Visco_1_2013
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>> Studio della sicurezza, della prevedibilità e dell’effi cacia della LASIK con laser a femtosecondi
>> Cheratotomie arcuate eseguite con laser a femtosecondi Intralase
>> Valutazione dell’affi dabilità e sicurezza di una tecnica chirurgica di rimozione di lenti intraoculari in 18 pazienti affetta da cataratta secondaria
>> Miopia elevata, chirurgia della cataratta e ipovisione. Quando operare e come operare?
>> Edema maculare diabetico: case report
Complicanzein chirurgia della cataratta
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Editoriale 3Vittorio Picardo
Studio della sicurezza, della prevedibilità e dell’effi cacia della LASIK con laser a femtosecondi 4Carlo Cagini, Francesco Piccinelli, Federico Giusquiliani, Gianlugi Tosi, Marsela Menkulazi
Novità Editoriali 2013 9Chirurgia della cataratta con Femtolaser
I difetti della vista
Cheratotomie arcuate eseguite con laser a femtosecondi Intralase 10Antonio Laborante, Costanza Longo, Emilio Mazzilli, Mario Gaspari
News dalle Aziende 14Fonda – Ausili per ipovisione su misura
LE VISCO INTERVISTE Intervista al... Professor Albino Rapizzi 16
Valutazione dell’affi dabilità e sicurezza di una tecnica chirurgica di rimozione di lenti intraoculari in 18 pazienti affetta da cataratta secondaria 20Luigi Mele, Giovanna Costanzo, Valerio Piccirillo, Paolo Limoli, Valerio Rao, Mario Bifani
Miopia elevata, chirurgia della cataratta e ipovisione. Quando operare e come operare? 24Paolo Limoli, Renzo Carpi, Sergio Z. Scalinci, Enzo Maria Vingolo
Edema maculare diabetico: case report 28 Annunziata La Capria, Paolo Trabucco, Chiara Foffi , Enzo Maria Vingolo
LE VISCO INTERVISTE Intervista al... Dottor Carlo Orione 31
ISSN 0349 - 61
Anno XXVIII • N. 1 • 2013contiene I.P.
Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 335 del 14-06-1986
FGE srl - Fabiano Gruppo Editoriale Reg. S. Giovanni, 40 - 14053 Canelli (AT)Tel. 0141 1768908 - Fax 0141 1768900e-mail: [email protected]
Direttore EditorialeVittorio Picardo
Direttore ResponsabileFerdinando Fabiano
Segreteria di redazionePierpaola Eraldie-mail: [email protected]
Impaginazione e stampaFGE srl Canelli (AT)
Abbonamenti e librie-mail: [email protected]
Associato all’UnioneStampa Periodica Italiana
Chiuso in redazioneMarzo 2013
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>> Studio della sicurezza, della prevedibilità e dell’efficacia della LASIK con laser a femtosecondi
>> Cheratotomie arcuate eseguite con laser a femtosecondi Intralase
>> Valutazione dell’affidabilità e sicurezza di una tecnica chirurgica di rimozione di lenti intraoculari in 18 pazienti affetta da cataratta secondaria
>> Miopia elevata, chirurgia della cataratta e ipovisione. Quando operare e come operare?
>> Edema maculare diabetico: case report
Complicanzein chirurgia della cataratta
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NOVITÀEDITORIALE
3viscochirurgia1 • 2013
La Sanità è uno dei cavalli di battaglia di queste elezioni. Tutti parlano di tagli, di sprechi, di cattiva gestione… e purtroppo tutto questo è vero!Ma, l’aspetto più imbarazzante del problema è che al termine di questa fi liera di errori, meccanismi perversi, interessi privati, mala gestione, c’è il paziente!Lui è la vera vittima di un ingranaggio che, da nord a sud, pur avendo numerose oasi di buon funzionamento e ottima qualità, è visto nel pensiero comune come un mondo di corruzione e di cattiva convivenza tra politica ed interesse sociale.Se aggiungiamo anche la cosiddetta “malasanità”, i giochi sono fatti.Ciononostante, la ricerca scientifi ca va avanti, la tecnologia è sempre più al centro della nostra attività professionale, e oggi nessun paziente esce da una visita specia-listica oculistica o si avvicina ad un intervento chirurgico senza un cospicuo dossier di esami, utili ed... inutili.Si propongono terapie e devices sempre più costosi, che alla fi ne non sono a dispo-sizione di tutti.Si ingrana allora l’altro meccanismo di contestazione o discussione politica: Sanità pubblica versus Sanità privata.Non la fi niremo mai!E così, mentre è dovere del Medico studiare ed aggiornarsi, e Viscochirurgia cerca di portare il suo contributo, dall’altra lo Stato ci crea ostacoli sempre più complessi per il normale svolgimento della nostra professione.Torneremo alle IOL single piece a breve?
Vittorio Picardo
L’indirizzo di posta elettronica di Viscochirurgia è cambiato. Il nuovo è [email protected]
4 viscochirurgia 1 • 2013
Studio della sicurezza, della prevedibilità e dell’effi cacia della LASIK con laser a femtosecondi
Carlo Cagini Francesco Piccinelli Federico Giusquiani Gianluigi Tosi Marsela Menkulazi
Clinica Oculistica, Ospedale S. Maria della Misericordia, S. Andrea delle Fratte, Perugia
>>
PAROLE CHIAVE laser a femtosecondi
LASIK prevedibilità
effi cacia e sicurezza
KEY WORDS femtosecond laser
LASIK predictability
effi cacy and accuracy
RIASSUNTO Scopo: Lo scopo di questo lavoro è riportare la nostra esperienza sulla prevedibilità, l’effi cacia e la sicurezza del laser a femtosecondi nella tecnica LASIK per la correzione dei difetti refrattivi.Materiali e Metodi: Sono stati reclutati 33 pazienti (per un totale di 66 occhi) che dovevano essere sottoposti a correzione del difetto refrattivo con LASIK con laser a femtosecondi (Visumax™ - Zeiss) e laser ad eccimeri (MEL 80™ Excimer Laser - Zeiss). Prima e dopo il trattamento sono stati valutati sia il visus che la refrazione. Inoltre durante la visita preoperatoria sono stati eseguiti i calcoli atti a valutare il tessuto corneale da ablare durante l’esecuzione del laser e lo spessore corneale residuo previsto. Sono stati confrontati i dati dello spessore corneale previsto con i valori ottenuti dopo il trattamento ed è stata valutata la precisione del taglio lamellare, misurando le dimensioni dello spessore del fl ap su tutta la sua superfi cie con immagini OCT Visante.Risultati: L’acuità visiva naturale postoperatoria è risultata in tutti i pazienti superiore o uguale a 9/10. La refra-zione media postoperatoria è stata di -0,07 + 0.02 D (range -1,75 / e 0 D) (Tabella 1 e 2). Lo spessore corneale medio ottenuto dopo il trattamento è stato di 465,5 + 36.7 micron (range 573 – 380 micron) a fronte di un residuo previsto medio di 446,8 + 46,5 micron (range 553 - 302) con una elevata correlazione fra lo spessore pianifi cato e quello ottenuto dopo l’intervento (r = 0,45). Il fl ap è risultato di morfologia sempre molto regolare con uno spessore medio all’apice corneale di 111,3 + 3 micron, a 3 mm. e 7 mm. dall’apice corneale rispettiva-mente di 111 + 2.7 micron e 110,6 + 2.3 micron. In nessun caso si sono presentate complicanze intra-operatorie e, nel post-operatorio, abbiamo osservato come complicanza post-operatoria solamente in due occhi nei primi 20 giorni un transitorio aumento del tono oculare, ben controllato dalla terapia topica e successivamente regredito.Conclusioni: I dati in nostro possesso indicano che il trattamento LASIK con laser a femtosecondi Visumax™ - Zeiss e laser ad eccimeri (MEL 80™ Excimer Laser - Zeiss) risulta essere sicuro, effi cace e prevedibile e ha costituito un importante miglioramento rispetto alla chirurgia refrattiva con microcheratomo. ABSTRACTPurpose: To report our experience on the predictability, effi cacy and accuracy of the femtosecond laser in the LASIK technique used to improve the refractive state of the eye.Materials and Methods: In this retrospective study 66 eyes underwent LASIK whit femtosecond laser (Visumax™ -Zeiss) and excimerlaser (MEL 80™ Excimer Laser-Zeiss). Visual acuity and refraction were evaluated before and after surgical treatment. During the preoperative visit were calculated the corneal tissue to be ablated and the predicted residual corneal thickness. The outcomes were compared whit the expected corneal thickness. Flap accuracy and uniformity were measured using anterior segment optical coherence tomography OCT Visante.Results: Visual acuity after-LASIK was greater or equal than 9/10. The mean postoperative refraction was -0,07 ± 0,02 D (range -1,72 to 0). The mean outcome corneal thickness was 465,6 ± 36,7 µm (range 573 to 380 µm) against a mean planned residual 446,8 ± 46,5 µm (range 533 to 302 µm). There is a high correlation between the planned corneal thickness and the post surgical treatment corneal thickness (r = 0.45). The mean thickness of the fl ap was regular and uniform. It was 111,3 ± 3 µm at the apex, 111 ± 2,7 µm from the apex to 3 mm, 110,6 ± 2,3 µm from the apex to 7 mm. There weren’t any intraoperative complications. We have to highlight 2 cases of increased IOP during the fi rst 20 days after the treatment; this was initially treated whit topical drugs, then it spontaneously regressed. Conclusions: This study underlines the accuracy, effi ciency and the predictability of LASIK technique using femto-second laser, and it represents a good improvement of refractive surgery.
5viscochirurgia1 • 2013
Studio della sicurezza, della prevedibilità, e dell’effi cacia della LASIK con laser a femtosecondi
>> IntroduzioneLa procedura LASIK (Laser-Assisted In Situ Kera-
tomileusis) ha avuto nel corso degli anni impor-
tanti sviluppi nella tecnica e nelle strumentazioni
utilizzate. Per molti anni, per poterla eseguire, ci
si è avvalsi esclusivamente di microcheratomi i
cui progressivi miglioramenti hanno permesso
di ottenere fl ap di spessore sempre più prevedi-
bile e regolare. Recentemente sono entrati nella
pratica clinica i laser a femtosecondi i quali han-
no permesso di standardizzare ancor meglio
la metodica LASIK e di ottenere fl ap di ancor
migliore qualità. Il laser a femtosecondi rilascia
impulsi di durata dell'ordine di femtosecondi (1
femtosecondo = 1 micron secondo) ad una pro-
fondità predeterminata; tali impulsi creano delle
bolle di CO2 ed H2O provocando una “fotodi-
struzione” che seziona il tessuto corneale. Gra-
zie a questa tecnologia è possibile creare nello
spessore corneale piani di taglio con assoluta
precisione, geometrie personalizzate e super-
fi ci molto regolari. Il laser a femtosecondi con-
sente, quindi, di ottenere fl ap molto sottili e di
morfologia più regolare rispetto a quelli otteni-
bili con i microcheratomi meccanici. Per questo
motivo l’applicazione del laser a femtosecondi
alla chirurgia refrattiva si è rapidamente diffusa
ed ha consentito di ottenere ottimi risultati.
