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Il 7-8-9 Dicembre 2018 acquista una “Stella di Natale” Saremo presenti nelle piazze di tutti i Comuni della provincia Chi vuol collaborare, ci contatti allo 0833 512777 XXVII GIORNATA DELLA SPERANZA Contribuisci alla realizzazione del CENTRO ILMA, la sfida del Salento al cancro Gusta la salute, iniziativa di #foodraising della LILT di Lecce, coinvolgerà diversi attori del set- tore alimentare (ristoranti, agri- turismi, pizzerie, street food, cuo- chi, sommelier, birrai), nonché appassionati di cucina e volontari LILT. Durante tutto il 2018 e sino a luglio 2019, i ristoratori che ade- riranno devolveranno una quota del loro incasso alla LILT, per so- stenere il Centro Ilma, Istituto per la Ricerca Prevenzione e Riabilitazione oncologica in fase di realizzazione alle porte di Gallipoli. Oltre a mangiare bene, bere bene e sostenere LILT, la partecipazione alle cene e agli eventi organizzati darà anche la possibilità di incontrare lo staff dell’associazione, conoscere i referenti lo- cali e scoprire da vicino come si svolge il lavoro della LILT sul territorio. Su Fb: #GustalaSalute e sul sito legatumorilecce.org l’elenco aggiornato dei ristoratori aderenti. GustalaSalute #Foodraising Lecce pro Centro Ilma

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Il 7-8-9 Dicembre 2018acquista una “Stella di Natale”Saremo presenti nelle piazze di tutti i Comuni della provincia

Chi vuol collaborare, ci contatti allo 0833 512777

XXVII GIORNATA DELLA SPERANZA

Contribuisci alla realizzazione del CENTRO ILMA, la sfida del Salento al cancro

Gusta la salute, iniziativa di#foodraising della LILT di Lecce,coinvolgerà diversi attori del set-tore alimentare (ristoranti, agri-turismi, pizzerie, street food, cuo-chi, sommelier, birrai), nonchéappassionati di cucina e volontariLILT. Durante tutto il 2018 e sinoa luglio 2019, i ristoratori che ade-riranno devolveranno una quotadel loro incasso alla LILT, per so-stenere il Centro Ilma, Istituto per la Ricerca Prevenzione e Riabilitazione oncologica in fase di realizzazionealle porte di Gallipoli. Oltre a mangiare bene, bere bene e sostenere LILT, la partecipazione alle cene e aglieventi organizzati darà anche la possibilità di incontrare lo staff dell’associazione, conoscere i referenti lo-cali e scoprire da vicino come si svolge il lavoro della LILT sul territorio. Su Fb: #GustalaSalute e sul sitolegatumorilecce.org l’elenco aggiornato dei ristoratori aderenti.

GustalaSalute#Foodraising Lecce pro Centro Ilma

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2 Lega contro i Tumori | Settembre 2018

EDITORIALE

Le pur importanti conquiste dellaricerca oncologica avvenute nel-l’ultimo ventennio sul fronte del-

la diagnosi e della cura del cancro(diagnosi sempre più anticipate, far-maci biologici, terapie mirate e per-sonalizzate) hanno finito per generareun ingiustificato ottimismo nella co-munità scientifica, tanto da far credereche la rivoluzione tanto attesa nellalotta ai tumori fosse davvero dietrol’angolo.

Di fatto, si continua a registrare in-vece un’esplosione dell’incidenza del-la malattia, tale da annullare del tut-to i faticosi e costosi successi otte-nuti sul fronte delle cure.

È il caso, in particolare, del tumoredella mammella, a proposito del qua-le, pur essendo oggi i medici in gra-do di ottenere l’85% di guarigioni, siregistra tuttavia in Italia una morta-lità di oltre 12-13.000 donne ognianno. Sul fronte dell’incidenza poi daquindici anni si è in presenza di un au-mento costante, con quasi l’1% di nuo-vi casi in più rispetto all’anno prece-dente (nel 2017, si sono ammalate dicancro al seno in Italia quasi 51.000

donne, con trend in crescita soprat-tutto al di sotto dei 50 anni di età).

È cresciuta così tra gli addetti ailavori e le stesse donne la consape-volezza che occorra un cambiamentodi strategia, mirante all’individua-zione e rimozione delle cause re-sponsabili dell’insorgenza della ma-lattia.

Sono ormai tante infatti le evi-denze scientifiche riguardanti la pe-ricolosità di numerose sostanze adazione cancerogena presenti nel no-stro ambiente di vita e di lavoro, non-ché in prodotti di largo consumo quo-tidiano. E sono tanti i documenti uf-ficiali in proposito (OMS, UNEP).

Eppure il pubblico non è informa-to, né tantomeno lo sono i medici ele pubbliche istituzioni, con grave pre-giudizio per la salute della popola-zione. Anzi, i media e le associazio-ni tendono ad enfatizzare oltremodoi risultati delle cure, mentre, come vi-sto, nel caso del cancro al seno, sia-mo a numeri da epidemia, della qua-le sono responsabili processi e so-stanze che ci contaminano, pur nonessendo noi consapevoli.

Consapevole di questo stato di fat-to, la LILT di Lecce da tempo lavorasu obiettivi di promozione della saluteumana ed ambientale, attraversol’estensione delle conoscenze e delleinformazioni, e la partecipazione del-le comunità ad interventi propositividi tutela della salute personale e delterritorio. E grazie a questa azione in-cessante, condotta con grande abne-gazione da tanti nostri esperti e vo-lontari, con soddisfazione cogliamo,a proposito di lotta al tumore del seno,che le stesse donne siano ormai di-venute consapevoli della necessità diuna svolta strategica, che miri a sal-vaguardarne la salute mediante un’ef-ficace azione di Prevenzione Primaria.

Ed è proprio questo il contributoche la LILT di Lecce presto potrà darealle stesse donne salentine attraver-so i servizi di Ricerca Ambientale, Dia-gnosi Precoce e Riabilitazione del Cen-tro Ilma, progetto ormai a buon pun-to di realizzazione, grazie al genero-so contributo di tante persone.

Cancro al seno, cambiare strategiaNonostante i successi sul fronte delle cure, aumenta drammaticamente l’incidenza della malattia, anche nelle giovani donne. Di fronte a quella che si configura ormai come un’epidemia, si fa sempre più strada la consapevolezza che occorre concentrare gli sforzi allo scopo di individuare e rimuovere le cause

LECCE, 2019 PRIMI STATI GENERALI DELLA PREVENZIONE ONCOLOGICA

La LILT Nazionale, nella personadel suo presidente, Prof. FrancescoSchittulli, dello stesso Direttivo edel Direttore Generale, ha delibe-rato lo scorso 29 agosto di indirenel 2019 i PRIMI STATI GENERALIDELLA PREVENZIONE ONCOLOGICA.È stato deciso che l’evento si terràa Lecce, verosimilmente nel mesedi ottobre 2019. Nel contempo, lasede centrale della LILT ha dele-gato un esponente della LILT diLecce a rappresentarla in occasionedei 1ers Etats Généraux de la Pré-vention des Cancers, in programmaa Parigi il prossimo 21 novembre.

Centro Ilma, proseguono i lavori

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3Lega contro i Tumori | Settembre 2018

Il 2° Rapporto OMS “Prevenire le ma-lattie grazie a un ambiente miglio-re” indica in 13 milioni i decessi per

cause ambientali nel mondo, che si po-trebbero prevenire. L’indicazione è di in-vestire sulle cause delle malattie - e nonsolo sulle cure, cui va il 97% della spe-sa sanitaria - affinché decessi, malat-tie e disabilità possano essere effetti-vamente ridotti attraverso politicheambientali adeguate. Occorre quindi ri-pensare i nostri modelli di sviluppo so-cio-economico, intervenendo nei settori

dei trasporti, dell’energia, dell’agricol-tura, dell’industria, al fine di abbatte-re quei fattori e quelle condizioni in essipresenti, potenzialmente dannosi alla sa-lute degli organismi, uomo compreso.Questo Corso di Aggiornamento LILT,

giunto alla XII edizione, intende con-tribuire a tenere alta l’attenzione sul-le tematiche interdipendenti Salute eAmbiente, e che riguardano essenzial-mente gli aspetti della contaminazio-ne ambientale e della relativa esposi-zione delle popolazioni. Tanto abbiamo

voluto trattare anche alla luce dei ri-sultati del Progetto GENEO della LILT diLecce, da poco concluso. Ci auguriamo che il monito del com-

pianto Lorenzo Tomatis “le generazio-ni a venire non ci perdoneranno i dan-ni che noi stiamo facendo loro” rimangaun avvertimento e non una realtà im-modificabile e non migliorabile.Ringraziamo il Prof. Silvio Garattini,

le Autorità delle nostre Istituzioni e tut-ti gli altri autorevoli relatori che han-no accettato l’invito a partecipare.

XII Corso di aggiornamento Ambiente e Salute

Il prof. Silvio Garattini terrà una lettura magistralein occasione del Corso Ambiente e Salute

LECCE, 13 Ottobre 2018Università del Salento, Centro Ecotekne, Aula Y 1Edificio Angelo Rizzo (Via per Monteroni)

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Il documento Stato di evidenzascientifica sugli Interferenti Endo-crini (IE) dell’Organizzazione Mon-

diale della Salute (WHO) e delle NazioniUnite Programma Ambiente (UNEP),pubblicato qualche anno fa, rappresentala presa d’atto ufficiale circa l’urgenzadi limitare le esposizioni, gli usi e lapresenza di tali sostanze nella vita uma-na e ambientale. Alcuni Paesi del-l’Unione Europea, recepite tali racco-mandazioni, hanno adottato misure in-terne atte a ridurre o a eliminare i ri-schi derivanti dagli IE. Gli studi osser-vazionali sull’uomo, sugli animali e gli

studi di laboratorio confermano la pe-ricolosità di molte sostanze chimicheper la salute umana, ma ancor oggiquello che conosciamo è la punta di ungigantesco iceberg che minaccia la sa-lute attuale e futura della popolazionemondiale. Un rilevante numero di ma-lattie non contagiose vede la sua ge-nesi nelle fasi iniziali di sviluppo degliorganismi e uno dei principali fattori dirischio di queste malattie è l’esposizioneagli IE durante queste fasi dello svi-luppo.Il corpo umano è una struttura com-

plessa e perfettamente regolata da un

efficiente sistema di comunicazione in-terno che unisce il cervello a tutti glialtri organi e ne coordina l’azione, il si-stema endocrino. La sua efficienza èdunque centrale alla buona condizionedi innumerevoli organi.Questa importante arteria di comu-

nicazione prende forma durante i novemesi di gestazione, quando partono iprimi messaggi ormonali che plasmanoil corpo, cervello incluso, e la psiche,e che condizioneranno tutta la vitaadulta della persona. Qualsiasi sostan-za di sintesi capace d’interferire nellasinfonia ormonale del corpo umano an-drà a spezzare un sistema perfettamenteintegrato di comunicazione, con con-seguenze estremamente gravi per la sa-lute dell’organismo. La ricerca ha rile-vato l’azione disturbante di una cate-goria di composti chimici presenti inprodotti di larghissimo consumo a ef-fetti dirompenti sul sistema riprodut-tivo d’ogni specie vertebrata, dai pesciall’uomo, mettendo in pericolo i mec-canismi stessi che sostengono la vita.L’era della chimica ha introdotto nel

pianeta e nelle nostre case una miria-de di sostanze multipotenti capacid’interferire con il sistema corporeo cheè alla base della riproduzione, delle fun-zioni cognitive, del metabolismo, del-la digestione e dell’equilibrio ormona-le. Il sistema endocrino concorre, dun-que, a regolare la crescita dell’organi-smo, all’utilizzo delle sostanze ali-mentari per produrre energia, alla ge-stione dello stress e alla riproduzione.L’azione nefasta degli IE. Come ben

spiegato dall’Istituto Ramazzini, “gli or-

Interferenti endocrini e cancro al senoLa correlazione tra cancro al seno ed esposizione a sostanze chimiche con azione estrogeno-mimeticaimpone l’adozione di misure definitive per ridurre le fonti di rischio e di pericolo

