IL PROGETTO A lui, che cantava le vite di˜cili · Fabrizio De Andrè passeggia, orfano volontario...

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Generazioni di giovani hanno cantato i suoi versi personalizzandone il significato. Fabrizio De André, sicuramente uno dei più grandi e indimenticati cantautori contemporanei, è scomparso lasciando un segno indelebile nella storia di quell’um anità che è riuscito a cogliere in ogni aspetto. Dagli istinti più bassi e meschini, alle passioni più profonde e pulite, agli amori sofferti o pagati, le sue canzoni hanno raccontato i mille volti dell’animo um ano spogliati da ipocrisie e pregiudizi. Una chitarra, un bicchiere di vino e l’eterna sigarette tra le dita ingiallite dal fumo. Note ora dolci, ora rabbiose gridano amore per la vita giusta e orrore per le ingiustizie abbracciando quell’imperfezi one che rende la natura umana uno dei più immensi e complessi misteri dell’universo. De André è riuscito a descrivere l’indescrivibile con parole e note che accarezzano l’anima e inf ondono il coraggio lottare e cambiare. F. A. IL PROGETTO Il fascino misterioso di questa vita, che ce la rende sì tanto dolce nonostante le prove cui ci sottopone, sta nella sua ’ fecondità’: amore, gioia, dolore, ignoranza del futuro, speranza di cambiare, le certezze del presente, belle e brutte, a volte orrende, e le incertezze di un domani ignoto rese certe da una ferrea volontà, spesso quella di un bambino che vuole voltare pagina cancellando con un colpo di spugna la cruda quotidianità fatta di violenza, dicendo no con la fantasia al maltrattamento cui è sottoposto ogni giorno; una volontà e un desiderio che, a volte, non trovano corrispondenza in un futuro ormai divenuto presente, che non ha lasciato altra scelta a quel bambino che amare nell’unico modo che gli è stato insegnato: la violenza, il sopruso… una vita, la sua, permeata da quella rabbia da sempre pronta a sbottare in un moto di ribellione ad un’esistenza di rancore covato e ricovato, e che, ancora una volta, segue ndo l’unica strada indicata da quegli adulti che non sapevano come amare un bambino, esplode in violenza verso se stessi o contro gli altri. È questa la «Fecondità dell’imperfezi one» della vita, è questo il titolo del progetto del Gruppo della Trasgressione, che si è esibito in uno spettacolo a Ragusa Ibla, nell’ambito del cartellone di manifestazioni «Ibla in festa» organizzato dal comitato per Ibla e dal Consiglio di circoscrizione del quartiere del centro barocco. Un «Omaggio a De André» che ha trovato nel grande cantautore genovese un maestro generazionale, destinato a segnare la vita di molti giovani e che affronta molti temi quali l’imperfezione, il rapporto con i limiti, la trasgressione, il male, e così via scorrendo tutta una serie di elementi che il Gruppo riscontra poi nei suoi incontri con i detenuti del carcere di San Vittore, a Milano, durante i quali vengono letti e commentati gli scritti dei carcerati. Una categoria questa particolarmente attenzionata da De André, eccezionale interprete della canzone «Don Raffaé». Dal carcere di San Vittore sotto le luci della ribalta: così viene esorcizzata la cruda realtà della quotidianità IL CONCERTO Allo spettacolo di Ragusa Ibla Juri Aparo, psicologo, Martino Modica, Carmelo Lorito, il chitarrista Diego Fachin e Amedeo Mazza A lui, che cantava le vite difficili Omaggio del gruppo della Trasgressione a Fabrizio De André, non solo un cantautore VALENTINA RAFFA oro cercan là la felicità, dentro a un bicchiere per dimenticare d’esser stati presi per il sedere. Ci sarà allegria an- che in agonia col vino forte, porteran sul viso l’ombra di un sorriso tra le braccia della morte… Ma se capirai, se li cercherai fino in fondo. Se non sono gigli, son pur sempre figli, vittime di questo mondo». («La città vecchia» - De Andrè). Questo il primo tema toc- cato durante la serata: l’alcolismo, che avvolgendo in un primo momento allegramente le vittime tra le sue braccia le trascina verso la morte, una morte soprattutto psicolo- gica, che indirettamente coinvolge anche i familiari, per poi lasciare il posto a quella fisica. Parallelo all’a- more nella vita d’ogni uo- mo cammina il male. "E’ questo forse - ha detto lo psicologo Aparo - che ci tiene incolla- ti alla tv o a leggere i quotidiani quan- do veniamo a conoscenza di orrendi delitti. Sono i nostri sentimenti, l’odio, il rancore e quant’altro, che anche noi coviamo, ma che non ci è dato di esprimere, che vediamo in qualche maniera manifestati