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visto da la voce e l’immagine degli italiani nel mondo www.laltraitalia.eu TURISMO Aboca Museum numero 37 - febbraio 2012 Fr. 5.20 Euro 5.00 l’altraitalia SOCIETÀ CleaNap Sotto la lente Pianeta Terra STORIA La xenofobia in Italia

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La Rivista mensile dedicata agli italiani all'estero

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STORIALa xenofobia in Italia

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Continuano anche questo mese le emozioni,L’ALTRAITALIA ha il piacere di presentarvi altri 6 mesi

del meraviglioso calendario Lavazza 2012

Erwin Olaf, Thierry Le Gouès, Miles Aldridge, MarinoParisotto, Eugenio Recuenco, Elliott Erwitt, Finlay MacKay,Mark Seliger, Annie Leibovitz, Albert Watson, DavidLaChapelle, Ellen von Unwerth.

12 fotografi speciali per il ventennale del Calendario Lavazza

The Lavazzers è il titolo della ventesima edizione del CalendarioLavazza che, per festeggiare un traguardo così importante, hariunito 12 maestri della fotografia che hanno reso grande neglianni il Calendario Lavazza.

Sono loro, entusiasticamente, a essersi messi in giococelebrando, con un autoscatto, il loro rapporto più intimo con ilcaffè Lavazza. I 12 fotografi, come ogni squadra affiatata che sirispetti, e sotto la guida dell’Agenzia Armando Testa che firmaanche questa edizione del Calendario Lavazza, hannointerpretato sé stessi realizzando scatti innovativi, inusuali eimmaginifici.

Abituati a immaginarli dietro la macchina fotografica, il vederli oraprotagonisti davanti all’obiettivo regala infatti una nuovaemozione: ecco ad esempio David LaChapelle, re in una giunglanello scatto raccontaredi come il caffè sia uno “strumento per mettere in marcia lamente”, ecco Erwin Olaf ricordare, nel suo scatto

, come il suo pensiero nel momento in cui beve uncaffè Lavazza vada, innegabilmente, al corpo umano.

Una galleria di immagini di forte suggestione, ora fotografiedivertenti ed enigmatiche, ora affascinanti come sculture, oraicone da decodificare: il risultato finale colpisce nel segno proprioper la diversità e per l’approccio introspettivo e surreale di ogniartista che ha contribuito a un risultato finale unico tra fotografiatradizionale, tecniche personali sofisticatissime e, in alcuni casi,arte digitale. “Ogni anno il Calendario Lavazza veicola nuovetendenze artistiche e temi differenti interpretati da un artistainternazionale” racconta Francesca Lavazza, DirettoreCorporate Image del Gruppo. “In quest’edizione così importantee significativa per la nostra comunicazione, abbiamo volutoinvertire gli addendi e chiedere ai più grandi interpreti dellafotografia d’autore di ritrarsi lasciandosi ispirare dal nostroespresso: il risultato è entusiasmante”.

Michele Mariani, Direttore Creativo Esecutivo dell’AgenziaArmando Testa, sottolinea: “e’ stato meraviglioso poterciconfrontare con questi grandi talenti e con ognuno riuscire afissare nelle foto la relazione tra la loro personalità e il caffè”.Quasi un ritorno, o meglio una nuova interpretazione del-l’Espress Yourself così caro a Lavazza.

Icona e guida del Calendario 2012 e dell’intero progetto legato ai festeggiamenti del ventennale sarà Valerie van der Graaf.A lei, giovanemodella olandese, protagonista degli scatti di Ellen von Unwerth, l’onore della copertina del Calendario 2012 e lo spegnimento dellecandeline in un doppio simbolico compleanno. 20 sono gli anni del Calendario Lavazza, 20 sono gli anni di Valerie: non poteva essercimigliore portavoce del futuro che verrà.

Come il Calendario Lavazza 1995 di Ellen von Unwerth segnava i festeggiamenti del centenario dell’azienda torinese - mostrando lagiovanissima Amber Smith di fronte a un’enorme torta di compleanno -, così questi nuovi scatti della fotografa tedesca vedono Valerie difronte a 20 candeline accese. Nell’autoscatto del Calendario 2012 Ellen è pronta, come allora, a festeggiare insieme a Lavazza.“Quello che tutti sanno è che faccio la fotografa. Quello che tutti non sanno e che spesso mi occupo di torte di compleanno, soprattuttoquando lavoro per Lavazza. Una volta per i cento anni del marchio, oggi per i venti del calendario. Insomma, per festeggiare, qui unascusa si trova sempre. E, se c’è una festa, sicuro che non me la perdo” (Ellen von Unwerth) .

An ordinary morning turns into Paradise

My thoughtsflying away

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di Maria C. BernasconiEDITORIALE

Nel momento in cui scrivo, la nave Concordia di Costa Crociere è ancora adagiata su un fianco, incagliata su uno scogliodavanti alla meravigliosa isola del Giglio e sembra piangere le sue vittime, alle quali, innanzitutto, va il nostro pensiero.

Di “madama” Concordia, gigantesca nave da crociera, e del suo, per usare un eufemismo, scellerato capitano, se ne parlaoramai dalla sera del 13 gennaio, quando la città galleggiante urtò uno scoglio che si trovava ad un centinaio di metri dallariva. Inutile discutere circa la dinamica del naufragio e dell'assurdo, incomprensibile, comportamento del capitano Schetti-no dal momento che in tanti se ne stanno già occupando.

Superfluo, tentare di capire quali sarebbero le conseguenze per l’isola del Giglio, e per l’intero arcipelago, se dalla panciadella nave dovessero fuoriuscire le circa 2.300 tonnellate di gasolio che vi sono stipate e le 50 tonnellate di olio lubrificante;molti sono gli esperti impegnati per trovare le migliori soluzioni e per evitare una tragedia.

Quello su cui vorrei riflettere è, invece, la nostra necessità di assicurarci una vita sempre più agiata attraverso il progresso e letecnologie sempre più avanzate nonostante mostri, ormai chiaramente, i segni delle profonde ferite da noi causate.Abbiamo forse dimenticato che è indispensabile rispettare l'equilibrio naturale del nostro pianeta?

Le nostre case, sempre più accessoriate, sempre più comode, super riscaldate d’inverno e climatizzate d’estate, sono casedove non mancano frigo, freezer, robot di tutti i generi, televisori, computer, telefoni e telefonini ... e poi

spray per il corpo e per la casa, detersivi, profumi ...

Nessuno di noi ormai vuol rinunciare a tutto ciò! La pubblicità non manca di informarci, giorno dopo giorno, attraverso spotstudiatissimi e mirati, sui nuovi prodotti e nuovi apparecchi che ipnotizzano grandi e piccoli e mandano tutti, come tanti“Alice”, al “paese delle meraviglie”: i supermercati, dove si può trovare di tutto e di più! E chi di noi, al momentodell'acquisto, pensa a quali guai causano tutti questi prodotti che funzionando liberano numerosi gas pericolosi perl’atmosfera e quindi per tutti gli esseri viventi?

L’agricoltore e l’allevatore (quelli che un tempo si chiamavano contadini) si dedicano alle colture intensive e allevano gli ani-mali nelle stalle … ciò vuol dire usare molti concimi chimici e mangimi di origini diverse. Ma non é che così il suolo diventasempre più inquinato da sostanze non naturali ed i prodotti che noi consumiamo sono fortemente dannosi per la nostra salute?

Il suolo è inquinato dalle tonnellate di rifiuti che continuiamo a produrre senza pensare che non sono biodegradabili e quin-di distruggono l’equilibrio naturale. Fiumi, laghi e mari risultano inquinati da scarichi abusivi di fabbriche e stabilimenti ...e noi? Ma non é che beviamo acqua riciclata e i nostri prati sono innaffiati da piogge acide?

Intanto continuiamo il disboscamento e dimentichiamo che viviamo grazie alle piante che riciclano l’anidride carbonica eproducono ossigeno. Ma a nessuno viene in mente che distruggendo i boschi e inquinando i prati molte specie animali per-dono il loro habitat e così si estinguono?

Ecco, mi sono persa nella riflessioni. In effetti volevo semplicemente chiedermi, e chiedervi: ma é davvero indispensabile(non me ne vogliano i costruttori!) realizzare navi come la Concordia?

La Terra

supertecnologiche

A proposito di inquinamento ...

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Sara FicocelliPatrizia Gioia

Simona GuidicelliChristian Lombardi

Marco MinolettiArmando Rotondi

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V

l’altraitalia

Il protocollo di Kyoto 14

La conferenza di Durban 16

Verso il punto di non ritorno? 18

Le nuove malattie 20

Greenpeace: come salvare il clima 22

Il nostro pianeta è ammalato 24

Ti sorridono i Monti 3

Frecciatine 4

La xenofobia in Italia 27

Aboca Museum 30

Intervista a Gianmaria Testa 34

Togliamoci il nostro ... 37

Vacanze di Natale a Cortina 38

Il corbezzolo 40

Il gorgonzola 42

Oroscopo 44

L’INTRUSO

OPINIONI

ATTUALITÀDA LONDRA

SOCIETÀ

Primazia assoluta della privacy8

CleaNap 12

seconda parte

Il CALENDARIO LAVAZZA 2012

CULTURA

STORIA

TURISMO

MUSICA

I SEMI DELLA GIOIA

CINEMA

BENESSERE E SALUTE

ENOGASTRONOMIA

ASTROLOGIA

SOMMARIO

Sotto la lentePIANETA TERRA

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L’intruso

È passato un mese dal blitz dell'Agenziadelle Entrate a Cortina d'Ampezzo, ma inquesto mese se n'è detto di tutto di più, so-prattutto da parte di “alcuni” cortinesi o am-pezzani (come dir si voglia).

Innanzitutto il risultato dell'Agenzia delleEntrate. Il 30 dicembre a Cortina erano pre-senti 251 auto di lusso così intestate: 133 apersone fisiche, 118 a società. Delle 133,42 appartengono a persone che dichiaranomeno di 30.000€ all'anno. Praticamentedelle persone che lavorano solo per mante-nersi il bolide e non hanno un pezzo di paneda dare ai propri figli. Invece, quelle inte-state alle società (118), 19 sono di societàin perdita e 37 di società che dichiarano me-no di 50.000€ all'anno LORDI.

Le attività commerciali cortinesi hannovisto lievitare i loro incassi, i ristoranti finoal 300% rispetto allo stesso giornodell'anno precedente, mentre i commer-cianti di beni di lusso hanno avuto un in-cremento del 400%. Che l'Agenzia delleEntrate porti fortuna?

Alla luce di questi dati, che trovo sbalorditi-vi, si sono aggiunti una serie di commenti,giustificazioni o prese di posizione, ancordi più sbalorditive. Il Sindaco di Cortina hadichiarato:

. (fonte:). Ma caro Sindaco quale era,

secondo lei, il periodo ideale? Forse il 15 agosto quando sono tutti a Capri? O forse dovevano venire di notte per non disturba-re? Ma secondo lei qual è il periodo migliore per una località sciistica? E poi parla di metodo ... Cosa dovevano fare mandareuna lettera di presentazione e chiedere se vi stava bene quel giorno? Sapere quando non avrebbero arrecato disturbo?

Nella trasmissione di “L'Infedele”, intervenne un albergatore di Cortina che disse:. Caro albergatore, quando veniamo fermati dalle for-

ze dell'ordine ci chiedono sempre i documenti, cosa si aspettava? Che facessero un balletto sul cofano per intrattenere i turi-sti? O che li guardassero salutandoli con la manina? È un controllo ... E quindi deve essere fatto come lo si effettua con tutti icittadini. Non felici hanno rincarato la dose, Sindaco in primis, che i risultati pubblicati riguardavano solo 1 o 2 casi partico-lari e che ne hanno risentito molto che i risultati non parlassero delle persone che erano in regola.

Caro Sindaco non si deve parlare di chi è in regola con le tasse (a meno che non sia un eccezione) perchè è normale pagarlema invece si deve parlare della gente che non le paga. È come se in una ricerca medica, per debellare una malattia, parlasserodelle persone che non ne sono affette. Non servirebbe a nulla.

L'evasione, va ricordato, non è solo a Cortina d'Ampezzo, ma è dappertutto in Italia e comunque, non si preoccupi Sindaco,che Cortina rimarrà sempre una perla delle Dolomiti ... Una perla che non conosce crisi visti gli incassi di Capodanno.

“I controlli e la lotta all'eva-sione sono sacrosanti ma pensiamo che civoglia più rispetto per chi lavora ... Le no-stre perplessità sono motivate esclusiva-mente dal periodo e dal metodo”quotidiano.net

Gad Lerner “... E pensate che quandofermavano le auto chiedevano alle persone di mostrare i documenti”

'

ATTUALITÀ

Ti sorridono i Montidalla Redazione

Cortina “by night”

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Questa volta, solo come passa-tempo un po' goliardico, annotoqualche prima riflessione sul vo-stro . Niente di serio.

Mi sbaglio o:- il ha presentato

la manovra , poiaccettata dal Parlamento, che,sostanzialmente, rispecchiaquanto era in atto di concretiz-zare il ?

- il ha tentato diintrufolare nel suo primo compi-to, un paio di misure sulle “libe-ralizzazioni” per poi, vedendol'aria che tirava (per esempiopresso i taxisti), fare rapida mar-cia indietro, cancellandole dallalista della “spesa” ?

- a “ ”, su ,nei giorni scorsi, rispondendoalle domande di , Monti haparlato, come sempre forbita-mente, per 30 minuti, senza peròcomunicare qualcosa di preci-so, di capibile? Propone battute,sicuramente più accettabili diquelle del , sostenutesì, da un aplomb simil/anglo-sassone, ma all'osso, del tuttoscontate.

- nei suoi più recenti interventi,, propo-

nendo le soluzioni da adottareper abbattere, per esempio, ildebito italiano, non rispondesull'art. 18, dice che non è di suacompetenza il Blitz “bizzarro”dell' aCortina e ad Abano. Per non ri-spondere sul “libero mercato”si cimenta in una lezione sul sottile distinguo, fra “liberaliz-zazione” e “privatizzazione”, dice che la soluzione perl'Italia deve venire ... dall'Europa e quindi dagli altri Paesi(... non da Lui o da Roma ...?!). Dice di esser restio ad appli-care la Rubik Tax e/o la Tobin Tax in quanto l'Europa nonvuole ... (sempre questa cattiva Europa ...!!!). Per non ri-spondere alla domanda di Fazio, sul quasi certo aumentodell'IVA, dice che la domanda stessa: “

”; battuta carina e garbata, ma che gli permette di evadere

l'interrogazione. Che lui sia bravissimo nel gestire i rap-porti interpersonali e le situazioni delicate o d'imbarazzoglielo possiamo tranquillamente riconoscere (10 e lode):basterà questa furbizia dialettica a risolvere i problemi de-gli italiani?

- sempre più il (vedi sopra) esprimen-dosi davanti a giornalisti e telecamere dà l'impressione diessere l'apprendista stregone (già comunque quasi primo

Professore

Governo Monti“Salva Italia”

Governo Berlusconi

Governo Monti

che tempo che fa Rai tre

Fazio

Berlusca

adomanda non risponde

Agenzia delle Entrate

è una caduta di sti-le

Primo Ministro Monti

FrecciatineOPINIONIdi Giovanni il Battista

Mario Andreotti o Giulio MontiChi è costui ?

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della classe) capace di assorbire in maniera encomiabile ledoti fantastiche, e forse inimitabili, del mitico(Andreotti, tanto per evitare fraintesi) ? A domanda “nonrisponde”; parla, questo si, ma non dice niente, incrocia tre,quattro concetti, li mischia, li rimischia, li compone e liscompone, li riesprime a nuova guisa, li preannuncia perpoi non annunciarli nei suoi contenuti e via di questo passo.Proprio un di nuova generazione. Impara pre-sto il professore e non poteva essere altrimenti !Anche sul-le battute quasi ci siamo: resta sottinteso che il è più“anglossassone” nel mentre il è più “romanesco”...

- al professore qualche cosa è andato storto anche a livelloformale: invece di delicatamente invitare il sottosegreta-rio (cognome quasi imbarazzante) a farsi daparte per i privilegi ricevuti (o richiesti?), non avrebbe po-tuto evitare di designarlo a quella funzione visto che“l'inciampo” del precitato era già cosa da tutti saputa?

- sempre il nega di aver preventivamentesaputo dell'oramai famoso “blitz” di Cortina: possiamocredergli? Si è forse reso conto (perché lui è sicuramentemolto intelligente ) che la “scampagnata” cortinese si starivelando (e sicuramente si rivelerà, a mio modesto parere,tirando i consuntivi dell'operazione) per il futuro, iniziati-va inopportuna e negativa?