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moni circolano nel sangue e vengonocatturati dai recettori presenti nelle cel-lule. Ogni ormone agisce come una“chiave”, capace di aprire soltanto al-cune serrature. Quando l’ormone e il re-cettore s’incastrano perfettamente, lacellula riceve un messaggio chimico,un’istruzione, come ad esempio quelladi produrre una certa proteina, o di mol-tiplicarsi. Le sostanze che interferisconocon questi messaggi s’infilano nelle ser-rature-recettori, sostituendosi con l’in-ganno alle chiavi ormonali, di cui imi-tano il segnale”. Tre tipi di evidenze giustificano la

preoccupazione della comunità scien-tifica sugli effetti delle sostanze chi-miche con capacità di alterare le fun-zioni del sistema endocrino: l’elevata incidenza e il trend in con-

tinuo aumento di molti disordini cor-relati al sistema endocrino nell’uomo; l’osservazione di analoghe patologie

correlate a disturbi del sistema endo-crino in molte specie animali;l’identificazione in studi di labora-

torio di correlazioni tra malattie e so-stanze chimiche con effetto endocrino. Almeno 800 sostanze chimiche sono

conosciute o sospettate di essere in gra-do di interferire con i recettori ormo-nali, la sintesi o il metabolismo degliormoni. Tuttavia solo una piccola par-te di esse è stata sottoposta a test pervalutarne gli effetti sugli organismi vi-venti.Il rischio di sviluppare il cancro al

seno dipende da un insieme di fattoriambientali e genetici e, poiché questiultimi sono responsabili solo del 5-10%dei tumori diagnosticati, la ricercaguarda sempre più ai fattori esterni eagli IE in particolare. Studiando le so-stanze che, nei roditori, più frequen-temente si associano a tumori mammari,si sono estrapolate quelle cui pure ledonne sono esposte nella vita e delle

quali già si hanno evidenze di cance-rogenicità.Gli interferenti endocrini (IE) sono

sostanze chimiche che possono altera-re l’equilibrio ormonale degli organismiviventi, esseri umani compresi. Gli IEpossono quindi “accendere”, “spegne-re” o modificare i normali segnali inviatidagli ormoni: i loro effetti sono pre-occupanti, proprio perché insidiosi esubdoli. Ma quali sostanze sono IE? An-che se l’elenco non è definitivo, è ora-mai piuttosto nutrito e comprende:sostanze che persistono a lungo nel-

l’ambiente e si concentrano negli or-ganismi viventi, e quindi anche neglialimenti. Alcune (ad es., i PCB diffusiin passato come lubrificanti) sono vie-tate da diversi anni, altre vengono pro-dotte da processi di combustione,come le diossine, e altre ancora, defi-nite persistenti, sono presenti in pro-dotti di uso quotidiano (PFOS/PFOA ePBDE);alcuni pesticidi, anche se si tratta di

sostanze attentamente valutate e con-trollate, verso cui si mantiene alta l’at-tenzione in tutta Europa;- alcune sostanze non persistenti, ma

con cui spesso entriamo in contatto nel-la nostra vita quotidiana, come alcuniftalati (ad esempio il DEHP)ed il bisfenoloA. Sono so-stanze meno“tossiche” ri-spetto ai piùnoti pestici-di o diossine, an-che se meno note econtrollate di altri inter-ferenti endocrini.Perché gli IE ci preoccupano?

L’equilibrio ormonale è fondamenta-le per la crescita e lo sviluppo del fetoe del bambino: pensiamo al ruolo diestrogeni e testosterone per il corret-

to sviluppo sessuale e la pubertà, o del-la tiroide per lo sviluppo cerebrale. Lostesso IE può indurre effetti molto di-versi nei maschi e nelle femmine, per-ciò la valutazione degli IE deve tene-re conto della vulnerabilità legata al-l’età ed al sesso.I danni prodotti dagli IE sono con-

fermati da ricerche mediche che indi-cano che le persone più esposte han-no un maggiore rischio di patologie ri-produttive (infertilità, abortività, en-dometriosi, ecc.), di disturbi compor-tamentali nell’infanzia, e forse anche didiabete e di alcuni tipi di cancro (te-sticolo, mammella, etc.).Infine, anche dosi molto basse di di-

versi IE nell’ambiente e negli alimen-ti, con la stessa azione, potrebbero som-marsi sino ad indurre un effetto tossi-co significativo (effetto cocktail).La comunità internazionale sta af-

frontando il problema e l’Unione Euro-pea, in particolare, attraverso il rego-lamento REACH, ha promosso un pro-gramma di regolamentazione, valuta-zione, autorizzazione e restrizione del-le sostanze chi-miche presenti sul mer-cato, anche allo scopo di sostituirequelle maggiormen te preoccupanti,come gli IE.Alcuni IE sono già vietati in taluni

prodotti (ad esempio, il bisfenolo A neibibe ron); per altri IE i livelli negli ali-menti e in diversi prodotti sono in quan-tità rego lamentata per legge per pre-venire rischi per la salute. Tuttavia lenormative si stanno evolvendo con losviluppo delle conoscenze scientifiche.I cittadini non possono certo sostituirsiall’azione delle autorità italiane ed eu-ro pee, ma possono adottare nella vitaquotidiana comportamenti responsabi-li ed intelligenti per proteggere lapropria salute, quella dei propri figli edell’ambiente in cui vivono.

Interferenti endocrini e ambiente

L’impatto degli interferenti endocri-ni (IE) sull’ambiente può essere consi-derevole se si tiene conto della loro pre-senza ubiquitaria, in alcuni casi della

loro persistenza, nonché dei loropotenziali effetti sugli esseri

viventi.

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DOSSIER | CANCRO AL SENO E AMBIENTE

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Le principali fonti di rischio am-bientale da IE sono rappresentate dacomportamenti non conformi alla vi-gente legislazione, dai processi di la-vorazione e smaltimento industriali edallo smaltimento non corretto deiprodotti che contengono plastiche,colle, vernici, ecc. Gli IE caratterizza-ti da elevata persistenza ambientalehanno maggior capacità di accumulonegli organismi.Attraverso la catena alimentare si de-

termina il trasferimento da un organi-smo a un altro, con conseguente au-mento di concentrazioni lungo la catenaalimentare (vedi illustrazione). Gli in-quinanti che possono interferire con lafunzione degli ormoni sessuali sono diparticolare rilievo per tutti gli organi-smi, soprattutto per gli effetti che pos-sono avere sulla conservazione dellespecie ed il mantenimento della biodi-versità. La presenza di interferenti en-docrini nell’ambiente viene valutata at-traverso il monitoraggio ambientale uti-lizzando campioni di acqua, suolo e se-dimenti e l’utilizzo di animali sentinella(organismi indicatori). Dalla compara-zione dei dati ottenuti si determina lostato della qualità ambientale e gli ef-fetti sugli organismi. Gli effetti avver-si osservati negli organismi in habitatnaturali (acquatici e terrestri), confer-mati da studi condotti in laboratorio,includono alterazioni delle funzionitiroidea e riproduttiva, con diminuitasopravvivenza dei nati e alterazioni nel-lo sviluppo.Tali effetti avversi possono verificarsi

anche negli esseri umani in quantoesposti sia attraverso l’ambiente siacome ultimo anello della catena ali-mentare. Quindi la salvaguardia del-

l’ambiente ha un ruolo fondamentale perla tutela della salute umana.

Composti Perfluorati (PFOS e PFOA)

Cosa sono. Il Perfluorottano sulfonato(PFOS) e l’acido perfluoroottanoico saleammonico (PFOA), sono due compostichimici persistenti sempre più diffusi nel-l’ambiente. Secondo il gruppo di esper-ti scientifici sui contaminanti nella ca-tena alimentare dell’EFSA, alcuni alimenti(in particolare i prodotti ittici) sembra-no essere un’importante fonte di espo-sizione a questi contaminanti. Tuttaviaper quanto riguarda il PFOA, anche al-tre fonti “non alimentari” contribuisco-no all’esposizione totale quali l’inqui-namento degli ambienti chiusi attraversola polvere e l’aria contaminate dai pro-dotti trattati con composti perfluorati(PFC). Queste sostanze chimiche possonoaccumularsi e occorrono anni primache siano eliminate.Dove si trovano. Sono usati in processiindustriali e beni di consumo tra cuitappeti e rivestimenti intessuto idrorepel-lente e anti-

macchia, prodotti di carta per uso ali-mentare resistenti all’olio, padelle conrivestimento antiaderente, ritardanti difiamma contenuti nelle schiume pre-senti sia in alcuni materassi che nei se-dili delle auto, vernici per pavimenti.Cosa fanno. Un’elevata esposizione aPFOS e PFOA può avere conseguenzedannose per la salute, soprattutto a ca-rico del fegato, della tiroide ed anchedella fertilità.Come ridurre l’esposizione- Limitare l’uso di capi di abbiglia-

mento con trattamenti opzionali idro-repellenti o antimacchia e privilegiaquelli di origine e composizione iden-tificabili.- Sostituire utensili e pentole an-

tiaderenti appena appaiono segni dìusura .- Utilizzare la carta oleata a contat-

to con gli alimenti solo secondo le in-dicazioni del produttore.- Ridurre il consumo di popcorn da

cuocere al microonde avvolti in bustecontenenti composti perfluorati (PFC).- Al momento dell’acquisto di mobi-

li o moquette, privilegiare i prodotti chenon hanno subito pretrattamenti anti-macchia e/o idrorepellenti.

