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Èiniziato nell'istante che ho aperto lo scatolo e ho visto un cabinet in legno. È stato un soffio di acuta e affettuosa nostalgia tale che non avevo sperimentato per un prodotto nuovo dall' STA25 Mk IV di Arthur Radford 33 anni fa. Il pre Luxman CL38uSE e il finale stereo MQ- 88uSE hanno dato pochi indizi della loro nasci- ta nel Ventunesimo secolo. Dichiaratamente questi prodotti commemorati- vi sono stati apparentamente creati per marca- re i 90 anni dell'esistenza di Luxman, che iniziò nel 1925. Meglio tardi che mai, no? Quello che certamente indica una nascita contemporanea sono i prezzi, rispettivamente 9990.00 euro la coppia, ma dubito che chiunque li acquistereb- be separatamente - sarebbe come dividere una coppia Quad 33/303. PERFETTA SINERGIA Fortunatamente per i nostalgici, questa coppia è così sinergica che mi sentirei raccapricciato semplicemente provando ognuno di essi con altri componenti. Per lo più li ho ascoltati insie- me come un ‘set’, anche se ognuno potrebbe stare da solo, e mi sono subito reso conto che nessuna combinazione che potessi escogitare - mischiandoli con Quad, Audio Research, McIntosh ed altri prodotti superlativi - sarebbe stato in grado di replicare l'armonia. Un semplice sguardo alle foto spiega la travol- gente alluvione di nostalgia di chiunque ricordi l'era pre-digitale. A parte per un ingresso eti- chettato ‘CD’ e per il calibro dei terminali per gli altoparlanti che semplicemente non esistevano nel 1970, c'è poco a indicare che questi sono, in realtà, attuali. Il preamplificatore deve la sua attitudine e molto del suo layout al CL-35 del 1970 e il finale di potenza è realmente un rein- carnazione circa-2017 dell'MQ-60 del 1969. Naturalmente qualcuno vedrà questi pezzi commemorativi come una trovata che sempli- cemente non è rilevante nel mondo dello strea- ming, del Wi-Fi e di altri sviluppi post-compu- ter, e introdotti per compiacere coloro che amano i conforti di un'era passata. Ciò non di meno sono incline a mostrare generosità di spi- rito a riguardo perché sappiamo che non si tratta di un gioco di cult, come usare una mac- china fotografica a pellicola, perché la rinascita della Mini e della Fiat 500 dimostra che è qual- cosa di più globale. Più specificatamente, se usate valvole, tuner FM, nastri o vinile, siete già presi da un amore per l'obsoleto, per cui accettiamo che la coppia Luxman ha un'attrattiva che non ha assoluta- mente nulla a che vedere con le prestazioni o il ‘value for money’. E se avessi 9990.00 euro in più da spendere, li comprerei entrambi in un minuto. Dentro al CL-38uSE ci sono valvole moderne, quindi non c'è bisogno di giocare intorno con qualunque triodo vintage NOS (New Old Stock) ECC802 ed ECC803 equivalente si possa “...creati per marcare i 90 anni dell'esistenza di Luxman...” HARDWARE REVIEW: PRE FINALE & STADIO FONO LUXMAN PRE FINALE 123 45667 STADIO FONO 234 5567 KEN KESSLER / HI FI NEWS Video Link IL PRODTTO Per vedere nostro video dimostrativo del prodotto con Andio Morotti CLICK CLICK pagina 6 aprile 2017 AUDIOPHILE sound DIGITAL pagina 6

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Èiniziato nell'istante che ho aperto loscatolo e ho visto un cabinet in legno. È statoun soffio di acuta e affettuosa nostalgia taleche non avevo sperimentato per un prodottonuovo dall' STA25 Mk IV di Arthur Radford 33anni fa.Il pre Luxman CL38uSE e il finale stereo MQ-88uSE hanno dato pochi indizi della loro nasci-ta nel Ventunesimo secolo.Dichiaratamente questi prodotti commemorati-vi sono stati apparentamente creati per marca-re i 90 anni dell'esistenza di Luxman, che iniziò

nel 1925. Meglio tardi che mai, no? Quello checertamente indica una nascita contemporaneasono i prezzi, rispettivamente 9990.00 euro lacoppia, ma dubito che chiunque li acquistereb-be separatamente - sarebbe come dividere unacoppia Quad 33/303.

