Web viewnon è frutto della fantasia di ... un pazzo. È il finale a ricordarci che...

6
Secondo intervento di Grazia Santarsiere: Il “Doppio” nel romanzo di James Hogg “Confessioni di un Peccatore Eletto” In questo mio secondo intervento, partendo sempre dal Monaco” di Lewis e dalla “privazione” mi sposterò al romanzo del 1824 di James Hogg “Confessioni di un Peccatore eletto”, analizzando il doppio che si sviluppa al suo interno, scaturito, sempre in ambito religioso. È stato interessante notare come l’elemento religioso sia stato usato in questi due particolari romanzi come qualcosa da mettere in mostra e poi distruggere. Nel “Monaco” Lewis parte dalla descrizione di una “convinzione” che viene man mano calpestata dal doppio, un vero e proprio anti-monaco, generato dalla privazione sessuale che la stessa religione ha imposto ad Ambrosio. La vita monastica di Ambrosio è qualcosa di, come dice Freud nel Perturbante “… noto da tempo, familiare da molto” che improvvisamente si trasforma, diventa altro. Nel “Monaco” la figura del doppio è stata usata per veicolare, per comunicare, contenuti illeciti, repressi. Molto spesso nell’incontro con l’altro se stesso, nasce un senso di instabilità con la propria identità, quindi anche una messa in crisi del proprio ruolo sessuale, come succede, appunto, ad Ambrosio. Anche in “Confessioni di un Peccatore Impeccabile” di James Hogg la religione viene usata come una miccia, diventa qualcosa che inevitabilmente “divide”, crea un doppio. Hogg veniva da una famiglia di pastori ed ebbe la fortuna, da adolescente, di essere impiegato presso un parente alla lontana che incoraggiò il suo interesse per la letteratura mettendogli a disposizione dei libri. Nonostante ciò la sua carriera 1

Transcript of Web viewnon è frutto della fantasia di ... un pazzo. È il finale a ricordarci che...

Page 1: Web viewnon è frutto della fantasia di ... un pazzo. È il finale a ricordarci che Robert non è un narratore affidabile e che per quanto lui stesso possa credere nella

Secondo intervento di Grazia Santarsiere:Il “Doppio” nel romanzo di James Hogg “Confessioni di un Peccatore Eletto”

In questo mio secondo intervento, partendo sempre dal “Monaco” di Lewis e dalla “privazione” mi sposterò al romanzo del 1824 di James Hogg “Confessioni di un Peccatore eletto”, analizzando il doppio che si sviluppa al suo interno, scaturito, sempre in ambito religioso.

È stato interessante notare come l’elemento religioso sia stato usato in questi due particolari romanzi come qualcosa da mettere in mostra e poi distruggere. Nel “Monaco” Lewis parte dalla descrizione di una “convinzione” che viene man mano calpestata dal doppio, un vero e proprio anti-monaco, generato dalla privazione sessuale che la stessa religione ha imposto ad Ambrosio. La vita monastica di Ambrosio è qualcosa di, come dice Freud nel Perturbante “… noto da tempo, familiare da molto” che improvvisamente si trasforma, diventa altro. Nel “Monaco” la figura del doppio è stata usata per veicolare, per comunicare, contenuti illeciti, repressi. Molto spesso nell’incontro con l’altro se stesso, nasce un senso di instabilità con la propria identità, quindi anche una messa in crisi del proprio ruolo sessuale, come succede, appunto, ad Ambrosio.

Anche in “Confessioni di un Peccatore Impeccabile” di James Hogg la religione viene usata come una miccia, diventa qualcosa che inevitabilmente “divide”, crea un doppio. Hogg veniva da una famiglia di pastori ed ebbe la fortuna, da adolescente, di essere impiegato presso un parente alla lontana che incoraggiò il suo interesse per la letteratura mettendogli a disposizione dei libri. Nonostante ciò la sua carriera letteraria non fu mai molto felice, vittima del sarcasmo dei suoi colleghi che non gli perdonarono mai le sue umili origini e il suo provincialismo, è interessante sapere a tal proposito che il suo alter-ego, mentre lavorava per la rivista Blackwood’s Magazine, una rivista di satira letteraria e politica, era “Pastore di Ettrick” una specie di satiro mezzo uomo e mezza capra che parlava in dialetto stretto.

