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Bologna, 12 dicembre 2016 Il contributo della cooperazione per la giustizia sociale e lo sviluppo economico Strategie per la crescita e il rilancio degli investimenti Intervento di Giovanni Monti presidente di Legacoop Emilia-Romagna Care cooperatrici e cari cooperatori, signori invitati, Presidente Bonaccini, benvenuti e grazie per avere accolto il nostro invito a partecipare a questo incontro della Direzione regionale di Legacoop Emilia-Romagna. Abbiamo riflettuto a lungo sull’opportunità di tenere questa iniziativa, che non è la tradizionale assemblea regionale dei delegati, assemblea che terremo alla metà di febbraio dell’anno prossimo. Avremo la possibilità di fare un bilancio di metà mandato sia nella dimensione regionale sia dei 5 territori e dei Settori, in preparazione dell’assemblea nazionale dei delegati che si terrà successivamente. Abbiamo deciso di tenere questo incontro all’indomani del referendum, anche perché abbiamo la consapevolezza del ruolo determinante che istituzioni efficienti ed efficaci hanno per affrontare le sfide che ci troviamo di fronte. Il voto di domenica 4 dicembre implica profondi mutamenti di scenario politico e istituzionale, ci consegna molti elementi di riflessione sullo stato attuale della società italiana e sullo scenario futuro. Anche per questo abbiamo chiesto al professor Morrone di approfondire insieme a noi il ruolo e il posizionamento della cooperazione nella visione stabilita dalla Carta Costituzionale. Dopo la vittoria del No al Referendum ci troviamo in una fase di accelerazione dell'instabilità politica conseguente alle dimissioni del presidente del Consiglio 1

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Bologna, 12 dicembre 2016Il contributo della cooperazione per la giustizia sociale e lo sviluppo economico

Strategie per la crescita e il rilancio degli investimentiIntervento di Giovanni Monti

presidente di Legacoop Emilia-Romagna

Care cooperatrici e cari cooperatori, signori invitati, Presidente Bonaccini, benvenuti e grazie per avere accolto il nostro invito a partecipare a questo incontro della Direzione regionale di Legacoop Emilia-Romagna.

Abbiamo riflettuto a lungo sull’opportunità di tenere questa iniziativa, che non è la tradizionale assemblea regionale dei delegati, assemblea che terremo alla metà di febbraio dell’anno prossimo. Avremo la possibilità di fare un bilancio di metà mandato sia nella dimensione regionale sia dei 5 territori e dei Settori, in preparazione dell’assemblea nazionale dei delegati che si terrà successivamente.

Abbiamo deciso di tenere questo incontro all’indomani del referendum, anche perché abbiamo la consapevolezza del ruolo determinante che istituzioni efficienti ed efficaci hanno per affrontare le sfide che ci troviamo di fronte. Il voto di domenica 4 dicembre implica profondi mutamenti di scenario politico e istituzionale, ci consegna molti elementi di riflessione sullo stato attuale della società italiana e sullo scenario futuro.

Anche per questo abbiamo chiesto al professor Morrone di approfondire insieme a noi il ruolo e il posizionamento della cooperazione nella visione stabilita dalla Carta Costituzionale.

Dopo la vittoria del No al Referendum ci troviamo in una fase di accelerazione dell'instabilità politica conseguente alle dimissioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi e che ci si augura trovi un punto di equilibrio con l’insediamento di un nuovo Governo guidato dal presidente incaricato Paolo Gentiloni.

Nonostante la bocciatura della proposta di revisione costituzionale, resta la necessità di adeguare la struttura istituzionale per arricchirla di quegli elementi di semplificazione e dinamicità così necessari per far fronte alle sfide globali e ai mutamenti che si fanno sentire anche nella vita di ognuno di noi. È la stessa esigenza alla quale tentiamo di dare risposta ammodernando le forme della rappresentanza del mondo della cooperazione, attraverso la costituzione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, con un nuovo modo di fare associazione di rappresentanza.

