Vis a Vis_5_2015

68
Volti e Storie Dalla Terra Delle Acque N.5 - FEBBRAIO 2015

description

 

Transcript of Vis a Vis_5_2015

Page 1: Vis a Vis_5_2015

Volti e Storie Dalla Terra Delle Acque

N.5 - FEBBRAIO 2015

Page 2: Vis a Vis_5_2015

Smart Web/Mobile.

La gestione del tuo conto, dove e quando vuoi.

Mes

sagg

io p

ubbl

icita

rio co

n fin

alità

pro

moz

iona

li. Pe

r le

cond

izio

ni co

ntra

ttua

li ed

econ

omich

e, si

rinv

ia a

i fog

li inf

orm

ativ

i a d

ispo

sizi

one

della

clie

ntel

a pr

esso

le fi

liali o

sui

siti

web

del

le B

anch

e de

l Gru

ppo.

Dis

poni

bile

per

i clie

nti d

i tut

te le

ban

che

del G

rupp

o BP

ER e

ccet

to C

assa

di R

ispa

rmio

di B

ra.

Smart la Multicanalità è il servizio di internet e mobile banking del Gruppo BPER che ti permette di portare la banca direttamente sul tuo PC o smartphone: puoi controllare il saldo del conto corrente, disporre un bonifico o effettuare una ricarica telefonica in qualsiasi momento e ovunque tu sia.

Per maggiori informazioni:bper.it | 800 20 50 40 o chiedi in FILIALE.

Tu attivi il servizio, noi ti offriamo la multicanalità.

Perché solo chi ti conosce bene sa di cosa hai bisogno davvero.

Page 3: Vis a Vis_5_2015

3| SOMMARIO

5 EDITORIALE Scrivere con la luce

6 NOTIZIE E DINTORNI Ippocampo su Facebook

La sorpresa di Gualtieri

16 PAGINE DI STORIA Dalle lanterne alle lampadine

Viserba era... molto “scich“

Carità e accoglienza, una storia di sorelle

26 SPECIALE FRA VILLE E VILLINI Ombre e misteri fra la vegetazione

Tanto amore, nel nome di una donna

Il fotografo della Belle Époque

Storie di Ville e di Guerra

48 PERSONAGGI I cent’anni di Vanda da Des Vergers a Baracca

Viserbella nel diario di Gina

L’architetto con la passione per lo sport

ZairadiNomadelfia mamma di vocazione

60 PROSPETTIVE Le Social Street, via Turchetta fa scuola

Ilritornodellefigurazionidisabbia

Sfoglia la rivista on line suwww.ippocampoviserba.it L’IPPOCAMPO

16

36

26

50

In copertina:

Giorgio CasadeiGina Donati

Lele ZamagnaFranco Eugenio Bernabè

Barbara LamettiIsabella Sabbatini

Vanda Pasini ParmaGiacomo Canducci

Zaira Pari

Volti e Storie Dalla Terra Delle Acque

N.5 - FEBBRAIO 2015

cover Vis a Vis_5.indd 3 09/02/15 12:23

•Supplemento:IlPontedel08/02/2015 a cura dell’Associazione Ippocampo Viserba Laboratorio Urbano della Memoria tel.0541735556 [email protected] www.ippocampoviserba.it

•Direttoreresponsabile:GiovanniTonelli

•Editore:ConfraternitaMariaSS.Ausiliatrice di Santa Croce di Rimini

•Progettocreativo,contenuticulturali, servizi e foto d’epoca: Associazione Culturale Ippocampo Viserba Presidente:PierluigiSammarini

•Direttoreeditoriale:MarziaMecozzi AUDIOTREs.r.l.Rimini

•Caporedattore:MariaCristinaMuccioli

•Responsabilecommerciale:RuggeroTestoni

•Ufficiopromozionale:NereaGasperoni, PaoloMorolli

•Fotografi:Angelini,collezioniarchivio Ippocampo, Rosalia Moccia, Nicola Sammarini

•Progettograficoeimpaginazione: Rita Magrini, Rosalia Moccia AUDIOTREs.r.l.Rimini

•Stampa:LaPievePoligraficaEditore Villa Verucchio s.r.l.

•Hannocollaborato:SilviaAmbrosini, Roberto Drudi, Nerea Gasperoni, Davide Lucrezio, Maria Marzullo, Manlio Masini, Marzia Mecozzi, Maria Cristina Muccioli, Sabrina Ottaviani FrancescaPerazzini,PierluigiSammarini, Ruggero Testoni

•Chiusoinredazioneil28/01/2015

PERLAVOSTRAPUBBLICITÀASUPPORTODELLARIVISTAEDELL’ASSOCIAZIONEIPPOCAMPOCOMMERCIALE: 338.2341277

Vis a Vis periodico semestraleAnno IV - N.5 - FEBBRAIO 2015

Page 4: Vis a Vis_5_2015

L’Ippocampo, Laboratorio Urbano della Memoria,

con sede a Viserba, è un’associazione di volontariato nata nel febbraio del 2010

con lo scopo di salvaguardare e valorizzare la storia e la cultura del suo territorio favorendo lo scambio e la relazione

fra le persone che in esso vivono ed operano.

Il lavoro finora svolto è raccolto nel sito www.ippocampoviserba.it

piazza del Mercato Viserba

INFO:

Associazione Ippocampovia Panzacchi, 21/c - Viserba di Riminitel. 0541 [email protected]

l’ippocampo

In questi anni, in rete e in collaborazione con i comitati, le associazioni e i privati dell’area di Rimini nord ha dato vita a numerose iniziative e a piacevoli momenti conviviali.

Il laboratorio urbano della memoria d’inverno si riunisce il giovedì sera presso lo studio Pianoterra per analizzare e com-mentare archivi fotografici e do-cumenti reperiti, per organizzare serate a tema e per confrontarsi sui contenuti della rivista “Vis a Vis”.

L’Associazione L’Ippocampo, sede della redazione di Vis a Vis si trova in via Panzacchi, 21/c

PARTECIPA ANCHE TU.Aggiungi un tassello alla storia comune. Foto e ricordipersonali sono l’anima della nostra ricerca.

Page 5: Vis a Vis_5_2015

5| EDITORIALE

Scrivere con la luceScrivere con la luce. Bella frase, vero? L’ho letteralmente copiata dal signi-ficatoetimologicodi “fotografare”e la trovopienamenteattinenteaquestoquintonumerodi“VisaVis”.Questogiornaleèuninsiemediscrittieimma-gini vecchie e nuove che nascono dalle fatiche di mesi di donne e uomini che sul territorio e per il territorio si prodigano a raccogliere testimonianze, memorie, emozioni, gioie e sogni di una vita che trascorre lasciandosi die-trosegni.Un’immagineèlarappresentazioneoggettivadiunastoriavissuta,raccontataeascoltataocarpitaostudiata.Pensiamoadesempioaqueiprimituristi che, arrivando sulle nostre spiagge dai rigagnoli salmastri, tra gli orti e le ospitali dimore estive con zampillanti fontane, incontravano i nostri nonni obisnonni,stranifiguricheraschiavanoilfondodelmareperscovareilpesceda mangiare; quei turisti, imparando a prendere un bagno di sole quasi vestiti o camminando per un lungomare sabbioso, inventarono il rito della passeggiata pomeridiana in attesa di più aggiornati lampioni per addentrarsi nel saluto serale. Se non ci fosse stata lei, la scrittura con la luce, non avremmo capito le sfumature raccontate sul dorso di una cartolina postale, nella cronaca rac-contata a parenti e amici rimasti a casa... Che grande stimolo ha sempre dato l’immaginediunluogodivacanza!Lafotografiaèl’archetipodellamodernitàche fa incontrare la favola della scrittura con lo stupore della luce rubata da unalente,èl’impressionesupellicoladiunamenteche,scegliendolascenagiusta,compieilmiracolodellastoria.Lafotografiaraccontalavita.Leggendole pagine che seguono scoprirete il perché…

Questonumerodelnostromagazineè lascommessachecontinua, lavocedella terra delle acque dove volti e storie si scoprono narrandosi. Fil rouge questa volta sono le ville dei nostri litorali e, tra le tantissime, ne abbiamo scel-te alcune emblematiche e assai diverse tra loro; da quelle costruite sulle dune ancoravergini,allesuccessive,giàdimoredifacoltosiocoraggiosiarteficidiarti e mestieri; ne abbiamo scelte di suggestive per collocazione e privilegio, abitate da donne e uomini che hanno costruito le loro vite intrecciate ad altre vite e ad altre storie. Intorno a questi contenitori ruotano le nostre quotidianità chesisonostratificateneltempoconstileecontinuitàculturalemaancheconunamodernitànonsemprerispettosadelpassato.Ilfattoèchelavitacontinuae ci appare sempre più evidente la ricerca di un progresso e di un benessere che non devono dimenticarsi degli altri, dobbiamo sapere fare tesoro infatti delle storie di dedizione agli altri come quelle di Gina o di Zaira e con discer-nimento trovare insieme la strada giusta per andare avanti. Dove sarà la strada sicurapercostruireinsiemeainostrifigliunfuturomigliore?Ancoraciapparenebbiosa, sembra che la luce tardi a raggiungerci, come succedeva al tempo della storia raccontata dall’articolo di Manlio Masini “dalle lanterne alle lam-padine”cheaprelenostrepagine.Malaluceèdentroognunodinoi.

Pierluigi Sammarini - presidente associazione IppocampoMacchina fotografica di Attilio Vigolo

fotografo delle prime cartoline di Viserba 1900

Page 6: Vis a Vis_5_2015

6| NOTIZIE E DINTORNI

2015: L’Ippocampo è anche su Facebo-ok! L’associazione “Ippocampo” è cre-sciuta grazie all’interazione tra i propri membri fondatori e i cittadini che hanno contribuito in maniera attiva rilasciando

e donando: interviste, documenti scritti, documenti iconografici e collaborando alle iniziative socio-culturali promosse dall’associazione viserbese. Per renderepiù agevole questa interazione l’associa-

zionesièdotatadiunanuovapaginaFa-cebook dove chiunque potrà partecipare attivamente in diverse modalità: commen-tando i post, richiedendo informazioni, inviando materiale digitale e prenotando incontri presso l’associazione sita in via Panzacchi 21 aViserba. La nuovapagi-na Facebook di Ippocampo è una sortadi vetrina su una piazza già consolidata da quattro anni che si pone l’obiettivo di attrarre nuovi utenti e che si relaziona con essi attraverso tempistiche più ristret-te. Il tutto contornato da una grafica con-temporanea ed intuitiva. Se siete curiosi divisitare lapagina il linkdavisitareè: www.facebook.com/IPPOCAMPOVISERBA

Ippocampo su Facebook

Immagine di copertinadella pagina Facebook

La bottega, oggi come ieri…

Sorriso sempre pronto, semplicità e cura dei prodotti. Giacomo Canducci, riminese, classe1951,conlasuabottegaalimentare,in via San Martino in Riparotta (nella roton-davicinaallachiesa)èdiventatounveropersonaggio. A tutte le ore lo trovi dedito al lavoro, pronto a fornire agli abitanti della zona, aumentati numericamente negli ulti-mi anni, pane, latte, frutta fresca, ma anche prodotti tipici locali come cassoni chiusi con forchetta, prosciutto tagliato a coltello, pastafattaamano.Vièanchelapossibilitàdi ricevere la spesa a domicilio tutti i gior-nidalleore12.00alle15.00.Ilnegozioèaperto al mattino anche nei giorni festivi e durante i grandi eventi fieristici. Giacomo nasce a Montebello da famiglia contadina, dopo gli studi e il servizio di leva, la sua famiglia prende in gestione il barpizzeriaHelvetia inviaPortoPalosaViserbella, sotto l’alloraHotelGallia, ora

trasformato in residence. “Durante le undi-ci stagioni estive – racconta – nelle quali ho gestito il bar pizzeria, si iniziava a lavorare dalla Pentecoste con i tantissimi tedeschiche arrivavano e si proseguiva fino a otto-breinoltrato.”Neimesiinvernali,Giacomosi recava in Germania a Darmstadt vici-no a Francoforte sia per lavorare che per promuovere il locale riminese. “Recupera-vo la carta dei menù giornalieri - ricorda sorridendo - per riproporli ai numerosi e facoltosi (grazie al cambio favorevole) tu-risti estivi.”Nel 1983apreunnegoziodialimentari in via Madonna della Scala che gestiscefinoal2005.Finoadarrivare,diecianni fa, nella zona nord di Rimini, a Viser-ba Monte dove rappresenta un’eccellenza nel suo settore. Entrando nel negozio cisi chiama ancora per nome, si fanno due chiacchiere proprio come nelle botteghe di una volta...

Page 7: Vis a Vis_5_2015

foto

Ros

alia

Moc

cia

centro veterinario riminese_A4.indd 2 09/02/15 11:46

Page 8: Vis a Vis_5_2015

8| NOTIZIE E DINTORNI

Natale con ‘Sei di Viserba se…”Gruppodegliamicidi“SeidiViserbase…”inposainpiazzaPascoliconbabboNataleduranteleultimefestività.Ilgruppocontaoggiquasiduemilamembriaccomunatidaricordi,amicizie,radicieidentità.Ideatricee‘anima’delgruppoèLetiziaNeri,promotriceanchediquest’ultimoappuntamento“dipiazza”,perchéilgruppooltreche“virtuale”possafavorireancheincontrieamiciziereali.

Nuove strutture d’eccellenzaDa Milano a Viserba. Da hotel Milano a hotel Madalù. È la storia di una struttura finalmente tornata all’antico splendore.La famiglia Squillace, composta dal si-gnor Giancarlo con la moglie Rita Cale-garieifigliMatteo,DavideeGianluca,ha acquistato lo storico hotel Milano che, dalla prossima estate, con il nome di Madalù, darà nuovo lustro al lungoma-re, dalla sua centralissima posizione in vialeDati41.IlnomeMadalùècompo-sto dalle iniziali dei nomi dei tre fratelli Squillace, la struttura alberghiera com-prenderà una decina di stanze e suite, e poi ancora: biblioteca, sala riunioni, e piscina panoramica sul tetto per un tota-

ledicirca600metriquadrichesarannoinaugurati a fine maggio. Alla FamigliaSquillace, nuovi concittadini e impren-

ditori viserbesi, un caloroso ‘in bocca al lupo’ dall’associazione Ippocampo.

L’hotel Milano negli anni ‘50

Page 9: Vis a Vis_5_2015

“Non ConGelateci il Sorriso” compie otto anniPromuovere laconoscenzareciproca trai ragazzi e l’apertura verso la diversità, ma anche imparare ad affrontare i con-flitti invecechenegarli.Queste lemoti-vazionidi“NonConGelateci ilSorriso”,il progetto nato otto anni fa dall’idea di Claudia Pari, titolare con la famigliadel Café Matisse di Viserba, e di alcuni suoi colleghi gelatieri attenti al sociale. Gli obiettivi? Educare all’amicizia, con-trastare il bullismo e creare nuove con-nessioni attraverso scuola, famiglia e ge-laterieartigiane.Tuttoquestoèstatoresopossibile attraverso la rete di collaborazio-ne formata da CNA Rimini, Confartigia-natoRimini,Sigep,Mo.CaSpa,ProvinciadiRimini,Uni.Rimini,UfficioScolasticoProvinciale, con la partecipazione del-la Fondazione Francolini. Nell’edizione 2014/2015 sono state coinvolte quattroclassi di scuola media: una a Rimini (la Fermi-Alighieri) e tre a Santarcangelo. Attraverso gli “Assaggi d’amicizia”, car-net di degustazioni gratuite, e ospitando ingelateriai“Caffèpedagogici”eidise-gni dei ragazzi, tante gelaterie artigiane, fra cui il Café Matisse di Viserba, hanno attivato una rete sociale di solidarietà tra imprenditori, in un’alleanza con la scuola e la famiglia, per la sicurezza e la preven-zione del disagio dei giovani.

ttica

Ottica Galassi VIS 5_2015.indd 2 10/02/15 11:01

Da sinistra, Claudia Pari con Pierluigi Sammarini e Maria Cristina Muccioli

Toelettatura Green Dog VIS 5_2015.indd 1 28/01/15 17:00

Page 10: Vis a Vis_5_2015

10| NOTIZIE E DINTORNI

La sorpresadi Gualtieri

Per festeggiare le novantacinque pri-mavere dell’artista, Yvette Lichtenberg ha dedicato all’amato marito e grande pittore Fernando Gualtieri, un nuovo li-brocatalogocheèancheunabiografia. Ma soprattutto, ‘Gualtieri. La sorpresa dei disegni‘ è ciò che promette il suotitolo: una sorpresa. L’opera, e con essa lacollezionedei60disegnicontenuta,èstata presentata in due occasioni: sabato 8novembreaTalamellopressoilMuseoGualtierievenerdì28novembreaRiminipresso il Museo della Città alla presenza dell’assessore alla cultura del Comune di Rimini,MassimoPulini.Ispiratiaiperso-naggi secondari della produzione dello Splendore del Reale e alla natura, “i di-segni fanno scoprire – scrive Yvette - una giovinezza sorprendente, una innocenza romantica“ del maestro che, dal 2014,lasciata la pittura, è tornato al primo

C(u)ORI UNITI… oltre i “Lunedì di Viserba”

Viserba, Viserbella, Torre Pedrera, SanMartino in Riparotta e Viserba Monte si sono trovati a condividere una delle

esperienzepiùbelledell’estate:il7luglio2014,sulsagratodellachiesadiViserba,i gruppi parrocchiali della zona pastorale aprono i “Lunedì diViserba” (la propo-sta culturale della parrocchia ai turisti), con un grande concerto di canti liturgici. Il colpo d’occhio per chi guardava verso la piazza era emozionante: un tappeto di gente, tanti residenti, insieme ai turisti,

erano accorsi a festeggiare un evento pre-paratoinmenodiduemesida60coristie12musicistisottoladirezionediSilviaBranducci. L’idea di don Aldo Fonti, sa-cerdote illuminato da una visione popo-lare dell’evangelizzazione, ha consentito a un’esperienza di cultura religiosa di “usciredaltempio”ediventaremotivodicondivisione trasversale di valori umani.

originario amore: quello per il disegno. Con le inseparabili matite colorate pren-de vita una bellissima serie di particolari quadretti che fanno da contraltare alle gi-gantesche opere della produzione giova-nile e che nel testo sono riportate, come spiega Yvette, rispettando i cromatismi, affinché non si nuocciano l’una conl’altra.Alla ’partenza‘c’èViserba, luogo

magico dell’infanzia dell’artista, raffigu-rata come una barca, cui fanno seguito statuette orientali, paralumi, bicchieri, uccelli,racemidiedera,fiori,pipe,libri,conchiglie… un guazzabuglio, come di-rebbe Manzoni, quello del cuore di Fer-nando che ha viaggiato il mondo in senso vero e metaforico, sorretto sempre dall’a-more della sua cara Yvette.

