VITA DIOCESANA Chiamati ad edificare la comunitàCarlo Villano La catechesi generale del Santo Padre...

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N. 25 • 9 luglio 2017 • 1,00 Anno LXXI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Rosanna Borzillo Antonio Botta Antonio Colasanto Enzo Cozzolino Oreste D’Amore Doriano Vincenzo De Luca Alfonso D’Errico Peppe Iannicelli Michele Pelaez Lorenzo Montecalvo Elena Scarici Mariangela Tassielli Carlo Villano Gli interventi La catechesi generale del Santo Padre 6 Sant’Antonio Maria Zaccaria, carismatico della riforma 10 Volontari per l’ambiente 12 Inaugurato il Pareo Park 13 A settembre ritorna Malazè 14 La stagione del Teatro San Carlo 15 Casoria in festa per San Mauro 5 VITA DIOCESANA Il Vescovo Angerami nella memoria liturgica di San Josemarìa Escrivà 3 PRIMO PIANO DIOCESI In Diocesi convegno sulle gravidanze precoci 2 VITA DIOCESANA Unico ticket per i Musei di Capodimonte e Archeologico 11 CITTÀ Chiamati ad edificare la comunità @ Crescenzio Card. Sepe Un momento di amicizia, ognuno nel suo ruolo, per ricordare un sacerdote, uno che è stato chiamato dai campi a seguire la volontà del Signore che gli chiedeva di lasciare tutto per dedicare la sua vita nel ministero sacerdotale e continuare la missione salvatrice di nostro Signore, per attuare le parole di Gesù, ancora oggi attuali, a Pietro: «Ed io dico a te: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherai la mia Chiesa». alle pagine 8 e 9

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N. 25 • 9 luglio 2017 • € 1,00

Anno LXXI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Rosanna Borzillo • Antonio Botta

Antonio Colasanto • Enzo Cozzolino

Oreste D’Amore • Doriano Vincenzo De Luca

Alfonso D’Errico • Peppe Iannicelli

Michele Pelaez • Lorenzo Montecalvo

Elena Scarici • Mariangela Tassielli

Carlo Villano

Gli interventiLa catechesi generale del Santo Padre 6

Sant’Antonio Maria Zaccaria, carismatico della riforma 10

Volontari per l’ambiente 12

Inaugurato il Pareo Park 13

A settembre ritorna Malazè 14

La stagione del Teatro San Carlo 15

Casoria in festaper

San Mauro

5

VITA DIOCESANA

Il Vescovo Angeraminella memoria liturgicadi San Josemarìa Escrivà

3

PRIMO PIANO DIOCESI

In Diocesiconvegno

sulle gravidanze precoci

2

VITA DIOCESANA

Unico ticketper i Musei di Capodimonte

e Archeologico

11

CITTÀ

Chiamati ad edificarela comunità

@ Crescenzio Card. Sepe

Un momento di amicizia, ognuno nel suo ruolo, per ricordare un sacerdote, uno che è statochiamato dai campi a seguire la volontà del Signore che gli chiedeva di lasciare tutto perdedicare la sua vita nel ministero sacerdotale e continuare la missione salvatrice di nostroSignore, per attuare le parole di Gesù, ancora oggi attuali, a Pietro: «Ed io dico a te: Tu seiPietro e su questa pietra edificherai la mia Chiesa».

alle pagine 8 e 9

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Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 9 luglio 2017

Verso una nuova alleanza tra famiglia, scuola e società

L’appello del Forum delle associazioni familiari e le associazioni dei genitori

A più di quaranta anni dall’entra-ta in vigore, i decreti delegati dellascuola hanno bisogno di fare il ta-gliando soprattutto per quanto ri-guarda il rapporto tra responsabi-lità istituzionali e le responsabilitàcondivise. E nella giornata del 5 lu-glio si sono svolti due importantieventi, uno è l’incontro del progettoImmìschiati a scuola sui decreti at-tuativi della legge 107/2015 e l’altroè la prima riunione del gruppo di la-voro voluto dalla ministra Fedeli,tra l’altro, sulla partecipazione deglistudenti e delle associazioni dei ge-nitori.Come ha spiegato la ministra nella lettera di saluto al tavolo occorrono “risposte concrete

alle attuali istanze sociali riguardo alla promozione e alla valorizzazione della partecipazio-ne attiva dei genitori”. Modifiche che “dovranno risultare coerenti con le priorità individua-te nella Buona Scuola dove si è inteso rafforzare sempre più il ruolo propositivo delle fami-glie nella formulazione di proposte, nelle scelte di talune attività formative e in altri aspettiche riguardano i percorsi educativi. Oggi possiamo ben affermare che il protagonismo atti-vo delle famiglie è ormai un dato acquisito, essendo passati da una corresponsabilità edu-cativa sancita ad una esercitata all’interno della scuola”.«Si apre un cammino a doppio binario che coinvolge direttamente il Forum delle asso-

ciazioni familiari e le associazioni dei genitori» spiega Maria Grazia Colombo, vicepresi-dente del Forum.«Una giornata importante per quanto riguarda l’alleanza tra famiglia, scuola e società

civile. L’obbiettivo è inventare un modo nuovo di lavorare insieme genitori, docenti e stu-denti dentro la scuola, non una scuola astratta ma quella scuola che ogni giorno viviamo inun dialogo educativo e didattico.«Scuola e famiglia quali luoghi e spazi da abitare per mettere in moto processi educativi

anche in un dialogo operativo tra generazioni per creare forme nuove di presenza. Gli spazia volte dividono mentre le relazioni in questo caso tra genitori e tra docenti costruiscono efanno cadere posizioni contrapposte».

A Donnaromita, convegno in Diocesi promosso da “Scienza & Vita”

Gravidanze precoci, il dovere di interrogarsi

di Rosanna Borzillo

Anna ha quasi 13 anni e la testa pienadi sogni, fugge da una infanzia difficile,senza madre, padre alcolizzato: ci sonotanti modi di fuggire da tutto questo equando incontra Michele, qualche annopiù di lei, le sembra la soluzione più giu-sta… Dopo un po’ Anna aspetta un bam-bino, ma non è un caso isolato – denun-cia Daniela Giordano del Tribunale deiMinori, intervenuta lunedì 3 luglio al con-vegno promosso presso l’auditoriumDonnaromita da “Scienza e Vita” diNapoli, dalla Consulta diocesana aggre-gazioni laicali e dal Comitato scientificoDonne. A Scampia, Afragola, Secondigliano,

Miano, le gravidanze precoci sono un’e-mergenza a tal punto da far sedere allostesso tavolo Rosalba Rotondo, dirigen-te scolastico dell’Istituto comprensivo“Alpi - Levi” di Scampia, don Ciro Naz-zaro, parroco di San Michele Arcangelodel Rione Salicelle, ad Afragola, France-sco Paolo D’Armiento docente dellaFederico II, Walter Brunetti, sostitutoProcuratore della Repubblica di Napoli,Daniela Giordano, vice presidenteA.N.F.I. Sezione Campania. «Ci confron-tiamo come comunità che educa – sotto-linea in apertura monsignor Mario Cin-ti, vicario per il Laicato - e che è capacedi mettersi in rete, consapevole della suacorresponsabilità educativa». La denuncia forte viene dai parroci

che, pur sottolineando il rispetto assolu-to della vita, in quartieri poveri e degra-dati, ribadiscono: «Gravidanze precoci

necessità di un codice comune: «Inse-gnare a discernere – invoca la dirigente –proporre modelli credibili, invitare idocenti di religione ad una trasversalitàdell’insegnamento che affronti le temati-che della vita, del rispetto del propriocorpo, della sessualità». «Occorrono presidi territoriali, luo-

ghi di aggregazione giovanili capaci diallentare la morsa che tiene in ostaggioquelle giovani vite – prosegue la diriu-gente - contrastare la dilagante disoccu-pazione, l’incapacità di investire sul pro-prio futuro o di tracciare un progetto divita utile che non penalizzi i più giova-ni». «Con un’attenzione imprescindibile

alla legge – chiarisce Brunetti – e senten-ze precise, riconoscibili, chiare che fac-ciano comprendere le ragioni giuridicheche hanno portato il giudice a deciderein un determinato modo». Spetta a D’Armiento un lungo excur-

sus storico sulla interruzione volontariadi gravidanza nella storia e le sue impli-cazioni socio-culturale con dati e cifrerispetto alla realtà napoletana. Ma allafine sono tutti concordi che se Anna a 13anni aspetta un bambino e non vuole piùaccudirlo, ma sceglie di darlo in adozio-ne «qualcosa non ha funzionato nell’al-leanza scuola, parrocchia, associazioni asostegno dei giovani e delle famiglie».Dal tavolo di Scienza e vita, presiedutoda Antonio Palma, si invoca più infor-mazione e sinergia. «Urge allearsi per-ché non accada ancora».

in aumento, spesso frutto di incesti –dicedon Ciro Nazzaro, parroco di SanMichele Arcangelo, Afragola. «Qui c’èuna profonda immaturità psico-affetti-va, un’assoluta mancanza di costruzionedi progettualità». I parroci evidenzianola difficoltà di famiglie spaccate, «ilfiglio riguarda solo la donna; l’uomodeve lavorare e spesso guadagna 50 euroal giorno per fare la “sentinella” delladroga: uno stipendio più dignitoso diuna insegnante di scuola». Ecco allora

che si aggiunge la mancanza di cultura,l’impoverimento di modelli familiari.«Se i genitori non hanno mai fatto edu-cazione sessuale, né affettiva, il frutto èuna gravidanza precoce». Perché – è l’analisi della dirigente sco-

lastica della scuola “Alpi-Levi” di Scam-pia, Rosalba Rotondo – «spesso avere unfiglio è un’arma inoppugnabile per anda-re incontro ad una vita diversa, senzaavere la minima consapevolezza dellapropria scelta». Si è concordi nella

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Primo Piano DiocesiNuova Stagione 9 luglio 2017 • 3

Spiritualità incarnataMons. Salvatore Angerami nella memoria liturgica di San Josemarìa Escrivà

Nell’omelia della Messa, in occa-sione della festa liturgica di SanJosemarìa Escrivà, fondatore

dell’Opus Dei, mons. SalvatoreAngerami, Vescovo ausiliare di Napoli,ha esordito ringraziando il Signore cheha suscitato nella Chiesa questo grandemaestro di spiritualità incarnata, e sup-plicando lo stesso Dio che ci aiuti a faretesoro dei suoi insegnamenti e ad imitar-lo nella santità di vita.Dalla liturgia della Parola, e special-

mente dal Vangelo della pesca miracolo-sa, il Vescovo ha messo in risalto comeemerga con chiarezza il primato dell’a-zione di Dio: «È Gesù a chiedere la barcaa Pietro, così come è sempre Lui a dire alfuturo apostolo di prendere il largo e digettare le reti, e alla fine a rivelargli che di-venterà pescatore di uomini. Non c’è alcu-na richiesta da parte di Simone, né all’ini-zio né alla fine: è Gesù che prende l’inizia-tiva, è Lui che gli va incontro, lo cerca e lochiama! Un pericolo, una tentazione chesempre possiamo correre e nella quale po-tremmo incappare è quella di credere diessere capaci di fare qualcosa tale da me-ritare l’amore di Dio, che anche il nostrostesso impegno nella via della santità siafrutto unicamente delle nostre disposizio-ni e dei nostri propositi il frutto di unosforzo nostro, di un nostro impegno».

«Siamo invece chiamati – ha esortatomons. Angerami – a riscoprire semprel’assoluta gratuità di Dio nella nostra vita,la sua libera iniziativa per cui ci ha con-cesso di conoscerlo, amarlo e servirlo, po-tremmo dire: il suo primato, sia nel sensoche ha agito Lui per primo, sia nel sensoche per questo scegliamo di metterlo alprimo posto nella nostra vita. Mi sembrache questa consapevolezza fosse molto vi-va anche nel cuore di San Josemarìa.Nell’omelia pronunciata il 13 aprile 1973diceva: “Gesù Cristo ha il cuore angoscia-to dall’ansia di redenzione, perché nonvuole che qualcuno possa dire di non es-sere stato chiamato, perché Egli stesso vaincontro a coloro che non lo cercano. Egliè Amore! Egli si adatta a tutto, accetta tut-to, si espone a tutto pur di offrire, anche aun solo uomo, l’occasione di scoprire ipalpiti del suo Cuore ardente, nel suo pet-to ferito”». Il Vescovo ausiliare ha prose-guito ricordando l’importanza del di-scernimento nella vita del cristiano chevuole compiere fedelmente la vocazionea cui è chiamato dal Signore. «Alla sceltagratuita operata da Gesù – ha ricordatoAngerami – Pietro risponde con la sua di-sponibilità, prima offrendo la barca, poigettando la rete in mare, infine lasciandotutto per seguire il Maestro. Ciò che micolpisce dell’Apostolo è particolarmenteun aspetto; avrebbe potuto dire anche dino, certamente nel suo cuore saranno af-

sviluppa, il suo naturale alveo, tanto chenegli “Appunti intimi” il nostro Santo eb-be a dire: ratifico la mia convinzione che imezzi sicuri per portare a compimento laVolontà di Gesù, prima dell’agire e del dar-si da fare, sono: pregare, pregare, pregare».Mons. Angerami ha infine ricordato

come Pietro, dinanzi al miracolo dellapesca, faccia cenno ai compagni dell’al-tra barca perché vengano ad aiutarli.«C’è un coinvolgimento, un rendere parte-cipi anche gli altri della propria scoperta edella propria gioia; i frutti dell’iniziativadivina e del discernimento compiuto ven-gono immediatamente condivisi e parte-cipati agli altri. Sia così anche per il nostrocammino di santificazione: non teniamogelosamente per noi quanto abbiamo ac-quisito e ciò in cui ci siamo impegnati, madesideriamo suscitare anche nei fratelli lostesso atteggiamento. Come esortava SanJosemarìa, la vocazione all’Opus Dei, unavocazione piena, divina, che li impegna asantificare il lavoro quotidiano, a santifi-carsi in esso e a promuovere, attraverso diesso, la santificazione degli altri».Santificarsi per santificare gli altri:

sia questo pure il nostro impegno! Nonci facciamo santi da soli, non è la logicadi Dio, che ci ha chiamati come popolo;ci facciamo santi insieme, sempre! Il no-stro desiderio, dunque, come Pietro congli amici dell’altra barca, sia quello dichiamare e coinvolgere gli altri nel cam-mino di santificazione, per costruire in-sieme quella che il Beato Paolo VI chia-mava la “civiltà dell’amore”.

«Carissimi – si è congedato mons.Angerami – auguro a me e a voi di racco-gliere queste sollecitazioni che la liturgiadella Parola e la festa odierna ci lasciano,per essere così raggiunti dall’amore gra-tuito del Signore, discernere la sua vo-lontà per compierla, aiutando anche glialtri a santificarsi. Santa Maria, Madredel Bell’Amore, interceda per noi e ci so-stenga nel nostro cammino di sequela delsuo Figlio, l’Amore incarnato. Amen!Alleluia!». Un’omelia che mette a fuocoil nucleo centrale della chiamata univer-sale alla santità in una prospettiva laica-le: la gratuita azione di Dio e la libera emeditata risposta dell’uomo che, con di-scernimento, prende il largo coinvolgen-do gli altri nella sua gioiosa missione diincarnare il Vangelo nelle circostanze or-dinarie della propria vita.

Michele Pelaez

fiorati tanti interrogativi, davanti agli occhigli sarà passata tutta la vita da pescatore. Hadovuto per questo discernere cosa era più giu-sto fare in quel momento. Tutti quanti speri-mentiamo che siamo chiamati al bene, manon basta avere questa consapevolezza e que-sto desiderio; si tratta di saper anche conti-nuamente valutare e scegliere quale sia lastrada migliore per realizzarlo. Tutti ricono-sciamo la nostra comune vocazione alla san-tità, ma per poterla incarnare dobbiamo ope-rare un giusto discernimento».

«Saprete certamente – ha sottolineato an-cora il Vescovo – che il prossimo Sinodo deiVescovi voluto da Papa Francesco avrà per te-ma proprio “I giovani, la fede e il discernimen-to vocazionale”, e nel documento preparato-rio si afferma: “prendere decisioni e orientarele proprie azioni in situazioni di incertezza edi fronte a spinte interiori contrastanti è l’am-bito dell’esercizio del discernimento. Mi sem-bra di rintracciare in questo invito al discer-nimento anche un elemento significativodell’opera di San Josemarìa, che esortava, adesempio, a non confondere il ruolo di presbi-teri e di laici e sollecitava ciascuno a rintrac-ciare la strada del concreto impegno persona-le, nel lavoro quotidiano, per edificare il mon-do e la società».Nell’omelia pronunciata al Campus

Universitario di Pamplona nel 1967, asseri-va: «Dio ci aspetta ogni giorno. Sappiatelo be-ne; c’è un qualcosa di santo, di divino, nasco-

sto nelle situazioni più comuni, qualcosa chetocca a ognuno di voi scoprire»; e parlandodelle opere promosse dall’Opus Dei chiari-va: «sono opere di promozione umana, cultu-rale, sociale, realizzate da cittadini che si im-pegnano a illuminarle con le luci del Vangeloe a riscaldarle con l’amore di Cristo».

