INSIDE - Numero #4

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#4 INSIDE Equivalent

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Quarto numero del Magazine ufficiale di MOTOASI.

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#4INSIDE

Equivalent

INDICEEditoriale 3Due ragazze, una passione! 4Sand by me 15Una domenica da dimenticare 28Quasi al capolinea 41Natale con MOTOASI.IT 43Improve Yourself 46Preparazione Atletica 47Casale Monferrato protagonista 49Round finale 67ICC Recap 72MOTOASI Cares 78What’s App? 80Assalto alla diligenza 843 Domande a bruciapelo 89Doc’s Speech 92Focus On - Quis custodiet ipsos custodes?

95Contattaci 101

Copertina: Aereo in fase di de-collo dall’aeroporto di Caselle

Immagine di Roberto Cortese

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EditorialEdi RobeRto CoRtese

Aerei, elicotteri, insomma se uno do-vesse giudicare dalla copertina farebbe molta fatica a credere che questo sia un magazine che parla di motocross. Ma lo sapete che INSIDE è un periodico un po’ sui generis. Si perché qua non si parla di motocross, bensì di Moto-cross con la ‘M’ maiuscola, ci tengo a specificarlo. Ed anche se in apparenza

non sembra, siamo sempre sul pezzo. Solo che spesso viene comodo parlare di un tema per illustrare la si-tuazione in tutt’altro contesto. La figura retorica che descrive tale processo logico e cognitivo si chiama metafora, dal greco μεταφορά, ovvero “io trasporto”: il suo utilizzo sottende il trasferimento di significato basandosi sull’esistenza di un certo qual rapporto tra il termine di partenza ed il termine metaforico, appunto.

Vi introduco all’argomento con un semplice esem-pio. All’inizio del secolo scorso, i fotografi (solo quelli che usavano la testa però) cominciano a capire che ci possa essere qualcosa che va oltre rispetto a ciò che è documentato in un’immagine. Iniziano a compren-

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dere che mostrare un soggetto potrebbe risultare in una lettura totalmente differente a seconda del con-testo. Alfred Stieglitz, per esempio, uno dei cardini della storia della fotografia, prende il suo amato ban-co ottico e comincia ad acquisire immagini di nuvole. Intitola la sua serie Equivalent, proprio per illustra-re la polivalenza delle sue immagini. Vi porto solo un esempio della serie che però traduce molto bene ciò di cui ho parlato finora.

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Banalmente, per tornare al nostro campo, io posso pensare di mostrare la foto di una moto con una par-ticolare tabella e realizzare la mia metafora. Il tutto funzionerà solo per coloro i quali avranno gli stru-menti necessari per capire di chi è quella moto, poi-ché conoscono a chi appartiene la tabella. Ergo, sono riuscito a parlare di un pilota senza mostrare il suo volto, bensì utilizzando metaforicamente la sua mo-tocicletta.

E così come la metafora trasporta un significato da un termine ad un altro ad esso legato, così anche que-sto numero di INSIDE funzionerà da traghettato-re verso l’approfondimento del tema legato, ancora una volta metaforicamente, alla copertina. Il valore indicale di tale immagine è un indizio per cominciare a comprendere quale sia il valore metaforico ad esso associato. Chiaramente non vi svelerò qui quale sia tale significato, in quanto mi piacerebbe che voi stes-si affinaste gli strumenti per comprendere ciò di cui non stiamo parlando esplicitamente (tranquilli, non è un’impresa titanica). Credo che tutti voi abbiate un cervello, usatelo. Con questo numero di INSIDE spe-ro di contribuire all’affinamento di alcuni strumenti oppure al riutilizzo (per i meno avvezzi) all’ingrato compito di ragionare. Sono certo che ciò che leggere-te servirà alla vostra crescita in una dimensione del motocross meno materiale, ma sicuramente altret-tanto importante.

Per come la vedo io, crescere non significa imparare delle risposte a memoria; vuol dire, invece, acquisire

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una serie di strumenti che consentono la formazione di un’opinione. Soprattutto perché vogliamo uscire dalla logica del “o con noi, o contro di noi”. Per favo-re, il ventennio è finito da quasi cento anni e vorrem-mo che cominciaste tutti quanti ad usare il cervello invece che sbraitare a vanvera su Facebook.

Ecco allora cosa leggerete in questo numero: una mas-siccia presenza femminile ci racconterà alcune delle ultime gare della stagione, come sempre condite dal meglio delle foto che ancora non avete visto su nes-sun altro dei nostri canali. Seguiranno poi un paio di avvisi per gli appuntamenti di fine stagione e un mini contest, se così vogliamo definirlo, che riguarda il canale di Instagram. I soliti nostri video riguardan-ti la preparazione tecnica ed atletica arrivano invece per staccare un attimo la spina dal mondo delle com-petizioni, per poi riprendere il filo del discorso ma sul fronte ICC con le battute finali del campionato. Un riepilogo sulle situazioni degli infortunati assie-me alle app del mese spezzeranno la tensione, che prontamente risalirà nell’affrontare l’ultimo blocco di INSIDE#4. Dulcis in fundo, ci godremo l’opinione di Andrea De Beni, le tre domande scomode ad Yves, il paradosso descritto dal nostro Dottore ed infine un Focus On al vetriolo. Giusto perché poi a Natale sia-mo tutti più buoni, ne abbiamo approfittato adesso per sfoderare qualche ultima stoccata degna di nota.

En guarde! E buona lettura.

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duE ragazzE, una passionE!

di Rossella Fantoni e elisa naRdin, immagini di RobeRto CoRtese

Ormai la nostra amicizia dura da più di un anno. Do-menica dopo domenica, tra allenamenti e gare, ab-biamo imparato a conoscerci e a capirci sempre più. Tutte e due legate da quello sport che per noi è diven-tato una vera e propria passione. Noi e il Motocross. Iniziamo già il martedì a programmare il week-end, solo perché il lunedì siamo ancora troppo stanche dalla domenica. Con il calendario sotto mano vedia-mo cosa ci aspetta: allenamento o gara. Se dobbia-mo allenarci non ci sono molte difficoltà, si decide la pista, si consultano i papà, qualche messaggio agli amici per essere un bel gruppetto e via che si par-te. In sella alle nostre moto in settimana, per capire come affrontare ogni curva, cercare di chiudere qual-che salto e se proprio siamo in vena prendere anche un canale. Ma se la domenica successiva abbiamo la gara tutto cambia! Ci sentiamo almeno una volta ogni giorno, per tutta la settimana. Allora sei carica? Hai controllato il meteo? Chissà con chi ci mettono? Si perché per noi è importante anche la categoria. Non

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ci dimenticheremo mai quando a Pinerolo hanno ab-binato femminile e Over40 gold, 12 minuti + 2 giri, tolto il casco non riuscivamo nemmeno più a parla-re dalla stanchezza, ma allo stesso tempo eravamo orgogliose di essere riuscite ad affrontare la nostra prima gara insieme.

Questa volta la gara si è svolta a Salmour. E come sempre iniziamo a sentirci ad inizio settimana: il pri-mo messaggio arriva martedì mattina, poi mercole-dì pomeriggio con qualche pettegolezzo, così anche giovedì e venerdì. E poi arriva il sabato prima della gara, chi si sveglia per prima scrive subito all’altra, dobbiamo decidere dove metterci con i camper, cosa fare la sera, a che ora andare a letto, quando fare il giro della pista a piedi, a che ora la colazione e molte altre cose.

