WAVe11 numero 4

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W.A.VE. Workshop di progettazione architettonica dell'università Iuav di Venezia

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CONFERENZA BINATACORRETTI/sONNOlIdissenso calmo

di Marco Ludovicoi toni accesi della precedente conferenza sono stati messi da parte a favore di un confronto più cordiale e rilassato. il secondo dialogo di questi WS, che ha visto mercoledì 29 giugno Gilberto corretti discutere con Leonardo Sonnoli, è stato aperto ma calmo, eppure non meno stimolante e interessante di quello tra italo rota e Hans Kollhoff. dopo la presentazione del preside Giancarlo carnevale la parola è passata a Leonardo Sonnoli (docente di design e arti all’iuav) al quale è appena arrivata la notizia ufficiosa della vincita del premio compasso d’oro. Subito ha mostrato immagini di un workshop da lui gestito nei pressi di Seoul, in un’area molto critica, vicino la corea del Nord. il paesaggio della città è stato fotografato per essere poi scisso: da un lato le scritte delle migliaia di insegne lungo le strade e dall’altro uno scenario privo di ogni riferimento grafico. «È assurdo pensare che la grafica abbia dei confini; le cose possono essere piegate ed essere trasversali. abbiamo scisso grafica e scrittura per capire come l’una influenzasse l’altra e che forma assumesse la città». Questo approccio, molto particolare, è stato mostrato anche in relazione ad alcune installazioni elaborate dai suoi studenti. in particolare, la frase di John ruskin, che paragona venezia ad una zolletta di zucchero nel tè, è stata realizzata con vere e proprie zollette lasciate erodere dall’acqua del canale.il discorso si è poi spostato sul manifesto pubblicitario e sulla sua funzione nella vita quotidiana, uno strumento che, secondo il designer, è molto difficile da utilizzare al punto che può decretare il successo o il fallimento di politici e di brand commerciali. in una città come venezia questo tipo di comunicazione è molto forte perché le persone hanno più possibilità di osservarla e capirla grazie a ritmi e a spostamenti più lenti. il manifesto è un vero e proprio dispositivo architettonico, capace non solo di trasmettere un’informazione, ma anche di trasformare il paesaggio cittadino mutando di volta in volta le facciate su cui è applicato. un esempio? i manifesti con il logotipo utilizzato per il “Napoli teatro festival italia” o quelli con le croci cromatiche create in occasione della mostra “cruciale, 20 croci di Giulio iacchetti”, casi che hanno profondamente caratterizzato le città in cui sono stati affissi. Sonnoli ha concluso parlando dell’esperienza relativa all’allestimento della mostra “Nerone” al colosseo dove, per instaurare la curiosità nei passanti, è stato deciso di incorniciare le lettere del nome nelle logge del monumento; un’operazione che ha scatenato le critiche di un esponente politico della capitale.La parola poi è passata a Gilberto corretti, architetto ex componente del gruppo archizoom, il quale, dopo una breve premessa sul rapporto tra istituzione universitaria e lavoro, ha illustrato la sua

occupazione con l’associazione care Toys: «La filosofia è quella secondo cui il gioco non è intrattenimento ma terapia. È un’attività che stimola la creatività dell’individuo ed è molto importante per lo sviluppo». Negli ospedali, secondo l’architetto, i bambini sanno di trovarsi in un ambiente ostile e per questo motivo è necessario creare uno spazio che non sia un “baby park”, ma un luogo dove i genitori e i figli possano rilassarsi ed essere sereni. L’associazione è passata dal creare dei semplici giochi per i piccoli pazienti al progettare ludoteche negli ambienti ospedalieri: significativi sono l’esempio dell’ospedale di Firenze e della mostra al Pitti Living nel Salone del Mobile a Milano. Questo è stato lo spunto per spiegare l’assetto degli spazi giochi provvisti di un arredo pensato appositamente per resistere alle forti sollecitazioni date dai bambini. in queste aree coesistono oggetti creati dalla care Toys con altri mobili prodotti in serie come il divano Superonda degli archizoom. corretti, infine, ha terminato il suo intervento spiegando quanta cura venga messa nella progettazione dei diversi dettagli: dallo specchio nell’area riservata ai neonati per sviluppare in loro la capacità di realizzare una concezione di se stessi, allo studio della luce e dell’arredo, molto simile a quello di un abitazione, per la stanza d’ospedale dedicata ai piccoli pazienti in fase terminale.alla domanda del preside su quanto sia importante l’uso del colore nell’architettura sono apparse le prime divergenze tra i due: il tipo di approccio scelto da Sonnoli, molto legato al mondo della scrittura, lo porta a preferire l’utilizzo del bianco e nero. diversamente l’architetto Gilberto corretti considera il colore una componente fisica della nostra natura che va utilizzata in quanto fondamentale e parte della vita.un ultimo quesito: qual è l’approccio progettuale ideale? anche in questo caso non sono mancate le divergenze: se per Sonnoli è importante assecondare le proprie ispirazioni pur attingendo a una cultura personale di base, per corretti le “ricette” già pronte sono molto pericolose e la crescitaprofessionale dell’individuo va ricercata nel confronto con gli altri e nel contrasto tra idee diverse.