«Fratelli e sorelle carissimi – ha conclusomons. Angerami – sappiate operare semprequesto discernimento spirituale nella vostravita; non si tratta di compiere opere semplice-mente per fare qualcosa, né tanto meno diportare solo avanti la propria professione; ri-fuggite d’altra parte il “si è sempre fatto così”oppure all’opposto il “faccio come mi sento”.Come fatto da Pietro Apostolo nel Vangelo, co-me suggerito dal Papa, come insegnato ancheda San Josemarìa sappiate invece operare ungiusto discernimento nella vostra vita, cioè:siate sempre consapevoli che Dio vi chiamaalla gioia piena ossia alla santità, per questodesiderate vivere in ogni circostanza in obbe-dienza a Dio, scoprendo in ogni situazioneche cosa c’è di divino e di santo e scegliendodi conseguenza quelle opere che meglio si ad-dicono all’edificazione del Regno, illuminan-dole con il vangelo e riscaldandole con l’amo-re!. Un processo complesso, articolato, a voltefaticoso quello del discernimento ma che cipermette di dire sempre il nostro Sì alla vo-lontà del Signore. E per riuscire a realizzaretutto ciò, a fondamento ci sia la preghiera, cheè il grembo entro il quale il discernimento si

Alcuni tratti biografici di San Josemaria Escrivà de Balaguer

Attratti dal suo esempioJosemaría Escrivá de Balaguer nacque a Barbastro,

nella comunità autonoma di Aragona, in Spagna il 9gennaio del 1902. Fra i 15 e i 16 anni cominciò ad av-

vertire i primi presentimenti di una chiamata divina, e de-cise di farsi sacerdote. Nel 1918 iniziò gli studi ecclesiasti-ci nel Seminario di Logrono, e dal 1920 li proseguì nelSeminario San Francesco di Paola, a Saragozza, dove dal1922 svolse mansioni di “Superiore”. Nel 1923 iniziò glistudi di Legge presso l’Università di Saragozza, col per-messo dell’autorità ecclesiastica, senza che ciò ostacolas-se gli studi teologici. Ricevette il diaconato il 20 dicembre1924, e fu ordinato sacerdote il 28 marzo 1925.Nella primavera del 1927, sempre col permesso

dell’Arcivescovo, si trasferì a Madrid, dove si prodigò inun instancabile lavoro sacerdotale in tutti gli ambienti,dedicandosi anche ai poveri e ai malati delle borgate, spe-cie agli incurabili e ai moribondi degli ospedali. Divennecappellano del “Patronato per i malati”, iniziativa assi-stenziale delle Dame Apostoliche del Sacro Cuore, e fu do-cente in un’Accademia universitaria. Frattanto continua-va gli studi e i corsi di dottorato in Legge, che a quell’epocasi tenevano solo nell’Università di Madrid.Il 2 ottobre del 1928 il Signore gli fece vedere con chia-

rezza l’Opus Dei. Da quel giorno il fondatore dell’Opus Deisi dedicò, con grande zelo apostolico per tutte le anime, acompiere la missione che Dio gli aveva affidato. Il 14 feb-braio del 1930 iniziò l’apostolato dell’Opus Dei con le don-ne. Nel 1934 fu nominato Rettore del Patronato di SantaElisabetta.Il 14 febbraio 1943 fondò la Società sacerdotale della

Santa Croce, inseparabilmente unita all’Opus Dei, che, ol-tre a permettere l’ordinazione sacerdotale di membri laici

dell’Opus Dei e la loro incardinazione al serviziodell’Opera, avrebbe più tardi consentito pure ai sacerdotiincardinati nelle diocesi di condividere la spiritualità e l’a-scetica dell’Opus Dei, cercando la santità nell’esercizio deidoveri ministeriali, pur restando alle esclusive dipenden-ze del rispettivo Ordinario diocesano.Nel 1946 si trasferì a Roma, dove rimase fino alla fine

della vita. Da Roma stimolò e guidò la diffusione dell’OpusDei in tutto il mondo, prodigando tutte le sue energie neldare agli uomini e alle donne dell’Opera una solida forma-zione dottrinale, ascetica e apostolica. Alla morte del fon-datore l’Opus Dei contava più di sessantamila iscritti, inrappresentanza di ottanta nazionalità.Monsignor Escrivá fu Consultore della Pontificia

Commissione per l’interpretazione autentica del Codicedi Diritto canonico e della Sacra Congregazione per iSeminari e le Università; Prelato onorario di Sua Santitàe membro onorario della Pontificia Accademia teologicaromana, è stato anche Gran Cancelliere delle Università diNavarra, in Spagna e di Piura, in Perù.San Josemaría Escrivá è morto il 26 giugno 1975. Da

anni offriva la sua vita per la Chiesa e per il Papa. Fu sepol-to nella Cripta della chiesa di Santa Maria della Pace, aRoma.La fama di santità che già ebbe in vita si è diffusa, dopo

la sua morte, in tutti gli angoli della terra, come dimostra-no le molte testimonianze di favori spirituali e materialiattribuiti all’intercessione del fondatore dell’Opus Dei; fradi essi si registrano anche guarigioni clinicamente inespli-cabili. Numerosissime sono anche state le lettere prove-nienti dai cinque continenti, fra le quali si annoveranoquelle di 69 Cardinali e di circa 1.300 Vescovi, praticamen-te più di un terzo dell’episcopato mondiale, che chiedeva-no al Papa l’apertura della Causa di Beatificazione eCanonizzazione di Josemaría Escrivá. La causa si è aperta nel febbraio del 1981. Conclusi tutti

i necessari tramiti giuridici, la beatificazione del fondato-re dell’Opus Dei è stata celebrata il 17 maggio 1992. Il 6 ot-tobre 2002 è stato canonizzato nel corso di una solenne ce-rimonia presieduta dal Santo Padre Giovanni Paolo II, inpiazza San Pietro alla presenza di oltre trecentomila fedeliprovenienti da tutto il mondo.Dal 21 maggio del 1992 il corpo di San Josemaría

Escrivá riposa nell’altare della chiesa prelatizia di SantaMaria della Pace, nella sede centrale della Prelaturadell’Opus Dei, costantemente accompagnato dalla pre-ghiera e dalla gratitudine delle tante persone di tutto ilmondo che si sono avvicinate a Dio attratte dall’esempio edagli insegnamenti del fondatore dell’Opus Dei e dalla de-vozione di quanti ricorrono alla sua intercessione.

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Attualità Ecclesiale Nuova Stagione4 • 9 luglio 2017

Proclamati i vincitori del concorso nazionale rivolto alle parrocchieche premia i progetti di utilità sociale

TuttiXTutti Sono stati proclamati online sul sito

www.tuttixtutti.it i dieci vincitori diTuttixTutti, il concorso che premia i

progetti di utilità sociale delle parrocchie. Siè conclusa con un bilancio estremamentepositivo un’edizione che ha registrato unastraordinaria partecipazione delle parroc-chie. Impegnativa la selezione per la giuriache ha analizzato le numerose candidaturepervenute, ben 453, sulla base dei criteri divalutazione, come l’utilità sociale dell’idea,la possibilità di risolvere, grazie al progetto,problematiche presenti nel tessuto sociale,la capacità di dare risposta a bisogni indivi-duali e collettivi della comunità di riferi-mento e l’eventuale creazione di nuovi postidi lavoro.«Siamo rimasti colpiti – ha sottolineato

Matteo Calabresi responsabile del ServizioPromozione Sostegno Economico dellaChiesa cattolica – dalla fantasia e dallo spiri-to d’iniziativa delle parrocchie che hannoaderito al bando nazionale presentando pro-getti di utilità sociale validi e molto interes-santi a sostegno delle più diverse situazioni didisagio e fatica emergenti dal territorio in cuisi trovano. Anche quest’anno potremo dareuna mano alle parrocchie vincitrici contri-buendo alla realizzazione delle iniziative pro-poste, come nel caso del progetto presentatodalla Parrocchia San Lazzaro di Lecce, vinci-trice del primo premio, che intende creare unospazio socio-lavorativo per italiani e stranieriin grave emarginazione o, tra le altre propo-ste, contribuendo all’avviamento dell’orto so-ciale con il coinvolgimento di nonni, adulti e

le linee guida fornite dal nostro ufficio. Si trat-tava di organizzare un incontro per illustrarecome funziona il sostegno economico allaChiesa cattolica, tema sul quale c’è moltaignoranza, e per promuoverne i valori fonda-mentali come la trasparenza, la corresponsa-bilità, la comunione, la solidarietà». Le par-rocchie vincitrici sono state selezionate da

un’apposita giuria, composta dai membridel Servizio per la Promozione del SostegnoEconomico alla Chiesa cattolica, che ha se-lezionato i dieci progetti di solidarietà con-siderati più meritevoli secondo i criteri divalutazione pubblicati sul sito e che ha valu-tato la qualità degli incontri formativi realiz-zati.

I progetti vincenti1° premio - Parrocchia San Lazzaro di LecceProgetto “La fattoria dell’interazione” - 15.000 euroAd aggiudicarsi il primo premio è stata la parrocchia San Lazzaro di Lecce con “La

Fattoria dell’interazione”, una proposta che intende creare uno spazio socio- lavorativo peritaliani e stranieri in grave emarginazione. Pensata per persone senza fissa dimora, immi-grati e soggetti in povertà estrema, l’iniziativa prevede l’avviamento di un piccolo allevamen-to di animali da cortile, la realizzazione di un vivaio di piante aromatiche insieme ad attivitàdi apicoltura e orticoltura. Un progetto innovativo di “Agricoltura sociale”, una vera e pro-pria “Fattoria Multifunzionale” che rappresenta un’opportunità di riabilitazione e reinseri-mento per persone svantaggiate.

2° premio - Parrocchia Santissima Trinità di Scalea (Cosenza)Progetto “Seminare speranza, raccogliere futuro” – 12.000 euroCreare un orto sociale per offrire sbocchi professionali e formativi per persone in diffi-

coltà lavorative e che escono da disagi e dipendenze di varia natura: questo l’obiettivo delprogetto della parrocchia Santissima Trinità di Scalea, un’iniziativa che partirà dai giovanidella comunità e si allargherà ai nonni e ad alcuni adulti esperti di agricoltura locale. Nelbreve periodo partiranno piccoli corsi di formazione sulla cultura agricola e su come si curala terra mentre nel medio periodo si prevede l’utilizzo del fondo di terra disponibile per av-viare una coltura che sia espressione del territorio, raccogliendo frutti sia per il proprio so-stentamento che per creare mercato con un marchio proprio da immettere sul mercato.

3° premio - Parrocchia San Simpliciano di MilanoProgetto “Dalla strada alla comunità” – 10.000 euro Creare una “Comunità allargata” per favorire l’integrazione di persone in stato di disagio

che gravitano intorno alla Comunità Pastorale Paolo VI, un’iniziativa trasversale che com-prende quattro parrocchie milanesi (San Marco, San Simpliciano, San Bartolomeo e SantaMaria Incoronata). Obiettivo del progetto offrire sostegno e servizi per far sentire finalmen-te a casa persone senza fissa dimora. Dai servizi di lavanderia a quelli di vestiario, dalle at-tività ludiche al pranzo in famiglia per giungere al più articolato percorso di reinserimentonella società grazie a corsi formativi e consulenza legale e operativa per la ricerca di un la-voro stabile.

4° premio - Parrocchia Maria Santissima Assunta di Valdesi (Palermo)Progetto “RCI – Risorse creative contro Leonia” – 8.000 euroRealizzare un “Cantiere d’inserimento professionale” volto alla trasformazione di rifiuti

in risorse (opere d’arte, mobili, arredo urbano, altri oggetti di uso comune). Questo l’obiet-tivo del progetto della parrocchia Maria Santissima Assunta di Valdesi che vuole trasforma-re una criticità, le migliaia di tonnellate di immondizia presenti nelle aree del territorio, inun’opportunità, promuovendo la cultura del riciclo. L’iniziativa si propone di dare impulsoa stili di vita rispettosi dell’ambiente promuovendo sviluppo economico e inserimento lavo-rativo. Il progetto avrà la durata di un anno durante il quale si alterneranno momenti di for-mazione in aula e momenti di condivisione con la comunità con l’organizzazione di mostree di incontri informativi-formativi sullo smaltimento responsabile dei rifiuti.

5° premio - Parrocchia Santa Chiara di CrotoneProgetto “ComunicArte” – 6.000 euroIl progetto “ComunicArte”, promosso all’interno della parrocchia di Santa Chiara in

Crotone, ubicata al centro del tessuto urbano della città storica, ha lo scopo di avvicinare igiovani al mondo della storia e dell’arte, intesa come strumento di cultura, di bellezza e ditrasmissione di valori etici universali. Rivolta a giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni,non studenti e non lavoratori, l’iniziativa prevede la formazione gratuita dei giovani, con loscopo di creare cultura e di trasferire alle nuove generazioni il bagaglio di tradizioni e co-stumi e, soprattutto, avviare personale qualificato nel settore dell’accoglienza turistica, areadi cruciale interesse economico per il territorio crotonese.

6° premio - Parrocchia Cuore Immacolato di Maria di CuneoProgetto “Chi ben comincia” – 5.000 euro“Chi ben comincia” intende mettere in relazione due realtà di accoglienza già esistenti

nella parrocchia. La prima, composta da tre alloggi che la parrocchia offre gratuitamente aisenza tetto e la seconda è un orto solidale dato in usufrutto alla parrocchia dove alcuni vo-lontari e ospiti delle case hanno iniziato i lavori di preparazione del terreno e semina.L’obiettivo del progetto consiste nel creare una serie di borse di lavoro (200 euro per 6 mesi)che permettano ai senzatetto e ai senza lavoro di svolgere lavori nell’orto, unendo così il pro-getto “Casa” e quello “Orto” in un unico percorso solidale. Con il nome del progetto “Chi bencomincia” si vuole trasmettere il messaggio di speranza per chi si trova senza una casa per-ché senza lavoro o perché malato.

7° premio - Parrocchia San Giovanni Battista di Cesano (Roma)Progetto “Scuola per tutti” – 4.000 euroIn un piccolo centro alle porte di Roma, Cesano, con una considerevole presenza di im-

migrati, la parrocchia San Giovanni Battista intende creare un Centro culturale che offracorsi professionali di lingua italiana per stranieri, sostegno scolastico per ragazzi con di-sturbi dell’attenzione e corsi per persone con difficoltà economiche. Il progetto intende fa-vorire una proficua collaborazione sia con l’Istituto Comprensivo Enzo Biagi di CesanoBorgo, sia con il centro di accoglienza “Vita Nuova”, che ospita immigrati e rispettivi nucleifamiliari con situazioni critiche.

8° premio - Parrocchia Nostra Signora della Salute di TorinoProgetto “Rinascimenti culturali” – 3.000 euroAvviare laboratori educativi e di formazione professionale attraverso le arti sceniche, gui-

dati da professionisti cristiani, per mettere in scena musical ideati dai giovani della parroc-chia Nostra Signora della Salute, situata in un quartiere popolare nella periferia di Torino.Pensato per gli adolescenti, i giovani e le famiglie, il progetto intende sviluppare nell’oratorioparrocchiale una proposta educativa di alto profilo, favorire la coesione di ragazzi del quar-tiere, segnato dall’impoverimento, da situazioni di illegalità e dipendenze e da un forte in-cremento di famiglie non italiane che faticano ad integrarsi, ed offrire ai giovani sbocchi la-vorativi nel settore del musical, della gestione del teatro e delle arti sceniche.

9° premio - Parrocchia San Giovanni Decollato di Bivongi (Reggio Calabria)Progetto “Alzheimer Café” – 2.000 euroBivongi in prima linea nel sostegno ai malati di Alzheimer con uno spazio a loro dedicato.

Prendendo spunto dalla positiva esperienza olandese dove venti anni fa, a Leida, si diedevita al primo “Alzheimer Cafè”, pensato come uno spazio informale e de-istituzionalizzatoper i malati ed i loro familiari, la parrocchia San Giovanni Decollato propone la stessa ini-ziativa per fronteggiare la crescita del problema e per poter regalare ai sofferenti un luogoaccogliente, in cui trascorrere qualche ora insieme e socializzare, con la presenza di opera-tori esperti. Il progetto, è rivolto sia agli affetti dal Morbo di Alzheimer, che ai loro familiari,in quanto “caregiver”.

