Znkr shiro di tiziano santambrogio giu set 2014

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Giugno Settembre 2014

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Giugno – Settembre 2014

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Stai bene ? Ti incazzi quasi mai ? Raramente ti senti stanco e stressato ? Trascorri delle belle giornate ? Hai delle interessanti relazioni sociali ? Godi di buona salute ? Sei contento ? Sei felice ? Prendi delle decisioni bello convinto ? Sei tu che decidi della tua vita ? Sai affrontare crisi, litigi e conflitti con forza e serenità ? Tutto OK, tutto al meglio ?

Allora noi non ti serviamo.

Z.N.K.R. Scuola di Arti Marziali Orientali

e Formazione Guerriera

Milano.

Corsi collettivi. Incontri individuali. Seminari del Sabato.

Tiziano Santambrogio

Esperto di Arti Asiatiche del confliggere e del buon vivere;

counselor Gestalt; socio AISCON (Associazione Italo Svizzera di Counseling)

La Scuola:

http://www.znkr.it/

https://www.facebook.com/znkrscuola.artimarziali.9

Segreteria: cell. 338.288.14.21 - mail: [email protected]

Tiziano:

http://www.tizianosantambrogio.it/

http://tiziano-cinquepassineldestino.blogspot.com/

cell. 339.41 5.13.69;

mail: [email protected]

Chi incontra il demone muore. Chi non muore diventa schiavo. Chi non diventa schiavo, diffonderà il demone. (Kai Zen)

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Z.N.K.R. A.I.C.S.—C.O.N.I.

Scuola di Arti Marziali Orientali e Formazione Guerriera

Raduno di KENPO

Sabato 8 Novembre Milano

Hombu Dojo Z.N.K.R. v. Simone D’Orsenigo 3

ore 16.00 – 19.00

L’Arte del combattimento – bujutsu L’Arte del vivere in energia e salute – kiko

Conduce Sensei Tiziano Santambrogio 8° Dan Esperto di Arti Asiatiche del Confliggere e del Buon Vivere; Counselor Gestalt.

Segreteria: Cell. 338.288.14.21 - [email protected]

Corsi collettivi – incontri individuali – Corsi per Bambini -

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Domande, provocazioni ed incontri lungo la Via del guerriero

Prima di apprendere a spingere o respingere un avversario, si deve apprendere a spingere o respingere un

"compagno di pratica"....

Prima di apprendere a spingere o respingere un "compagno di pratica", conviene saper spingere da soli.

Come si può sbilanciare o proiettare un avversario, se non si è capaci di mantenere in equilibrio se stessi ?

(M°Wang Xiang Zhai)

Noi siamo corpo fisicoemotivo, nascere è prendere corpo.

Tutto ciò che facciamo, tutto ciò che proviamo è attraverso

noi-corpo. Scartiamo la vetusta divisione tra la mente, la

funzione intellettuale, e la macchina corpo: ognuno di noi è

insieme, impasto, di corpo empirico fisicoemotivo.

Nie te più mens san in corpore sano , he p esuppo e o u ue u a divisio e. Il o po u ’u ità i scindibile che

genera in se stessa il proprio senso.

Dall’a ti o pe sie o taoista di at i e i ese, alla ode a fe o e ologia o e all’esiste zialis o, di sta po eu opeo;

dalla cosiddetta Anatomia Esperienziale come a tutte le pratiche di psicologia umanistica; dalla medicina

Tradizionale cinese alle neuroscienze, emerge una visione del corpo co e di u ’esperie za co ti ua e vivente. U ’espe ie za di s ua to dello sta e ell’a ie te. I uest’otti a, l’agi e di og i i dividuo se p e esp essio e di segni, portatore di elementi espressivi.

Og i fase del uove si, dell’agi e, og i sposta e to di peso, og i gesto di ualsivoglia pa te del o po svela un aspetto della nostra vita interiore, emotiva. Inoltre, il corpo si presenta come un microcosmo in cui

sono rappresentati tutti gli archetipi, tutte le forze potenziali, in una forma concreta e di cui è possibile fare

esperienza direttamente.

