Voto e mercati: LE OPINIONI DEI GRANDI GESTORI · 2 Venerdì 24 Maggio 2019 Il Sole 24 Ore Primo...

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LE OPINIONI DEI GRANDI GESTORI Director Market and Distribution Strategy di Fidelity International L’incertezza alimenta volatilità La vera minaccia è una forte frammentazione della compagine parlamentare. Ciò, unito alla crescita, pur senza vittoria, dei partiti estremisti comporterà l'indebolimento del processo decisionale. Se nel lungo periodo questa situazione rischia di portare a un indebolimento politico ed economico dell'Europa nel breve l'unica certezza sarà l'incertezza: e per i mercati questo vorrà dire volatilità DONATELLA PRINCIPE Possibili tensioni sullo spread La frammentazione politica attesa nel nuovo Parlamento Europeo potrà avere come conseguenza un ritorno di focalizzazione dei mercati sullo stato di salute dei singoli paesi; specie se il risultato delle elezioni europee avesse ripercussioni politiche locali. A differenza di quanto avvenuto lo scorso anno, un eventuale ritorno del rischio-Italia potrebbe provocare anche un effetto contagio sugli altri periferici. Le implicazioni del voto sull’Europa Le implicazioni del voto per il rischio Italia Senior Economist di Vontobel Asset Management Tempi più lunghi per le nomine La probabile avanzata dei partiti euroscettici rischia di complicare molto il processo decisionale nell’Unione europea. Ci aspettiamo un lungo negoziato sui presidenti di Commissione e Bce. La scelta del tedesco Weidmann come successore di Draghi potrebbe essere letta dai mercati come una svolta restrittiva. Ma nel concreto non credo che la politica monetaria cambierà drasticamente. RETO CUENI Bene il divorzio Lega-5 stelle Un’affermazione dei partiti nazionalisti, più rigidi sul tema della disciplina di bilancio, può rendere più arduo il negoziato dell’Italia con l’Ue. La percezione del rischio sovrano può migliorare in caso di fine del governo Lega-5stelle e formazione di una nuova maggioranza di centro-destra che potrebbe favorire un attenuamento delle istanze euroscettiche della Lega Head of Policy and Research, State Street Global Advisors Decisivo il successore di Draghi La partita chiave è quella per la Bce. Draghi ha contribuito a domare la crisi del debito sovrano dell'Eurozona e a costruire una ripresa economica. I mercati si aspettano una politica monetaria in grado di offrire risposte rapide e decise. Se così non fosse ci aspettiamo ripercussioni negative per l'euro e le attività soggette a forti influenze di tipo politico, come gli spread creditizi italiani o le azioni delle banche europee ELLIOT HENTOV Pochi compromessi con Roma I partiti tradizionali tenderanno ad unire le forze contro le sfide dei populisti. Quando i problemi dell'Italia torneranno sotto i riflettori ci saranno minori spinte verso il compromesso. Gli atteggiamenti europei nei confronti dell'Italia saranno in conflitto con la volontà di non consegnare a Salvini ogni successo. Questo sarà certamente negativo per il mercato Senior Economist di Hermes IM Per l’Ue rischio “mani legate” L'esito delle elezioni potrebbe avere un impatto sulla capacità dell'Eurozona di affrontare la prossima fase di ribasso e, quindi, sui mercati finanziari nel medio termine. Se da un lato è probabile che la maggioranza rimanga nelle mani dei partiti tradizionali, dall'altro è plausibile che vi siano passi in avanti significativi per i partiti populisti che potrebbero cercare di minare il funzionamento delle istituzioni europee dall'interno SILVIA DALL'ANGELO Il rigore dei populisti del Nord i patiti populisti del nord Europa sono grandi sostenitori della disciplina fiscale e non sono disponibili a concessioni nei confronti dei paesi del sud. In questo senso, le elezioni europee avranno probabilmente poco impatto sul cosiddetto rischio Italia, che continuerà ad essere determinato dalle dinamiche politiche domestiche e dall'evoluzione della fiducia dei mercati finanziari Political Economist di Aberdeen Standard Investments Gestione crisi più difficile Il settore in cui i populisti possono avere il maggiore impatto è quello della gestione delle crisi; in caso di grave recessione, questa stasi di Bruxelles sarebbe molto più seria e avrebbe conseguenze negative molto più gravi di quanto non lo sia in tempi normali. Ci aspettiamo uno “stress significativo” quando il ciclo attuale arriverà al termine STEPHANIE KELLY Italia al voto nel 2020 Il voto può condizionare la percezione del rischio Italia qualora cambiasse la posizione in patria del leader della Lega, Matteo Salvini. Una posizione forte potrebbe sostenere le nostre aspettative di elezioni anticipate a inizio 2020. Non concordiamo tuttavia sul fatto che in scia a buoni risultati la Commissione possa tollerare la sregolatezza fiscale italiana

