10 ANNI DOPO Freghiamoli cosË Pure il Fascistellum Ç ... · Camera non abbia agito in buona fede:...

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Sabato 14 ottobre 2017 – Anno 9 – n° 283 e 1,50 – Arretrati: e 3,00 Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 y(7HC0D7*KSTKKQ( +_!#!z!#!& a 1,50 - Arretrati: a 3,00 - a 16,00 con il libro “Vasco” a 1,50 - Arretrati: a 3,00 - a 16,00 con il libro “Vasco” a 1,50 - Arretrati: a 3,00 - a 12,00 con il libro “Il disobbediente” » FERRUCCIO SANSA “L a letteratura sopravvive- rà. Amici scrittori dico- no che il nostro lavoro è finito. Non sono d’accordo, la parola scritta ha tenacia e futuro. Sorprende sempre, anche l’autore. Solo la letteratura, più del cinema e altre arti, ti dà un’idea dell’altro. Ti fa entrare dentro di lui”. Lo scrittore Ian McEwan è in Piemonte per ri- tirare il premio Bot- tari Lattes Grinza- ne alla carriera. Mister McE- wan, viviamo u- na crisi di identi- tà. L’Europa è preoccupata dalle on- date migratorie. Lei pensa che la letteratura possa dire chi siamo e chi saremo? L’immigrazione e il populi- smo sono questioni gemelle, mettono in luce una crisi d’identità. Si sente di nuovo la pa- rola ‘guerra’. Ma non è la fine della storia. Piuttosto è l’inizio di una nuova storia, guida- ta da tecnologia e politica. La letteratura non è protago- nista, ma spero rinasca come la Fenice. Proprio perché aiu- ta a capire gli altri. SEGUE A PAGINA 21 L’INTERVISTA “La letteratura non è più centrale ma spero faccia come la Fenice” McEwan: “Scrivere sì, però ho il tennis...” IL FOTOGRAFO Kirkland: “Io a 27 anni con Marilyn sotto il lenzuolo” q FERZETTI A PAG. 22 La cattiveria Pomodori e uova contro ristorante McDonald’s. I dipendenti: “E questa roba che cazzo è?” WWW.FORUM.SPINOZA.IT SOCCORSO ROSSO Due modi di distribuire seggi Pure il Fascistellum è scritto coi piedi: ma la solita Boldrini sbianchetta l’e r ro re 10 ANNI DOPO Quel che resta del sogno q RODANO DA PAG. 7 A 10 Funeral party del Pd Prodi e Parisi: “Oggi è un giorno di lutto” Fondatori “Dopo questa legge elettorale nulla da festeggiare” p Se n’è accorto per primo Alfredo D’Attorre: nel caso in cui una forza poli- tica elegga tutti i suoi candidati in un collegio ci sono disposizioni divergenti per attribuire i posti in Parlamento q CERASA E PALOMBI A PAG. 2 - 3 Freghiamoli così » MARCO TRAVAGLIO D aniele Luttazzi, ai tempi di B., coniò un’immagine che rendeva bene l’idea: il “golpe al rallentatore”. Se al- ziamo lo sguardo e ripercorria- mo la storia di quest’ultima le- gislatura, proprio questo vedia- mo: un golpe al rallentatore. Do- ve però B. non c’entra se non di straforo: i veri golpisti sono tutti targati Pd. Il Parlamento dei no- minati con una maggioranza e- strogenata da una legge eletto- rale poi dichiarata illegittima, che dunque è una minoranza, si è permesso di fare cose mai viste neppure ai tempi di B.: rielegge- re il capo dello Stato per cacciare all’opposizione l’unica forza po- litica che ha vinto le elezioni (i 5Stelle) e mandare al governo chi le ha perse; riformare la legge elettorale a colpi di fiducia per iniziativa del governo (Italicum, incostituzionale anche quello); tentare di cambiare un terzo del- la Costituzione a botte di cangu- ri e tagliole per strozzare il di- battito in Parlamento, addirittu- ra rimpiazzando i senatori non allineati; comprare pezzi di cen- trodestra per annetterli al cen- trosinistra; ricattare chi non ci sta con la minaccia di non rican- didarlo; incoraggiare il trasfor- mismo fino a 550 cambi di casac- ca (su 945 seggi parlamentari) in quattro anni e mezzo; e ora truc- care un’altra volta le regole del voto a pochi mesi dalle urne per drogare gli scarsi consensi di chi aveva perso nel 2013 e si appre- sta a riperdere nel 2018 elimi- nando chi potrebbe rivincerle), ancora una volta a colpi di fidu- cia e con la complicità dei poteri di controllo: il Quirinale del si- lenzio-assenso, i giornaloni e le tv di regime, gran parte del mon- do intellettuale, giuridico e arti- stico ieri sulle barricate, ora al- lineato e coperto. T ut t’intorno, un’o pi ni on e pubblica per metà disinformata dalle balle del potere che non trovano mai smentita e per metà consapevole, ma troppo mitri- datizzata o stremata o rassegna- ta dopo anni di vergogne ogni giorno più gravi per trovare la forza per reagire. Anche noi del Fatto, nati proprio per dare la sveglia e scrivere ciò che gli altri non dicono, ci domandiamo spesso che hanno fatto di male i lettori per sorbirsi ogni giorno un attentato al fegato e alle co- ronarie per effetto delle nostre cronache e delle nostre analisi delle cose come stanno. Poi na- turalmente continuiamo, per- ché un giornale che non dice pa- ne al pane e non racconta i fatti nudi e crudi non è un giornale. E perché ogni tanto le nostre bat- taglie partono in beata solitudi- ne, ma poi col tempo coinvolgo- no milioni di persone e addirit- tura riescono a strappare una vittoria. Come nel referendum del 4 dicembre 2016. È da lì che dobbiamo ripartire, per capire che cosa accade e che cosa pos- siamo fare noi. SEGUE A PAGINA 24 NON SOLO DIFESA Trovato nel decreto fiscale lo strumento per lo spoils system La marcia sulle nomine: resta Toschi, scaricato Del Sette p Con il trucco delle coperture previdenziali di pochi militari di alto rango viene inserito nel docu- mento economico il siste- ma per un giro di poltrone q TECCE A PAG. 6 STUDENTI IN PIAZZA La nuova crociata di Trump: disdire l’intesa sul nucleare raggiunta da Obama con l’Iran , definito “regime fanatico”. Tutto per scatenare la gelosia di Kim? L’ANALISI Altro che Unesco Per Usa e Italia conta il business q GIOVANNI VALENTINI A PAG. 13 Scuola-lavoro, la rivolta: “Basta sfruttarci gratis” q ROTUNNO A PAG. 15 ELEZIONI E TIVÙ: SERVONO GARANTI PER ASSICURARE L’AUTONOMIA RAI MALAFFARE, CHI DENUNCIA DEVE ESSERE TUTELATO q PIETRO GRASSO A PAG. 11 MA QUALE “MALE MINORE” MI SCHIERO CON FRANZOSO q ANTONIO PADELLARO A PAG. 13 COMPRAVENDITA “Dietro il suk ci sono 618 nuovi culi da portare a Montecitorio” PAOLO MIELI “Legge criminale fatta solamente per ammazzare i Cinque Stelle” q D’ESPOSITO A PAG. 4 q TRUZZI A PAG. 5 q RAMPOLDI A PAG. 18

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Sabato 14 ottobre 2 01 7 – Anno 9 – n° 283 e 1,50 – Arretrati: e 3 ,0 0Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

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a 1,50 - Arretrati: a 3,00 - a 16,00 con il libro “Vasco”a 1,50 - Arretrati: a 3,00 - a 16,00 con il libro “Vasco”a 1,50 - Arretrati: a 3,00 - a 12,00 con il libro “Il disobbediente”

» FERRUCCIO SANSA

“La letteratura sopravvive-rà. Amici scrittori dico-

no che il nostro lavoro è finito.Non sono d’accordo, la parolascritta ha tenacia e futuro.Sorprende sempre, anchel’autore. Solo la letteratura,più del cinema e altre arti, ti dàun’idea dell’altro. Ti fa entraredentro di lui”. Lo scrittore IanMcEwan è in Piemonte per ri-

tirare il premio Bot-tari Lattes Grinza-ne alla carriera.