Lo scopo del nostro lavoro è quello di studiare
i risultati ottenuti nei pazienti da noi sottoposti a
chirurgia refrattiva con tecnica LASIK con femto-
secondi, valutando in particolare l’entità della
correzione dei difetti refrattivi correggibile, le
eventuali complicanze, lo spessore e la regolari-
tà del fl ap eseguito.
>> Materiali e MetodiIl campione analizzato è costituito da 33 pazien-
ti (66 occhi) consecutivi, 17 uomini e 16 donne,
sottoposti a trattamento LASIK utilizzando un la-
ser a femtosecondi (Visumax™ - Zeiss) e laser
ad eccimeri (MEL 80™ Excimer Laser - Zeiss)
nel periodo compreso fra il Dicembre 2010 ed il
Dicembre 2011.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una visita
oculistica preoperatoria completa comprenden-
te anamnesi, refrazione manifesta ed in ciclople-
gia, topografi a e tomografi a corneale con pachi-
metria (Atlas Corneal Topography, Zeiss; Visante
OCT, Zeiss), tonometria ad applanazione, test di
Schirmer, conta delle cellule endoteliali (Tomey
EM 3000), aberrometria e pupillometria (WA-
SCA wavefront aberrometer, Zeiss). È sempre
stato eseguito un planning (CRS-Master Custo-
mization platform, Zeiss), che attraverso l’elabo-
razione dei dati pre-operatori consente di simu-
lare il risultato anatomico post-operatorio. Tutti
gli interventi sono stati eseguiti creando un fl ap
corneale di 110 micron con stroma corneale re-
siduo previsto non inferiore a 290 micron. Sono
stati esclusi i pazienti con patologie oculari (oc-
chio secco, cataratta, glaucoma, patologie cor-
neali) e sistemiche (patologie autoimmuni) che
costituiscono una controindicazione alle proce-
dure refrattive. Tutti i pazienti sono stati informati
dei rischi e dei benefi ci attesi dalla chirurgia ed
è stato loro consegnato un consenso informato
specifi co.
>> Tecnica di esecuzione della LASIK Tutti gli interventi sono stati eseguiti dallo stes-
so operatore (C. C.) presso la Clinica Oculistica
dell’Università degli Studi di Perugia. Per ogni
intervento è stata programmata la creazione di
un fl ap corneale di 110 micron di spessore, con
diametro di 8,9 mm e con cerniera superiore da
ore 11 ad ore 1.
Dopo il posizionamento del paziente sul lettino
operatorio sono state applicate alcune gocce
di collirio anestetico (oxibuprocaina cloridrato
0,4% monodose) ed il blefarostato previa di-
sinfezione con povidone della cute e del sacco
congiuntivale; si è quindi portato a contatto con
l’occhio un anello di suzione applicato al laser a
femtosecondi. Dopo la creazione del fl ap corne-
ale, il lettino è stato ruotato di 180° posizionando
il paziente sotto al laser ad eccimeri; mediante
l’ausilio di una spatola si è sollevato e quindi ri-
baltato il fl ap corneale. Successivamente è sta-
to eseguito il trattamento ad eccimeri sul letto
corneale esposto; al termine del trattamento il
fl ap corneale è stato riposizionato dopo aver
effettuato il lavaggio dell’interfaccia. Al termine
dell’intervento è stata somministrata terapia to-
pica con cortisonici, antibiotici e lacrime artifi -
ciali.
I pazienti sono stati sottoposti a visita di controllo
dopo 1, 7 e 30 giorni valutando la refrazione, la
6 viscochirurgia 1 • 2013
Carlo Cagini, Francesco Piccinelli, Federico Giusquiani, Gianluigi Tosi, Marsela Menkulazi
Figura 1Visus naturale a 3 mesi post-op.
Nei due casi in cui il visus è pari a 0.2, questo coincide con il target preoperatorio
Figura 2Correlazione fra
spessore corneale post-op. pianifi cato e spessore ottenuto
tabella 1
Sf Cil E. S.
Media -4,09 -0,72 -4,41Dev standard 2,5 0,93 2,59Max -10 -4,75 -10Min -1 0 -1,25
tabella 2
Sf Cil E. S.
Media -0,04 -0,72 - 0,07Dev standard 0,24 0 -0,02Max -1,5 -1,25 -1,75Min 0 0 0
tabella 3
Spessore Trattamento
Media 542,67 87,54Dev standard 29,59 23,89Max 606 53Min 484 137
tabella 4
Spessore residuo Spessore residuo previsto effettivo
Media 446,8 465,55Dev standard 46,47 36,72Max 553 573Min 302 380
7viscochirurgia1 • 2013
Studio della sicurezza, della prevedibilità, e dell’effi cacia della LASIK con laser a femtosecondi
trasparenza del lembo corneale e, al terzo con-
trollo, la tomografi a corneale.
>> RisultatiL’acuità visiva naturale postoperatoria è risultata
in tutti i pazienti superiore o uguale a 9/10 (Figu-
ra 1). La refrazione media in fase pre-operatoria,
in equivalente sferico, è risultata essere - 4,4 +
2.6 D (range -10 / -1,25 D), mentre a tre mesi
dall’intervento, in equivalente sferico, è stata di
-0,07 + 0.02 D (range -1,75 / e 0 D) (Tabelle 1
e 2).
Prima dell’intervento è stato valutato lo spessore
della cornea mediante OCT Visante con valori
medi di 542,7 + 29.6 micron (range 606 – 484
micron). Lo spessore corneale medio ottenuto
dopo il trattamento è stato di 465,5 + 36.7 mi-
cron (range 573 – 380 micron) a fronte di un
residuo previsto medio di 446,8 + 46,5 micron
(range 553 - 302) (Tabelle 3 e 4). I dati ottenuti
dimostrano una grande conformità tra lo spes-
sore pianifi cato e quello ottenuto dopo l’inter-
vento con un coeffi ciente di correlazione r =
0,45 (Figura 2).
Lo spessore medio del fl ap all’apice corneale è
risultato pari a 111,3 + 3 micron, mentre a 3 mm
e 7 mm dall’apice corneale è risultato rispettiva-
mente 111 + 2.7 micron e 110,6 + 2.3 micron, di
morfologia molto regolare (Tabella 5 e Figura 3).
In nessun caso si sono presentate complicanze
intra-operatorie e, nel post-operatorio, abbiamo
osservato come complicanza solamente in due
occhi nei primi 20 giorni un transitorio aumento
del tono oculare, ben controllato dalla terapia to-
pica e successivamente regredito.
>> DiscussioneIl nostro studio ha evidenziato innanzitutto l‘e-
strema effi cacia del trattamento LASIK effettuato,
in quanto l’acuità visiva naturale postoperatoria
è risultata sempre molto elevata, con un visus
post operatorio pari a 1.0 quasi nella totalità dei
casi ad esclusione di due occhi in cui la ipo-cor-
rezione era prevista in sede preoperatoria.
Il fl ap corneale studiato con l’OCT Visante ha di-
Figura 3Spessore corneale a 0,3 e 7 mm. Dall’apice corneale all’OCT del segmento anteriore
tabella 5
0 mm 3 mm 7 mm
Media 111,3 111 110,6Dev standard 3,04 2,73 2,35Max 108 107 106Min 124 123 119
8 viscochirurgia 1 • 2013
Carlo Cagini, Francesco Piccinelli, Federico Giusquiani, Gianluigi Tosi, Marsela Menkulazi
mostrato di avere una morfologia estremamente
regolare ed omogenea, mantenendo lo stes-
so spessore in tutti le zone sia periferiche che
centrali. A questo si aggiunge l‘elevata prevedi-
bilità della profondità del taglio corneale: infatti
in nessun caso l’ablazione corneale è risultata
tale da indurre assottigliamenti corneali supe-
riori a quanto pianifi cato, mentre a 3 mesi dal
trattamento, lo spessore corneale medio residuo
si presentava mediamente di poco superiore
al previsto. Questo dato conferma l‘affi dabilità
della CRS-Master Customization platform con
la quale abbiamo eseguito il planning dell’in-
tervento, in quanto il sistema non solo risulta
molto sicura e prevedibile, ma in realtà man-
tiene margini di sicurezza che rendono la pro-
cedura ancora più sicura. Questo dato a nostro
avviso è molto importante ai fi ni della sicurezza
dell'intervento perché riduce il rischio di ecta-
sie postchirurgiche.
Inoltre il trattamento si è dimostrato molto si-
curo ed affi dabile non avendo in nessun caso
osservato complicanze durante la procedura
chirurgica, mentre nel postoperatorio abbiamo
osservato un transitorio aumento del tono ocula-
re solo in due casi.
Alla luce della nostra esperienza, possiamo
affermare che la LASIK eseguita con il laser
a femtosecondi è risultata una tecnica preve-
dibile, effi cace e sicura. La sua prevedibilità è
legata alla coincidenza fra lo spessore cornea-
le ottenuto e quello previsto; l’effi cacia è testi-
moniata dall‘acuità visiva naturale ottenuta che
è risultata pari a 10/10 nella quasi totalità dei
casi; infi ne la sicurezza è legata alla assenza di
complicanze intra o postoperatorie osservate.
L'introduzione nella pratica clinica del laser a
femtosecondi nell'ambito della LASIK è stata
una delle innovazioni tecnologiche più inte-
ressanti e promettenti che hanno interessato
negli ultimi anni la chirurgica oftalmica ed ha
costituito un passo in avanti molto signifi cativo
rispetto alla chirurgia precedente basata sui
microcheratomi meccanici.
>> Bibliografia
1. Kymionis GD, Kankariya VP, Plaka AD, Reinstein DZ. Femtosecond laser technology in corneal refractive surgery: a review. J Refract Surg. 2012 Dec;28(12):912-20
2. Farjo AA, Sugar A, Schallhorn SC, Majmudar PA, Tanzer DJ, Trattler WB, Cason JB, Donaldson KE, Kymionis GD. Femtosecond Lasers for LASIK Flap Creation: A Report by the American Academy of Ophthalmology. Ophthal-mology. 2012 Nov 19
3. Kim P, Sutton GL, Rootman DS. Applications of the femtosecond laser in corneal refractive surgery. Curr Opin Ophthalmol. 2011 Jul;22(4):238-44
4. Montés-Micó R, Rodríguez-Galietero A, Alió JL. Femtosecond laser versus mechanical keratome LASIK for myopia. Ophthalmology. 2007 Jan;114(1):62-8
9viscochirurgia1 • 2013
>>Novità Editoriali 2013
>> Chirurgia della cataratta e FemtolaserAutori: Massimo Gualdi R. Bellucci, M. Cargnoni, F. Gualdi, L. Gualdi, M. Maurizi Enrici,
U. Merlin, G.L. Scuderi
Per anni il binomio “laser e chirurgia della cataratta” ha signifi cato il trat-tamento della opacità secondaria della capsula posteriore.Il paziente però ha molte volte confuso i trattamenti e quindi: “Opera la cataratta con il laser?” è stata per molto tempo la domanda più comune che il chirurgo riceveva. Da poco tempo, la tecnologia a femtosecondi delle unità laser si è introdotta nel trattamento della cataratta, con risultati ormai più che soddisfacenti e con una notevole implementazione nella qualità e precisione del risul-tato. Non tutte le unità lavorano alla stessa maniera, anzi ogni Azienda ha personalizzato la propria unità per la femtocataratta, richiedendo al chirurgo una buona conoscenza delle caratteristiche per ottenere i risultati migliori. Massimo Gualdi, già pioniere della chirurgia refrattiva laser, ha prodotto un interessante e organico volume sulla chirurgia della cataratta con femtolaser avvalendosi anche della collaborazione di alcuni Colleghi anch’essi tra i primi sperimentatori di questa nuova soluzione chirurgica. Il libro, ben strutturato e ricco di iconografi a, non solo informa, ma anche forma i chirur-ghi che volessero intraprendere questa scelta.
