Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

14
VULTURE MAGAZINE 1 Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata Sommario 17 Settembre 2011 Barile. Il Reliquiario Di “San Rocco” A Barile , Ritrovato In Campagna Presente Anche La Basilicata Nel Film Di Ferrario “Piazza Garibaldi” il Leone vola alto su Venezia Un Brigante Nel Vulture Del ’600 Valori, dialogo e cultura: la storia dell’Azione Cattolica II silenzio di una poetessa A Barile si mangia arbëreshë. Calcio. Eccellenza Lucana Atletica Leggera. Inarrestabili Progressi Del Venosino Marco Gai Ripacandida. 1° Torneo Dell’amicizia Di Pallavolo Misto

description

notizie dal cuore della Basilicata

Transcript of Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

Page 1: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 1

Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 17 Settembre 2011 Barile. Il Reliquiario Di “San Rocco” A Barile , Ritrovato In Campagna Presente Anche La Basilicata Nel Film Di Ferrario “Piazza Garibaldi” il Leone vola alto su Venezia Un Brigante Nel Vulture Del ’600 Valori, dialogo e cultura: la storia dell’Azione Cattolica II silenzio di una poetessa A Barile si mangia arbëreshë. Calcio. Eccellenza Lucana Atletica Leggera. Inarrestabili Progressi Del Venosino Marco Gai Ripacandida. 1° Torneo Dell’amicizia Di Pallavolo Misto

Page 2: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 2

IL RELIQUIARIO DI “SAN ROCCO” A BARILE , RITROVATO IN

CAMPAGNA

Era il 10 agosto 2009, la chiesa settecentesca dei SS.Rocco e Attanasio gelosamente custodita dai Priori della Confraternita (Michele Giuliano e Luigi Saracino, vds. foto di Juan M. Volonnino) per un attimo incustodita.Giusto il tempo per chi attendeva “spazio di manovra” , entrare alla chetichella nello storico tempio , restaurato dalla Sovrintendenza BB.AA. (Fernando Calice) dopo il sisma del 1980, mettere nel sacco il sacro ostensorio, con alcune reliquie di San Rocco da Montpellier, in precedenza benedette solennemente dal Vescovo Gianfranco Todisco della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa- e scappare con la refurtiva .Un vero sacrilegio , una profanazione di luogo sacro , mai avvenuta in paese a memoria d'uomo , che lasciò di stucco i membri confraternali, i fedeli della comunità parrocchiale, lo stesso vescovo diocesano. Prontamente e su sollecitazione anche dell'Amministrazione Municipale , la Caserma dei Carabinieri dava corso, infruttuosamente e sino a ieri , ad una serie di indagini a largo spettro. Nulla di nulla , fino a ieri (tranne diverse lettere anonime – ci ha riferito il parroco Don Tommy Garzìa- che “indicavano” attraverso strani messaggi criptici ed eventi plateali (incendi a cespugli ,frutteti e siepi con arbusti in contrada Pantone, lungo il trafficato viale Corrubìa di Barile)

qualche sito in cui cercare. Un lavoro capillare , sperimentato dallo stesso Comandante di Polizia Municipale , Rocco Rubicondo e dall'intero staff . Infine , ieri mattina, impolverato , deteriorato e semi-affossato nel terreno cretaceo della Papalea , la scoperta fortunosa da parte di alcune persone in transito. Adesso l'ostensorio , laccato in argento e dapprima ubicato nella teca dell'altare della chiesa barilese , prima dell'asportazione, si trova nella canonica della Chiesa Madre “Santa Maria delle Grazie” sotto controllo. Gioia e vivo compiacimento sono palpabili in paese, gli organi d'informazione stanno facendo tam-tam con immagini ed interviste , ai Priori , al Sindaco, al Parroco ed allo stesso Assessore comunale alla Cultura autore , con F.Calice, del volume “Note tecniche e di restauro” sul tempio e le sue vicissitudini storiche. Per iniziativa della Confraternita , a breve, nel tempio si svolgerà una liturgìa di ringraziamento e di preghiera in onore del santo di Montpellier. Avendo aderito all'itinerario sacro-antropologico “Rocchiano” (di cui in una proposta di legge in itinere della Regione Basilicata, leader Tolve , con Senise, Pisticci , San Paolo Albanese , Venosa e tanti altri centri lucani) e , formalmente a breve, con il costituendo Museo di antichi paramenti , bolle confraternali e di Papa Pio II che autorizzò nel XVIII secolo la cosiddetta “Messa ante-lucana”.Sicchè la comunità barilese è pronta per dare il suo contributo di fede e di devozione al santo d'origine francese “patrono dei deboli, dei derelitti e dei malati”.

