola Torre in Pietra Leprignana s.s.
Via di Torre in Pietra, 24700050 TORRIMPIETRA (RM)
Tel. e Fax 06. 61697070
L’Azienda Torre inPietra esprime con
spirito innovativo, nelrispetto della
tradizione, la passione e
l’esperienza enologica.
Propone uvaggisapientemente
vinificati, per offrirevini rossi e bianchi
all’altezza delle grandioccasioni.
Cantina Castellodi
Torre inPietraTarquinia doc Bianco, Rosso e Rosato ChardonnayIgt del Lazio Terre di Breccia Igt Rosso Novello PagliaccettoSpumante, Grappa e inoltre presso laCantina si puòacquistare olioextravergine di oliva,miele, farro e ceci.
La Cantina è aperta al pubblicodal lunedi al sabato dalle ore 08,30/13,00 - 14,30/18,30e-mail: [email protected]
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sgressivo della festa,stenta a trovare una col-locazione se non in fun-zione oppositoria e libe-ratoria prima della con-trizione, della privazio-ne e del pentimento. Il Carnevale è un mo-
mento di follia, di pecca-to, che si giustifica percontrasto con la Quare-sima.
Il Carnevale vienemesso in relazionecon i Saturnali, festa
dell’antica Roma che sisvolgeva verso metà di-cembre, in onore di Sa-turno, dio della semina edel raccolto.La festa durava diversi
giorni, era tollerato tuttoo quasi, le differenze so-ciali abolite, non c’erapiù distinzione tra servoe padrone, ogni trasgres-sione era consentita.Non è certo, che i Satur-nali si siano trasformaticon gli anni nel Carne-vale, nel passaggio dalmondo pagano a quellocristiano, l’aspetto tra-
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Anticamente a Roma, in oc-casione del Carnevale, ilPapa con un corteo di ca-
valieri, partiva dal Laterano perrecarsi a Testaccio, dove si svol-geva la giostra e la corsa dei tori.
Nel Medioevo, nasce laconsuetudine di far precederel’inizio del Carnevale da uncorteo, compostodal Senatore, i piùillustri cittadini, irappresentanti deiRioni, e delle Cor -porazioni, dai giocatorio giostratori, che dal ilCam pi doglio, scendeva ver -so piazza Venezia, imboccavavia Lata (in seguito prenderà ilnome di via del Corso) e arrivavaa piazza del Popolo.
La corsa dei cavalli, legiostre, l’esibizione dellemaschere, gli scherzi, la
battaglia dei confetti, la festa delteatro, i “moccoletti” si svolgevain questo spazio cittadino deli-mitato, dove ogni palazzo, ognibalcone, dal più alto al più basso,era addobbato con vivissimidrappeggi colorati, verdi, rossi,azzurri, festoni dorati ondeggia-vano dalle finestre e dai para-petti, dai tetti pendevano flut-tuanti bandiere dai coloriaccesi, sui terrazzi, copertedalle tinte vistose e scintil-lanti. Era un enorme palco-scenico, attori e migliaia dispettatori si mescolavano in unaallegra, sfrenata e inibitoria sara-banda.
della festa, a co-minciare da quelliespressi con lemaschere. Lapartecipazioneindividuale al-l’interno diun rito collet-tivo, quelladel trave-stimento,
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Una grande abbondanza dicibo era in bella mostranei negozi, pieni di salu-
mi, formaggi, carne, vino, a volersimboleggiare l’abbondanza, lacarnalità, la licenza amorosa e lamaggiore libertà sessuale. DalSeicento all’Ottocento, il Carne-vale a Roma era un avvenimento,atteso e famoso per fastosità e al-legria, pur essendo previsti e fis-sati dei rigidi limiti di spazio,di tempo, e di comporta-mento, per evitare degene-razioni. Nel caos di via delCorso si esaltavano isignificati piùprofondi etipici
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Al calar della sera, la festaprosegue in forma diver-sa, privata, sempre sotto il
controllo delle autorità, si ride esi scherza nelle case, all’osteria,nei teatri, gli aspetti trasgressivisi attenuano fino a scomparire, siritorna alla ragione.Ai nostri giorni il Carnevale è
sinonimo di sfilate di carri alle-gorici, maschere, giochi, e spet-tacoli di vario genere, trampolie-
ri, bande musicali, saltimbanchie balli in maschera. La trasgres-sione, l’ironia, lo sberleffo, la ca-ricatura la troviamo nei bellissi-mi e fantasiosi pupazzi di carta-pesta che rappresentano la pa-rodia, l’imitazione di uomini po-litici e personaggi famosi.
I tempi cambiano in fretta, al-tre e più moderne forme didivertimento hanno soppian-
tato le vecchie usanze, il Carne-vale, insieme a poche altre festelaiche, resiste e si rinnova, anziviene riproposto, modernizzatoe accettano con allegria e parte-cipazione. Anche alcune città della nostraRegione, con la festa di Carneva-
le, hanno acquisito notorietà,creando un interesse turistico eun appuntamento da non per-dere.
è il momento più sentito e più ve-ro. La maschera è il cuore dellafesta, il mezzo che protegge èpermette a donne e uomini diogni ceto e condizione, di vivereda protagonista il sovvertimentodei valori quotidiani dove la tra-sgressione è lecita. Oltre alle ma-schere tradizionali, diverse altreaffollavano le strade, come: me-dico, brigante, musico, pittore,matto, filosofo, ciociara, befana esembianze di animali, accanto aqueste i personaggi e le masche-re del teatro romano, Rugantino,Meo Patacca, Cassandrino e donPasquale.
Rugantino: caricatura del bra-vaccio romano, attaccabrighe,coraggioso, sincero, simpatico edi gran cuore.
Meo Patacca: bullo popolano,spavaldo, insolente e manescoma generoso.
Cassandrino: benestante,credulone, ciarliero e brontolone,che non vuole compromessi, im-pacciato.
Don Pasquale: personaggioun po’ scemo, che parla con peri-frasi e sgrammaticature, conti-nuamente preso in giro dalla ser-vetta e dalla sua donna dal nomePimpa, nota con il soprannomedi Pimpaccia.
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I l Comune di Piglio,situato sopra unosperone roccioso del
Monte Scalambra, sitrova nel cuore dellazona viticola del Cesa-nese, da quì la denomi-nazione del vitigno: Cesanese del Piglio.Un rosso tra i più inte-ressanti del Lazio, un vinodoc, prodotto da oltre 40 an-ni dalla Cantina Sociale
Cesanese del Piglio,che con i suoi 110 so-ci, garantisce unaproduzione mediastagionale di 10.000quintali, di cui 3.000q del vitigno Cesa-nese del Piglio docprodotti su una su-perficie di 156 ettari,
distribuiti oltre al Piglio,nei Comuni di Anagni, Pa-liano, Serrone e Acuto.
Da circa 10 anni, oltre almarchio della Cooperativa,alcuni soci hanno sviluppa-to una produzione con unproprio marchio Vini diPodere per meglio valoriz-zare la tipicità del Cesanese.
Fondamentale scopodella Cantina Sociale èquello di mantenereinalterate le caratteri-stiche del Cesanese edegli altri vini dellazona, conciliando leantiche tecniche vini-cole con le moderne esi-genze enologiche, per
offrire vini di qualità,riconosciuti e apprezzatiin Italia e all’estero.