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narneiNTerviSTa a edoardo NarNe veNeZia, 30 GiuGNo 2011

di eLeoNora caNeTTi e STeFaNo ToNiaToW come è stato impostato il lavoro all’interno del suo laboratorio?EN Non sarà semplice affrontare un tema così vasto con studenti che ancora non conosco e che hanno frequentato, per la maggior parte, solo il primo anno.il mio intento è di trasmettere loro, mediante passaggi lineari e nozioni di base, tutte le procedure che li mettano nelle condizioni di aggredire, anche alla grande scala, l’area di progetto. Già a partire dal primo giorno è stata svolta in aula una simulazione propedeutica alla progettazione: gli studenti hanno prelevato da mappe satellitari alcuni elementi di loro interesse per ricollocarli nella nostra area.il sopralluogo è stato fondamentale per procedere nella comprensione: prima il corpo deve assimilare lo spazio e poi il ragionamento può accrescere le nostre impressioni. durante la prima settimana otto macro-gruppi svilupperanno

altrettanti masterplan, coerenti con il contesto e soggetti all’approvazione diretta dei tecnici comunali. Nella fase successiva, che si protrarrà fino al termine del laboratorio, gli studenti lavoreranno in coppia per sviluppare fino al dettaglio i tre grandi temi di progetto: residenza, commercio e parco lineare.W Quello che ci ha descritto sembra uno schema di lavoro insolito per un Ws...EN La modalità di lavoro proposte agli studenti è ispirata alla realtà professionale. Solitamente, nei grandi studi, è il project manager a gestire l’attività di un gruppo di lavoro; tutte le fasi di progetto si gerarchizzano in modo naturale sotto il coordinamento di una figura che diventa guida per gli altri. accadrà lo stesso nel nostro WS, senza forzature, e faremo sì che, tra gli studenti che lavorano insieme, emerga spontaneamente un leader in grado di coordinare il lavoro dei compagni.

W l’intenso rapporto con le istituzioni avrà ripercussioni concrete sul lavoro svolto in aula?EN il realismo è il fine ultimo di questo WS che non può prescindere da temi strettamente connessi con il territorio e con l’interesse della collettività. a Padova, con i miei studenti, ho potuto realizzare un padiglione espositivo per la ricerca a grandezza reale, traendo ispirazione anche dall’opera dell’architetto charles correa. È stata una grande soddisfazione poter permettere a dei futuri progettisti di toccare con mano il frutto delle proprie idee. W ci sembra interessante la scelta dell’area, in cui hanno agito in passato anche dei “maestri” dell’architettura e dell’urbanistica italiana.EN La nostra area, colma di risorse, ma resa fragile dall’assenza di accordi strategico-economici, si presenta come un grande punto interrogativo. Samonà e Gregotti hanno lavorato su questo territorio,

rendendo unico il contesto.Quando si interviene localmente si corre il rischio di generare situazioni impermeabili. a questo proposito, il suggerimento che possiamo dare, oltre alle scelte progettuali, è quello di puntare sull’evento come occasione di richiamo e, di conseguenza, come motore per l’economia. cadoneghe ha le potenzialità per divenire polo attrattivo nel contesto padovano, con ambizioni di rivolgersi anche all’intera area regionale.

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ws NARNE sopralluogo a cadonegheMUOVENDOsI TRA GlI sPAZI PERsI

di eLeoNora caNeTTi e STeFaNo ToNiaTodall’incremento demografico all’istituzione di un grande parco urbano. Sono gli obiettivi che i tecnici del comune di cadoneghe hanno posto ai ragazzi del WS di edoardo Narne martedì 28 giugno durante il loro sopralluogo, un’azione organizzata per far percepire ai ragazzi il carattere, le potenzialità e i problemi del luogo, come il nodo viario di castagnara o il proliferare di capannoni delle piccole aziende. il focus però sarà tutto sull’ex area industriale Grosoli, abbandonata da tempo, a differenza del resto del paese.La bella piazza della cittadina patavina ha accolto gli studenti nonostante la giornata afosa e soleggiata. La sala consiliare del municipio, opera di Giuseppe e alberto Samonà , è stata teatro dell’incontro con i tecnici comunali, che hanno accompagnato gli studenti alla scoperta della realtà cittadina. L’assessore all’urbanistica alessandra barbieri ha aperto la conferenza seguita dal responsabile dell’ufficio tecnico Nicoletta Paiaro che, assieme alla collega, ha illustrato il PaTi (piano di assetto del territorio intercomunale) di cadoneghe redatto sulla base del piano regolatore ideato da Samonà, quasi totalmente realizzato. Particolare attenzione è stata rivolta all’esposizione delle criticità esistenti a cadoneghe, dal nodo viario di castagnara alla costellazione di piccole imprese sorte spontaneamente nel territorio. i rischi maggiori che potrebbero presentarsi sono la realizzazione di corti