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Page 1: Voto e mercati: LE OPINIONI DEI GRANDI GESTORI · 2 Venerdì 24 Maggio 2019 Il Sole 24 Ore Primo Piano In caduta le azioni tech a Wall Street sul timore di ritorsioni cinesi dopo

2 Venerdì 24 Maggio 2019 Il Sole 24 Ore

Primo Piano

In cadutale azionitech aWall Streetsul timore di ritorsionicinesidopo il bandoa Huawei

Voto e mercati:focus dei gestorisu populismie caso Italia Le prospettive. Le incognite legate al peso dei gruppi euroscettici nel nuovo Parlamento europeo e al confronto con Roma sui conti pubblici del PaeseAndrea Franceschi

La partita tra il governo italiano e laCommissione europea sulla legge dibilancio 2019 è stata durissima. Mapotrebbe essere ricordata come unapasseggiata se paragonata al con-fronto che si annuncia sulla mano-vra di quest’anno. Tra i 23 miliardi diclausole Iva da disinnescare, rinno-vo degli statali, correzione del defi-cit e altre voci ci sarà da negoziareuna manovra da almeno 35 miliardi.Una cifra monstre a cui bisogneràaggiungere i fondi necessari a fi-nanziare gli ambiziosi piani di ridu-zione delle imposte (flat tax) del-l’esecutivo giallo-verde. La partitainsomma si annuncia durissima e lerecenti dichiarazioni di Salvini, tor-nato a invocare lo sforamento delvincolo del 3% sul deficit (con i pre-vedibili effetti sullo spread), sono unprimo segnale della conflittualitàche anche quest’anno, con ogni pro-babilità, caratterizzerà il negoziatocon la Ue sui conti.

Se Salvini è tanto combattivo èanche perché è convinto che un’af-fermazione della Lega e di altri par-titi sovranisti alle elezioni europeecontribuirà a cambiare il volto dellaCommissione rendendola più incli-ne ad accettare un compromesso sulbudget dell’Italia. Ma è proprio così?I gestori chiamati da Il Sole 24 Ore adesprimersi sulle implicazioni dimercato del voto di domenica nonsono dello stesso avviso. SecondoStephanie Kelly, political economistdi Aberdeen Standard Investments,è difficile che la Commissione possatollerare «la sregolatezza fiscale ita-liana». Una modesta indulgenzanella politica fiscale da parte dellaCommissione è da mettere in contoma per l’economista non basterà aevitare «un altro scontro tra Romae Bruxelles ad ottobre». Ancora piùpessimista Elliot Hentov, responsa-bile politico di State Street GlobalAdvisors, secondo cui la frammen-tazione del panorama politico euro-peo che è prevista emergere dal votospingerà «i partiti tradizionali aunire le forze contro le sfide dei po-pulisti». Il che non giocherà certo anostro favore: «Quando i problemidell'Italia torneranno sotto i riflet-tori - spiega Hentov - ci saranno mi-nori spinte verso soluzioni di com-promesso». Per il gestore «gli atteg-giamenti europei nei confrontidell'Italia saranno in conflitto con lavolontà di non consegnare a Salvini