Donato M. MAZZEO

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Page 3: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 3

PRESENTE ANCHE LA BASILICATA NEL FILM DI

DAVIDE FERRARIO “PIAZZA GARIBALDI”

Venezia. Nella sezione "Controcampo italiano" è stato presentato il profondo docufilm di Davide Ferrario “Piazza Garibaldi”. Ferrario ripercorre lo stesso itinerario fatto dai garibaldini, riscoprendo l’Italia in un modo niente affatto scontato. Non c’è città italiana, o quasi, che non abbia una Piazza Garibaldi. Da Bergamo, ribattezzata da Garibaldi “Città dei Mille” e, oggi, epicentro della Lega e della secessione, fino in Sicilia, passando per il casertano dei casalesi, per omaggiare i martiri di colore trucidati dalla camorra tre anni fa. Ferrario, risalendo dalla Sicilia fa tappa, dopo la Calabria dell'Aspromonte, in Basilicata: prima a Nova Siri, dove incontra gli eredi del medico garibaldino Battafarani, oggi imprenditori di successo. Poi fa tappa a Potenza ed a Brindisi di Montagna dove filma il cinespettacolo “La storia bandita”. Ed è qui che il regista approfondisce il fenomeno del brigantaggio postunitario, con la figura di Carmine Crocco. Dalle testimonianze si evince una insoddisfazione per una “rivoluzione”, quella garibaldina, che ha tradito in parte le aspettative del popolo meridionale, lasciando inalterato lo stato delle cose e spostando il potere dai borboni ai piemontesi. In Sicilia Ferrario non poteva non toccare Bronte e della strage perpetrata da Bixio, di cui trattò nel suo film Florenstano Vancini. Il film risulta essere anche un tentativo per comprendere gli italiani di ieri e di oggi. Aveva forse ragione il poeta Umberto Saba a ritenere che una nazione che ha

per mito fondatore un fratricidio, quello tra Romolo e Remo, non possa mai promuovere una rivoluzione che necessita invece di un parricidio, l'uccisione del vecchio. Il regista tuttavia trova anche un'altra spiegazione ai mali d'Italia, la nostra inveterata preferenza per la teatralità rispetto alla realtà dei fatti. Ferrario, regista dotato di forte senso civico, firma un docufilm necessario, specchio di un'Italia dove i giovani, una volta combattenti per un ideale, oggi non hanno speranze per il futuro, consapevoli di trascorrere la vita ad indignarsi per un’opportunità negata. Di Chiara Lostaglio :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

L’arte cinematografica e la solidarietà: il Leone vola alto su

Venezia

“Giovani, l’anima è vostra, non vendetela. E poi, non ci sono più acquirenti.” E’ l’esortazione che il regista russo Aleksander Sokurov sostiene in conferenza stampa, dopo avergli chiesto dell’attualità del suo “Faust” ispirato a Goethe, e del perché la scelta di ambientarlo in una dimensione che richiami l’espressionismo tedesco. E’ convinto nella risposta il maestro russo che sceglie per il suo arduo capolavoro la lingua tedesca e i duttili attori madrelingua. E così il suo “Faust” afferma la dimensione onirica e la più antica delle

Page 4: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 4

battaglie fra bene e male, la ricerca dell’anima dentro corpi senza vita: Goethe diventa contiguo ad una storia premeditata. Scelte difficili per la giuria della 68. Mostra di Venezia, presieduta da Aronofsky, che premiando con il Leone d’oro il “Faust”, non ha considerato il gioiello di Polanski “Carnage”, affresco sulla mediocrità contemporanea di un salotto americano e una Jody Foster da incorniciare; ma nemmeno il “politico” Clooney delle “Idi di marzo” letta da alcuni quale congiura come contro un moderno Cesare. E’ stata omaggiata invece la Cina del direttore della Mostra, Muller (solo a novembre si saprà se sarà riconfermato). E pertanto, il Leone d’Argento va al film-sorpresa “People Mountain, People Sea” di Cai Shaangjun; ed ancora migliore attrice è Deanie Yip protagonista di Tao Jie (A Simple Life) della cinese Ann Hui, affresco delicato che entra a contatto con la terza età degli ospizi. Al sessuomane Michael Fassbender di “Shame” (di Steve McQueen) la meritatissima coppa Volpi per il miglior attore, che correva anche per il ruolo di protagonista in “A Dangerous Method” di Cronenberg, nei panni del dottor Jung, film meritevole di maggiore attenzione. Il Premio Speciale della Giuria va ad Emanuele Crialese per “Terraferma”, un cast italianissimo dove riesce a recitare persino Beppe Fiorello. Ma il film avrà raggiunto il suo scopo se solo uno spettatore, dopo la visione, saprà guardare in maniera benevola un immigrato. Molta Italia parla infatti di esodi, è il Paese più prossimo alle derive mediterranee: lo fa Ermanno Olmi (fuori concorso) con “Il villaggio di cartone”, nel quale si interroga sul ruolo della Chiesa che deve essere più attenta ai diseredati, e si ripropone quale “cristiano del dubbio” come nel suo lontano “Cammina cammina”: lo abbiamo rilevato in conferenza stampa e lui, il maestro, continua a sostenere e ricercare la profondità della fede, consultandosi umilmente con monsignor Ravasi.