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Lo sforzo di adeguamento e di riforma deve avere come primo obiettivo quello di assicurare quella stabilità di governo e quella continuità istituzionale che il nostro Paese fatica a consolidare.

Infatti, nonostante che in alcune realtà, come in Emilia-Romagna, le politiche di trasformazione istituzionale e della macchina burocratica comincino a dare frutti importanti, in una comparazione internazionale appare chiaro che i problemi di funzionamento delle istituzioni italiane rappresentano uno dei limiti più evidenti al dispiegarsi della competitività delle nostre imprese e dei nostri territori.

Sotto la spinta dei nazionalismi l’integrazione europea rallenta e il sostegno monetario della BCE di Draghi, pur prorogata a tutto il 2017, non durerà in eterno. Occorre perciò fare argine a una fase di incertezza per Paesi come il nostro, dalla crescita fragile e con un elevato debito pubblico che frena gli investimenti, investendo di più, puntando a una significativa crescita della produttività e migliorando l’andamento dell'occupazione.

Dalla recente ricerca del Censis emergono sia un calo della produttività nel 2016, sia una frattura netta nella società tra fasce sociali, aree geografiche e generazioni, soprattutto una pesante situazione dei giovani che, scrive il Censis, “vivono nella frontiera paludosa tra formazione e lavoro".

Occorre che alle nuove generazioni, anche a quelle cooperative, sia assegnato il compito non solo di occupare un posto di lavoro (tema attuale più che mai) ma quello di produrre benessere e innovazione assieme ad una nuova cultura civile. Il Paese, e tutti noi, deve investire di più su di loro.I nostri progetti, di promozione cooperativa ma anche quelli rivolti alla scuola superiore e alle università, i progetti di formazione e alta formazione, le proposte innovative sulla Goverance, parlano di nuovo e buon lavoro, di saperi e di culture e, anche, di forte impulso al ricambio generazionale. In tal senso vuole andare il cosiddetto "Regolamento aggiuntivo", già approvato al precedente congresso, e attivato ancora e purtroppo solo molto parzialmente nel corpo associativo.

L’efficienza delle istituzioni, il buon funzionamento della politica, una sana democrazia che valorizzi attraverso il dialogo e il confronto l’apporto di tutte le componenti sociali e culturali del paese, senza rinunciare alla presa di decisione efficiente, sono valori che hanno fatto in passato - e faranno in futuro - la differenza nel risolvere i problemi.

I dati sull’occupazione nella nostra regione diffusi recentemente dall’Istat confortano questa visione: nei primi nove mesi del 2016 la disoccupazione è al 7,1%, in vistoso calo rispetto al 9% del gennaio dello scorso anno;

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addirittura il dato del terzo trimestre indica la disoccupazione al 6,1%. L’occupazione nel terzo trimestre è cresciuta del 2,5%, più del doppio della media nazionale e quasi un punto percentuale sopra la media del Nord Est.Sono tanti i fattori che concorrono a questo risultato, che va consolidato e migliorato. Tra questi, indubbiamente, vi è la convergenza di strategie condivise, riassunte nel Patto per il lavoro tra Regione, enti locali, associazioni imprenditoriali e sindacati.

Riforma delle istituzioni, stabilità politica, innovazione imprenditoriale e sociale sono elementi intrecciati in un progetto di società che mette al centro i bisogni e le aspirazioni delle persone, che considera il giusto profitto mai il massimo profitto, la responsabilità sociale e la crescita economica sostenibile, come strumenti di una crescita civile e culturale delle nostre comunità.

È questo il cuore anche di quello che abbiamo chiamato il nostro “Progetto cooperativo”. È con il progetto, tra l’altro, che si rafforza l’autonomia dalla politica: autonomia, non mancanza di riconoscimento e di interlocuzione. Il lavoro svolto anche in tal senso da Legacoop nazionale e dall'ACI in questi anni è stato importante.