PERFETTA SINERGIAFortunatamente per i nostalgici, questa coppiaè così sinergica che mi sentirei raccapricciatosemplicemente provando ognuno di essi conaltri componenti. Per lo più li ho ascoltati insie-me come un ‘set’, anche se ognuno potrebbestare da solo, e mi sono subito reso conto chenessuna combinazione che potessi escogitare -mischiandoli con Quad, Audio Research,McIntosh ed altri prodotti superlativi - sarebbestato in grado di replicare l'armonia. Un semplice sguardo alle foto spiega la travol-gente alluvione di nostalgia di chiunque ricordil'era pre-digitale. A parte per un ingresso eti-chettato ‘CD’ e per il calibro dei terminali per glialtoparlanti che semplicemente non esistevanonel 1970, c'è poco a indicare che questi sono,in realtà, attuali. Il preamplificatore deve la suaattitudine e molto del suo layout al CL-35 del

1970 e il finale di potenza è realmente un rein-carnazione circa-2017 dell'MQ-60 del 1969.Naturalmente qualcuno vedrà questi pezzicommemorativi come una trovata che sempli-cemente non è rilevante nel mondo dello strea-ming, del Wi-Fi e di altri sviluppi post-compu-ter, e introdotti per compiacere coloro cheamano i conforti di un'era passata. Ciò non dimeno sono incline a mostrare generosità di spi-rito a riguardo perché sappiamo che non sitratta di un gioco di cult, come usare una mac-china fotografica a pellicola, perché la rinascitadella Mini e della Fiat 500 dimostra che è qual-cosa di più globale.Più specificatamente, se usate valvole, tunerFM, nastri o vinile, siete già presi da un amoreper l'obsoleto, per cui accettiamo che la coppiaLuxman ha un'attrattiva che non ha assoluta-mente nulla a che vedere con le prestazioni oil ‘value for money’. E se avessi 9990.00 euro inpiù da spendere, li comprerei entrambi in unminuto.Dentro al CL-38uSE ci sono valvole moderne,quindi non c'è bisogno di giocare intorno conqualunque triodo vintage NOS (New OldStock) ECC802 ed ECC803 equivalente si possa

“...creati per marcare i90 anni dell'esistenza

di Luxman...”

HARDWARE RREVIEW: PRE FFINALE && SSTADIO FFONO

LUXMANPRE FINALE 123 45667STADIO FONO 234 5567KEN KESSLER / HI FI NEWS

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possedere. Aspetto e posizionamento a parte,questo è un serio preamplificatore high-end adalta risoluzione con un superbo stadio fono,con MM e due regolazioni per MC attraverso untrasformatore di step-up e quattro ingressilinea. Sono tutti a standard RCA sbilanciato maposso immaginare il dibattito interno in Luxmana favore o contro l'aggiunta di ingressi e usciteXLR bilanciati, che avrebbe distrutto l'illusionedi un viaggio nel tempo. Tutto il resto traspira lusso Lux, come l'azionedelle levette deliziosamente morbide e deicommutatori rotativi, e un controllo di volumemotorizzato che risponde a un telecomandoche offre solo il su e giù del volume e il muting- una concessione minore alla modernità.In aggiunta al fono, al CD e ai tre ingressi dilinea, ci sono due uscite per finale e un anellotape completo. Sono anche presenti controlli ditono variabili con tre regolazioni ognuno e unalevetta di esclusione, un interruttore mono, unfiltro high pass, il bilanciamento e tutto quantoi puristi hanno esorcizzato. L'unica cosa chemanca è un'uscita cuffia. A parte i connettori per altoparlanti stile WBT, ilfinale MQ-88uSE potrebbe anch'esso esserearrivato con una macchina del tempo. Il suolayout con quattro KT-88, due ECC803 e dueECC802, più la posizione dei trasformatori -ognuno in un contenitore d'alluminio - richiamaperfettamente i suoi antenati, e anch'esso,evita ingressi XLR.Quello che offre è una caratteristica chepotrebbe incoraggiare il suo acquisto senza ilCL-38uSE perché ha entrambi gli ingressi, fissoe variabile selezionabili attraverso una piccola