Questa volta però c’è un problema. Non abbiamo mai visto la pista. La tensione del sabato è più forte del solito. Ma non ci abbattiamo. La prima che arriva in pista è Elisa, prende il posto e subito via a vedere il nuovo tracciato e ad aspettare l’amica. Arriva la do-menica mattina, si sentono i primi rumori, ci sve-gliamo e con la scusa di portare Rocco a fare un giro iniziamo a studiare la situazione. Rocco è la mascot-te del gruppo ovvero il cane di Rossella. Salutiamo i più mattinieri e ci dirigiamo subito a dare un’occhia-ta alla pista prima della colazione. Pista spianata e bagnata alla perfezione, iniziamo a guardarci intor-no e cerchiamo di capire le traiettorie migliori. Con le licenze in mano andiamo ad iscriverci e ne appro-

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fittiamo per guardare anche i cancelletti. “Secondo me è meglio partire tutto a sinistra”, “no secondo me dobbiamo metterci al centro”. Dopo qualche valu-tazione tecnica torniamo al camper e aspettiamo il programma della giornata mentre prepariamo l’ab-bigliamento e, magari, aiutiamo anche i papà a sca-ricare le moto. Arriva il programma, facciamo le ulti-me considerazioni e iniziamo a vestirci. E’arrivato il nostro turno di prove libere, la tensione inizia a farsi sentire; prova del transponder, una di fianco all’al-tra, lasciamo partire tutti e poi via. Quei dieci minuti per noi non sono mai abbastanza, ma dobbiamo ac-contentarci. Il primo giro si guarda il tracciato e dal secondo cerchiamo di dare gas per vincere la prima gara col cronometro (o con la clessidra come dicono i più simpatici). Bandiera a scacchi. Fuori, le prime impressioni sulla pista non sono bellissime; siamo abbattute perché non riusciamo a ricordarci bene il tracciato ma andiamo lo stesso a vedere i tempi. Per cercare di non pensare alla brutta qualifica spiamo le traiettorie degli altri e tra una chiacchiera e l’altra andiamo al camper.

Dopo una lunga pausa pranzo siamo pronte, arriva-no le solite raccomandazioni delle mamme, i papà ci portano al preparco e stanno con noi fino allo schiera-mento dietro il cancelletto. I loro ultimi consigli e ri-maniamo solo noi. Ci capitano i cancelletti a sinistra, ci mettiamo vicine come sempre. L’ultimo sguardo. Bandiera verde. Quindici secondi, poi cinque. Giù il cancelletto. Inizia lo spettacolo. Arriva il momento più atteso della settimana. Alla prima curva erava-

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mo una di fianco all’altra, ci davamo carica in mezzo a tutti gli altri. Questa volta dieci minuti più due giri sono volati. Ci troviamo al camper e iniziamo a par-larci, a farci i complimenti per la grinta in partenza ma il problema più grosso rimane: la pista non riu-sciamo a capirla. Nonostante tutto andiamo a vedere i tempi. La prima soddisfazione: l’abbiamo abbassa-to di cinque secondi in questa prima manche. Tutte contente andiamo a congratularci anche con le atre ragazze e poi finalmente un po’ di riposo. Non troppo però perché hanno tolto la seconda pausa. Nel giro di un’ora e mezza siamo di nuovo una di fianco all’altra dietro al cancelletto. Bandiera verde, ultimo sguardo e via. La partenza della seconda manche è stata più emozionante, eravamo concentrate e sempre li vici-ne, spalla contro spalla. Vola anche la seconda man-che e questa volta le espressioni sui nostri volti a fine gara sono diversi. Siamo contente perché finalmente siamo riuscite a capire il tracciato. Come sempre ci guardiamo, ci facciamo i complimenti e andiamo a vedere i tempi. Abbiamo abbassato ancora di qualche secondo.

E anche questa domenica abbiamo capito qualcosa in più della nostra passione. Il motocross è uno sport che non ammette improvvisazione. Richiede allena-mento e preparazione. Presentarsi su un tracciato mai visto, affrontando subito una gara, non porta buoni risultati. Ma noi non ci abbattiamo, anche se è una pista molto lontana l’anno prossimo andremo a provarla per cercare di dare il massimo come nelle altre gare.

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sand by mEdi andRea FeRigo, immagini di RobeRto CoRtese

Devo galleggiare come ho visto fare dai grandi cam-pioni in TV, non mollare mai il gas, evitare i contatti, ma soprattutto non cadere proprio in queste sabbie mobili. Ecco il cartello dei quindici. Sbrigati a scen-dere maledetto pezzo di ferro pitturato anche male. Cinque secondi, butta la marcia. Un attimo, faccia-mo un passo indietro!

Domenica sei ottobre si è corsa a Ottobiano la quin-ta e quarta tappa, rispettivamente del Regionale MX1-Over40-Femminile e del Regionale 2T con l’ag-giunta di un Interregionale, a cui ho preso parte per imparare una pista a me nuova.

Le condizioni atmosferiche hanno preoccupato non poco tutti i piloti e già dalle prime luci dell’alba di do-menica si intuiva che anche questa volta non si po-teva stare tranquilli e asciutti per tutta la giornata. Ma in fondo cosa importa? Ottobiano è sabbia allo stato puro e si corre di sicuro! E quindi: levataccia, colazione, carica moto, mamma, papà, ragazza, cane, poi viaggio e che spettacolo il colpo d’occhio quando si arriva: un impianto da bava alla bocca, paddock su asfalto, circuito con tribuna coperta, servizi al calduc-cio e soprattutto un bar/ristorante ben attrezzato.

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Parcheggiamo e iniziamo subito i preparativi, perché la tensione si percepisce nell’aria: cappuccio, brioche e una sana chiacchierata tra amici. Insomma siamo qui soprattutto per divertirci o no? Scarichiamo e prepariamo la solita “tendopoli” anti-pioggia, perché inizia a sentirsi qualche gocciolina e nel frattempo noto che tra noi c’erano altri “drogati” di adrenalina non su moto tassellate, bensì con le loro motard, an-che loro qui per partecipare ad una competizione!

Infilati gli scarponi si fa un mezzo giro di pista giusto per iniziare a memorizzare curve e salti. Già qui capi-sco che il terreno è una favola e che ne vedremo del-le belle per riuscire a stare in sella. Nel frattempo il programma di giornata viene stilato: ultima manche alle 19. Faccio due calcoli e capisco che mi aspetterà una pista massacrata e, viste le nuvole minacciose, un terreno ancora più pesante, ma non importa. Le cronometrate iniziano e dalla collina di sabbia adi-bita al pubblico osservo come se la cavano gli altri. Intanto butto un occhio alla gara di motard che si disputava in contemporanea, giusto per farmi una “cultura” differente! Nel frattempo inizia a pioviggi-nare più insistentemente.

Finalmente arriva il turno di crono dell’Interregio-nale e mi preparo a scendere in pista insieme a tanti piloti forti, forse anche troppo! Mi sentivo un aereo da turismo in mezzo ad una squadriglia di F16, ma almeno in quei dieci minuti sono riuscito a memo-rizzare la pista. Appena torno al furgone mi rendo conto che correre sulla sabbia mi piace veramente

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tanto, sebbene non sia semplicissimo e forse forse mi ci vuole un po’ più di pratica. Accantonate le pre-occupazioni e il fiatone, preparo la moto per la prima manche e corro a vedere le gare del mio gruppo di amici negli Esordienti: la loro parola d’ordine è fare bagarre! E ci riescono davvero, ma sempre con cor-rettezza, per dare spettacolo e far divertire!

Nel frattempo la nostra amica pioggia si era fatta lar-go più insistentemente su Ottobiano e nel momento della mia prima manche cominciava a essere fasti-diosa, ma lo show può continuare senza problemi. Mi preparo al cancelletto senza dare troppo peso alla posizione. “Voglio partire senza rischiare nulla e fare la mia gara tranquillo - mi ripetevo - ma qualche sod-disfazione me la voglio togliere dai!”