Un Progetto portatore di un nuovo Umanesimo cooperativo, che sia in grado di rinnovare il nostro modo di essere cooperatori, può rappresentare una leva decisiva e l’elemento indispensabile per qualificare la nostra autonomia politica e culturale. La Biennale della Cooperazione - che ha avuto a Bologna il suo punto di partenza proseguendo poi, con Itineraria, nel Paese - ha reso evidente questa ricchezza della presenza economica, sociale e culturale della cooperazione.

La costruzione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane non va interpretata solo come un tema di carattere organizzativo che, col venire meno delle ragioni delle antiche divisioni, diviene quasi un atto dovuto, ma va iscritto a pieno titolo nella volontà di rinnovare la società e le istituzioni del Paese e va interpretato mettendo a disposizione in modo generoso tutte le nostre migliori doti culturali e una grande passione civile. Non per subire la storia, ma per fare la storia: del movimento cooperativo, delle nostre comunità, dell’Italia!

È questa la duplice sfida strategica che abbiamo di fronte i prossimi mesi e anni : la costituzione dell’ACI e la realizzazione del Progetto cooperativo di Legacoop.

A fine gennaio dell’anno prossimo si terrà l’Assemblea nazionale ACI che lancerà la nuova fase costituente. Dovremo consolidare l’unità politica e la capacità di rappresentanza unitaria, dando anche gambe a progetti

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imprenditoriali e associativi comuni. Il rappresentarci in modo unitario ha già dato buoni risultati nei confronti del Parlamento, del Governo e dei vari livelli istituzionali e dà il senso della direzione di marcia. Per quanto riguarda l’adeguamento organizzativo è aperta una fruttuosa discussione per trovare le soluzioni più adeguate.

Tuttavia, anche in Emilia-Romagna abbiamo dovuto fare i conti, e stiamo ancora combattendo, con una crisi che si è protratta e che ancora continua in alcuni settori, in particolare e in modo spesso drammatico nel settore delle costruzioni e dell’abitare. Pur non riguardando la sola cooperazione, ma un intero comparto, queste crisi hanno ricadute pesanti nei territori di riferimento, per i nostri soci e per i lavoratori. E ricadute importanti sulla buona immagine della cooperazione.

Legacoop ha garantito e garantirà tutto il suo impegno per trovare risposte e gestire le ricadute negative, innanzitutto nel favorire la ricollocazione occupazionale dei nostri soci e dei lavoratori, con risultati ancora parziali ma da non sottovalutare. Su questo piano siamo impegnati da tempo con la Regione e con le OOSS per ottenere ulteriori risultati.

Le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare non sono state solo imprenditoriali. Ci siamo confrontati ad esempio con la crisi della CPL di Concordia dando prova di saper trovare, in un colloquio costante con le istituzioni e il territorio, le soluzioni adeguate, puntando al rinnovamento dei gruppi dirigenti e al rilancio.

Insomma, lo sforzo di questi due anni di mandato congressuale è stato quello di opporsi alle crisi, ma anche di individuare nuove prospettive e linee di azione. Dalla Crisi allo Sviuppo è lo slogan della vera e propria "offensiva" cooperativa che dobbiamo assieme attuare.

I dati di pre consuntivo 2016 e quelli del 2015 ci danno qualche ragione, anche se molto resta da fare. Complessivamente, il nostro movimento si allarga e si rafforza, soffre in alcuni settori e cresce in altri, dimostra la sua vitalità e rimane una componente decisiva della qualità dello sviluppo e della vita civile della nostra regione. Molte sono le nuove cooperative che nascono dai nostri sportelli "Fare Impresa cooperativa" presenti da anni nei territori.

Basti pensare che proprio oggi verrà annunciata la data di inaugurazione di FICO, che l’anno scorso presentammo all’Assemblea regionale come un esempio importante di presenza della cooperazione in un contesto che è insieme regionale, nazionale e internazionale.

