Alternanza Scuola-Lavoro: A scuola di restauro!

Lunedi 13 febbraio c’è stato il solito incontro di alternanza scuola-lavoro.

Sono incontri che ci fanno avvicinare sempre più al lavoro dell’archeologo e ci fanno conoscere la storia antica (4-5 secolo a.C.) di Canosa, ma non solo.

La lezione di lunedì la posso considerare la più interessante dell’intero progetto, riguardava la restaurazione dei vasi. Ad ogni incontro abbiamo un tutor che ci spiega come si chiamano i vasi , la struttura, la loro collocazione e molto altro. Per la lezione sul restauro abbiamo avuto un tutor diverso, specializzato in questa pratica. Ci ha spiegato come un vaso viene ricomposto, quali sono le tecniche e i metodi per farlo. Ognuno di noi ha avuto un vaso “rotto”, non in frantumi ma in pezzi di diversa dimensione, a due gruppi di noi è stato dato il compito di ritrovare i pezzi e unirli con una colla per ricostruire il vaso come una sorta di puzzle, mentre il compito del terzo gruppo è stato quello più impegnativo perché sono dovuti partire dal lavaggio dei pezzi per poi incollarli insieme.

Il lavaggio avviene mediante spazzole e piccoli pennelli, la parte da pulire è soprattutto quella di rottura per evitare che piccoli granelli di sabbia vadano ad ostacolare l’attacco della colla .

I vasi forniti da Palazzo Sinesi sono solo delle copie degli originali, per questo per la pulizia e stata utilizzata della semplice acqua. Inoltre, sono vasi senza particolari figure quindi non cera il rischio di rovinare la figura raffigurata.

I pezzi, una volta lavati e asciugati, posso essere assemblati. Trovare i pezzi combacianti e lavoro lungo e noioso ma …quando l’hai trovato provi una sensazione di gioia.!

Trovato il pezzo, prima di applicare la colla fra le due giunzioni il pezzo deve stare in equilibro sull’altro , questo è reso possibile dal utilizzo della sabbia. Viene messo in una bacinella contenente della sabbia, ottenuto l’equilibrio è possibile aggiungere la colla(non troppa perché potrebbe creare dello spessore tra i due frammenti rendendo difficile l’attacco) e con le punta delle dita bisogna toccare la frattura incollata per vedere che non ci siano disomogeneità. vedere che non ci siano disomogeneità.

Si continua con questo procedimento fino ad ottenere il vaso originario ricostruito, se mancano dei pezzi bisogna prendere la forma del pezzo mancante con dell’argilla, fare una colata di gesso(il gesso scagliora, un particolare tipo di gesso capace di irrigidirsi subito) poi togliere l’argilla: si ha così il pezzo mancante

Il terzo gruppo( me compreso) è riuscito a restaura tutto il vaso partendo da zero. Con questa lezione ho capito l’importanza del mestiere del restauratore e di come è possibile “riportare alla vita” una cosa andata distrutta.