Appena uscito il romanzo venne quasi del tutto ignorato, finché venne notato dallo scrittore Andrè Gide. La vicenda narra la storia della famiglia Colwan, formata da un Lord scozzese di inclinazioni giacobite che sposa una giovane appartenente alla setta dei Predestinati (predicavano la salvezza come decisione divina, separata dalle azioni della vita terrena). Dopo il primo il figlio, George, il matrimonio va a rotoli, con il Lord

1

Page 2: Web viewnon è frutto della fantasia di ... un pazzo. È il finale a ricordarci che Robert non è un narratore affidabile e che per quanto lui stesso possa credere nella

che si prende in casa la sua amante e la moglie che si trasferisce in una parte separata del castello con un secondo figlio che ha avuto dal suo confessore di fiducia. I due bambini crescono separatamente e il minore, Robert, diventerà il Peccatore Impeccabile del titolo. Lui, infatti cresce immerso nella religione “antinomiana” della madre e del padre naturale, diventando un ragazzo di indole meschina e bugiarda che si aggrapperò con tutte le sue forse alla convinzione di essere “speciale” o meglio “un eletto” per edito divino. La sua vanità viene gratificata dall’incontro con un misterioso personaggio, Gil-Martin, un”doppio” demoniaco di Robert, un muta-forma con poteri demoniaci che probabilmente è Satana in persona (ricordiamo che anche nel Monaco, Rosario il prediletto di Ambrosio si rivelerà prima una donna e poi Satana in persona, un’evoluzione che parte dalla finzione di essere un novizio, ancora l’aspetto religioso, per poi passare ad una donna, la tentazione, e arrivare a Satana, il culmine di una malvagità nata dalla repressione sessuale - voto di castità e che sdoppierà l’anima di Ambrosio) che porterà alle estreme conseguenze il fanatismo religioso di Robert. Sulla base di informazioni riportate da terzi si scoprirà, durante il corso degli eventi, che Gil-Martin non è frutto della fantasia di Robert ma che i suoi poteri mistici sono reali. Sotto la sua influenza Robert dà inizio ad una serie di eventi malvagi nati dalle sue stesse mani, George, il fratello minore verrà assassinato come anche la sua stessa madre. Successivamente Robert sarà scoperto e perseguitato, fuggirà così in campagna dove sarà inseguito da Gil-Martin e altri demoni e costretto da loro a ricorrere all’unico atto capace di salvarlo e distruggere il suo doppio.

I ritratti di Robert e Gil sono davvero sorprendenti, un brillante studio psicologico di una mente disturbata (da cui ha preso spunto Stevenson per il suo “Dr. Jeckyll e Mr. Hide”) infatti Hogg ci descrive lunghi periodi in cui Robert non serba memoria, cede all’alcolismo , soffre di incubi notturni, i quali sembrano essere proprio le conseguenze di un evento traumatico, infatti, avvengo tutti dopo il suo primo omicidio. Robert è stato “privato”, in effetti, di una famiglia, vuoto colmato dal fanatismo religioso, vuoto che ha di conseguenza creato un odio e un’invidia disperata verso le madre e il fratello. È interessante notare come la struttura del romanzo segua l’ambiguità del protagonista, lo sdoppiarsi del protagonista è anche lo sdoppiarsi della narrazione, la quale viene suddivisa in due versioni. Nel romanzo l’editore afferma di essersi appassionato alla storia dopo aver letto una lettera che riguardava il rinvenimento di una mummia nella tomba di un suicida, su una collina, in campagna, una lettera pubblicata sul Balckwood’s Magazine del 1823, (lettera che Hogg aveva davvero pubblicato sulla suddetta rivista – espediente editoriale di Hogg) e di aver scoperto egli