Da ueste fo da e ta: l’i dividuo o po fisi oe otivo, o ga is o o eostati o i ui tutte le pa ti so o i relazione organica e funzionale tra di loro e rispetto al tutto, nasce il praticare Arti Marziali (pratica del

confliggere, dello scontrarsi) come strumento perché l’adepto faccia esperie za co sapevole della propria esistenza fisicoemotiva.

Da qui, gli sarà possibile affrontare il processo di individuazione (il processo di differenziazione che ha per

scopo lo sviluppo della personalità individuale) teso alla capacità di prendere autonomamente decisioni,

dalle più semplici alle più complesse; di tessere relazioni sane con le diverse parti di sé come con gli altri; di

viere coraggiosamente il cambiamento, ogni cambiamento.

Nel o po, l’u ità fo da e tale la ellula: o posta i g a pa te da a ua, o te uta de t o il itoplas a ellula e. Questi sepa ato dall’a biente esterno dalla membrana cellulare, sorta di filtro

semipermeabile che dirige lo scambio di sostanze nutritive e prodotti di scarto, come la reazione agli

stimoli.

L’epide ide, he la a ie a, il o fi e, t a i te o ed este o, ovvia e te o posta di cellule. In essa

vi e o ia addi ittu a di ua to as oltato i fase di g avida za, all’i te o del li uido a ioti o. U a sorta di bagno sonoro vibrazionale che è stato il primo sistema di comunicazione. La pelle, in quanto

confine dialogante tra interno ed esterno, nel nostro vivere quotidiano entra a contatto continuo,

stratificando in essa le emos – azioni, così innescando memorie sinestetiche e sistemi simbolici. Come a dire

he l’IO pelle è alla base della percezione di sé rispetto all’altro da sé “. Gue a – Lisi & G. Stefani).

Du ue og i gio o, ille volte al gio o, oi sia o i o tatto ed il tatto l’u i o, t a i i ue se si, ad essere necessariamente reciproco: non possiamo toccare senza essere toccati, non possiamo essere

toccati senza toccare a nostra volta.

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Domande, provocazioni ed incontri lungo la Via del guerriero

Le moderne neuroscienze hanno portato alla luce che, nel cervello, le proporzioni della regione tattile sono

maggiori di quelle dedicate agli altri sensi, testimoniando quanto il tatto, il contatto, sia fondamentale per

lo sviluppo dell’i dividuo. Ashley Mo tagu, psi ologo ed a t opologo, e e a s ive e: Gli elementi sensorali del tatto inducono

cambiamenti umorali, ghiandolari, muscolari e mentali che chiamiamo complessivamente sentimenti. Per

cui il tatto non è sentito come una semplice modalità fisica, come sensazione, ma affettivamente, come

sentimento . Obiettivo della nostra pratica marziale, di contatto, è utilizzare la facoltà della membrana cellulare e

dell’epide ide di eagi e al o tatto, allo s opo di stimolare la consapevolezza del corpo e influire sul

cambiamento.

Un con – tatto che, come tale, coinvolga non solo la pelle nuda, ma, più estesamente, il con – tatto di

corpi/pesi, odori, suoni, respiri, ecc.

Un con – tatto in cui le mani, straordinariamente ricche di corpuscoli tattili, percorrano il corpo tutto

dell’alt o, da do e i eve do i fo azio i / se sazio i. Co e a di e, e lo ipeto spesso, u a p ati a lo ta a dalle seghe e tali Il pensiero che dà luogo

all’azione non è una sega mentale, mentre, banalmente, il pensiero che non dà luogo all’azione è una sega

mentale G.C. Gia o e he sia o p ati he di s azzotta e to sfogato io, du ue u agi e o consapevole / vigile e del tutto avulso da una terapia del sé; che siano pratiche ripetitive di modelli imposti;

che siano pratiche prive di contatto fisicoemotivo, dunque di sudore, paura, emozioni e pulsioni.

Una pratica, la nostra, in cui, come ho scritto più volte, attraverso koan zen fisicoemotivi, ovvero problemi

di corpo a cui rispondere di corpo, affrontiamo le prime quattro domande hon, fondamentali:

Cosa stai facendo ?

Cosa provi in questo momento ?

Cosa stai cercando di evitare ?