Dopo una partenza tranquilla evito il solito mucchio e inizio a infilare dei buoni giri, senza rischiare trop-po. Mi sento anche in forma nonostante la pioggia avesse appesantito il terreno. Battaglio con qualche pilota e poi arriva il momento del fattaccio: mi faccio passare da un pilota molto più veloce, caduto in par-tenza, ma poi mi si stende subito davanti e non riu-scendo ad evitare la sua moto lo emulo. Mi ero detto di non cadere, di evitare rischi inutili, di evitare con-tatti e poi come un salame mi sono steso alla prima occasione. Mi rialzo e ci metto un po’ per riaccendere la moto, ma riesco comunque a terminare la gara.

Ritorno al mio “accampamento”, mi riprendo dalla fatica e inizio a fare un check-up alla moto, ma per

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fortuna non vedo danni e allora opto per un po’ di relax. Ci rifugiamo al bar per mangiare e scaldarci un pochino. E’ da questo momento che la pioggia dà il peggio di sé, scatenando un acquazzone insistente e intenso, tanto da non garantire neppure la visibilità dei piloti impegnati in pista, nonostante quest’ulti-ma continuasse a reggere bene!

Purtroppo il mio check-up era stato fatto troppo fret-tolosamente: in realtà avevo l’anteriore a terra. In questi momenti ti fai prendere dalla frenesia e inizi a smontare in fretta e furia la ruota per sostituire la camera d’aria bucata, ti chiedi chi diavolo te lo abbia fatto fare, ma nonostante questo il tuo unico pensie-ro è correre e concludere la tua gara. Gara, che però, viene sospesa per la troppa pioggia che stava caden-do copiosa e qui tiro il fiato: giornata finita.

Nonostante la sfortuna della caduta e l’arrivo della pioggia, mi ritengo soddisfatto della domenica: in fondo mi sono divertito insieme ai miei amici, alla mia ragazza e alla mia famiglia. La pista mi ha col-pito molto, come anche gli sbandieratori veramente molto professionali ed attenti, come dovrebbero es-sere sempre per la nostra sicurezza.

Ero partito al mattino con l’intenzione di provare una pista nuova e alla fine ci sono riuscito e per di più ho preso anche le misure. Meglio di così non po-tevo proprio chiedere!

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una domEnica da dimEnticarE

di FedeRiCa Rizza, immagini di RobeRto CoRtese

Eravamo in pista già dal sabato sera, solita cena in compagnia e un dopo cena ricco di risate e diverti-mento tra amici, ovviamente senza andare a dormi-re troppo tardi perché i piloti devono essere riposati per le gare del giorno successivo.

Domenica mattina, subito dopo le iscrizioni, i primi ad entrare in pista per le prove cronometrate sono gli Over 50 Silver e Gold; quest’ultima è la categoria dove corre mio padre. La giornata non comincia per il verso giusto perché dopo due giri c’è la caduta di due piloti, entrambi riportando lievi fratture.

Il tutto continua con le prove cronometrate delle altre categorie, fino ad arrivare a mezzogiorno circa, quan-do cominciano le prime manche. Lo speaker chiama “Over 50 al pre-parco”, ed è quello il momento in cui pensi che andrà tutto per il meglio senza però farlo notare, per non preoccupare ulteriormente il pilo-ta prima della partenza. Ecco la bandiera verde che passa davanti ai cancelletti, tutti sono pronti; passa anche il cartello dei quindici secondi e ne mancano

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solo più 5. In quel momento ho sempre il vizio di ab-bassare la testa, chiudere gli occhi e stringere i den-ti dall’agitazione, fino a dopo la prima curva. Alzo la testa, il papi è messo bene, è in quinta posizione, accosto la pista per arrivare fino all’area segnalatori. L’ansia è sempre più forte e nella mente pensi “Papà usa la testa, vai piano, anzi no vai forte!”. Non so ne-anche io cosa pensare.

Passa il rettilineo che conta il primo giro. A metà pi-sta del secondo giro c’è un’altra caduta subito dopo un salto. In quel momento, credo sia stata frazione di un secondo, vedo arrivare mio padre che rallen-ta, ma che per non andare addosso al pilota a terra, non riesce però a schivare la sua moto. Vedo solo mio papà rotolare e la sua moto che gli arriva dritta sulla schiena. Bandiere gialle, alcuni rallentano, mio pa-dre si inginocchia, si spera nulla di grave, non faccio in tempo a girarmi un attimo che lui si ricorica in mezzo al salto e le moto che non rallentano più, per loro è bagarre.

Entrano i soccorsi, mettono mio papà sulla barella e cercano di uscire dal tracciato.

Arrivano all’ambulanza, il medico sceglie di portarlo in ospedale a Novara per accertamenti con delle la-stre, mia mamma sale con mio papà. Io avevo solo un profondo magone, che trattenevo in quel momento, e che non mi faceva proferir parola. Lui invece mi guarda e mi dice “Che sfortuna, la pista non era nien-te male, mi stavo divertendo ed ero pure quinto!”. Il

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medico cerca di sdrammatizzare e l’ambulanza parte.

Nell’attesa di aver notizie, assistiamo alle gare delle altre categorie arrivando alla seconda manche degli Expert, dove, oltre ad alcuni amici, gareggia anche il mio fidanzato. La gara comincia; cerco un posto dove poterla seguire al meglio. Ad un certo punto sento un boato. Tutto il pubblico rivolto verso sinistra. Mi avvicino. Il mio fidanzato sta continuando a girare insieme agli altri piloti, ma la persona a terra è un amico. Il dispiacere aumenta ancora di più. Le ban-diere gialle sventolano, ma giustamente il direttore di gara preferisce subito fermare la manche e punire i piloti che gareggiavano per non aver rispettato le bandiere.

A quel punto si riconsegnano i trasponder, ma il pen-siero è avvicinarsi all’ambulanza e sapere cosa è suc-cesso al pilota rimasto a terra, anche lui poi diretto verso l’ospedale.

Non si può negare che questo vostro sport, è tanto meraviglioso quanto pericoloso; per questo bisogna usare sempre la testa, proprio per non creare conse-guenze nefaste a se stessi e agli altri. Concludo con un grandissimo in bocca al lupo agli infortunati: spe-ro di non assistere più a giornate tristi così, anche se fanno parte di questo “gioco”. E’ un divertimento, sono gare amatoriali, si sta in compagnia e l’obbietti-vo deve rispecchiare questi valori.

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Quasi al capolinEa

di Yves valenza

Colgo l’occasione dell’uscita di questo numero di INSIDE per annunciare ufficialmente che sarà possi-bile rinnovare la propria licenza a partire dal primo dicembre prossimo. Come sempre, la richiesta cor-redata di tutta la documentazione necessaria deve essere inoltrata a MOTOASI.IT tramite il motoclub presso cui intenderete associarvi per la stagione 2014 (intesa come anno solare). Va da se che tan-to più presto ci farete avere la richiesta, quanto più in fretta avrete a disposizione la vostra licenza an-che solo per potersi allenare durante l’inverno. Come ogni anno, inoltre, le tabelle utilizzate nella stagione 2013 verranno conservate per due mesi, ovvero dal primo dicembre 2013 fino al trenta gennaio 2014; dopo questa data, il numero sarà a disposizione di chiunque voglia utilizzarlo.

Altro evento importante che si terrà il primo di di-cembre sarà la cerimonia di premiazione per la sta-gione in corso. Come ogni anno siete tutti invitati al ristorante “Il Mago” di Caluso, sito in Via Belvedere

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58 (per ulteriori info visitate il sito web www.mago.it). Anche quest’anno cominceremo con le cerimonie di premiazioni dei Quad, dell’Epoca e dei Mini al mat-tino; tutte le altre categorie saranno invece premiate durante il pomeriggio. L’elenco dei premiati è visibile sulle classifiche di ogni categoria: i nomi evidenziati nella graduatoria finale saranno premiati; detti pilo-ti verranno inoltre raggiunti da una missiva a casa proprio per comunicare l’ufficialità della premiazio-ne. Inoltre, invito caldamente chi è intenzionato a pranzare con noi ad aderire all’evento Facebook che abbiamo creato (link), di modo da poter ottimizzare i tempi ed offrirvi il servizio migliore possibile anche in collaborazione col personale del ristorante.

