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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: PROVINCIA DI TORINO 2) Codice di accreditamento: R01-NZ00346 3) Albo e classe di iscrizione: Regione Piemonte 1^ CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: VOLONTARI SU MARTE 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Educazione e Promozione culturale Area: 15 1

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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI INSERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE

1) Ente proponente il progetto: PROVINCIA DI TORINO

2) Codice di accreditamento: R01-NZ00346

3) Albo e classe di iscrizione: Regione Piemonte 1^

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto: VOLONTARI SU MARTE

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Educazione e Promozione culturaleArea: 15

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6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili:

L’impegno della PROVINCIA DI TORINO in tema di servizio civile e politiche giovanili.L’approvazione della Legge 226 del 23 agosto 2004, ha portato alla sospensione del servizio di leva obbligatorio a partire dal 1 gennaio 2005. Con l’attuazione della legge, gli enti locali hanno visto come prima conseguenza, scomparire i giovani impegnati nello svolgimento del servizio civile obbligatorio. Si tratta di centinaia di ragazzi che nei nostri comuni hanno contribuito a fornire milioni di ore di servizio in ambiti di primaria importanza quali assistenza, prevenzione, cura e riabilitazione, reinserimento sociale, educazione, promozione culturale, protezione civile, cooperazione allo sviluppo, difesa ecologica, salvaguardia e fruizione del patrimonio artistico e culturale.La Provincia di Torino ha raccolto il bisogno di un inserimento “strategico” di nuove e giovani risorse all’interno degli enti locali con l’obiettivo di sostituire il servizio civile obbligatorio con la nuova forma del “Servizio Civile Volontario”.A questo scopo il programma di interventi in tema di servizio civile rivolto agli enti locali del proprio territorio, ha preso le mosse da una serie di convegni e pubblicazioni rivolte agli amministratori e ai dirigenti per sottolineare la necessità di un cambiamento di mentalità nel considerare il servizio civile all'interno dei comuni rispetto al precedente modo di concepire l'obiezione di coscienza, al fine di valorizzare l'attività dei giovani volontari come esperienza di formazione e apprendimento naturale in un'ottica di training on the job, oltre che come esperienza di cittadinanza attiva e solidarietà.Le nuove forme delle “politiche giovanili” vedono, infatti, il giovane seriamente impegnato nel contesto organizzativo dell’Ente locale, in un’ottica innovativa che lo riconosce non solo come fruitore di servizi ma come protagonista di percorsi di cittadinanza attiva. Una volta raccolto l’interesse verso il nuovo servizio civile nazionale da parte di numerose Amministrazioni locali, la Provincia di Torino si è attivata nella progettazione e realizzazione di strumenti di servizio e di formazione rivolti agli operatori degli enti locali interessati. L’impegno dell’Ente si è formalizzato nel protocollo di intesa (giugno 2003) fra Città di Torino, Provincia di Torino e diversi enti pubblici e privatiCon la pubblicazione della Circolare Ministeriale 10 novembre 2003, relativa all’accreditamento all’albo provvisorio nazionale degli enti di servizio civile, è apparso evidente che le legittime richieste rivolte dall’UNSC agli enti di servizio civile, al fine di garantire al sistema qualità progettuale, organizzazione efficiente e forti capacità formative, avrebbero impedito alla gran parte degli enti locali di accedere, in modo autonomo, a questa risorsa (in Provincia di Torino dei 315 comuni del territorio, quelli sotto i 5000 abitanti son ben l’80%, con forti carenze di personale, risorse organizzative ed economiche). La Provincia di Torino ha perciò deciso di accreditarsi come ente di prima classe al fine di:a) promuovere e favorire lo sviluppo delle politiche giovanili sul territorio, sostenendo gli enti locali nella gestione dei progetti di servizio civile;b) favorire l’accesso degli enti locali pubblici e privati al sistema servizio civile nazionale con un ruolo attivo e propositivo, coordinando i loro sforzi a livello territoriale e progettando interventi di servizio civile innovativi e qualificati;c) definire una strategia politica di servizio civile degli enti locali comune e condivisa, che sappia progettare servizi utili ai giovani e al territorio, e realizzi criteri omogenei di qualità e strumenti efficaci di controllo e monitoraggio dell’attività;d) far convergere sull’attività le migliori risorse umane disponibili quali educatori, tutor, selettori, formatori, senza che l’intero staff di progetto debba essere a carico del singolo ente;e) democratizzare l’accesso al servizio, permettendo che anche soggetti deboli organizzativamente possano realizzare progetti di qualità;f) costruire sinergie tra attori diversi, che favoriscano lo sviluppo delle reti territoriali già esistenti (come per esempio le Unioni di Comuni, i piani di zona socio sanitari, i consorzi territoriali di servizi bibliotecari) e la nascita di nuove reti per altri tipi di intervento.In un’ottica di promozione del Sistema Servizio Civile e di creazione di sinergie significative sul territorio la Provincia di Torino ha siglato accordi con la Provincia di Biella e la Provincia di Alessandria.

PREMESSA

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Il presente progetto “Volontari su Marte -Giovani volontari in servizio civile esplorano il mondo del volontariato: quali direzioni per il volontariato?”, presentato dalla Provincia di Torino, riguarda l’attivazione di posizioni di Servizio Civile riferite ai contesti della Provincia di Torino e della Provincia di Biella.

IL CONTESTO TERRITORIALE PROVINCIALE DI TORINO

La provincia di Torino nell’anno 2007 registra una popolazione di 2.277.686, distribuiti su una superficie di 6.830 kmq con 333 abitanti per kmq. L’articolazione amministrativa comunale è strutturata in 315 enti; il 62,07% della popolazione provinciale risiede nei 14 comuni con più di 20.000 abitanti (che sono situati prevalentemente in pianura) e il 73,66% nei 32 comuni con più di 10.000 abitanti. Dei 315 comuni della provincia, ben 254 (ovvero l’80,63 % del numero totale) non raggiungono i 5.000 abitanti, La realtà è, però, ancora più complessa se si considera che 123 Comuni (il 39% dei comuni provinciali) non raggiungono neppure i 1.000 abitanti (con il 3,04% della popolazione provinciale).

Negli ultimi anni, la provincia è stata caratterizzata da una progressiva diminuzione della popolazione; questa tendenza è prevalentemente imputabile al tracollo di quella del Comune capoluogo che tuttavia è andata a vantaggio parziale degli altri Comuni della prima e seconda cintura.

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L’indice di vecchiaia nella Provincia di Torino è passato da 160 nel 2001 a 173,1 nel 2006 (mentre in Piemonte è passato da 173,1 a 176). L’indice di vecchiaia della Provincia di Torino (notevolmente superiore al valore nazionale), indica un forte peso della popolazione anziana rispetto ai giovani, ponendo in prospettiva importanti e crescenti criticità nel settore dell’assistenza e della sanità.Prendendo in considerazione il peso della popolazione giovane, con meno di venticinque anni, sul totale della popolazione, lo squilibrio della popolazione in Provincia di Torino in favore delle età più elevate appare ancora più rilevante: la componente della popolazione rappresentata dai giovani,con età inferiore ai venticinque anni, rappresenta solo il 22,16% del totale della popolazione, a fronte della percentuale nazionale del 25,63%. Tale dato evidenzia un elemento di criticità in quanto una società anziana è meno dinamica, da un punto di vista economico, essendo meno propensa ad investire, a consumare ed a rischiare sul futuro. L’invecchiamento della popolazione rappresenta sotto un altro profilo anche un fattore positivo, ossia la speranza di vita alla nascita della popolazione piemontese in soli due decenni è aumentata di circa sei anni, attestandosi a 76,4 anni per i maschie 82,6 per le femmine.

La popolazione della provincia di TorinoFocalizzando l’attenzione sui dati comunali della Provincia di Torino, emerge che nel 2006 si è registrata una crescita demografica in 182 comuni, una diminuzione della popolazione in 126 comuni, mentre in sette comuni la popolazione è rimasta invariata sul totale di 315 comuni. Tra i comuni di maggiore dimensione, sopra i 20.000 abitanti, l’incremento demografico si registra nelle città di: Moncalieri, con un aumento del 1,85%, Carmagnola con l’1,33% e Chieri con l’1,04%, mentre con il segno negativo si segnalano i seguenti comuni: Rivoli (-0,95%), Grugliasco (-0,72%), Chivasso (-0,46%) e Orbassano (-0,40%). Nel complesso la popolazione residente nei comuni con oltre 20.000 abitanti è aumentata di 6.447 unità, passando sul totale della popolazione provinciale dal 37,82% del 2004 al 38% del 2005.Un’analisi sul movimento anagrafico della popolazione è invece interessante condurla sui comuni compresi tra i 10- 20.000 abitanti, ove per alcuni di loro si registra una vivacità nell’incremento demografico. Pianezza registra un incremento di popolazione residente rispetto al 2004 del 2,94%, Leinì del 2,55%, Piossasco del 2,01%, Caselle Torinese del 1,67%, Giaveno del 1,54%, San Mauro To. del 1,51%, Volpiano del 1,44%, Avigliana dello 0,9%, Borgaro dello 0,66%, Santena dello0,25% e Rivarolo Canavese dello 0,22%. L’esigenza di ricercare una qualità di vita più tranquilla ed il miglioramento dei collegamenti con l’area metropolitana, inducono molte persone ad evadere dai grandi centri abitati.Sono invece in flessione i comuni di Vinovo (-0,9%), Alpignano (-0,83%), Beinasco (-0,34%), Ciriè (-0,26%) e Cuorgnè (-0,21).Nel 2006 i comuni della provincia con una popolazione compresa tra i 5.000 ed i 10.000 abitanti sono 28, per un totale di 200.610 abitanti pari al 8,95% del totale provinciale, quelli tra i 3.000 ed i 5.000 abitanti sono invece 43, con una popolazione di 163.607 abitanti pari al 7,29% del totale provinciale, quelli compresi nella fascia tra i 1.000 ed i 3.000 abitanti sono 94, con una popolazione di 164.266 abitanti pari al 7,32% del totale.I comuni compresi nella fascia di popolazione tra i 500 ed i 1.000 abitanti sono 67 con per un totale di 47.454 abitanti, pari al 2,11% del totale provinciale. I piccoli comuni con una popolazione compresa tra i 100 ed i 500 abitanti totalizzano invece una popolazione di 14.577, pari allo 0,64% del totale, ed i piccolissimi comuni, con una popolazione inferiore ai 100 abitanti, sono sei con 407 abitanti pari allo 0,01% del totale della popolazione provinciale. Con i suoi 48 abitanti il comune di Moncenisio è la più piccola comunità provinciale, seguita da Ingria con 49 abitanti.

Il LAVOROAllo scopo di prevenire la disoccupazione di lunga durata e di facilitare l’inserimento professionale nel mondo del lavoro, la Provincia ha saputo realizzare progetti specifici (a volte sperimentando modelli e azioni di sostegno all’inserimento al lavoro degli adulti) e ha coordinato le diverse esperienze già attive sul territorio, sia pubbliche che private, attraverso una rete provinciale di servizi per il lavoro. Tra i compiti della Provincia non va dimenticato quello legato all’emersione del lavoro irregolare.Nel corso del 2006 14.145 giovani si sono rivolti ai Centri per l’Impiego della Provincia di Torino. Si tratta di giovani in obbligo formativo e spesso in situazioni di disagio scolastico. L’azione dei CPI è andata nella direzione di prevenire la dispersione scolastica, rafforzare la formazione e recuperare i ragazzi e le ragazze non inseriti in nessun percorso formativo. In particolare, i CPI hanno intensificato i tirocini attivati come strumento per avviare al lavoro i più giovani.