ogni successo». Soprattutto qualoradovesse concretizzarsi lo scenariodel voto anticipato in Italia, ipotesiche i continui litigi all'interno dellamaggioranza stanno avvalorandosempre di più e che, secondo alcunigestori, potrebbe registrare un’ac-celerazione dopo il voto. C’è ancheun altro scenario con cui gli investi-tori stanno facendo i conti: la for-mazione di una nuova maggioranzasenza il ritorno al voto. Ciò potrebbeavere implicazioni non così negati-ve per l’Italia secondo Reto Cueni,senior Economist di Vontobel AssetManagement, specie nel caso in cuisi arrivasse a una alleanza di cen-tro-destra (con trasfughi di altripartiti). Uno scenario del genere -secondo il gestore - sarebbe favore-vole per l’economia perché potreb-be comportare «un ammorbidi-mento delle posizioni euroscettichedella Lega la quale è, storicamente,vicina alle istanze delle piccole emedie imprese».

Per i destini dell’Italia e la delicatapartita economico-finanziaria conl’Ue sarà poi decisivo il negoziatosulle nomine del nuovo presidentedella Commissione europea e delsuccessore di Draghi alla guida dellaBce. Ma se è vero che gli equilibri al-l’interno del Parlamento europeosono destinati a condizionare il ne-goziato è anche vero che - come se-gnala Silvia dall'Angelo, senior Eco-nomist di Hermes IM - «la parola fi-nale sulle nomine spetterà ai capi digoverno e di stato europei, che conpoche eccezioni, provengono daipartiti tradizionali». In altre parole:è improbabile che un’affermazioneoltre le attese dei sovranisti possarisultare decisiva nel determinare inomi di chi guiderà Commissione eBanca centrale nei prossimi anni.

Nell’immediato c’è da aspettarsiuna reazione forte dei mercati (posi-tiva o negativa) nel caso in cui l’atte-so exploit dei sovranisti dovesse ri-sultare rispettivamente inferiore osuperiore alle aspettative. In attesadel voto sono ancora le schermaglietra Usa e Cina sul tema del commer-cio a tenere banco. Un contesto chetende a sfavorire tutte le classi di in-vestimento rischiose come le azioni(ieri i listini europei hanno perso at-torno al 2%) o i titoli di Stato perife-rici come i BTp ieri penalizzati dallevendite che, in parallelo con gli ac-quisti sui Bund, hanno fatto risalirelo spread oltre quota 275.

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LE OPINIONI DEI GRANDI GESTORI

Director Market and Distribution Strategy di Fidelity International

L’incertezza alimenta volatilitàLa vera minaccia è una forte frammentazione della compagine parlamentare. Ciò, unito alla crescita, pur senza vittoria, dei partiti estremisti comporterà l'indebolimento del processo decisionale. Se nel lungo periodo questa situazione rischia di portare a un indebolimento politico ed economico dell'Europa nel breve l'unica certezza sarà l'incertezza: e per i mercati questo vorrà dire volatilità

DONATELLA PRINCIPE

Possibili tensioni sullo spreadLa frammentazione politica attesanel nuovo Parlamento Europeo potrà avere come conseguenza un ritorno di focalizzazione dei mercati sullo stato di salute dei singoli paesi; specie se il risultato delle elezioni europee avesse ripercussioni politiche locali. A differenza di quanto avvenuto lo scorso anno, un eventuale ritorno del rischio-Italia potrebbe provocare anche un effetto contagio sugli altri periferici.

Le implicazioni del voto sull’Europa

Le implicazioni del voto per il rischio Italia

Senior Economist di Vontobel Asset Management

Tempi più lunghi per le nomineLa probabile avanzata dei partiti euroscettici rischia di complicare molto il processo decisionale nell’Unione europea. Ci aspettiamo un lungo negoziato sui presidenti di Commissione e Bce. La scelta del tedesco Weidmann come successore di Draghi potrebbe essere letta dai mercati come una svolta restrittiva. Ma nel concreto non credo che la politica monetaria cambierà drasticamente.