- , giornalmente, sottolinea che lui è li, quasiper caso, che lui non c'entra niente con il passato, e che luista facendo quanto gli altri (?) non hanno saputo fare (?):non trovo simpatica la cosa ...

- Il Professore sottolinea giornalmente che lui non si candi-derà assolutamente alle elezione del 2013 perchè, sostienesolennemente

. Una inopportuna “bocciatura” alla qualità dei po-litici proclamata senza molta diplomazia?

- Lui, da una parte resta impassibile e quasi schivo su qual-che positivo apprezzamento sulla sua persona, dall'altra,improvvisamente e stranamente, si pavoneggia commen-tando l'etichetta appostagli a suo tempo dall' :

, per comesi muoveva e sanzionava ai tempi di Bruxelles il mondodegli affari (intrallazzi) internazionali.

- Il confessa che la sua chiamata (lo disse inuna delle sue prime apparizioni ufficiali ) gli era stata pre-detta dalla moglie

. Azzardo che la prova di modestia della mo-glie non é niente, a mio parere, di fronte alla (molto immo-desta) decisione di Mario di raccontare l'episodio (losplendido predestinato!).

- Il Primo della classe non usa “savoir faire” nel momento incui precisa, in un'intervista, che il primo ministro francese

lo esorta a dire a Sarkozy che la manovra “Salva Ita-lia” é già legge in quanto, gli precisa Fillon, il Presidentefrancese non ne é al corrente e pensa che il tutto sia ancorasolo una bozza di progetto!

Sono perplesso: che faccia bene i compiti, ab-bia aplomb, self-control e risulta primo allievo del miticoGiulio è sicuramente un dato di fatto. A mio modesto pare-re, però, il dubbio amletico per i miei amici italiani resta:ma dietro questa corazza, in realtà, quale vero Mario Montisi cela?

Devono, i miei amici italiani, cominciare a rimpiangere lebattute inopportune del Berlusca? Quelle scontate e da trat-toria di Bersani? Quelle taglienti di d'Alema? Quelle rusti-che di Di Pietro? Quelle “mortadellesi” di Prodi ...?

Un principio di delusione é sempre più palpabile nella Peni-sola! Possibile che non si riesca a scovare un gruppetto diitalici volenterosi ed onesti che possano mettere a posto lecose, semplicemente, senza sponsors, enfasi, teatro, clien-tele, protezioni, vitalizi, privilegi, “la Dolce Vita”...?

Questi volenterosi o non esistono o si guardano bene dal ca-ricarsi questo impegno sulle spalle oppure sono tutti d'ac-cordo di non mettersi a disposizione per non far cambiare lecose e quindi, ancora una volta, sono costretto a citare il mioamico quando fa dire al protagonistadel suo romanzo, , Principe di Salinas:

.

Pongo le mani sulle vostre teste, amici italiani, in segno diprotezione ed amore. Non si sa mai. Che almeno quella (latesta) venga preservata da infausti eventi ... provocati da Pri-mi Ministri precari, arrivati per puro caso nei pressi di Pa-lazzo Chigi con un contratto a tempo determinato.

SalamAleikum

Giulio

Andreottino

MarioGiulio

Malinconico

Primo Ministro

Monti Mario

“nella vita vi sono altre cose interessanti dafare ...”

Economist“Mario Monti, il Saddam Hussein del lavoro”

Primo Ministro

“vedrai che chiameranno te per risol-vere i loro problemi. Prima ti hanno chiamato a Bruxellesora a Roma”

Fillon

Mario Monti

Tomasi di Lampedusa“il Gattopardo” “tut-

to cambi affinché tutto resti come prima!”

co.co.co.

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FINLAY MACKAY

Finlay MacKay studia FineArt Photography alla Glasgow School ofArt. Nel 2002 inizia a lavorare in pro-prio; i suoi primi scatti rivelano uno stile estremamente originale, che attinge agli stilemi della pop e dellastreet art, dei fumetti ma anche della pittura più classica. La sua fantasia, l’abilità tecnica e il sapiente uti-lizzo delle luci gli hanno permesso di evolversi fino a entrare nell’olimpo dei fotografi della nuova genera-zione. Nel luglio del 2011 inaugura una mostra alla National Portrait Gallery di Londra, per celebrare gliatleti delle olimpiadi in programma per il 2012. Reinterpretandoli con la sua immaginazione così unica,MacKay ha ritratto alcuni fra i personaggi dello spettacolo più importanti dei nostri giorni: Jeff Bridges,Sacha Baron Cohen, Steve Buscemi, Julianne Moore, Kelly Macdonald, Ricky Gervais, Ke$ha, KidRock, Courtney Love e Ben Stiller. È noto inoltre per essere uno dei maggiori fotografi nel mondo dellosport; sono sue alcune immagini-icona di Floyd Mayweather, Michael Phelps, LeBron James e di calcia-tori famosi come Messi, Ronaldinho, Ronaldo, Kaká, Torres, Fabregas. Il portfolio di MacKay include lepubblicità di Absolut Vodka, Puma, Polartec, Vitamin Water, Bacardi, Umbro, Nike, Adidas, Olympus,Coca Cola, British Telecom, Pepsi, Channel 4, Sky TV, ITV, The English National Opera e di Harrods.

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MARK SELIGER

Nasce nel 1959 ad Amarillo, in Texas. Viene nominato Chief Photographer di “Rolling Stone” nel 1992,dove realizza più di 125 copertine. Nel 2002 inizia a collaborare con Condé Nast Publications e scattaper “Vanity Fair” e “GQ”, oltre che per “Vogue” Italia, “L’uomo Vogue”, “Vogue” Germania e Spagna, “W”,“Interview” e diverse altre testate. Ha pubblicato numerosi libri: Listen (Rizzoli, 2010), Mark Seliger: TheMusic Book (teNeues, 2008), In My Stairwell (Rizzoli, 2005), Lenny Kravitz / Mark Seliger (Arena, 2001),Physiognomy (Bullfinch, 1999) e When They Came to Take My Father – Voices from the Holocaust(Arcade, 1996). Le opere di Seliger hanno ricevuto numerosi premi da autorevoli commissioni quali TheSociety of Publication Designers, The Alfred Eisenstaedt Award, Communication Arts, AmericanPhotography e Photo District News. Ha ricevuto il prestigioso LucieAward for OutstandingAchievementin Portraiture.

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La Supreme Court rigettò l’affermazione di un potere asso-luto del Presidente per quanto concerne l’ “executive privi-lege”. La Corte rigettò l’affermazione che il Presidenteavesse l’ultima autorità su tutte le informazioni del ramoesecutivo. - continua il

iamoci bene, non è da“Grande Fratello” ed è ben diverso da quello adottato du-rante l’epoca staliniana, nella quale anche le più intime con-

“In questa particolare controversiaProf. Rozell -

.Al riguardo dell’“executive privi-lege”, la Corte affermò che “

”.

Ciononostante, la Corte sentenziò che la necessità di infor-mazioni in questo caso penale respingeva la richiesta da par-te del Presidente dell’ “executive privilege”. La Corte de-terminò che l’accoglimento di una richiesta di “executiveprivilege” che avrebbe portato effettivamente al rifiuto del-la consegna di prove vitali

.Con questa decisione, il Presidente fu costretto a consegna-re i nastri incriminati che posero fine alla sua presidenza.

Ancora più importante è il fatto che la Corte stabilì che ilramo giudiziario, e, quindi, , ha il potere dideterminare l’applicabilità dell’ “executive privilege”. Insostanza, mentre la Corte affermò l’utilizzo dell’ “executi-ve privilege”, essa determinò anche che, in quel caso speci-fico, il diritto degli americani ad una piena rivelazione delcontenuto dei nastri volontariamente creati avesse più pesodel diritto alla segretezza del Presidente.

Nel caso precedente non si parla di intercettazioni fattedall’autorità competente sul Presidente. Ammettendo chel’FBI o la CIA stia intercettando il Presidente stesso - unasupposizione abbastanza grossa -, allora l’“executive privi-

lege” non si potrebbe praticamente applicare in prima istan-za. Infatti, in questo caso, le comunicazioni sarebbero giànelle mani della Pubblica Accusa e non ancora in quelle delPresidente o del ramo esecutivo - che corrisponderebbe atutti quegli altri casi di “executive privilege”, quando l’ese-cutivo non ha voluto consegnare una documentazione.

In questo frangente, gli avvocati del Presidente, attraversoil , potrebbero proba-bilmente richiamarsi alla “probable cause”, la quale provie-ne dal Quarto Emendamento della Costituzione Americanae che rappresenta una delle prime basi per obiettare ad unaprova in un processo penale, e ad altre questioni procedura-li, anziché richiamare l’“executive privilege”. Tutto questorappresenterebbe, comunque, un nuovo precedente.

Ritorniamo sempre al solito punto: chi passa le intercetta-zioni alla stampa e l’uso che si fa di queste intercettazioni.Se le autorità competenti vanno ad intercettare una qualsiasipersona nei suoi momenti intimi o privati senza alcuna basegiuridica e, conditio sine qua non, non mandando al macerotali intercettazioni - in quanto irrilevanti - e, conditio sinequa non, i testi di queste intercettazioni sono passati in qual-che modo alla stampa, questa si chiama violazione della pri-vacy. Se le autorità competenti vanno ad intercettare unaqualsiasi persona, compreso il Presidente del Consiglio, perscoprire se il soggetto stia premeditando o, peggio ancora,commettendo un reato, conversazioni che, conditio sine quanon, non trattano questioni di sicurezza nazionale, militari epolitica internazionale - per queste questioni ci dovrebberoessere i servizi segreti - e, conditio sine qua non, senza pas-sare i testi di queste intercettazioni alla stampa, questa, amio avviso, non si chiama violazione della privacy.

Questo modus operandi, intendi

la Corte sentenziò che il richiamo da partedel Presidente all’executive privilege dovesse essere bilan-ciato con la necessità della Corte ad avere delle informa-zioni in un caso penale”

nella misura in cui questo inte-resse per la riservatezza si riferisce allo scarico effettivodel potere del Presidente, è costituzionalmente valido

“potesse incidere profondamen-te la garanzia del processo nelle dovute forme di legge e in-debolire gravemente le funzioni fondamentali delle corti”

non il presidente

White House Office of Legal Counsel

da LondraATTUALITÀdi Michele Capaccioli

Primazia assoluta della privacy o concezione della legalità?Il tentativo di prendere le “misure” in Italia

Seconda parte

Dal film “Le vite degli altri”

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versazioni erano intercettate arbitrariamente e senza alcunebasi giuridiche. Allo stesso modo, qualsiasi presidente delconsiglio italiano non può, a mio avviso, avere l’ultima eassoluta autorità su qualsiasi ramo esecutivo e su qualsiasiapparato giudiziario, ammesso che esso - apparato giudi-ziario - sia imparziale, indipendente e competente.

Se l’apparato giudiziario non è imparziale, indipendente ecompetente, oppure lo è solo in parte, non si dovrebbe anda-re a limitare le intercettazioni, ma a riformare il medesimoapparato affinché possa rappresentare in toto tutte e tre legaranzie - imparzialità, indipendenza e competenza - sopramenzionate. Pertanto, chi sostiene la limitazione delle in-tercettazioni perché parte di esse sono pubblicate sulla stam-pa offre un’interpretazione,secondo me, scollegata e pocoattendibile: il problema non sono le intercettazioni, ma chile passa alla stampa. Per chi generalizza, sostenendo la pri-

mazia della privacy e, quindi, la previsione delle intercet-tazioni solo per alcuni tipi di reati, non solo non risolve ilproblema - ci sarà sempre qualcuno che le passerà - ma èportato anche a criminalizzare un intero sistema: quellodella giustizia, i magistrati, le intercettazioni telefoniche.Infatti, come sappiamo, la maggior parte dei magistrati la-vora in silenzio e onestamente.

Il problema non è l’attacco ad una persona - Berlusconi - mala mancanza di norme severe in Italia che impediscano aimagistrati e/o ai funzionari pubblici di passare le intercetta-zioni coperte dal segreto istruttorio e le intercettazioni nonpenalmente rilevanti alla stampa. Fintanto che il problemanon sarà risolto a fondo, ci sarà sempre qualcuno che potràutilizzare le intercettazioni per fini politici.

E, se è vera la versione dei fatti data da Berlusconi, ci saran-no più Berlusconi, almeno fintanto che non ci sarà una vo-lontà politica per risolvere la questione alla radice. Fintantoche non ci sarà volontà politica, ci troveremo di fronte sem-pre alla proposta di limitare le intercettazioni per non risol-vere un problema. In conclusione, da una parte, non esisteun modello perfetto a cui potersi ispirare. Dall’altra, non sipuò certo pensare di limitare le intercettazioni telefoniche,ignorando o sottovalutando che il problema sia rappresenta-to da coloro che passano alla stampa quelle coperte dal se-greto istruttorio e quelle non penalmente rilevanti.

Pertanto, torno a ribadire che il problema non sono le inter-cettazioni, le quali vanno previste per tutti i tipi di reati, macoloro che le passano alla stampa.

[email protected]

Corte Suprema di Giustizia USA

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ANNIE LEIBOVITZ

Nata il 2 ottobre 1949 a Waterbury, Connecticut, ha iniziato la sua carriera di fotografa nel 1970 per larivista “Rolling Stone”, ancora studentessa presso il San Francisco Art Institute, del quale tre anni piùtardi diventerà fotografa ufficiale. Quando se ne allontana, 10 anni dopo, ha al suo attivo 142 copertine ediversi importanti reportage fotografici. Nel 1983 comincia a collaborare con la rivista “Vanity Fair”; nel1993 con “Vogue”. Oltre al lavoro fotografico ha creato memorabili campagne pubblicitarie, come quelleper American Express e Gap. Ha anche collaborato con numerose organizzazioni come la White OakDance Project con Michail Baryšnikov e Mark Morris.Annie Leibovitz ha pubblicato svariati libri e firmatodiverse mostre, fra cui quelle all’International Center of Photography di New York, al Brooklyn Museum ealla National Portrait Gallery di Londra. Insignita nel 2006 dal governo francese del titolo di“Commandeur dans l’Ordre des Arts et des Lettres”, annovera nel suo palmarès numerosi premi: dalLifetime Achievement dell’International Center of Photography di New York, alla Centenary Medal dellaRoyal Photographic Society di Londra. È stata dichiarata “Living legend” dalla Library of Congress. Vivea New York con i suoi tre figli: Sarah, Susan e Samuelle.

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ALBERT WATSON

Nato e cresciuto a Edinburgo, in Scozia, Albert studia graphic design presso il Duncan of JordanstoneCollege of Art and Design di Dundee, nonché cinema e televisione al Royal College of Art di Londra. Nel1970 si trasferisce negli Stati Uniti con la moglie Elizabeth. Il suo stile peculiare finisce per attirarel’attenzione di riviste di moda americane ed europee quali “Mademoiselle”, “GQ” e “Harper’s Bazaar”.Nel 1975 Albert vince un Grammy Award, e nel 1976 ottiene il primo incarico per “Vogue”. Ha pubblicatosvariati libri, fra cui Cyclops (1994), Maroc (1998), Albert Watson (2007), Strip Search (2010) e UFO:Unified Fashion Objectives (2010). Diversi i musei e le gallerie che gli hanno dedicato mostre esclusive:il Centro Internazionale di Fotografia di Milano, il City Art Centre di Edimburgo, l’NRW-Forum diDüsseldorf, il Fotografiska di Stoccolma. Le sue immagini sono comparse su più di cento copertine di“Vogue” in tutto il mondo e fra le pagine di infinite altre pubblicazioni, da “Rolling Stone” a “Time” e a “Vi-be”; suoi anche molti ritratti-icona di rockstar, rapper, attori e altri personaggi dello spettacolo. Ha vintosvariati premi, fra i quali il LucieAward, treANDYAward e la Centenary Medal, premio alla carriera asse-gnatogli dalla Royal Photographic Society.

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Napoli è la città del sole, è la città della musica, della canzo-ne, della pizza e del buon cibo. Ma a questi aspetti che hannoreso Napoli celebre nel mondo, innegabile è che negli ultimianni se ne sono aggiunti altri non certo positivi.Aspetti nega-tivi e problemi che, purtroppo e molte volte in manieraingiusta, hanno preso piede nell’immaginario collettivomaggiormente rispetto alle bellezze e alle magnificenze del-la Capitale del Mezzogiorno italiano.

