Download - IL PROGETTO A lui, che cantava le vite di˜cili · Fabrizio De Andrè passeggia, orfano volontario delle tradizionali e con-frontanti verità assolute: una bambi-na e una puttana

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Generazioni di giovani hannocantato i suoi versipersonalizzandone il signi�cato.Fabrizio De André, sicuramenteuno dei più grandi eindimenticati cantautoricontemporanei, è scomparsolasciando un segno indelebilenella storia di quell’um anità cheè riuscito a cogliere in ogniaspetto. Dagli istinti più bassi emeschini, alle passioni piùprofonde e pulite, agli amoriso�erti o pagati, le sue canzonihanno raccontato i mille voltidell’animo um ano spogliati daipocrisie e pregiudizi. Unachitarra, un bicchiere di vino el’eterna sigarette tra le ditaingiallite dal fumo. Note oradolci, ora rabbiose gridanoamore per la vita giusta e orroreper le ingiustizie abbracciandoquell’imperfezi one che rende lanatura umana uno dei piùimmensi e complessi misteridell’universo. De André è riuscitoa descrivere l’indescrivibile conparole e note che accarezzanol’anima e inf ondono il coraggiolottare e cambiare.

F. A.

IL PROGETTO

Il fascino misterioso di questa vita,che ce la rende sì tanto dolcenonostante le prove cui cisottopone, sta nella sua’ fecondità’: amore, gioia, dolore,

ignoranza del futuro, speranza dicambiare, le certezze del presente, belle ebrutte, a volte orrende, e le incertezze diun domani ignoto rese certe da unaferrea volontà, spesso quella di unbambino che vuole voltare paginacancellando con un colpo di spugna lacruda quotidianità fatta di violenza,

dicendo no con la fantasia almaltrattamento cui è sottoposto ognigiorno; una volontà e un desiderio che, avolte, non trovano corrispondenza in unfuturo ormai divenuto presente, che nonha lasciato altra scelta a quel bambinoche amare nell’unico modo che gli èstato insegnato: la violenza, il sopruso…una vita, la sua, permeata da quellarabbia da sempre pronta a sbottare in unmoto di ribellione ad un’esistenza dirancore covato e ricovato, e che, ancorauna volta, segue ndo l’unica strada

indicata da quegli adulti che nonsapevano come amare un bambino,esplode in violenza verso se stessi ocontro gli altri. È questa la «Feconditàdell’imperfezi one» della vita, è questo iltitolo del progetto del Gruppo dellaTrasgressione, che si è esibito in unospettacolo a Ragusa Ibla, nell’ambito delcartellone di manifestazioni «Ibla in festa»organizzato dal comitato per Ibla e dalConsiglio di circoscrizione del quartieredel centro barocco. Un «Omaggio a DeAndré» che ha trovato nel grande

cantautore genovese un maestrogenerazionale, destinato a segnare la vitadi molti giovani e che a�ronta molti temiquali l’imperfezione, il rapporto con ilimiti, la trasgressione, il male, e così viascorrendo tutta una serie di elementi cheil Gruppo riscontra poi nei suoi incontricon i detenuti del carcere di San Vittore, aMilano, durante i quali vengono letti ecommentati gli scritti dei carcerati. Unacategoria questa particolarmenteattenzionata da De André, eccezionaleinterprete della canzone «Don Ra�aé».

Dal carcere di San Vittore sotto le luci della ribalta: così viene esorcizzata la cruda realtà della quotidianitàIL CONCERTO

Allo spettacolodi Ragusa Ibla JuriAparo, psicologo,Martino Modica,Carmelo Lorito,il chitarristaDiego Fachine Amedeo Mazza

A lui, che cantava le vite di�ciliOmaggio del gruppo della Trasgressione a Fabrizio De André, non solo un cantautore

VALENTINA RAFFA

oro cercan là la felicità,dentro a un bicchiere perdimenticare d’esser stati

presi per il sedere. Ci sarà allegria an-che in agonia col vino forte, porteransul viso l’ombra di un sorriso tra lebraccia della morte… Ma se capirai, seli cercherai �no in fondo. Se non sonogigli, son pur sempre �gli, vittime diquesto mondo». («La città vecchia» -De Andrè). Questo il primo tema toc-cato durante la serata: l’alcolismo, cheavvolgendo in un primomomento allegramente levittime tra le sue braccia letrascina verso la morte, unamorte soprattutto psicolo-gica, che indirettamentecoinvolge anche i familiari,per poi lasciare il posto aquella �sica. Parallelo all’a-more nella vita d’ogni uo-mo cammina il male. "E’questo forse - ha detto lopsicologo Aparo - che ci tiene incolla-ti alla tv o a leggere i quotidiani quan-do veniamo a conoscenza di orrendidelitti. Sono i nostri sentimenti, l’odio,il rancore e quant’altro, che anche noicoviamo, ma che non ci è dato diesprimere, che vediamo in qualchemaniera manifestati nei delitti e rea-ti perpetrati da qualcun altro".