RETO CUENI

Bene il divorzio Lega-5 stelleUn’affermazione dei partiti nazionalisti, più rigidi sul tema della disciplina di bilancio, può rendere più arduo il negoziato dell’Italia con l’Ue. La percezione del rischio sovrano può migliorare in caso di fine del governo Lega-5stelle e formazione di una nuova maggioranza di centro-destra che potrebbe favorire un attenuamento delle istanze euroscettiche della Lega

Head of Policy and Research, State Street Global Advisors

Decisivo il successore di DraghiLa partita chiave è quella per la Bce. Draghi ha contribuito a domare la crisi del debito sovrano dell'Eurozona e a costruire una ripresa economica. I mercati si aspettano una politica monetaria in grado di offrire risposte rapide e decise. Se così non fosse ci aspettiamo ripercussioni negativeper l'euro e le attività soggette a forti influenze di tipo politico, come gli spread creditizi italiani o le azioni delle banche europee

ELLIOT HENTOV

Pochi compromessi con RomaI partiti tradizionali tenderanno ad unire le forze contro le sfide dei populisti. Quando i problemi dell'Italia torneranno sotto i riflettori ci saranno minori spinte verso il compromesso. Gli atteggiamenti europei nei confronti dell'Italia saranno in conflitto con la volontà di non consegnare a Salvini ogni successo. Questo sarà certamente negativo per il mercato

Senior Economist di Hermes IM

Per l’Ue rischio “mani legate”L'esito delle elezioni potrebbe avere un impatto sulla capacità dell'Eurozona di affrontare la prossima fase di ribasso e, quindi, sui mercati finanziari nel medio termine. Se da un lato è probabile che la maggioranza rimanga nelle mani dei partiti tradizionali, dall'altro è plausibile che vi siano passi in avanti significativi per i partiti populisti che potrebbero cercare di minare il funzionamento delle istituzioni europee dall'interno

SILVIA DALL'ANGELO

Il rigore dei populisti del Nordi patiti populisti del nord Europa sono grandi sostenitori della disciplina fiscale e non sono disponibili a concessioni nei confronti dei paesi del sud. In questo senso, le elezioni europee avranno probabilmente poco impatto sul cosiddetto rischio Italia, che continuerà ad essere determinato dalle dinamiche politiche domestiche e dall'evoluzione della fiducia dei mercati finanziari

Political Economist di Aberdeen Standard Investments

Gestione crisi più difficileIl settore in cui i populisti possono avere il maggiore impatto è quello della gestione delle crisi; in caso di grave recessione, questa stasi di Bruxelles sarebbe molto più seria e avrebbe conseguenze negative molto più gravi di quanto non lo sia in tempi normali. Ci aspettiamo uno “stress significativo” quando il ciclo attuale arriverà al termine

STEPHANIE KELLY

Italia al voto nel 2020Il voto può condizionare la percezione del rischio Italia qualora cambiasse la posizione in patria del leader della Lega, Matteo Salvini. Una posizione forte potrebbe sostenere le nostre aspettative di elezioni anticipate a inizio 2020. Non concordiamo tuttavia sul fatto che in scia a buoni risultati la Commissione possa tollerare la sregolatezza fiscale italiana

SUL WEBSul sito internet l’andamento dei mercati in tempo reale con analisi e approfondimentidi giornata

Suilsole24ore

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Morya Longo

C’è una scheggia impazzita che agitai mercati finanziari globali: il fattore«P», la politica. Una mina vagante.Che mette a disagio investitori piùabituati ai numeri che agli umori di Presidenti e capi di Governo. Sebbenel’economia globale appaia oggi più informa di quanto non si temesse a fine2018 e gli utili delle aziende stiano su-perando le pur modeste attese, sui li-stini mondiali il cielo è tornato nero. Arenderlo minaccioso è proprio il caospolitico mondiale: lo scontro tra StatiUniti e Cina, la Brexit incompiuta, la bellicosità in Europa alla vigilia del

voto, la fragile situazione italiana, lo scontro tra Stati Uniti e Iran. I temi dipolitica che tengono banco sono tanti.Troppi. Così ieri l’ennesima escala-tion dei toni tra Stati Uniti e Cina ha mandato al tappeto le Borse: Milano -2,12%, Parigi -1,81%, Francoforte -1,78%, Londra -1,41%. E i listini Usa hanno registrato perdite simili.