Non solo Vesuvio, Piazza Plebiscito e Teatro San Carlo, ilpiù grande d’Italia e il più antico teatro d’opera al mondo(con buona pace de La Scala), ma anche una città deturpatada una crisi dei rifiuti ormai decennale che ciclicamente tor-na agli altari della cronaca.

Qualcosa però sta cambiando in città, grazie agli stessi citta-dini. L’idea geniale, non c’è che dire, è venuta in mente inmaniera spontanea ad , 27enne laureataall’Università “Federico II” in management culturale e am-bientale, che ha lanciato un semplice appello su Facebook,proponendo di pulire una zona specifica di Napoli.

Ne è nato così un movimento volontario e inarrestabile cheperiodicamente sceglie una piazza o una via su cui agire e,scope e secchi alla mano, gli stessi cittadini della città ripuli-scono e danno nuova dignità alla zona.

Da semplice movimento ora il tutto si è andato a strutturareed Emiliana, con altri giovani colleghi, ha dato vita a “Clea-Nap - Piazza Pulita”. Leggiamo sul sito:

.

Sono delle provocazioni e delle azioni simboliche, ma digrande effetto,capaci di canalizzare la rabbia di molti cittadi-ni partenopei per una situazione drammatica ma rimediabile,dimostrando che si può davvero cambiare radicalmente lasituazione. Non solo azioni di “pu-lizia” delle piazze ormai,ma anche seminari di “eco orienting”, spiegando cosa signi-fica compostare, riciclare e quali sono i benefici di una buo-na differenziata. Emiliana è stata definita da molta stampainternazionale, dal “Guardian” al “Der Spiegel”, un vero eproprio “ ”.

Un’espressione, derivata, come ha fatto ben notaresu “Venerdì di Repubblica”, da un appello di

uniscono in questa avventura per ildecoro urbano e la rinascita di una grande città. Non sono cer-to eroi, sono qualcosa di più e di diverso. Sono semplici citta-dini con senso civico. Ce ne sono davvero tanti ed è questa lacosa più importante.

Emiliana Mellone

“CleaNap è unaproposta di performance socialmente utile. Possono aderir-vi tutti, senza vincoli politici ed ideologici, perché il benes-sere di Napoli è di interesse trasversale. Gli aderenti sonoautorganizzati ed autofinanziati. Insieme vogliamo dare vi-ta ad eventi di creatività urbana, partecipativa e volontaria.È bene capire che le nostre azioni non possono e non voglio-no sostituirsi a quella che dovrebbe essere la normale puli-zia e manutenzione di una piazza, ma sono semplicementedelle provocazioni costruttive ed operose, per sensibilizzarei nostri concittadini e le istituzioni”

angelo della monnezza

MarinoNiola AdrianoSofri per Napoli, che facciamo nostra, che allarghiamo a tut-tigli intraprendenti che si

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SocietàATTUALITÀdi Armando Rotondi

CleaNapUn movimento per fare “Piazza pulita” a Napoli

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Il Pianeta TerraIl Pianeta TerraForse un giorno ci sveglieremo e smetteremo di

saccheggiare questa nostra“provata” terra per mano nostra

Forse allora capiremo e cambieremoatteggiamento verso una natura amica

che stiamo trasformando in nemica giurata

... forse un giorno ...

... forse capiremo ...

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Il protocollo di Kyoto, siglato l’11 dicembre 1997, è un trat-tato internazionale che riguarda il riscaldamento globale eche mira ad una riduzione degli elementi inquinanti (anidri-de carbonica in testa, ma anche altri cinque gas “a effetto ser-ra”), per riportare la loro presenza nell’atmosfera terrestre aun valore inferiore del 5% rispetto a quello registrato nel1990 entro il 2012. Elaborato nell’ambito della ConferenzaCOP3 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite suicambiamenti climatici (UNFCCC), il trattato, originaria-mente firmato da 160 Stati, è entrato in vigore il 16 febbraio2005, dopo la ratifica anche da parte della Russia.

Il protocollo di Kyoto ha impiegato ben sette anni per entra-re in vigore perché, al momento della firma, venne previstoche per essere ufficialmente valido dovesse essere ratifica-to da non meno di 55 delle nazioni firmatarie e che questenazioni producessero almeno il 55% delle emissioni inqui-nanti: tale obiettivo venne appunto raggiunto con la ratificada parte di Mosca.

Basato sui cosiddetti “Meccanismi flessibili”, il trattato hafra i suoi obiettivi anche quello di ridurre le emissioni deigas serra (anidride carbonica, metano, ossido di azoto, idro-fluorocarburi, fluorocarburi ed esafluoruro di zolfo) alminor costo possibile, ovvero di massimizzare le riduzioniottenibili a parità di investimento.

Il protocollo di KyotoIL PIANETA TERRA dalla RedazioneIL PIANETA TERRA dalla Redazione

I Meccanismi10 ricerche

intorno al Protocollo di Kyoto

Il protocollo di Kyoto prevede il ricorso a meccanismi dimercato, i cosiddetti “Meccanismi Flessibili”; il principa-le è il Meccanismo di Sviluppo Pulito. L’obiettivo è di ri-durre le emissioni al costo minimo possibile; in altre paro-le, a massimizzare le riduzioni ottenibili a parità di investi-mento.

Fra i vari meccanismi che il protocollo prevede ci sono il“ ” (meccanismo di svilup-po pulito), il “ ” (implementazione rac-cordata) e l’“ ” (commercio di emissioni).

Il prevede la possibilità,per i paesi industrializzati e per quelli a economia in tran-

sizione, di realizzare progetti che producano benefici in termini di riduzione delle emissioni in paesi in via di sviluppo eche garantiscano al paese che ospita il progetto, un progresso economico e sociale, ottenendone in cambio dei crediti diemissione (Cer).

Il invece riguarda la chance, sempre per paesi industrializzati e per quelli a economia in transi-zione, di realizzare progetti in un paese dello stesso gruppo, con cui utilizzare congiuntamente i crediti derivanti.

Infine l’ consente lo scambio di Cer tra paesi industrializzati e paesi a economia in transizione: se unpaese ha raggiunto obiettivi superiori a quelli prefissati, ha la possibilità di cedere parte di tali crediti a un altro Stato.

Clean Development MechanismJoint implementation

Emission Trading

Clean Development Mechanism

Joint implementation

Emission Trading

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Il protocollo di Kyoto è stato ratificato da 169 Stati: ne sono rimasti fuori, fra gli altri, gli Stati Uniti, che hanno fir-mato il trattato ma che in seguito hanno rifiutato di ratificarlo.

L’India e la Cina, che hanno ratificato il protocollo, non sono tenute a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel qua-dro del presente accordo, nonostante la loro popolazione relativamente grande. Cina, India e altri paesi in via di svilupposono stati esonerati dagli obblighi del protocollo di Kyoto perché essi non sono stati tra i principali responsabili delle emis-sioni di gas serra durante il periodo di industrializzazione che si crede stia provocando oggi il cambiamento climatico

I Paesi aderenti

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Dopo un’aspra e prolungata discussione protrattasi fino alleprime luci dell’alba di domenica 11 dicembre, si è conclusala Conferenza di Durban con l’approvazione di trentaseidecisioni di cui le principali sono:- la piattaforma di Durban, ovvero l’avvio di un processo

negoziale per la definizione di un trattato globale legal-mente vincolante (che potrebbe essere un protocollo, o unaltro strumento legale o un altro strumento attuativo macon valore legale), valido per tutti i paesi UNFCCC (194Paesi). Questo processo è suddiviso in due fasi. Nellaprima, che terminerà nel 2015, sarà redatta e messa a puntola bozza del trattato che sarà “adottato” nell’assembleaplenaria della ventunesima Conferenza delle Parti (COP-21) alla fine del 2015. Nella seconda fase il trattato“adottato” sarà aperto alla sottoscrizione e alle ratifichenazionali secondo le procedure ONU in modo che possaentrare in vigore nel 2020.

- il prolungamento, con opportuni emendamenti, del Proto-collo di Kyoto oltre la scadenza del 2012 fino al 2017 o al2020 in conformità con le decisioni che saranno presesuccessivamente, in relazione sia all’entità e alla naturadegli impegni volontari che i Paesi, che intenderannoprolungarlo, formuleranno entro il 1 maggio 2012, sia allenecessità di coordinamento e di integrazione con il pro-cesso della piattaforma di Durban di cui al punto prece-dente.

- l’avvio operativo del “Green Climate Fund” (di cui non èspecificato come sarà alimentato) come IstituzioneFinanziaria della UNFCCC con personalità giuridica ecapacità legali, la cui sede e i cui successivi programmi didettaglio per il suo funzionamento operativo dovrannoessere decisi alla prossima Conferenza delle Parti (Cop-18) alla fine del 2012 a Quatar. Nel frattempo si chiede atutti i Paesi UNFCCC di presentare le candidature sia per imembri del Comitato di Gestione (entro il 31 marzo2012), sia per la localizzazione della sede legale (entro il15 aprile 2012);

La conferenza di Durban

IL PIANETA TERRA dalla RedazioneIL PIANETA TERRA dalla Redazione

Rimandati al 2020 gli obblighi di riduzione legal-mente vincolanti per tutti. Nel frattempo prosegue ilprotocollo di Kyoto per i volonterosi.

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- la definizione degli strumenti e dei meccanismi necessari arendere operativa sia la fase di transizione (2013-2020) incui sarà operante il solo protocollo di Kyoto emendato eprorogato, sia il futuro funzionamento del trattato globalequando entrerà in vigore nel 2020. Tra questi strumenti so-no di particolare rilevanza: il REDD+ (regole e meccani-smi per la lotta contro la deforestazione e il degrado del su-olo), le modalità di preparazione e di attuazione dei “pianidi adattamento” nei Paesi in via di sviluppo, il meccani-smo di Trasferimento Tecnologico e di “capacity buil-ding”, le relative norme di “governance” e di gestione, imeccanismi finanziari e le loro modalità di amministra-zione e gestione, ecc.

Le decisioni conclusive, cui è giunta la Conferenza di Dur-ban, possono essere considerate, a seconda dei punti di vi-sta, un successo oppure un insuccesso (o anche fallimentomascherato).

Sono da : l’aver coinvoltotutti i paesi compresi quelli più riluttanti come USA, Cina eIndia, a impegnarsi in un quadro legalmente vincolante, perridurre le proprie emissioni, tenuto conto dei principi basedella UNFCCC (in primo luogo quello della responsabilitàe quello dell’equità); l’aver aperto il protocollo di Kyoto adobblighi volontari e legalmente vincolanti per i Paesi indu-strializzati e ad obblighi volontari ma non legalmente vin-colanti per i Paesi in via di sviluppo; l’aver avviato il “greenclimate fund” come istituzione finanziaria, immediatamen-te operativa (salvo i tempi tecnici organizzativi) al qualeperò bisogna associare un insuccesso: non aver definito qua-li siano le sue fonti di finanziamento che lo fanno apparireper ora una scatola vuota.

Sono da tutte le parti so-stanziali, che dovrebbero garantire un’adeguata strategiamondiale di riduzione delle emissioni per raggiungerel’obiettivo di mantenere il surriscaldamento del pianeta in-feriore a 2 °C rispetto all’epoca preindustriale. La fase tran-sitoria di ben 9 anni prima che gli impegni di riduzione delleemissioni diventino obblighi legalmente vincolanti per tuttie che dovranno essere tali da giungere ad una riduzione del-le emissioni globali di circa 80% entro il 2050 rispetto al1990. Se prima del 2020 non ci saranno impegni volontarimolto ambiziosi dei paesi industrializzati (riduzione di cir-ca il 40% rispetto al 1990) ed efficaci riduzioni dell’inten-sità carbonica dei paesi in via di sviluppo emergenti, questitempi lunghi, comporteranno il rischio di fallimentodell’obiettivo del mantenimento del surriscaldamento cli-matico al di sotto dei 2 °C. Sulla base degli impegni volon-

tari dichiarati la tendenza attuale è, infatti, quella di giunge-re a un surriscaldamento globale attorno ai 4 °C o anche su-periore entro il 2100.

In ogni caso, nelle decisioni prese a Durban è prevista unaverifica del percorso, o dei possibili percorsi, di riduzionedelle emissioni globali per raggiungere l’obiettivo dei 2 °C,quando saranno disponibili le nuove valutazioni di IPCCpreviste per il 2013 e comunque prima del 2015. A menoche nel prossimo decennio non accada una rivoluzione taleda portare il mondo a svincolarsi dai combustibili fossili, iltempo eccessivamente prolungato previsto dalla piattafor-ma di Durban, non giocherà certamente a favore.

considerarsi fattori di successo

considerarsi fattori di insuccesso

Dopo la Conferenza di Durban, dal continenteamericano arrivano atteggiamenti opposti

nella lotta al cambiamento climatico.Se Ottawa decide di sfilarsi

dall’accordo internazionale salva-clima,da Santiago parte una campagna per

ridurre i consumi energetici del Paese.

La eco del timido, timidissimo accordo raggiunto allaConferenza mondiale sul clima di , in Sudafrica,non si è ancora spenta e dall’emisfero occidentale arriva-no due iniziative di segno diametralmente opposto.

Il , infatti, ha annunciato ufficialmente che si riti-rerà dal Protocollo di Kyoto, mentre in il governolancia una campagna nazionale per ridurre l’uso dell’ariacondizionata, nella calda estate australe.

, ministro dell’Ambiente canadese, ha annun-ciato a Toronto che l’accordo internazionale che obbligagli stati a limitare il rilascio in atmosfera di quei gas re-sponsabili del surriscaldamento terrestre è il passato:“

”. Dietro l’accusa ai due giganti dell’in-quinamento, in realtà c’è anche il fallimento del governocanadese, che entro il 2012 avrebbe dovuto ridurre del 6per cento le sue emissioni rispetto ai livelli del 1990, maha mancato il bersaglio. I dati al 2009 dicono che le emis-sioni canadesi sono del 17 per cento superiori ai livellilimite del 1990. Secondo Kent, rispettare gli obiettivi del-la carta salva-clima, per quanto ormai superata, costereb-be all’economia canadese 13,6 miliardi di dollari. Unacifra che il governo non è disposto a rischiare senza unnuovo accordo vincolante e soprattutto globale, ovverocon dentro anche . I conservatori, al go-verno dal 2006, hanno però sempre contestato il Proto-collo di Kyoto e l’insoddisfacente conclusione di Durbanha dato loro l’occasione per uscire dal Trattato. Una scel-ta che comunque è stata criticata dall’opposizione libera-le e dalle organizzazioni ambientaliste canadesi.

Completamente diversa, invece, la campagna lanciatadal governo cileno.

Durban

CanadaCile

Peter Kent

Useremo il nostro diritto legale di ritirarci dal Proto-collo, perché non coinvolge Stati Uniti e Cina, i più gran-di responsabili di emissioni inquinanti, e dunque nonpuò funzionare

Usa, Cina e India

Kyoto: Se il Canada dice no

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IL PIANETA TERRA dalla Redazione

Secondo l'ultimo bollettino della World meteorological or-ganization (Wmo), “

” «

».

Dati che rischiano di esplodere come una bomba nella son-nacchiosa vigilia del summit dell'Unfccc che si è tenuto aDurban, in Sudafrica, alla fine di novembre 2011. Il docu-mento della Wmo presta particolare attenzione all'aumentodella concentrazione del protossido d'azoto ed evidenziache «

». Il bollettinoWmo rende conto delle concentrazioni, e non delle emis-sioni, di gas serra in atmosfera, cioè delle quantità di gasche penetrano nell'atmosfera e delle concentrazioni di quel-le che restano, favorite dalle interazioni complesse che siproducono nel nostro pianeta.

Il segretario dell'Organizzazione meteorologica mondiale,Michel Jarraud, è molto preoccupato e teme che si sia rag-giunto un punto di non ritorno: «

».

Il bollettino Wmo prende in rassegna i tre gas serra persi-stenti più abbondanti nell'atmosfera ed il loro radiative for-cing, che l'Intergovernmental panel on climate change(Ipcc) definisce come «

» e «

». Viene spesso espresso inwatts per m2.