2

Page 3: Web viewnon è frutto della fantasia di ... un pazzo. È il finale a ricordarci che Robert non è un narratore affidabile e che per quanto lui stesso possa credere nella

stesso il diario dopo aver approfondito le ricerche in proposito. La struttura dell’intero romanzo, quindi, sembra donare quell’elemento della “ripetizione” che genera il “perturbante”, la storia viene narrata in due versioni diverse, il primo è il racconto di Robert, il famoso manoscritto ritrovato nella tomba del suicida, la parte finale, invece, narra il ritrovamento del manoscritto. Ogni versione conferma che sono narrazioni in conflitto tra di loro e la messa in discussione di una visione razione del mondo, quasi un’anticipazione delle idee associate al post-modernismo.

L’editore, che si sostituisce alla voce diretta dell’autore, prima ci presenta le prove di avere tra le mani una storia vera e poi ci annuncia di non credere alla versione dei fatti presentata da Robert e di considerarla solo la manifestazione dei deliri di un pazzo. È il finale a ricordarci che Robert non è un narratore affidabile e che per quanto lui stesso possa credere nella realtà delle sue peripezie, queste sono solo frutto di un disturbo della personalità. Gil-Martin, infatti, più di una volta dice di essere una cosa sola con il suo protetto, ma appena Robert tenta di articolare il sospetto di essersi “sdoppiato” in due, è proprio Gil a rimproverarlo e a definire una tale dichiarazione come irrazionale, proteggendo così la sua identità di diavolo e di doppio di Robert.

Hogg aumento lo stato di ansia e di smarrimento del lettore quando scopriamo che in realtà Robert non è l’unico a vedere e ad interagire con Gil, il predicatore, Mr. Blanchard discute con lui di teologia, la gente del villaggio vicino a Delcastle lo riconosce come un demonio, l’avvocato di Robert e Mrs. Logan lo identificano come George dopo la morte di quest’ultimo.

Freud scrive nel Perturbante: “il doppio è diventato un’immagine spaventosa, come gli dei dopo la distruzione della loro religione sono diventati demoni” citando Heine e i suoi “Demoni in Esilio”. Questi duplicati demoniaci nascono, sia nel Monaco che nelle Confessioni, seguendo la linea di Freud, dalla distruzione di qualcosa che prima era “buono”, quegli dei di cui lui parla, distrutti insieme al paganesimo, quindi stiamo ancora parlando di religione, del cristianesimo che distrugge ma viene distrutto a sua volta, continuamente, nel romanzo gotico e che genera nei protagonisti uno sdoppiamento, dice Robert: “ Vorrei stupire gli uomini, e confondere la loro saggezza, la loro stimata mediocrità, far saltare in aria l’idea della loro dipendenza dalle cose buone” e ancora dice il narratore, raccontando la persecuzione che Robert attua nei confronti del fratello George: “la presenza di quel fratello era ormai diventata come la presenza di un demone”, “un essere devoto che si era venduto alla distruzione”.

3

Page 4: Web viewnon è frutto della fantasia di ... un pazzo. È il finale a ricordarci che Robert non è un narratore affidabile e che per quanto lui stesso possa credere nella

Ora, Hogg lascia grande spazio alle interpretazioni, ma analizzando i due romanzi che ho preso in considerazione per i miei interventi è stato interessante notare come spesso l’elemento religioso sia usato in maniera geniale per generare una serie di situazioni sublimi che abbiamo trattato più volte durante il corso, il doppio, l’avvento della modernità, la privazione sessuale, insomma, la “distruzione di qualcosa di buono(attuata dalla religione, dalla privazione ecc) non è mai totalitaria, ma quella piccola parte che rimane intatta all’interno dell’uomo si trasforma quasi sempre in qualcosa di malvagio”.

4