M i s t e r M c E-wan, viviamo u-na crisi di identi-t à . L ’ E u r o p a èpreoccupata dalle on-date migratorie. Lei pensache la letteratura possa direchi siamo e chi saremo?

L’immigrazione e il populi-smo sono questioni gemelle,

mettono in luce unacrisi d ’identità. Sisente di nuovo la pa-rola ‘guerra’. Ma nonè la fine della storia.

Piuttosto è l’inizio diuna nuova storia, guida-

ta da tecnologia e politica.La letteratura non è protago-nista, ma spero rinasca comela Fenice. Proprio perché aiu-ta a capire gli altri.

SEGUE A PAGINA 21

L’INTERVISTA “La letteratura non è più centrale ma spero faccia come la Fenice”

McEwan: “Scrivere sì, però ho il tennis...”

IL FOTOGRAFO

Kirkland: “Io a 27anni con Marilynsotto il lenzuolo”

q FERZETTI A PAG. 22

La cattiveriaPomodori e uova controristorante McDonald’s.I dipendenti: “E questaroba che cazzo è?”

WWW.FORUM.SPINOZA.IT

SOCCORSO ROSSO Due modi di distribuire seggi

Pure il Fascistellumè scritto coi piedi:ma la solita Boldrinisbianchetta l’e r ro re

10 ANNI DOPO Quel che resta del sogno

q RODANO DA PAG. 7 A 10

Funeral party del PdProdi e Parisi: “Og giè un giorno di lutto”

Fond ator i “Dopo questa legge elettorale nulla da festeggiare”

p Se n’è accorto per primo AlfredoD’Attorre: nel caso in cui una forza poli-tica elegga tutti i suoi candidati in uncollegio ci sono disposizioni divergentiper attribuire i posti in Parlamento

q CERASA E PALOMBI A PAG. 2 - 3

Freghiamoli così

» MARCO TRAVAGLIO

D aniele Luttazzi, ai tempidi B., coniò un’immagineche rendeva bene l’idea:

il “golpe al rallentatore”. Se al-ziamo lo sguardo e ripercorria-mo la storia di quest’ultima le-gislatura, proprio questo vedia-mo: un golpe al rallentatore. Do-ve però B. non c’entra se non distraforo: i veri golpisti sono tuttitargati Pd. Il Parlamento dei no-minati con una maggioranza e-strogenata da una legge eletto-rale poi dichiarata illegittima,che dunque è una minoranza, siè permesso di fare cose mai visteneppure ai tempi di B.: rielegge-re il capo dello Stato per cacciareall’opposizione l’unica forza po-litica che ha vinto le elezioni (i5Stelle) e mandare al governochi le ha perse; riformare la leggeelettorale a colpi di fiducia periniziativa del governo (Italicum,incostituzionale anche quello);tentare di cambiare un terzo del-la Costituzione a botte di cangu-ri e tagliole per strozzare il di-battito in Parlamento, addirittu-ra rimpiazzando i senatori nonallineati; comprare pezzi di cen-trodestra per annetterli al cen-trosinistra; ricattare chi non cista con la minaccia di non rican-didarlo; incoraggiare il trasfor-mismo fino a 550 cambi di casac-ca (su 945 seggi parlamentari) inquattro anni e mezzo; e ora truc-care un’altra volta le regole delvoto a pochi mesi dalle urne perdrogare gli scarsi consensi di chiaveva perso nel 2013 e si appre-sta a riperdere nel 2018 elimi-nando chi potrebbe rivincerle),ancora una volta a colpi di fidu-cia e con la complicità dei poteridi controllo: il Quirinale del si-lenzio-assenso, i giornaloni e letv di regime, gran parte del mon-do intellettuale, giuridico e arti-stico ieri sulle barricate, ora al-lineato e coperto.

T ut t’intorno, un’o pi ni on epubblica per metà disinformatadalle balle del potere che nontrovano mai smentita e per metàconsapevole, ma troppo mitri-datizzata o stremata o rassegna-ta dopo anni di vergogne ognigiorno più gravi per trovare laforza per reagire. Anche noi delFat to, nati proprio per dare lasveglia e scrivere ciò che gli altrinon dicono, ci domandiamospesso che hanno fatto di male ilettori per sorbirsi ogni giornoun attentato al fegato e alle co-ronarie per effetto delle nostrecronache e delle nostre analisidelle cose come stanno. Poi na-turalmente continuiamo, per-ché un giornale che non dice pa-ne al pane e non racconta i fattinudi e crudi non è un giornale. Eperché ogni tanto le nostre bat-taglie partono in beata solitudi-ne, ma poi col tempo coinvolgo-no milioni di persone e addirit-tura riescono a strappare unavittoria. Come nel referendumdel 4 dicembre 2016. È da lì chedobbiamo ripartire, per capireche cosa accade e che cosa pos-siamo fare noi.

SEGUE A PAGINA 24

NON SOLO DIFESA Trovato nel decreto fiscale lo strumento per lo spoils system

La marcia sulle nomine: restaToschi, scaricato Del Settep Con il trucco dellecoperture previdenziali dipochi militari di alto rangoviene inserito nel docu-mento economico il siste-ma per un giro di poltrone

q TECCEA PAG. 6

STUDENTI IN PIAZZA

La nuova crociata di Trump: disdire l’intesa sul nucleare raggiunta da Obamacon l’I ra n , definito “regime fanatico”. Tutto per scatenare la gelosia di Kim?

L’ANALISI

Altro che UnescoPer Usa e Italiaconta il business

q GIOVANNI VALENTINIA PAG. 13

Scuola-lavoro, la rivolta:“Basta sfruttarci gratis”

q ROTUNNO A PAG. 15

ELEZIONI E TIVÙ:SERVONO GARANTIPER ASSICURAREL’AUTONOMIA RAI

MALAFFARE, CHI DENUNCIADEVE ESSERE TUTELATO

q PIETRO GRASSO A PAG. 11

MA QUALE “MALE MINORE”MI SCHIERO CON FRANZOSO

q ANTONIO PADELLARO A PAG. 13

C O M P R AV E N D I TA

“Dietro il sukci sono 618 nuoviculi da portarea Montecitorio”

PAOLO MIELI

“Legge criminalefatta solamenteper ammazzarei Cinque Stelle”

q D’ESPOSITO A PAG. 4 q TRUZZI A PAG. 5

q RAMPOLDI A PAG. 18

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2 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 14 Ottobre 2017

FORMA E SOSTANZA

Troppa fretta All’articolo 1due metodi diversi per ripartirei seggi ‘ava n z a t i ’: per i giuristie i tecnici del Senato servivaun voto, ma la presidente haceduto alle pressioni di Pd & C.

L’errore nel Rosatellum“sbianchett ato” da Boldrini

Felice Besostri L’avvocato costituzionalista contesta gli argomenti usati per “blindare ” il testo

“Norme e prassi contrarie alla fiduciasulla legge elettorale messa alla Camera”

L’I N T E RV I STA

» LUCIANO CERASA

Secondo “le norme e leprassi regolamentari” la

presidente della Cameranon poteva impedire al go-verno di porre la fiducia sul-la legge elettorale.

Così Laura Boldrini, dallecolonne del nostro giornale,ha voluto fugare ogni dub-bio “sulla terzietà con laquale, anche in questo pas-saggio, ho esercitato la miaf un zi o ne ”. Un richiamostrettamente tecnico allaconsuetudine parlamenta-re e alla Costituzione chetuttavia non convince l’a v-vocato costituzionalista Fe-lice Besostri, noto per averpresentato i ricorsi allaConsulta che hanno con-dotto all’abrogazione par-

ziale del Porcellum e dell’I-talicum: “Premetto che nonvoglio nemmeno adombra-re che la presidente dellaCamera non abbia agito inbuona fede: sarebbe troppoinquietante pensare il con-trario di una delle quattrocariche di garanzia costitu-zionale”.

Del resto, anche se avessevoluto impedire il voto difiducia, i pareri degli ufficidella Camera non lascianodubbi.

Capisco che venuta meno laprassi di nominare alla pre-sidenza di una Camera par-lamentari di lungo corso,con pratica di presidenza

come vice, Boldrini non puòche prendere per oro colatoi suggerimenti degli ufficiper i quali la prassi è Vange-lo, tuttavia ci sono momentiin cui la sensibilità politica,istituzionale e soprattutto

costituzionale della materiaimpone di verificare fino infondo la prassi.