Terre del Cesa nese docEtichetta Trifora, Cesanese del Piglio docEtichetta Rossa, Cesanese del Piglio docEtichetta Oro, Passerina del Fru sinate Dolcepiglio.
U n altrogioiel lodella Co -
operativa è la pro-duzione dell’extra-vergine di oliva,
Olio Pi glio Terredel Ce sanese, dalgusto fragrante edelicato, un oliodi alta qualitàper una buonae sana alimentazione,come è nella tradizionealimentare italiana.
Olio Extraverginedi oliva Piglio
Terre del Cesanese Via Maggiore 105
03010 Piglio (FR).
Puntivendita di retta: Piglio,
presso SedeSociale in
Via Prene-stina e inVia Piag-ge, 249, Anagni:
Via Casilina (ang. Via Morolese)
Cantina Sociale Cesanese del Piglio
Sede e stabilimento:03010 PIGLIO (FR) Via Prenestina km 42Tel. 0775 502356 Fax 0775 502499
www. cesanesedelpiglio.ite-mail [email protected]
Cantina Sociale Cesanese del Piglio
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Si è svolta a Roma,presso la Biblioteca Vallicelliana, in
Piaz za della Chiesa Nuo-va 18, la mostra bibliogra-fica Columella De re ru-stica allestita in occasionedella celebrazione dellaGiornata Mondiale del-l’Alimentazione, pro-mossa dalla FAO, orga-nizzata dal Ministerodegli Affari Esteri, dalMinistero per i Beni e leAttività Culturali – Di-rezione Generale per iBeni Librari e gli Istitu-ti Culturali.
La mostra bibliograficaera incentrata sulla pre-sentazione al pubblico, diuno dei tesori più prezio-si conservati nella Biblio-teca vallicelliana, il codiceE 39 risalente al XV sec.contenente ilDe re rusti-ca di Lucio Giunio M.Columella (I° sec. d.C.).Nato a Cadige da fami-
glia spagnola, tribuno mi-litare vissuto lungamentein Italia, si occupò dellecoltivazioni e dei prodottidei campi. Nel suo De re rustica,
propone un trattato diconsigli specialisticiagroalimentari. Il codice è arricchito dal
trattato De arboribus de-corato con artistiche mi-niature del XVsec. raffigu-ranti scene agresti. La mostra allestita in
Vallicelliana, ha volutorappresentare un mo-mento di riflessione al-l’interno delle diverse ini-ziative sulla GiornataMondiale dell’Alimenta-zione analizzando alcunidei molti problemi che af-fliggono l’umanità sotto ilprofilo alimentare.
La Biblioteca Vallicelliana
L’origine della Bi-blioteca Vallicellia-na è strettamente
connessa alla storia diS.Filippo Neri, fondatoredella Congregazione del-l’Oratorio.Tra le regole fissate dal
fondatore c’era la letturadurante una parte del pa-sto. Tale precetto implica-va un’attenta preparazio-ne dell’argomento e quin-di la necessità di consulta-re dei libri.I primi volumi a dispo-
sizione degli oratorianifurono quelli appartenen-ti alla biblioteca persona-le del Santo, in seguito ar-ricchita, da diverse dona-
CityBox
Civiltà AgroalimentareColumella De re rustica
zioni, tra i primi donatoriva ricordato l’umanistaportoghese Achille Sta-zio, che nel suo testa-mento (25 maggio del1581) lasciò in eredità ol-tre 1700 stampati e 300mss. dove figurano molteedizioni francesi, classicilatini e greci e la possibi-le fruizione pubblica dellalibreria estendendo l’usodei libri anche ex extra-neis probis viris ibi conve-nientibus. Verso la fine del‘500 e il primo decenniodel ‘600, grazie ai nume-rosi lasciti, si rese neces-saria la costruzione di unanuova sede, la cui realiz-zazione fu affidata al Bor-romini.Nel 1874, in seguito al-
la legge sulla soppressio-ne delle corporazioni reli-giose, la Biblioteca fu tra-sformata in biblioteca didiritto pubblico e pertantonon venne disgregata.La Biblioteca Vallicellia-
na conserva, accresce evalorizza le proprie rac-colte storiche, acquista laproduzione italiana estraniera, monografica eperiodica, secondo le spe-cificità delle proprie rac-colte: storia della chiesa,riforma e controriforma,medievistica, studio dimanoscritti, testi inerentialla cultura di Roma e delLazio, documenta e di-vulga, attraverso mostrebibliografiche o pubblica-zioni, fornisce informa-zioni sul suo patrimonioculturale e assicura la cir-colazione dei documenti.Presso la Vallicelliana,il 4 marzo 2003 è statopresentato il libro: Roma Felix.La città di Sisto V e Domenico Fontana
Sorsi e dintorni I valori della Filiera
Èquesto il titolo scelto per lo studio di ricerca, chela Federvini ha commissionato all’Università diBologna e presentato a Roma, nella prestigiosa
cornice di Palazzo Rospigliosi, in Via XXIV maggio. Lostudio ha offerto una radiografia accurata sulle struttu-re e interdipendenze nell’industria dei vini, dei liquo-ri, dei distillati e degli aceti in Italia, nei flussi produt-tivi, fiscali e di reddito, attraverso l’analisi degli investi-menti strutturali e Umani. Il vigneto Italia, compren-de circa 200 mila imprese,(tra 194.781 viticoltori e42.904 vitivinicoltori), per una superficie vitata di675.000 ettari, il numero delle cantine (oltre 45.000 ) glistabilimenti enologici, liquorifici e distillati (915), gliacetifici (29 aceto di vino e 47 aceto balsamico di Mo-dena) il numero degli addetti legat1 al comparto supe-ra il milione, il valore complessivo è di circa 50 miliardidi Euro. Queste cifre testimoniano l’importanza delsettore enologico, che ricopre un ruolo fondamentalenell’economia nazionale ed evidenzia l’aspetto profes-sionale in cui tecnologia e tradizione convivono in uninsieme unico.
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Cantina Castello di Torre in Pietra
Eccellente risultato per laCantina, nella Guida ai Vinid’Italia 2003 de L’Espresso, lo
Chardonnay è stato classificatoPrimo tra i Bianchi IGT Lazio.Un riconoscimento ad un prodot-to di un’ azienda, che con espe-
rienza, passione e professio-nalità, ha raggiunto un eleva-to livello di qualità nella pro-duzione vitivinicola e con ilnuovo Chardonnay è all’al-tezza dei piu’ conosciuti edapprezzati vini del Lazio.Cantina Castello di Torre in Pietra - Roma
la formazione del colesterolo HDL,sui fenoli, antiossidanti, sulla sti-molazione della libido. Il dott. R. Castellacci, (patologo)
ha illustrato la velocità di assorbi-mento dell’alcol attraverso lo sto-maco, del metabolismo, del fegato,i pericoli nell’abuso di alcol e sullatossicità del metanolo, i rischi dicirrosi legate alle singole eziologieepatiche.E dopo un vivace dibattito… pa-
ne casereccio con pancetta aroma-tizzata, della ditta P. Angeloni diRoccamassima (Cori) e degusta-zione del vino dell’azienda CasaleCento Corvi di Cerveteri e dellaaziende vinicole dell’AssociazioneLe Vigne del Lazio.