L'anidride carbonica (CO2) è il gas serra di origine antropicapiù importante e contribuisce per circa il 64% alla crescitadel radiative forcing mondiale, dovuto all'insieme dei gasserra persistenti. Dall'inizio dell'era industriale, nel 1750, ilsuo livello nell'atmosfera è aumentato del 39% per raggiun-gere 389 parti per milione (ppm, numero delle molecole digas considerate per milione di molecole di aria secca),

The State of Greenhouse Gases in theAtmosphere - Based on Global Observations through201 La concentrazione di gas serra nell'atmosfera haraggiunto nuovo picchi nel 2010 e il tasso di accrescimentodi questi gas serra è accelerato

Il radiative forcing dell'atmosfera di gas serra, cheinduce un riscaldamento del sistema climatico, si è accre-sciuto del 29 % tra il 1990 e il 2010, l'anidride carbonicacontribuisce per l'80% a questo aumento

Il livello di gas serra di ori-gine antropica nell'atmosfera ha raggiunto una volta di piùdei livelli mai registrati dall'epoca industriale. Anche se riu-scissimo a stoppare, oggi, le nostre emissioni di gas serra, ilche è un'ipotesi molto lontana, i gas già presenti nell'at-

mosfera sussisterebbero ancora per decine di anni e contri-buirebbero a perturbare il fragile equilibrio della Terra,pianeta vivente, e del clima. Oggi più che mai, abbiamo bi-sogno di comprendere le interazioni complesse, a volte inat-tese, tra i gas serra presenti nell'atmosfera, nella biosfera enegli oceani. Per le necessità della scienza, la Wmo conti-nuerà a mettere insieme i dati sulla base del network Globalatmosphere watch (G aw) che copre più di 50 Paesi e com-prende in particolare stazioni situate ad alta quota nelleAnde e nell'Himalaya, nelle remote distese dell'Alaska edall'estremo sud del Pacifico

Misura dell'influenza di un fattoresull'alterazione dell'equilibrio tra le energie entranti eduscenti dal sistema Terra-atmosfera Un indice dell'im-portanza di questo fattore in quanto meccanismo potenzia-le del cambiamento climatico

Aumentano le concentrazioni di gas serra nell’atmosferaVerso il punto di non ritorno?IL PIANETA TERRA dalla Redazione

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essenzialmente a causa delle emissioni legate all'utilizzodei combustibili fossili, al disboscamento ed al cambia-mento di uso delle terre. «

si legge nel rapporto

».

Il metano (CH4) contribuisce per circa il 18% alla crescitadel radiative forcing mondiale dal 1750 ed è il secondo piùimportante gas serra dopo la CO2. Prima dell'era industria-le il livello di metano nell'atmosfera era di circa 700 partiper miliardo (ppb), dal 1750 è aumentato 158%, soprattuttoa causa di attività antropiche come l'allevamento di bovini,la risicoltura, lo sfruttamento di combustibili fossili e le di-scariche di rifiuti. Circa il 60% delle emissioni di CH4 sonodi origine umana, il 40% è di origine naturale come quelledelle zone umide.

Secondo il bollettino, «

Nel 2010, il tenore dell'atmosfera in pro-tossido di azoto era di 323,2 ppb, cioè una progressione

del 20% in rapporto all'epoca preindustriale -spiega la pubblicazione della Wmo - Il tasso diaccrescimento medio è intorno a 0,75 ppball'anno sui 10 ultimi anni, questo è dovutoprincipalmente all'utilizzo di concimi azotati,soprattutto letame, che hanno profondamenteperturbato il ciclo mondiale dell'azoto. In unperiodo di 100 anni, l'impatto del protossido diazoto sul clima è, ad emissioni uguali, 298 vol-te superiore a quello dell'anidride carbonica.Questo gas svolge anche un ruolo importantenella distruzione dello strato di ozono strato-sferico che ci protegge dai raggi ultraviolettinocivi emessi dal sole.

Altri gas serra: l'insieme degli idrocarburi alo-genati contribuiscono per il 12% al radiativeforcing . Alcuni, come i clorofluorocarburi(Cfc), utilizzati in passato come refrigeranti,propulsori per le bombolette aerosol e solven-ti, vedono la loro concentrazione diminuirelentamente dopo l'azione presa a livello inter-nazionale per salvaguardare la cappa di ozo-no. Tuttavia, la concentrazione di altri gas, co-me gli idroclorofluorocarburi (Hcfc) e gli idro-fluorocarburi (Hfc), utilizzati come sostituti

dei Cfc perché danneggiano di meno l'ozono, sono in rapidoaumento e la Wmo avverte che «

».Tra il 2009 e il 2010, la sua con-

centrazione nell'atmosfera è aumentata di 2,3 ppm, cioèpiù della media degli anni ‘90 (1,5 ppm) e del decennio pas-sato (2,0 ppm) - - . Durante le decine dimigliaia di anni che hanno preceduto la rivoluzione indu-striale, verso la metà del XVIII secolo, il tenore dell'atmo-sfera in CO2 è rimasto praticamente costante, arrivando acirca 280 ppm

Dopo un periodo di relativa stabi-lizzazione temporanea (1999-2006), la concentrazione dimetano nell'atmosfera è ripartita al rialzo. Gli scienziati sisforzano di scoprirne le cause, studiando soprattutto il ruo-lo che potrebbe giocare in questo campo lo scioglimentodel permafrost, ricco in metano, nelle regioni nordiche el'accrescimento delle emissioni nelle zone umide tropicali.Il protossido di azoto (N2O) contribuisce per circa il 6%alla crescita del radiative forcing dal 1750. Le sue emissio-ni in atmosfera sono di origine sia antropica che naturale,provengono soprattutto dagli oceani, dalla combustione dibiomasse, dallo spargimento di concimi e da diversi pro-cessi industriali. È attualmente il terzo gas serra in ordinedi importanza

queste due famiglie di com-posti sono dei gas serra molto potenti la cui durata di vitanell'atmosfera è ben superiore alla Co2

».

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Negli ultimi 20 anni almeno 45 malattie sono passatedall'animale all'uomo, e il numero è destinato a salire: se-condo l'

si tratta di virus resi più minacciosi dalla distruzionedegli ecosistemi, dal surriscaldamento globale e dalla pro-gressiva urbanizzazione. I cambiamenti climatici, secondoquanto riportato dalla rivista , non sarebbero in-somma responsabili solo dello scioglimento dei ghiacciaima anche dell'alterazione del nostro equilibrio biologico,rendendo pericolosi virus innocui per l'uomo fino a qualchedecennio fa.

, spiega il ricercatoreper la salute ambientale .

Insieme ad altri otto colleghi, Pongsiri ha esaminato cinquepatologie - , l (chesi contrare dalle zecche), (da gatti e topi),

(dalle zanzare),

si contrae dai serpenti d'acqua), cercando di capire le dinami-che del passaggio dei virus da organismo animale a umano.

spiegaresponsabile di Epidemiologia am-

bientale del dipartimento di Epidemiologia del SSN La

.

Finora l'esempio più noto di patologia che dall'animale èpassata all'uomo, diventando una delle principali cause dimorte tra i giovani degli ultimi 50 anni, è l'AIDS. Secondola scienza il virus dell'HIV sarebbe passato dagli scimpanzéafricani all'uomo, uccidendo 25 milioni di persone in menodi un secolo.

Agenzia per la Protezione dell'Ambiente di Washin-gton

Bioscience

“Abbiamo sottovalutato sotto troppi punti divista gli effetti dei disastri ecologici”

Montira Pongsiri

la malaria a malattia di Lyme o borreliosil'Hanta-virus il

Virus del Nilo occidentale e la schistoso-miasi

“Una delle principali cause di questo cambiamento -Francesco Forastiere,

virus ebatteri a comportarsi diversamente e quindi a modificarsi,diventando più aggressivi, anche nei confronti dell'uomo. Daanni si studiano le modalità di queste modificazioni, ma pre-vedere le evoluzioni nei prossimi anni è utopistico. I cambia-menti sono imprevedibili”

(detta anche bilharziosi o distomatosi sanguigna, che

zio - èil surriscaldamento globale. Questo fenomeno porta

Le nuove malattieIL PIANETA TERRA di Sara FicocelliIL PIANETA TERRA

Il surriscaldamento globale modifica virus e batteri

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Page 23: Visto da l'Altraitalia

Anche l'influenza suina, venuta fuori in Messico lo scorsomarzo da un mix di virus che ha infettato maiali, uccelli einfine uomini, ha creato una nuova ondata pandemica, e se-condo gli esperti si tratta solo di una delle tante epidemie checolpiranno l'umanità con modalità simili entro i prossimidue decenni. Subito dopo la rivoluzione industriale, le pato-logie emergenti erano state cancro, allergie e deformazionidel feto, ma adesso la scienza si trova ad affrontare un nuovotipo di sfida: il passaggio epidemiologico di virus mortali daanimali a uomo, complice la distruzione dell'habitat in cuiessi vivono.

, ecologo dello ,precisa che

.

Secondo gli esperti, un altro fattore-chiave è l'urbaniz-zazione sempre più selvaggia, fenomeno che negli ultimi de-cenni ha portato l'uomo ad abitare aree finora incontaminatee a stare quindi sempre più a stretto contatto con animali epiante contaminati. Parallelamente, la globalizzazione haspinto queste nuove malattie a diffondersi più rapidamentedi quanto avrebbero ad esempio potuto fare un secolo fa.

, conclude, dell' ,

spiega che i cambiamenti nelle modalità di allevamento de-gli animali hanno alterato la circolazione di virus e batteri: inPaesi come la Cina, ad esempio, sono circa 700 milioni gliuccelli da allevamento che vivono nelle abitazioni domesti-che, con tutti gli effetti collaterali del caso.

Al momento sono oltre 15 le zoonosi - le malattie trasmesseda animale a uomo - conosciute: possono diffondersi da unanimale all'altro e dagli animali all'uomo, ma di solito nonsi trasmettono da un uomo a un altro, il che significa chel'essere umano si ammala soltanto attraverso gli animali.

Maiali, galline, mucche, cavalli, scimmie, serpenti e moltealtre specie possono trasmettere la malattia direttamente achi si prende cura di loro, ma spesso non è necessario stare acontatto diretto per ammalarsi ed è sufficiente toccare cosee oggetti contaminati dagli animali infetti (generalmente sitratta del terreno, inquinato da feci e urine). Esiste ancheuna classe di malattie trasmissibili attraverso gli alimenti diorigine animale. Consumare carni, latte e altri prodotti puòessere dunque pericoloso ma, prima di rifugiarsi nella con-vinzione che tutto ciò che mangiamo sia contaminato, è op-portuno informarsi nel modo giusto.

David Murrell University College London“Dal 1940 ad oggi, sono state identificate oltre

300 nuove malattie, il 60% delle quali frutto del passaggioda animale a uomo e il 70% del contatto tra essere umano eambiente. Mi aspetto che questa ondata continui nel corsodi questo secolo”

“Oggi come oggi è possibile, per un virus, espandersi a mac-chia d'olio nel giro di giorni” Murrell. Jan Slin-genbergh Organizzazione per il Cibo e l'Agricoltura

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Il nostro pianeta sta cambiando, il suo clima diventa impre-vedibile e le catastrofi si susseguono. Tanti sono i terminiche ci giungono dai vari talk show televisivi: protocollo diKyoto, effetto serra, CO ... e in mezzo a tutto questo voca-bolario è molto difficile districare la matassa. Allora mi so-no fatto aiutare da , per rispondere a delle curio-sità che mi sorgevano spontanee, ed ho interpellato un ami-co de “l'altraitalia”: il responsabile della campagna clima eenergia di Greenpeace Italy, .

La scienza non consente, oggi, di indicare una correlazionediretta e puntuale tra cambiamenti climatici e specifici even-ti stagionali. Però considera trend pluriennali, serie storichedi dati atmosferici e metereologici che indicano quali sonole tendenze in atto nel pianeta. In un recente articolo su For-bes vengono pubblicati i valori che mostrano come l’annoappena trascorso sia il 35° anno consecutivo, dal 1976, incui la temperatura globale è risultata superiore alla media.Le ragioni sono chiare e incontrovertibili: l’aumento dellaconcentrazione in atmosfera di anidride carbonica che, co-me mostra il grafico dei valori registrati alle Hawai dal1960 ad oggi, continua la sua inesorabile crescita.

Una delle conseguenze del riscaldamento globale, previstadai modelli di fisica, è l’aumento dell’acqua in atmosfera.Anche su questo dato, il 2011 è stato il secondo anno più pio-voso mai registrato dal 1900, mentre quello più piovoso inassoluto risulta essere l’anno precedente, il 2010. E qui tro-vare correlazione con le tragiche alluvioni che hanno colpi-to il nostro Paese lo scorso autunno non è forse azzardato.

Il vapore acqueo, il biossido di carbonio (CO ), l'ossido diazoto e il metano sono i principali gas serra presentinell'atmosfera terrestre. È a questi che facciamo riferimentoquando parliamo di cambiamenti climatici. Questi gas sonotrasparenti alla radiazione solare in entrata sulla Terra mariescono a trattenere, in larga misura, la radiazione infraros-sa emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera e dallenuvole. Questa loro proprietà causa il fenomeno noto comeeffetto serra.

L'energia nucleare è una falsa soluzione. In primis, la tecno-logia che sfrutta è intrinsecamente pericolosa, le tragedie e idanni che ha causato negli anni sono tristemente noti e anco-ra visibili. Il nucleare, inoltre, in fase di costruzione degliimpianti impegna ai massimi regimi le industrie dell’ac-ciaio e del cemento, che sono tra quelle a maggiore impiegodi fonti fossili per l’approvvigionamento energetico.Altret-tanto inquinante risulta l’estrazione e la lavorazionedell’uranio, tanto per le emissioni di gas serra quanto perl’impatto sul territorio. Una volta a regime, il nucleare pro-duce poca CO e scorie molto pericolose, i cui processi dismaltimento sono ancora oggi un problema irrisolto.

Greenpeace

Andrea Boraschi (nella foto)

Ogni volta che abbiamo un dubbio, noi de “l'altraitalia”ci rivolgiamo a te, innanzittutto grazie Andrea, poi volevosapere come mai stiamo vivendo un inverno molto mite,soprattutto al nord Italia, questo può essere causato dalriscaldamento globale? Se sì, quanto incide e incideràl'inquinamento sul riscaldamento globale?

Quali sono quei gas atmosferici o agenti che hanno subitoun aumento a causa dell'inquinamento?

L'energia nucleare, che ha una bassa emissione di CO puòessere la soluzione per ridurre l'inquinamento?

Greenpeace: come salvare il clima

IL PIANETA TERRA di Manuel FiglioliniIL PIANETA TERRA

Intervista ad Andrea Boraschi

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Anche raddoppiando la potenza nucleare attualmente in-stallata entro il 2030, secondo lo scenario dell’Agenzia in-ternazionale per l’energia dell’OCSE (IEA), cosa che ri-chiederebbe l’allaccio di un nuovo reattore alla rete ogni 15-20 giorni per 20 anni, si ridurrebbero le emissioni di CO dimeno del 5%.

I paesi industrializzati devono immediatamente abbattere leemissioni di CO limitando severamente l'impiego delle fon-ti fossili, in particolare del carbone per la produzione di ener-gia e dei combustibili derivati dal petrolio per la mobilità.

Tutto può dipendere da buone scelte politiche o dalla loro as-senza. Lo scorso dicembre a Durban, in SudAfrica, si è svol-to un vertice internazionale per definire il futuro delle politi-che globali di salvaguardia. E, in particolare, per decideredella sopravvivenza del protocollo di Kyoto, l'unico stru-mento legale di cui disponiamo per contrastare l'effetto serrae impedire che si determinino cambiamenti irreversibili. Pur-troppo, a Durban, si è deciso di rimandare le azioni concretea un futuro che potrebbe essere troppo tardo, troppo in là neltempo. C'è bisogno invece di agire subito e con urgenza.

Se il prezzo delle fonti fossili fosse determinato conteg-giando anche le esternalità ambientali e sanitarie che questecomportano, anzichè essere sostenuto da assurdi incentivida parte di autorità statali o sovranazionali, le modalità più

inquinanti di produzione energetica sarebbero già oggi fuo-ri mercato. Si deve immediatamente procedere a sistemi piùstringenti e severi di penalizzazione economica delle emis-sioni dei gas serra; e, al contempo, si devono sostenere lefonti rinnovabili e l'efficienza energetica, comparti che pos-sono produrre ricchezza, lavoro e che, sopra ogni cosa, pos-sono evitare disastri futuri e sempre più prossimi.

Vi invito a consultare sul nostro sito la guida “Come salvareil clima”

: contiene molti consigli pratici checiascuno può seguire per dare un contributo concreto nellalotta ai cambiamenti climatici.