Una prassi che però è con-solidata.

Dice? In effetti l’unico pre-cedente che giustifica lapresidente è quello da leistessa creato ammettendotre voti di fiducia sull’I t a l i-cum nel 2015.

Dimentica un precedenteillustre nella storia repub-blicana: al Senato, nelladomenica del le Palmedell’8 marzo 1953 e portala firma di Alcide De Ga-speri.

È vero, e non a caso gli ufficidella Boldrini non ne fanno

menzione, per tre buone ra-gioni; si capisce l’imbarazzonel richiamarsi a una normapassata alla storia come“legge truffa”, ma c’è di più:il presidente della seduta diallora, Giuseppe Paratore,fece mettere a verbale, fattoinusitato, “Questo non rap-presenta un precedente”. I-noltre quel “n o n - p r e c e d e n-te” non andava evocato dal-la presidente Boldrini so-prattutto perché Paratore,non avendo gradito l’i m p o-sizione del presidente delConsiglio – che si chiamavaDe Gasperi non Paolo Gen-tiloni – si dimise il 24 marzosuccessivo, 16 giorni dopo.

» MARCO PALOMBI

Molti vecchi adagipopolari racco-mandano di nonfare le cose di fret-

ta, pena figuracce ed esiti nonvoluti. Vale ovviamente an-che per le leggi elettorali e ilRosatellum bis non fa ecce-zione: si andava di fretta e gliapprendisti stregoni chel’hanno imposto al Parlamen-to a colpi di voti di fiducia han-no fatto un errore che rischia-va di costargli caro. Fortunache la presidente della Came-ra, Laura Boldrini, è personacomprensiva: la contraddi-zione è stata corretta in sede didrafting, cioè di aggiustamen-to formale del testo. E tanti sa-luti, di nuovo, alla forma che indemocrazia è sostanza.

ANDIAMO CON ORDINE. N eltesto approvato alla Camera,come ha notato per primo ildeputato bersaniano AlfredoD’Attorre, c’è un errore mate-riale piuttosto grave. Ci scu-siamo preventivamente per itecnicismi: al capoverso 28del l’articolo 1 della legge ap-provata, infatti, i commi 6 e 7indicano due modi diversi diassegnare i seggi a una lista cheabbia esaurito tutti i candidatiin un collegio plurinominale.È la classica “norma di chiu-sura”: serve a chiarire come siprocede in un caso improba-bile, ma possibile. In sostanza,può accadere – c’è un prece-dente e riguarda Forza Italianel 2001 –che una lista che ab-bia ottenuto ottimi risultati inalmeno uno dei 65 collegi incui sarà diviso il territorio na-zionale finisca i candidati da e-leggere: tanto più che le liste(bloccate) sono corte e la leggeconsente fino a 5 pluricandi-dature nel proporzionale.

La norma di chiusura serveappunto a decidere cosa farein questo caso limite. Solo cheil Rosatellum bis di modi ne in-dicava due: il comma 6 dicevache la lista “recupera” il suo e-letto tra i candidati nei collegimaggioritari che non hannovinto; il comma 7 prescrivevainvece che l’eletto “passasse”alle liste coalizzate nella stessacircoscrizione (norma dichiusura, peraltro, monca vi-sto che non è detto che ci sianoliste coalizzate).

Qualunque fosse l’intenzio -ne del frettoloso legislatorenon si poteva infierire dal te-sto, né quindi si sarebbe potu-to ricorrere a una correzione“fo rm al e” nella fase che sichiama di “raccordo del te-sto”: quella legge è stata votatadai deputati (e quell’a rt ic ol o

con tanto di fiducia) e solo unvoto può cambiarlo.

È il parere, ad esempio, delcostituzionalista Andrea Per-tici: “Non può essere conside-rato solo un errore ‘materiale’visto che il testo è passato dallacommissione Affari costitu-zionali ed è stato votato daun’assemblea di 600 persone.È invece una vera contraddi-zione da correggere con un vo-to in Senato”. Tesi condivisaanche dagli uffici tecnici delSenato, a cui il presidente Pie-tro Grasso aveva chiesto unparere informale sulla que-stione.

Il testo, infatti, è arrivato aPalazzo Madama solo ieri sera– “sanato” – e il motivo del ri-

tardo era proprio “l’e r ro re ”all’articolo 1. I partiti dell’ac -cordone sul Rosatellum (Pd,Forza Italia, Lega, Alfano efrattaglie varie) hanno passatola giornata a fare pressioni sul-la presidente della Camera e isuoi uffici perché derubricas-sero l’infortunio a mero “erro -re formale” da correggere conun tratto di penna: alla fine

Laura Boldrini, a quanto risul-ta al F at to , ha ceduto. I duemodi di risolvere il busillis so -no diventati sequenziali: pri-ma quello del comma 6, poiquello del comma 7 nel caso ilprimo non bastasse. Tutto aposto, la legge cara a Renzi,Berlusconi, Salvini, Alfano ec-cetera può proseguire il suocammino festoso senza modi-

fiche in Senato e, dunque, sen-za un altro passaggio alla Ca-mera che avrebbe allungatol’iter oltre le regionali in Sici-lia, vere colonne d’Ercole dellanuova legge elettorale. Oranon restano che le proteste dichi si oppone al Rosatellumperché Pietro Grasso non ri-tiene di poter dire alcunché:Palazzo Madama non può sin-

dacare le decisioni dell’altroramo del Parlamento.

RESTA un’ultima questione,davvero paradossale: con lacorrezione gentilmente con-cessa a Montecitorio la normadi chiusura è quella che asse-gna l’ultimo eventuale “resto”ai partiti coalizzati con la listache ha finito i candidati. E senon è in coalizione? Finirebbecome nel 2001, quando ForzaItalia – ricorda il senatore diArticolo 1-Mdp Federico For-naro –si perse per strada 11 de-putati a cui aveva diritto e laCamera non ebbe mai il suoplenum di 630 eletti previstodalla Costituzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il costituzionalistaAndrea Pertici: “Nonpuò essere ritenutoun errore materiale,è una contraddizione”

Lo strappoLa presidentedella CameraLaura Boldri-

ni e le mani-fe stazioni

d ava nt iMonte c itor io

A n s a / La Pre ss e

Il divieto era già statosancito nella letturadel regolamento fattadalla presidente Iotticon il ‘L odo’ del 1980

Il pressingMontecitorio alla finecede alle richiestedei partiti e “s a l va ”l’iter rapido della legge

Lo sberleffo

I TENERI MESSAGGIDI ETTORE E MATTEO» TO. RO.

, FORSE qualcuno al-la fine se ne pentirà.

Sicuramente più d’uno finiràper rimetterci il seggio, conquesto benedetto Rosatel-lum. In ogni caso “Ettore e Matteo”,Rosato e Renzi, ci tenevano a ringra-ziare personalmente i deputati del Pdper il loro voto sulla legge elettorale.

Ieri mattina gli smartphone aMontecitorio hanno comincia-to a trillare in simultanea. E perognuno di loro – capicorrente epeones, esecutori fedeli e fran-

chi tiratori – è arrivato è un messag-gino dall’alto: “Grazie di cuore a tutte etutti. Il vostro senso di responsabilità èstato e sarà prezioso. Buon fine set-

timana e buon compleanno del Pd!Grazie. Ettore e Matteo”. Il tenerosms, a ben vedere, tradisce una par-ticolare visione della politica: sischiaccia il bottone per far felice qual-cuno, non necessariamente per fare lacosa giusta. Ma almeno non si dicache il Pd non è un partito educato: i ca-pi, dopo il favore, ringraziano.

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 3

I dilemmi di Grasso,ma in Senato il rischioè il numero legaleL’ex magistrato ancora non commenta l’ipotesi fiduciaA Palazzo Madama, però, potrebbero servire i voti di B.