Dietilesilftalato (DEHP)

Cos’è. II dietilesilftalato (DEHP) è unplastificante appartenente alla famigliadegli ftalati; usato principalmente perrendere morbido e flessibile il clorurodi polivinile (PVC). Per i suoi moltepliciusi il DEHP viene definito un inquinanteambientale “ubiquitario” (ovvero che sipuò trovare ovunque).Dove si trova. Il DEHP ha molteplici usinel nostro ambiente di vita. Si può tro-vare nei contenitori quali bottiglieusa e getta, pellicole, vassoi, confezioniblister, tappi a corona, imballaggi peril trasporto. I plastificanti a base di fta-lati sono utilizzati anche nell’industriaautomobilistica e nell’edilizia: il PVC puòtrovarsi nei pavimenti e nei rivestimentimurari. Inoltre il DEHP può trovarsi nelPVC morbido utilizzato per la cancelleria

e le forniture perufficio.

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DOSSIER | CANCRO AL SENO E AMBIENTE

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Tuttavia, il consumo di DEHP in Eu-ropa è in drastica riduzione e per alcuneapplicazioni (pellicole alimentari e pa-vimentazioni) i produttori europei lohanno completamente sostituito. Per al-tre applicazioni, così come per i flussidi importazione, il suo utilizzo è rego-lamentato come di seguito indicato. IlDEHP altera la produzione di ormonisessuali (estrogeni e testosterone) di-mi nuendo la fertilità, nonché il meta-bolismo dei grassi nel fegato, conpossibile predisposizione alla sindromemetabolica (diabete e obesità).Come ridurre l’esposizione- Per la cancelleria e le forniture per

ufficio limitare l’uso di articoli in PVCmorbido contenente DEHP- Nella scelta di materiale per la casa

limitare l’uso di PVC morbido contenenteDEHP- Le confezioni delle pellicole (in

PVC) ad uso domestico riportano in eti-chetta indicazioni sui cibi adatti ad es-sere avvolti. Leggere l’etichetta !- Evitare che i bambini entrino in

contatto con materiali in PVC morbidocontenente DEHP

Polibromodifenileteri (PBDE)

Cosa sono. I polibromodifenileteri(PBDE) sono sostanze chimiche di pro-duzione industriale usate per vari sco-pi commerciali, principalmente come ri-tardanti di fiamma. I PBDE si accumu-lano nei tessuti grassi degli organismipertanto, alcuni PBDE sono inclusinell’elenco degli inquinanti organici per-sistenti (POPs).Dove si trovano. I PBDE possono essereusati nella fabbricazione di mobili,tendaggi, tappeti e nelle imbottiture inschiume di poliuretano. Anche la pol-vere degli ambienti domestici può es-sere contaminata da queste sostanze.Dal 2006, ai sensi della Direttiva2002/95/CE, le apparecchiature elet-triche ed elettroniche in commercio nonpossono contenere PBDE.Cosa fanno. I PBDE possono interferi-re con la funzione endocrina, in parti-

colare quella tiroidea, ed alterare lo svi-luppo neurologico e neuro-comporta-mentale. Inoltre la loro stabilità chimicaha come effetto il bioaccumulo nella ca-tena alimentare, che può determinareconcentrazioni elevate di queste so-stanze in alcuni alimenti.Come ridurre l’esposizione- Controllare gli oggetti contenenti

schiume (sedili delle auto, materassi,ecc): se l’involucro è lacerato e la schiu-ma non è completamente racchiusa inun tessuto protettivo, sostituiscilo.- Per la polvere di casa garantire il

ricambio di aria negli ambienti chiusied effettuare un’adeguata e periodicapulizia; assicurare una corretta manu-tenzione degli aspirapolvere (pulizia fil-tri e camera di raccolta, sostituzionesacchi ove presenti).- Durante la rimozione della moquette

prestare attenzione perché lo strato sot-tostante potrebbe contenere PBDE.Tenere l’area di lavoro isolata dal restodella casa.- Al momento dell’acquisto di nuovi

prodotti ignifughi, chiedere informa-zioni sul tipo di ritardanti di fiammacontenuti.

- Ricordare che iprodotti contenen-ti schiume “natu-rali”, lattice o co-tone, possono es-sere stati trattaticon ritardanti difiamma: informatisul tipo di ritar-dante utilizzato.- Nell’acquisto di

apparecchiatureelettriche ed elet-troniche assicurar-si che non conten-gano PBDE (nonpiù consentiti).

Bisfenolo A (BPA)

Cos’è. Il Bisfenolo A (BPA) è un com-posto aromatico precursore di alcunimateriali plastici e additivi chimici; èusato nella produzione di plastiche inpolicarbonato (molto diffuse per le pro-prietà di trasparenza, resistenza termicae meccanica) utilizzate in recipienti peruso alimentare e nelle resine epossidi-che (rivestimento protettivo interno nel-la maggior parte delle lattine per ali-menti e bevande).Dove si trova. Il BPA è un composto ilcui utilizzo è, in alcuni casi, regola-mentato. Gli usi vanno dalle plastichein policarbonato impiegate per botti-glie e contenitori per alimenti, alla car-ta termica degli scontrini ai dispositi-vi odontoiatrici. L’esposizione com-plessiva della popolazione avviene at-traverso molteplici fonti.Cosa fa. È una sostanza con effettiestrogenici e capace di alterare la fun-zione tiroidea e dei sistemi riprodutti-vo, nervoso ed immunitario. Nell’adul-to la tossicità del BPA sembra modestatuttavia, il feto ed il neonato, a causadelle loro ridotte dimensioni e minori ca-pacità di metabolizzare, potrebbero ri-sultare molto più vulnerabili.Come ridurre l’esposizione- Per scaldare latte, bevande e pap-

pe, utilizzare contenitori integri e solosecondo le indicazioni del produttore.- Lasciare che i liquidi caldi si raf-

freddino prima di versarli in contenitoridi plastica non destinati all’uso ad ele-vate temperature.- Evitare di utilizzare contenitori in

plastica usurati.- Utilizzare la lavastoviglie per lavare

gli oggetti in plastica solo se idonei al-l’uso ad alte temperature.- Risciacquare bene frutta e verdura

in scatola prima del consumo e privi-legia frutta e verdura fresca e di sta-gione.

DOSSIER | CANCRO AL SENO E AMBIENTE

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DOSSIER | CANCRO AL SENO E AMBIENTE

La LILT di Lecce continua il suoimpegno di monitoraggio deidati epidemiologici riguardanti la

mortalità oncologica, con particola-re attenzione, ovviamente, alla nostraprovincia.In mancanza, purtroppo, di dati ag-

giornati, analitici e tempestivi, qua-li potrebbero essere quelli di un Re-gistro Tumori che funzionasse a pie-no regime, e che fosse in grado dimettere a disposizione delle Istitu-zioni e dei cittadini, anno per anno,senza eccessivo ritardo, i numeri ri-guardanti l’incidenza, la mortalità, laprevalenza e la sopravvivenza per tu-more nel territorio del leccese, condettaglio per le singole forme dineoplasia, restiamo sempre convintiche è pur sempre utile, per una buo-na e prima approssimazione, servirsidei dati di mortalità messi a dispo-sizione dall’ISTAT.Per quanto essi possano prestarsi

a critiche per mancanza di standar-dizzazione, tuttavia, prendendolicome riferimento costante ed omo-geneo per un arco di tempo molto lun-go, è possibile seguirne l’andamentoe trarne delle preziose indicazioni.E’ quanto in effetti abbiamo avu-

to cura di fare, ormai da tempo, in-tegrando, quando possibile, questidati con quelli dell’Osservatorio Epi-demiologico della Regione Puglia.Studiando pertanto gli ultimi dati

di mortalità ISTAT disponibili, chegiungono fino al 2015, si ha la con-ferma di una tendenza “negativa” cheriguarda particolarmente il Sud e laprovincia di Lecce, a fronte di un trend

Epidemiologia, un trend inarrestabileCaso Lecce, si consolida il dato ormai in linea con la media italiana. I dati di mortalitàoncologica registrano da tempo un preoccupante aumento nel Sud Italia e più ancora nellaprovincia di Lecce. Mentre sembrava essersi finalmente invertito il trend della mortalità pertumore del polmone nei maschi, i dati del 2015 evidenziano una ripresa del fenomeno,mentre cresce in maniera drammatica la mortalità per cancro al seno, specialmente nellegiovani donne. Sembra ormai definitivamente esaurita quella differenza virtuosa a nostrofavore nei confronti del Nord del Paese

1990 2000 2010 2011 2012 2013 2014 2015Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG

ITALIA 147869 26,1 159232 28 174472 28,9 175966 29,2 177351 29,7 176217 29,2 177301 29,1 178872 29,3

Piemonte 13361 30,7 13765 32,2 14794 33 14912 33,5 14834 33,7 14600 33 14692 33 15043 33,9

Valle d'Aosta 299 26,9 368 29,4 367 29,3 413 32,8 373 29,4 365 29,4 389 30,1 401 32,5

Lombardia 26870 30,4 27651 30,8 30457 30,8 30535 30,6 31209 31,5 30907 30,8 30854 30,4 31361 30,8

Trentino-Alto Adige 2298 26 2634 28,6 2698 26,2 2663 25,8 2739 26,4 2697 25,9 2648 25,3 2652 25,1

Veneto 12506 28,5 13157 29 13908 29,2 14243 29,3 14226 29,2 14175 29 14000 28,8 14155 28,7

Friuli-Venezia Giulia 4594 37,3 4414 36,2 4569 36,4 4521 36,1 4518 36,1 4494 35,9 4304 34,3 4393 35,2

Liguria 6421 37,7 6200 37 6182 37,8 6228 38,2 6046 37,5 6172 37,8 5894 37 5987 38,1

Emilia-Romagna 13578 34,2 13930 34,5 14591 35,8 14574 35,7 14479 35,7 14287 35,3 14641 35,7 14501 32,1

Toscana 11690 32,9 12055 33,1 12187 33,2 12101 33,1 12175 33,2 12029 33 12197 33,2 12280 32,6

Umbria 2423 29,5 2546 30 2768 30,3 2789 30,3 2899 31 2816 30,4 2764 30 2676 29

Marche 4025 28,3 4375 30,5 4623 32 4645 32 4861 33,8 4672 32,1 4701 32,1 4667 30,3

Lazio 12632 24,7 14072 27,5 16278 28,5 17021 29,2 16852 28,9 16991 29,2 17284 29,3 17398 29,1

Abruzzo 2842 23,1 3247 26,1 3443 26,9 3531 27,2 3387 26,4 3442 26,6 3627 27,4 3510 26,7

Molise 682 21,9 768 24,6 896 28,2 874 28,1 840 28 823 27,8 851 28 897 28,3

Campania 9768 17,6 12005 21,5 13902 24,8 14035 24,9 14229 25 14210 25 14542 25,6 14593 25,2

PUGLIA 7214 18 8853 21,5 9542 23,5 9791 24,1 10218 25,4 10260 25,4 10374 25,5 10518 25,9

Basilicata 1060 18,2 1226 21,2 1449 25 1466 25,1 1448 25,1 1485 25,5 1512 25,3 1497 25,6

