La Restaurazione in Europa - Inizio XIX secolo

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- La restaurazione La restaurazione La restaurazione La restaurazione - ------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il congresso di Vienna e la Santa alleanza ------------------------------------------------------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------------------- GLI OBBIETTIVI DEL CONGRESSO LA QUESTIONE POLACCA E SASSONE ----------------------------------------------------------------------- In seguito al trattato di Parigi del 1814 la Francia fu riportata ai suoi vecchi confini del 1792. Per risolvere i restanti problemi si riunirono a Vienna tutti i rappresentanti degli stati europei, di cui i 4 protagonisti furono: Metternich: Primo ministro d’Austria. Castlereagh: Ministro degli esteri d’Inghilterra. Hardenberg: Primo ministro di Prussia. Alessandro I: Zar di Russia. Discussione principale dei 4 protagonisti : Progettare una sistemazione stabile in grado di impedire ogni ribellione francese e di realizzare un equilibrio accettato da tutte le grandi potenze vincitrici che richiedevano dei compensi territoriali e politici. Situazione di stallo: Austria: Soddisfatta : Era già padrona di gran parte dell’Italia . Inghilterra: Soddisfatta : Aveva l’incontrastato dominio sui mari . Prussia: Insoddisfatta : Voleva inglobare il regno di Sassonia . Russia: Insoddisfatta : Voleva mantenere ed elevare a regno di Polonia il granducato di Varsavia . Austria e Inghilterra non accettavano le richieste di Prussia e Russia, poiché contro il principio d’equilibrio 1 ; a sbloccare la situazione fu Talleyrand (Ministro degli esteri di Francia) che, dopo essersi fatto ammettere alle riunioni tra i 4 grandi, propose, facendo valere la sua abilità diplomatica, l’alleanza della Francia ad Austria ed Inghilterra, sbloccando la situazione e proponendo il principio di legittimità 2 . - Così la Prussia ottenne solo metà della Sassonia e la Posnania, mentre il regno di Polonia andò parzialmente alla Russia. 9 Giugno 1815: Viene firmato il trattato finale . 1 Principio d’equilibrio (pari potenza tra i vari stati, cosicché nessuno prevalesse sull’altro). 2 Principio della legittimità (ritorno all'assolutismo, e conseguente restaurazione dei sovrani sui loro troni "legittimi"). ------------------------------------------------------------ LA NUOVA GEOGRAFIA POLITICA DELL’EUROPA E DELL’ITALIA ------------------------------------------------------------- Attorno alla Francia si venne a creare una cintura di sicurezza, per evitare eventuali nuove rivoluzioni, costituita da: Regno dei Paesi Bassi: Costituito da Olanda e Belgio. Confederazione Germanica: Composta di 35 stati e 4 città libere, la cui dieta era formata da principi tedeschi e stranieri e aveva sede a Francoforte. Svizzera: Riconosciuto come stato neutrale. Renania: Affidata alla Prussia (al fine di impedire il restauro dei piccoli principati). Regno dei Savoia: Costituito da Piemonte, Sardegna e Liguria. L’Italia invece venne suddivisa in 8 stati: Regno di Sardegna Regno Lombardo-Veneto Ducato di Parma Ducato di Modena Il Granducato di Toscana Stato di Lucca (Massa e Carrara) Stato della Chiesa Regno delle due Sicilie Gli stati arancioni e sottolineati erano direttamente sotto il controllo austriaco; Quelli invece neri e sottolineati erano indirettamente sotto la sua influenza. ---------------------------------------------------- LA SANTA ALLEANZA E IL SISTEMA DEI CONGRESSI ---------------------------------------------------- Alessandro I riteneva che un accordo firmato tra sovrani tutti cristiani fosse il modo migliore per prevenire ogni “ribellione” popolare e difendere le decisioni del congresso, così nel 26-09-1815, Austria, Prussia e Russia firmarono il patto della Santa Alleanza . Esso sancì il diritto di intervento delle grandi potenze in qualunque situazione, se fosse per il fine di difendere l’assolutismo monarchico e l’assetto politico-territoriale deciso a Vienna. Alla Santa Alleanza aderirono tutti i paesi europei, tranne: Inghilterra: Molto scettica di questo accordo di fratellanza cristiana. Stato della Chiesa: Voleva star lontana da ortodossi e protestanti. Vi era anche la quadruplice alleanza (Austria, Inghilterra, Prussia, Russia), che si riuniva periodicamente per prendere misure più opportune per mantenere la pace. -------------------------------------------------- UN TEORICO DELLA RESTAURAZIONE: DE MAISTRE -------------------------------------------------- La restaurazione dell’Europa si basò sul pensiero di un politico reazionario: Joseph de Maistre. Egli riteneva che tutti gli eventi guidati dagli uomini al fine di giungere alla libertà, come la Rivoluzione francese, fossero stati voluti da Dio per dimostrare all’uomo che, abbandonando il suo aiuto e volendo “cavarsela” da solo, sarebbe caduto solo nell’anarchia e violenza. Come afferma nella sua opera “Del Papa”, si doveva affidare un potere infallibile alla Chiesa cattolica e alla figura papale, gli unici in grado di poter garantire l'ordine sociale. Per questo egli propone il Medioevo come modello, in cui il papa faceva il tramite tra i poteri terreni e il loro fondamento di legittimità che è in Dio. I In ng gh hi il lt te er rr ra a, , P Pr ru us ss si ia a, , A Au us st tr ri ia a, , R Ru us ss si ia a [L’Europa dopo il congresso di Vienna]