>> I difetti della vista Autore: Lucio Buratto
Molte volte non è facile, durante la nostra visita specialistica, spiegare tutte le implicazioni funzionali che un difetto visivo produce. Si parla con il paziente, magari si producono esempi… ma non sempre riusciamo ad essere con-vincenti ed esaurienti. Il paziente ha precedentemente navigato su internet, è convinto di essere abbastanza informato.Ma alla fi ne, restavano dei dubbi, e si perdeva tempo senza giovamento. Rimandare il paziente a un sito web dedicato può essere allora una buona soluzione specie se gli si spiegherà che le informazioni scientifi che sono state prodotte da uno Specialista di fama internazionale, Lucio Buratto, che ha creato, per ciascun difetto visivo, appositi capitoli informa-tivi che, partendo dalla anatomia, passano alla clinica e ai trattamenti chirurgici e/o laser, offrendo una completa e soprattutto corretta informazione per il paziente anche più curioso.Le parole da suggerire al paziente per ritrovare l’eBook sono proprio il difetto visivo, miopia, e astigmatismo...e così velocemente si entrerà in un sito completo ed aggiornato, da cui traspare non solo una grande competenza profes-sionale, ma anche una obiettiva analisi e valutazione dei pro e contro che si annidano dietro ciascuna tecnica. Addirittura sono state raccolte e aggiunte le più comuni domande dei pazienti proprio perché
ciascun lettore… in fondo ritrovi un po’ di se stesso e della sua curiosità.
Vittorio Picardo NO
VITÀ
ED
ITORI
ALI
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10 viscochirurgia 1 • 2013
Cheratotomie arcuate eseguite con laser a femtosecondi Intralase
Antonio Laborante Costanza Longo Emilio Mazzilli Mario Gaspari
IRCCS “Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza” - Unità Operativa di Oculistica - Dipartimento Testa Collo - San Giovanni Rotondo (FG) (Direttore Dott. Antonio Laborante
>>
RIASSUNTO Il laser a femtosecondi è un nuovo strumento chirurgico in grado di eseguire resezioni corneali le più svariate: tagli di varia profondità e forma per cheratoplastica perforante e lamellare, endocheratoplastica, tunnel intrastromali per inserire anelli intrastromali, ausili per la correzione della presbiopia, correzione dei vizi refrattivi con tecnica LASIK e ultimamente alcuni passaggi per la chirurgia della cataratta.Inoltre, ed è quello di cui ci andiamo ad occupare, abbiamo la possibilità di eseguire tagli (incisioni arcuate) per la correzione dell’astigmatismo congenito e post cheratoplastica perforante. ABSTRACTThe femtosecond laser is a new surgical instrument capable of performing the most varied corneal resection: cuts of different depths and shape for penetrating keratoplasty and lamellar, endocheratoplasty, intrastromal tunnel to insert intrastromal rings, aids for the correction of presbyiopia, correction of refractives defects with LASIK technique and recently some steps for cataract surgery. In addition we can make cuts, arcuate incisions, for the correction of astigmatism congenital and post-keratoplasty.
>> IntroduzioneGià dal secolo scorso numerosi Autori si sono
cimentati nello studio delle incisioni corneali
per la correzione dell’astigmatismo.
Tra il 1885 ed il 1896 vari Autori (Schiotz, Bates,
Faber, Luciola….) pubblicarono i risultati dei
loro studi su questo argomento, cominciando ad
evidenziare il rapporto tra incisioni, profondità
di taglio ed entità dell’effetto correttivo.
Alcuni Autori giapponesi (Sato e Akiyama) negli
anni successivi - 1955 - eseguirono e studiarono
i risultati ottenuti con incisioni della membrana
di Descemet (cheratotomia posteriore) e suc-
cessivamente associarono anche delle incisioni
anteriori sul meridiano più rifrattivo, per aumen-
tarne l’effetto appiattente, ma registrarono risul-
tati scadenti in quanto si determinava l’insorgen-
za di cheratopatia bollosa in tempi brevi.
Nel 1972 Fyodorov e Durev, avendo compreso
che le gravi conseguenze di scompenso corne-
ale erano dovute ai danni endoteliali per le inci-
sioni posteriori, focalizzarono la loro attenzione
alla sola cheratotomia anteriore.
Questi Autori nel 1979 pubblicarono le variabili
della chirurgia incisionale: numero delle incisio-
ni, diametro e forma della zona ottica, rigidità
corneale.
Franks e Binder pubblicarono su incisioni radiali
più ravvicinate tra loro lungo l’asse più rifratti-
vo; 1983; Ruiz negli stessi anni presentava la
cheratotomia trapezoidale e Thornton parlava
delle incisioni trasverse tra le radiali, Hofman 2
trasverse a lato delle radiali sul meridiano più
refrattivo e Lindstrom e Merlin per la correzione
dell’astigmatismo presentavano esperienze con
incisioni trasverse e curve.
Negli anni 80 si ebbe il boom della chirurgia
refrattiva, prima quella incisionale con lo studio
PERK e poi negli ultimi anni 80 l’avvento del La-
ser ad Eccimeri.
È storia di oggi l’applicazione del laser a femto-
secondi nella correzione degli astigmatismi ele-
vati congeniti e postcheratoplastica perforante
(PK) mediante cheratotomie arcuate ( AK).
Sappiamo come la terapia dell’astigmatismo
post PK si avvale di correzione con occhiali e/o
PAROLE CHIAVE cheratotomie arcuatelaser a femtosecondi
laser intrastromale
KEY WORDS arcuate cheratotomy
femtosecond laser intrastromal laser
11viscochirurgia1 • 2013
Cheratotomie arcuate eseguite con laser a femtosecondi Intralase
LAC. Se non è correggibile con tali ausili si pas-
sa alla chirurgia. A tale riguardo si distingue una
fase plastica (aggiustamento sutura, rimozione
ed apposizione punti singoli) ed una fase statica
(punti di compressione, revisione della ferita, in-
cisioni rilassanti).
Altre possibilità sono il trattamento Laser (PRK,
LASIK) ed il trattamento misto incisionale-laser
(AK-PRK). L’esecuzione delle AK può essere ma-
nuale con Arcitomo di Hanna ed attualmente con
Femtolaser.
Utile ed interessante la stabilizzazione del lem-
bo innestato prima della rimozione della sutura
con Cross-Linking secondo i suggerimenti di
Vinciguerra.
Recentemente nel caso di cataratta ed astig-
matismo congenito o post PK l’impianto di IOL
Toriche sembra essere la scelta più funziona-
le. L’astigmatismo post PK è la complicanza
refrattiva più frequente (15-20%) e può dipen-
dere da:
• Fattori pre-operatori:
– astigmatismo preesistente;
– spessore differente donatore /ricevente;
– presenza di cicatrici/neovasi nella cornea
ricevente.
• Fattori intra-operatori:
– imperfetta lavorazione del lembo;
– eccentricità ed inclinazione del trapano e
tecnica punch errata;
– disparità tra letto ricevente e lembo donatore;
– tecnica e tipo di sutura.
• Fattori post-operatori:
– traumatismi corneali e deiescenza della fe-
rita;
– necrosi o neovascolarizzazione corneale;
– edema corneale e rigetto.
Ogni incisione corneale non perforante, né
suturata provoca un’ectasia nella zona di in-
cisione ed un appiattimento circostante e ciò
viene sfruttato per la correzione del cilindro.
L’appiattimento dipende dalle caratteristiche
dell’incisione (forma, lunghezza, profondità)
e da quelle del tessuto (elasticità, spessore).
Nell’incisione curva si ha un appiattimento
ellittico, che è maggiore nella parte concava.
La zona di appiattimento ha una certa esten-
sione e direzione dipendente dal vettore di
appiattimento.
Le variabili principali che intervengono sono:
• profondità delle incisioni;
• ampiezza misurata in gradi;
• diametro della zona ottica.
Una maggiore ampiezza determina una mag-
giore correzione, una maggiore zona ottica, un
minore effetto ed una maggiore profondità e un
maggiore effetto.
Le incisioni vanno meglio negli astigmatismi
misti e miopici, mentre la ablazione con laser
ad eccimeri è più indicata negli ipermetropici
(tecnica a poli ed altre tecniche con laser ad ec-
cimeri).
Per stabilire il taglio migliore si utilizzano Nor-
mogrammi che variano a seconda se si tratti di
astigmatismo congenito o post-PK, ma non sono
ancora precisissime.
Utile sarebbe pertanto una valutazione multi-
centrica tra centri con maggiore esperienza in
tale chirurgia.
Abbiamo la possibilità di incisioni asimmetriche
con differente profondità e con side cut non ne-
cessariamente a 90°: ovviamente tutte queste
variabili vanno studiate e verifi cate per com-
prendere la differente effi cacia.
>> ObiettivoNel nostro studio abbiamo valutato la variazio-
ne media della acuità visiva naturale (UCVA) e
corretta (BSCVA), dello sfero-equivalente (ESf)
e del valore del cilindro (CYL) nel preoperatorio
e a 3 anni dal trattamento.
>> Materiali e MetodiTra giugno 2007 e giugno 2012 sono stati trattati
n. 28 pazienti.
La nostra valutazione è su 14 occhi di 12 pazien-
ti (6 donne e 6 uomini), età media 54,75 ±8,23
(range 45-71) che avevano subito una cherato-
plastica perforante con un follow-up di 3 anni.
Si tratta di pazienti con astigmatismo miopico
composto e sutura rimossa da 6 mesi dopo il
trapianto ed intolleranti alle LAC (se era pre-
sente una fi brosi è stata rimossa e si è atteso 6
mesi per ottenere una sicura stabilizzazione del
lembo).
Le incisioni sono state eseguite con il Laser a
femtosecondi INTRALASE.
La pachimetria ed i dati cheratometrici sono stati
12 viscochirurgia 1 • 2013
calcolati con Oculus Pentacam, ed OPD III Nidek.
La refrazione è stata valutata con tabelle ETDRS
(YANG Vision Tester).
Si sono utilizzati i seguenti parametri per stan-
dardizzare il più possibile la tecnica: zona ottica
5.8, ampiezza 70°, profondità 90% del punto più
sottile calcolato con tachimetria computerizzata
con Pentacam, Side cut 90°, Energia 3mj, Spot
separation 5/5.