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E sono molti i dati che potremmo portare a conforto di questa tesi. La Conferenza sulla cooperazione in Emilia Romagna organizzata alcuni mesi fa dalla Consulta regionale, con il supporto di Unioncamere, ha confermato quanto significativa sia la presenza in regione della cooperazione in generale. In quel contesto un ruolo importante hanno avuto le esperienze di workers buyout grazie alle quali si sono salvati circa 1.200 posti di lavoro di aziende fallite o in procedure varie.

Un ulteriore aggiornamento al settembre 2016 ci fornisce un quadro aggiornato, per il quale ringrazio Guido Caselli, di Unioncamere, per averci fornito alcuni dati essenziali e significativi:

Come vedete sono dati importanti e, soprattutto, fanno vedere come il cuore produttivo della Regione veda, al suo interno, un’altissima presenza cooperativa che, anche solo in termini di addetti, rappresenta il 15% degli occupati della nostra regione. Ma anche come la cooperazione sia presente in ogni parte del territorio regionale, rappresentando una risorsa che si è consolidata praticamente in ogni Comune.

Per questo siamo convinti che la cultura cooperativa possa essere un soggetto attivo in quelle realtà più deboli, come le aree più interne, le aree montane,e taluni quartieri delle città, che vedono la presenza di significative esperienze di cooperative di Comunità.

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Anche in termini di fatturato e di produzione, la cooperazione nel suo insieme fornisce un contributo determinante, tenendo conto della somma della sua complessa presenza, dell’articolazione dei suoi patti mutualistici:

Inoltre è interessante notare che la cooperazione nel suo complesso garantisce una capacità occupazionale superiore agli altri tipi di impresa, una importante funzione di tenuta.

Infatti. nonostante il calo del numero di cooperative, si riscontra un aumento costante degli occupati.

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Ci troviamo anche a dovere fronteggiare fenomeni di distorsione della forma cooperativa, cooperative fasulle(Spurie) contro le quali abbiamo organizzato una straordinaria raccolta di firme sotto una proposta di legge popolare ,che è stata trasformata in proposta di Legge parlamentare e che da gennaio dovrebbe proseguire il suo iter nel Senato.

Per questo dobbiamo continuare a lavorare anche al nostro interno, affinché alcune distorsioni presenti in settori dove il lavoro è più debole e meno qualificato vengano eliminate.

Le cooperative associate a Legacoop rappresentano uno dei cuori pulsanti, assieme a quelle aderenti ad Agci e Confcooperative, un contributo decisivo alla qualità e alla quantità della cooperazione in Italia e nella nostra regione.Nelle nostre associate si realizza circa il 70% del fatturato cooperativo totale e il 74% di quello delle aderenti a una centrale cooperativa.

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Nel mostrare e nell’illustrare una tabella di questo genere, non vi è nessun trionfalismo, nessuna presunzione, ma le difficoltà pur gravi non devono offuscare mai la consapevolezza della responsabilità che spetta alla nostra organizzazione e principalmente alle associate nel garantire uno sviluppo anche innovativo della forma d’impresa cooperativa nel XXI secolo.

Questi dati stanno anche a rappresentare il successo di una modalità di sviluppo delle cooperative che cerca di tenere insieme la crescita dimensionale e il successo economico, la tenuta dell’identità cooperativa nelle importanti e diffuse piccole e medie cooperative ma anche nelle grandi dimensioni: le cooperative aderenti a Legacoop sono il 21% del totale, ma realizzano il 52% dell’occupazione e il 70% del fatturato.

L’esperienza di Legacoop testimonia di come sia possibile pensare alla cooperazione come a una articolazione complessa di grandi, medie e piccole cooperative, in settori e con patti mutualistici anche nuovi o che, comunque, si rinnovano di fronte ai bisogni sociali vecchi e nuovi , del lavoro e della imprenditoria.