10° premio - Parrocchia San Benedetto Abate di PadovaProgetto “Musica insieme” – 1.000 euroUno spazio inteso come luogo d’incontro per ospitare un confronto tra persone di età

diverse e per promuovere la formazione dei giovani; una sala musicale per accogliere bandma anche bambini e adulti, nell’ottica di favorire il legame con il gruppo e la comunità,promuovendo la nascita e la crescita di progetti musicali che creino rapporti di condivi-sione tra le persone. Questo, in sintesi, l’articolato progetto presentato dalla parrocchiadi San Benedetto Abate che, a seguito di un’attenta analisi del tessuto giovanile che popolail territorio, si è impegnata nella progettazione di una sala musicale insonorizzata e at-trezzata.

giovani per dare vita a “Seminare speranza eraccogliere futuro”, pensato dalla parrocchiadella Santissima Trinità di Scalea che si è ag-giudicata il secondo premio, e all’articolatoprogetto di accoglienza, terzo classificato,ideato dalla parrocchia San Simpliciano diMilano, rivolto a persone senza fissa dimorache, grazie al sostegno della comunità parroc-chiale, potranno sentirsi finalmente a casa».Per premiare l’impegno e lo sforzo orga-

nizzativo delle parrocchie partecipanti, ilConcorso a partire da quest’anno, ha previ-sto un contributo per tutte le parrocchieiscritte che hanno organizzato incontri for-mativi sul “Sovvenire” secondo i criteri indi-cati nel bando; come si evince dai post sullapagina facebook del concorso si passa dalsemplice incontro in parrocchia, al conve-gno per giungere ad eventi più articolati. «Èstata veramente notevole – hanno rimarcatogli organizzatori – la partecipazione di pub-blico registrata dagli incontri formativi, orga-nizzati dagli iscritti in linea con la nuova for-mula del concorso che consiste nel mettere adisposizione un contributo, compreso tra i1.000 e 2.000 euro, alle parrocchie che si sonoimpegnate a formare i propri fedeli ai valoridel sostegno economico alla Chiesa secondo

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Vita DiocesanaNuova Stagione 9 luglio 2017 • 5

Presentato il libro di don Vincenzo Scippa suSan Ludovico da Casoria

Un Santoper l’uomo di oggi(a.b.) Nell’ambito delleiniziative programmatedall’amministrazione comunaledi Casoria per la prima edizionede “La Via dei Santi”, è statopresentato a Casoria, nella salaconsiliare del Comune, ilvolume di don Vincenzo Scippa,“San Ludovico da Casoria e lesue virtù: un Santo per l’uomodi oggi”. L’incontro è statomoderato da Nando Troise,direttore del settimanale“Casoriadue” e dell’omonomosito web; vi hanno presenziato,oltre al sindaco Fuccio eall’assessore alla cultura FabioEsposito, alcuni consigliericomunali e una rappresentanzadi cittadini. Lo stesso autore ha delineato lafigura di San Ludovico,ponendo in risalto la caritàsenza limiti sorretta dalle sueesemplari virtù, umiltàprofonda, stile di povertà, letiziafrancescana. Don Scippa hasottolineato che San Ludovicoparlava con le opere, era zelante,audace, coraggioso nelprefiggersi la realizzazione diopere difficili. Le iniziava senzatentennamenti, certo cheavrebbe superato tutti gliostacoli se Dio le desiderava.L’amore senza le opere è vano, èfalso; non bisogna mai fartramontare il sole dellasolidarietà evangelica. Icristiani, come rimarcò Gesù,devono essere sale della terra eluce del mondo. La lorocredibilità, soprattutto oggi, simisura dalla capacità di parlarecon la vita, di testimoniare lafede con i fatti.Messa in luce dal prof. Scippaanche l’attualità di SanLudovico, in merito al suoproposito di stabilire un dialogofecondo e costruttivo con gliintellettuali non credenti, tra cuiBenedetto Croce, e al suoimpegno finalizzato a farconvertire l’Africa dagli stessiAfricani, con un’opera, hasottolineato Silvestri, diinculturazione, salvaguardandocertamente il patrimonioculturale del Continente nero,ma, al contempo, purificandolodagli elementi magico-sacrali.Altri aspetti presi inconsiderazione sono stati, oltrealla fiducia cieca nellaProvvidenza, il rapporto con lamusica sacra, l’amicizia conBartolo Longo, il legameaffettivo con Casoria e Napoli,ove si dedicò ad elevare sulpiano umano, sociale, culturale,spirituale gli ultimi, andandoalla loro ricerca in quelle chePapa Francesco chiama periferieesistenziali; emblema, dunque,“il San Francesco del Sud” diuna “Chiesa in uscita” e di una“Chiesa – ospedale da campodopo una battaglia”.

Il Vescovo ausiliare mons. Lucio Lemmo a Casoria per il rito di benedizione della “Via dei Santi”. Il 2 luglio solenne celebrazione

presieduta dal Vescovo ausiliare, mons. Gennaro Acampa. A seguire la processione dei Santi venerati in Città

Uniti nell’impegno per il bene comunedi Antonio Botta

«La valorizzazione del passato di Casoria puòcostituire una preziosa opportunità di rilanciodella Città sul piano storico, culturale e religio-so»: sono le parole pronunciate dal sindaco,Pasquale Fuccio, lo scorso 30 giugno, in occa-sione dell’inizio della prima edizione de “La Viadei Santi”. L’evento, di alto profilo sociale e spi-rituale, è stato organizzato dall’Assessorato al-la Cultura e al Turismo religioso, nella personadi Fabio Esposito, in stretta sinergia d’intenticon le comunità religiose cittadine, con lo sco-po di rendere lustro ai Santi della Città, SanMauro, San Benedetto, Santa Maria CristinaBrando, San Ludovico da Casoria, Santa GiuliaSalzano, Venerabile Maria Luigia Velotti, incammino, quest’ultima, verso la canonizzazio-ne: uomini e donne dotati, ciascuno, di un pe-culiare e spiccato carisma, che li spinse a pren-dersi carico dei bisognosi non solo di cibo ma-teriale, ma anche e soprattutto di quello affetti-vo, educativo e spirituale. Il sindaco ha poi annunciato che l’iniziativa

è nata con l’intento di renderla stabile, al finedi favorire lo sviluppo del turismo religioso. Presente alla cerimonia mons. Lucio

Lemmo, Vescovo ausiliare di Napoli, a cui ilPrimo Cittadino ha donato, a nome della Città,oltre a una speciale torta di grano, in riferimen-to all’etimologia “Casa d’oro”, anche una magliaviola, con richiesta, da estendere anche alCardinale Sepe, di una benedizione speciale daimpartire alla squadra di calcio del Casoria,promossa, quest’anno, alla categoria superiore. A porgere i saluti al Vescovo Lemmo anche

don Mauro Zurro, Preposito della basilica diSan Mauro, il quale, facendosi interprete deisentimenti della comunità ecclesiale diCasoria, ha espresso la gioia profonda per lapresenza di Sua Eccellenza nella terra bene-detta da Dio, sottolineando l’auspicio che “Lavia dei Santi” possa stimolare sempre di più unaccresciuto impegno della Cittadinanza a spa-lancare le porte a Cristo, come sollecitò a fareSan Giovanni Paolo II, riscoprendo e vivendoi carismi dei Santi casoriani: la carità “sfrena-ta” di San Ludovico, la fervida ansia di educa-

zione alla fede di Santa Giulia Salzano a favoredelle future generazioni, la preghiera riparatri-ce di Santa Maria Cristina Brando, l’accetta-zione della Croce della Venerabile MariaLuigia Velotti, per un forte contributo a edifi-care ambienti di pace e a promuovere la civiltàdell’amore e della tolleranza, mediante un’effi-cace azione interparrocchiale, contrastando ilclima pervasivo dell’indifferenza e dell’auto-sufficienza.Un forte invito all’unità ha lanciato il

Vescovo nel suo intervento: «I Santi di Casoria– ha spiegato – sono in comunione fra loro e conDio in Paradiso; quindi, il modo migliore di ce-lebrarli e di rendere loro onore è di lavorare insie-me: cittadini e politici, società civile eAmministrazione, come i Santi, devono essereuniti per rendere maggiormente vivibile Casoria,per migliorare la qualità della vita urbana, inuna collaborazione costruttiva ed efficace per larealizzazione del bene comune, al di là degli inte-ressi di parte, delle faziosità. Una barca in cuiognuno rema per proprio conto non è in grado diprocedere; così, se cittadini e politici non metto-no insieme le loro forze non riusciranno a realiz-zare i bisogni sociali. Si contemplano e si rendeomaggio ai Santi di Casoria in cielo lavorando,sulla terra, in unione per una Città ancora piùpulita, più ordinata, più bella, più attenta ai bi-sogni delle fasce deboli».Successivamente, mons. Lemmo, con il rito

di benedizione, ha dato il via ufficialmente al-l’inizio della prima edizione dell’evento. Nei tregiorni della manifestazione la Cittadinanza haripercorso le stesse vie del Centro storico in cuii Santi compirono le loro opere d’amore per lamaggior gloria di Dio: un pellegrinaggio dell’a-nima, dunque, per riscoprire, visitando i luo-ghi di culto a loro dedicati, le coordinate giusteper dare un senso più alto e nobile al propriopercorso di vita sulla terra. È stata anche un’oc-casione preziosa per rendersi conto del patri-monio artistico-religioso custodito nelle chie-se locali, la cui bellezza e il cui inestimabile va-lore sul piano storico e religioso sono stati mes-si in luce ai visitatori dagli studenti dell’istitutoturistico-alberghiero “A. Torrente”. Oltre allevisite guidate, alle processioni, al tempo dellapreghiera, ci sono stati momenti vissuti all’in-segna della tradizione, del folclore, molto ap-prezzata l’esibizione degli sbandieratori nelloslargo San Mauro, e del gusto.Il 2 luglio il Vescovo ausiliare Gennaro

Acampa ha presieduto una solenne celebrazio-ne eucaristica in onore del Santo Patrono, conil preposito don Mauro Zurro e la Collegiatadel Capitolo di San Mauro. Subito dopo si èsvolta la processione dei Santi veneranti nellaCittà. Presenti le autorità civili e militari, contutti gli Istituti Religiosi e la folta partecipazio-ne delle Comunità Parrocchiali.

Sono 23 i suicidi avvenuti in carcere nel 2017, secondo il dossier di Ristretti Orizzonti

Morire di carcereParla don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane

(Sir)Sono 23 i suicidi avvenuti in carcere nel 2017, secondo il dossierdi Ristretti Orizzonti, “Morire di carcere”, aggiornato al 21 giugno.Ultimo, nel momento in cui scriviamo e di cui la cronaca ha dato ampia-mente riscontro, quello di Marco Prato, finito in cella per l’omicidio diLuca Varani. Nel 2016 sono stati, sempre secondo il rap por -to, 45. «Quando un detenuto si suicida vuol dire che non ha trovato unmotivo di speranza, è una sconfitta per tutti», dice al Sir don RaffaeleGrimaldi, ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane.

Don Grimaldi, sono alti i numeri dei detenuti che si suicidano.Nella sua esperienza quali sono i fattori di maggiore rischio?Oltre alle fragilità individuali, i suicidi sono anche legati agli ambien-

ti dove i detenuti sono ristretti. Ci sono dei penitenziari che non sonoadatti per accogliere persone con problematiche psicologiche e psichia-triche. Avvengono più suicidi in quelle strutture più abbandonate a sestesse per certi aspetti. Oggi si parla molto di sicurezza, ma come viene realizzata? Per man-

canza di personale, tante volte non si riescono a organizzare nelle car-ceri attività che aiuterebbero a sostenere i detenuti. E sempre per pocopersonale, risulta difficile un controllo adeguato delle persone con pa-tologie particolari o che vivono momenti difficili.In cella Prato ha lasciato un messaggio per spiegare il gesto: «Non ce

la faccio a reggere l’assedio mediatico che ruota attorno a questa vicen-da. Io sono innocente». Nel suo caso c’è stata una forte pressione media-tica che Prato non è riuscito a sopportare.

Quanto può aiutare il volontariato per casi difficili?In tanti istituti c’è una bella presenza di volontari, ma in altri si fa fa-

tica a farli entrare, benché svolgano attività a costo zero. A volte per mo-tivi di sicurezza o per mancanza di personale, la presenza del volonta-riato rischia di essere mal sopportata. Certo, non dobbiamo considerarei volontari come supplenti del personale carente. Sono presenza viva di

Chiesa all’interno delle carceri, e, in collaborazione con i cappellani,possono fare molto per i detenuti. Ma è raro che il volontario possa in-contrare detenuti considerati difficili, perché di solito sono in isolamen-to. Eppure, anche il detenuto più pericoloso, se non ha dei supporti e sti-moli, è maggiormente a rischio suicidio.

Quando avvengono i suicidi, ognuno di noi si sente un po’ scon-fitto, pensando che avrebbe potuto fare di più. Cosa si può fare perevitare questa perdita di speranza?Nelle carceri dove c’è un’attenzione maggiore e una direzione un po’

più aperta, si vive meglio. Da un punto di vita spirituale, quando un cap-pellano o un volontario entra nel carcere proponendo un percorso di fe-de attraverso il Vangelo, l’ascolto della Parola, i Sacramenti, aiuta il de-tenuto a non perdere la speranza, perché c’è qualcuno che gli è vicino,non lo giudica, lo accoglie.

Come si potrebbe tutelare meglio la dignità della persona ri-stretta?L’ordinamento penitenziario ha compiuto e continua a compiere de-

gli sforzi per migliorare le condizioni dei detenuti, mail vero modo perdare dignità è offrire lavoro all’interno delle strutture.Un altro problema è la mancanza di risorse: la realtà del carcere è lo

specchio, amplificato, della società, dove ci sono tanti tagli. Basti pen-sare all’assistenza sanitaria: in carcere difficilmente riesce ad andareuno specialista o comunque sono lunghissimi i tempi per una vista. C’èil rischio di non poter aiutare adeguatamente anche detenuti con pato-logie gravi.

Cosa può fare la Chiesa?La Chiesa sta facendo molto per il carcere grazie a Papa Francesco

che ha sollevato la riflessione su questi problemi anche con le sue fre-quenti visite a penitenziari. Ora tocca a noi accogliere la sua voce e lasua sollecitazione.

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Attualità Ecclesiale Nuova Stagione6 • 9 luglio 2017

La Catechesi settimanale di Papa Francesco

I cristiani: uomini e donne controcorrentedi Antonio Colasanto

Oggi riflettiamo sulla speranza cristiana come forza dei martiri, ha annunciatoPapa Francesco introducendo la catechesi del mercoledì ed ha poi soggiunto:«Quando, nel Vangelo, Gesù invia i discepoli in missione, non li illude con miraggidi facile successo; al contrario, li avverte chiaramente che l’annuncio del Regno diDio comporta sempre una opposizione. E usa anche un’espressione estrema: Sareteodiati da tutti a causa del mio nome».I cristiani amano, ma non sempre sono amati. I cristiani sono dunque uomini e

donne “controcorrente”. Non per spirito polemico, ma per fedeltà alla logica delRegno di Dio, che è una logica di speranza, e si traduce nello stile di vita basato sulleindicazioni di Gesù. Quando Gesù invia i suoi in missione, sembra che metta piùcura nello “spogliarli” che nel “vestirli”! In effetti, un cristiano che non sia umile epovero, distaccato dalle ricchezze e dal potere e soprattutto distaccato da sé, nonassomiglia a Gesù. Dunque senza fauci, senza artigli, senza armi. L’unica forza del cristiano è il Vangelo. Gesù rassicura i suoi dicendo: «Perfino i

capelli del vostro capo sono tutti contati». I cristiani devono dunque farsi trovaresempre sull’“altro versante” del mondo, quello scelto da Dio: non persecutori, maperseguitati; non arroganti, ma miti; non venditori di fumo, ma sottomessi alla ve-rità; non impostori, ma onesti. Questa fedeltà allo stile di Gesù – che è uno stile disperanza – fino alla morte, verrà chiamata dai primi cristiani con un nome bellissi-mo: “martirio”, che significa “testimonianza”. Il martirio non è nemmeno l’idealesupremo della vita cristiana, perché al di sopra di esso vi è la carità, cioè l’amore ver-so Dio e verso il prossimo. Lo dice benissimo l’apostolo Paolo nell’inno alla carità, intesa come l’amore ver-

so Dio e verso il prossimo. Ripugna ai cristiani l’idea che gli attentatori suicidi pos-

Preti per una Chiesa in uscitaLe figure di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani

di Enzo Cozzolino

Entrambi protagonisti di un clero cheha voluto parlare in una Chiesa dove trop-po si era abituati a tacere, Mazzolari eMilani hanno avuto in comune la convin-zione della vocazione politica di ogni cri-stiano, della necessità di un rinnovamen-to cristiano della Chiesa e della società, dapagare anche a prezzo di incomprensioneed emarginazione.Primo Mazzolari amava definirsi “pre-

te rurale”, vissuto ai margini della storia edella politica, ma con il cuore e con lamente al centro delle questioni più scot-tanti e dolorose del suo tempo. Pur condi-videndo analisi e concezioni tipiche dellaChiesa del suo tempo, riusciva a elabora-re e portare avanti messaggi fortementeinnovativi e coraggiosi. Decisamente op-posto al capitalismo, il suo fine era la co-struzione di una società cristianamenteispirata, capace di realizzare una rivolu-zione cristiana. La ricchezza doveva esse-re finalizzata al vantaggio del bene comu-ne, mentre il di più è dei poveri.Un tema che assume una rilevanza

sempre crescente e una continua evolu-zione nella vita di Mazzolari è quello dellapace. Se nei primi scritti egli contempla l’i-dea che esistano, accanto alle guerre in-giuste, conflitti giusti che vanno accettatie combattuti e dunque accetta il legittimouso della forza come mezzo per impedireviolenze e prevaricazioni, nel successivo“Tu non uccidere” arriva al rifiuto di qual-siasi tipo di guerra. Il suo è un pensiero cri-stiano sulla pace, in cui i credenti si fannoprotagonisti seri e audaci.La scelta che viene prospettata è l’op-

zione non violenta praticata da Gandhi,che rafforza la vocazione di resistenza almale del cristiano, disposto a sostituirealla resistenza della forza la resistenzadello spirito, fino al sacrificio personaledella vita. L’opposizione alla guerra è fon-data in Mazzolari su due argomentazioni:la considerazione della guerra come pec-cato e l’impossibilità razionale di accetta-re la guerra moderna, visto il nuovo di-struttivo dispiegamento di armi che la ca-ratterizza. Anche la difesa, di per sé legit-tima e doverosa, deve essere intrapresa

con altre forme che escludano l’uso dellearmi. Mazzolari non abbandona mai l’idea di

un di più dei cristiani in politica, la con-vinzione che essi possiedano un patrimo-nio morale superiore che li rende capacidi elaborare le prospettive più efficaci perla salvezza sociale e per il conseguimentodella pace.L’ansia di testimoniare la verità, la

mancanza di mediazione, l’assolutezzaetica contrassegnano fin dall’inizio l’espe-rienza di don Milani. La realtà di disoccu-pazione, miseria, sfruttamento largamen-te sperimentate da gran parte della popo-lazione lo portano a compiere scelte di vi-ta spartana, di condivisione solidale con ipiù svantaggiati. Ben presto, convinto chela base della povertà anche religiosa delsuo popolo sia la povertà culturale, orga-nizza una scuola suddivisa per vari livellidi apprendimento e rivolta a famiglie ma-landate, segnate da malattia, alcoolismo etalvolta con precedenti penali.La sua “Lettera a una professoressa” è

destinata a diventare un vero e proprio

manifesto per la scuola e l’educazione ne-gli anni della contestazione studentesca.Per Milani il problema è pedagogico econcerne il rapporto tra l’obbedienza e ladisobbedienza, tra legislazione e innova-zione, tra storia e futuro.Altri argomenti di don Milani, già in-

travisti in Mazzolari, sono contro l’ideadella guerra giusta e affermano l’impossi-bilità di una guerra difensiva data la nuo-va disponibilità di armi atomiche. Eppurele tematiche appaiono più vaste e coinvol-gono gli assetti sociali e le coscienze: lacritica all’idea di patria e il richiamo a unadivisione più vasta che coinvolge i dirittidei popoli, l’unica legittimità dei metodidemocratici per lottare contro l’ingiusti-zia, l’obbedienza alla legge giusta, il rico-noscimento della superiorità della co-scienza su un ordinamento esterno, la re-sponsabilità dei destini dell’umanità.A partire dall’obiezione di coscienza

dunque, Milani fa un discorso ben più va-sto, che coinvolge un’idea di cittadinanzache oggi potremmo dire attiva e consape-vole, l’esercizio del pensiero critico, il va-

lore di una coscienza educata e libera. Piùche altrove forse si intravede qui l’utopiadella costruzione di una società alternati-va, presente comunque nella sua interaesperienza scolastica. I poveri come categoria sociale, sem-

brano assumere in Milani un ruolo speci-fico, un protagonismo particolare, come icristiani per Mazzolari. Eppure entrambisono convinti che solo intravedendo oriz-zonti comuni, solo elaborando comuniprogettualità, tutti, uomini e donne dibuona volontà, credenti e non credenti,potranno contribuire alla costruzione diuna società a misura di persona.In questi due protagonisti del