La cultura Le linee di intervento che hanno caratterizzato la politica culturale provinciale hanno compreso diverse attività relative alle arti visive ed espositive, al patrimonio linguistico, alle attività musicali, teatrali, cinematografiche, fotografiche, alla danza con i relativi festival e rassegne; all’educazione permanente. Sullo sfondo rimangono 5 principi cardini:

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Il recupero delle identità locali e la valorizzazione della cultura materiale, che comprende le iniziative quali gli ecomusei ma anche il patrimonio linguistico e le tradizioni presenti sul territorio

La valorizzazione della cultura tecnico-scientifica finalizzata alla divulgazione e comunicazione nel campo scientifico e tecnologico

Coordinamento delle attività dello spettacolo ed espositive e stesura di piani di intervento La partecipazione a gradi eventi e istituzioni culturali torinesi al fine di diffonderli maggiormente in tutto il

territorio Gli interventi di manutenzione sugli edifici di proprietà della Provincia Il recupero e la valorizzazione dei beni e del patrimonio provinciale

La Protezione civileIl territori della provincia è particolarmente esposto a eventi alluvionali e soggetto a fenomeni franosi e di dissesto idrogeologico. Il rischio di esondazione riguarda l’8% della superficie provinciale e il rischio di frana il 5,5%.La superficie urbanizzata che ricade in ambiti di protezione fluviale ammonta complessivamente a 3.800 ha, circa il 7% dell’intera area delle fasce fluviali e la popolazione residente il 4,6% della popolazione totale.Può essere significativo riportare l’elenco delle segnalazioni di danni subiti dai cittadini per valutare l’impatto dei fenomeni alluvionali in un territorio:

100 segnalazioni nel 1981- 668 nel 1993-94- 1050 nel 2000

Infine, il territorio della provincia è particolarmente interessata dal problema dei siti contaminati (282 nel 2006 la maggior parte dei quali concentrati nell’area metropolitana e costantemente in aumento.

IL CONTESTO TERRITORIALE PROVINCIALE DI BIELLA.

Il quadro che emerge da alcune ricerche realizzate nel corso degli ultimi anni, e che analizzano alcuni aspetti del contesto biellese, risulta assai critico per la Provincia di Biella. A fronte di una crisi economica e produttiva, con una forte contrazione del tessile e uno scarso sviluppo del terziario, si profila un preoccupante invecchiamento della popolazione e una ancor troppo bassa scolarizzazione della sua parte attiva.

La popolazione residente in Provincia di Biella nell’ultimo decennio ha subito una costante contrazione, benché vi sia un andamento positivo del saldo migratorio. Si è passati infatti dai 189.234 residente al 31/12/2000 ai 186.938 del 31/12/2006 di cui 45.822 residenti nel capoluogo.I dati disaggregati dimostrano che più del 30% della popolazione residente in Provincia ha più di 60 anni e che l’indice di vecchiaia è pari al 204,6% ovvero che per ogni 100 giovani risiedono più di 200 anziani (popolazione di 65 e più anni).Tuttavia una rilevazione dell’andamento della popolazione tra i 14 e i 18 sempre nel periodo 2000/2006, dimostra come si sia passati dagli 7.543 residenti ai 7.613 del 2006, segnando in questo caso un leggero incremento. Il quadro demografico della Provincia di Biella è dunque caratterizzato da un forte invecchiamento della popolazione e da una popolazione di fascia giovanile che, pur con una leggera ripresa, resta contratta rispetto agli anni ‘90. Nonostante il tasso di disoccupazione risulti significativo a causa della crisi che ha colpito il settore trainante dell’economia biellese, il tessile, la Provincia di Biella rimane ai primi posti in termini di ricchezza pro-capite. Indicatori dell’analisi del contesto territoriale al 31/12/2006

Indicatori dell’analisi del contesto territoriale al 31/12/2006

Descrizione indicatori MisuraSuperficiePopolazione capoluogo (Biella) 46.504Centri abitati > 10.000 abitanti 2Over 60 anni 30%Indice vecchiaia 201,84%Popolazione 186.938Popolazione straniera residente (al 2005) 8.100Esportazione prodotti tessili di eccellenza 1.052,50*

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PIL 5.009*PIL pro-capite 26.654,00Tasso di disoccupazione 15/64 4,8Ospedali 1* valori espressi in milioni di Euro

Indicatori dell’analisi del contesto settoriale al 31/12/2006

Descrizione indicatori MisuraResidenti >14,18< 7.613 (4,1%)Popolazione medie inferiori 4.744Popolazione medie superiori 7.084Scuole medie 16Istituti superiori 9Diplomati (18/64) 25,58%Senza diploma di III Media (18/64) 11,05%Percorsi universitari

IL CONTESTO SETTORIALE

Le dimensioni del volontariato giovanile nelle Organizzazioni di Volontariato.Nella rilevazione FIVOL del 1997, a livello nazionale, la forza giovanile militante nelle associazioni di volontariato ammontava complessivamente al 30% degli effettivi, mentre le unità a prevalente o esclusiva componente giovanile, vale a dire quella compresa tra i 14 e i 29 anni, costituivano il 16,5% delle organizzazioni esaminate (10.516).Nella rilevazione del 2001 le unità a forte presenza giovanile si dimezzano in quanto rappresentano l’8,3% delle OdV esaminate in totale, e tale aliquota scende al 5,8% nel Nord-Est, valori che controbilanciano i dati più positivi del Sud (12,8%) e del Centro (9,2%). Il maggiore rigore nella distinzione tra “volontario continuativo” e “volontario non continuativo”, adottato nella rilevazione del 2001, spiega solo in parte lo scarto statistico tra i due censimenti. Più segnali sembrano indicare che siamo in presenza di una contrazione della partecipazione giovanile nella solidarietà organizzata. Sulla base di una stima ragionevole i giovani attivamente presenti e in modo continuativo nelle organizzazioni di volontariato ammontano a circa 45 mila unità; essi rappresentano poco meno del 10 per cento dei volontari continuativi stimati nel complesso, mentre in generale si ritiene che essi vadano soprattutto a gonfiare la statistica dei volontari occasionali, disponibili a dare del tempo più sporadicamente, ovvero in occasione di eventi significativi e promozionali dell’attività.Le spiegazioni circa questo fenomeno di apparente minor impegno giovanile sono molteplici e tutte plausibili. Si riferiscono in prima istanza alla odierna condizione giovanile caratterizzata da rarefazione e precarizzazione del lavoro con una esperienza di crescente instabilità e flessibilità che si ripercuote su tutta la vita dei giovani. Un’altra ipotesi converge nel segnalare una certa caduta dei valori della solidarietà attiva e diretta in una società a crescente cultura neoliberista; altri propendono per la difficoltà nei rapporti intergenerazionali in una società dove i giovani sono a lungo dipendenti e condizionati dagli adulti. La stessa esperienza giovanile è carente sul piano dell'esercizio della gratuità e dell'impegno sociale per la crisi strisciante e diffusa dei luoghi tradizionali della socializzazione primaria e secondaria (dalla famiglia nucleare, alla scuola, all'oratorio, all'associazionismo tradizionale) che non preparano ai valori della cittadinanza attiva.Ma le spiegazioni possono anche essere trovate dentro il mondo del volontariato, ai problemi interni che riguardano in generale la capacità di disseminare la cultura della solidarietà, come prima funzione del volontariato moderno, di fare reclutamento di nuovi volontari con una specifica strategia, di saper accogliere i volontari in un contesto associativo caldo e motivante, di fornire stimoli formativi, rinforzi valoriali e possibilità di partecipazione dentro l'associazione, di venire incontro alla loro domanda di senso ed espressiva, ma anche socializzante e autoformativa. Nell’ambito piemontese comunque, la recente rilevazione FIVOL del 2006 (pubblicata a cura della Regione Piemonte nel 2007), non sembra segnalare un così chiaro allontanamento dei giovani dall’esperienza nel volontariato organizzato. I giovani risultano presenti nelle 1.314 Organizzazioni di volontariato piemontesi come volontari continuativi nel 46% delle OdV esaminate. Complessivamente su 100 volontari assidui 19 sono in età giovanile. In 1 caso su 10 costituiscono la maggioranza degli attivisti. Nel 2001 quest’ultima percentuale era di cinque punti in meno.

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La situazione del Piemonte è al riguardo intermedia tra il dato più favorevole della partecipazione giovanile riscontrabile a livello nazionale e quello meno del Nord e del Nord-Ovest.Nella provincia di Torino le OdV con una presenza giovanile superiore al 50% dei volontari sono il 10,1% del totale, il 37,5% quelle con una presenza dall’1 al 50% di volontari giovani mentre il 52,4% delle OdV sono prive di giovani. (La provincia di Torino rappresenta quasi la metà dell’universo degli aderenti alle OdV piemontesi – il 47,8%-) Nella provincia di Biella il dato è invece il più basso fra le province piemontesi con un 5,6% di OdV con presenza di più del 50% di giovani, un 24,7% di presenza dall’1 al 50% di giovani volontari e un 69,7% di Organizzazioni prive di presenza giovanile.La rilevazione FIVOL 2006 ci dice che i giovani optano maggiormente per le unità più grandi, semiprofessionalizzate, convenzionate con l’Ente Pubblico in grado di fornire loro anche le risorse economiche per funzionare e gestire servizi, che sono attive nei piccoli comuni.Si conferma la tendenza più recente dei giovani ad aderire alle OdV nate negli ultimi 5 anni, mentre sono piuttosto lontani dalle organizzazioni con un presidente di “lungo corso” nelle quali la difficoltà al ricambio della maggior carica associativa è legata a problemi di scarsa partecipazione e di vitalità interna.I giovani sembrano maggiormente attratti dalle OdV impegnate nei settori della partecipazione civica piuttosto che nel welfare assistenziale. Sono presenti e più numerosi nelle OdV che svolgono differenziate attività, soprattutto quelle di tipo educativo e formativo, ricreative e sportive, nonché di protezione civile, e meno da quelle che operano in campo assistenziale e della promozione della donazione del sangue e degli organi.Per lo più operano in quelle che orientano l’intervento sia a vantaggio di terzi che degli stessi associati, coniugando il “per sé e per gli altri” che è intrinseco e peculiare della motivazione giovanile al volontariato.In generale essi optano maggiormente verso le attività di promozione dell’ “agio” e dove sono inquadrati in ruoli che forniscono loro uno status riconosciuto (istruttore, agente di protezione civile, soccorritore), sottolineato dall’avere una divisa e dal far parte di una squadra con turni di servizio e dove hanno la possibilità di acquisire competenze tecniche magari spendibili poi nel mondo del lavoro.Se fanno parte di OdV che hanno in carico delle utenze essi sono particolarmente orientati all’intervento a beneficio di minori e giovani -per una sorta di soccorso intragenerazionale che si rintraccia anche per gli anziani nelle organizzazioni a prevalente componente anziana- nonché di malati e infortunati (soccorso e protezione civile).Proprio per la scelta di aderire ad un volontariato di servizio con specifiche competenze che rispondono anche alla loro istanza autoformativa, i giovani optano maggiormente per le unità semiprofessionalizzate che sono in genere le più ricche di risorse umane. Essi sono più numerosi nelle organizzazioni di dimensioni medio-grandi per numero di volontari e di altri operatori (compresi i giovani del servizio civile) e per le ore di tempo complessivo donato dai volontari e caratterizzate da un turn over più frequente e spesso a saldo positivo. Anche la maggior dotazione di finanziamenti e la crescita degli stessi nel tempo attesta di una superiore vitalità e dinamicità delle unità a cui i giovani guardano con maggiore interesse.Per ciò che riguarda la presenza di giovani del servizio civile volontario nelle Organizzazioni di Volontariato piemontesi possiamo dire che essi sono pochi e che la provincia con un contesto metropolitano come Torino ne risulta avvantaggiata in quanto rappresenta il 51% di tutti i giovani che lo praticano, mentre una delle percentuali più basse di OdV che aggregano tali giovani si riscontra nella provincia di Biella con il 4,5%.