» GIANLUCA ROSELLI

Il giorno che questa maggioranzaspuria in perfetto Nazarenostyleha segnato con un cerchiet-to rosso sul calendario è martedì

24 ottobre: per quella data Renzi,Gentiloni, Berlusconi, Salvini, Alfa-no e Verdini vogliono veder appro-vata la legge elettorale anche in Se-nato. Il testo martedì prossimo ar-riverà in commissione Affari costi-tuzionali, per poi approdare in auladopo una settimana. La domandache rimbalza da Montecitorio a Pa-lazzo Madama è: in Senato le coseandranno diversamente? Sarà postala fiducia come alla Camera? Per e-vitare il voto segreto no, visto che inSenato non è previsto.

LA FIDUCIA, PERÒ, qui tornerebbe u-tile per accorciare i tempi e spazzarevia gli emendamenti delle op-posizioni. Matteo Renzi, si sa,vuole chiudere la partita ve-locemente, prima del voto si-ciliano del 5 novembre. E pri-ma della sessione di Bilan-cio. Ma se la fiducia verràposta, Pietro Grasso potreb-be tenere un atteggiamentodiverso rispetto a quello diLaura Boldrini? Da PalazzoMadama arrivano paroleimprontate all’estrema cau-tela. “Il presidente reputache siamo ancora solo a rico-struzioni giornalistiche,quindi per ora nessun com-mento sui tempi e nemme-

no sulla fiducia” fanno sapere. Qual-cuno, però, da sinistra guarda a Gras-so con un filo di speranza, special-mente da Mdp, partito con cui l’exmagistrato negli ultimi tempi ha di-mostrato di avere un ottimo feeling,partecipando, ricoperto da applausi,anche alla festa di Napoli. Difficile,però, che il presidente del Senatopossa non diciamo opporsi, ma nem-meno criticare l’eventuale richiestadel governo, anche perché qui i po-teri del presidente sono anche più li-mitati rispetto a Montecitorio.

OLTRETUTTO anche ammettendoche a Grasso la fiducia sulla legge e-lettorale non piaccia, sull’ex magi-strato potrebbe pesare il fatto che suquesto aspetto non avrebbe nemme-no la copertura politica di SergioMattarella, che ha posto la riforma

del sistema di voto come prioritàassoluta. Insomma, la stra-

da per mettersi di traver-so, anche solo a livello dimoral suasion, appare as-sai stretta.

La fiducia, però, in Se-nato è un’arma a doppiotaglio da maneggiare concura. Perché, se è vero cheessa accorcia i tempi deldibattito, è anche veroche obbligherà i partiti di

centrodestra pro Rosatel-lum – Forza Italia e Lega –a uscire dall’aula al mo-mento delle votazioni,perché qui la sola asten-sione vale come voto con-trario. Ma se oltre a loro

usciranno dall’emiciclo anche tuttigli anti-Rosatellum, per il Pd potreb-be porsi un serio problema numeri-co. In aula, infatti, resterebbero soloPd, Ap, Autonomie e qualche sena-tore sparso, raggiungendo a mala pe-na le 140-145 presenze, ben al di sot-to della quota minima di 161. Crean-do anche un serio problema di nu-mero legale. Pure i 14 verdiniani po-trebbero non bastare, obbligando ilPd ad andare a caccia di senatoridell’opposizione disposti a votare lafiducia al governo. Alla fine la solu-zione si troverà, ma il rischio che lalegge venga impallinata è serio e nonsi potrà sbagliare nulla.

Senza fiducia, invece, i numeri delRosatellum bis in Senato sono larghi:Pd, Lega, Forza Italia, Ap e Ala as-sicurano 191 voti, che arrivano a 220se si aggiungono quelli di Idea diQuagliariello, Direzione Italia diFitto e le Autonomie. Il Rosatellumbis verrebbe quindi approvato inscioltezza, ma col rischio di andareper le lunghe. E Renzi non può per-mettersi di non portare a casa la leg-ge prima del probabile tonfo in Si-cilia.

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Ma era un uomo di 77 anni enon agli esordi di una carrie-ra politica.

Le argomentazioni dellapresidente di Montecito-rio non si fermano alle con-suetudini: per Boldrini an-che la fiducia rientra nella“procedura normale” diapprovazione impostadall’articolo 72 della Costi-

tuzione per i disegni di leg-ge in materia elettorale.

Al contrario: che non rientrinella normalità lo ha già det-to la presidente Nilde Iottinel 1980. Il famoso “lodoIotti” prescrive che se vieneposta la fiducia su una leggesi esce dalla procedura nor-male e si entra in una spe-ciale: del resto se fosse nor-

male, argomenta la Iotti,quella cosa lì doveva starenella parte seconda del re-golamento della Cameradedicata al “Proc edi men tolegislativo”, quindi al comesi approvano le leggi e nonnella parte terza dal titolo“Procedure di indirizzo, dicontrollo e di informazio-ne”.

Lo stesso regolamentodella Camera, osserva an-cora Boldrini, definiscedettagliatamente le mate-rie sulle quali la questionedi fiducia non può essereposta e le leggi elettoralinon sono menzionate.

Nell’elenco non si menzio-nano neanche le leggi costi-tuzionali: la presidente ab-bia il coraggio di sostenereche si può approvare una ri-forma costituzionale con unvoto di fiducia.

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L eggi-truffaIn alto, la storica presi-dente della Camera, Nil-de Iotti e accanto, l’av -vocato costituzionalistaFelice Besostri che con-testa il via libera proce-durale al RosatellumLa Pre ss e

Re p ut ache siamoa n co rasolo a dellericostr uzionig i o r n al i s -t i ch ee dunquenonco m m e n t a

L’APPELLO SU CHANGE.ORG

14 0.0 0 0 f i r mePer una legge elettorale controi nominati e costituzionale

qIL COORDINAMENTO d e m o-crazia costituzionale – che prose-

gue le battaglie dopo aver salvato col re-ferendum la Carta dalla riforma del go-verno renziano –ha approvato un appelloin cinque punti per una nuova legge e-lettorale che, sia chiaro, parta dal pre-supposto di far scegliere i parlamentari aicittadini. Al punto 1, per esempio, c’è

scritto: “La partita che si sta giocandosulla legge elettorale è una partita sullaCostituzione perché il modello di demo-crazia consegnatoci dai Costituenti econvalidato dal referendum del 2016 èfondato sulla centralità di un Parlamentorappresentativo attraverso il quale trovaespressione il principio supremo che lasovranità appartiene al popolo”. Tanti i

nomi in calce all’appello: da MassimoVillone a Domenico Gallo, da LorenzaCarlassare ad Alfiero Grandi, fino al pre-sidente del comitato scientifico Alessan-dro Pace.La petizione, lanciata dal Fatto Quotidiano,può essere sostenuta firmando sulla piat-taforma online di C h a n g e .o rg . Fino a oggi,sono già arrivate circa 140.000 firme.

COME STANNO LE COSE

IL CORRIEREE IL MODELLOCHE RIBALTALA REALTÀ» TOMMASO RODANO

I eri il Corriere della Se-ra si è fatto questa do-manda: “A chi convie-

ne il nuovo sistema eletto-r al e? ”. La risposta è anti-convenzionale: secondo isondaggi e i calcoli divia Solferino,gli unici av-v a n t a gg i a t is a r e b b e r oMovimento 5Stelle e Mdp. Ov-vero gli unici due partitiche si sono opposti all’a p-provazione della legge.Per il modello del Corriere,infatti, M5S e Sinistra gua-dagnerebbero 3 seggi a te-sta nel passaggio dall’I t a-licum “corretto” al Rosa-tellum. Il Pd invece ne per-debbe diversi, limitando idanni solo grazie all’a l-leanza con gli alfaniani diAp (da 178 seggi in solitariaa 174 seggi insieme ai cen-tristi); il centrodestra infi-ne passerebbe da 240 a 238deputati.

In sostanza, per il C o r-sera il partitone del Rosa-tellum ha forzato i rego-lamenti parlamentari eposto la fiducia su un si-stema che favorisce solo isuoi avversari. La simula-zione però ignora alcuniaspetti fondamentali del-la legge che invece nonsfuggono a chi la sta fa-cendo approvare.

I grillini soffriranno damorire nei collegi unino-minali (un terzo del tota-le): sono gli unici che han-no un elettorato diffuso inmodo uniforme, senzapicchi territoriali comegli altri schieramenti (co-me la Lega al Nord o il Pdnelle “Regioni rosse”).