Novecento cristiano la comune assunzio-ne radicale del Vangelo, il comune profe-tismo vengono declinati in prospettiveparzialmente diverse, ma entrambe den-se di insegnamento o di provocazioni lettealle luce delle attuali emergenze.Anche Papa Francesco ha speso parole

positive sulla bontà del magistero di que-sti due parroci. Il fiume, la cascina e lapianura sono le tre immagini scelte daFrancesco per ripercorrere l’attualità delmessaggio di don Primo, che non si è te-nuto al riparo dal fiume della vita. La ca-scina corrisponde all’idea del parroco cir-ca il bisogno di uscire per preoccuparsidei bisogni degli uomini. La grande pia-nura, infine, è quella della Chiesa che nonfa proselitismo ma sa ascoltare il mondo,per diventare Chiesa povera per e con i po-veri. Come don Primo, che ha vissuto daprete povero, non da povero prete. Per far capire invece il senso e la porta-

ta della buona battaglia condotta da donLorenzo, Francesco usa subito la parola“dignità”. Ridare ai poveri la parola, per-ché senza la parola non c’è dignità e quin-di neanche libertà e giustizia: questo inse-gna don Milani. Nel pronunciare questeparole, indicate come sintesi della passio-ne educativa del priore di Barbiana,Francesco auspica anche per il nostrotempo, a partire dalla parola, la pienaumanizzazione che rivendichiamo perogni persona su questa terra, accanto alpane, alla casa, al lavoro, alla famiglia.

sano essere chiamati “martiri”: non c’è nulla nella loro fine che possa essere avvici-nato all’atteggiamento dei figli di Dio. A volte, leggendo le storie di tanti martiri di ieri e di oggi - che sono più numerosi

dei martiri dei primi tempi -, rimaniamo stupiti di fronte alla fortezza con cui hannoaffrontato la prova. Questa fortezza è segno della grande speranza che li animava:la speranza certa che niente e nessuno li poteva separare dall’amore di Dio donatociin Gesù Cristo. Che Dio ci doni sempre la forza di essere suoi testimoni. Ci doni di vivere la spe-

ranza cristiana soprattutto nel martirio nascosto di fare bene e con amore i nostridoveri di ogni giorno.

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Pastorale e DomenicaNuova Stagione 9 luglio 2017 • 7

RECENSIONIBeata Maria di Gesù Crocifisso PetkovicReligiosa, fondatrice – 9 luglioNasce il 10 dicembre 1892 a Blato, sull’isola di Korcula, nella ex Jugoslavia, sesta di otto

figli di Antonio e Maria Petkovic. I suoi genitori vivono in maniera esemplare ed educano cri-stianamente i loro figli. Maria mostra inclinazione verso la pietà e la misericordia. Avendoravvisato le sofferenze, la fame e la penuria della gente, fin dall’infanzia decide di proteggerei poveri, i fratelli scelti e amati dal Signore, come li soleva chiamare. Spinta dal vivo desideriodi aiutare i poveri e i bisognosi e seguendo le indicazioni del Vescovo di Dubrovnik, nel giornodell’Annunciazione del 1919 diede vita alla comunità religiosa che ella desiderava promuove-re per l’educazione e l’istruzione della gioventù femminile del luogo. Lo stesso Vescovo nel1928, ispirandosi alla Regola del Terzo Ordine di san Francesco, istituisce canonicamente lacomunità religiosa di diritto diocesano. Tre decenni dopo, il 6 dicembre 1956, la comunità ri-ceve il riconoscimento pontificio e l’approvazione delle costituzioni.Maria di Gesù Crocifisso sperimentava la gioia più grande nell’incontro con i poveri, gli

emarginati e i disprezzati. In essi riconosceva il volto di Gesù sofferente ed era piena di gioianel poterli servire. Perciò, fino alla sua morte, avvenuta a Roma il 9 luglio 1966, non si stan-cava di esortare le sorelle, affinché con il loro comportamento e sacrificio mostrassero comesi erano incarnati in loro l’amore, la bontà e la misericordia di Dio. Questa figlia della diocesidi Dubrovnik è riuscita nella propria vita spirituale a collegare l’opera apostolica della diffu-sione della fede con la cura e l’amore per i piccoli. Era capace di soffrire e sopportare le offese,e della povertà e umiltà fece i più grandi valori della sua vita. Attingeva la forza spirituale dallapreghiera e dai consigli dei pastori della Chiesa, davanti a cui si mostrò molto docile ed obbe-diente. La fama di santità, di cui godette la Serva di Dio durante la sua vita, si confermò anche

dopo la morte. Dopo il processo canonico condotto dalla Diocesi di Roma e dallaCongregazione delle Cause dei Santi, il Santo Padre, il 5 luglio 2002, ordinò la pubblicazionedel decreto sulla vita e le virtù della Serva di Dio Maria di Gesù Crocifisso Petkovic e quindi,il 20 dicembre dello stesso anno, del decreto sul miracolo avvenuto per sua intercessione. LeFiglie della Misericordia, la Congregazione di cui è fondatrice, oggi conta 429 suore, che ope-rano in 12 Paesi di Europa e America. Le suore si occupano dell’educazione dei bambini e del-la gioventù, dell’assistenza alle persone anziane e malate, dell’apostolato parrocchiale, comepure della promozione della dignità della persona e dello sviluppo delle missioni e del dialogoecumenico. Fu beatificata a Dubrovnik da Papa Giovanni Paolo II il 6 giugno 2003.

Beato Bernardo di Quintavalle10 luglioNato in Assisi negli ultimi decenni del dodicesimo secolo, Bernardo avendo conosciuto

San Francesco che aveva avuto ospite nel suo palazzo, si mise al suo seguito fin dal 1209, di-venendo così il primo compagno del Santo e prima plantula dell’Ordine Minoritico. Con SanFrancesco e i primi undici Minoriti fu a Roma dinanzi ad Innocenzo III per l’approvazionedella regola serafica (16 aprile 1209); raggiunse poi Firenze e Bologna (1211), città che devonoa lui i loro inizi francescani, e con fra Egidio si recò in Spagna, dove più tardi, come voglionoalcuni storici, fu ministro provinciale (1217-19). Tra il 1241 e il 1243 fu per qualche tempo aSiena. Lo ricorda il Salimbene che nella sua Cronica osserva di aver appreso da lui cose me-ravigliose intorno a San Francesco. Non sembra esatta, pertanto, la data di morte fissata dalWadding al 10 luglio 1241, ma è certo che non si può oltrepassare il 1246, poiché l’11 agostodi quell’anno, quando i tre compagni Leone, Rufino e Angelo inviarono il loro Memoriale suSan Francesco al ministro generale, Crescenzio, Bernardo era già morto. Si era spento placi-damente in Assisi, come gli aveva predetto San Francesco, e fu sepolto nella Basilica inferioredel Santo. Il Martirologio Francescano lo ricorda al 10 luglio.

Gli occhidei piccoliQuante volte ci capita dipensare che se avessimo potutostudiare di più, leggere di più,andare a più convegni,frequentare persone piùpreparate avremmo certamentepotuto conoscere meglio Dio.Ma è proprio vero? Stando aquanto Gesù afferma (cfr. Mt11,25), e stando soprattutto allasua vita sembrerebbe di no.Di fronte alla sua parola, libera eprofetica, e rispetto ai suoi gesti,liberanti e coraggiosi, a restareinebetiti, indispettiti e furiosisono proprio i migliori: i giusti, iperfetti, quelli che conoscevanoincredibilmente tutta la scienzadi Dio e la insegnavano aglialtri. Sono loro ad arrivare alpunto di complottare e uccidereil Messia, l’atteso, il Figlio di Diosalvatore.E così, mentre i saggi cercanopretesti per uccidere colui cheguarisce sordi e zoppi e dà vitaai morti, i piccoli, i semplicivanno da lui e bevono le sueparole, si nutrono di ogni suosorriso, fondano la lorosperanza in ogni suo gesto diliberazione e guarigione.Perché? È davvero il Padre achiudere gli occhi dei sapienti ea impedire che vedano?Cos’è un altro inspiegabilemistero?No, non credo.Conosce il Padre chi ha ilcoraggio di andare dal figlio. Chiha l’umiltà di andarci spossato,gravato dal peso della vita,affaticato dalle fatichequotidiane, povero di qualsiasicosa.Conosce il Padre chi si fida delFiglio e si affida a lui senzatentennamenti. E questo non èun limite, ma un’opportunità.Quel “Venite!”, che risuona nelVangelo (cfr. Mt 11, 28), èdavvero detto a tutti; perché ilmistero di Dio è per tutti... pertutti coloro che aprono le mani epermettono a Dio di riempirle.

PreghieraNoi ti lodiamoe ti benediciamo, Padre,perché anche a noihai rivelato, in Gesù,il tuo volto di tenerezza,il tuo cuore colmo d’amoreper ogni figlio.Rendi piena la nostraconoscenza di te,rendila vera, intessuta di vitae di riconciliazione.Rendi forte la nostra fiducia in te,rendila determinata,capace di ritornaretra le braccia del tuo amorein ogni momento, anche nel più sterilee faticoso. Amen.

Preghiere dei fedeli per i bam-bini, scritte ispirandosi alVangelo ogni domenica, verran-no messe a disposizione sul mioblog www.cantalavita.com.Potranno essere usate anche co-me preghiera di intercessionedurante l’incontro di catechesisettimanale.

Mariangela Tassielli

9 luglio. Quattordicesima Domenica del Tempo Ordinario

Senza Gesù la Croce è insopportabileZc 9, 9-10; Sal 144; Rm 8, 9. 11-13; Mt 11, 25-30

SANTI, BEATI E TESTIMONI

Andare per abbazieNato in Borgogna all’inizio del dodicesi-

mo secolo l’Ordine Cistercense ha promossola fondazione di numerose abbazie in tuttal’Europa cristiana. Nel nostro Paese ha tro-vato un terreno privilegiato, che ha favoritola costruzione di complessi monastici digrande bellezza, annoverati fra i verticidell’arte e dell’architettura medievali. Ma aicistercensi dobbiamo anche una grandeopera di valorizzazione del paesaggio cosìcome lo sviluppo e la bonifica di molti terri-tori. Dal Piemonte alla Sicilia l’itinerariotocca i maggiori centri cistercensi in Italia:il primo, a Tiglieto vicino a Ovada, e molti al-tri fra cui Chiaravalle Milanese, SanGalgano, Chiaravalle di Fiastra, SanMartino al Cimino, per finire con l’abbaziapalermitana di Santo Spinto.Carlo ToscoAndare per le abbazie cistercensiEditore Il Mulino – 2017 Pagine 155 – euro 12,00

Gesù zeroC’è un “punto zero” dal quale è necessa-

rio ricominciare. Zero nel senso che Gesùnon vale a nulla per il mondo contempora-neo. Zero è quello che ne sappiamo, creden-do di sapere tutto. Zero per azzerare i pre-giudizi. Questo libro è stato scritto per letante persone che sentono simpatia nei con-fronti del Nazareno ma che sono frastornatee confuse dalle tante parole che si dicono sudi lui. Un libro per chi crede di credere e perchi crede di non credere. Il presente volumeaffronta prima una serie di temi che, consemplicità, danno fondamento alla fede inGesù: la sua esistenza storica, le fonti da cuiattingerne la conoscenza, l’interpretazionedell’annuncio.Paolo CurtazGesù zeroEdizioni San Paolo – 2017 Pagine 120 – euro 10,00

Lasciata la parrocchia con confini perobbedire alla volontà dei miei superiori,ora, spinto dallo Spirito Santo, vado in giroper l’Italia a predicare il Vangelo. Nel miogirare per la predicazione, vedo che le chie-se non sono affollate da sapienti e dotti diquesto mondo, ma cristiani semplici e dibuona volontà che hanno fame e sete delpane vivo e dell’acqua viva della parola diDio. Sono cristiani che portano la loro cro-ce con pazienza, che non significa rasse-gnazione. La loro croce è pesante ma nonsono schiacciati da essa.C’è chi è stata lasciata dal marito, ma

non va in cerca di un altro uomo. C’è chi haperso il posto di lavoro, ma non vive nellapaura del domani, perché sa che il Signoreprovvederà. C’è chi ha il cancro, ma non vi-ve nella ribellione perché il Signore gli stadando la forza di fare il suo lavoro quoti-diano con serenità. Chi è stato calunniatonon disprezza il suo calunniatore. Quandochiedo a questi fratelli o sorelle: “Come faia portare la croce con spirito di serenità econ il sorriso delle labbra?”, la risposta èsempre la stessa: “È Gesù che mi dona laforza!”.Gesù non si è incarnato, non è morto e

risorto per toglierci dalla croce, ma per sal-varci sulla croce. Diceva Padre Pio di

Pietrelcina: «Tutti vengono da me perché iointerceda per loro presso il Signore affinchéEgli li tolga dalla croce. Ma nessuno mi chie-de come si porta la Croce!».Quando Gesù ciinvita dicendo: «Venite a me, o voi tutti chesiete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò»cosa vuol significare e dirci? Ecco cosa vuoldirci: Se siete sotto il peso dei vostri peccati,venite a me ed io vi darò il perdono, il cuifrutto è la pace interiore. Non sarà lo psico-logo a togliervi dai peccati che vi fanno sen-tire stanchi e oppressi. Non sono i vostri di-giuni o pellegrinaggi che toglieranno i vo-stri peccati, ma il mio sangue versato pervoi. Se siete sotto il peso della calunnia, nonvendicatevi, ma venite a me e io vi porterònel cuore del Padre mio dove vi sentirete be-nedetti e amati. Se siete sotto il peso dellamalattia e della paura della morte, venite ame perché ho preso su di me le vostre infer-mità e troverete pace e gioia.Che cosa renderà la nostra croce legge-

ra? Lo spirito di umiltà e di mitezza che ilSignore vuole donarci. Chi non accetta eodia la propria croce non troverà mai risto-ro al suo spirito. La ribellione e la violenzarendono il nostro spirito inquieto come unmare in tempesta. Solo in Dio Padre, rive-lato da e in Gesù Cristo, troviamo la pace enon solo la pace, ma anche la gioia. Si dice

che il sommo poeta, Dante Alighieri, in-quieto, bussò alla porta di un monasterofrancescano e che il frate portinaio aprì ilportone domandandogli: Cosa vuoi. Edegli rispose: La pace!. Il frate soggiunse:Entra nel tuo cuore e la troverai. La pace ela gioia sono sentimenti che scaturisconodall’unione intima con la SantissimaTrinità.La croce della vita non diventa leggera

entrando nel mondo dei piaceri.Ubriacandoti, drogandoti, dando sfogoagli istinti sessuali, sottomettendo il pros-simo alla tua volontà con la violenza nonrendi più leggera la croce della vita. Anzi,col tempo, ti troverai sotto una croce piùpesante che sarà per te morte eterna.Impegnati a conoscere e amare Gesù! InLui e con Lui la croce diventerà un cantod’amore.Un racconto dice che, quando il Signore

aggiunse le ali agli uccelli, essi si ribellaro-no perché si videro più pesanti, ma quandocominciarono a volare, dal loro becco uscìun canto di gioia e di lode al Signore: è ilcinguettìo che udiamo al mattino al nostrorisveglio. La croce non è fatta per schiac-ciarci a morte, ma per elevarci nel limpidocielo della Trinità.