La situazione demografica giovanile La provincia di Torino e Biella hanno vissuto nel corso degli ultimi anni un netto calo demografico della fascia giovani compresa tra i 15 e i 29 anni d’età; tale calo è ascrivibile al costante decremento delle nascite che caratterizza la nostra provincia come tutte le province del nord-Italia.

Tab.1 - Andamento della popolazione giovanile della Provincia di Torino dal 2000 al 2007

AnniPopolazione

15-19 20-24 25-29 Totale

2000 95.844 120.859 166.909 383.6122001 92.856 112.231 155.475 360.5622002 90.523 106.654 148.144 345.3212003 90.117 104.156 143.354 337.6272004 93.185 104.471 140.242 337.8982005 91.906 101.051 129.586 322.543

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2006 93.250 100.001 127.005 320.2562007 96.225 100.620 125.743 322.588

Fonte: BDDE della Regione Piemonte

Tab.2 - Andamento della popolazione giovanile della Provincia di Biella dal 2000 al 2007

Anni Popolazione15-19 20-24 25-29 Totale

2000 7.785 9.956 13.208 30.9492001 7.542 9.420 12.522 29.4842002 7.289 8.983 12.126 28.3982003 7.324 8.584 11.857 27.7652004 7.184 8.394 11.087 26.6652005 7.257 8.108 10.493 25.8582006 7.406 7.877 9.863 25.1462007 7.722 7.679 9.497 24.898

Fonte: BDDE della Regione Piemonte

Il panorama associativo biellese

Il continuo incremento della complessità sociale e la difficile congiuntura socio-economica hanno di recente ulteriormente accentuato sul territorio del biellese la propensione a riconoscersi in un gruppo, non solo per uscire dal ritualismo della quotidianità e per contrastare le spinte all’autoisolamento, ma per porre in gioco e valorizzare un sentimento di appartenenza. Così sembra sempre più superato lo stereotipo della propensione dei giovani biellesi a rifugiarsi nel proprio ristretto privato di riferimento, luogo comune già in parte invalidato dal precedente studio, ma che, tuttavia, è talmente fissato nella memoria collettiva da sopravvivere come etichetta indebita, al di là dell’evidenza dei fatti. La spinta a ricercare una collocazione in forme aggregative formali appare come un antidoto contro le propensioni individualistiche che presentano, nella cultura post-moderna, un carattere di trasversalità geografica e culturale. Si avverte diffusamente l’esigenza di favorire l’espressione di un sentimento di cittadinanza attiva, che si risolve in forme di partecipazione mirata, ristretta ad entità, in misura diversificata, micro-sociali che permettono l’espressione di un sentimento di appartenenza e rispondono ad un bisogno di rassicurazione, come meccanismo di difesa nei confronti di un sociale più vasto nel quale faticano sempre più a riconoscersi.

Le associazioni censite, alla data del 31dicembre 2006, ben 1.462.La suddivisione nelle diverse categorie sopra specificate, tenendo conto, lo si ribadisce, che vi sono collocazioni in più di una di esse, è così visualizzata facendo riferimento dapprima alla distribuzione numerica, ordinata sulla base del “peso” delle diverse entità, e quindi a quella percentuale:

La collocazione delle associazioni

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Distribuzione percentualeIl panorama associativo è praticamente suddiviso in due grandi aree di interesse: la prima riguarda l’aggregazione motivata in termini di evasione e di socializzazione autoreferenziale (è l’area che raggruppa le categorie del tempo libero, dello sport e delle associazioni d’arma, (’AssociazioneAlpini, in quanto è noto il suo tradizionale impegno sociale); la seconda èrappresentata dalla tipologia che, in misura diversificata e differenziata, costituisce l’area dell’impegno e dell’oblatività nelle sue diverse rappresentazioni.Dall’esame della collocazione territoriale delle diverse associazioni (non considerando le ventiquattro con sede fuori provincia, inserite nella banca dati poiché svolgono la maggior parte delle loro attività nel Biellese) appare evidente la loro grande concentrazione all’interno dell’area occidentale in virtù non solo del fatto che qui risiedono i due terzi dell’intera popolazione biellese, ma perché il capoluogo offre maggiori opportunità in termine di spazi, vi è la presenza della maggior parte delle scuole superiori e dell’università, e, infine, si ha una più vasta diffusione

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della componente di classe sociale media e medio-alta che comporta una più forte propensione alla visibilità e alla partecipazione all’interno di aree di interesse più strutturate.

Il panorama associativo della Provincia di Torino

La rilevazione FIVOL contiene alcune informazioni aggiuntive sui giovani volontari. Essi risultano presenti come volontari continuativi nel 46% delle OdV esaminate. Complessivamente su 100 volontari assidui 19 sono in età giovanile. In 1 caso su 10 costituiscono la maggioranza degli attivisti. Nel 2001 quest’ultima percentuale era di cinque punti in meno (il 5%, Tabb. 31- 32).. Tra le province vi sono alcune differenze significative, con la più ridotta presenza giovanile nelle compagini biellesi (in tre su dieci) e quella più diffusa del verbanese (in sei su dieci). Se la provincia di Novara si avvicina maggiormente a quest’ultima, ‘.alessandrino rivela un tasso di OdV a presenza giovanile di poco migliore di quello biellese.

Tab. 31. Le OdV piemontesi per presenza giovanile, in totale e per provincia; confronto con le altre aree geografiche

Fonte: rilevazione FIVOL 2006 Il recupero di presenza giovanile non è dovuto alle caratteristiche diverse dei campioni del 2001 e del 2006 in quanto si registra anche tra le OdV che hanno partecipato alle due ultime rilevazioni.

Tab. 32. Le OdV a prevalente presenza giovanile nelle ultime due rilevazioni FIVOL; confronto tra le OdV che hanno partecipato ad entrambe

Il dato è presumibilmente anche la conseguenza di un accresciuto impegno promozionale negli ultimi anni delle OdV e, soprattutto, dei Centri di Servizio per il Volontariato all’interno delle scuole, nonché dell’attenzione privilegiata delle OdV piemontesi per le giovani generazioni che costituiscono la categoria di cittadini senza problematiche conclamate di cui esse più si occupano e con un certo scarto rispetto alle OdV delle altre aree geografiche

Tab. 33. Impegno delle OdV a beneficio delle giovani generazioni per epoca di nascita; confronto con le altre aree geografiche

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E tale attenzione è crescente andando dalle OdV di più remota origine a quelle nate all’inizio del 2000. Va da sé che i giovani, i soggetti in formazione, dovrebbero essere i beneficiari diretti e privilegiati dell’azione educativa delle OdV - orientata alla diffusione della cultura della solidarietà e della cittadinanza attiva - perché in prospettivacostituiscono la risorsa più importante non solo per il futuro del volontariato, ma della società.Il profilo delle OdV a elevata presenza di giovani emerge sia dai dati acquisiti dalla Regione Piemonte che da quelli disponibili con la rilevazione 2006 ed è documentato nelle Tabb. 34-35. I dati ricavati da fonte regionale ci permettono di apprezzare che i giovani optano maggiormente per le unità più grandi, semiprofessionalizzate, convenzionate con Pubblico in grado di fornire loro anche le risorse economiche per funzionare e gestire servizi, che sono attive nei piccoli comuni. Le OdV del cuneese e dell’alessandrino risultano quelle maggiormente polarizzate al riguardo a vantaggio delle prime per presenza giovanile.Con i dati della rilevazione FIVOL si potrà poi esaminare anche il trend della partecipazione giovanile alle attività solidaristiche piemontesi.

Tab. 34. Profilo delle OdV a più e meno elevata presenza di giovani

Si conferma la tendenza più recente dei giovani ad aderire alle OdV nate negli ultimi 5 anni e sembrano maggiormente attratti dalle OdV impegnate nei settori della partecipazione civica piuttosto che nel welfare assistenziale. Sono presenti e più numerosi nelle OdV che svolgono differenziate attività, soprattutto quelle di tipo educativo e formativo, ricreative e sportive, nonché di protezione civile, e meno da quelle che operano in campo assistenziale e della promozione della donazione del sangue e degli organi. Per lo più operano in quelle che orientano l’intervento sia a vantaggio di terzi che degli stessi associati coniugando il “per sé e per gli altri” che è intrinseco e peculiare della motivazione giovanile al volontariato. In generale essi optano maggiormente verso le attività di promozione dell’«agio» e dove sono inquadrati in ruoli che forniscono loro uno status riconosciuto (istruttore, agente di protezione civile, soccorritore), sottolineato dall’avere una divisa e dal far parte di una squadra con turni di servizio e dove hanno la possibilità di acquisire competenze tecniche magari spendibili poi nel mondo del lavoro. Se fanno parte di OdV che hanno in carico delle utenze essi sono particolarmente orientati all’intervento a beneficio di minori e giovani - per una sorta di soccorso intragenerazionale che si rintraccia anche per gli anziani nelle organizzazioni a prevalente componente anziana - nonché di malati e infortunati (soccorso e protezione civile). Proprio per la scelta di aderire ad un volontariato di servizio con specifiche competenze che rispondono anche alla loro istanza autoformativa, i giovani optano maggiormente per le unità semiprofessionalizzate che sono in genere le più ricche di risorse umane. Essi sono più numerosi nelle organizzazioni di dimensioni medio-grandi per numero divolontari e di altri operatori (compresi i giovani del servizio civile che talvolta è proprio l’anticamera del volontariato giovanile) e per le ore di tempo complessivo donato dai volontari e caratterizzate da un turn over più frequente e spesso a saldo positivo. Anche la maggior dotazione di finanziamenti e la crescita degli stessi nel tempo attesta di una superiore vitalità e dinamicità delle unità a cui i giovani guardano con maggiore interesse.

INDICATORI RELATIVI AL CONTESTO SETTORIALE

Provincia di TorinoTipologia di figure % OdV in cui

sono presentiN° Persone

% Persone sul totale regionale

N° medio di persone

Persone attive in modo gratuito e continuativo (volontari) 100,0 14.240 50,6 24,8

Di cui giovani 47,6 2.956 55,4 5,1Giovani in servizio civile 6,6 100 51,0 2,6Fonte: Regione Piemonte-Consiglio Regionale del Volontariato “Il volontariato in Piemonte” - 2007

Provincia di Biella

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Tipologia di figure % OdV in cui sono presenti

N° Persone

% Persone sul totale regionale

N° medio di persone

Persone attive in modo gratuito e continuativo (volontari) 100,0 1.786 6,3 20,1

Di cui giovani 30,3 206 3,9 2,3Giovani in servizio civile 3,4 5 4,5 1,7Fonte: Regione Piemonte-Consiglio Regionale del Volontariato “Il volontariato in Piemonte” - 2007

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Organizzazioni della provincia di Torino iscritte nel Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato al 30/09/2008

SETTORI N. ORGANIZZAZIONI % SUL TOTALE

socio-assistenziale 319 33.3%

sanitario 273 28,50%

impegno civile e tutela e promozione dei diritti 58 6,10%

protezione civile 190 19.9%

promozione della cultura, istruzione, educazione permanente 34 3.6%

tutela e valorizzazione del patrimonio storico e artistico 46 4,80%

educazione motoria, promozione attività sportive e tempo libero 7 7%

tutela e valorizzazione dell'ambiente 25 2,60%

organismi di collegamento e coordinamento 5 0,50%

TOTALE 957 100

Organizzazioni della provincia di Biella iscritte nel Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato al 30/09/2008