Sarà proprio su questa specificità e sulla complessità della nostra esperienza che ci ritroveremo il prossimo febbraio per approfondire le questioni aperte. Dovremo riflettere attentamente sulle diverse dinamiche dei vari settori e dei vari patti mutualistici, cercando di coglierle in un quadro sintetico.Come associazione, dobbiamo essere al fianco delle cooperative nel coglierne le potenzialità e i rischi in un orizzonte strategico in rapida evoluzione.

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Alla fine del 2015, oltre tre quarti dei bilanci delle cooperative associate si chiudevano con un utile di esercizio, percentuale pressoché invariata fatto salve poche eccezioni, rispetto all’esercizio precedente.

BILANCI IN UTILE 2015   2014   2013  

Abitazione 11 15 73,3% 11 15 73,3% 12 15 80,0%

Agroalimentare 24 29 82,8% 27 29 93,1% 26 29 89,7%

Consumatori 5 8 62,5% 6 8 75,0% 6 8 75,0%

Dettaglianti 5 6 83,3% 5 6 83,3% 5 6 83,3%

Produzione Lavoro 28 40 70,0% 24 40 60,0% 27 40 67,5%

Servizi 24 28 85,7% 23 28 82,1% 21 28 75,0%

Sociali 6 6 100,0

% 6 6 100,0

% 6 6 100,0

%

Altro 4 4 100,0

% 4 4 100,0

% 4 4 100,0

%

107 136 78,7% 106

136 77,9% 107

136 78,7%

Il risultato di esercizio in forma aggregata denota un sensibile aumento quantificabile in un +33%, e continua il trend positivo di soci e occupati, con un aumento rispettivamente del +2,9% e del +2,7%. La cooperazione, quindi, si conferma efficiente ammortizzatore nel settore occupazionale, contrariamente agli indicatori generali in tale ambito.

Numero bilanci 136 136 136CERTIFICATE L.59 - Bilancio

CIVILISTICO 2015   2014   2013Valore della Produzione 21.818.261.389 0,8% 21.649.736.842 -0,8% 21.833.090.849

Risultato Operativo Caratteristico 98.452.809 -

27,6% 135.899.325 -24,7% 180.515.998 Risultato gestione finanziaria 242.126.394 13,2% 213.882.336 26,9% 168.563.558

Risultato Extra gestione -129.181.475 15,4% -152.607.796 19,6% -189.722.574

Imposte 83.515.605 -

17,4% 101.141.748 -10,2% 112.640.049 Risultato d'esercizio 127.882.117 33,2% 96.032.117 105,6% 46.716.929

           Capitale Sociale 812.634.076 1,4% 801.223.287 0,2% 799.756.135

Riserve 7.693.401.279 1,3% 7.594.187.997 0,3% 7.570.706.444 Patrimonio Netto 8.531.766.307 1,1% 8.439.810.355 0,6% 8.386.230.531

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Debiti v/soci finanziamento 5.088.271.719 -2,4% 5.213.256.995 6,1% 4.915.581.787 Soci 3.082.843 2,9% 2.995.736 4,0% 2.881.384

Occupati 79.287 2,7% 77.215 3,5% 74.584

Disaggregando dal panorama generale gli andamenti dei singoli settori, emergono situazioni variegate e a chiaroscuro.

Faremo di questa analisi il centro della nostra iniziativa di febbraio: oggi le analisi di Hinna, Onorato e Messori ci forniranno alcuni importanti elementi di riflessione.

Di fronte a questi risultati, a questa situazione e a questo "nuovo mondo" abbiamo impostato, su mandato congressuale, una serie di attività e di ricerche che fanno perno su tre obiettivi:

1) la nuova identità della cooperativa, consapevoli che l’innovazione e l’adattamento alle nuove realtà e ai nuovi mercati passa anche attraverso un consolidamento del sistema dei valori e degli strumenti di governance. Inoltre, dal confronto con la crisi sono emersi modelli virtuosi e buone pratiche che vogliamo consolidare e diffondere;