Il problema degli sbarchi di Terraferma ma soprattutto lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina rimane il soggetto anche di “Là-Bas” di Guido Lombardi, presentato alla Settimana della Critica e premiato col Leone del Futuro-Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, un viaggio nel mondo malavitoso di Castelvolturno, dove nel 2008 è costata la vita a quattro immigrati per mano della camorra; pure il corto “A Chjana” dell’italoamericano Jonas Carpignano viene premiato nella sezione corti di Controcampo Italiano. Ed ancora marginalità e integrazione sono al centro di “Io Sono Li” di Andrea Segre, sulle difficoltà di coesistenza. Sovviene su tutto quella canzone preghiera di Fossati “Mio fratello che guardi il mondo”. E poi gli anziani e il loro passato: la cinese An Hui ci regala il poetico “A Simple Life”, ove la governante Ah Tao, da cinque generazioni servitrice di una benestante famiglia di Hong Kong, rianima con la sua bontà ed il suo ottimismo la casa di riposo dove trascorrerà il resto dei suoi giorni (felice coincidenza col documentario realizzato da chi scrive “Albe dentro l’imbrunire” fra gli ospiti di una casa di riposo lucana); “Alpis” del greco Lanthimos (premiato con l’Osella alla sceneggiatura) tratta di una presunta società di paramedici che tenta una originale elaborazione del lutto. Il disagio esistenziale da calamità naturali è metaforico in “Himizu”, (premiati i giovani protagonisti giapponesi) e la difficoltà madre-bambino di “Quando la Notte” della Comencini, disagio di stampo razzista come in “Cose dell’altro Mondo”, da sindrome di Peter Pan come nel film di Solondz “Dark Horse. Riannoda un percorso politico e di volontariato dopo le torture alla scuola Diaz e nella caserma Bolzaneto di Genova nei giorni del G8 nel 2001: è “Black-block”. Pressoché tralasciato il terzo film italiano in concorso “L’ultimo terrestre” del bozzettista Pacinotti, irriso invece il francese Garrel di “Una estate bruciante” con una Monica Bellucci che si ostina a sentirsi attrice.

Page 5: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 5

La nostra storia è riletta nei 150 di “Piazza Garibaldi” a cura di Davide Ferrario: splendido montaggio di un percorso peninsulare, che tocca pure la Basilicata e il brigantaggio. Una mostra ricchissima, dunque, dove trova spazio persino il cinema nel teatro e nella letteratura con Al Pacino-Wilde-Salomé, e la retrospettiva (dalla Cuba di Gianni Minà all’Hermitage rivisitato da Carmelo Bene). Leone alla carriera (ma non chiamatelo risarcimento) per Marco Bellocchio, dalle mani di Bernardo Bertolucci: il bacio fra i due cineasti suggella oltremodo questa Mostra, col numero evocativo: il 68. Armando Lostaglio :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

UN BRIGANTE NEL VULTURE DEL ’600

Marcantonio Muccia, un prete di San Fele, fu giustiziato nel 1676

Quando oggi si parla di “Brigantaggio” in Basilicata la memoria vola subito al periodo seguente all’Unità d’Italia, dimenticando spesso che la nostra regione conobbe questo fenomeno in altri periodi della propria storia. Ci fu, infatti, un brigantaggio altrettanto importante nel decennio francese (1806-1815) ma non molti sanno che famosi banditi attraversarono le contrade lucane

addirittura nella seconda metà del ‘600 quando, dopo il fallimento della rivolta del 1647-48, le angherie baronali ripresero ad imperversare contro la povera gente. Nel 1663, ad esempio, si ha notizia di una comitiva di 60 briganti che, dal proprio quartier generale del bosco di Lagopesole, compiva scorrerie nel Vulture e nella Valle del Bradano, arrivando persino a sequestrare il segretario della Regia Udienza di Basilicata e lo stesso Preside dell’Udienza di Terra d’Otranto Giovanni Vincenzo Strambone, duca di Salsa, sul percorso da Lecce a Napoli. Nell’autunno del 1666, poi, un gruppo di banditi assalta un intero centro abitato, Ripacandida, saccheggiandone le case, costringendo Francesco Moles, consigliere della Regia Udienza, a scendere a Melfi ed a proporre il trasferimento del Tribunale provinciale da Matera ad Avigliano o a Melfi per meglio controllare una zona diventata “ricettacolo di banditi e di malandrini”. Sempre nella zona del Vulture opera anche il brigante Mustazzuso che da Venosa si spinge fino a Potenza, Pignola ed Anzi. Ma forse il brigante più famoso che in questo periodo scorazza nel Vulture è Marcantonio Muccia, un prete di San Fele raffigurato come “uomo di malissima vita, astuto come un diavolo”, il quale riesce sempre a cavarsela grazie alle numerose protezioni di cui dispone tra la stessa gente comune. Ne è un esempio ciò che avviene nel marzo del 1674 quando il bandito rifugiatosi nel bosco di Forenza, dopo essere stato sorpreso dai soldati della Regia Udienza nella Valle di Vitalba, riesce a sfuggire ai suoi inseguitori grazie agli aiuti che gli vengono proprio da Forenza. Dal paese, infatti, ogni giorno usciva “una mula carica di vittuvaglie” per i rifornimenti alimentari della comitiva che poteva tranquillamente continuare a commettere “ladroneggi e omicidij”. Contro il Muccia, a cui si unisce anche un altro bandito, tal “Caporal Serpente” al secolo Antonio Campillo di Lioni, le autorità inviano ben 500 soldati che,