SETTORI N. ORGANIZZAZIONI % SUL TOTALE

socio-assistenziale 66 43,7%

sanitario 20 13,2%

impegno civile e tutela e promozione dei diritti 14 9,3%

protezione civile 28 18,5%

promozione della cultura, istruzione, educazione permanente 8 5,3%

tutela e valorizzazione del patrimonio storico e artistico 7 4,6%

educazione motoria, promozione attività sportive e tempo libero 5 3,3%

tutela e valorizzazione dell'ambiente 2 1,3%

organismi di collegamento e coordinamento 1 1%TOTALE 151 100

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Indicatori di partecipazione dei giovani alle alle associazioni di volontariato della provincia di Biella

Partecipazione dei giovani ai Bandi di Servizio Civile presentati dalla Provincia di Torino pec conto di 155 Enti aggregati della provincia di Torino e provincia di Biella

Date degli avvii dei volontari

Posti messi a bando

Candidature ricevute

Volontari avviati

Volontari congedati

2 Gennaio 2005 – 1 gennaio 2006

38 84 28 17

2 Ottobre 2006 – 1 ottobre 2007

192 353 142 129

1 Ottobre 2007 – 30 settembre 2008

256 488 204 169

4 Febbraio 2008 – 3 febbraio 2009

64 133 46 Devono terminare il servizio

1 Ottobre 2008 – 30 settembre 2009

234 280 144 Devono terminare il servizio (presenti alla giornata dell’8 ottobre 2008)

Totale 784 1.346 564 315 + coloro che devono terminare il servizio civile

Cittadinanza attiva e Servizio civile volontario.Generalmente la ricerca sociologica nel trattare della partecipazione civica dei giovani poco si occupa del contributo dell’azione volontaria e risultano marginali (al cospetto di altre aree di studio quali la partecipazione politica giovanile ed il terreno elettorale) le analisi della partecipazione giovanile all’associazionismo, a iniziative pro-sociali o a programmi di servizio civile.Prevalgono ricerche valutative di breve respiro, in capo agli stessi enti promotori, dettate da esigenze di rendicontazione procedurale, più che dall’interesse ad approfondire specificità e caratteristiche dell’impegno civile volontario nell’ambito del Servizio Civile Nazionale. I programmi di servizio civile nazionale assumono finalità che vanno dallo strumento di acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro, al canale di partecipazione sociale e di civismo, sino allo strumento di welfare o di costruzione dal basso della comunità locale. Non è nemmeno possibile, con le conoscenze oggi disponibili, stabilire fino a che punto – e a quali condizioni – la partecipazione al servizio civile sia effettivamente correlata con la crescita della partecipazione civica, o con un rafforzamento dal basso della cittadinanza attiva, nelle fila delle giovani generazioni (Hodgkinson, 2004).In altri termini, servirebbero indicazioni empiriche puntuali, come quelle che potrebbero venire dalla verifica delle eventuali “attitudini civiche” distintive dei giovani passati per questa esperienza, a paragone delle loro coorti di riferimento. Data però la difficoltà di realizzare analisi del genere, che richiederebbero fra l’altro progetti di ricerca longitudinali, concentrarsi sulla percezione dei giovani di un territorio circa la correlazione fra impegno civico di cittadinanza attiva e partecipazione ai programmi di servizio civile nazionale, all’interno di un più ampio ambito che è costituito dall’impegno nell’associazionismo e nel volontariato, è un primo passo nella direzione di una conoscenza più adeguata dell’esperienza e per una sua più puntuale promozione.Si tratta di analizzarne non tanto il profilo e l’evoluzione in quanto progetto istituzionale, definito da normative, finanziamenti, strutture amministrative mirate, ma di approfondire un’analisi del servizio civile come fenomeno

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sociale a sé stante: inteso come campo sociale che si costruisce (anche) dal basso, in una composita sommatoria di esperienze di vita individuali e di traiettorie organizzative.

Giovani e volontariato.Il volontariato per un giovane è un’esperienza tra le molte e le possibili con cui costruisce la sua identità, e l’appartenenza ad un’organizzazione è una scelta, reversibile, fatta dal giovane che investe laddove ha maggior ritorno in termini di beni simbolici (esprimere e vivere dei valori, avere delle relazioni, acquisire delle competenze).L’esperienza dei giovani nel volontariato ha quindi anzitutto un valore in sé, caratterizzandosi come scelta etica, di altruismo, di responsabilità e di partecipazione che riconduce a valori di senso. E' inoltre fuori discussione l'importanza che le principali associazioni volontarie, operanti in forma organizzata, rivestono attualmente nella socializzazione dei giovani, accanto alla famiglia, alla scuola e ai gruppi informali. Esse rivestono il ruolo di mezzo esplorativo, per avere cioè molteplici esperienze (sia a carattere strumentale che espressivo) prima di compiere scelte che segnino in modo vincolante, se non irreversibile, la propria biografia; rappresentano così anche l'antidoto ad una chiusura egoistica nel piccolo gruppo (familiare o amicale). Infine, un'esperienza di volontariato costituisce anche un’occasione formativa indiscutibile alla luce delle esigenze attuali del mercato del lavoro. I mutamenti nel mondo delle professioni richiedono oggi persone che siano duttili, che abbiano i requisiti di base, formazione culturale e non solo tecniche, ma anche formazione civile, sociale, mezzi espressivi, capacità di comunicazione. D’altra parte i giovani acquisiscono attraverso il tempo libero e le diverse forme di partecipazione associativa altre forme di competenze che possono essere investite per determinate professioni o lavori (come i servizi alle persone o alle imprese). In altri termini l’esperienza del volontariato in un’organizzazione efficiente consente al giovane di intrecciare o rendere sinergiche diverse competenze tradizionali che possono sortire "invenzioni" di nuovi lavori o anche essere il volano per trovare il lavoro nuovo nelle pieghe delle economie locali. Il volontariato ha ancor più questo ruolo quando riesce a scoprire bisogni e ad individuare soluzioni ai bisogni, quando affianca le diverse generazioni in impegni comuni favorendo lo scambio di competenze, quando fornisce stimoli alla formazione culturale e professionale e alla valorizzazione delle persone e dei beni. In sintesi, il volontariato è una palestra di esercizio di valori etici, un’opportunità per coinvolgere e far partecipare attivamente i giovani ed è anche un’opportunità per orientarli ad un impiego, predisponendo ed incentivando occasioni, idee, percorsi e strutture per nuovi sbocchi professionali.

Analisi dei bisogni

I bisogni della popolazione giovanile sono sicuramente molteplici con il presente progetto di Servizio civile, si è deciso di esplorare quelli relativi alla partecipazione e alle modalità della stessa, nel contesto territoriale delle due province. Relativamente alle esigenze di partecipazione dei giovani, a seguito dell’esperienza degli enti afferenti alle Province di Torino e di Biella e al relativo monitoraggio della stessa a cura di quest’ultime, è possibile affermare che i bisogni di una larga fascia della popolazione giovanile sono i seguenti:

Bisogno di conoscere le realtà attive nel territorio che prestano un servizio alla cittadinanza Bisogno di impegnarsi in realtà pubbliche o private come cittadini, al fine, anche di vedersi riconosciuto un ruolo e delle competenze dal mondo “adulto” Bisogno di “essere al servizio” della propria comunità di appartenenza nell’ambito di azioni di volontariato rivolte alle fasce più deboli della popolazione Bisogno di “essere al servizio” della propria comunità di appartenenza nell’ambito di azioni di volontariato rivolte alla cittadinanza in ambito culturale, ambientale e di protezione civile Bisogno di sperimentarsi in un servizio agli altri riconosciuto a livello di ruoli, immagini, competenze, come ad esempio nell’esperienza annuale del Servizio Civile nazionale

Nonostante la presenza di questi bisogni, esiste una notevole difficoltà a rilevare con precisione le modalità di partecipazione dei giovani alla vita della nazione e dei territori provinciali; sia per la complessità di composizione dell’universo giovanile, sia per i suoi aspetti di “fluidità” tipici della fascia di età di appartenenza. I giovani, infatti, in una società che li sollecita con molte proposte e stimoli, non sempre mantengono una continuità di partecipazione e di impegno e spostano i propri interessi ed azioni in contesti differenti. È possibile però affermare, ad esempio, che l’esperienza del Servizio Civile, ha costituito sino al 2007, almeno per quanto riguarda gli enti della Provincia di Torino e di Biella, un polo catalizzatore della volontà di partecipazione di alcune centinaia di ragazzi e ragazze.

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Nell’anno 2008, invece, si è riscontrato un calo nel numero delle candidature dei giovani, con una conseguente difficoltà a reperire ragazzi e ragazze che desiderassero impegnarsi al servizio degli altri per un anno della loro vita. Nell’ambito di incontri formali ed informali con un ristretto numero di essi è emerso che i giovani vivono con difficoltà riuscire ad impegnarsi per 12 mesi, alcuni sostengono che le necessità economiche li inducono a cercare appena possibile una collocazione lavorativa, altri affermano che è difficile intravedere e riscontrare “testimonianze concrete e reali” di cittadinanza attiva, nel mondo adulto che li circonda.

Al fine di approfondire i bisogni di partecipazione dei giovani ed in particolar modo la loro percezione dell’essere attivi nella comunità territoriale, anche attraverso il Servizio Civile Nazionale, la Provincia di Torino,e la Provincia di Biella, con il coinvolgimento degli Enti Locali e di alcune Associazioni giovanili ed Organizzazioni di Volontariato delle due province, promuovono un progetto di indagine conoscitiva in cui si integrano attività di indagine ed azioni informative riguardo alla partecipazione dei giovani ad esperienze ed iniziative di cittadinanza attiva su temi culturali, educativi, di politiche socio-assistenziali, di pace e cooperazione internazionale, di promozione equo-solidale, di prevenzione dell’illegalità, ambientali e di protezione civile.Il ruolo dei giovani volontari in Servizio Civile sarà quello di affiancare operatori esperti nel raccogliere il pensiero e l’opinione dei giovani, attraverso modalità comunicazionali e relazionali maggiormente consone a quelle che possono utilizzare figure adulte.

7) Obiettivi del progetto:

OBIETTIVI GENERALI

La realizzazione del progetto si pone i seguenti obiettivi generali:

Conoscere il pensiero dei giovani e stimolarne la riflessione sulla partecipazione alla cittadinanza attivaPromuovere la qualità e lo sviluppo delle politiche giovanili attraverso la diffusione del volontariatoDiffondere fra i volontari un atteggiamento orientato alla cittadinanza attivaDiffondere buone prassi per la promozione efficace del volontariato e del servizio civile fra i giovani

OBIETTIVI SPECIFICI RELATIVI ALLO SVILUPPO DI POLITICHE GIOVANILI

1. Obiettivo: area AZIONI DI’INDAGINE DECENTRATE SUL TERRITORIO2. Obiettivo: area AZIONI INFORMATIVE DECENTRATE SUL TERRITORIO

Per quanto riguarda la realizzazione di AZIONI D’INDAGINE DECENTRATE SUL TERRITORIO, il coinvolgimento del volontario consentirà di realizzare un numero maggiore di iniziative e incrementare i contatti sia con gli Enti e le Associazioni operanti nel settore, sia col bacino d’utenza rappresentato dai cittadini.I volontari opereranno come supporto logistico e organizzativo nella realizzazione di convegni, seminari, incontri di formazione in tema di partecipazione, cittadinanza attiva e servizio civile, svolgendo attività a questo finalizzate e contribuiranno all’incremento dei contatti con Comuni, Enti e Associazioni del settore. Il Servizio Politiche Giovanili della Provincia di Torino e della Provincia di Biella e si occuperanno di fornire ai giovani una serie di informazioni e strumenti utili a valorizzare fermenti di cittadinanza attiva e a diffondere una cultura civica tra i cittadini che favorisca la partecipazione alla vita pubblica.

