Vulture Magazine, 3 dicembre 2011

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VULTURE MAGAZINE 1 Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata Sommario 3 Dicembre 2011 Comunicato Ex Lavoratori Cutolo Rapolla. Deliri Cementiferi A proposito di una serata con Scilipoti Melfi. Inaugurazione collettiva d’arte Diritto Dei Minori Con Disabilita’ Le donne lucane nelle agitazioni per il lavoro del primo dopoguerra Pro Loco” Montemilone Il Sisma Del 23 Novembre 1980 I Pendolari Da Venosa Protestano per I Continui Cambi D’orari Ballata per bunga-bunga e orchestra

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notizie dal cuore della Basilicata

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Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 3 Dicembre 2011 Comunicato Ex Lavoratori Cutolo Rapolla. Deliri Cementiferi A proposito di una serata con Scilipoti Melfi. Inaugurazione collettiva d’arte Diritto Dei Minori Con Disabilita’ Le donne lucane nelle agitazioni per il lavoro del primo dopoguerra Pro Loco” Montemilone Il Sisma Del 23 Novembre 1980 I Pendolari Da Venosa Protestano per I Continui Cambi D’orari Ballata per bunga-bunga e orchestra

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Comunicato Ex Lavoratori Cutolo

Le dichiarazioni rilasciate al Quotidiano della Basilicata, in merito al fallimento della società Cutolo Michele & figli dal nominato curatore fallimentare Mauro Di Ciommo ci lasciano a dir poco interdetti per l'assoluta intempestività delle stesse. La vertenza Cutolo è storia antica, articolata, intricata , solo per usare degli eufemismi: l'entrata a gamba tesa del Dott. Di Ciommo ci lascia esterefatti. Come sia possibile che il curatore fallimentare si sia fatto un’idea compiuta della soluzione della vicenda in così poco tempo ,senza conoscere la lacerante storia decennale che si è giocata e si continua a giocare sulla pelle di 60 famiglie, davvero per noi resta un mistero. Sgombriamo subito il campo da qualsiasi equivoco , dopo l'avvenuto fallimento della società Cutolo detentrice delle concessioni pubbliche di imbottigliamento di acque minerali, le stesse , così come previsto dalla legge regionale, tornano automaticamente di proprietà della Regione Basilicata, ed è solo lo stesso Ente regionale che puo' disporre della riassegnazione delle stesse. L'occasione è ghiotta per dare finalmente un futuro sicuro ai lavoratori e assegnare lo stesso bene regionale (le concessioni pubbliche) ad una società che assicuri la certezza, la continuità e la salvaguardia dei posti di lavoro.

E' cosa nota che nella zona del Vulture negli ultimi anni due grosse imprese nazionali del settore hanno rilevato due aziende storiche, (Sorgente Traficante e Fonte Gaudianello) mettendo in sicurezza i lavoratori e rilanciando i marchi su tutto il territorio italiano ed estero. Bene, questo deve essere il filo conduttore dell'iniziativa che la Regione Basilicata deve da subito mettere in campo, ovvero secondo noi, e secondo logica, indire un bando pubblico europeo e riassegnare , nel più breve tempo possibile le concessioni a quella impresa che alla Regione assicuri il più alto grado di affidabilità e garanzie economiche e commerciali, senza che alcuno intralci strumentalmente detto orientamento. Siamo sicuri che tante imprese del settore sarebbero da subito interessate ad investire in un territorio che assicura l'emungimento di acque minerali di prima qualità e con la peculiarità dell'effervescenza naturale , peculiarità che è solo di alcune ristrettissime zone della nazione e quindi dall'alto valore aggiunto dal punto di vista commerciale. Questo è secondo noi lo sbocco naturale della vicenda , far altro diverso da questo significherebbe non capire o non voler capire e non saper gestire o non voler gestire in modo corretto e lineare, un patrimonio , un bene, che ricordiamolo è pubblico. Nessuno si avventuri alla ricerca di soluzioni diverse , i lavoratori hanno già pagato caro sulla loro pelle, addirittura con il licenziamento, gli errori del passato commessi da chi su questa vicenda doveva e poteva intervenire , la politica e gli amministratori pubblici regionali adesso non possono più sbagliare , saremo estremamente vigili affichè questa vicenda abbia finalmente uno sbocco positivo e non tollereremo alcun “accordicchio” di piccolo cabotaggio. Si faccia in fretta, ma ci si prenda tutto il tempo necessario affichè il bacino idrominerario del Vulture diventi