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Periodo della Restaurazione in Europa, dopo la rivoluzione Francese e dopo il congresso di Vienna.Diego Deplano IV FA.S. 2009/10Liceo Scientifico G. Brotzu

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Page 1: La Restaurazione in Europa - Inizio XIX secolo

---- La restaurazione La restaurazione La restaurazione La restaurazione ---- -------------------------------------------------------------------------------------------------------

Il congresso di Vienna e la Santa alleanza

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GLI OBBIETTIVI DEL CONGRESSO – LA QUESTIONE POLACCA E SASSONE -----------------------------------------------------------------------

In seguito al trattato di Parigi del 1814 la Francia fu riportata ai suoi vecchi confini del 1792. Per risolvere i restanti problemi si riunirono a Vienna tutti i rappresentanti degli stati europei, di cui i 4 protagonisti furono:

Metternich: Primo ministro d’Austria. Castlereagh: Ministro degli esteri d’Inghilterra.

Hardenberg: Primo ministro di Prussia. Alessandro I: Zar di Russia.

Discussione principale dei 4 protagonisti: Progettare una sistemazione stabile in grado di impedire ogni ribellione francese e di realizzare un equilibrio accettato da tutte le grandi potenze vincitrici che richiedevano dei compensi territoriali e politici. Situazione di stallo:

Austria: Soddisfatta: Era già padrona di gran parte dell’Italia. Inghilterra: Soddisfatta: Aveva l’incontrastato dominio sui mari. Prussia: Insoddisfatta: Voleva inglobare il regno di Sassonia.

Russia: Insoddisfatta: Voleva mantenere ed elevare a regno di Polonia il granducato di Varsavia.

Austria e Inghilterra non accettavano le richieste di Prussia e Russia, poiché contro il principio d’equilibrio1; a sbloccare la situazione fu Talleyrand (Ministro degli esteri di Francia) che, dopo essersi fatto ammettere alle riunioni tra i 4 grandi, propose, facendo valere la sua abilità diplomatica, l’alleanza della Francia ad Austria ed Inghilterra, sbloccando la situazione e proponendo il principio di legittimità2. - Così la Prussia ottenne solo metà della Sassonia e la Posnania, mentre il regno di Polonia andò parzialmente alla Russia. 9 Giugno 1815: Viene firmato il trattato finale.

• 1Principio d’equilibrio (pari potenza tra i vari stati, cosicché nessuno prevalesse sull’altro).

• 2Principio della legittimità (ritorno all'assolutismo, e conseguente restaurazione dei sovrani sui loro troni "legittimi").

------------------------------------------------------------ LA NUOVA GEOGRAFIA POLITICA DELL’EUROPA E DELL’ITALIA

------------------------------------------------------------- Attorno alla Francia si venne a creare una cintura di sicurezza, per evitare eventuali nuove rivoluzioni, costituita da:

• Regno dei Paesi Bassi: Costituito da Olanda e Belgio. • Confederazione Germanica: Composta di 35 stati e 4 città libere, la cui dieta era formata da principi tedeschi e stranieri e aveva sede a Francoforte.

• Svizzera: Riconosciuto come stato neutrale. • Renania: Affidata alla Prussia (al fine di impedire il restauro dei piccoli principati). • Regno dei Savoia: Costituito da Piemonte, Sardegna e Liguria.

L’Italia invece venne suddivisa in 8 stati:

• Regno di Sardegna • Regno Lombardo-Veneto • Ducato di Parma • Ducato di Modena • Il Granducato di Toscana • Stato di Lucca (Massa e Carrara) • Stato della Chiesa • Regno delle due Sicilie

Gli stati arancioni e sottolineati erano direttamente sotto il controllo austriaco; Quelli invece neri e sottolineati erano indirettamente sotto la sua influenza.

---------------------------------------------------- LA SANTA ALLEANZA E IL SISTEMA DEI CONGRESSI

---------------------------------------------------- Alessandro I riteneva che un accordo firmato tra sovrani tutti cristiani fosse il modo migliore per prevenire ogni “ribellione” popolare e difendere le decisioni del congresso, così nel 26-09-1815, Austria, Prussia e Russia firmarono il patto della Santa Alleanza. Esso sancì il diritto di intervento delle grandi potenze in qualunque situazione, se fosse per il fine di difendere l’assolutismo monarchico e l’assetto politico-territoriale deciso a Vienna. Alla Santa Alleanza aderirono tutti i paesi europei, tranne:

• Inghilterra: Molto scettica di questo accordo di fratellanza cristiana. • Stato della Chiesa: Voleva star lontana da ortodossi e protestanti.

Vi era anche la quadruplice alleanza (Austria, Inghilterra, Prussia, Russia), che si riuniva periodicamente per prendere misure più opportune per mantenere la pace.

-------------------------------------------------- UN TEORICO DELLA RESTAURAZIONE: DE MAISTRE

-------------------------------------------------- La restaurazione dell’Europa si basò sul pensiero di un politico reazionario: Joseph de Maistre. Egli riteneva che tutti gli eventi guidati dagli uomini al fine di giungere alla libertà, come la Rivoluzione francese, fossero stati voluti da Dio per dimostrare all’uomo che, abbandonando il suo aiuto e volendo “cavarsela” da solo, sarebbe caduto solo nell’anarchia e violenza. Come afferma nella sua opera “Del Papa”, si doveva affidare un potere infallibile alla Chiesa cattolica e alla figura papale, gli unici in grado di poter garantire l'ordine sociale. Per questo egli propone il Medioevo come modello, in cui il papa faceva il tramite tra i poteri terreni e il loro fondamento di legittimità che è in Dio.