L.a.s.a. Confartigianatodi Marino
In occasione della 78° edizionedella Sagra dell’uva, la Confarti-gianato e l’Associazione Italia-
na Somellier, delegazione dei Ca-stelli Romani, con il patrocinio delComune di Marino, hanno allesti-to e curato la terza edizione dellamostra Sapori di una volta, con de-gustazione dei migliori vivi pro-dotti nei Castelli e assaggini di pa-sticceria rustica locale.
Il vino e la medicina
Presso il Grand Hotel HelioCabala di Marino, si è svoltauna interessante conferenza
sugli effetti del vino nell’organi-smo umano, organizzata dall’As-sociazione Italiana Somellier, de-legazione dei Castelli Romani.Pubblico attento e interessato
all’argomento, introdotto dal Sig.Romagnoli (somellier) che ha ana-lizzato a grandi linee il percorsodel vino nella storia e nella mitolo-gia, fino all’incontro attuale con lamedicina. Il dott. U. Zampetti (somellier)
ha relazionato i partecipanti sugliaspetti nutrizionali, sugli effettipsichici e sulle quantità da bereconsigliate.Il dott. M.Capo (cardiologo),
partendo da Ippocrate fino ai no-stri giorni, ha analizzato le virtù te-rapeutiche del vino sulla salute e ibenefici dell’alcol etilico sulle arte-rie, nella pressione arteriosa e sul-
Azienda AgricolaDino Limiti
Tra le aziende vinicole dei Ca-stelli Romani, l’azienda DinoLimiti di Marino, ha ricevuto
a mezzo stampa italiana e stranie-ra, numerose segnalazioni perla qualità del vino prodotto. Inparticolare sul Bianco docCampo Fattore, dal profu-mo fruttato e fragrante.
Azienda Dino Limiti, C.so Vittoria Colonna , 170 Marino (Rm)
Azienda VitivinicolaStrade Vigne del Sole
Tra i circa 8.500 vini degustatie selezionati per categoria, alivello nazionale da Luca Ma-
roni, è stato conferito all’aziendaStrade Vigne del Sole di Grottafer-rata, il primo premio come miglio-re vino, in base all’indice di valuta-zione valore/prezzo, per ilTradizionale Rosso 2000, unrosso IGT dal colore inten-so e dal gusto piacevole.
Azienda VitivinicolaStrade Vigne del Sole, Vicolo della Mola, 45 Grottaferrata (Rm)
VVINIINI CCERVETERIERVETERInelle migliorinelle migliori
enoteche e ristorantienoteche e ristoranti
Cantina Cerveteri - Via Aurelia km 42,700 - Cerveteri Roma8
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Il nuovo Auditorium di Roma
Con l’inaugurazione dellaterza sala, la Sala Grande,viene consegnato a Roma e
al mondo una grande opera, unastruttura architettonica bellissima,progettata dall’architetto RenzoPiano. Adatta a diverse attività.L’Auditorium - Parco della Musica,
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L’olio extravergine
Guida ai migliori oli italiani2003, a cura di Marco Oreg-gia con il contributo di
esperti del settore, è una guida uti-le per i consumatori, per orientarlie indirizzarli verso un consumo at-tento alle molteplici qualità dell’o-lio extravergine di oliva. I maggio-ri argomenti sono: l’olivo, la pian-ta e la Cultivar più diffuse, i meto-di di allevamento e potatura, lemalattie e i parassiti, le tecnologiedi estrazione, l’olio e la legislazio-ne, norme comunita-rie per l’etichettatura,le tecniche di degu-stazione, pregi, difet-ti, valutazioni orga-nolettiche e analisisensoriali, le virtù sa-lutari, l’olio in cucinae nella ristorazione, lecittà dell’olio, la qualità delle olive,i produttori regionali dell’olio ex-travergine.
Azienda VinicolaCasale Cento Corvi
Per la validità dei vini prodot-ti, l’azienda è stata inseritanella guida del Gambe-
ro Rosso: vini d’Italia 2003,con la selezione del vinoKottabos, rosso e bianco.
Azienda vinicola Casale Cento CorviVia della Tomba, 18Cerveteri
In occasione della Festa del vino novello, presso la Cantina del Castellodi Torre in Pietra, oltre alla degustazione dell’ottimo Vino novello Pa-gliaccetto 2002 e a prodotti tipici gastronomici, nei locali dell’azienda
è stata allestita una interessante mostra fotografica sulla Bonifica di Tor-re in Pietra, avvenuta nel 1925, per opera del fondatore, il Senatore Lui-gi Albertini, del figlio Leonardo e del genero Nicolò Carandini. Le sug-gestive immagini in bianco e nero testimoniano con efficacia la vita quo-tidiana nella Tenuta, i lavori agricoli, i mestieri e le feste, che uomini edonne hanno vissuto dal 1925 al 1955. L’allestimento della mostra, havoluto dare un contributo alla valorizzazione e alla conoscenza del ter-ritorio in quel periodo storico.
è un grande centro di aggregazio-ne, che può ospitare manifesta-zioni musicali e teatrali, studi diregistrazione, sale prove, ristoran-ti, caffè, libreria . Un luogo ideale per gli appas-
sionati della musica e di chi vogliaavvicinarsi ad essa. Questa grande opera contribui-
sce a fare di Roma una capitale e unmodello di riferimento europeo.
Storie e tradizioni del territorio di Torre in Pietra
Veduta sul Castellodalla strada appena“massicciata” (1930).
Festa del 1° maggio nell’uliveto
di “Pagliaccetto” (1951).
Riserva della Cascina
Nella Rassegna Internazio-nale Bio Bacchus, tra i viniselezionati, il Marino Su-
periore Riserva della Cascina èrisultato tra i primi, con un pun-teggio di 83,7. Altro importante ri-conoscimento è l’assegna-zione dell’Oscar quali tà/ -prezzo sull’Almanacco delBerebene 2003 edito dalGambero Rosso.
Azienda BiologicaRiserva della CascinaVia F.lli Wright, 12 Ciampino (Rm)
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Aleatico, uno deivitigni più antichi,di origine greca ècoltivato da oltreduemila anni. Tipicodelle zone del Viter-bese, lago di Lesina,Gradoli, Grotte di
Castro, vino tradizionalmente dadessert, o in versione liquorosa.
Albana bianco, an-tico vitigno già co-nosciuto dai Roma-ni, dal colore gialloo ambrato, di buonagradazione alcolicae dal profumo frut-tato, si può produr-re vino secco e ama-
bile o dolce, se lasciato fermentare,può assumere le caratteristichedello spumante.
Bellone bianco oCacchione, vitignodiffuso nella pro-vincia di Roma, so-prattutto a Velletri,Anzio e Nettuno, siottiene un vino dicolore giallo, profu-mato, dal sapore
secco o abboccato, delicato, aro-
matico, un vino da pasto di prontoconsumo.
Bombino bianco enero,vitigno di ori-gine spagnola, vie-ne coltivato nellacampagna roma-na.Il vino bianco,dal colore gialloverdolino e paglie-rino dorato, dal de-licato profumo, vel-lutato e asciutto èun buon vino da pa-sto. Il vino rosso dalcolore rosso chiaroe dal sapore asciut-to, aromatico, tan-nico ,gradevole, vie-
ne usato esclusivamente per la vi-nificazione.
Cesanese, vitignoitaliano diffuso Pro-vincia di Roma eFrosinone, distri-buito tra i Comunidi Affile, OlevanoRomano, Piglio,Anagni, Paliano,
Serrone e Acuto. Apprezzato per ilsapore abboccato, vellutato, tanni-co, morbido, pastoso e gradevoledal colore rosso rubino carico.
