Vis a Vis 4.2014 - Volti e storie dalla terra delle acque Viserba di Rimini

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Volti e Storie Dalla Terra Delle Acque N.4 - MAGGIO 2014

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L’Ippocampo, Laboratorio Urbano della Memoria, con sede a Viserba, è un’associazione di volontariato nata nel febbraio del 2010 con lo scopo di salvaguardare e valorizzare la storia e la cultura del suo territorio favorendo lo scambio e la relazione fra le persone che in esso vivonoed operano. Il lavoro finora svolto è raccolto nel sito www.ippocampoviserba.it

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Volti e Storie Dalla Terra Delle Acque

N.4 - MAGGIO 2014

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3| SOMMARIO

cover Vis a Vis_4.indd 3 27/05/14 15:04

•Supplementoa: ChiamamiCittàN.730del21/05/2014 acuradell’AssociazioneIppocampoViserba LaboratorioUrbanodellaMemoria tel.0541735556 [email protected] www.ippocampoviserba.it

•Direttoreresponsabile:StefanoCicchetti

•Progettocreativo,contenuticulturali, serviziefotod’epoca: AssociazioneCulturaleIppocampoViserba Presidente:PierluigiSammarini

•Direttoreeditoriale: MarziaMecozziAUDIOTREs.r.l.-Rimini

•Caporedattore:MariaCristinaMuccioli

•Responsabilecommerciale:RuggeroTestoni

•Ufficiopromozionale:NereaGasperoni, PaoloMorolli

•Fotografi:Angelini, collezioniarchivioIppocampo,Paritani, GrazianoVilla

•Progettograficoeimpaginazione: RosaliaMocciaAUDIOTREs.r.l.-Rimini

•Stampa:LaPievePoligraficaEditore VillaVerucchios.r.l.

•Hannocollaborato:SilviaAmbrosini, RobertoDrudi,NereaGasperoni, MariaMarzullo,ManlioMasini, MarziaMecozzi,MariaCristinaMuccioli, FrancescaPerazzini,ClaudiaProtti, PierluigiSammarini,RuggeroTestoni

•Chiusoinredazioneil26/05/2014

Vis a Vis periodico semestraleAnno III - N.4 - MAGGIO 2014

5EDITORIALE

Lanotteportaconsiglio

6NOTIZIE E DINTORNI

‘SeidiViserbase...’

Festadelleacqueilgrandeabbraccio

14PAGINE DI STORIA

Ilcunicolodiaccessoallastazione

LeoSanti,l’autistadeltenore

20SPECIALE VETRINE DI IERI E DI OGGI

Lapiazza,mercatodellacittà

L’edicolanteconlapassione perilteatro

Ilfotografodellamovidaviserbese

Ilparrucchieredellesignore

Mezzosecoloinbluejeans

‘LaFonte’dabottegaaSuperstore

50CURIOSITÀ E TIPICITÀ

SognidiSabbiaricordidimare

54PERSONAGGI

Sfumaturediluceneidettagli dellarealtà

‘Fioredimaggio’sopraunoscoglio diViserbella

CarloArdini,maestroepoeta

Buoncompleannononno

66PROSPETTIVE

Inuoviquartieriamontedellaferrovia

Viserbavistadall’altalena

74SPORTIVI DI CASA NOSTRA

Dallaterraalleacque

L’IPPOCAMPOSfoglialarivistaonlinesuwww.ippocampoviserba.it

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32

20

50

Incopertina:

Alvaro Angelini Mirella Ravagli

Carlo Alberto Bianchi Fernando Gualtieri

Claudia Silvi Marcello Sivieri

Maria Zanzani Crociati Giuseppe Bellavista

Rossana Ardini

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5| EDITORIALE

La notte porta consiglioMi capita spesso di lavorare la notte... anzi spessissimo. E quando, a nottefonda,rientroacasadaunincontroperlanostraViserbaodaunincontrodell’Ippocampo,mipiaceguardare lacittàcongliocchidel ladro.Scusate,nonvorreiscandalizzarenessuno:intendodirecherubocongliocchiecolcuoreidettaglidellecose,osservoleportechiuse,levetrinebuie,imarciapie-disbroccolati,icampanelli…enelsilenziodolceeprofumatodellaprimave-ra,immaginoilmattinodopoeilrisvegliodelleattività.Unrisvegliodiversoperognietàdellanostrastoria.Portoniieriesaracinescheoggi,iericarrieoggipulmini,unformicoliodiscretoprimaesemprepiùbrulicantepoi,rumoriepuzzedianimalirecalcitrantiuntempoedoggiquellideimezziindivietodisostaochebloccanolastradaancoradeserta…esopraatuttil’odorebuonodelpanecheavvolgedonneeuominicheinizianolagiornata:innegozio,inalbergo,nellostabilimentobalneare.Illavoro,piùomenolostessodisempre,chec’eraecheoggimancaoèincerto,disicuroun’incognitaperinostrifigli.Chesconquasso inunsecolosoltanto!Nellenottidi lavoroe senzasonno,dunque,sperosemprechelanuovaalbasiaquellagiusta,riccadiprofumatenovitàeloauguroatuttigliuominieledonnedibuonavolontàchesannocos’èlafatica.Noi,conspiccatosensostorico,cicrediamo,eandiamoavanti,anzi, inquesto ricconumerodiVisaVis, ilquarto,dedicatoallevetrinediieriedioggi,parliamopropriodituttalavogliadifarecheilnostroterritoriohasempremanifestatoe lo facciamograzieanchealcontributosemprepiùfattivodivoichecileggete.Chil’avrebbemaidettochecisarebbestatalafilaperportarelapropriatestimonianzasuquestarivista!Esserciperraccontare,manifestarsiperincidereevalorizzareilproprioquotidianoealcontempolacomunestoria.Nonpossiamoaccontentaretuttisubito,peroggettiveragionidispazioeditemiaffrontati,mavedreteche,coltempo,saremoingradodiraccogliereepresentarealmeglioognirisvoltodellanostrastoria.

Il ringraziamentopiù sentito va a tutti gli inserzionisti per aver condiviso esostenutolapubblicazione,senzaillorocontributoVisaVisnonesisterebbe!e, per il preziosocontribuito chegenerosamente ci offre, lo storicoManlioMasini;lasua‘noterella’sulsottopassodellastazioneèunaffascinantespac-catostoricochedobbiamoancheleggerecomemetafora:lavogliadiarrivarealmare,diraggiungerelapiazzacoisuoisapori,isuoiprofumi,lesuestradeassolatelesueattivitàcommerciali,gliincontri,l’accoglienzadeiresidenti,lafestael’amicizia,quellachenascenell’attesadiunacquistoinunabottegaodalparrucchiere,all’ombradiunbarsullaspiaggiaodentrolahalldiunalbergo.LeggetesereniquestoVisaVisechelesuestorieaccompagninoan-chedurantelanottechi,comeme,insonnelavoraperrendereisognirealtà.BuonaEstateatutti.

Pierluigi Sammarini - presidente Associazione Ippocampo

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6| NOTIZIE E DINTORNI

Si è svolta il 10 e l’11maggio la dodi-cesimaedizionedell’InternationalBeachTchoukballFestival,manifestazionespor-tiva che ha consolidato il suo successoanno dopo anno e che porta a Rimini

squadredatuttoilmondo.Dopoilcam-pionato europeodel 2003 seguitodallaprimaedizionedelfestival,lacittàhadaalloraospitatoogniannoquestoevento.LespiaggediViserbahannopredisposto

quest’annoventicampisuiqualisisonosfidati1300giocatoridivisiin150squa-dremiste,ovverocompostedaragazzeeragazzi,provenienteoltrechedall’Italia,daSvizzera,Francia,GranBretagna,Ger-mania,Austria, RepubblicaCeca,Dani-marcaePolonia.Nonsonomancatiglieventicollateraliaitornei,tracuilacacciaaltesorofotogra-ficaapertaatuttiTchouk-aconpartenzadall’HotelRomaSpiaggia, laFestadellaBirrapressoLaTavernettaSulmaree lafesta in spiaggia Tchoukball Fluo Partycon discoteca presso il Bagno Marina-grande-BarDune.

I big del Tchoukball invadono Viserba

Il gruppo degli organizzatori; in prima fila da sinistra,

il presidente Chiara Volontè

Tre eventi in un ricordo

Dal18al31maggio,treiniziativerendonoomaggioaElioPagliarani,ilpoetariminesescomparsonel2012cheaViserbahavis-sutotantiannidellasuavita.Il primodegli appuntamenti è datato do-menica18maggioesisvolgeaRivabellasulla spiaggia antistante la PensioneVillaManzi in Via Toscanelli nell’ambito delciclo d’eventi Riverside. Si tratta dell’o-maggioalpoetaconlaletturadelsuoca-polavoro “La ragazza Carla”, con SoniaBergamasco e musiche originali eseguitedalvivodiTehoTeardo,guestJoeLally.ElioPagliarani,giàprotagonistadellascenalet-terariadelsecondoNovecento,-diceIrinaImolaassessoreaiservizigeneralidelCo-munediRimini-hasaputorecuperarelesueelenostreradici,precorrendoitempi,mettendo in versi un’umanità subalternastraziatadallamassificazionechegiàafineanni’50egliintravedeva,attraversolasuasperimentazione linguistica”. A seguire,venerdì 30maggio, aViserba, la cerimo-

niadiintitolazionedelpercorsopedonalededicato al poeta a cui parteciperà, oltreall’assessore Irina Imola, lamoglieMariaConcetta Petrollo scrittrice e direttrice diimportantiBiblioteche.Unpercorsopedo-nale,quellochesaràintitolatoaPagliarani,paralleloavialeBolognaevialeGaetanoGenghini,moltoprossimoallazonadoveilpoetahavissutonegliannigiovaniliedoveancoravisirecavainvacanzaconlafami-glia.UnluogodovemoltovivoèilricordodellapresenzaedellepasseggiatedelPoe-taversoilmare.Infine,sabato31maggio,alLiceo“A.Serpieri”diViserbasiterràlacerimonia d’intitolazione della bibliotecascolasticaaElioPagliarani: “ElioPagliara-ni:un serpierino straordinario” -Percorsografico-poetico-Elaborazionivisive,instal-lazionie letture,con lapartecipazionedistudenti, docenti, genitori, rappresentantidiIstituzionilocalieUfficioScolasticoTer-ritoriale,l’assessoreIrinaImola,elamogliedelpoetaMariaConcettaPetrollo.

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Festa delle acque Il grande abbraccio

“SelaFestadelleAcque2014sidovesseriassumereinqualcosa,chesiaunverboounaparolaounpensieroounoscattooungestosarebbequesto:ungrandeab-braccio.” Con queste paroleMattiaMo-rolli, responsabile e coordinatore dellamanifestazione inprogrammapersabato7 giugno, racconta la seconda edizionedell’eventocheaprel’estateviserbese.“Infatti cos’è, se non un abbraccio, por-tare nella festa la zona industriale - chequest’annocompie30anni - con le sueaziendeeisuoimestieri,lazonaPeepconisuoiprimi10annidivitaequattromilaecinquecentostoriedineoviserbesi,nel-lazonastoricadiViserba?Ecomealtrosipuòdefinire il lavorodicoloroche,conla generosità del paleontologo, cercanoditesserelastorialocale,comel’associa-zioneculturaleIppocampo,insiemeaunaforza d’urto telematica quale quella delfenomeno “Sei diViserba se...”? Eccolo,il grande abbraccio.”Un gesto, dunque,ancorapiùgrandeperchéilpubblicocheinterverràallafestatroverà:attività,azien-de e negozianti, tutti insieme nella seradi Festa. “Quella sera si fa festa alla Fe-staebasta.–prosegueMorolli-Quindisi

ballerà,dalliscioalbeatdeigiovanissimibeatboxer,dalpopanni80airitmiosses-sivideidj;dallefotoallemegabolle,dalrockaibikers,dallatortaalgelatospecialefinoallapiadaealsardoncino;dallanon-naalnipote,perchéc’èunritmoperognigusto, per ogni età…Chiuderemo con ifuochi d’artificio di Scarpato e con una‘sorpresa’.Altronondico,perchévarràlapenaessercipervedereconipropriocchi!Infine lo spazio“futuro”,coiprimi segnidiriqualificazioneperViserba:dalgrandeinterventofognarioalnuovopontediviaColettifinoalcompletamentodiviaSozzi;elementichediconoche,oltreallaFesta,c’èundomanipositivoperiviserbesi.Rin-graziola“squadra”chedaseimesilavoraperrealizzarelaFestadelleAcque:ChiaraFrancesconi,ClaudiaeValeriaSivieri,Ni-colaSammarini,NicolaSerafini,Raimon-

7| NOTIZIE E DINTORNI

Manifesto della seconda edizione,realizzato da Nicola Sammarini e Valeria Sivieri

do, Loredana, Enrico e MonicaMorolli,Paolo Morolli, Maria Cristina Muccioli,DaniloVienna,ClaudioCit, RobertoVo-lanti, LucaNadiani, ilComitatoTuristicodi Viserba, Ippocampo, don Aldo, donGiulianoe...Viserbaeiviserbesielaloropassione.” 7 giugno 2014.Venite vestitidiazzurroeportategliamici;Viserbaviaspettaconungrandeabbraccio.

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8| NOTIZIE E DINTORNI

Dal Trentinoal mare

Abitarealmare,aViserba,èunasceltadivitaedilavorochealcuniattualiresidenti,provenientidadiversecittàd’Italia,hannofatto.MaddalenaZendrinidiprofessioneparrucchieraèunodiquesti.Maddalenaè arrivata aViserba nel 1975 dalla pro-vincia diTrento come stagista presso unparrucchierediTorrePedrera.Terminatoilperiodoestivo,lagiovanetornaacasaperterminareglistudiediplomarsi,malavitadellariviera,icoloridellasera,labrezzamarina,lerimangononelcuoreeperaltreestati i viaggi si rinnovano, fino al 1979quando il datore di lavoro le chiede dirimanereancheper ilperiodo invernale.

Golosità tradizionali e vegane

Silvia Sangiorgi e Emiliano Boga sonounacoppianonsolonellavitamaanchesullavoro,piùprecisamentenellorone-goziodigastronomiaconpiadaecassonichesitrovanellazonadiViserba,inpiaz-za fratelli Rosselli, vicino alla vecchiacorderia.Nel2012,pensareaduna im-presa,anchese‘piccolina’civuoledav-verouncoraggioavventurosoedèquelloche ha animato Emiliano, diplomatosiallascuolaalberghieraconildesideriodiunaattivitànelcampodellagastronomia.Silvia si ritrova così sottoposta a corsiacceleratiecostantidicucina,tenutidaEmiliano.Che fatica,maanche:chedi-vertimento!“L’accoglienzadeiresidentièstataottima.-raccontaSilvia-Lazonaè

ancoracarenteneiservizimaconlosto-ricobar,lanuovafarmacia,l’ambulatoriomedico,latoelettaturaperanimaliedunampio libero parcheggio, ci sono pro-spettive.Noi ci abbiamomessodel no-stro, presentiamo mediamente quarantaspecialitàdipiadeutilizzandoprodottidi

stagioneedelterritorio.Serviamoinoltreunaclientelavegana,pescatodelnostromareinfrittura,primipiattiespressie,suprenotazione,lasagnefatteincasaepiz-zaaltaglio.”Carilettori,noncirestacheandareatrovarli!

Il lavoro annuale, rispetto a quello sta-gionale leconcedepiùspazio,amicheeclientiaumentano,laconoscenzadiluo-ghiepersonesiampliaeaViserbanellagelateriadellapiazzettaDossichealloraeradiCarloRossi,conosceilfuturocom-pagnoGiancarloCasadei(lafamigliage-stisceinconcessioneunafettadiarenile).MaddalenaeGiancarlonel1982apronoilloroprimonegozioinviaMarconinel-lo stabile che ospitava anche le scuole.Giancarlo, appassionatosi al lavoro del-lamoglie,abbandonal’attivitàestivaesiritrovaancheluiparrucchiere.Nel1993,graziealsuccessoeall’esigenzadiingran-dirsi,sicambiasede.Iltrasferimentoènel-laadiacentepiazzettaDossiche,destinovuole, facevadasfondonella loroprimafotoingelateria...

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Investire sulla… bellezza

Èneimomentidi crisi che lacreatività,l’ingegno e il coraggio possono fare ladifferenza. La giovaneClaudia Silvi, vi-serbese‘doc’,èunagiovaneimprenditri-ceditalentocheharecentementeapertonellazonaartigianaleilsuonuovostudiodiestetica,Dea.Dopoessersidiplomataestetista,Claudia iniziaa lavorarecomedipendentepressoalcunistudiecentridiestetica; negli anni affina le sue qualitàeinfineildesideriodicreareunaattivitàtutta sua. “Fare l’imprenditrice, quandoeropiùgiovanemispaventavaunpo’-di-chiara -Poi è successoche,duranteunweekend, fra un panino ed una risata,unalungachiacchierataconunasignoramihafattointravedereunapossibilitàim-prenditorialeinaspettatanellamiaViser-ba.”Oggi, grazieaquellachiacchieratadi primavera, in via Peppino Impastato,nella nuova zona artigianale diViserbaquellachecorreparallelaallaviaPopilia(moltecartetopograficheneanchelatrat-teggiano) c’è il centro esteticoDea cheoffreipiùavanzatimetodi,trattamentieconsulenzaestetica.

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10| NOTIZIE E DINTORNI

Diritto al gioco su Facebook

Dirittoalgioco,comesancitodallacon-venzioneinternazionalesuidirittidell’in-fanzia. “Parchi con giochi accessibiliper tutti ibambini”, lapaginaFacebookapertadaClaudiaProtti (vediarticoloapag.70)eRaffaellaBedetti,inpocopiùdiunmeseharaccoltoquasi4.000ade-sioni.Eccocosascrivonoledueamicheviserbesi. “Siamo Claudia e Raffaella,duemammeditrebimbi:SamueleeCri-stian,(duediavolettidi6anni),eMattia(piccoloarrampicatorefolle).ViviamoinRomagna,zonadovenonesistonogiochiaccessibiliabambinicondisabilità.Tan-tiparchi,alcunidavverobelli,altripococurati.Maconincomuneilfattodivede-re installatigiochisoloperbambinichesonoingradodiarrampicarsi,correreve-loci,vedereesentire.Aquandoqualche

gioco,magariinsostituzionediunorottoe/o usurato? I bambini con disabilità diRimini,Viserba, Santarcangelo e dintor-nivoglionoavereparidirittialgiocodeiloroamicichepossonomuoversilibera-mente.NellapaginaFacebook‘Dirittoal

gioco’parliamodeiparchi inclusivicheesistonoinItaliaeall’estero,digiochiac-cessibilieprogettiasostegnodeldirittoalgiocopertutti ibambini.Cidateunamano a condividere la realtà del parcopertutti?”