2) il riposizionamento strategico rispetto ai mercati, anche attraverso un forte investimento sull’innovazione, cercando di cogliere le varie linee di finanziamento e sviluppo stabilite dalla Regione e dal Governo, da Industria 4.0 ai finanziamenti previsti dai Piani regionali. Dobbiamo farlo soprattutto attraverso la messa in rete delle diverse cooperative in chiave intersettoriale e interterritoriale, perché proprio questa dinamica di sistema può essere il nostro grande elemento distintivo, la leva decisiva per lo sviluppo e l’adeguamento;

3) rafforzare e riqualificare la presenza nei territori, creando lo spazio per dar vita a nuovi Progetti che colgano le esigenze di sviluppo e di tutela delle comunità, anche attraverso alleanze con altri soggetti imprenditoriali e con le istituzioni locali. In particolare, i valori della democrazia e della partecipazione, anziché invecchiare, diventano sempre più moderni, sempre più adatti ad affrontare le sfide del cambiamento, perché coinvolgono i lavoratori e puntano a forme di welfare aziendale che, in un’epoca di bassa crescita, rappresentano una risposta innovativa ai limiti delle dinamiche salariali.

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Vogliamo dare un forte impulso all’apertura di un confronto che veda protagonista l’Alleanza delle Cooperative ,con le organizzazioni sindacali, nell’ambito dell’accordo per il Patto regionale per il Lavoro e in collegamento con il tavolo di trattativa nazionale, per verificare la disponibilità di giungere a accordi e sperimentazioni sui temi dell’incremento della produttività, della partecipazione e dell’innovazione nell’organizzazione del lavoro.

Non può essere una strada adeguata quella che punta alla demutualizzazione in cambio dello sviluppo: non possiamo rinunciare a fare della cooperativa un soggetto in grado di adattarsi alle nuove condizioni di mercato, anche rispetto alle esigenze di crescita dimensionale, ma mai per sostenere la crescita, dobbiamo prescindere dall’essere cooperativa e dal controllo cooperativo degli utili strumenti societari creati per approvvigionarsi delle risorse finanziarie necessarie.

Per questo abbiamo lanciato a livello nazionale - e il sottoscritto è stato chiamato, insieme ad Aldo Soldi, a coordinarlo - un gruppo di lavoro che dovrà fare proposte per sfruttare al meglio gli strumenti a dalle nostre Finanziarie nazionali e territoriali,già esistenti e costruire nuove leve di sostegno allo sviluppo degli investimenti.

Noi con il nostro Progetto, con la rete cooperativa, assieme ad altri soggetti imprenditoriali e sociali, siamo pronti a trovare intese e alleanze per ragionare sempre più in termini di sistema territoriale integrato per competere e creare qualità in un mondo segnato da forti squilibri e diseguaglianze.

Rigenerazione urbana, welfare, risanamento degli assetti idrogeologici, prevenzione dei rischi sismici, rilancio e innovazione del comparto delle costruzioni e dell’abitare, lo sviluppo degli obiettivi strategici della logistica, la Smart Strategy che viene perseguita ai diversi livelli europeo, nazionale e regionale: sono questi gli ambiti nei quali ci stiamo cimentando e ci cimenteremo con rinnovata passione ed energia.

Si tratta, ad esempio, della diffusione delle cooperative di Comunità per l’intervento nei quartieri, nelle aree interne e, come stiamo vedendo, nelle periferie; delle esperienze dei workers buy-out; delle forme innovative così ben esemplificate dall’esperienza di VICOO (le Visioni Cooperative) portata avanti da Legacoop Bologna; dei progetti legati all’economia della cultura e della creatività e alle loro ricadute economiche, in particolare nel turismo. In tal senso determinante è stato l’impegno delle cinque Legacoop e dei Settori.

Si tratta, anche, del grande lavoro delle cooperative sociali a sostegno delle politiche regionali di contrasto alla povertà e alle nuove fragilità, continuando in un impegno storico che fa della nostra presenza in questi settori, in quelli

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del sociale e della solidarietà, in particolare nella nostra regione, un elemento sostanziale, un tratto distintivo.