Cabernet Sauvi-gnon, vitigno fran-cese della zona diBordeaux, di grandecarattere, è diffusoin tutto il mondo, dàorigine a vini spe-ziati, erbacei, tanni-ci, con caratteristico
sentore di ribes. E’ largamente uti-lizzato, anche per vini molto ricer-cati, esiste anche la varietà Caber-net Franc, poco conosciuta in Ita-lia, largamente usato in Francia,nel bordolese, per i vini rossi.
Chadonnay, è unvitigno francesemolto diffuso graziealla praticità di col-tivazione e vinifica-zione. Costituisce labase dei grandibianchi di Borgogna
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iVitignipiù diffusi nel Lazio
La riuscita di un buon vino, dipende da diverse componenti, importantissima laqualità del vitigno e le sue caratteristiche “tipiche”, ma altrettanto importanteè quando queste qualità vengono valorizzate, utilizzando una giusta collocazio-ne geografica e microclimatica, è un eccepibile lavoro in vigna, con basse rese perettaro, il giusto metodo di raccolta, la selezione dei grappoli, le tecniche di vini-ficazione condotte con grande professionalità ed esperienza da un buon enolo-go, perché i vitigni non sono tutti uguali, ma hanno delle caratteristiche ben pre-cise e definite, vediamone alcuni
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e per lo Chiampagne. Viene usatoper produrre sia vini fruttati e leg-geri che vini potenti e corposi e glispumanti classici. La grande diffusione di questo vi-tigno ha contribuito ad una certa“standardizzazione” del gusto.
Carignano nero, vi-tigno diffuso in tut-to il bacino del Me-diterraneo, coltivatoin Spagna, nel suddella Francia, Corsi-ca e Sardegna. Il vi-no è di colore rossorubino, carico, riccodi corpo, sapore asciutto, robusto.Utilizzato esclusivamente per la
vinificazione è coltivato principal-mente in Sardegna, e un po’ in To-scana, Marche e Lazio. Viene vini-ficato sia da solo che utilizzato co-me vino da taglio.
Falanghina bianco,vitigno che forse co-stituiva la base delclassico vino Faler-no, di colore giallodorato, con un leg-gero profumo, sa-pore asciutto, vellu-tato, aroma sottile.Si usa esclusivamente per la vinifi-cazione ed in purezza costituisce ladoc Falerno.
Malvasia, è un an-tico vitigno impor-tato dai greci, moltoconosciuto in Italia,esiste in molte va-rietà, ( M. di Candia,M. del La zio) nellatipica uva bianca,ma anche uva nera,i vini che si ricavano vanno dal ca-
rattere ricco e bruno al bianco vel-lutato, sia dolci che secchi. La sua caratteristica è una venadelicata. La Malvasia nera è partedell’uvaggio di numerosi rossi erosati.
Merlot è un impor-tante vitigno france-se, perfetto comple-mento del Cabernet,insieme costituisco-no il famoso uvag-gio bordolese. Otti-mo anche vinificatoin purezza, con ilMerlot si produco-no vini rossi profumati, eleganti,con un tipico sentore di prugna.
Montepulciano, fa-moso vitigno italia-no, collocato nellazona Adriatica(Mar che) e centromeridionale (Lazioe Abruzzo), dove siproducono vini ros-si ricchi e struttura-ti, di ottima qualità.
Sangiovese, è unodei piu’ importantivitigni italiani, mol-to utilizzato in To-scana per produrre ifamosi e pregiati vi-ni rossi. Coltivato intutto il mondo, èapprezzato per ilsuo profumo di violetta.
Souvignon bianco,dopo il Chardonnayè il più importanevitigno francese. Haun aroma caratteri-stico, piacevole, er-baceo e corposo. Da origine a cele-
bri bianchi francesi,usato e diffuso anche in Italia conbuoni risultati.
Trebbiano, è il viti-gno più diffuso inItalia, (noto ai Roma-ni con il nome di Tre-bulanum) è usatoper “ tagliare” moltivini bianchi. Vinificato in pu-
rezza da origine avini onesti e senza pretese, sebbe-ne in alcune occasioni produca de-gli eccellenti risultati.
Syrah nero, il viti-gno si presume pro-venga dalla città diSchiraz (Persia),siavvicina ai vitigniatesini, diffuso inFrancia, in Austra-lia, Sud Africa e Ca-lifornia. Il vino è dicolore rosso rubino tendente alviolaceo, secco, asciutto, di corporobusto e tannico, dall’aroma difrutti. Utilizzato in uvaggi con altrivini come il Cabernet Souvignon oil Sangiovese, adatto all’invecchia-mento in piccole botti. Coltivato inToscana, Marche e nel Lazio.
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Marino, è al centrodei Castelli Ro-mani, immersa
nel verde di antichi boschidi querce, tigli, aceri, neipressi del lago di CastelGandolfo e circondata da
vigneti. Si adagia sul dor-so di una collina di origi-ne vulcanica a 360 metridi altitudine. Dista 20 chi-lometri da Roma e altret-tanti dalla costa tirrenica.
Il clima è temperato,asciutto. Fa parte delParco dei Castelli Ro-
mani e della XI ComunitàMontana. Il vino a d.o.c.Marino è prodotto e im-bottigliato da diverseaziende che lo esportanoin Europa e in America.
Antico centro preistoricolaziale, situato su unostrategico nodo viariocompreso fra l’Appia e laTuscolana, Marino con-serva antichi resti archeo-logici, castelli di epocamedievale, palazzi e chie-se di età moderna. La città
è famosa, oltre che per isuoi monumenti, ancheper la Sagra dell’Uva, lapiù antica e caratteristicadel genere in Italia, dove –la prima domenica di ot-tobre di ogni anno – lefontane gettano vino.
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Sede: Corso Vittoria Colonna, 170Cantina: Via San Vincenzo De’ Paoli, 5
Tel. e Fax +39 06 9385051 - 00047 Marino (Roma)www.dinolimiti.it E-mail: [email protected]
AZIENDA AGRICOLA
DINO LIMITIProduzione vinicola: CAMPO FATTORE Marino doc Bianco,COLLE DEL TURCHETTO Rosso, DINO LIMITI Bianco
Marino la Città del vino
Il carretto a vino
Già nell’età antica enell’alto medioe-vo il vino, prodot-
to nelle campagne intor-no a Roma, veniva tra-sportato su carri dentroanfore e altri recipienti diterracotta. Poi dopo il Mil-le e soprattutto dall’iniziodell’età moderna si diffu-se sempre di più il reci-piente di legno, botte obarile che fosse, riutilizza-bile e assai più manegge-vole. Nel medioevo la cor-
porazione dei carrettierifaceva parte dell’arte deifabbri, che producevanococchi e carretti, poi necostituirono una propria:l’università dei mulattieri,che accorpava un po’ tuttii trasportatori. I carrettieriche trasferivano il vino aRoma furono spesso citatinei bandi e negli edittiche dal Seicento in poi,provvedevano a colpireeventuali frodi, comequella di estrarre lungo ilpercorso una quantità divino dai barili e aggiun-gervi acqua. Agli inizi dell’Ottocen-
to il carretto assunse laforma che conosciamo eche poi restò pressochèidentica fino alla suascomparsa. Venute meno gran par-
te delle vigne interne aRoma, il vino provenivasempre più dai CastelliRomani; da qui la neces-sità di un approvviggio-
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namento quotidiano e co-stante di vino, mediantecarretti che percorrevanole antiche strade consola-ri, ma in particolar modol’Appia.