Sono gli unici, soprat-tutto, che non fanno al-leanze e non possono ag-gregare “liste civetta”:con il Rosatellum anchegli animalisti della Bram-billa daranno una mano alcentrodestra (basta pren-dere l’1%). Inoltre, i gril-lini hanno problemi stori-ci nella selezione dellecandidature locali. Il Ro-satellum infine non per-mette il voto disgiunto:l’effetto del voto nei col-legi uninominali produceun effetto distorsivo an-che nei risultati della par-te proporzionale. Insom-ma, per il M5S è la peggio-re legge possibile. Mdp eSinistra –gli altri presuntibeneficiari – sono ancorapiù penalizzati: non han-no possibilità di vincerenei collegi uninominali(neanche loro si coalizza-no) e subiranno la retori-ca del “voto utile”dagli excompagni del Pd.

CENTRODESTRA Berlusconi in cerca di sponsor

“Tutti autonomisti”: l’ex Cavsale sulle spalle di Maroni e Zaia

q”VOTEREMO SÌ con grande convinzione al referendum, u-na concreta possibilità di far sentire la voce del popolo veneto,

di avviare un processo di riforma che premi il buon governo di unaregione fra le più efficienti e le meglio amministrate d’Italia”. La nuo-va discesa in campo di Silvio Berlusconi da-vanti agli elettori è programmata per il 22 ot-tobre, quando rimetterà la faccia liftata di fre-sco sul referendum per l’autonomia in pro-gramma in Veneto e Lombardia. Messe le ba-si con Matteo Renzi della nuova legge elet-torale che lo dovrebbe riportare sulla poltro-na di Palazzo Chigi, i rapporti con l’alleato uf-ficiale della Lega Nord sono molto più fluidicon il governatore lombardo Roberto Maronie Veneto Luca Zaia che con il segretario padano Matteo Salvini. Og-gi per un evento a Milano è previsto un suo videomessaggio e mer-coledì prossimo l’ex Cav siederà allo stesso tavolo del governatoreper una conferenza stampa a sostegno della consultazione lombar-da. Nel weekend per il leader di Fi è previsto un blitz a Ischia. Ber-lusconi è arrivato in Campania già ieri, a Ravello per fare da testi-mone al matrimonio di Marianna Pascale (sorella della compagnaFrancesca). Oggi per lui full immersion nell’isola: nella mattinatavisita a Casamicciola e nel pomeriggio intervento alla convention“Pronti a governare” a Lacco Ameno, organizzata da Armando Ce-saro, presidente del gruppo di Forza Italia alla regione Campania.

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4 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 14 Ottobre 2017

“MI RICANDIDI?” Spartizione: va meglio Renzi di B.

» FABRIZIO D’E S P OS I TO

Il Var del Rosatellum. Ilgiorno dopo i peones com-pulsano preoccupati il te-sto. E in esergo va subito

posta questa chiarissima frasedi Angelo Sanza, antico demo-cristiano lucano che oggi stacon Bruno Tabacci e il CampoProgressista di Giuliano Pisa-pia: “Questa legge istiga allafurbizia del parlamentare. Sela caverà chi è più scaltro a se-conda delle convenienze”.

Va da sé che la legge è il Ro-satellum e che pure i tabaccia-ni l’hanno votata. È la sostan-za che conta.

Come spiega Giacomo Por-tas, leader dei Moderati masoprattutto un’autorità inmateria di numeri, sondaggi,collegi e seggi. Giovedì avevadue preziosi fogli a mo’ di ta-vole della legge, sempre nelsenso di Rosatellum. L’a t t r i-buzione nel dettaglio, circo-scrizione per circoscrizione,di tutti i seggi uninominali,232, e di tutti quelli nei collegiplurinominali (il nome attri-buito ai listini bloccati senzapreferenze), 386. Totale 618,il plenum della prossima Ca-mera dei deputati.

SPIEGA PORTAS:“I parlamen-tari sono abituati a essere no-minati e quindi sono venuti intanti a chiedermi cosa succe-de adesso. È stato un fatto tec-nico, non politico, mi creda,lei mi conosce da tempo”. IModerati di Portas sono radi-cati da più di un decennio inPiemonte: 120 amministrato-ri tra cui due consiglieri e unassessore alla regione. Sonoalleati del Pd dai tempi di Vel-troni. Continua Portas: “Sonovenuti tutti, dalla Lega a ForzaItalia, non solo del Pd. Hospiegato che questa leggeconsente di scegliere tra il ri-sotto e la pasta al sugo”. Il ri-sotto è il 35 per cento di collegiuninominali: “Qui è favoritochi ha voti, un legame con ilterritorio, ma parliamocichiaro: la gran parte dei peo-nes di Pd e Forza Italia non vo-leva un proporzionale con lepreferenze, oggi nessuno piùce l’ha, a meno che non can-didi i consiglieri regionali”.

La pasta al sugo, ovviamen-te, è il piattoforte del Ro-satellum: il 65per cento dinominati nel-la parte pro-p o r z io n a l ed e i c o l l e g ip l u r i n o m i-nali o listinibloccati, te-nendo presente che non c’è vo-to disgiunto. Si vota maggiori-tario e proporzionale in bloc-co. Esempio: “In Lombardia cisono 102 culi da portare a Ro-ma: 35 con l’uninominale e 77con i collegi plurinominali. Il15 per cento della Lega a livellonazionale vuol dire il 35-40 inL om b ar d ia ”. E rg o si papperàtutto o quasi il centrodestra atrazione leghista. Non solo.

“Ecco come fare a portare618 nuovi culi alla Camera”Dietro il suk della legge elettorale tra “r i s o tt o ”uninominale e “pasta al sugo”dei listini

IPROTAG ON I ST I

G I ACOMOP O RTASLeader deiM o d e ra t i ,forti inPiemonte ealleati del Pddai tempidi Veltroni

MARIOPEPEOrganizzò iRe s p o n s a b i l idi Berlusconinel 2011: allePolitiche del2013 non èstato eletto

A N G E LOSA N Z ADemocristianodi lungocorso, oggiè schieratocon Tabaccie Pisapianel CampoPro g re ss i s t a

G I A N F R A N COROTO N D ID e p u t a toed exministro di B.,ha fondatoR i vo l u z i o n eCristiana,alleata diForza Italia

Aggiunge Sanza: “Se si farà ilgoverno di larghe intese, quei35 del centrodestra nell’uni -nominale che faranno? A chidovranno rendere conto? AllaLega che starà all’opposizioneo a Berlusconi che sarà in mag-gioranza? E siamo sicuri chequalche leghista non sarà ten-tato dal governo?”.

QUANTE DOMANDE g en e r aquesto sistema misto che nonprevede vincitori. ContinuaPortas: “Oggettivamente, lamaggioranza non voleva vota-re con il Porcellum e l’Italicumriformati dalla Consulta. Nonc’erano alternative al Rosatel-lum bis, da due settimane an-davo dicendo che proprio perquesto i franchi tiratori sareb-bero stati non più di 40 o 50.

Non ho maicreduto allab o c c i a t u r adel Rosatel-lum”.

Di nuovoSanza: “Chih a u n p a c-chetto di votipotrà benis-simo dire al

suo leader: o mi dai un seggiosicuro nel listino bloccato op-pure io mi metto di traversonel collegio uninominale e telo faccio perdere”. Vogliamochiamarlo ricatto? Ecco di co-sa hanno parlato gli indecisinel Pd, giovedì scorso, con i trebig democristiani del Pd chehanno sorvegliato il voto se-greto sul Rosatellum: DarioFranceschini, Lorenzo Gueri-

ni, Ettore Rosato. Altro esem-pio concreto: la candidatura diPiero De Luca in Campania.Cioè del figlio del governatoreVincenzo. Se il Pd dirà di no alpadre, facile immaginare la ri-torsione appena descritta nelfeudo deluchiano di Salerno.

A QUESTO PUNTO, in merito,interviene Gianfranco Roton-di, ex ministro berlusconianoe leader di Rivoluzione Cri-stiana, alleata di Forza Italia:“Questo potere di ricatto dàgrande rilievo alla cosiddettautilità marginale. Mi auguroun patto tra gentiluomini tra leforze politiche per non acco-gliere i trasformisti non rican-didati, in grado di portare votidall’una o dall’altra parte”. Perla sua ricandidatura, Rotondisi rimette a Berlusconi e dice:“Questa legge è stata ispirata escritta da Verdini ma è stata in-testata a Rosato perché Rosa-tellum suona meglio di Verdi-nellum, in tanti sensi. Verdinida colto signore dell’aristocra -zia repubblicana e laica hascritto una legge per program-mare tutta la prossima classedirigente”.