In questa prospettiva, in accordo con le altre organizzazioni cooperative, intendiamo avanzare all’ANCI regionale una proposta di collaborazione per definire obiettivi comuni sui quali far convergere le nostre capacità imprenditoriali e le nostre sensibilità sociali, puntando a costruire solide alleanze locali per dare vita in ogni territorio a progetti fattibili e realizzabili,a partire da nuovi progetti di promozione cooperativa e di workes bouy out attivo.

Tutto questo ben sapendo che il rilancio della produttività e dell’efficienza del Paese passa anche attraverso un forte contrasto alla corruzione e all’infiltrazione della malavita organizzata nella politica e nel tessuto economico e imprenditoriale.

La nostra terra è fatta di istituzioni e di imprese sane, in grado di rigettare e resistere a tali aggressioni. Sarebbe sbagliato dare l’impressione di un montare incontrollato di tali fenomeni perché, oggettivamente, non è così. La criminalità organizzata non sta vincendo e la corruzione non sta dilagando. Ma bisogna sempre tenere alta la guardia e denunciare ogni tentativo di infiltrazione di cui si venga a conoscenza.

La nuova legge regionale sulla legalità e il nuovo Codice degli appalti forniscono strumenti per vigilare e combattere questi fenomeni, anche se sappiamo bene quali siano le criticità operative che il nuovo Codice porta con sé.

Procediamo con forza e convinzione su questa strada, senza abbracciare posizioni giustizialiste che finiscono, anche in buona fede, per alimentare sospetti mal riposti e strumentali e campagne che hanno il solo effetto di danneggiare la reputazione di persone e movimenti come il nostro per poi, come è accaduto di recente, sgonfiarsi e mostrare la loro inconsistenza.

Voglio qui esprimere la solidarietà di tutti i cooperatori a Rita Ghedini e Simone Gamberini, presidente e direttore di Legacoop Bologna, sottoposti per due anni a una pressione fortissima, per i quali, assieme a tutti gli indagati per la cosiddetta Colata di Idice, è stata chiesta l’archiviazione per la palese insussistenza delle accuse. Ora auspichiamo che il Gip accolga questa giusta e sacrosanta richiesta. Forte solidarietà a Piero Collina, già presidente del CCC, assolto nel processo sul People Mover.

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Mi auguro di avere delineato il quadro dentro il quale Legacoop, i cooperatori e le cooperatrici dell’Emilia-Romagna possono offrire il proprio contributo al rinnovamento del paese e dei territori.

Diamo a tutti appuntamento per il prossimo febbraio, quando, a metà del mandato congressuale, potremo fornire una analisi dettagliata del lavoro che, tutti assieme, abbiamo fatto in questi anni.

Voglio concludere citando le considerazioni del celebre scienziato Stephen Hawking, pubblicate qualche giorno fa dalla stampa.

“Per me - ha scritto Hawking -, l’aspetto veramente preoccupante è che mai come adesso, nella storia, è stato maggiore il bisogno che la nostra specie lavori insieme… È necessario abbattere le barriere interne ed esterne alle nazioni, non costruirle. Con le risorse sempre più concentrate nelle mani di pochi, dovremo imparare a condividere molto più di quanto facciamo adesso. Non stanno scomparendo solo posti di lavoro, ma interi settori, e dobbiamo aiutare le persone a riqualificarsi per un nuovo mondo, e sostenerle finanziariamente mentre lo fanno”.

Aggiungo a queste considerazioni, che sottoscriviamo, la constatazione che il mondo ha bisogno di pace per l’imperversare di guerre e terrorismo. Lo diciamo sempre troppo poco: recuperiamo parole straordinariamente importanti: pace, libertà, democrazia, lavoro, solidarietà .

Accettiamo le sfide del nuovo mondo e trasformiamole in opportunità . Lavorando assieme - e solo assieme - possiamo farcela.

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