nei delitti e rea- ti perpetrati da qualcun altro". «Un uomo onesto, un uomo probo, trallarallalalallalero, s’innamorò per- dutamente di una che non lo amava niente» («La ballata dell’amore cieco» - De Andrè) Il cantautore parla proprio d’amore, narrando la sto- ria di un uomo che uccide la ma- dre per amore fi- no al sacrificio estremo del sui- cidio come prova d’amore sincero. "L’uomo non è costituito solo dalla voglia di co- struire e di dialo- gare - ha scritto Cosimo Colber- taldo, studente -. L’uomo e la don- na sono esseri imperfetti, hanno in sé il male, la sfida, la trasgres- sione, la violen- za. Non possiamo mettere a tacere la parte oscura di noi dalla quale dipendiamo nel bene e nel male, nel creare e nel di- struggere. È questo, in fondo, che ci in- teressa arrivare a toccare: il luogo del- le paure, delle passioni, delle forze interiori che talvolta ci inducono al- l’errore e alla devianza. È rischioso pensare che solo l’amore debba avere spazio d’espressione, poiché l’odio, sentendosi minacciato, tenterebbe la via più rapida per liberarsi, una via che potrebbe diventare anche quella maggiormente pericolosa. Conducia- mo una lotta fianco a fianco per il va- lore umano di tutto ciò che non è be- ne! E cosa è? È altro. non so cosa sia. Ha bisogno di respirare". «Via del Campo c’è una bambina con le labbra color rugiada, gli occhi tristi come la strada, nascon fiori do- ve cammina. Via del Campo c’è una puttana, gli occhi grandi color di fo- glia, se di amarla ti vien voglia, basta prenderla per la mano». "De Andrè non studiava molto - ha detto Aparo - ma studiava abbastanza per racco- gliere la feconda riflessione di Teren- zio "Sono uomo e nulla di ciò che è umano mi può essere estraneo". Sul- «L la scorta di questo sentimento, De An- drè si interroga e ci consegna le sue perplessità. Si chiede ad esempio se la distanza che ci sembra scontata fra la bambina e la puttana, o fra la puttana e le nostre fantasie non rientri fra quelle risposte che spengono la curio- sità e la voglia di conoscere e di rico- noscersi invece di accenderla. Dentro la città vecchia c’è Via del campo dove De Andrè approfondisce come la distanza tra le persone sia meno ampia di quello che tante volte fa piacer e pensare. Dal porto di Ge- nova al lungomare di Bahia in Brasile, attraverso i vicoli della Città vecchia, Fabrizio De Andrè passeggia, orfano volontario delle tradizionali e con- frontanti verità assolute: una bambi- na e una puttana vivono entrambe in Via del Campo, tanto vicine l’una al- l’altra da far germogliare fiori, illusio- ni e speranze d’amore in chi va a tro- varle". Ma molte persone non voglio- no accettare questa realtà, rifuggono il ’diverso’ che non rientra nei clichè di una società purista che si scandalizza nel vedere una delle tante ’Bocca di Rosa’ sui marciapiedi delle nostre città o nelle case di ricchi clienti, spesso senza pensare che dietro quel ’perso- naggio’ c’è una storia, e così, temen- dolo, lo ripudia… "...e mentre marciavi con l’anima in spalle vedesti un uomo in fondo al- la valle che aveva il tuo stesso identi- co umore ma la divisa di un altro colo- re… Sparagli Piero, sparagli ora e do- po un colpo sparagli ancora, fino a che non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue… E se gli spari in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire, ma il tempo a me resterà per vedere, vedere gli oc- chi di un uomo che muore’… ma De Andrè è diverso, lui, "in viaggio con un bagaglio di domande - dice il prof. Aparo - rimescola le categorie del be- ne e del male, fino a farne emergere ruoli imprevisti: le puttane insegnano e i professori vanno a lezione. I suoi personaggi appaiono ricchi di una fra- gilità che ce li rende cari, capaci di coinvolgerci e di indurci a cercarli fra i vicoli della Città vecchia". Ma il Gruppo della Trasgressione, sì, anch’esso è diverso, perché ha capito che dietro ogni storia imperfetta c’è un disagio, e ancora oggi il bambino che tanti anni prima sognava di volta- re pagina e di cancellare con un colpo di spugna la sua amara realtà, e che diceva no, scuotendo il capo ad una realtà familiare disa- giata, implorando con gli occhietti spaventati l’enne- simo no all’ennesima vio- lenza che sarebbe di lì a po- co stata perpetrata nei suoi confronti, ancora oggi quel bambino grida aiuto con la sua fievole vocina, e c’è chi, come il Gruppo della Tra- sgressione, riesce ad ascol- tarlo. «Voglio seppellirti sotto otto me- tri di odio, calpestando i tuoi diritti, devastando la