Forma, partie decorazioni
Ogni carrettiere citeneva a distin-guere il proprio
mezzo di trasporto, per-sonalizzandolo con colorie abbellimenti vari; tutta-via la forma era comune atutti i carretti dei CastelliRomani: “due lunghe eforti stanghe posano dauna parte su due ruote al-te, e dall’altra, in lineaorizzontale, sul dorso diun cavallo. Il carretto nonha parapetti, semplici tra-verse lo connettono disotto, sulle quali posanootto barili” (M. d’Azeglio).
La furcina era all’ori-gine un ramo d’albe-ro fissato sul carrettoe coperto da un telo,sotto il quale trovavariparo dalle intempe-rie il conducente; poi,dalla fine dell’Otto-
cento, si tramutò in unaben più elegante cappot-tina a soffietto di tela ce-rata dipinta a fantasiafuori e tappezzata all’in-terno. L’equipaggiamento eracompletato da due basto-ni di legno (tortori) che,infilati a un piccolo arga-no (molinello), stringeva-no le funi (suste) per im-pedire qualsiasi movi-mento dei barili. A fianco del carrettiere
era la ferriera o sonajera,una specie di batteriacomposta da un campa-naccio e da tanti campa-nelli di varie dimensioni etonalità. Vicino alla ferrie-ra c’era la cupella un bari-leletto di non più di cin-que litri, di spettanza deltrasportatore. Sotto il carro pendeva-
no: il secchione di legno,utile per abbeverare l’ani-male da tiro, una lanternaa olio, un ferro di cavalloportafortuna, un corno dimontone con l’olio perlubrificare i mozzi delleruote. Il mulo, o il cavallo
avanza impettito con latestiera sormontata da
uno sgargiante pennac-chio, una coda equina ap-pesa sul petto, uno zinale,un sottopanza e una mo-schiera per difenderlo da-gli insetti molesti, le mo-resche poi i campanellicollocati un po’ dapper-tutto aumentavano il co-
13
lore e il suono festoso chesi produceva con l’anda-tura del carretto. Ognicarretto trasportava circamezza botte romana divino, distribuito in otto odieci barili da sessanta ocinquanta litri ciascuno.
Ricerca e testo: Ugo Onorati
La ricchezza di Mari-no si dice consistes-se in tre cose: uva,
cipolle e peperino. L’uvaall’origine del suo vinodal gusto leggero di alea-tico, corposo, sostenuto,
gradevole; le cipolle dolcie tenere degne del pastodel saggio con pane e vi-no, tale da rendere il cuo-re contento; il peperino,la pietra tufacea vulcani-ca dal nome pizzicante,come il pepe, le cipolle eil vino invecchiato, chedall’antichità sostiene lecostruzioni romane dan-do loro solidità secolare.Marino, una delle col-
line di Roma che porta ilnome dell’aria marinaper la salubre posizione eper il giuoco dei venti,che la faceva preferire,come luogo di cura, neiconfronti di altri Castelli,
aveva una tradizione le-gata alla prevalente suaattività economica, la pro-duzione del vino, checonsentiva anche alledonne, ai bambini, ai vec-chi, ai malati di poter go-dere e partecipare ai ritivendemmiali.
Dopo la vendemmiavera e propria chesi celebrava con la
festa di cui portava il no-me, la più caratteristicadel paese, con caratterecarnascialesco e goderec-cio, l’uva veniva messanei tini per la fermenta-zione del mosto. Quel profumato natu-
rale ribollire durava unaventina di giorni fino allastabilizzazione del pro-cesso chimico di vinifica-zione. Poi si doveva fare la co-
siddetta “chiarificazione”per la conservazione o perla vendita. I piccoli pro-
Ovo e Uva
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Per accostare correttamente ilvino al cibo è necessarioprendere in considerazione
alcuni dati e capirne i principi fon-damentali, per apprezzare di piu’sia l’uno che l’altro. Nel palato, lalingua con le papille gustative,percepisce quattro sapori, il primoè il sapore dolce, che svanisce su-bito, poi il salato e l’acido o agro,
altrettanto rapidi a svanire, infinel’amaro, piu’ lento a manifestarsi ea sparire.
Nella fusione dei sapori, l’amaroviene sottolineato dal salato, il dol-ce ammorbidisce gli altri. Il gusto diun piatto è caratterizzato princi-palmente da quattro fattori: sapi-dità, aroma, grassezza, dolcezza,che trovano corrispondenza in al-
trettante qualità del vino: alcol,profumo, astringenza, morbidezza.
Secondo queste corrisponden-ze, più un cibo è saporito, più il vi-no avrà tenore alcolico e il suo pro-fumo dovrà avere una certa affinitàcon l’aroma del piatto.
Queste caratteristiche sono si-mili nei cibi e nei vini, l’abbina-mento serve per raggiungere l’e-quilibrio giusto tra il sapore di unpiatto e quello di un vino.
La regola da seguire è partire daitoni più leggeri e passare poi aquelli più marcati, deve essere unaprogressione tra cibo e vino, cheavanzano parallelamente. Si iniziail pranzo con dei vini bianchi sec-chi a bassa gradazione alcolica,seguiti dai rosati e dai rossi, perpassare poi a vini più amabili edolci. I vini da bere freddi o freschivanno serviti prima di quelli atemperatura ambiente, ci sono na-turalmente delle eccezioni. Esisto-no determinati cibi che non trova-no un accordo con il vino, esempiole salse ricche di aglio, alcuni salu-mi, verdure conservate, o condi-menti con molto limone. I vinivengono classificati in Bianchi sec-chi, Bianchi aromatici, Vini Rosati,Rossi Giovani e leggeri, vini Rossidi corpo, vini Spumanti. 14
duttori vi provvedevanocon il filtraggio in campa-ne di vetro e filtri di cartaspeciale che richiedevamolto tempo. Per le pro-duzioni più grandi la“chiarificazione” si facevacon la cosiddetta chiaratad’uovo. Nelle cantine siraccoglievano centinaiadi uova che si rompevanodividendo il bianco albu-me del giallo tuorlo.
Tutti i bianchi veni-vano sbattuti emontati con forza. A
questa bisogna occorre-vano forti e giovani manimaschili e la schiumabianca che ne derivavaveniva posta nella botteinsieme al vino torbido elasciata lì per il processodi depurazione naturale.
Dopo una decina di gior-ni si poteva assaggiare egustare il vino dorato,scintillante, frizzante,gradito al palato. Prontoper la vendita quale vinonovello o per l’invecchia-mento. Esso confortava,con il suo goccetto, la vitadi coloro che sapevanoapprezzarlo. Ma que-st’ultima fase della svina-tura veniva accompagna-ta dal dolce chiamato”bocca di Dama” fatto coni dorati tuorli delle uovache erano servite per ladepurazione vinicola.Tradizionalmente il dolceveniva fatto dalle mona-che di clausura che neavevano, in compenso,una parte, insieme all’of-ferta del vino dei proprie-tari committenti.