IInngghhiilltteerrrraa,, PPrruussssiiaa,, AAuussttrriiaa,, RRuussssiiaa [L’Europa dopo il congresso di Vienna]

Page 2: La Restaurazione in Europa - Inizio XIX secolo

------------------------------------------------------------------------------------------------------- La questione delle nazionalità e le dottrine liberali

------------------------------------------------------------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------------------------- L’EQUILIBRIO INSTABILE DELL’EUROPA LEGHISTA E LA RESTAURAZIONE NEGLI STATI ITALIANI

--------------------------------------------------------------------------------------- Il principio di legittimità, sostenuto da Talleyrand, riportò al trono i sovrani assoluti che furono destituiti nel 1792, e quindi l’assolutismo. Da una parte questo aveva favorito il ritorno di sovrani nazionali assoluti, dall’altra aveva ignorato totalmente le aspirazioni nazionali che esistevano in stati sociali più o meno ampi. I diplomatici del legittimismo infatti rimanevano indifferenti nei confronti dei problemi nazionali di unificazione di paesi con origini, tradizioni, lingua ed altro completamente differenti.

L’Italia, appunto, era stata divisa in 8 diversi stati, nella cui maggior parte i sovrani restaurati vollero abolire la legislazione francese:

• Regno di Piemonte: Vittorio Emanuele I, tornato a Torino dalla Sardegna, eliminò ogni traccia delle riforme dell’epoca francese. • Regno Lombardo-Veneto: Sebbene Metternich promise di mantenere il carattere e i costumi italiani:

- L’arruolamento militare diventò obbligatorio; - Le più alte cariche amministrative furono date ad austriaci; - Furono imposte pesanti tasse e un sistema doganale teso a proteggere l’economia austriaca, a svantaggio di quella lombarda.

• Stato della Chiesa: Dopo il tentativo di Consalvi di modernizzare le strutture amministrative, impedito dall’opposizione, i domini dello Stato pontificio ricaddero nelle pratiche di abusi e privilegi.

• Regno delle due Sicilie: Il regno di Napoli e di Sicilia furono unificati in quello “delle due Sicilie”. Ferdinando rassicurò il popolo promettendo che solo i siciliani avrebbero ricoperto le alte cariche, ma l’autonomia siciliana si ridusse notevolmente.

-------------------------------------------------------------------------------- LA QUESTIONE NAZIONALE IN POLONIA, “GERMANIA”, BALCANI, BELGIO E IRLANDA

-------------------------------------------------------------------------------- Nel regno di Polonia:

• La monarchia non era elettiva, ma la corona era affidata alla dinastia russa; • L’esercito era separato da quello russo; • Il cattolicesimo era la religione di stato; • Il parlamento, dai moderati poteri costituzionali, era “controllato” dalla nobiltà.

La creazione di uno stato tedesco unitario era voluto sia dai sovrani che dalla gioventù più colta e progressista. Ma Metternich si oppose, poiché il suo piano di estendere il controllo austriaco su tutti gli stati europei sarebbe stato più semplice con la Germania divisa. L’atto finale del congresso di Vienna fece, infatti, della Germania una confederazione composta di 39 stati, ognuno dei quali aveva un rappresentante, e tutti insieme si riunivano a Francoforte nella dieta, organo principale della confederazione che gli diede un esercito unico ma male organizzato, e non riuscì mai a realizzare un’unione doganale. La confederazione non era interamente tedesca, in quanto alcuni stati erano in potere ad altre potenze, e alcuni sovrani, quelli che partecipavano alla dieta, erano stranieri: infatti anche gli asburgo partecipavano alla dieta, possedendo il regno di Boemia. L’Austria aveva inoltre la presidenza della dieta, e ne influenzava le decisioni. I giovani intellettuali tedeschi organizzarono una campagna antiaustriaca 1815/17, e bruciarono moltissimi libri francesi e dei fautori dell’assolutismo. Metternich convocò alcuni principi tedeschi ed ottenne l’approvazione di una serie di decreti che mettevano sotto stretto controllo le università, limitavano la libertà di stampa e di riunione, e rafforzavano l’apparato poliziesco.

Nei Balcani le questioni nazionali creavano situazioni indomabili dalle semplici forze di polizia. Le diverse popolazioni (Serbi, bosniaci, rumeni, greci…) tentavano di rendersi autonome, entrando spesso in conflitto con il potere centrale ottomano. Fin da subito i problemi si fecero vivi, esplodendo e minando seriamente l’equilibrio delle grandi potenze.

Anche in Belgio erano presenti delle problematiche, poiché non accettava il primato dell’Olanda nel nuovo regno dei Paesi Bassi.

Stesso discorso in Irlanda, per il pesante sfruttamento economico esercitato dagli inglesi e dagli scozzesi, grandi dominatori dell’isola.

------------------------------------------------------- IL LIBERALISMO, I SUOI TEORICI E I DIRITTI DELL’UOMO

------------------------------------------------------- Il liberalismo è una dottrina economica, etica e politica fondata sulla libertà dell’individuo nei confronti d’ogni autorità politica o religiosa. Tale libertà è data da alcuni diritti concessi all’individuo:

• Diritto di professare liberamente le proprie idee; • Diritto di organizzarsi e riunirsi pubblicamente; • Diritto di fare liberamente uso dei propri beni; • Diritto di ogni individuo d’essere considerato uguale agli altri davanti alla legge.