«Il rischio geopolitico è diventatodeterminante sul mercato nel 2019 - scrivono gli analisti di BlackRock -. Soprattutto in un contesto di econo-mia debole e di incertezza sugli utili».Il fattore «P» che più pesa sui mercatiè lo scontro tra Stati Uniti e Cina. Al-l’inizio sembrava una guerra com-merciale. Una guerra dei dazi, più di facciata che reale. I mercati erano con-vinti che un accordo fosse comunquealla portata. Ma quando la Casa Biancaha iniziato a mettere al bando aziendecinesi, a partire da Huawei, si è capito

che la battaglia è più ampia. È anche tecnologica. È, di fatto, lo scontro tradue superpotenze. Questo cambia loscenario per gli investitori: se prima sitemeva per l’impatto economico dei soli dazi (che a conti fatti non era poicosì drammatico), ora si teme per le società tecnologiche e per gli effetti economici di una possibile escalationsu molteplici fronti. Non è un caso chea cadere, in questi giorni, siano a WallStreet le azioni del settore tech: daquando è deflagrato il caso Huawei lunedì, Apple ha perso oltre il 5% e Mi-crosoft circa il 2% sul timore di ritor-sioni cinesi.

L’Europa sta anche peggio, per-ché è considerata il vaso di coccio delmondo. Non solo la prossima ondatadi dazi americani sul settore automo-bilistico potrebbe abbattersi propriosul Vecchio continente. Non solo l’economia europea è già debole per i

fatti suoi, e i dati macroeconomici diieri l’hanno confermato. Ma anche danoi il rischio politico è aumentato: il populismo, l’Italia, Brexit sono temi che rendono il mercato nervoso. «ConTrump e Salvini che spaventano i mercati, le elezioni europee sposte-ranno il focus sul rischio politico», scrivono gli economisti di Commerz-bank. Per questo a cadere sono le azioni del settore auto (-2,85% ieri inEuropa e -6,62% nell’ultima settima-na), ma anche quelle tecnologiche (-2,50% ieri) e di molti settori. Nel frattempo gli investitori cercano ripa-ro, per esempio sui Bund tedeschi. Ierii loro rendimenti sono scesi ancorapiù sotto zero (a -0,12%) favorendo ilrialzo dello spread sui BTp a 276 punti.La sensazione è che il fattore «P» nonmollerà i mercati a lungo.

á@MoryaLongo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sissi Bellomo

Se per le borse è stata una giornata nera, per il petrolio è stata addiritturala peggiore di quest’anno. Il timore diun’escalation nelle guerre commer-ciali ha affondato il prezzo del bariledi circa il 6%, spingendo il Wti vicinoa 57 dollari. Il Brent è invece sceso finoa 67 dollari, investito da una raffica divendite che ha guadagnato intensitàdopo il cedimento di due supporti chiave: la media mobile degli ultimi50 e degli ultimi 200 giorni.

Il rischio di una frenata dell’econo-mia globale – con ovvie ripercussioninegative sulla domanda petrolifera –era rimasto a lungo in secondo piano,messo in ombra dalle crescenti ten-sioni geopolitiche nel Golfo Persico edal crollo sempre più pronunciato dell’offerta di greggio: in questo mo-mento mancano all’appello ben 5,4 milioni di barili al giorno,volumi paria circa il 5% del fabbisogno, stima Ry-stad Energy. E la responsabilità nonè solo dell’Opec, che tra poco più di unmese potrebbe attenuare i tagli pro-duttivi. Da Iran e Venezuela, colpiti dasanzioni Usa, abbiamo perso 2,4 mbgdi greggio e altri 1,7 mbg (quasi mezzomilione in più rispetto all’anno scor-so) sono offline a causa di eventi im-previsti, tra cui la contaminazione della Druzhba, il maggiore oleodottodalla Russia, che da sola sottrae circa250mila bg al mercato. Il completo ri-pristino dei flussi si è rivelato molto più difficile del previsto: ora l’obietti-vo si è spostato al 1° luglio, riferiva ieriPern, il gestore della rete polacca.