Calabria 3367 16,2 4027 19,9 4480 22,3 4607 23 4494 23,7 4426 23,5 4463 23,7 4483 24,1

Sicilia 9263 19 10678 21,8 12373 25,3 12492 25,4 12664 25,5 12637 25,5 12759 25,7 12887 25,5

Sardegna 3178 19,5 3752 23,1 4565 27,8 4670 28,5 4759 29,2 4729 29 4805 29,3 4973 30,1

LECCE 1496 19,8 1880 24 2149 26,5 2212 27,2 2251 27,6 2330 28,6 2341 29,1 2346 29,3

BRINDISI 751 19,1 926 22,6 925 22,9 932 23,1 972 24 967 24 1032 25,6 1105 28

TARANTO 1076 18,3 1291 22,1 1394 24 1495 25,7 1467 25,2 1457 25,1 1493 26,1 1488 26,1

Mortalità per tumori maligni (tutti i tipi) (M+F) - Decessi e Tassi Grezzi per 10.000 residenti(Fonte: ISTAT – Elaborazione LILT Lecce)

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9Lega contro i Tumori | Settembre 2018

nazionale che sembra stabile su tas-si tuttavia più elevati.A fronte di un’apparente stabiliz-

zazione della mortalità che sembra ri-guardare le regioni del Nord, tuttavianon può non colpire l’accelerazionedell’incremento delle regioni del Sud,e della nostra in particolare, rispet-to al dato nazionale. Ma ancor più gra-ve è il dato che emerge a carico del-la provincia di Lecce, la quale già dal2014 è giunta purtroppo ad allinear-si alla media nazionale.In questo panorama non certo

confortante, già da tempo c’è stato undato che più di ogni altro evidenzial’allarmante situazione epidemiolo-gica della provincia di Lecce: la mor-talità per tumore del polmone nei ma-schi. Dato ormai storico e da noi se-gnalato in tempi non sospetti e sem-pre sottovalutato o attribuito, inmaniera fuorviante, a cause che nonsono in grado di spiegarlo.Dal 2011 al 2014, i tassi di mor-

talità per tumore del polmone nei ma-schi nel leccese avevano registratouna lente decrescita, pur continuan-do il territorio a detenere un triste pri-mato a livello nazionale. Nello stes-so periodo, il tasso di mortalità pertumore polmonare nelle donne è ri-sultato stazionario, nettamente al di-sotto comunque della media nazionalee delle regioni del Nord, dove inveceè in costante aumento.Invece, nel 2015 il dato di morta-

lità per tumore polmonare in provin-cia di Lecce evidenzia una netta in-versione di tendenza sia nei maschiche nelle femmine. Un dato inatteso,considerato il precedente trend, e chemerita pertanto una riflessione sullepossibili cause (iniziali effetti dellepiù “recenti” esposizioni ambientali,dopo l’esaurimento dei fenomeni re-sponsabili dei picchi registrati neglianni 2000-2011 ?). Naturalmenteuna riflessione scientificamente plau-sibile deve considerare i lunghi pro-cessi di cancerogenesi nonché i datidi esposizione ambientale laddove di-sponibili. E’ importante rilevare peraltro

quanto evidenziato dal dato riguar-dante la mortalità per tumore della ve-scica. Anche in questo caso, storica-mente, la provincia di Lecce ha mo-

strato fino al 2011, specialmente tragli uomini, un tasso di mortalità su-periore del 25% rispetto alla medianazionale e del 20% rispetto a quel-la regionale. Dal 2011, invece, ancheper la vescica i tassi di mortalità inprovincia di Lecce evidenziano un’in-versione di tendenza, proseguita finoal 2014. Ma, come per il polmone, nel2015 si registra invece un’inversionedi tendenza, che non può non far pen-sare ad una comunanza di causeproprio col polmone.Quali considerazioni è possibile

fare a fronte di queste cifre? Dato cheè ormai acquisito che il 90% dei casidi cancro è dovuto alla presenzanell’ambiente, inteso in senso lato, difattori di rischio oncologico, è evi-

dente come in questi ultimi decenni,in provincia di Lecce debbano esser-si verificate significative modificazionisociali ed ambientali (e delle stesseabitudini di vita), tali da spiegare unsimile incremento, che, in alcunicasi, supera, come visto, il dato na-zionale. Temiamo che modificazioni espo-

sitive più recenti possano iniziare pre-sto a produrre i conseguenti effettiepidemiologici. Emerge comuque con sufficiente

forza statistica la tendenza della re-altà epidemiologica del Sud Italia, del-la Puglia e del Salento ad evolversi edomologarsi al dato nazionale, preva-lendo condizioni strutturali di cultu-ra, modello economico e sociali sem-

DOSSIER | CANCRO AL SENO E AMBIENTE

1990 2000 2010 2011 2012 2013 2014 2015Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG

ITALIA 25168 9,1 25503 9,2 25457 8,6 25239 8,7 24885 8,6 24599 8,4 24177 8,2 24405 8,2Piemonte 2211 10,5 2165 10,5 2205 10,1 2220 10,4 1983 9,4 2124 9,8 1972 9,2 2060 9,6Valle d'Aosta 38 6,2 49 9,1 50 8,7 53 8,4 47 7,9 45 7,7 49 8 45 7,5Lombardia 4678 11 4496 10,2 4423 9 4298 8,8 4323 9 4218 8,6 4070 8,2 4155 8,4Trentino-Alto Adige 328 7,7 328 7,3 335 6,6 305 6 333 6,6 326 6,4 300 5,8 285 5,5Veneto 2395 11,3 2262 10,3 1913 7,9 1969 8,2 1833 7,8 1879 7,9 1745 7,3 1791 7,4Friuli-Venezia Giulia 739 12,5 609 10,3 593 9,8 552 9,2 543 9,1 506 8,3 486 8 502 8,3Liguria 1063 13,2 982 12,9 873 11,5 865 11,3 852 11,3 831 11,1 750 9,8 741 9,8Emilia-Romagna 2315 12,2 2156 11,2 2015 9,3 1971 9,1 1949 9,2 1833 8,5 1891 8,7 1986 9,1Toscana 1874 10,9 1783 10,5 1724 9,5 1684 9,4 1714 9,6 1683 9,4 1649 9,1 1685 9,2Umbria 335 8,4 340 8,3 345 7,7 332 7,5 367 8,2 352 7,9 352 7,8 350 8Marche 569 8,3 646 9,1 606 7,9 607 8,1 596 7,9 585 7,8 607 8,1 601 8Lazio 2214 8,7 2352 9,4 2573 9,3 2590 9,5 2495 9,4 2594 9,3 2599 9,1 2524 8,7Abruzzo 404 6,6 462 7,6 491 7,6 453 7,1 439 7 474 7,4 472 7,3 449 7,1Molise 81 5,5 90 5,8 95 6 103 6,3 78 5,3 81 5,3 85 5,8 101 6,6Campania 1967 7,2 2218 8,1 2425 8,6 2417 8,7 2383 8,6 2425 8,6 2505 8,8 2394 8,6PUGLIA 1363 7 1538 7,9 1482 7,6 1541 7,8 1571 8 1414 7,2 1455 7,4 1501 7,6Basilicata 155 5,4 170 5,7 181 6,5 186 6,2 187 6,6 177 6,1 176 6,3 187 6,6Calabria 477 4,8 587 6,2 595 6,3 569 6,2 586 6,5 551 6 577 6,4 571 6,3Sicilia 1440 6 1687 7 1887 7,7 1866 7,7 1915 7,9 1816 7,5 1803 7,3 1780 7,2Sardegna 522 6,5 583 7,3 646 8 658 8,2 691 8,6 685 8,6 634 7,9 697 8,5LECCE 338 9,2 404 10,5 442 11,4 429 11,1 398 10,4 385 10,1 393 10,1 406 10,8BRINDISI 143 6,9 161 7,7 133 6,9 162 8,4 134 6,9 119 6,2 142 7,3 136 7,1TARANTO 221 7,7 244 8,2 231 8,2 242 8,6 244 8,6 217 7,7 206 7,5 235 8,5

Mortalità per tumore del polmone (M) – Decessi e tassi grezzi per 10.000 residenti(Fonte: ISTAT – Elaborazione LILT Lecce)

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10 Lega contro i Tumori | Settembre 2018

DOSSIER | CANCRO AL SENO E AMBIENTE

pre più globalizzati. Indubbiamente, isolate e locali si-tuazioni ambientali possono transitoriamente condi-zionare l’evolversi del dato epidemiologico, così comel’analisi di fenomeni storici di migrazioni, di lavoro e diindustrializzazione selvaggia e senza regole potrebbe-ro spiegare quanto sin qui avvenuto ed il prezzo sani-tario pagato dalle nostre popolazioni.In conclusione, ci preme ribadire che il dato di mor-

talità non “fotografa”, per così dire, compiutamente larealtà di un territorio. Oggi, infatti, rispetto a 20-30 annifa, grazie alle cure più efficaci, si riescono a guarire il45-50% dei tumori. Pertanto, l’incidenza (ossia il nu-mero di nuovi casi ogni anno), rispetto al passato, deveessere fortemente più alta, vanificando di fatto i suc-cessi delle cure.

Mortalità tumori della mammella (F) - Tassi grezzi per 10.000 residenti(Fonte: ISTAT – Elaborazione LILT Lecce)

1990 2000 2010 2011 2012 2013 2014 2015Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG

ITALIA 10924 3,7 11354 3,8 12115 3,9 12001 3,9 12004 3,9 11939 3,8 12201 3,9 12312 3,9Piemonte 1039 4,6 1056 4,8 1054 4,6 1111 4,9 1038 4,6 1038 4,6 1053 4,6 1090 4,7Valle d'Aosta 30 5 22 4,5 16 4,6 25 3,9 34 5,7 26 4,1 31 4,8 29 4,7Lombardia 2196 4,8 2062 4,4 2304 4,5 2219 4,4 2201 4,4 2272 4,4 2303 4,4 2271 4,4Trentino-Alto Adige 178 3,9 214 4,5 180 3,4 193 3,7 174 3,3 196 3,6 177 3,4 203 3,8Veneto 905 4 884 3,8 985 3,9 1005 4 1041 4,2 981 3,9 984 3,9 1036 4,1Friuli-Venezia Giulia 340 5,2 341 5,3 300 4,6 315 4,8 334 5 335 5,2 299 4,6 304 4,7Liguria 484 5,5 471 5,6 443 5,3 412 4,9 398 4,9 399 4,9 398 4,8 385 4,7Emilia-Romagna 924 4,5 963 4,6 985 4,3 964 4,2 946 4,1 910 4 921 4 953 4,1Toscana 754 4,1 757 4,1 764 3,9 729 3,8 717 3,7 727 3,7 702 3,6 766 4Umbria 134 3,1 182 4,2 179 3,7 175 3,6 181 3,6 157 3,3 163 3,4 171 3,7Marche 265 3,6 258 3,5 325 4 312 3,9 313 3,9 299 3,7 280 3,5 280 3,5Lazio 963 3,6 1021 3,8 1048 3,5 1085 3,6 1083 3,7 1084 3,6 1135 3,7 1109 3,6Abruzzo 177 2,9 207 3,2 230 3,4 210 3,1 198 3,1 222 3,3 248 3,6 227 3,3Molise 42 2,7 38 2,7 48 2,9 45 2,8 56 3,6 54 3,3 42 2,6 44 2,6Campania 683 2,4 833 2,9 940 3,2 901 3,1 937 3,2 929 3,1 995 3,3 966 3,2PUGLIA 555 2,7 607 3 735 3,5 710 3,4 723 3,5 727 3,5 764 3,7 763 3,6Basilicata 48 1,8 70 2,4 79 2,7 80 2,7 73 2,4 75 2,5 84 2,8 79 2,6Calabria 223 2,2 231 2,2 268 2,7 262 2,7 282 2,9 299 3 302 3,1 284 2,9Sicilia 711 2,8 835 3,3 889 3,4 908 3,5 900 3,5 850 3,3 970 3,7 955 3,7Sardegna 273 3,3 302 3,6 343 4 340 4 375 4,5 359 4,3 350 4,1 397 4,6LECCE 115 2,7 128 3 158 3,6 142 3,4 135 3,3 176 4,3 179 4,4 176 4,3BRINDISI 43 2,1 63 2,9 67 3,2 84 4 90 4,3 87 3,9 80 3,6 105 4,7TARANTO 82 3 86 3,1 99 3,3 117 3,9 111 3,7 90 3,1 98 3,3 100 3,2

2000 2010 2011 2012 2013 2014 2015Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG

ITALIA 4977 0,9 5687 0,9 5579 0.9 5717 0.9 5588 0,9 5595 0,9 5641 0,9PUGLIA 427 1,1 415 1 369 0,9 371 0,9 406 1 407 1 398 1LECCE 97 1,2 118 1,4 91 1,1 99 1,2 93 1,1 90 1,1 97 1,2Brindisi 53 1,3 46 1,1 39 1 27 0,7 41 1 51 1,3 40 1Taranto 61 1,1 58 0,9 59 0.9 58 0.9 62 1,1 70 1,2 55 0,9

Mortalità per tumore della vescica (M+F) (decessi e tassi grezzi per 10.000 residenti)(Fonte: ISTAT – Elaborazione LILT Lecce)

1990 2000 2010 2011 2012 2013 2014 2015Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG Decessi TG

ITALIA 4431 1,5 6031 2 8277 2,6 8580 2,7 8653 2,8 8884 2,9 9209 2,9 9570 3Piemonte 403 1,8 536 2,4 672 2,9 729 3,2 714 3,1 699 3,1 775 3,3 774 3,4Valle d'Aosta 11 2,2 14 2,6 17 2,7 24 3,5 16 2,8 25 4,3 24 4,3 18 3,1Lombardia 807 1,8 1135 2,4 1579 3,1 1558 3,1 1667 3,3 1706 3,3 1762 3,4 1813 3,5Trentino-Alto Adige 69 1,5 104 2,2 118 2,3 158 3,1 154 2,8 135 2,5 128 2,3 137 2,5Veneto 453 2 608 2,6 750 3 729 2,9 748 3 733 2,9 759 3 780 3,1Friuli-Venezia Giulia 180 2,7 201 3,2 274 4,2 268 4,2 284 4,5 262 4,1 257 4 253 3,9Liguria 194 2,2 239 3 320 3,8 316 3,8 328 4 300 3,6 319 3,9 335 4,1Emilia-Romagna 467 2,3 608 2,9 813 3,5 867 3,8 831 3,6 879 3,8 827 3,6 913 3,9Toscana 328 1,8 389 2,1 559 2,9 580 3 636 3,3 644 3,3 667 3,4 647 3,3Umbria 71 1,7 85 1,9 126 2,6 151 3,1 122 2,5 131 2,7 149 3,1 110 2,2Marche 88 1,1 140 1,9 202 2,5 188 2,3 206 2,6 185 2,3 237 3 241 3Lazio 483 1,8 745 2,8 1059 3,5 1110 3,7 1091 3,7 1114 3,7 1183 3,8 1284 4,2Abruzzo 67 1 82 1,2 119 1,7 112 1,6 116 1,8 119 1,7 123 1,7 130 1,9Molise 12 0,8 18 1 20 1,3 30 2 29 1,7 19 1,2 30 1,9 34 2Campania 274 1 427 1,5 608 2 650 2,2 644 2,2 704 2,4 722 2,4 789 2,6PUGLIA 155 0,7 215 1,1 282 14 316 1,5 290 1,4 350 1,7 324 1,5 359 1,7Basilicata 14 0,4 26 0,9 35 1,2 50 1,6 38 1,4 40 1,3 41 1,4 57 1,9Calabria 66 0,7 83 0,8 103 1 122 1,3 125 1,2 102 1 121 1,3 129 1,4Sicilia 231 0,9 275 1,1 454 1,7 472 1,8 463 1,8 541 2,1 521 2 581 2,2Sardegna 58 0,7 101 1,3 167 1,9 150 1,8 151 1,8 196 2,3 240 2,8 186 2,2LECCE 30 0,8 55 1,2 84 2 90 2,2 79 1,9 84 2,1 76 1,9 98 2,4BRINDISI 21 0,7 28 0,7 21 1 24 1,1 20 1 31 1,4 39 1,5 24 1,2TARANTO 22 0,7 34 1,1 46 1,5 56 1,8 40 1,3 54 1,7 45 1,3 51 1,7

Mortalità per tumore del polmone (F) – Decessi e tassi grezzi per 10.000 residenti(Fonte: ISTAT – Elaborazione LILT Lecce)

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11Lega contro i Tumori | Settembre 2018

Numerosi sono gli studi che iden-tificano un effetto anti-andro-genico degli ftalati. Questi com-

posti sono prodotti in grandi quan-tità e vengono comunemente utiliz-zati come emollienti ed additivi pla-stici, trovando impiego in numeroseapplicazioni industriali e prodotti dilargo consumo. A titolo di esempio,il di-(2-etilesil) ftalato (DEHP) è l’ad-ditivo chimico più comunementeusato per conferire flessibilità al po-livinilcloruro, divenendo quindi on-nipresente, per esempio, nei giocat-toli, nei film per imballaggio, nei di-spositivi medici e per la conserva-zione del sangue. Il di-n-butil ftala-to (DBP) è invece più ampiamenteutilizzato nella realizzazione deiprodotti in lattice, cellulosa e solventiper alcuni coloranti. Infine, lo ftalato

di etile è un tipico additivo nei pro-dotti cosmetici per la cura persona-le. Particolarità dell’utilizzo degliftalati è che essi non vengono lega-ti alla plastica alla quale sono ag-giunti, potendo quindi percolare o es-sere rilasciati nel tempo e a seguitodi stress termici. Numerosi studihanno riportato un’ampia e diffusaesposizione ambientale dell’uomoagli ftalati, identificando l’ingestio-ne/alimentazione come principalevia di assunzione di questi composti.Anche alcuni metalli pesanti si

sono dimostrati capaci di indurre dan-no testicolare e, a tale proposito, latossicità del Cadmio (Cd) è nota dadiversi decenni. Il Cd è un metallo pe-sante ed un noto contaminante am-bientale. Alcune attività industriali,come la fusione e raffinazione dei

metalli, nonché l’attività comunale diincenerimento dei rifiuti sono mo-menti chiave implicati nel rilascio dimetalli pesanti nell’atmosfera ed inparticolare di Cd come ossido, cloruroo solfuro. L’attuale produzione e commer-

cializzazione di alcuni preparati ali-mentari “pronti all’uso” prevedono ilconfezionamento dei prodotti inspecifici contenitori, in materialeplastico o metallico, da sottoporre di-rettamente ad alte temperature perla cottura in ambiente domestico.Sebbene la compatibilità di tali con-tenitori con l’uso preposto sia di-chiarata dalle aziende produttrici, adoggi l’effettivo rilascio di contami-nanti, ed in particolare di interferentiendocrini, nelle pietanze finali nonè noto.

DOSSIER | CANCRO AL SENO E AMBIENTE

Caffè in capsule, ftalato e cancro al seno

Il rilascio di interferenti endocrini negli alimenti pronti all’uso, come le capsule predosateper caffè espresso, pone seri interrogativi sui loro effetti negativi sulla salute

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12 Lega contro i Tumori | Settembre 2018

DOSSIER | CANCRO AL SENO E AMBIENTE

Gli ftalati vengono rilasciati dallaplastica delle capsule, quando esse en-trano in contatto con l’acqua portataa 90°, per ottenere la percolazione delcaffè. Inoltre, le capsule in alluminiorilasciano durante la perforazione mi-cro particelle metalliche. Tali sostan-ze entrano pertanto nel caffè che sibeve e, una volta ingerite, svolgononell’organismo, a lungo andare,un’azione simil-estrogenica, andandoad interferire e a “disturbare” alcuneghiandole normalmente soggette al-l’influenza di determinati ormoni.Così, ad esempio, nei testicoli svolgonouna funzione anti-androgenica, po-tendo causare infertilità; mentre nel-

le donne, in virtù della loro azione si-mil-estrogenica, a lungo andare pos-sono essere all’origine di patologie (an-che neoplastiche) del seno, organobersaglio tra i principali di quegli or-moni.Se si tien conto, poi, che, oltre al-

l’assunzione di caffè, i consumatorihanno a che fare quotidianamente connumerosi altri alimenti confezionatiin contenitori di plastica, si com-prende facilmente come si vada ine-vitabilmente incontro ad un subdolo,quasi inosservato effetto di “accu-mulo”, con gravi ripercussioni sulla sa-lute.Senza tener conto che le capsule,

una volta utilizzate, costituiscono un

rifiuto complesso da smaltire, in quan-to composto da plastica ed organico,finendo per porre, se non adeguata-mente trattate, problemi di inquina-mento ambientale.