Page 11: Vis a Vis_5_2015

11| NOTIZIE E DINTORNI

Capodanno a Viserba 2000Oltre seicento soci che periodicamente organizzano incontri di festa, corsi di gin-nastica, serate danzanti, gite, tombolate; una realtà fortemente radicata nel terri-torio viserbese, punto di socializzazione per donne e uomini che hanno voglia di condividere e di stare insieme: si tratta del centro sociale “Associazione Viserba 2000”, facente parte della rete ANCE-SCAO (Associazione Nazionale dei Cen-tri Sociali Comitato Anziani e Orti), pre-senteaViserba,inviaBaroni,daoltre25anni.Ilpresidente,LinoPerazzini,sotto-lineal’importanzadi“Viserba2000”perla società locale ed invita al tesseramento nuovi soci, senza limiti di età. Nella foto, le tavolate festose all’ultimo veglione di Capodanno.

Le sane abitudini che deliziano il palato

Alle sei del pomeriggio, quell’orario or-mai dedicato ad un aperitivo spizzicato, nell’attesa di riproporsi sempre più tardi a tavola per cena, percorrendo la via Dati a Viserba, ci avvolge un piacevole profumo di piada che proviene da quel negoziet-to all’angolo con via Burnazzi e ti pren-

de per la gola: la ‘Bottega della piada’. Qui,daottoanni,ElenaeLele,entrambiriminesi della zona nord, ci soddisfano il palato. “Sono cresciuta nelle campagne di San Giovanni in Bagno da famiglia agricola, fra allevamento di tacchini e commercio di verdure – racconta ElenaPasini–poiquandoinfamigliaabbiamosmesso l’allevamento, io e mio marito Lele abbiamo deciso di rilevare que-sta attività in essere da oltre vent’anni. Oggi ci riteniamo molto soddisfatti sia del lavoro che della clientela, special-

mente locale, ormai affezionata e fide-lizzata, che ci permette di lavorare con prodotti freschi e di qualità acquistati direttamente dai produttori sul territorio. Anche molti occasionali turisti e villeg-gianti abituali non disdegnano di partire con riserve di piade, cassoni e altre va-rie specialità già preparate o precotte. Ricordo – dice sorridendo – quel tede-scocheperunasettimanaognigiornoètornato a mangiare piadina e salsiccia, e mi diceva che in quel sapore di salsiccia lui ci sentiva la naturalezza ed il lavoro dell’artigiano che non riscontrava altrove. Da qualche anno sono cambiate le fasce orarie di lavoro: anni fa si chiudeva alle due di notte con molta gioventù ancora in giro, ora non si supera la mezzanot-te, ma in compenso sono aumentate le richieste, principalmente nel periodo estivo, di pasti consumati sulla spiaggia. Tuttoquestoèdovutoancheallapresen-zadiMilenaEvangelisti,miagrandeami-caecollaboratrice,masoprattuttoallafi-guradiziaRosetta,arteficeesuggeritricedellamemoriadeimangiaridiunavolta.”

Page 12: Vis a Vis_5_2015

12| NOTIZIE E DINTORNI

Viserbella eventi estivi Tra le varie attività che contraddistin-guono l’operato dell’associazione L’Ip-pocampoViserba c’è anche l’attività distrada che ha da sempre come fulcro la partecipazione estiva ogni martedì sera alla “Fiera degli artigiani, antiquari e col-lezionisti in piazza” diViserbaMare inpiazzaPascoliorganizzatadalComitatoTuristico di Viserba che l’associazione ringrazia della grande collaborazione.

Un paio di pedalateSpinning per un amico. In memoria dell’amico scomparso Stefano Vittori, per gliamici“Paio”, si sonosvoltepresso ilPresepe di sabbia di Torre Pedrera duesessioni di spinning con quattro istruttori. Sulle cinquanta bici messe a disposizione dalle palestre Athletic, Champion e Gel-soe“a.s.d.Belligea”,gliistruttorihannofatto pedalare un centinaio di sportivi che hanno voluto ricordare in questo simpati-co modo il loro amico scomparso nel no-vembre2013.Dopoledueoreintensedisport i partecipanti si sono rifocillati con un ricco aperitivo offerto dal Comitato TuristicodiTorrePedrera.

Quest’anno Ippocampo ha partecipatoalle riuscitissime feste del Comitato Tu-ristico diViserbella; nella serata del 25luglio “Esposizione di quadri e foto an-tiche”edel18agosto semprepresso lapiazza de Calboli “Calici di Bacco per-corso con degustazione di vino ed intrat-tenimento”.Questa esperienza viserbel-leseèstataesaltanteperlafreschezzaela curiosità degli ospiti di Viserbella e dei residenti che hanno invaso il centro, stra-de e piazza, divertendosi e partecipando alle iniziative organizzate, concedendosi anche una sosta allo stand dell’associa-

zione. Qui sono state raccolte testimo-nianze verbali, scritte e immagini fotogra-fichefamiliaridigrandeinteressestorico. Presto,inunprossimo“VisaVis”scopri-remo cosa hanno riservato gli amici di Vi-serbella.Patrimoniochesiaggiungealleraccolte storiche di cui l’Ippocampo già dispone: centinaia di foto dai primi del novecento ai giorni nostri, che vanno ad arricchire ilcomunesapere.Èsuperfluoma giusto ringraziare tutti gli operatori del Comitato Turistico di Viserbella nel rinno-vato consiglio con l’attuale presidente Luca Donati e con i consiglieri Davide Neri, Angela Lucchi, Stefano Benaglia (presidente uscente), Guerriero Bernardi, DanieleDonati,MarcoPagliarani,MarcoArlotti e Maurizio Rossi, insieme ad altri volontari ed operatori turistici con in te-stagli“amicidelloScaion”,museodellamarineria di Viserbella. Grazie, amici di Viserbella!

Nella foto da sinistra, Stefano Benagliapresidente uscente del Comitato Turistico

di Viserbella e il consigliere Maurizio Rossi

Page 13: Vis a Vis_5_2015

13| NOTIZIE E DINTORNI

Il Presepe di sabbia“Da Rimini ad Ariminum. Alla scoper-ta della città romana”. Dal 7 dicembreall’11gennaiopressoilbagno65diTor-re Pedrera si è tenuta l’ottava edizionede ‘Il Presepe di sabbia’ realizzato conduro lavoro da un’équipe di grandi arti-sti di fama internazionale su un’area di seimila metri quadrati, utilizzando oltre un milione di chili di sabbia (la stes-sa con cui giocano i bambini in esta-te) mescolata con acqua pressata e poi scolpita utilizzando spatole e pennelli, prendendospuntodadipintiefotografie.E’cosìche icumulidi sabbiapianpia-no prendono forma e si trasformano in splendide sculture di sabbia. I manufatti rappresentavano una natività classica im-mersa in ambientazioni locali con scorci dell’architettura dei primi secoli d.C. in un percorso suggestivo tra monumenti, arti e mestieri tutti risalenti alle origini della nostra città. Una spettacolare scul-tura esterna da lontano dominava sulla spiaggia. Per l’inaugurazione ed anchenei giorni successivi il Presepe di sab-bia è stato vegliato da unadelegazione

Bagno di Capodanno a Torre PedreraIl primo di gennaio 2015 allo scoccaredelmezzogiorno aTorre Pedrera anchequest’anno ha avuto luogo il tradizio-nale bagno al mare. Da cinque anni un appuntamentofissoperchivuolecomin-ciare in modo diverso il nuovo anno con i migliori propositi. Coraggiosi, folli, au-dacitemerariincostumehannosfidatoilmare. Al rientro, dopo il bagno, il Comi-tatoTuristicodiTorrePedrerahaoffertoatutti i partecipanti un buffet e brindisi per salutare il nuovo anno. Attivi coordina-toridelComitatosono:PierPaoloProntiinsieme a Moreno Ricci; presidente in ca-ricaèGianniBerardi.

della legio XIII Gemina (rievocazione di unastoricaLegioneRomanadel31a.C.). IlPresepeèstatorealizzatoall’internodiunastrutturariscaldatadioltre300metriquadri che ha rallegrato il periodo natali-zio con eventi, mostre e serate a tema per

grandi e piccini. E’ qui infatti che negliultimi anni per i più piccoli viene orga-nizzata una grande festa con tombolate e befane per tutti i partecipanti. Organizza-zioneeDirezioneTecnica:TorrePedreraEventi.

Page 14: Vis a Vis_5_2015

14| NOTIZIE E DINTORNI

Incontrarsi a piano terra“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.Lacrisièlapiùgrandebenedizio-ne per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi…” Le parole di

Albert Einstein sono più chemai attua-li; insegnano come un periodo “diffici-le”possagenerarequalcosadigrandeepositivo se solo ci si mette nell’ottica di cambiare, di mettersi in discussione, ri-vedere noi stessi e, se vogliamo, anche la nostraprofessione.IlprogettoPianoterraunisce i talenti, le capacità, l’esperienza di un gruppo di professionisti e li mette

al servizio dell’utente con una filosofianuova, basata sul dialogo e il confronto per offrire molteplici servizi economica-mente vantaggiosi, attenti alle esigenze diprivati,albergatori,commercianti.Pia-noterraèunaretedinamicadiprofessio-nisti nell’ambito dell’architettura, della grafica,deldesignedellafotografiachelavora in rete con una visione giovane e innovativa e al tempo stesso attingendo agli insegnamenti che l’esperienza puògarantire. Pianoterra non è solo la col-locazione dello spazio in cui il team si trova, ma l’approccio che il gruppo inten-de avere con il cittadino, vicino alle sue problematiche, alle molteplici necessità e ai suoi dubbi, con consulenze e servizi. AltroaspettofondamentalediPianoterraè il legame con il territorio su cui ope-ra. I suoi protagonisti da anni studiano e generano proposte che hanno come soggetto e oggetto Viserba e si augurano chePianoterrapossadiventareunpuntod’incontro per studiare e realizzare pro-getti concreti in grado di rispondere alle esigenze di un territorio particolare come quello di Rimini Nord.

Giovani imprese, sul territorio Stefano Giannini e Angelo Jommi, giova-ni imprenditori nel settore automobilisti-co, da qualche mese sono i titolari della Carrozzeria Rimini Nord, presente sulla circonvallazione ovest di Rimini, in pros-simitàdellanuovafiera.Findamoltogio-vani, Stefano (a sinistra) prima e Angelo qualche anno dopo, imparano il mestie-re lavorando negli stessi ambienti della carrozzeria, fondata nel 1983 da papàJommiesoci.Verificatasil’opportunitàdisubentrare alla precedente gestione, con decisione e consapevoli della grande op-portunità, hanno dato avvio alla loro gio-vane impresa. Intraprendenti, con buona

esperienza, ottimi rapporti con l’indotto di tecnici e liquidatori, rispettosi della clientela, svolgono riparazioni e verni-ciatura con professionalità e perizia ben supportate dalla nuova e moderna tecno-

logia delle attrezzature a disposizione. Sul nostro territorio, un’altra bella storia di giovani intraprendenti, professionali e coraggiosi. Anche a Stefano e Angelo un grande ‘in bocca al lupo’!

Page 15: Vis a Vis_5_2015

Grifondoro A4.indd 2 30/01/15 11:06

Page 16: Vis a Vis_5_2015

Dalle lanterne alle lampadinedi Manlio Masini | foto archivio Ippocampo

16| PAGINE DI STORIA

Sul settimanale cattolico “L’Ausa”del 19 luglio 1902 un forastiero si lamenta della mancanza di «lumi sulla spiaggia» di Viserba e chiede al Municipiodiprovvedereaffinché le“sue” passeggiate serali siano con-fortate da qualche fanale a petrolio. Una richiesta modesta e garbata, che tuttavia rivela come la spiaggia di questa frazione, pur essendo fre-quentata da tanti villeggianti, non abbia ancora una lanterna che le ri-schiari le tenebre. Alla gentile istanza del forastiero il Municipio risponde immediatamente con la sistemazio-

ne di tre lampioni (1). Nonostantel’attodi“grande”generosità,l’illumi-nazione del lido continua ad essere manchevole e a sollecitare non po-che proteste. La luce delle borgate, nei primi anni del secolo, è ancoraconsiderata un lusso: non a caso la sua manutenzione implica una spe-sa che l’Amministrazione comunale nonpuòpermettersi,neppure inunluogo balneare e di sicuro sviluppo. Nellugliodel1907,proprioperl’in-sistenza dei villeggianti, la litoranea viene dotata di altri lampioni (2).L’illuminazione che si ottiene risulta

Qualche ricordo inedito del secolo scorso, quando le auto si contavano sulla punta delle dita e a Viserba villeggiavano i più noti artisti dell’epoca.

Page 17: Vis a Vis_5_2015

Dalle lanterne alle lampadinedi Manlio Masini | foto archivio Ippocampo

ancora modesta e invece di placare il nervosismo lo esaspera. A sottolineare il disagio, seppure con moderazione e savoir-faire, ci pen-sa il “GazzettinoVerde”:«le tortuo-se viuzze disselciate ed oscure del delizioso centro estivo necessitano ancora di qualche sprazzo di luce acetilene» (3). Il 14 giugno 1910 ilConsiglio Comunale delibera alcuni «lavori di illuminazione pubblica». Ancora cose di poco conto: una doz-zina di pali di abete con agganciate altrettante lanterne ad acetilene che nelle sere di luna piena, per rispar-miare, vengono addirittura spente (4).Una grettezza che “La Riscossa”,voce autorevole dei repubblicani ri-minesi, stigmatizza con un pepato trafiletto: «Alla Marina di Viserba,dove si trova una colonia di bagnanti numerosissima(circa3000)ilMuni-cipio di Rimini, il quale incassa un rilevante introito per tassa fabbricati, tassa di esercizio e dazio consumo, usa la taccagneria di sopprimere la

17| PAGINE DI STORIA

pubblica illuminazione nelle sere in cui dovrebbe brillare la luna» (5).Insomma la graziosa stazione balne-are, per avere un po’ di luce, deve fare i conti con la «taccagneria» del Comune. La luce pubblica di questo «delizioso centro estivo» – meglio chiamarla penombra pubblica – con-tinuerà ad essere del tutto inadeguata sinoal1911.Quell’annoilConsiglioComunale decide di dotare le borga-

Nella pagina accanto, la Litoranea in un’immagine del 1906

Sotto, il Lungomare nel 1904 e via Rimini nel 1916

Page 18: Vis a Vis_5_2015

18| PAGINE DI STORIA

te di Riccione, Bellaria e Viserba di il-luminazione elettrica. «L’incremento importanteverificatosiinquestiulti-mi anni nelle tre stazioni balneari – si legge sul verbale della delibera – giustifica una trasformazione ra-dicale dell’antiquato ed inefficacesistema d’illuminazione a petrolio od acetilene». A detta dei delegati comunali il passaggio alla luce elet-trica, oltre ad apportare «un notevole aumento dell’illuminazione», procu-ra anche «un notevole risparmio»; le lampade a petrolio o ad acetilene, infatti, sono «soggette ai danni e alle interruzioni causate spesso dai forti ventiedalle intemperie» (6).Ancheseilcambiamentoèmotivatodaunaquestione di meschina “economia domestica”, i viserbesi lo apprezza-no e gioiscono. «I lavori per l’impian-to dell’illuminazione elettrica – rife-risce “IlMomento” il primo giugno1911–procedonoconalacrità,cosìche presto questa verrà inaugurata. In tal modo uno dei desideri di que-

staindustriosapopolazioneèesaudi-to. Altri ne restano da soddisfare e di non minore importanza e urgenza».Dopo Viserba anche Viserbella, nel 1913, è rifornita di luce elettrica,ma solo lungo la litoranea. «La luce elettrica – riporta “IlMomento” del7 agosto1913–da giorni funzionaegregiamente. Però, se è gaio tro-

Sopra, Villino Ischirol (Viserba)in un’immagine del 1919

Sotto, la Litoraneasulla quale si notano i primi pali

della luce elettrica

Page 19: Vis a Vis_5_2015

Note

1) Cfr. “L’Ausa”, 19 luglio 1902; 9 agosto 1902.