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Area azioni di indagine decentrate sul territorio

Obiettivi specifici

Indicatore di riferimento Miglioramento atteso

Incrementare il numero di contatti con gli enti territoriali volte all’analisi della partecipazione giovanile

Numero dei contatti con gli enti territoriali finalizzati all’analisi della partecipazione giovanile

+30%

Organizzazione di convegni e seminari relativi alla partecipazione della popolazione giovanile

Incremento del numero di convegni e seminari organizzati in materia di partecipazione giovanile

+ 35%

Organizzazione di incontri formativi in materia di partecipazione giovanile

Miglioramento della qualità degli incontri formativi alla luce dell’esperienza giovanile

+ 40%

Per quanto riguarda la realizzazione di AZIONI INFORMATIVE DECENTRATE SUL TERRITORIO, il coinvolgimento del volontario consentirà una maggiore attenzione nella ricerca di fonti di informazione e reti tematiche già esistenti.Per quanto riguarda il contributo offerto dai volontari nei servizi: si desidera intensificare l’attività di predisposizione del materiale informativo da divulgare, nonché ricerca di forme alternative di pubblicizzazione dello stesso.

I volontari coinvolti in questo servizio parteciperanno al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

apertura di momenti di confronto, analisi e promozione di progetti giovanili sviluppo dell’interattività (forum, sondaggi) del sito web della Provincia dedicato ai giovani e alla partecipazione;Promozione del Tavolo provinciale per le politiche giovanili;Sviluppare attività di indagine sui territori provinciali, informando al contempo la popolazione giovanile circa le attuali possibilità esistenti di partecipazione

Area azioni informativer decentrate sul territorio

Obiettivi specifici

Indicatore di riferimento Miglioramento atteso

Analisi della promozione di progetti giovanili

Incremento di momenti di confronto, analisi e promozione di progetti giovanili

+40%

Sviluppo dell’interattività del forum del sito web della Provincia di Torino

Miglioramento della qualità e della partecipazione della popolazione giovanile all’interscambio comunicazionale con le istituzioni

+ 40%

Sviluppare attività di indagine sui territori provinciali, informando al contempo la popolazione giovanile circa le attuali possibilità esistenti di partecipazione

Numero di incontri di indagine conoscitiva (focus group) attivati sul territorio

+ 50%

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OBIETTIVI SPECIFICI TRASVERSALI RIVOLTI AI VOLONTARI

Gli obiettivi qui descritti saranno perseguiti attraverso il ruolo e le attività svolte dai volontari (vedi 8.4) ed attraverso la partecipazione alla formazione generale ed alla formazione specifica.

La presenza del volontario rappresenta per l’Ente una risorsa e nello stesso tempo è anche il beneficiario del progetto di volontariato in quanto il medesimo consente di:

acquisire meta-competenze individuali quali: autoefficacia, autostima, flessibilità, presa di coscienza e senso di responsabilità, problem solving, di lavoro per obiettivi, in gruppo, per la collettività, ecc.conoscere la realtà locale, quale mediatore tra i bisogni / richiesta dell’utenza e le modalità di intervento dell’Ente acquisire la consapevolezza della “dimensione sociale”, cioè del ruolo che il volontario può rivestire sul e nel territorio, quale attore socialesviluppare relazioni positive con i soggetti dell’Ente e con l’utenza

Obiettivi specifici

Indicatore di riferimento Miglioramento atteso

Acquisire meta-competenze individuali quali: autoefficacia, autostima, flessibilità, presa di coscienza e senso di responsabilità, problem solving, di lavoro per obiettivi, in gruppo, per la collettività, ecc.

Miglioramento delle competenze trasversali necessarie all’inserimento in un contesto professionale

+50%

Conoscere la realtà locale, quale mediatore tra i bisogni / richiesta dell’utenza e le modalità di intervento dell’Ente

Incremento delle conoscenze teoriche in materia

+ 90%

Acquisire la consapevolezza della “dimensione sociale”, cioè del ruolo che il volontario può rivestire sul e nel territorio, quale attore sociale

Miglioramento delle capacità relative al “saper fare” e “saper essere” del volontario

+ 90%

Sviluppare relazioni positive con i soggetti dell’Ente e con l’utenza

Incremento delle capacità relazionali e operative dei volontari

+ 90%

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile:

Il complesso delle azioni progettuali, qui di seguito descritte, favoriscono:

Il potenziamento delle politiche di pari opportunità, la riduzione dell’esclusione socialel’accesso all’informazionel’aumento della partecipazione attiva e diretta

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8.1 Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi

Il ruolo previsto per i volontari sarà di supporto ai progetti e alle attività dei servizi dei due enti compresi nel progetto e si estrinsecherà in:

attività di organizzazione di focus –group, incontri ed eventi,raccolta documentazione per definizione delle analisi,inserimento dati sia per il sito internet che per la definizione di database specifici, la diffusione delle conoscenze riguardo le modalità e le forme di partecipazione oltre a favorire lo sviluppo di nuove forme di politiche attive e positive tra i giovani, può suscitare in loro la riflessione intorno ai temi di cittadinanza, di partecipazione e di cultura civica.

OBIETTIVO SPECIFICO MISURA DEL MIGLIORAMENTO Indagare le modalità di partecipazione dei giovani alla cittadinanza attiva nella realtà dell’Ente pubblico e Privato

o realizzazione delle ricerche sul campoo formazione specifica alla ricerca: giornate di formazione specifica tenute da personale del Centro Studi (di seguito CS) e dal personale delle due Province competente sui processi di ricerca

Indagare quanto il messaggio della partecipazione al volontariato è percepito dai giovani come cittadinanza attiva

Definire la metodologia della ricerca e stabilire un linguaggio comune

Coinvolgere giovani selezionati a partire da differenti associazioni/enti afferenti ai Settori Assistenza, Cultura ed Educazione, Ambiente e Protezione civile e Servizio civile all’estero per una descrizione delle loro esperienze e motivazioni, realizzando tre focus per ciascun settore al fine di avere un numero sufficiente di interlocutori

Introdurre nei processi di erogazione dei servizi forme d’innovazione e creatività

Inserire elementi innovativi nei servizi resi alla cittadinanza impiegando una risorsa umana che, per le sue caratteristiche (giovane età,alto livello di formazione, forte motivazione etica e ideale), potrà introdurre elementi di creatività e originalità.

DIFFONDERE FRA I VOLONTARI UN ATTEGGIAMENTO DICITTADINANZA ATTIVA

Maggiore informazione di educazione alla cittadinanza attiva, alla solidarietà e al volontariato

Il Responsabile di progetto, l’OLP e i formatori avranno la funzione di accogliere il volontario, avviarlo, affiancarlo e farsi affiancare per fargli conoscere, apprendere, sperimentarsi e nello stesso tempo promuovere e qualificare i servizi, attraverso le seguenti attività:

1° fase: un mese

Accoglienza e inserimento nella sede di progetto - Avvio della formazione specifica

conoscenza degli operatori dell’ente con cui collaboreranno e presentazione della realtà in cui opereranno incontri con l’OLP sugli obiettivi specifici del progetto, delle singole attività, degli orari, dei diritti e dei doveri dei Volontari avvio della formazione specifica: approccio alle norme legislative e regolamentari di ambito e alle metodologie operative, documentazione relativa graduale inserimento dei volontari nell’ambito operativo, in qualità di osservatori e uditori, in affiancamento al personale di riferimento

Avvio formazione generale

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I volontari parteciperanno ad un incontro di benvenuto a cura dell’Ufficio Giovani e Servizio Civile della Provincia di Torino durante il quale riceveranno informazioni relative all’esperienza di Servizio Civile e al percorso di formazione generale e al tutoraggio.

2° fase: un mese

Avvio al servizio civile

momenti di riflessione per la stesura del Patto di servizio, strumento attraverso il quale saranno indicate in dettaglio, nell’ambito degli obiettivi specifici del progetto, le singole attività, mansioni, orario, calendario e quant’altro ritenuto necessario ai fini della verifica del servizio svolto;accompagnamento nella conoscenza dei principali steps di organizzazione del lavoro, tenendo conto della formazione del volontario, eventuali progetti e obiettivi dello stesso, esigenze dell’equipe di servizio, obiettivi progettuali generali e specifici;momenti di incontri con l’OLP e con i referenti dei singoli servizi, al fine di sostenere e stimolare l’operato del volontario;trasferimento delle necessarie informazioni per l’operatività del progetto;avviamento all’utilizzo degli strumenti di lavoro, affinché il volontario possa ricoprire al meglio il proprio ruolo all’interno dei servizi di progetto.

Formazione specifica, prosecuzione del percorso formativo Questa può essere definita nelle seguenti fasi:

formazione specifica all’attuazione di un indagine conoscitiva

due giornate di formazione specifica tenute dal personale delle due Province competente sui processi di ricerca. presentazione ai ragazzi di alcuni concetti fondamentali inerenti la metodologia della ricerca (già finalizzati al processo che si proporrà loro) e di stabilire un linguaggio comune.

Articolazione dei moduli:

ricerca: principali approcci (ricerca empirica come processo di rintracciamento di risposte a domande; quantitativo e qualitativo: quali obiettivi permettono di raggiungere; i principali metodi e le loro caratteristiche…);identificazione dell’oggetto della specifica ricerca in cui verranno coinvolti in servizio civile: le motivazioni al servizio civile, i settori più “ambiti” e le ragioni, il senso del fare volontariato per i giovani oggi, le criticità e le esperienze. Negoziazione tra proposte tematiche formulate dagli enti e interessi/stimoli offerti dai giovani volontari;avvio della costruzione del progetto specifico di ricerca con i partecipanti e accordo sulle prime linee operative (chi coinvolgere, come, in che tempi, con quale tipo di contatti, per quale durata, quali forma di restituzione, ecc.);identificazione delle specifiche aree tematiche su cui verterà lo strumento di ricerca;

Formazione generale I volontari verranno inseriti nei gruppi formativi e parteciperanno alla formazione generale per la durata di 42 ore suddivisa in 7 giornate formative secondo il programma articolato nel punto 34 della scheda.L’attività formativa ha la finalità di introdurre i volontari ai principi e alla conoscenza del sistema servizio civile e ad orientarli a vivere l’esperienza del servizio in un’ottica di cittadinanza attiva.

Avvio tutoraggio I volontari inizieranno a conoscere il Tutor figura di riferimento del percorso formativo e facilitatore del loro ingresso nelle strutture dell’ente partner.

3° fase: nove mesi

Svolgimento attività di progetto - Formazione specifica,fase conclusiva

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realizzazione della ricerca sul campo:

definizione dello strumento – composizione della traccia con i ragazzi – Lo strumento di ricerca identificato in una tecnica di gruppo quale il focus group destinata alla discussione critica di due temi fondamentali (primo, la motivazione al servizio civile e la scelta dei settori di servizio e, secondo, quale rapporto tra giovani e attività di volontariato oggi).

Nello specifico, il volontario si occuperà concretamente di

1)-ricerca secondo i modelli definiti in fase di formazione caratterizzati dalle seguenti fasi identificazione dell’oggetto della specifica ricerca in cui verranno coinvolti in servizio civile: le motivazioni al servizio civile, i settori più “ambiti” e le ragioni, il senso del fare volontariato per i giovani oggi, le criticità e le esperienze. Questa parte del lavoro è intesa come negoziazione tra proposte tematiche formulate dagli enti e interessi/stimoli offerti dai giovani volontari; avvio della costruzione del progetto specifico di ricerca con i partecipanti e accordo sulle prime linee operative (chi coinvolgere, come, in che tempi, con quale tipo di contatti, per quale durata, quali forma di restituzione, ecc.); identificazione delle specifiche aree tematiche su cui verterà lo strumento di ricerca;2)-realizzazione della ricerca sul campo: definizione dello strumento – composizione della traccia con i ragazzi – e simulazione 3)- Focus-group finalizzati alla creazione di gruppi di lavoro per sviluppare nuove forme di comunicazione efficace per il

volontariato

Formazione generale e conclusione.I volontari continueranno la formazione generale per il completamento del percorso formativo secondo il programma come articolato nel punto 34 della scheda.