Il taglio è sempre stato intralembo, anche se
una cicatrice determina una pachimetria poco
precisa; il taglio è così meno omogeneo e di più
Antonio Laborante, Costanza Longo, Emilio Mazzilli, Mario Gaspari
Preoperatorio
Cyl 8.5±4.94
ESf -4.25±2.47
BSCVA 7/10
UCVA 1/10
Postoperatorio 6 mesi
Cyl 2.75±1.76
ESf -1.87±0.88
BSCVA 8/10
UCVA 3/10
UCVA 1/10
Postoperatorio 12 mesi
Cyl 2.25 ± 1.67
ESf -1.50 ± 0.75
BSCVA 8/10
UCVA 3/10
Postoperatorio 24 mesi
Cyl 2.75 ± 1.77
ESf -2 ± 0.88
BSCVA 8/10
UCVA 4/10
Postoperatorio 36 mesi
Cyl 2.75 ± 1.63
ESf -3.75 ± 0.83
BSCVA 8/10
UCVA 4/10
Figura 1 e 2
Figura 3 e 4
diffi cile esecuzione. Pertanto si asporta mate-
riale esuberante e fi brotico e si interviene in un
secondo momento.
>> Risultati e DiscussioneI dati sono i seguenti e riportati nelle tabelle.
È stata condotta analisi statistica ANOVA per mi-
sure ripetute con post analisi di Tukey.
Non si è avuta nessuna signifi catività statistica
per dati sferoequivalente ma una lieve riduzione
del valore iniziale.
Si è avuta signifi catività statistica (p < 0,001) per
>> Bibliografia
1. Fyodorov SN, Durnev VV. Operation of dosage dissection of corneal circular ligament in cases of miopia of a mild degree. Ann. Ophthal-mol1979;11:1885
2. Sachar RA, Levy NS, Sachar L. Purpose, protocol and goals of the National Keratotomy Study Group. Radial Keratotomy. Denison Texas. 1980;21
3. Prospective evaluation of Radial Keratotomy – PERK – Study Group Waring G.O.: Rationale for and design of the National Eye Institute Prospective Evaluation of Radial Keratotomy Study. Ophthalmology. 1983; 90:40.
4. Buzzonetti L, Petrocelli G, Laborante A, Mazzilli E, Gaspari M, Valente P. Arcuate keratotomy for high postkeratoplasty astigmatism per-formed with the Intralase femtosecond laser. Preliminary results. J Refract Surg.2009 August; volume 25 num.8:709-714
5. Laborante A, Merlin U. Correzione dell’Astigmatismo ipermetropico TECNICA a POLI di ABLAZIONE: nostra esperienza” n. 1 anno 2007 Euvision
6. Nubile M, Carpineto P et al. Femtosecond Laser Arcuate Keratotomy for the correction of high astigmatism after Keratoplasty. 116(6): 1083-92 Jun 2009 Ophthalmology
7. Kumar NL, Kaiserman I, Shehadeh-Mashor R, Sansanayudh W, Ritenour R, Rootman DS. IntraLase-enabled astigmatic keratotomy for post-keratoplasty astigmatism: on-axis vector analysis. Ophthalmology. 2010 Jun; 117(6):1228-1235.e1. Epub 2010 Feb 16
8. de la Paz MF, Sibila GR, Montenegro G, de Toledo JA, Michael R, Barraquer R, Barraquer. Wedge resection for high astigmatism after penetrating keratoplasty for keratoconus: refractive and histopathologic changes. J. Cornea. 2010 Jun; 29(6):595-600
9. Touboul D, Pinsard L, Mesplier N, Smadja D, Colin J. Correction of irregular astigmatism with intracorneal ring segments. J. Fr Ophtalmol. 2012 Mar;35(3):212-9. doi: 10.1016/j.jfo.2011.08.006. Epub 2012 Feb 28
10. de la Paz MF, Sibila GR, Montenegro G, de Toledo JA, Michael R, Barraquer R, Barraquer, Wedge resection for high astigmatism after penetrating keratoplasty for keratoconus: refractive and histopathologic changes. J. Cornea. 2010 Jun; 29(6):595-600
11. Touboul D, Pinsard L, Mesplier N, Smadja D, Colin J. Correction of irregular astigmatism with intracorneal ring segments, J. Fr Ophtalmol. 2012 Mar;35(3):212-9. doi: 10.1016/j.jfo.2011.08.006. Epub 2012 Feb 28.
Cheratotomie arcuate eseguite con laser a femtosecondi Intralase
il cilindro, topografi co per tutti i tempi successivi
rispetto al preoperatorio (Figura 1).
Si è evidenziata una signifi catività statistica per il
miglioramento UCVA e BSCVA (Figura 2).
Evidente è all’OCT del segmento anteriore ed
alla fotografi a digitale alla lampada a fessura la
regolarità e precisione del taglio (Figure 3 e 4)
Gli svantaggi di tale tecnica sono legati alla er-
rata progettazione dell’intervento (posiziona-
mento, centraggio), (la suzione può cedere pri-
ma o durante la esecuzione delle incisioni) ed
all’elevato costo della tecnologia.
I vantaggi sono: il taglio regolare sia per anda-
mento che per uniformità di profondità (preci-
sione, riproducibilità e sicurezza dei tagli), se
la pachimetria è corretta (noi utilizziamo Penta-
cam e/o ultrasuoni).
Molto raramente si possono avere microperfora-
zioni che in genere non infi ciano il risultato.
Non abbiamo mai avuto fl ogosi post chirurgiche
né infezioni, ed il dolore è stato pressoché as-
sente per la rapida epitelizzazione, come dimo-
strato da studi con microscopia confocale (atti-
vazione cheratociti epitelizzazione all’interno
della ferita e lieve fi brosi).
Pertanto consideriamo tale tecnica sicura ed
effi cace, che dovrebbe far parte del bagaglio
culturale del moderno Chirurgo Refrattivo.
M.GualdiR. Bellucci, M. Cargnoni, F. Gualdi, L. Gualdi, M. Maurizi Enrici, U. Merlin, G.L. Scuderi
CHIRURGIA DELLA CATARATTA CON
FEMTOLASERe1288 papagigineneneep eeee1 88 p g eeee1 i e1288 papagiginnneg eee8 p28 g ee288 ag e128 agine
EuEuEuroro 11roro 1uuE 1010111oo 0000000Eu 0EuEuE rorooour 111u oo 100o 0001001000EuE ro 1001010FGE S.r.l. – Reg. San Giovanni 40 – 14053 CANELLI (AT)Tel. 0141 1768908 Fax 0141 1768900 – [email protected] – www.fgeditore.it
NOVITÀ
EDITORIALE
14 viscochirurgia 1 • 2013
NEWS DALLE AZIENDE
NEW
S D
ALL
E A
ZIEN
DE
>>FONDA Ausili per ipovisione su misura
L’incidenza della maculopatia in tutte le sue
forme cliniche è diventato un problema non
solo di tipo clinico ma anche sociale.
Sono recentissime ed ancora aperte le discus-
sioni, sulla possibilità di effettuare la terapia
con le iniezioni intravitreali di farmaci anti
VEGF, per i costi elevati e per un certo atteg-
giamento di contrasto tra le Aziende produttri-
ci e il Ministero della Sanità con le sue Struttu-
re consulenti.
Il fatto è che i pazienti ipovedenti sono in con-
tinua crescita e non necessariamente sono tut-
ti veramente anziani.
Diventare ipovedenti in età ancora attiva e ve-
dere ridotte le proprie capacità di autonomia
è sicuramente una prospettiva triste.
Se l’ipovisione è quindi diventata un argomen-
to di studio e di ricerca a maggior ragione lo
è per le più recenti novità tecnologiche che
sono apparse sul mercato.
In questo panorama si colloca l’Azienda Fon-
da di Genova che, sfruttando i numerosi studi
e ricerche dell’omonimo studioso americano,
si è presentata sul mercato italiano proponen-
do una vasta gamma di ausili tecnologici per
ipovisione.
La linea comprende degli occhiali ipercorretti
prismatici, denominati Near, che migliorano la
qualità e l’acutezza visiva nel pazienti ipove-
dente lieve che quindi con un gesto naturale,
un occhiale sul naso, si riabilita con facilità e
in tempi brevi.
Il modello aplanatico Slim è offerto invece
nei casi di correzione monoculare con una
soluzione ottica estremamente valida, con un
aspetto estetico molto gradevole, che si ri-
chiama alla denominazione slim, cioè sottile.
Infi ne, la soluzione micro, pur se in visione
monoculare, permette al soggetto gravemen-
te ipovedente di predeterminare la stabilizza-
15viscochirurgia1 • 2013
NEWS DALLE AZIENDE
zione focale con una messa a fuoco regolabi-
le, e quindi con maggior agio e comodità per
l’uso quotidiano.
Un’ulteriore ampia scelta è inclusa nella linea per lontano, con sistemi telescopici galileiani
o kepleriani, sia per utilizzo in visione mono-
culare che binoculare, che ridanno al paziente
ipovedente la soddisfazione di muoversi nuo-
vamente nell’ambiente domestico, consen-
tendogli non solo gli atti più comuni della vita
quotidiana, ma anche il piacere di una nuova
sensazione di autonomia e libertà.
Di particolare interesse sono le lenti FONDA
che aiutano la fi ssazione eccentrica, restituen-
do alle persone con maculopatia una capacità
visiva notevole, grazie al metodo innovativo di
FONDA di individuare l’area retinica migliore
e di stimolarla attraverso queste speciali lenti
prismatiche ingrandenti.
L’ultimo gioiello di questa gamma di occhia-
li, che si presentano comunque gradevoli per
l’aspetto, perché molto colorati e con design
moderno (ricordano un po’ i famosi occhiali di
Aristotele Onassis) è il sistema leddles (pro-
tetto da tre brevetti), una sorgente luminosa
inserita nel ponte dell’occhiale che si accende
a comando.
Il paziente ipovedente potrà quindi miglio-
rare la performance del suo ausilio anche in
condizioni di luce ambientale critica, perché
con un piccolo clic, accenderà o spegnerà la
luce che sarà automaticamente diretta nel suo
campo di lettura.
La sorgente a led ha i vantaggi che ben co-
nosciamo, tra cui una luce uniforme e senza
ombre, con fl usso luminoso di 90 lumen ed
una temperatura colore di 4000°K, la coassialità con il campo di sguardo e una limpidezza più
che signifi cativa; il sistema è dotato di due batterie di ultima generazione e si ricarica come
un telefonino! In sintesi LEDDLES genera un campo visivo da vicino illuminato e ingrandito che
cambia la vita delle persone ipovedenti che desiderano continuare a svolgere le attività da vicino
quotidiane, come leggere, scrivere o fare lavori manuali.
Vittorio Picardo
LE VISCO INTERVISTE
16 viscochirurgia 1 • 2013
Intervista al Prof.
Albino Rapizzi
Intervista al Prof.
Albino Rapizzi
LE VISCO INTERVISTE
Aprendo lo sportello di una vetrinetta da ambulatorio appartenuta a mio Papà, ho trovato dei vecchi ferri chirurgici risalenti agli anni 60 e 70. Li ho fotografati e ne ho parlato una sera a cena durante un Congresso al Professor Rapizzi….Ho visto nei suoi occhi brillare una luce di commozione legata al ricordo del suo passato… Amarcord!E così gli ho chiesto di commentare quelle immagini alla luce della Sua prestigiosa carriera professionale.
Vittorio Picardo
soluta, presentò la “sua” “cheratomileusi”. Agli
occhi di molti era fantascienza.