Cosa vuoi, cosa ti aspetti, da me e dalla pratica del combattimento ?

Pratica del combattere, del confliggere, del contatto, cruda ed autentica. Per tutti, ma scelta da pochi.

“… possiamo lavorare ed applicarci a ogni campo, ma l’opera di cui siamo i grandi artisti, i veri maestri, è la nostra individualità, e per conseguirla dobbiamo raggiungere la nostra dimensione più profonda”

(A. Carotenuto)

OSS!!

Tiziano Sensei

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Stage Estivo 2014 – Agriturismo UNA . Cupra Marittima (AP)

Bello lavorare davvero insieme in armonia, insieme con tutti

anche con gli assenti, con chi ami, con chi non conosci bene e

he se ti più vi i o, o hi o apivi e ora apis i u po’ di più anche senza essere amico e hai riscoperto.

Donatella

Arginato ed emarginato dal dolore minaccioso, osservo la materia di ciò che mi aspetta. Libero di

muovermi, dopo tutto.

Davide

No ho più o iettivo, las io il io ego. Fa io s ivolare via le te sio i; i as olto i sie e all’altro e non sono più mente ma … oi – corpo.

Roberto

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Stage Estivo 2014 – Agriturismo UNA . Cupra Marittima (AP)

Dai movimenti piccoli a quelli grandi, dai tagli

guardati ai pugni dati e presi e ai passi fatti o

non fatti, una serie di gradevoli sorprese, in

o pag ia di hi ’era e a he di hi o ’era. Luigi

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Stage Estivo 2014 – Agriturismo UNA . Cupra Marittima (AP)

Conoscere se stessi e conoscere gli altri, un bel connubio in questo mio primo stage. Sentire il corpo

attraverso le reazioni del compagno. Un bel bagno di nuove sensazioni e nuove conoscenza, il tutto

o dito dall’e ozio e di ri evere la prima cintura. Grazie.

Renato

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Stage Estivo 2014 – Agriturismo UNA . Cupra Marittima (AP)

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Sabato 12 Luglio. Agriturismo Cà de Figo

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Sabato 12 Luglio. Agriturismo Cà de Figo

Sul blog http://tiziano-cinquepassineldestino.blogspot.com/ il post di Sensei Tiziano ed altre foto

Kenshindo (La Via dello

spirito della spada) è

acciaio, sibilo, suono e

silenzio. E’ danza delle pulsioni profonde, che

disvelano una danza

sotterranea: la danza

dell’amore e della violenza,

dell’accoglienza e dell’assassinio, del

pianto e del riso. La

danza del guerriero.

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Buon Compleanno Gio !!

Ogni occasione è buona per festeggiare !! Anche, e come no ?!, il compleanno di Giovanni. Beh, veramente manca ancora una settimana e più, ma dato che il Dojo, il 28 Luglio, sarebbe stato già chiuso, festeggiamo oggi, finito l’incontro serale di Kenpo. I soliti che hano tenuto duro anche a Luglio ( mancano solo Annalisa e Chiara, oltre ad Alessandro in … luna di miele), poi Tina, a sorpresa in pedana per Kenpo, e Monica, unica “non praticante”: tutti al pub, tra chiacchiere e birra, enormi panini e piatti di carne, discorsi d’impegno e kazzeggio. Mentre mangio ( e bevo !!) mi scorrono davanti agli occhi acuni verbi. Intervenire, che è godere della vita della Scuola dentro e fuori il Dojo, godere dei piaceri che dà il vivere in gruppo, in comunità. Apprendere, le Arti Marziali certamente, ma attraverso di esse, apprendere del vivere grazie al contributo del compagno di pratica e dei suoi pugni e delle sue paure, del suo respirare affannoso e del suo sudare. Che scopiramo essere anche il nostro. Testare, ovvero fare e rifare, provare e riprovare, attraverso la propria , che è unica e personale, esperienza. Condividere, che è confrontarsi quotidianamente con gli altri e… divertirsi, che è accogliere tutto e tutti in semplicità e serenità. Come sta facendo Giovanni, uomo già vissuto e provato dalle durezze della vita, che sta tentando una nuova strada. Come gli auguro continuerà a fare negli anni a venire, qui allo Z.N.K.R., come fuori di qui, in tutti gli incontri e gli scontri che il suo camminare gli porterà in dono.