Crescerecon lamusica:una scuolapertutte le età.Daqualchemese aViserbaè stata inaugurata una nuova scuola dimusica,consedepressoilTeatroEdimardi via Mascagni 6, in zona Sacramora.Durante un affollato Open Day, il 6aprile,sisonopotuticonosceregliinse-gnanti e leattivitàproposte: lametodo-logia e gli indirizzimusicali. I corsi, dicantoedistrumento,sonodivarilivellieperallievidiognietà.Lascuolaviser-beseègestitadall’associazioneculturale“Distretto della Musica Valmarecchia”,cheda circadue anni opera sul territo-riodellaprovinciadiRiminicondiversesedi (Bellaria, San Leo, San Clemente,Novafeltria,Pennabilli,Riccione,Monte-scudo), dove gestisce scuole dimusica,concorsi particolari ancheperbambinidaitreannidietàutilizzandoilmetodoRusticucci. L’associazione, con i suoi

Scuola di musica all’Edimar

trenta insegnanti, sioccupaanchedellapropedeuticainnidiescuolediognili-vello.Inoltre,èconvenzionatapericorsipre-accademici con gli Istituti Superioridi StudiMusicali “G.Lettimi”diRiminieG.Verdi”diRavenna.“Lanostrascuo-laèadampioraggio-spiegaildirettorePasqualeMontuori-malasedeviserbesesi caratterizzaper lamusicamodernaejazz, inquantogli insegnantiprovengo-no dalla formazione accademica nellamusicajazz,conannidiesperienzacon-solidatanelliveeconcertismo.”OltrealMaestroMontuori,insegnantedibatteria,faranno riferimento alla sede delTeatroEdimaraltri settedocenti:LucaAngelici(basso),AndreaBrugnettini (orientamen-toallostrumento),DennyBusi(chitarra),SimoneMigani (violino),ManuelaPrioli(canto),MichelaPrioli(propedeuticamu-sicale),LucaQuadrelli(sax).

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Sinergie che trasformano un limite in risorsa

IlpontediviaColetti,arteriafondamen-taledicollegamentoviamarefralazonanorddiRiminieMarinaCentro,èinfasedi ricostruzione.Mentre i nostri concit-tadini stanno seguendo con curiosità egrandespiritodiattesailavori,avvertia-moigentiliospitiche,dovendoraggiun-gereilcentrocittà,potrebberoincorrerein qualche disagio.Tuttavia, per fare dinecessità virtù, i comitati turistici di Ri-vabella e SanGiuliano, insieme, hannocreato una sinergia di intenti con unarilevanza socioculturale ed economicaper i residenti e per le attività in segui-toallachiusuradelponte.LapresidentedelcomitatodiSanGiuliano,GiovannaSalvatori,eilpresidentedelcomitatodiRivabella,CristianCensi,hannopresen-tatol’evento“Margherita,elisirdiprima-vera”chesièsvoltocongrandesuccessodi pubblico: alimentazione, agricoltura,ambiente ed ecologia, concerti, spetta-coliefuochid’artificiohannoallietatoilweekenddiPasqua.Inoltreèstatoattiva-to con45 giorni di anticipo il traghettopercollegareleduespondedelfiumeelimitarecosìidisagirelativiallaricostru-zionedelponte.Questoèstatoilprimodi una serie di eventi che si terranno aSanGiulianoeRivabellaecherientranonel programma del Comune di Riminidaltitolo“Rimini-Riverside”,arte,perfor-mance,concerti,spettacoli,gastronomia,daSanGiulianoaRivabella,dall’Ausaalmaretramaggioegiugno2014.Acolle-gareledueareeilnuovoponticellope-donaledalqualepertuttal’estatesipo-trannoosservareilavoridicostruzione.

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12| NOTIZIE E DINTORNI

Un bel progetto per Viserbella

HaquasiventinoveanniStefanoBenaglia,recentemente nominato presidente delComitatoTuristico diViserbella. Stefano,che succede a Guerriero Bernardi, è fraquei giovani che, con impegno ed ener-gia,sistannoaffacciandooggisullascenasociale ed economica con la volontà el’obiettivo di dare un contributo moder-noenuovalinfaallosviluppodelnostroterritorio. “Ho accettato questo incaricosostenuto dalla fiducia di tante persone,-dichiaraStefano -alcunediquesteorasono consiglieri e membri attivi del co-mitatocheècostituitodatantivolontari.Livoglio ringraziarepubblicamente,per-chésenzadilorotuttoquellocheèstatofattoeche faremo,non sarebbepossibi-le.Ilmeritodelleiniziativeèdadividere

contutti imembrideldirettivochesonoLuca,Davide,Maurizio,MarcoeDaniele.Ciaccomunal’amoreperlanostracomu-nità e il fatto che insieme ci divertiamomoltissimo. Durante l’inverno abbiamodedicatomolteenergiealdialogoconlapubblica amministrazione, proponendoprogetti che saranno realizzati, speriamoinbrevissimo tempo.Tuttoquesto lavorospero sia servito per ricreare quell’uni-tà che aViserbella è mancata per moltianni. I progetti per la riqualificazione evalorizzazionedelnostroterritorioedel-lanostraculturasonotanti,anchegraziealcontributodelnostromuseoE’Scaion,che ci sta supportando in tutte le nostreiniziative.Vogliamo aumentare il nume-ro degli eventi, che quest’anno sarannopiùdiquaranta,mantenendoinalteratalaqualitàdellefesteelaquantitàdidiverti-mentodaoffriresiaainostriospiti,cheainostriconcittadini.”

‘Sei di Viserba se...’ SuFacebookcisiincontra,cisiritrova,siscambianoopinioni,nasconodibattiti…èdavvero lanuovapiazza,virtuale,di tut-

ti.Daqualchetempo,l’identitàlocalehagenerato il fenomeno ‘Seidi…se…’eaViserba la pagina non poteva mancare.

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Oltre1760membriattuali,dicuiiprimimilleiscrittinelgirodiunasolasettimanaemigliaiadipostpubblicatiinpochimesi,confoto,battuteinitalianoeindialetto,citazioni di luoghi e personaggi, ricordicomuniechipiùnehapiùnemetta!LafondatricedelgruppoèLetiziaNerigiova-ne studentessauniversitariacheha trattol’ideadallapagina‘SeidiViserbellase…’cheasuavoltafacevapartediunaseriedigruppilocalidiffusasiconlavelocitàdellalucesulsocial.Nonèsoloun’operazioneche riguarda la memoria, ma soprattut-to una volontà dimettere in comune lapropria storia perché anche le cose piùsempliciequotidiane,comeipensierioiricordiscrittidigettopossanononandareperdute.Conl’auguriochequestobelluo-god’incontropossacontinuareadessereuno dei nuovi punti di riferimento dellastorialocale,invitiamochiancoranonhaaderito alla pagina a iscriversi o visitare‘SeidiViserbase…’

Nella pagina a fianco, Stefano Benagliapresidente Comitato Turistico di Viserbella

Sotto, gruppo iscritti alla pagina Facebook“Sei di Viserba se...” e l’ideatore

e amministratore Letizia Neri

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Il cunicolo di accesso alla stazionedi Manlio Masini | foto archivio Ippocampo

Le tre “strade” che dalla ferrovia conducono al mare. Noterella d’inizio secolo.

14| PAGINE DI STORIA

Il 10 gennaio 1889 è inaugurata lalineaferrataFerrara-Ravenna-Rimini.Quel giorno, per la prima volta, unconvoglioferroviariosostanellabor-gata diViserba, minuscola frazionedelComunediRiminicon710abi-tantisparsiperilcontadoe86con-centrati nel caseggiatoubicato sullastradaRomea.Ilbinarioseparailter-ritorioviserbeseindueareedistinte:quellaamontedellaferrovia,dovesitrovanoilvecchiopaeseelafilanda,equellaamare,unastrisciadisabbiasfiguratadasecolidiabbandono,ric-

cadicannetievegetazioneselvatica.La Stazione ferroviaria si colloca alcentro di un ipotetico percorso ret-tilineo che dall’opificio conduce almare(grossomodoleodierneviePa-oloMarconi,untempoviaCorderia,eRoma,giàviadellaStazione). Suitreni,inpartenzaeinarrivo,iltraffi-coèquasituttodicordame.Alcaricoescaricodiquestamercesiaggiungeancheunosparutoviavaidipasseg-geri,disolitostravagantiigienistide-siderosi di inoltrarsi tra le dune perassaporarel’ariasalmastradelluogo.

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Colpassaredeglianniel’incremen-todeibagnidimare,l’andirivienidibagnanti cresce e il posizionamen-todellaStazione iniziaapresentarel’inconvenientedellalontananzadal-laspiaggiaedallevillechesorgonocomefunghisullitorale.L’urbanizza-zione, che senza un vero e propriopianoregolatoreprocedeinmanieradisordinata,ècarenteditutto,mainmodoparticolaredistradee il fasti-diosimanifestaproprionelrapportocon la ferrovia. La Stazione, conce-pitainfunzionedellafabbrica,halafronterivoltaversoilvecchiopaese;perandarealmareoffretreopzioni:laprima,lapiùagevolemaanchelapiù lunga, consiste nel procedere asinistra(l’odiernaviaEugenioCuriel)sinoalpassaggioalivellodelcasello119dove c’è la strada che immettesullitorale(1);lasecondanell’imbu-careuncunicolodiscolodelleacquechesitrovasottoibinari:unpertugio«stretto, sporco emaleodorante»; laterza, lapiùbrevemaanche lapiùspericolata,consistenell’attraversarelerotaiee“scendere”dalgreppo.Laferrovia, ricordiamolo, a quei tempierapostaadun’altezzadi3-5metririspetto al livello del mare: da las-sù, “atterrare” con valigie, pacchi epacchetti procurava un’emozionedabrividi,conilrischiodi«romper-sil’ossodelcollo»(2).Perilgreppononsolosiscende,masisaleanche.Nonpochi,infatti,trovandosidistantidalcunicoloedallesbarrescelgonopropriolascorciatoiadella“scalata”conl’accondiscendenzadelpersona-ledellaferrovia.PeragevolareilraggiungimentodellaStazione e anche per facilitare l’ac-cessoallavatoio,neipressidellaFos-sadeiMulini,nel1910vienerealiz-zatoun trattodi stradacosteggianteil binario dal lato del mare, subitochiamatovia Lavatoio (l’odiernavia

GiuseppeMazzini)(3).Ilnuovoitine-rario, «necessario e utile», nonmo-difica le distanze: il “buco” resta laviapiùbreveperattraversarelalineaferrata,ancheseinzuppadimelmalescarpeeivestiti.L’utilizzo sempre più massiccio diquesto budello sotterraneo innervo-sisceilMunicipioche,«atuteladel-ladecenzaedeldecorodelluogo»,tenta di vietarne l’accesso con av-visi esposti nell’atrio della stazione.«I viaggiatori che giungono aViser-baperferrovia–recitanoledisposi-zionicomunali–devonopercorrerela strada principale» (4). La «stradaprincipale»èquellacheconducealpassaggio a livello, un tragitto chealladistanza,comeabbiamogiàsot-tolineato, aggiunge l’incognita dellachiusura delle sbarre. L’imprevisto,cheimponesnervantiattese,dàaditoaunasequeladilagnanze,chemoltospesso hanno l’onore della cronacadeigiornali(5).Ecosì,perevitarelun-gaggini,lagentecontinuaimperterri-taafruiredelcunicolodiscolodelleacque.Intanto,mentrecisiinnervo-sisce su queste perdite di tempo, la“NuovaViserba”, che prende corposullido,acquistasemprepiùlospes-

A lato, Albergo Principale sul viale della stazione, odierna via Roma,

in una foto dei primi Novecento

Sotto, sullo sfondo la stazione ferroviariae il passaggio a livello,

in una foto dei primi Novecento

15| PAGINE DI STORIA

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16| PAGINE DI STORIA

sorediluogobalneare:aumentanoivillini signorili, aumentano le abita-zionipopolarieaumentanoanche iresidenti.Quellochenonaumentaèl’ignobilefenditurautilizzataperrag-giungerelaStazioneferroviaria:unavistosamacchianelbelvestitonuovodelquartieredimarina.Il cunicolo è in cima alla lista del-le rivendicazioni del Comitato “ProViserba”. Da tempo la benemeritaassociazione si batte per allargarnela sezione «dam. 0,80 am. 2 coninnalzamentodam.1,80a2metri»(6).Perreperireifondidiquest’operasiapreaddiritturaunasottoscrizionetra i possidenti,ma l’iniziativa, seb-benecaldeggiatadalla“ProViserba”,non ha successo: racimola appenapochecentinaiadilire(7).Lagente,per principio, sostiene che la spesadei lavori debba essere ripartita trail Comune e la Ferrovia. Sulla basediquestosacrosantoconvincimento,ilComitatocambiastrategia,abban-donalecolletteecominciaalavora-re aifianchi ledueamministrazionicon una sfilza di sfibranti richieste.La pressione è talmente asfissianteche alla fine riesce a scaldare l’im-perturbabile freddezza del Muni-

cipio e della dirigenza ferroviaria.Il22aprile1911laquestionedelcu-nicolo è affrontata in Consiglio Co-munale. «Dalla borgata di Viserbaa mare – si legge sul verbale dallaseduta – per accedere alla Stazioneferroviaria è necessario fare un girovizioso di quasi mezzo chilometrocosteggiando la ferrovia, lato mare,dalla strada principale che trovasiall’altezzadellastazione,finoalpas-saggioalivelloperpoiretrocederedialtrettantodallatoamontedellasedeferroviariaperraggiungerelastazio-ne.Moltissimiperevitarequellungotrattodistradasiadattanoapassaresotto un cunicolo di scolo che at-traversalaferroviaesboccaapochipassi dalla suddetta stradaprincipa-le; incomodo per la sua ristrettezzaequasisempreimpeditodalfangoedall’acquacheviristagna...»(8).Illustrato il disagio, il ConsiglioCo-munale delibera di concorrere alprogetto di allargamento dell’aper-turaconuncontributodi1.200lire,delegandoilComitato“ProViserba”ditrattareconl’Amministrazionedel-laFerrovieediinteressarsidell’opera(9).DopoildanarodelComunearri-vaanchequellodellaFerroviaconlarelativaautorizzazioneadallargareilpassaggiosotterraneo.L’ultimo atto di questa vicenda sicompie nel novembre del 1911 al-lorché ilConsiglioComunale di Ri-mini,approvandoloschemadicon-venzioneconlaFerrovia,dàilviaailavori di ampliamento del cunicolodi scolo delle acque, che da quelmomento acquista il titolo di «sot-topassaggiodiaccessoallaStazionedallaBorgatadiViserbamare» (10).Laconfermaditalepomposadicitu-ra la troviamo facendo un balzo inavanti di qualche anno, andando asfogliare l’“AnnuariodiViserba”cu-ratodaMarioBeccanellasua“Gui-

Cartolina d’epoca che ritrae la stazione e la spiaggia nei primi Novecento

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da di Rimini e dintorni” del 1923.A pagina 98 leggiamo: «Uscendodalla stazione (a monte della lineaferroviaria) si accedeallaZonaMa-rinapermezzodiunsottopassaggiopedonale o per mezzo della stradacarrozzabilecheattraversalaferroviaalcasello119.Subitodopoil sotto-passaggiopedonale,unpo’asinistra,siimboccailVialedellaStazione(at-tuale viale Roma) che conduce allaLitoranea». Con il “sottopassaggiopedonale”ilVialedellaStazioneac-quistaunrilievocentraleestrategico,basti pensare alle strutture che vi siinstallano:dall’HotelLido(all’angoloconlaviaLitoranea)all’AlbergoPrin-cipale,dall’HotelFerraraalRistoran-tedellaStazioneealCinematografoCentrale(11).

Note

1) Cfr. Atti del Consiglio Comunale di Rimini (d’ora in avanti: ACCR), seduta pubblica del 9 marzo 1898.

2) Cfr. Emilio Rosetti, “La Romagna Geografia e Storia per l’Ing. Emilio Rosetti”, Hoepli, Milano, 1894.

3) Cfr. ACCR, sed. pub. del 29 novembre 1909.

4) Cfr. ACCR, sed. pub. del 21 maggio 1909.

5) Cfr. Il Momento, 13 febbraio 1913.

6) Cfr. ACCR, sed. pub. del 22 aprile 1911; Allegato n. 6.

7) Ibidem.

8) Ibidem.

9) Ibidem.

10) Cfr. ACCR, sed. pub. del 29 novembre 1911.

In Consiglio Comunale intervengono sulla questione, per conto del Comitato “Pro Viserba”, Giovanni Battista Bavassano (fu Giuseppe) e Vittorio Vidoni (fu Ambrogio).

11) Cfr. Mario Becca, a cura di, “Guida di Rimini e dintorni”, 1923.

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18| PAGINE DI STORIA

Leo Santi,l’autista del tenoredi Silvia Ambrosini | foto famiglia Santi, archivio Ippocampo

Qualche ricordo inedito del secolo scorso, quando le auto si contavano sulla punta delle dita e a Viserba villeggiavano i più noti artisti dell’epoca.

Leo Santi in “uniforme” da autista con un amico

Sotto, al mare con la figlia Elena

A fianco, la villa del tenore in viale Cimarosae il tenore Alessandro Bonci

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19| PAGINE DI STORIA

Il villino è ancora lì con la sua tar-gaintitolataalui:AlessandroBonci,il tenorenativodiCesenacheaVi-serba,eprecisamenteinvialeCima-rosa, trascorreva leestaticon lasuafamiglia.Infatti,coluicherivaleggia-va col grande Caruso, terminati gliimpegni in giro per il mondo ama-va rifugiarsinel suovillinoalmare.OggiquelvillinononappartienepiùallafamigliaBonci,gliultimiparentiadabitarvisonostatilafigliadelte-noree ilmarito.ElenaSanti, checiregala qualche ricordo inedito delsecoloscorso,aitempidiAlessandroBoncinoneraancoranata,manellasuamemoriasonoviviiraccontichele faceva suopadreLeo, autistadelgrande tenore. Leo, nato nel 1915e scomparso qualche anno fa, erafra i pochi a saper condurre un’au-toel’artistagliavevaaffidatolasua,con la quale Leo lo accompagnavaneisuoiviaggiespostamenti,finoaBologna, dove Bonci regolarmentesi recava per ritirare i diritti d’auto-

re.Quandoiltenoreeraall’esterointourneel’autistaaccompagnavanellelorouscitelamoglieelasuoceracherestavanoaViserba.“Miobabbo–ri-cordaElena-oltreafarel’autistaaiu-tavasuopadre,nonnoRaffaele,giar-dinieredialcunedellepiùbellevillediViserbaeViserbella.EranoglianniTrentacirca,eillavorodigiardiniereconsisteva nel tenere pulite le villein inverno, togliendoadesempio laneveperchénonsi formasseumidi-tà,piantandofioriperchéall’arrivoisignoripotessero trovaresplendidierigogliosi giardini. Era talmentebra-vochevinseunpremioperlacrea-zionedel giardinopiùbello.” ElenaSanti ricorda con affetto la famigliaBonci,soprattuttoGiuseppe,ilfigliopiùgiovanedeltenore:ancoraoggi,ognitantositelefonanoricordandoitempiandatieiloropadrichenoncisonopiù.Esembraquasidivederli,uno in livrea, l’altro in doppiopettopercorrere la litoranea come in unfilmdiLuchinoVisconti.