Lo stato, attraverso il parlamento, ha il compito di tutelare la libertà e rappresentarla. Il liberalismo era contrapposto all’assolutismo:

Liberalismo: Uno stato liberale fondato sul diritto della libertà individuale. Assolutismo: Uno stato autoritario fondato sulla monarchia di diritto divino.

La libertà del liberalismo era anche economica, lo stato infatti lasciava libero lo sviluppo di attività imprenditoriali e commerciali. Venne a crearsi così un vero e proprio movimento liberale, che però non era omogeneo, dato le diverse tendenze politiche interne:

• Liberali moderati (ceti borghesi ricchi): 1. Respingevano gli ideali democratici e popolari della Rivoluzione francese; 2. Pensavano che i lavoratori salariati e la piccola borghesia urbana non dovessero partecipare alla vita politica; 3. Richiedevano un sistema rappresentativo fondato su assemblee parlamentari che fossero espressione dei proprietari terrieri e dei

ceti industriali superiori. • Liberali radicali (ceti borghesi poveri):

1. Puntavano alla caduta del sistema monarchico; 2. Volevano istituire una società basata sull’uguaglianza giuridica di tutti i cittadini e sulla sovranità popolare; 3. Ritenevano che senza l’attiva partecipazione di più ampi strati sociali non si potessero trasformare le istituzioni politiche per

adeguarle agli interessi generali dello sviluppo economico.

Wilhelm von Humboldt: Egli scrisse uno dei primi testi del liberalismo europeo “Saggio sui limiti dell’attività di Stato” in cui si legge: L’uomo dev’essere libero per poter compiere il suo vero scopo, ovvero lo sviluppo più alto delle sue facoltà. La componente essenziale di tale libertà è la pluralità (di natura, di condizioni, di caratteri umani, di conoscenze), dalla cui concezione egli distingue:

• Sfera pubblica: La dimensione del potere politico che deve legiferare per porre delle regole che tutti devono seguire

• Sfera privata: I comportamenti e i pensieri privati che i cittadini hanno nella loro vita quotidiana.

Tesi liberale: Lo stato (sfera pubblica) non deve intervenire nella sfera privata dei cittadini. Essi devono essere lasciati liberi di agire come meglio credono e di seguire le loro idee liberamente, naturalmente a condizione che questa libertà non vada contro la libertà altrui.

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------------------------------------------------------------------------------------------------------- Le monarchie assolute negli anni ‘20

------------------------------------------------------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------------- L’IMPERO ASBURGICO: LA FORZA CENTRALE DELLA CONSERVAZIONE

----------------------------------------------------------------- Privo di una forte borghesia commerciale ed industriale, l’impero asburgico, era saldamente nelle mani dell’aristocrazia terriera che sfruttava i contadini, ridotti in forma di schiavitù. In base alle dottrine assolutistiche i territori e i popoli che abitavano uno stato erano possessi delle dinastie regnanti, e l’eterogeneità etnica di questi popoli non era un problema, in quanto l’assolutismo era disponibile alla concessione di ampie e svariate autonomie. In seguito alla spinta alla centralizzazione, simboleggiata dal centralismo amministrativo della Francia napoleonica, cominciò a svilupparsi in Europa il nazionalismo, opposto all’assolutismo. Ma l’impero asburgico era definito meglio dalla nuova idea di “impero multinazionale” (era composto da 11 distinte nazionalità, più quella ebraica), quindi si allontanava sia dall’assolutismo che dal nazionalismo. Il ruolo della dinastia asburgica allora divenne quello di svolgere la funzione di mediazione e unificazione fra le varie nazionalità.

Francesco I e il suo primo ministro Metternich, abbandonata ogni idea di ulteriore rafforzamento del potere centrale:

• Lasciarono l’affidamento del governo e dell’amministrazione dello stato ai piccoli nobili locali; • Lasciavano un controllo debole ed inefficiente ai funzionari governativi.

Principale obiettivo di Metternich fu invece quello di stroncare sul nascere eventuali ribellioni da parte delle forze liberali e nazionalistiche, attraverso l’utilizzo di una nuova struttura: la polizia.

------------------------------- LA GERMANIA E LA PRUSSIA

------------------------------- Metternich propose la soluzione confederale alla Germania al fine di nascondere il potenziale conflitto fra Prussia ed Austria, altrimenti:

• Sarebbe saltato fuori che i tedeschi vedevano la Prussia come possibile polo d’unificazione; • Si sarebbe capito che l’Austria non poteva essere sia uno stato tedesco che il centro di un grande impero multinazionale.

Il re di Prussia accettò di subire l’influenza dell’Austria, e quindi, abbandonato il riformismo e l’idea di una costituzione, applicò scrupolosamente i decreti liberticidi di Karlsbad che limitavano fortemente la libertà di stampa e d’insegnamento. Le forze di polizia riuscirono ad evitare e reprimere le sommosse, garantendo l’ordine. L’economista Friederich List portò ad una unione doganale (Zollverein) nella federazione, che porterà in seguito ad un maggior dinamismo economico per due fattori:

• Gli scambi tra gli stati erano diventati più semplici e meno costosi. • Le tariffe doganali aumentarono, per impedire gli scambi con gli altri stati europei e favorire la produzione industriale.