chiuse o di progetti insostenibili. Non va dimenticato un importante vincolo storico come la centuriazione romana. i tecnici del comune hanno anche posto di fronte agli studenti di Narne anche agli obiettivi che il comune intende perseguire: dall’incremento demografico all’istituzione di un grande parco urbano. La visita è proseguita con il sopralluogo della zona oggetto dell’intervento. Partendo dal municipio il gruppo di studenti si è avviato a piedi lungo percorsi pedonali, ben separati da quelli stradali, che rivelano una cura del territorio non comune nel padovano. a metà strada è stata d’obbligo una sosta in una delle tante aree ecologiche del comune, indici dell’attenzione rivolta dall’amministrazione all’ambiente. Finale al sito principale del futuro intervento, l’ex area industriale Grosoli, un’enorme porzione di territorio letteralmente abbandonata a se stessa e molto degradata. Qui la natura si già è mossa per riconquistare ciò che le è stato sottratto. attraversando i cortili desolati e i capannoni abbandonati, non è stato difficile sentirsi esploratori alieni in spazi rinnegati dalla metropoli dilagante. Le costruzioni apparivano come monconi di ciò che un tempo fu tessuto produttivo, relitti provenienti da un passato lontano anche nella memoria così labile dell’uomo moderno. L’esperienza si è rivelata dunque chiarificatrice; come ha spiegato Narne, è fondamentale che il progettista percepisca fisicamente lo spazio in cui opera, per comprendere le interconnessioni tra i luoghi.

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DeGaneLLOUn riscattO per iL 2030iNTerviSTa a PaoLo deGaNeLLo veNeZia, 30 GiuGNo 2011

di aLberTa MeNeGaLdo«un’asta che sostiene il veneto che verrà: un segno lineare che è più una galassia che non una semplice retta». L’immagine evocata dall’architetto romeo Toffano, dirigente della direzione Pianificazione Territoriale e Parchi, è poetica, ma la proposta è tutt’altro che aleatoria. il tracciato dell’ex linea ferroviaria Treviso-ostiglia, lungo più di 100 km, è oggetto di un piano di riqualificazione della regione veneto ma è anche il tema su cui si concentreranno gli sforzi degli studenti del WS di Paolo deganello. L’auspicato e voluto dialogo tra università e territorio è apparso quanto mai stimolante durante la conferenza di martedì 28 giugno, che ha visto scontrarsi in un duello verbale, pacato ma senza esclusione di colpi, il rappresentante dell’ente, venuto a esporre il progetto regionale di mobilità dolce, e il docente, sostenitore di un intervento più intenso che non esclude, tra le altre cose, il ripristino della linea nella sua funzionalità originaria. La proposta regionale, nelle parole di Toffano, si è dimostrata particolarmente consapevole delle peculiarità dei luoghi coinvolti e del dialogo instaurato tra la linea oggetto di riqualificazione e gli altri assi ordinatori del territorio (i grandi fiumi, le direttrici della mobilità). il progetto pubblico pare non dimenticare tuttavia quel massiccio corpus legislativo fatto di piani e norme, che diventa un alleato virtuoso solo se sfruttato per mettere in atto un sistema di sinergie positive. La bellezza del territorio può quindi essere valorizzata creando una rete che raccolga le eccellenze di vari ambiti: naturalistico, monumentale, storico. il dibattito si è acceso poi grazie a una curiosa e imprevista idea di ferrovia come fattore di criticità, un concetto non condiviso dalle due parti. Se il responsabile della regione ha ritenuto che la linea costituisca un elemento di fortissima cesura, la controparte ha sostenuto che essa possa anzi divenire

l’elemento fondamentale per attuare una vera connessione tra i luoghi. entrambe le posizioni risentono di formazioni e ambiti culturali differenti, più teorico quello universitario, più pragmatico e vincolato quello regionale. Le differenze tuttavia non hanno ostacolato il dialogo, ma hanno invece stimolato un confronto sempre più ampio e vitale. Quando gli studenti iniziavano a dare segni di stanchezza la questione è entrata nel vivo portando alla luce temi insiti nelle questioni e nei problemi del progetto: come dialogare con contesti frammentari, con quella “marmellata urbanistica” che comporta una bassa densità spalmata su un ampio territorio? deganello ha posto alla base del suo stesso WS la consapevolezza che si è già costruito troppo, la direzione da seguire è quella del riuso. estemporanea la partecipazione di umberto rovaldi, consigliere nazionale del “Federazione italiana amici della bicicletta onlus” che, dopo aver incuriosito l’uditorio sostenendo la necessità di privilegiare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo ed ecologico, ha partecipato alla discussione sottolineando la possibilità di interventi legati a questo tipo di veicolo antico ma squisitamente in linea con le logiche ambientalistiche. Gli spunti di riflessione sono molteplici. alcune domande hanno trovato risposta. il dibattito è aperto e l’indagine progettuale si orienta ora verso «una lettura colta del territorio, basata sull’interpretazione e la produzione di paesaggio», ha concluso deganello.