manopola sul retro, mentre sul frontale c'è uncontrollo di volume. Collegate una modernasorgente a livello linea e potete usarlo con il piùbreve percorso di segnale possibile. Dato la sua potenza di soli 20W per canale su4 e su 8 Ohm e il mio desiderio di ricreare lecondizioni degli anni ‘70, così come delle condi-zioni attuali, ho scelto come diffusori deiRogers LS3/5 A da 15 Ohm e dei KEF LS50. Lesorgenti comprendevono testine Lyra,Clearaudio e Shure sul SME 30/12, mentre illettore CD era il mio Marantz DV 8300.UNA PRESTAZIONE SCINTILLANTEQuando ho acceso la coppia per la prima volta,una parola (senza premeditazione) ha fattocapolino nella mia testa: trasparenza. Non si ciaspetta che un amplificatore tutto valvolare distampo così vintage (nonostante che sia ineffetti una novità) emetta questo tratto partico-lare come suo biglietto da visita. Mi aspettavo‘caldo’, ‘grasso’, ‘pieno’ o qualunque litania diconfortevoli aggettivi che contraddicesserotutto quanto è moderno e digitale. Non impor-ta cosa gli ho dato in pasto, la combinazioneLuxman ha emesso il genere di apertura e ario-sità associata con apparecchiature a stato soli-

do progettate per impressionare topi da labora-torio invece che amanti della musica. Ciò che loha reso ancora più inquietante è stato che que-sto era evidente attraverso piccoli due vie che,pur essendo entrambi superbi esempi del gene-re, sono difficilmente comparabili con delleMartin Logan Neolith. Questo ha fatto schioc-care in una bolla la lampadina sulla mia testa,tutto questo era dovuto alla sinergia del siste-ma.Come mia abitudine la seduta inizia con At Lastdi Lou Rawls (Blue Note CDP 7 91937 2), chesi apre con un pianoforte delizioso e un bassoricco. La ciliegina sulla torta è la voce piena dimelassa di Rawls. Corde dolci e ottoni pastosisullo sfondo, entra Dianne Reeves con la suavoce tanto cristallina quanto melmosa è quelladi Rawls. Il bilanciamento di questi ingredientirichiederebbe la prosa violacea di un critico diristoranti, ma questo sarebbe complicarel'esperienza. Invece posso solo descriverlacome ‘reale’.Qualunque cosa fumano alla Luxman, ne voglioun po'. Hanno dato voce a queste elettronicheper coccolare perfettamente le naunce dei can-tanti mentre rispettano le richieste degli stru-

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menti acustici, del basso elettrico e delle percus-sioni. E la preoccupazione per la spazialità!Anche con il segnale per la cuffia prelevato dallaseconda uscita del pre e collegata al Quad PA-One, sono stato in grado di individuare meglio diquanto immaginassi la posizione degli strumentie l'aria con l'Audeze LCD-Xs. Continuo a riprodurre Rio di Mike Nesmith(Infinite Tuesday: Autobiographical Riffs - TheMusic, Rhino 08 1227938-17). A 30 secondi dal-l'inizio, la batteria attraversa il fronte sonoro, el'effetto esisteva prima degli anni Settanta,richiamando i primi dischi stereo dimostrativi coni loro estremi sinistro/destro. Ma questa è unaregistrazione che scintilla, con la pedal steel gui-tar e le voci che godono di una melodia nonristretta in alcun modo. La combinazioneLuxman ha elevato la performance con un caldoe soffuso luccichio che fà dimenticare ogni cosadella tecnologia. Semplicemente si vuole ascol-tare. Per sempre.