------------------------------------------------ LA FRANCIA: TRA ASSOLUTISMO E LIBERALISMO

------------------------------------------------ Il ritorno al trono francese di Luigi XVIII, al contrario che negli altri paesi europei, fu voluto dal popolo, e non imposto con la forza. Egli promise di osservare e far osservare la costituzione, che preferì però chiamare “carta”. In questa Luigi chiarì che, non accettando il fatto di essere salito al trono solo per volere del popolo, diventava re grazie alla provvidenza, e che la stessa carta era stata concessa da lui. La camera elettiva (che doveva rappresentare il Terzo Stato) sembrava un compromesso tra il re e l’élite economica-sociale, perché:

• Solo 100.000 francesi potevano votare, e solo i primi 50 contribuenti, per ogni dipartimento, potevano diventare deputati.

• Il popolo era inoltre quasi tagliato fuori dato che la “carta” non accennava a sovranità popolare e il parlamento non influiva il governo.

Volendo tenere il piede in due staffe, Luigi finì per deludere:

• Liberali: A cui non bastarono i provvedimenti presi da Luigi XVIII. • Monarchici: Che furono spinti a destra dal timore generato dal breve ritorno di Napoleone.

Nel 1815 le elezioni furono vinte dagli “ultras” (= ultramonarchici), la cui camera l’anno seguente fu sciolta, dato il suo clima vendicativo sanguinoso. Luigi non ebbe figli, quindi il trono passò al figlio del fratello, Carlo di Berry, ma dopo il suo assassinio gli succedette Carlo X. Il nuovo re fece votare al parlamento la pena di morte per i sacrilegi commessi nelle chiese e diede privilegi al corpo ecclesiastico.

------------------------------------------------- L’ OPPOSIZIONE LIBERALE E LE SOCIETÀ SEGRETE

------------------------------------------------- Si cominciò a sviluppare una rete organizzativa di società segrete liberali, che costituivano la forza d’opposizione agli stati restaurati assolutistici. Data la soppressione della libertà di stampa e di associazione, quest’opposizione era necessariamente clandestina. Quindi: Dopo il congresso di Vienna, mentre le organizzazioni conservatrici si sciolsero, s’irrobustirono quelle liberali, diverse di paese in paese, ma tutte accomunate dall’aspirazione ad uno stato parlamentare e costituzionale, più libertà politica e civile all’individuo (talvolta si aggiungeva l’obbiettivo di rendersi indipendenti dal dominio straniero). Altre organizzazioni, più democratiche, che avevano tratto ispirazione da Françoise Babeuf, miravano ad una trasformazione della società di stampo comunista (NO alla proprietà privata). Per sfuggire alla rete di controllo della polizia, le società segrete:

• Erano molto chiuse ed organizzate in una rigida scala gerarchica; • Erano controllate da norme di comportamento che garantivano la segretezza; • I membri non si conoscevano tra loro e non conoscevano gli obbiettivi più alti dell’organizzazione.

------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il ritorno della rivoluzione

------------------------------------------------------------------------------------------------------- ------------------------------------------ IL PRIMO MOVIMENTO LIBERALE IN ITALIA

------------------------------------------ Data un’iniziale politica moderata che permise la diffusione delle idee liberali, in Lombardia si formò il primo centro di opposizione liberale organizzata in Italia. Si formarono gruppi di:

• Intellettuali: Derivanti dalla borghesia colta; • Imprenditori agrari: Rappresentanti delle nuove attività commerciali e industriali e delle libere professioni.

Questi cominciarono ad esprimersi attraverso riviste e giornali, fra cui spiccava “Il Conciliatore”. Esso fu annoverato tra le voci più autorevoli del liberalismo, poiché era volto a promuovere i valori civili e politici e a divulgare la cultura scientifica ed economica europea, tanto che dopo 13 mesi fu soppresso dalla censura. A questo parteciparono Pellico, Gonfalonieri e Berchet. Le opposizioni nate in tutta Italia diedero vita a numerose società segrete:

• In Piemonte: L’Adelfia. Di tendenze radicali, influenzata dal pensiero di Buonarroti, desiderosa di una società comunistica. • In Lombardia: Gonfalonieri diede vita alla Federazione Italiana, di orientamento moderato a cui aderirono molti liberali. • In Italia: La Carboneria. Una setta che richiedeva una Costituzione limitante il potere del re, la cui base sociale era molto larga.

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---------------------------- FILIPPO BUONARROTI

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• Nasce a Pisa nel 1761. • Da sempre è attratto dalle più radicali idee illuministiche di uguaglianza e sovranità popolare. • A 30’anni acquista la cittadinanza francese diventando giacobino. • Pochi anni dopo, seguendo Babeuf, partecipò alla “congiura degli eguali”. • Organizzò la più complicata delle reti cospirative europee, diretta contro:

- Prima: Napoleone; - Dopo: I sovrani della restaurazione.

• Buonarrotti organizzò su due piani il suo movimento rivoluzionario: - Fece penetrare i suoi uomini nelle sette già esistenti; - Indirizzò l’operato di queste attraverso una centrale (nota a lui e a pochissimi altri).

• Grazie a questa rete di sette da lui controllate, egli poté, mentre i suoi seguaci lottavano per il costituzionalismo liberale, insieme ai Sublimi maestri perfetti battersi per la democrazia e l’uguaglianza, ed intervenire in molte cospirazioni italiane, specialmente nei moti del 20-21.

