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gennaio/febbraio 2017 - AZIENDABANCA 49

SPECIALE - ATS

progetti debbano restare all’interno del perimetro dell’azienda bancaria. Limitandosi a portare efficienza e standardizzazione in processi legacy che avrebbero bisogno di interventi di altro tipo. «C’è qualche incertez-za sugli ambiti in cui sperimentare – conferma Menga – e si rischia di sviluppare applicazioni limitate, che coinvolgono i soli utenti bancari e in cui l’unico nodo della “catena” è la banca stessa. Ripensare in maniera distribuita processi oggi ancora ma-nuali è un obiettivo raggiungibile con diversi strumenti, ma il vero po-tenziale della blockchain sta nell’ag-gregare processi di soggetti diffe-renti ma correlati tra di loro».

… ma una relazione diversa con altri attoriE infatti tra i pilot più interessanti Menga cita quelli relativi al trading OTC, al regolamento titoli e, fuori dal perimetro Finance, al mercato ener-getico. «Tutti ambiti in cui si connet-tono tra loro soggetti diversi – pro-segue Menga – che accedono a un unico ledger aggiornato in real time. E che permettono di coinvolgere da subito il Regolatore. C’è anche una questione di opportunità: al momen-to stiamo lavorando sulla blockchain nell’ambito del trading energetico, ma anche del funding delle startup. In altri mercati, come quello UK, i mec-canismi di crowdfunding funzionano molto bene, ma in Italia la blockchain potrebbe servire proprio per spinge-re la dematerializzazione dei titoli di

I progetti più promettenti in ambito blockchain sono legati ad azioni di sistema. Come spiega Tullio Men-ga, ICT System Designer di ATS – Advanced Technology Solutions, se il mondo bancario ha già attivi di-versi test relativi alla blockchain, «le applicazioni con maggiore potenzia-le vedono gli istituti finanziari coin-volti, non solo come processor del pagamento, in progetti che nascono da altri player, tra cui le Utilities e in generale gli intermediari finanziari, e che puntano da subito al coinvol-gimento di soggetti eterogenei, in primis il Regolatore».

Non è solo efficienza nei processi…Perché nell’attuale approccio che le banche hanno alla blockchain c’è un limite di fondo: il pensare, troppo prudentemente, che questi

proprietà e tracciare, oltre che gesti-re, il finanziamento delle startup».

Tecnologia in rapidissima evoluzioneL’orizzonte per le prime applicazioni commerciali della blockchain do-vrebbe essere il 2020. Anche perché «l’evoluzione è continua – commenta Menga. Il termine blockchain indica molte tecnologie: alcune, come il Bitcoin, sono mature ma poco inte-ressanti per il Finance, che guarda soprattutto a soluzioni permissioned su blockchain private. Si sta lavoran-do molto intensamente per risolvere i problemi relativi alla scalabilità, e quindi al funzionamento di block-chain formate da moltissimi nodi, e di permissioning dei dati. Le tecnologie evolvono radicalmente anche nel giro di un trimestre e nel prossimo anno vedremo i pilota di molti progetti e i test dei diversi approcci. Il coinvolgi-mento di tutti gli attori non potrà fare altro che velocizzare la strada verso il debutto della blockchain, converten-do in opportunità i rischi di disinter-mediazione oggi molto concreti per il mondo bancario».

A.G.

Blockchain: perché il banking deve fare sistema

LA BLOCKCHAIN NON

PUÒ LIMITARSI A PORTARE

EFFICIENZA AI PROCESSI

INTERNI DELLA BANCA. ANZI,

IL VERO EFFETTO DISRUPTIVE

È NEL COLLEGARE ATTORI

DIVERSI MA CHE LAVORANO AI

MEDESIMI PROCESSI COMPLESSI.

L’AZIONE DI SISTEMA, CON

IL COINVOLGIMENTO DEL

REGOLATORE, È ESSENZIALE PER

ANTICIPARE L’INNOVAZIONE. E IL

RISCHIO DI DISINTERMEDIAZIONE

Tullio Menga, ICT System Designer di ATS