Page 6: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 6

tuttavia, non riescono ad avere significativi risultati anche perché i briganti ricevono accoglienza e protezione da preti e frati in chiese e conventi. Le scorrerie della banda continuano, intanto, in tutto il Vulture e nelle zone circostanti. Nell’estate del 1675 viene rapinato il massaro delle pecore dei Doria di Melfi e, nello stesso periodo, alcuni mercanti vengono depredati di “droghe veneziane”. La comitiva di banditi non mostra alcuna paura ed arriva persino ad attaccare la scorta del tesoriere del principe Ludovisi, composta di ben 30 armati, che si sta recando a Napoli. Nello scontro restano sul campo nove armigeri, mentre due ufficiali ed altri sei soldati vengono sequestrati e rilasciati solo dopo il pagamento di un riscatto. Anche il vescovo di Ascoli subisce l’incendio della propria masseria nei pressi dell’Ofanto. L’intera zona del Vulture è messa ormai a ferro e fuoco: in agro di San Fele vengono saccheggiate 4 masserie, a Ruvo del Monte sono incendiati i mulini e le “valcherie baronali”. Le autorità non sanno cosa fare per bloccare le scorrerie. Ancora una volta si ricorre a “pentiti” dietro la promessa dell’impunità per i delitti commessi e di paghe “convenienti”o ad ex banditi. Dopo un tentativo andato a vuoto con un bandito di Lioni, tal Ciccarelli, che aveva fatto parte della banda di Caporale Serpente, si ricorre ad un ex brigante, Michele Crescenzi, già utilizzato in altre occasioni. Costui viene autorizzato a formare una banda di 70 ex malviventi assoldati con la promessa dell’impunità e di compensi in denaro. Attorno al Muccia il cerchio si sta chiudendo. Da un lato la banda del Crescenzi, dall’altro i soldati inviati dal principe Pignatelli di Montecorvino, nuovo preside della Regia Udienza, riescono a costringere i briganti a non uscire dai propri nascondigli sotto la protezione degli agenti del Caracciolo. E difatti il grosso della banda con il suo capo è al sicuro nel convento dei Padri Conventuali

di San Fele sotto la sapiente regia di padre Buonaventura, fratello di Marcantonio Muccia, il quale ogni giorno esce dal convento “cinto di pistole ed armato di archibugio”. Dobbiamo aspettare il settembre del 1676 quando, finalmente, il Muccia viene intercettato dai soldati e catturato insieme a Caporal Serpente. I due, dopo il sommario giudizio del Tribunale di Campagna, vengono giustiziati. Sfugge, invece, all’arresto padre Buonaventura grazie alla protezione accordatagli dal vescovo di Muro Lucano. Dopo qualche anno nella stessa zona viene registrata la presenza di un altro bandito, tal Sciarillo, che al comando di una settantina di uomini mette a ferro e fuoco l’alta Valle dell’Ofanto e Lacedonia. E’ lui che, nel gennaio del 1684, con la complicità della popolazione, saccheggia le abitazioni dei ricchi proprietari della cittadina e lo stesso palazzo vescovile dove il vescovo, Benedetto Bartoli, era a letto ammalato. Nonostante anche la veneranda età del presule lo stesso viene sequestrato e liberato solo dopo 32 giorni di prigionia. Con la morte di Marcantonio Muccia e del Caporal Serpente finisce il grande brigantaggio del ‘600 ed alla fine del secolo non si ha più notizia di grosse comitive di banditi ma solo di episodi di criminalità isolati. Il fenomeno era, però, destinato a ricomparire già nel secolo successivo per poi avere il suo grande sviluppo nella storia dell’800 lucano. Michele Strazza

Page 7: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 7

Intervista al Prof. Marco Paolino tratto da www.lottimista.com

Valori, dialogo e cultura: la storia dell’Azione Cattolica

di Maria Gabriella Filippi

Presidente del MEIC, Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Sant’Ivo alla Sapienza di Roma, e professore di Storia contemporanea presso l’Università della Tuscia di Viterbo, Marco Paolino ha dedicato numerosi studi a tematiche che riguardano la politica italiana e i rapporti tra Italia e Germania tra XIX e XX secolo. Esperto nelle variegate vicende che caratterizzarono la storia del cattolicesimo italiano nel Novecento, Paolino ha analizzato con l’Ottimista l’impegno appassionante dell’ex Movimento Laureati Cattolici nelle dinamiche politico-culturali del nostro paese.

Parlare del MEIC significa raccontare una parte importante delle vicende storiche, spirituali e culturali dell’Italia: da presidente del Gruppo Romano del Movimento può tracciarne una breve storia soffermandosi infine su quali sono le sue prerogative di oggi?

“Il Movimento dei Laureati Cattolici – dal 1946 Movimento Laureati di Azione Cattolica e dal 1980 Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale – nacque nel 1932 ed ebbe come padre nobile il futuro Paolo VI, mons. Giovanni Battista Montini. Dalla sua fondazione ad oggi il Movimento ha avuto un ruolo

importante sia nella Chiesa sia nella società italiana, con la peculiarità di essere un movimento di intellettuali cattolici che fa della laicità, della fedeltà agli insegnamenti di Giovanni Battista Montini e dell’eredità del Concilio Vaticano II i propri punti di forza”.

Giovanni Paolo II ha definito il MEIC “avanguardia missionaria per il mondo della cultura e delle professioni all’interno della grande famiglia dell’Azione Cattolica italiana”: qual è la sua riflessione a riguardo?

“La proposta del MEIC ha una sua specificità: la fedeltà all’insegnamento del Concilio Vaticano II e il servizio alla comunità ecclesiale, dallo specifico punto di vista dell’animazione culturale. Proprio il legame con l’Azione Cattolica e con la realtà che la caratterizza rappresenta per il MEIC l’ambito principale del suo servizio. Inoltre, partendo da un’accezione vasta del concetto di impegno culturale, il MEIC pone attenzione al rapporto con il mondo delle professioni, seguendo quella che era la tradizione del Movimento Laureati e facendosi lievito nella realtà ecclesiale italiana”.