• Morì a Parigi nel 1837, quando i suoi metodi rivoluzionari furono superati.

---------------------------------------- LA RIVOLUZIONE SPAGNOLA DEL 1820

---------------------------------------- Quando nel 1814 Ferdinando VII tornò a Madrid, egli respinse la Costituzione del 1812 e avviò la restaurazione:

• Riammettendo i gesuiti in Spagna;

• Ridando vita al tribunale dell’Inquisizione (soppresso perché contro i principi costituzionali). Le forze liberali furono in parte esiliate ed in parte sconfitte ed eliminate dall’esercito. Ma proprio quest’ultimo nel 1820 avvio un nuovo ciclo rivoluzionario, che porto a:

1. Un’intensa propaganda clandestina svolta tra gli ufficiali degli esponenti della Carboneria e di altre società segrete; 2. L’esplosione della rivoluzione indipendentista nell’impero coloniale spagnolo in America.

Nel 1820 le truppe dell’esercito si rifiutarono di combattere contro gli americani, e riunitesi a Cadice espressero il loro favore alla Costituzione del 1812, costringendo Ferdinando ad accettare le loro imposizioni e rimettere in vigore la Costituzione, così i liberali tornarono in patria appoggiati dal popolo stesso che li aveva esiliati. L’avvio del governo del paese alla normalizzazione fu problematico.

----------------------------------- I MOTI ITALIANI DEL 1820-21

----------------------------------- La rivolta spagnola portò allo scoperto le organizzazioni clandestine in Italia.

A Napoli: La conquista spagnola della Costituzione, portò all’insurrezione dei carbonari , simili ad un colpo di stato militare. Nel 1821 un esercito di cavalieri fu spinto all’ammutinamento dai suoi ufficiali e uscì dalla caserma al grido di “Viva il re, vogliamo la costituzione di Spagna”. Dato che lo stesso esercito, composto prevalentemente da carbonari, si schierò con gli insorti, la monarchia non poté intervenire in alcun modo. Così il re fu costretto a concedere una costituzione sul modello di quella spagnola del 1812 e ad accettare la formazione di un governo costituzionale.

A Palermo: Anche in Sicilia ci furono dei sommovimenti che, proseguendo ad oltranza, portarono all’indipendenza dell’isola (La Sicilia).

A Torino: Anche i liberali piemontesi passarono all’offensiva; Santorre di Santarosa organizzò un moto orientato a ottenere una costituzione liberale. Quando Carlo Alberto di Savoia ritirò il suo sostegno, offerto inizialmente, ormai era tardi per impedire la rivolta. Nel 1821, ormai scoppiata la rivolta, Vittorio Emanuele abdicò in favore di Carlo Felice, momentaneamente assente dal Piemonte. Così il governo liberale diede la reggenza a Carlo Alberto che, cambiando nuovamente idea, concesse una Costituzione simile a quella spagnola. Tornato però Carlo Felice, per rivendicare il suo trono, chiese aiuto all’Austria, e i liberali furono costretti a difendersi con le armi.

--------------------------------------------------------- LA REPRESSIONE DELLE RIVOLUZIONI: SPAGNA E ITALIA

--------------------------------------------------------- Le rivoluzioni costituzionaliste spagnola e napoletana, erano in contrasto con l’ordine europeo stabilito a Vienna. Metternich convocò nel 1820 una conferenza internazionale a Troppau, e, dato il diritto d’intervento, era convinto di poter facilmente ottenere il permesso di un intervento militare contro questi governi costituzionali. In un primo momento si oppose a tale intervento, il ministro Castlereagh.

In Spagna: Fu convocata nel 1822 una nuova conferenza internazionale a Verona, in cui fu la Francia a prendersi carico dell’intervento in Spagna. Nel 1823 inviò in Spagna un numeroso esercito, che arrivò facilmente a Madrid. Qui fu accolto nel plauso clericale, che riteneva empia la legislazione contro i privilegi ecclesiastici e l’Inquisizione poste dai liberali.

A Napoli: Ma in un secondo momento fu lo stesso re di Napoli a partecipare alla conferenza, richiedendo l’aiuto delle potenze assolutiste e ripudiando il giuramento prestato alla Costituzione. Due mesi dopo le forze austriache abbatterono il governo costituzionale, e il re abrogò la Costituzione e esercito feroci vendette sui liberali.

A Torino: Accadde lo stesso, le forze austriache sconfissero le truppe costituzionali del governo di Santorre di Santarosa.

In Lombardia: La polizia era riuscita ad estirpare le nascoste organizzazioni clandestine, procedendo a numerosissimi arresti e a clamorosi processi contro liberali ed ex collaboratori de “Il Conciliatore” (Pellico, Confalonieri ecc…).

------------------------------------------------------------------------------------------------------- L’Inghilterra dalla repressione alle riforme

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UN DECENNIO DI TENSIONI POLITICHE E SOCIALII ---------------------------------------------------

L’Inghilterra non fu esente da problemi durante il periodo della restaurazione.

Il BBBLLLOOOCCCCCCOOO CCCOOONNNTTTIIINNNEEENNNTTTAAALLLEEE , ad esempio, privò l’Inghilterra delle importazioni di cereali che dovevano completare la produzione interna. Per risolvere il problema furono estense le coltivazioni granarie a terreni prima destinati ad altri usi, e da questo ne trassero vantaggio i proprietari terrieri, in quanto i loro prodotti vendevano di più non potendo essere importati. Essi, infatti, chiesero protezione al parlamento che nel 1815 con la legge sul grano impedì le importazioni di cereali solamente se i prezzi interni fossero stati troppo alti. Questa legge danneggiò:

- Il proletariato industriale: Che si trovò a pagare più caro il grano;

- Gli imprenditori: Che avrebbero preferito una politica economica favorevole allo scambio tra loro manufatti e grano straniero.