Una bella storia

Tutto ciò che inizia, prende vita, prima o poi finisce. Allora mi piace, della storia di Biagio e Claudio, ricordare e tenere in cuore tutti i momenti più ricchi e vivaci, allontanando la tistezza che mi dà la fine. Ricordare il loro ingresso alla palestra Umanitaria, là dove ebbe inizio la storia dello Z.N.K.R. . Storia di cui Biagio e Claudio sono stati pionieri, quelli, nel primo gruppo di allievi, a restare al mio fianco per oltre trent’anni. Ora, le “ingiurie del tempo”, come cantava il poeta, l’apppassirsi di un amore, i sassi e l’impervio sentiero del vivere che logorano il coraggio di ogni combattente, hanno preso il sopravvento. Un bel maschio abbraccio a Biagio e Claudio: grazie di essermi stati compagni di pratica e, ancor più, di vita. Un grazie, anche a nome di tutti quelli che, succedutisi in pedana e poi spariti nei flutti del loro mare, ancor oggi ricorderanno, ne sono certo, i vostri ceffoni !!

Claudio in una recente

immagine scattata allo stage

estivo e nella Commissione

Tecnica, seonda metà degli

anni ’80.

Biagio e

consorte, alla

festa per i suoi

80 anni.

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La pagina di Renato

“Crolla l’economia… Siamo al punto di non ritorno… Quale futuro per i nostri figli…” E mi fermo qui, altrimenti riempio la pagina delle fosche visioni che ci sparano addosso. Siamo bersagliati da sibille che dovremmo imbavagliare, altrimenti curare, istruire, condurre per mano verso nuovi orizzonti. Molte di queste sono miopi, le altre presuntuose al colmo da spacciare per universali le limitate, personali verità. Potremmo fornire le prime di occhiali e portare le seconde in quota, evitando però di mandarle in orbita, dove sosterrebbero che è la Terra a girare loro attorno. Basterebbe sollevarle tanto che scompaiano le persone, le case e le strade, e il nostro pianeta si fa pura emozione, nient’altro. Siamo così sicuri che ciò che colpisce l’odierna economia possa chiamarsi crisi? Se sì, mi chiedo cos’era che ci ha fatto prosciugare la “Milano da bere”, negli anni ottanta, ubriachi al colmo da tracannarla fino a soffocarci. Rammento che allora apparenza e possesso costringevano all’angolo altri valori, ma tutti lo chiamavamo benessere, non crisi. Insomma, come sempre si bercia, si litiga e non ci si intende sul significato delle parole. Quale vogliamo dare alle nostre? Prima di formularle pesiamole per bene. Diamo i numeri! Ma non quelli del lotto o della tombola. Dati, percentuali, statistiche, interessi, sono gli abusati parametri di un’economia sempre meno fluida, quasi grippata, tendente ad avvitarsi su se stessa. Numeri feroci, appuntiti come chiodi, che crocefiggono l’arte, la fantasia, il magico che non sa stare in un calcolo. Premesso che in matematica io non sono un aquila, in tutte queste cifre non colgo la poesia della deduzione interpretativa ma, strizzando gli occhi, scorgo picchetti piantati in un terreno molle, franoso, e non certo per la pioggia. In un vecchio cortile, un mattino di sole, il ricordo è ritorno. I sensi si attenuano, si abbandonano fiduciosi a una soffice, appena malinconica impressione di già vissuto. Catenacci arrugginiti serrano portoni segnati dal tempo, finestre spalancate di stalle deserte, che ancora sanno di paglia e di sterco. Un portico, sotto un balcone a ringhiera, poi un passaggio ad arco per un casotto, compresso e assediato da cose lasciate lì, e lì rimaste. Cammino sopra ciuffi d’erba spuntati tra i sassi, margherite elusive e tenaci, lungo un muro di muschio e mattoni. Finché, eco al mio sentire, giunge la voce che urla il mio nome, riconsegnandomi a un tempo ancora bello da navigare.