tua vita, così come il corpo mio hai lasciato, quel giorno sul letto bagnato». («Voglio seppellir- ti», testo di un detenuto del carcere di San Vittore). Testi, attività, progetti del Gruppo della Trasgressione su www.trasgressione.net «In viaggio con un bagaglio di domande rimescola il bene e il male, ed emergono ruoli imprevisti» «I suoi personaggi appaiono ricchi di una fragilità che ce li rende cari, capaci di coinvolgerci» La musica, riscatto del disagio Settembre 1997. La svolta di 15 detenuti si amplia e include un mondo che elabora l’isolamento Un momento del concerto tenuto a Ibla dal Gruppo della Trasgressione con un repertorio di canzoni della vastissima discografia del cantautore genovese. Prossimamente il gruppo porterà in Sicilia una gara di creatività abbinata allo spet- tacolo“Dialogo con i perso- naggi imperfetti di De André”: brevi scritti, immagini, videoclip realizzati da studenti delle nostre scuole a commento dei temi classici del cantautore. ...sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora, fino a che non lo vedrai esangue... Il Gruppo della Trasgressione na- sce a Milano, nel carcere di San Vittore, nel settembre 1997. Costi- tuito inizialmente da 15 detenuti, si è progressivamente ampliato dentro e fuori fino ad includere oggi studenti universitari di psi- cologia, filosofia e giurispruden- za, e alcuni docentii, con cui il gruppo lavora nelle scuole e nelle università nell’ottica della pre- venzione. L’obiettivo prefisso riguar- da lo studio e il recupero delle dina- miche intrapsichiche e ambientali che favo- riscono la china verso il reato e/o verso le di- verse forme di disagio emotivo che spesso accompagnano l’ado- lescenza. In questa prospettiva vie- ne alimentato lo scambio di espe- rienza fra detenuti, studenti e libe- ri cittadini e la riflessione sulle spinte che contribuiscono a far sì che una persona possa vivere for- me più o meno castranti di ranco- re, di opposività, di isolamento, da cui spesso si giunge a stati più o meno intensi di depressione, alla bulimia, all’anoressia o a compor- tamenti devianti legati alla tossico- dipendenza come il furto, la rapi- na, lo spaccio. Attraverso questo progetto, che vede, oltre a due in- contri settimanali per leggere e commentare gli scritti dei compo- nenti del gruppo, anche incontri con esterni per parlare di temi spe- cifici come la trasgressione, l’im- perfezione, la sfida, la libertà, il rapporto genitori-figli, ecc., ed an- cora 6-8 convegni annui dentro e fuori dal carcere, interagendo con enti ed istituzioni esterne, si vuole incoraggiare il dialogo con la pau- ra delle proprie imperfezioni, sol- lecitare la comunicazione tra geni- tori e figli, motivare gli adolescen- ti e i giovani adulti ad una relazio- ne costruttiva con l’esperienza dei propri limiti e ad una relazione fi- duciosa con le proprie risorse, ali- mentando l’attenzione, la comuni- cazione e l’intervento sui tipici di- sagi emotivi dell’adolescenza per prevenire l’auto e l’eterodistrutti- vità che spesso ne conseguono ed offrire ai giovani degli stimoli con- creti che li motivino a convertire la spinta alla sfida privata, intrisa spesso di aspetti auto ed eterole- sionisti, nel piacere della costru- zione collettiva. Dei componenti del gruppo sono stati presenti allo spettacolo di Ra- gusa Ibla Juri Aparo, psicologo mi- lanese ideatore del progetto, che ha cantato le canzoni di De Andrè, dotato, peraltro, di un timbro mol- to simile a quello del grande can- tautore genovese, Martino Modica, voce e tastiera, partner storico con cui Aparo ha proposto per la prima volta lo spettacolo in Sici- lia, Carmelo Lorito, violinista alla Scala, il chitarrista Diego Fachin e Amedeo Mazza voce e chitar- ra. Responsabile del progetto in Si- cilia è Mimì Inclimona, che ha sot- tolineato come sarebbe importan- te che il progetto fosse avviato an- che nella Casa circondariale di Ra- gusa e nel carcere di Modica, cui è stato presentato, ma senza otte- nere ad oggi alcuna risposta. E chissà, dal momento che ’chi tace acconsente’, che magari voglia di- re che il progetto potrà entrare an- che in provincia di Ragusa. V. R. Parole e note sopravvissute alla morte A lato Carmelo Lorito, violinista alla Scala, in basso da sinistra Amedeo Mazza e Juri Aparo, coordinatore del Gruppo della Trasgressione MIMÌ INCLIMONA «Nel progetto anche le case circondariali di Ragusa e Modica che, finora, non hanno risposto» [ PALCOSCENICO. GLI EVENTI MUSICALI ] LA SICILIA MERCOLEDÌ 19 SETTEMBRE 2007 .35 Ragusa