Spero vivamente di vedervi tutti per potervi porgere il nostro arrivederci all’anno prossimo ed anche per cominciare ad introdurvi ad alcune delle novità che abbiamo in mente per svecchiare la nostra attività. Mi raccomando, accorrete numerosi!

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natalE con motoasi.it

di luCa lombaRdi

Vi propongo un’idea: e se per Natale ognuno di noi addobbasse la propria moto e postasse la foto con l’hashtag #MotoasiAncheaNatale ? Date libero sfo-go alla vostra creatività e fateci vedere cosa sarebbe l’albero se avesse le fattezze della nostra bella. O se preferite potreste anche inscenare un presepe viven-te in versione tassellata! Qualunque idea coinvolga il nostro mondo interpretato in chiave natalizia ironi-ca sarà ben accetto! Durante il mese di dicembre sarà attiva la condivisione automatica sulla nostra pagina Facebook così tutti potranno vedere le vostre splen-dide creazioni.

Buone feste in anticipo da tutti noi e fateci divertire con le vostre immagini!

link!46 - Inside Settembre - Ottobre 2013 - Numero #4

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#motoasijesolo

by cikita22

# m o t o a s i v o l p i a -no #motocros #ab-bonbazza #kawa #spaccatutto #tie-niaperto #trapunti-no

by e_9_e

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Ready to race #mo-toasiottobiano #lb67 #mx #ktm #carichis-simi

by giggia67

#motoasiottobiano #si inizia!

by diga8

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improvE yoursElf

di andRea nigRo

Autunno, inverno, estate o primavera. In tutte le stagioni capita di bucare e dover cambiare una gom-ma. Si, ok ma come? Sempre molto semplice a dirsi, ed un po’ meno a farsi, soprattutto se nessuno ce lo ha mai fatto vedere. Bene, è arrivato il momento di colmare questa lacuna! Eccovi pronto l’ultimo video che parla appunto della sostituzione della gomma, condita con i soliti accorgimenti tecnici che fanno la differenza. Il consiglio è ovviamente quello di pro-vare a fare un po’ di pratica con una già bucata giu-sto per impratichirsi un po’ con i vari ferri del me-stiere, per poi poter essere efficienti nella procedura in caso questo accada durante una domenica di gara dove magari abbiamo due manche vicine. Spero che i consigli di quest’anno siano stati utili, noi abbiamo fatto del nostro meglio per darvi qualche semplice consiglio per migliorare sensibilmente le prestazioni delle vostre amate (moto, ovviamente); nel caso do-veste avere bisogno di me, sapete dove trovarmi ai paddock di MOTOASI.IT. Buona visione! link!

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prEparazionE atlEtica

di andRea Caponio

Ultimo numero del 2013, gare finite (o quasi) ed ecco alle porte un altro inverno ad attenderci. Certo, sen-za nessun trofeo la domenica sarà dura andare avan-ti: abbiamo tutti bisogno di quella dose di adrenali-na che ci faccia desiderare ardentemente il weekend per sentire nuovamente un’altra scarica. Io tuttavia cerco di vedere in prospettiva questo periodo: non avere gare nel breve termine significa potersi allena-re per colmare le lacune che abbiamo, sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista della prepara-zione atletica. Proprio per questo motivo, per questo numero di INSIDE abbiamo preparato una clip dove parliamo di alcuni esercizi che possiamo affiancare alla imprescindibile preparazione tecnica, di modo da poter essere subito al top della forma per le prime gare della prossima stagione.

Auguro a tutti una fine dell’anno proficua e pie-na di allenamenti; come sempre, se avete qual-che domanda non esitate a scrivermi all’indirizzo [email protected].

Buon allenamento!

link!

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viEnici a trovarE in

strada san giorgio ciliano 9

san giusto canavEsE

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casalE monfErrato protagonistadi RobeRta Chemel, immagini di RobeRto CoRtese

Si è conclusa la quinta prova in calendario, nonché penultima gara di campionato che si è svolta a Casa-le Monferrato, in terra Piemontese, su di un circuito che si dispiegava sull’intero tracciato della pista da cross e nel bosco adiacente, per un totale di circa cin-que minuti e mezzo al giro.

Ringraziamo il Mc Elite Motorsport che ha lavorato affinchè il tracciato risultasse divertente ed entusia-smante, in particolar modo ringraziamo Diego Por-tavariolo e Michele, suo instancabile braccio destro.

Cominciamo con la gara del mattino che vedeva im-pegnate le categorie: Woman, Super Senior, Sport2, Junior e Beginner.

Grandi protagoniste di giornata sono state le ragazze, che hanno saputo lottare in un’entusiasmante gara. Presenti Anna Sappino, che, oltre a vincere la gara, si aggiudica anche la Coppa Soloenduro per il giro

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femminile più veloce; seconda posizione per questa gara (ma prima in classica di campionato) Cristina Marrocco e terza la campionessa italiana ICC 2012, nonché vincitrice del titolo europeo della scorsa sta-gione, Paola Riverditi. Quarto posto, invece, per mo-torallysta Serena Ghione.

Ricordiamo che Sappino, Marrocco e Riverditi sono stati alla “Six Days” in Sardegna a fine settembre per combattere per il titolo italiano in squadra.

Presente oggi sul campo di gara di Casale Monferra-to anche Francesco Catanese, che con con la sua 990 si è distinto, come sempre, per l’agilità con cui “ma-novra” questi giganti in tutta scioltezza, anche su di un percorso misto cross ed enduro.

Nella categoria Super Senior, la lotta interminabile tra Schiochet e Ballati (che rompe la frizione durante la gara) non si conclude nemmeno ad una prova dalla fine. I due dovranno lottare fino all’ultimo per vince-re il titolo italiano.

Salgono quindi sul podio, in questa quinta prova, Enzo Schiochet del Mc Schio, Tampieri Luciano e Bal-lati Massimo entrambi del Team Bardahl smr, rispet-tivamente primo, secondo e terzo. Nella Sport2 sal-gono sul podio Borghi Alessandro, Pozzi Alessandro e Monaco Ermanno. Borghi, vince inoltre la coppa Soloenduro per il giro più veloce con 4:45.198. Anche in questo caso, la finale sarà decisiva per la conqui-sta del titolo italiano. Nella Junior, Ceriotti Stefano si riconferma vincitore, seguito da Napoli Lorenzo e

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Golutti Gianmario.

Per quanto riguarda la Beginner, una penalità costata 5 minuti ad Andrea Piazzesi, scombina il risultato di giornata. Vincono, la quinta gara corsa a Casale, Fe-deli Guido dell’Old Farm, seguito da Melandri Mau-ro e Giangeri Tommaso. Gandini Tommaso di Cesco-corse, conquista il quarto posto, ma la lotta tra lui e Piazzesi (che si ritrovano ora a pari punti) è aperta e la finale del 29 sarà decisiva per il titolo.

Nella seconda gara della giornata hanno preso il via le categorie: Pre Senior, Exper e Pro. Anche in questo caso la lotta è stata entusiasmante. Nella categoria Pre Senior, vince il veterano dell’ICC Massimiliano Ceriotti del Mc Altomilanese, seguito dall’emiliano Romano Fontana del team Bardahl smr e da Zanatta Leonardo. Nella Expert, buon sangue non mente, e Ceriotti Norman, sale sul gradino più alto del podio, seguito da Faravelli Fabio staccato solo da una man-ciata di secondi e terzo Urgnani Roberto con un di-stacco veramente minimo.