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nella sua completezza il fiore all'occhiello dell'industria delle acque minerali in Italia. Gli ex lavoratori della Cutolo in presidio :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: RAPOLLA. DELIRI CEMENTIFERI

SECONDO LA COALIZIONE A CANDIDATO SINDACO ROCCO

CARUSO

Rapolla. Nei giorni scorsi l’A.P.I., la Società Civile Rapolla 2012, l’Area Democratica e l’I.D.V, che hanno già individuato il candidato Sindaco in Rocco Caruso per le prossime elezioni comunali del 2012, con un articolo apparso sui giornali, avevano definito l’Amministrazione con questo aggettivo: distratta. “Nulla d’allora è cambiato, riferiscono i rappresentanti di queste forze politiche, poiché questa continua a dimostrarsi tale. La proposta del Sindaco, cioè quella di creare un centro per disabili è degna di lode e di ammirazione se non fosse che non si tiene conto di alcuni fattori. È veramente molto semplice gettare fumo negli occhi dei cittadini confondendoli con deliri cementiferi di ogni sorta e di ogni iperbolico costo. Ma veniamo a noi. Per quanti non conoscessero le norme che regolano il finanziamento delle opere pubbliche, è opportuno far notare che una volta avviata la procedura è impossibile tornare indietro modificando la destinazione d’uso dell’opera da

edificare. Quindi se sarà costruita un’opera pubblica, essa sarà un inutile asilo, come in questo caso, perché la procedura di acquisizione dei fondi e dell’esproprio del terreno, se non addirittura l’appalto dei lavori, è già stata avviata in maniera irreversibile. In tempi odierni in cui una crisi economica di epiche portate sembra impedire lo sviluppo dei Comuni ci sembrano realmente impensabili ed irrealizzabili le proposte di “sport e tempo libero” campetti da calcio e da tennis ecc … dell’attuale Amministrazione, la quale dovrebbe risolvere effettivamente i problemi del nostro paese sia che essi siano concreti oppure immateriali. Tuttavia siamo abituati a questo tipo di politica dove si discute di “fatti e non di chiacchiere” e pertanto le amministrazioni uscenti devono per forza di cose varare un programma faraonico di opere pubbliche, per riconquistare l’elettorato con l’ausilio del solito “libro dei sogni”. Perché mai questa grande Amministrazione dovrebbe riconquistare la fiducia dei cittadini, con proposte e promesse, la cui fondamentale utilità, come la base degli stessi deliri realizzativi di queste, è costituita di fragile e inconsistente sabbia anziché di cemento? La risposta è semplice anche alla luce dei recenti sviluppi riguardanti l’elezione delle rappresentanze scolastiche per il Consiglio d’Istituto, in cui l’Amministrazione è stata battuta nonostante la scesa in campo di un assessore comunale e la messa in moto di una grande macchina mediatica di volantinaggio. Queste non saranno certamente le elezioni che vedranno protagonisti tutti noi membri della coalizione nella prossima primavera, ma hanno evidenziato un fattore di notevole importanza, riguardo al consenso popolare dell’amministrazione ancora in carica. La sfida che vuole affrontare la nostra coalizione, non è certamente simile a quella lanciataci dal Sindaco, poiché la

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sola ed unica sfida che si vuole affrontare è quella che ci vede impegnati per il benessere dei cittadini di Rapolla. Siamo certi che la prosperità della nostra comunità non si debba determinare né con i deliri di cemento e né con le gare di proposte che arrivano prime o seconde, poiché esse devono essere formulate solo per il bene del nostro amato paese. Concludiamo il nostro discorso tranquillizzando il signor Sindaco in merito ai nostri toni che saranno sempre rispettosi nel solco di un di un sano e sereno antagonismo, che è solamente politico. Tuttavia non siamo ancora pronti per rinunciare alle lettere e al volantinaggio, sempre che non si voglia impedire lo sviluppo dell’opinione e dell’informazione pubblica”. l.z. ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