Il tenore Alessandro Bonci, alquale la città diCesenahade-dicatoilteatrolirico,eranatoaCesena il10 febbraiodel1870emorì aViserba l’8 agosto del1940. Il talento lo portò primaal Teatro alla Scala di Milano,poi in tutta Europa, infine allacompagniadelManhattanOpe-ra House di New York. Dopol’esperienza newyorchese, frail 1910 e il 1911 Bonci intra-prese un lungo tour canoro in-tercontinentaleduratopiùdiunanno.Nel1914entròafarpartedellaChicagoOperaCompany.Durante la prima guerra mon-dialefurichiamatoallearmi,perpoifareritornoinAmericaalter-minedelconflittoperuntourditre stagioni che lo riportaronosul palco del Metropolitan diNewYorkepoiancoraaChica-go.NeiprimianniVenti fupri-motenoredelteatroCostanzidiRomaeannoveròfraisuoiam-miratori G.Verdi e G.Carducci.Abbandonò il teatro nel 1927dopo un’acclamata esecuzionedellaMessadaRequiemverdia-na al teatro di Cesena privile-giandoneisuoiultimiannil’atti-vitàdimaestroaMilano.

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20| SPECIALE VETRINE DI IERI E DI OGGI

La piazza, mercato della città di Maria Marzullo | foto archivio Ippocampo

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21| SPECIALE VETRINE DI IERI E DI OGGI

Piazza Pascoli con il mercato ambulantee le prime botteghe in una cartolina

degli anni Trenta

Lapiazza, in ogni città e paese delmondo,èilcuorepulsantedellavitadella comunità, luogo d’incontroe partecipazione religiosa e com-merciale,diaggregazioneescambi.Strutturatapervalorizzaretuttiquestielementi, lapiazzadiViserba,doveuntemposisvolgevaancheilmerca-tosettimanale,siprestaatuttaunase-riediosservazionisull’evolversidellasocietàmettendo in risalto la deter-minazionedellepersonechehannocontribuitoall’economialocalenellesue varie epoche. Per raccontare lastoriadelcommercioaViserba,unapaginafondamentaleèquelladiElioBiagininelsuolibro“RaccontiViser-besi”, grazie alla quale conosciamoquestapiccolaporzionedi territoriocom’era circa ottant’anni fa: spec-chio di una vita laboriosa e umile,

La piazza Pascoli, fotografata nelle diverse stagioni della sua storia, è una finestra sulla quotidianità che cambia senza perdere del tutto la sua originaria identità…

ma ricca di saldi valori. “In piazzaPascolic’eranotantinegozi.–scriveBiagini-Trenegozidifrutta(laOlgaadVani ad Giachini, la Pierina adBernabé, laMaria dla Palmina) e ilmacellaioAchmein.NegliannitrentaèarrivatodaSanMauroMicheleBer-sani, ‘e’ Bublot’, macellaio. Poi dalRavennateèarrivatoTannesini,sem-premacellaio,edinfineilmacellaioBaldelli.Dopo ilnegoziodell’Elvira(chedescrivoqui sotto)c’eraquellodi Ioli,dovesivendevanostoffepervestiti.Poic’erailfornodegliImole-si,doveorac’èunbar.DifiancoallapiazzaPascoli, latoviaRoma,nellecasediGarnéla ilmarinaio,c’era ilcalzolaioGugnalicheriparavascar-pe.Andandoversolapescheria,sulladestrac’eraFaninche riparavabici-clette.Di fronteallapescheriac’era

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22| SPECIALE VETRINE DI IERI E DI OGGI

lasartoriadiDinoTordi‘e’sarturain’.Unricordocheènellamenteditantiviserbesi è lamagnanimità della si-gnora Elvira.Questanostramamma(per noi bambini era una mammaperché ha sfamato tanti viserbesi)si fidava del libretto che quasi ognifamigliaaveva incasa.LasignorEl-vira aveva una salumeria in piazzaPascoli; ai tempidellamiagioventùnonc’eranotantisupermercati,iperetantinegozi.C’eraaViserbaun’unicasalumeriae inquestaci rifornivamoditutto.Ognifamigliaavevailsuoli-brettoelìsisegnavatuttociòchesicomperava:unettod’olio,unettodimortadella,treettidipasta,unettodirisoetantealtrecose.Fuoridalnego-ziol’Elviratenevaunbarilediacciu-ghe,cheavevanounparticolarepro-fumoed’invernosenemangiavanotante. Poi aveva le filze di ‘lumbar-doun’,lostoccafisso,eanchedique-sto se nemangiava tanto. Il libretto

durante l’invernoveniva riempitodisegnieneimesiprimaverili,quandovenivano i primi bagnanti che cer-cavano l’appartamento da affittareper il periodo estivo e trovavano ilnostro di loro gradimento, lasciava-nounapiccolacaparraemiobabbocorreva con quei soldi dall’Elvira ecosìdiminuiva ildebito.Quandoinestate,conisoldidell’affitto,nonsiriusciva a saldare il debito inverna-le, mio babbo correva dall’Elvira ele facevapresenteche i soldi eranopochi.Ella,candidamente,risponde-vadinonpreoccuparsi;anzi,semiobabbo aveva delle difficoltà, lei eraprontaafareunprestitoeainserirlonelpiccololibretto…Questadonnadanoiviserbesinonsaràmaidimen-ticataperilsuoaltruismo.”

Rimanendointemadisaldivalori,la-boriositàedeterminazione,veniamoaigiorninostri,allanuovamappadel-

Una veduta della Piazzadegli anni Trenta

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leattivitàche insistono sullapiazzae sulle strade limitrofe. Lageografiadelcommerciosièmoltomodificatacongliannie lamodernità,eppureci sono realtàancora fortemente ra-dicate nella tradizione enell’identi-tàlocale.Iniziamoconlatradizionepereccellenza,conlatestimonianzadiunacoppia specialeche tutti co-noscono: ElsaeGiovannino, titolaridel negozio di piada e cassoni cheancoraoggi si affaccia sullapiazza.“SulfiniredeglianniSettanta,abbia-moapertounnegoziettominuscolonellapiazzetta Soldati – spiegaElsa-nellostabilediFanin.Lestagioniinalbergoeranodureeincerte,così,ioe mia cognata abbiamo provato adintraprendere un’attività annuale.”Elsa,nativadiDoganadiSanMari-no,versanteitaliano,nel1968sposaun riminese della “Castlaza” o Ca-stellaccia(zonadelvecchioospeda-linovicinoalpontediTiberio),Gio-vannino, un tipo sportivo amante epraticantedicorsepodistichechecimostra foto ed immagini documen-tandoiricordi.Spiegachehainizia-toalavoraregiovanissimo,andando‘abottega’, fra artigiani e falegnamidacuihaappresoarteemestiere,echedaoperaioinun’importanteim-presarimineseproduttricedicucine,negli anni Ottanta, in seguito allacrisidell’azienda,hadecisodicam-biaremestiereediaffiancarelamo-glienella suanuovaattivitàchenelfrattempoera stata spostatadal pic-cololocaledipiazzaSoldatiaquelloattuale e più ‘centrale’ della piazzaPascoli. Insomma,dallapialla...allapiada...Oggi,altrentaseiesimoannodi attività, Elsa e Giovannino si di-chiarano soddisfatti. “Ci sono turistiche telefonano ancor prima di rag-giungere la riviera–diceElsa, -perfarsi preparare piade e cassoni dagustare immediatamente all’arrivo,

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24| SPECIALE VETRINE DI IERI E DI OGGI

altriche,primadellapartenzaperilrientro, si fanno preparare decine edecinedipiadinedaportareacasae anche da regalare ad amici e pa-renti.”Ancoraogginellepagnottedipiada,diben220grammicadauna,oltrealparticolaredosaggiodimate-rieprime,viene inseritoquelfilodistruttonecessario,comericettadiuntempovuole.

Fulcro della quotidianità più genu-ina, quest’area urbana ha ospitatonegli anni botteghe di ogni genere:latteria, forno,macelleria, pasta fre-sca,merceria,parrucchiere,edicola,negozidiabbigliamento,bar…èsta-taancheparcheggiodelleautoneglianniincuiilperimetrononerastatoancorapedonalizzato;finoall’ultimatrasformazione dell’arredo urbanoche avviene fra il 1996 e il 1997.Oggi vanta ben tre bar, una banca,un’agenziaimmobiliaree,ognimat-tina, il tradizionale mercatino dellafrutta e del pesce di via Panzacchi,con la pasta fresca e lamacelleria,dovesirespiraapienol’ariacordiale

A sinistra, l’Albergo Stella d’Italiain una cartolina dei primi anni Sessanta

In alto, uno scorcio della piazzacon la vecchia chiesa

eaccoglientedellaRomagna.Inde-terminate ore del mattino, attraver-sando lapiazza, ti avvolge la tipicafragranza di pane appena sfornatochestimola i ricordidivecchieabi-tudinieantichi sapori,diquando ilpaneerailprincipedellatavola. In-spiri a pieni polmoni i profumi delVecchioFornodiMirellaRavagliche,dallaprimaveradel ’96ancoraoggiassistitadallesueprimecollaboratri-ciIolaeCristina,conlanuovagestio-neharipresoanchelaproduzioneinproprio. Pane ciambelle e biscotticon ricette tradizionali o sapiente-mente rielaborate, spianate, pizze eunrepartodolcichesiavvaledell’o-peradelpasticciereBruno,ancheluistrettocollaboratoredaquellontanoprimoaprile1996.Intentiadassapo-raretuttiiprofumidelVecchioForno,alcuniclientiinattesadiessereservi-ti ci invitanoadosservare lapiazzaattraverso la vetrata... La piazza Pa-scoli pedonalizzata, dovrebbe esse-re una piccola oasi, ove permettereadonneconbambinidisostareconcarrozzine per acquisti, o ai ragaz-

zi dell’adiacente oratorio di viverequalcheorainaggregazione,“sareb-bebellounpo’diverde–dicono–emagariunastrutturachefungessedacoperturaodariparodalsoleodallapioggiachepotrebbemigliorarel’ar-redoel’ospitalitàdiquestoluogodiaggregazione per eccellenza.” Idee,consigli,desideri.Anchequestaèlapiazza,illuogoincuimettereinco-munepensieriecritiche,opinionieprogetti;cuoredellacittà,laboratoriodiprogettualità,scenadellavitaquo-tidianadellacollettività,chesimodi-ficapurrimanendofedeleasestessanellediverseepochedellasuavita.

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L’edicolantecon la passione del teatrodi Marzia Mecozzi | foto archivio Ippocampo

La sua storia racconta tante storie. Le raccoglie e le collega dal suo avamposto d’osservazione fra la piazza e il lungomare. Il suo nome è Maria Zanzani Crociati, per tutti semplicemente Eugenia.

Da donna del pubblico quale èsempre stata, Eugenia si raccontavolentieri, regalandoci una Viserbacomemolti ancora la ricordano. Lamemoriafatappeantiche,sugliannidell’infanziaesispingeancorpiùinlà, all’epoca in cui sua nonna, cheera una Renzi e veniva da Rimini,aveva conosciuto suo nonno: Euge-nioCrociati.“Èunastoriadifamigliapiuttostocuriosa-esordisce-lanon-naeravedovaeavevatrefigli,ancheilnonnoeravedovoeavevaseifigli.La nuova famiglia nasceva numero-sa!Malacosapiùinteressanteècheduedeifiglidileisposaronoduedeifiglidilui.”Aldilàdellecuriositàge-nealogiche, lanonnaRenzi-CrociatièfiguraimportanteperViserbaqualefondatricedelprimoalbergo.“Neiprimiannidelsecololanonna

aveva avuto un ristorante a Rimini- spiegaEugenia -ecosì,aViserba,doveadessovivevacolnuovomari-tocarpentiere,avevadecisodiaprireuna trattoria. Non era un ristorantecome potremmo immaginarlo oggi:lagentedelpostoerapoveraevive-vasemplicemente,arrivavaecocevasulla stufa le cozze pescate; la trat-toriaoffrivasololamescitadelvino,masistavainsiemeinallegria!”Da quella prima rudimentale espe-rienzadiospitalitàproviene l’Alber-go della Stazione, che successiva-mente iCrociaticostruiscono inviaRoma,pionierinellacittadinaturisti-cadeidecennisuccessivi.Poi arrivò la prima edicola. Era unchioschetto che, da via Polazzi,ebbe successive destinazioni: pri-ma inpiazza,poidi fronteaquellaEugenia Zanzani oggi

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Sotto, l’albergo Stazione negli anni Cinquanta

e, a lato, il negozio di giornali nel “passetto” di piazza Pascoli

Francesca Renzi Crociati nell’edicola in una foto del 1935

cheoggièla“jeanseria71”einfineebbepianta stabilenel palazzochelaospitaattualmente.Nonsull’ango-lo,bensìinunsottoscala,strettofrailnegoziocheoggièdellaWilmaeilbar.Qui,unapiccolaEugeniaaiuta-valanonnaconiresti,poicorrevainspiaggiaconglialtriragazzinieallanonnanon rimanevache speraredirivederlaaltramonto.Ementreilraccontosiimperniasulleestatideiprimianni’40,conlevilledei borghesi villeggianti, i costumicastigati delle signore, quelli in af-fittoequelliinprestitodei‘viserbesiperbene’,ecco spuntareunacarto-lina: “Villino con negozio Zanotti”.Ilnegozioèilmedesimodioggi,conmezzosecoloinmeno;siintravedo-nolapiazzaeilvialesulqualeallasera si animava il passeggio e cheraccontano di un mondo semplicema raffinato. “I signori villeggiantidopo cena scendevano sul corso inabiti da sera. – riprende Eugenia –Quivivevanoo trascorrevano leva-

canzeanchenominotidelpanoramanazionale,fraquestiiltenoreBonci,il sopranoConcato (nonnadel can-tautore Fabio Concato) proprietariadiunavillainviaCanutiaViserbella(ora albergoVilla dei Fiori),il sasso-fonista Tabanelli che abitava in viaGaribaldi. Era, insomma, un luogovivace,dalviavaiinteressante.Dopolaguerrac’èstatalatrasformazione.Sottotuttiipuntidivista,lafisiono-mia del paesaggio è cambiata radi-calmente.Leville,pianpianohannolasciato il posto ai piccoli alberghi,poisemprepiùgrandi.IlvoltodiVi-serba a Mare è diventato un altro.NeglianniCinquanta ilbarTurismosi trovava dove oggi c’è il negoziol’Albero degli Gnomi, dove ora c’èil bar c’era invece un piazzale af-facciato sulla spiaggia. Ricordo ungiovanissimoFrancoFranchi,ancorasconosciuto alle grandi platee, chefacevalagagdiunvincitoredische-dina. Ci faceva morire dalle risate!Epensareche,perpagarsilevacan-

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28| SPECIALE VETRINE DI IERI E DI OGGI

Circolo Bagnanti), sale cinemato-grafichedislocateunpo’ovunqueegiardiniconzampillanti fontanena-scono per ospitare i vip dell’epoca:artisti,maancheprofessionisticomemedici, avvocati, generali…e i pri-mi turisti tedeschi.Le festedamillee una notte, gli spettacoli, le com-medie, le danze in questo paradisodaboomeconomicosonoall’ordinedelgiorno:siballasulleterrazzede-glialberghieneigiardiniavviluppatinelverde.Bastaunapistadaballoeun cerchio di sedie perché la festaabbia inizio. “LaVilla dei Pini e ilGardenCeschihanno fatto la storiadellaViserbadiquestianni.-ripren-deEugenia -Ospitavano serateme-morabili, personaggi dello spettaco-lo,orchestreecantantifamosiintuttaItalia.RicordoGorniKramer,WalterChiari…Amavo ballare, ma poi, almattinoprestoavevolaconsegnadeigiornali.Eperchéimieigenitorinons’accorgessero che non ero tornataacasaadormire,primadiandareallavorocorrevoincameraadisfareilletto!C’eratantabellagente,unaso-

Villino Zanotti, edificio originario dell’attuale edicola

A lato, pagina pubblicitaria del Kursaal, all’interno di una guida balneare

degli anni Venti

Nella pagina a fianco, l’auto pubblicitaria del Garden Ceschi

ze,luieilsuosocioCiccioIngrassiafacevanocomegliartistidistradadioggi: dopo l’esibizione passavanoper la questua col piattino (o forsefacevapartedellagag?).”Erail tem-po in cui si ballava sulle terrazze,all’Hotel Stazione, all’Hotel Mila-no,all’HotelLido,c’era ilKursaal...“Ilocalidaballosonoconquistasuc-cessiva, il primo locale è stato fon-dato proprio dalla mia famiglia, sichiamavaIlTondo,-ricordaEugenia-poisonoarrivati ilGardenCeschi,laVilladeiPini, la Sirenetta…”Neldecennio del ‘50 e per tutto il suc-cessivo,siassistealgrandesviluppodellaViserba del turismo e dell’in-trattenimento.Granpartedellanuo-vafisionomiache lacittadinavieneassumendosideveallapresenzadeivilleggiantidispiccochesemprepiùnumerosi affollano le sue spiagge ecommissionano le eleganti ville e isignorilivillinicheancoraoggisonopregioevanto(masoprattuttoricor-do)dellamigliorepocadella“Regi-na delle Acque”. Hotel sempre piùgrandi, strutture come il Kursaal (o

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cietàborghese emondanache ruo-tavaattornoanoi.FraquestiricordoEnzoFerrari,ilgeneraleLuigiNelsonPirzioBiroli,ildottorGiovanniBatti-staLazzarini(padredellacontessaLi-diaGorra,personaggiomoltoamatoaViserba);lacontessaSilviaPiccini-ni,ilconteMerenda,ilgeneraleDu-rando,ildottorValenza.Epoipittori,musicistifamosi,cantanti…”Una societàpatinataeallamoda simuove su scenari cheogginonesi-stonopiù. Le persone si conosconoquasi tutte fra di loro, s’incontranonei Caffè, al Circolo dei Bagnan-ti, frequentano i cinema e i teatri.“Diquestesale,alchiusoeall’aper-to,-spiegaEugenia-cen’eranomol-tissimequellavolta:ilCinemaRoma,ilTeatroNuovo in viaMilano dive-nutopoiRivoli,ilCinemaImperiale,il Cinema Italia… Noi, in negozio,attendevamo la fine degli spettacoliper accogliere l’ultimo passeggio evenderegliultimigiornali.”Poiiricordicambianostagionee,ab-bandonatal’estate,tornanoall’even-tocloudell’annocheperiviserbesi

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eralaFestadeiFiori.“Sisvolgevanelmesedi febbraioalTeatroNuovo.–racconta-Erailmomentopiùatteso,siadalleragazzechedairagazzi.Ledonne facevano a gara per avere ilvestito più bello, che allora venivacucito in casa o dalle sarte, e c’eraanche un concorso vero e proprio.Gli uomini si impegnavano ad im-parare a ballare per non sfigurare eio,cheerounabravaballerina,nellesettimaneprecedentiilBallo,conl’a-micoAlvaroAngelini,davoqualchelezioneagliamici;conungiradischifacevamo le prove nella pensioneColonna.Fraglihabituédellaseratac’era Enzo Bastoni.Vittorio Corcel-licantava.”Oltrealballoealcine-ma, il teatro era ancora la passionedimolti.Erasoprattuttolacommediachepiacevaallagente,chespopola-vainognicittàepaese,cheriempivaiteatri.Facevadivertiretuttieintantisi improvvisavanoattori,finneipic-coliteatridelleparrocchie.Diquestoambientesuggestivoeunpo’pittore-sco,Eugeniaparlaconaffettoepas-sione,attricefinoinfondoall’animae fin dall’adolescenza. “Ho recitatotantissimecommedie,initalianoeindialetto.Lapiùbrava registache ri-cordoècertamentelasignoraPirzioBiroli,mogliedelgenerale.Unadon-na di classe, capace, creativa. Conlei ho recitato i titoli ‘L’amore chepassa’,‘Maritiamolasuocera’,‘Casaaltrui’: tutte commedie brillanti checostituivanounrepertoriointeressan-te.DopolaPirzioBirolièarrivatoadorchestrare la compagnia ilmaestroMatteoni: anche con lui ho portatoinscenatantissimilavoriteatrali.Horecitatodi tutto.Hopersino fatto lapartedidonAbbondioneiPromessiSposi!” Fra gli anni ‘60 e ‘70, oltreagestirel’edicoladisuaproprietà,illavorodiEugeniaZanzanicompren-de la distribuzione dei giornali in

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cinqueedicoledizona.Suocompi-toèquellodirecarsiognimattinainstazione,perchéiquotidianiarrivanodallegrandicittà.Poi,conilsuofur-goncino,liconsegnaatutteleriven-ditechedipendonodalei.“All’inizio lo facevo in bicicletta,quando i giornali erano ancora po-chi. Poi mi sono ammodernata!”Illavoroeilteatro,maancheledan-ze,leamicizieeilmarehannoriem-pitolavitadell’Eugenia,cherivolgeaglianniandatiunamarcordvivacee pieno di energia, come si addiceadunadonnasolareecaricadientu-siasmo,brillantenellaconversazionee soprattutto disponibile a lasciarsicoinvolgereinprimapersonanell’av-ventura che “l’Ippocampo” chiama“salottodellamemoria”.