Nella categoria Pro, la lotta al cardiopalma tra Val-secchi e Graziani ci ha accompagnato per tutto que-sto campionato. Il doversi fermare per rifornimento penalizza Graziani e agevola Valsecchi che va a vin-cere con un secondo di vantaggio. Ottima prestazio-ne anche per Mauro Rolli. Vincono quindi, Valsec-chi Stefano del Fast Team, Graziani Duccio del Team Bardahl e Rolli Mauro del Mc Sebino, rispettivamen-te primo, secondo e terzo. La coppa Soloenduro per

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il giro più veloce della manche del pomeriggio, va a Duccio Graziani con 4:34.908.

Si è aperta una parentesi all’inizio di questa secon-da manche, con due piloti eclettici che, in previsione alla partecipazione al Transanatolia 2013 che si cor-re in Turchia, il team Vespe formato da Andrea Revel Nutini e Marcello Dibrogni hanno girato il loro video di presentazione e testato le loro Vespe allestite per il rally, all’interno dell’ICC che è stato lieto di acco-glierli. Un grosso in bocca al lupo per la straordinaria impresa da parte di tutti noi!

Come sempre, grande spettacolo anche per quel che riguarda la categoria dei Quad.

Per la classe Marathon, epica battaglia tra Rondani-ni Massimo del Galaxy Team e Versaci Loris di HP4 & Group che conduce la gara fino a qualche minuto alla fine, ma che in seguito ad un guasto, perde una posizione. Salgono quindi sul podio, Rondanini Mas-simo, Versaci Loris e Silingardi Andrea.

Per quanto riguarda le coppie: il team Adrenalina con Alercia e David si aggiudica la coppa dei primi classi-ficati, seguiti da Vottero e Virga. Terza la coppia for-mata da Ioli e Ciceri.

Un plauso di merito particolare va ai ragazzi Ioli Mat-tia e Alberti Maurizio, i più giovani del gruppo che sanno tener testa agli adulti con tenacia e determi-nazione, ottenendo inoltre ottimi risultati.

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round finalEdi RobeRta Chemel, immagini di maRCo saCChi

A Fara Vicentino, sul Crossodromo San Giuseppe, grazie all’impegno del Mc Schio coordinato dal pro-prio presidente Giorgio Tisato, si è svolta l’ultima prova dell’Italian Cross Country 2013.

Un percorso sviluppato sulla pista che si dispiegava in un fettucciato condito da ostacoli artificali e da un tratto di enduro molto tecnico nel bosco. Giro medio 4 minuti.

Le condizioni meteo avverse hanno graziato la prima parte della giornata, dove hanno preso il via le classi: Super Senior, Sport2, Junior e Beginner consenten-do il regolare decorrere della gara.

Meno fortunate le classi della seconda manche: Pro, Expert, Pre Senior e Coppie che, a causa della pioggia battente che ha cominciato a scendere dopo 45 mi-nuti di gara, non consentiva più il regolare procedi-mento e pertanto la corsa si è chiusa in anticipo.

I quad, nostro malgrado, non hanno potuto gareg-giare, considerando la non praticabilità in sicurez-za del percorso, pertanto per loro il campionato si è concluso con una gara in meno.

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icc rEcapdi RobeRta Chemel, immagini di maRCo saCChi

Tempo di bilancio per l’ICC 2013 che, quest’anno, a causa delle prime due gare rinviate per maltempo, ha faticato a decollare e si è concluso con lo stesso mal-tempo che ne ha caratterizzato l’inizio di stagione.

Molte riconferme da parte di piloti veterani del Cross Country assieme a qualche nuova entrata, sono sta-ti i protagonisti di tutto questo campionato, oltre all’ingresso della classe Quad che, per la prima volta, è entrata in scena all’interno dell’ICC.

Un trofeo che fa parte di un circuito europeo, quello dell’XCC European Cross Country della tedesca Ba-boons e che comprende, oltre all’Italia, anche l’Au-stria, la Germania e l’Inghilterra.

Una formula di gara che ha riscontrato e continua a riscuotere un ottimo feedback. Novanta minuti di corsa per i piloti, i quali vengono suddivisi per classi d’appartenenza, in base all’esperienza o in base alla fascia d’età. Inoltre una classe dedicata interamente al mondo femminile e una agli esordienti.

Una formula snella, che consente ai piloti di ripartire dopo la propria manche, eseguendo le premiazioni di giornata dopo ogni batteria, senza dunque impe-

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gnare l’intera giornata. Novanta minuti in cui ci si toglie la voglia di correre in un tracciato che unisce la parte crossistica a quella enduristica e che, grazie a questo mix, riesce ad abbracciare le due discipline in un confronto sportivo unico.

Tra i grandi protagonisti della stagione 2013 i piloti, provenienti da svariati regioni italiane: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta, Lazio, Liguria, Toscana, Friuli, Sicilia e dalle vicine Francia e Svizzera. Ovviamente, grandi protagoni-sti anche i circuiti e i motoclub che hanno ospitato e organizzato gli eventi, tra i quali il circuito “Rena-to Morletto” di Rivarolo Canavese e Daniele Ravio-la (Denis), Ezio Cassiani e il Mc La Barbaiola per la pista di Castelvetro Modenese. Ancora, l’Mc Pistons Valley e Salmour Off Road Park capeggiati da Ro-berto Gazzola dove peraltro ha preso parte all’even-to anche il grande Andrea De Beni del Garpez Team che ha saputo dimostrare con entusiasmo e tenacia che non esistono ostacoli fisici quando ha dominare è la passione. Infine, il Motopark Piacenza e Gabrie-le Milanesi oltre ovviamente a Diego Portavariolo della pista di Casale Monferrato, dove hanno corso le tre ragazze che hanno poi rappresentato l’Italia all’ISDE 2013, ovvero Cristina Marrocco (detentrice del titolo italiano ICC 2013), Anna Sappino e Paola Riverditi (detentrice del titolo europeo XCC 2012) e per chiudere, il Crossodromo San Giuseppe dove la finale italiana è stata organizzata da Giorgio Tisato del Mc Schio in collaborazione con Vanni del Mc Fara

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e dove è stato premiato, oltre ad altri piloti, Stefa-no Valsecchi detentore del titolo italiano classe Pro 2013 e Rondanini Massimo nella categoria Quad.

Grandi risultati anche durante la finale europea che quest’anno si è svolta a Launsdorf, in Austria. I piloti italiani hanno conquistato ben due titoli di campioni assoluti (Cristina Marrocco nella categoria Woman e Alessandro Borghi nella categoria Sport2); a loro ovviamente vanno i nostri più sinceri complimenti, siamo orgogliosi di averli nel nostro trofeo.

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motoasi carEs

di RobeRto CoRtese

Pochi infortuni ma di entità importante hanno carat-terizzato questi ultimi due mesi: talvolta coinciden-ze, altre volte disattenzione. Quello che mi sento di dire è mai abbassare il livello di attenzione e soprat-tutto non ragionare come una persona singola. Du-rante una gara siamo un tutt’uno assieme alla pista e agli altri piloti: se si fa male gravemente qualcuno, muore un pezzo di tutti noi, un pezzo di motocross. Diamo il massimo ma con rispetto per il nostro sport. Come sempre, agli infortunati un augurio di pronta guarigione ed un arrivederci in pista.

Andrea Pinna - Esordienti MX2

Dopo l’incidente della gara di Vigliano Biellese, An-drea è stato operato d’urgenza per la frattura del pol-so; ha poi trascorso due giorni in semi intensiva per la rottura della ghiandola surrenale e versamento di liquido nel fegato. Successivamente, è stato trasferi-to al CTO di Torino per effettuare l’intervento defi-nitivo alla mano, dove gli hanno inserito una placca

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nel polso. Recentemente ha tolto i fissatori esterni ed ha iniziato a fare fisioterapia. La riabilitazione ri-chiederà molto tempo ma cominciano a vedersi i pri-mi segni di milgioramento.