Pochi i giovani pochissime le donne, una in primis
Mireille Bonnet, con le sue vertiginose minigonne.
Un sorriso sul passato; in epoca di mini-micro in-
cisioni di canaloplastiche di PRK vi ricordo tempi,
tecniche e ferri chirurgici che si usavano per l'in-
tervento di cataratta. Non è un ricordo nostalgico;
testimonia la preistoria della nostra specialità, l'a-
bilità e la preparazione chirurgica che non hanno
epoca compresa la “testa”; chissà forse fra cin-
quant'anni la cataratta non sarà più una patologia
chirurgica o ci sarà solo un chirurgo robot. Età del
paziente, non prima di settanta o quasi, cataratte
mature, ipermature, brunescenti, morgagnane,
intumescenti, per dirne una: miopia elevata e ca-
taratta..., con un po’ d'iroania, catastrofi che conse-
guenze. Anestesia loco regionale poco diversa da
quella che si usa per interventi retinici oggi. Ma la
>> AMARCORD Da sempre a fi ne anno tiro le somme, cose belle
e meno belle: famiglia, professione, salute, tasse,
porcherie politiche e ancora. Alla fi ne, sono un
ottimista, chiudo pagina e penso al 2013, auguri
a tutti, belli brutti e cattivi, si diceva cosi. Ma ai
tempi della mia gioventù esaltante era tutto cosi
come oggi?
1965 anno della mia Specializzazione. Amar-
cord di felliniana memoria: SOI SOL (“la lombar-
da”) e poco altro. Quell'anno andai a Barcellona
all'Istituto Barraquer dove Joaquin, mostrando la
sua scoperta, la zonulolisi enzimatica e la sua
tecnica con l'erisifaco, operava nel “chiroforo”
termine un po’ esotico di sala operatoria.
Organizzò per quei tempi un congresso farao-
nico, avveniristico, ricco di contenuto scientifi co
e chirurgia in diretta in presenza di famosi Ocu-
listi, uno su tutti il fratello Josè che, in prima as-
>>
VISC
OC
HIRU
RGIA
Erisifaco sec. Barraquer Erisifaco simulazione di presa del cristallino
Dott.
LE VISCO INTERVISTE
17viscochirurgia1 • 2013
Uso erisifaco disegno
Erisifaco elettrico Erisifaco elettrico
Set attrezzi dal passato
Tagliente di Graefe con tamburo di prova
Lancia su tamburo di prova
Tagliente di Graefe con tamburo di prova
cosa più interessante è il taglia e cuci e l'estrazione
del cristallino, il vitreo era un optional; un vecchio
chirurgo diceva: il vitreo? Bene bene pulisce la li-
nea di ferita! Ferri chirugici: taglienti, il coltellino di
Graefe più o meno lungo largo o sottile, lance più
o meno angolate, forbici destre e sinistre a taglio
inverso o non le stesse di oggi per rifi nire il taglio
della cheratoplastica perforante, pinze forbici per
l'iridectomia basale, a volte a settore ampia in pre-
senza di fuoriuscita del vitreo per evitare l'ascen-
sione iridea. Povero assistente al tavolo improperi,
poi: questa lancia non taglia, la punta pizzica, non
l'hai provata sul tamburello? Suora sono arrivati
dalla Janach i taglienti affi lati? Taglio regolarmen-
Erisifaco meccanismo disegno
LE VISCO INTERVISTE
18 viscochirurgia 1 • 2013
Pinza per cataratta Espulsione di cataratta con cucchiai
Espulsione cataratta bis Crioestrazione
Pinza di Elsching Ago cruna chiusa
te di 180° la regola taglio piccolo, complicazioni
grandi, taglio grande complicazioni piccole. Pinze
con ganasce da caterpillar a uno due tre denti di
topo, aghi e fi li: seta nera 3/0 per palpebre e retto
superiore, il blefarostato era poco usato, seta ver-
gine 7/0 per la sutura corneale, seta nera 6/0 per
il ricoprimento congiuntivale a grembiule, facolta-
tivo, a ricoprire la sutura corneale; aghi triangolari
o cilindrici a cruna aperta o chiusa… non ti dico
gli improperi quando non eri pronto con il porta
aghi montato, sul tavolo dell'assistente ferrista, era
già un onore e un privilegio! Presenti sempre roc-
chetti di seta; mi dicevano che un vecchio chirur-
go usava i capelli corvini, più resistenti, della sua
infermiera prediletta, il tutto regolarmente bollito.
Guanti? Nemmeno l'ombra, sapone e brusca per
venti minuti, tintura di iodio tanta. Molto raffi nate le
pinze per l'estrazione del cristallino: pinza di Arro-
ga o di Moumene, sembra impossibile eppure si
sentiva la presa della capsula. Il momento dram-
matico era l'estrazione del cristallino in toto “l'in-
tra”: zonulolisi enzimatica lavaggio con fi siologica
dopo un minuto canonico silenzio assoluto in sala
il chirurgo ordinava ...pinza o Daviel (cucchiai) a
seconda della tecnica, lungo e spasmodico silen-
zio poi... pilocarpina! Respiro di sollievo il vitreo
dormiva.
Sutura e distensione. La crioestrazione arriverà
pochi anni dopo e al Prof. Cesare Galeazzi farà
dire: il crio ha dato un manico alla cataratta. La mia
prima cataratta 5 luglio del 1965.
Cordialità, tanti affettuosi auguri.
Lo specializzando
Albino Rapizzi
19viscochirurgia1 • 2013 19visviscochirurgia1 • 201133
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NOVITÀEDITORIALE
M.GualdiR. Bellucci, M. Cargnoni, F. Gualdi, L. Gualdi,
M. Maurizi Enrici, U. Merlin, G.L. Scuderi
CHIRURGIA DELLA CATARATTA CON
FEMTOLASER
20 viscochirurgia 1 • 2013
Valutazione dell’affi dabilità e sicurezza di una tecnica chirurgica di rimozione di lenti intraoculari in 18 pazienti affetti da cataratta secondaria
Luigi Mele1 Giovanna Costanzo1 Valerio Piccirillo2 Paolo Limoli3 Valerio Rao2 Mario Bifani1
1. Dipartimento di Oftalmologia, Servizio Trapianti di Cornea, Seconda Università di Napoli2. Unità Operativa Complessa ASL CE 1, Ospedale di Maddaloni3. Centro Studi Ipovisione di Milano
>>
RIASSUNTO Obiettivi: Lo scopo dello studio è quello di presentare la nostra procedura per l’espianto di IOL opacate in pazienti sottoposti ad intervento di estrazione del cristallino valutando la successiva trasparenza, il miglioramento dell’acu-ità visiva e la sussistenza di eventuali complicanze postoperatorie. Soggetti: 18 occhi di 18 pazienti (di cui 12 femmine e 6 maschi, con un età media di 65,3 anni). Tutti i pazienti erano stati sottoposti a facoemulsifi cazione non complicata con impianto nel sacco di lente acrilica idrofi la Hydro-view. BCVA media 1/ 10.Risultati: Nessun caso di fuga pre- intraoperatoria della capsulotomia YAG laser. La viscodissezione del piatto ottico dalla capsula anteriore è risultata sempre agevole. L’interruzione della capsula posteriore si è verifi cata in 2 soli casi; non c’è stato nessun caso di disinserzione zonulare. L’acuità visiva postoperatoria è aumentata signi-fi cativamente in 17 pazienti; in un solo caso si è verifi cato edema maculare cistoide cronico con scarso recupero funzionale.Conclusioni: Nella nostra esperienza, l’ampliamento preoperatorio della capsuloressi Nd: Yag laser con tecnica a croce è risultato una manovra semplice, rapida e senza complicanze. La rimozione completa della IOL (piatto più anse) non sempre è possibile (alto rischio di rotture capsulari o disinserzioni zonulari); la sezione di una o entrambe le anse seguita da espianto del solo piatto ottico consente di realizzare il neoimpianto di lente rigida nel solco. ABSTRACTObjectives: The aim of this study is to present our procedure for the removal of opacate IOL in patients under-going extraction of the lens considering the next transparency, improvement of visual acuity and the existence of any postoperative complications.Subjects: 18 eyes of 18 patients (including 12 females and 6 males, with a mean age of 65, three years). All patients had undergone uncomplicated phacoemulsifi cation with implantation in lots of hydrophilic acrylic lens hidroview. BCVA average 1/10.Results: There aren’t cases of intraoperative leakage pre-YAG laser capsulotomy. The dissection of the anterior capsule was always easy; the disruption of the posterior capsule occurred in only 2 cases, there was no case of zonular off. The postoperative visual acuity was signifi cantly increased in 17 patients (mean 15/25) and only in one case occurred chronic cystoid macular edema with poor functional recovery.Conclusions: In our experience, the expansion of the capsular interests preoperative Nd: Yag laser technique cross was a simple maneuver, quickly and without complications. The complete removal of the IOL (dish more loops) is not always possible (high risk of breakage or disconnections capsular zonular); section of one or both of the loops followed by explantation of the optical plate only allows to realize the implant of rigid lens in the sulcus.
>> IntroduzioneAd oggi il gold standard per l’intervento di cata-
ratta è rappresentato dalla tecnica di facoemul-
sifi cazione del cristallino con conseguente im-
pianto di lenti intraoculari (IOL) pieghevole nel
sacco capsulare. Prima dell’avvento di tali IOL
PAROLE CHIAVE lenti opacate
cataratta secondariaNd: Yag laser
KEY WORDS opaque lenses
secondary cataractNd: Yag laser
21viscochirurgia1 • 2013
Valutazione dell’affi dabilità e sicurezza di una tecnica chirurgica di rimozione di lenti intraoculari in 18 pazienti affetti da cataratta secondaria
l’impianto veniva eseguito utilizzando IOL rigide
in materiale acrilico sia idrofi lo che idrofobo. La
trasparenza delle IOL impiantate durante l’inter-
vento di estrazione di cataratta è essenziale nel
recupero e nel mantenimento dell’acuità visiva
postoperatoria. Risalgono già al maggio 1999
le prime descrizioni di opacizzazione/ decolo-
razione di IOL acriliche idrofi le (lenti HYDRO-
VIEW, Bausch&Lomb, Rochester, N.Y) (Figura 1).
Studi di microscopia ottica ed elettronica hanno
dimostrato la presenza di depositi irregolari (ro-
tondi o ovoidali), in forma di microsfere trasluci-
de, sulla superfi cie anteriore della IOL (Hydro-
view e Memorylens) (Figura 2), e nello spessore
della stessa (Acquasense e SC 60 B OUV) (Fi-
gura 3), da riferire a depositi di fosfato di calcio
(idrossiapatite). Alla luce di tali evidenze ultra-
strutturali appare evidente come la tecnica di ri-
mozione delle opacità mediante procedura Nd:
Yag laser non può essere risolutiva del proble-
ma, in quanto i depositi di idossiapatite deter-
minano una alterazione irreversibile dell’archi-
tettura della IOL stessa. Per tale motivo, in questi
casi particolari, l’unica soluzione per ripristinare
la trasparenza e quindi migliorare l’acuità visiva
è la sostituzione della IOL depolimerizzata ed
opacata. La presenza della fi brosi capsulare e la
coesistenza dei depositi di idrossiapatite deter-
minano una forte adesione tra la IOL e la capsu-
la stessa, cosa che rende ragione della diffi coltà
intrinseca nella tecnica di espianto della IOL in
questi casi, con le ben note complicanze suc-
cessive all’esecuzione di questo tipo di espianto
quali rottura della ialoide anteriore, edema ma-
culare cistoide, distacco di retina, etc.