A proposito di una serata con Scilipoti. Con la Proloco Venusia

Venosa. Che sia una figura provocatoria, talvolta eccentrica o a modo suo anche impassibile, non ci sono dubbi. Dirige da anni, secondo una propria coerenza, la Proloco Venusia, nella città di Orazio e di Gesualdo. Rionerese di origine e venosino di adozione, Michele Duino sfida gli eventi pure “cavalcando” uomini e fatti del momento. Porta in piazza Castello grandi nomi dello spettacolo (dai Pooh ad Arbore a Ranieri) e persino il pregiudicato Corona, re del gossip che si

porta addosso le invidie di stare con le donne più ambite del momento (almeno per le pagine patinate; a proposito a che punto saranno i suoi procedimenti giudiziari?). E intanto Duino continua a mettere all’attenzione con la Pro loco (più dei partiti, assenti) i fatti del momento nell’area del Vulture: il territorio, l’ambiente, gli inquinamenti; i crimini di Fenice e le connivenze dell’Arpab. Lo fa mettendo insieme cittadini e istituzioni; e giornalisti che se ne occupano con veemenza e passione (come Eugenio Bonanata che ha mostrato un suo video di Basilicata24 sull’inceneritore di Barile) e facendo parlare politici di consumata esperienza: in primis il senatore ds Filippo Bubbico già governatore lucano del decennio scorso, ma anche altri consiglieri regionali del momento: da Mollica (che gioca in casa) a Vita a Singetta a Navazio a Venezia, con un garbato show delle buone intenzioni e poco altro. E il sindaco di Venosa, Tamburiello, che il proprio lavoro lo svolge da anni in una cittadina alle prese persino col vandalismo da bulli. A Venosa, città d’arte e di storia più di altre in questa regione. Ed ancora lo scrittore Di Consoli, pungente e provocatore al punto giusto. A tenere insieme i fili del ragionamento fin troppo articolato e talvolta dispersivo è stato il direttore del Quotidiano di Basilicata, Leporace, il quale naviga in un mare a lui fin troppo caro, lucano ormai per dedizione ed affezione. A concludere il sabato venosino dell’ambiente (ecco il colpo di genio di Duino) c’è il politico più irriso del momento, Domenico Scilipoti, autore dell’ abusato “scilipotismo”, che i ragazzi del liceo venosino, interpellati per cantare di Gaber e De André, lo hanno pure loro soggiogato: bravi loro a scegliere ed eseguire brani come “Io non mi sento italiano”. Già, Scilipoti, figura che meglio di altri rappresenta il declino; lui, siciliano dall’accento inconfondibile che ripete a memoria la già enunciate tesi del “non-tradimento” a vantaggio dell’ex premier, e la cantilena del suo passato in campo

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medico e politico: oncologo con la fissazione delle case farmaceutiche. Fa quasi tenerezza (somiglia tanto a Danny De Vito) perché sorride alla platea in cerca di compiacimento. E pure qualcuno lo applaude. Con tatto e distacco Leporace lo accoglie, lo Scilipoti del grande lavoro parlamentare (peones decantato a suo tempo persino dal suo ex capo partito Di Pietro). Il convegno venosino ha avuto certo dei pregi, ma il difetto della lungaggine, dell’assenza di spazio per il pubblico o per giornalisti che non sempre hanno la possibilità di confrontarsi pubblicamente con amministratori e politici; mentre loro di spazio ne hanno, eccome. Per fortuna è mancato Mastella, il Clemente già ministro della Giustizia con moglie arrestata: nemmeno in Uganda. Ma Duino fa bene il suo lavoro, lungi da ogni moralismo. Anzi, sentiamo di condividere un concetto di Stefano Rodotà dall’Elogio del moralismo, appena uscito per Laterza. “Il moralista non mugugna, non si appaga del racconto delle barzellette antiregime. Esce allo scoperto, e non è frenato dal timore di essere sgradito, o sgradevole”. Armando Lostaglio ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

MELFI 3 DICEMBRE 2011. Inaugurazione collettiva d’arte

“L’ordine giusto delle cose” Melfi. “L’Ordine giusto delle cose” è il titolo del nuovo progetto dell’associazione culturale Interzona che da sabato 3 dicembre (inizio ore 18.30) e fino a domenica 18 dicembre 2011, animerà Palazzo Donadoni a Melfi. Tredici gli artisti che esporranno le loro opere a Melfi: Annalisa Ascoli, Annalisa Mancini, Antonella Malatesta, Antonio Locuratolo, Amalia Riviezzi, Alfredo Chiarappa, Benito Saluzzi, Carlo Battista, Davide Laviano, Mariagrazia Faranda, Melania Castelluccio, Salvatore Lavieri, Serena

Gervasio. “Il titolo per questo nuovo step, inserito nel filone “Arte nascosta” realizzato e curato da Interzona,-riferisce l’artista Davide Laviano- nasce dalle parole di una canzone di Bruce Springsteen, nelle quali si legge la riflessione su “quanta strada abbiamo fatto e quanta ne abbiamo fatta per tornare indietro”.