OSS!! Renato

Animato da coraggio e vanità ho trasformato la sceneggiatura dell’ultimo spettacolo teatrale dei Traballeros in un racconto. Un guizzo imprenditoriale mi ha poi convinto a farne un libro, che addirittura ho illustrato. S’intitola L’ISOLA DEI TESORI e vorrebbe

far parte i bambini di tutte l’età della ricchezza di ogni incontro con il “diverso”. Ancora non è in vendita nelle migliori librerie, ma è possibile acquistarlo direttamente dall’autore al prezzo di 15 euro.

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VOCI DAL DAO SAN BENEDETTO DEL TRONTO

VOCI DAL DAO SAN BENEDETTO DEL TRONTO

A volte il…buio

…e ci si sente ospiti che vagano dentro un cortile vuoto o custodi di un palazzo abbandonato…

Estate, tempo di riflessioni, di pause, di ricerche, di resoconti.

Volti e corpi segnati dalla stanchezza, segnati da sofferti percorsi personali, segnati da estenuanti ricerche di sé, chi

continuando a cavalcare le onde nel dojo e chi cercando nelle pause o nelle “fughe” una propria dimensione. Voglia

di fuggire fuori dal tempo e da questa realtà, oltre i confini del corpo e dell’anima per scoprire poi che lo spettacolo

della vita, che ci piaccia o no è un gran romanzo breve che ci scriviamo da noi

E nel vortice di queste sensazioni ed emozioni, il proseguimento di un proprio percorso e delle nostre attività che

sono state affiancate dai corsi di riflessologia plantare e di riflessologia della mano

Ed anche agosto è stato palcoscenico di ricerche “femorali” inserite ora nel Kenpo, ora nel Wing Chun e nel Tai Chi Chuan che hanno investito un piccolo gruppo alle prese con le difficoltà dell’esserci.

SABATO 23 AGOSTO: SEMINARIO DI ARMI

Le armi in legno, così semplici ma che mi fanno scontrare con una manualità che non posseggo.

Sono affascinata nell'avere tra le mani una piccola "storia" della difesa ed attacco: la rudezza dei tonfa, il nunchaku

così penetrante e l'eleganza del bo.

Il coltello mi seduce come solo un uomo può; come in un rapporto di coppia smuove dentro passione ma anche

rabbia e dolore che vorrebbero riversarsi sul corpo dell'altro.

Premo la lama, la voglio far sentire e, con mio stupore, ho l'istinto di affondarla.

Volgo lo sguardo verso i suoi occhi e riconosco un compagno, un amico. Ho un sussulto nel vedere un fiotto di

sangue che, in realtà, non c'è stato ma mi ha bloccato.

Paura di lacerare la sua pelle e un dolore mi assale come se stessi riaprendo mie vecchie ferite, quelle che fanno

impazzire per quanto fanno male.

Sento un gran calore nelle mani ed il corpo dell'altro è diventato un tutt'uno con il mio.

Emozioni che con difficoltà ascolto.

Un grazie sincero e con tutto l'affetto e stima che ho per Valerio che, in questo momento, mi sta guidando nella via

dell'ascolto dell'altro e di me stessa che ancora annaspa nel vortice di emozioni e paure; ed un abbraccio a

Francesco, unico vero compagno di queste esperienze

Oss!!

Argisa

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VOCI DAL DAO SAN BENEDETTO DEL TRONTO

VOCI DAL DAO SAN BENEDETTO DEL TRONTO

34 ° Gasshuku - stage estivo

Non ci sono parole che possano descrivere le sensazioni ed emozioni vissute in uno stage contraddistinto dal solo

suono di un orchestra senza il suo direttore

Uno stage che pur nella sua particolarità, ha vissuto di momenti molto profondi e intensi e che ha dimostrato la

forza di una Scuola che ha saputo stringersi ed ESSERCI anche in momenti di difficoltà

Tante novità nella mia vita già prima di partire, salgo sul furgone blu di Max diretto verso l'adriatico con un

bagaglio in spalla, mentre uno, pesante e vecchio, me lo levo dal cuore e lo abbandono: mi piace viaggiare leggero.