>> ObiettiviLo scopo del nostro studio è quello di presen-
tare la nostra procedura per l’espianto di IOL
opacate in pazienti sottoposti ad intervento di
estrazione del cristallino valutando la successiva
trasparenza, il miglioramento dell’acuità visiva e
la sussistenza di eventuali complicanze posto-
peratorie.
Figura 1
Hydroview
MemoryLens
SC60B-OUV
Aqua-Sense
Designs Alizarin red stain
22 viscochirurgia 1 • 2013
Luigi Mele, Giovanna Costanzo, Valerio Piccirillo, Paolo Limoli, Valerio Rao, Mario Bifani
>> Materiali e Metodi 18 occhi di 18 pazienti (di cui 12 femmine e 6 ma-
schi, con un età media di 65, 3 anni), BCVA media
1/10 (Tabella 1). Tutti i pazienti erano stati sottoposti
a facoemulsifi cazione non complicata, con impian-
to nel sacco di lente acrilica idrofi la Hydroview.
La tecnica da noi descritta prevede:
1) ampliamento preoperatorio della capsulores-
si con Nd: Yag laser tecnica a croce (interru-
zione del margine libero della ressi ad h 12-
3- 6 – 9, tecnica a contatto)
2) anestesia topica
3) incisione corneale di 6 mm, superiore
4) viscofi lling della camera anteriore e dello
spazio IOL - capsula anteriore attraverso le
capsulotomie Nd: Yag laser
5) mobilizzazione viscoguidata del piatto ottico
sulla capsula posteriore
6) sezione, ove necessario, di una o entrambe le
anse alla giunzione con il piatto ottico
7) rimozione del piatto in toto
8) neoimpianto nel solco di IOL rigida
9) sutura corneale in Nylon 10/0 a punti staccati
(Figure 4 e 5).
Figura 2 e 3
Figura 4 e 5Disegni schematici
>> Risultati Non è stata evidenziata nessuna complicanza
secondaria alla capsulotomia YAG laser. La vi-
scodissezione del piatto ottico dalla capsula
anteriore è risultata sempre agevole, rappre-
sentando inoltre le capsulotomie Nd: Yag laser
facili accessi per la mobilizzazione della lente
sulla capsula posteriore.
L’interruzione della capsula posteriore si è ve-
rifi cata in 2 soli casi; non c’è stato nessun caso
di disinserzione zonulare.
L’acuità visiva postoperatoria è aumentata si-
gnifi cativamente in 17 pazienti (valore medio
15/25); in un solo caso in cui si era avuta rot-
tura capsulare si è verifi cato edema maculare
cistoide cronico con scarso recupero funzio-
nale (Tabella 2).
>> ConclusioniTrattandosi di un evento tardivo, l’opacizzazio-
ne della IOL è “complicata” dalla formazione
di aderenze tra la IOL e il sacco capsulare, se-
condarie alla proliferazione di cellule epite-
liali capsulari. Elementi critici in tale chirurgia
23viscochirurgia1 • 2013
tabella 1 n. paziente BCVA properatoria
1 0,1 2 0,05 3 0,2 4 0,1 5 0,4 6 0,1 7 0,05 8 0,1 9 0,2 10 0,2 11 0,1 12 0,3 13 0,1 14 0,2 15 0,3 16 0,2 17 0,1 18 0,1 Media 0,161111
tabella 2 n. paziente BCVA postoperatoria
1 0,5 2 0,7 3 0,3 4 0,6 5 0,8 6 0,9 7 0,5 8 0,4 9 0,6 10 0,8 11 0,7 12 0,5 13 0,5 14 0,6 15 0,6 16 0,4 17 0,7 18 0,6 media 0,594444444
Valutazione dell’affi dabilità e sicurezza di una tecnica chirurgica di rimozione di lenti intraoculari in 18 pazienti affetti da cataratta secondaria
sono la mobilizzazione e l’espianto del piatto
ottico. Nella nostra esperienza, l’ampliamento
preoperatorio della capsuloressi Nd: Yag la-
ser con tecnica a croce è risultato una ma-
novra semplice, rapida e senza complicanze.
La rimozione completa della IOL (piatto più
anse) non sempre è possibile (alto rischio di
rotture capsulari o disinserzioni zonulari); la
sezione di una o entrambe le anse seguita da
espianto del solo piatto ottico consente di re-
alizzare il neoimpianto di nuova lente nel sol-
co con recupero funzionale attuale.
>> Bibliografia
1. Dorey MW. Proposed pathogenesis for the delayed postoperative opacifi cation of the hydroview hydrogel intraocular lens. Am J Ophthal-mol 2003, 131, 591- 598
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24 viscochirurgia 1 • 2013
Miopia elevata, chirurgia della cataratta e ipovisione. Quando operare e come operare?
Paolo Limoli1 Renzo Carpi1 Sergio Z. Scalinci2 Enzo Maria Vingolo3
1. Centro Studi Ipovisione – Milano2. Clinica Oculistica – Università degli Studi di Bologna3. Clinica Oculistica – Università di Latina – Polo Pontino
>>
RIASSUNTO La miopia elevata è una situazione complessa da un punto di visita visivo per la frequente coesistenza di proble-matiche retiniche, aberrazioni ottiche legate alle lenti a tempiali, e a interferenze legate alla precoce opalescenza del cristallino già a partire dai 40 anni. Gli autori studiano in modo retrospettivo la casistica del Centro Studi Ipovisione per valutare quali comportamenti siano potenzialmente auspicabili nel perseguire una migliore qualità della vista dopo intervento di facoemulsifi -cazione. ABSTRACTThe high myopia is a complex situation for the frequent coexistence of retinal problems, optical aberrations rela-ted to the glasses, and interference related to the early opalescence of the lens as early as age 40. The authors retrospectively studied the case histories of the Low Vision Research Centre to assess what behaviours are potentially desirable to pursue a better quality of vision after phacoemulsifi cation surgery.
>> IntroduzioneLa miopia elevata è una malattia che ha uno dei
più alti indici di rischio per cecità e ipovisio-
ne1,2,3.
Un ventenne miope di 15 D è improbabile che
possa vedere bene dopo l’età di 60 anni.
La miopia patologica o degenerativa è caratte-
rizzata da alterazioni anatomo-cliniche dovute
all'eccessivo allungamento del bulbo oculare
con conseguenti alterazioni del polo posteriore
e della periferia retinica. In questi casi il difetto
refrattivo è superiore alle 6 diottrie e la lunghez-
za assiale del bulbo supera i 26 mm4,5.
Tale allungamento infl uenzerebbe lo spessore
coroideale con conseguenze sul trofi smo reti-
nico6,7,8.
La prevalenza della miopia degenerativa varia
tra lo 0.2% e il 9.6% dei casi di miopia.
L'importanza di questa patologia risiede nel fatto
che è un'importante causa di minorazione visiva
in pazienti giovani (età inferiore ai 50 anni), negli
USA è la settima causa di cecità legale dopo i 20
anni di età, in Giappone ed in Europa la quinta2,3.
Le alterazioni che possono interessare il polo
posteriore sono essenzialmente di due tipi: di-
strofi che ed essudative.
• Distrofi che: (stafi loma miopico, rotture della
membrana di Bruch, atrofi a corioretinica, til-
ted disc syndrome, schisi foveale, pucker con
o senza foro/pseudoforo distacco di retina po-
steriore, perdita sensibilità retinica senza aree
di atrofi a)
• Essudative: (neovascolarizzazione coroidea-
le).
Questi pazienti sviluppano mediamente con
dieci anni di anticipo a causa delle diffi coltà tro-
fi che del bulbo miopico, una cataratta9.
Piccole opalescenze della lente aumentano in
modo più importante che nell’emmetrope le
aberrazioni ottiche provocate dalle lenti a tem-
piale10.
Quando poi si verifi ca una compromissione ma-
culare, la lente a tempiale non viene più sfruttata
nel centro della zona ottica ma in aree dove le
aberrazioni prismatiche sono più importanti11,12.
In genere nel miope elevato è facile trovare la
PAROLE CHIAVE miopia elevata
IOLipovisione
KEY WORDS high myopia
IOL low vision
25viscochirurgia1 • 2013
Miopia elevata, chirurgia della cataratta e ipovisione. Quando operare e come operare?
coesistenza delle situazioni suddette e si pone il
problema dell’indicazione chirurgica dell’inter-
vento di cataratta.
Molti non operano per paura di provocare dan-
ni ulteriori o pensando di lasciare un effetto in-
grandente in visione naturale. Purtroppo quan-
do il visus residuo si abbassa per la presenza
ulteriore di un cristallino opaco e il visus per
vicino scende sotto valori utilizzabili l’intervento
diventa una scelta obbligata.
Ormai è accettato che si debba impiantare in
ogni caso una IOL al fi ne di contenere il vitreo
in camera posteriore ed evitare sia trazioni vi-
treo retiniche pericolose sia impegni vitreali a
livello trabecolare13,14,15. Da qualche anno esi-
stono in commercio oltre alle lenti monofocali
anche delle lenti difrattive, che scindono la luce
in due piani focali, uno all’infi nito, l’altro a distan-
za ravvicinata a seconda del modello a 33-40
cm16,17,18,19,20,21,22.
Abbiamo dimostrato come l’utilizzo delle IOL di-
frattive possa essere accettato in casi selezionati
di ipovisione23,24,25 e dunque abbiamo ritenuto
di poterle utilizzare anche in casi selezionati di
miopia elevata.
Prescinderemo in tale sede dalla componente
retinica per concentrarci semplicemente sulla
scelta del tipo di IOL.
>> Pazienti e MetodiAbbiamo analizzato retrospettivamente 51 oc-
chi miopi elevati (sopra le 6 diottrie) operati per
cataratta e li abbiamo suddivisi in due gruppi
in base al loro residuo visivo per lontano e per
vicino. Se con la miglior correzione il visus era
uguale o inferiore a 4/10 e contemporanea-
mente il residuo per vicino era inferiore ai 12
cp abbiamo considerati tali occhi ipovedenti, se
i valori erano superiori li abbiamo considerati
non ipovedenti.
Di ogni paziente, di cui la situazione retinica
era considerata stabile in seguito a diagnostica
fl uorangiografi ca o tomografi ca, abbiamo ana-
lizzato la BCVA in Snellen e il visus residuo per
vicino con l’addizione fi siologica per l’età a T0.
Dopo la chirurgia abbiamo valutato il visus na-
turale per lontano (UNCVA) e per vicino con
addizione + 3 nei pazienti operati con IOL mo-
nofocale e senza addizione nei pazienti operati
con IOL difrattiva a T30, T90 e T360.
>> RisultatiDei 51 occhi operati 13 (25%) erano ipovedenti
con miopia media di 15,44 D, BCVA 0,08 e visus
per vicino di 48,92 cp.