Tutoraggio in itinereDurante la terza fase del progetto i volontari incontreranno il loro Tutor di riferimento come da sistema accreditato.

Attività di MonitoraggioVerranno attivate le azioni di monitoraggio del progetto e dell’attività formativa come da sistema accreditato. Tale attività coinvolgerà sia gli operatori locali di progetto che i volontari, al fine di rilevare e rielaborare in itinere l’andamento del percorso progettuale.

4° fase: Conclusione del Servizio Civile : un mese

Elaborazione dell’esperienza, sia per l’Ente che per il volontario, mediante anche documentazione della medesima, in collaborazione tra OLP e Tutor. In fase conclusiva del servizio si procederà alla verifica delle attività svolte, con redazione di relazione finale e di valutazione dell’esperienza acquisita, con l’aiuto e la collaborazione dell’OLP e del Tutor. Sarà rilevato anche il vissuto del volontario (esperienze, difficoltà, proposte) e sarà tenuto in considerazione nella realizzazione del “Quaderno di Servizio”, con l’obiettivo di presentare ai giovani ed al territorio l’esperienza fatta ed i risultati conseguiti con lo svolgimento del progetto. Realizzazione di un momento pubblico di riconoscimento dell’operato dei volontari in Servizio Civile, nell’ambito di una manifestazione significativa

8.2 Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazione.

Attività per muovere i giovani nei confronti del mondo del volontariatoFocus-group finalizzati alla creazione di gruppi di lavoro per sviluppare nuove forme di comunicazione efficace per il volontariato

Attività di supporto e consulenza della Provincia di TorinoSeminari formativi sulla progettazione rivolti agli Enti partner e realizzati nei singoli territori di riferimento.Durante gli incontri verrà presentato e distribuito il materiale di supporto alla progettazione, realizzato e costantemente aggiornato dalla Provincia di Torino a partire dall’esperienza fin ora acquisita.

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Al termine dei seminari sono previsti incontri individualizzati con il referente della progettazione degli enti partner, al fine di rendere efficace, in relazione ai bisogni emersi, la singola progettazione esecutiva.

ATTIVITA’ PREPARATORIE

analisi delle situazioni di bisogno emersi (nei tavoli di lavoro piano di zona, report, richieste utenza ecc.)riunioni con altri Enti, organismi, sodalizi ecc.progettazione degli interventi e definizione delle singole azioni: metodologia, tempi, obiettivi di breve e medio periodo, vincoli strutturali e temporali, risorseanalisi dei risultatimomenti di verifica congruità metodologia e risorse utilizzabiliatti amministrativi

ATTIVITA’ UTILI PER LA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI DEL PROGETTO

Attività elencate nelle fasi sopra e dettagliare le azioni concrete

ATTIVITA’ AZIONIAccoglienza e inserimento nella sede di progetto conoscenza degli operatori dell’ente con cui

collaboreranno e presentazione della realtà in cui opereranno incontri con l’OLP sugli obiettivi specifici del progetto, delle singole attività, degli orari, dei diritti e dei doveri dei Volontari graduale inserimento dei volontari nell’ambito operativo, in qualità di osservatori e uditori, in affiancamento al personale di riferimento

Avvio della formazione specifica approccio alle norme legislative e regolamentari di ambito e alle metodologie operative, documentazione relativa

Avvio operativo al servizio civile stesura concordata del patto di servizio, strumento attraverso il quale saranno indicate in dettaglio, nell’ambito degli obiettivi specifici del progetto, le singole attività, mansioni, orario, calendario e quant’altro ritenuto necessario ai fini della verifica del servizio svolto

Formazione specifica - prosecuzione accompagnamento nella conoscenza dei principali steps di organizzazione del lavoro, tenendo conto della formazione del volontario, eventuali progetti e obiettivi dello stesso, esigenze dell’equipe di servizio, obiettivi progettuali generali e specificiincontri con l’OLP e con i formatori, al fine di sostenere e stimolare l’operato del volontariotrasferimento delle necessarie informazioni per l’operatività del progettoavviamento all’utilizzo degli strumenti di lavoroacquisizione degli elementi di base di funzionamento del servizio

ricerca presso le organizzazioni e gli Enti proponenti:

ricerca presso enti e organizzazioni di vario tipo pubblici e privati dei due territori provinciali di Torino e Biella

Realizzare focus group, a seconda delle numerosità dei volontari presenti nelle organizzazioni medesime al momento di avvio della ricerca

contatto con le organizzazioni che li ospitano.rilevazione dati 1) sperimentare la conduzione del primo focus con un OLP1 rivestendo i panni degli osservatori

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AZIONI INFORMATIVE DECENTRATE SUL TERRITORIO

2) coinvolti direttamente come conduttori- valutazione periodica dello stato di avanzamento rispetto agli obiettivi prefissati, inserendo eventuali modifiche operative e/o strumentali utili al perseguimento dei risultati attesi.3) raccolta delle impressioni relative alla conduzione dei focus e si sistematizzano delle osservazioni;4) sbobinatura dei focus group.Tutto preceduto da una formazione su come realizzare la sbobinatura e la trascrizione dei focus stessi5) analisi dei datiI volontari vengono formati all’analisi del contenuto sui materiali da loro stessi raccolti.Discussione dei primi dati emergenti con gli OLPFormazione/discussione della possibile forma della restituzione finale (come comporre le parti di un rapporto: la sezione descrittiva del metodo e dell’insieme di casi; l’area descrittiva dei risultati; l’interpretazione e la conclusione6) composizione del rapportoi volontari, seguiti da ciascun OLP, potranno procedere alla stesura di un documento unico sulla ricerca, dividendosi i compiti di scrittura.

Contributo alla realizzazione di seminari e convegni decentrati sul territorio

Formazione specifica - conclusione Redazione materialeRaccolta feedback dei volontari

Monitoraggio e momenti di verifica in itinere Sia rispetto agli obiettivi prefissati che all’operato dei volontari, mediante report, questionari, colloqui

Elaborazione dell’esperienza redazione di relazione finale e di valutazione dell’esperienza acquisita, con l’aiuto e la collaborazione dell’OLP e del Tutorrealizzazione del “Quaderno di Servizio”realizzazione il documento finale in una pagina agile da collocare sui siti delle organizzazioni coinvolte, in modo da lasciare traccia del proprio lavoro ai diversi pubblici che prendono contatto con i tre enti.Predisposizione di una manifestazione pubblica significativa

Attività di formazione, monitoraggio e tutoraggio consulenza della Provincia di Torino

Realizzazione degli incontri formativi come previsto nel paragrafo formazione generale dei volontari (punti da 30 a 35).Realizzazione delle attività di monitoraggio come previsto da sistema accreditato

Realizzazione della attività di tutoraggio come previsto da sistema accreditato

8.3 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente

TIPOLOGIA (dipendente o RUOLO IN MERITO ALLE ATTIVITA’ N.

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volontari oltre al SCN)Dipendente dell’ente Provincia di Biella

OLP con funzioni di accompagnamento, sostegno nelle attività di servizio

1

Dipendente in convenzione cooperativa dell’ente Provincia di Torino

OLP con funzioni di accompagnamento, sostegno nelle attività di servizio

1

Responsabile di settore e di progetto dipendente provincia di Torino

Funzioni di coordinamento, supervisione, 1

Volontari Prov BiellaProv.Torino,

sostegno nelle attività di servizio 5

8.4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto.

Nel corso dell’anno di servizio civile a ciascun volontario, impiegato nella propria sede di servizio, saranno assegnate delle precise attività da svolgere in relazione al proprio progetto e agli obiettivi da raggiungere indicati nel progetto.Riportiamo di seguito la descrizione del ruolo e delle attività assegnate ai volontari sia nell’ambito locale che in quello provinciale.

AREA AZIONI DI INDAGINE DECENTRATE SUL TERRITORIO

Supporto all’attività di indagine e ricerca

L’impegno richiesto in questo tipo di intervento è l’affiancamento alle operazioni di ricerca, selezione e rielaborazione dei materiali informativi (informatizzati e cartacei). Sono quindi previste una serie di attività che è possibile riassumere in:

attività di affiancamento alle operazione di ricerca delle fonti informativeattività di selezione, rielaborazione, ricerca e aggiornamento dei materiali informativi (informatizzati e cartacei).attività di cura e redazione dei report

Queste attività sviluppano nel giovane volontario la capacità di analisi e valutazione delle informazioni, in stretto contatto con le richieste che emergono dall’utenza e con l’organizzazione informativa del sistema.Il volontario potrà inoltre, attraverso l’attività di ricerca, individuare e proporre nuove fonti e nuovi materiali meglio rispondenti alle esigenze dell’utenza.L’attività è coordinata e gestita dall’Operatore Locale di Progetto e dai collaboratori presenti nelle tre sedi di realizzazione.

AREA AZIONI INFORMATIVER DECENTRATE SUL TERRITORIO

Realizzazione di azioni informative decentrate sul territorio.Il volontario impegnato in questo tipo di attività affiancherà gli operatori nella realizzazione di stand informativi e/o incontri informativi all’esterno delle sedi di realizzazione del progetto. Questo comporta il coinvolgimento con associazioni, agenzie educative (scuole, centri di aggregazione...), gruppi informali giovanili.Una volta identificati i temi e le modalità, il volontario si occuperà di selezionare i materiali adatti al momento informativo , in coordinamento con l’operatore del servizio.Particolare attenzione verrà posta alla produzione di materiali promozionali dell’iniziativa (locandine e volantini) e alla diffusione degli stessi sul territorio e sui mezzi di stampa. il numero degli incontri verrà definito a partire dalle condizioni specifiche del servizio nel territorio e dalla volontà dell’ente gestore di promuovere azioni di questa natura.Accanto a questa attività si procederà all’impostazione e realizzazione di:

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campagne di comunicazione di servizio sociale e istituzionale destinate a target giovanili, con un’analisi ex-post dell’efficacia.