Luca Colombo - Young

Dopo aver subito una frattura scomposta ed espo-sta al braccio destro a Boves, gli sono stati rimossi a metà ottobre tutti punti di sutura (ottantasei per la precisione). Anche per lui ora c’è la riabilitazione ed i tempi previsti perché l’osso si riformi sono dai 4 ai 6 mesi. Probabilmente salterà gran parte della pros-sima stagione.

Elias Grimaldi - Expert MX2

La caduta su un panettone di Recetto gli ha provoca-to la perforazione di un polmone ma niente di rotto per fortuna. Dopo qualche settimana di pausa per-ché tutto rientri nella norma, Elias ritornerà in sella ad inizio novembre e sarà ai cancelletti per l’ultimo Regionale di Rivarolo.

Roberto Rizza - Master MX2

Sempre dal Regionale di recetto, durante la prima manche degli Over50, si frattura una vertebra (for-tunatamente senza fuoriuscita di midollo), altre tre solo con lievi fratture e quattro costole spezzate. Dopo qualche giorno in osservazione, rientra a casa però dovrà tenere il busto per tre o quattro mesi; successivamente potrà ricominciare a muoversi ab-bastanza liberamente.

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What’s app?di RobeRto CoRtese

iMotocross - Gratis

Un’altra app che va ad affiancarsi alle altre che ci por-tano news fresche sui mondiali MX1, MX2 ed MX3 se non ne avessimo ancora abbastanza. Se siete dei fan delle interfacce flat in stile iOS7 probabilmen-te rimarrete delusi da come si presenta, però i con-tenuti promettono bene quantomeno. Al momento le schede di MX1 ed MX2 sono vuote, ci auguriamo solo perché la stagione è finita. A breve speriamo co-munque di vederle di nuovo piene di notizie.

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Motocross mate - 0,89€

Un’app che definirei totale se me lo concedete. Un connubio di tutto quello che si possa avere bisogno per tenere traccia dei propri allenamenti, gare e so-prattutto per archiviare anche i vostri setup. Potreb-be essere molto comodo per poter poi analizzare qua-le sia il setup più adatto ad un certo tracciato in base alla nostra tecnica basandosi su una serie di prove che resteranno archiviate ed accessibili in qualunque momento. E ci sono anche dei consigli che talvolta possono rivelarsi utili! Insomma, vale tranquilla-mente gli 0,89€.

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Hook it - Gratis

Altro social network che vi proponiamo totalmente aderente al mondo dello sport ma soprattutto de-dicato agli sport estremi. La cosa interessante qui è poter scoprire gli altri atleti nei paraggi, oltre che ne-gozi, eventi o sessioni di allenamento programmate e visibili sulla mappa. Hook it richiede infatti l’acces-so alla vostra posizione proprio per geolocalizzare i propri servizi; inoltre, come in tutti i social network che si rispettino, è possibile condividere foto, video, le nostre fatiche e molto altro. E’ gratis, quindi si me-rita una prova!bisogno per analizzare la vostra gara.

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Motothump - Gratis

Avete presente una sorta di Instagram in cui propo-nete video, immagini e composizioni di scatti dei vo-stri allenamenti? Ecco, questo è Motothump: un’app molto semplice però interessante quando avete una serie di personaggi da seguire. Un divertente passa-tempo proprio com’è Instagram, anche se senza i fil-tri per le immagini. Anche questa gratuita quindi perché no?

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assalto alla diligEnza

di andRea de beni

Salireste mai su di un aereo sul quale non si sa dove si trova l’uscita di sicurezza? Oppure su uno dove non ci dicono dove è posizionato il giubbetto di salvatag-gio? Ovvio, no. La differenza con la scelta se correre o meno in una pista in cui le condizioni di sicurezza non sono considerate sufficienti dall’organizzatore, non è così paradossalmente lontana come potrebbe sembrare. Eppure, a volte, in virtù della smania di dare gas e di quel seppur minimo senso di onnipo-tenza che tutti, almeno una volta, abbiamo provato nella vita, almeno nella pratica del motocross tendia-mo un po’ a soprassedere. Chi è senza peccato scagli la prima lente a strappo.

L’episodio di cui in oggetto, per quanto lontano nella forma e nella sostanza da quello stesso aereo di cui sopra, ci racconta di quanto sia importante per chi organizza gare, la piena e totale condivisione di in-tenti con il gestore, senza la quale lo stesso evento sportivo può venire meno. Lungi da me prendere le parti dell’una o dell’altra fazione, anche perché men-

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tirei se non avessi pensato anche io anche solo una volta – come tutti, del resto – il più classico dei “certo che può capitare qualcosa di sfigato, ma perché do-vrebbe accadere proprio oggi? E proprio a me, poi?”.

Parliamoci chiaro. Io sono un paracarro. Uno che non vincerebbe una gara neanche se la corresse da solo. Neanche se il cancelletto si abbassasse il giorno pri-ma: probabilmente finirei comunque dietro, magari anche doppiato. Però non sono il solo a non aver al-zato mille coppe nella sua carriera. Ecco, se io parte-cipo ad una gara di motocross – o quadcross, come nel mio caso – lo faccio solo ed esclusivamente nelle piste che ho avuto modo di provare. Ho bisogno come il pane delle mie sicurezze: a trentaquattro anni ho capito da un pezzo che non sono un campione né lo sarò mai, quindi tanto vale divertirsi. E divertirsi, per me, significa prima di tutto correre in sicurezza: meno cose a cui devo pensare significa più rilassa-tezza, senza contare che quella tranquillità permet-te, anche per me che ho i moscerini attaccati dietro e non davanti, di concentrarsi in maniera assoluta sulla prestazione sportiva.

Correre in una pista diversa, in maniera sostanziale, da quella a cui sono abituato, un po’ mi destabilizze-rebbe. E onestamente vivrei l’esperienza con un pelo meno di serenità. Nell’episodio di cui è metafora que-sto numero intero – caso limite, dal quale prendiamo spunto per questa riflessione - probabilmente l’orga-nizzazione ha adottato quello che nel Codice Civile è il principio che regola molte leggi italiane, ovvero

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quello della “diligenza del buon padre di famiglia”. Ecco cambiare le regole in corsa è un po’ un “assal-to” a quella stessa diligenza, anche se qui parliamo di disciplina, di etica e di sicurezza e non tanto di carri trainati da cavalli, cowboy “ammerregani” e indiani urlanti.

Gli sport motoristici sono un insieme di discipline che avranno sempre con sé una componente incon-trollabile, qualsiasi sia il nostro grado di attenzione a tutto: dalla moto all’abbigliamento, alla cura del fisi-co. Ci sono aspetti che non sono a nostro carico e che non differiscono tanto dal fatto di mettersi o meno il casco: certo, anche senza potrebbe non succederci niente, ma perché rischiare? Senza contare che pro-prio perché le componenti incontrollabili sono tante, quelle che invece possono e anzi devono essere con-trollate, non possono venire ignorate: sono le uni-che sulle quali tutti quanti possiamo intervenire, da quelle personali a quelle oggettive e contestuali.

Il pilota che vede annullarsi una gara prova comun-que, sempre, un enorme senso di frustrazione ed impotenza. Un po’ come quando gli si cancella una vacanza, il viaggio che aspettava da mesi. Mesi di la-voro, tra l’altro. Ora che finalmente posso godermi una bella giornata, ecco che arriva la delusione. Nel caso del viaggio, per prima cosa tiro il collo all’im-piegato dell’agenzia: gli venisse un grappolo di emor-roidi nel naso, mannaggia a lui! Certo, mi dirà che la compagnia aerea, l’hotel, la situazione congiunturale ed economica, il tour operator e anche l’ambasciata

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hanno tutti remato contro e che lui non ne può nien-te. Ma intanto, è da lui che vado con una chiave da trentasette in mano. Allo stesso modo, quando una gara non va in porto, è con chi organizza che si deve andare a parlare: alla fine della fiera è lui che ci porta in una pista, che la mette in calendario e che – an-che se non sempre per motivazioni sue – la cancella, sposta o rinvia. Della serie: non è un problema mio se hai avuto dei problemi.