di caTeriNa viGNaduZZoW il tema dello scorso Ws era la “strada lenta”. Quest’anno, con il recupero della Treviso-ostiglia, una linea ferroviaria dismessa, studiate l’“infrastruttura veloce”?PD La “strada lenta” è il progetto di un nuovo tipo di strada: il trasporto individuale viene scoraggiato e sostituito dal trasporto pubblico. Naturalmente si pone il problema della produzione di energia e del recupero delle infrastrutture abbandonate nel territorio. Nel nostro caso la ferrovia è la risorsa. Gli studenti devono inserire nella rovina gli elementi per riscattarla e consentirne una fruizione nuova.W abbiamo assistito alla visita “a sorpresa” dei rappresentanti della FiaB [si rimanda al blog, ndr]: qual è la sua opinione in merito alla loro proposta?PD Questa linea ferrovia non è solo un’occasione per realizzare una pista ciclabile, ma una risorsa per riprendere la mobilità. È già stato stilato un piano per lo spostamento ferroviario valido fino al 2020 col potenziamento delle linee esistenti e il ripristino della Treviso-ostiglia che lo metterebbe in discussione, ma noi progettiamo per il 2030.

ora l’iuav ha legato i WS alla realtà e alle istituzioni di un territorio con un notevole salto qualitativo. La scuola è l’intelligenza critica di cui la regione ha bisogno per una progettazione legata agli interessi delle popolazioni, non alle mire della grande speculazione.W come abbiamo già chiesto a gilberto corretti: avrebbe trovato proficua la riunione degli archizoom per questi Ws?PD L’ultima volta che siamo apparsi insieme in pubblico è stato a Lisbona, a una mostra sul design al belem, e il finale risultò una sorta di rissa ben triste da ricordare. Le ragioni per cui un gruppo si scioglie sono molte. dopo il confronto arriva la voglia di mettersi alla prova da soli, soprattutto in seguito alla scomparsa del contesto in cui il gruppo operava. Tuttavia la compresenza delle diverse storie dei componenti, fondate su una matrice comune, avrebbe dato un contributo significativo ai WS più che agli stessi archizoom.W conferenza sonnoli/corretti, e il giorno precedente, Kollhoff/rota: cosa ne pensa a proposito del dibattito sul colore introdotto dal preside giancarlo carnevale?

PD in Portogallo, dove insegno, la mistica del bianco è molto forte perché considerato sinonimo di modernità e rappresenta la conquista dell’igiene in architettura. Solo le tonalità specifiche dei materiali sono legittime: ripuliscono dal cattivo gusto popolare e pieno di colore. aldo rossi usa il rosso in omaggio alla tradizione della cultura italiana. La variazione tonale degli edifici di Kollhoff si limita alla gamma di grigi. La chiesa di Santa Maria in Marco de canavez di alvaro Siza è l’architettura degli interni più bella che io abbia incontrato, insieme alla Loggia di valencia, ed entrambe sono bianche, ma si tratta di architettura della luce. Si pensa che il colore sia una questione da bambini, ma è dimensione del piacere. La razionalizzazione edilizia imposta dal Movimento Moderno presupponeva una semplificazione figurativa che oggi non ha più senso, ma c’è un’inerzia culturale per cui l’architettura di buon gusto è bianca.

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Latini“L’OstiGLia, Una siGnOra che si è persa neLLa campaGna” iNTerviSTa a LuiGi LaTiNi veNeZia, 30 GiuGNo 2011