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Un altro problema fu il ritorno del FFFEEENNNOOOMMMEEENNNOOO DDDEEELLL LLLUUUDDDDDDIIISSSMMMOOO , derivato dalla crisi economica e dalla smobilitazione dei soldati. Tale fenomeno rallentò la meccanizzazione del lavoro, quindi i parlamentari e magistrati reagirono molto duramente, moltiplicando le ipotesi di reato per cui era prevista la pena di morte per gli episodi di danneggiamento. Le tensioni sociali toccarono il loro apice nel 16 agosto 1817, quando ci fu una dura manifestazione operaia, repressa nel sangue dalla polizia con 11 morti e 400 feriti: battaglia di “Peterloo”.

Ma la situazione inglese era differente dagli altri paesi europei per due motivi:

• L’apparato poliziesco era meno numeroso e meno potente;

• La piccola nobiltà terriera era contro alle limitazioni della liberta personale, di riunione e di stampa: funzione riformatrice.

Nel 1822, sotto il governo tory, l’Inghilterra:

1. Si staccò dalla quadruplice alleanza e dal sistema dei congressi, andando invece ad appoggiare i movimenti nazionali e costituzionali.

2. Modificò profondamente il diritto penale, diventato caotico per quanto riguarda la casistica dei casi puniti con la pena di morte.

3. Abolì la legge contro le associazioni operaie, legalizzando le attività sindacali volte a migliorare le condizioni salariali e di lavoro a condizione che rinunciassero all’uso dello sciopero.

---------------------------------------------------------- LA QUESTIONE IRLANDESE E L’ABOLIZIOEN DEL TEST ACT

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Preoccupati per la grande rivolta armata Irlandese, si ebbe l’unione della Gran Bretagna e dell’Irlanda nel “Regno Unito”, con l’aggiunta di 100 seggi irlandesi al parlamento. In Irlanda erano presenti i Test Act, che imponevano, a chiunque volesse ricoprire una carica pubblica, di riconoscere l’autorità della Chiesa Anglicana. Il movimento politico del cattolico Daniel O’Connell ottenne un clamoroso successo simbolico, poiché entrò a far parte del parlamento di Londra, ma il Test Act gli impediva di entrare alla camera dei comuni. Il timore di una rivolta dei cattolici portò il governo tory, sotto Giorgio IV, ad abolire il Test Act (1829) e da qui parti un profondo mutamento dell’opposizione irlandese al dominio britannico che in seguito venne superata completamente.

-------------------------------------------------------------- LA RIFORMA ELETTORALE E LA NUOVA LEGISLAZIONE SOCIALE

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Nel 1830, con il ritorno al potere dei whigs, fu approvato il progetto elaborato da Russel (a nome dei whigs) che estese il diritto di voto da 500 mila elettori a 750 mila elettori; inoltre vennero modificati i parametri per diventare parlamentari, vennero aboliti i seggi nei:

• Borghi putridi: Ovvero nei collegi con pochi elettori;

• Borghi tascabili: Ovvero nei collegi in cui nessuno si scontrava con il signore locale.

Naturalmente questi seggi non è che andavano “perduti”, ma venivano riassegnati in parte alle città industriali in via di crescita, in parte a Londra per aumentarne la rappresentanza, e in parte alle contee. I seggi vennero distribuiti in rappresentanza degli interessi agrari, industriali e commerciali (e non in base al numero della popolazione).

Tale riforma, conservando la distinzione tra eletti nelle contee e nei borghi, agì con moderazione:

- Il numero di deputati degli agrari fu aumentato, e molti borghi putridi sopravvissero;

- Mentre nei borghi tascabili la consuetudine di votare “per deferenza” un membro dell’aristocrazia terriera, scomparve.

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Contemporaneamente alla riforma elettorale, si scatenò una vasta rivolta contadina (contro l macchine: vd. Luddismo) che venne soppressa. Questo spinse ad una riflessione sulle leggi riguardanti i poveri e in special modo sul “Sistema Speenhamland”. Così nel 1834 fu approvata una nuova legge che interruppe i “benefici” a chi considerato in grado di lavorare. I poveri quindi poterono trovare assistenza solo nelle Workhouses. Inoltre venne introdotta una legislazione sociale che regolamentava il lavoro industriale.

- L’orario di lavoro dei minori di 18 anni: 8 ore;

- Fu proibito il lavoro minorile nelle miniere;

- L’orario di lavoro dei minori di 13 anni: 6 ore e mezzo;

- L’orario di lavoro delle donne: 12 ore;

- Legge generale sulle 10 ore di lavoro.