Da un punto di vista storico che posto occupò il Movimento Laureati dell’Azione Cattolica nel periodo seguente al secondo conflitto mondiale e nella rinascita della democrazia italiana?

“Nel messaggio indirizzato al Presidente della Repubblica Napolitano, in occasione dei 150 anni dell’unificazione italiana, Benedetto XVI ha sottolineato l’apporto fondamentale che gli esponenti politici provenienti dall’Azione Cattolica hanno offerto all’elaborazione della Costituzione repubblicana. Da quel momento il Movimento Laureati si caratterizza per essere un vivaio di grande qualità dal quale viene fuori una parte importante della classe dirigente italiana, non solo

Page 8: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 8

nel campo politico, ma anche in quello professionale, economico, accademico; esso offrì inoltre una sorta di riserva culturale alla Democrazia Cristiana nell’immediato dopoguerra”.

Dal Movimento Laureati di Azione Cattolica uscirono fior di intellettuali: quale fu il loro ruolo nella vita pubblica italiana?

“Il Movimento Laureati e il MEIC hanno annoverato tra i propri iscritti alcuni protagonisti della storia del nostro Paese. Abbiamo già ricordato mons. Montini; accanto a lui troviamo Alcide De Gasperi, Giulio Andreotti, Alfredo Carlo Moro, Vittorino Veronese, Romolo Pietrobelli, Alberto Monticone, Italo De Curtis, Franco Casavola, Aldo Moro, Vittorio Bachelet, vittime, gli ultimi due, del terrorismo che ha insanguinato l’Italia negli anni Settanta del Novecento. Essi hanno ricoperto incarichi importanti nelle istituzioni e nella vita politica italiana”.

L’esperienza di fede aperta al dialogo: il contrasto tra Giorgio la Pira e Luigi Gedda è il titolo di un saggio da lei dedicato a questi due intellettuali: in che modo entrambi offrirono il proprio apporto, da prospettive diverse, alla storia del mondo cattolico italiano del ‘900?

“Non potevano esserci figure più lontane fra loro come quelle di Luigi Gedda e di Giorgio La Pira: essi rappresentano due visioni alternative del rapporto dei cattolici con i non credenti, con diversità che riguardano sia la sensibilità religiosa sia l’approccio alla vita politica e civile. Mentre in La Pira le analisi prescindevano quasi sempre dalla polemica quotidiana e riguardavano aspetti non contingenti del dibattito politico, in Gedda era sempre viva l’attenzione per le conseguenze che le scelte compiute dagli esponenti del mondo cattolico avrebbero potuto avere sulle vicende della politica italiana. Il contrasto altro non era se non l’inevitabile

conseguenza di due visioni che ancora oggi, a distanza di oltre 50 anni, animano il mondo cattolico”.

Come il contributo politico offerto da questi colossi dell’Azione Cattolica fu arricchito e plasmato dalla fede?

“Mentre in La Pira la dimensione del dialogo con i non credenti era strettamente intrecciata alla sua esperienza di fede, per Gedda si trattava di difendere il cattolicesimo dagli attacchi che provenivano dai comunisti e più in generale dal mondo laico. Per questa difesa, Gedda aveva creato un apparato organizzativo estremamente efficiente, che impensierì seriamente Togliatti, il quale comprese che l’intervento dei Comitati Civici nella campagna elettorale del 1948 avrebbe compromesso le sorti del Fronte Democratico Popolare e attribuì allo sforzo organizzativo messo in atto dall’Azione Cattolica il merito della vittoria elettorale della DC”.

Cattolici italiani e laicità della politica. All’epoca di Gedda e La Pira questo dibattito non era forse aspro quanto oggi, dove da una parte troneggiano i paladini del laicismo, dall’altra vi è l’invito di Benedetto XVI ad un maggiore ed onesto impegno politico da parte cattolica: qual è, a suo parere, la scia da seguire?

“Anche a questo riguardo ritengo che la lezione del Concilio Vaticano II mantenga intatto il proprio valore. Innanzitutto l’importanza del dialogo, che nasce dalla consapevolezza che non si può pensare di detenere da soli le formule per costruire il futuro. In secondo luogo, la convinzione che la democrazia si ispira al principio del “non appagamento”, per usare un’espressione di Aldo Moro. Da ciò derivano sia la predilezione per la ricerca di sintesi condivise, sia la contrarietà ad affermazioni identitarie che rischiano di essere isolate. Al tempo stesso credo sia doveroso sottolineare la

Page 9: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 9

difficoltà di trovare soluzioni dei problemi antropologici, soluzioni che consentano alla Chiesa Cattolica di non indulgere alle mode del momento, ma anche di non imboccare la ricerca di certezze che siano caratterizzate esclusivamente ‘in negativo’. L’uso distorto e fondamentalista della Parola potrebbe portare all’errore di voler fare a meno delle indispensabili mediazioni, mentre in qualsiasi decisione sono compresenti principi che possono anche essere confliggenti tra di loro, ma che vanno necessariamente armonizzati per impedire che qualcosa di loro vada perso. Dal Concilio Vaticano II esce in sostanza una concezione alta della cultura della mediazione, molto importante proprio per l’impegno politico. La mediazione non va giustificata in quanto male minore, che bisogna accettare perché in caso contrario o vi sarebbe un male maggiore per la comunità ecclesiale o perché da forme di massimalismo etico deriverebbero condizioni di minoranza ancora più accentuata. In realtà, dalla collaborazione con chi la pensa in maniera diversa nasce l’occasione per comprendere in maniera migliore quali sono le strade da percorrere per realizzare il bene comune storicamente possibile”.