Parlando specificamente di clima, in Italia stiamo per avvia-re una intensa campagna per contrastare l'impiego del carbo-ne nel settore termoelettrico. Partirà nei prossimi mesi. A li-vello internazionale sono attive altre iniziative, che riguarda-no moltissimi aspetti della questione climatica: dai trasportialle fonti energetiche, dalle politiche internazionali alla docu-mentazione scientifica dei fenomeni che compongono il

. Il miglior aiuto che le persone possono for-nire a Greenpeace, che è un'associazione che non riceve sol-di da aziende, governi, organismi nazionali o internazionalidi alcun tipo, è quello di sostenerci economicamente.

Oltre alle fonti energetiche rinnovabili quali altri compor-tamenti dovrebbero cambiare i grandi paesi come Europa,Usa, Cina e India per ridurre l'inquinamento?

Perchè nel vostro sito www.greenpeace.org dite che “il cli-ma cambia, la politica deve cambiare”? Può tutto dipende-re da cattive scelte politiche?

Quali possono essere le mosse politiche da effettuare peragevolare la riduzione di emissione di gas inquinanti?

Ogni nostro singolo gesto può avere delle ripercussioni cli-matiche anche inquinanti? Ma come singole persone qualicomportamenti dovremmo adottare nel nostro piccolo perridurre le emissioni inquinanti?

http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy /re-port/2007/1/guida.pdf

Adesso Greenpeace in quali campagne è impegnato? Comepossono i nostri lettori aiutarvi nel raggiungimento dei vo-stri obiettivi?

climate change

Una donazione è un atto semplice, concreto e prezioso:https://sostieni.greenpeace.it/sostieni.php

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IL PIANETA TERRA dalla Redazione

Lo stato di salute del nostropianeta è piuttosto precario,per non dire grave. Sono di-versi i segnali che ci diconoche questo è un periodo dicrisi ecologica generale“ecological crunch”; un mo-mento da cui dobbiamo usci-re con inventiva, fantasia eintelligenza se non voglia-mo far precipitare ancora dipiù diverse situazioni. I fron-ti di crisi sono già noti datempo: quello climatico,quello energetico, quellodelle risorse naturali, quellodell'acqua e quello del cibo.

Probabilmente l'emergenzaclimatica è quella che colpi-sce maggiormente perchè,intanto, riguarda tutto il pia-neta, tutti gli uomini e

in larga misura da noi. Dunque, è un problema glo-bale, generale, che ci dovrebbe vedere tutti quanti investitidi una responsabilità, sul quale possiamo veramente farequalcosa. Su altri problemi è più difficile intervenire; nonpossiamo, ad esempio, pensare di allungare all'infinito leriserve di petrolio o di carbone (quelle prima o poi finiran-no), ma del resto, il problema energetico e quello climaticosono strettamente legati tra loro.

Si può dunque dire che l'emergenza climatica, il suobackground energetico e la fine delle riserve sono i problemipiù gravi con cui l'umanità si deve confrontare oggi. Se fac-ciamo riferimento alle nazioni più potenti, maggiormenteconsumatrici di energia, e dunque più inquinanti, vediamoche il quadro sta cambiando.

Nei precedenti tentativi di accordo, gli Stati Uniti avevanouna posizione molto chiara che era quella di non negoziarein nessuna maniera il loro benessere. Che questo benesserefosse spreco o giusto utilizzo delle risorse non aveva alcunaimportanza: loro non lo negoziavano. Del resto, per otto an-ni l'amministrazione statunitense è stata l'espressione di colo-ro sul combustibile fossile guadagnavano e lucravano,in maniera legittima, immense ricchezze. Basti pensare chela stessa famiglia era una famiglia di petrolieri texani.

Con il cambiamento di amministrazione negli Stati Uniti,ha prima promesso, poi in parte ritrattato,

ed oggi ha finalmente confermato, una riduzione significa-tiva dell' emissione inquinante della nazione più potente del

mento, non solo gli Stati Uniti non hanno ancora aderito alprotocollo di Kyoto, quindi al passo precedente perl'accordo climatico, ma si sono comportati come se, sostan-zialmente, questo accordo non esistesse; considerandolotroppo oneroso hanno deciso di non rischiare l'impresa deiloro attori economici in un contesto internazionale.

Questo ragionamento è stato inizialmente fatto anche dallaCina e dagli altri Paesi affluenti i quali non ritenevano di do-ver accettare insegnamenti da coloro che ritenevano re-sponsabili: d’aver inquinato per due secoli consecutivi,d'aver bruciato tutte le risorse del mondo e d'aver depredatole loro. Comunque, anche la Cina, assieme agli Stati Uniti,ha deciso di ridurre le proprie emissioni di anidride carboni-ca (gli USAparlano del 17%, la Cina non quantifica ancora,ma indica circa un 20%).

dipende

che

mondo: questo è un fatto epocale. Infatti, fino a questo mo-

Una riduzione delle emissioni di anidride carbonica da partedell'America e della Cina, nel quadro di un accordo interna-zionale oppure autonomamente, significherebbe davvero uncambiamento epocale essendo queste le nazioni che inqui-nano di più. Con gli altri Paesi che hanno deciso di aderire,sottoscrivere e ratificare il protocollo di Kyoto potremmoessere ad un momento di congiuntura più favorevole ad unaccordo significativo sul clima.AKyoto si era deciso di limi-tare l'emissione di anidride carbonica al 6% mentre gliscienziati già allora indicavano che una riduzione significa-tiva sarebbe stata soltanto quella del 50%. Dunque due ordi-ni di grandezza completamente diversi. Ora si comincia aparlare di riduzioni a due cifre e forse questo può significarequalcosa.

Bush

Barack Obama

Il nostro pianeta è ammalatoL’emergenza climatica

IL PIANETA TERRA dalla Redazione

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DAVID LACHAPELLE

La carriera di David LaChapelle inizia nelle gallerie newyorkesi degli anni Ottanta. I suoi lavori attiranol’attenzione di Andy Warhol, che gli offre il suo primo incarico come fotografo presso “InterviewMagazine”, dove LaChapelle ritrae i volti più famosi del periodo. Ben presto si ritrova a scattare per le te-state più importanti del mondo, realizzando le campagne pubblicitarie più memorabili di un’intera genera-zione. Le sue immagini di forte impatto sono comparse sull’edizione italiana e francese di “Vogue”, “VanityFair”, “GQ”, “Rolling Stone” e “i-D”. Gli ultimi anni lo hanno riportato alle origini, con i suoi lavori esposti inalcune fra le gallerie e i musei più prestigiosi al mondo. La sua capacità di evocare scene di assoluto reali-smo servendosi di colori ricchi e vibranti fa sì che le sue opere siano immediatamente riconoscibili e spes-so fonte di citazioni. Continua a trovare ispirazione in qualsiasi cosa, dall’arte alla storia, dalla street cultu-re alla giungla hawaiana dove vive, dando vita a uno specchio multisfaccettato della cultura popolare. Sipuò dire che è l’unico artista fotografico in attività le cui opere abbiano travalicato il contesto editoriale percui erano nate e siano state consacrate dalla severa ed esigente intellighenzia dell’arte contemporanea.

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ELLEN VON UNWERTH

Le opere di Ellen rappresentano una versione spiccatamente sensuale e giocosa della fotografia dimoda e di glamour. Oltre ad aver percorso una carriera come fotografa, produttrice cinematografica eregista di video, ha raccolto i suoi lavori in svariati libri e due fotoromanzi. È del 2009, per la casa editriceTaschen, il suo più recente libro Fräulein, a cui sono seguite mostre a New York, Londra, Parigi e Berlino.Le sue fotografie sono state inserite in numerose mostre di livello internazionale, fra cui Archaeology ofElegance (2002), Fashioning Fiction presso il MoMA-Queens (2004) e Model as Muse al MetropolitanMuseum ofArt (2009). Dopo dieci anni come modella, Ellen von Unwerth ha saputo trasferire negli scattidi cui è autrice la sua esperienza diretta dell’energia cinetica contenuta nelle fotografie di moda. Lesensuali campagne promozionali per Guess dei primi anni Novanta hanno fatto da trampolino di lancioper la sua carriera commerciale, e a quelle ne sono seguite molte altre: per Victoria’s Secret, TommyHilfiger, MAC Cosmetics, Baccarat, Moët & Chandon, Veuve Cliquot, Absolut, H&M, Dior, Diesel,Chanel, Miu Miu e Blumarine, oltre a una serie di pubblicità per Sex and the City, sia la fictiondell’emittente HBO che la versione cinematografica.

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Avete fatto tutto il male possibileAtti diabolici di disumanitàCrimini odiosi di brutalità

Un vampiro che si nutre di crudeltà

Parassita, che dipende dallo sfruttamentodel lavoro forzato e dell’oppressione

Ripugnante sistema il razzismo!Sinonimo di fascismo.

(dalla Poesia “ ” di V. Kashikola)RAZZISMO

Storia

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CULTURA

Il esiste dalla più remota rievocazione della sto-riografia umana e si manifesta con atteggiamenti di sdegnoe intolleranza verso individui appartenenti a gruppi etnicidiversi, risentimenti causati da pregiudizi profondamenteradicati nel subconscio della psiche umana che nella comu-nità civile si concretizzano in emarginazione sociale.

per definizione generica viene concepita comepersistente paura (fobia), razionalmente infondata, versotutto ciò che è straniero (xeno), un contegno che facilmentepotrebbe dar adito a manifestazioni di repulsione e di odioper effetto del quale lo stra-niero viene recepito come cor-po estraneo nel paese ospitan-te e come tale pericoloso.

I due fenomeni razzismo exenofobia difficilmente pos-sono essere storicamente cata-logate nella dimensione dianteriorità e posteriorità; di-sponendo ambedue di una re-ciprocità di interdipendenzacausale, sarebbe coerente col-locarli nella dimensione dicontemporaneità in quantorisulta assiomaticamente evi-dente che qualsiasi dei duefattori generi per effetto im-mediato il rimanente.

La forma umanamente più de-leteria del razzismo dall’anti-chità classica è la schiavitù;

filoso-fo nella Polis di Atene nel IVsecolo a. C., ne sosteneva lalegittimazione antropologicaasserendo che alcuni soggettiumani per natura disponendodi qualità cognitive superiorierano per diritto di nascita

predestinati a comandare, mentre altri essendo cognitiva-mente inferiori dovevano sottomettersi obbedendo al poteredella razza superiore in condizione di schiavitù. La legge del-la Polis concedeva comunque allo schiavo il diritto alla liber-tà dopo essere stato affrancato dal padrone.

Gli antichi romani conferivano al concetto di superiorità dirazza un’interpretazione giuridica che, riconoscendo il dirit-to di cittadinanza romana agli autoctoni, in quanto portatoridi una civiltà superiore, consentiva il beneficio del coman-do. Nell’antica Roma gli schiavi, solitamente prigionieri diguerra, offrivano il loro servigio al padrone aristocraticocon assoluta obbedienza rischiando in caso di infedeltà lapunizione capitale; costoro potevano godere del beneficio-del diritto di cittadinanza dopo essere stati dichiarati liberidal loro signore ed aver giurato fedeltà alle leggi romane; intal caso il neo romano si sottoponeva ad un processo di assi-milazione, da non intendersi come forma d’integrazione,denudandosi della sua cultura di origine per immergersitotalmente nella cultura ospitante; nel godimento del privi-legio di assimilazione il neo cittadino romano, a differenzadella Polis ateniese, aveva la facoltà di discriminare la razzainferiore e poter avere a sua disposizione uno schiavo.

razzismo

Xenofobia

Aristotele (foto a lato)

La xenofobia in Italiadi Umberto Fantauzzo

Noi italiani siamo razzisti?

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Durante il Medioevo, fase storica in cui la chiesa cattolicadominava sovrana sia sul versante spirituale quanto tempo-rale, i cattolici europei, quasi per privilegio metafisico, siarrogavano il diritto di assoluta superiorità religiosa e cul-turale nei confronti delle restanti civiltà nel mondo; atteg-giamento che causò il razzismo radicale di Roma, sede capi-tale della chiesa cattolica, che si espletava in disprezzo e per-secuzione di altre minoranze religiose e culturali comeebrei, luterani, eretici, pagani e musulmani.

Un padre della filosofia patristica della chiesa cattolicacon veemenza si oppose alla politica

razzista di Roma e criticandone aspramente le praticheinquisitorie, sosteneva l’uguaglianza di tutte le comunitàreligiose, affermando che

.

Nel XVIII secolo, durante il periodo storico dei lumi, in Eu-ropa si affermò una nuova concezione del razzismo che, ba-sandosi sulla diversità dei tratti somatici come il colore dellapelle e degli occhi, la configurazione cranica e la conforma-zione cerebrale, considerati fattori ereditari, conferiva allanuova ideologia razzista una legittimazione biologica esal-tando la superiorità della razza bianca di matrice europeasulle rimanenti tipologie etniche quali africane, australianeed indigeni americani ritenuti geneticamente, moralmenteed intellettualmente inferiori.

L’assurda teoria settecentesca indusse numerosi antropolo-gi ed etnologi a considerare la storia come un’aspra contesatra le razze forti e conseguentemente la decadenza dellegrandi civiltà, ad esempio la romana, veniva casualmenteriferita all’incrocio delle razze che inquinerebbero la purez-za del sangue.

Le tesi xenofobe summenzionate furono adottate dal nazi-smo hitleriano che sublimando la razza ariana mittel-e- nor-deuropea mirava all’estinzione radicale delle razze ritenuteinferiori, come ebrei, slavi, zingari, pazzi, handicappati eomosessuali. Nell’era fascista in Italia il razzismo venneistituzionalizzato dal regime il cui imbelle Duce con mega-lomane imbecillità s’ispirava alla follia dell’antisemitismonazista. La legislazione razziale fascista venne ripudiatadalla costituzione italiana nell’immediato dopoguerra. Intale contesto storico sarebbe opportuno porsi il quesito:

?

A cotesto quesito si può rispondere indirettamente medianteun’attenta analisi storica. La mentalità xenofoba di numerosicittadini italiani nel periodo postbellico non cambiò minima-mente, tale atteggiamento crudelmente razzista si palesavaal nord della penisola, prevalentemente in centri urbani adelevata concentrazione industriale come Torino e Milano eGenova, in forma di viscerale antimeridionalismo; durante idecenni millenovecento cinquanta e sessanta, caratterizzatida massicci movimenti migratori sud-nord, concittadini me-ridionali emigrati, dopo aver ottenuto lavoro, recandosi allaricerca di un alloggio nel nuovo luogo di residenza a sorpre-sa su cartelli all’ingresso di una pensione o casa privata leg-gevano la vergognosa scritta che recitava:

.

La xenofobia contro i “TERRUN” abilmente ripresa in unanuova edizione dalla lega lombarda è stata elettoralmentestrumentalizzata con perfide strategie e volgare retorica neltentativo di rastrellare un maggior numero di voti da un rozzopotenziale di sostenitori, i famosi portatori di camice verdi,culturalmente rozzi e politicamente incolti.

Recentemente la politica xenofoba della lega ha subito unametamorfosi che, considerando l’antimeridionalismo di mi-nor rilevanza, ascrive alla situazione caotica della massicciapresenza degli extra comunitari in territorio nazionale priori-tà assoluta. Le proposte di soluzione del disumano problemadell’illegalità degli extra comunitari in Italia suggerite dallalega lombarda hanno il sapore di disgustosa discriminazionerazziale con evidente connotazione di profonda malvagità ecrudele brutalità, peculiarità portanti nella breve storia delpartito lombardo.

Bar-tolomé de las Casas

“esiste solo la razza umana inquanto tutti figli di un unico Divino Padre”

“gli italiani del periodo repubblicano sono razzisti”

“NON SIAFFITTANO CAMERE AI TERRONI”

Bartolomé de las Casas

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L’ex Premier Berlusconi e la sua intera compagine ministe-riale nel corso dell’ultimo decennio per intenzionale disin-teressamento e per incompetenza politica non sono stati ingrado di offrire una soluzione definitiva alla grave e disu-mana problematica dell’illegalità immigratoria, pertanto imedesimi sono moralmente responsabili per aver contribu-ito consapevolmente all’incremento dei pregiudizi edell’odio razziale nel nostro paese introducendo in occasio-ne dei massicci sbarchi a Lampedusa nella tarda primavera2011 un’ufficiale terminologia xenofoba come espressioni:

, , soventi afferma-zioni dell’ex supremo responsabile del ministero dell’in-terno il leghista Maroni.