PARADISO HEAVY METALMa andiamo avanti con il vinile e Rock'n'RollHoochie Coo di Rick Derringer (All-AmericanBoy: Blue Sky PZ32481) che è un assalto con unduo di chitarre, dappertutto, con bassi tuonantie potente batteria. Chiedere alla coppia Luxmandi emettere questo suono tagliente com'è, pro-vocatoriamente in tutta la sua gloria è simile adaspettarsi che il sommelier di Le Caprice racco-mandi una Coca Cola!Wham! L'MQ-88uSE pilota queste LS50 nel para-diso dell'heavy metal - nessuna mancanza dipotenza, nessuna riduzione dei colpi, e le chitar-re che salgono alle stelle. Con le stesse che cam-biano canali, con il passaggio diretto, veloce econsistente. Se mi avessero chiesto, avrei detto

che stavamo ascoltando un Crown DC-300Aattraverso delle enormi JBL. I Luxman hannomostrato l'esatta natura camaleontica che unsistema capace deve esibire se deve essere ognicosa per ogni persona. Naturalmente il sistemain prova non è ‘universale’ in ogni tratto. Nonfunziona in bilanciato, ha un wattaggio limitato,non ha DAC interno - occorre continuare a ripe-tere: ‘è il 2017, è il 2017’. Dunque il penny cadedi nuovo. Occorre separare il suono dalla cele-brazione. Questa combinazione pre-finale vi confonderà senon siete preparati a sospendere la vostra incre-dulità e abbracciare l'estetica degli anni ‘70.Dall'altro lato della stanza pensate che stateosservando un oggetto da collezione in perfettecondizioni. Le vostre orecchie vi comunicanodiversamente, perché non c'è morbidezza artifi-ciale alle frequenze estreme, mentre la padro-nanza di sé non vi sta trasportando nell'era delRogers Cadet e del Leak TL12.

PERFETTA ANALOGIAPoi la rivelazione mentre stavo ascoltando unbrano di musica che condivide il preciso artificiodi questo capolavoro retrò. That Thing You Do!(CD single, Epic/Play-Tone EPC 664055) di TomHanks, la ricreazione nel 1996 di un immagina-ria band americana della metà degli anniSessanta, ispirata dalla British Invasion. La trac-cia era così impeccabile - melodia, liriche, perfor-mance - che si può perdonare chi pensa cheHanks abbia trovato qualche outtake perduto da,ad esempio, Ian And The Zodiacs e l'abbia copia-ta. Ma no, le sue orecchie erano perfettamentesintonizzate su 30 anni prima. Tutto quello che si deve udire è la tensione dellapelle del tamburo in apertura, lo strimpellare

della chitarra e le armonie ispirate ai Fab Fourper realizzare che l'accenno dei Luxman al lorovecchio catalogo è perfetto per quest'era comeun box set rimasterizzato. E questa è l'analogia:la coppia sta ai propri predecessori come tutte leristampe anniversario di quest'anno stanno aiclassici come Fresh Cream e Sgt. Pepper.Ora le brutte notizie. Solo 100 coppie sarannoprodotte, che semplicemente non è abbastanza.Così una parola alla Luxman: so che doveterispettare le Limited Edition in modo che l'inve-stitore-tipo possa dormire sonoramente. Ma fatea voi stessi un favore. Realizzate un non-limitedCL-38u con le uscite bilanciate. Accoppiatelo conun MQ-150u con le KT-150. Queste possono per-fino entrare nella griglia di protezione esistente.Voi sapete che ha senso!

VERDETTO Sebbene sia temperato da quasi 35 anni diascolti e di restituzione delle apparecchiature,anche questo condizionamento non può allevia-

re lo straziante sentimento di perdita quando holasciato questi andare. No, questo non e il modopiù saggio di spendere 8.500 sterline per unacombinazione tutta valvolare, ma io sospetto cheil CL-38uSE e l'MQ-88uSE non hanno bisogno dispiegazioni per chi usa penne stilografiche, vini-le e orologi meccanici. Come me. Amo queste damorire. Ken Kessler / Hi Fi News

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LUXMANPRE FINALE CL-38uSE FINALE MQ-88uSE

Distribuzione:TecnofuturoVia Rodi, 6Brescia tel: 030 245 2475fax: 030 247 5606mail: [email protected]: www.tecnofuturo.itPrezzo: 9990.00 euro