di aLberTa MeNeGaLdoW Qual è l’approccio progettuale possibile alla rigenerazione urbana? la preesistenza è vincolo? materiale da sfruttare? pretesto per dare all’area un assetto totalmente nuovo?LL Prima di parlare di funzioni vogliamo immaginare la ferrovia come luogo di vita e nuova identità per le popolazioni nei dintorni. La Treviso-ostiglia è un’architettura di terra di grande potenza e carica emotiva, data dalla sua storia. ci piace considerarla come un elemento dinamico che si è addormentato.W Quali suggestioni figurative vi guidano nello sviluppo di un progetto di questo tipo? Quali peculiarità presenti nell’ambiente e non altrove vorreste conservare?LL ci affascina la dimensione verticale e aerea del tracciato, costituito da un terrapieno e una consistente presenza arborea, in un paesaggio pianeggiante, spesso architettonicamente degradato. Non ci interessa perseguire il concetto di continuità: la ferrovia nella sua linearità è stata maltrattata, distrutta, negata. ci siamo soffermati molto sulle tematiche del taglio e della rovina. Noi ci riferiamo a ostiglia come a una figura femminile: è la “signora ostiglia”, la donna che si è persa per la campagna, una memoria dotata di corpo, il terreno, e di un’anima, la memoria storica.W in che termini il paesaggio può essere definito architettura? con che approccio progettuale possiamo accostarci a questa architettura di “terra e vegetazione”?LL i confini sono piuttosto labili. Penso sia inutile trovare i margini teorici in cui collocare necessariamente la definizione di paesaggio. a noi interessa un approccio consapevole e curioso. Tra gli strumenti per dialogare con l’ambiente abbiamo una sorta di “botanica ferroviaria”: quasi una teoria di studio di mondi vegetali di resistenza. È sorprendente

scoprire che ricchezza e qualità vegetativa possa derivare dall’incuria e dall’abbandono. Potremmo quasi dire di preferire più la “resistenza” che la “persistenza”.W a proposito della dimensione sociale del progetto, tra le proposte c’è quella di una pista ciclabile. la mobilità lenta può implicare una nuova qualità della vita? LL bisogna capire come il ciclabile possa divenire una questione di qualità degli spazi, non solo di modi d’uso. collaboreremo con umberto rovaldi, un “talebano della ciclabilità”. avere una linea retta di tali dimensioni è uno stimolo progettuale molto forte. L’ostiglia poi è un lunghissimo argine, privo però di funzione idraulica. È quindi un corpo amichevole e accogliente con cui dialogare, che si presta a essere tagliato, modificato e manipolato.W come può un tracciato ferroviario, un segno definito e rettilineo trasformarsi in figura complessa?LL il tema della linea emerge come contrapposizione all’antica centuriazione romana. bisogna accentuare il carattere di linearità, di unità, leggibile nei mille punti attraverso i quali avviene il rifiuto dell’ordine precedente: una compresenza di due geometrie che, attraverso la reciproca negazione, arricchiscono il paesaggio. daremo più risalto ai punti di contatto tra le geometrie con luoghi di sosta, scavalcamenti, attraversamenti, privilegiando il sistema degli usi e del tempo libero. una linea retta è misurabile, ma la valutazione non è solo metrica, è data anche dal passo umano, dalle ombre, dalla percezione della scansione dei campi coltivati. il tempo e le emozioni danno senso al passaggio da un punto a un altro.

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di MicHeLe brida e GiordaNo covaW perché un tema legato all’architettura alpina?MR adoro la montagna per diversi motivi. Mi fa sentire a casa soprattutto in estate quando si toglie il vestito della neve e diventa roccia, legno, erba, terra e gli edifici rivelano tecniche e materiali. Questo tema, a mio avviso, è perfettamente calibrato tra urban regeneration e intervento sul singolo edificio che permette di lavorare sulle tecniche costruttive, sulle tecnologie, sui materiali innovativi. infine è un argomento che nella facoltà di architettura praticamente non viene mai affrontato.W Quali effetti potrebbero avere i progetti del Ws sul paese di vinigo?MR vorrei che diventasse non solo sede di seconde case vissute per brevi periodi ma un posto da visitare con i servizi necessari per restituire vita al borgo. un turismo intelligente e sostenibile vissuto anche dalla popolazione del luogo: “piccola icona dell’architettura alpina”.W Questo Ws può dare risposte valide per tutte le realtà alpine che presentano architetture del tipo di vinigo?MR bisognerebbe analizzare anche tutti gli ambiti alpini che di alpino hanno solo la cornice. a vinigo quasi tutti gli edifici del borgo sono intrisi di un sapere tradizionale. in altri luoghi si sono innescate dinamiche esterne che hanno intaccato le tradizioni. il nostro approccio può rappresentare l’inizio di un lavoro molto più elaborato. Per questo stiamo cercando di instaurare dei rapporti solidi fra il “Forum architettura alpina”, Fondazione