2) Cfr. “Gazzettino Verde”, 23 giugno 1907.

3) Cfr. “Gazzettino Verde”, 28 luglio 1907.

4) Cfr. ACCR, seduta pubblica del 14 giugno 1910.

5) “La Riscossa”, 20 agosto 1910.

6) Cfr. ACCR, sed. pub. dell’8 aprile 1911.

7) “Il Momento”, 14 marzo 1912;

19 settembre 1912.

vare le ville profusamente illumina-te, è sconfortante vedere nei vialiscarsamente e malamente rotte le tenebre da preistorici fanali a petro-lio». Nonostante l’esiguo tratto illu-minato, l’arrivo dell’elettricità è unevento da solennizzare e il Comitato “ProViserbella” predispone addirit-tura una festa con banda musicale, fuochid’artificioeluminarie.Sulle principali vie di Viserba e Vi-serbella la luceelettrica saràdefini-tivamente attivata dopo la guerra del Quindici. Chiudiamo il brano dedi-cato all’illuminazione con la dolente nota degli atti di vandalismo, «passa-tempo preferito da certi mascalzoni» (7).«Domenicanotte–comunicail9 ottobre 1913 “Il Momento” – al-cuni eroi delle tenebre fracassarono parecchie lampadine elettriche di quellecheilluminanoilviale.Questiatti teppistici si vanno moltiplicando e impressionano». Anche a causa queste azioni di teppismo, da tempo si sollecita la presenza di una stazio-ne dei RR. Carabinieri. Argomento da trattare a parte.

Bottega della Piada VIS 5_2015.indd 1 26/01/15 16:11

tel.

Alimentari Giacomo VIS 5_2015.indd 2 09/02/15 10:49

Page 20: Vis a Vis_5_2015

Viserba era... molto “scich” di Maria Cristina Muccioli | foto archivio Ippocampo

Da una testimonianza vergata a mano nel 1909, apprendiamo che la stazione balneare, oltre ad essere “veramente scich”, era apprezzata per le virtù salutari e curative.

Come i collezionisti più appassionati, gli amici dell’Ippocampo sono capaci di passare serate intere a guardare e riguardare vecchie fotografie e car-toline alla ricerca di ogni particola-re che possa aiutare a ricostruire la memoria dei luoghi e delle persone.Nel vastissimo archivio di immagini raccoltefinoadoggi (dicuimolteadisposizione di tutti, pubblicate nel sito www.ippocampoviserba.it) ci sono scatti e vedute che basterebbero a creare un’enciclopedia o una lun-ghissima serie di filmati. Patrimonionon solo visivo, ma anche testuale,

se non altro per le storie che certe inquadrature ispirano; oppure, come spesso succede, proprio per le paro-le scritte su foto e cartoline, che ri-mandano a persone con nomi e co-gnomi, a date ben precise, a luoghi e avvenimenti. Fra le tante cartoline d’inizio Novecento ce n’è una spe-dita daViserba nell’estate del 1909.“Viserba. Corderia meccanica” è iltitolo tipografico che descrive l’im-magine in bianco e nero dell’allora famosa fabbrica “Dossi Giuseppe”(come scritto sull’edificio sulla si-nistra). Ma la curiosità più intrigan-

20| PAGINE DI STORIA

Page 21: Vis a Vis_5_2015

21| PAGINE DI STORIA

te è il lungo messaggio vergato colpennino ad inchiostro nella parte chiara della foto, che evidentemen-te voleva essere un post scriptum a quantoindicatosull’altroverso.Eccocosascrive“ziaAngioletta”,lamitten-te del saluto viserbese: “Gentilissima Signora Carolina, Perdonerà se sono un po in ritardo a rispondere alla gra-ditissima sua cartolina inviatami solo ora dall’Anita. Grazie a Lei e signorina Felicina de’ suoi cari auguri. Dacché sono costì mi sento molto meglio di salute e mangio con più appetito: pre-sto verrà anche Anita che la desidero tanto, ora sono sola con Renzo.” Sul retro,oltrealtimbropostale“VISERBA(FORLI)18–7–09”,lastessagrafiad’altri tempi continua con l’indirizzo del destinatario: “Gentil Signora Ade-laide Colombo Sartore, Casa Orelli, Rodi Fiesso (Svizzera), Linea del Got-tardo”. Anche il testo del messaggio ècreativo:scrittointuttolospazioadisposizione, con tre righe aggiunte in alto, ma capovolte rispetto al ver-so della cartolina. “Carissima, grazie delle tue buone notizie, che speriamo ed auguriamo sempre buone; non di-ventare però la ‘donna cannone’. Noi tutti bene, qui ci troviamo colla solita amabile compagnia e quindi bene,

Nelle pagine, la cartolinavista fronte e retro che rappresenta la Corderia di Viserba datata 1909

avevamo un tempo un po’ autunnale, ora però sembra, purtroppo, che met-ta giudizio regalandoci un caldo che fa desiderare e invidiare il tuo soggior-no. Viserba è diventata una stazione balneare veramente scich e molto frequentata. Tanti saluti a Vito, baci a Carluccia e baci affettuosi a te dalla tua affez. Zia Angioletta.” Sorridendo unpo’suquel“scich”vergatoepoicorretto, che denota qualche dubbio sulla sua esattezza, ecco che, dopo più di un secolo, questo documento ci conferma che Viserba nel giro di pochi anni ha avuto uno sviluppo tu-risticofuoridalcomune(“èdiventatauna stazione balneare veramente scich e molto frequentata”) e cheera apprezzata per le virtù salutari e curative (“Dacché sono costì mi sen-to molto meglio di salute e mangio con più appetito”). La nostra cronista d’antanèlei,ziaAngioletta,checonsemplicità e spontaneità ci comunica in diretta quanto poi documentato dagli storici più referenziati sullo svi-luppo della Viserba balneare.

Page 22: Vis a Vis_5_2015

22| PAGINE DI STORIA

Carità e accoglienzauna storia di sorelledi Silvia Ambrosini | foto archivio Ippocampo

Nel 2015 ricorre l’ottantesimo anniversario della presenza a Viserba delle Suore Francescane Missionarie di Cristo, esempio di grande accoglienza all’interno della nostra comunità.

Bambini che corrono tra i fiori, tu-risti che passeggiano, ragazze che studiano… È un quadretto del seco-lo scorso, un’immagine in bianco e nero dove, se sovrapposta a quella che ritrae l’attualità, è quasi impos-sibile scorgere tratti in comune, tanto sonocambiatelageografiaurbanaela società di questo angolo cittadino. Le Suore Francescane Missionarie di Cristo,dal1935,annoincuidiede-ro avvio alla fondazione viserbese, si sono prese cura di tanta parte della comunità, realizzando e gestendo, nel corso degli anni, un asilo, una

pensione per villeggianti e una casa di riposo, dapprima in via PolazziaffittandoVilla Sobrero, e successi-vamente in via Roma dove tuttora risiedono.AViserba,findaiprimiannidellasuaistituzione, l’attività dell’istituto reli-gioso era stata rivolta all’educazione dei giovanissimi: le sorelle gestivano l’asilo e una scuola di lavoro per le bambine, uno spazio per le ripetizio-ni e la sede dell’Azione Cattolica. Fra le mansioni che costituivano il loro impegno, data la vicinanza al mare, vi era anche il centro estivo. Infat-

Page 23: Vis a Vis_5_2015

23| PAGINE DI STORIA

Nella pagina a fianco una foto di gruppo delle sorelle

Sotto, Villa Sofia in via Roma che, negli anni ‘70, fu sostituita

con l’attuale strutturaLe Suore Francescane Missionarie

di Cristo sono un istituto religioso

femminiledidirittopontificiolacui

sedegeneraliziaèaRimini.Leori-

gini della congregazione risalgono

alcollegio istituitonel1885presso

la Chiesa di Sant’Onofrio a Rimini

dalla terziaria francescana riminese

SuorTeresadiGesùCrocifisso(Fau-

stina Zavagli). L’istituto, aggregato

all’Ordine dei Frati Minori Cappuc-

cini, si è sempre dedicato all’istru-

zione e all’educazione, attraverso

scuole materne ed elementari, alla

catechesi, all’assistenza agli anziani

e agli ammalati in ospedali e case di

riposo, alla pastorale parrocchiale e

all’attività missionaria. La congre-

gazionehacaseinEmiliaRomagna

e in altre regioni italiane, oltre alla

presenza missionaria in Etiopia in

Tanzania e in Brasile. Un immobile

vicino alla chiesa di Sant’Onofrio

a Rimini accoglieva ragazze pove-

re bisognose di istruzione ed altre

comeeducande.Fulìcheiniziòl’e-

sperienza che si diffuse poi in Italia

eancheoltreconfine.

ti durante l’estate accompagnavano i bambini in spiaggia.Nel 1936 glispazi troppo ristretti portarono al tra-sferimentoinviaRoma,aVillaSofia,struttura che fu successivamente de-molita, negli anni settanta, per lascia-re spazio a quella attuale. “Negli anni seguenti, - ricordano le sorelle che ancora oggi gestiscono la casa di riposo San Francesco - per ri-pagare i debiti contratti per svolgere le tante attività di carità e di soste-gno, fu organizzata anche l’attività di pensionepervilleggianti.Eranoanniduriedidifficoltàpertutti.Laguerrae la miseria facevano sì che tanti si rivolgessero ad istituti come il nostro. In quegli anni, tuttavia, c’era molta attenzione verso l’ordine: conoscen-

do il compito che qui veniva svolto, c’era chi portava frutta e verdura dei propri campi, cercando insomma di rendersi utile e di contribuire alla caritàversochipiùavevabisogno.” VittoriaCeccarelli, classe1937, fre-quentatrice abituale della casa di riposo San Francesco, ci offre una testimonianzasignificativadellavitadell’istituto nel cuore di Viserba, es-sendo stata lei stessa una dei piccoli ospiti dell’asilo: “Sono entrata in asi-lo a soli quattordici mesi, visto che quella volta si poteva essere accolti anche prima dei tre anni. Ricordo bene suor Leopoldina, che ci sorve-gliava quando noi bambini correva-motraifiori.Poic’èstatalaguerra,in tanti sono sfollati. In quel periodo la comunità delle suore francescane è stataancheunorfanotrofio,acco-gliendo i bambini che avevano per-so i genitori.” Una storia di grandeaccoglienza e assistenza verso i più bisognosi. Ma pure di molte vocazio-ni, fra cui ricordiamo Madre Augusta

Page 24: Vis a Vis_5_2015

24| PAGINE DI STORIA

La comunità di Viserba fu aperta il

24 giugno 1935 con il fitto annuo

di 6.000 lire di Villa Sobrero (via

Polazzi 15) su sollecitazione del

parroco don Arcangelo Biondini e

di un comitato parrocchiale forma-

to dalla contessa Lazzarini, dal ca-

valiere Lugaresi segretario politico,

dal cavaliere Druetti, dalla signori-

na Nasi, dalla signorina Capponi,

dalle maestre elementari del paese,

dallacontessaDellaPorta,dalpro-

fessore Serafini, dal commendatore

farmacista Egisto Morri, dal signor

Luigi Semprini, idrauilico, dal signor

Mario Morolli, falegname e da tanti

altri. La signorina Capponi e la ni-

pote, abitanti a Modena e iscritte

all’Azione Cattolica, trascorrendo le

vacanze a Rimini, videro la neces-

sità di collaborare con il parroco e

predisposero due piccole villette per

un servizio apostolico: una serviva

per l’asilo, l’altra fungeva da cappel-

la, da scuola di lavoro e da abitazio-

ne delle suore.

La prima comunità era formata da

suor Teresa Pelliccioni, superiora,

suorElenaGiovagnoli,suorAnnun-

ziata Teneggi, suor Alfonsina Caroli

(per il cucito e il rammendo), suor

Maria Levoni (per le ripetizioni) suor

Maria Virginia Zanoli (per la cucina),

laprobandaPiaMazzacani.

Macrelli,chetantosiimpegnòperlacomunità viserbese e per la congre-gazionedicuièstataEconomaSupe-riora Generale per diversi anni. Oggi la moderna struttura ospita la scuola materna, la casa di riposo e l’abitazione delle suore. Nella casa di riposo vivono cinquanta persone, dagli ottanta ai centotre anni. Sì! Infatti la signora ElisabettaTordi ha già vissuto più di cento primavere! Durante il giorno, oltre alla preghiera, vengono svolte alcune attività, ricreative e motorie, e qualche lavoretto manuale. I ricordi

si snodano fra i racconti dei tempi passati, sedute l’una accanto all’altra nella luminosa struttura, dove l’aria chesirespiraèdigrandeserenità.In una parte dell’istituto risiedono anche le suore a riposo. Il tempo non ha ingiallito i ricordi. Incontrandole ascoltiamostoriedi“suoresarte”checucivano cappotti con la stoffa delle divise abbandonate dai tedeschi… di “suorecuoche”checucinavanoperi poveri, gli orfanelli, i bimbi dell’a-silo, gli anziani… di “suore portina-ie” sempreall’opera.Ora, raggiuntal’età del riposo, pregano, nella loro

Page 25: Vis a Vis_5_2015

Queste e altre informazioni all’interno dell’arti-colo sono tratte da “Storia della congregazione delle suore francescane missionarie di Cristo dalle origini (1885) ad oggi. Autore: Ulderico Parente, Pazzini Editore

Nella pagina a fianco, il giardino della con-gregazione viserbese dove hanno sede la casa di riposo San Francesco, l’asilo e l’abitazione delle suore

quotidianità fatta di poche e semplici cose. Nella vicina scuola materna i ritmi sono diversi. Novanta bambini divisi in tre sezioni a seconda dell’età (dai tre ai cinque anni) svolgono varie attività con le loro maestre. Oltre alle normali occupazioni di qualsiasi asi-lo, i piccoli ospiti vengono coinvolti in progetti artistici che permettono loro di incontrare pittori e insegnanti di musica e di imparare così i primi passi delle varie discipline. La strut-turagodedispaziagevolieorarifles-sibili.Tuttoèmoltobenorganizzato.Vistochenel2015sicelebrerà l’ot-tantesimo anniversario della presen-za a Viserba delle Suore Francesca-ne Missionarie di Cristo, esempio di grande accoglienza all’interno della nostra comunità, ci fa piacere usare lepaginedi“VisaVis”cometramiteper un calorosissimo “buon comple-anno!”dapartedituttiiviserbesi.

le antiche botteghedi via Panzacchi

MACELLERIAGASTRONOMIA

da Marco

via Panzacchi, 18 Viserba • 47922 • tel. 0541 738167

via Panzacchi, 29 Viserba • 47922 • tel. 0541 738049

ALBA FRUTTA

Page 26: Vis a Vis_5_2015

Ombre e misterifra la vegetazionedi Maria Cristina Muccioli | foto Nicola Sammarini, archivio Ippocampo

26| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

Page 27: Vis a Vis_5_2015

27| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

Oggi in rovina, le pietre di quella villa misteriosa trasudano vite e storie, dai fasti alla guerra, dalla miseria alla carità. Di proprietà in proprietà, la villa ‘ombrosa’ si svela fra leggende e testimonianze.