I 38 occhi normovedenti o quasi normovedenti
(75%) sono stati suddivisi in ulteriori due gruppi
a seconda del tipo di impianto utilizzato mono-
focale o difrattivo.
Il gruppo trattato con impianto difrattivo aveva
una miopia media di 9,63 D con BCVA 0,46 e vi-
sus per vicino 7 cp. Il gruppo trattato con impian-
to monofocale aveva una miopia media di 11,31
D con BCVA 0,60 e visus per vicino 7,16 cp.
Per i pazienti ipovedenti la scelta è stata sempre
tabella 1
Diottrie BCVA Pts Potere UNCVA Pts UNCVA Pts UNCVA Pts preop. T0 T0 IOL T30 T30 T90 T90 T360 T360
Difrattive8
in non ipovedenti 9,63 0,46 7,00 9,69 0,68 6,00 0,79 6,25 0,83 6,00
Monofocali30
in non ipovedenti 11,31 0,60 7,16 8,81 0,90 6,06 0,91 6,27 0,94 6,00
Monofocali13
in Ipovedenti 15,44 0,08 48,92 3,92 0,16 35,62 0,17 23,33 0,15 24,75
Figura 1Il 25% dei miopi elevati avviati alla facoemulsifi cazione è ipovedente. (Limoli et Coll. Centro Studi Ipovisione Milano)
Ipovedenti25%
75%Non ipovedenti
26 viscochirurgia 1 • 2013
Paolo Limoli, Renzo Carpi, Sergio Z. Scalinci, Enzo Maria Vingolo
una IOL monofocale. In 6 casi su 13 abbiamo
optato per una miopizzazione chirurgica (com-
presa tra -1 e -3,50): la scelta di tale miopizza-
zione e della sua entità si è basata sulla possibi-
lità di mantenere l’effetto ingrandente ipotizzato
preoperatoriamente con tecnica virtuale su un
sistema ipercorrettivo più leggero (BIBLIO). Me-
diamente abbiamo registrato ad un anno un in-
cremento della BCVA e del visus residuo rispet-
tivamente dell’89,85% e del 97,67%.
Nei pazienti non ipovedenti i valori della UNCVA
e del visus per vicino a un anno dall’intervento
sono del tutto sovrapponibili nel gruppo trattato
con impianto monofocale e in quello trattato con
impianto difrattivo.
>> DiscussioneQuando la miopia elevata coesiste con una cata-
ratta la scelta di operare sia pure con la pruden-
za del caso è una scelta quasi obbligata.
La retina a prescindere dalla patologia deve es-
sere in un periodo di stabilità clinica.
Se un ingrandimento di 1 o 2 X mi aiuta a vedere
un corpo 10 possiamo pensare di utilizzare una
IOL monofocale miopizzando chirurgicamente
il paziente di un valore corrispondente insieme
ad un eventuale ipercorrezione postoperatoria
all’ingrandimento previsto preoperatoriamente: in
base alla nostra esperienza è tuttavia meglio non
superare una miopizzazione di -3 o -4 diottrie.
Altrimenti è più utile emmetropizzare il paziente
e ottenere la migliore visione per lontano doven-
do comunque ricorrere a sistemi ingrandenti
elettronici per la lettura.
È più auspicabile fare una riabilitazione visiva
in un paziente con visus per vicino di 24 cp che
con un residuo di 48 cp.
Se il paziente invece non è ipovedente e dunque
la retina è in condizioni relativamente buone no-
nostante la miopia elevata, l’uso di impianto di-
frattivo sembra essere una buona alternativa alla
IOL monofocale, considerando il visus postope-
ratorio. Il paziente non resta miope come avvie-
ne quando si opera con miopizzazione chirurgi-
ca ne perde improvvisamente la capacità visiva
per vicino, come quando si emmetropizza.
La compliance sembra essere migliore.
>> ConclusioniIl paziente miope elevato affetto da cataratta
va sempre operato nei limiti del possibile. Se il
paziente è anche ipovedente si preferisce utiliz-
zare una IOL monofocale decidendo la miopiz-
zazione chirurgica o la emmetropizzazione in
0,000,020,040,060,080,100,120,140,160,18
Snellen
1 2 3 4
Miopia e Ipovisione
Monofocali IPO (D 3,92)
0,005,00
10,0015,0020,0025,0030,0035,0040,0045,0050,00
Pts
1 2 3 4
Miopia e Ipovisione
Monofocali IPO (D 3,92)
5,405,605,806,006,206,406,606,807,007,20
Pts
Pts T0 Pts T30 Pts T90 Pts T360
Pts pre e post operatori
Monofocali (D 8,81)
Difrattive (D 9,69)
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Snel
len
BCVA T0 UNCVA T3 0 UNCVA T9 0 UNCVA T3 6 0
Snellen pre e postop
Monofocali (D 8,81)
Difrattive (D 9,69)
Figura 2La registrazione del visus a
T0, T30, T90 e 360 evidenzia un raddoppio dei residui
visivi dopo chirurgia. Il fi ne è utile dal punto di vista
riabilitativo. (Limoli et Coll.
Centro Studi Ipovisione Milano)
Figura 3La registrazione del visus a
T0, T30, T90 e 360 evidenzia un comportamento simile
nel gruppo trattato con IOL monolocale rispetto
al gruppo trattato con IOL rifrattive. Nel secondo caso c’è però maggiore indipen-
denza da mezzi correttivi. (Limoli et Coll.
Centro Studi Ipovisione Milano)
27viscochirurgia1 • 2013
Miopia elevata, chirurgia della cataratta e ipovisione. Quando operare e come operare?
base al potenziale uso del visus residuo postchi-
rurgico. Se il paziente può utilizzare solo un vi-
deo ingranditore si opta sempre per una em-
metropizzazione. La scelta dell’ingrandimento
necessario può essere supportata da un’analisi
virtuale preoperatoria. Se la miopia è elevata (in
base alla nostra esperienza comunque non oltre
le 10-12 diottrie) e la retina è in buone condizio-
ni possiamo proporre anche una IOL difrattiva
in considerazione della indipendenza da sistemi
correttivi, pur conservando le medesime pre-
stazioni funzionali.
>> Bibliografia
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28 viscochirurgia 1 • 2013
Edema maculare diabetico: case report Annunziata La Capria1 Paolo Trabucco2 Chiara Foffi 3 Enzo Maria Vingolo4
1 Unità Operativa Complessa, Oculistica Ospedale S.M. Goretti - Latina2 Unità Operativa Complessa , Oculistica Universitaria Ospedale “A. Fiorini” – Terracina3 Unità Operativa Complessa, Diabetologia Universitaria Ospedale S.M. Goretti – Latina4 Università “Sapienza” di Roma, Dipartimento di Oftalmologia; Responsabile UOC Oculistica Ospedale
S.M. Goretti – Latina
>>
RIASSUNTO Un caso di edema maculare diabetico in entrambi gli occhi, trattato in un occhio con griglia argon laser e solo osservato nell’evoluzione nell’occhio controlaterale. ABSTRACTCase report of a patient with bilateral diabetic macular edema, her left eye was treated with FAG-guided laser grid and no laser treatment was performed in her right eye.
>> IntroduzioneLa retinopatia diabetica è la principale causa di
cecità nei paesi industrializzati e si presenta nel
40% circa dei pazienti diabetici con più di 40
anni1-3; l’edema maculare diabetico è causa del
peggioramento visivo nel paziente con retinopa-
tia diabetica.
L’edema maculare diabetico è defi nito come
un ispessimento retinico entro 500 micron dal-
la fovea e/o presenza di essudati duri entro 500
micron dalla fovea con adiacente ispessimento
retinico e/o un ispessimento retinico di grandez-
za pari a un diametro papillare ed oltre, entro un
diametro papillare dalla fovea.
L’edema maculare diabetico è dovuto ad un’es-
sudazione intraretinica provocata da un danno
alla barriera ematoretinica interna4-5. All’esame
fl uorangiografi co, le molecole di fl uoresceina
diffondono all’esterno dei capillari danneggiati,
impregnando lo spazio intraretinico extracellula-
re con effetto petaliforme nei tempi tardivi in area
maculare. Il trattamento argon laser FAG-guided
rappresenta ad oggi il gold standard dell’edema
maculare diabetico, quando si verifi ca un calo
progressivo6 del visus.
>> Case ReportUna paziente caucasica di 60 anni affetta da
diabete mellito tipo 2, seguita presso la UOC di
Diabetologia Universitaria dell’Ospedale Santa
Maria Goretti di Latina, è giunta alla nostra osser-
vazione nel 2004 con il seguente quadro clinico:
BCVA (Best Corrected Visual Acuity) in occhio
destro con correzione di -0,50 cyl (100°): 10/10
(0 logMAR); il visus corretto nell’occhio sinistro
con una correzione di -0,75 cyl (90°) era di 10/10
(0 logMAR). La BCVA è stata misurata usando una
tavola di Snellen standard, e poi convertita in lo-
garitmo del minimo angolo di risoluzione (Log-
MAR). Il segmento anteriore appariva nella nor-
ma. Il tono oculare era in entrambi gli occhi di 11
mmHg, con terapia farmacologica ipotonizzante.
Il fondo oculare in entrambi gli occhi era norma-
le. Il campo visivo era nei limiti della norma. Nel
2006 la paziente viene sottoposta a fl uorangio-
grafi a per retinopatia diabetica e nel 2007 inizia il
trattamento Argon laser periferico in entrambi gli
occhi. Il visus era di 10/10 (0 logMAR) in entrambi
gli occhi.
In data 15/09/2008 con visus di 6/10 (0.22 log-
MAR) in occhio destro e di 5/10 (0.3 logMAR) in
occhio sinistro, ripete la fl uorangiografi a retinica
(Figura 1A e 1B). Esegue quindi un trattamento
laser retinico a griglia nell’occhio sinistro nell’Ot-
tobre 2008 per edema intraretinico maculare; in
seguito a questo trattamento è stato registrato un
visus di 6/10 (0.22 logMAR) in entrambi gli occhi.
Nel dicembre 2009 il visus sale a 8/10 (0.09 log-
PAROLE CHIAVE retinopatia diabetica
E.D.M.fl uorangiografi a
KEY WORDS diabetic retinopathy
D.M.E.fl uorescein angiography
29viscochirurgia1 • 2013
MAR) in occhio destro e rimane a 5/10 (0.3 log-
MAR) in occhio sinistro. Nel luglio 2010, il visus
era di 8/10 (0.09 logMAR) a destra e 6/10 (0.22
logMAR) a sinistra; l’emoglobina glicata era 6,5%.
Nel gennaio 2011, la paziente presentava un vi-
sus di 10/10 in occhio destro e di 7/10 in occhio
sinistro. A gennaio 2012 il visus era di 10/10 a de-
stra e 9/10 a sinistra. La paziente viene sottoposta
ad ulteriore indagine fl uorangiografi ca (Figura
2A e 2B).
Sulla base dei dati clinici riportati in cartella,
possiamo osservare come il visus sia migliora-
to più velocemente e in maniera più completa
nell’occhio non sottoposto a trattamento laser
(occhio destro) con griglia maculare rispetto al
controlaterale.