Il volontario acquisirà così competenze in merito alla progettazione in rete, alla promozione di iniziative sul territorio, alla relazione con i mass media e alla produzione di materiali informativi rielaborati.Complessivamente il volontario si occuperà di:

attività di contatto con il territorioattività di gestione standattività di campagne di comunicazione

Tali attività saranno coordinate dagli operatori locali di progetto.Il dettaglio riguardante la situazione all’interno dell’Ufficio Servizio civile della Provincia di Torino della Provincia di Biella e la ripartizione percentuale del carico di lavoro dei volontari e la descrizione del ruolo e dell’attività prevista è riportata nella tabella seguente.

formazione specifica alla ricerca Partecipazione a due giornate di formazione specifica tenute da dal personale delle due Province competente sui processi di ricercapresentazione di alcuni concetti fondamentali inerenti la metodologia della ricerca (già finalizzati al processo che si proporrà loro) e stabilire un linguaggio comune.

ricerca: Apprendimento de principali approcci (ricerca empirica come processo di rintracciamento di risposte a domande; quantitativo e qualitativo: quali obiettivi permettono di raggiungere; i principali metodi e le loro caratteristiche…);

identificazione dell’oggetto della specifica ricerca in cui verranno coinvolti in servizio civile

le motivazioni al volontariato, i settori più “ambiti” e le ragioni, il senso del fare volontariato per i giovani oggi, le criticità e le esperienze. Questa parte del lavoro potrebbe essere intesa come negoziazione tra proposte tematiche formulate dagli enti e interessi/stimoli offerti dai giovani volontari;

avvio della costruzione del progetto specifico di ricerca con i partecipanti e accordo sulle prime linee operative

definizione delle strategie di coinvolgimento, come, in che tempi, con quale tipo di contatti, per quale durata, quali forma di restituzione, ecc.);identificazione delle specifiche aree tematiche su cui verterà lo strumento di ricerca;

realizzazione della ricerca sul campo:

composizione della traccia con i ragazzi – e simulazione (una giornata). Focus group destinato alla discussione critica di due temi fondamentali (primo, la motivazione al servizio civile e la scelta dei settori di servizio e, secondo, quale rapporto tra giovani e attività di volontariato oggi)

rilevazione dati Approcci alla la conduzione del primo focus con un OLP rivestendo i panni degli osservatoriraccolta delle impressioni relative alla conduzione dei focus e si sistematizzazione delle osservazioni; nella seconda parte si procederà a dare indicazioni su come realizzare la sbobinatura e la trascrizione dei focus stessi

analisi dei dati Partecipazione alla giornata di laboratorio unico in cui tutti i volontari vengono formati all’analisi del contenuto sui materiali da loro stessi raccolti.Una parte della giornata potrà essere dedicata alla formazione/discussione della possibile forma della restituzione finale (come comporre le parti di un rapporto: la sezione descrittiva del metodo e dell’insieme di casi; l’area descrittiva dei risultati; l’interpretazione e la conclusione)

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composizione del rapporto stesura di un documento unico sulla ricerca, dividendosi i compiti di scrittura.

predisposizione di materiali di restituzione per il pubblico

Predisposizione del documento finale in una pagina agile da collocare sui siti delle organizzazioni coinvolte, in modo da lasciare traccia del proprio lavoro ai diversi pubblici che prendono contatto con le tre organizzazioni.

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

5

10) Numero posti con vitto e alloggio:

011) Numero posti senza vitto e alloggio:

0

12) Numero posti con solo vitto:

5 - Buoni pasto

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

1400 (con minimo 12 ore settimanali)

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

5

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

Flessibilità oraria, con disponibilità ad effettuare servizio in orari serali e pre – serali/sabato/festivi.Indossare badge identificativo nei momenti di servizio con l’utenza.All’occorrenza disponibilità a spostamenti sul territorio, con mezzi in dotazione per adempimenti e commissioni inerenti le attività in progetto.Disponibilità a missioni, corsi di formazione, convegni.

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CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE

16) Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto:

N.Sede di attuazione del progetto

Comune Indirizzo Cod. ident. sede

N. vol. per sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto

Cognome e nome Data di nascita C.F.

1Provincia di BiellaUfficio politiche giovanili

Biella Via Quintino Sella, 12 68762 3 Comuniello Cinzia 3/06/1969 CMNCNZ69H43C933N

2Provincia di TorinoUfficio Giovani

Torino Corso Lanza 75 11813 2 Zanna Roberto 07/01/1968 ZNNRRT68A07A479W

17) Altre figure impiegate nel Progetto:

N.Sede di attuazione del progetto

Comune IndirizzoCod. ident. sede

N. vol. per sede

TUTOR RESP. LOCALI ENTE ACC.

Cognome e nome

Data di nascita C.F. Cognome

e nomeData di nascita C.F.

1Provincia di BiellaUfficio politiche giovanili

Biella Via Quintino Sella, 12 68762 3 Mainardi

Gigliana01/01/1964

MNRGLN64A41E379V

Tosco Silvia

18/01/1968 TSCSLV68A58L219K

2Provincia di TorinoUfficio Giovani

Torino Corso Lanza 75 11813 2 Liberti

Tiziano08/01/1962 LBRTZN62A08L219N Vinassa

Laura10/10/1951 VNSLRA51R50L219Q

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18) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

A livello provinciale

La Provincia di Torino, in collaborazione con gli enti partner, attraverso gli incontri seminariali per la progettazione e le attività di promozione, persegue anche la finalità di diffondere i principi e i valori del Servizio Civile nei singoli territori.Tutte le azioni di promozione verranno concertate e realizzate in collaborazione con: l’Ufficio Giovani, gli Enti partner, i Centri per l’impiego, i Circondari, i Centri Zona della Provincia di Alessandria, le associazioni giovanili del territorio, la Cooperativa Animazione Valdocco.Verranno attivate le seguenti attività di promozione:Incontri sul territorio organizzati in collaborazione con i Centri per l’Impiego e gli InformagiovaniAperitivi Informativi presso le strutture territoriali e in collaborazione con i Centri Giovani, gli Informagiovani e gli Enti Partner

Strumenti e Media:Sito web della Provincia di Torino;conterrà una scheda sintetica del progetto con le modalità per la partecipazione e gli allegati da compilare per i candidati.

Oggi in Provincia: agenzia stampa on line, che viene pubblicata sul sito web e inviata a testate locali, tv e radio del territorio

Cronache da Palazzo Cisterna che informa sulle iniziative della Provincia ed arriva ai 315 sindaci dei Comuni della Provincia di Torino Provincia Informa, pubblicazione bimestrale con una distribuzione cartacea di circa 1200 copie TuttoProvincia su 15 periodici locali (pagina mensile della Provincia di Torino) con notizie su provvedimenti e iniziative;

Manifesti e brochure informativePubblicazione delle schede sintetiche dei progetti e invio agli Università, Informagiovani, Infopoint Europa, 5 Circondari della Provincia di Torino, 15 Centri per l'impiego, URP, locali del circuito Cybercafè (i Cybercafè sono locali di ritrovo promossi dalla Provincia, decentrati sul territorio provinciale e gestiti congiuntamente da Enti locali - gruppi di giovani).

CardRealizzazione di card informative in collaborazione con l’Ufficio Giovani della Provincia e la Cooperativa Animazione Valdocco

Per un totale di 50 ore

Per la provincia di Biella- Pubblicazione dell’avvio della ricerca di volontari sul sito internet delle Provincia di Biella- Pubblicazione sui flussi RSS (Really Simple Syndacation) della Provincia di Biella- Pubblicazione sulla intranet della Provincia di Biella- Pubblicazione sulla newsletter settimanale della Provincia di Biella (PB Notizie)- Articoli sui giornali locali tramite l’ufficio Stampa dell’ente (almeno due/tre comunicati sulle 4 testate locali – La

Nuova Provincia di Biella, L’Eco di Biella, Il Biellese, La Stampa- Comunicato/passaggio televisioni e radio locali - Affissione all’albo pretorio Provinciale- Ideazione, predisposizione e diffusione di volantini e manifesti

Ore: 18 ore

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A livello sovratteritorriale:Contatti e attività di informazione presso l’ Università di Torino – Facoltà di Scienze dell’Educazione COREP (Consorzio per la ricerca e la formazione permanente) Citta’ Studi – Corso di Laurea in Scienze Sociali

Ore 16

Totale ore generali 84

19) Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari: Si fa riferimento al Sistema di Selezione accreditato presso gli uffici regionali con Determinazione n. 270/DA1900 del 8 agosto 2008

20) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): Si Si fa riferimento al Sistema di Selezione accreditato presso gli uffici regionali con Determinazione n. 270/DA1900 del 8 agosto 2008

21) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto: Si fa riferimento al Sistema di Monitoraggio accreditato presso gli uffici regionali con Determinazione n. 270/DA1900 del 8 agosto 2008

22) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

Si Si fa riferimento al Sistema di Monitoraggio accreditato presso gli uffici regionali con Determinazione n. 270/DA1900 del 8 agosto 2008

23) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

Requisiti obbligatori: Scuola media superiore

Requisiti preferenziali:

- patente auto tipo B - Frequenza di Corsi di Laurea della Facoltà di Scienze della Formazione- buona conoscenza informatica di base in ambiente windows e degli strumenti microsoft word excel, office, access, power point, internet explorer- patente europea computer- propensione ai rapporti interpersonali- capacità di lavorare in gruppo- autonomia organizzativa e gestionale

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24) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: A livello provinciale

Dettaglio Costo a volontario Provincia di Torino Pubblicazione su Sito web della Provincia di Torino;

Pubblicazione su Oggi in Provincia: agenzia stampa on line

Pubblicazione su Cronache da Palazzo Cisterna che informa sulle iniziative della Provincia ed arriva ai 315 sindaci dei Comuni della Provincia di Torino

Articoli e documenti su Provincia Informa, pubblicazione bimestrale con una distribuzione cartacea di circa 1200 copie

Pubblicazione su TuttoProvincia su 15 periodici locali (pagina mensile della Provincia di Torino) con notizie su provvedimenti e iniziative;

Realizzazione di Manifesti e brochure informative

Pubblicazione delle schede sintetiche dei progetti e invio agli Università, Informagiovani, Infopoint Europa, 5 Circondari della Provincia di Torino, 15 Centri per l'impiego, URP, locali del circuito Cybercafè (i Cybercafè sono locali di ritrovo promossi dalla Provincia, decentrati sul territorio provinciale e gestiti congiuntamente da Enti locali - gruppi di giovani). Studio e realizzazione e distribuzione del materiale

600,00

DETTAGLIOProv di To e Prov. Di BI IMPORTO IN €

Vitto decurtato del rimborso UNSC € 4.600,00

Attività di promozione € 3.700,00

Materiale didattico formazione specifica € 2.500,00Rimborso viaggi ai volontari per motivi di servizio o formazione € 1.500,00

Totale €. 12.300,00Totale generale €. 15.300,00Totale generale a volontario €. 3.060,00

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25) Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto rivestito dagli stessi all’interno del progetto:

Coop ALTROCHE’ per la Provincia di TorinoAss.giov._OBIETTIVIO LAUREA.-BiellaASS.GIOV. DI VOLONTARIATO- La compagnia de Bàule_ BiellaQuesti 3 soggetti collaboreranno nella individuazione degi ambiti di indagine tra le associazioni e gli enti sul territorio delle due province e con la messa a disposizione di giovani volontari su specifiche azioni della ricerca quali:

Organizzazione nei rispettivi ambiti territoriali dei focus-group. Collaborazione alla conduzione dei gruppi. Sistematizzazione degli interventi Collaborazione alla relazione finale e restituzione

26) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

Ogni volontario avrà una postazione di lavoro dotata di personal computer, telefono e collegamento internet accesso alle banche dati provinciali e regionali acceso alla documentazione specialistica sulle tematiche inerenti al progettoRelativamente agli spostamenti sul territorio provinciale, viene fornita vettura dell’Ente

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

27) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Nessuno

28) Eventuali tirocini riconosciuti : La Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Torino, considera l’attività di Servizio civile assimilabile ad una attività lavorativa. Pertanto, sulla base di quanto previsto dal Verbale del Consiglio di Facoltà di Scienze della Formazione del 12 Maggio 2004 e in base alla comunicazione allegata vengono riconosciuti a questo progetto 12 CFU nell’ambito del Tirocinio.

La Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino, ha deciso di riconoscere dei crediti formativi universitari, pertanto, sulla base di quanto previsto dalla lettera Prot. n. 411 allegata vengono riconosciuti a questo progetto 6 CFU nell’ambito del Tirocinio.

La Provincia di Torino ha inoltre specifiche convenzioni per lo svolgimento di tirocini formativi con gli Enti Universitari Piemontesi: Università degli Studi di Torino e Politecnico di Torino, di cui si allega la documentazione.

29) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: La Provincia di Torino, con propria Deliberazione n. 1168-385359/2005 del Settembre 2005, riconosce all’anno di servizio effettivamente prestato e certificato, lo stesso valore del servizio prestato presso un Ente pubblico, anticipando le disposizioni del D. Lgs. 77 del 2002. Si allega il testo della Deliberazione della Giunta Provinciale

La partecipazione alle diverse attività consentirà al volontario di sviluppare le seguenti capacità o competenze:- conoscenza e padronanza dei diversi strumenti comunicativi;- capacità organizzative e gestionali di focus-group- conoscenza delle forme di cittadinanza attiva;- sviluppo della cultura civica;

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- capacità di lettura e analisi dei dati;- capacità di analisi e ricerca di fonti di informazione e reti tematiche;- capacità di ricerca di forme alternative di pubblicizzazione;- creazione di materiale informativo da divulgare.