Page 28: Vis a Vis_5_2015

28| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

Imponente e signorile, situata un po’ più in alto rispetto alle altre. “No-blesse obblige”, verrebbe da dire…E infatti lameravigliosagrandevilla“sulla costa”, che tutti adocchiamopassando in via Sacramora, sbircian-do curiosi tra le sbarre del cancello malconcio e oltre la vegetazione or-mai allo stato selvaggio, ha origine decisamente nobile, essendo stata fatta costruire da una contessa. Come spesso accade con le ricer-che dell’associazione Ippocampo Viserba, ricaviamo la storia di que-

sta antica dimora attraverso vari testi pubblicati negli anni, ma soprattutto ascoltando le voci delle “memorie vi-venti”:iconcittadinipiùanziani.Testimonianze che, incastrate al po-sto giusto, aiutano a ricostruire un puzzle quasi completo, dove diven-tano utili, se non indispensabili, an-che alcune rare fotografie d’epoca reperite in archivi o con l’aiuto di appassionati collezionisti. Iniziamo dalla prima immagine: una cartolina intitolata “Viserba Auto-Garage Gem-mamaria”, che dovrebbe risalire al

1910.Evidentementelavillaeilsuogrande parco erano stati costruiti da poco, a giudicare dalla statura degli alberelli che sembrano appena pian-tati. La signora con cappello e grem-biulone da giardiniere immortalata sulvialettoèlei,nonc’èdubbio: lacontessaGemmamaria Carini. Pocodistante, il suo amato cagnolino. Dietro a lei, il garage, con inferriate artisticheallefinestre.Questoedificioètuttoraesistente,anchesepurtrop-po in rovina come la villa padronale. Poi,oltreilcancello–icuipilastriso-pravvivono anche oggi, pur se inca-strati nel muro di cinta a confine con un condominio di recente costruzio-ne - si scorgono il portico e il tetto con camino di una casa colonica. Equiiniziamoadarespazioalleno-stre voci narranti, iniziando da quella diMariaMorolli,classe1918,scom-parsa qualche anno fa ma ascoltata nel 2010. “I miei nonni, GiuseppeMorolli e Lucia Porcellini, nella se-conda metà dell’Ottocento erano mezzadrideicontiSpina.Primaneipossedimenti di Covignano, poi sui

Page 29: Vis a Vis_5_2015

29| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

poderi di Viserba, dove vennero tra-sferiti quando avevano un paio di figli piccoli. Abitavano nella casa colonica (allora isolata in mezzo ai campi) che sorgeva sulla “costa”.Quinacqueroaltridiecifigli (intut-to ne ebbero dodici: sei maschi e sei femmine). Mio padre Davide (classe 1887) raccontava che agli inizi delsecolo, quando tutti i signori veniva-no a farsi le ville a Viserba, il conte Spina vendette una lunga striscia del suo terreno alla contessa Gemmama-ria Carini, che desiderava costruire una casa per i suoi soggiorni estivi. Si raccontava che quando misero giù le fondamenta, ci nascosero dentro unamanciatad’oro!Elacontessaeracosì ricca che in una sola giornata si cambiòdiciottovestiti!”Fondamentadorate e una castellana che sfoggia abiti sfarzosi, per questa villa di tre piani più cantina, con grande terraz-za, dépendance e autorimessa-garage e, a farle da cornice, un enorme par-co con alberi di ogni tipo, bei vialetti fiancheggiati da fiori variopinti, fon-tane zampillanti. Il colpo d’occhio doveva essere proprio meraviglioso, tanto che gli ospiti romani della con-tessa erano sempre numerosi. La famiglia Morolli per tanti anni vis-se in simbiosi con i proprietari della Villa: Davide fungeva da custode e uomo tuttofare, Rosa sempre dispo-nibile per vari lavori e, soprattutto, in cucina a preparare le speciali-tà locali, tra cui l’ormai introvabile “piadasfogliata”,cheisignoriospitigradivano tantissimo e prenotavano già prima del loro arrivo in Riviera. Il rapporto dei Morolli con la con-tessa Carini rimase vivo anche quan-doleinonabitòpiùaViserba,tantoche, quando nel 1941Maria diedealla luce la prima figlia, in segno di omaggio la chiamòGemma; la no-bildonna da Roma fece da madrina

“perprocura”ed inviò indonounaingente somma di denaro.Ilnome“VillaCarini”èancorapre-sente in alcune mappe catastali di Viserba.Neglianni’30lavillavennevenduta, tramite un passaggio curato dal mediatore viserbese Pozzi, allafamiglia Gattegno. Ma nel periodo incuiquestiviabitòcifuronoalcuniscrezi con i cittadini viserbesi, pare a causa di un episodio violento che giunge a noi tramite i “si dice”, unpo’ sfocato nei dettagli. In ogni caso, da quel momento Gattegno reputòViserba non più ospitale e vendette ai Cameo, professori universitari di religione ebraica, che ribattezzarono la dimora “VillaCameo”. Esiste an-che una cartolina con la dedica alla giovane figlia: “Villa Cameo ‘Sara’ – Viserba(Rimini)”.Una decina di anni dopo avvenne il successivo “passaggio di proprietà”,se così vogliamo chiamarlo, frutto delle leggi razziali promulgate dal Regime Fascista che prevedevano “la confisca di beni appartenenti a persone di razza ebraica”. Docu-menti ufficiali del 1944 riportanoche i beni confiscati a “Cameo Giu-seppefuEmanuele,domiciliofiscalein Roma” consistevano in “terrenoagricolo sito in Rimini frazione Vi-serba via Sacramora (imponibile L. 164,12);fabbricatiadusoabitazionecivile siti in Viserba via Sacramora, 113: a) di piani 4 e vani 20 (impo-nibileL.1820);b)dipiani2evani4(imponibileL.280);c)dipiani1evani2(imponibileL.186,65).”Quin-di, in un sol colpo, il grande parco, la villa padronale, una dipendenza, l’autorimessa-garage divennero di proprietà dello Stato. A costo zero, come fu per tutti i beni mobili ed im-mobili posseduti dagli ebrei.Gli anni della guerra li racconta Au-gustoMorolli(classe1932),unodei

Nella pagina precedente una suggestiva veduta della Villa come si presenta oggi

Nella pagina a fianco, sopra: una cartolina dei primi del ‘900 che ritrae

la contessa Gemmamaria Carini;sotto: Villa Ombrosa negli anni in cui era di

proprietà della famiglia Cameo e un dettaglio dell’antico muro di cinta in corrispondenza

del cancello laterale

Sotto, particolari degli infissi interni ed esterni

Page 30: Vis a Vis_5_2015

30| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

fratelli più giovani di quella Maria conosciuta sopra. “Col primo bombardamento di Rimi-ni,ilprimonovembredel1943,bensette bombe caddero sulla zona della Sacramora. - ricorda Augusto – Col-sero tutti di sorpresa. Molti miei pa-renti stavano tornando dal cimitero e si salvarono saltando nel fosso che costeggiavalastrada.Per isuccessi-vi bombardamenti tutta la numerosa

famiglia e altri viserbesi pensarono bene di rifugiarsi nelle cantine di questa grande casa. Si dormiva tutti ammassati, chi sui mucchi di carbo-ne, chi in piccoli ripostigli: una volta eravamo ben 102 persone! Ci sem-brava un rifugio sicuro, anche se so-pra di noi, nei piani nobili della villa, si era acquartierato un comando te-desco.Quandoarrivaronoglialleati,ci fecero vedere una mappa dove era cerchiata ‘Villa Carini’, che, a loro

dire, avevano risparmiato dalle bom-be, sapendo che era bella e grande, per poterne fare successivamente il loroquartiergenerale.Ecosìfu:peruncertoperiodoospitòunabasedelservizio di controspionaggio, con il nostro campo, lì vicino, che fungeva da pista di atterraggio. Nel dopoguerra Villa Ombrosa di-vennediproprietàdidonPietroLo-dolini,detto“donZuclòn”,inpassa-

to aiutante parroco nelle parrocchie di Viserbella e di Viserba Mare, che l’acquistò nel 1954 e vi abitò finoalla sua morte avvenuta una venti-nad’annifa.Neglianni’60-’70donLodolinitrasformòlavillapadronalein albergo per la gioventù, ricavando piccole stanzette e di fatto alterando l’interno della struttura originale. In un’altra palazzina di epoca più re-cente, sempre all’interno del parco, negli anni ’80 don Pietro ospitò a

lungo gruppi di giovani senegalesi (i primi che approdarono a Rimini). Situazione che innescò non pochepolemiche e che si risolse con lo sgombero forzato diversi anni dopo la morte del prete, quando i nuovi proprietari vollero prendere possesso effettivo della villa. Poisisadialtridue-trepassaggidiproprietà. Chi voleva ristrutturarla per ottenere una residenza per anzia-

ni, chi per la mega villa di famiglia…Nel2009lungoillatosuddelparcoèstatatracciataunastradachedaunnuovo cancello sulla via Sacramora conduce ad una palazzina con diver-si appartamenti costruita ex novo ai confini estremi della proprietà. Oggi il tutto appartiene ad una so-cietà che, da diversi anni, ha esposto all’ingressounbelcartello:“vendesi”.In definitiva, la villa è un regno difantasmi da quando è deceduto il

Page 31: Vis a Vis_5_2015

31| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

suo ultimo custode, don Lodolini. Nessuno vi ha più abitato (i ragazzi senegalesi vivevano in una dépen-dance). Dall’esterno, sbirciando fra le inferriate del cancello, si nota che la costruzione perde i pezzi a ritmi scanditi dal tempo che passa. Osser-vando l’imposta che sbatte e la vetra-ta d’epoca rotta in più punti, i vecchi viserbesi ricordano il parco aperto al pubblico da don Lodolini, i bambini

giocare fra vialetti e panchine mentre le famiglie andavano alla messa nel-la cappella ricavata dall’autorimessa della contessa. Altri, noi compresi, attendono di vincere qualche milio-ne di euro alla lotteria per poterla acquistare, o sperano che una banca o pubblica amministrazione la voglia acquisire per farne un luogo a dispo-sizione della collettività. Già: la spe-ranzaèl’ultimaamorire…

Nella pagina accanto, una delle sale principali come si presenta oggi

Sotto, la facciata con la scalinata d’ingresso

Anche il ricordo del grande poeta

Elio Pagliarani contribuisce a

creare mistero attorno a questo

luogo. Tenendo presente che era

nato nel 1927 e il racconto è

riferito all’età della sua infanzia,

il quadro che il poeta ci propone

dovrebbe essere databile agli anni

‘30–‘40delsecoloscorso.Ecco

cosa scrisse nel 1979 nella sua

autobiografia:“Pochegrandiville

delimitavano Viserba. C’era villa

Cameo (CameoePincherle, alta

borghesia ebraica, università di

Bologna) con parco grandissimo,

vigilata da mastini ringhiosi e

terrificanti – noi bambini non

ci azzardavamo nemmeno a

passargli vicino – che separava

il paese dalla campagna vera e

propria (adesso ciò che rimane

diVilla Cameo è di don Zuclòn

già reggente della parrocchia di

Viserba, e poi allontanato dal giro

parrocchiale).”

Page 32: Vis a Vis_5_2015

32| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

ormai decadente, a inizio degli anni ’70 divenisse proprietà di unadonna speciale, la signora Giovanna Santucci che, insieme alle tre figlieAntonella, Marta e Maria Rosa, restaurandola l’ha fatta risorgere, così come la villa ha aiutato lei a risollevare le sorti della sua famiglia. È prima di tutto una storia di donne, quella che raccontiamo in queste pagine, di coraggio, di forza di volontà e d’amore, giunta a noi grazie alla testimonianza di Antonella Brighi,unadellefigliediGiovanna,autrice di racconti (contenuti nel libro “Donne. Racconti al femminile” acura di Narda Fattori) legati a questa

Nelle ville antiche ci sono gli spiriti di chi le ha amate e che forse continua ad amarle nonostante il tempo che scorre… Questa è la certezza dichi oggi abita ‘Villa Laura’, l’antico villino costruito ad inizio del secolo scorso secondo lo stile Liberty allora in voga, che si distingue per la sua eleganzaalcivico52sullaviaPortoPalosaViserbella.Dicoloregiallo,èornato da una doppia scala esterna che dà accesso al piano nobile. Sotto lo scalone si nota una nicchia che accoglie una piccola fontanella, mentre a lato sud una bella terrazza panoramica fronteggia la marina. Il destino ha voluto che questa villa,

Tanto amore,nel nome di una donnadi Sabrina Ottaviani | foto archivio Ippocampo

Ci sono spiriti che aleggiano nelle ville

antiche, come passaggi impalpabili di chi

le ha vissute, ne ha calpestato

l’impiantito, ne ha respirato l’essenza che

scaturiva dagli spessi muri e dalle

poderose travi…

Page 33: Vis a Vis_5_2015

33| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

Nella pagina accanto, Villa Laura in un’immagine ritratta dal fotografo Vigolo

In basso, le donne di Villa Laura con al centro la mamma Giovanna Santucci e le tre figlie Antonella, Marta e Maria Rosa

Sopra, da sinistra la spiaggia antistante Villa Laura in uno scatto di fine ‘50

Un ritratto del fotografo Vigolo risalente agli inizi del XX secolo

Sotto, il Viale Litoraneo con un suggestivo scorcio dei villini viserbellesi

casa. Antonella ci accoglie e ci mostra quella che nel libro definisce a ragione e a sentimento ‘La casa delle Donne’ e a noi piace pensare che Laura, cui era stata dedicata la villa nel lontano 1911, ci abbia messo lo zampino e che ancora continui a mettercelo… Andiamo con

ordine. Sicuramente la costruzione della villa scaturì dall’amore di un medico: Galliani prof. Giuseppe del fu Domenico, allora primario dell’ospedale di Bagnacavallo, per la sua bella Laura. Ma chi era Laura? La moglie, la madre, la figlia, l’amante? Non lo sappiamo, ma certamente di Amore (quello con la ‘A’ maiuscola) si trattò, di questo possiamo esserne certi! Via Litoranea, via Cristoforo Colombo, via Porto Palos… I nomi della via cambiano nel corso del tempo, così come i diversi proprietari. La famiglia Costa dott. Achille di Ferrara la acquista nel 1919; eredita quindi il figlio Ing. Antonio nel 1932 per poi passare nelle mani del Marazzi Cav. Armando Ermenegildo e del Sodini Monsignor Giovanni fu Venceslao nel 1942 che, con un atto di donazione siglato nel

piccole anime di orfanelli raccolti nei brefotrofi di tutta Italia, essi stessi vittime della recente guerra, o piccoli delinquentelli salvati dalla strada ad opera dell’associazione. Come scrive Antonella nel suo libro “(Villa Laura) ... consolò, abbracciò e strinse al cuore tante tenere vite che, piangendo

1945, cedono la proprietà della Villa all’Opera Nazionale “I piccoli di Padre Beccaro”, opera pia con sede in Milano. Il villino di piani 3 e vani 18 come da dicitura dell’antica mappa di san Martino in Riparotta, diviene quindi, per un certo periodo, luogo ricreativo di

Page 34: Vis a Vis_5_2015

34| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

nella notte, invocavano i genitori che nonavrebberomaipiùrivisto…”Ediun altro atto d’amore, ci parla ancora Antonella, con lo sguardo rivolto al passato. Suo padre, emigrato a Ginevra, dopo aver lavorato duramente come muratore, morì d’infarto all’età di 39 anni. Rimastasola in una terra straniera, Giovanna, con le sue tre bambine, decise di fare ritorno a casa, a Longiano, nella casa paterna. Antonella racconta la difficoltà di quel momento e laricerca non solo di un nuovo luogo in cui vivere ma anche di un lavoro che potesse sostenerle. L’idea fu quella di acquistare, grazie all’aiuto del nonno, il padre di Giovanna, una pensione o un piccolo albergo che potesse essere una soluzione lungimirante per sé e per le sue tre ragazzine, bambine prima e ragazze poi che stavano crescendo e che sarebbero state un valido aiuto in quel lavoro. La ricerca condusse la mamma a Viserbella, dove ebbe modo di vedere e valutare VillaLaura.Eraunimpegnoonerosoe, pur innamorata di quella casa affacciata sulla spiaggia di Viserbella, andava cercando il coraggio di fare quell’ardito passo. “Fu nostro padre, dal cielo, che trovò ilmodoper assicurare un futuro alla sua famiglia… - dice Antonella - le parole ‘questaèlatuacasa,iltuofuturo…cosa aspetti?’ sono state quelle che il babbo rivolse in sogno alla mamma il giorno che ci venne proposto l’acquisto della villa e che, quasi con incoscienza, ci spinse ad acquistarla! Efuunconsiglioprofeticovistocheci indusse a versare al signori Berardi di Savignano una sostanziosa caparra che si rivelò fondamentale perdissuaderlo a rescindere il contratto come avrebbe voluto la moglie che nel frattempo si era pentita della vendita.” Iniziarono i lavoridi

manutenzione e restauro e immensa fu la gioia quando, scrostando gli intonaci che si erano sovrapposti, comparve la piccola targa con la scritta ‘Villa Laura’, il nome di una donna che forse aveva voluto aiutare altre donne, che le aveva volute nella sua casa e che stava dando loro il benvenuto. “Per far fronte ai debitiiniziammo la nostra attività di vitto e alloggio. – prosegue Antonella - Eranogliannidelboomelasortecifufavorevole. Lavoravamo come piccoli soldatini capitanati dalla mamma e in estate si aggiungeva anche la nonna che da Longiano lasciava il lavoro dei campi per aiutare mamma in cucina, dove deliziava i clienti con le sue prelibatezze della più genuina tradizione romagnola.”Quattrodonne,cinqueconlanonnae seicon…Laura.Eccoperché,nelcuore di questa famiglia e nei ricordi di Antonella la bella villa gialla che ancoraoggis’affacciasullaviaPortoPalosdiViserbella,vienedefinitaconamore ‘La casa delle Donne’.