Lorenzo Montecalvo, sdv

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Speciale Nuova Stagione8 • 9 luglio 2017

La Diocesi di Aversa, con il suo vescovo Mons. Angelo Spinillo, ha festegg con una solenne concelebrazione eucaristica nella Cattedra

Chiamati ad edifi @ Crescenzio

I miei saluti e ringraziamenti vanno innanzitutto alcaro confratello don Angelo, Vescovo, che ha voluto cheritornassi alle mie origini, qui in questa chiesa cattedra-le, in questa bella diocesi che è stata la mia maestra nellafede e nella mia crescita umana e intellettuale. Poi i mieiringraziamenti ai due arcivescovi, uno originario l’altroacquisito, però di fatto parte viva di questa chiesa.Ringrazio i sacerdoti, amici carissimi: con tanti di voi ab-biamo fatto un cammino insieme dai tempi dell’ordina-zione sacerdotale nella cappella del Seminario. Un salu-to speciale alla Schola cantorum di don Franco, cono-sciuta nel mondo e vincitrice all’ultimo concorso cui hapartecipato. E non posso non salutare e ringraziare le re-ligiose, voi seminaristi e diaconi e le autorità politiche,civili e militari.Siamo qui per vivere, noi comunità aversana, un mo-

mento di amicizia, ognuno nel suo ruolo, per ricordareun sacerdote, uno che è stato chiamato dai campi a se-guire la volontà del Signore che gli chiedeva di lasciaretutto per dedicare la sua vita nel ministero sacerdotale econtinuare la missione salvatrice di nostro Signore, perattuare le parole di Gesù, ancora oggi attuali, a Pietro:«Ed io dico a te: Tu sei Pietro e su questa pietra edifiche-rai la mia Chiesa». Cristo, il Divino fondatore, vuole chei suoi discepoli, i suoi apostoli siano i continuatori diquesta sua missione, di questa chiamata del Padre, di ve-nire nel mondo, farsi uno di noi e portare a tutti la buonanovella che è salvezza, pace e giustizia. Attraverso questasuccessione apostolica il Signore continua a chiamaretanti per proseguire questa missione finché ci sarà que-sta Chiesa, ci saranno popoli e nazioni che hanno biso-gno di essere sollecitati a guardare a quel creatore, a quel

Signore della vita che per amore infinito, ha dato il suoFiglio come salvatore.Ricordo, con alcuni di voi, questo cammino che ab-

biamo fatto. Era il 4 novembre del 1954, quando qui, da-vanti a questa sede episcopale, mons. Antonio Teutonicoci impose l’abito talare. Il 1° ottobre entrammo inSeminario e poi la vestizione che si faceva il 4 novembre,festa di San Carlo. Sembravamo tutti vescovi, perché portavamo la veste

con i bottoni rossi, le manichette rosse, le fasce rosse.Dopo poco più di un mese dall’ingresso al Seminario diAversa cominciò la mia avventura di seminarista, prose-guita, negli anni successivi prima a Salerno e poi aRoma. Tra di noi, tanti altri che, avendo lasciato il semi-nario, adesso sono, primari, dottori, professionisti.Ricordo che già allora don Franco musicava e scriveva. Ricordi che significano momenti di vita, di esistenza,

di convivenza, di fraternità che, un poco alla volta, cihanno fatto crescere nella vita spirituale, ci hanno fattoprendere coscienza della chiamata del Signore.L’ordinazione doveva essere fatta in Cattedrale, mamons. Cece la volle nella cappella del Seminario, appenainaugurata, bella, con i mosaici, ma molto piccola. Daquel giorno l’inizio del nostro ministero: noi chiamati adessere pietre vive di questa Chiesa visibile e invisibilefondata da Cristo e, attraverso l’apostolicità, diffusa nelmondo intero. Chiamati ad essere pietre vive ma anche operai ma-

nuali nella costruzione di questa Chiesa, il sacerdote èstato scelto come pietra per essere componente misticadella realtà di Cristo, ma anche missionario, come gliapostoli, per rendere sempre più bella questa Chiesa, con

il proprio ministero. E qui abbiamo sperimentato il mi-stero della provvidenza di Dio. Qualcuno, come diceva il Cardinale Micara, ha preso

la circolare interna, qualcun’altro quella esterna.

Le Chiese di Napoli ed Aversa sulle orme di San Paolo

di Carlo Villano

La Chiesa di Aversa, con gratitudine e commozione, ha vissuto il giubileo sacerdo-tale ed episcopale del Cardinale Sepe nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.Un incontro, quello tra Sepe e la Diocesi normanna fortemente voluto dal vescovo

Angelo Spinillo che, nella Chiesa Cattedrale dedicata all’Apostolo Paolo, ha sottoli-neato questo forte legame di Sepe con la Chiesa che lo ha visto nascere, crescere nellamaturazione vocazionale fino alla ordinazione sacerdotale. Un momento solenne ed intimo al tempo stesso, con la presenza dei vescovi Mons.

Mario e Mons. Andrea Mugione, di numerosi sacerdoti e delle autorità civili e militaridel territorio.Nel suo saluto iniziale mons. Spinillo ha sottolineato l’affetto e la stima con cui la

Chiesa di Aversa, nel partecipare alla gioia del Suo Maestro, ha sempre seguito il cam-mino dell’arcivescovo di Napoli nella missione della Chiesa. Una dimensione oggi sot-tolineata dalla Solennità dei santi Pietro e Paolo. Una missione che il pastore dellaChiesa di Aversa ha affidato a Maria, Madre dei giovani, affinché possa continuare adaccompagnarlo e guidarlo nel suo cammino. Le parole del Vescovo Spinillo sono state accompagnate dalla presenza in catte-

drale del clero in Aversa, che ha sempre accolto il Cardinale Sepe con affetto e com-mozione, come il figlio al servizio della Chiesa e del Vangelo.Sentita e toccante l’omelia di Sepe, con quello stile immediato e comunicativo che

lo ha reso familiare agli stessi fedeli della Chiesa di Napoli. Nell’omelia Sepe ha ricor-dato gli anni della sua formazione; con gli occhi, con lo sguardo, con le parole ha chia-mato ad uno ad uno i suoi amici presenti alla concelebrazione e che hanno condivisocon lui gli anni della formazione e dei primi passi sacerdotali. Ha proseguito ringraziando il Signore per il dono della vocazione e per averlo chia-

mato al ministero sacerdotale; una vocazione di chi si sente chiamato perché amatoda Dio, di chi in quella chiamata sente la voce amorevole di un Padre. Ha poi ringra-ziato i presenti, venuti «per ringraziare il Signore che ha chiamato un uomo ad esseresacerdote, a continuare la missione stessa di Gesù. Come apostoli siamo continuatoridella sua missione, lo aiutiamo, ancora oggi, ad edificare la sua Chiesa». Una parolache diventa preghiera quando invoca il Signore perché «possa chiamare ancora oggitanti a continuare la sua missione; continui a chiamare per andare e annunciare ilvangelo, sino alla fine, fino a che ci saranno popoli e nazioni che hanno bisogno delvangelo, che hanno bisogno del Signore».Ricollegando poi insieme la storia della Chiesa di Napoli e quella di Aversa, quasi

ad individuarne per ripercorrere un filo comune, il Cardinale, ricordando la visita diGiovanni Paolo II a Napoli ed Aversa, e parafrasando le parole stesse del Papa, ha de-finito le Chiese di Aversa e Napoli come «autenticamente apostoliche, perché hannoascoltato il Vangelo dalla bocca stessa di Paolo che, dopo essere sbarcato a Pozzuoli,

ha toccato questa nostra terra nel suo viaggio verso Roma: Napoli ed Aversa, dunque, accomunatedall’ insegnamento paolino». L’ipotesi, molto suggestiva per la verità, è che lo stesso Pietro abbia fon-dato queste prime comunità nel suo viaggio, anche lui, verso Roma. Ipotesi affascinante, quella didue Chiese accomunate dalla predicazione dei Santi Pietro e Paolo, e qui Sepe ha bonariamente chie-sto permesso agli storici per questa sua affermazione. È una presenza importante, quella degliApostoli, perché «colonne della chiesa universale che appartengono al passato delle nostre terre econtinuano ancora oggi a renderle vive».Ed allora ancora un ringraziamento al Signore perché come a Pietro e Paolo Gesù ha cambiato

nome ed affidato una nuova missione, così nel giorno della ordinazione “anche a noi lo stesso Signoreha dato una nuova identità, ci ha chiamati ad annunciare il Suo Regno, chiedendoci soltanto di in-carnare la carezza della sua Parola».Celebrare l’anniversario diventa allora questo: plasmare la propria anima a Cristo. Lui ci ha libe-

ramente scelti: «ha scelto di legarsi ai deboli per essere annunciato da noi che dobbiamo glorificarelui: un Dio che si è fatto debole perche ha scelto di essere annunciato da noi».Ed allora le parole finali che sembrano suggellare non soltanto l’omelia ma tutta la sua vita. Sepe

ha scelto per sé le parole dell’Apostolo Paolo: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato lamia corsa, ho conservato la fede. Il Signore benedica la nostra vita e benedica queste nostre terre».

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SpecialeNuova Stagione 9 luglio 2017 • 9

ad elargire affinché noi possiamo rispondere alla missio-ne che Lui ci ha assegnato.Noi, chiesa di Napoli e Aversa, siamo fieri. Giovanni

Paolo II, quando visitò Napoli, disse che la nostra è unaChiesa autenticamente apostolica perché - interpreta-zione di tanti - Paolo, sbarcando a Pozzuoli, attraverso lavia Campana e l’Appia, venne a Napoli, fondando una co-munità su un nucleo di credenti già esistenti. L’ipotesi èche anche Pietro, venuto per poi raggiungere Roma, hadato impulso a questa comunità. In quel tempo non vierano confini precisi come quelli di oggi. Per prendere lavia Campana e l’Appia, gli apostoli sono passati certa-mente anche per Aversa e quindi possiamo parlare diChiese che sono accomunate dai loro fondatori, Pietro ePaolo. A Santa Maria a Piazza c’è un cippo che ricordaPaolo ad Aversa, quelle soste che facevano gli Apostoliprima di giungere alla capitale.Noi siamo Chiese apostoliche, affratellate dalla co-

mune testimonianza di Pietro e Paolo. Questo ci respon-sabilizza ancora di più nell’imitare queste colonne dellaChiesa universale che la provvidenza ha voluto passasse-ro per le nostre terre, prima di andare a Roma e che oggicontinuano a benedire le nostre chiese. Pietro ha ricevuto le chiavi, Paolo il dono della missio-

ne. Anche qui, circolare interna e circolare esterna.Pietro che ha dovuto predicare, in Giudea, Paolo “ad gen-tes”. Li vediamo nella luce sfolgorante della loro santità,particolare ed unica, per quello che hanno potuto fare,per quello che hanno saputo fare, fino a dare la testimo-nianza estrema con il proprio sangue. Anche noi, comeloro siamo chiamati a costruire l’oggi della Chiesa. IlSignore ci ha scelti non perché apparteniamo alla “con-

gregazione degli angeli” ma perché, lasciandoci conver-tire dal Signore, siamo capaci di annunciare il suo van-gelo. Pietro lo ha rinnegato, Paolo lo ha perseguitato, mail Signore ha dato loro una dignità nuova, cambiando illoro nome: Paolo in Saulo, Simone in Pietro. Ecco lachiamata di Cristo, cambiare nome significa ricevereuna nuova identità nell’impegno di una missione univer-sale.Anche a noi, nel giorno dell’ordinazione, il Signore ha

cambiato il nome, ci ha trasformati, ci ha assimilati, ciha configurati a lui e ci ha inviati nel mondo a predicareil Vangelo, noi, successori di questi apostoli, chiamatiper incarnare la grandezza la bellezza del suo messaggio,della sua parola. Questo è fare memoria dell’ordinazio-ne: prostrati davanti a Cristo, che nella sua libera volontàci ha scelti, vogliamo chiedere perdono per le tante coseche non abbiamo saputo fare, e desideriamo glorificareDio perché ha scelto noi, vasi deboli, per essere annun-ciato e amato da tutto il popolo.Sull’altare del Signore mettiamo questo nostro rin-

graziamento, sicuri che finché la sua volontà ci vuole, cidarà anche la forza e lo spirito per continuare a correre.Ed alla fine anche noi, come abbiamo letto nella secondalettura di San Paolo, potremo dire di aver combattutouna buona battaglia.Dio benedica tutti noi, benedica le diocesi di Napoli e

di Aversa, in modo speciale i sacerdoti, soprattutto quelliche hanno ricordato il loro cinquantesimo. Benedica tut-ti noi fieri di essere presbiteri di Cristo, chiamati ad in-carnare il suo sacerdozio in queste nostre terre. Dio ci be-nedica e ‘a Madonna c’accumpagne!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

giato il Giubileo sacerdotale ed episcopale del Cardinale Crescenzio Sepe le di San Paolo, alla presenza di numerosi sacerdoti e fedeli

icare la comunità@ Card. Sepe*

Ognuno va dove il Signore invia, dove il Signore vuole,ma è chiaro che tutto è servito alla costruzione dellaChiesa di Aversa, di Napoli. Tutto è Chiesa, tutto è mani-festazione di quella presenza divina che Cristo continua

Ritornare alle originiIl saluto augurale di S.E. Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa

Carissimi, vogliamo partecipare a questo intenso mo-mento di ringraziamento al Signore per il Giubileo sacer-dotale ed episcopale del Cardinale Crescenzio Sepe,Arcivescovo Metropolita di Napoli, nel giorno che ci vederaccolti a celebrare la festa degli Apostoli Pietro e Paolo.In particolare ci permettiamo di evidenziare in Pietro ladevozione alla Chiesa e in Paolo, nostro Patrono, l’atten-zione alla nostra Chiesa particolare.Il ringraziamento al Signore per il suo ministero sacer-

dotale. Eminenza, è pieno di affetto della Chiesa in cui leiha avuto non solo origine e il dono della vita ma anche ildono del battesimo e della conservazione della fede conl’ordinazione presbiterale.Posso assicurare che la nostra Diocesi ha sempre vis-

suto con grande gioia la possibilità di partecipare al suoministero, come al ministero di altri confratelli che, tuttioriginari di questa nostra Chiesa, la provvidenza ha chia-mato a vivere il ministero in altri luoghi. La nostra Chiesa ha seguito sempre con attenzione il

suo cammino nella cattolicità, nell’universalità dellaChiesa. E questo è un qualcosa che accomuna la sua espe-rienza a quella dell’apostolo Paolo, chiamato ad esserepartecipe alla vita della Chiesa universale con una solleci-tudine che è stato il carattere distintivo del suo apostolatoe di tutta quella grazia che Paolo annunzia come il donogrande che ha ricevuto dal Signore, quel dono che lo hafatto libero nel seguire Cristo e nell’essere come a casa suain ogni luogo.In questo senso potremmo dire che celebrare il

Giubileo sacerdotale nella Chiesa di origine è come potererivivere intensamente tutto il percorso, rendendo grazieal Signore anche per tutti gli incontri vissuti, decisivi perla sua formazione e per il suo cammino sacerdotale.Ci siamo permessi di evidenziare questo legame non

solo nella festa di Pietro e Paolo ma anche disponendo an-cora una volta qui in Cattedrale l’immagine di MariaSantissima che nella cappella del nostro seminario mons.Antonio Cece, cinquanta anni fa, appunto, volle comeMadonna dei giovani.Da questo non solo traiamo l’auspicio che la Madonna

sempre la accompagni, ma possa guidarla nello spiritogiovanile, sempre ricco di entusiasmo, di fiducia e di spe-ranza nella comunione fraterna di coloro che il Signoreoggi ha voluto affidarle nella Chiesa di Napoli. Ci impe-gniamo ad essere sempre vicino ed insieme a lei, nel suocammino, nell’atteggiamento della Chiesa diGerusalemme, accanto a Pietro, quando soffriva la prigio-nia, nella testimonianza di fede in Cristo Signore e nellapreghiera incessante a Dio, una preghiera che saliva dallaChiesa perché il successore degli apostoli possa essere co-me il principe degli apostoli, sostenuto dalla carità, dallafraternità, dalla comunione di tutti i fratelli che sono vici-ni a lui sempre.E allora con questi nostri pensieri e con questi nostri

propositi la ringraziamo per avere accettato di essere connoi oggi in questa celebrazione. E noi, con gioia e ricono-scenza, ci affidiamo ancora una volta alla sua preghiera ealla sua benedizione.

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Nuova Stagione10 • 9 luglio 2017

Sant’Antonio Maria Zaccaria: fondatore dei Padri Barnabiti, delle Suore Angeliche e dei laici di San Paolo

Un carismatico della riforma cattolicadi Alfonso D’Errico

Antonio Maria Zaccaria è stata una delle grandipersonalità della riforma cattolica del Cinquecento,impegnato nel rinnovamento della vita cristiana inun’epoca di profonda crisi nel campo della fede e deicostumi. Una figura ecumenica e missionaria, seguace e

discepolo di San Paolo, di cui ha imitato il dinami-smo evangelico dentro la comunità della Chiesa, adifferenza del contemporaneo Lutero che invece glisi è contrapposto. Un Santo di grande attualità chemostra ai nostri fratelli separati che non e necessariomettere in contrasto il messaggio paolino con laChiesa cattolica, ma che esiste nella Chiesa cattolicatutto lo spazio per la libertà evangelica. Zaccaria, precursore dei tempi e del grande even-

to del Concilio di Trento, rappresenta un fenomenoinedito nella storia della Chiesa avendo egli realizza-to il singolare progetto di coinvolgere nella riformatutti i ceti del popolo di Dio, quelli che le cronacheantiche chiamano i tre collegi: i Chierici Regolari diSan Paolo, le Angeliche, i Laici coniugati, associatial medesimo spirito e zelo. Questi tre nuclei costituivano un unicum origina-

le, concepiti come membri di un solo organismo, fi-nalizzato allo stesso obiettivo della riforma. Tale di-segno non fu compreso dalle autorità dell’epoca, fuanzi ostacolato e rimosso: soltanto dopo secoli vieneriscoperto nelle sue intuizioni. La scelta della professione medica, lungi dall’in-

clinarlo allo scetticismo in maniera di fede, lo spingead abbracciare la missione sacerdotale, diventandomedico delle anime. E pur appartenendo a un nobilecasato, non esita a chinarsi sulle povertà del popolominuto. Predicatore e catechista, lo Zaccaria com-batte poi con forza contro il male della tiepidezza,sorella dell’attuale indifferentismo religioso, consi-derata il principale nemico di Cristo. Appassionatocultore di San Paolo, ne riproduce il carisma e neimita gli esempi. In un tempo di freddezza spirituale e di eresia,

promuove il culto solenne dell’eucaristia, propagan-do le Quarantore nelle chiese di Milano. Annuncia lacentralità della croce e del crocifisso, guardando ilquale egli trova le risposte ai drammi e alle angoscedell’umanità: è sua iniziativa far suonare i rintocchidi campana alle tre del pomeriggio di ogni venerdì,a ricordo della morte di Cristo in croce. Merito gran-dissimo dello Zaccaria è la valorizzazione del genioe del ruolo della donna, sia nella vita religiosa comenel matrimonio. Tra le suore assume un particolare rilievo l’ange-

lica Paola Antonia Negri, chiamata la “divina madree maestra” per la forte carica carismatica di cui eradotata e per l’eccezionale ascendente che ebbe suiprimi Barnabiti e sullo stesso fondatore, Accanto alei, la contessa di Guastalla Ludovica Torelli, donnadi spiccate qualità e talenti. Queste famiglie religiose, fedeli al proprio cari-

sma iniziale, seppero attuare gli ideali delle origini,fino ad approdare alle soglie del Terzo Millennio connuove strategie e rinnovati programmi per l’avveni-re. Il primo ramo maschile, dopo il Breve di appro-

vazione, promulgate a Bologna il 18 febbraio 1533,ha scritto pagine memorabili di storia sulle orme delfondatore con audaci iniziative apostoliche lungo isecoli in Italia, Francia, Germania, Boemia,Norvegia, Russia.