E da queste frasi nasce tutto un mondo al quale l’associazione Interzona (che opera in regione da più di dieci anni) ha abituato i lucani e i tanti artisti che collaborano volta per volta ai diversi progetti. Questa volta il testo della canzone di Springsteen ha aperto una realtà tuttora dietro l’angolo, come quello delle contestazioni del ’68, non poi così diversa, quanto a sentimenti ispiratori, dagli “indignati” di oggi. A sottendere le opere in mostra, il continuo scambio fra il punk e il rock degli anni ’70, passando attraverso le suggestioni offerte dalla musica dei Pink Floyd e dei Cure, raccontati recentemente anche nel film “This must be the place”, di Paolo Sorrentino. Ma non solo una rievocazione e un

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parallelismo fra passato e presente. Perché il lavoro degli artisti, in questa collettiva attraversa anche le lotte femministe e approda ad un’inedita versione della femminilità con un femminismo, tutto discutibile, emblema delle ragazze di Arcore. Il tutto a testimonianza di continui corsi e ricorsi storici, di esperienze che si ripetono e che si ritrovano inevitabilmente in ogni nuova esperienza. Un futuro eternamente permeato di passato”. La mostra sarà inaugurata sabato sera alle 18.30 a Palazzo Donadoni e sarà visitabile dal lunedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Dal 20 dicembre “L’ordine delle cose giuste” sarà spostata, invece, negli spazi del museo provinciale di Potenza. Per info è possibile contattare il presidente di Interzona, Nico Saluzzi al 347 -38 92 873 oppure via mail all’indirizzo [email protected] Lorenzo Zolfo La foto ritrae la locandina della mostra a Melfi :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Agrigento, 03 dicembre 2011 IL TAR PALERMO RICONOSCE,

ANCORA UNA VOLTA, IL DIRITTO DEI MINORI CON DISABILITA’ AD

ESSERE SUPPORTATI DA INSEGNATI DI SOSTEGNO

SECONDO IL RAPPORTO 1/1

Il Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) Palermo afferma il diritto dei minori con disabilità ad essere supportati da insegnanti di sostegno secondo “le

effettive esigenze rilevate”, “bocciando” così di fatto la Politica dei “TAGLI” attuata per far quadrare il Bilancio Statale. Il T.A.R. Palermo, infatti, con una serie di Sentenze adottate nei mesi di ottobre e novembre ha reintegrato le ore di sostegno decurtate a circa 40 bambini di Palermo, Agrigento, Raffadali, Cammarata, Lercara Friddi, Capaci, Misilmeri, Castrofilippo, Ribera, Licata, Canicatti, Campobello di Licata, Favara, Cammarata, Racalmuto, Sutera, Monreale, Porto Empedocle, Alessandria della Rocca, Termini Imerese, Prizzi, assistiti dall’avv. Giuseppe Impiduglia, condannando il Ministero dell’Istruzione al pagamento di euro 1.500,00 (millecinquecento/00) a titolo di rimborso per le spese legali. Il T.A.R. Palermo ha inoltre condannato l’Amministrazione Scolastica al pagamento di un’ulteriore somma di denaro liquidata in euro 500,00 giacché le Sentenze adottate sono fondate “su ragioni manifeste e orientamenti giurisprudenziali consolidati” (sono ormai centinaia, infatti, le sentenze che riconoscono il diritto dei minori disabili gravi ad avere reintegrate le ore di sostegno secondo il rapporto 1/1). Nei prossimi giorni l’Amministrazione Scolastica dovrà procedere ad integrare le ore di sostegno assegnate a ciascuno dei bambini che hanno proposto ricorso, provvedendo alla nomina di ulteriori insegnanti di sostegno. Si auspica infine che le pronunce dei Giudici Amministrativi possano indurre il nuovo Ministro dell’Istruzione ad adottare subito i provvedimenti necessari a garantire a tutti i disabili gravi un adeguato numero di ore di sostegno evitando, in tal modo, ai genitori di adire le vie legali per ottenere il riconoscimento dei diritti dei propri figli. F.to Il Presidente Associazione Nuove Ali di Agrigento Caterina SANTAMARIA F.to Il Segretario Prov.le S.F.I.D.A. di Agrigento Giovanna LIBRICI