DISTRIBUZIONE && PPREZZO

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L'Inghilterra negli anni '80 era certa-mente uno dei pochi paesi che facevanoscuola nel campo dell'alta fedeltà: era rima-sta fedele a un certo ideale sonico e nonaveva ceduto alla tentazione di competerecon l'industria giapponese che, nel decennioprecedente, aveva cominciato a invadere ilmercato mondiale con i suoi rack a buonmercato. La storia della Epos, nata nel 1983ad opera di Robin Marshall, si colloca in que-sta linea di autonomia rispetto alle diverse

tendenze del mercato, compresa la hi-end,che proprio in quegli anni si stava diffonden-do nel mondo audiofilo con apparecchi daicosti spesso esorbitanti, ai quali, però, nonsempre corrispondeva un una equivalentequalità sonica. Così, nonostante la vendita,nel 1999, alla Creek, la Epos ha continuatonel suo impegno di realizzare diffusori dalgrande suono e dall'elevato livello costrutti-vo, ma dai prezzi contenuti. D'altra parte,Michael Creek condivideva pienamente que-sta filosofia di Robin Marshall.Le K3 sono il modello più grosso dei diffusoridella serie K, nata nel 2014 e improntata aduna semplicità costruttiva frutto di studi ericerche concernenti la realizzazione deglialtoparlanti, l'assemblaggio del cabinet e l'in-gegnerizzazione del cross-over. Sono dei dif-fusori da pavimento a 2,5 vie che montano inreflex due woofer da 187 mm e un tweeter acupola da 25 mm. I woofer hanno il cono inpolipropilene con ogiva centrale e utilizzanouna bobina mobile da 25 mm ad alta tenutain potenza. Il tweeter ha la cupola in setatrattata, la bobina raffreddata con ferrofluidoe il magnete in neodimio. Il cross-over utiliz-za per il tweeter un filtro del primo ordine,mentre per il medio-basso e basso uno delsecondo ordine. Sui bassi i due woofer lavo-rano in parallelo, mentre sui medi solo unodei due altoparlanti resta in funzione e siincrocia in alto col tweeter. Il reflex, conl'uscita anteriore a feritoia, utilizza l'accordoHVSP (High Velocity Slot Port), che, secondo

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“...creati per marcarei 90 anni dell'esistenza

di Luxman...”

EPOSDIFFUSORIEXCITE X44

KEN KESSLER / HI FI NEWS

il costruttore, riduce di molto le turbolenzeinterne e, di conseguenza, la distorsione, per-mettendo inoltre un carico di aria ottimale peril mid-woofer nella zona di incrocio col twee-ter.Una cura particolare la Epos pone nella pro-gettazione e costruzione del cabinet, chevuole giustamente sordo per evitare che iriverberi interni possano in qualche modosporcare il suono. Il cabinet delle K3 è la clas-sica torre di dimensioni abbastanza contenu-te (212 x 300 x 935 mm), realizzata in MDFad alta densità e ottimamente rinforzataall'interno. L'assorbente è costituito da mate-riale acrilico accuratamente disposto. Dueparticolarità caratterizzano poi questo cabi-net. La prima è evidente anche per l'osserva-tore distratto: il pannello posteriore, diviso indue parti, è fissato al resto della cassa connumerose viti ed è così facilmente rimovibile,in modo da rendere agevole qualunque inter-vento si rendesse necessario all'interno deldiffusore. La parte inferiore del pannello, più

piccola di quella superiore, ospita i quattromorsetti dorati che rendono possibile il pilo-taggio in bi-wiring e, all'interno, una parte delcross over. La seconda particolarità si nota sesi osservano da vicino gli altoparlanti sul fron-tale: non si vedono viti di fissaggio. Questoperché i woofer non sono direttamente avvi-tati al baffle, ma ciascuno a un pannello a suavolta fissato al frontale per mezzo di viti nonpassanti. In questo modo gli altoparlanti risul-tano disaccoppiati rispetto al mobile, così daevitare le interazioni tra il baffle e i trasdutto-ri. Inoltre, i sottopannelli fungono anche darinforzi in modo da fare guadagnare ulteriorerigidità all'intero cabinet. Insomma, le K3 misembrano in tutte e per tutto dei diffusori benprogettati e ben realizzati, con la necessariaattenzione a quei particolari che in qualchemodo possono avere una benefica influenzasul suono come il cablaggio interno realizzatocon cavi di rame OFC e le quattro belle puntein acciaio sulle quali poggia ciascun diffusore.In più, le nostre Epos vantano una risposta infrequenza che va dai 41 Hz ai 30 KHz, unaefficienza di 91 dB e una potenza accettata di200 Watt. Sono dati che stanno ad indicare lacapacità di questi diffusori di sonorizzare ade-guatamente anche ambienti di grandi dimen-sioni con un suono completo e ben estesosugli estremi, ma anche che possono tranquil-lamente essere utilizzate amplificazioni dipotenza ridotta. Infine, la ciliegina sulla torta:le K3 costano solo 1899 euro la coppia, che èdavvero un buon prezzo.Le prove si svolgono nella mia abituale salet-ta di circa 100 m³ dall'acustica ottimizzata e