Ad ogni giorno il tempo della preghieraAntonio Maria Zaccaria nasce nel 1502 a

Cremona, da una famiglia di antica nobiltà e fu bat-tezzato nella Cattedrale. Ma nel marzo del 1503 lasciagura si abbatte sul Palazzo Zaccaria: il padre diAntonio Maria, il nobile don Lazzaro, di antica no-biltà cremonese, muore a 27 anni lasciando la giova-nissima moglie, Antonietta Pescaroli, e il piccino. La madre Antonia, donna intelligente e navigata

negli affari, rimasta vedova a 18 anni, rinuncia a

parte per studiare Medicina a Padova, dove si iscrivenella Facoltà degli Artisti. Terminata l’Università do-po quattro anni di studio, torna laureato nella suacittà, dove si iscrive nell’Albo dei Medici fisici, secon-do gli ordinamenti del Ducato di Milano. A Cremonaviene colpito dalla miseria morale della popolazio-ne, e decide di trasformarsi da medico del corpo amedico delle anime. Comincia a vivere secondo uno stile ispirato alla

vita evangelica, assiste malati e prigionieri, e da ini-zio ad un apostolato verso i laici nella piccola chiesadi San Vitale, vicina alla sua casa. San Vitale, piccola chiesa bizantina, non basta

più a contenere i bambini, i giovani e in seguito gliadulti di ogni ceto di persone. La Scuola di Catechismo operante in San Vitale è

la prima in ordine di tempo sorta in Italia. Radunapersone di tutti i tipi a cui legge la Sacra Scrittura ofa catechesi. Lui stesso, spinto da un frate che lo gui-da spiritualmente, si avvia verso gli studi teologici edei padri della chiesa.

Il gesto profetico del giovane nobileDurante le lunghe sere invernali mio padre, Cav.

Gabriele d’Errico, illustrava a tutti del palazzo epi-sodi della vita degli uomini illustri e del territorio edi Santi che hanno elevato il suo vivere. Fui colpito dal racconto che mio padre fece del ge-

sto profetico di un giovane nobile di Cremona, orfa-no di padre, che in una fredda sera di novembre,mentre rincasava in fretta tornando da scuola, si im-batté in un uomo povero, seminudo, addossato adun muro, tremante per il freddo, coperto da pochi lu-ridi stracci, che non aveva neppure la forza di tende-re la mano per elemosinare una moneta o un pezzodi pane. Le condizioni di quel povero uomo sconvolsero

profondamente il giovane nobile, che con gesto de-ciso si mise l’elegante mantello di velluto e lo avvolseattorno al macilento corpo del malcapitato, che loguardava stupefatto e meravigliato da tanta genero-sità. “È tuo ora, ti riparerà dal freddo” disse il giovane

versando nel palmo di quelle mani tremanti tutto ildenaro che aveva con sé. Prima di lasciarlo si chinò a baciare quelle pove-

re mani bagnandole di lacrime. Ritornato a casa,raccontò l’episodio alla mamma che stringendolo alcuore in un lungo e tenero abbraccio lo confortò“Hai fatto bene. Sono orgogliosa di te, figlio mio, esono certa che lo è anche tuo padre dal Cielo”. Quelnobile giovane si chiamava Antonio MariaZaccaria. Apparteneva ad uno dei casati più nobili e facol-

tosi di Cremona. Innamorato di Cristo Gesù riportòalla sua bellezza il culto delle Sacre Quarantore. Miopadre era entusiasta di quel santo in quanto la nostrafamiglia zelava e ancora zela il culto delle SacreQuarantore e tutto quello che riguarda la persona diGesù Cristo. Ogni Volta che mio padre lavorava a Posillipo o

nel centro di Napoli portava noi figli a visitare lachiesa dei Padri Bamabiti. E non per caso poichéAntonio Maria Zaccaria è il fondatore dellaCongregazione dei Chierici Regolari di San Paolo,meglio noti appunto con nome di Barnabiti, dallachiesa milanese di San Barnaba, loro prima sede.Fondò anche, insieme alla contessa Ludovica Torellidi Guastalla, la Congregazione delle suore Angelichee quella dei “Maritati di San Paolo” o “Laici di SanPaolo”, primi gruppi di spiritualità familiare, alloraglobalmente detti Paolini. Si tratta di tre Congregazioni, rispettivamente

maschile, femminile e laicale, che Antonio MariaZaccaria, proclamato santo nel 1897 da Papa LeoneXIII, volle strumenti di risveglio religioso e morale,in particolare contro il grande nemico costituito dal-la tiepidità e dall’indifferenza.

(1. continua)

nuove nozze per dedicarsi con la pietà e l’esempio al-l’educazione del figlio, che è accurata, completa eamorosa. Dalla madre il piccolo Antonio Maria impara a

dedicare ogni giorno lungo tempo alla preghiera, afrequentare la chiesa, compresa la cappellaMariana di famiglia, ad ascoltare con impegno leistruzioni religiose, a elargire elemosine ai poveri,ad essere frugale nel vitto, a fuggire il lusso e ad evi-tare ogni occasione di mondanità e fantasticheriegiovanili. Sceglie poi come guida e maestro della pietà e

nello studio un pio religioso domenicano, FraMarcello, celebre teologo, al quale si rivolge per ladirezione spirituale e per le confessioni. Nella spa-ziosa dimora domestica vi è una ricca biblioteca,forniti di libri di vario genere, e Antonio vi trascorremolto tempo a studiare e a leggere. Studia i classicia Cremona, nella Scuola Episcopale che aveva sedepresso la Cattedrale. Antonio Maria completò la suaformazione umanistica a Pavia. Lo spirito di Antonio viene anche formato, per

cosi dire, dalle numerose vicende tragiche che col-piscono Cremona nel XVI secolo: una serie di pas-saggi di dominazioni, con relativi saccheggi e deva-stazioni; lo straripamento del Po; le febbri malari-che; il tifo; la carestia; la peste e, infine, il terremoto.Le Case regnanti di tutta Europa, anche se cattoli-che di nome, sono corrotte, Scomparso ogni valoremorale da Carlo V a Francesco I, agli Asburgo, alleCorti italiane, con intrecci matrimoniali, ambizionifolli e violente. Il popolo rude era facilmente dedito al vizio e alla

bestemmia, ma era ancora fedele. Il Clero, decadu-to culturalmente e moralmente, totalmente laiciz-zato e ambizioso, spesso indegno e quasi mai resi-dente. La corrente umanistica, sfociata nel Rina sci -

mento, sembra aver compromesso la stessa sacra-lità dell’Impero, la santità della Chiesa e l’unità deiCristiani. Saliva frenetico all’intorno un fermento dirinnovato paganesimo, temerario e disarmante.L’epoca era feconda e tragica. Feconda nell’arte, nella letteratura e in politica.

Tragica per la religione. La Chiesa delle origini invo-cata dai Valdesi e dai Beggardi, che alimentavanoclandestinamente la Riforma, da molti auspicata epoi repentinamente attuata da Lutero era ancora unmito. Le istituzioni ecclesiastiche continuavano ad es-

sere compromesse col potere civile, che le usava ascopo di potere, anche se le cause della crisi risaliva-no ad epoche precedenti”. Dopo aver lasciato tutta la sua eredità alla madre,

spogliandosi di tutti i suoi averi, a 17 anni Antonio

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CittàNuova Stagione 9 luglio 2017 • 11

Una nuova proposta di Campania Artecard: un unico ticket per il MuseoNazionale, quello di Capodimonte e il servizio di trasporto pubblico

In rete è megliodi Elena Scarici

Una nuova proposta di CampaniaArtecard: un filo diretto tra ilMuseo Archeologico Nazionale

di Napoli e il Museo di Capodimonte:un sistema integrato che in un unicoticket comprende l’ingresso ai due mu-sei e il collegamento andata e ritornocon il servizio pubblico dei trasporti, alprezzo speciale di 16 euro e validità didue giorni. Campania Artecard, prima card turi-

stica nata in Italia nel 2000, continua lesue azioni mirate a supporto dellerealtà culturali regionali, con prodottitematici e specifici che vanno incontroalle esigenze e alle richieste degli stessimusei. «Un accordo naturale - dice il diret-

tore del museo di Capodimon te,Sylvain Bellenger - vi sono collezioniche i due musei condividono comela Collezione Farnese, che da oggi sa-ranno ancora più vicine grazie a questainiziativa che rappresenta senza dub-bio una vera e propria svolta nel conte-sto di promozione del territorio». Il tutto si inserisce nell’aria di muta-

mento che la città partenopea ha inizia-to a vivere anzitutto grazie all’impegnoe allo spirito propositivo di Bellenger edel direttore del Museo ArcheologicoPaolo Giulierini, il cui lavoro punta nonsolo ad una maggiore affluenza turisti-ca ma dà un forte contributo soprattut-to alla qualità dell’offerta. Le Collezioni Farnese, infatti, rap-

presentano il cuore di questi due straor-dinari musei. «Abbiamo un patrimonio immenso,

unico al mondo – dichiara il Presidentedella Regione Campania Vincenzo DeLuca – dobbiamo crescere sull’organiz-zazione e mettere in rete le realtà, evi-tando sovrapposizioni e mantenendoproposte di eventi di eccellenza, comedimostrano le mostre di Picasso e VanGogh. Dobbiamo fare un salto di qualità –

ha proseguito il governatore – fino adoggi è mancata l’organizzazione e il

coordinamento, dobbiamo dimostraredi andare avanti mettendo una maggio-re attenzione nella qualità dei servizi».Un altro tassello, dunque, della strate-gia di “rete” che la Regione Campaniasta mettendo in atto nelle politiche cul-turali per la creazione di un vero e pro-prio polo e laboratorio di scambio e disinergia tra tutti i grandi musei e siti ar-cheologici, in connessione con le realtàeuropee e internazionali per scambi eprogetti comuni che siano di grande in-teresse scientifico e turistico. «Saranno incentivate le linee Anm

che collegano il Museo a Capodimonte- ha spiegato Ciro Maglione, ammini-stratore unico di Anm - in particolareR4 e 168, ci muoveremo sempre di piùin sinergia con la Regione». Infine dal Consorzio Unicocam -

pania rappresentato da Gaetano Ratto.l’impegno a essere attenti alle esigenzedei turisti, nella consapevolezza che iservizi offerti da un territorio sono unodei biglietti da visita che i visitatori va-lutano nel giudicare il livello di ospita-lità di una città.

La “Casa di Tonia” a sostegno della vitadi Oreste D’Amore

L’attenzione al dono della maternità costituisce da sem-pre l’obiettivo primario della Casa di Tonia, il centro di soli-darietà, opera segno della Chiesa di Napoli, fortemente vo-luto dal Cardinale Crescenzio Sepe, sin dai primi mesi dellasua venuta in città. La struttura, ubicata nel cuore di Napoli,a pochi passi dall’Orto Botanico, è dedicata a Tonia Accardo,la madre coraggio di Torre del Greco, che rinunciò alle cureantitumorali per portare avanti una gravidanza, fino al sa-crificio di se stessa, avvenuto tuttavia dopo aver dato alla lu-ce una splendida bambina. Gli operatori e i volontari che gestiscono la “casa” porta-

no avanti, nel ricordo di Tonia, un progetto straordinario,che sostiene ogni mese cento mamme, italiane e straniere,che decidono con caparbietà e con un grande gesto d’amore,nonostante le difficoltà, di portare avanti una gravidanza, diaccogliere la vita che nasce, riconoscendola come il piùgrande dono che Dio fa all’uomo. Grazie all’impegno econo-mico della Fondazione In Nome della Vita, di cui è presiden-te onorario il Cardinale Crescenzio Sepe, e alla quale sonoaffidati i progetti della Casa di Tonia, vengono forniti ognimese alle mamme iscritte latte, pannolini e omogeneizzati,ma anche vestiti, culle, passeggini e tutto ciò che occorre perfar fronte, almeno in parte, alle spese e alle necessità deri-vanti dalla crescita di un figlio. Le donne iscritte sono segnalate dalle parrocchie o dai

servizi sociali e devono presentare un modello Isee, che at-testi lo stato di indigenza. Una procedura, questa, che per-

Solidarietà, altro progetto sostenuto dalla Casa di Tonia. Importante è senz’altro l’aiuto fornito dal volontariato:

l’associazione “Briciole dal Cielo” consegna periodicamentevestiti usati ma in ottime condizioni, già divisi per sesso e fa-sce d’età. Inoltre le volontarie della Casa di Tonia riescono aricevere dai privati, selezionare e catalogare tantissimi altriindumenti, che vengono forniti alle mamme nel corso delladistribuzione degli aiuti, che avviene solitamente una setti-mana al mese. Mensilmente vengono donati circa settecentocapi di abbigliamento per bambini e adolescenti. “Aiutami a Crescere” sostiene il bambino dalla nascita fi-

no ai tre anni d’età, dopodiché, se necessario, la famiglia puòchiedere di essere inserita in un altro progetto della Casa diTonia, il Minimarket del Giubileo, che fornisce una spesaalimentare, per far fronte alle necessità primarie del nucleofamiliare. Rientra in questo progetto di sostegno a mammee bambini anche la fornitura annuale dei kit scolastici, cheavviene solitamente a settembre, che consente a tanti bam-bini, provenienti da famiglie disagiate, di avere le stesse op-portunità dei propri coetanei e non sentirsi privati in qual-che modo del diritto allo studio. Si è creata così una rete disostegno rivolta soprattutto alle donne, che viaggia in com-pagnia di Caritas, Servizi Sociali e parrocchie della Diocesi:una risposta concreta della Chiesa di Napoli al grido di aiutodi chi chiede sostegno per preservare il diritto alla mater-nità, ma anche la dignità personale e della propria famiglia.

mette una gestione del progetto trasparente e attenta allecondizioni familiari. Molte mamme risultano essere “ragaz-ze madri”, qualcuna giovanissima, altre hanno parenti stret-ti in stato di detenzione, molto folta è la comunità nigeriana.Le richieste di inserimento sono davvero tante e sono gesti-te, attraverso una lista d’attesa, dal Call Center della

La card costa 16,00 euro e ha la dura-ta di 2 giorni; include 1 ingressoal Museo Archeologico Nazionale, 1 in-gresso al Museo e Real Bosco diCapodimonte, un viaggio andata e ritor-no sulle linee ordinarie ANM che colle-gano i due musei (168 – 178 – R4 – C63)e lo sconto per 1 ingresso alle Cata -combe di San Gennaro. Il biglietto, obli-

terato al primo utilizzo, scade alla mez-zanotte del secondo giorno di validità.Artecard MANN – Capo dimonte è ac-quistabile online sul sito di Cam -pania>artecard, presso l’info dellaStazioneo presso le biglietterie deidue Musei del circuito speciale. Tutte le informazioni su www.cam-

paniartecard.it

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Città Nuova Stagione12 • 9 luglio 2017

“Accertamenti ispettivi a campio-ne”: è questo l’oggetto delle comunica-zioni, recanti logo e intestazionedell’Agenzia delle Entrate, che alcunicontribuenti campani si sono visti reca-pitare e che annunciano ipotetici con-trolli da parte dell’Agenzia su immobilie fabbricati.Le note, dal testo in alcuni punti

sgrammaticato e che non rispettano ilformat redazionale usato da questoEnte, sono chiaramente dei falsi chefanno ipotizzare un tentativo di raggiroai danni dei contribuenti.Le missive, in cui compaiono il logo

dell’Agenzia e l’indirizzo della DirezioneRegionale della Campania, informano ilcontribuente che “nei prossimi mesi ver-ranno avviati accertamenti a campioneallo scopo di appurare eventuali illeciticonnessi ad elusione ed evasione riferibiliad immobili e fabbricati ad uso commer-ciale, civile e residenziale”, riportando idati degli immobili oggetto di “potenzia-le verifica ispettiva”. Le comunicazioni,inoltre, invitano genericamente il desti-natario, in tono quasi intimidatorio, a“regolarizzare eventuali situazioni di di-sagio fiscale, tributario ed abitativo negliimmobili di proprietà”, senza chiarire inquale modo procedere.L’Agenzia delle Entrate informa di

essere totalmente estranea a tali comu-nicazioni, che nulla hanno a che farecon gli avvisi per la compliance inviati direcente, e raccomanda di non dare se-guito al loro contenuto.

