Workshop helper professions
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Marilena Pisciella, psicologa psicoterapeuta ad orientamento analitico Esperta in psicologia scolastica, Facilitatrice metodo S.P.E. The Self-Portrait Experience ®
INFO [email protected] +39 347 81 83 914 Via Orti 3 Milano Via Chiassino 8 Tavernerio-Como
DESTINATARI Professionisti delle esperienze e relazioni d’aiuto in ambito psicologico, sanitario, sociale, pedagogico e scolastico: psicologi, psicoterapeuti, medici, operatori sanitari, educatori, insegnanti, assistenti sociali, avvocati
PREMESSA
E’ noto quanto il paradigma classico del prendersi cura -in contesti privati, sociali o istituzionali- abbia mostrato elementi di criticità, fragilità e paradossalità; a tutt’oggi si è alla ricerca di nuove declinazioni e metodologie possibili, nell’intento di proteggere i
protagonisti stessi dal rischio di sindrome del burn out, quel complesso di disturbi psico-somatici
e comportamentali che gli studi e la letteratura individuano come elemento di caducità
degli helper professions
Stretti oggigiorno spesso tra un modello culturale di ipercura, controllo, delega o tra sterili logiche normativo-istituzionali, il professionista “che fa/che da/che si prende cura” si va (bruciato o
vulnerabile) cercando! Ci si prende cura di chi cura?
Quanto spazio viene riservato all’analisi dei sottesi meccanismi psicologici
presenti nel lavoro quotidiano dell’helper, nel corpo a corpo della relazione stessa?
Quali le risorse da canalizzare dentro la relazione con l’altro?
Affrontare il tema della cura in tutta la sua complessità significa soprattutto
provare a ripartire dal dialogo con se stessi; compiere un’ immersione nei propri dinamismi,
complessi e vissuti profondi; affrontare le oscillazioni emozionali,
perlopiù inconsce, conflittuali ed inevitabili, che la relazione con il paziente-utente-soggetto comporta.
Solo così potrà rianimarsi quel contatto con la propria dimensione introspettiva, autoprotettiva
(mettendosi al riparo dal meccanismo coattivo del fare cura) e al tempo stesso creativa
Utilizzare l’autoritratto per andare a fondo dei propri vissuti, come mezzo di esplorazione di sé, per stimolare la propria creatività
Marilena Pisciella coniuga in questo workshop la propria impostazione psico-analitica insieme al metodo S.P.E. ®
Le tecniche della conduzione di gruppo ed autoritratto “arTerapeutico”
verranno modulati dalla stessa, per guidare i partecipanti alla realizzazione di immagini ed opere,
al fine non solo di mettere in pixel emozioni, vissuti relativi al proprio sé/ruolo lavorativo, ma anche entrare introspettivamente
nella propria personale e catartica performance
PRESENTAZIONE
COSA FAREMO
Si entrerà in un vero e proprio set fotografico professionale (simbolicamente una sorta di caverna) e
ciascun partecipante da solo, con la collaborazione e le istruzioni di Marilena Pisciella, creerà il proprio
personale autoritratto fotografico. Nel contempo si vivrà la propria performance.
Ciascuno si troverà così a sperimentare la solenne e potente dinamica dei tre ruoli: dapprima quella di
soggetto, poi di autore ed infine spettatore del proprio personale autoritratto. È attraverso ciò che il
metodo S.P.E. esprime la propria potenza, si fa attivatore del pensiero creativo, rafforza l’autostima, muove
processi di cambiamento.
Esecuzione di altri esercizi fotografici complementari “fuori dal set” attraverso le istruzioni della
conduttrice
Lavoreremo in :
sessioni di lavoro individuale per la realizzazione dell’autoritratto per poi passare ad una lettura intuitiva,
percezione e scelta delle opere realizzate;
sessioni di lavoro in piccoli gruppi e in plenaria per la condivisione delle esperienze, per una lettura in
collettivo delle opere personali, per imparare a dialogare con le immagini in profondità, utilizzando criteri
intuitivi ed accostamenti iconografici ed archetipici
Stare di fronte all’obiettivo
stimola un dialogo
tra la mente pensante e le
viscere per attingere da
un’inesauribile fonte di
contenuti, che hanno bisogno di
essere espressi
Cristina Nunez
N.B.: non occorre che i partecipanti siano in possesso di
particolari attrezzature o conoscenze nelle tecniche fotografiche
La maggior parte di noi pensa, percepisce, e richiama memorie non direttamente con le parole, ma piuttosto facendo ricorso ad un immaginario iconico: immagini interiori, silenziose rappresentazioni del pensiero (a volte accompagnate da uno spunto cinestesico o da altri), codici visuali, e concetti. (…) I sentimenti sono effimeri se una macchina fotografica non cattura le loro manifestazioni comportamentali o affettive. FotoTerapia, Judy Weiser
APPROFONDIMENTI:
http://selfportrait-experience.com/the-method/
http://www.phototherapy-centre.com/home.htm
http://www.oliviero-rossi.net/foto-e-videoterapia-nella-relazione-daiuto-2/
La sua formazione accademica si svolge a Roma, città-museo a cielo aperto da cui trae anche la sua sensibilità artistica. La sua maturità professionale, sia nell’ambito della clinica che della formazione e prevenzione, prende corpo con il trasferimento ormai un ventennio fa a Milano, lavorando a livello sia individuale che gruppale con feti, bambini, giovani e adulti in differenti contesti privati o comunitari (ha collaborato e tuttora lo fa con AASSLL, Ministeri, Scuole, Associazioni). Una svolta che la porta a coniugare psicoanalisi ed arte, uscendo da tracciati consueti, si determina con l’incontro con l’artista internazionale Cristina Nunez; attraverso di lei conosce le potenzialità della fotografia artistico-terapeutica, intesa quale mezzo di espressione ed introspezione psicologica. Abitualmente opera in ambito clinico e di prevenzione a Como e Milano; svolge attività formativa in tutta Italia
MARILENA PISCIELLA