Sull’argomento, sono stati condot-ti studi, a livello europeo (SCF, EFSA),per valutare il rischio connesso ai pla-stificanti, in particolare il rilascio diftalati e metalli pesanti dai conteni-tori plastici e metallici predosati, po-polarmente denominati come capsule,utilizzati per la produzione domesti-ca di caffè espresso. Sono stati determinati i valori di as-

sunzione giornaliera tollerabile, basati

su studi sugli animali e su calcoli ef-fettuati basandosi su un consumogiornaliero di tre caffè in personaadulta di 60 Kg con 100% di assun-zione a livello del tratto gastrointe-stinale.Il rischio così definito era pari ad

un valore massimo di 1. Ora, tutti i va-lori calcolati negli studi sono risulta-ti largamente inferiori ad 1, per cui siè indotti a credere che i plastifïcantiingeriti nei surrogati di caffè, quantoa livelli, possano essere consideratinon dannosi.Tuttavia devono essere considerati

due ulteriori aspetti di carattere ge-nerale:a) l’assunzione di ftalati come pla-

stifïcanti non avviene solamente tra-mite i surrogati di caffè, ma anche at-traverso il rilascio degli stessi datutta un’altra serie di contenitori peralimenti che utilizzano questi plasti-fïcanti per conferire flessibilità alle pla-stiche in genere. Quindi sicuramentel’assunzione di plastifïcanti da surro-gati di caffè va sommata ad altre as-sunzioni di plastifïcanti.b) Mentre altri componenti del caf-

fè e dei surrogati di caffè quali la caf-feina (componente principale) vengonometabolizzati all’interno del nostro or-ganismo, gli ftalati hanno emivite bio-logiche molto più lunghe e possono,di conseguenza, essere accumulati

all’interno dell’organismo.Ma vi è di più: il di-n-butil ftalato

(DBP), riscontrato tra gli ftalati rila-sciati dalle capsule di caffè analizza-te, è stato segnalato come una mole-cola che può provocare danni a livel-lo riproduttivo e nello sviluppo. NegliStati Uniti, DBP è stato proibito neigiocattoli e nei prodotti per la cura deibambini. In Europa, DBP è stato proi-bito nei prodotti per la cura dei bam-bini e nei cosmeticiIn conclusione, sicuramente nei

surrogati di caffè ottenuti da capsu-le vi è la presenza di DEP, DBP, DiBPe DEHP, anche se la loro quantità nonrisulta dannosa in base alle normati-ve vigenti.

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13Lega contro i Tumori | Settembre 2018

Malformazioni, malattie della pel-le, tumori e gravi problemi re-spiratori di uomini, donne e

bambini sono il risultato dell’esposi-zione all’uso indiscriminato di pestici-di in alcune province del Nord-est del-l’Argentina. Una relazione resa evi-dente dagli studi realizzati nelle co-munità esposte a fumigazione, fra lequali quella di Monte Maíz, nella pro-vincia di Cordoba.Qui, l’esposizione a glifosato è di cir-

ca 80 litri per persona all’anno. I casidi aborto spontaneo sono tre volte su-periori alla media nazionale, mentre lemalformazioni congenite la superano del72 per cento. Attualmente in Argentina sono legali

diverse varietà di soia, mais e cotonetransgenici resistenti a pesticidi. Il loroconsumo è aumentato negli ultimiventicinque anni da 38 mila tonnella-te nel 1990 a 370 mila nel 2015 (Reduniversitaria de ambiente y salud). Avia

Terai, La Leonesa, San Salvador, BarrioItuzaingó, Monte Maíz sono solo alcu-ni dei villaggi esposti al modelloagroindustriale argentino, in cui Ogme agrochimici vanno di pari passo.L’Argentina è uno dei Paesi con il

maggior consumo di glifosato. Quellodei pesticidi è un mercato florido. La su-perficie coltivata è passata da 20 mi-lioni di ettari nel 1970 a 38 nel 2016.Oltre il 60 per cento del territorio na-zionale risulta coltivato con uso di agro-chimici e transgenici.Un mercato, quello degli agrochimi-

ci dominato da poche grandi corpora-tion (Bayer-Monsanto, Dow-Dupont eSyngenta-ChemChina), che controllanoin Argentina il 54,3% del mercato totale.Un business per pochi, basato su al-

cuni luoghi comuni. Fra questi, la tesisecondo cui il ricorso a pesticidi, com-binato con il modello Ogm, è necessa-rio per incrementare la produzioneglobale di cibo e riuscire così a sfamare

la popolazione del pianeta. Una tesi cheè stata però messa in discussione da piùparti.L’uso di pesticidi riguarda anche

l’Europa, i cui Paesi hanno votato il rin-novo all’autorizzazione all’uso del gli-fosato per cinque anni, nonostante ilparere dell’Agenzia internazionale per laricerca sul cancro, che nel 2015 avevainserito il glifosato fra le sostanze “pro-babilmente cancerogene”.Un parere poi ribaltato dall’Autorità

europea per la sicurezza alimentare anovembre del 2015. Poi, a maggio 2016,dalla Fao. E ancora: nel marzo 2017 dal-l’Agenzia europea per le sostanze chi-miche. La divergenza nei pareri è in par-te da attribuirsi alle diverse valutazio-ni cui le agenzie hanno fatto riferi-mento. In alcuni casi si tratta di stu-di finanziati dalle industrie produttri-ci, che per legge hanno l’onere dellaprova della non cancerogenicità dellasostanza da commercializzare.

DOSSIER | CANCRO AL SENO E AMBIENTE

Danni da pesticidi in ArgentinaMalformazioni, tumori, malattie della pelle: sono le patologie prodotte da un usoindiscriminato di sostanze chimiche in agricoltura nel Paese sudamericano

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14 Lega contro i Tumori | Settembre 2018

Èsalito alla ribalta delle cronache un fat-to inquietante : il notevole e continuoaumento dell’incidenza di neoplasie

nell’isola della Martinica, nelle Indie Occi-dentali Francesi. Infatti, negli ultimi decenni si è osser-

vato un aumento dell’incidenza di diversi tu-mori (prostata, mammella, colon-retto, lin-fomi) sia nei maschi che nelle femmine.Il cancro della prostata, in particolare, pre-

senta un’incidenza fra le più alte al mondonell’isola della Martinica.I pesticidi utilizzati particolarmente nel-

le colture intensive della banana sono sta-ti implicati da numerosi ricercatori nella pa-togenesi di tale neoplasia. In particolare, ilclordecone, un insetticida organoclorurato,che fu usato estensivamente nelle pianta-gioni di banane della Martinica e della Gua-dalupa, per circa vent’anni dal 1973 al 1993.

Martinica, epidemia di cancro alla prostata,malformazioni e sterilità da pesticidi

E’ salito alla ribaltadelle cronache un

fatto inquietante: ilnotevole e continuo

aumentodell’incidenza di

neoplasie nell’isoladella Martinica, nelle

Indie OccidentaliFrancesi. Grave anche

l’incremento dellemalformazionicongenite e delfenomeno della

sterilità. Gli studicondotti hannoindividuato una

relazione conl’impiego massiccio dipesticidi, soprattuttoil clordecone, nella

coltura delle banane.Pesticidi già banditi

dal mercatostatunitense

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15Lega contro i Tumori | Settembre 2018

Le proprietà di questo pesticida(estrogenicità, elevata stabilità e per-sistenza nell’ambiente) sono simili aquelli di altri interferenti endocrini so-spettati di provocare cancro alla pro-stata e hanno determinato la conta-minazione diffusa e permanente di suo-li, delle acque superficiali, della fau-na selvatica e dei vegetali coltivati suiterreni inquinati. Le verdure contami-nate rappresentano la fonte principa-le di contaminazione della catena ali-mentare e sono una delle principalifonti di esposizione permanente per iresidenti.L’analisi dell’incidenza di cancro dal

1981 al 2005, compiute sui dati del re-gistro tumori della Martinica, ha con-sentito di rilevare 5693 casi valutabi-li per lo studio.Suddividendo l’arco temporale in

periodi di cinque anni, il numero deicasi di cancro prostatico aumentò da252 a 2281 nel periodo dello studio, conun’incidenza standardizzata per l’età au-mentata da 36,9 × 100.000 maschi nelperiodo 1981-1985) a 164 × 100.000 nelquinquennio 2001-2005.Di fronte a questi dati epidemiologici

di rara drammaticità, è stato quindi con-dotto uno studio, con l’obiettivo di de-terminare se gli estrogeni ambientalisiano associati a rischio di carcinomadella prostata.Lo studio ha analizzato la relazione

tra esposizione a clordecone e rischiodi tumore della prostata, coinvolgendo623 uomini con la malattia e 671 con-trolli.L’esposizione è stata analizzata in ac-

cordo allo status caso-controllo, uti-lizzando la concentrazione plasmaticaattuale o un indice di esposizione cu-mulativa basato sugli anni di esposi-zione.È stato osservato un incremento si-

gnificativo del rischio di carcinoma pro-statico con l’aumento della concentra-zione plasmatica di clordecone e del-l’indice di esposizione cumulativa.Associazioni più forti sono state os-

servate in caso di storia familiare po-sitiva per tumore prostatico, e tra i pa-zienti che avevano vissuto in un Pae-se occidentale.In conclusione, queste osservazioni

avvalorano l’ipotesi che l’esposizione aestrogeni ambientali aumenta il ri-schio di carcinoma prostatico. In definitiva, questa storia raccon-

ta di come un paradiso possa trasfor-marsi in un inferno a causa delle azio-ni dell’uomo.Il paradiso in questione, come det-

to, sono le isole di Guadalupa e Marti-nica, delle Antille Francesi.Il diavolo in questione, capace di ri-

durre ad un inferno questi luoghi di rarabellezza, ha un nome: clordecone, un

pesticida utilizzato per la prima voltaverso la fine degli anni sessanta del No-vecento negli USA, introdotto in que-sto mercato dai produttori di pesticidi,salvo poi essere ritirato dal commercionel giro di pochi anni, in quanto ban-dito dal governo americano per la suapericolosità.Nonostante ciò, nelle isole di Gua-

dalupa e Martinica poste sotto l’egidadel governo francese, il clordecone è sta-to impiegato nelle piantagioni di ba-nane a partire dalla seconda metà de-

gli anni settanta per circa 30 anni, finoai primi anni duemila.Cosa ha comportato tutto ciò? La ri-

sposta è ovvia quanto drammatica;che ad oggi i contadini della Guadalu-pa vedono i loro terreni inutilizzabili acausa dell’utilizzo del pesticida.Inoltre risulta che nel 90% degli abi-

tanti di queste isole siano stati trova-

ti residui di clordecone, visto che an-che le falde acquifere risultano conta-minate da queste molecole invisibili.Il riscontro su tale pericolosità è nei

dati di incidenza di patologie neopla-stiche, di cui si è detto. Ma aumenta-te sono anche a dismisura le malfor-mazioni congenite, le patologie del si-stema nervoso, ed il fenomeno della ste-rilità di coppia.Naturalmente i produttori di pesticidi

negano anche davanti all’evidenza checi possa essere un nesso dall’aumento

di malattie che un tempo avevano unapresenza quasi inesistente su quelle iso-le.Molti potranno pensare che questa

storia non ci appartenga, visto che è av-venuta in luoghi lontani e che sia an-che lontana nel tempo, ma sono proprioquesti ragionamenti che ci portano a ri-durre i nostri territori in un inferno.