resa un filo assorbente per mezzo di DAAD eTube Traps. L'impianto a cui collego le K3 ècosì costituito: sorgente digitale North Starcomposta dal recentissimo lettore di CDMagnifico e dal convertitore Supremo, ampli-ficatore Pathos TT, un Inpol con 30 Watt inclasse A, e integrato a valvole MastersoundDueventi SE. Cablaggio Taga, Klimo e WhiteGold. Il posizionamento delle nostre Epos nonpresenta difficoltà, in quanto l'emissioneanteriore del reflex consente loro di funziona-re egregiamente anche a poca distanza dallaparete posteriore. Io, tuttavia, preferiscotenerle molto più vicine al punto di ascolto, inmodo da lasciare alle loro spalle lo spazio perla costituzione di un credibile soundstage, sei diffusori sono capaci di generarlo. E le K3 ne

sono ampiamente capaci: il palcoscenico vir-tuale è ampio e decisamente profondo. Su diesso gli strumenti hanno una posizione stabi-le e ben definita e i diversi piani sonori sonochiaramente individuati. Il suono, come pre-vedevo, è concreto e realistico, con bassi soli-di, profondi e articolati, medi corposi e puliti,di grande intelligibilità, e una gamma altaestesa e dettagliata, giustamente ariosa. Latimbrica è correttissima e il bilanciamentotonale ineccepibile. La dimensione degli stru-menti appare, inoltre, assolutamente realisti-ca. Le voci femminili sono piacevoli e prive dicolorazioni, mentre quelle maschili, giusta-mente corpose, mi sembra abbiano una per-sonalità un filo più marcata. Ma, evidente-mente, molto dipende anche dall'incisione. La

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grande orchestra sinfonica è ben articolata ecorrettamente disposta. Mette in mostra chia-ramente i suoi colori e il suo amalgama, carat-terizzato, con le buone registrazioni, da unagrande pulizia e da un'ineccepibile dinamica,molto naturale. Le K3 non vogliono sbalordirein nessuno dei parametri sonici che solitamen-te vengono presi in considerazione: si limitano(si fa per dire) a suonare con grande accura-tezza e trasparenza. Le informazioni e le sfu-mature che riescono a riprodurre sono davve-ro moltissime, ma anche questo fanno conassoluta naturalezza. Ottima la dinamica: ilmacrocontrasto è netto e solido e il microcon-trasto è estremamente accurato. Un gran belrisultato, che valorizza a dovere la riproduzio-ne musicale. Ho l'impressione di essere davan-ti a due diffusori capaci di una eccellente linea-rità di emissione, senza rigonfiamenti né esili-tà. Dalle ottave inferiori a quelle superiori ilsuono si distende senza incertezze e con gran-de coerenza. Merito delle due vie e mezzo edell'ottimo cross-over. Faccio fatica a pensareche ci possa essere qualcuno a cui le K3 nonpiacciano: secondo me è difficile trovare dellevalide alternative tra i diffusori da pavimentoda meno di 2000 euro la coppia. E, a ben pen-sarci, anche nel segmento fino a 5000 euro. Ilche non vuol dire che siano i migliori diffusorisul mercato, ma solo che sarebbe un peccatonon prenderli nella debita considerazione daparte di chi intende acquistare una coppia dicasse da pavimento di qualità per il proprioimpianto. Tra l'altro, la buona efficienza di que-ste Epos consente, come vi dicevo, di collegar-