La “bocca di Dama”era fatta con farina,zucchero, tuorli
d’uovo, essenza di vani-glia e spruzzo di liquoreStrega. Cotto nel forno alegna a regola d’arte ildolce veniva tolto tem-pestività perché non sidoveva asciugare ma ri-manere umido, cremoso,come se il nucleo dell’uo-vo rimanesse intatto edesse la sensazione,mangiandolo, di berlo. La“bocca di Dama” era lachicca che accompagna-va il vino nuovo, tale dafar gustare il paradiso deisapori nella stregata at-mosfera della Marinoproduttiva e creativa. Orac’è la parodia di questorito: la chiarificazioneviene fatta dalle macchi-
ne e il dolce di uovo ezucchero è un manufattoindustriale secco ed insa-pore che chiamano “ba-se” per torte. Non si èavuto il coraggio di chia-marlo “bocca di Dama”. Ilpudore terminologico faben sperare che Marinoritrovi l’anima e il gustodi una civiltà contadina esaggia che abbiamo co-nosciuto e goduto e chedovremmo adoperarci afar conoscere ai giovaniimbarbariti dalle bevandecolorate e dai cibi pre-confezionati di un’indu-stria generica. L’augurioche elevo idealmente conun bicchiere di nuovo vi-no è che Marino ritrovi lastegata atmosfera dell’o-vo e dell’uva.
Giuliana Limiti
Cucina & Cantina
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Si ritiene sia stato introdotto inEuropa verso il V° sec. a.C. èdiffuso nelle zone temperate
dell’emisfero boreale, Europa, Asiae America del Nord. La sua carat-teristica è l’alto fusto (raggiungeanche i trenta metri di altezza) e lachioma maestosa. Il castagno è una pianta con
grande capacità di rigenerazione,per cui frequente oggi come nelpassato è il ricorso alla ceduazio-ne, si è acclimatata in terreni sili-cei, profondi e ben drenati in col-lina e in montagna fino a 1300 me-tri di altitudine. Il suo sviluppo,inizialmente lento, raggiunge ilsuo splendore vegetativo intornoai 50 anni, i primi frutti appaiono
dopo 20 –25 anni, èuna pianta longeva,può vivere anchemille anni. Il frutto è molto nu-triente, contiene in-
fatti oltre al 39% diacqua, il 43% di amido
e il 2,5% di grassi, i mar-roni sono più grossi delle
normali castagne, e ogni ric-cio contiene un solo frutto, lascorza è chiara e la buccia internanon si attacca alla polpa. I fiori maschi, ricchi di nettare, so-no molto apprezzati dalle api, in-fatti il miele di castagno è una pre-libatezza, sempre più difficile dagustare.I fiori, gli amenti ( 15-20 cm )
possono avere solo fiori maschiliverso l’apice e femminili, piu’piccoli e verdi alla base. Le foglie sono caduche,
alterne e ovali, di 10-20 cm,seghettate, con nervature pa-rallele acuminate all’apice, il
colore è verde lucido, più intensonella parte superiore. Il frutto è coperto da un riccio ver-de e spinoso, che in autunno, rag-giunta la maturazione si apre e li-bera da una a tre castagne.
Il fusto è ricoperta da una cortec-cia di colore bruno - grigiastra,solcata da lunghe nervature a
spirale, dal castagno si ricava dellegno particolarmente adatto per lapreparazione di mobili, palerie, epalchetti; è un legno ricco di so-stanze tanniche. Da non dimenticare le qualità
terapeutiche del castagno, già noteagli antichi , che usavano i frutti co-me antidoto per i veleni, contro l’i-
drofobia, o infusi, con le fogliee la corteccia dei giovani ra-mi, per curare tossi e bron-chiti. La castagna è tipicofrutto invernale, e neglianni passati, fu alla basedell’alimentazione delle
famiglie povere. Con le castagneun tempo si arricchivano le carnidel maiale, si imbottivano galline etacchini, si preparavano minestre eottimi dolci, si consumano fresche(caldarroste) o essiccate.
L’albero delle castagne
Il nome scientifico del castagno è Castanea sativa, appartiene alla famiglia del-le Fagacee, il nome le deriva probabilmente dalla città di Kastania in Tessaglia, oda Kastanis, città del Ponto (Turchia Asiatica) dove, secondo Plinio, c’eranograndi boschi di castagno, sativa significa piantata, coltivata.
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Dalla campagna, fresca, morbida, buona,
è la Ricotta Romana
Un classico prodotto dell’ Agro romano, ricavato da latte ovino lavorato con cura e perizia artigianale dai casari del Caseificio della Cooperativa Produttori Latte Aureliaper offrire al consumatore un prodotto naturale, senzaconservanti o alterazioni, fresco, genuino, buono per
00050 Fiumicino (Roma) Via Carlo Formichi, snc - Tel. e Fax 06 61597549
Roma• Via Valtellina, 91 • Via Ripetta, 259 • Via Valle della Storta,12 • Via Fosso del Fontaniletto, 4 • Piazza Testaccio, 37 Cerveteri• Via Fontana Morella
(Via Aurelia km 42,700)
una alimentazione di alto valorenutrizionale. La Cooperativa commercializza i suoi prodotti freschi e stagionati con il marchio OmniaLatte, Caseificio del Borgo, Caseificio Valle del Salto, che trovate presso i punti vendita.
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In altri tempi, ha miti-gato la povertà protei-ca e calorica delle po-
polazioni indigenti, oggial contrario, la vita seden-taria, crea dei problemiper bruciare calorie egrassi in eccesso.
Ma con un’accurata eattenta scelta, orientan-dosi verso dei formaggipiu’ adatti al propriostile di vita, senza ce-dere a proibizioni ge-neriche, forse a causadella poca conoscenzasui tanti e buoni pro-dotti caseari,ma ridur-re solo le quantità. Se-condo i nutrizionisti eigienisti, la dose mediagiornaliera di grassi sa-turi è di circa 15 -20 gnelle persone adulte(pari a 50 g di parmigia-no, o 20 g di burro). Esi-
stono molte qualità diformaggio, dalle caratte-ristiche merceologiche e
organolettiche diverse,anche se hanno in comu-ne la provenienza dal lat-te e il processo di coagu-lazione, distinguendosiin formaggi grassi, semi-grassi e magri e in freschie stagionati.
Una distinzione im-portante per identificareun tipo di formaggio, ri-guarda la stagionatura,che può essere piu’ o me-no lunga.
Eutile sottolineare,dal punto di vistadella digeribilità, 17
In una ipotetica classifica nutrizionale degli alimenti, il formaggio, riccodi calcio, grassi e proteine, si colloca nella parte alta.
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che i formaggi stagionatisono piu’ digeribili, per-chè la maturazione sem-plifica il compito degli en-zimi digestivi e i bacilli dellatte hanno il tempo periniziare la “digestione”delle complesse molecoledella caseina fermentan-do un gran parte del lat-tosio originario.
Lavorando in tem pidiversi la stagiona-tura, si ottengono
vari tipi di formaggio:
formaggi freschistagionatura in un tempomolto breve (robiola, cre-scenza, caprino, provola,scamorza, mozzarella)
formaggi a stagionatura mediadiverse sono le tecnichedi lavorazione, alcuni for-maggi subiscono la cot-tura e la digestione dellacaseina che rende la pa-sta cremosa, (caciotta, gor-gonzola, taleggio, asiago,fontina)
Nella lavorazione delformaggio, tra fresco ecotto, molto importante èla temperatura.