uNeSco dolomiti e la Facoltà di architettura.W come vede la compatibilità tra tecniche costruttive moderne e storiche?MR Penso che sia assolutamente possibile utilizzare materiali e tecniche costruttive innovativi anche in un contesto dove la tradizione è così forte e consolidata; ma tutto è legato alla sensibilità culturale del progettista. ogni intervento deve essere motivato, intelligente, non invasivo e non prevaricante.W cosa ne pensa della tendenza che nella nostra facoltà privilegia spesso l’astrazione più che la materialità dell’architettura?MR È necessaria una componente che riguardi il metodo e la teoria della progettazione architettonica, ma è folle dimenticare che gli edifici sono fatti di materiali. L’ideale sarebbe avere un foglio bianco dove convergono tutti i saperi tecnici e “filosofici”. Se gli aspetti tecnologici fossero solo di supporto a quelli compositivi si genererebbero dei mostri. Per questo nel mio lavoro cerco di far innamorare gli studenti del lato tecnologico dell’architettura e far capire che mettendo insieme tutte le componenti, da quelle più astratte a quelle più concrete, si aprono più orizzonti. il pensare fin dall’inizio a materiali e tecniche costruttive non è un vincolo ma un moltiplicatore di possibilità.W può definire con tre parole chiave il tema del suo Ws?MR Tradizione, innovazione e ambiente. con la parola ambiente intendo un luogo dove materiali, persone e natura si integrano perfettamente, come accade nei luoghi montani.

di MicHeLe brida e GiordaNo cova Per occuparsi con cognizione di causa dell’architettura alpina è sufficiente unirsi al sopralluogo del laboratorio di Massimo rossetti: svegliarsi all’alba, percorrere 130 km e salire 900 m di dislivello per approdare al borgo di vinigo (bL), luogo di rara e incontaminata bellezza posto in una della nove aree delle dolomiti attualmente patrimonio dell’uNeSco. il villaggio è una frazione di vodo di cadore a 20 km circa da cortina d’ampezzo. il sopralluogo è guidato, oltre che dal docente, dai due maggiori esperti del sito: l’architetto renato Migotti, redattore del piano regolatore comunale nel 1985, e l’architetto arnelio bortoluzzi, presidente del Forum architettura alpina per la Provincia di belluno. Nell’introduzione, Migotti illustra la storia di vinigo: paese che, fino agli inizi del Novecento era collegato alla valle solamente attraverso un sentiero pedonale e che, fino agli anni Sessanta, si sostentava con allevamento, agricoltura e produzione di legname. con l’avvento dello sviluppo industriale nel settore dell’occhiale si verificò l’abbandono dell’agricoltura e della pastorizia e una conseguenteemigrazione della popolazione locale. il paese, che agli inizi del XX secolo contava circa 400 abitanti, è ora ridotto a una popolazione di circa 120 residenti.il sistema urbano riportato nel catasto austro-napoleonico deriva dalla giustapposizione tra due zone edificate (vinigo di Sopra e vinigo di Sotto) e una fascia verde coltivata al centro.Migotti esprime aspre critiche sulla condizione attuale. con la fine dell’economia montana nessuno coltiva più il bosco, che cresce senza regola,

insidiando l’abitato e con un costante peggioramento della qualità del legname. un altro fenomeno, deprecato da bortoluzzi, è il numero sempre crescente delle seconde case. il turismo è un’attività positiva, ma va gestita nel rispetto dell’identità del luogo. L’intervento di Migotti verte poi sulle tipologie edilizie e le caratteristiche costruttive degli edifici presenti. i materiali tradizionalmente utilizzati sono il legno e la pietra calcarea di estrazione locale, trattata faccia a vista oppure ricoperta da intonaco rasato. il legno è utilizzato sia come rivestimento sia con funzione strutturale (ad esempio nei tabià). Secondo la prassi antica, e fino a fine ottocento, le abitazioni erano il risultato di addizioni di volumi a formare dei fabbricati plurifamiliari. dal secolo scorso in poi gli edifici residenziali si sono trasformati in manufatti isolati utilizzati soprattutto a scopo turistico, ma anche in veri e propri interventi dissacratori. oggi ogni edificio di pregio è catalogato e censito con un suo “grado di protezione”.il sopralluogo non si limita all’analisi del sito di progetto: nella seconda parte della spedizione si visita l’ex “villaggio eni” (oggi corte delle dolomiti) realizzato da edoardo Gellner con interventi di carlo Scarpa. Nell’intero complesso si può notare il felice connubio tra materiali quali calcestruzzo, legno, pietra, e perfino acciaio e linoleum, in un’espressione di coerenza costruttiva e capacità di inserimento nel luogo. Nell’albergo si svolge, infine, l’incontro con Samuela bellodis e alberto Zandegiacomo, due portavoce della Fondazione uNeSco, che illustrano le caratteristiche peculiari del sito dolomitico.

rOssettiUna mOntaGna Da re-imparare a vivereiNTerviSTa a MaSSiMo roSSeTTi veNeZia, 30 GiuGNo 2011