«Un uomo onesto, un uomo probo,trallarallalalallalero, s’innamorò per-dutamente di una che non lo amavaniente» («La ballata dell’amore cieco»

- De Andrè) Ilcantautore parlaproprio d’amore,narrando la sto-ria di un uomoche uccide la ma-dre per amore �-no al sacri�cioestremo del sui-cidio come provad’amore sincero."L’uomo non ècostituito solodalla voglia di co-struire e di dialo-gare - ha scrittoCosimo Colber-taldo, studente -.L’uomo e la don-na sono esseriimperfetti, hannoin sé il male, las�da, la trasgres-sione, la violen-za. Non possiamomettere a tacerela parte oscura dinoi dalla qualedipendiamo nel

bene e nel male, nel creare e nel di-struggere. È questo, in fondo, che ci in-teressa arrivare a toccare: il luogo del-le paure, delle passioni, delle forzeinteriori che talvolta ci inducono al-l’errore e alla devianza. È rischiosopensare che solo l’amore debba averespazio d’espressione, poiché l’odio,sentendosi minacciato, tenterebbe lavia più rapida per liberarsi, una viache potrebbe diventare anche quellamaggiormente pericolosa. Conducia-mo una lotta �anco a �anco per il va-lore umano di tutto ciò che non è be-ne! E cosa è? È altro. non so cosa sia.Ha bisogno di respirare".

«Via del Campo c’è una bambinacon le labbra color rugiada, gli occhitristi come la strada, nascon �ori do-ve cammina. Via del Campo c’è unaputtana, gli occhi grandi color di fo-glia, se di amarla ti vien voglia, bastaprenderla per la mano». "De Andrènon studiava molto - ha detto Aparo -ma studiava abbastanza per racco-gliere la feconda ri�essione di Teren-zio "Sono uomo e nulla di ciò che èumano mi può essere estraneo". Sul-

«L

la scorta di questo sentimento, De An-drè si interroga e ci consegna le sueperplessità. Si chiede ad esempio se ladistanza che ci sembra scontata fra labambina e la puttana, o fra la puttanae le nostre fantasie non rientri fraquelle risposte che spengono la curio-sità e la voglia di conoscere e di rico-noscersi invece di accenderla.

Dentro la città vecchia c’è Via delcampo dove De Andrè approfondiscecome la distanza tra le persone sia

meno ampia di quello che tante voltefa piacer e pensare. Dal porto di Ge-nova al lungomare di Bahia in Brasile,attraverso i vicoli della Città vecchia,Fabrizio De Andrè passeggia, orfanovolontario delle tradizionali e con-frontanti verità assolute: una bambi-na e una puttana vivono entrambe inVia del Campo, tanto vicine l’una al-l’altra da far germogliare �ori, illusio-ni e speranze d’amore in chi va a tro-varle". Ma molte persone non voglio-

no accettare questa realtà, rifuggono il’diverso’ che non rientra nei clichè diuna società purista che si scandalizzanel vedere una delle tante ’Bocca diRosa’ sui marciapiedi delle nostre cittào nelle case di ricchi clienti, spessosenza pensare che dietro quel ’perso-naggio’ c’è una storia, e così, temen-dolo, lo ripudia…

"...e mentre marciavi con l’animain spalle vedesti un uomo in fondo al-la valle che aveva il tuo stesso identi-

co umore ma la divisa di un altro colo-re… Sparagli Piero, sparagli ora e do-po un colpo sparagli ancora, �no ache non lo vedrai esangue cadere interra a coprire il suo sangue… E se glispari in fronte o nel cuore soltanto iltempo avrà per morire, ma il tempo ame resterà per vedere, vedere gli oc-chi di un uomo che muore’… ma DeAndrè è diverso, lui, "in viaggio con unbagaglio di domande - dice il prof.Aparo - rimescola le categorie del be-

ne e del male, �no a farne emergereruoli imprevisti: le puttane insegnanoe i professori vanno a lezione. I suoipersonaggi appaiono ricchi di una fra-gilità che ce li rende cari, capaci dicoinvolgerci e di indurci a cercarli frai vicoli della Città vecchia".

Ma il Gruppo della Trasgressione, sì,anch’esso è diverso, perché ha capitoche dietro ogni storia imperfetta c’èun disagio, e ancora oggi il bambinoche tanti anni prima sognava di volta-re pagina e di cancellare con un colpodi spugna la sua amara realtà, e che

diceva no, scuotendo il capoad una realtà familiare disa-giata, implorando con gliocchietti spaventati l’enne-simo no all’ennesima vio-lenza che sarebbe di lì a po-co stata perpetrata nei suoiconfronti, ancora oggi quelbambino grida aiuto con lasua �evole vocina, e c’è chi,come il Gruppo della Tra-sgressione, riesce ad ascol-

tarlo. «Voglio seppellirti sotto otto me-tri di odio, calpestando i tuoi diritti,devastando la tua vita, così come ilcorpo mio hai lasciato, quel giornosul letto bagnato». («Voglio seppellir-ti», testo di un detenuto del carcere diSan Vittore).