Il mercato petrolifero sembra co-munque aver accantonato questo e tutti gli altri problemi relativi all’of-ferta, compreso l’aggravarsi delle tensioni in Medio Oriente, tanto allar-mante da aver spinto la Lloyd’sMarket Association a includere l’inte-ra area del Golfo Persico nell’elenco diquelle a maggior rischio per la navi-gazione, una cosa che non accadevadal 2005. Il tema dominante – per chiinveste sul petrolio e non solo – è di-ventato la domanda.

Le vendite erano cominciate mer-coledì, quando il nuovo aumento del-le scorte americane di greggio (ora aimassimi da quasi 2 anni) aveva fattoscivolare del 3% il prezzo del barile, anche se il surplus di offerta per ora èconcentrato negli Usa (e riguarda so-lo i greggi più leggeri e poco solforosi,come lo shale oil). Ieri i ribassi sono proseguiti, diventando sempre più pesanti.

La guerra dei dazi tra Usa e Cina,che minaccia di diventare ancora piùaspra, comincia a fare davvero paura.L’Ocse ha di nuovo tagliato la stima sulla crescita globale (al 3,2% dal 3,3%di marzo), affermando che le barrierecommerciali sono «nemiche della crescita». Ieri il Fondo monetario in-ternazionale (Fmi) ha avvertito che larecente escalation potrebbe «intacca-re la fiducia sui mercati finanziari e nell’economia reale, sconvolgere le supply chain a livello globale e mette-re a rischio la ripresa della crescita».

Segnali di indebolimento della do-manda petrolifera sono peraltro già visibili, soprattutto in alcuni Paesiemergenti, tra cui l’India e il Brasile.In Asia i margini di raffinazione sonocrollati ai minimi dal 2003 e molti im-pianti, secondo fonti Reuters, stannopianificando di rallentare le lavora-zioni di greggio.

L’Agenzia internazionale del-l’energia ha cominciato solo di recen-te a limare le previsioni sulla doman-da (e tuttora la vede crescere di 1,3mbg nel 2019). Ma gli analisti di moltebanche sono decisamente più pessi-misti. BofA Merrill Lynch ad esempio,in un report della settimana scorsa osservava che «la domanda petrolife-ra globale ha nettamente deceleratola crescita», aumentando in media di680mila bg negli ultimi due trimestri,invece degli 1,46 mbg negli ultimi 5 anni. Gli speculatori, ancora molto esposti al rialzo, «potrebbero precipi-tarsi nervosamente a chiudere le po-sizioni se le chance di una recessionenegli Usa aumenteranno ancora» av-vertiva la banca americana. Forse è proprio quello che sta succedendo.

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ALLARME DOMANDA

Petrolioa piccoper la guerradelle tariffe

Peggior seduta dell’annoper il barile, che perde il 6%Il Brent sotto 68 dollari

MERCATI

L’escalation tra Usa e Cina spaventa i listini, insiemea Brexit e caos europeo

FEBAF E DK

«Prudenzasu Basilea»

Prudenza sull’attuazione delle regole di Basilea per non appesantire il comparto finanziario europeo rispetto ai competitor mondiali e ostacolare il supporto all’economia. È quanto chiedono Federazione italiana Banche Assicurazioni e Finanza (FeBAF) e Deutsche Kreditwirtschaft (DK, l’associazione che raggruppa le cinque associazioni bancarie tedesche) nel quarto round del Dialogo italo-tedesco in vista della prossima legislatura europea.

Decisivo il negoziato sulle nomi-ne del nuovopresidente della Com-missione e del succes-sore di Dra-ghi alla Bce

Domani Plus24:Quale Europa per il risparmiatore.Nei venti anni dall’entrata in vigore dell’eurol’impatto della moneta unica e delle regole Ue sulla ricchezza delle famiglie italiane.

La politica globale manda in tilt le Borse