Colpo d'Occhio ADV_4.2014.indd 2 27/05/14 13:12

Nella pagina a fianco, in alto, personaggi viserbesi alla Villa dei Pini

negli anni Sessanta

Al centro e in basso,una giovane Eugenia con le amichee con una delle compagnie teatrali

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Il fotografo della movida viserbesedi Maria Cristina Muccioli | foto archivio famiglia Angelini, archivio Ippocampo

Quanta vita è passata davanti al suo obiettivo! Col suo ‘clic’ ha immortalato generazioni di viserbesi, turisti e vip, fotografando gli anni d’oro della nostra storia.

Alzilamanochinonèstatofotogra-fato daAlvaro! Inconfondibile, nonpassava certo inosservato. D’esta-te lo sipoteva trovareogni seraneiparaggi del suo negozio, sul lungo-mare diViserba. Ma anche in tuttelefeste,cerimonie,manifestazionieinaugurazioni dei dintorni. Come siriconosceva? Facile! Lunghi capellicandidi, sorriso stampato in viso eabbigliamentooriginale.Alvaroe lasuainseparabileNikonF3,icompletisgargianti,gliocchialidasoleportatianchedinotte…Inoccasionispecia-livestivachic:disolitobiancototale,dai capelli alla punta delle scarpe.Piùspessoeravariopinto,masempreconunfiloconduttore:otuttogiallootuttorosso,magariconunascarpa

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A fianco, l’indimenticabile sorriso di Alvaro

Alvaro con il suo staffin epoche diverse

Sotto, con Mike Bongiorno e, a sinistra, Neri “Naccari”della Villa dei Pini

diuncoloreeunadell’altro.Distin-tivi erano i calzoncini a scacchiera,suomarchio per oltre quarant’anni.“Per farminotare tragliombrelloni,comelabandieradastarter”,spiega-va.L’ideaerastatacopiatadaltelodaspiaggiadiunabellaturistasvizzera,chegli fornìpoiperanni lastoffaascacchi, allora introvabile in Italia.AlvaroAngelini:daquandoèscom-parso, il 30 ottobre 2001 (era natoil13novembre1927),alleestativi-serbesimanca qualcosa. Soprattuttolasuafiguraeilsuosorriso,sempre

presenti di fronte al negozio di viaDati, ora gestito dalle figlie Ivana eMilva(mentreSilviahaun’altraatti-vità).Davanti a quella vetrinamoltiviserbesi,maanchenumerosituristi,sidavanoappuntamentoconAlvaroper un saluto e una battuta, all’oradellapasseggiataserale,con lascu-sadiordinareo ritirare le fotografiescattatedurantelegiornata.Nonostantelefiglieeitantibravial-lievidaicalzonciniascacchicresciu-tidaAlvarocontinuinolasuaopera,mancailsuotoccounicoeinimitabi-le:laverveelaprofessionalitàconcuisapevavivacizzareognisingoloscat-to, rendendolounpo’piùprezioso.Quanta gente è passata davanti alsuo obiettivo, dal suo esordio, nellontano1938!Riminesieturisti,gen-tesempliceepersonaggifamosi.Raccontava: “Iniziai da bambino,nel periodo anteguerra, con lo zio.In piazza Giulio Cesare (ora TreMartiri) aspettavamo i ‘signori’ cheuscivano dalla messa dei Paolotti.Era l’unicaoccasione incuipoteva-mofotografarlicolvestitodellafesta.Poimisonodiplomatogeometra,maevidentemente nelmio destino nonc’erano tavoli da disegno. Il grande

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Sotto, Alvaro durante la rievocazione in piazza Pascoli dell’epopea

del Garden Ceschi

amore,chepoièduratopersempre,èstatoquelloconlamacchinafoto-grafica. Nel 1954 rilevai il negoziodiViserba damio cugino emi lan-ciai nell’avventura. Con successo:sono stato il primo fotografo accre-ditato alla Fiera di Rimini e fino al1995sonostatoilfotografoufficialedi ‘Italia inMiniatura’, fotografandoanche tutte le 280 riproduzioni dimonumentidelparco.Epoi,quantipersonaggi!Ai tempid’oropassava-no da Viserba Gorni Kramer, MikeBongiorno,Milva,LucioDalla...Unavolta,allaVilladeiPini,c’eraunra-gazzino impacciato che cantava.Qualcunomidisse:‘Guardalobene,farà strada’. Era Gianni Morandi.”Nonostante icapellibianchi,Alvarononèmaistato“anziano”:sembravaun ragazzo anche lui, quando, rac-

contando la sua storia, ripercorrevaquelladituttaunacomunità.“Conosco tutte le famiglie diViser-ba.-diceva-Unagenerazionedopol’altra: battesimi, cresime, matrimo-ni…Eituristisullaspiaggia;lemissalGardenCeschi,allaVilladeiPini,allaSirenetta...”Se sfogliassimo l’immenso archiviodi Foto Angelini, troveremmo sicu-ramente tutti i viserbesi, nessunoescluso. Eccoli: bimbi col costumi-no e il salvagente nelle prime fotoin bianco e nero, poi immortalatidagrandiconilorofigli.Nellastes-saposizioneditrent’anniprima,mainimmaginiacolori:dalmosconearemialvariopintopedalòdiplastica.Econl’immaginazionecipiacepen-sare,dietroadognifoto,l’indimenti-cabilesorrisodiAlvaro.

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Il parrucchiere delle signoredi Marzia Mecozzi | foto archivio famiglia Bianchi, Paritani

Sul lungomare, ai piedi dell’Hotel Byron, per 62 anni si è affacciata la vetrina dei parrucchieri Bianchi, sulle cui poltroncine si è accomodato oltre un secolo di storia locale.

Carlo Alberto Bianchi in un recente scatto

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Distinto e con la dialettica sciolta,capelli d’argento e abbronzaturadahabituédellaspiaggia,CarloAlbertoBianchi è uno dei più appassionaticonoscitori della storia di Viserba.E si è anche dilettato a scriverne,con piacevole e leggera esposizio-ne, a capitoli brevi, fra aneddoti emomentidivitafamigliare,nellibrointitolato“Viserbaeunsuopaesanoche si racconta”. Dalla sua vetrinadiparrucchiereaffacciatasul lungo-mare,dovequest’annoèstataapertaunanuovagelateria,CarloAlbertodistorianehavistapassareparecchia.Ealtrettantanehafattaaccomodaresulle sue poltroncine, nelle lunghesedutedibellezza,“conunorecchioche ascolta, - rivela sorridendo - el’altrochedimentica.”Ilmestierediparrucchiere,CarloAl-bertolohaimparatoedereditatodalpadreAngelino,cheavevaavutofindagiovaneunnegoziodiparrucchie-repersignoranelcentrodiViserba.QuiAngelinoBianchiesercitavacongrandepassioneunmestierechean-

davaprendendosemprepiùpiedeamanoamanoche ilpaesefiorivaesi sviluppava come frequentata lo-calitàbalneare.Lesignorecheveni-vanodalnordtrovavanonelgiovanecoiffeurunpuntodi riferimentoperla cura e la bellezza delle propriechiome,ancheinvacanza.Tagli“àlagarçonne”, ondulazioni a ferro e leprimepermanentieranolepettinatu-reallamodainqueglianni.CarloAl-berto,classe ’32,col fratelloSergio,diunannopiùgiovane,ècresciutoaViserba, scolarodella signoraPer-dicchi,sorelladelgeneraleemogliedel signor Soldati. Ragazzino negliannidella guerra,ha raccolto ede-scritto nel suo libro-biografia alcunieventi storici di cui è stato testimo-ne,conilpadrelontanoacompiereilsuodoveredisoldatoelamammaafronteggiaredasolaunasituazionepericolosaeincerta.Qualchepaginaè dedicata alla sorprendente nottedeibengalaconilcieloilluminatoagiorno,ilfinimondodiboati,divetriinfranti,di tettidevastatiealla terri-

bilescoperta,all’indomani,deivicinisepoltisottolemacerie…Paginepie-nedisperanzeetimori,finoaltermi-nedellaguerra,dellalontananzadelbabbo,dellapaura.“Finitalaguerra,miopadreripreselasuaattività–racconta–enonostan-teavesseimpiegatounpo’ditempoa risistemare le cose, la vita pianopianoritornòallanormalitàconivil-leggianti sempre più numerosi. Ter-minatelescuolemedie,conlasigno-raGorra, figlia del conte Lazzarini,comeinsegnantedilettereelasigno-rina Paolini come professoressa dimatematica,nostropadreciassunsecomeapprendistinelnegozio.”Car-loAlberto nel reparto dedicato allesignoreeSergio inquellomaschile.Econaltrettantapassioneconlaqua-le lui stessoaveva imparatoe sieraperfezionato,Angelino si dedicò adinsegnare ai figli l’arte del taglio edella piega, del colore e della per-manente.“Amequellavorononpia-ceva–confessaCarloAlberto–emilamentavo continuamente con mia

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madre.Nonsopportavoditrascorre-retuttalagiornatainnegozio,men-tre fuori gli amici vivevano la solitavita, con la spiaggia a due passi el’estateattraentepiùchemai…Miofratello,inveceparevaapprezzarloenel tempoliberosidedicavaaisuoiallenamentiallostadio.”SulfiniredeglianniQuaranta,iniziòunalentaeprogressivatrasformazio-nedelvoltodiViserba,lecasesial-zaronodiunpianoodue,fiorironole attività commerciali e il turismoandò trasformandosi da fenomenoelitarioafenomenopiùpopolare.“Viserba però, così raccolta e fre-quentata da habitué, italiani e stra-nieri,costituitiperlopiùdaiproprie-taridellevillefraViserbellaeViserba,per lungo tempo ha continuato aconservarequelfascinoretròches’èpersodefinitivamenteinquestiultimidecenni.- rifletteCarloAlberto –Diquegli anni, ricordo quando furonocostruitiilNautic,barealbergo,coni tavolini all’aperto, frequentato damolti stranieri e luogodi ritrovo se-ralepernoiragazzidelpostoel’Ho-telByron,circondatodabeinegozi,dove anche noi, nel ’62, dopo lamortedelbabbo,abbiamo trasferitolasededell’attività.”Lacarrellatadellesignorechehannofrequentatoilsalottodeiparrucchie-riBianchièriccadinomiillustri,diblasoniefamoseparentele.Fraque-sti la cantante liricaRenataTebaldi,lamogliedelgeneraleFerronimini-strodellaguerra, le sette sorelledelprofessor Scaglietti, le sette sorelleBaraldidiCento.“Fra i nostri clienti c’eranoapparte-nentiallefamiglieAlemagna,Arrigo-ni, Mellin; c’erano contesse, moglidi illustri medici, figlie di generali,nipotidiministrie,fragliuomini,cu-ravamo i capelli dell’ingegner EnzoFerrariquandoeraaViserbellaperle

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vacanze. Innegozio c’eraun viavaigioiosochearrivavaacontareanchenovantaclientialgiorno!Cisonosta-tianniincuisifacevanoanchediecipermanentialgiorno,conunamediadiunclienteogniquartod’ora.C’èdadireche,quellavolta,lesigno-revenivanodalparrucchierespessis-simorispettoadoggi,anchesoloperfarsipettinareerifarsil’acconciatura,e noi eravamo gli unici a Viserba.Ho iniziato ad appassionarmi vera-mentealmiomestiereneiprimianniCinquanta, quando iniziai ad avereuna certa autonomia professionale,clientimiee leprimesoddisfazioni.Laperditadimiopadre,tuttavia,la-sciòungrandevuotocheper tanto,tanto tempo,è statodifficilecolma-re.” CarloAlberto ha attraversato lamiglioreepocadiquestopaese,assa-porandone lapartepiùcosmopolita(sia lui che il fratello Sergio hannosposatodueragazzetedesche,GabyeRenate).SedutoaitavolinidelNau-tic, dellaVilla dei Pini, del GardenCeschi, ha incrociato il cammino

contuttiipersonaggichesonotransi-tatidaquestolido;hapettinatoeco-nosciutoilfiorfioredellavacanzieraclassedirigenteitaliana,haavutomi-gliaiadiclientifedeliedamichevoli.Bianchisidefinisceunuomofortuna-toperavervissutoelavoratoinsenoad una famiglia amorevole che gliha trasmesso tanto e, ripensando ailunghiannitrascorsiinquestopaese,conclude:“Io,inquestacaraViserba,cihovissutobene!”

Nella pagina a fianco, a sinistra, la vetrinadel negozio del parrucchiere Bianchi

negli anni Ottanta circa e, a destra, Carlo Alberto al lavoro

Sotto, la gelateria che ha sostituito il parrucchiere

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Mezzo secolo in blue jeansdi Marzia Mecozzi | foto archivio famiglia Sivieri, Angelini

...E siccome a Viserba i soprannomi sono per sempre, ‘Toscano’ fu Severino e ‘Toscani’ tutti i suoi, da quel momento in poi.

Comeinognicittàepaesedelmon-do, anche aViserba vi sono luoghi‘simbolo’ per una moderna map-patura della storia locale e fra que-stivièdecisamente la jeanseria71.Forse per uno straniero (ma moltomolto straniero) potrebbe sembrareun’eresiadefinireunajeanseria‘luo-gosimbolo’dellacittà,maqui,nellaterradellamoda,compressifraMila-noMarittimaeRiccione,tuttoèpos-sibileeil71,conisuoiSessant’annidistoria,meritadiessereraccontato

così.Anzituttounaprecisazione:seilrestodelmondodice‘l’hocompratoal71’,iviserbesidicono‘l’hocom-pratodalToscano’.Edèdaquichevogliamopartire.“Lanonna,VittoriaLapucci, nativa di Ancona, abitavagiàdaalcunianniaRiminiquandonostrobabbo,SeverinoSivierigiun-sequidaCampiBisenzioinprovin-cia di Firenze. – raccontaMarcelloSivieri. –Rimasto senza lavoro,conlamoglieDinaBallerinieifigliRosy(classe1941)eMarco(1942)subito

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dopolaguerraraggiungesuamadreconlasperanzadiunlavoro.”Iniziaquindiconunbanco inpiaz-zaaViserbaeduebiciclettecheluie la moglie Dina caricavano condue valigie ciascunoper raggiunge-re imercati di Rimini e di Bellaria,l’avventura da commerciante di Se-verino Sivieri detto ‘il Toscano’ perlasuaprovenienzaeperlacadenzafiorentinanelsuoparlare.EsiccomeaViserbaisoprannomisonopersem-pre,‘Toscano’fuSeverinoe‘Toscani’tuttiisuoi,daquelmomentoinpoi.Nel1946nascelafigliaAnnae,nel1953,l’ultimogenitoMarcello,men-trenel1949idueconiugiapronola‘Bottega del Risparmio’ al nuemro71diviaDati,chevendebiancheria,tessuti, merceria e abbigliamento.“Masoprattuttochefacevacredito.–precisaMarcello–Eranoannidiffici-lipertuttimacisiaiutaval’unoconl’altro.Ricordounafrasechemiopa-dreerasolitoripetere:‘bisognacom-praredallagentedelposto,bisognafavorireunviserbese!’.Eravamotuttipiuttostopoveri,quellavolta,poi lecosepianopianosonomiglioratepermolti.Noivivevamoinaffittoinmetàdella casa al numero 71 del lungo-mareed’invernoabitavamonell’ap-partamento al primopiano;d’estateinvece ci trasferivamo nella soffittaenelpianoterra,dovesononatoio,e subaffittavamo l’appartamento aibagnanti.Con isoldicheprendeva-mo riuscivamoapagare l’affittopertutto l’anno.” I ricordi di Marcelloripercorronosoprattuttoleestati,mo-mentiindimenticabiliperibambinieiragazzi.“Sullaspiaggiaavevamolegalline che razzolavano – prosegue-ed’estatearrivavanoancheinostriparenti dalla Toscana e da Trieste.Mangiavamotuttiinsiemesullagran-de terrazzadi fronte alla spiaggia epoituttidinuovoallavoro.Ricordo

quando,subitodopopranzoodopocena(quandomangiavamonellacu-cina al piano terra), arrivavano gliamici dimio fratello a chiamarlo elui saltava dalla finestra sullo sboc-coamare.Almattinoimieigenitorifacevanoimercati,liaccompagnavaun camion dei fratelli Bottini primaeZavattinipoi,alpomeriggioinvececonfezionavano camicette da don-nachiamateblusecheanche lezieaiutavanoacucire.MiasorellaRosydopoilturnoinnegoziopreparavalefasceperleMisschevenivanoeletted’estatealGardenCeschieioanda-voaconsegnaleancoraconlaverni-ce fresca…ci davamo tutti un granda fare.” Il raccontoprosegueapiùvoci; nel luminoso soggiorno dellabellacasadiMarcelloinviaPredieri,RosyeAnnasfoglianovecchialbumdifotografiecorredandodidivertentianeddoti lasuccessionedeglieventidi casaSivieri e,dall’aria che si re-spira,siintuisceillegamediaffettoeamiciziafraquestifratellichehannosempre lavorato insieme in grandeaccordo e condivisione, come ac-cadepiuttosto raramente.Dei primianniSessantaè lacostruzionedellacasainviaBolognaalnumero7:unabella casa concinqueappartamenti