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

II silenzio di una poetessa L’arte è un’attività umana volta a creare opere a cui si riconosce un valore estetico, per mezzo di forme, colori, parole o suoni. La poesia è l’arte e la tecnica di comporre versi o, più generalmente, di esprimere in forme ritmiche, idee, sentimenti e realtà secondo la propria visione del mondo. “ Arte, poesia e pensieri sulla vita” di Marisa Ferrara è un libro di versi ed immagini che rivela un parlare sommesso e sommerso, scomposizione di idee-percezioni-intuizioni.

Composto da versi che parlano di storie, che vivono e si nutrono di una cultura che apre nuovi varchi alla essenzialità dell’individuo, che non sono oggetto di indagine sociologica perché non urlano, non si impongono. In una scrittura dallo stile fresco si rigenerano pensamenti in un’applicazione individualmente logica, che contempla la vita nei suoi tratti fisici, ne assorbe il significato intimo e ne offre una descrizione che tiene in forte considerazione il vissuto e la proiezione personale. I silenzi assordano come rumori della quotidiana esistenza, il cui lessico comprensibile si impregna di una significazione intimista e sofferta, ondeggia lungo percorsi fluidi di una coscienza elevatasi a consapevolezza della forza che emana dalla parola e dall’ordine stesso delle parole. Una continua, scomposta affermazione di sé che unisce la frammentarietà dei colori di un’esistenza che si affaccia ostruita e costruita dalle circostanze e che si carica di possente energia. La struttura dei versi segue l’ordine dei pensieri secondo un flusso di coscienza che mescola con agilità la descrizione di momenti (autobiografici o presunti tali) con la percezione

Page 10: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 10

estemporanea. Il ritmo fragoroso del pensiero permea la parola di tinte sovraccariche di tensione, di spasmo violento, per poi ricongiungersi con il silenzio in un mutismo che conforta nell’inquietudine. Immerse in un’atmosfera di profonda malinconia, le parole e la sintassi sono utilizzate con un senso di libertà e di continuità che cancella le certezze prospettiche e si incanala all’interno di percorsi silenziosi eppur roventi per porsi quesiti sul senso della (propria) esistenza. Un’indagine descritta attraverso un linguaggio comune ma che si insinua a rappresentare contesti nuovi, ardui e rappresenta l’imperfezione della visione mediante un impianto completamente assorbito dalle emozioni, rivelato attraverso paradossali similitudini, criptiche metafore che l’autrice racchiude in titoli allusivi in sospensione. Frenetica e coinvolgente, la poesia di Marisa Ferrara si configura come un movimentato dialogo tra tutte le componenti; anche i disegni dell’artista Angelo Ermanno “Dialkan” (fondatore del Surreastrattismo) intervengono a costruire un ordine, mantengono il ritmo, lo interrompono non permettendo alla lettura di scorrere veloce e sfuggente. Un libro, quello di Marisa Ferrara assolutamente da acquistare, da leggere, da meditare e poi conservarlo nella propria libreria per consultarlo ogni qualvolta si sente il bisogno. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

A Barile si mangia arbëreshë.

Richiamo arbëreshë e gastronomia locale. Questi sono gli ingredienti base della XVII edizione della sagra del "Tumact me tulez" (piatto tipico della cultura arbëreshë), deliziose tagliatelle con mollica di pane fritta e sugo alle noci ed alici. La manifestazione si svolgerà il 17 e il 18 settembre 2011, a Barile, nel

Convento Carmelitano "Padre Minozzi". L’evento ha come scopo la valorizzazione del Padre Minozzi, Convento Carmelitano, della Basilicata terra ricca di culture, e in particolare del Vulture, proprio attraverso i suoi prodotti tipici ed il buon vino Aglianico del Vulture D.o.C. che proprio a Barile, ha la sua "culla" prediletta, nel parco urbano della Cantine. In programma degustazioni di Aglianico del Vulture Doc, dolci e altre bontà tipiche. Fra gli appuntamenti culturali la presentazione del libro del Vice Presidente Vicario del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, dal titolo “Federalismo avvelenato”, un seminario sul tema “Il Piano di Sviluppo rurale e le prospettive di sviluppo dell’agroalimentare nel Vulture”. Sarà inoltre possibile visitare le mostre fotografiche, di Leonardo Autera e Mario Carbone, e delle mostre curate dall’Associazione Basilicata In Arte. Il 17 settembre, alle 18, sarà inaugurata una mostra sul brigantaggio e, peri più piccoli, un laboratorio creativo di "Cartoons". Infine, domenica 18, alle 20, sarà proiettato il film di Gabriele Salvatores, “Io non ho paura” girato in Basilicata. Ad allietare la manifestazione lamusica dei Welcome to the “Django Quartet”, de la “Noche Cubana” il 17Settembre e della band “Nuvole dal Messico”, che proporrà cover di Giuliano Palma il 18 Settembre. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito web www.prolocobarile.it o il profilo facebook "Pro Loco Barile".