In questo senso: “Renzi è ilpiù favorito di tutti. Si chiude-rà da solo in una stanza e de-ciderà tutto il suo gruppo par-lamentare: 65 capilista, 40 o 45eletti nell’uninominale, il re-sto a scorrere nei listini bloc-cati, per arrivare a 160-170. PerBerlusconi è più complicatoperché deve scegliere con Sal-vini”. E non è l’unico proble-ma: “I grandi partiti elegge-

ranno solo i capilista perché icollegi saranno piccoli e con u-na media del 25 per cento ilseggio pieno è uno solo. Però seBerlusconi mi candida a Bre-scia capolista bloccato, cioè inun collegio plurinominale inteoria sicuro e scendiamo sot-to la media del 25 per centomentre al Sud si fa il pieno conoltre il 40 per cento, io non en-tro neanche coi resti”.

Un meccanismo di cui hacontezza Mario Pepe, già ar-tefice dei Responsabili berlu-sconiani nel 2011: “Verrà fre-gato anche chi ha i voti. Per-ché il capolista si candiderà incinque collegi plurinominali,poi c’è la donna e al terzo po-sto il portatore di voti. Saran-no i primi due con il mecca-nismo delle opzioni a decide-re. È una fregatura. Ma comesi fa a fare il capolista se non siè leader?”.

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Ipse dixit

A N G E LOSA N Z A

Questa legge istigail parlamentarealla furbiziaSe la caveràchi è più scaltroa secondadelle convenienze

Le mosse dei peonesChi non ha voti speranegli elenchi bloccati,chi invece ce li hapuò ricattare

IL COLLOQUIO

Carlin Petrini:“Un frettolosoe imperiosocolpo di mano”» ANDREA GIANBARTOLOMEI

U n piccolo colpo dim a n o ” . C a r l i nPetrini, il fonda-

tore di Slow Food, defini-sce così l’a p-pro vazi onedella leg-ge eletto-rale a col-pi di fidu-cia. Lui, a-mante dellalentezza rifles-siva, non ha apprezzatol’improvvisa e frettolosaapprovazione del Rosa-tellum bis, che molto hascosso il mondo della si-nistra e del centrosini-stra: “Con tutto il tempoche hanno avuto tutti -dice rimarcando l’ultimaparola -, mi ha infastiditoun po’ questa velocità equesta assenza di discus-sione”. Anche il fondato-re del movimento per ilcibo “buono, pulito e giu-s t o” è quindi un “ma l-p a n c is t a ”. Secondo lui“arrivare in questo mo-mento qui con questopiccolo colpo di manonon va bene”, ha dichia-rato ieri pomeriggio alteatro Carignano di To-rino al termine di un in-contro con Jacopo Fo de-dicato alla memoria diDario Fo e di Franca Ra-me, incontro organizza-to a un anno dalla scom-parsa del premio Nobel.Presenti in prima fila an-che il sindaco di TorinoChiara Appendino e Da-vide Casaleggio che, en-trando al teatro, non havoluto rilasciare alcunadichiarazione sulla leggeelettorale.

Durante l’incontro, ilfondatore di Slow Foodha ricordato molti mo-menti vissuti e molti mo-menti di lotta fatti insie-me a Dario Fo: “Ce nevorrebbero molti di uo-mini come lui”, ha detto.Fo e Rame aveva recitatoper gli operai delle fab-briche occupate ad Albanel 1968 e, alcuni anni piùtardi, nel 1974, Fo avevasostenuto Radio AlbaOnda Rossa, una delleprime libere italiane, ilcui sequestro da partedel pretore di Alba portòalla sentenza della Cortecostituzionale che di fat-to liberalizzava l’uso del-le frequenze: “Quando cispostammo a Bene Va-gienna (Cuneo), dovec’erano dei pretori piùdemocratici, e andammoa incontrarne uno lui glichiese di essere arresta-to, così la radio avrebbeavuto più pubblicità”, haricordato Petrini.

LAGARDE (FMI)

“La corruzioneglobale costa 1,5trilioni di dollari”

q“LA CORRUZIONE costa oltre 1,5 tri-lioni di dollari l’anno, quasi il 2% del pil

globale”, ha detto il direttore del Fmi ChristineLagarde alla conferenza annuale della Bancamondiale, sottolineando che “la corruzione si-stemica è divisiva, mina la fiducia dei cittadininel governo e riduce la crescita potenziale”.“Lenostre analisi mostrano che passando da un al-to a un basso livello di corruzione percepita

può aumentare l’efficienza degli investimentipubblici del 50% e innalzare il reddito por ca-pite di quasi un punto percentuale”.Il dettaglio della corruzione era all’interno deldiscorso sulla ripresa economica mondiale:“Dopo anni di performance mediocre, ci a-spettiamo un rafforzamento della crescita diquest’anno al 3,6%. Questo slancio positivocontinuerà nel 2018”. Lagarde ha poi osser-

vato come la sfida sia fare in modo che la rin-novata crescita porti benessere a tutti i cit-tadini, indicando 3 priorità: avere fondamen-tali economici solidi; affrontare con determi-nazione la questione delle disuguaglianze eassicurare solide prospettive ai giovani: “Ser -ve un mix di politiche fiscali, monetarie estrutturali ben calibrate che consolidino la ri-presa e innalzino le prospettive di crescita”.

Pissi pissibau bauRosato eFranceschi inAula e RenziLa Pre ss e /A n s a

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 5

» SILVIA TRUZZI

Nei suoi libri PaoloMieli non fa solo iconti con la Storia,cerca anche i fili che

intrecciano passato e presen-te. Il sottotitolo dell’ul timosaggio, Il caos italiano, lo spie-ga bene: “Alle radici del nostrod is se st o ”. Partiamo dall’a lb atormentata dell’Unità d’I ta-lia, per arrivare a un non menoinquieto oggi, ricordandosempre che in greco anticocaos vuol dire vuoto.

Lei individua una tara gene-tica nella politica italiana, edè il rifiuto dell’a l te r n a n z a .

Se tutti i Paesi del mondo han-no scelto la strada dell’a l t e r-nanza, mandando per via e-lettorale una volta al governouna parte politica e la succes-siva l’altra parte, un motivo cisarà. Noi non abbiamo maiimparato a praticare l’alt er-nanza. Dal 1861, quando ci sia-mo formati come Stato unita-rio, la prima volta in cui con ilvoto una maggioranza ha pas-sato il testimone a un’altra disegno opposto, è stato nel2001. La vicenda del ‘94-’96 èdi altro segno, simile al primocambio di maggioranza, nel1876, dalla Destra alla Sinistrastorica. Il governo presiedutoda Minghetti inciampò su unprovvedimento in tema di fer-rovie: si formò una maggio-ranza trasversale in Parla-mento guidata da De Pretische sei mesi dopo si presentòalle elezioni, vincendole.

Le maggioranze si formanoprima con ammucchiate par-lamentari e poi si presenta-no agli elettori.

Non c’è mai un momento incui il popolo decide. Le stradeper liberarsi di questi ‘grumiparlamentari’ sono gli infarti.Fu infarto la crisi di fineOttocento, fu infarto lamarcia su Roma nel ‘22così come Tangento-poli nel 1992.

Trasformismo a nt elitteram.

Esattamente: il tra-sformismo vero e pro-prio nasce tra la finedegli anni Settanta el’inizio degli anni Ot-tanta dell’Ot to ce nt oe si presenta comedottrina virtuosa. ASinistra la usano co-me parola positiva: lepresenze parlamen-tari estreme si porta-vano verso il centro.

Nel libro indica più vol-te, riferendosi a diver-si momenti storici, u-na causa di questa si-tuazione nel vizio didelegittimare l’a v-ve rs a r i o.

L’Italia è stata fatta dauna ristretta élite cheaveva il popolo all’o p-posizione. Le masse,negli Stati preunitari,erano indifferenti alRisorgimento. Tuttala dialettica maggio-ranz a-oppos izio-ne procede per

delegittimazione, passa peraccuse di tradimento degli i-deali, corruzione e via dicen-do. L’avversario non merita diandare all’opposizione, meri-ta di essere defenestrato. Sfo-gliando la pubblicistica degliultimi 160 anni, l’avversario è

sempre uno da levare dimezzo.