Appello dell’Agenzia delle Entrate:attenzione alle false lettere

In campo per salvaguardare l’ambiente

Oltre duecento volontari, provenienti da tutto il mondo,impegnati da fine giugno a settembre in Campania

di Peppe Iannicelli

Al Madre“L’uomo

che misura

le nuvole”

Dal 29 giugno al 19 dicembre sulterrazzo del museo Madre l’operaiconica dell’artista belga Jan Fabre(Anversa, 1958) L’uomo che misurale nuvole (versione americana, 18anni in più) 1998 – 2016 a cura diLaura Trisorio, Melania Rossi eAndrea Villani. L’opera è un inno alla capacità di

continuare a sognare, di trascendereil tempo e lo spazio attraverso l’im-maginazione ed è ispirata dall’affer-mazione che l’ornitologo RobertStroud pronunciò nel momento del-la liberazione dalla prigione diAlcatraz, quando dichiarò, appunto,che si sarebbe d’ora in poi dedicato a“misurare le nuvole”. L’uomo che misura le nuvole (ri-

torna a Napoli, in questa versione,dopo l’esposizione del 2008 inPiazza del Plebiscito dove fu allestitainsieme ad altre opere (L’uomo cheaccende il fuoco, 1999; L’uomo chemisura le nuvole, 1998; L’uomo chepiange e ride, 2005; L’astronauta chedirige il mare, 2006 e L’uomo chescrive sull’acqua, 2006) nell’ambitodel progetto Il ragazzo con la luna ele stelle sulla testa, a cura di EduardoCicelyn e Mario Codognato: una gal-leria di personaggi-autoritratto,sculture in bronzo, a grandezza na-turale in cui ogni scultura-personag-gio interpretava un ruolo in relazio-ne all’immaginario della città.

Un’estate diversa, speciale per oltre due-cento volontari, provenienti da tutto il mon-do, impegnati da fine giugno a settembreper un’esperienza d’impegno sociale e civilea favore dell’ambiente e per dedicare unaparte delle proprie vacanze estive alla tutelae valorizzazione dei territori più belli dellaCampania. Sono i protagonisti dei campi estivi di

volontariato ambientale di Legambienteche sono partiti da Sarno (Sa), lungo le rivedell’omonimo fiume: un modo pratico, daparte di ragazzi, adulti e famiglie, per met-tersi in gioco e dare il proprio contributo al-la salvaguardia del territorio e al benesseredelle comunità locali. Il fiume Sarno per an-ni è stato definito il “corso d’acqua più in-quinato d’Europa”; la sua bonifica è un se-gnale di riscossa ambientale e sociale dellaCampania Felix. I volontari saranno pre-senti anche nella Terra dei Fuochi e tra ledune di Paestum dove lavoreranno con i mi-granti che si sono stabiliti nella Piana delSele.Ma non solo duro lavoro attende i volon-

tari che avranno anche l’occasione di gusta-re i sapori e i saperi delle eccellenze agroa-limentari della Campania e promuoverepercorsi di gusto, legati alle tradizioni, alleproduzioni biologiche e tipiche della nostraregione, grazie alla collaborazione di AlmaSeges, Centrale del Latte di Salerno,Cooperativa Nuovo Cilento, Danicoop –Gustarosso, Pezzullo – Oro di Napoli, PastaReggia e Terra Orti che riforniranno di pro-dotti di qualità le mense dei campi e offri-ranno ai volontari percorsi sensoriali e del

gusto destinati a sensibilizzarli rispetto alleproduzioni locali e tradizionali.Un viaggio nella bellezza della Campania

Felix da vivere, da partecipare e da promuo-vere reso possibile anche dalla nuova avven-tura di Legambiente Campania con il pro-getto “Custodi di Bellezza nella CampaniaSostenibile” realizzato grazie al sostegno diFondazione con il Sud. Centinaia di volontari saranno coinvolti

in attività formative, in progetti di valorizza-zione e tutela del territorio e della biodiver-sità, per parlare di agricoltura, turismo so-stenibile e legalità ma non mancheranno in-contri sulla questione dei migranti, dell’ac-coglienza e della pace. I campi propongonoattività all’aperto e lavori manuali promuo-vendo e facilitando la realizzazione di un’e-

conomia circolare made in Campania, attra-verso l’avvio a riciclo e il riutilizzo dei rifiutidi imballaggio, il risparmio di materie primevergini, e l’aumento dei livelli quantitativi equalitativi della raccolta differenziata.

“I campi di volontariato– dichiara AngeloMele, responsabile settore Volontariato diLegambiente Campania - sono un’occasioneunica per riscoprire tanti luoghi unici, per tu-telarli e valorizzarli diventando i protagonistidi quel cambiamento sostenibile e virtuosoche serve alla nostra regione. I progetti deicampi di Legambiente sono rivolti a chiun-que abbia voglia di vivere un’esperienza fuoridal comune, magari con la voglia di arricchireil proprio bagaglio di esperienze, cambiare sti-le di vita e renderlo compatibile con la cura delterritorio”.

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Nuova Stagione 9 luglio 2017 • 13Città

Il talentodei

diversamenteabili,show

alPalapartenope

Decima edizioneorganizzata

dall’associazione “A Ruota Libera”

Il tango ballato tra incroci di gambe eruote di carrozzella e gli elaborati sull’a-more scritti anche solo con uno sguardo daragazzi colpiti nel fisico, mentre una vocenarrante si leva dietro le quinte. Fino alladichiarazione d’amore di un ragazzo affet-to da tetraparesi alla sua amata, “ballan-do” con lei sul palco. Disabilità e talento,non c’è limite alla passione. Musica, cantoo recitazione, i ragazzi diversamente abilisi sono vestiti da veri artisti nel talent show“A Ruota Libera’s Got Talent”.Lo spettacolo realizzato da talenti na-

poletani diversamente abili, giunto que-st’anno alla sua decima edizione, si è rin-novato domenica 2 luglio alPalapartenope di Napoli. «Noi operatorici siamo messi in gioco assieme ai nostriragazzi - spiega Luca Trapanese, presiden-te di “A Ruota Libera Onlus”, l’associazio-ne che promuove l’iniziativa e che que-st’anno festeggia dieci anni di vita.Cerchiamo un’integrazione assoluta nelnome dell’arte, della musica e delle capa-cità espressive di ognuno di loro”.C’è stato un omaggio ad Anna

Marchesini, l’attrice comica scomparsa direcente, un’esibizione di danza russa e tan-to teatro con testi scritti direttamente dairagazzi di A Ruota Libera. Nata nel maggio 2007 da un’idea di

Trapanese, l’associazione conta circa ses-santa ragazzi e due sedi al Vomero in viaCaldieri e in via Omodeo e si sostiene gra-zie alle donazioni dei privati, di fondazio-ni, con il contributo del 5 per mille e conl’aiuto di tanti volontari. “E’ anche grazieal loro aiuto - conclude il presidenteTrapanese - se in dieci anni siamo riuscitia far nascere tante attività. Dai corsi di cu-cina alla realizzazione di bomboniere inceramica, dalla musicoterapia alla danzapassando per la teatroterapia fino alla rea-lizzazione di una piccola redazione dove iragazzi scrivono, con tanta passione, il lo-ro giornalino. Con l’obiettivo di abituareognuno di loro ad esprimere se stessi im-parando, al contempo, a relazionarsi congli altri e a rafforzare lo spirito di squadra”.Una squadra di talenti speciali domeni-

ca scorsa è salita sul palco. “Ci arroghiamoil diritto di non giudicare mai gli altri - è laparola d’ordine nell’associazione - con lasperanza che questo messaggio passi oltrele barriere architettoniche e che manife-stazioni come queste possano trovare spa-zio anche in contesti teatrali diversi”.

A Licola riapre il parco dei divertimenti dell’imprenditore napoletanoEnzo Schiavo, Console onorario della Federazione russa

Inaugurato il Pareo Park

Da Magic World a Pareo Park ha riaper-to con un nuovo nome sabato 1 luglio aGiugliano il parco acquatico più grandedel Sud Italia. Si estende, infatti, su unasuperficie di 300.000 mq, comprende 7 pi-scine, 17 attrazioni acquatiche, 23 attivitàtra bar e attività di ristorazione, aree perbambini e oltre 2mila posti auto a disposi-zione dei clienti. Pareo Park resterà aperto fino alla fine

di settembre e anche in alcuni giorni di ot-tobre. Ad inaugurare il parco, insieme aVincenzo Schiavo, amministratore unicodella Partenope Investment srl PareoPark, anche il presidente della RegioneCampania Vincenzo De Luca, il sindaco diGiugliano Antonio Poziello, il presidenteUnicef Campania Margherita Dini Ciacci,il grande Giulio Rapetti Mogol, direttoreartistico del futuro Palazzetto. «La Campania si è svegliata e ha voglia

di ripartire – ha detto De Luca —Questo ti-po di progetti indicano chiaramente che ilterritorio sta cambiando perché vi è statoun investimento importante, e vi posso ga-rantire che gli investimenti ci sono quan-do sono garantite sicurezza e sburocratiz-zazione. Si è creato un clima di fiducia chesta trasformando il volto della regione.Abbiamo dato vita ad un progetto sostenu-

to dal maestro Mogol – prosegue De Luca- che prevede corsi di formazione musica-le per i giovani del nostro territorio».Concorda Schiavo che ribadisce: «La

struttura è dedicata a tutti coloro che vo-gliono divertirsi senza alcun rischio: quinulla è lasciato al caso e le 32 persone ad-dette alla sicurezza coadiuvate da altri 12vigilanti armati dimostrano quanta atten-zione è stata posta per fare in modo chequesto sia un luogo di svago in assolutatranquillità. Ci sono vigilantes dislocatiovunque e un folto numero di bagnini chepresidiano le piscine».

Nel Parco lavorano 200 persone, lastruttura è attivo 7 giorni su 7 fino al 30settembre e tutti i week end di ottobre, sitratta di un investimento da circa 50 milio-ni di euro che include anche l’ambiziosoprogetto del Palazzetto della Musica cheverrà realizzata – promette Schiavo- entroil 2019. «Ci saranno altre opere che concretiz-

zeremo nell’imminente futuro come l’areaspa, godibile anche in inverno, che sarà ul-timata l’anno prossimo con vasche terma-li, docce emozionali, fanghi e idroterapia.Realizzeremo all’interno del parco un al-bergo con 120 camere che costituirà an-che una ulteriore occasione di lavoro per

circa 50 persone. Pareo Park rappresenta- conclude - una straordinaria occasionedi rilancio del territorio. Inoltre, un comi-tato etico di garanzia controlla i requisitimorali di quanti, privati o aziende, si pro-pongono come fornitori o per selezioniprofessionali».Il maestro Mogol, il futuro direttore ar-

tistico del nascente Palazzetto dellaMusica, ha sottolineato: «Il palazzetto del-la musica va a coprire quello che è un gran-de problema del nostro meravigliosoPaese: la presenza di teatri stupendi, mapiccoli. Il palazzetto creerà un nuovo polomusicale, un attrattore per il mezzogior-no».Le attività del parco acquatico sono per

tutti i gusti, tutte le esigenze e tutte le ta-sche: bar, ristoranti, fotografo, bazar, unself service in grado di preparare fino a3.000 pasti al giorno, dalle pietanze piùclassiche al corner di cibo asiatico e russo,gelateria, frutta fresca il tutto preparato incucine nuove per garantire alla clientelapulizia e igiene. Rifatto completamenteanche il prato, tutto il sistema di irrigazio-ne e gli impianti elettrici collegati ad unacentrale ad alta tecnologia. Predispostenavette da Napoli e da Licola per coloroche non sono automuniti.

Il sindacato Giornalisti della Campania a sostegno di Carla Caiazzo, la giovane donna di Pozzuoli bruciata dall’ex compagno

Ricominciare si puòGrazie ai soldi raccolti attraverso la campagna realizzata

con la piattaforma Meridonare e la collaborazione di Feminin Pluriel, Carla potrà effettuare alcuni interventi di chirurgia plastica al volto

Ringrazia commossa Carla Caiazzo nel ricevere l’assegno di 4020euro raccolti grazie alla campagna di crowdfunding promossa dalSindacato Unitario Giornalisti della Campania in collaborazionecon la piattaforma Meridonare e con l’associazione Feminin Pluriel.Grazie alla loro generosità, Carla, bruciata viva dal compagno all’ul-timo mese di gravidanza, potrà affrontare alcuni interventi di chi-rurgia plastica al volto, nel tentativo di riconquistare la propria iden-tità. «Un aiuto ed un sostegno che sono fondamentali per riprenderea vivere - racconta - e che ho trovato nelle persone care, nei cittadinidi Pozzuoli, che hanno organizzato una serata di beneficenza perme, ma non nelle istituzioni». Così come tengo a sottolineare – prosegue la Caiazzo - che è as-

solutamente falsa la notizia circolata per un periodo di aver ricevutodallo Stato 50.000 euro. Gli unici soldi che ricevo sono questi».Solidarietà e sostegno dunque da parte dei giornalisti (1000 euro dalsindacato, altre spontanee) perché «oltre le notizie ci sono le perso-ne», come ha sottolineato il presidente del sindacato giornalistiArmando Borriello e la delegata per le pari opportunità LauraViggiano: «Una vicenda che mette al centro un problema legato altema violenza e femminicidio e ad un sistema che non funziona nonsolo a livello campano ma nazionale, che insegna che si può uccidereanche senza togliere completamente la vita a qualcuno». A fianco dei giornalisti la piattaforma di crowdfunding sociale

Meridonare. Così il presidente Marco Musella: 40 donazioni e 4000euro raggiunti in brevissimo tempo, a volte i cittadini sono più avan-ti delle istituzioni, sono riusciti a stare vicini al dolore di Carla».Altro partner un’associazione di respiro internazionale Feminin

Pluriel. A rappresentarla Carmen Padula: «Feminin Pluriel è un’as-sociazione che ha sedi in oltre 15 Paesi nel mondo. La sede italiana conosceva bene la storia di Carla per cui abbiamo

deciso di sposare il progetto e di dare un contributo (1000 euro). Maoggi prendiamo anche un altro impegno: quello di coinvolgere iComitati pari opportunità degli ordini professionali di Napoli.Questo è solo l’inizio per una serie di altre attività che metteremo inessere nei prossimi mesi»

Elena Scarici

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Provincia Nuova Stagione14 • 9 luglio 2017

Dal 7 al 16 luglio al Museo dell’Archivio Storicodel Banco di Napoli

370 annidella rivolta diMasanielloDal 7 al 16 luglio ilCartastorie |Museo dell’Archivio Storico delBanco di Napoli celebra i 370anni della rivoltadi Masaniello col ciclo di eventi“Mora il Malgoverno!” cheaccende i riflettori sull’ambienteculturale napoletano che fuprotagonista delle aspirazionidella rivolta del 1647 edell’effimera SerenissimaRepubblica Napoletana che ne fuil risultato. Protagonisti, insiemea Masaniello, sono le figuremeno conosciute di GiuseppeDonzelli, Vincenzod’Andrea e FrancescoScacciavento. Tutti i contorni deipersonaggi e degli avvenimenti diquei giorni sono stati delineatigrazie alle ricerche svoltenell’Archivio Storico del Bancodi Napoli, il più imponentearchivio storico bancario delmondo, seguendo i “conti” dicoloro che ebbero ruoliimportanti proprio all’interno diquel Banco dei Poveri in cuil’Archivio e il suo museo oggihanno sede. Le dettagliatecausali di pagamento, che vannodalla metà del 1500 ad oggi,consentono infatti di ricostruireuna storia dentro la storia, tantoche il sottotitolo della rassegnasarà “Sogni e rivoluzione tra lecarte dei banchi pubblici”.La rassegna inizierà venerdì 7luglio alle ore 20 con il PopoloVascio, gruppo di musicapopolare tradizionale, persottolineare la continuità e lapresenza della musicalità e delletradizioni popolari nel continuodivenire della culturameridionale. La performanceinizierà alle 21, preceduta dallavisita al percorsomultimediale Kaleidos (dalle ore20). Le melodie e le danze cheaccompagnarono gli eventidrammatici ed eroici di 370 annifa sono gli stessi cherisuoneranno all’interno delcortile dell’antico Banco deiPoveri, oggi sede dellaFondazione Banco di Napoli (viadei Tribunali 213). Il 9 e il 10 luglio, alle ore 11.30,sarà, invece, la volta dellapresentazione, nelle saled’Archivio, di una nuova visita atema - che arricchirà l’offertapermanente de ilCartastorie -realizzata con documentioriginali e un video che narra levicende di alcuni deiprotagonisti di quei giorni;l’evento è a ingresso libero egratuito fino ad esaurimentoposti. “Mora il Malgoverno!”continuerà, infine, con la visitateatralizzata “La Repubblica diMasaniello” realizzatadall’Associazione CulturaleNarteA prevista per il 14luglio dalle ore 20 e per il 16luglio dalle 10.30(prenotazioni 339 7020849 e al333 3152415). Maggiori informazionisu www.ilcartastorie.it

Malazè: a settembre la dodicesima edizione

Il fascino della zona flegreaÈ stata presentata la dodicesima edizione

di Malazè, l’evento enoarcheogastronomicodel territorio flegreo che si terrà dal 2 al 19 set-tembre prossimi a Pozzuoli, Bacoli, Monte diProcida, Quarto, Procida e Napoli. Sabatoscorso si è tenuto il tradizionale evento di pre-sentazione: il “Nun vac ‘e Press Tour” che haavuto come scenario Bacoli. Decine di giorna-listi e food blogger hanno avuto modo di visi-tare alcune delle attrattive archeologiche e na-turali più importanti della cittadina flegrea.Tra queste la Piscina Mirabilis e il lago Miseno.Non sono mancati i momenti di assaggio deiprodotti locali grazie alla partecipazione di al-cune aziende: Azienda Agricola PiscinaMirabile, antica osteria Da Fefè, ConsorzioTutela Vini dei Campi Flegrei, Ischia e Capri,l’A.i.s. delegazione di Napoli, Abraxas Osteria,La Fescina Nuova Hostaria Flegrea, AziendaAgricola La Sibilla, Azienda Agricola Km. 0,Caffè Delizia e Officina Bufala di FrancescoD’Alena. Le visite guidate sono state curatedall’associazione Misenum, LagoVivo,Sinergie Campane e Pro Loco Bacoli. «Quello che è emerso in questi anni - ha

spiegato Rosario Mattera, ideatore e organiz-zatore di Malazè - è stata la consapevolezza diessere sulla giusta strada. In questi anni abbia-mo proposto turismo responsabile e esperien-ziale. Secondo gli studiosi e gli economisti si trat-

ta di un tipo di turismo che è costantemente increscita e sarà tale, secondo le previsioni, al-meno fino al 2020. Per queste ragioni nasceMalazè Experience». Malazè Experience è for-mata da un’equipe di professionisti del settoreturistico che per settembre proporrà quattropacchetti turistici per promuovere il territorioflegreo. È l’ultima novità della famiglia Malazèche ha intenzione di non disperdere il patrimo-nio di idee e voglia di partecipazione di tutta lacomunità. Malazè Experience si avvale dellacollaborazione dell’agenzia nazionale “Viaggie Miraggi”, leader nel settore del turismo re-sponsabile.Malazè si terrà quindi dal 2 al 19 settembre.