Page 11: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 11

CALCIO. ECCELLENZA LUCANA. 1^ GIORNATA DI CAMPIONATO.

PARTE BENE L’ATELLAMONTICCHIO VULTUR. BATTE LA FORTE MURESE CON

GOL DI CIARDIELLO E CARRIERO

ATELLAMONTICCHIO 2 MURESE AURORA 2000 0 ATELLAMONTICCHIO: Bellino, Barbaro, Boccomino, Di Tolve (al 85’ Larotonda V.),Grieco, Falaguerra (al 75’ Brescia), Larotonda G., Pietragalla L., Sodrio (al 57’ Libutti), Ciardiello, Carriero. A disp: Gervasio, Colangelo, Tarallo,Tortoriello. All:D’Urso. MURESE AURORA 2000:Piccirillo, Cella, Di Carlo (al 66’ De Martino), Ferracane,Gerbasio, Nano, Leone, Iacullo G.(al 77’ Antohi), Remollino, Falivena (al 66’Iacullo V.), Dudra. A disp: Pepe, Ruvo, Galante, Rota. Arbitro: Fornelli di Montemilone, 1° assistente Guida di Montemilone, 2° assistente: Catino di Venosa. Marcatori: al 60’ Ciardiello; al 65’ Carriero. Note:spettatori circa 100. Recupero: 1° tempo: 1’;2°tempo:5’. Atella. Parte bene l’Atellamonticchio di mister D’Urso, anche se ha dovuto faticare, specie nel 1à tempo, per avere ragione di

un’ostica Murese, di mister Lardo. Nonostante il caldo afoso la partita, ben diretta dal giovane Fornelli di Montemilone, è stata divertente e dai toni agonistici elevati. Ad un primo tempo equilibrato si è contrapposto una ripresa favorevole ai padroni di casa, più determinati degli avversari. La cronaca. Al 1’Carriero dalla fascia mette al centro un invitante pallone, ma Ciardiello e Falaguerra stanno a guardare. Al 5’Falaguerra non sfrutta in area avversaria un pallone filtrante di Ciardiello. Al 7’ ad una disattenzione difensiva locale,Dudra serve Falivena davanti al portiere, ma il tiro viene sventato in angolo dall’attento Bellino, classe ’93. Al 9’Nano al tiro dal limite dell’area avversaria, palla bloccata dal portiere. Al 14’ u tiro-cross di Carriero lambisce la traversa. Al 20’ una punizione di Iacullo G. dalla distanza viene deviata involontariamente da Di Tolve, palla diretta nella propria porta, ma con un balzo felino Bellino riesce a mettere in angolo. La Murese riesce a chiudere i varchi all’avversaria. Ci deve pensare Ciardiello, che al 22’ dalla distanza colpisce la traversa. Al 27’ su cross di Carriero, prima Sodrio si fa respingere da pochi passi il tiro dal portiere e poi Falaguerra colpisce a colpo sicuro, ma Ferracane sulla linea respinge la conclusione. Al 30’ Grieco prima sbaglia e poi salva su un passaggio filtrante di Falivena per Dudra. Al 31’su cross di Cella, Remollino da pochi passi dalla porta fallisce la conclusione di testa, che si ripete al 45’, di testa passa all’avversario. Alla ripresa del gioco l’Atellamonticchio entra in campo con più determinazione ed al 47’ Falaguerra, servito in area avversaria da Ciardiello, spreca. Al 51’ è la volta di Boccomino, entrato nell’area avversaria, che si allunga la palla fino a perderla. Al 59’ Ciardiello (buona la sua prova) si procura un fallo al limite dell’area avversaria. Si incarica della punizione lo stesso fantasista che con una prodezza balistica lascia di stucco il portiere avversario. La

Page 12: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 12

Murese non riesce a reagire ed al 65’ raddoppia l’Atellamonticchio: Falaguerra da fondo campo mette al centro un invitante pallone per Carriero, lasciato tutto solo, che con un bel tiro in diagonale mette dentro. A questo punto l’Atellamonticchio controlla la partita ed all’82’ in contropiede Ciardiello in corsa nell’area avversaria, servito da Libutti, mette fuori. All’84’, in contropiede, in superiorità numerica Libutti e Brescia non si capiscono e sprecano. All’86’ Bellino non si capisce con Grieco ed esce dai pali e sventa su Cella. Al fischio finale dell’arbitro gioia per i locali e delusione per gli ospiti. Lorenzo Zolfo INTERVISTE DI FINE PARTITA. Mister D’Urso dell’Atellamonticchio è felice di questa prima vittoria: “ siamo stati più determinati dell’avversaria, un’ostica squadra che darà filo da torcere a tante altre contendenti alla vittoria finale. E’ la prima gara, vuoi per il caldo, vuoi perché era la prima partita di campionato, qualche errore di troppo nell’ultimo passaggio. Siamo ancora alla ricerca della migliore condizione di gioco”. Mister Lardo in casa Murese ha visto la partita in questo modo: “ meritavamo di andare noi in vantaggio, un’ora buona di gioco non è servito a trovare la via del gol. Abbiamo peccato di troppa precipitazione e di ingenuità. Il gol avversario è scaturito proprio da un’ingenuità della difesa, nonostante abbia raccomandato i miei giocatori prima della partita. Dopo il gol subito, ci siamo disuniti ed i giochi erano già fatti. Dobbiamo lavorare su quanto di buono fatto nel 1° tempo. Eravamo in campo con tre del ’93, ragazzi che vanno incoraggiati”. Carriero, l’ala dell’Atellamonticchio, dedica il gol fatto alla moglie Brunella ed alla figlia Viola. Lorenzo Zolfo :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