Testi, attività, progetti delGruppo della Trasgressione su www.trasgressione.net

«In viaggio con unbagaglio di domanderimescola il bene e ilmale, ed emergonoruoli imprevisti»

«I suoi personaggiappaiono ricchi di una fragilità che ce li rende cari, capaci di coinvolgerci»

La musica, riscatto del disagioSettembre 1997. La svolta di 15 detenuti si amplia e include un mondo che elabora l’isolamento

Un momento del concertotenuto a Ibla dal Gruppodella Trasgressione con unrepertorio di canzoni dellavastissima discogra�a delcantautore genovese.Prossimamente il gruppoporterà in Sicilia una gara di creatività abbinata allo spet-tacolo“Dialogo con i perso-naggi imperfetti di De André”: brevi scritti, immagini, videoclip realizzati da studenti delle nostre scuole a commento dei temi classici del cantautore.

...sparagliPiero,

sparagli ora e dopoun colposparagliancora, �no a

che nonlo vedrai

esangue...

Il Gruppo della Trasgressione na-sce a Milano, nel carcere di SanVittore, nel settembre 1997. Costi-tuito inizialmente da 15 detenuti,si è progressivamente ampliatodentro e fuori �no ad includereoggi studenti universitari di psi-cologia, �loso�a e giurispruden-za, e alcuni docentii, con cui il gruppolavora nelle scuole e nelle università nell’ottica della pre- venzione.

L’obiettivopre�sso riguar-da lo studio e ilrecupero delle dina-miche intrapsichichee ambientali che favo-riscono la china versoil reato e/o verso le di-verse forme di disagioemotivo che spessoaccompagnano l’ado-lescenza. In questa prospettiva vie-ne alimentato lo scambio di espe-rienza fra detenuti, studenti e libe-ri cittadini e la ri�essione sullespinte che contribuiscono a far sìche una persona possa vivere for-me più o meno castranti di ranco-re, di opposività, di isolamento, dacui spesso si giunge a stati più omeno intensi di depressione, allabulimia, all’anoressia o a compor-tamenti devianti legati alla tossico-dipendenza come il furto, la rapi-na, lo spaccio. Attraverso questoprogetto, che vede, oltre a due in-contri settimanali per leggere ecommentare gli scritti dei compo-nenti del gruppo, anche incontricon esterni per parlare di temi spe-ci�ci come la trasgressione, l’im-perfezione, la s�da, la libertà, ilrapporto genitori-�gli, ecc., ed an-cora 6-8 convegni annui dentro efuori dal carcere, interagendo con

enti ed istituzioni esterne, si vuoleincoraggiare il dialogo con la pau-ra delle proprie imperfezioni, sol-lecitare la comunicazione tra geni-tori e �gli, motivare gli adolescen-ti e i giovani adulti ad una relazio-ne costruttiva con l’esperienza deipropri limiti e ad una relazione �-duciosa con le proprie risorse, ali-mentando l’attenzione, la comuni-cazione e l’intervento sui tipici di-sagi emotivi dell’adolescenza perprevenire l’auto e l’eterodistrutti-vità che spesso ne conseguono edo�rire ai giovani degli stimoli con-creti che li motivino a convertire laspinta alla s�da privata, intrisaspesso di aspetti auto ed eterole-sionisti, nel piacere della costru-zione collettiva.

Dei componenti del gruppo sonostati presenti allo spettacolo di Ra-gusa Ibla Juri Aparo, psicologo mi-lanese ideatore del progetto, cheha cantato le canzoni di De Andrè,dotato, peraltro, di un timbro mol-to simile a quello del grande can-tautore genovese, Martino Modica,voce e tastiera, partner storico conc u i A p a r o h a p r o p o s t o p e r la prima volta lo spettacolo in Sici-lia, Carmelo Lorito, violinista allaScala, il chitarrista Diego Fachin eAmedeo Mazza voce e chitar-ra. Responsabile del progetto in Si-cilia è Mimì Inclimona, che ha sot-tolineato come sarebbe importan-te che il progetto fosse avviato an-che nella Casa circondariale di Ra-gusa e nel carcere di Modica, cui èstato presentato, ma senza otte-nere ad oggi alcuna risposta. Echissà, dal momento che ’chi taceacconsente’, che magari voglia di-re che il progetto potrà entrare an-che in provincia di Ragusa.

V. R.

Parole e notesopravvissutealla morte

A lato CarmeloLorito, violinista

alla Scala, inbasso da sinistraAmedeo Mazzae Juri Aparo, coordinatore delGruppo dellaTrasgressione

“ MIMÌ INCLIMONA

«Nel progettoanche le casecircondarialidi Ragusa e Modicache, �nora, nonhanno risposto»

[ PALCOSCENICO. GLI EVENTI MUSICALI ]LA SICILIAMERCOLEDÌ 19 SET TEMBRE 2007

.35Ragusa

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