Page 35: Vis a Vis_5_2015

Nella pagina accanto, sopra l’interno della Villa oggi

Sotto, un’immagine d’epoca che ritrae lo spiaggiamento di una balena sulla spiaggia

antistante Villa Laura

Sotto, Antonella Brighi (a destra) conda sinistra Nerea Gasperoni e Sabrina Ottaviani

dell’associazione Ippocampo

Generali Assicurazioni VIS 5_2015.indd 2 29/01/15 13:55

Carrozzeria Rimini Nord VIS 5_2015.indd 1 29/01/15 15:30

Una testimonianza di Marina Ioli,

che risale al 1997,dove si parladi

Maria d’Ugo, che ricorda Villa Laura.

“Maria d’Ugo (…) è la prima di

sette sorelle, la famiglia è povera e

lavitaleèdeltuttogramaequesta

bambina deve lavorare nei primi

anni della sua fanciullezza. Ad

undici anni lavora, come lavandaia

nell’attuale Villa Laura gestita da una

signora chiamata Dirce venuta da

Ferrara. Dopo qualche anno Dirce

fallisce, perde tutto, e mentre gli

esattori delle tasse gli portano via

quello che ha nella sua casa, fa una

scenata da circo equestre, all’aperto

di fronte al popolo viserbellese.

(Èsolounricordovisivo)”.

Page 36: Vis a Vis_5_2015

36| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

Il fotografodella Belle Époquedi Marzia Mecozzi | foto archivio Enrico Colonna

Alcune fortunate circostanze riportano

alla luce una bella storia di famiglia e un patrimonio

fotografico unico che ritrae una Viserba

d’autore nei primi del Novecento.

Un’antica passeggiata alla Fonte Sacramora e uno scatto fotograficod’artista diventano oggetto, un secolo più tardi, di una curiosa vicenda di ‘ritrovamenti’ e ‘scoperte’ grazie alla quale oggi l’associazione Ippocampo può vantare una dellecollezioni di fotografie d’epocafra le più interessanti e preziose che si conoscano. La storia ha per protagonisti un collezionista di antiche cartoline viaggiate, una collezione privata di fotografie deiprimi anni Venti e un signore veneto di nome Attilio Vigolo che durante l’estate, a Viserba, ritraeva con professionalità e passione amici, famigliari e tutta la nobile compagnia che da qualche tempo aveva preso a frequentare quel lido. La vicenda, che ha origine da quella ‘passeggiata alla Fonte’ in una soleggiata giornata dei primi del Novecento e che, attraverso unacollezionefotograficaunica,rivela

Page 37: Vis a Vis_5_2015

37| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

tanti e interessanti aspetti dello spaccato sociale e culturale dell’epoca, la raccontaEnricoColonna,classe1928,di origini lombarde e residente con la moglie Anna Maria Bruni a Treviso, proprietario a Viserba del villino di famiglia situato in via Bellini, nipote per via materna di Attilio Vigolo. Attraverso le preziose informazioni fornite da Colonna è stato cosìpossibile risalire alla vita e all’opera di uno dei più raffinati autori di

fotografiee cartolineche ritraggonola vita di Viserba nei primi anni del Novecento, di cui in queste pagine proponiamo alcune immagini tratte dalla collezione privata che gli eredi hanno messo a disposizione dell’associazione Ippocampo. Chi era Attilio Vigolo? “Il nonno Attilio - racconta Enrico- era nato a Vicenza nella seconda metà del diciannovesimo secolo ed era statoun funzionariodell’UfficioPostaledellasuacittà.Quellaperlafotografia eranata comepassione ediletto e negli anni lo aveva coinvolto semprepiù,finoapossederetuttiglistrumenti necessari alla realizzazione dellefotografieepersinouna‘cameraoscura’dovestampavalesuelastre.”Negli anni della sua formazione la fotografia era un’esperienza nuovache aveva acceso vivaci e brillanti discussioni in ambito artistico. In uno spaccato culturale ben distante dai salotti nei quali si era consumata la disputa fra estimatori e detrattori della nuova ‘arte’, appannaggio - secondo alcuni intellettuali intransigenti - dei pittori meno apprezzati e che quindi poco avevano da perdere sposando

Nella pagina accanto, Enrico Colonna con la moglie Anna Maria Bruni

Sopra, una foto di gruppo davanti a Villa Laurascatta da Attilio Vigolo nei primi del secolo

Sotto, a sinistra, ritratto di Attilio Vigolo (1864-1949)

Sempre Vigolo alla sua scrivania

e, a destra, Enrico Colonna da bambino con la mamma e la sorella Olga

Page 38: Vis a Vis_5_2015

38| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

la nuova tecnologia del ritratto fotografico,l’hobbistaVigolosimuovecon il suo apparecchio e il suo cavalletto sulle dune di sabbia e i giardini della nuova località balneare. Piuttostobenestante, tanto da potersi permettere una strumentazione all’avanguardia, il fotografo-villeggiante ritrae il mare e le piccole imbarcazioni piaggiate; immortala gruppi di giovani e famiglie numerose che si affacciano dai balconi, i cui volti e pose testimoniano una società incuriosita e compiacente di fronte alla modernità rappresentata daunapparecchiofotograficoportatilein grado di realizzare, in tempi brevi e con apparente semplicità, il ritratto della realtà, lasciando ai posteri ricordi e momenti di vita su carta. La famiglia Vigolo trascorreva tutte le sue estati a Viserba, dove aveva acquistato un villino che si era chiamato dapprima ‘Villino Vigolo’ e successivamente ‘Villino Margolga’dalnomedelleduefigliedei proprietari, Maria e Olga. Nei

decenni seguenti la famiglia aveva costruito un’altra villetta, quella in cui ancora oggi ci accolgono con grande ospitalità i coniugi Colonna. “Come si può osservare dai ritrattifatti dal nonno nelle diverse epoche, - spiega Enrico - il villinoha subito alcune variazioni rispetto all’architettura delle origini. In particolare è stato eliminato l’arcosovrastante la porta d’ingresso che

Sopra, la prima delle abitazioni estivedel fotografo Vigolo, denominato dapprima

Villino Vigolo e successivamente Villino Margolga

Sotto, il villino della famiglia Vigolo tuttora di proprietà di Enrico Colonna

Nella pagina accanto, due scatti di gruppo, uno ritratto in piazza Pascoli d’innanzi al sagrato

della chiesa e sotto in riva al mare

Page 39: Vis a Vis_5_2015

39| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

caratterizzava l’antica facciata.”Quella facciata che, anche neifregi che impreziosivano gli affacci, mostrava una certa attinenza al Libertycheaveva influenzatoanchea Viserba alcune costruzioni locali. Superato il dibattito artistico, nei primi del Novecento la fotografiadivenne per lo più strumento del viaggiatore e del giornalista che la utilizzarono in maniera pratica e

accessibile a tutti, per divulgare eventi e luoghi altrimenti difficilmentedocumentabili. Alcune immagini di città e paesi presto divennero cartoline, perché chi non poteva permettersi di scattare o farsi scattare fotografie, poteva acquistare nellebotteghe locali immagini seducenti e suggestive da spedire ad amici e parenti, a testimonianza e ricordo dei giorni di vacanza trascorsi. A Viserba

le cartoline venivano pubblicate dall’editore Zanotti, il cui villino nei primi anni del Novecento sorgeva sul luogo in cui oggi hanno sede l’erboristeria Vis-herbae e l’edicola, all’angolo dell’accesso a piazza Pascoli. Tante cartoline d’epoca,edite da Zanotti, e che ritraggono una Viserba in lunghi abiti chiari e parasole, portano la firma diAttilio Vigolo e sono merce molto

Page 40: Vis a Vis_5_2015

40| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

apprezzata dai collezionisti per la bellezzael’originalitàdegliscatti.Edecco il ritrovamento: il signor Sergio Fava, collezionista viserbellese, al mercato di Porta Portese, a Roma,aveva trovato ed acquistato una serie di cartoline viaggiate di Viserba e Viserbella degli anni attorno alla prima guerra mondiale, arricchendo con grande orgoglio la personale collezione, unica per vastità e originale. Un giorno, nel corso di una mostradaltitolo“Viserbaierieoggi”organizzata da don Antonio, parroco della chiesa di Viserba Mare, il collezionista si era reso conto che una delle fotografie in mostra mancavaalla‘sua’preziosaserie!Lafotografiaritraeva un gruppo di persone in posa su un carro, con una capra, accanto ad una fonte. Il parroco allora, su espresso desiderio del collezionista, lo aveva accompagnato a conoscere il proprietario della foto e… Sorpresa! il proprietario era addirittura il nipote (ed erede) di quel Vigolo, autore di tante immagini della sua preziosa collezione di cartoline! EnricoColonnaèproprietarioanchedi tutte le ‘lastre’ delle più famose e antiche cartoline di Viserba ivi editate

e che ancora oggi riposano nella cantina della sua casa di Treviso.La foto, appesa oggi alla parete del salottino nella bella villetta viserbese dei Colonna e grazie alla quale sono stati riportati alla luce una bella storia di famiglia e un patrimonio fotografico mai divulgato in tempimoderni, è l’oggetto della nostrachiacchierata.“Alcentro,vestitadibiancoc’èmiamadre, Olga Ines Vigolo – spiega Enrico – alla sua sinistra c’è suasorella Maria, morta di influenzaSpagnola nel 1918 e che era statauna madrina di guerra; a destra, vestita di nero, la cugina Maria Ortolani (sposata Piovesan), la cuifamiglia era proprietaria di una villa inviaPiacenza. Ibambini facevanoparte di una famiglia di conoscenti del luogo che non sono in grado di identificare, e anche il carrettino ela capretta che rendono bucolico l’insieme. L’occasione è moltosemplice: una passeggiata alla Fonte Sacramora conosciuta per le sue qualità e proprietà termali, qui nella sua più antica sede, quando sgorgava dal coppo. Dietro l’obiettivo c’ènaturalmentenonnoAttilio.”

L’ immagine “Passeggiata alla fonte” della collezione Vigolo, che ha ispirato

il racconto di queste pagine

Page 41: Vis a Vis_5_2015

Hotel Princier_A.indd 2 09/02/15 12:13

Page 42: Vis a Vis_5_2015

42| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

Sulla via Porto Palos, a Viserbella,in zona antistante alla storica e leggendaria sorgiva a sabbie mobili denominataSourcion,aicivici28e30visonoduevillini:villaCostanzaevillaDeConciliis,costruitetralafinedegli anni Venti e inizio anni, Trenta in stile architettonico Belle Époque dal capomastro ‘Bigion’, Luigi Canini, cugino di mio nonno ‘Togna’. Sono due costruzioni ‘gemelle’, di due piani, in pianta quadrata, con una terrazza coperta al piano terra e

Storia di Villee di Guerradi Vincenzo Baietta | foto famiglia Malavasi, Nicola Sammarini, archivio Ippocampo

Erminia, figlia del generale Lodovico Malavasi, racconta la storia della sua

famiglia e il profondo legame di affetto con Viserba e Viserbella,

a partire dalla primavera del 1941.

una scoperta al piano superiore. La Baronessa Rachele De Conciliis e la figlia Virginia, moglie del generaleLodovico Malavasi, acquistarono la villa dall’avvocato Giani nella primaveradel1941.IoemiofratelloNello acquistammo la gemella, villa Costanza, dalla dottoressa bolognese Costanza Cavalazzi nell’autunno del1973(poidiventòmiaresidenzanella primavera del 1974). Data lavicinanza, ben presto ebbi modo di fare conoscenza e amicizia con la

signora Virginia e il marito, generale Lodovico Malavasi. Fu dalla loro viva voce che venni a conoscenza di accadimenti storici di cui erano stati protagonisti negli anni della seconda guerra mondiale, fatti storici avvenuti nelle due ville, che permisero al generale e ai suoi familiari di aver salva la vita. Mi colpì in particolare il raccontodelgeneralesuldopo-firmadell’armistizio dell’8 settembre, chelo portò a nascondersi nella villadi loro proprietà ma anche nella

Page 43: Vis a Vis_5_2015

43| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

vicina villa Costanza. Il generale mi confidòchepersfuggireall’arrestoavolte si nascose nel sottotetto di villa Costanza; inoltre, avendo questa, a differenza della loro, uno scantinato sotterraneo, quest’ultimo costituì per la moglie e i quattro figli (Erminia,Antonio, Marco e Alberto) un rifugio durante i bombardamenti degli aerei angloamericani. Ho ritenuto giustoportare nell’ambito dell’associazione culturale Ippocampo la memoria di questo evento storico; pertanto ho contattato la signora ErminiaMalavasi, primogenita del Generale, che si è subito gentilmente prestataa concederci una testimonianza scritta della storia vissuta dalla sua famiglia nelle nostre località. Con un ringraziamento da parte mia e dell’associazione Ippocampo, il racconto che segue è di ErminiaMalavasi, riportato fedelmente.

…Era la primavera del 1941E’ stata laguerraaportare lanostrafamiglia a Viserba. Vivevamo a Torino, dove papà, ufficiale di artiglieria,insegnava alla Scuola di Guerra

e spesso ci recavamo a Milano e a Bologna, dove avevamo nonne, zii e cugini. Andavamo in villeggiatura a Rapallo, che non era molto distante dalla zona in cui si svolgeva la nostra vita. La nonna aveva intenzione di comprare, per noi nipoti, una casa per le vacanze, che allora duravano da giugno a settembre, e pensava proprio a Rapallo, dove, già da qualche anno, passavamo l’estate.Dopo l’inizio della guerra si cercava di allontanarsi il più possibile

dalle grandi città continuamente bombardate. Quell’anno papà nonvolle che andassimo a Rapallo perché sapeva che la IV Armata era schierata lungo la costa ligure con i cannoni puntati verso il mare come difesa per un possibile sbarco alleato sulla costa italo-francese.Perallontanarcida un possibile teatro di guerra i nostri genitori pensarono che fosse meglio cercare una sistemazione estiva sulle coste dell’Adriatico. Così, per l’interessamento di alcuni

Nella pagina accanto, il Generale Lodovico Malavasi,

qui a lato villa De Conciliis di proprietà della famiglia Malavasi

Sotto, villa Costanza di proprietà della famiglia Baietta

Page 44: Vis a Vis_5_2015

44| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

parenti che conoscevano la zona, affittammo un appartamento aViserba.L’appartamentononc’èpiù;la strada, che si chiamava Francesco Baracca, ora si chiama Don Minzoni. LaViserbadialloranonc’èpiù.Eraun piccolo paese fatto di villette con giardini e fontane perenni, alimentate dall’acqua della Sacramora. Tutto era verde e tranquillo e i pochi negozianti(ricordofraglialtriElvira,Guerrino, Fava) cercavano di aiutare la popolazione in un periodo di tesseramenti e di mancanza di tutto. Nelle città si soffriva la fame, e noi ne avevamo avuto un esempio a Milano. A Viserba la vita era ancora agibile. Si trovava tutto, dalla carne al formaggio al pane, tutti alimenti tesserati e introvabili altrove.Il mare sicuro e la spiaggia tranquilla hanno fatto assaporare, a noi bambini, una libertà che prima non conoscevamo. Spesso, nel pomeriggio, andavamo, a piedi o in bicicletta, a Viserba Monte, dai Pironi, a prendere latte appenamunto, uova di giornata, caciotte fresche. Là vivevano e lavoravano alcune famiglie di contadini che avevano ragazzi della nostra età che erano diventati nostri amici e con

loro facevamo giuochi nuovi per dei “ragazzidicittà”comeeravamonoi.Quell’estate di vacanza è statameravigliosa ed indimenticabile e così, quando la nonna ci ha chiesto se l’anno seguente volevamo tornare a Rapallo o preferivamo che comperasse una villa a Viserba, la nostra risposta è stata immediata ecerta: Viserba! Noi abbiamo lasciato la villeggiatura di Viserba ai primi di ottobre ed abbiamo iniziato il nuovo anno scolastico a Milano. Papà, lasciataTorino, era stato mandato a Mentone

alla Commissione di Armistizio con la Francia. A Milano avevamo i parenti e la casa, ma le difficoltàerano tante e la nostra vita era già molto diversa da quella di prima. La mamma e la nonna intanto cercavano casa a Viserba. Dati i tempi difficili,c’eranovarievilleinvendita,ma scelsero la villa di via Litoranea 24 (ora via Porto Palos 30) perché,oltre ad avere un bel giardino ed il mare proprio davanti, aveva anche un pezzetto di terreno coltivato ad orto che era sempre stato il sogno della nonna. Era la primavera del 1941!È un villino tipico dell’architettura viserbese dell’epoca, costruito, come tanti altri, da “Bigion” (Canini).Costruitaintornoal1930;mianonnala comprò dalla famiglia Giani diBologna.Quello che si devenotarein questa casa è che fino ad ogginon ha subito modifiche. Sonooriginali le planimetrie, il tetto in legno, i pavimenti, le ringhiere delle terrazze. La nostra intenzione è dicontinuare a mantenere quello che di allora è arrivato fino a noi; male difficoltà sono molte perché orasi pensa che fare ex novo sia più facileepiùefficientechemantenere