ATLETICA LEGGERA. INARRESTABILI PROGRESSI DEL VENOSINO MARCO GAI

NELLE GARE DI VELOCITA'.IL 7 SETTEMBRE SCORSO A PESCARA STABILISCE IL

RECORD PERSONALE SUI 100 METRI:10”87

Venosa. Non si è ancora spenta l'eco del successo conseguito nel meeting di Isernia del 4 settembre (ricordiamo la vittoria nei 200 m. in 21"64, risultata anche essere la migliore prestazione tra tutte le gare maschili disputate del meeting), Marco Gai, l’atleta di Venosa, che gareggia con la Scotellaro Matera,ha preso parte tre giorni dopo al meeting città di Pescara, dove ha stabilito il primato personale dei 100 m. con il tempo di 10"87, mentre sabato 10 settembre in una riunione sulla pista dello stadio Virgiliano di Napoli ha vinto, nel giro di un'ora, 100 m e 400 m pur non

Page 13: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 13

essendo in perfette condizioni fisiche per un imprevista emicrania. In particolare nella gara dei 100m ha avvicinato nuovamente il primato personale correndo in 10"88. Inutile nascondere gli obbiettivi di Marco, che in questo finale di stagione conta di stabilire nuovi primati regionali nella gare di velocità, dai 100m. ai 400m. A Napoli si è rivista in pista anche Mara Parisi, Juniores di Rionero in Vulture ma che gareggia per i colori del G.S. Matera; Mara si è piazzata terza in una buona gara di 400m corsi in 1'01"34. Buone anche le prestazioni di Lusien Mustaqui e Gianluca Gilio, entrambi della Scotellaro Matera. Lorenzo Zolfo La foto ritrae Marco Gai col pettorale 292 in una gara vinta quest’anno a Bari. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

RIPACANDIDA. ESTATE 2011. PALESTRA COMUNALE. UN

SUCCESSO DI PARTECIPANTI AL 1° TORNEO DELL’AMICIZIA DI

PALLAVOLO MISTO ORGANIZZATO

DALL’ASSOCIAZIONE SPORTIVA MISTRAL CLUB DI RIONERO.

SODDISFATTI I PROFF. EMILIANA TRAFICANTE E DOMENICO ZANDOLINO.

Ripacandida. Nella bellissima palestra comunale del centro vulturino si è disputato un torneo di pallavolo misto organizzato dall’associazione sportiva “Mistral Club” di Rionero, che in questa palestra nei mesi scorsi ha avviato corsi di ginnastica ed avviamento allo sport. Soddisfatti gli organizzatori, la prof.ssa di Scienze Motorie, Emiliana Traficante ed il suo stretto collaboratore Nico Zandolino: “circa 50 giovani di Ripacandida si sono cimentati in questo sport di squadra all’insegna del divertimento e colpi di

schiacciate. Per una settimana la bellissima palestra comunale è stata riempita da giovani, in un paese dove durante l’anno gli stimoli sono ben pochi. Un ringraziamento all’amministrazione comunale per la concessione dell’impianto gioco ed al consigliere comunale Patrizia Lepellere che ha assicurato le coppe per le squadre partecipanti”. Ecco l’elenco delle squadre che si sono piazzati ai primi posti e di quelli che hanno ricevuto premi speciali:Primi classificati: “Rimbambona”: composta da Lorenzo Z.,G.Messere; E.Santarsieri,P.Lepellere e R. Lamorte. *Secondi classificati:I “Relitti”: M.A.Di Sabato; M.Summa, M.Gabriele;A.Martino.D.Sinisi.

*Terzi Classificati i “Gioacchini”: D.Gioiosa,D.Guglielmucci, D.Anastasia, C.Labriola e G.Zolfo.Il premio "i più giovani del torneo" è stato vinto dalla squadra:”Happy Feet” composta da M.Sinisi, P.Musto, M.Martino,T.Gioiosa. Il premio "simpatia" è stato vinto dal

Page 14: Vulture Magazine, 17 Settembre 2011

VULTURE MAGAZINE 14

team:”Cuccioli” composto da D.Sinisi, D.Martino,C.Sinisi, G.Musto e dalla squadra “Nirvana” composta da G.Cimarosa,S.Calice,G.Rita e A.Gioiosa. L’associazione sportiva Mistral Club comunica che il prossimo mese di ottobre riprenderanno i corsi di attività motoria e sportiva presso la palestra per due volte la settimana, il martedì ed il venerdì. Sarà l’occasione per i giovani del posto di perfezionare il proprio stato motorio e sportivo per essere pronti al prossimo torneo di pallavolo.

Lorenzo Zolfo Le foto riprendono alcuni momenti di gioco e le due squadre finaliste.

PRODUZIONI VIDEO, COMUNICAZIONE,

EVENTI…

WWW.SIDERURGIKATV.COM

Web-Tv di Video, Filmati, Eventi, Informazioni,

Notizie dall’Italia e dal Vulture… con quattro redazioni da tutta Italia

(500.000 contatti)

Contatti ed Informazioni: e-mail: [email protected]

Tel. 349.6711604