Nella pagina a fianco,i quattro fratelli Sivieri, da sinistra:

Rosy, Marco, Anna e Marcellodavanti alla vetrina del 71 a Viserba

Sotto, il banco dei Sivieri in piazza Pascoli

Severino e Dina in una foto degli anni Ottanta

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Banco in viale dei Platani a Bellariain una foto degli anni Sessanta

Sotto, in una recente foto con tutto lo staff

oppure semplicemente piacevoli daricordare,comel’aperturadelnoleg-giodeitandem,piùundivertimentocheunlavoro:“tuttelesered’estate,versoleundiciarrivavanoimieiami-ciLelloBernardieDanielePacasso-nieinsiemeceneandavamoingiroperViserba con le carrozzelle a treruote.Lanostraspecialitàerafarelecurvesudueruote.Chebeitempi!”E che bei tempi quelli dei decennifuturi!con l’avventodeiprimi jeansLevi’s,eventoepocaleperlagioven-tùlocale,unveroepropriocolpodifulmineperipantalonideicowboyamericani.NeglianniSettanta,ilne-gozio, che intanto aveva cambiatonome in Jeans Centre 71 conosciu-to per i prezzi bassi e il vastissimoassortimento, certi giorni era presod’assalto.“Viserbavivevaunbelmo-mento,-ricordaMarcello-conisuoiluoghi allamodacome l’osteriadelGallodiTodroPanighelli ePierluigiBernabei, il barRoxydella famigliaFabbri, l’oreficeria di Rino Bertozzie Tina Bernardi, il fotografo AlvaroAngelini,laferramentaIvano‘illadroonesto’, il ristorantedaTodro, l’OldAmerican Bar di Roberto Baldrati eGiulioBernabei,ilcinemaRivoliconisuoifilmd’essaiepoiancoraine-gozidiCasalini,l’AmericaStraccidiMauroVarrialeamicodiDiegoAba-tantuonochepoteviancheincrociarenellesered’estateaitavolinidiquestilocali…Masoprattuttolanostrapiz-zeriapreferita:ilMumSusydellafa-migliaPanigalliconisuoibuonissimiwurstelinzuppatinellasalsapiccan-te,conricettasegretadellamammadiIvano.”NeglianniOttantaeNovantailtrendpositivo del 71 come ‘tempio’ deljeans e dell’abbigliamento casual esportswearprosegueeipuntivenditagestiti dalla famiglia, da amici, pa-rentiedexdipendentideiSivieriarri-

etrenegozi.“Grazieaquestinegozi–prosegueMarcello–sieraformatounpiccolo centro inperiferiadove,oltre al negozio di parrucchiera ealla lavanderia gestita dalla signoraOfelia e dal signor Riccardo, vi eralasartoriadelnostrocompiantoami-coMimmo che poi diventò un im-portante massaggiatore ad altissimolivello che ha curato tanti viserbesidaiquali,nesonocerto,nonsièmaifattopagare.”NelraccontoMarcellodesideranondimenticarsidinessunoed è con grande precisione che haannotatonomie fatti importantiperluieper la storiadella sua famiglia

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vanoaotto.Malachiavedelgrandesuccessoqual è? “Credo che la for-tunasiastataprimadituttol’unionefradinoifratelli-affermaMarcello–elastrategiadioffrireaiclientiunassortimentosempremoltovasto.Ri-levanteèstatalafiguradimiofratelloMarcochehasempreavutograndielungimirantivedute;hagiratoilmon-doedogni volta che tornavadaunviaggioportavaeancoraportabellenovità.Marcohaladotedicoglierenellecosequellochealtrinonvedo-no e ha saputo sempre rinnovare emigliorareinostrinegozi.Lemieso-rellehannoavutoilgrandemeritodidedicarsiconentusiasmoegenerosi-tàallavoro,senzaorariesempreconilsorriso.Oggilanostrafamigliasièallargataadismisuratantochenellarimpatriata di Santo Stefano, a casadellaRosyaVerucchio,frafiglieni-poti, generi e nuore a tavola siamoinquarantacinqueelanostraattivitàprosegue. Abbiamo anche una pic-cola immobiliare gestita damio ni-poteFrancescomentreinegozisonoseguiti da altri giovani, sempre difamiglia,chehannoinventatoancheunnuovomarchiodiabbigliamento“Wolli”creatodaValeriaSivieri.”Alla fine della lunga chiacchierataMarcello si preoccupa di non averpotuto menzionare tutti i viserbesiche, come dice “ci hanno aiutato”però ci tiene a nominare la miticasartaAnnaGattei per la quale nes-suna riparazione è impossibile evorrebbe avere a disposizione tanterigheancoracheforseungiornotro-veranno posto in un libro-biografiachehailsognodiscrivere,dedicatoaViserbadaunodeisuoi‘Toscani’.

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‘La Fonte’ da bottega a Superstoredi Maria Cristina Muccioli | foto Paritani

Il 2 settembre 2010 è una data importante per la storia commerciale di Viserba, una data che fa da trait d’union tra passato e presente.

Una giornata che ha cambiato l’a-spettoelepotenzialitàdiunquartie-re,influenzandoneanchelaviabilitàurbana, portando luce e vivacità inunazonafinoadalloraperifericaepoco frequentata. È il 2 settembre2010.Conuntagliodelnastrosottoilflashdeifotografieallapresenzadiautorità,imprenditoriecollaboratori,progettisti enumerosissimicittadini,apre la “Galleria Commerciale Sa-cramora”, di proprietà del viserbe-

seDanteRossiedella sua famiglia.AggiungendosialCentroStudipocodistante, che tra viaMorri e via Sa-cramora vede la presenzadi scuoledi tutti i gradi (dall’asilo nido agliistituti superiori), la nuova realtà vaa completare e integrare un quadronuovo e dinamico, con vari serviziadisposizionedituttalacittà,allar-gando il bacino di utenza all’interaprovincia. “Nel giorno dell’inaugu-razionearrivòunmaredigenteche

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nonciaspettavamo!-ricordanoGiu-seppe Bellavista e Patrizia Celli delSuperstoreConad‘LaFonte’,laprin-cipale attività commerciale ospitatanella Galleria Sacramora - Fummoletteralmente presi d’assalto, in unclima di festa e di curiosità collet-tiva.” Un successo confermato poinel tempo, dove protagonisti, dico-no all’unisono Giuseppe e Patrizia,sono i clienti. “Già da quel giorno,riscontrandounafflussodipubblicomaivisto,abbiamocapitounavoltadipiùchelaclientelacivuolebeneecisegue.AvevamolasciatoilnegoziodiviaPallottaproprioperrisponderealle esigenzedeinuovi consumi, inun quadro che ha visto cambiare itempi,ledinamicheelacittàstessa.Dai 250metri quadrati degli esordidel1973,grazieaduediverseristrut-turazionieravamoarrivatiai500me-tri del 2010.Nonostante ciò quellasedeormaiandavastrettaa tutti:glispazidivendita,lecasse,imagazzi-ni,iparcheggieranoinadeguatiallarichiesta.Suquestaconsapevolezza,unita al desiderio dimigliorare, ab-biamo ragionato, insieme ai signoriRossi, proprietari della Galleria Sa-cramoraedelpalazzodellavecchiasede,percircasetteanni.Allafine,i

Nella pagina a fianco, addetti reparto pane e salumi

In alto, addetti reparto frutta;al centro, addetti reparto pescheria

e sotto, addetti reparto macelleria

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progettistihannorealizzatoilnuovonegozioseguendo totalmente leno-streindicazioni.Ilrisultato?Ilpuntovendita attuale, di cui siamomoltoorgogliosi.” Non più un semplicesupermercato, bensì un “supersto-re”, che, nella scala del Conad (ilConsorzioNazionaleDettaglianti, acui“LaFonte”èaffiliato),sicollocaun po’ più sotto di un ipermercato.“E questa è proprio la nostra fortu-na! – spiegano Giuseppe e Patrizia–La superficieattuale,paria1.500metri quadrati di vendita, rappre-senta infatti una realtàmedia, dove

ai vantaggi del legame con Conad,cheèunabellagaranzianelsettoredelcommercioalivellonazionale,sipuòmantenerequellacordialitàcolcliente,propriadeinegozidipaese,che ci ha sempre contraddistinto.”Lapassioneeilrapportocolcliente,dunque,nonsonocambiati.Sarannoanche stati aggiunti reparti e servizi(lapescheria, lacotturadelpane, ilpronto-cuoci, tipologie merceologi-cheprimanonpresenti,unparcheg-gio enorme e comodissimo)... saràancheaumentatalaforza-lavoro,concircaquarantapersoneinpiùassunte

negliultimitreanni...mala“misura”della cordialità è rimasta la stessa:dietroaibanconi,fralescaffalature,allecassecisonoragazzeeragazzi,donneeuominiicuivoltisonobennoti a tutti i viserbesi. Li si chiamaper nome, si ricevono assistenza econsigli...Pernonparlaredituttico-loro che lavorano nell’ombra: nellapreparazione della merce, nei ma-gazzini, negli uffici. Insomma, unabellarealtàimprenditoriale,nonsolosottol’aspettoqualitativo.“Siamodavvero tanti! - confermanoGiuseppeePatrizia-Comprendendoanchelarealtàbellariese,attualmen-te,oltreaidodicisoci,lavoranoallaFonte novantasei dipendenti, di cuiil 70% sono donne. Collaboriamoancheconentidi formazioneacco-gliendo allievi in stage, con un’at-tenzione particolare a percorsi diaccompagnamento per giovani chepartecipanoaprogettispeciali.”Dodicisoci,untotaledioltrecentoaddetti,unosviluppocosìimportan-te... Chissà se questo traguardo erafragliobiettivideisocifondatori,chein quel lontano1973partirono conl’avventura de “La Fonte”. La rispo-sta spettadi diritto aGiuseppeBel-lavista,oggidirettoredelSuperstore.Non sembrerebbe, ma lui “c’era”.Ederaunragazzino...“Sonopassati più di quarant’anni. -spiegaemozionato - Io ero, sempli-cemente, il garzone di uno di loro:commessodaMarioGiardi,cheave-vaunpiccolonegoziodialimentarisulla via Sacramora, dove ora c’èun tabacchi. L’idea fu di GrazianoMulazzani, che aveva un analogonegozio nella stessa via, accantoall’attualefornoSacramora:proposealmiodatoredilavoroeadaltriduecommerciantidellazona (GiancarloRocchi,lattaioinviaPallottaeSergioRonci, conmacelleria di fronte alla

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Nella pagina a fianco, sopra, il primo supermercato di via Pallotta;

da sinistra: Primo De Paoli, Giancarlo Rocchi, Graziano Mulazzani,

Sergio Ronci e sotto, i ragazzi delle corsie

In alto, il direttore Giuseppe Bellavista con le addette del reparto accoglienza;

sotto, le ragazze delle casse

bottega di Giardi) di fare squadra,aprendo quello che fu uno dei pri-missimi supermercati di tutta Rimi-ni.LasedeeraametàdiviaPallotta,comodamente raggiungibile da tuttiivecchiclientideisingolinegozian-ti:nuovadizecca,alpianoterradelgrandecondominioappenacostruitodaifratelliRossi.Eranoitempiincuisivendevanoancoraiprodottisfusi:unchilodipasta,mezzodiriso, treetti di zucchero... cartocci di carta,bilancemeccaniche,conti amatita.Fu un bel salto nella modernità, incontemporaneaconquantoaccade-vaintuttalanazione:lagentepoteva

trovareinununicopostotantequa-litàdimerce, senzadovergiraredaunnegozioall’altro.Grazianofuunveroprecursore:avevavistolungo!Ilsuoricordoèsemprevivointuttinoi.L’avventura del supermercato, chevennechiamato ‘La Fonte’ inonoredella sorgente che contraddistinguequesta zona, iniziò sotto i miglio-ri auspici e venne accolta bene daiclienti.Pertantiannianchelemoglidei soci hanno lavorato a contattocolpubblico,allecasseealbanco:Marisa Mulazzani, Anna Rocchi eGinaGiardi.Neidecennisuccessivisisonoaggiuntialtrisoci,arrivando,

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incertimomenti,ancheadiciassette.Nel 1979, seguendo la necessità elavogliadiallargarsi,isociviserbesiacquistaronounnegoziogiàavviatodiBellaria,sitopressoilCentroDire-zionaledi viadonMilani,ponendoanchelìl’insegna“LaFonte”.Lacompagineattuale,comegiàdet-to, è di dodici soci: nel negozio diBellaria operano Mauro Bergantini,Stefano Marconi, Paolo Nucci, Ste-fano Pari, Terziano Montanari; nelSuperstore diViserba, oltre al diret-tore Giuseppe Bellavista, troviamoPatrizia Celli (responsabile ammini-strazione),MarziaGoretti(responsa-bilecasse),MarcoLotti(responsabileortofrutta),LuigiBordoagni,MassimoCorbelli eAdrianoRomani (respon-sabili salumeria). Tutti volti noti aiviserbesi, essendo sempre a fiancodei dipendenti: una squadra impe-gnata inprima lineaal serviziodel-laclientela.Esechiediamoaquesteimprenditricieaquestiimprenditoriiloroprogettiperilfuturo,sorridonoerispondonosenzatentennamenti.“Offrire il meglio ai nostri clienti:perilmomentosiamoconcentratisuquesto,anchesesiamoapertiatutteleesperienze...”

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Ogni volta che si apre una nuova attività imprendi-toriale, sia esso un alber-go, un bar, un negozio o, come in questo caso, un ristorante-pizzeria, siamo di fronte ad una vera e propria “botta d’orgoglio”. Iniziative che salutiamo con piacere, perché in tempi in cui la gente guarda al futu-ro con incertezza, rincuora davvero trovare chi, invece, ci mette del suo e si rim-bocca le maniche.

Da sinistra, Giovanni Ziroli e Oscar Piastra

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Così hanno fatto, col loro locale, i tito-lari del ristorante “Da chi Zuclòn”: Gio-vanni e Oscar. Dopo la costruzione del Polo Scolastico di Viserba e l’arrivo, nel 2010, della Galleria Commerciale Sacramora (col Conad Superstore, bar e negozi vari), la zona a monte della ferrovia compresa fra via Pallotta e via Morri ha preso un aspetto decisamen-te più vissuto: nuovi palazzi (quindi nuove famiglie), parcheggi, una gran-de rotonda che collega la Sacramora con la via Elvis Presley.

In questo contesto di rinnovamento, i due amici viserbesi, già soci in una precedente attività ristorativa, hanno voluto scommettere, mettendo in gioco la loro professionalità sotto una nuova insegna: “Da chi Zuclon”. L’occasione è arrivata dalla ristrutturazione appena messa in atto dalla famiglia Morolli, proprietaria dell’ex pensione Gemma di Campo ora trasformata in residence turistico alberghiero: un nuovo assetto dell’edificio che lasciava libero tutto il piano terra e il giardino.

Giovanni e Oscar, già soci per diver-si anni nella gestione del ristorante-pizzeria “Prima o poi”, in zona Lago-maggio, hanno fatto il resto: arredi moderni e funzionali, colori giovani e, soprattutto, un’offerta gastronomica di ottimo livello, a cui nel periodo esti-vo si aggiunge la “Frutteria”.La pizzeria con forno a legna a vista, quindi, è il regno di Giovanni Ziroli, erede di Carmine (se le ricordano an-cora, le sue pizze in via Pallotta, gli ex ragazzi di Viserba!). Servizio in sala e direzione nelle mani di Oscar Piastra, che fra l’altro è stato direttore della pizzeria O’Malomm a San Patrignano. Volendo fare un bilancio di questi primi anni, i “Zuclon” non hanno dubbi.

“Siamo più che soddisfatti della ri-sposta della nostra clientela. – dicono Giovanni e Oscar – Anche nelle varie evoluzioni del locale: alla pizzeria tra-dizionale abbiamo infatti affiancato un reparto cucina di ottima qualità, spe-cializzato in piatti di pesce e con una paella ormai rinomata e molto richie-

sta. Poi abbiamo inaugurato lo spazio estivo della ‘Frutteria’, che rappresen-ta una sorta di pub all’aperto, con aperitivi, cocktail e una vasta scelta di preparazioni a base di frutta fresca.”E, mentre l’estroso Giovanni si sbiz-zarrisce a sperimentare nuove pizze, anche con l’utilizzo di impasti partico-lari che riscuotono grande successo, Oscar organizza eventi, serate a tema (come la cena argentina o il grand buffet di pesce in giardino), giochi a premi (gare di biliardino, birra pong, quizzone)…

Mai fermi, dunque, sempre con un occhio particolare alle esigenze e alle richieste dei clienti. “Infatti! – confer-mano – E proprio per loro, anzi per i loro bambini, abbiamo creato uno spazio-giochi recintato, con strutture colorate e divertenti, dove i più piccoli possono sfogare la loro vivacità sotto l’occhio dei genitori che nel frattem-po si godono la pizza o l’aperitivo. Un locale per tutte le età. Quindi, ap-puntamento… “Da chi Zuclon”!

Un nome che è tutto un programmaLetteralmente il nome del locale suonerebbe come “Da quei zoccoloni”. La scelta non è casuale, ma dettata da ragioni che potremmo definire “storico-geografiche”.“Da piccolo venivo a giocare nel parco della Villa Ombrosa, che apparteneva a don Pietro Lodolini, conosciuto anche come ‘don Zuclòn’. - racconta il pizzaiolo Giovanni - Quando ho visto disponibile il locale proprio confinante con questo luogo, che per me era così misterioso, mi sono venute in mente mille cose, le scorribande con i compagni, don Zuclòn che ci rimproverava, le corse, i dispetti.Una grande nostalgia e tenerezza per gli anni della mia infanzia. Per questo mi è piaciuto il posto e con Oscar, mio amico e socio in questa avventura imprenditoriale, non abbiamo avuto dubbi: ci chiameremo ‘Da chi Zuclòn’.” Ed è quindi sotto questa insegna che è partita l’avventura.

www.pizzeriaristorantedachizuclon.comRistorante Pizzeria Da Chi Zuclon via Sacramora, 47 - Viserba di Rimini 0541.734737

PRENOTAZIONI|

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Il ricordo di ZanniboniNella mattina di sabato 22 marzo, in conco-mitanza con la Giornata Mondiale dell’Acqua, il comune di Santa Sofia e Romagna Acque-Società delle Fonti Spa hanno reso omaggio a Giorgio Zanniboni, indimenticato amministra-tore locale e per anni presidente di Romagna Acque. Oltre duecento persone hanno percorso a piedi il sentiero che costeggia il fiume, colle-gando Santa Sofia al centro operativo di Capac-cio. La passeggiata, di circa due chilometri, è costellata di sculture di artisti contemporanei: fu inaugurata nel 1993, e Giorgio Zanniboni (all’epoca presidente di Romagna Acque) ne fu il primo fautore. A Capaccio, nell’area esterna, è stata poi inaugurata un’opera dell’artista ro-magnolo Francesco Bombardi dedicata all’am-ministratore scomparso; quindi, in aula magna, si è tenuto un breve ricordo di Zanniboni ad opera di amministratori, operatori di Romagna Acque e altre personalità che ebbero la fortuna di conoscerlo e lavorare fianco a fianco con lui.