------------------------------------------------------------------------------------------------------- L’emergere dell’Europa liberale

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LA RIVOLUZIONE DEL LUGLIO 1830 IN FRANCIA ---------------------------------------------------

Dato che le forze liberali che guidarono i moti del 20 erano molto deboli ed isolate, tali moti erano stati repressi con facilità o avevano avuto scarsi risultati. Nel giro di pochi anni la Francia era cambiata radicalmente a causa dell’intollerabilità del regno di Carlo X e del clima politico causato dagli “ultras”. Questo cambiamento portò ad un’identità di intenti tra la borghesia e i nuovi intellettuali liberali. La maggioranza della camera elettiva (opposizione liberale) rivendicò il potere di negare la fiducia al governo, e ciò diede via ad una nuova fase rivoluzionaria. Carlo X tentò di sciogliere tale camera, ma essa stravinse nuovamente alle elezioni, così egli fu costretto ad emanare 10 decreti: la camera vincitrice delle elezioni fu sciolta, e furono indette nuove elezioni con un nuovo sistema elettorale, elaborato in modo tale da indebolire i voti dei borghesi; la libertà di stampa venne quindi limitata. Così insorse il popolo (la borghesia e il proletariato) e pochi giorni (“gloriose giornate”) dopo Carlo X rinunciò alla corona, abbandonando la Francia. Ma:

• La borghesia: Erano contro una repubblica democratica a larga partecipazione popolare.

• Il proletariato: Erano invece a favore.

Due protagonisti di tale rivolta furono La Fayette e Luigi Filippo d’Orleans. Quest’ultimo, dopo essere stato presentato in modo teatrale ai cittadini da La Fayette, divenne re “dei francesi” e non “di Francia” (ciò stava a sottolineare il fatto che era voluto dal popolo).

------------------------------------ LA COSTITUZIONE ORLEANISTA

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Rimase in vigore la “carta” del 1814 (con alcune modifiche), e la forma di governo restò bicamerale e costituzionale: il governo non dipendeva dalla fiducia delle camere. Al contrario di alcuni moderati (che vedevano come risultato della rivoluzione un semplice scambio di trono all’interno della stessa dinastia), la maggioranza della camera sosteneva che Carlo era stato cacciato ed era sostituito per volontà del parlamento (e non per dinastia), ed era chiamato a dare il via ad una nuova dinastia. Le poche modifiche apportate alla Costituzione:

• Tolsero ogni dubbio sul carattere liberale dello stato: proclamavano inoltre il principio della sovranità della nazione;

• Fu ristabilita la bandiera tricolore al posto di quella dei Borbone.

• Il cattolicesimo cessò di essere la religione di stato, ma solo di maggioranza.

• Entrambe le camere, e non solo il re, ebbero il diritto di proporre leggi.

Page 6: La Restaurazione in Europa - Inizio XIX secolo

-------------------------------- LA MONARCHIA BORGHESE

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La monarchia, nata sull’onda rivoluzionaria, assunse dei caratteri diversi da quelli precedenti, tali da poterla definire “borghese”:

• Fu modificata la bandiera tricolore alla tradizionale bandiere con i gigli;

• Il re abbandonò i cerimoniali di corte, i modi “alti” di comportarsi e di vestirsi;

• I debiti delle masse operaie furono dimenticati;

• Il corpo elettorale, grazia alla riduzione del limite di censo necessario ad avere il diritto di voto, aumento del 50% (180 mila votanti).

Ma dopo un iniziale exploit del liberalismo francese, vi fu in seguito un ripiegamento, dato da esponenti come Thiers e Guizot. Ma tale “monarchia borghese” si dimostrò incapace di governare le complesse tensioni sociali (derivanti dai primi consistenti sviluppi industriali). Così, tra gli operai, scoppiarono due rivolte:

• Una contro i bassi salari (Lione, 1831);

• Una tra gli operai dei setifici (Lione, 1834).

---------------------------------------------------------------- LA DIFFUSIONE DELLA RIVOLUZIONE: BELGIO, POLONIA, ITALIA

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In Belgio: Si sollevò ad agosto e dichiarò la propria indipendenza dall’Olanda. Tale indipendenza sarà riconosciuta qualche mese dopo, a dicembre, sostenuta e difesa sia dalla Francia sia dall’Inghilterra.

In Polonia: Si sollevò a novembre contro lo zar. Alcuni elementi dell’esercito si ribellarono agli ordini, ma la protesta, guidata da liberali membri di società segrete, continuò fino a giungere alla proclamazione dell’indipendenza polacca. Cause di rottura: - Si sperava nell’aiuto del nuovo re francese: ma Luigi Filippo non diede il suo aiuto, essendo già impegnato in Belgio; - Si sottovalutò la capacità d’intervento della Russia; - Non vennero coinvolte grandi masse contadine; Così lo zar Nicola I riconquistò la Polonia (presa di Varsavia), fu abrogata la costituzione e si procedette alla russificazione.

In Italia: Anche in Italia scoppiarono moti liberali (Modena, Parla, Bologna e Romagna). Oltre all’antiassolutismo spesso era presente un antipapalismo. Animatore di tali moti era Ciro Menotti, appoggiato dal duca di Modena. Pochi giorni prima dell’insurrezione, la casa di Menotti fu circondata e furono arrestati decine di congiurati. Così, sebbene la rivolta divampò ugualmente, qualche tempo topo l’intervento militare austriaco riportò tutto come prima.

------------------------------------------ LA ROTTURA DEL FRONTE REAZIONARIO

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• In Francia e in Belgio l’assetto stabilito a Vienna fu superato;

• Si ruppe l’unità tra le grandi potenze, e si crearono due blocchi:

1. Stati liberali: Francia ed Inghilterra;

2. Assolutisti: Austria Prussica e Russia.

L’opposizione liberale ottenne quindi un giovamento dall’appoggio di due potenti stati. Dopo alcune vicissitudini e passaggi di corona, anche Spagna e Portogallo alla fine instaurarono un governo liberale.