A sinistra, negliultimi decenni, èstato così. Vel-troni nel 2008nemmeno nomi-nava Berlusco-ni...

Anche prima!Quello che leiricorda fu untentativo di de-clinare il discor-so che sto facen-do io. Forse era

fuori tempo. Peròl ’Italia è l ’un ico

Paese in cui dall’a l-tra parte della mia op-

zione politica c’è sem-pre un mostro. E contro

il mostro non s’invoca lapropria vittoria, ma solu-

zioni straordinarie, le fa-mose ammucchiate, per e-vitare il trionfo del mostro.

Una volta, due, tre può es-sere ammissibile... per 160anni no. I Paesi funzionanomeglio quando c’è l’alt er-nanza.

Non sembra che alle viste cisiano soluzioni, anzi.

Io sono ottimista. Sono sicuroche torneremo, in un temporagionevole, a una sana dina-mica dell’alternanza. Gli elet-

tori non sopportano l’idea chegià durante la campagna elet-torale si alluda alle larghe in-tese con la scusa che non ci sa-ranno maggioranze. Chi votaa sinistra vuole che la sinistrao vada al governo con la suaidentità o vada all’o p p o s i z i o-ne. Stessa cosa vale per la de-stra. Abbiamo alle spalle cin-que anni in cui entrambe le i-dentità sono state snaturate,questo porterà acqua al muli-no dei 5Stelle. Penso che avre-mo una stagione di elezioniravvicinate, a differenza diquanto abbiamo visto dal2013 a oggi. Peraltro questemaggioranze ‘s p u r i e’ hannotrovato la propria legittima-zione nelle riforme costitu-zionali, andate poi in frantu-mi. Escluderei che se ne fac-ciano altre con identico im-pianto: senza quella scusanon si trovano ragioni per al-leanze innaturali.

Ha definito il Rosatellum“c r i m i n a l e”.

Ci fa fare una figuraccia, an-che a livello internazionale.Non si fa una legge che apparecontro il partito che potrebbeessere, secondo molti son-daggi, il partito di maggioran-za relativa alle prossime ele-zioni. Siccome notoriamenteè un partito che non fa allean-ze, prendere lo stato di coseesistenti - i sistemi risultantidalle sentenze della Consulta- e modificarlo in modo dadanneggiare quel partito, ècriminale e autolesionista.Chi l’ha voluta farà male so-prattutto a se stesso. Mentre

il centrodestra è un’alleanzatra diversi e ognuno porta u-na dote, il centrosinistra è fat-to dal Pd con piccole appen-dici (Alfano, Pisapia). Sareb-be meglio che si presentasse-ro da soli: i seggi sottratti aiCinque Stelle andranno alcentrodestra. I 5Stelle usci-vano indeboliti dalle ultimevicende, ma questa legge chesembra fatta contro di loro, liagevola.

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E nt u s i a s moI deputatidel Pd festeg-giano suibanchi l’okal RosatellumAnsa

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Questa legislaturain cui si sono fattele larghe inteseha trovato la sualegittimazione nelleriforme: non si ripeterà

Il libro

l Il caos italianoPaolo MieliPagine: 340Prezzo: 20 eEditore: R i z zol i

Gli elettori non amanole maggioranzeinnaturali: voglionoche il loro partitoo governi o vadaal l ’o p p os i z i o n e

L’I N T E RV I STA

“Il Rosatellum? Legge criminale,pensata per penalizzare il M5S”

Paolo Mieli In libreria il suo ultimo saggio: per l’ex direttore la vera “tara ”della nostra politica sta proprio nel non rassegnarsi all’alternanza di governo

Lo sberleffo

PISAPIA E TABACCI:T E L E F O NAT E V I» FQ

,QUANTESONO le divisioni di Pi-sapia? Non proprio numerose, né

fuori né dentro il Parlamento. Bruno Ta-bacci è la divisione di Pisapia, in moltisensi. È l’unico deputato che gli è davverofedele (l’altro, Franco Monaco, mantiene semprela sua indipendenza di giudizio e uno sguardo di-sincantato su Pisapia e ulivista sulla politica). Eb-bene, che cosa dice Pisapia sul Rosatellum? “È una

legge peggiore di quella proposta alcunimesi fa”. Dunque le divisioni di Pisapia do-vrebbero votare contro. Invece Tabacci nonpartecipa ai voti sulla fiducia, ma poi al votofinale nell’aula della Camera sulla nuova

legge elettorale partecipa eccome. E vota sì.Votare anche la fiducia è troppo. L’ha detto pureGiorgio Napolitano, che aveva chiesto di eliminaredal Rosatellum bis l’indicazione del “capo politico”

di lista o coalizione. Quindi la fiducia no. E Tabaccisu questo segue il capo. Poi le divisioni si dividono.L’atomo si scinde. Pisapia resta fuori con le sue cri-tiche (garbate) alla nuova legge elettorale, Tabaccitorna dentro (l’aula) a votare la nuova legge elet-torale. È il pluralismo delle sfumature, la ricchezzadel dibattito politico e istituzionale. Certo, se si te-lefonassero, potrebbero rendere più compatto ilnuovo partito di Pisapia.

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6 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 14 Ottobre 2017

SOLITI POTERI Gentiloni e Mattarellasi prendono le nomineNel decreto fiscale la chiave per decidere su Difesa, Finanza, Carabinieri e Servizi

Lo scontro La Regione ha reintrodotto l’elezione diretta dei presidenti

La Sicilia dei miracoli: riecco le Provinceil governo manda la legge alla Consulta

IL CASO

» LORENZO GIARELLI

Il tema dell’abolizione del-le Province, spesso indica-

tecome emblema dello spre-co di denaro pubblico, si tra-scina da anni. In Sicilia, inparticolare, il tira e molla trala Regione e lo Stato nella ge-stione degli enti sta diven-tando sempre più una batta-glia politica.

Ieri il Consiglio dei Mini-stri ha impugnato di frontealla Corte Costitzuinale unalegge dello scorso agostocon cui l’Ars – l’AssembleaRegionale della Sicilia –ave-va dato nuova vita alle pro-vince, che per altro eranostate eliminate pochi anniprima dallo stesso Consi-glio, dopo aver recepito lalegge Delrio.

IL DIETROFRONT di questaestate, oggetto del ricorsodel Cdm, aveva ristabilitol’elezione diretta dei Presi-denti dei Liberi Consorzi di

comuni (il nome dato allevecchie Province) e delle treCittà Metropolitane (Paler-mo, Catania e Messina), percui i siciliani sarebbero do-vuti tornare alle urne il pros-

simo febbraio. Non solo:l’Ars aveva anche resuscita-to, in constrasto con la leggenazionale, il gettone di pre-senza per gli eletti nei Con-sigli oltre, naturalmente,all’indennità per il Presi-dente.

IL RICORSO di ieri del Cdmcomplica le cose: la legge re-gionale rimarrà in ogni casoattiva fino ad eventuale pro-nuncia contraria della Con-sulta, a meno che non sia lastessa Ars a modificare il te-sto, venendo incontro alle o-biezioni del Consiglio deiministri. Caso da escludere,perché l’Assemblea è in at-tesa di rinnovo. Dal 5 no-vembre, giorno delle elezio-ni regionali, passerà almenoun altro mese prima che lanuova Ars sia operativa e aquel punto ci troveremo a ri-

dosso delle elezioni per leprovince, quelle reintrodot-te dalla delibera di agosto,Corte Costituzionale per-mettendo.

Dopo la decisione del C-dm, il sindaco di PalermoLeoluca Orlando, già in esa-tate fortemente contrario al-la legge, punta il dito controla pessima gestione politicadella Regione in tema di pro-vince: “In questi anni abbia-mo assistito ad una produ-zione legislativa regionaleche ha creato caos, provo-cando gravissimi disserviziai cittadini e mortificando ilruolo fondamentale deglienti Locali a diversi livelli”.