Transcript of IL PROGETTO A lui, che cantava le vite di˜cili · Fabrizio De Andrè passeggia, orfano volontario...

Generazioni di giovani hannocantato i suoi versipersonalizzandone il signi�cato.Fabrizio De André, sicuramenteuno dei più grandi eindimenticati cantautoricontemporanei, è scomparsolasciando un segno indelebilenella storia di quell’um anità cheè riuscito a cogliere in ogniaspetto. Dagli istinti più bassi emeschini, alle passioni piùprofonde e pulite, agli amoriso�erti o pagati, le sue canzonihanno raccontato i mille voltidell’animo um ano spogliati daipocrisie e pregiudizi. Unachitarra, un bicchiere di vino el’eterna sigarette tra le ditaingiallite dal fumo. Note oradolci, ora rabbiose gridanoamore per la vita giusta e orroreper le ingiustizie abbracciandoquell’imperfezi one che rende lanatura umana uno dei piùimmensi e complessi misteridell’universo. De André è riuscitoa descrivere l’indescrivibile conparole e note che accarezzanol’anima e inf ondono il coraggiolottare e cambiare.

F. A.

IL PROGETTO

Il fascino misterioso di questa vita,che ce la rende sì tanto dolcenonostante le prove cui cisottopone, sta nella sua’ fecondità’: amore, gioia, dolore,

ignoranza del futuro, speranza dicambiare, le certezze del presente, belle ebrutte, a volte orrende, e le incertezze diun domani ignoto rese certe da unaferrea volontà, spesso quella di unbambino che vuole voltare paginacancellando con un colpo di spugna lacruda quotidianità fatta di violenza,

dicendo no con la fantasia almaltrattamento cui è sottoposto ognigiorno; una volontà e un desiderio che, avolte, non trovano corrispondenza in unfuturo ormai divenuto presente, che nonha lasciato altra scelta a quel bambinoche amare nell’unico modo che gli èstato insegnato: la violenza, il sopruso…una vita, la sua, permeata da quellarabbia da sempre pronta a sbottare in unmoto di ribellione ad un’esistenza dirancore covato e ricovato, e che, ancorauna volta, segue ndo l’unica strada