Page 45: Vis a Vis_5_2015

45| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

il vecchio, anche se è ancora inottimo stato, e si dimentica il fascino irripetibile delle vecchie cose. Oltre alla casa principale c’è unaseconda costruzione più piccola, costituita da garage e dispense e, sopra, tre camere che sono state ristrutturate e trasformate in un confortevole appartamentino dotato di riscaldamento per l’inverno. Iprimidiottobredel1942lasciammodefinitivamenteMilanoecitrasferimmoa Viserba. A Milano i bombardamenti erano aumentati e anche la nostra casa era stata colpita da uno spezzone incendiario caduto proprio nella camera da letto della nonna. Papà, sempreforzatamente lontano, non poteva pensare che la mamma restasse sola a Milano con la responsabilità di noi quattro figli. Così volle chelasciassimo la città in tutta fretta senza portate via i mobili. Nel frattempo papà aveva preso il comando del 41° reggimento Art, in Albania e,terminato questo comando, era stato nominato Sotto Capo di Stato Maggiore della IV Armata di stanza a Mentone. In Albania aveva contratto la malaria ed una ricaduta aveva provocato una broncopolmonite,

per cui fu ricoverato all’ospedale militare di Nizza. Fu dimesso proprio il giorno prima dell’armistizio con una licenza di convalescenza e la prescrizione di un soggiorno prolungatoinmontagna.Proprioil7settembre, per la prescritta cura, partì per Cortina, dove era la sorella. Non arrivòaCortina:sfuggendoaFerrara

ai rastrellamenti dei tedeschi, tornò acasa. Intanto a Viserba, proprio in via Busignani, era arrivato un piccolo reparto tedesco, formato da riservisti. Avevano alcuni cavalli che stavano in strada, ed i soldati dormivano in tenda. Il comandante ci chiese di usare il garage come magazzino e naturalmente glielo demmo. In fondo

Nella pagina accanto, una fotografia di bombardamenti aerei su Viserba e Rimini ove si possono notare bombe sganciate per colpire

il porto e la stazione di Rimini da alta quota

Sopra, immagine del bunker situato in via XXV Marzo

confine Viserba - Rivabella successivamente demolito

A lato, un’immagine che ritrae un gruppo di sfollati che cercano di allontanarsi

dai bombardamenti

Page 46: Vis a Vis_5_2015

46| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

al garage c’è ancora una stanzettaconfinestra allaquale si accededauna sola porta dal garage stesso. Chiusaquella,rimanesololafinestracomeapertura.Quindi,nascondendola porta, è difficile accorgersidell’esistenza della stanzetta. E cosìèstato.Inqueigiorni,nascondemmola porta mettendoci davanti delle cassedilibriedaprimmolafinestra.Tutto il resto del garage era occupato dal materiale tedesco. È stato il nascondiglio che ha salvato la vita a nostro padre insieme alle proroghe delle licenze di convalescenza (ben cinque) effettuate da tutti gli ospedali militari della zona (Forlì, Bologna, Rimini). Mentre attendeva la chiamata della Commissione Medica dell’Ospedale Militare di Bologna per la terza proroga della licenza di convalescenza, ormai scaduta,

giunse l’ordine di presentazione al Comando Militare di Forlì e lì gli venne chiesto di giurare fedeltà alla Repubblica Sociale. Si rifiutò digiurare alla presenza degli ufficialidel Comando e di quelli chiamati a giurare dopo di lui perché di grado inferiore. Malgrado l’esempio di papà tutti giurarono. Non vennero presi provvedimenti diretti e immediati. Tuttavia, da quel momento, cominciarono le perquisizioni in casa. Il 16 luglio alle tre e trenta,durante la perquisizione, venne arrestato e portato, insieme agli altri arrestati, nella palazzina del Kursaal (unedificiolibertysultipodelgrandeKursaal di Rimini, ora distrutto) con l’accusa di essere un capobanda. Subì due interrogatori e dopo l’esibizione di un documento secondo cui era stato messo in pensione per malattia

contratta in servizio, verso le undici venne rilasciato. Prevedendo nuoveperquisizioni e nuovi arresti, e siccome le perquisizioni avvenivano sempre di notte, la notte si nascondeva fuori casa, mentre di giorno lo sorvegliavano due italiani, gente del posto, armati, chiamati “guardie alle comunicazioni”. Infatti, la seradell’8 ottobre, alle ore ventidue,nuova perquisizione in casa per cercarlo. Ma questa volta non c’era. Noi dicevamo a tutti, oltre che ai tedeschi, che, essendo malato, era andato a Bologna a cercare le medicine che gli occorrevano, ma non era tornato. Lui invece era nascosto nella stanzetta dietro al garage dove era entrato dalla finestra. Alla finedella perquisizione il sottufficialealtoatesino che era al comando disse

Page 47: Vis a Vis_5_2015

47| SPECIALE FRA VILLE E VILLINI

a nostra madre: ‘signora sia felice che suomaritononèincasaquestasera’.Dopo vari anni dalla fine dellaguerra, abbiamo saputo da un amico che lavorava al Ministero della Difesa che se lo avessero trovato lo avrebbero fucilato. Dopo quella prima ci sono state altre perquisizioni (in tutto sono state cinque), così papà rimase giorno e notte nello stanzino dietro al garage, al buio e per circa un mese e mezzo. All’avvicinarsi dei combattimenti una granata colpì l’angolo del tetto della casa dove papà era nascosto. Eravamo tuttiin cucina e la mamma, che aveva sempre sostenuto con tutti che non sapeva dove fosse papà, uscì di corsa gridando: Lodovico! Lodovico! Quasi nello stesso momento loscalpiccìo sui calcinacci caduti dal tetto… Ancora una volta era salvo! Passòalloranelsottotettodellacasavicina, abitata da amici bolognesi. Oramai i tedeschi erano in fuga; abbandonarono anche il cannoncino anticarro piazzato all’angolo di via Busignani, che papà riuscì a rendere innocuo inceppandone l’otturatore. Alle sei e trenta delmattino del 23settembre arrivano i carri armati neozelandesi. E’ difficile descriverecosa si prova ad essere liberati da un incubo e forse solo chi ha avuto questaesperienzapuòcapirlo.Pochi giorni dopo, e cioè il 25settembre, papà accettò l’invito adiventare “sindaco di Viserba” surichiesta del governatore di Viserba “TesauroCivilAffairsOfficer”.C’era da provvedere ad una popolazione di circa 20.000persone tra residenti e sfollati.Superata l’emergenza, papà chiese la sostituzione, dopo aver avuto l’assicurazione dal Governatore che gli alleati avrebbero liquidato tutte le spese resisi necessarie nel periodo

di emergenza. Con il trasferimento a Roma, riprese, anche se lentamente, la vita normale per noi. Ormai sono tante le estati passate a Viserba, ma il piacere di tornare in quel paese, inquellacasa,èsemprevivointuttinoi,figlienipoti.

(ErminiaMalavasi)

Nella pagina accanto, manifesto “Soldati d’Italia” di Viserba e Celle anni ‘30

Sotto, soldati neozelandesi fotografati a Viserba

Page 48: Vis a Vis_5_2015

48| PERSONAGGI

I cent’anni di Vandada Des Vergers a Baraccadi Maria Cristina Muccioli | foto famiglia Parma

Cresciuta nella sontuosa villa della

marchesa Des Vergers e vissuta a Viserba nel villino fatto costruire

dai familiari delfamoso aviatore

Francesco Baracca, Vanda Pasini Parma ci accoglie nel suo

angolo di paradiso.

Bella, elegante, sempre sorridente, splendidi occhi azzurri. Fino a qual-che mese fa i viserbesi potevano in-contrare questa gentile signora al su-permercato, in chiesa, a passeggio…. Ha partecipato anche amolte festedell’Ippocampo, sempre a braccetto delfiglioPierpaoloodellafigliaMa-riaGrazia.E,achilerivolgevaunsa-luto, immancabilmente rispondeva, orgogliosa: “Ci credi, se ti dico che hoquasi centoanni?”Un secolodivita portati con lo spirito di ragazza: Vanda Pasini Parma può a ragionedefinirsiunanonna“super”.L’andiamo a trovare a casa sua, luogo delizioso ed elegante, che ci riporta alle atmosfere della Viserba di un secolofa.UnpiccoloangolodiPara-diso - oggi circondato e quasi soffo-

catodagliedificimodernisortilìat-torno - salvato e recuperato “com’era e dov’era” dall’amore per il bellodellafamigliaParma.Si trattadel “villinoBaracca” in viaPallotta.Un piano con torretta, chesipuòscorgerealdilàdelcancelloantico, al termine del vialetto ben te-nuto,confioriepianteordinatechefanno cornice. Molti viserbesi lo conoscono per averlo frequentato, negli anni ’70/’80, per battesimi, matrimoni ecomunioni, avendo funzionato come sede provvisoria della parrocchia di San Vicinio e del gruppo scout.Nel salottino in penombra, accomo-dati su morbide poltrone e circondati da arredi e oggetti che dichiarano il buon gusto e l’amore per l’arte dei

padroni di casa, sfogliamo l’album dei ricordi di Vanda, guidati dalla vocedeiduefigli.“Gli anni e la malattia non hanno velato la memoria di nostra madre. - raccontanoMariaGraziaePierpaolo- Lo scorso 14 luglio ha festeggiatoi cento anni circondata da amici e parenti (oltreanoifigli, il genero, inipoti e il pronipote Luca). Fino a tre mesi prima del centesimo complean-no nostra madre ha vissuto in modo valido, sia mentalmente che fisica-mente, tanto da riuscire anche a bal-lareilvalzer!Purtropponell’aprilediquest’anno un ictus le ha paralizzato la parte sinistra del corpo. Fortuna-tamente,però,lacapacitàdiparlaree di ragionare è rimasta, così comequelladiricordare.”

Page 49: Vis a Vis_5_2015

49| PERSONAGGI

Nella pagina accanto, il vialetto d’ingressodel Villino Baracca

Sopra, da sinistra Vanda e Virgilio fidanzati a Villa Des Vergers, 1935

Vanda a vent’anni e oggi

Infatti il passato è particolarmentevivo nei ricordi di Vanda. Special-mente quello relativo agli anni dell’infanzia e della giovinezza vis-suti,inquantofigliadiundipendentedella marchesa Des Vergers, presso la nobile famiglia proprietaria della sontuosa villa di San Lorenzo in Cor-reggiano. “Il padre della mamma, nostro nonno Francesco, era rimasto orfano da pic-colo.–spieganoMariaGraziaePier-paolo – Anche lui era vissuto a corte: appena diciottenne venne inviato dalla marchesa a Versailles, in Fran-cia,astudiarebotanica.Tornòdopocinqueanni,sisposòedivennecapogiardiniere dell’enorme parco della villaDesVergers.”Vanda, quindi, nacque e visse finoal matrimonio in un ambiente aristo-cratico e ricco di benessere. Bambina e ragazza privilegiata, in un periodo in cui la maggior parte della gente vi-veva in condizioni piuttosto precarie.“Ancor oggi la mamma ricorda le vis-ite alla marchesa da parte di artisti e personaggi altolocati, la fastosa vita di corte che lei, bambina, ammirava incantata.E’ancheingradodiram-

mentare i versi in francese di una poesia beneaugurante che ogni anno recitava alla marchesa nel giorno di Natale, dopo averle offerto un mazzo dei fiori più belli raccolti dal padrenellevasteserredellavilla.”Sposatasi nel 1936 conVirgilio Par-ma, Vanda si trasferì a Viserba, dove risiedeva il marito. Qui, agli inizidegli anni Cinquanta, insieme alla famiglia divenne albergatrice, apren-do la pensione Grazia. Attività gestita con discreto successo per trent’anni, cedutainaffittoinseguitoallamortedel marito, successivamente venduta.QuindiVandasitrasferìcolfiglionelvillinoinviaPallotta.“Avevamo acquistato questa casa nel1969– spiegano i fratelliParma– Era stata fatta costruire ai primidel novecento dai familiari del fa-moso aviatore Francesco Baracca, che lo utilizzavano come residenza estiva.Perquattordicianni(dal1974al 1988), il villino venne dato inuso alla neonata parrocchia per la sede provvisoria della chiesa di San Vicinio-Sacramora. In seguito, con la costruzione della nuova chiesa, la nostra famiglia l’ha ristrutturato,

mantenendo le caratteristiche origi-narie risalenti allo stile liberty e deco, così da non seguire i consigli di chi, negli anni del boom economico, sug-geriva di abbatterlo per costruire un condominio.”Scelta coraggiosa, ai tempi della corsa al mattone che ha coinvolto tutto il territorio riminese! Ma gra-zie a questa decisione oggi nonna Vanda continua la sua vita, curata amorevolmente dai familiari e dalla cara Maria, nella tranquillità della sua bella casa. Talvolta, visionando vecchie fotografie risalenti ai primidel novecento, si lascia andare alla dolcezza dei ricordi. Le tocca e sor-ride… Pensieri che contribuiscono,insieme alla presenza affettuosa dei familiari e delle persone amiche, a tenerle compagnia.

Page 50: Vis a Vis_5_2015

50| PERSONAGGI

“Amo l’inverno, perché in questo

periodo dell’anno il nostro paese

torna ad assomigliare a quello della

mia giovinezza, un luogo famigliare e raccolto, dove tutti si

conoscevano e il forestiero

passava accompagnato da sguardi curiosi...”

Viserbella...nel diario di Ginadi Marzia Mecozzi | foto famiglia Donati, Nicola Sammarini, archivio Ippocampo

Gina Donati

Page 51: Vis a Vis_5_2015

51| PERSONAGGI

Questo,fraitantipensieri,aprel’al-bum dei ricordi di Maria Luisa Donati che i viserbellesi conoscono come “la Gina”adMaièn,classe31.Lagran-de famiglia Donati, blasonata di ben duesoprannomi,CapuciòneMaièn,in quello stralcio di secolo che va dal Ventennio alla Guerra, era composta da diciassette persone che spesso si ritrovavano tutte attorno alla stessa tavola e che, per la gioia dei ragaz-zi, condividevano fra le loro tre abi-tazioni un grande cortile comune, in una Viserbella che da pochi decenni aveva visto la luce, fra marineria e agricoltura, mentre le ricche fami-glie del nord acquistavano lotti ‘vista mare’ sul tratto di riviera dove ancora era possibile accaparrarsene a prez-zi stracciati. Viserbella, che deve il suo nome al ragioniere Giulio Cesare Gamberini cui si deve anche la co-struzione del primo villino gentilizio, fino a quel momento era stata unalanda semideserta (a inizio secolo vi abitavano un centinaio di persone), sguarnita di qualsiasi attrattiva che non fosse uno specchio d’acqua e un arenile soleggiato e invitante per chi ricercavaibeneficieffettidellatalas-soterapia a prezzi meno proibitivi di quelli proposti dalla nota Rimini o anche dalla più modesta ma già fre-quentata e vicina Viserba. Nel pensa-re al nome da attribuire alla nascente localitàeaffinchéilnomeavesseuncerto effetto nonché un significatopreciso e contenesse - perché no - un auspicio, Gamberini propose, appun-to, Viserbella, per evidenziare il suo legame con Viserba, quasi un quartie-re della stessa, ma con la speranza di vederla diventare un giorno ‘la Viser-ba più bella’. La famiglia di Gina era composta dal padre, Angelo Donati, natonel1901,dimestieremuratore;dalla mamma Augusta Fantini che fa-

ceva la donna di servizio; da Maria Luisa, da tutti chiamata Gina, e da AdamoGiovanni, detto “Ciccio”, diotto anni più giovane della sorella e che, dalla morte della loro mamma avvenuta nel 1953, ha sempre vis-suto insieme a lei. “Ci vogliamo un gran bene - dice con un sorriso - lui è ilmiobuon ‘ragazzo’, il fratellinoche ho tanto desiderato e che, con la sua nascita, mi ha regalato la gio-ia più grande e che resta fra le cose piùbelledellamiavita.”IDonati,neiprimi decenni del secolo, erano stati mezzadri dei Campogrande, una ric-ca famiglia che possedeva estesi ter-reni nei dintorni della ferrovia, dove si coltivavano grano, granturco e fa-gioli. “I miei nonni avevano un po’ di

terra, qualche mucca, alcune pecore, una vigna. Non erano ricchi - affer-ma sorridendo - ma avere la terra e un po’ di animali, quella volta, signi-ficavaaveresempredamangiare,chenoneraunacosascontata.”Vannoevengono in ordine sparso, i ricordi, e seguono la memoria del cuore, degli affetti, ritrovano immagini lontane ma vivide di una infanzia felice che la consapevolezza acquisita con gli anni e la saggezza traducono in no-stalgia.“Eravamopochi,quellavolta,poche case sparse fra il mare e gli orti.