Nelle Marche trovo un clima allegro: nonostante la defezione inattesa del timoniere, l'umore non è diverso dagli

altri anni, e pare che tutti si siano sentiti richiamati al proprio senso di responsabilità, dai maestri agli allievi, onde

sopperire, ognuno secondo le proprie possibilità, al vuoto creato. Il più vasto albero del globo, un ficus

benghalensis linneus o più semplicemente Baniano, fu colpito da un fulmine proprio sul tronco originario circa un

secolo fa, il tronco fu rimosso, eppure le sue radici aeree continuano a propagarsi nello spazio e generare nuove

diramazioni. Noi non siamo la scuola più vasta del pianeta (né Tiziano è stato colpito da fulmine e rimosso),

tuttavia ci sono analogie nel funzionamento con quell'albero, perché se è giusto affidarsi a chi è più esperto, è

altrettanto giusto praticare l'autonomia.

Nonostante le pause forzate, inflittemi da un lieve e fastidioso infortunio non ancora risanato, ho apprezzato

moltissimo la pratica proposta e la didattica: avere punti di vista ulteriori su un medesimo principio è utilissimo al

mio approccio, ancora troppo razionale. Ne sono consapevole, ed ho cercato di far tesoro di questa esperienza.

Ognuno, pur pronunciando le medesime parole, coumica cose diverse, ed in questa girandola caleidoscopica non

nasce la confusione, piuttosto si appalesano più nitidamente i principi, arricchiti di ulteriori declinazioni. Nella

fattispecie il principio del volume, sia interno che esterno, ed il principio del movimento sulle teste dei femori,

sferiche come sferica è l'espansione dello spazio, da Einstein in poi, o come l'essere perfetto di Parmenide, ma due,

come i principi fondamentali del creare o del divenire: il maschile ed il femminile, lo ying e lo yang, più e meno

delle pile, gli opposti di Eraclito. Con la filosofia ho finito. Cupo e piovoso il cielo, ha tolto un po' di festosità, la

piscina non pullulava di urla e bambini come gli altri anni, cionondimeno l'armonia si è creata in altre forme, o

forse l'ho voluta vedere io, perché avevo proprio bisogno di stare con i tanti amici che vedo troppo di rado, e di

perdermi un po'.

Domenica i milanesi partono, rimaniamo solo io e Giovanni, affidati alla squisita ed attenta ospitalità di Valerio e

del Dao. Ci sono i seminari, anche senza Tiziano, e mi interessa vedere come si sviluppa, da queste parti,

l'insegnamento marziale. Anche qui il lavoro a contatto è principe, sia il wing chun che il kenpo si svolgono tra

avvinghiamenti, lenti o furibondi, botte ed animalità; è evidente la ricerca di una fisicità intensa, senza sconti.

Anche se diversi praticanti sono nuovi e li conosco da poco, il linguaggio che si parla in pedana mi suona familiare,

non ho indugi né imbarazzi, e mi lascio insegnare da loro quello che hanno capito, mettendomi a loro disposizione,

sperando di essere per loro anche solo un decimo di quello che per me sono stati e sono i compagni di percorso più

esperti. Dopo tutto quel sudare, è bello chiudere con le birre che ci propone Francesco: pane per i miei denti.

Riparto soddisfatto: sono convinto di aver appreso molto.

Oss!!

Davide

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Wing Chun Boxing

Il corso, Martedì e Venerdì. In Dojo. I Seminari, all’aperto

Lo sviluppo non consiste nel dispiegarsi ordinato di scontati programmi pre – esistenti, ma le potenzialità si evidenziano creando condizioni di relativa disorganizzazione” (G. Cavallari)