indicata da quegli adulti che nonsapevano come amare un bambino,esplode in violenza verso se stessi ocontro gli altri. È questa la «Feconditàdell’imperfezi one» della vita, è questo iltitolo del progetto del Gruppo dellaTrasgressione, che si è esibito in unospettacolo a Ragusa Ibla, nell’ambito delcartellone di manifestazioni «Ibla in festa»organizzato dal comitato per Ibla e dalConsiglio di circoscrizione del quartieredel centro barocco. Un «Omaggio a DeAndré» che ha trovato nel grande

cantautore genovese un maestrogenerazionale, destinato a segnare la vitadi molti giovani e che a�ronta molti temiquali l’imperfezione, il rapporto con ilimiti, la trasgressione, il male, e così viascorrendo tutta una serie di elementi cheil Gruppo riscontra poi nei suoi incontricon i detenuti del carcere di San Vittore, aMilano, durante i quali vengono letti ecommentati gli scritti dei carcerati. Unacategoria questa particolarmenteattenzionata da De André, eccezionaleinterprete della canzone «Don Ra�aé».

Dal carcere di San Vittore sotto le luci della ribalta: così viene esorcizzata la cruda realtà della quotidianitàIL CONCERTO

Allo spettacolodi Ragusa Ibla JuriAparo, psicologo,Martino Modica,Carmelo Lorito,il chitarristaDiego Fachine Amedeo Mazza

A lui, che cantava le vite di�ciliOmaggio del gruppo della Trasgressione a Fabrizio De André, non solo un cantautore

VALENTINA RAFFA

oro cercan là la felicità,dentro a un bicchiere perdimenticare d’esser stati

presi per il sedere. Ci sarà allegria an-che in agonia col vino forte, porteransul viso l’ombra di un sorriso tra lebraccia della morte… Ma se capirai, seli cercherai �no in fondo. Se non sonogigli, son pur sempre �gli, vittime diquesto mondo». («La città vecchia» -De Andrè). Questo il primo tema toc-cato durante la serata: l’alcolismo, cheavvolgendo in un primomomento allegramente levittime tra le sue braccia letrascina verso la morte, unamorte soprattutto psicolo-gica, che indirettamentecoinvolge anche i familiari,per poi lasciare il posto aquella �sica. Parallelo all’a-more nella vita d’ogni uo-mo cammina il male. "E’questo forse - ha detto lopsicologo Aparo - che ci tiene incolla-ti alla tv o a leggere i quotidiani quan-do veniamo a conoscenza di orrendidelitti. Sono i nostri sentimenti, l’odio,il rancore e quant’altro, che anche noicoviamo, ma che non ci è dato diesprimere, che vediamo in qualchemaniera manifestati nei delitti e rea-ti perpetrati da qualcun altro".

«Un uomo onesto, un uomo probo,trallarallalalallalero, s’innamorò per-dutamente di una che non lo amavaniente» («La ballata dell’amore cieco»

- De Andrè) Ilcantautore parlaproprio d’amore,narrando la sto-ria di un uomoche uccide la ma-dre per amore �-no al sacri�cioestremo del sui-cidio come provad’amore sincero."L’uomo non ècostituito solodalla voglia di co-struire e di dialo-gare - ha scrittoCosimo Colber-taldo, studente -.L’uomo e la don-na sono esseriimperfetti, hannoin sé il male, las�da, la trasgres-sione, la violen-za. Non possiamomettere a tacerela parte oscura dinoi dalla qualedipendiamo nel

bene e nel male, nel creare e nel di-struggere. È questo, in fondo, che ci in-teressa arrivare a toccare: il luogo del-le paure, delle passioni, delle forzeinteriori che talvolta ci inducono al-l’errore e alla devianza. È rischiosopensare che solo l’amore debba averespazio d’espressione, poiché l’odio,sentendosi minacciato, tenterebbe lavia più rapida per liberarsi, una viache potrebbe diventare anche quellamaggiormente pericolosa. Conducia-mo una lotta �anco a �anco per il va-lore umano di tutto ciò che non è be-ne! E cosa è? È altro. non so cosa sia.Ha bisogno di respirare".