Ancora un evento molto eclatante accaduto in data otto gen-naio 2012 nell’incantevole cittadina di Albenga, ubicatasulla riviera ligure di ponente: una rapina e un alterco tra im-migrati criticati con una crudele espressione

, con inequivocabile riferimento storico ai lager nazi-sti, una frase, che ha odore di xenofobia e antisemitismo nelcontempo, proferita da Mauro Aicardi consigliere comuna-le della lega. Anche la stampa indipendente ha contribuitoall’intensificarsi dell’ondata di razzismo in Italia infatti iltermine xenofobo campeggia sovente nei tito-li dei quotidiani nazionali: notizia Ansa del 28 - 4- 2011 daltitolo

. Un’ulteriore testimonianza di crudele razzismo in Ita-lia la funesta tragedia al quartiere di San Lorenzo di Firenzedel 13 dicembre 2011, un folle assassino uccide a colpi dipistola due senegalesi all’infame grido razzista

.

In tutte le nazioni industriali economicamente avanzate laxenofobia emerge maggiormente nel ceto medio, i cui espo-nenti avendo raggiunto condizioni agiate per la loro esistenzaal confronto con gli extra comunitari, recepiti come corpoestraneo, manifestano un atteggiamento xenofobo per pauradi perdere la loro privilegiata posizione sociale acquisita conenormi sacrifici. La xenofobia nella sua dimensione univer-sale costituisce un generalizzato fenomeno deleterio perl’intera umanità, essendo l’Italia un membro essenziale dellacomunità umana la discriminazione razziale coinvolge an-che il nostro paese. L’ipotesi che gli italiani siano fondamen-talmente ostili agli stranieri sarebbe arrischiata e quindi nonesatta; malgrado i molteplici tristi eventi di vergognosa av-versione contro concittadini stranieri e la presenza di alcunipartiti con spiccata tendenza xenofoba dai numerosi sosteni-tori, la maggioranza degli italiani non è razzista.

“scenario apocalittico” “esodo biblico”

“ci vogliono iforni”

“vu cumprà”

“protesta dei venditori di souvenir contro vu cum-prà”

“e ora pervoi negri è arrivato il vostro turno”

Le seguenti affermazioni di illustri personaggi potrebberoindurre tutti gli uomini di buona volontà ad impegnarsinella lotta contro l’inumano razzismo:

di Rigoberta Manchù;

di Albert Einstein:

“il razzismo è l’espressione più misera del cervelloumano ridotto ai minimi termini”

“L’unica razza che conosco è quella umana”

“Io accarezzo un sogno che i miei quattro figli possanovivere un giorno in una nazione dove non sarannogiudicati per il color della pelle, ma per la qualità dellaloro indole” di Martin Luther King Jr.

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TurismoCULTURA

Nel seicentesco di, in provincia di Arezzo, ABOCA ha creato nel 2002 il

primo museo dedicato alle erbe. Un incontro tra piante me-dicinali e uomo nato con l'intento di diffondere e recuperarel'utilizzo delle piante. Ma facciamo un passo indietro e cer-co di spiegarvi brevemente chi èABOCA.

Per chi non la conoscesse (pochi ormai) ABOCA nasce nel1978 a San Sepolcro da una idea dell'attuale presidente

officinali. OggiABOCAè il leader italiano degli integratorialimentari e dispositivi medici a base di erbe.

Torniamo nel palazzo rinascimentale nelle cui sale è stato ri-creato un percorso storico/naturale basato su libri, erbari,alambicchi, ceramiche, vetri e mortai. La ricostruzione fedeledi stanze/laboratorio accompagna il visitatore in un viaggioantico, dalla storia secolare, tra l'uomo e le erbe.

Nell'ampio numero di sale del Palazzo Bourbon del Monte visegnaliamo quelle che, a nostro parere, sono le più suggestive.

Palazzo Bourbon del Monte San Sepol-cro

Va-lentino Mercati, l'idea consisteva nell'applicare la ricerca ela tecnologia moderna alla tradizione dell'uso delle piante

Aboca Museumdi Manuel Figliolini

Il primo museo dedicato alle erbe

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La stanza della Storia

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LA SALA DEI MORTAI

LE BILANCE

LA BIBLIOTHECA ANTIQUA LA CELLA DEI VELENI

LA FARMACIA DELL'800

La sala principale è dedicata al più im-portante attrezzo dello speziale:

. Il mortaio è il simbolo dell'arte far-maceutica e può essere di diverso mate-riale: di bronzo, marmo, vetro, cerami-ca o alabastro. Lungo le pareti della salavi segnaliamo la presenza di mortai inbronzo e pietra dall'alto valore artisticoe tecnico. Nella vetrina della sala si pos-sono ammirare dei piccoli mortai daipiù vari e disparati decori.

La precisione nel dosare le erbe da partedello speziale, era garantita da un altrostrumento fondamentale: .Nella vetrina del pianerottolo è possibi-le vedere varie tipologie di bilance chefanno parte della collezioneABOCA.

Una spettacolare raccolta di libri antichi e moderni, legatidal tema dell'utilizzo delle piante medicinali nelle varie epo-che. I 1500 libri della collezione risalgono a varie epoche: daquelli più antichi fino ad arrivare agli inizi del XIX secolo.Erbari dalle illustrazioni dal valore inestimabile, sia artisticoche conoscitivo, testi di botanica, farmacologia, chimica,medicina e antichi segreti medicinali. La

può essere consultata solo su prenotazione e permotivi di studio.Alcune pagine degli erbari sono visibili sul-le pareti della scalinata.

È un piccolo locale situato in fondo ad un corridoio e isolatocon una cancellata. “Cave atra venena” (Guardati dai velenimortali) è il monito inciso sull'armadio chiuso a chiave; ilfarmacista vi teneva tutti i prodotti tossici e velenosi e chiu-dendolo a chiave, evitava che fossero accessibili a chiunque.Le competenze professionali, per trattare determinate erbe,sono fondamentali: una giusta dose di un erba velenosa puòessere salutare, una dose sbagliata può essere mortale.

Pareti ricoperte su tre lati dai caratteristici stigli di pi-no. I medicamenti sono negli appositi recipienti con leetichette originali. Il banco centrale era il puntod'appoggio dello speziale, in alto, sulle pareti un coc-codrillo imbalsamato e un carapace di tartaruga sim-boleggiano la presenza, minima, di medicamenti diorigine animale.

il mor-taio

la bilancia

BIBLIOTHECAANTIQUA

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La stanza delle erbe

Lafarmacia dell’800

STANZA DELLE ERBEÈ l'ambiente più suggestivo del palazzo. Una lunga serie dipiante medicinali variopinte e profumate appese al soffittomediante appositi sostegni si lasciano essiccare a testa in giù.Questa disposizione permetteva un ottimale essiccazione, pro-cesso molto importante per il successivo utilizzo.

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Queste sono solo alcune delle sale da visitare del PalazzoBourbon del Monte, basti ricordare anche il laboratoriofitochimico, l'antica spezieria, la stanza dei vetri e quelladelle ceramiche.

Un viaggio tra uomo e natura, per comprendere megliol'importanza delle erbe nella nostra vita e nel nostro quoti-diano.

www.abocamuseum.it

L’antica spezieria

La sala delle ceramiche

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Musica

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CULTURAdi Marco Minoletti

In convivono, quasi naturalmente, il can-tastorie sobrio e sentimentale, il poeta delle parole semplicie profonde, il timido ed ironico uomo di spettacolo chedialoga spontaneamente con i musicisti che l'accom-pagnano e con il pubblico raffinato che si lascia incantaredalle sue sonorità lievemente melanconiche e dalla suavoce roca e quasi baritonale.

Venerdì 10 febbraio 2012 il cantautore presenterà il suoultimo lavoro discografico al Kaufleuten, il piùprestigioso club di Zurigo. In dicembre abbiamo avuto ilpiacere di intervistarlo a Berna.

La necessità poco, il caso tantissimo. La necessità poco, nelsenso che mi è necessario scrivere. Le persone non riesconoa dire tutto semplicemente a parole. Tutti quanti ci indu-striamo per trovare un modo per esprimere il non dicibile aparole, a cominciare dall'uomo di Neanderthal che dipinge-va un mammuth sulla parete di una roccia. Perché lo face-va? Perché non poteva dirlo e così quella era una necessità.Però, questo non c'entra niente con il fatto di fare concerti,di fare dischi. Per i dischi, per l'attività concertistica, inve-ce, è stato il caso. Il caso preso proprio all'ultimo minutoperché avevo trentasei anni quando ho vinto un Festival diRecanati. Poi una produttrice francese mi ha proposto difare un disco in Francia. E così ho cominciato ...

Credo di sì! Credo di sí perché ho inciso il mio primo disco atrentasei anni fuori tempo massimo, per fortuna, per pensa-re di essere un artista. Ero già consapevole, insomma, che lamia non è arte, ma comunicazione e niente di più. Infatti, homantenuto il mio lavoro in ferrovia fino al 2007 e l'ho

lasciato solo quando non sono più riuscito a farele due cose insieme.

Penso che l'impegno politico e sociale sia davivere individualmente, non credo che le canzo-ni cambino niente. Penso, però, che ci sia uncollegamento etico tra quello che si pensa e quel-lo che si fa. In questo caso non rinuncio mai a direla mia seppur piccolissima verità dovunque mitrovi, anche a costo di pagarne le conseguenze.Però non ho mai affidato alle canzoni il compitodi fare una qualche rivoluzione.

Un cambiamento è una consapevolezza acquisita.Il mondo si assomiglia moltissimo a qualunque

latitudine. Cambiano delle cose esteriori, ma l'umanità nelprofondo è molto simile. Questa naturalmente èl'impressione che ho io. L'altra cosa che più mi è sembrato dicapire è che tutto quello che avevo da imparare dal punto divista dell'umanità in realtà l'ho imparato nella cascina chemio padre affittava. In quel piccolo mondo lì c'era già tutto,bastava avere gli occhi per vederlo. Ma io all'epoca non liavevo.

No. Ho lasciato il lavoro fisso solo quando sono stato certoche queste pressioni non ci sarebbero più state.

Lo considero come gli appunti di un diario privato ma con-divisibile.

Gianmaria Testa

“Vitamia”

Quale ruolo hanno giocato il caso e la necessità nell'evo-luzione della tua carriera artistica?

Hai iniziato a scrivere testi e a musicare sin da adolescente.Il fatto di aver ottenuto i primi riconoscimenti di pubblico edi critica soltanto “nel mezzo del cammin” della tua vita ti

ha aiutato a mantenere un rapporto genuino con te stesso eil mondo circostante?

Ti percepisci più come un artista impegnatopoliticamente e socialmente o più come un can-tore della vita quotidiana, dell'amore e dei motidell'anima?

Dall'immobilità del capostazione che cogliel'attimo fuggente della vita in transito alla mobi-lità del concertista. Cosa è mutato in te a seguitodi questo rovesciamento di prospettiva?

Per uno in controtendenza come te, che non si è piegato alleleggi della società spettacolare mercantile e che non sfornadischi a comando, l'aver rinunciato al lavoro fisso ha inne-scato meccanismi di pressione e ansia produttiva?

Parliamo un pò di “Vitamia”, il tuo ultimo cd. Consideriquesto lavoro come una sorta di bilancio esistenziale edartistico oppure come una fase del tuo percorso?

I tuoi concerti lasciano nell'animo dello spettatore delletracce impercettibili un po come le traiettorie delle tue'

Intervista a Gianmaria TestaAppunti di un diario privato

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Gianmaria Testa

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mongolfiere. Qual è il controdono che ricevi dal pubblico?

“18 mila giorni” è dedicata a Erri De Luca, il poeta e scrit-tore con cui hai collaborato ad un lavoro teatrale nel 2007,Chisciotte. Come è nato questo sodalizio tra due arti-sti/lavoratori?

Com'è stata la collaborazione con De Luca? Leggendo ilsuo libro dedicato all'alpinista Nives Meroi si ha l'impres-sione che De Luca, alla fine parli quasi sempre di se stesso,rubando la scena ai suoi “collaboratori”.Con te com'è andata?

Lo stupore di qualcuno che viene ai concerti come si va a unappuntamento; questo è tanto! Dovessi proprio riassumere,mi sembra che alla fine quello che mi dà il pubblico e chespero di dargli anch'io è il valore di una stretta di mano.

Ci siamo incontrati senza conoscerci; io con i suoi libri e luicon le mie canzoni e così ho avuto voglia di incontrarlo. Poiè nata un'amicizia molto solida, molto maschile direi.Un'amicizia che non prevede tradimenti. E quindi credo checontinueremo a fare insieme delle cose ... o anche niente,ma che continueremo a vederci, ad incontarci.

Credo che Erri abbia in mente l'opera, non sé stesso. E poilui è uno che scrive partendo da sé stesso perché parte dalsuo microcosmo, però è un microcosmo che lui è in grado diallargare molto. No, non c'è stato nessun problema. Tra l'al-tro, non ho nessuna mania di protagonismo e dunque nonc'è nessuno che mi toglie una scena che non voglio.

Con lui sono amico dal tempo della gioventù. Ci conoscia-mo da circa trentacinque anni. I nostri diversi progetti dilavoro spesso ci dividono e ci tengono separati, ma la nostraamicizia è solida come le radici di un albero; se tagli le radi-ci crolla l'albero.

Di stare a casa.

Mi verrebbe da dire una cosa, ma sono laico ... però la dicolo stesso: che Dio ci benedica!

E a proposito di coppie, Piero Ponzo ti accompagna da unavita. Qual è il legame che vi unisce al di là della comunepassione musicale?

Quali progetti hai nell'immediato futuro?

Quale frase lasceresti ai tuoi lettori, ora, qui?

l’altraitalia 36

Gianmaria Testa

Discografia

È nato a Cavallermaggiore in provincia di Cuneo nel 1958 da una famiglia di agricoltori che gli ha trasmesso la passioneper la musica.Atredici anni, una volta appresi i primi rudimenti musicali suonando la chitarra regalatagli dal padre, iniziaa comporre. Nel 1993, a trentacinque anni, invia una cassetta al Festival di Recanati dedicato ai nuovi talenti, vincendolo.Nel 1994 si impone nuovamente al Festival di Recanati e viene contattato dalla produttrice francese Nicole Courtois, chene coglie le qualità espressive. Nel 1995 incide in Francia il suo primo disco, .

I primi riconoscimenti da parte della critica nostrana gli verranno tributati nel 1997, in concomitanza con il concerto tenu-to all'Olympia di Parigi. Dal 1999, anche grazie alla collaborazione con Produzioni Fuorivia e la sua nuova produttricePaola Farinetti, Gianmaria Testa comincia ad imporsi anche in Italia.

È l'album della svolta in questo senso. Parallelamente comincia a consolidare il suo successo an-che in Austria, Germania, Olanda e Canada. Nel 2006 esce il suo primo disco monografico, ,dedicato al tema dell'immigrazione. Questa fatica monotematica gli vale nel 2007 la Targa Tenco come migliore albumdell'anno. Fino al 2007 faceva il capostazione allo scalo ferroviario principale di Cuneo.

(Label Bleu e Harmonia Mundi)

(Warner e Harmonia Mundi)

(Warner e Harmonia Mundi)

(Harmonia Mundi)

(Harmonia Mundi)

(Produzioni Fuorivia/Radio Fandango/Harmonia Mundi)

(Produzioni Fuorivia /Egea/ Harmonia Mundi)

(Produzioni Fuorivia /Egea /Harmonia Mundi)

Montgolfières

Il valzer di un giornoDa questa parte del mare

1995 -

1996 -

1999 -

2000 -

2003 -

2006 -

2009 -

2011 -

Montgolfières

Extra-Muros

Lampo

Il valzer di un giorno

Altre latitudini

Da questa parte del mare

Solo dal vivo

Vitamia

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Rubrica

l’altraitalia 37

“La sfida della plura-lità è quella di costrui-re l'unità malgrado ledifferenze. La sfida delpluralismo è quella divivere l'armonia nelledifferenze e a causa diesse.”

Leila Ahmed

www.interculture-italia-it

quella tradizione orale e auricolare di tradi-zione dell'Islam che non lascia nessuna testimonianzascritta e si inscrive soltanto nel corpo e nella trama dellenostre vite, sicuramente si estende a ritroso attraverso legenerazioni ed è antica quanto qualsiasi tradizione scritta.Le donne (e anche gli uomini) - hanno semprefatto così con i loro bambini. Tutti questi modi di trasmette-re atteggiamenti, principi morali, credenze, conoscenze,(attraverso il tocco, l'atteggiamento del corpo o le parolepronunciate nel vivo dell'esistenza ) sono per loro naturasottili ed evanescenti. Modellano profondamente la gene-razione successiva, ma non lasciano una traccia come quel-la lasciata da chi scrive un testo su come vivere o su cosacredere. Lasciano tuttavia una traccia vivente molto più im-portante e letteralmente più vitale. Le credenze, i principimorali, gli atteggiamenti trasmessi e impressi in noi attra-verso quelle parole e quei gesti fugaci si inscrivono nellanostra vera vita, nel nostro corpo, nel nostro io, nelle nostrestesse cellule e nella trama del nostro vivere

Assia Djebar Ri-fiutarsi di trattenere la voce e mettersi a gridare, questo eradavvero sconveniente, una vera e propria espressione didissenso. Perché allora il silenzio di tutte le altre donne per-deva all'improvviso il suo fascino e si rivelava per quelloche era: un carcere senza remissione... Mentre pensavo distare compiendo un viaggio dentro di me, mi accorgo chesto semplicemente scegliendo un altro velo. Mentre mi pro-ponevo, ad ogni passo, di darmi un'identità sempre più defi-nita, mi ritrovo progressivamente risucchiata nell'ano-nimato delle donne dei vecchi tempi - le mie antenate!