le anche con amplificazioni di potenza limitata,come il Mastersound utilizzato nelle prove, cheeroga una ventina di Watt per canale. A chi,invece, ama disporre di molti Watt, ricordo,comunque, che le K3 sopportano potenze sinoa 200 Watt.A me piace giudicare la qualità un diffusoreanche in base alla sua sensibilità per i cavi e leamplificazioni. Anche in questo le nostre Eposnon deludono, dimostrando di sapersi felice-mente interfacciare sia con lo stato solido checon le valvole. Secondo me, infatti, per lacostituzione di una catena di vera alta fedeltàè fondamentale sapere che il carattere dell'am-plificazione è facilmente riscontrabile nel suonofinale dell'impianto, perché solo in questomodo diventa possibile effettuare delle scelteragionate e ponderate. Con le K3 è così: la soli-dità e la autorevolezza del Pathos traspaionocon evidenza, mentre con il Mastersound ilsuono è chiaramente influenzato dalla delica-tezza e dalla morbidezza delle valvole. Lo stes-so discorso vale per i cavi: le K3 lasciano tra-sparire con grande onestà le caratteristichesoniche dei cavi e sono molto sensibili anche albi-wiring. Viene inevitabilmente voglia di utiliz-zare un cablaggio di alta qualità, anche se piut-tosto costoso. Naturalmente, se uno ha i soldiper farlo. Altrimenti si può cominciare con unbuon cavo risparmioso e rinviare nel tempo lescelte più dispendiose. Nelle mie prove ho uti-lizzato il Taga Platinum 18 (80 euro 3+3 m ter-minati), il Klimo Aisis, che costa 440 euro lacoppia di 2,5 + 2,5 m terminata, e poi sonopassato al White Gold pi greco in bi-wiring, ma

qui siamo su ben altri prezzi. In tutti gli abbi-namenti le K3 hanno dimostrato di sapere ade-guatamente valorizzare la qualità del cavo,migliorando via via in trasparenza e in ariosità.Anche con il Taga in monowiring il loro suonoè corretto e musicale, solo che si sente che hadelle potenzialità inespresse.Tra i tanti pregi delle K3 uno che mi colpisce èla loro capacità di coniugare la trasparenza delsuono con la corposità e l'articolazione. È unacosa a cui, magari, non si presta sempre ladebita attenzione perché appare, ed è, quellache chiamiamo naturalezza. E tutti noi audiofi-li cerchiamo proprio una riproduzione naturaledella musica. Solo che, quando la troviamo,pur apprezzandola, la diamo un po' per sconta-ta, perché non è una caratteristica spettacola-re e appariscente. E invece è una cosa da tene-re nella massima considerazione, perché è veroche, quando c'è, può essere considerata ovviae normale, ma è ancora più vero che, quandomanca, ci rendiamo subito conto che il suono èartificioso e quasi inascoltabile. L'equilibrio e lanaturalezza rendono questi diffusori dellecasse per tutti i tipi di musica, perché sannoessere raffinati con la musica da camera, pode-rosi con quella sinfonica, intimi con il jazz,molto piacevoli con il pop e duri quanto bastacon il rock. Per quanto mi riguarda, da moltianni sono un convinto estimatore dei prodottiEpos e le K3 mi confermano nella mia opinionesul marchio britannico. Sono diffusori ben pen-sati, ben costruiti, ben suonanti e con un rap-porto qualità/prezzo e suono/prezzo incredibil-mente favorevole. Andio Morotti

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LUXMANPRE FINALE CL-38uSE FINALE MQ-88uSE

Distribuzione:TecnofuturoVia Rodi, 6Brescia tel: 030 245 2475fax: 030 247 5606mail: [email protected]: www.tecnofuturo.itPrezzo: 9990.00 euro

DISTRIBUZIONE && PPREZZO

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EPOS DIFFUSORI K3Tipo: diffusore da pavimentocon reflex frontaleNumero vie : 2,5Altoparlanti: 2 woofer 187 mm inpolipropilene

1 tweeter 25 mm acupola in seta trattataImpedenza: 4 OhmEfficienza: 91 dBPotenza: 200 WattRisposta in frequenza: 41 Hz - 30 KHzCablaggio interno: cavo OFCFiniture: nero o bianco opacoGriglia: opzionale a fissaggiomagnetico Dimensioni: 212 x 300 x 935 mmPeso: 18 Kg

SPECIFICHE TECNICHE