Come sempre tante le novità anche se la for-mula non cambia: oltre settanta eventi dedica-ti all’enoarcheogastronomia divisi in quattrosettori: Gusto, Mito e Storie, Archeologia eNatura. Gusto. Primo appuntamento sabato 2settembre a Maison Toledo a Pozzuoli con unseminario e degustazione dei vini da vigneto a

piede franco della Toscana, a cura del l’As -sociazione Italiana Sommelier - Delegazionedi Napoli. Domenica 3 settembre, invece, ‘Ibianchi 2016 nei Campi Flegrei’ a cura delConsorzio Tutela Vini Campi Flegrei, Ischia eCapri e ‘Sulphur and Wine’: i vini del mare e delfuoco degustati al tramonto nel cratere del vul-cano Solfatara e gemellaggio con gli altri terri-tori “sulfurei” italiani. Tra gli altri appuntamenti: eventi con prota-

gonista il baccalà e il pesce azzurro, eventiSlow Food a cura della condotta locale. “IlSapore è ricco di Sapere - Monte di Procida 110anni di gusto” è invece l’evento organizzato conle associazioni e il comune montese per cele-brare l’autonomia e i prodotti tipici. In pro-gramma serata in riva al mare con maestri piz-zaioli, spettacoli in vigna, convivium, omaggioalla cozza e al caffè. Infine pizza geotermica nella Solfatara in

onore di Totò con incasso che sarà devoluto inbeneficenza alla mensa dei poveri delSantuario di San Gennaro. Miti e storie.Escursioni a Coroglio, Grotta di Seiano, parcoVirgiliano, Foresta di Cuma, centro antico di

Pozzuoli, lago d’Averno, casina Vanvitellianadel Fusaro, grotta della Dragonara, isola diVivara, Torregaveta e Solfatara. Archeologia. Percorsi tra i maggiori siti ar-

cheologici di Bacoli, visita alla città sommersadi Baia e al Museo Archeologico di Baia, mo-stre di fotografia e pittura, spettacoli dedicatiall’Eneide e visita alla Quarto Romana.Natura. Tra gli appuntamenti: Cibo a Km 0, visite ai

luoghi del bradisismo, bike tour tra il museoarcheologico di Napoli e quello flegreo, yoganotturno sulle sponde del lago d’Averno,‘Vulcanica’ la ciclopedalata vintage, trekkingagli Astroni, visite ai vigneti, agli agricoltoriflegrei, Miseno e Torrefumo. Come ogni annospazio ai più piccoli con “Malazè e i bimbi”: vi-site alla Foresta Regionale di Cuma, alla Casadelle Api, Miniolimpiadi ed eventi al Giardinodell’Orco. Evento di solidarietà lunedì 4 settembre

con “La Bottega & Friends” nella residenza sto-rica di Villa Avellino a Pozzuoli: festa con laNuova Compagnia di Canto Popolare e percor-so enogastronomico.

Riparte la terza estate di gelati sospesi per i bambini di tutta Italia

Abbiamo bisogno di dolcezzaL’estate arriva e con lei arriva anche l’iniziativa più dolce che ci sia. Dopo il grande successo degli anni precedenti con migliaia di condi-

visioni su tutti i principali social network e l’adesione ufficiale di centi-naia e centinaia tra gelaterie e bar di tutta Italia, tantissime sono statele manine di bimbi impastricciate di dolce gelato!Anche in questa nuova calda estate si riaffaccia la “rivoluzione dei

gelati” del Salvamamme “gelato sospeso 3.0” e riparte da Roma con ilPatrocinio gratuito della Regione Lazio per poi estendersi a macchiad’olio, anzi di panna all’Italia tutta come di consuetudine.La share economy del “dolce cono” ha preso il via il 1 giugno per con-

cludersi il 31 ottobre.Come funziona? Ormai si sa che con il gelato si può far rivivere l’an-

tica tradizione di Napoli del caffè sospeso. Prendi un gelato e ne paghidue; il secondo sarà per la famiglia in difficoltà economica che entrerànel negozio chiedendo un gelato sospeso. E il gelataio di suo sarà di ma-nica larga. Lascia l’ offerta nel vaso trasparente messo a disposizionedella gelateria che ha aderito all’iniziativa, che emetterà uno scontrinoal momento della consegna del gelato alla famiglia che lo riceverà.Aderire è semplicissimo, dal sito e dai social di Salvamamme è pos-

sibile scaricare gratuitamente le locandine da esporre nei vostri puntivendita. Ogni esercizio commerciale aderente deve comunicarlo alSalvamamme in modo da poter creare poi una mappa del nostronetwork di adesione in tutta Italia e perché no anche fuori dal nostro belpaese.E se le famiglie non arriveranno a richiedere il gelato, chiedi al

Salvamamme che saprà dare tutte le indicazioni utili per regalare agliospiti delle comunità e case famiglia più vicine un grande sorriso. E seil gelataio prende i soldi e non dona i gelati…? E se la famiglia non neha così bisogno….?Non poniamoci tante domande, occorre recuperare condivisione e

fiducia e superare tante amarezze. Che tu sia un’amante del gelato e la vuoi proporre alla tua gelateria

preferita o che tu sia un’azienda e ti piacerebbe condividere con noi ungelato, contattaci ti diremo noi come fare! Salvamamme chiederà il pa-trocinio gratuito a tutte le regioni d’Italia.Ricominciamo a guardarci negli occhi partendo da una piccola cosa

che tutti possono donare e ricevere con semplicità. Condividi un gelatoe ripartiamo da un sorriso.Richiedi l’adesione ufficiale contattando il Salvamamme, scarica la

locandina dai nostri social.Per comunicare l’adesione o per altre informazioni contattare il nu-

mero 0635403823 – email [email protected] [email protected] o tramite i social network. www.gelatosospeso.it

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CulturaNuova Stagione 9 luglio 2017 • 15

Chiusurauffici di CuriaSi rende noto che gli ufficidella Curia Arcivescovile diNapoli, in largoDonnaregina, sarannochiusi al pubblico, nel cor-so dell’anno 2017, secondoil seguente calendario.

Da lunedì 7 a venerdì 25agosto; lunedì 18 settembre; giovedì 2 novembre; venerdì 3 novembre.

* * *

Cresime inCattedraleLe prossimedomeniche in cui verràconferito il Sacramento dellaConfermazione23 luglio10 settembre24 settembre8 ottobre22 ottobre12 novembre26 novembre10 dicembre31 dicembre

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Rossini, Puccini e il musicalPresentata la stagione 2017-2018 del Teatro di San Carlo

di Doriano Vincenzo De Luca

È stata presentata, lo scorso 30 giugno,presso la sala degli specchi la nuova stagionedel Teatro di San Carlo, dedicata a JeffreyTate, recentemente scomparso e direttoremusicale del Teatro di San Carlo dal 2005 al2010. «Tante novità, una stagione trasversaleche deve abbracciare una platea di oltre 300mila persone»,ha detto la SovrintendenteRosanna Purchia. «Faremo un esperimento -ha aggiunto -. Metteremo insieme diversi lin-guaggi: la prosa, la musica contemporanea ela danza». Intervenuto durante la presenta-zione anche l’assessore alla cultura e al turi-smo del Comune di Napoli Nino Daniele: «IlSan Carlo è il più grande, potente ed efficaceambasciatore della cultura di Napoli nelmondo»La stagione 2017-2018 si aprirà con un

capolavoro di Giacomo Puccini, assente alSan Carlo dal marzo 1975: La fanciulla delWest, andata in scena per la prima volta il 10dicembre 1910, a New York, con ArturoToscanini sul podio. L’occasione permette alSan Carlo di ricordare il grande direttored’orchestra Italiano, nell’anno in cui si sonocelebrati i 150 anni dalla nascita.Il 2018 proseguirà poi con un anniversa-

rio imprescindibile, quello per i 150 anni dal-la morte di Gioachino Rossini, direttore arti-stico del Real Teatro di San Carlo, dal 1815 al1822. Proprio al periodo napoletano risale ilMosè in Egitto, azione tragico-sacra in treatti, composta nel 1818, in programma nellaversione rivista dall’autore nel 1819 (com-prensiva dell’aggiunta della Preghiera Dal tuostellato soglio, che permise all’autore di avereuna maggiore fortuna rispetto all’edizioneprecedente), dal 15 al 20 marzo 2018.Novità l’allestimento del musical My Fair

Lady su musica di Frederick Loewe, per laprima volta in scena al San Carlo, che con-terà la partecipazione straordinaria di RainaKabaivanska nel ruolo di Mrs. Higgins.Anche Il Cappello di paglia di Firenze di NinoRota sarà una prima sancarliana, nell’allesti-mento proveniente dal Maggio Musicale Fio-rentino.

Molti sono gli autori ed i capolavori delNovecento che emergeranno sia nel reperto-rio sinfonico (ad esempio Aleksandr Nevskij,op. 78 di Sergej Prokof’ev; Il castello di Barba-blù ed il Concerto per violino e orchestra n. 2di Bela Bartók; Sette Romanze su poesie diAlexandr Blok per soprano e strumenti di Dmi-trij Šostakovi�; e, ancora, Sequenza VIII perviolino di Luciano Berio e Sei Capricci perviolino di Salvatore Sciarrino) che in quellooperistico (Lady Macbeth del distretto diMcensk di Dmitrij Šostakovi�; L’Amour destrois oranges di Sergej Prokof’ev), un Nove-cento che traghetterà alla contemporaneità,con la prima assoluta di Eternapoli di FabioVacchi, con la partecipazione di Toni Servillo,il 16 febbraio.Ad intessere il fil-rouge di questa stagione

non sono solo le incursioni nel Novecento,ma le citazioni delle opere del grande reper-torio (La bohème, La Traviata, Tosca, Rigolet-to, Carmen in una tournée a Bangkok), e dellaScuola napoletana con Il Siroe re di Persia diLeonardo Vinci e Don Checco di Nicola DeGiosa.

Numerosi gli artisti che calcheranno ilpalcoscenico: ricordiamo, tra gli altri, CinziaForte, Daniel Oren, Gabriele Ferro, AntonioFlorio, Giuseppe Picone, Lorenzo Amato, Sal-vatore Accardo, Toni Servillo, Enzo Avitabile,Zubin Mehta Lewis, Donato Renzetti, RainaKabaivanska, Franca Squarciapino, CarmelaRemigio, Leo Nucci, Marina Comparato,Maxim Vengerov, Salvatore Accardo, MichaelBarenboim, Pinchas Zukerman.Anche il settore della danza riserva sorpre-

se e formule rinnovate, a partire da AutunnoDanza 2017, che inaugurerà con un’opera cheproporrà il repertorio kunqu, e successiva-mente presenterà una nuova creazione delPulcinella di Stravinskij. Nell’aprile 2018, 24recite al Teatro Bellini vedranno L’ultimoDecameron, nuova produzione, che accomu-na due importanti istituzioni teatrali cittadi-ne, con la coreografia di Edmondo Tucci.Ricordiamo infine la sinergia con le emittentiRai, con Rai Radio 3 che trasmetterà tutta lastagione operistica e con Rai Cultura e Rai 5che offriranno la possibilità di assistere dacasa agli allestimenti più suggestivi.

Il centro storico raccontato in una mostra

Fino a metà luglio un’esposizione fotografica al Pan di Rosanna Borzillo

Immagina un basso nel centro storico e tutti i suoi “abusi”.Immagina la fantasia dei napoletani e due architetti – FulvioGiannotti e Michele Palumbo – che decidono di documentare ciò cheaccade negli 8mila edifici del centro storico cittadino. Nasce così lamostra “Urban Glitch: alterazioni del patrimonio storico napoleta-no”: un progetto espositivo, presentato giovedì 6 luglio, al Pan (e vi-sitabile fino a metà mese). I due giovani archetti napoletani hannodeciso di studiare ciò che c’è di “anomalo” nel centro storico cittadinocioè il glitch.E di anomalie ne hanno trovate e talmente tante da rea-lizzare 800 foto, un cortometraggio, pannelli in 3D. Un lavoro origi-nale e prestigioso che ha dato vita ad un ampio dibattito con l’asses-sore dall’Urbanistica Carmine Piscopo, con Massimo Santoro dellaPianificazione urbanistica esecutiva del Comune di Napoli, conFederico Zanfi del Politecnico di Milano, con Fabrizia Ippolitodell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli. In realtà la mostra parte da tre steep: un censimento con oltre 800

foto, fino ad arrivare ad una catalogazione delle alterazioni architet-toniche ricorrenti mediante l’uso di plastici stampati in 3D. Il percor-so continua con un breve contributo video a cura di Davide Tartaglia,con musiche di Ciro Martignetti e poi la individuazione delle 8 azionipiù frequenti. «Abbiamo raggruppato – spiega Fulvio Giannotti, unodegli ideatori - in otto grandi azioni quello che si potrebbero definiregli abusi. Ma il nostro intento non è di censire ma di osservare e di ri-conoscere come queste modifiche dei luoghi hanno portato a dei ri-svolti che dovrebbero spingere ad un ripensamento delle politiche ditutela di un centro storico che, dal 1995, è entrato a far parte dei benitutelati dall’Unesco».

Le otto azioni individuate vedono nei bassi sostanzialmente: lachiusura delle finestre; nuove aperture; accessi attrezzati; balconi dipertinenza; spazio recenti aggiunti; balconi duplex; balconi normex,box. «In realtà – aggiunge Giannotti – sono tutte alterazioni architet-toniche che hanno modificato lo stato originale di un edificio, al finedi adattare lo spazio domestico alle esigenze di chi lo abita». Al termine della mostra spetta al visitatore dire la sua: gli autori,

infatti, pongono alcune domande sul percorso e sulle possibili pro-poste. E chissà che dai napoletani non venga fuori una prospettivadiversa…

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Nuova Stagione16 • 9 luglio 2017

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tagioneAnno LXXI • Numero 25 • 9 luglio 2017

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Festa del Carmine 2017

Con Maria, Madre della Speranza

Domenica 9 luglio142° Anniversario dell’Incoronazione della prodigiosa Icona della Madonna BrunaOre 10: Santa Messa presieduta da S. E. Mons. Filippo Iannone, O. Carm., Arcivescovo, Vicegerente della Diocesi di Roma.Mercoledì 12 luglioOre 10: Santa Messa presieduta da S. E. Mons. Francesco Alfano, Arcivescovo di Sorrento–Castellammare.

Ogni seraOre 18.15: Santo Rosario animato dai membri della “Famiglia Carmelitana”.Ore 19,00: 6-7-11 luglio: Canto dei Vespri.8-9-12 luglio: Santa Messa.10 luglio: Celebrazione dell’Inno Akathistos.13 luglio: Adorazione Eucaristica.14 luglio: Liturgia della Parola, consegna dello Scapolare e rinnovo dell’impegno per quanti già lo indossano.

Sabato 15 luglioOrario Sante Messe: 7 – 8 – 9 – 10 – 11 – 12.Dalle 7.30 fino alle ore 13, solo durante l’intervallo tra le Celebrazioni delle Sante Messe,è possibile salire all’Icona della Madonna.Ore 18: Santa Messa Vespertina.Ore 19: Canto dei Primi Vespri, presieduti da padre Luciano M. Di Cerbo, Commissario Generale dei Carmelitani.Ore 22: Veglia di Preghiera Mariana

Domenica 16 luglio Solenne Commemorazione della Beata Vergine Maria del Monte CarmeloOrario Sante Messe:6 – 7 – 8 – 10 – 12 – 13.Ore 9: Santa Messa con omelia presieduta dal Predicatore della Novena.Ore 11: Santa Messa presieduta da padre Luciano M. Di Cerbo, Commissario Generale dei Carmelitani. Segue: Supplica alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.Ore 17.30: Santa Messa.

Ore 19.30: Piazza del Carmine: Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli.A conclusione della concelebrazione, Atto di Affidamento della città di Napoli alla Madonna Bruna e fiaccolata.

Festeggiamenti esterniSabato 15 luglio – Piazza del CarmineOre 19.50: Accensione delle luminarie della ditta Cesarano di Torre del Greco.Ore 20: L’Associazione onlus A.Fe.P.A.T. presenta: “Gli artisti innamorati” in “Napoli mille culture” Spettacolo teatrale – musicale.