Panikkar il nostro mit-hos

pluralismo costitutivo della Realtà

Emily Dickinson Avolte - anche le storie che noi stesse rac-contiamo si dissolvono davanti a noi come se all'improv-viso la nebbia si sollevasse, e in quell'istante intravediamola nostra partecipazione - ai miti ealle strutture della nostra società.

Togliamoci il nostro preservativo culturalee facciamoci conta-

minare dal virus del diverso”.

Queste metano-iche parole di RobertVachon, insieme a quel-le del titolo di RaimonPanikkar, ribaltano,

non solo la nostra visione, ma noi stessi, così che, grazie aquesto sguardo, nel semino di oggi vorrei con voi incontra-re e farci fecondare da una radicetta dell'Islam.

, in un interessante articolo apparso tempo fasulla pubblicazione InterCulture, (rivista monotematica na-ta quasi 50 anni fa in Canada, nell'Istituto Interculturale diMontreal, per la necessità in quel territorio di un dialogo trale varie etnie presenti- ), ha datotestimonianza della sua esperienza femminile nell'Islam“orale”, che è :

,

- scrive Leila

, una scrittrice algerina, scrive in Fantasia:

Cre-do sia importante per ognuno di noi ascoltare queste parole,

così da fare bene attenzione a non cadere nello stesso tranel-lo. Ognuno di noi, il più delle volte, aderisce, senza render-sene conto, a quello che chiama “

”, cioè a quello sfondo culturale a cui partecipiamo sen-za consapevolezza alcuna, colludendo ignorantemente conle nozioni instillate e gli atteggiamenti della società in cuiviviamo. Ognuno di noi è una cosmovisione. Il non prende-re atto di questo “ ”, inte-riore ed esteriore, ce ne renderà continuamente schiavi, fa-cendoci pagare conti altissimi, che stiamo infatti oggi chia-ramente vedendo.

Scrive .- conclude Leila

e responsabilità dico io -

Questo svelamento, una vera e propria rivelazione, può av-venire solamente grazie all'Altro, ad ogni forma di alteritàche ci interroga, permettendo di vederci attraverso la visio-ne che l'Altro ha di noi e che, per fortuna, non è la nostra.L'Altro ci smaschera, ecco perché ci fa tanta paura. Noi, ilpiù delle volte arrogantemente, facciamo “caricature”dell'altro, lo disegnamo seguendo la nostra cosmovisione,non andiamo a conoscere veramente chi è, ci accontentia-mo della superficie di quel che vediamo o, peggio ancora, diquel che ci dicono; noi crediamo di conoscere, mal'incontro vero accade in altra dimensione. Accade nella di-mensione dell'amore.

Ogni volta che crediamo di essere dalla parte della ragione,ogni volta che vorremmo fuggire, ogni volta che vorremmoalzare la voce e le mani e le armi, è perché siamo incapacidi sostare nell'ascolto delle nostre profondità umane. Quivive la sorgente dell'Amore a cui partecipano ogni civiltà,ogni religione, ogni uomo. È a questa Sorgente che dobbia-mo ogni volta ritornare, per irrorare le nostre radici che con-finano e sconfinano con ogni altra radice, fertilità tra visibi-le e invisibile, tra immanenza e trascendenza.Il camminoverso la Pace inizia con questo atto di umiltà, senza Te, Iosono un' essere umano incompiuto. È solo insieme che pos-siamo camminare verso la Pace e questo cammino deve es-sere, ogni volta, pacificato prima dentro di me, abbando-nando ogni certezza, così da renderci vulnerabili alla veritàdell'altro, perché anche la Verità è relativa, in quanto rela-zione tra un Io e un Tu. La Verità è ciò che si cerca.

Dunque questo 2012 che sia davvero la fine di un vecchiomondo e modo d'essere uomini e donne e sia l'inizio di unanuova era di consapevolezza e responsabilità solida-le.“ - ci suggeri-sce audacemente il saggio Panikkar - ...

La mente è così vicina a sé stessa, chenon può vedere distintamente.”

“Togliamoci il nostro preservativo culturalee facciamoci contaminare dal virus del diverso”

di Patrizia Gioia

È nel pluralismo l'Armonia della Vita

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Cinema

l’altraitalia 38

CULTURA

Al di là del valore artistico della pellicola, la notizie èdi quelle importanti, almeno cinematograficamenteparlando. Dal valore quasi “epocale”.

Il cine-panettone, dopo anni di flessione negli incassi,è ufficialmente andato in crisi e, secondo molti, conquesto di Neri Parenti ilgenere si è esibito nel suo canto del cigno.

A nulla è valsa la minore volgarità rispetto ai prece-denti film, come poco ha contato il ritorno alla sce-neggiatura di Stefano e Carlo Vanzina, registaquest’ultimo del capostipite della serie, quel

del 1983, campione d’incassi del produttoreAurelio De Laurentiis.

I dati parlano chiaro. E il film di Parenti, come tutti glialtri prodotto dallo stesso De Laurentiis, non si è con-fermato campione d’incassi della stagione natalizia,ma è scivolato addirittura al terzo posto, battuto dalsecondo capitolo della saga di S diGuy Ritchie e da , con il prota-gonista doppiato da Antonio Banderas. Durante laprima settimana di programmazione aveva perso loscontro anche con l’altro prodotto made in Italy diqueste feste, ovvero il nuovo lavoro di Leonardo Pie-raccioni: .

Una disfatta, nonostante la sicurezza ostentata da DeLaurentiis, Parenti e dai vari protagonisti, fiduciosi dipoter recuperare in qualche modo. Il cast è nutritocome al solito e vede i vari beniamini che, annualmen-te e tradizionalmente, fanno il pieno nelle sale: Chri-stian De Sica, Sabrina Ferilli, Ricky Memphis, solo

Vacanze di Natale a Cortina

Vacanzedi Natale

herlock HolmesIl gatto con gli stivali

Finalmente la felicità

di Armando Rotondi

Vacanze di Natale a CortinaUn (cine)panttone amaro

CineturismoCortina d’Ampezzo e dintorni

L’ultimo cinepanettone targato Neri Parenti-Aurelio De Laurentiis-ChristianDe Sica, , ci porta a guardare alla presenza dellafamosa città di villeggiatura veneta sul grande schermo. Pur essendosi i cine-panettoni girati in molto luoghi esotici, Cortina rimane comunque icona delgenere, dove si svolge tra l’altro anche il primo episodio della serie

(1983) di Carlo Vanzina. Non solo cinema comico italiano ha trovatospazio a Cortina, ma anche pellicole di prestigio come

(1993) di Ermanno Olmi, con Paolo Villaggio, Vittorio Gassman eChristian De Sica, tratto dal romanzo di Dino Buzzati del 1935 e girato al passoTre Croci. Nel 1962 viene girato, sempre a Cortina, di BlakeEdwards, con Peter Sellers nei panni del mitico ispettore Clouseau. Negli anni'70, sulle nevi ampezzane, ricordiamo un inseguimento mozzafiato di RogerMoore nei panni di 007 in (1981) di John Glen. Nel 1993tocca a Silvester Stallone che qui gira di Renny Harlin.

Vacanze di Natale a Cortina

Vacanze diNatale

Il segreto del BoscoVecchio

La Pantera Rosa

Solo per i tuoi occhiCliffhanger

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per fare alcuni nomi. La trama è quella collaudata ormai datempo. Cosa allora non ha funzionato? Diverse sono le pos-sibili spiegazioni. In primo luogo, la vicenda, come dettocollaudata, potrebbe essere venuta a noia allo spettatore.

L’ambientazione nostrana, Cortina, quasi un ritorno alleorigini poiché il primo del 1983 lì si svolgeva, si discostadalle atmosfere esotiche degli ultimi esempi della serie.L’anno scorso ci trovavamo in Sudafrica, terra dei mondialidi calcio. Inoltre non bisogna dimenticare che anche la rot-tura di qualche anno fa tra De Sica e Massimo Boldi, untempo coppia fissa, possa aver influito. All’origine dell’in-successo anche una sbagliata strategia di marketing che havisto i produttori realizzare uno dei peggiori trailer pubbli-citari che la storia del cinema italiano ricordi.

Quasi un video amatoriale, che, ammette lo stesso De Sica,potrebbe aver penalizzato non poco il film. Altra possibilecausa, veramente plausibili, è la crisi economica che attana-glia l’Italia ormai da tempo. In realtà c’è stato un calo gene-rale negli incassi ed appare normale che gli spettatori valu-tino bene quali pellicole andare a vedere e per le quali spen-dere più di sette euro.

Un ultima spiegazione, fornita da molti critici e addetti ailavori, ha un taglio quasi antropologico e sociologico. Lacrisi del cinepanettone va vista, infatti, nell’ottica della finedel berlusconismo, con l’ex-Premier dimessosi a pochesettimane dall’uscita dei film natalizi. La fine di Berlusco-ni, in ogni, caso non presuppone una fine del berlusconismoe qualsiasi giudizio in merito appare per il momento prema-turo. Come prematuro ci appare considerare il flop di

come il definitivo canto del cignodel cinepanettone. Dovremo aspettare il prossimo Nataleper avere una risposta definitiva.

Va-canze di natale a Cortina

Nelle foto due scene del film

Rotterdam International Film Festival

Festival Internazionaledel Cinema di Berlino

Black Movie, Geneva InternationFilm Festival

dal 25 gennaio al 5 febbraio 2012.Rotterdam (Olanda), sedi varie.

L’International Film Festival Rotterdam si caratterizzaper la particolare attenzione rivolta ai film e ai registi nuo-vi, innovativi e indipendenti. Il festival è una miscela dicinema, esposizioni d’arte visiva legata ai film e spetta-coli dal vivo. Centinaia di registi e altri artisti a Rotter-dam presentano ogni anno il proprio lavoro di fronte a ungrande pubblico. Dodici giorni di fila, ventiquattro salehanno la programmazione completa. Il festival attraemolti visitatori, oltre a 3000 rappresentanti della stampae dell’industria cinematografica. Il momento salientedell’International Film Festival è quello dei VPRO TigerAwards. I premi non sono per grandi registi affermati,bensì per i nuovi talenti e il loro promettente lavoro. Que-sta premiazione è un importante incoraggiamento per igiovani registi.

dal 12 al 19 febbraio 2012.Berlino (D), sedi varie.

Il Festival Internazionale del Cinema di Berlino, nato nel1950, è la manifestazione più prestigiosa nel calendariodegli eventi culturali della città. Per due settimane Berli-no si trasforma in Berlinale e il simbolo dell'orsetto è visi-bile ovunque in città; 200.000 biglietti venduti, un pub-blico, affamato di novità e sorprese cinematografiche,che partecipa appassionatamente ai molti momenti di di-scussione e agli interventi di registi e cast dopo le proie-zioni. Oltre 700 film in programma divisi in cinque se-zioni, tra le quali la Competizione ufficiale per l'Orsod'Oro e l'Orso d'Argento. I film, che devono essere di re-cente produzione, vengono proiettati in molte sale di Ber-lino spesso come Premiere internazionale. Le sezioni piùseguite sono: 'Panorama' che presenta le novità delle pro-duzioni indipendenti e Art-house; 'Forum', specializzatoin pellicole e documentari che riflettono attualità politi-che e sociali da tutto il mondo e Generation dedicata abambini e ragazzi. La Retrospettiva è una rassegna chededica spazio a un tema particolare e dà la possibilità digodersi i classici del passato.

dal 17 al 26 febbraio 2012.Ginevra (CH), sedi varie.

Un festival del cinema importante che permette al pub-blico il meglio delle produzioni internazionali e di WorldCinema che restano inedite in Svizzera, per mancanza didistribuzione.

www.filmfestivalrotterdam.com

www.berlinale.de

www.blackmovie.ch

Agenda

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Benessere e salute

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CULTURAdi Simona Guidicelli

Il corbezzolo é diffusissimo allo stato spontaneo nelle regionimediterranee lungo i litorali, sui pendii rocciosi, nei boschettie nel sottobosco chiaro; assieme al lauro, al mirto, al lentisco,alla ginestra e ad altri arbusti sempreverdi costituisce uno deicomponenti più tipici della macchia mediterranea.

È una pianta molto frugale ma sensibile al gelo in quanto ifiori, che sbocciano in pieno inverno, possono venire “bru-ciati” dagli sbalzi e da repentini abbassamenti di temperatura.A seconda delle condizioni climatiche, più o meno favorevo-li, e della fertilità del terreno può assumere un portamentocespuglioso oppure arboreo. Di lenta crescita presenta unavegetazione contorta con rami a corteccia rossastra che sisfalda in strisce sottili.

A scopo terapeutico si utilizzano le foglie dell'annata stac-candola d'estate con il picciolo. I corbezzoli si raccolgono

Se ben maturi i corbezzoli sono saporiti e si possono gustareben zuccherati con aggiunta di limone o di liquori; possonoservire per preparare marmellate, canditi o bevande alcoli-che. Hanno proprietà diuretiche al pari delle foglie, chesono depurative e astringenti. I fiori sono molto frequentatidalle api che trovano abbondante nettare in pieno inverno; ilmiele di corbezzolo è molto scuro e saporito.

È un arbusto o un alberetto sempreverde, tipico della mac-chia mediterranea, alto da 3 a 8 metri, a rametti contorti e fo-glie molto simili a quelle dell'alloro, ma non odorose; i fiorisono bianchi e urceolati, i frutti delle bacche carnose e gra-nulose, di circa 3 centimetri di diametro, di colore rosso e digradevole sapore.gradualmente a fine autunno quando sono ben maturi e han-

no preso un colore rosso molto scuro, nel momento in cuistanno per sbocciare i nuovi fiori.

Quando si raccoglie

Come si utilizza

Come si riconosce

Il corbezzoloArbustus unedo

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Foglie e frutti si fanno seccare all'aria e si conservano invasetti di vetro separati o in sacchetti di tela o carta. Le radi-ci vanno ripulite dalla terra che le ricopre, lavate, asciugatee fatte anch'esse seccare all'aria, in luogo ombroso. Si ri-pongono poi in sacchetti di carta o di tela juta.

Versare in un litro di acqua calda 3 cucchiai di frutti e copri-re. Filtrare dopo 15 minuti. Bere a sorsi durante la giornatacon aggiunta di miele.

Far bollire in mezzo litro di acqua calda 2 cucchiai di foglieper 5 minuti. Filtrare e bere 2/3 tazze al giorno, volendo conaggiunta di miele o melassa.

In un quarto di acqua calda versare un cucchiaio di foglie elasciare in infusione, coprire per 10 minuti. Filtrare e bereuna tazza subito dopo i pasti.

Far bollire in un litro d'acqua calda 30 grammi di frutti per10 minuti. Filtrare, aggiungere la scorza di un limone. Èun'ottima bevanda estiva e si può servire anche con cubettidi ghiaccio e qualche fogliolina di menta fresca.

Far bollire in mezzo litro di acqua calda 3 cucchiai di foglieper 10 minuti a fuoco basso. Filtrare ed usare mattino e seradopo la normale pulizia. È ottimo per le pelli con i pori dilatati.

Un infuso diuretico

Nella cura della diarrea

Per disintossicare il fegato

Una bevanda gradevole e rinfrescante

Un tonico astringente

Un'informazione curiosa ed interessante riguarda i varinomi che questo frutto assume nelle diverse regionid'Italia, gli sono stati assegnati infatti soprannomidialettali peculiari.In viene definito: chùmma, cucummaràra,mbriacunedi o cacùmbaru.In : sorbola pilosa, accummaro o sorivapelosa.