Sotto, gruppo famigliare dei Donati e, sul moscone, Adamo detto “Ciccio”,

fratello di Gina, con i cugini Marco, Marino e Franca

Page 52: Vis a Vis_5_2015

52| PERSONAGGI

-prosegueGina-Poi,conl’estate,ar-rivavano i forestieri che si erano fatti costruire ville e villini di vacanza sul-la spiaggia e molte donne del posto, con la stagione, andavano a servizio da questi signori. Anche io, che pur avevo imparato il mestiere di sarta, a vent’anni ho iniziato ad andare a ser-vizio presso le case dei villeggianti. Il turismo aveva già il suo peso nell’e-conomiamodesta delle nostre vite.”La semplicità di quelle vite racconta la povertà da una prospettiva diversa, non umiliante ma comune, capace di ispirare ben più di oggi la solidarietà. E,nelleparolediGina,quellapover-tà, come un mito, si riappropria di un significato morale profondo e sullaricchezza, in quei ricordi genuini, filtraconglianniunaconsiderazionerealista: “Ma anche i ricchi non erano tutti signori. Alcuni erano arroganti e trattavano noi umili lavoratori con la condiscendenza che si presta agli inferiori. Mia madre diceva spesso questa frase: ‘il pane dei ricchi ha set-te croste, l’ultima rompe i denti’. Ma per tanti ricchi senza signorilità, ce ne erano anche alcuni con belle idee,

propositi importanti per quest’area nascente, generosità e buon senso. Dopo il pioniere Gamberini, che era stato uno di questi e tanto si era pro-digato per il suo ‘gioiello’ balneare, il secondo estimatore del luogo era sta-to il pittore friulano Augusto Aviano che, da bravo artista, si era disegna-to il progetto della propria villa cui nel tempo si erano aggiunte, come si puòricostruiredallecartolinedell’e-poca, villa Laura, le ville Galliani e Strinasacchi, e poi quelle di Locatelli, Rossi, Pozzi,Betti, Pari, quelladellacontessa Piccinini, quella dei Cam-pogrande, la villa degli Angeli e tante

altre che successivamente, soprattut-to negli anni del boom turistico, sono state sostituite da costruzioni più mo-derne e certamente meno pregiate, dalle pensioni e dagli alberghetti che oggi caratterizzano tutta l’area. “Del tempo della mia infanzia – racconta Gina - ricordo la villa dei Masciadri, quella della contessa Piccinini, cheancora oggi resta una delle più belle e prestigiose proprietà della zona; la villa dei Vecchi, nel cui giardino, du-rante la guerra, era stato posizionato uncannone.AvillaQuartarolivivevacon la famiglia il dottor Contarini, che aveva la sua clinica a Rimini. E per

Page 53: Vis a Vis_5_2015

53| PERSONAGGI

quelle di cui non sapevamo il nome, noi ragazzi supplivamo con la fanta-sia.Peresempiomiricordodellavilla‘dei lupi’ che chiamavamo così per i due cani lupo sempre presenti dietro ai suoi cancelli e che la mareggiata del1948hacompletamentespazzatovia; o della villa ‘degli Angeli’, cosid-detta dai fregi che impreziosivano la sua facciata.”Durante la guerraAn-gelo Donati, che era stato un antifa-scista, fu mandato in Germania a la-vorareinunaminieradiEssen.“Eralapunizione per non aver voluto pren-dere la tessera del partito, - dice Gina - così gli facevano scontare la sua ‘ri-bellione’. Mio padre era un uomo di ideali, serio e altruista, in un mondo difficileepericoloso.Pertantafelicitàe spensieratezza che avevano accom-pagnato la mia infanzia, l’adolescen-zafudifficileedolorosa.Lecosechefinoapocotempoprimaeranostatenormali, improvvisamente erano di-ventate completamente diverse: nel nostro campo erano stati posizionati ventidue cannoni e la nostra casa era stata presa dai tedeschi. Noi ce ne siamo dovuti andare senza fare tante storie. Siamo sfollati a villa Serena che ha una cantina molto grande, a forma di‘sette’.Daognifinestradellanostracasa spuntavano due mitragliatrici.”Quando,nell’ultimoannodiguerra,ilfrontesispostòsullaLineaGotica,nella storica battaglia che distrusse Rimini, anche le zone nord rimase-ro interessate. Di quei giorni Gina ricorda soprattutto la paura dei bom-bardamenti. “Con il bombardamen-todalmareèmorta l’intera famigliaGobbi. - ricorda -Quando suonaval’allarme tutti correvamo a rintanar-ci nei rifugi. Mio padre ne aveva co-struiti tre, perché potessero prendervi posto più persone. Li aveva costruiti

raccattando imaterialiquae là.Percompletare l’ultimo aveva utilizzato il legno di un capanno della spiaggia! Anche mia madre aveva lo stesso al-truismo di mio padre e ricordo che in quel momento così pericoloso, con i bombardamenti e le ripercussioni dei tedeschi, metteva a rischio anche la suavitaperaiutarealtriindifficoltà.”In seguito alla ritirata dei tedeschi, la casa si riempì di soldati alleati: ingle-si, americani, ma soprattutto polac-chi, che, come ricorda Gina, erano gentili e pieni di attenzioni. La vita tornòapocoapocoallanormalitàepresto iniziò la cosiddetta ‘ricostru-zione’.PerViserbellaeViserba,dovenon era stato distrutto quasi nulla, si trattò semmai di una ‘costruzione’vera e propria, di uno slancio verso la ricchezza per come la conosciamo oggi. “Molti, in quel momento, tenta-rono la fortuna, - ricorda Gina - con debiti,impegni,sacrificierischi.E bisogna ammettere che, chi ha ri-schiato, ce l’ha fatta. - osserva con il realismo che la contraddistingue - Chi nonha rischiato, però, non l’hafatto per paura dei sacrifici, ma perpaura di non riuscire a onorare il de-bitocontratto.Equindianchecoloroche non hanno ‘fatto fortuna’ hanno nell’onestà il loro merito. Nella mia famiglia, per esempio, le persone sono sempre state semplici, oneste e lavoratrici, non sono mai diventate ricche, - conclude con un sorriso - ma credo che, nello spirito, siano sempre state‘signore’.”

Nella pagina accanto in alto, Gina (la bimba in piedi con le trecce nere) con la famiglia nella spiaggia antistante la villa nella quale sua madre lavorava come governante

A lato, Gina tra Laura e Gianna, figlie dei signori presso i quali la madre prestava servizio

e un’immagine d’epoca di Villa Enrica

Sopra, Gina a passeggio con l’amica Luisa

Page 54: Vis a Vis_5_2015

54| PERSONAGGI

L’architettocon la passione per lo sportdi Marzia Mecozzi I foto famiglia Bernabè

Franco Eugenio Bernabè, progettista

e sportivo, ci ha preceduto in campo

editoriale quale creatore e direttore

del giornalino viserbese

“Du chelz te palon”…

Lo incontriamo in quello studio in cui tante geometrie del locale pae-saggio urbano hanno preso forma e identità, dove le linee decise delle planimetrie si sono fuse con la linea morbida della geografia territorialeentro i limiti naturali tracciati origi-nariamente e parallelamente dalla spiaggia e dagli orti.L’architetto Franco Eugenio Bernabè,una pietra miliare nell’architettura viserbese degli ultimi cinquant’anni, ci accoglie al suo tavolo di lavoro per fare quattro chiacchiere all’insegna delle sue passioni: l’architettura, ap-punto, ma soprattutto e ancor prima lo sport, anche se, da buon romagnolo, esordisce mettendo al primo posto la famiglia. Ci racconta che suo padre Alfredo, originario di San Martino in Riparotta, sposato con Adalgisa Lugaresi,suamadre,nel1924eraar-rivato a Viserba dove aveva costruito

Page 55: Vis a Vis_5_2015

55| PERSONAGGI

la casa in cui ancora oggi Franco abita ed era stato cordaio nella lo-cale fabbrica di via Marconi e che gran parte dei suoi parenti erano stati ferrovieri. Sulle pareti dello studio, accanto ai diplomi di geometra e alla laurea in architettura conseguita presso l’Università di Firenze, ci sono la foto in bianco e nero del babbo e tutta una serie di immagini che ritrag-gono, a colori, le costruzioni che portano lasuafirma:ville,villetteemoderni condomini. Una vita piena di soddisfazioni che, come profes-sionista, inizia negli anni Sessanta, nel periodo del boom economico e di quella costruzione edilizia che fu definita ‘corsa al mattone’, nonsenza critica, ma pure riecheggiando la ‘corsa all’oro’ dei mitici pionieri. La sua carriera di geometra inizia nel 1951quandoun collega, il geome-tra Mario Amati che aveva ricoperto

un incarico all’interno della pub-blica amministrazione, gli aveva proposto di intraprendere un’attività insieme aprendo uno studio di geometri. “Appena diplomato – rac-conta – ero andato a lavorare come tirocinantedaPasqualeFoschini,unodei geometri più conosciuti e attivi in zona insieme ad altri progettisti protagonisti di quegli anni, come il geometra Giuseppe Bernardi, il geo-metra e architetto Remo Conti detto Moreno, l’ingegner Della BIancia e ilgeometraGiovanPietroBotteghi.”Nonostante l’impegno con il lavoro, Franco decide di proseguire gli studi e nel 1983 si laurea alla facoltà diarchitettura. “Nei decenni dal Ses-santa all’Ottanta, la visione della città aveva cambiato prospettive – spiega - assecondando la richiesta turistica e le mutate esigenze di vita e di lavoro dei viserbesi, privilegiando la funzionalità dell’edificio rispetto

all’ideale di estetica che aveva carat-terizzato il primo sviluppo della cit-tadina agli inizi del secolo, rivoluzi-onando completamente la cartolina del paese, trasformandola in quella chelamodernitàcihaconsegnato.”L’attività professionale prosegue oggi ancheconilfiglioAlfredo.Fabrizio,l’altrofiglio,gestisce inveceunuffi-cio assicurativo. Ma, architettura a parte, Franco Bern-abèènotoaiviserbesiancheperunaltro importante aspetto della vita cittadina: losport.Edè l’argomentodi cui ama di più parlare, recuper-ando dalla libreria un faldone color-ato gonfio di ‘giornali’ che orgo-gliosamente ci mostra, sfoglian-doli. Presidente della PolisportivaViserba Calcio e direttore respon-sabile, nel decennio del Settanta, del periodico “Du chelz te palon”,organo d’informazione della Polis-portiva Viserba, si diverte a scorrere

Page 56: Vis a Vis_5_2015

56| PERSONAGGI

le varie edizioni, settimanali, con il resoconto della partita domenicale come articolo di fondo e qualche notizia sportiva di carattere generale in aggiunta, contornate dalle inser-zioni pubblicitarie degli sponsor di allora: Navacchi Ermanno ‘lavora-zione ferro e alluminio’; la Ditta Bagli“BeviBaglichenonsbagli…”;la Sirenetta club “si danza tutte le domeniche e giorni festivi”; RinoBertozzi “concessionario Omega”,Campidelli Orazio “Elettrodomesti-ci, tv,casadeldisco”…Edèsingo-lare come, anche attraverso quelle piccole inserzioni pubblicitarie, sia tracciabile una parte memorabile della storia locale e dei suoi protago-nisti. Calcio, tennis, volley, pattinag-gio artistico sono discipline sport-ive tuttora profondamente radicate nel territorio, i cui protagonisti, dal passato al presente, attraversano gran parte della storia locale: le squadre si succedono fra campionati, tornei, vittorie e costituzioni di nuove realtà. Fra queste, Franco si sofferma su quella del Circolo Tennis avvenuta il 25febbraiodel1973;inquelladata,la prima assemblea generale aveva eletto il consiglio direttivo incarican-doisignoriFrancoEugenioBernabèpresidente; Franco Fabi vice presi-dente; Domenico Olivieri segretario; Agostino Bernardi tesoriere; PierinoAntimi, PaoloMigani,Mario Barog-gi e Rodolfo Valli consiglieri. Dopo il calcio, infatti, il tennis è stato ilgrande amore di Franco che, proprio dalle colonne del giornalino che dirige, annuncia trionfante: “Uno dei tanti problemi di Viserba, i campi da tennis,èstatofelicementerisolto:dalprimo luglio scorso infatti sul terreno comunale adiacente il campo sporti-voedalatodellaviaPopiliasonosortidue nuovi campi da tennis in terra rossa perfettamente attrezzati e funzi-

onanti. La soluzione di questa impor-tante esigenza (a Viserba esisteva un solo campo da tennis in via Curiel) ha trovato finalmente uno sboccofavorevole con l’encomiabile inizia-tiva del Comitato Turistico Viserbese ilquale,affiancatonellosforzofinan-ziario dall’Azienda di Soggiorno di Rimini,dallaSoc.Pol.Viserbaedallacittadinanzapiùsensibilesièaccol-lata gli oneri della spesa che si spera di estinguere entro il 1973.Voglia-mo sottolineare da queste colonne l’importanza turistica e sportiva della realizzazione per la nostra cittadina onde sensibilizzare e stimolare parti-colarmente gli operatori turistici e gli sportivi per contribuire ad alleviare l’impegno finanziario ammontanteaoltreL.5.000.000”.Anchegrazieaquesto lavoro redazionale, svolto con curaepassionedaFrancoBernabè,tornano quindi alla luce elementi importanti della storia locale che costituiscono uno dei capisaldi del lavoro dell’associazione Ippocampo e che saranno sicuramente motivo di ulteriore approfondimento nel corso deinumeridi“VisaVis”cheauspi-chiamo di produrre negli anni a venire.

Nelle pagine precedenti, Franco Eugenio Bernabè alla sua scrivania e,

accanto suo padre Alfredo

In basso, le fotografie delle villette da lui progettate

Qui a lato, due numeri del giornalino sportivo che Franco ha diretto per oltre un decennio

Page 57: Vis a Vis_5_2015

57| PERSONAGGI

Zaira di Nomadelfiamamma di vocazionedi Maria Cristina Muccioli I foto famiglia Pari, archivio Nomadelfia

Zaira Pari, originaria di Torre Pedrera e

mamma di trenta figli, ha dedicato la sua vita alla comunità fondata

da don Zeno Saltini.

IppocampoViserba lo scorso 6 no-vembre ha organizzato presso la par-rocchia di Viserba Mare un incontro con una persona davvero speciale. ZairaPari,originariadiTorrePedrera,dall’alto dei suoi 86 anni ha intrat-tenuto i presenti con simpatia e cor-dialità raccontando la storia della sua vita. Nota in tutt’Italia come “Zaira di Nomadelfia”, questa piccola donnadai capelli bianchi è una “mammadi vocazione”, come definiscono aNomadelfia le donne che nella co-munità fondata da don Zeno Saltini hanno scelto di consacrare la vita ad accogliere, da nubili, i bambini

Page 58: Vis a Vis_5_2015

58| PERSONAGGI

abbandonati. Lei è mamma di bentrenta figli, con una miriade di ni-poti e pronipoti oggi sparsi in varie parti del mondo. Ogni tanto Mamma ZairatornaaTorrePedreraeaViser-bella per far visita ad alcuni cugini eailorofigli,chelaaccolgonocongrande affetto. Il padre, Cesare Pari(detto“CiòinadMarnòin),possedevaterreni in via Foglino ed era sensale di bestiame. La mamma di Zaira, Maria Ferrini, morì quando la bimba aveva 18mesi.IlpadresirisposòconLuciaVenturelli. Cesare e Lucia crebbero la piccola con amore, la mandarono a scuola in tempi in cui l’istruzione era privilegio per pochi: le elemen-tariaTorrePedreraeaViserbadallamaestra Perdicchi. Poi a Rimini perle commerciali e le magistrali dalle MaestrePie.Dovevadiventaremae-stra e metter su famiglia! L’incontro chelecambiòlavita,condonZenoSaltini, avvenne nel 1946, quandoil sacerdote portò aTorre Pedrera iragazzi accolti dall’Opera PiccoliApostoli da lui fondata in provincia diModenanel1933(iltrasferimentoaNomadelfia,inToscana,fusucces-sivo). Caso volle che per la colonia estiva venisse scelta una grande villa, tuttora esistente, di fronte alla casa

dei Pari: “villa Pozzi”, oggi “villaSberlati”.Nel1947Zaira,suinvitodidonZeno,andòafareun’esperienzaa Fossoli, nell’ex campo di concen-tramento che la comunità aveva paci-ficamente occupato qualche meseprima. Rimase così affascinata, che non diede segni di voler tornare a casa. I genitori iniziarono a preoccu-parsi, anche perché, non avendo an-cora21anni,eraminorenne.“Ilbab-bo e un cugino vennero per portarmi via,ma non volli andare. Poiman-darono il parroco, don Napoleone. Ma neppure lui riuscì a convincermi.