RomagnaÈ una primavera ricchissima di eventi per Romagna Acque-Società delle Fonti Spa, la società a totale capitale pubblico che è proprie-taria e gestisce tutte le fonti idropotabili del territorio romagnolo. Alle attività “tecniche”, quotidiane e importantissime, che permettono ogni giorno a tutti gli abitanti della Romagna (d’estate, anche ai milio-ni di turisti) di bere acqua “buona” e pura, si sono aggiunti molti mo-menti di rilievo anche “mediatico”, grazie ad iniziative di vario genere.

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Il palco della cerimonia di San Possidonio Foto di gruppo con la statua dedicata a Giorgio Zanniboni

Una scuola per l’Emilia terremotataDomenica 6 aprile, a San Possidonio - una delle località colpite nel 2012 dal sisma che sconvolse l’Emilia centrale - si è svolta la cerimonia di inaugurazione del nuovo polo scolastico: alla presenza, fra gli altri, del presidente della Regione, Vasco Errani, e del cantante Ligabue, che ha contribuito alla ricostruzione devolvendo l’incasso di alcuni suoi concerti. Fra i presenti, anche Romagna Acque, nella persona del presidente Toni-no Bernabè: il 26 giugno 2012, a poche settimane dal sisma che aveva colpito l’Emilia, l’Assemblea dei Soci di Romagna Acque-Società delle Fonti Spa deliberò infatti l’eroga-zione di un sostegno economico di 50 mila euro a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia - Romagna, a cui si aggiunse anche per vari mesi la presenza in Emi-lia dell’autocisterna per poter garantire acqua fresca e pura alle popolazioni bisognose. La donazione di Romagna Acque è stata appunto destinata al comune di San Possidonio, nel modenese, come concreto contribuito alla ricostruzione delle strutture del polo scola-stico, in particolare all’ampliamento della scuola elementare e media con la nuova mensa e l’aula magna, alla costruzione della nuova scuola materna e del Micronido comunale, alla realizzazione di una nuova palestra e all’urbanizzazione del comparto. “Siamo orgogliosi di comunicare che l’impegno della Società a sostegno di questa causa ha raggiunto l’obiettivo preposto - ha detto Bernabè - aiutando concretamente la comunità colpita dal grave sisma del 2012 e in particolare favorendo la crescita delle strutture dedicate alle attività educati-ve degli studenti del comune di San Possidonio. Vorrei anche sottolineare la serietà delle istituzioni, che in queste situazioni di emergenza hanno dimostrato capacità organizzative e impegno, contribuendo attivamente a portare così a termine i progetti di ricostruzione”.

Acque

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L’acquedotto della Romagna al cospetto di Papa FrancescoDifficilmente Papa Francesco conosceva l’acquedotto della Romagna. Ora, se il Pontefice è curioso, potrà ovviare a questa mancanza: perché a metà aprile gli è stato donato lo sto-rico volume realizzato da Romagna Acque e dedicato appunto all’opera che permette la distribuzione della risorsa idropotabile a tutto il territorio. Protagonista della consegna del libro l’ex dirigente di Romagna Acque Pier Paolo Marini, cervese, oggi in pensione: fratello di quel monsignor Mario Marini, scomparso nel 2009, che era legato al futuro Papa da grande amicizia, anche grazie alle numerosi missioni svolte in Sud America. Papa Fran-cesco ha ricevuto Marini in udienza pontificia: è stata l’occasione per l’ex dirigente, fra le altre cose, di donare al Pontefice il libro “L’acquedotto della Romagna”.

La diga nel suo splendoreE parlando di acquedotto della Romagna, non possiamo non chiudere con un accenno alla diga di Ridracoli, la fonte più importante fra quelle romagnole sia in termini storici che come portata d’acqua. Il lago formato dalla diga, come è noto – perfettamente inserito nel Parco delle Foreste Casentinesi – è una meta turistica di grande rilievo, visitata ogni anno da circa cinquantamila persone. In questo periodo dell’anno, la diga è ancora a livello di sfioro, e garantisce uno spettacolo mozzafiato. Ovviamente, le strutture organizzative e ricettive – a partire da Idro, l’ecomuseo delle acque di Ridracoli - sono tutte aperte: così come il battello elettrico che permette bellissime escursioni lungo il lago.

Pier Paolo Marini dona a Papa Francesco il libro “L’acquedotto della Romagna”

Battello elettrico a Ridracoli

www.romagnacque.it

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50| CURIOSITÀ E TIPICITÀ

Sogni di Sabbia ricordi di maredi Nerea Gasperoni | foto archivio Ippocampo

Torna, a grande richiesta, “Figurazioni di Sabbia”,la manifestazione estiva che per oltre mezzo secolo ha divertito e appassionato migliaia di bagnanti, adulti e bambini.

Da diversi anni, nel periodo natali-ziovengonorealizzatisullaspiaggiaimponentiPresepidiSabbia.Affidatiallamanodiartistidirinomatafamaeall’operavolontariadeicomitatilo-cali,rappresentanoun’attrattivastra-ordinariacherichiamamigliaiadivi-sitatoridaogniparted’Italiaeanchedall’estero.L’artedellaraffigurazioneosculturadi sabbia,però,ha radiciben più antiche e sviluppimoderniin ogni parte del mondo. Esistonotante competizioni a livello mon-dialedi scultureecastellidi sabbiaeilCampionatomondiale,chiamato

“Harrisand”, èdisputato inCanada.AViserbaperoltremezzosecolol’e-ventohamovimentatoleestatidire-sidentieturistiimpegnatiarealizzareoperealcunedellequalivengonori-cordateinquestoservizio.Cinquan-tadueedizionieunpiccolopatrimo-nio, costituito dalle belle immaginicheogniestatevenivanoscattatesul-laspiaggiadiViserba,parlanodiunadellemanifestazionipiùamateeat-tesedagrandiepiccini,chedaoltreundecenniononsiorganizzavapiùechequest’annorappresenteràinveceuna delle novità dell’estate. A rac-

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51| CURIOSITÀ E TIPICITÀ

contarelastoriadelleFigurazionidiSabbia,èFrancescoProttipresidentedelcomitatoturisticodiViserba.“Secondo la documentazione fo-tografica sulla quale è avvenuta lanostra ricerca per datare l’edizionedella manifestazione, - spiega Prot-ti - sembra che la prima edizione,dicuinonsiconosce il titolo,né ilperiodoprecisodisvolgimento,risal-gaall’anno1926conunasculturainsabbia che rappresenta il Colosseo.Neidecennisuccessivi,tuttiidiretti-videlComitatoTuristicochesisonosucceduti hannodato ampio spazioall’evento la cuiultimaedizione, lacinquantaduesima,èdatata12e13luglio2002.”Quellavolta,lescultu-renonvenivanorealizzatedaartisti,architetti o professionisti della sab-bia, come invece avviene oggi, siainItaliacheall’estero,doveesistonovereeproprieaccademiedellasab-bia e competizioni definite ‘WorldMaster’; era piuttosto un gioco checoinvolgeva esclusivamente turisti eresidentinelmesediluglio.Unate-stimonianzadellamanifestazionedioltreunquarantenniofacivieneda

Nella pagina a fianco,il piccolo Mariano Pozzi, al centro

vestito di bianco nel 1926

A lato, due foto con castelli di sabbia dei primi anni Cinquanta

AntonioScarpatodellanotaaziendapirotecnicanatae sviluppatasi aVi-serba. “Questa foto, scattata dal fo-tografoAlvaroAngelini, immortala ivincitori,lamiasquadra.–raccontaScarpato–Era l’estatedel1968e iltema venne deciso proprio da me.Nella raffigurazione c’è un uomo(dovrebbeessereunnero,losinotasolodaicapelliricci)chepiangeda-vantialletombe(semplicicrociconilnomediognidefunto)diJ.F.Ken-nedy, Martin Luther King e Robert(Bob) Kennedy. In quell’anno fum-moscossi,specialmentenoiragazzi,dallamortediquesti grandi simbolidellapace.Fral’altroMartinmortoinprimavera,inaprile,eRobertingiu-gnodel1968.Duemorticosìvicinechescioccaronoilmondo.JohnKen-nedyeramortosoloseianniprima.Ricordochefacevolescuolemedie,il preside ci annunciò l’accaduto e,tuttiinpiedi,facemmounminutodisilenzio.Eccoperchépensaiaquellascultura.Vincemmoperiltema,nonper l’artisticamanifatturadella figu-rainsabbia!”Il‘concorso’,nellesuevarieedizioni,sisvolgevaneltrattodi

spiaggia,daviaPedrizziaviaMon-tegrappa,prevedevaduecategoriedipartecipanti:gliadultiediragazziesiimperniavasuuntemaquasisem-pre in relazione a fatti di cronaca,oppureapersonaggi.“Quasisemprel’evento durava due giorni, fra rea-lizzazione delle opere e premiazio-ni. –prosegueProtti – Leopereve-nivano realizzate almattinomentreal pomeriggiouna giuriaqualificataescelta tragli stessi turistieguidatida professionisti locali (ricordiamofra i tanti ilmaestroBrunoBotteghiilprofessorBrunoMilitiel’architettoPierluigi Sammarini) sceglievano lepiù significative, intriganti, curiose,megliorealizzate...”Unricordodel-le particolari sensazioni che questa‘competizione’ lasciava in coloroche vi partecipavano viene da Ma-nuelaBotteghipiùvoltepartecipan-tealconcorsosiacomeconcorrentesiaingiuria.“Affondarelemaninellasabbiacaldaèunasensazionesem-plice e tuttavia esaltante, sporcarsicon l’acquaed impastare la terraciriportaagestiinfantili.–spiegaMa-nuela - Ai bambini viene naturale

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costruirequalcosa:uncastellodellefiabe,unfiumechescorretraarginiimpossibili, torri e guglie che pren-donoformadalsemplicemovimentodellemani…Lasculturadisabbiaèun piccolo sogno che presto scom-pare,ma la soddisfazione di averlorealizzato è forte anche da grandi.Da grandi si scolpisce qualcosa didiverso,lasinuositàdiuncorpoad-dormentato,lafacciatadiunfamosomonumento… si cerca di rappre-sentareconcetti,sitental’ironia…ildivertimentocomunqueèsemprelostessoeilgrandesuccessochequestemanifestazionihannoavutoehannointuttoilmondoloconferma.”Nonsoloscultura,maanchetuttouncontorno di attesa, di selezione ac-curatacontantodimotivazioniein-finelapremiazioneconspettacoloinpiazza“Ilpassaggiodellagiuriaeraanticipato dalla consegna delle car-tolinedipartecipazionenellequalii‘concorrenti’ dovevano inserire unoslogan che identificasse l’opera inconcorso. – prosegue Protti - Nellaserata del sabato, solitamente avve-nivanolepremiazioniconunospet-tacolomusicale in piazza Pascoli enell’occasione il primo premio era

In alto, a sinistra, una foto della premiazionecon Antonio Scarpato al centro,

1968 Foto Angelini

A destra, la locandina pubblicitariadel 32° concorso di figurazioni in sabbia

collegato alTrofeo “Italia inMinia-tura”,sponsorstoricoefedele;neglianni, all’evento hanno partecipa-to tanti personaggi dello spettacoloitaliano,cantantieattori, fra iqualiFrancoCalifano,SimonaVentura, lesorelleCarlucci,SandraMilo,SerenaGrandi,etantialtri…”Francesco Protti ricorda anche chemolti turisti, prenotando la loro va-canza,chiedevanoinnanzituttodell’e-vento, con il quale facevano coin-cidere la loro vacanzaaViserba.Unpo’ come avviene oggi con laNotteRosa, la Molo Street Parade e comepresto succederà con la Festa delleAcque! “Ipremi, consistenti incop-pee trofei per leprimedieciopereclassificate, – conclude FrancescoProtti - venivano esposti nelle vetri-nedelnegoziodi‘FotoAngelini’findalla sera precedente la premiazio-ne. Successivamente veniva espostaun’ampiadocumentazionefotografi-ca e l’elenco dei premiati grazie almagnificolavorodelcaroAlvarochepersonalmente,conlagiuriapercor-revatuttalaspiaggia.Atuttiiparteci-panti,inoltrevenivaconsegnataunapergamena quale attestato di parte-cipazione.”Ilsuccessodiunevento

chehaattraversatomezzosecolodistorialocale,tornaadimpreziosiredimomentisignificativil’estatebalnea-re;augurandociche lasuaedizione2014 possa riconfermarsi come unmomento di svago e divertimentoper tutti, l’appuntamento è a lugliocon la53°edizionediRaffigurazio-nidiSabbia.“Dopoannidiassenzae grazie alle richieste pervenute, ilComitatoTuristicodiViserbahapro-grammatonelmesedilugliodique-sto2014l’evento,conlestessemo-dalitàdisempremaanchecontantenovità. – annuncia Protti - Ciò saràpossibilecon ilpreziosoaiutodeglistabilimenti balneari diViserba e lacollaborazionedeglialbergatorichesarannoportavocepressoiloroaffe-zionaticlienti.”

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Sfumature di luce nei dettagli della realtàdi Marzia Mecozzi | foto famiglia Gualtieri, Museo di Talamello

Una storia d’arte e d’amore quella di Fernando Gualtieri, in arte Gualfer, che i viserbesi chiamavano ‘il piccolo francese’.

Novantaquattroprimavereeun lun-gomemoriale,illibro“GualtierimonAmour”diYvetteLichtenberg (editodaRaffaelli)cheleattraversaseguen-doilfiloconduttoredell’operad’ar-te, raccontano la storiadi FernandoGualtieri, il pittore dello SplendoredelReale.NatoaLonglavilleinFran-cia,Gualtieri ha trascorso l’infanziae la giovinezza aViserba dove eragiunto attorno agli anni Venti delsecoloscorsopervivereconlanon-naCaterina in un climapiù favore-voleper lui eper la sorellinaOlga.Fra i suoi primi ricordi vi è l’arrivoaViserbaaccoltodallozioGallianocheloavevaportatocolcalessinoavedere la piazza, poi, da viale Cri-stoforo Colombo (l’odierno Lungo-mare),GallianoavevaguidatoinviaPerticari per raggiungere la casettabianca della nonna. Quella casa,doveall’oradipranzosiritrovavanoatavolafinoindiciassettecommen-sali,conlaportasulcortileelafonta- fo

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55| PERSONAGGI

nadallaqualesenzasostazampillavaacquafresca,perilpiccoloFernandoabituato al grigiore della cittadinadellaLorenadove ilpadre faceva ilminatore, era stata la realizzazionedi un sogno, tanto che, non volen-dosistaccaredallavisionedelmare,la nonna aveva dovuto rassicurarlo:“OrmaiabitiaViserba,avraituttalavita davanti per giocare sulla spiag-gia!”ViserbaperFernandoGualtierirappresenta l’infanzia con Olga, ilSan Bernardo Doro, il cuginoWil-liamelozioEgisto,unuomopienodiinventivachefacevailmercanteefabbricavaunguenti.IlcalessediEgi-sto,unodeiprimidiViserba,venivacaricatodeiportentosirimedievia…allavoltadeivillaggidellaRomagna.LozioEgistoungiornotornòacasaconunapellediorsocheavevacom-pratodauncircoambulanteinfalli-mento, insiemeadun tamburo e aipiattidellabatteriacircense.Il ‘piccolo francese’ - come veni-va chiamato - dopo la guerra, doveera stato cartografo in Iugoslavia,aveva lasciato l’Italia alla volta diParigi. Artista nell’animo e nell’a-spetto,affidada sempreallamogliee‘biografa’ilraccontodellasuasto-ria ed è quindiYvette che descriveil difficilemondodell’arte inquellaParigi anni Cinquanta, affascinantemapocoospitaleperunpittorenond’avanguardia. Fernando che, pienodi speranze, aveva lasciato Viserbae un passato da calciatore fin nellemassime serie, da autentico arti-sta bohemien si trovò a fare i conticon il freddo e la fame nellamise-ramansarda in ruedesDeux-Ponts.EppureèinquellaParigimeraviglio-saeostileche incontrò ladiciasset-tenneYvette, lui giàmaturo e briz-zolato, con ildoppiodei suoi anni.ÈYvettel’animadell’artediGualtieriversoilmondo,musae‘procuratore’

alcontempoche,conspiritoguerrie-ro,hadedicatolavitaadocumenta-re, descrivere in poesia, raccoglierericordi, fotografie,perchénientedellavorodiGualferpossaandareperdu-to.Nellibrodimemoriesonoidipintiafardatramaallanarrazione.Ilgio-codellaMorte,IlCestodiBicchieri,LacrimediCristallo,ViolinoZigano...Attornoadogniquadroc’èunasto-ria,unpezzodivitasutela;edogniquadro ha il suo titolo che per Fer-nandonasce insiemeall’opera enerappresenta l’identità più profonda.Nel quadro intitolato La lettera, de-

finitodaClaudeRogerMarx,criticodel Figaro Littéraire, un capolavorodelTrompe l’Oeilecheottennenel1957 il primo premio alla GalleriaDuncan diNewYork, la lettera raf-figurata è quella che gli aveva an-nunciato lamorte del carissimo zioEgistoeilbigliettoda10.000franchiera quello cheVittorioDe Sica conmoltotattomasenzaacquistarequa-dri gli avevadonato con tutti i suoicomplimenti… Yvette e Fernandosi sposarono a Londra nel 1958 inoccasione della sua prima persona-leallaBondStreetGallery.Glianni

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56| PERSONAGGI

Sessantafuronogliannideiritratti:lenobili famiglie inglesie scozzesiglicommissionavanoritratticomenellamigliortradizionepittoricadeisecoliandati.ConilRitrattodiLadyFoster,ma soprattuttocon il ritrattoMoglied’artistaottenneilprimopremiodelpubblico al Salon du Portrait nel1960.InqueglianninacqueroleloroduefiglieNadiaeMyriam.Determinante per il suo futuro daartista fu però l’incontro con il pe-troliere canadese John Scrymgeorche, impressionato dal suo lavoro,acquistò l’enorme dipinto intitolatoHumanum est? (cm 200x320 Col-lezione Petroleum Club, Calgary)ribattezzato The Hunt, per regalar-lo al club dei petrolieri di Calgary.Per oltre un decennio Fernando eYvette trascorseroogniestate inCa-nada con l’amico e ‘mecenate’ cheaprìaGualferilmercatointernazio-nale.Nel lungo viaggio di una vitastraordinaria,raccontatacosìcomeiricordi affiorano,Yvette e Fernandopassano dalla miseria al successo,dallasoffittasullaSennaailuoghipiùmagici delmondo: Bermuda,Hong