«Via del Campo c’è una bambinacon le labbra color rugiada, gli occhitristi come la strada, nascon �ori do-ve cammina. Via del Campo c’è unaputtana, gli occhi grandi color di fo-glia, se di amarla ti vien voglia, bastaprenderla per la mano». "De Andrènon studiava molto - ha detto Aparo -ma studiava abbastanza per racco-gliere la feconda ri�essione di Teren-zio "Sono uomo e nulla di ciò che èumano mi può essere estraneo". Sul-

«L

la scorta di questo sentimento, De An-drè si interroga e ci consegna le sueperplessità. Si chiede ad esempio se ladistanza che ci sembra scontata fra labambina e la puttana, o fra la puttanae le nostre fantasie non rientri fraquelle risposte che spengono la curio-sità e la voglia di conoscere e di rico-noscersi invece di accenderla.

Dentro la città vecchia c’è Via delcampo dove De Andrè approfondiscecome la distanza tra le persone sia

meno ampia di quello che tante voltefa piacer e pensare. Dal porto di Ge-nova al lungomare di Bahia in Brasile,attraverso i vicoli della Città vecchia,Fabrizio De Andrè passeggia, orfanovolontario delle tradizionali e con-frontanti verità assolute: una bambi-na e una puttana vivono entrambe inVia del Campo, tanto vicine l’una al-l’altra da far germogliare �ori, illusio-ni e speranze d’amore in chi va a tro-varle". Ma molte persone non voglio-

no accettare questa realtà, rifuggono il’diverso’ che non rientra nei clichè diuna società purista che si scandalizzanel vedere una delle tante ’Bocca diRosa’ sui marciapiedi delle nostre cittào nelle case di ricchi clienti, spessosenza pensare che dietro quel ’perso-naggio’ c’è una storia, e così, temen-dolo, lo ripudia…

"...e mentre marciavi con l’animain spalle vedesti un uomo in fondo al-la valle che aveva il tuo stesso identi-

co umore ma la divisa di un altro colo-re… Sparagli Piero, sparagli ora e do-po un colpo sparagli ancora, �no ache non lo vedrai esangue cadere interra a coprire il suo sangue… E se glispari in fronte o nel cuore soltanto iltempo avrà per morire, ma il tempo ame resterà per vedere, vedere gli oc-chi di un uomo che muore’… ma DeAndrè è diverso, lui, "in viaggio con unbagaglio di domande - dice il prof.Aparo - rimescola le categorie del be-

ne e del male, �no a farne emergereruoli imprevisti: le puttane insegnanoe i professori vanno a lezione. I suoipersonaggi appaiono ricchi di una fra-gilità che ce li rende cari, capaci dicoinvolgerci e di indurci a cercarli frai vicoli della Città vecchia".

Ma il Gruppo della Trasgressione, sì,anch’esso è diverso, perché ha capitoche dietro ogni storia imperfetta c’èun disagio, e ancora oggi il bambinoche tanti anni prima sognava di volta-re pagina e di cancellare con un colpodi spugna la sua amara realtà, e che

diceva no, scuotendo il capoad una realtà familiare disa-giata, implorando con gliocchietti spaventati l’enne-simo no all’ennesima vio-lenza che sarebbe di lì a po-co stata perpetrata nei suoiconfronti, ancora oggi quelbambino grida aiuto con lasua �evole vocina, e c’è chi,come il Gruppo della Tra-sgressione, riesce ad ascol-

tarlo. «Voglio seppellirti sotto otto me-tri di odio, calpestando i tuoi diritti,devastando la tua vita, così come ilcorpo mio hai lasciato, quel giornosul letto bagnato». («Voglio seppellir-ti», testo di un detenuto del carcere diSan Vittore).

Testi, attività, progetti delGruppo della Trasgressione su www.trasgressione.net

«In viaggio con unbagaglio di domanderimescola il bene e ilmale, ed emergonoruoli imprevisti»

«I suoi personaggiappaiono ricchi di una fragilità che ce li rende cari, capaci di coinvolgerci»

La musica, riscatto del disagioSettembre 1997. La svolta di 15 detenuti si amplia e include un mondo che elabora l’isolamento

Un momento del concertotenuto a Ibla dal Gruppodella Trasgressione con unrepertorio di canzoni dellavastissima discogra�a delcantautore genovese.Prossimamente il gruppoporterà in Sicilia una gara di creatività abbinata allo spet-tacolo“Dialogo con i perso-naggi imperfetti di De André”: brevi scritti, immagini, videoclip realizzati da studenti delle nostre scuole a commento dei temi classici del cantautore.