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F.to Il Segretario Nazionale S.F.I.D.A. Dino DI TULLIO S F I D A Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità www.sindacatosfida.it e-mail: [email protected] [email protected] tel. 338 45 20 976 ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Le donne lucane nelle agitazioni per il lavoro del primo dopoguerra

La prima guerra mondiale aveva costretto le donne lucane ad un impegno sempre più da protagoniste nel mondo familiare e del lavoro. La massiccia partenza degli uomini al fronte (ben 51.195 di cui 33.553 contadini), infatti, aveva lasciato le campagne senza braccia ed erano state proprio le donne, insieme ai figli minori, ad addossarsi il fardello più pesante dei duri lavori nei campi.. Terminato il conflitto, pur avendo dovuto cedere le redini ai propri mariti ritornati, esse continuarono ad occupare un posto importante nelle future vicende sociali che caratterizzarono la storia della Basilicata, dimostrando di essere ancora il perno della sempre più precaria economia domestica. Nelle cronache dell’epoca si nota, ad esempio, una forte presenza femminile nelle agitazioni popolari che, negli anni immediatamente

precedenti all’avvento del fascismo, contraddistinsero la vita anche delle contrade lucane. E gli episodi a riguardo furono numerosissimi, dandoci il senso di una voglia di partecipazione che, seppure non ancora cosciente, mostrava i primi germogli nella difesa di interessi prevalentemente economici. Così, nel giugno del 1919, il corteo di circa 500 persone che a Ferrandina occupa il Municipio è formato per metà da donne che chiedono il rilascio di 5 dimostranti, precedentemente arrestati per attentato contro la libertà del lavoro. Certo non sempre gli uomini videro di buon occhio tale partecipazione, specialmente quando gli interessi venivano a confliggere con quelli tipicamente maschili come avviene nell’agosto del 1919 a Banzi. Qui, come si legge in un rapporto del Commissario Prefettizio al Prefetto di Potenza, la disoccupazione contadina continuava a persistere anche dopo l’allontanamento dei prigionieri di guerra, nonostante i lavori agricoli della trebbiatura fossero “ingolfati”. La causa andava ricercata nel fatto che quasi tutti i proprietari e conduttori utilizzavano per lo più mano d’opera forestiera. Da ciò un forte malcontento “specie nell’Associazione dei militari smobilitati” i quali chiesero a viva voce l’allontanamento dei forestieri e la loro sostituzione con personale locale, ma con una paga giornaliera da un minimo di 10 lire ad un massimo di 14 lire al giorno. Ma la richiesta non venne accettata dai proprietari, provocando così il persistere delle agitazioni. Il fatto curioso fu, però, che i contadini, in gran numero ex combattenti, inscenarono manifestazioni per chiedere non solo l’allontanamento della mano d’opera forestiera ma anche di “una parte di quella locale, perché femminile”. A mettere fine alle dimostrazioni ed al pericolo di violazioni della libertà di lavoro, impedendo alle donne di recarsi in campagna, intervennero i Carabinieri provenienti da Genzano.

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Ma nella maggior parte dei casi uomini e donne, accomunati da uguali interessi e bisogni, lottarono insieme per proteggere la fragile economia domestica. E non mancarono neanche episodi di forte drammaticità. Come non ricordare, infatti, ciò che avvenne nel luglio del 1920 a Corleto Perticara dove, durante una manifestazione contro gli accaparramenti davanti al Municipio, una bambina venne uccisa dai Carabinieri, provocando la violenta reazione delle donne presenti che massacrarono a colpi di pietra e randellate il sottotenente Luigi Cucurachi ed il maresciallo Pietro Salvo. Scriverà a tale proposito “Il Popolo Lucano”: “Le folle di Basilicata sono troppe abituate al rispetto della legge, alla rinunzia ad ogni libertà, al pagamento di ogni tributo, e prima di arrivare alla ribellione debbono avere battuto a tutte le porte, elevate tutte le preghiere, esaurita tutta la pazienza. (...) Ogni sacrificio era stato imposto e tollerato. Le nostre popolazioni hanno dato ogni cosa ed una sola che anelavano ardentemente, e che speravano di ottenere dalle autorità, non l’hanno ottenuta: un poco di giustizia.” E la giustizia sociale continuerà ad essere l’obiettivo delle donne lucane, sempre pronte a scendere in piazza, da sole o con i propri uomini, per rivendicare i propri diritti nella lunga marcia verso l’eguaglianza e la democrazia. Michele Strazza Bibliografia: Michele Strazza, La nascita del fascismo in Basilicata, Appia 2 Editrice, Venosa 2003. ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Pro Loco” Montemilone