Gli avambracci si incontrano, si sfregano, si contorcono l’uno sopra l’altro, l’uno dentro l’altro. Respiro semplice, che ritma di sincronico, tra due uomini – animale, due combattenti Wing Chun. Pelle ed odori, pressioni e rilasci, vie di fuga e vie di accesso tentate, subodalmente proposte, prepotentemente bloccate. Vento che tutto devasta e muraglia immane su cui tutto si infrange, echi di lotte antiche, di giochi di potere vetusti che la lotta Wing Chun ripropone a pallidi uomini e donne del terzo millennio. Il gioco del Chi Sao, le “mani appiccicose”. Vulnerabilità, la parola, la pratica, fondante questo nostro gioco Chi sao. Gioco coerente ed armonico di curiosità, di apertura, di ascolto del nuovo che emerge in ogni “giro di di braccia”, valore trasformativo di passaggi di stato in cui qualcosa affiora in modo drammaticamente perturbante, senza voce apparente se non quella della creatività e del desiderio. Laddove la presenza concreta dell’altro frustra il nulla, permette la soddisfazione del primo rudimentale desiderio di un rapporto materiale con gli altri uomini. Vulnerabilità che, come tale, è la parola, la pratica fondante il vivere di ogni giorno. Connessione tra immagini, a volte nitide, altre apparse in chiaroscuro tra gli abbagli delle certezze e l’opaco delle tenebre che chiamano incertezza e sgomento; emozioni, che sono scosse e vibrazioni di pancia e di cuore, irreristibile arrendersi ai sentimenti; accadimenti quotidiani, che ci investono disordinati ed imprevedibili, bilie rotolanti ed imprendibili sullo sbilenco tappeto di gioco che è il nostro quotidiano.

Coincidenze sincroniche, richiami simbolici, io ti spalmo le mani sudate sul volto e sul corpo, tu premi il gomito sul mio sterno, io mi fletto e contorco insinuandomi tra ascella e spalla fino a sollevarti dal suolo, tu richiami il tuo peso a pressare sul mio ventre. Gesti, azioni del Chi sao, espressione semplice di una consistenza simbolica che accompagna la coppia di lottatori fuori dallo stallo dell’opposizione, dello scontro ignorante di muscoli ed ira, per approdare all’intelligenza dell’animale, della specie, che domina comprendendo ed adattandosi, che si fa egemone accogliendo, anche perdendo qualcosa di sé, per giungere ad atti creativi che sono disvelamento e costruzione, recupero del passato e composizione del futuro, insieme e nel mondo.

“L'acqua stagnante imputridisce... continua a scorrere amico mio, continua a scorrere...” (Bruce Lee)

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Z.N.K.R. Scuola di Arti Marziali Orientali e Formazione Guerriera

Kenpo – Kenshindo – Wing Chun Boxing – Tai Chi Chuan

Da più di trent’anni lo Z.N.K.R. opera sul terreno della formazione

guerriera, della formazione al saper stare nei conflitti.

Utilizzando principi e strategie di alcune delle più letali arti

del combattimento, l’adepto intraprende un percorso di crescita

e trasformazione che potrà essere radicale.

Il saper stare di fronte ad uno o più aggressori, diverrà, nella

vita privata e nelle relazioni sociali, capacità di conoscere se

stesso e le leggi del mondo; capacità di affrontare il mutare

delle cose integrandole nel suo personale evolversi; capacità

di proporsi come protagonista entusiasta, coraggioso, ottimista

e socievole.

La formazione nel Dojo e negli allenamenti all’aperto, a

stretto contatto con la natura, si avvale di giochi individuali,

di coppia e di gruppo, in cui solo la comunione delle reciproche

risorse e scarsità porterà a risultati eccellenti. Così il

praticante sceglierà sempre la via della collaborazione.

L’energia più profonda, l’istinto essenziale, la magicità come

potenza su se stessi e sul mondo, sono le caratteristiche di un

Guerriero formatosi allo Z.N.K.R.

SHIRO Periodico dello Z.N.K.R.

Coordinamento redazionale

Tiziano Santambrogio

In copertina:

Ogni individuo

è una risorsa

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Z.N.K.R. Milano v. Simone D’Orsenigo 3

Tiziano Santambrogio

Arti Marziali Sensei e Counselor Gestalt

Gli Erranti Milano v. Labeone 4

M° Giuseppe Lombardo

DAO San Benedetto d. Tronto (AP)

M° Valerio Giordano

Siamo su internet

http://www.znkr.it/

SHIRO

Scuola di Arti Marziali

Orientali

e

Formazione Guerriera.

Poche persone hanno il coraggio delle pro-

prie azioni. Ma pochi fra i pochi possiedono

il coraggio dei propri pensieri.

Contatti:

La Scuola: Segreteria: cell. 338.288.14.21 - mail: [email protected]

Tiziano: cell. 339.415.13.69 mail: [email protected]