Latte e formaggio, peril loro contenuto di calcio,sono una risorsa impor-tante per l’organismoumano, un minerale indi-spensabile per una buonaqualità della vita e peruna corretta alimentazio-ne.
La quantità giorna-liera di calcio, ri-chiesta dal corpo
umano varia dall’adole-scenza all’età matura, da800 - 1000 mg per i ra-gazzi fino a 10 anni, 1200mg per quelli di 18 anni,
800 mg per gli adulti, pergli sportivi 450 mg e pergli anziani 1000 mg - perle donne in gravidanza oin allattamento da 400 a520 mg.
La ricotta e il mascar-pone anche se nonsono dei veri for-
maggi, provengono sem-pre dallo stesso alimento,il latte. La ricotta è ricavata
dalla cottura del siero dellatte ed è ricca di proteinenutritive e povera di gras-so,(100 g di ricotta dimucca contengono 6,8 gdi grassi saturi, 100g di ri-cotta pecora 9,5 g) il ma-scarpone è una crema ri-cavata dalla panna di latteinacidita con fermenti lat-tici è il suo contenuto digrassi saturi è del 47% gsu 100 g.
La mozzarella fattacon latte vaccino èun formaggio fre-
sco a “ pasta filata”, assie-me al pecorino romanosono tra i prodotti piùesportati. Alla grande produzio-
ne di fior di latte e moz-zarella di mucca, negli ul-timi anni si è aggiunta lamozzarella di bufala, unaltro prodotto casearioapprezzato per le sue ca-ratteristiche qualità orga-nolettiche. 18
Azienda Agricola Il Castello della BufalaPunto vendita: Via Settevene Palo Cerveteri
Servizio a domicilio telefonando a:320/0905573 - 328/2558541
Az. Agr.: Via Castel Campanile, 932 (Loc. I Terzi, Via Aurelia)
SOLO LATTE DI
BUFALA
AL 100%
Caseificio · AllevamentoProduzione propria
Mozzarella di Bufala Formaggi freschi, stagionati e farciti, Burrata
formaggi a lunga stagionaturanon vi sono piu’ micror-ganismi, l’acqua dimi-nuisce e la caseina è bendigeribile (parmigiano,grana, gruviera).
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Èl’antico metodo terapeutico cheaiuta a guarire molti disturbi emalattie mediante le piante,
fresche, essiccate, o attraverso i loroestratti naturali. Le piante usate da sole o in speciali miscele, sono alla base di infusi che servonocome terapia.Nei mesi invernali, quando il freddo e il brutto tempo sono di attualità, il nostro organismo risente del cambiamento climatico e l’influenza, il raffreddore e il mal di gola possono fare la loro comparsa.Un rimedio fitoterapico contro il mal di gola: l’agrimonia (Agrimoniaeupatoria) è la pianta le cui sommità fiorite, ricche di principi attivi, riducono il prurito e il fastidio alla gola, particolarmente forti quando si deglutisce. Per risolvere questo disturbo e evitarealtre complicazioni alle vie respiratorie è utile fare dei gargarismi con un infuso di agrimonia, petali di rosa e radici decorticate di altea. In questa miscela, agli effetti benefici dell’altea si uniscono alleproprietà calmanti dei petali di rosa equelle antinfiammatorie delle radici dialtea. Rimedio fitoterapico contro latosse, è la pianta Cetraria islandica, unlichene senza radici, fusto e foglie conproprietà antimicrobiche. La mistura e
composta da tallo di lichene islandico,radice decorticata di altea e di
liquirizia, sommità di timo serpillo,fiori di viola del pensiero, petalidi papavero e frutti di aniceverde. L’infuso calma la tosse,va bevuto piu’ volte al giornosecondo l’intensità deldisturbo.
Anche con la fitoterapia sipossono osservare effetti ereazioni diverse, secondo i pazienti ai quali è statasomministrata lapreparazione fitoterapica. Questi effetti non sono daattribuire soltanto allafisiologia dei malati, maanche alla differenzanell’attività dellediverse piante, anche
appartenenti a unastessa specie,
in rapporto all’habitatnaturale, all’esposizionesolare, al clima, al metodo di raccolta. Esistono poi dellepiante aventi le caratteristichebotaniche somiglianti, da renderle indistinguibilimorfologicamente, e che puresono, alcune dotate di attivitàfarmacologiche, altre inattive.Per le piante e le relative dosida miscelare, rivolgersiall’erboristeria di fiducia.
la fitoterapia
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Frittata alla burina
Lavate e scolate benela lattuga, poi ta-gliatela a listarelle.
Sbattete le uova in unaterrina con pecorino grat-tugiato, sale e pepe, ag-giungete la lattuga taglia-ta. In una larga padella fa-te intiepidire l’olio, poiversatelo nella terrina,amalgamate il tutto e ver-satelo nella padella moltocalda. Cuocete la frittata
qualche minuto per parte,scuotendo ogni tanto lapadella perché la frittatanon si attacchi, servitelaancora calda.
Ingredienti per 4 persone: 4 uova intere,1 cucchiaio diolio extravergine di oliva,(o una noce di burro) 100gr di foglie di lattuga,1cucchiaio di formaggio pe-corino, sale e pepe.
Vino consigliato: Campo Fattore Marino doc Azienda Dino Limiti
Spaghetti al tonno
Ponete sul fuoco unapentola piena d’ac-qua, a parte, in una
padella, soffriggete in olioextravergine di oliva percirca 3 o 4 minuti un bat-tuto di prezzemolo eaglio, aggiungete 6 po-modori maturi, pelati, ta-gliati, salati e pepati, la-sciate cuocere per 15 mi-nuti, fino a quando il sugonon si è ritirato. Mescola-te insieme al sugo il ton-no, poi toglietelo dal fuo-co. Quando l’acqua bolle,aggiungete il sale grosso ebuttate gli spaghetti, fa-cendoli cuocere come in-dicato sulla confezione.
Costolettea scottadito
Disponete le costo-lette su di un piat-to da portata e
spruzzatele con un po’ diolio extravergine, aggiun-gete il sale e pepe. Sistemate le costolette di
Sapori&PiaceriIl gusto di scoprire i più originali e curiosi piatti
della tradizione culinaria romana.
Scolate la pasta e mettete-la in un grande piatto diportata, condite con il su-go di tonno e pomodoro,mescolate con energia eservite subito in tavola.Ingredienti per 4 persone:500 gr. di spaghetti,250 gr.di tonno sott’olio, 6 pomo-dori maturi, pelati e tagliatia pezzi, 4 cucchiai di olio ex-
travergine di oliva, 2 spicchid’aglio tritato molto sottile,
un ciuffo di prezzemolotritato, un pò di pepenero macinato o pe-peroncino rosso.
Vino consigliato: Chardonnay Cantina Castello di Torre in Pietra.
agnello su di una griglia efate cuocere a fuoco alto,girandole di frequentefinché non sono ben cot-te. Se non avete un barbe-cue o una griglia, fatelecuocere in forno sotto ilgrill, avendo cura di girar-le spesso, portatele in ta-vola ben calde.Ingredienti per 4 persone:
1 kg di costolette di agnel-lo, 2 cucchiai di olio extra-
vergine di oliva, sale epepe nero macinato.
Vino consigliato: Zilath Rosso Casale Cento CorviCerveteri.