Formazione generale dei volontari

30) Sede di realizzazione:

In base al criterio del decentramento territoriale delle attività formative, ai fini dell’organizzazione degli incontri di formazione così come descritti di seguito, la Provincia di Torino, utilizzerà oltre alle proprie sedi distaccate secondo le articolazioni territoriali dei 5 Circondari della Provincia di Torino - ovvero presso i Comuni di Pinerolo, Susa, Ivrea, Ciriè e nella città di Torino presso le sedi dei Servizi “Sviluppo Risorse Umane” e “Istruzione e Servizi Didattici”- anche alcune sedi esterne in base alle necessità e sedi esterne afferenti agli altri due enti partner della Provincia di Torino nelle Province di Biella e Alessandria.

31) Modalità di attuazione: La formazione è svolta in proprio presso l'ente, con Formatori accreditati della Provincia di Torino.

Il percorso formativo generale per i Volontari è strutturato in 7 giornate della durata di 6 ore ciascuna.

Nell’arco dei primi cinque mesi di servizio i Volontari parteciperanno al corso di Formazione Generale, articolato in 7 giornate formative, per un totale di 14 moduli formativi. Ogni modulo formativo ha una durata di tre ore. Il corso ha una durata complessiva di 42 ore. Ogni gruppo classe fruirà, nell’arco dei primi 5 mesi di servizio, delle attività formative, così come dettagliate, per quanto concerne i contenuti al punto 34 della presente scheda.

32) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: Si Si fa riferimento al Sistema di Formazione accreditato presso gli uffici regionali ad agosto 2008 con Determinazione n. 270/DA1900 del 8 agosto 2008

33) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La metodologia utilizzata nella conduzione degli incontri di Formazione generale è di tipo partecipativo; gli incontri sono proposti come occasione di incontro e confronto tra tutti i Volontari che svolgono il Servizio Civile Nazionale presso i progetti della Provincia di Torino, organizzati secondo un sistema integrato di tecniche formato da:o Lavori di gruppo,o Discussioni facilitate,o Simulazioni e role-playing,o Ricerca d’aula,o Lezioni frontali,o Sussidi disponibili sulla rete intranet dell’ente,o Dispense formative.o Proiezione materiali audiovisivi a fini didattici Nel complesso del percorso le metodologie utilizzate sono misurabili nel 50% con lezione frontale e 50% con dinamiche non formali.

In ogni gruppo classe saranno presenti anche i Tutor dei Volontari, che li affiancheranno nella formazione per favorire la conoscenza e l’avvio del rapporto.La composizione dei gruppi in cui saranno inseriti i Volontari per la Formazione Generale sarà la stessa utilizzata per le attività di tutoraggio durante l’anno di servizio civile, attività indicate nel Sistema di Tutoraggio accreditato.

34) Contenuti della formazione:

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La formazione generale verterà sui seguenti temi:- Analisi dell’immaginario sul servizio civile, le aspettative, le motivazioni e gli obiettivi individuali dei volontari ai fini della creazione di un’identità di gruppo; (1° modulo formativo) - Inquadramento storico dell’esperienza Servizio Civile, dall’obiezione di coscienza alla nascita del Servizio Civile Nazionale volontario; (2° modulo formativo) - Ruolo del Servizio Civile nel passare degli anni e dell’inquadramento legislativo: finalità condivise, motivazioni e differenze rispetto all’obiezione di coscienza; (2° modulo formativo)- Il sistema Servizio Civile Nazionale: la normativa di base ed i suoi collegamenti alla Carta Costituzionale, alla Carta di impegno etico del SCN e alla Dichiarazione universale dei diritti umani; (3° e 5° modulo formativo) - Il sistema Servizio Civile Nazionale: i soggetti, le relazioni, i diritti e doveri di tutte le parti coinvolte (4°modulo) - Modalità di gestione dell’esperienza in generale: Carta di impegno etico, modalità di servizio, diritti e doveri del volontario e dell’Ente, condizioni assicurative, ferie, permessi, malattia, orario, compenso, eventuali benefit; (4° modulo formativo)- Il ruolo del volontario in Servizio Civile all’interno della sede di attuazione, le interazioni possibili, condizioni organizzative specifiche, opportunità e criticità; (4° e 14° modulo formativo)- Analisi dello strumento “Patto di servizio” tra volontario ed ente, come attenzione alla valorizzazione del ruolo del volontario nell’incontro con le esigenze dell’ente - simulazione di stesura dei singoli patti ad opera dei volontari (4° modulo) - Elementi di educazione civica: cittadinanza attiva attraverso la conoscenza delle istituzioni, dalla seconda parte della Costituzione italiana all’Unione Europea e le Nazioni Unite; i diritti umani e le politiche per le pari opportunità (5° e 6° modulo formativo) - Prospettive nonviolente ed elementi di Difesa civile non armata e nonviolenta, elementi teorici tratti dalla ricerca per la pace e orientamento ad un’analisi dei conflitti in chiave nonviolenta; (11° e 12° modulo) - La trasformazione (o gestione) nonviolenta dei conflitti dal livello micro a quello macro: simulazioni in aula e casi storici; (9° e 10° modulo formativo) - Elementi di protezione civile ed esperienze di cittadinanza attiva in campo ambientale, come modalità possibile per difesa dell’ambiente e del territorio; (7° modulo formativo)- Le ricadute del proprio servizio sul territorio, in termini di difesa civile non armata e nonviolenta; (14° modulo formativo)- Orientamento all’analisi delle proprie competenze di partenza, elaborazione di strumenti di misurazione dell’acquisizione di nuove competenze nello svolgimento del servizio; (8° modulo formativo)- Orientamento alla fruibilità di quanto appreso durante il Servizio Civile dopo la conclusione dell’esperienza; (13° modulo formativo) - Esercitarsi a valutare e valorizzare le abilità acquisite, dall’autoanalisi delle competenze alla rappresentazione della propria esperienza nella futura ricerca del lavoro; (13° modulo formativo) - Elementi essenziali della legislazione del lavoro (13° modulo formativo) - Valutazione del percorso formativo (14° modulo)

35) Durata: 42 ore

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

36) Sede di realizzazione: Corso Lanza, 75 - TorinoVia Quintino Sella, - 12 Biella

37) Modalità di attuazione: in proprio con formatori dell’ente

38) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

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Elena Violante nata a Torino il 10/02/1973Ivana Accalai nata a Torino il 19/07/1975Adriana Ianuale nata a Pomiglino d’Arco (NA) il 22/12/ 1967Claudia Trombotto nata a Pinerolo il 28/5/1975 Elena Mocco - nata a Novara il 30/04/1976Antonio Salamone nato a Biancavilla il 8/12/1962

39) Competenze specifiche del/i formatore/i:

Claudia Tombotto laureata in Scienze dell’Educazione esperta in materia di politiche giovanili e ricerca sociale collaboratrice per la progettazione in ambito di servizio civileAdriana Ianuale laurea in scienze politiche responsabile dell’Ufficio AmministrativoAntonio Salamone laurea i GiurisprudenzaIvana Accalai laureata in Scienze dell’Educazione, esperta in materia di politiche giovanili collaboratrice Ufficio giovani, consulente per la ricerca sociale, la progettazione in ambito di politiche giovanili Elena Mocco laureata in Scienze dell’Educazione professionista incaricata per il Settore Formazione e Orientamento della Provincia di BiellaElena Violante laureata in Servizio Sociale, funzionario dell’Ufficio Terzo Settore e Associazioni di Promozione Sociale

40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

Lezioni frontali ed altre con condotte con una metodologia interattiva Partecipazioni a coordinamenti e occasioni formative (convegni, seminari, corsi aggiuntivi specifici);Affiancamento agli operatori nelle attività di progetto;Lettura di documentazione specifica inerente al progetto

41) Contenuti della formazione:

Modulo Giovani e Volontariato a cura di Ivana Accalai e di Claudia Trombotto - 15 ore

Le politiche giovanili e l’attività dell’Ufficio Giovani;L’osservatorio provinciale delle politiche giovanili: tecniche di raccolta dati e analisi critica dei dati;La progettazione sociale in ambito giovanileLa rete dei servizi sull’informazione ai giovaniLa rete territoriale delle collaborazioni. Il rapporto con gli entiLa scelta progettuale e la concertazione degli interventiLe modalità di promozione dei progetti per gli entiStrategie di monitoraggio

Modulo Sull’ordinamento degli Enti Locali a cura di Adriana Ianuale e Antonio Salamone.- 12 ore

Il T.U. sull’ordinamento degli ee.ll, decreto lgs 28 agosto n. 267; L’autonomia degli enti locali; cenni dall’evoluzione della 142/90;Il principio di sussidiarietà;Gli organi di governo e i rispettivi atti; la potestà regolamentare degli enti locali; Cenni sull’ordinamento finanziario e contabile; Il sistema della programmazione;

Modulo sulla Metodologia e tecniche della ricerca sociale Elena Mocco, Accalai, Trombotto

La ricerca sociale e le sue tipologie: applicata, pura, esplorativa, descrittiva, esplicativa. L’etica della ricerca: come osservare e cosa osservareLa ricerca qualitativa e la ricerca quantitativa Regole metodologiche: il processo di ricercaLe tecniche di osservazione e le fasi osservative La partecipazione nel processo di ricerca Gli indicatori e la loro definizione L’elaborazione degli strumenti di ricerca: il questionario e l’intervista qualitativa

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L’analisi dei dati: la codifica dei dati, l’analisi dei risultati, l’archiviazione dei dati e la relazione al pubblico dei risultati emersi Il focus group: la definizione di focus group, durata, i componenti del focus, la traccia di intervista, la registrazione dei dati, l’analisi dei dati e la stesura del rapporto, I gruppi e i focus group: le dinamiche di gruppo, il ruolo del moderatore. Il gruppo di ricerca e le sue dinamiche: il lavoro in équipe ed i tempi e modi della comunicazione intra-équipe e extra-équipe

Modulo sull’Organizzazione e Ruolo del Terzo Settore

I concetti di dono, gratuità, solidarietà civile: il volontariato come partecipazione alla vita socialeTipologie di associazioni: Organizzazioni di Volontariato, Associazioni di Promozione Sociale, Onlus, ONGNormativa di riferimento a livello nazionale e regionale: L. 266/91, L. 383/2000, D.Lvo 460/97, L. 49/87, L.R. 38/94, L.R. 7/2006La partecipazione del Terzo Settore nella costruzione delle politiche sociali: brevi cenni storici e modelli attualiLa progettualità all’interno dell’associazionismo

42) Durata: 72 0re

Altri elementi della formazione

43) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

Saranno utilizzati durante la formazione strumenti per la verifica e per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti.

Per la Formazione Generale: Attività d’entrata sulla rilevazione delle aspettative; Verifica finale della formazione tramite questionario, per la rilevazione ed analisi di: Positività e negatività Carenze Opportune integrazioni Clima e rapporti interpersonali Utilità generale/specifica.

Per la Formazione Specifica:Rilevazione delle ore di formazione specifica svolte, delle competenze acquisite e di positività e negatività, tramite questionario somministrato durante i tre incontri di tutoraggio realizzati a gruppi durante l’anno.

Data 31 ottobre 2008

Il ProgettistaDott.ssa SILVIA TOSCO

Il Responsabile del Servizio civile nazionaleDott. GIORGIO MERLO

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