Calabria

Campania

Curiosità

I consigli dell'erborista

La ricettaMarmellatadi corbezzoliIngredienti per 4 persone

Preparazione

1 kg di polpa di corbezzoli maturi700 gr. di zucchero1 buccia di limone

1 bicchiere di acqua

Lavate velocemente e cuocete i corbezzoli, a fuoco lentoper 15 minuti circa, dopo setacciateli con un passino inmodo da eliminare i semi, con la purea ottenuta mescola-te ed eliminate la parte bianca del limone. Rimettete acuocere sul fuoco lentamente, a fiamma bassa, mesco-lando spesso fino a far diventare il composto denso. Inva-sate ancora calda nei barattoli sterilizzati in precedenza.Lasciate raffreddare a coperchio aperto e chiudete erme-ticamente. Non occorre sterilizzare perché l’alta percen-tuale dello zucchero assicura la conservazione anche perqualche anno.Da conservare in luogo fresco ed asciutto.

Page 44: Visto da l'Altraitalia

Ingredienti per 4 persone:320 gr. di orecchiette600 gr. di broccoletti

600 gr. di pescatrice (coda di rospo)100 gr. di gorgonzola

15 gr. di bottarga di muggine grattugiataaglio, olio extra vergine di oliva, sale e pepe

Cuocete i broccoletti in acqua salata; pulite e sfilettate il pe-sce. Fate rosolare il pesce in padella con olio e aglio, unitequindi i broccoletti. Fate insaporire, poi unite la pasta prece-dentemente cotta. Disponete il tutto in una pirofila, copritecon fettine sottili di gorgonzola e ponete sotto il grill a grati-nare, spolverando con la bottarga prima di portare in tavola.

Il Garda Merlot è un vino DOC la cui produzione è consenti-ta nelle province di Brescia, Mantova e Verona. Di colorerosso rubino, è vinoso e caratteristico all'olfatto. Il suo sapo-re è pieno, gradevole e armonico. Prodotto con uve merlot tral'85 e il 100%, ha un titolo alcolometrico minimo di 11 gradi.

EnogastronomiaCULTURAdi Gianmaria Bavestrello

Il gorgonzolaUn evergreen in cucina

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Si narra che alla fine del X secolo, in una taverna del conta-do milanese, un certo abbia scopertoun formaggio magico che lo avrebbe fatto esclamare:

. Le cose nonandarono così. Non per lui.

Per il formaggio e per la località in cui si trovava la taverna,invece, la fama non tardò ad arrivare. E non una fama qua-lunque. C'è qualcuno oggi, in Italia, in Europa e forse anchenel mondo, che non conosce il Gorgonzola?

La leggenda del buon Piermarco Bergamo non è l'unica checircola nella letteratura ufficiale. Alcuni dicono, ad esem-pio, che la nascita ebbe luogo a nella Valvassinagrazie a grotte naturali la cui temperatura media, costante-mente tra i 6 e i 12 gradi, consente una perfetta riuscita delformaggio. Il fatto che il suo primo nome fu “

” pone fuori dal cerchio del dubbio il fatto chela sua produzione avvenisse con le mungiture autunnalidella transumanza di ritorno dalle malghe o dagli alpeggi.

Le caratteristiche di questo formaggio a pasta cruda, in cui ilcaglio non viene sottoposto a processi di cottura o riscalda-mento e la concentrazione di grassi avviene solo per disidra-tazione, sono celebri, di colore bianco paglierino, presentascreziature verdi dovute al caratteristico processo di erbori-natura, ossia alla formazione di muffe. Si presenta cremosoe morbido, con sapore particolare e caratteristico, legger-mente piccante il tipo dolce, sapore più deciso e forte il tipopiccante la cui pasta è più erborinata, consistente e friabile.

La stagionatura varia da due mesi per il tipo dolce ad oltre tremesi per quello piccante. Il Gorgonzola marchiato, prodottonelle province di Novara, Vercelli, Cuneo, Biella, Verbania,Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano,Pavia, Varese e in alcuni comuni dell'alessandrino,è sottopo-sto al disciplinare di Denominazione di Origine Protetta.Nella città di Gorgonzola sono ancora attive piccole aziendeagroalimentari che dal 2009 producono l'omonimo formag-gio a marchio “Deco”, Denominazione Comunale, e unasaporita variante prodotta con latte di pecora.

La diffusione del Gorgonzola, anche all'estero, oggi tantoampia da autorizzare a parlare di un “evergreen” della cuci-na italiana, è stata lenta ma costante, favorita dalla ruvidaconcretezza di un formaggio dal sapore esplosivo, estrema-mente versatile e foriero di creatività culinaria, abbinabilesia con piatti poveri che con ricette pretenziose. Capace, inbreve, di entusiasmare sia chef che massaie. Se il vostroospite è un amatore, un menù a base di gorgonzola permettedi esaltare la ricchezza della cucina mediterranea. Non èinsomma necessario proporre il tradizionale abbinamentocon la polenta, sposato al solito rosso corposo che richiama

Piermarco Bergamo“di-

venterò l'uomo più conosciuto al mondo!”

Pasturo

stracchino diGorgonzola

La ricettaOrecchiette con broccoletti, pescatrice,

bottarga e gorgonzola

DA ABBINARE CON ...Garda Merlot DOC

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AGENDAdi Febbraio

Palatofino

La Disfida Del Soffritto Di Maiale - VI° edizione

La mappa del gusto disegnata dal gradimento popolaredal 01 gennaio al 30 giugno 2012, a Marsala (TP)

Torna la seconda edizione di , la manifestazione eno-gastronomica che grazie alla partecipazione popolare tracciauna classifica dei prodotti tipici più amati dalla comunità locale.Una vera competizione “all'ultimo colpo di paletta” che racco-glie il prezioso “mormorio” della gente del luogo attraverso unsistema di votazione facile e veloce, in particolare via Facebook.Un progetto, questo, realizzato dall'associazione Culturale Mar-salab in collaborazione con l'agenzia Communico e Radio Itaca.L'oppor-tunità per i turisti è quella di scoprire dove si trovano iprodotti locali più buoni, un “segreto” che solo gli autoctoni pos-sono svelare. Grazie alla partecipazione degli abitanti di Marsalasi potrà comporre una vera e propria “mappa del gusto” da offri-re anche ai numerosi visitatori. Per sei mesi, un sondaggio al me-se decreterà il vincitore assoluto di ogni categoria: arancina, pa-nella, cannolo, gelato, pizza e cornetti, ma non solo. Su www.pa-latofino.eu oltre alla possibilità di votare si può trovare un vero eproprio spaccato della cultura enogastronomica marsalese, connotizie, video, interviste, ricette e commenti legati alle bontà delterritorio.

il 12 febbraio 2012 dalle 09.00, a Savignano Irpino (AV)

Gli antichi riti della civiltà contadina e le suggestioni del vive-re quotidiano in un ambiente rurale rivivranno a SavignanoIrpino, grazie alla proposizione del rito “r' lu puorc”, un per-corso suggestivo che rievoca e valorizza le pratiche di un tem-po. Una manifestazione che nasce dall'esigenza di sostenerequesti riti tradizionali che sono il fondamento di un preziosopatrimonio culturale da conservare, valorizzare e trasmetterealle generazioni future. La festa non è solo e semplicemente unmomento di aggregazione sociale o di festa paesana, ma vuoleessere soprattutto un evento culturale, turistico, gastronomicodi ampio respiro con la possibilità di gustare sul luogo variespecialità che originano dal maiale, come prosciutti, salami,coppa, capicolli, salsicce, strutto e sanguinaccio. ma soprattut-to “lu suffritt' “ . 16 soffritti di maiale e altrettante colazioni con-tadine saranno servite e presentate dalle 16 comunità di cibo eterritorio presenti alla Disfida. La manifestazione abbraccerà icantori a braccio dell'Irpinia e della Daunia nel segno di unaconiugazione, ancora viva, tra piacere e cultura.

Questo il programma:Ore: 9.00, gran sala del soffritto - centro storico di SavignanoIrpino, registrazione dei partecipanti e allestimento delle po-stazioni della Disfida.Ore: 10.00, la prima mangiata, colazione contadina offerta dal-le Comunità partecipanti alla Disfida e apertura dell'Enotecadei vini d'Irpinia e Dauni.Ore: 11.30, presentazione delle Comunità partecipanti alla Di-sfida - gara vicino “a lu callar”Ore: 13.00, 4ª disfida del soffritto di maiale

, durante la giornata saranno allestiti stand ga-stronomici delle comunità partecipanti alla Disfida, Enotecadei vini d'Irpinia e dei monti Dauni. Oltre a ... balli, canti, suonicon l'organetto, racconti di scene popolari e gioco con le cartenapoletane (briscola, tre sette e scopa).Alle ore: 11.00 e alle 16.00, escursione guidata sul territorio edel suo nucleo storico del Comune di Savignano Irpino.

www.palatofino.euPalatofino

www.condottaufitataurasi.it

Giuria popolare -Giuria tecnica

tutta l'asperità della terra e la rigidità del clima padano. Lenuove tendenze di uso del celeberrimo erborinato rivelanoche l'arte culinaria si sta muovendo in una direzione di flu-ente riscoperta del gorgonzola, con proposte inedite di piat-ti moderatamente calorici, coloriti, fantasiosi e ricchi disensazioni organolettiche.

È il caso degli spaghetti alle zucchine fritte e al basilico, uncondimento a base di due cucchiai d'olio crudo miscelatocon due spicchi d'aglio tritati, 400 grammi di zucchine ta-gliate a julienne, infarinate e fritte, 150 grammi di gorgon-zola a pezzettini, un mazzetto di basilico.

Una leccornia, questa, che fa il paio con le code di gamberigratinate alla senape e all'erba cipollina, se possibile diancora più facile preparazione. Mescolate 60 grammi digorgonzola con la frusta ed unitevi due decilitri di bescia-mella, un cucchiaino di senape forte e un ciuffo di erbacipollina tagliata fine. Dopo aver lavato i gamberi e averlideposti in una pirofila imburrata, irrorateli con il compostoe fateli gratinare 5 minuti in un forno molto caldo.

Pronti per il dessert? Oggi, gelato al gorgonzola. Si, avetecapito bene, un “gelato”. Del tutto particolare. Cuocete mez-zo litro di latte intero, mezzo di panna fresca e cinque rossid'uovo, frustando per 10 minuti. Fate raffreddare. A bagno-maria fate sciogliere un etto di gorgonzola con un cucchiaiodi miele d'acacia e 50 grammi di mascarpone. Unite i duedifferenti preparati e riponeteli in una sorbettiera. Quando lacrema si sarà solidificata, aggiungete un cucchiaio di nocispezzettate.

Queste ricette dimostrano che il gorgonzola, già baciato nelnovecento da un'ampia fortuna internazionale, è stato anno-verato tra le basi della nuova ricerca gastronomica, di unanuova cucina chiamata ad esprimere la complessità deigusti, delle tendenze, delle aspettative dei consumatoriodierni, che chiedono alchimie sempre più perfette tra tra-dizione e innovazione. Sotto questo profilo l'identità delgorgonzola, formaggio antichissimo che nell'immediatodopoguerra ha saputo rimanere al passo con la produzionesu scala, adattandosi a una nuova tecnica, la lavorazione “auna pasta” - e traendo da essa nuovo slancio sul piano delprezzo, dell'igiene e della standardizzazione qualitativa - èesemplare. Classico e moderno, il gorgonzola è come laterra che lo genera, quel Nord Italia che nei propri prodottiagro-alimentari ha una ricchezza di valore inestimabile,ancora lungi dall'essere espressa in tutte le sue potenzialità.

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oroscopo di febbraiooroscopo di febbraio

Se non fosse per un inizio

non eccezionale per la sfe-

ra affettiva e nei rapporti

con l’altro sesso, febbraio

comunque, per te, amico

del Toro, viaggia all’insegna

dei fuochi pirotecnici. Nes-

suna preoccupazione per i

rapporti con l’altra metà

del cielo,dal 14, Venere pro-

mette di ridarti quello che

ti ha negato nelle prime

due settimane.

Questo è l’anno in cui puoi

mettere in campo i tuoi più

grandi progetti. Per questo

mese, Urano e Nettuno ti

regalano percezioni oltre il

normale flusso di pensieri

e,a differenza del tuo solito,

questi pensieri sono sup-

portati da un generoso

Saturno che saprà farli rea-

lizzare con basi solide e

durature.

Non sottovalutare le pic-

cole, appena percettibili,

tensioni familiari ad inizio

mese. Infatti,dal giorno 8 in

poi,Mercurio sarà nervoso

e potrebbe far esplodere

queste incertezze appena

accennate in polemiche e

rotture aperte. Amore e

soldi però non ti daranno

grattacapi dal 14 fino agli

ultimi giorni di febbraio.

Inizi il mese colmo di otti-

mismo e di buoni propositi

ma, con il proseguire dei

giorni, ti raffreddi e incupi-

sci. Mercurio dal giorno 8

diventa dispettoso,si diver-

te a creare equivoci e semi-

na zizzania con le persone

che ti circondano.Dal 20 in

poi l’umore migliora e an-

che i tuoi rapporti diventa-

no più scorrevoli.

TORO GEMELLI CANCROaRIETE

Lavoro, famiglia, amore, fit-

ness:hai una lista infinita per

questo 2012! A febbraio

potrai farti valere soprattut-

to nel lavoro e raggiungere i

risultati desiderati per la for-

ma fisica. L’amore attraversa

una fase di alti e bassi.La vita

sociale è frizzante e potrai

conoscere persone molto

interessanti.

Momenti di nervosismo tra il

giorno 8 e il 27 a causa della

posizione tesa di Mercurio.

Se ci sono questioni partico-

larmente importanti da sbri-

gare o da mettere in cantiere,

ti converrà scegliere le date

precedenti o seguenti questo

arco temporale.Il cielo non è

del tutto sgombro da nubi

tempestose. Ma tu supererai

i problemi alla grande.

Meglio non contrastarti,

questo mese,perché faresti

assaggiare al malcapitato

quanto può essere sottile e

vendicativa la tua ira fune-

sta. Purtroppo, sembra che,

almeno entro il 14, a farti

uscire dai gangheri sarà il

partner o un familiare.Con-

solati con la vita sociale:dal

giorno 8 al 27 ti aspettano

giornate memorabili.

Hai una gran voglia di spa-

ziare,di conoscere gente,di

divertirti. Peccato che con

la tua dolce metà siano in

vista fastidiose tensioni.

L’amore non è al primo po-

sto nei tuoi pensieri, oppu-

re sei così irritato da met-

terlo in fondo alla lista delle

tue priorità. In compenso, il

lavoro ti offre buone occa-

sioni.

VERGINE BILANCIA SCORPIONELEONE

Molti pianeti sono disponi-

bili nei tuoi confronti e ti

aiuteranno a superare le

piccole o grandi difficoltà

che hai dovuto affrontare

nella vita professionale o di

relazione nel periodo più

recente. Puoi espandere il

giro delle tue amicizie,

conoscere da vicino chi ti

piace, viaggiare o migliora-

re il dialogo in famiglia.

Mercurio sarà tuo alleato

fino al giorno 8 e quindi dal

27 in poi.Sono queste le gior-

nate migliori per organizzare

party, ampliare la sfera delle

tue frequentazioni, imposta-

re un buon dialogo in fami-

glia.Febbraio ti offre un ricco

carnet di proposte, di van-

taggi da spendere per pro-

fessione e amore, famiglia e

benessere.

Metti in conto un po’ di ten-

sione a inizio mese.Discus-

sioni in famiglia, imprevisti

domestici o lavorativi, qual-

che tensione con gli amici.

Ma dal giorno 8 il panorama

si rischiarerà e potrai tro-

vare una soluzione efficace

per ogni tipo di problema.

La vita sociale, in questo

stesso periodo, sarà viva-

cissima. Un mese positivo

per i tuoi progetti!

Mercurio sarà nel segno

fino al giorno 8 ravvivando

la tua vita sociale.Puoi cono-

scere nuove persone, farti

invitare in ambienti esclusi-

vi, viaggiare e farti valere nel

lavoro e in famiglia. Amore

ed emozioni sono speciali,

ma dopo il 14 diventerai più

teso e andare d’accordo

potrebbe non essere così

semplice.

CAPRICORNO ACQUARIO PESCISAGITTARIO

l’altraitalia 44

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www.luganoturismo.ch

Arte e gastronomia colorano la stagione invernale diLugano. La città arricchisce sempre di più il proprio

patrimonio di risorse culturali, diventando unadestinazione ricca di sorprese e raffinata.

L’inverno luganese, grazie al clima temperato, permetteuno short-break alla scoperta dell’arte e della

gastronomia camminando tra le strade della cittàgodendo di una vista mozzafiato sull’ omonimo lago.

Lugano

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