Già. Vero tutto. Tranne che per un motivo: la sicurez-za. Per quello, dovremmo tutti riporre nella cassetta quella stessa trentasette di un chilo e mezzo. E’ la più classica delle eccezioni che conferma la regola.

Di norma, quando mi capitano cose del genere, come quella di cui sopra – e, ahinoi, sappiamo che certe cose ogni tanto succedono – mi piace alzare il telefo-no e chiamare le parti. Tutte. Sono fatto così, voglio capire. Non che l’evento poi riappaia magicamente: ormai la domenica me la sono giocata, così come le ore di permesso e le ferie spese per andare a provare la pista nelle settimane precedenti, con moglie sma-donnante annessa nonché con portafogli alleggerito senza motivo. Ma almeno so incanalare la mia rabbia e, ve lo assicuro, non è un’esperienza da sottovaluta-re.

Ricordiamoci bene che ogni volta che andiamo a fare allenamento, così come ogni volta che ad inizio anno decidiamo di tesserarci con questo o con quell’altro ente, di fatto decidiamo di andare a votare per qual-

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cuno. Ogni scelta è un voto. E tanti voti decretano il successo o l’insuccesso di una pista, di un motoclub o di un organizzatore di gare. Non ci sono modi per boicottare, se non uno: stare a casa o, meglio, cam-biare pista, licenza o moto club. Senza dimenticare che a comandare, ancora oggi e ancora in un mer-cato così dettagliato come è il business della moto, è il caro, vecchio, passaparola. L’ennesima cosa che passa, anzi che mi passa. Pure lei. Passi pure, io la la-scio andare, se in nome della sicurezza quella stessa parola che passa non è l’ultima.

GET LOST,PLEASE

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3 domandE a bruciapElo

di luCa lombaRdi

Torniamo, com’è consuetudine, a questo spazio di approfondimento di tutto ciò che riguarda il nostro sport che però spesso è meno noto in quanto non di interesse pubblico. Oggi vogliamo fugare una serie di questioni relative all’omologazione delle piste in giro per l’Italia e come sempre lo facciamo assieme ad Yves Valenza.

Prima di tutto, come funziona l’omologazione MOTOASI.IT? Ha a che vedere con quella della Federazione oppure no?

L’omologazione per noi funziona in maniera sostan-zialmente simile, anche se cerchiamo di agevolare i gestori e i moto club facendo affidamento sull’ente omologativo della Federazione. Detto ente è certifi-cato allo svolgimento della propria attività, dunque risparmiamo le spese per ulteriori omologazioni, dando però al tempo stesso ai piloti l’opportunità di girare in tali circuiti. Consiglio, a chi fosse interes-sato, di visitare la pagina omologazioni del nostro sito (http://www.motoasi.it/Archivi/Omologazioni. link!

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aspx), dove sono riportate tutte le piste che sono af-filiate al nostro Ente e dove quindi possono girare liberamente tutti i nostri ragazzi.

Qual è la procedura omologativa standard per chi vuole affiliarsi a MOTOASI.IT?

Ripeto che le piste in possesso di omologazione da FMI non hanno necessità di fare altro che inoltrare una richiesta di affiliazione anche a noi e la procedu-ra è già terminata. Chi invece fosse omologato pres-so enti terzi e volesse rientrare anche sotto il nostro ombrello, dovrebbe effettuare la stessa domanda di cui sopra. Il vantaggio in tutto questo iter burocrati-co è che non c’è alcuna spesa aggiuntiva, a differenza di ciò che accade solitamente. Al più presto, la com-missione omologatrice di MOTOASI.IT effettua un sopralluogo per verificare che sia tutto in ordine e successivamente rilascia il via libera per tutti i nostri tesserati.

Con la mia licenza su quali piste posso girare dunque?

Questa è una bella domanda: la risposta, almeno per gli allenamenti, è ovviamente sulle piste indicate alla pagina web di cui sopra, che poi sono tutte quelle af-filiate a MOTOASI.IT. In dette piste, in caso di infor-tunio, sarete coperti dalla nostra assicurazione; in tutte le altre no logicamente. Discorso a parte sono le gare (compresi i fettucciati): per regolamento di MOTOASI.IT, tutte le piste e i tracciati temporanei devono possedere gli standard di sicurezza necessa-

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ri per l’omologazione. Inoltre nell’eventualità in cui ci fosse una gara in un circuito non affiliato (come sono per loro stessa natura i fettucciati), MOTOASI.IT provvede a rilasciare un’omologazione tempora-nea della durata della gara, fermo restando che la pi-sta deve rispettare i canoni di sicurezza previsti. La risposta finale alla domanda è dunque: ci si può alle-nare su tutte le piste affiliate e si può competere su tutte quelle facenti parte del calendario delle nostre gare.

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doc’s spEEchdi FRanCesCo pasqueRo

Eccoci nuovamente insieme per cercare di delineare sempre meglio l’argomento salute e sicurezza che a tanti risulta un po’ scomodo. Per come ragiono io, nel mondo del cross e dello sport in generale si pos-sono fare salti alti trenta metri, passare vicino a mu-retti di cemento ai duecento all’ora e fumare mentre si fa il pieno alla moto. Il problema però, è poi che la conseguenza in caso anche solo di un minimo impre-visto, è che sono io (in qualità di medico) che devo constatare se una persona è viva o meno, cucirgli le dita oppure no oltre ad un’infinita serie di altri sce-nari per nulla entusiasmanti.

Per questo motivo, si pongono dei paletti (metafo-rici) e delle regole, le quali servono per arginare la follia che si slatentizza nel cervello di chi è in preda alla foga agonistica. Ergo, inseriamo divieti e rego-lamenti per cui determinate cose non si posso fare o quantomeno devono sottostare ad un rigido con-trollo. Esempio: nessuno a parte il personale addetto può entrare in pista; questo non perché gli organiz-zatori sono dei demoni che odiano gli spettatori, ma perché ci sono reali probabilità che si facciano male serio nel caso in cui si scatenino quelle variabili in-

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controllabili tipiche di ogni sport estremo (o quasi, come il nostro del resto). Altro esempio: la defini-zione di un tracciato. Chi è proprietario di una pista può, svegliandosi, decidere di creare il tracciato che più preferisce. Ovvio, è casa sua. Il problema sta poi nel vedere che quel tracciato sia sicuro in termini di traiettorie e ed un’enormità di altri parametri cali-brati però per la sicurezza dell’utente finale (ovvero i piloti). Per questo, esistono degli omologatori che, in base a regole ben definite, decidono se avallare la modifica al tracciato oppure se sono necessari ulte-riori cambiamenti per renderlo sicuro. Totalmente sicuro, non che magari ti trovi con il senso di marcia opposto accanto a te senza alcuna barriera. Sarebbe una follia: immaginate di andare in autostrada senza new jersey, chi la userebbe più? Sarebbe di una pe-ricolosità inimmaginabile nel caso di incidenti nella carreggiata opposta!

Pensate solo alla disgraziata eventualità che un pilo-ta, vada a finire nel senso opposto per una disatten-zione o una buca che gli fa perdere il controllo. Nella migliore delle ipotesi ce la si può cavare con un paio di costole rotte e settimane di dolori lancinanti alla minima inspirazione. Nel caso peggiore, direi che mi basta ricordarvi cosa è successo ad Andrea Antonelli nella superstock a Mosca a luglio di quest’anno. In mezzo a questi due estremi ci sono ovviamente una serie di scenari che definire catastrofici è poco.