In alto, Zaira con alcuni membri dell’associazione Ippocampo

e con amici e parenti viserbesi

A lato, la casa dove è nata Zaira, a Torre Pedrera

Page 59: Vis a Vis_5_2015

59| PERSONAGGI

Intanto la vita della comunità con-tinuava. L’8marzo del 1948, Zaira,ventenne da poco, divenne madre di otto bambine fra i due e i dieci anni. Furono le prime figlie, consegnateall’altare con la formula che sentirà ripetereognivoltacheleverràaffida-to un nuovo bambino: “Donna, ecco tuo figlio; figlio, ecco tua madre.” Difronteal“fattocompiuto”, igeni-tori fecero intervenire il vescovo di Rimini, monsignor Santa, e i Carabinieri. Ma la ragazza era così convinta della sua decisione, che non volle assolutamente lasciare la sua

nuova famiglia. “Tutte le incompren-sioni poi passarono, anche perché nel frattempo divenni maggiorenne. Col tempo i miei genitori si fecero una ragione e accettarono la mia scelta. Mamma Lucia morì a Nom-adelfia nel 1963. Il babbomorì nel1970;negliultimiannidellasuavita,chepassòaNomadelfia,diceva,or-goglioso, ‘io sono nonno di trecento nipoti!”

In alto, Zaira con le sue prime otto figlie

A destra, Maria Ferrini mamma di Zaira

Sotto, don Zeno circondato dai suoi ragazzi

A destra, Zaira a Nomadelfia

Page 60: Vis a Vis_5_2015

Lavoro sulle cose del passatoper migliorare

il nostro futuroNella zona artigianale di Viserba, visitando una moderna impresa dedicata alle autode-molizioni e al trattamento rifiuti non pericolo-si, incontriamo un appassionato estimatore del passato dalla grande umanità. “Lavoro sulle cose del passato per migliorare il nos-tro futuro”. Ecco come Giorgio Casadei, im-prenditore nel settore della autodemolizione, descrive la sua attività. L’Autodemolizioni Casadei srl è nata nel 1976 dalla fusione di due società già operanti nel settore della rottamazione, la Casadei e la Pollini. Nel 1984 Giorgio, figlio di Gilberto Casadei, subentra al Pollini nella società ed inizia la trasformazione aziendale, rivisitando il con-cetto di “demolizione” da sempre indirizzato allo smembramento e rivendita occasionale di pezzi usati, limitando residui inquinanti, accumulando principalmente residui fer-rosi per le fonderie. Un poco alla volta e con l’arrivo di nuove regole, l’attività di autode-molizione si evolve e si modernizza, inizia il recupero attraverso le fasi di raccolta e di trasporto, messa in sicurezza, smontaggio, cernita e commercializzazione di parti di ricambi usati anche per via telematica, quin-di al trattamento rifiuti speciali non perico-losi e non ferrosi, limitandone gli ingombri mediante riduzione volumetrica. Nel 2011 la Autodemolizioni Casadei srl è il primo centro nella provincia di Rimini ad ottenere la certificazione ambientale ISO 14001 Bu-reauVeritas-Accredia. Una visita all’interno dell’azienda ci consegna alcuni piacevoli ricordi del passato: qualche motore, alcune auto, un mosquito d’epoca, tutti finemente restaurati; e poi ancora: macchine da scri-vere, stadere, bilance, oggetti rudimentali del duro lavoro contadino ormai abbando-nati. È un piccolo museo che racconta il passato ed esprime l’amore per le radici e per la tradizione di un imprenditore che ha a cuore il futuro. Alla parete un bel manifesto dai colori sgargianti riporta “RIMINI FOR MUTOKO. Il torneo benefico più grande in Italia”. Giorgio spiega che l’azienda è part-ner del movimento a supporto dell’ospedale Luisa Guidotti in Zimbabwe, nel distretto di Mutoko, diretto dalla dottoressa riminese

Page 61: Vis a Vis_5_2015

Marilena Pesaresi. “Ho avuto modo di conoscerla personalmente in un mio viaggio in Af-rica. – racconta Giorgio – In quell’occasione ho capito il grande lavoro che sta svolgendo in una terra dove anche le più piccole necessità quotidiane diventano un miraggio... Ogni anno a luglio viene organizzato un torneo di beneficenza, con grande partecipazione di pubblico ed operatori locali, il cui ricavato è devoluto a sostegno delle necessità legate alla missione. La consegna viene effettuata direttamente da alcuni di noi alla missionaria.” La ricerca dell’associazione Ippocampo è anche scoperta, ogni volta, di belle e interes-santi personalità con impegni e passioni che ci accomunano.

autodemolizione Casadei s.r.l. Centro Autorizzatoo ACI - PRA via S. Martino in Riparotta, 2/p

VISERBA MONTE dI RIMINItel. 0541.736258

Page 62: Vis a Vis_5_2015

RomagnaRomagna Acque, l’anno che verràPoco prima di Natale, l’assemblea dei soci di Romagna Acque-Socie-tà delle Fonti spa ha approvato all’unanimità il preconsuntivo di bilan-cio relativo al 2014 e il budget preventivo per il 2015. Il preconsuntivo di bilancio vede un risultato attivo, prima delle imposte, di 11 milioni 661 mila euro.

terra delle

com

unic

azio

ne is

tituz

iona

le

I vertici dell’azienda durante l’assemblea sul preconsuntivo di bilancio: da sinistra, l’amministratore delegato Andrea Gambi, il presidente Tonino Bernabè e il vicepresidente Gianni Gregorio.

Le linee guidaIl Consiglio di Amministrazione della Socie-tà prosegue nell’attività di consolidamento aziendale su temi chiave come la traspa-renza, la sicurezza, il sistema tariffario, l’efficienza, il ruolo di tutti i dipendenti e i collaboratori, il rapporto con i soci e con gli stakeholder di ognuna delle tre province. Prosegue anche, in linea con quanto indi-cato negli anni precedenti, la realizzazione di un piano degli investimenti assai impe-gnativo, da circa 300 milioni di euro, reso possibile grazie ai buoni risultati acquisiti e alla solidità finanziaria della società.Ne è conferma primaria il nuovo impianto di potabilizzazione alle porte di Ravenna (il Nip2), che dovrebbe essere completato nella seconda metà del 2015, in linea con i tempi previsti dal progetto.

Gli investimenti futuri sui territoriIn linea con il piano pluriennale, gli inve-stimenti realizzati dall’azienda sono de-cisamente significativi: nel 2014 hanno ammontato complessivamente a circa 50 milioni, nel 2015 ne sono previsti per 43 milioni. E nel corso del 2015 sono previste alcune importanti novità sui vari territori, sia per quanto riguarda gli investimenti strutturali che per quanto concerne la qua-lità dell’acqua. Nel riminese, vanno ricorda-ti in particolare la chiusura della condotta di connessione fra Rimini Nord e Santa Giustina e il raddoppio del depuratore: che sarà così in grado di operare con una linea fanghi per una popolazione equivalente di 560 mila persone.

Acque

Gli investimenti sull’energiaTutti gli impianti fotovoltaici realizzati ed entrati in funzione nel 2013 sono entrati nel quinto conto energia: la Società ha ricevuto comunicazione dal GSE lo scorso settembre per quan-to concerne il riconoscimento dei connessi incentivi. Per quanto riguarda i nuovi impianti, nel 2015 verrà realizzata una nuova turbina per la produzione di energia idroelettrica alla base della diga di Ridracoli; mentre nell’ambito della realizzazione dell’impianto di potabilizzazione di Ravenna (NIP2) è previsto anche un im-pianto fotovoltaico per complessivi 800 KW. Entrambi gli impianti sono peraltro ricompresi nel piano energetico che l’azienda ha recentemente completato con lo scopo di raggiungere una autoproduzione di energia pari al 40% dei propri consumi medi.E’ stata anche svolta un’analisi per individuare i punti maggiormente energivori, individuan-done una cinquantina su circa 300 punti presi ad indagine. Sarà compito dell’azienda nei prossimi mesi operare per abbattere i consumi di energia in questi ambiti.

Page 63: Vis a Vis_5_2015

La riorganizzazione aziendaleAl fine di aggiornare il modello organizzativo - sulla base di quanto richiesto alla Società sia da vincoli esterni che da necessità interne - si è avviato nella seconda parte del 2014 un intervento di riorganizzazione aziendale.Alla luce delle criticità emerse nell’attuale organizzazione e delle problematiche che si intendono risolvere, sono state individuate le specifiche linee di un intervento organizza-tivo che ha coinvolto tutta la struttura aziendale (interessando 40 posizioni interne) e si è articolato in più fasi. L’intervento organizzativo è partito da un lavoro di analisi sui bisogni e sulle proposte di miglioramento che è stato avviato al termine del primo semestre con il diretto coinvolgimento della struttura aziendale da parte degli amministratori. La riorga-nizzazione ha avuto decorrenza dal 1 ottobre e prevede un aggiornamento in base ad un programma articolato che contempla sia percorsi di carriera per il personale già in forza sia nuove assunzioni: in particolare, nel 2015 sono previste 12 assunzioni (a fronte di un pensionamento).

Ricerca e sviluppoVa sottolineato il consolidamento delle attività aziendali di ricerca e sviluppo: Romagna Acque si candida sempre più a collaborare con il mondo universitario – grazie ad apposite convenzioni stipulate con l’Università di Bologna, anche nelle sedi distaccate di Forlì e Ra-venna - in particolare per quanto riguarda il tema della qualità dell’acqua. Particolarmente significativo al riguardo è stato il recente convegno svoltosi a Capaccio sulla gestione delle risorse idriche.

Un sito sempre più trasparenteLa trasparenza nei confronti di tutti i cittadini è uno degli obiettivi fondamentali dell’operato di Romagna Acque. La scelta di chiarezza assoluta si esplicita in molti ambiti: uno di questi è ovviamente il sito web. E siccome l’attenzione dell’utente è spesso puntata sulla qualità dell’acqua, l’azienda ha recentemente aggiornato il sito inserendo una serie di dati e di informazioni per rendere ancora più puntuale, più chiara e più comprensibile l’informazione relativa ai parametri qualitativi dell’acqua distribuita da Romagna Acque. La nuova pagina – particolarmente curata e all’avanguardia anche dal punto di vista della georeferenziazione - permette di visualizzare tutti i punti di consegna presenti sul territorio romagnolo, l’ultima analisi eseguita dal laboratorio di Romagna Acque, nonché lo storico di tutte le analisi eseguite sul medesimo punto di campionamento a partire dal 2012 in poi.

La diga di ridracoli.

www.romagnacque.it

Page 64: Vis a Vis_5_2015

64| PROSPETTIVE

Sembrerebbe una storia come tante: due ragazzi, Isabella Sabbatini e Fe-derico Cambrini, iniziano un proget-todivitainsiemeenel2005decido-no di comprare casa a metà percorso dailororispettivipostidilavoro.En-trambi impegnati, oltre che con il la-voro, come genitori di due splendide bambine(Federicoèanchevicepre-sidente dell’associazione Alzheimer di Rimini), arrivano in via Turchetta. “Non conoscevamo nessuno, - rac-conta Isabella – poi, per caso, du-rante il corso pre-parto ho incontrato delle signore che abitano nella mia stessa via. Anche loro lamentavano la mancanza di rapporti fra residen-ti e la necessità di trovare un luogo doveinostrifiglipotesserogiocareenoi genitori iniziare ad avere quella rete di relazioni amichevoli necessa-rie nella vita di tutti. Come fare per

Le Social Streetvia Turchetta fa scuoladi Maria Marzullo I foto archivio Ippocampo

“Un tempo si chiacchierava

in strada, sulla porta di casa,

all’angolo della via… Oggi Facebook ha

sostituito il luogo e la modalità, ma le

relazioni non sono meno importanti.”

Page 65: Vis a Vis_5_2015

65| PROSPETTIVE

coinvolgere e incuriosire le persone che magari avevano il mio stesso de-siderio ma poco tempo? Così mi è venuta l’idea e il 18 giugno del 2012 ho fondato un gruppo Facebook per i residenti della nostra via. Le adesio-ni sono state tante. Il gruppo è attivo da oltre due anni: ci si scambia in-formazioni per varie necessità quali la ricerca di un appartamento per nuovi residenti, richieste di lavoro, la ricerca di una sarta o lo scambio di ricette di cucina, inviti per com-pleanni ma anche la condivisione di problematiche comuni e non ultimo avvertire se ci sono ladri in giro!” Isa-bella ha creato una Social Street. Nel tempo, il gruppo si è talmente allar-gato che oggi la pagina viene gestita da più amministratori, fra questi c’è Dario Panebianco. Cittadini attivi, e non solo in rete, che operano per fru-ire e valorizzare le risorse di questa parte di territorio. “Con Dario e altri residenti – spiega Isabella - ci siamo interessati con l’amministrazione comunale per la realizzazione di un parco giochi in un’area contigua

alla zona artigianale. Siamo riusciti ad ottenere i primi lavori necessari ed è stato inaugurato il parco Mar-covaldo, col quale abbiamo realiz-zato il sogno di molti.” Dal gruppo della social, si è costituito un nuovo gruppo: CI.VI.VO (acronimo che sta per civico, vicino, volontario). Si taglia l’erba nel parco con l’ausi-lio dei mezzi messi a disposizione dall’amministrazione comunale, si

fanno feste e ci si incontra per inte-ragire direttamente oltre che in rete. Il desiderio comune a tutti, mani-festato da chi vive in via Turchetta anche da moltissimi anni, è che il luogo in cui si vive solleciti il senso di appartenenza per costruire, valo-rizzare l’identità locale, integrando con le nuove generazioni di residen-ti per una coesione sociale che crei contatto umano e che permetta di superare la diffidenza nei confronti di chi non si conosce. Forse i tempi sono cambiati da quando le persone avevano le sedie fuori dalla porta per una chiacchierata col vicino, ma in-tanto la via Turchetta vanta la nascita di una moderna Social Street prima ancora di alcune pubblicizzate sui mass media, e questo è spirito di co-munità a pieno titolo.

Nella pagina accanto, Isabella Sabbatini

In alto, la focheraccia di via Turchetta, uno dei principali eventi organizzati dal gruppo

Sotto, Federico Cambrini e Andrea Semprini del gruppo “CI.VI.VO.”

Page 66: Vis a Vis_5_2015

66| PROSPETTIVE

Primaancoradi tornei sportivi, ani-mazione e aperitivi in riva al mare, le vacanzeestivehannosempresignifi-cato lunghi bagni in mare e relax sot-to l’ombrellone. Un’esperienza che accomuna tutti, residenti e turisti, èquella di creare sculture di sabbia. Sotto le mani fantasiose di bambini e genitori armati di secchiello e pa-letta, prendono vita interi villaggi, gallerie, piste per le biglie, cibi im-maginari,tuttociòchepuòessereco-struito con il solo utilizzo di sabbia e acqua di mare, al massimo arricchito con conchiglie e alghe. È un’arte che non conosce età e i viserbesi hanno impresso nella memoria l’evento or-ganizzato per tanti anni dal Comitato turistico di Viserba: “Il concorso del-le figurazioni in sabbia’.A distanzadi anni, la scorsa estate con sorpresa il presidente del Comitato turistico, FrancescoProtti,mihainvitatoapar-

tecipare in giuria alla 58esima edi-zione del Concorso, riproposta dopo un’interruzione di qualche anno (l’ultima edizione risale al 2002). È una manifestazione che si presenta come un concorso ma che ha il sa-pore di festa, in cui si favoriscono la creatività ed il rapporto tra le perso-ne, la passione nel creare un opera, la soddisfazione nel vederla realizza-ta. Le sculture fantasiose della scorsa estate rappresentavano personaggi dei cartoni animati, oggetti e luoghi. Applauditissimi sono stati i primi cin-queclassificati:“IppopotamoGloria”in pole position, seguito dallo “Gno-moGiacomino”,terzaposizioneperlafigurazione“Inboccaallosqualo”.Al quarto posto “Non fate la guerra fate la pace” e al quinto “Ballo digruppo in spiaggia”.Degne di notasono state anche le realizzazioni di fortezze e castelli ispirati al nostro entroterra visitato dagli stessi parteci-panti. Le foto di Angelini da sempre documentano l’evento, da quando Alvaro accompagnava la giuria nella visione delle opere, fotografandole ed esponendo poi in vetrina quelle dei vincitori. Un evento che certo tornerà ad avere un posto fisso nelcalendario estivo con il prestigio che l’ha contraddistinto in passato e che ne faceva un fiore all’occhiello delnostro territorio.

Il ritornodelle figurazioni di sabbiadi Francesca Perazzini | foto Angelini

Cinquantottesimaedizione di uno dei concorsi più amati dai viserbesi e daituristi.

Sopra, le premiazioni dei vincitori con il presidente del Comitato Turistico di Viserba

Francesco Protti e Francesca Perazzini membro di giuria

A lato, la scultura vincitrice

Page 67: Vis a Vis_5_2015

ph. P

arita

ni

Conad La Fonte_ADV A4.indd 2 16/12/13 20:50

Page 68: Vis a Vis_5_2015