DOSSIER | CANCRO AL SENO E AMBIENTE

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16 Lega contro i Tumori | Settembre 2018

ATTUALITÀ

Il prestigioso British Medical Journal ha pub-blicato di recente i risultati della ricerca rea-lizzata da CIPOMO (Collegio Italiano dei Pri-

mari Oncologi Medici Ospedalieri) nei confronti deipropri associati sul delicato tema del conflitto d’in-teressi.Il 62% degli oncologi italiani ha dichiarato di

aver ricevuto pagamenti diretti da parte dell’in-dustria farmaceutica negli ultimi 3 anni. Non solo,il 68% pensa che la maggioranza degli oncologiitaliani abbia un conflitto di interesse con l’in-dustria e l’82% riferisce che la maggior parte del-la propria educazione oncologica sia supportatadall’industria.Sono questi alcuni dei dati di una ricerca rea-

lizzata da CIPOMO (Collegio Italiano dei Primari

Oncologia, conflitto di interesse pericolosoper la qualità dell’assistenza medicaI risultati dell’indagine condotta dal Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri

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17Lega contro i Tumori | Settembre 2018

Oncologi Medici Ospedalieri) nei con-fronti dei propri associati sul delicatotema del conflitto d’interessi e pub-blicati sul prestigioso British MedicalJournal.Obiettivo della ricerca, dal titolo “Gli

oncologi Italiani e ilconflitto di interesse”è stato quello di veri-ficare l’opinione del-l’oncologo medico ita-liano in relazione allepossibili implicazioniderivanti dal COI nel-l’ambito dell’educazio-ne medica, dell’assi-stenza e della ricercascientifica, approfon-dendo in particolarela relazione economicatra medici e industriafarmaceutica.Per il sondaggio,

promosso da CIPOMO econdotto sotto formaanonima tra Marzo eAprile 2017, hannopartecipato 321 onco-logi in tutta Italia arappresentare ben il13% dei medici onco-logi di ruolo.Da questa ricerca

emerge quindi un’urgenza reale: tra glioncologi italiani il COI è percepito comeun problema importante che può in-fluenzare costi, educazione, qualitàdell’assistenza e della scienza. Il desi-derio comune è quello di un’imple-mentazione di una policy più rigorosa,per far sì che il giudizio professionale

abbia sempre come obiettivo primarioil benessere dei pazienti e la validitàdella ricerca.Per questi motivi CIPOMO ha deciso

di prendere posizione, stilando in un do-cumento ufficiale delle raccomandazioniche abbiano l’obiettivo di dirigere ilmondo dell’oncologia verso i principi ditrasparenza e correttezza, facendo ma-turare nei clinici una più precisa con-sapevolezza circa la natura e le poten-ziali conseguenze del COI.Le raccomandazioni comprendono

in primis la sfera del processo di ricer-ca, da tutelare dall’influenza degli in-teressi commerciali. Più in generale, ilvalore dell’interazione tra l’industria ei clinici deve essere, secondo CIPOMO,basato sulla trasmissione di informa-

zioni utili a migliorare la qualità dellecure e non all’induzione alla prescri-zione. Viene in seguito trattato ancheil tema della formazione che, secondoil position paper di CIPOMO, non deverappresentare uno strumento di mar-keting ma, anzi, deve avere l’obiettivoesplicito di migliorare la qualità delle

scelte cliniche.Il documento prosegue incentrandosi

sul rapporto tra le società scientifichee le influenze esterne dell’industria chespesso contribuisce a finanziare pro-getti, eventi e ricerche; in questo casoil rischio da evitare è che il sostegnoeconomico si trasformi in una forma dipromozione. Molta rilevanza viene dataal concetto di trasparenza, atta a for-nire al cittadino gli strumenti per va-lutare i servizi offerti.Infine, un ulteriore aspetto da tenere

a mente è il costo dei farmaci oncolo-gici, che sta aumentando vertiginosa-mente, molto più del valore dei risul-tati ottenibili. Parte di questi costi de-riva dalla ricerca; tuttavia l’industria far-maceutica spende ancora di più per pro-

muovere i propri prodotti. Il nostro Si-stema Sanitario (SSN) garantisce i far-maci a tutti, ma chi prescrive (il me-dico) non paga e non consuma, chipaga (il SSN) non sceglie e non con-suma, chi consuma (il paziente) nonsceglie e non paga.Per questo motivo il presidente di CI-

POMO, il Dott. Mario Clerico, intendesottolineare con forza che «Il docu-mento CIPOMO non vuole essere una de-nuncia ma un invito alla consapevo-lezza: il confine tra “informazionescientifica” sui farmaci rispetto alla“pubblicità” è molto sottile. L’industriafarmaceutica sponsorizza i congressimedici e contribuisce a gran parte del-la loro formazione. Per questo, i clini-ci devono porre particolare attenzionequando scelgono fra diverse possibili-tà di trattamento. La scelta deve esserebasata sui valori e sulle evidenze, nonsulle convenienze».Con la sua posizione, CIPOMO tiene

a evidenziare che la finalità ultima dellavoro in Sanità deve sempre essere rap-presentata dal bene del cittadino. I cli-nici, i ricercatori, gli amministratori,l’industria e i cittadini stessi devono la-vorare insieme per garantire il rapido ac-cesso ai migliori percorsi di diagnosi ecura.

ATTUALITÀ

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18 Lega contro i Tumori | Settembre 2018

ATTUALITÀ

Nell’anno in corso, la FDA statuni-tense, Ente governativo che si oc-cupa della regolamentazione dei

farmaci, ha approvato l’uso di diversiantitumorali, nonostante non sianostati ancora dimostrati positivi effettiin termini di aspettativa (e qualità) divita.Neppure è sicuro che col tempo si ac-

quisiscano le prove di una loro effica-cia, mentre è accertato l’aumento delrischio degli effetti collaterali (diarrea,la suscettibilità alle infezioni).Sarebbe corretto invece che di qual-

sivoglia farmaco, prima dell’immissio-ne sul mercato, fossero accertati ireali benefici per i pazienti. Nella pra-tica professionale, incontro talvoltapazienti che mi riferiscono di nuovi far-maci antitumorali con paroloni come

“cambio di rotta”, “svolta importante”.Purtroppo, però, negli studi clinici, diqueste mirabolanti promesse non c’ètraccia.Infatti, molti studi finalizzati a im-

mettere sul mercato nuovi farmaci mi-rano a porre in luce eventualmente unrallentamento della crescita del tumo-re. Ma questo dato biologico non ne-cessariamente coincide con un prolun-gamento dell’aspettativa di vita. Lamaggior parte dei farmaci oncologici en-tra nel mercato senza prove che inci-dano positivamente sia sulla qualità del-la vita, sia sulla durata.Nel 2017, con il mio gruppo di lavoro

ho valutato tutti i 48 farmaci antitu-morali, che erano stati approvati dal-l’Agenzia Europea nel periodo 2009-2013. Delle sessantotto indicazioni

Farmaci antitumoralie reali benefici per i pazienti

Vi è una grande necessità di norme e sperimentazioni per i farmaci impiegati in oncologia che realmente siano a misura dei bisogni dei pazienti

Ajay AggarwalOncologo del Servizio Sanitario britannico, docente al King’s College di Londra

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cliniche valide per questifarmaci (ossia le ragioni chesostengono l’impiego di unparticolare farmaco per undeterminato paziente) soloper ventiquattro di queste(pari al 35%) era dimo-strato un beneficio di so-pravvivenza al momentodella approvazione. Analoghi studi condotti

da altri ricercatori hanno ri-scontrato la medesima si-tuazione. Uno studio del2015 ha dimostrato chesolo una piccola percen-tuale di farmaci antitumo-rali approvati dalla FDA hamigliorato la sopravviven-za o la qualità della vita.Eppure, una volta im-

messi nel mercato, nonsolo le Aziende, ma anche le Organiz-zazioni dei Malati si battono affinchéil governo acceleri gli adempimenti ne-cessari, in quanto ritardarli - si sostie-ne - sarebbe causa di sofferenze, dolorie di morti evitabili.Resta comunque il fatto che solo nel-

la sperimentazione si può effettiva-mente testare l’efficacia di un farmaco.Anche perché nei trials vengono ar-ruolati malati più giovani rispetto allapopolazione generale e in condizioninon ancora troppo compromesse. Ciòperché gli effetti collaterali sono piùsopportabili in questo target rispetto atarget di persone più anziane e, so-prattutto, i benefici attesi risultanomaggiormente osservabili.Il settore delle sperimentazioni cli-

niche è molto delicato. Gli indicatori ri-sentono del Paese di appartenenza, percui variano da una realtà territoriale aun’altra. Ai diversi tipi di tumore pos-sono darsi tassi di sopravvivenza piùelevati in base alla presunta aspetta-tiva di vita della persona. Le aspetta-tive di un allungamento della vita

sono di gran lunga sopravvalutate,quando la realtà mostra altri risultati.Sarebbe quindi buona prassi medica

che ciascun malato potesse libera-mente esprimersi, con il proprio clini-co, circa cosa sia per lui un reale be-neficio.Nelle fasi avanzate di tumore occorre

considerare che le opzioni terapeutichea disposizione possono addirittura ri-durre anziché estendere l’aspettativa divita, a causa delle tossicità correlate aitrattamenti stessi. Va da sé, quindi, cheun primo obiettivo sia quello di auto-rizzare terapie che non diminuiscano laqualità della vita.Purtroppo, molti studi non fanno at-

tenzione a questo parametro (Qualitàdella Vita) o lo misurano applicandostrumenti non validati. Uno studio, adesempio, condotto in pazienti con car-cinoma polmonare di stadio avanzatoche ebbero accesso precoce sia a trat-tamenti standard e sia alle Cure Pallia-tive, ha dimostrato un maggiore mi-glioramento della Qualità di Vita e del-la sopravvivenza, anche se nel loro caso

non sono stati applicati trattamenti difine vita “aggressivi”.Gli organismi preposti alle autoriz-

zazioni dovrebbero avere come criteriguida gli indicatori che chi utilizza i far-maci si aspetta: ridotta tossicità, effi-cacia tale da consentire la ripresa dellavoro o il mantenimento di legami so-ciali.C’è da dire comunque che, attual-

mente, si progettano sempre più spe-rimentazioni attente a includere levariabili Qualità di Vita e Sopravviven-za (ad esempio in tumori a lenta pro-gressione, come il cancro alla prosta-ta). Se infatti si persevera con le speri-

mentazioni che non tengono conto diquesti indicatori, ma ci si basa solo suastratti parametri biologici, si affossal’innovazione e si spreca il denaro, poi-ché il giro dei farmaci-copia, dai be-nefici minimi o trascurabili, distrae gliinvestimenti e la ricerca da altre opzionidi trattamento suscettibili di apporta-re benefici importanti.Le terapie farmacologiche poi sono

di fatto sopravvalutate, a scapito di al-tre linee di ricerca, pure importanti perprevenire e curare i tumori (diagnosti-ca, chirurgia, radioterapia). Auspicoquindi che i pazienti abbiano concre-te possibilità di accedere alle cure mi-gliori, in termini di qualità e aspetta-tiva di vita, e riduzione delle tossicità.Solo in questi casi si potranno propor-re protocolli antitumorali che venganoincontro alle attese dei malati; proto-colli supportati da reali evidenze in ter-mini umani, oltre che scientifici, e noninvece autorizzati fidando in promes-se irrealistiche.