Tutto questo non lo dico solo per spaventarvi: io la-voro anche a contatto con il reparto di Traumatolo-

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gia dell’Azienda Ospedaliera CTO di Torino e qualche giorno fa mi è capitato di medicare un ragazzo della mia età che ha subito un’amputazione di una gamba per un incidente in pista evitabile con una migliore protezione delle barriere. E’ stato traumatico imme-desimarmi nella sua situazione. Quindi vi parlo con cognizione di causa dicendovi di rispettare le rego-le delle piste e soprattutto di usare il cervello anche quando l’adrenalina oscura la ragione.

Anche io vado in moto e “quando si chiude la vena” so come funziona; il mio appello è dunque a chi gestisce le piste perché pensi prima a chi ci girerà in pista e non solo allo spessore del portafogli a fine giornata. Ai piloti, invece, vorrei dire di analizzare, osservare e lamentarsi se ci sono dei punti pericolosi, delle si-tuazioni correggibili, perché con quelle modifiche si potrebbero salvare delle vite. Quando tutto funzio-na, sono io il primo a dirvi che si può anche sradicare la manopola del gas perché la si è girata troppo!

Saluti dal vostro puntino giallo a bordo pista.

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focus on - Quis custodiEt ipsos custodEs?

di RobeRto CoRtese

Quasi duemila anni fa, tale Giovenale (autore lati-no, per i meno accorti), nell’affrontare ferocemente i vizi ormai largamente diffusi nella classe aristocrati-ca romana, scrive nella VI Satira: “Spranga la porta, impedisci di uscire, ma chi sorveglierà i sorveglianti? La moglie è astuta e comincerà da quelli”. Tranquilli, non sono qui per parlare di politica, sebbene questa citazione possa portarci a parlare di un gran numero di mali che affliggono il nostro paese. Meno che mai sto per intavolare un discorso misogino, al quale in-vece si riferiscono le parole dell’autore. Mi riferisco al buon Giovenale perché anche lui ha colto in pieno il problema di cui stiamo parlando in lungo e in largo in questo numero.

Non mi interessa disquisire su chi abbia ragione e chi torto. Come sempre, cerchiamo di darvi una serie di argomentazioni che possano servirvi per formulare un giudizio che possa andare oltre la fiducia igno-

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rante che si può avere per un’istutuzione piuttosto che per un’altra, per quanto rispettabile essa sia. Qui voglio andare oltre. Vorrei capire come sia possibile (e se possibile quale credibilità possa sostenere), un gestore di una pista che incidentalmente sia anche omologatore. Surreale. E’ l’unico aggettivo che mi viene in mente per questo scenario. Ah ma questa si-tuazione esiste davvero? Dai non ci credo, sono cose che solo in Italia possono accadere. La cosa peggiore è che accadono in una delle piste dalla nomea più ro-boante. Quindi com’è che funziona? Non è che il fat-to di essere omologatore possa concedergli qualche favore dai colleghi delle altre regioni? O che magari per lui ci siano tempi più stretti? O ancora che un giorno, per eccesso di zelo, pensi di poter fare le mo-difiche alla propria pista guarda caso il venerdì della gara?

Paradossale. Ecco com’è la realtà. Ditemi voi come posso fidarmi di una persona (a cui peraltro pago profumatamente gli allenamenti pur essendo il trac-ciato in uno stato che rasenta il ridicolo), che è al contempo gestore della pista e giudice insindacabile delle modifiche alle piste degli altri. Non c’è per caso un briciolo di conflitto di interesse? Come abbiamo letto nelle tre domande a bruciapelo, i tempi di atte-sa per la revisione delle piste variano dai quattro ai sei mesi (presso la Federazione). Dunque, qualunque gestore assennato si guarderà bene prima di effettua-re modifiche quando c’è una gara in vista, altrimenti si rischia di far saltare tutto perché manca l’omolo-

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gazione. In definitiva, apportare modifiche, signifi-ca, seppur temporaneamente, non avere la pista in sicurezza. Questo significa che nessuno si prenderà la responsabilità di portare una gara dove non c’è si-curezza, perché oltre ad essere contro la legge, si ri-schia grosso in caso di incidenti.

Perché dunque costringere i piloti a far saltare la gara se ci sta tanto a cuore farli correre e divertire sulla nostra pista? Mi sorge il dubbio che se mi fanno sal-tare una gara per una modifica fatta all’ultimo, allo-ra forse è perché al gestore non gliene frega assolu-tamente nulla del mio divertimento. Probabilmente siamo solo visti come dei polli che portano un sacco di soldi. E pensare che abbiamo il cervello talmente fino, che in settimana andiamo pure ad allenarci an-che senza che ci bagno la pista! Che ignoranza.

Vi confesso che vorrei essere meno giustizialista nel-la vita, però su alcune cose non posso proprio sopras-sedere. Non ci riesco.

Io non ho assolutamente nulla contro chi ci vive di motocross (intendendo con ciò i gestori): ammini-strare un circuito è qualcosa di assolutamente com-plicato, dispendioso oltre che spesso frustrante per-ché in caso di condizioni meteo avverse non puoi fare nulla per raddrizzare la giornata. Ti tieni la pista in-zuppata d’acqua e le tasche vuote.

Però come in tutti i lavori, esigo che ci sia passione e costanza nel farlo. Soprattutto se ne va della mia vita. Mi posso fidare solo di tutti quelli che trascor-

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rono tutti i giorni della loro settimana ad invecchiare in pista, a conoscere i ragazzi che vengono a girare a casa propria e soprattutto ad ascoltare le loro criti-che (positive o negative che siano). Non posso con-cepire una persona che faccia un lavoro in settimana e poi si improvvisi gestore soltanto il sabato pome-riggio e la domenica (per quanto preparato egli sia). Mi risulta ancora più difficile realizzare che esistano dei gestori che saltano volutamente il momento più alto della giornata, quello che ti dovrebbe (uso il con-dizionale a questo punto) ripagare di tutte le fatiche del weekend (e forse anche oltre). Al momento delle premiazioni vedi la gioia sul volto dei piloti e l’ama-rezza di chi è rimasto giù dal podio: in sostanza vedi le emozioni che sei riuscito a suscitare ed i ricordi della giornata che lascerai in eredità. Può avere pas-sione per uno sport qualunque chi organizza e poi salta di proposito le premiazioni? No. Categorico.

La cosa che più mi infastidisce è sentire chi urla allo scandalo e poi continua ad andarci a girare oppure continua a tesserarsi col dato moto club. Peggio: mol-ta gente non reagisce perché “sono in buoni rapporti con lui, sai non vorrei che ancora mi creasse proble-mi”. Quindi siamo alla mafia. Non faccio nulla perché se lo facessi avrei delle ritorsioni. Ecco perché perso-nalmente auspico che gestori ed omologatori siano due categorie separate e non comunicanti. Però que-sta è solo una mia opinione, condivisibile o meno. La realtà è che non serve a nulla essere di un partito o di un altro quando la situazione è questa. Dunque

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eccoci di ritorno alla domanda iniziale: chi sorveglia i sorveglianti? Vi chiedo di porvi davvero questa do-manda per rendervi conto che quei custodi siete pro-prio voi: perché senza i piloti le piste non esistono. E se vogliamo eliminare le mele marce siamo noi che dobbiamo mettere mano al cesto e buttarle via una dopo l’altra.

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calEndario novEmbrE

03/11 - Carmagnola (TO)Campionato Fettucciati MX1-MX2-Ve-teran-Mini-Quad-Epoca

10/11 - Rivarolo Canavese (TO)Reg. MX2 - Over50 - Reg. Mini - Young

17/11 - Romano Canavese (TO)Reg. Endurance MX - Quad

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