Il quadro fl uorangiografi co all’ultimo controllo
mostra un leakage intraretinico notevolmente ri-
dotto in entrambi gli occhi. Nelle FAG precedenti
al trattamento di griglia maculare in occhio sini-
stro si osservava leakage intraretinico con edema
maculare cistoide; nell’occhio destro si osserva-
va invece una cisti foveale.
>> DiscussioneQualsiasi intervento terapeutico in grado di ri-
durre la necessità del trattamento laser potrebbe
rappresentare un importante avanzamento nella
gestione dei pazienti con retinopatia diabetica
ed edema maculare. La patogenesi dell'ede-
ma maculare nei pazienti con diabete mellito
di tipo 2, viene correlata da alcuni autori prin-
A B
A B
Edema maculare diabetico: case report
Figura 1a 1bIn entrambi gli occhi si evidenzia un ispessimento retinico maculare con apprezzabili cisti intraretiniche che si riempiono progressivamente di colorante nel corso dell’esame
Figura 2a 2bIn entrambi gli occhi, nei tempi tardivi in area maculare si apprezza una notevole riduzione del leakage e staining intraretinico di colorante
30 viscochirurgia 1 • 2013
Annunziata La Capria, Paolo Trabucco, Chiara Foffi , Enzo Maria Vingolo
cipalmente agli alti livelli di emoglobina glicata
(HbA1c), maggiori o uguali a 8.0%, essendo lo
stato del controllo glicemico rapportato ai valori
di HbA1c7,8, altri hanno riscontrato un'associazio-
ne con l'ipertensione arteriosa e la nefropatia con
proteinuria9,10,14,15 e colesterolo totale9,12. Nello
studio condotto da T-H Chou e coll, è stato os-
servato che, in pazienti con valori di emoglobina
glicata superiori ad 8%, lo spessore maculare era
aumentato; ciò era perfettamente in accordo con
quanto descritto da Moreira e coll11.
La paziente da noi osservata è stata sottoposta a
controlli periodici di emoglobina glicata e cole-
sterolo presso l’ambulatorio di diabetologia del
nostro ospedale con riscontro, negli ultimi 4 anni,
di valori di emoglobina glicata ≤7% e di coleste-
rolo totale diminuito da 213 a 166 mg/dl.
Recentemente alcuni Autori hanno dimostrato
che un intenso controllo glicemico in grado di
mantenere i valori di HbA1c minori di 6.0% in
pazienti con diabete di tipo 2, ha come risultato
statisticamente signifi cativo, una riduzione della
micro e macroalbuminuria, mentre non c'è stato
nessun effetto signifi cativo sull'incidenza e pro-
gressione della retinopatia, neuropatia e nefro-
patia; inoltre è stato riportato un aumento dell'in-
dice di massa corporea, un'aumentata frequenza
di grave ipoglicemia e di mortalità riferibile alla
malattia cardiovascolare12. Pertanto, valori di
>> Bibliografia
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emoglobina glicata ≤7 potrebbero essere consi-
derati un target metabolico ottimale.
In un recente studio condotto nel 2012, è emerso
che i livelli di colesterolo totale e di LDL erano
signifi cativamente più elevati nei pazienti con
edema maculare diabetico e che era presente
un’associazione tra l’emoglobina glicata e il pro-
fi lo lipidico; gli Autori hanno concluso che l’emo-
globina glicata e il colesterolo totale sono i più
importanti fattori di rischio associati con l’edema
maculare diabetico nei pazienti con retinopatia
diabetica non proliferante13. Già Benarous et al.,
nel 2011, avevano trovato elevati livelli sierici di
lipidi in pazienti con stadio avanzato di edema
maculare diabetico10.
La nostra paziente ha presentato una signifi cati-
va riduzione dei livelli di colesterolo totale negli
ultimi anni; pertanto un controllo metabolico ade-
guato si è dimostrato più effi cace per l’occhio de-
stro, rispetto al trattamento con griglia maculare,
effettuato nell’occhio sinistro.
In conclusione, potrebbe essere auspicabile, in
questi pazienti, eseguire studi clinici regolari
nel tempo per stabilire la reale effi cacia di un
attento controllo metabolico come principale
gold standard per il trattamento delle compli-
canze della malattia diabetica, con focalizza-
zione e vantaggi anche sulla evoluzione della
retinopatia diabetica.
LE VISCO INTERVISTE
31viscochirurgia1 • 2013
Intervista al Dottor
Carlo Orione
<<
“Anche io Signora ne soffro e la capisco! Immagini quando me li trovo davanti mentre opero …”Così spesso rispondo ai pazienti che si lamentano di corpi mobili non patologici durante un pomeriggio di lavoro.E così, prescrivo loro quegli integratori che agiscono sul metabolismo vitreale, sperando che li aiutino. In effetti, il problema è reale, ma esiste una soluzione parachirurgica, laser, che da tempo è sul mercato. Ellex anni fa ha realizzato uno YAG laser per questi trattamenti vitreali. E a giorni introdurrà sul mercato una seconda serie di YAG migliori e più sicuri.Abbiamo rivolto a Carlo Orione, Responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica presso la Clinica Villa Igea di Acqui Terme che vanta un’esperienza di diversi anni con questo strumento, alcune semplici domande.Sentite, anzi leggete, la sua opinione.
Vittorio Picardo
VISC
OC
HIRU
RGIA
nello di Weiss, di natura ialina, risponde mol-
to bene a questo tipo di trattamento.
− La Delocalizzazione che si effettua interrom-
pendo in alto i sottili fi lamenti che tengono
in posizione il fl oater, cosicché questo cada
in basso e non interferisca più nella visione.
− L'Assottigliamento che, invece, si pratica
quando i fl oaters sono multipli, fi brosi e più
diffi cili da vaporizzare. Si possono eviden-
ziare anche un centinaio di corpi mobili, ma
non è opportuno trattarli completamente per
evitare facili intuibili complicanze.
I parametri di settaggio dipendono dalle ca-
ratteristiche del laser che si utilizza e dalla
consistenza, forma e posizione dei fl oaters
nel vitreo; più il CMV è lontano e più poten-
za è necessaria per vaporizzarlo. Solitamente,
con il laser che ho in uso, inizio con 3 mJ ed
aumento la potenza sino a quando ottengo il
breakdown.
Si possono utilizzare 1,2, o 3 impulsi in contem-
poranea con gli attuali laser.
Sicuramente è saggio utilizzare la minor poten-
za possibile atta ad ottenere il risultato voluto.
I corpi mobili sono un problema che afflig-
ge la popolazione miope e non. Le terapie
mediche aiutano, ma non riescono com-
pletamente. Oggi, anzi da qualche tempo,
abbiamo però uno YAG laser …
Scott Geller, che mi ha insegnato molto sia nel
suo “Eye Floaters Center” in Florida che quan-
do è venuto a trovarmi in Italia, tratta i CMV
con lo Yag Laser da 25 anni e, sia in USA che in
Europa, vi sono colleghi con molta esperienza
in questo campo. Ho parlato con molti di loro,
ed ho studiato sul libro che ha pubblicato John
Karickoff prima di iniziare a trattare i primi pa-
zienti. La curva di apprendimento è lunga e
diffi cile, ma, anche se sono solo 3 anni che ho
iniziato ad eseguire i primi trattamenti, i risultati
sono soddisfacenti.
Che tecniche di trattamento esistono e che
parametri di lavoro si adoperano?
Principalmente si utilizzano 3 tecniche:
− La Vaporizzazione che consiste nel colpire
direttamente le fi brille che formano i corpi
mobili con il laser trasformandoli in gas. L'A-
LE VISCO INTERVISTE
32 viscochirurgia 1 • 2013
A breve ci sarà una nuova unità YAG.
Dove le novità?
La principale novità di questo laser è quella
di essere stato pensato e costruito anche per
trattare i CMV.
Queste le principali caratteristiche:
1) una nuova tecnologia che permette di ot-
tenere la stessa onda d'urto sul fl oater con
livelli di energia più bassi e con meno colpi
rispetto ad altri sistemi (breakdown ottico, in
aria, di circa 1,8 mJ rispetto ai 3-4 mJ degli
altri laser);
2) sistema di focalizzazione a 2 punti che migliora
la precisione di applicazione, assicurando che
venga colpito solo il bersaglio e non i tessuti
vicini, con maggior sicurezza per cristallino e
retina; (qui si può inserire il disegno che ti ho
mandato con i due punti che diventano uno)
3) la lampada a fessura offre una perfetta co-
assialità visiva facendo convergere la vi-
sione dell'operatore, l'illuminazione di de-
stinazione ed il fascio di trattamento focale
lungo lo stesso percorso ottico con messa a
fuoco sullo stesso piano. L'illuminazione co-
assiale è ulteriormente resa possibile dallo
specchio retrattile progettato per spostarsi
velocemente dal percorso laser quando si
aziona il colpo, permettendo alla torre di
illuminazione di essere utilizzata coassial-
mente, oltre alla tipica posizione fuori asse,
fornendo così un'illuminazione ottimale del
vitreo;
4) il singolare profi lo del fascio gaussiano ed il
tempo di salita veloce consentono di tagliare
Schema delle modalità di trattamento con: (a) lente a contatto, (b) aiming beam, (c) cono di energia, (d) fl oater vitreale, (e) apice del cono di energia, (f) l'area di dispersione dell'energia laser.
LE VISCO INTERVISTE
33viscochirurgia1 • 2013
il tessuto in modo più effi ciente, con meno
colpi e minor accumulo di energia, ottenen-
do così una riduzione del rischio di effetti
collaterali tra cui l'aumento della pressione
intraoculare;
5) con una velocità mai raggiunta sino ad ora,
fino a 3 scatti al secondo (3 Hz), questo
laser consente, infine, di eseguire i tratta-
menti in modo rapido ed efficiente, facili-
tando la vaporizzazione anche di floaters
molto mobili;
Sicurezza ed efficacia sulla base della
esperienza tua ed internazionale
Esiste uno Studio di ricerca formale sull’effi cacia
e la sicurezza del trattamento dei corpi mobili
con lo YAG laser che è stato condotto dal Dott.
Karickoff. Sono stati seguiti 200 pazienti in un
anno. Questo studio, certifi cato dalla U.S. Food
and Drug Administration ed eseguito con le linee
guida della FDA e sotto la supervisione dell’Inter-
national Review Board of INOVA Fairfax Hospital
in Virginia (USA), ha dimostrato un rischio non si-
gnifi cativo di questo tipo di trattamento. I Risultati
sono stati: successo nel 95% dei pazienti e nes-
suna complicanza signifi cativa. Numerose altre
pubblicazioni internazionali confermano questo
risultato mentre la semplicità del trattamento la
dimostreremo in occasione del “V Internatio-
nal Ophthalmic and Ophthalmoplastic Training
Courses”, che si terrà il 6-7-8 Settembre all’Isola
d’Elba dove Scott Geller eseguirà un trattamento
in diretta con questo nuovo Laser.
Per questo tipo di trattamenti è stato realizzato un
apposito consenso informato.
Grazie Carlo per la tua cortesia.
Essere aggiornati anche su questa tecnologia
sarà utile per tutti, noi e i pazienti.
Vittorio Picardo
Focusing system
Unità Ultra Qa Microsurgical YAG Laser