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Ciambellinedolci
Mescolate in unaterrina, farina,zucchero, vanilli-
na, cannella, scorza di li-mone e il lievito in polve-re. Aggiungete mescolan-do l’olio e le uova, con uncucchiaio di legnio per 5 -8 minuti.Coprite con un panno
pulito e lasciate riposareper un’ora. Infarinate leggermente
un piano di lavoro e di-sponete l’impasto facen-done delle specie di sal-ciccie allungate e sottili. Tagliatele in segmenti
di 10-12 cm e schiacciate-li alle estremità unendo-le, in modo da formaredegli anelli.Mettete gli anelli in una
teglia imburrata e infari-nata e mettete in forno a200° C, fate cuocere per25 minuti.
Fate raffreddare su unagratella per circa un’ora eservite.
Ingredienti per 6 persone:300 gr di farina bianca, 200gr di zucchero, 2-3 gocce di
vanillina, un cucchiainoda the di canella macina-ta, la scorza grattugiatadi un limone, un cuc-chiaino da the di lievitoin polvere, 3 cucchiai diolio extrevergine di oliva,
2 uova, burro e farina perla teglia.
Vino consigliato:Dolcepiglio bianco, Cantina Cesanese del Piglio,
Castagnoledi carnevale
Ponete la farina inuna grande terrina enel mezzo adagiate-
vi le uova, il burro fuso, ilrum, lo zucchero, la bucciadel limone, un pizzico disale. Impastate il tutto dimodo che la pasta risultimorbida ed omogenea.
Tagliatela quindi a pez-zetti come noci e arrotola-tela. In una padella fatescaldare l’olio, senza farlobollire ed immergetevi lepalline poco per volta fin-ché si gonfieranno diven-tando dorate. Scolateleadagiandole su un fogliodi carta assorbente e ser-vitele coperte di cannella ezucchero al velo.
Ingredienti per 6 persone:400 g di farina, 4 uova, 100g di burro, 50 g di zucche-
ro, buccia di un limonegrattugiata, 150 g diolio, sale, 100 g dizucchero a velo, can-nella in polvere, unbicchierino di rum.
Vino consigliato:Novo Caere TarquinioCantina di Cerveteri
Chiacchiere o FrappeQuesta è forse la ricetta più semplice e la più “allegra” fra quel-le dei dolci di Carnevale, ciò nonostante è quella di maggioresuccesso. Tanto è vero che la si ritrova in tutt’Italia, sebbenecon nomi diversi: in Friuli si chiamano Grostoli, in EmiliaSfrappole, in Veneto Galani, nel Lazio e nelle Marche Frappe,Cenci in Toscana, Chiacchiere in Campania. La variante, nellevarie ricette regionali, è costituita dal marsala, o dal vino bian-co, o dall’acquavite, o dal liquore all’anice.
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LA CHIAVE D’ACCESSO PER LA CULTURA DEL TEMPO LIBERO
Anno III, n. 1 Gennaio-Febbraio 2003Reg. Trib. Roma n. 430 del 16 ottobre 2000
Direzione, Redazione e Amministrazione:00165 Roma - Via dei Faggella, 4 Tel./Fax 06.6625378E-mail: [email protected]
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Finito di stampare Febbraio 2003Periodico in distribuzione gratuita
La responsabilità degli articoli, foto e avvisi pubblicitari sono dei singoli autori. La collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita.
Non si restituiscono i materiali inviati in redazione
Salute&Bellezza
Per proteggersi e godere un’esistenza piùsana, sopravvivendo agli effetti nocividell’inquinamento e delle radiazioni, bastaseguire semplici suggerimenti:
in cucinacottura al vapore, al forno, a bagnomaria perconservare le proprietà nutritive degli alimenti.
attività fisicastimola il sistema linfatico, la linfa è un fluidotrasparente ed espelle le scorie dell’organismo.
computerusare uno schermo protettivo, tenersi ad almeno50 cm dallo schermo, facendo ogni 20 min. unapausa, per evitare le cariche ionopositive cheprovocano apatia e stanchezza: circondarsi dipiante verdi, neutralizzano le radiazioni e produconoriserve di ossigeno.
stressquando il corpo trattiene tensioni, si verifica unosquilibrio, per ridurre lo stress le tecniche di rilas-samento come lo yoga possono alleviarlo, unpiccolo esercizio per indurre uno stato di calma:roteare gli occhi all’insù, e poi chiuderli, respira-re profondamente contando fino a 10, concen-trando l’attenzione sul respiro.
Bere tè verde è una fonte naturale di“antiossidante” che attiva il sistemaimmunitario e rafforza il meccanismodi difesa della pelle.
Bere vino rosso in quantità moderatapuò far bene alla salute. L’uva, usataper produrre il vino rosso contiene po-tenti antiossidanti che proteggono l’or-ganismo interamente.
Mantenere un’alimentazione sananon è così facile come sembra. Ci sonotanti prodotti che contengono conser-vanti e addittivi e questi possono avereeffetti deleteri sul corpo, quindi si pre-ferisce aumentare il consumo di fruttae verdura cruda per contenere i rischi.
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Sulle col-line tu-facee di
Cer veteri,dove climamite e terrafertile rendo-no al me gliola coltura deivigneti, opera l’Azienda VinicolaCasale Cento Corvi, gestita con
passione e competenza dalla famiglia Collacciani, votataalla coltura e al rispetto della tradizione enologica. Conuna attenta e accurata selezione dell’uvaggio producedegli ottimi vini rossi e bianchi utilizzando i vitigni diMontepulciano, Merlot, Syrah, Carignano, Trebbiano,Chardonnay, Souvignon e Malvasia del Lazio. CasaleCento Corvi è lieta di proporre sulle tavole più prestigio-se due etichet-te: Kottabos eZilath, nati interra etrusca,dove si produ-ce vino da ol-tre 3000 anni.L’Azienda èdisponibile a
ricevere i vi-sitatori perfar conosceree degustare isuoi vini, ildelicato Olioextraverginedi oliva, laprofumata
grappa Turan, e un nuovo vino ditutto rispetto, il Cerbero rosso.
L’Azienda è aperta dal lunedì al sabato, dalle ore 8,30 alle 12,30e dalle 15 alle 19, la domenica dalle 9,30 alle 12,30 per ulterio-ri informazione telefonate allo 06/ 99 43 486.
Come arrivare al Casale Cento Corvi,da Roma: percorrete la Statale Aure-lia o l’autostrada Roma Civitavecchia e uscite a Cerveteri, lasciate l’abitato e proseguite per alcuni km sulla provinciale per Sasso, fino a Via della Tomba.
Azienda Vinicola Casale Cento Corvi 00052 Cerveteri (Roma) - Via della Tomba, 18 - Tel. 06. 99 43 486 - Fax 06. 99 43 489
www.casalecentocorvi.it
Kottabos e Zilathnati in terra etrusca
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Antica Pizzeria Fratelli Ricci
dal 1900
Antica Pizzeria Fratelli Ricci - 00184 Roma - Via Genova, 32 - Tel. e Fax 06 4881107(Lunedì chiuso)
Nel caratteristico locale divia Genova, tuttoviene preparatocon passione e solocon ingredientifreschi e genuini, peroffrirvi gustose e fragranti pizze,crostini alla cardinale,calzoni ripieni,
filetti di baccalà, fritti vari, tutto abbinato
a un brioso rosso, il Gragnano della
PenisolaSorrentina, e
inoltre vini rossi,bianchi regionali
e nazionali
Pizza&Vino
di Vittorio Ricci & C. Sas
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