Kong,LasVegas,laCappadocia,conquadri esposti ovunque: dal CentroPompidou,alMuseodelleBelleArtidiPechino, frequentandoambascia-tori,baroni,principi,capidistato,ar-tisti,giornalistidituttoilmondo;traisuoiclientiestimatorisiannoveranoancheBarbaraRockefellerelabaro-nessaNadineRothschild.Due i luoghi del cuore a cui fareritorno: la Galatée Gallery in Bou-levard Montparnasse che dal ‘72possiedono a Parigi eViserba, anziViserbella,nell’atticodiviaSpinasulgrandebalconeincuiFernando,ogniestate, dipinge guardando il mare.Perisuoi50annidipittura,nel2000Parigihacelebratoil“GiubileoGual-tieri”conunaesposizionealCarouselduLouvrepatrocinatadalpresidenteJacques Chirac e dalMinistro dellaCultura,mentre ilComunediParigiglihaconsegnatolamedagliad’oro.Dal 2000 il Comune di Talamello,paesedioriginedellasuafamiglia,loha insignito della cittadinanza ono-rariaetrasformatoilgiàTeatroAmin-toreGalli inMuseoGualtieri incuioggi si possono ammirare oltre 50

A pagina 55 da sinistra, Fernando a Viserba negli anni Trenta

Ritratto di Fernando con pipa realizzato dal fotografo Busi

(Sala del Consiglio Comune di Talamello)

YvetteeFernando a Viserbanegli anni Ottanta (foto Minghini)

Sopra, ‘La lettera’ 1953(1° premio alla Galleria Duncan di New York)

Autoritratto del pittore da giovane

Nella pagina a fianco,‘Il Taleth’ 1970, immagine della mostra

patrocinata da Madame Simone Veil (Museo Ebraico di Bologna)

In una foto in bianco e neroscattata da Yvette a Parigi

‘La Trata’ 1996(Museo di Talamello)

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dellesueopere.Perisuoi92anniilPrefettodiRimini,ClaudioPalomba,havolutofesteggiarloinaugurandolo‘SpazioGualtieri’incuisonoesposteseiteledonatedalMaestroalPalazzodelGovernodellacittà.La storiadiFernandoeYvettenonsipuòracco-gliere inunamanciatadi righe,masequestibreviaccennihannodesta-tounpo’dicuriosità,invitiamoipiùromantici a visitare ilMuseo di Ri-minidovesonoespostecinquedellesuetele,aSanLeolaprimasaladelPalazzoMediceocondiciassetteca-polavori,aBolognalabibliotecadelMuseoEbraicoe,aTalamello, ilbelmuseo chiamato ‘Lo Splendore delReale’cheraccontamoltodellapit-turaiperrealistadelMaestroGualtieriedove,comediceYvette“siimparaadapprezzaregliinfinitidettaglidel-larealtàfinoallecarezzedeitessutie alla musica dei cristalli”, oppureleggere il librobiografico “GualtierimonAmour”(sipuòtrovareinlibre-ria); per incontrarli basta a sedersinellesered’estatesullepanchinedellungomaredovesolitamentepasseg-gianomanonellamano.

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SiamoallaricercadeidisegnidiFernandoGualtieridelperiodogiova-nile.NeglianniincuiGualtierivivevaaViserba,stiamoparlandodeglianniTrentaeQuaranta,purnonessendoancoraunpittoreafferma-to,erasolitodisegnareeregalareisuoilavoriadamicieconoscenti.ChiunquesiainpossessodiunoopiùdisegnidiFernandoGualtieridelperiodogiovanile(lafirmaGualferoFernandoGualtierièsemprebenriconoscibile)puòsegnalarloall’associazioneIppocampoche,incollaborazioneconilMuseoGualtieri,staraccogliendoimaterialifi-nalizzatiadunamostradeidisegniperdutidelMaestro.

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‘Fiore di maggio’sopra uno scoglio di Viserbelladi Maria Cristina Muccioli

Tu che sei nata dove c’è sempre il sole, sopra uno scoglio che ci si può tuffare…

Questo incipit vi ricorda qualcosa?Sì, è la famosissima canzone scrittadaFabioConcato, il notocantauto-remilanesecheconisuoidischieisuoi concerti riscuote ancoramoltosuccesso. Perché ceneoccupiamo?Oltrecheperlabellezzadeiversiedellamusica, ilmotivoèsoprattuttoaffettivo:“Fioredimaggio”,questoiltitolo,ènataaViserbella,ispiratadalsuomareedai suoi scogli. IlbranoèdedicatoaCarlotta,laprimogenitadelleduefiglie,cheConcatoimma-ginanascereposatadaungabbiano“sopra quello scoglio quadrato dalquale ci tuffavamo da ragazzini”,comeharaccontatol’autoreindiver-seintervisterecenti.“Peccato che quello scoglio non cisiapiù.AViserba,doveènatalamiacanzone,tuttoècambiato.Trameequei luoghidove risiedono i ricordipiùbellidellamiavitac’èunrappor-

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tocombattuto.Dapiccolovenivoatrascorrere le vacanze sulla RivieraAdriatica. Mia nonna nel 1923 fula prima ‘forestiera’ a costruire unacasina aViserba, quando il turismoda quelle parti era agli albori. Dal1953,quandosononato,hosempretrascorso levacanze inquestacasa,che poi, come accadeva allora conlo sviluppodel turismo, si è trasfor-mata in albergo (“Villa dei Fiori”,n.d.a.).AllaRivierasonoquindilega-tipreziosiricordidellamiainfanziaeadolescenza,gliamici, lemangiate,iprimiamori, ilmare.Ancoraoggi,quandopensoalmare,pensoall’A-driatico.AViserbanonvadopiù ,ètroppocambiata,èsemprebella,maimieiricordisonostatiseppelliti.Pernonsoffrire,l’éscamotageèandareaCervia,manonècertolastessacosa:ViserbaèsempreViserba.”Il cantantemilanese, il cuiveroco-gnomeèPiccaluga,èfiglioenipoted’arte: la mamma Giorgina, infatti,era giornalista e poetessa,mentre ilpadre (Luigi Piccaluga, chitarrista eautorejazzpiùnotocomeGigiCon-cato),a suavoltaerafigliodeican-tantiliriciNinoPiccalugaeAugustaConcato.Fabio,cosìcome ilpadre,hatrattoquindilopseudonimod’artedalla famosanonna soprano.Epro-prioFabioesuopadreciriportanoadunquadrettoviserbesechecoinvolgeunaltrograndedellamusica.Allado-manda “ci sono altri cantautori chesecondo lei oggi andrebbero ricor-dati?”, nell’intervista al quotidiano“IlMessaggero”del13giugno2012Concatorisponde:“C’èLucioDalla,del quale non saprei cosa ricorda-re: era una persona piena di arte a360gradi.Racconteròunricordo,diquando ero almare, da bambino aViserba,inRomagnanel1959,eLu-cioveniva inquella zona in vacan-za.Miopadreall’epocamidisse‘lo

vediquell’ominopelosochegiocaapallone?E’unochecantacomeunabelva.’Neglianniaseguirenonavreipotutodaglitorto.”

LetestimonianzeTante voci, raccolte dall’associazio-neIppocampoinquestianni,hannoricordatochepermoltotempoFabioConcato è stato “villeggiante” aVi-serba.Anzi,piùprecisamente, aVi-serbella.“AViserbellac’eralavilladiunafamosacantantelirica,laConca-to,nonnadiFabioConcato”(dall’in-tervistaaEugeniaZanzani,memoriastoricaviserbese,riportataperestesoallepagine(26-27)delgiornale.“Confermoinpieno,edatestimoneoculare,lapresenzadiFabioConca-to aViserbella per diverse stagioni:ancheluiandavaalBagnoRossi43epiùvoltecisiamoritrovatiinvolonta-riamenteanchevicinidiombrellone.Certo a ripensarci adesso viene dasorridere, anche perché allora Con-cato non era ancora il cantautoreaffermatocheèoggi,malasuacapi-gliaturanonpassavacertoinosservatainspiaggia…“(testimonianzadiPao-loCatena).“Confermolanotizia.Senonsbaglio,inquegliannialloggia-vaallapensionePopeyedeiBaietta,iqualiraccontanodiquelgiovanottoconla“criniera”chesuonavasemprelachitarra.(testimonianzadiAndreaNeri). IBaiettasonoVincenzoesuamoglieVittorina. Hanno un ricordoaffettuosodella signoraGiorgina, lamammadi Fabio, che ha alloggiatoda loro fino agli anni Settanta. “Luieragiàfamoso.–diceVincenzo–Traunconcertoe l’altrovenivaaViser-bella a trovare lamamma, restandodue o tre giorni.Alla sera spesso sifacevaunpo’dimusica insiemeadaltriospitie lui,conlasuachitarra,erasempredisponibile.Amiamogliededicava la sua canzone ‘Rosalina’,

cambiandoilnomedeltitolo.Quin-di:‘Vittorina,Vittorina,tuttoilgiornoin bicicletta, fino a sera sera....’ Mipiacerebbeincontrarloancora.Chis-sà,sepassassedaquesteparti...”Sapendo qualcosa in più sul con-testo in cui è nata la canzone, ora,nell’ascoltarla, potremo riconoscereil mare, gli scogli, i gabbiani dellanostraspiaggia.

Fiore di maggio

Tu che sei nata dove c’è sempre il sole

sopra uno scoglio che ci si può tuffare

e quel sole ce l’hai dentro il cuore

sole di primavera

su quello scoglio in maggio è nato un fiore.

E ti ricordi c’era il paese in festa

tutti ubriachi di canzoni e di allegria

e pensavo che su quella sabbia

forse sei nata tu

o a casa di mio fratello non ricordo più.

E ci hai visto su dal cielo

ci hai provato e piano sei venuta giù

un passaggio da un gabbiano

ti ha posata su uno scoglio ed eri tu.

Ma che bel sogno era maggio e c’era caldo

noi sulla spiaggia vuota ad aspettare

e tu che mi dicevi guarda su quel gabbiano

stammi vicino e tienimi la mano.

E ci hai visto su dal cielo

ci hai provato e piano sei venuta giù

un passaggio da un gabbiano

ti ha posata su uno scoglio ed eri tu.

Tu che sei nata dove c’è sempre il sole

sopra uno scoglio che ci si può tuffare

e quel sole ce l’hai dentro il cuore

sole di primavera

su quello scoglio in maggio è nato un fiore

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Carlo Ardini, maestro e poetadi Vincenzo Baietta | foto Angelini, archivio Ippocampo

Il tuo cuore e la tua mente ci hanno lasciato una preziosa eredità e il coraggiodi sognare ancora.

Eral’estatedel1958quandoconobbiilmaestroCarloArdini.Eroalezionedilatinoeitalianoacasadelprofes-soreEneaBernardi.Asettembreavreidovutosostenere l’esamedi integra-zioneperessereammessoall’istitutotecnico industriale. Era agosto, e ilcaldopomeridianosifacevasentire.Unaleggerabrezzacircolavatralafi-nestraelaportadellasalettalasciataappositamenteaperta.Carloapparveall’improvvisosull’uscio.Enealosa-lutòemipresentòconquesteparo-le: “Lò l’è unBaeta e’ fiul piò znindlamicuseina,laGiannina.E’vaa

studièaFermo.Speremada trè furaqualcosa ad bon!” (Lui è un Baiet-ta, il figliopiùpiccolodimia cugi-naGiannina.VaastudiareaFermo.Speriamodi tirare fuori qualcosa dibuono).Unagenerazioneci separa-va.EneaeCarloeranoentrambinatinel1922,mentre iosonodel1944.C’eraqualcosaperòcheciuniva: illuogo di nascita,Viserba, e l’amoreperquestanostraterra.Carloeraunbell’uomodalfisicoasciutto,alto,at-letico,ilineamentidelsuovoltoera-nobenmarcati.Aprimavistaciòchemi colpì fu il sorriso, con le labbra

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che stringevano una sigaretta appe-na accesa, lo sguardo attento sottole folte sopracciglia e i suoi capellirossi. “Buongiorno,maestro!”, dissi.Ementregliporgevoilsalutomiven-neinmenteunafrasechemiamadreerasolitadire:“l’omsicavelròs,chiunè prova unè cnòs!” (l’uomo daicapelli rossi, chi non lo prova nonlo conosce). Impegnato negli studitecnici, poi universitari, fino all’an-no accademico 1970/71 non ebbioccasionedivedereCarlo.Lasvoltadecisiva di unanostra più profondaconoscenza ed amicizia si presenta

dopo gli anni 1974/75, data lamianuovaresidenzasullungomarediVi-serbella.Icolorieisuonidel“marenostrum”erano“lesirene”cheattra-evanoentrambiversolamarina.Perdirloconparolesue:“unpo’perdi-sio,unpo’pernonmorire...”LapassioneperilmareCarlol’avevanel sangue, come la nicotina dellenumerose sigarette fumate. Ne eradipendente. La marina, l’infanziae la gioventù, i giochi, il pallone, ituffi, lenuotate.Maanche il lavorodurodellatratta.Carloinfattiera,conmiononnoTogna,nellasquadradei

Nella pagina a fianco,gli ex alunni classe 1955

Sopra, da sinistra, Vincenzo Baietta

A destra, il tavolo relatori con:Manuela Botteghi, Nerea Gasperoni,

Roberto Biagini, Walter Raffaelli, Maria Cristina Muccioli

Al centro, da sinistra, Rossana e Angelina rispettivamente

figlia e moglie di Carlo Ardini; sotto Enia Marchioni

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Un momento della presentazionenella sala dell’Hotel Helvetia

modeglieucalipti.Inquestapiccolaoasidipacesidiscutevadituttoocidavamo lettura reciproca dei nostriscrittidialettali.E da questi bei ricordi che dopo lamorte,nelsettembre2006,diCarlo,cominciai a pensare seriamente diuscire con una pubblicazione dellemiepoesieepocodopomifecipar-te interessata presso la moglie peruna raccolta delle poesie di Carloche finalmente ha visto la luce nelfebbraio2014(“Almimoriealnovi.Iricordielenotizie”).Chicomemeamico,coetaneoono,oalunno,haavutolafortunadivive-reassiemealpersonaggio,saquantograndesiastatoilvaloreumano,mo-rale, socialeeculturaledell’intellet-tualeCarloArdini,maestroepoeta.Chinonricordalesuebattaglieciviliindifesadeipiùumili,dell’ambien-te,delletestimonianzestorichedellaViserbadifineOttocentoedelprimoNovecento? Il suorammaricoper laperditadellaCorderia edelCircolodei Bagnanti distrutti dalla guerra,

trattaroli diNandi.DaNandi avevaereditato il gusto delle camminatechilometrichesullarivadel“fecondomarechegeneraenascondeetunonvediquantocisiadivita”.Gentedalcarattereforte,i“marinérdepelròs!”(marinairossidicapelli).MafuneglianniOttanta che la nostra amiciziasiconsolidò.Almiocompleanno,nelmarzodel2001,salìdalmareacasamia. Mi regalò il suo romanzo “Lapescareale”,conladedica“all’ami-coVincenzoconaffettoantico”.Nelsettembre1986(poinel1987enel1988),susuoinvitopassaileferieinunappartamentinodellasuacasaa Pula, in Sardegna. Lui era solitobalneareaCapoSpartivento, inunameravigliosa spiaggia di sabbia gra-niticarosaracchiusafraduepromon-tori granitici impreziositi di verde.Qui trascorrevamo l’intera giornatanelleacquecristallinechenonsiin-torbidivanomai.Rientravamolaseraperlacena.Poiuscivamoingiardinoagodercilafre-scabrezzamarinaodorosadelprofu-

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maanchedelvecchiolavatoio,dellefontanediviaRomaedellastazione,dellachiesetta“addonArcànzli”,di-strutteinvecedallepulsioniprogres-siste di viserbesi che vedevano nel“vecchio” un passato conservatoreda cancellare. Ma l’amaro in boc-ca Carlo l’aveva anche – come noidel resto –per la trascuratezza e lamancanzadipoliticheatutelaesal-vaguardiadell’ambiente,cheeranoesonocausadidegradodi spazi sto-rici:laFossadeiMulini,ilmulinodiLèli, il Surciòn, laFonteSacramora,laPalazzinadelTurismo.Questiulti-miimputabiliadundisinteresseam-ministrativo sedimentato da più de-cennineiconfrontidella“periferia”.Cosìvenivaevieneabbandonata lanostrastoriaelanostracultura.Con-tro questo Carlo ha lottato, controquestoCarlosta,anchedopolasuascomparsalottandoattraversolesueopere: “Lapesca reale” editoda LaStamperia,Rimini2001e“Almimoriealnovi.Iricordielenotizie”,Raf-faelli Editore Rimini 2014. Grazie,Carlo,periltuocuoreelatuamentecheciha lasciatounapreziosaere-dità cosicché noi possiamo ancorasognareadocchiaperti:davantiagliorizzontidelnostroamatomare.

“Al mimori e al novi.I ricordi e le notizie.”

(di Carlo Ardini - Raffaelli Editore)

Domenica6aprileall’HotelHelvetiaParcodiViserbella,oggiconosciutoanchecomeOxygen,l’associazioneIppocampoViserbahacuratolapre-sentazionedellibrodipoesie“Almimoriealnovi,iricordielenotizie”diCarloArdini,editodaRaffaelli.Questolibroche,postumo,vienedatoallestampe,vedelalucegrazieall’impegno,allavorodiricercaeallacuradellafamigliaediungruppodiamiciedestimatorinonsoltantodell’o-peramaanchedell’uomoArdini,fraiqualiilprofessorVincenzoBaietta,insegnanteepoetacheconluihaspessocondivisodiscussioniepassioniletterarie.“Almemoriealnovi(perchéinostvèccinmoradetòt)–scriveRobertoBiagini,assessoredelComunediRiminiallatutelaegovernodelterritorioedexalunnodiCarloArdini,nellaprefazionedellibro–rappre-sentaunasintesi,unospaccatogenialeepoeticodellastoriadelnostroNovecento,dove ildialettoè ingradodicoglierequelle sfumaturechenessunaparolainitaliano,anchequellaattintadallatradizionechecerchidirenderneilmiglioresignificato,èingradodirappresentareconquellapenetrazioneromanticacheillinguaggiodeinostrivecchieraingradodifornire.”Fralerigheritornanogliadorati luoghidimareedicampagnaaccompagnatidallefigurecaratteristichediqueipersonaggi cheancoraoggipopolanolamemorialocale,glieventichehannotrasformatoilter-ritorioelepersone,maanchelaquotidianitàpopolareintrisadiabitudineedolcezzaechefannodiquestaraccoltaunpiccologioiellodellapoesiaedellaletteraturadialettaleita-liana. Nella domenica prima-verile tantissimi sono stati gliamiciegliexalunnichehan-noportatocon lapropriapre-senza l’omaggioal compiantomaestro. Hanno presentato illibroPierluigiSammarini,pre-sidenteassociazioneIppocam-po;RobertoBiagini,avvocato,assessore ed ex alunno cheha curato la prefazione;Wal-terRaffaelli,editore;VincenzoBaietta, amico e poeta;MariaCristina Muccioli, giornalista.Molta emozione per le poe-siediArdinilettedaVincenzoBaiettaepergliinterventieletestimonianzedialcunialunnidelmaestro.