Il 7 ottobre 1993 nasce a Montemilone la Pro Loco. Protagonista di questo evento fu il carissimo Padre Francesco Aliberti, allora parroco di Montemilone, che per molti anni con la collaborazione di giovani e famiglie montemilonesi animò la stessa associazione con tanti progetti culturali. Dopo lunghi anni di silenzio è ancora un parroco a riprendere le attività della Pro loco. Certo non poteva altrimenti essere colui che ha già ripristinato tante altre nostre tradizioni, Don Vincenzo Mossucca che con la stessa collaborazione di allora porterà l' associazione a ripetere quell’ esperienza. Infatti già da qualche anno si stava pensando di riaprire le porte di detta associazione: così un bel nutrito gruppo di amiche ed amici naturalmente guidati dal nostro Don… ha ridato vita alla “Pro Loco” Montemilonese. Sembra essere ripartita con la stessa euforia di un tempo tant’ è che si è già redatto un bel programma di eventi. “Uno di questi riferisce Antonio Ferrente, portavoce di questa associazione, risultato subito una novità, visto quanto riferito dagli amici su facebook, è il concorso dei Presepi che vedrà impegnati in primo luogo le scuole di Montemilone ma sicuramente anche tutte le famiglie e le attività commerciali locali. Certo per padre Francesco Aliberti era diventato una consuetudine passare il Santo Natale con le famiglie montemilonesi così con la “Pro Loco” organizzava tutti gli anni nel vecchio cinema una Grande festa. Proprio questa

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la proposta fatta da chi questa associazione la vive dal lontano 1993, quella di ritornare a festeggiare insieme,cercando di coinvolgere anche altre associazioni. Non è facile visto che il nostro paese non è più lo stesso di una volta quando aveva strutture idonee per festeggiare ora inagibili. Ma con l’entusiasmo degli associati sicuramente qualcosa verrà fuori. Non manca la stretta collaborazione con il “Comitato Festa Patronale” che anche quest’anno ha nuovamente illuminato le vie del paese creando una perfetta atmosfera natalizia, preoccupandosi dei festeggiamenti per l’ Immacolata Concezione e la festa del Patrono della nostra cittadina, S. Stefano Martire. Fra le novità di quest’anno non possiamo dimenticare l’abbattimento di barriere architettoniche proprio per quanto riguarda la Chiesa dell’Immacolata dove, in occasione delle Novena che precede la festa, è stata realizzata una pedana per consentire l’accesso ai disabili, cosa che non è dispiaciuta a tutti gli anziani. Buone Feste a tutti”. Lorenzo Zolfo La foto ritrae le luminarie perle strade di Montemilone ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

IL SISMA DEL 23 NOVEMBRE 1980, 31 ANNI DOPO

Riflessioni sugli interventi effettuati in Basilicata e da effettuare

Quello che la Basilicata non ha mai dimenticato è il terremoto del 23 novembre 1980. Un ricordo indelebile che non tramonta mai nelle menti dei Lucani vecchi e giovani. La cittadinanza onoraria del Comune di Balvano al Commissario straordinario Giuseppe Zamberletti ci fa emozionare ancora oggi a distanza di oltre trenta anni.

La cittadinanza onoraria a Giuseppe Zamberletti non ci esime dal fare considerazioni positive e negative, ma, soprattutto, chiarificatrici.