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di arGeNT LuMiuna visita volutamente votata all’emotività più che ai freddi dati. La giornata del primo sopralluogo del WS agency + Fram_menti inizia in ritardo, causa problemi dell’autobus ad accedere a piazzale roma. con un ritardo di quaranta minuti sulla tabella di marcia, gli studenti e i professori giungono al quartiere di vicenza alle 11:40, dove avviene un incontro informativo in cui i vari docenti istruiscono i gruppi sui loro compiti e sugli strumenti a loro disposizione. il lavoro è ancora a livello concettuale, ed è un primo impatto con la zona.La mattina Michele Sbrissa suggerisce di seguire il gruppo formato da alberto Sireci, Francesca Gramegna, enrico Spimpolo e Susanna Franchetti sul tema dell’appropriazione degli spazi: oggetti e tracce. L’équipe si occupa di documentare i segni degli abitanti sulla città e di raccogliere oggetti tramite l’ausilio di un carrello della spesa. La conferenza alle 13:20 con alcuni membri della giunta comunale è indubbiamente il momento più interessante della giornata in cui si svelano i punti chiave del piano del comune. una veduta aerea della città introduce il discorso , vengono poi illustrati i punti chiave del piano sulla rigenerazione dell’abitato. Le domande rivelano discrepanze e tensioni. durante la lista dei valori della città, quando viene decantata la cordialità dei venditori locali, un altro rappresentante sussurra “magari fosse vero!”. Se da una parte la giunta comunale cerca di dare un valore quantomeno rispettabile alla città, una studentessa di vicenza mostra una visione diversa di un luogo che attualmente non ha molto da offrire ai giovani e ai meno giovani e lamenta la mancata replica di un festival musicale che si teneva in quel quartiere. un altro indice della mancanza di ragazzi è la scuola in cui si tiene la conferenza, un edificio ormai dismesso. uno studente inglese lancia una critica ancora più profonda e dice che le alte mura contribuiscono a dividere la gente, per cui non bisognerebbe parlare di “comunità”, ma piuttosto di “arroccamento personale”. interrogando il ragazzo si capisce che proviene dalla città più verde dell’inghilterra, Sheffield, ed è abituato a vedere mura che non impediscono la comunicazione. alle 15:00 finalmente viene aperto il rinfresco, con grande entusiasmo degli studenti, e la pausa pranzo dura quaranta minuti. Successivamente una seconda consegna di compiti, sprona gli studenti a esplorare meglio l’area. viene consigliato di seguire la delegazione composta da Giovanni Stevanella, Gianluca barbato, Giulia Spagnolo, rita Priore e Lee chapman, il cui tema è il “cambio di prospettiva”. il loro compito è di guardare l’area di studio con gli occhi di un bambino, cercando di catturare le percezioni, per compiere una riflessione sulla relazione tra gli spazi, tra pubblici e privati e tra vicentini e americani. attualmente le due comunità non si toccano e si propone di farle interagire come su una scacchiera.

ws AGENCy + FRAM_MENTIsopralluogo nel QuarTiere lagheTTo-dal verme di vicenzaCAMBI DI PROsPETTIVE

venerdì 1 luglio 2011W.a.ve.Workshop di architettura a venezianumero 4Supplemento aiuav giornale dell’universitàregistro stampa n. 1391Tribunale di veneziaiSSN 2038-6257

Responsabili scientificiMassimiliano ciammaichellaMarina MontuoriLeonardo Sonnoli

Direzione redazione testi e immaginiMarina Montuori

Direzione blog/multimediaMassimiliano ciammaichella

Direzione redazione graficaLeonardo Sonnoli

TutorStefania catinellaandrea Giambartolomeianna Saccani

CollaboratoriMonica Pastoreanna Silvestri

Laboratorio interfacoltà Far/Fdanell’ambito dei workshop estivia.a. 2010-11 Far/Fda_iuav

Redazione testiFrancesca badinMaria aurora bonomiMichele bridaeleonora canettiGiulia cavallarielena cazzuffiGiacomo cecchettoclaudia chimentoGiordano covaemanuele d’antrassicaterina epiboliMarco Ludovicoargent Lumialberta MenegaldoMiriam Peraroconcita Piazzaangela robusti riccardo ruvoloStefano ToniatoGiulia Torinocaterina vignaduzzovalentina volpato

Redazione graficaGregorio carlettichiara costantiniclaudia GalloSara Giubellianna Scorretti

Illustrazione e fotografiaalberto bassanGiulia carraroandrea Giacomettialessio Gobbiscarlo Lissaumberto PertosaFederico Maria PivettaLaura PortesanJacopo Trabuio

Blogelisa cortelazzoSara dottoandrea Gambardellaandrea MarchesiniLetizia Mion

onlinehttp://[email protected]

Tutor di coordinamento valentina amarillianiel Guxholliroberta ScapinSami Sinella

Coordinamento generaleesther Giani

le immagini di copertina documentanole strutture temporanee presenti nel paesaggio urbano di venezia.in questo numero foto di andrea Giacometti.