(Articolo tratto da Nature,vol. 551, 12 aprile 2018)

ATTUALITÀ

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20 Lega contro i Tumori | Settembre 2018

LA LILT

Èstata inaugurata lo scorso 22 giugno la sede dellanuova Delegazione LILT di Ugento. Fortemente vo-luta da un gruppo di volontari che da tempo opera-

va in quel Comune e che aveva maturato la decisione distrutturarsi, per essere utili alla popolazione del luogo,offrendo servizi gratuiti di orientamento e corretta in-formazione per le problematiche oncologiche, consulen-ze mediche specialistiche di prevenzione e assistenza do-miciliare oncologica.La cerimonia di inaugurazione, alla presenza di nume-

rosi cittadini e volontari, ha visto la partecipazione delSindaco di Ugento, Avv. Massimo Lecci, del Vicesindaco

ed Assessore ai Servizi Sociali, Salva-tore Chiga, e del Vescovo della Dioce-si di Ugento-S. Maria di Leuca, Mons.Vito Angiuli.Sono intervenuti, per la LILT, il Dr.

Antonio Micaglio (vicepresidente), il Dr.Giuseppe Serravezza (responsabilescientifico) e la Dr.ssa Valentina De Ma-ria (responsabile della Delegazione diUgento), la quale ha informato ilpubblico presente sulle tante iniziati-ve già messe in cantiere dal gruppo divolontari ugentini e che vedranno laluce a breve.Per ogni informazione e per poter

usufruire delle prestazioni dell’ambu-latorio, ci si potrà rivolgere alla sede,in Via Cosenza, 10 (327.3436372 – [email protected]).

La nuova Delegazione di Ugento

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21Lega contro i Tumori | Settembre 2018

Grande successo per la seconda edizione della “Gallipo-li Run – Corri per la ricerca”, manifestazione podisti-ca nazionale non profit organizzata dalla LILT di Lec-

ce a sostegno del Centro Ilma, con il patrocinio di FIDAL eCONI. La manifestazione ha registrato ben 1515 partecipantialle gare in programma nel corso della mattinata del 20 mag-gio. Sono Francesco Quarato e la salentina Emanuela Gemma

i vincitori della seconda edizione della GallipoliRun andatain scena domenica 20 maggio 2018 sulla distanza dei 10 km. Gemma Emanuela della A.S.D. Tre Casali ha registrato il

nuovo record della manifestazione con 38:51. Sono stati 515gli atleti che hannopreso parte alla se-conda edizione.Grande partecipa-zione anche per ledue gare non com-petitive che hannovisto sfilare oltre1000 iscritti lungo lasplendida costa ed ilmare blu. All’arrivoera presente la Pre-sidente dott.ssa Ma-rianna Burlando, ilResponsabile scien-tifico il dott. Giu-seppe Serravezza, ildott. Presidente Na-zionale LILT France-sco Schittulli.

Dal palco della “Gallipoli Run” la Presidente ha dichiara-to: Una corsa per conservare la salute e fare in modo di nonammalarsi. Ai ricercatori del nascente Centro ILMA i parte-cipanti alla GallipoliRun affidano la tutela della Salute, a lorochiedono la comprensione delle cause oncoambientali localie la conseguente applicazione dei risultati evidence basedper rimuovere le fonti e le contaminazioni che si correlanoalle patologie tumorali.GallipoliRun sostiene la prevenzione primaria, sostiene la

Ricerca che mette in luce le cause alla base della genesi deitumori. Il Centro Ilma è in fase di costruzione ma la ricer-ca è già iniziata.

LA LILT

Grande successoper la secondaedizione della

GallipoliRun

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22 Lega contro i Tumori | Settembre 2018

LA LILT

Castrignano de’ Greci,13 maggio. L’associazio-ne Fratres di Castrignanode’ Greci ha organizzato la“Festa del Donatore”, contanti giochi per tutti ibambini e le loro famiglie.Le volontarie LILT hannopartecipato consegnan-do il materiale divulgati-vo e raccogliendo deifondi devoluti all’asso-ciazione. Durante la festaè intervenuto il dott. Ser-ravezza.

14 giugno. In oc-casione della nuo-va campagna diinformazione in-detta dalla LILTnazionale, deno-minata Nastro Az-zurro, per la pre-venzione dei tu-mori maschili (Di-fenditi dai colpibassi, lo slogan

coniato per l’oc-casione), alcu-ne Delegazionidella LILT di Lec-ce oltre a distri-buire materialedivulgato, han-no provveduto afar illuminare diazzurro monu-menti dei lorocentri.

Gallipoli. 26 giugno. Tradizionale appuntamento in Pani-noteca, da “Ferruccio e Claudio”, a Gallipoli, per raccoglie-re fondi a sostegno del Centro ILMA. La diciassettesima edi-zione di questo classica serata conviviale ha richiamato aitavoli del locale, situato sul Lungomare Galilei, tanti volontarie simpatizzanti. Ancora una volta, la manifestazione è sta-ta coronata da successo, permettendo di raccogliere un’im-portante somma.

Gallipoli, 1 lu-glio. ResidenceRosa Virginia,Lungomare Gali-lei. “Bellezza eSalute si incon-trano”. E’ statolo slogan che haguidato la sera-ta di inaugura-zione, seguita datantissimi a Gal-lipoli, dei nego-zi Marilù Parruc-chieri e Greta Beauty Massage Nails. Infatti, per espressa vo-lontà delle titolari, il ricavato della serata, allietata da sfi-late di miss e di moda, è stato devoluto alla LILT.

Tuglie, 14 luglio. Concerto di solidarietà organizzato a so-stegno della LILT. Protagonista, al pianoforte, Alfonso Ama-rè, seguito da un pubblico molto numeroso. La serata è sta-ta un sicuro successo, con una cospicua raccolta fondi de-voluta alla nostra Associazione.

Martignano, 25-26-27 luglio. Solidale iniziativa a Martignano,promossa dalla locale Associazione LIBERAMENTE, da semprevicina alla LILT. Grazie all’apporto determinante di “Linea Zam”,sono stati proposti ai cittadini, in occasione di una pubbli-ca manifestazione, degliartistici manufatti in pie-tra leccese, la cui venditaè stata finalizzata a so-stenere il progetto delCentro ILMA. A sostegnodella Ricerca in un sodali-zio di Speranza, è stato loslogan coniato per l’occa-sione dai promotori del-l’iniziativa, che ringrazia-mo per la sensibilità e peril concreto sostegno neiconfronti dei nostri pro-getti.

Giuggianello, 14 ago-sto. In occasione della Fe-sta della Solidarietà, or-ganizzata da varie asso-

Iniziative

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Per il secondo anno consecutivo la LILT di Lecce ha presentato lo spet-tacolo nato all’interno del laboratorio di teatro partecipato, condottodalla regista e attrice Chiara D’Ostuni. Il laboratorio ha coinvolto un grup-po di cittadini non-attori sul tema dell’inquinamento ambientale nel no-stro territorio.

Lo spettacolo, andato in scena lo scorso 11 luglio al Teatro Paisiellodi Lecce, richiamando un numeroso pubblico, ha inteso accendere i ri-flettori sul paesaggio grigio e deturpato di una città che subisce gli at-tacchi dei nuovi Turchi invasori. Veri e propri nemici della terra che conarmi in pugno pianificano di sferrare l’attacco più duro che si possa im-maginare, l’ennesimo colpo che lascia presagire ancora altre vittime.

Pentesilea è la metafora della triste e sconfortante realtà che il Sa-lento sta vivendo negli ultimi anni, guadagnandosi il triste primato del-le zone d’Italia con il più alto tasso di tumori e malattie legate all’in-quinamento ambientale. I cittadini sono i primi a fare le spese degliscellerati e utilitaristici piani industriali ed economici che troppo spes-so vanno a braccetto con la criminalità organizzata. Come cornice diun quadro già di per sé esasperato, vi è l’incuria di molti politici e isti-tuzioni che un giorno lanciano allarme e il giorno dopo tacciono, se-dati dai loro stessi interessi personali. Ma lo spettacolo Pentesilea nonvuole essere solo una denuncia di questo vero e proprio assalto al-l’ambiente. Nel tessuto drammaturgico che i cittadini sveleranno al pub-blico vi è la volontà di lanciare un monito agli spettatori, cittadini an-ch’essi, affinché nasca una riflessione sulla responsabilità civile e so-ciale di ognuno di noi.

Personaggio principale dello spettacolo è stato il coro che rappresentala collettività, che guarda verso il proprio presente e ne sottolinea lecontraddizioni. Il coro è la negazione dell’individualismo, è la voce delpopolo, è il grido muto che accompagna lo sdegno, è lo sguardo ancorprima della parola, è l’azione del rito comunitario che può salvare an-cora questa nostra terra.

ciazioni di questo centro salentino, sono stati rac-colti anche dei fondi a favore della LILT di Lec-ce, per sostenerne servizi e progetti.

Casarano, 22 agosto. Ballando sotto le stelle èstata la simpatica iniziativa di raccolta fondi or-

g a n i z z a t adalla Delega-zione LILT diC a s a r a no ,presso i Giar-dini Comuna-li “W. Ingros-so”, con lapartecipazio-ne di un nu-meroso pub-blico.

Montesano, 22 agosto. Una serata all’insegnadel divertimento, soprattutto dei più piccoli, èstata organizzata dalla locale Delegazione LILT.È “andato in scena” il Teatrino di Beniamino, cu-rato da alcuni amici della vicina cittadina di Sa-narica, guidati dal referente LILT Rocco Profico.Per l’occasione, sono stati anche raccolti dei fon-di a sostegno dei nostri progetti.

Montesano, 24 agosto. Ambiente e Salute, si-curezza alimentare e sostenibilità ambientale èstato il tema di un incontro divulgativo orga-nizzato dalla Delegazione LILT di Montesano e te-nuto all’aperto in una corte del centro storico,alla presenza del Sindaco, dr. Giuseppe Maglie econ una nutrita partecipazione di pubblico.

Casarano, 31 agosto. L’associazione Mtb Casa-rano ha organizzato la settima edizione del Free-bike Tour, appuntamento sportivo che ha vistouna nutrita partecipazione di appassionati edamatori, conclusosi con una bella festa in Piaz-za Garibaldi. Dimostrandosi ancora una volta anoi vicina, l’associazione di Casarano ha devo-luto alla LILT di Lecce il ricavato delle offerte de-rivanti dalle iscrizioni. Da parte nostra, un vivoringraziamento per la loro sensibilità.

L’ambiente in scena

Pentesilea (Storie di fumi, veleni e disattenzioni)è il titolo dello spettacolo organizzato lo scorso 11 luglio dalla LILT al Teatro Paisiello di Lecce

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Giornata Mondiale

senza Tabacco2018