Prima di tutto bisogna dare atto che la brillante e vincente idea di dare pieni poteri ai Sindaci nella fase di prima emergenza, come auspicato anche da Manlio Rossi Doria, fu positiva e per certi versi rivoluzionaria. L'aver messo su dei Coordinamenti Speciali e Permanenti (COS e COP) fatto di tecnici e militari del Genio e di altre Armi è stato geniale. Per la prima volta, bandite le "uniformi ideologiche" si è proceduto in tempi celeri alla mappatura dei bisogni. Mentre oggi si punta sulla "Tendopoli" allora si puntò sulla roulottopoli. Abbiamo riscontrato in quelle giornate esempi di generosità fuori del comune. Ricordo il gesto generoso di un poliziotto pugliese che aveva acquistato da poco una roulotte... la lasciò nelle mie mani (allora vicesindaco di un Comune disastrato) ... fu la sede di emergenza del Comune di Ruvo dl Monte, nelle

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prime settantadue ore tragiche. Poi cominciarono le grandi "abbuffate" di indumenti e viveri lasciati quasi in mezzo alla strada alla mercè di sciacalli e dei furbi piagnoni di sempre. Mi hanno sempre disgustato e mi disgustano le manifestazioni di pietismo e di finte tragedie condite con vere e proprie sceneggiate napoletane. Di questi cittadini pronti a lucrare furbescamente sulla maggioranza dei dignitosi signori (con la S maiuscola) sono piene le nostre vecchie e, purtroppo, nuove cronache giornaliere. Cronache giornaliere che si sono verificate ultimamente in Abruzzo e ieri in Irpinia e la nostra Basilicata. Cronache giornaliere che con la complicità di politici, senza scrupoli, hanno alimentato un assistenzialismo bieco, disgustoso e pauroso per la cattiveria che portava con se. Una cattiveria che ha immediatamente premiato i furbi a discapito dei veri cittadini terremotati. Uno dei primi atti del Commissario Zamberletti, bisogna ricordarlo, fu il risarcimento delle suppellettili fino a 3 milioni di vecchie lire. Fu la prima vera scossa di brutale divisione politica ... fu la prima vera rottura tra dignitose persone che fino a quel momento avevano agito con senso di responsabilità e con vero e reciproco mutuo soccorso. Ho apprezzato sempre la dignità dei cittadini anziani che ritenevano di non essere oggetto di assistenza, pur nelle condizioni precarie. Abbiamo dato la possibilità alle Suore e al personale del Comune di mettere su una Mensa per anziani. Fu la nostra carta vincente. Abbiamo dovuto sopportare (da amministratori della Sinistra UNITA) le critiche dei detrattori di sempre che non guardavano di buon occhio queste tipologie di iniziative assistenziali. Siamo stati fautori fin dai primi giorni delle roulottopoli convinti come eravamo e come siamo che la prima emergenza

basata sulla tendopoli non possa che produrre disagi. Basterebbe una pioggia e tutto va a rotoli. Avrei tanto da dire sui primi interventi di emergenza. Primi interventi rivolti essenzialmente a quelle abitazioni con lievi danni , e per dirla alla Zamberletti... la famosa ordinanza '80. Una Ordinanza che sfoltì di molto l'esercito degli sfollati senza tetto. Poi l'approvazione della legge 219/81, meglio conosciuta come legge di ricostruzione e sviluppo e dei tanti sprechi di industriali (nordisti)del mordi e fuggi e delle parcelle ipergonfiate. Risorse elargite senza regole e senza regolamenti attuativi che hanno affossato per sempre i primi seri interventi, frutto di controlli esercitati con piglio e scrupolo certosino. Così è nato l'odio leghista e del Nord verso le ignare popolazioni meridionali, e , soprattutto, verso le abbuffate di quegli industriali in prevalenza dello stesso Nord (prendi il malloppo e scappa) e i tecnici locali, senza scrupoli, arricchitisi, con la compiacenza di queste leggi disgustose. Leggi che premiavano i più disonesti con paradossali anticipazioni di somme che, a parer mio, (e di tanti uomini con attributi) sono state il grimaldello, l'apripista e l'impunità del mordi e fuggi industriale dei Nordisti e delle incompiute infrastrutture abitative e non. Oggi, grazie alla spaventosa crisi finanziaria e al super debito pubblico questo sciagurato modo di governare dovrà, ob torto collo, segnare il passo... Mauro Armando Tita ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

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VENOSA. 30 NOVEMBRE 2011. CAMBIO ORARIO. I PENDOLARI DA VENOSA PROTESTANO CON LA PROVINCIA PER I CONTINUI