Progetto grafico W.A.VE. 2011Leonardo Sonnoli - Tassinari/vetta, con irene bacchi (identità visiva), con Monica Pastore, anna Saccani, anna Silvestri (quotidiano)

erraTa corriGeSi PreciSa cHe NeLL’arTicoLo a P. 5 deL N. 1 di «W.a.ve.» TaTJaNa ScHNeider ParLa a NoMe di aGeNcY e FraM_MeNTi

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avvisiappUntamenti

ateLier cOnFerenZe Binate/LectUres audiTorium sanTa marTa28 giugno–8 luglioore 17:00in sinergia con la regione veneto, celebriamo il decennale dei workshop dedicandolo al territorio. Lo abbiamo fatto con i temi ma anche con le conferenze che avranno un unico tema, urban regeneration, che sarà declinato di volta in volta, sulla base delle esperienze dei relatori.

urban regeneration: esperienze a confronto Urban regeneration: comparing experiencesmoderatore chairman Giancarlo carnevale

1 luglioMutschlechner/Marini

4 luglio Spadoni/Patestos

5 luglio Navarra/Galantino

6 luglioSchneider/Lovero

7 lugliochun/deganello

8 luglioMazzanti/carnevale

regisTrazione Le liste definitive (cartacee) dei partecipanti ad ogni WS andranno consegnate mercoledì 29/06 ai tutor del coordinamento.serviziNei corridoi di ciascuna sede sono stati attrezzati contenitori appositi per la raccolta differenziata (carta, plastica, ecc.) e per i materiali scartati dai plastici. utilizzateli! all’esterno di ciascuna sede è stato attrezzato un luogo apposito per eventua-li operazioni di verniciatura spray (anche per la colla!) dei modelli o parti di esso.pulizieNelle aule: tutto ciò che sarà lasciato per terra e su sedie sarà gettato. usare i sacchetti neri forniti per un eccesso di rifiuti. Lasciarli legati in aula per lo smaltimento. Nei corridoi: tutto ciò che sarà lasciato per terra, su tavoli e sedie sarà gettato. a partire dalla iii settimana a ciascun WS sarà fornito una scopa e una paletta per una pulizia autonoma dell’aula,

soprattutto per il giorno della mostra finale!sTampe La Facoltà mette a disposizione un budget da uti-lizzare presso il centro plottaggi e stampe che si trova all’interno dell’ex convento delle Terese. dalla seconda settimana dei WS ciascun do-cente e/o relativi collaboratori potranno ritirare presso la stanza dell’organizzazione (piano terra Santa Marta) un foglio di credito nominale. Si ricorda che questo contributo è inteso per la mostra finale.plasTiciLa Facoltà mette a disposizione dei materiali di cartoleria (fogli 100X70 cm in carton legno e carton sandwich da 1/2/3 mm). a partire da mercoledì 6 luglio, ciascun docente e/o relativi collaboratori potranno far ritirare presso la stanza dell’organizzazione i materiali. Scambi di materiali potranno avvenire solo se concordati tra i labora-tori e coordinati dagli interessati. Si ricorda che questo contributo è inteso per la mostra finale.

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Workshop di a

rchitettura a veneziaanno v

venerd

ì 1 lug

lio 2011

Quotidiano dell’u

niversità iuav di venezia

coToniFicio sanTa marTa

piano terraa1 del boa2 chun/de MatteisB Patestosc crosetd Galantinoe MariniF bugatti/cattaneog carnevale/Gianii Lovero

piano primol1 rotal2 Kollhoffm1 deganellom2 correttin1 agency Schneidern2 Ficarellio1 Spadonio2 Mazzanti

magazzini ligaBue/ediFicio 6

piano terra0.1-0.3 rossetti0.2-0.4 Kéré0.5-0.7 Narne0.8-0.10 Latini

piano primo1.1-1.3 bricolo1.2-1.4 Supersudaca Rascovsky1.5-1.6 redazione Wave e blog1.7-1.9 elasticospa Pujatti1.8 Mutschlechner

piano secondo2.2 okada2.3 Navarra2.4 Kelly/borghini2.5 de architekten cie Medic + Puljiz

WS croSeT Social housing. un immenso appartamento collettivocoToniFicio sanTa marTa aula c04 luglio, ore 10:00Pietro valleConferenza: Alloggio+Prefabbricato=Housing

WS croSeT Social housing. un immenso appartamento collettivocoToniFicio sanTa marTa aula c05 luglio, ore 11:00Giorgio Macola e Sergio PascoloConferenza: progetti recenti di residenzea basso costo in Italia, Germania, Cina

WS cHuN/de MaTTeiSresidenzializzare spazi dimenticaticoToniFicio sanTa marTa aula a206 luglio, ore 9:30 davide Longhi e chun Jinyoung Conferenza: New town e housing in Corea

coMuNe di GriSiGNaNo di Zocco