...sparagliPiero,

sparagli ora e dopoun colposparagliancora, �no a

che nonlo vedrai

esangue...

Il Gruppo della Trasgressione na-sce a Milano, nel carcere di SanVittore, nel settembre 1997. Costi-tuito inizialmente da 15 detenuti,si è progressivamente ampliatodentro e fuori �no ad includereoggi studenti universitari di psi-cologia, �loso�a e giurispruden-za, e alcuni docentii, con cui il gruppolavora nelle scuole e nelle università nell’ottica della pre- venzione.

L’obiettivopre�sso riguar-da lo studio e ilrecupero delle dina-miche intrapsichichee ambientali che favo-riscono la china versoil reato e/o verso le di-verse forme di disagioemotivo che spessoaccompagnano l’ado-lescenza. In questa prospettiva vie-ne alimentato lo scambio di espe-rienza fra detenuti, studenti e libe-ri cittadini e la ri�essione sullespinte che contribuiscono a far sìche una persona possa vivere for-me più o meno castranti di ranco-re, di opposività, di isolamento, dacui spesso si giunge a stati più omeno intensi di depressione, allabulimia, all’anoressia o a compor-tamenti devianti legati alla tossico-dipendenza come il furto, la rapi-na, lo spaccio. Attraverso questoprogetto, che vede, oltre a due in-contri settimanali per leggere ecommentare gli scritti dei compo-nenti del gruppo, anche incontricon esterni per parlare di temi spe-ci�ci come la trasgressione, l’im-perfezione, la s�da, la libertà, ilrapporto genitori-�gli, ecc., ed an-cora 6-8 convegni annui dentro efuori dal carcere, interagendo con

enti ed istituzioni esterne, si vuoleincoraggiare il dialogo con la pau-ra delle proprie imperfezioni, sol-lecitare la comunicazione tra geni-tori e �gli, motivare gli adolescen-ti e i giovani adulti ad una relazio-ne costruttiva con l’esperienza deipropri limiti e ad una relazione �-duciosa con le proprie risorse, ali-mentando l’attenzione, la comuni-cazione e l’intervento sui tipici di-sagi emotivi dell’adolescenza perprevenire l’auto e l’eterodistrutti-vità che spesso ne conseguono edo�rire ai giovani degli stimoli con-creti che li motivino a convertire laspinta alla s�da privata, intrisaspesso di aspetti auto ed eterole-sionisti, nel piacere della costru-zione collettiva.

Dei componenti del gruppo sonostati presenti allo spettacolo di Ra-gusa Ibla Juri Aparo, psicologo mi-lanese ideatore del progetto, cheha cantato le canzoni di De Andrè,dotato, peraltro, di un timbro mol-to simile a quello del grande can-tautore genovese, Martino Modica,voce e tastiera, partner storico conc u i A p a r o h a p r o p o s t o p e r la prima volta lo spettacolo in Sici-lia, Carmelo Lorito, violinista allaScala, il chitarrista Diego Fachin eAmedeo Mazza voce e chitar-ra. Responsabile del progetto in Si-cilia è Mimì Inclimona, che ha sot-tolineato come sarebbe importan-te che il progetto fosse avviato an-che nella Casa circondariale di Ra-gusa e nel carcere di Modica, cui èstato presentato, ma senza otte-nere ad oggi alcuna risposta. Echissà, dal momento che ’chi taceacconsente’, che magari voglia di-re che il progetto potrà entrare an-che in provincia di Ragusa.

V. R.

Parole e notesopravvissutealla morte

A lato CarmeloLorito, violinista

alla Scala, inbasso da sinistraAmedeo Mazzae Juri Aparo, coordinatore delGruppo dellaTrasgressione

“ MIMÌ INCLIMONA

«Nel progettoanche le casecircondarialidi Ragusa e Modicache, �nora, nonhanno risposto»

[ PALCOSCENICO. GLI EVENTI MUSICALI ]LA SICILIAMERCOLEDÌ 19 SET TEMBRE 2007

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