CAMBI D’ORARI. 50 UTENTI SUCCUBI DI UN SOLO

PASSEGGERO

Venosa. Ci risiamo, come alcuni mesi fa, i circa 50 pendolari che da Venosa raggiungono quotidianamente Potenza con l’autolinea Liscio sono sul piede di guerra. Sembra che la Provincia, voglia cambiare l’orario di partenza da Potenza a partire da lunedì 5 dicembre senza avere chiesto il parere degli utenti, quasi tutti di Venosa a danno degli stessi fruitori di questa linea. Gli utenti di Venosa hanno preso carta e penna ed hanno inviato alla Provincia una lettera. Ecco il testo integrale di questa lettera: “"I sottoscritti, lavoratori e gli studenti pendolari, che utilizzano l'autobus, delle autolinee Liscio, destinato al collegamento di Venosa con Potenza, firmano formale richiesta. Si richiede, in sostanza, che l'orario di partenza, dal capolinea di Via della Cittadinanza Italiana in Potenza, ritorni ad essere quello delle ore 13,50 e con arrivo a Venosa alle ore 15,30 ma che in passato e' stato modificato per favorire alcune persone che adesso non impiegano più l'autobus. Trattandosi di un servizio pubblico che obbedisce a norme predisposte per la collettività, si fa notare, al riguardo, che l'unico autobus di linea pubblica che ritarda la partenza da Piazza XVIII Agosto di Potenza, e diretto a Venosa, e' questo. Il ritardo si ripercuote, notevolmente, sull'arrivo dei

pendolari alle proprie destinazioni di appartenenza. Si attende, nei tempi e nelle more stabiliti dalla Legge, dai destinatari in indirizzo, un positivo riscontro alla richiesta, giacche nulla osta come norma d'impedimento vigente. Perpetrandosi la situazione di disagio, arrecata da anni ai pendolari che sottoscrivono, e con la verifica dei presupposti, si adiranno alle vie legali." Sembra che questi passeggeri devono sottostare a chiunque ha qualche politico che conosce e soddisfa le proprie esigenze di orario, mentre i pendolari che viaggiano da anni devono sopportare non solo il lungo viaggio ma anche uno stress psico-fisico dovuto a questi continui cambiamenti che solo in questa Regione succedono, e inoltre riferiscono gli utenti di Venosa“se la Provincia non provvede i pendolari diserteranno questa linea utilizzando ognuno la macchina per raggiungere Potenza”. l.z. la foto ritrae un autobus di linea Venosa-Potenza. ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Ballata per bunga-bunga e orchestra

un corto (19’) di Gianni Maragno

E’ un cortometraggio di una semplicità estrema quello appena diretto e prodotto da Gianni Maragno, cinefilo e storico materano, che ha guardato con occhio

Page 13: Vulture Magazine, 3 dicembre 2011

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ironico e benevolo alla terza età. E lo ha fatto girando con personaggi autentici e filmando in luoghi e locali del comune di Laterza vicino Taranto. Laterza che sta (con gioco di parole) come la terza età, e l’amministrazione locale, sindaco in testa (Gianfranco Lopane) si sono ben prestati alla operazione grottesca e simbolica messa in atto da Maragno. La regia offre spunti di buona visione d’insieme, quello che manca (come spesso accade ai prodotti a costi quasi zero in piena autonomia) è la struttura esplicativa, l’apparire in spontaneità che può anche essere un non pregio. Vale a dire, recitare sapendo di recitare un seppur breve copione, non deve mai apparire allo spettatore come una coercizione verbale. Ma con la terza età tutto è concesso, la storia del bunga-bunga come rimedio senile appare fin troppo elegiaca, manifesta in un gioco delle parti che non deve mai sfiorare il patetico. Maragno lavora bene con il supporto di musiche orchestrate sempre imperanti in sottofondo (come faceva il maestro Kusturica nel suo premiatissimo “Underground”), al fine di sconcertare lo spettatore in quella dimensione surreale che ci prende tuttavia per il lato buono. Un lavoro giocoso come ilare è il sorriso della signora in primo piano nelle sequenze iniziali, un sorriso sdentato eppure autoironico. Su questa cifra, quella dell’autoironia, va letto il messaggio della Ballata di Maragno, con i buoni propositi lanciati a suo tempo da Montale o dal poeta tursitano Pierro. E non già sulle note spregevoli di una De Filippi che ridicolizza i poveri anziani nei suoi programmi tv: metterli a nudo nella loro genuinità anziché onorarli, solo per far soldi. L’operazione di Maragno di certo rispetta la terza età, la magnifica in un’armoniosa ballata, così per gioco, con autoironia, che non guasta mai. Armando Lostaglio ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

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