Nell’immagine la copertina del libro

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Buon compleanno nonnodi Maria Cristina Muccioli | foto Teresa Addis, archivio famiglia Parma, archivio Ippocampo

“I nonni ci insegnano e ci raccontano le nostre radici con la magia del vento che accarezza le nostre foglioline appena spuntate, perché noi, anche senza saperlo, prenderemo pregi e difetti di quell’albero lì, di cui facciam parte per sempre.”

Il 30 aprile, all’Oratorio Marvelli diViserba, si è tenuta la grande festaper102annidiVittorioParma, ilvi-serbese più anziano.Vittorio ha sof-fiato sulle candeline con la famigliae il folto gruppo di amici della “Te-nera Età”, che si incontra ogni setti-manaallaparrocchiadiViserbaMare.“Nonmancamai, ha fatto un saccodiamicizie!”-diconodonAldoFontieTeresaAddis,gliorganizzatoridegliincontri.NatoaViserbaMonteilpri-momaggiodel1912 (ilbabboLuigi

eradettoBigìn,lamammaMariamorìgiovaneper l’epidemiadi spagnola),Vittoriosièsposatonel‘47conRina,scomparsadaalcunianni.Lacoppiaha avuto due figli: Mara e Sergio.Unavitalungaericcadiemozioniediricordi,chegiungonoanoigraziealla voce diMichela, la primogeni-tadiMara,che,dabravanipote,hasempre ascoltato e memorizzato.Qualisonoiraccontipiùbelli?“Tanti!Ascoltandolo,mia sorellaedioabbiamoimparatocos’eralafame,

la guerra, la speranza della libertàdall’oppressorenellenottidipioggiasottoilporticato,conl’odoredell’e-statechefinivaedell’Italiacheveni-valiberata.Conlagioiadiviverecheancorahacihainsegnatoafarfesta,starecongliamici,mangiaredigu-sto.”Vittorioèstatoungrandelavo-ratore:primaallaCorderiadiViserba(“Sonostatol’ultimoaduscire!”), inseguitoinunafabbricadiBresciade-gli stessi proprietari della Corderia,poi in ferrovia come tornitore e di

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notteaiveglioniasuonare.“Sì,per-chéilnonnoèstatounbravomusici-sta– spiegaMichela–Ha imparatoasuonaretutto,unpo’dasoloeunpo’ al conservatorio musicale Letti-mi,dovesièdiplomatoinclarinetto.Ha suonato anche mandolino, bat-teria (facendopure ilmaestro e co-struendoneperilnegozioinpiazza),fisarmonica(cherimarràilsuotrattodistintivo).Durantelaguerrahasuo-natoconinglesietedeschi,senzaca-pireunaparoladellalorolingua.Glimettevanolospartitodavantiestavasempremoltoattentoanonsbagliareunanotanéafinirprima, anche sesisentivanobombardamentiosirene,

perchéper i soldati la festanoneraancorafinita.‘Eméiléaculstrètdalapaura!’,ciraccontava.”Insiemeallamoglieeaifigli,Vittoriohaanchegestitoperquarant’annilapensione“VillaMara”,inviaMonte-verdi,poitrasformatanell’abitazioneincuiviveancoraoggi.Laricettadilungavita?Forselabellafamigliadacuièsemprecircondato:Mara colmarito Luigi Prioli e le fi-glieMichelaeManuela;SergioconlamoglieRenataMontanarie ifigliGianluca, Roberto, Stefano. Senzadimenticare la cagnolina Birba, or-mai parte della famiglia e “guardiadelcorpo”dinonnoVittorio.

Nella pagina a fianco, Vittorio in un recente scatto

Sotto, da sinistra il giorno del matrimonio con Rina, 1949

Vittorio alla batteria nel complesso dei Blu Stars

Vittorio al lavoro nella corderia di Viserba, 1940

Rina e Vittorio, sulla pista da ballo di Chianciano, 1970

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I nuovi quartieri a monte della ferroviadi Silvia Ambrosini | foto Paritani

Quella che veniva definita ‘zona dormitorio’ appare oggi un quartiere modello, immerso nel verde e abitato da una nuova generazione di viserbesi che ama il proprio ‘borgo’.

Palazziallineaticontornatidagiardi-ni, parcheggi, piste ciclabili e ampimarciapiedi. Siamo a Viserba, de-stinazione nuovo Peep, complessoediliziosortounadecinadianni fa,guardatoprimaconsospettoperl’ar-rivodi nuovo cemento, poi preso amodelloper vivibilità epresenzadispazi.Quattromilapersoneresidenti,circa settecentoappartamenti,primiarrivi nel 2005, molte giovani cop-pie e famiglie. “Io per lavoro sonospesso fuoricasa– raccontaFioren-zoCorbelli,59enne,arrivatoquiottoannifadaSanGiuliano–equando

torno sto davvero bene. C’è moltospazio, la possibilità di passeggiarecon icanie incontrarsiconglialtriresidenti.Nonèverochesiamounazona dormitorio.” Fiorenzo insiemeallamoglieNicolettacitieneasotto-linearequestoaspetto.Sonoinmoltiaritrovarsinelvicinobaroalparcosoprattuttoquando labella stagionelopermette.Unparadisofelice,dun-que. “Beh,proprioparadisodireidino. Mancano ancora alcuni impor-tantiservizi:sonopresentibancheebar,ma ci vorrebbero studimedici,un’edicolaeunveroepropriocen-

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trodiaggregazione.”Lanecessitàpiùevidenteèproprioquesta.Setantoèstato fatto, con la creazione di par-cheggi e con l’apertura della nuovascuola per l’infanzia di via Sacco eVanzetti,ascoltandoiraccontideire-sidentiemergel’esigenzadiunpostodovecisipossaritrovare.“Eraprevistofindall’inizio – spiegaOscarTamburini,presidentedell’as-sociazioneViverelaVitaViserba–ilfamoso centro servizi che stiamoaspettando,conannessaunastrutturadovepotersiritrovareancheininver-no”. Tamburini, artigiano viserbese,sessantenne,èunfiumeinpiena:“agiugnoparteciperemoallaFestadelleAcque,poiorganizzeremounacenasotto le stelle per l’intero quartiere,tutti i giovedì sera ci sarà il cinemaperbambinieinagostolaFestacongiochiemusica.”Lapartecipazioneèsemprenumerosa,segnodellavo-

gliadiesserci,divivereunterritorionon solo come propria residenza,menchemenodormitorio,maanzicome luogo identitario in cui rico-noscersi e incontrarsi. “Soprattutto ibambinieigiovanihannobisognodiopportunitàpervivereiltempolibero–concordaRaffaellaGrossi40enne,insegnante,romagnoladoc,mammadiunbimbodiquattroanni,chevivequiconilmaritoeunaltrofigliodi14anni–Inoltrec’èilproblemadeglispostamenti;appenauscitidalquar-tierenonvisonopiùpisteciclabiliesevuoiandarealmareoincentrolestrade sonomolto scomode, senonpericolose.” Operai, magazzinieri,casalinghe, rappresentanti delle for-zedell’ordine,è ilvariegatomondodegli abitanti di questo territorio,in cui si vive bene. Con migliora-menti apportabili. Come l’autobus:“Dovrebbe passare più spesso e se

Nella pagina a fianco, una festadi compleanno di “vicinato”

Sopra, Anna Barbarino;a lato da sinistra,

Nicoletta e Fiorenzo Corbelli e Mario Guida a destra

Sotto, Edoardo Riccio

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quello che arriva non ha la pedanaper disabili devo attendere quel-lo dopo e l’attesa diventa lunga –racconta Anna Barbarino 67enneoriginaria di Napoli. A seguito diun intervento è sulla carrozzina.“Glispazisonoaprovadiaccessibi-lità,riescoamuovermibene,anchese ci vorrebbe una farmacia più vi-cina, perché quella che c’era è sta-ta spostata ed è difficile arrivarci”.Annavivequicon lafiglia, ilgene-ro e il nipote. In 51metri quadrati.Maringraziailcieloperché“almenounacasal’abbiamo.”Infatti c’è anche chi rischia di per-derla. A raccontarlo è don RobertoCostantini, parroco di Santa MariaVergine (Viserba Monte): “Vi sonodiverse famiglie con problemi eco-nomici, tanto che molti, trasferitisiquiperlavoro,unavoltadisoccupa-

ti,tornanonelloropaesediorigine,soprattuttonelsudItalia.LaCaritas,sebbenepresenteeattiva,nonriescea coprire tutti i bisogni, bollette dapagareoaltrespese”.Manuoviresi-dentisignificaanchetantibattesimi,comunioniecresime.Laparrocchiaèfrequentatissima,tantoche,riguar-do al catechismo... “non sappiamopiùdovemettereiragazzi!”,scherzadonRoberto.Uncampodi calcettoe un piccolo parco giochi vengonoutilizzati soprattutto al pomeriggioeneifinesettimana.“Civorrebberoaltri luoghi, perché non tutti vannoinparrocchiaec’èchi èdiuna re-ligionediversa…Comincioanotarequalchesegnodidegrado,nonvorreichealcuniragazzidiventasserosban-dati.” La domanda di don Robertoresta sospesa. Sicuramente a questofortebisognodiaggregazione in fu-

turodovràesseredatarisposta.Nonsoloperigiovani.NonsoloperViser-baMonte.C’èvogliadiaggregarsidistareinsieme.Incontrandolepersonetiaccorgidiquantitalentiediquan-taoriginalitàciascunadiloroappor-ti. Come Edoardo Riccio, Eddy pergliamici,chesuonailpianofortedaquandoavevaquattro anni.Appenapuò anima serate di karaoke anchenei vicini bar della zona.Maurizio,64anni,pensionatovienedaRoma,èunexpilotadell’esercito.Antonio,sorriso aperto, è tuttora sottufficialedell’Aeronautica.MarioGuida, dal-la Sicilia è arrivatoqui e da subito,con la sua passione, ha guidato laprotestacontroicostitroppoelevatidel teleriscaldamento.Battaglia nonvintaecondiversiparericontrastantisultema:costisemprealtiperalcuni,situazionemiglioratarispettoalpas-

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Piadineria della Corderia Vis 4.2014.indd 2 30/05/14 10:38MAcconciature Maddalena Vis 4.2014.indd 2 30/05/14 10:05

Nella pagina a lato, al centro, il presidente dell’associazione

“Vivere la Vita Viserba”, Oscar Tamburini con alcuni residenti

Sopra, don Roberto Costantini parroco di Viserba Monte

sato, per altri.Ma questa è un’altrastoria, complessa quanto delicata.Comesivedeleproblematichesonotante,maanchemoltaèlavogliadirisolverleediandareavantipermi-gliorarequestazona.Anchechinonè originario del posto come Fatmir,piastrellista albanese da 25 in Ita-lia, lo conferma: “Qui si sta bene”.Edèilsuoaccentoromagnolo(anzi...viserbese!)adesprimerepiùditanteparole...

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70| PROSPETTIVE

Viserbavista dall’altalenadi Claudia Protti | foto Paritani

Parchi gioco a Viserba. In queste pagine viene proposta una mappatura degli spazi verdi dedicati ai giovanissimi. Ecco il reportage di mamma Claudia.

Sononatanel1972evivoaViserbadaquandoavevomenodidueanni.Quando ero piccola, in via Pironic’eranopochipalazzie ricordochedalla finestra potevo vedere le grucheservivanoacostruirli.Difiancoacasafacevamoanchelafogheraccia!Oranonc’èpiùnessunpiazzalelibe-ro: solo case e condomini.Comun-queèunbelvialealberato,infondoalqualesitrovalascuolaelementarecheho frequentato solodalla terza,perché prima non c’era. Ricordomoltobene igiochiaigiardinetti in

viaCuriel:ameeallemiecuginettepiaceva un sacco dondolare sull’al-talena cantando le sigle dei carto-ni animati e schiacciare i gusci deipinoli con i sassi sopra lepanchinedipietra.Questoparconegliannièstatorimodernatoesottol’ombradeigrandipiniivecchiscivoliinmetallosono stati sostituiti da giochi in le-gno.Insiemeaicondomini,perfortu-na,aViserbasonocresciutiancheal-triparchi.Nonsonograndissimi,mapermettonoaibambinidistareall’a-riaapertaedigiocareconicoetanei.

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Nellazonamonte,sottoallastatale,ce ne sono diversi.Quandomio fi-glioSamueleerapiccino loportavospesso nel piccolo parco “AlbertoSordi”(conosciutoanchecome“par-codellatartaruga”perviadell’enor-me rettile di pietra), in fondo a viaAnnaMagnani.Unospaziopiacevo-le, con pavimentazione antitrauma,unpiccoloscivolo,lealtaleneagab-bia, il tunnel, giochi a molla, pan-chinee tavoliper i genitori chevo-glionofareduechiacchierementreifigligiocano.Unparcoperfettoperibimbidazeroaquattro/cinqueanni.Per ibambinipiùgrandieavventu-rosic’èilparco“HugoPratt”,chesitrovainviaJohnLennon.Quièsta-ta installataunaspeciedi teleferica:agganciato a due strutture in legno,unlungocavodiacciaiosorreggeunseggiolino con cui i bimbi possonolanciarsiinvelocitàdaunacollinet-ta all’altra. Sempre in questo parco

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72| PROSPETTIVE

piccoli spazi verdi, anche se vorreiricordare ai miei concittadini che iparchigiocosonoditutti:importantipergrandiepicciniperchéluoghidiincontri,relazioni,giochieamicizia.Per questo motivo dobbiamo tratta-re con rispetto i giochi e il terreno:nonimbrattiamodiscrittelestruttureenonbuttiamoaterramozziconidisigaretta (che se ingeriti sonomoltopericolosi)! Inoltre, icanineiparchigiocononpossonoentrare:qualcunospessosidimenticadiquestodivieto,così come dimentica di raccoglierei bisognini del suo amico a quattrozampe.Vorreiproporreun’altrabre-ve riflessione sui parchi pubblici.Noi adulti abbiamo il dovere di as-sicurarcichetuttiibambiniabbianoglistessidiritti.“Giocare”èunodeilorodirittifondamentali.Ilgiocoper-mette di crescere in maniera sana,di imparare a relazionarsi con altribambini, rispettare i turni (e quindi

leregole).Giocandosifingediesse-remamma,papà,dottore;siimitailcomportamentodegliadulti,siimpa-raadavererispettodeinostrisimili.Purtroppo nella maggior parte deiparchicisonogiochiadattiabambi-ninormodotati,mentresonoassentigiochi che possono essere usati an-chedabambinicondisabilità.Sareb-bebuonacosase l’amministrazionelocale prendesse in considerazionegiochi inclusivi, che permettano atuttiibambinidigiocareinsiemein-dipendentemente dalle loro abilità/capacità e condizioni fisiche. I gio-chi si usurano, si rompono: magarialmomentodisostituireungiocosipuòdeciderediacquistarneunochepossaessereusatodatutti.

c’è un’enorme “ragnatela” su cui èpossibile arrampicarsi fino in alto efingerediessere l’uomoragnoounesploratore.Ilparcoèpiccoloesonopresentisoloquestiduegiochi,peròmoltoapprezzatidaibambiniavven-turosi. Proprio di fronte troviamo ilparco “Lucio Battisti”, che è abba-stanzagrandeedisponediunampiospazioerboso,oltreadunoscivolo,unastruttura-giocoperarrampicarsi,panchineegazebo.InviaBaroni,vi-cino al supermercatoA&O, ci sonoaltridueparchi.Unositrovadietroalsupermercato, latomonte,edè inti-tolatoaIqbalMasih:altalene,giochiamolla, scivolo, qualchepanchina,alberi e prato. Una zona tranquilladovelemammepossonoleggereunlibromentreibambinigiocano.L’al-troèdi fronteal supermercato, latomare, con giochi simili e parecchiospazio per correre. A Viserba sia-mopiuttosto fortunatiadavere tanti

I giovanissimi Samuele e Brandoprotagonisti di questo reportage

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73| RUBRICA

diventa anche tu GIOVANE SOCIOprotagonista del tuo futuro

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Filiale Viserba Mare - Via Dati, 27 - tel. 0541 1847030 - fax 0541 1847068

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74| SPORTIVI DI CASA NOSTRA

Lo scorso 9 febbraio quattro at-leti evergreen della polisporti-va Garden hanno battuto il re-cord nazionale in staffetta dinuoto master categoria “M320”.L’età complessiva del quartetto rag-giunge i 323 anni! La categoria“M320”, infatti, indica la sommadell’età minima che devono posse-dere ipartecipanti.Con il tempodi3’33’’ilquartetto,compostodaGio-vanni Fantini (anni 75), Mario DeGiampietro(anni91),FilippoBonduà(anni79)eDomenicoOlivieri (anni

78)haraggiuntoilrecordnazionaledurante i campionati regionali Fin.Nelgruppettocisonodueviserbesi:FilippoBonduàeDomenicoOlivieri,entrambiexferroviericonlapassio-neperilnuoto.Deidue,DomenicoOlivierinonènuovoaigiornaliperle sue prodezze sportive, sebbe-ne lo sport della sua vita non fosseil nuoto, bensì il tennis. Con il suoaspettoinusualeeunatecnicachelocontraddistinguevasuicampiinterrarossa,Olivieri diventa un nome neivari tornei.Apartire dagli anni Set-tanta ottiene grandi soddisfazioni ericonoscimenti vincendopiùdi ses-santatornei,aggiudicandosiperduevolte ilSettebelloneglianni1976e1977, il torneoSacramora, il torneoFarina,raggiungendo,nel1994,ilti-tolo di Campione italiano categoriaVeterani. Successivamente, abban-donatelecompetizionisuicampidatennis, Olivieri si dedica ad un’al-tra passione: il nuoto. Specializzatonegli stili “delfino” e “stile libero”,comincia a vincere numerosi premiancheinquestadisciplina,siaindivi-dualisia,comenelcasodelraggiun-gimentodelrecordappenaottenuto,instaffetta.

Dalla terraalle acquedi Francesca Perazzini

Sportivi si nasce.E il caso di DomenicoOlivieri che, dopo i successi con la racchetta, ora battei record in piscina.

Sopra, Domenico Olivieri e, a lato, il gruppo dei nuotatori

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