UNA DECISIONE, quella direintrodurre le province,che Orlando definisce “al li-mite dell’a bu so ” e che haportato la Sicilia “a uno stato

di calamità istituzionale”.Il ricorso del Consiglio del

ministri era stato previsto –oltre che auspicato – fin dalmomento dell’appr ovazio-ne della legge.

Tra i contrari alla norma,voluta dal centrodestra, c’e-rano il Movimento 5 Stelle elo stesso governatore Rosa-rio Crocetta. Antonello Cra-colici, l’assessore all’A g r i-coltura, aveva parlato di “pa -lese violazione della normana zio nal e”, aggiungendoche il ricorso sarebbe stato“inevitabile”.

Così è stato. A poche set-timane dalle elezioni, l’A s-semblea Regionale che usci-rà dalle urne ha già una que-stione da risolvere.

Sperando che, questa vol-ta, si trovi una soluzione de-finitiva.

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» MARCO PALOMBIE CARLO TECCE

Il governo ha reperito una“legge chiodo” a cui ap-pendere una caterva dinomine dai vertici militari

agli apparati di sicurezza. Conla solita tecnica felpata, PaoloGentiloni ha inserito un arti-colo all’interno del decreto fi-scale – articolo di cui si igno-rano i motivi di “necessità eurgenza” – che in apparenzariguarda soltanto la Difesa, mache in realtà innesca un nuovogiro di poltrone. Nel decreto,infatti, è stata infilata una nor-ma di carattere ordinamenta-le che interessa tre persone –vietata in decreti di questa ma-teria – con un trucco: sostene-re che serve a coprire la mag-gior spesa in pensioni (ripetia-mo: di tre persone).

Ma cosa dice il testo? Servea fissare a tre anni il limite agliincarichi apicali della Difesasenza distinzioni o confusio-ni. A questo “chiodo”, gentil-mente fornito dal governo,

compiacenti emendamentiparlamentari (su commissio-ne) appenderanno le altreproroghe che Palazzo Chigiindicherà: tre anni per tutti oalmeno per alcuni.

GENTILONI, infatti, ha un pro-blema: il suo tempo sta per sca-dere assieme alla legislaturanumero 17 e l’attuale governo– spronato dal Quirinale, cheguarda con angoscia agli esitiincerti del voto – si prepara aridisegnare la struttura statalecon l’espediente dei tre anni.In passato, il biennio di un di-rettore dei Servizi segreti o diun Capo di stato maggioredell’Esercito, per esempio, ve-niva raddoppiato con un quasiautomatico rinnovo. Poi losmanioso Renzi, nella prima-vera del 2016, ha previsto di ac-corciare i mandati a un biennioper far coincidere i futuri rin-novi con il termine di questalegislatura e introdurre il si-stema americano in Italia: chivince le elezioni, si prende loStato. Il segretario dem, ovvio,confidava di vincere e di pre-miare i buoni e giustiziare icattivi, ma oggi si deve accon-tentare di un ruolo di testimo-nianza: le nomine sono affaredi Palazzo Chigi e Quirinale,tant’è che Sergio Mattarella hascortato Gentiloni verso l’au -tunno per non perdersi que-st ’occasione che inizia conBankitalia e Consob in questesettimane e finisce con Difesa,Carabinieri, Guardia di Finan-za e Servizi segreti.

Torniamo al decreto fiscale,in cui si fa esplicito riferimen-to agli incarichi di “ufficiali ge-

nerali o ammiragli nominatiCapi di stato maggiore delladifesa o di Forza armata, il Co-mandante generale dell’Armadei carabinieri e il Segretariogenerale del Ministero dellaDifesa”. Col nuovo criterio deitre anni non prorogabili, la pri-ma testa che cade è quella diTullio Del Sette, promossonel dicembre del 2014 dall’e-secutivo renziano a coman-dante generale dei Carabinie-ri, indagato nell’i n ch i e st aConsip con l’accusa di favo-reggiamento e di rivelazionedi segreto, la stessa rivolta alministro Luca Lotti.

Al contrario, Palazzo Chigiha allungato la carriera ai trecapi di Stato maggiore: EnzoV ec ci ar el li (Aeronautica, u-scita posticipata a marzo2019), Valter Giraldelli (Ma -rina, giugno 2019), Danilo Er-rico (Esercito, febbraio 2019).Il vero obiettivo di PalazzoChigi però, dicono nei palazziromani, è intervenire sullaGuardia di Finanza – per cui ilrinnovo triennale era statoproposto nel Libro bianco del -la Difesa – con la conferma delcomandante generale Gi o r-gio Toschi fino all’aprile del2019 (considerato renziano,oggi lontano dall’ex premier).Altro obiettivo sarà di sicuro e-vitare che il capo della Polizia,Franco Gabrielli, esaurisca ilmandato nell’aprile del 2018 aridosso delle elezioni politi-

che e probabilmente durantela formazione del prossimogoverno.

Poi c’è la questione dei Ser-vizi segreti. Alberto Manen-ti, il direttore di quelli esteri(Aise), completa il quadrien-nio nell’aprile 2018, ma Palaz-zo Chigi annuncerà il sostitui-to un attimo prima dello scio-

glimento delle Camere, pernon lasciare l’onore più chel’onere al successore. MarioParente, il prefetto che guidai Servizi interni (Aisi) dal giu-gno 2016, potrebbe ambire aun rinnovo di almeno un annoe mezzo per raggiungere iltriennio, però circola l’ipotesidi un addio anticipato.

Il governo di Gentiloni hagiurato al Quirinale con l’in -cognita della delega ai Servizi,rivendicata senza successodal ministro Luca Lotti: nell’e-secutivo Renzi, il dominus deiservizi segreti era il sottose-gretario Marco Minniti (oraministro degli Interni) e il“lampadina” un semplice sot-tosegretario alla presidenzadel Consiglio con delega all’E-ditoria a cui era capitata in do-te la segreteria del Comitatointerministeriale per la pro-grammazione economica, ilmunifico Cipe che stanzia ci-fre milionarie. Gentiloni deci-se di tenere per sé la vigilanzasui Servizi e adesso, emargi-nato Lotti, può scegliere i suoiuomini. Per tre anni.

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In vista del 2018Il duo vuole sigillaregli apparati. Del Setteal capolinea; versola riconferma Toschi

D’i nte s aS ergioM at t a re l l acon PaoloGentiloni egli articoli del“Fat to” su l lenomine Ansa

Rosario Crocetta Ansa

LE GRECHE

TULLIODEL SETTECapodell’Arma

G I O RG I OTOS C H ICo m a n d a n tedella Finanza

A L B E RTOMANENTID i re t to re007 (Aise)

F R A N COGA B R I E L L ICo m a n d a n tedella Polizia

RAVELLO (SALERNO)

Nozze di MariannaPascale, Berlusconie Francesca testimoni

qUN MATRIMONIO in grande stilequello di ieri pomeriggio al “Pr i n c i -

pessa Piemonte”, il Belvedere di Ravello(Salerno). Si sono celebrate infatti le nozzedi Marianna Pascale, sorella di Francesca,che, assieme a Silvio Berlusconi è stata te-stimone. La cerimonia è iniziata attorno alle16 ed è stata condotta da Domenico De Sia-no, senatore e coordinatore regionale di For-

za Italia in Campania. Silvio Berlusconi ègiunto all’hotel Caruso, dove si è poi tenuto ilbanchetto nuziale, intorno alle 12. Quando èarrivato a Ravello ha ricevuto un presepe inomaggio da un artigiano di Pagani, nel Sa-lernitano. Una cinquantina, secondo quantosi è appreso, gli invitati. Mano nella mano,Silvio Berlusconi e Francesca Pascale sonousciti dall’hotel Caruso e hanno percorso a

piedi i 100 metri per raggiungere il Belvede-re, dove è arrivata Marianna Pascale per ilsuo matrimonio. Berlusconi indossava un a-bito blu con un bocciolo di rosa bianco all’oc-chiello. La Pascale, invece, un abito lungo co-lor rosa pallido, con una rosa bianca tra i ca-pelli. Tra gli invitati anche Al Bano che ha in-tonato, all’arrivo della sposa, l'Ave Maria diGounod.

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | » 7

Il Fatto SpecialeDa liquidoa liquefatto

Auguri tristi L’ex premier non è stato invitatooggi alla cerimonia di Roma. L’ulivista Parisiaffonda: “Dopo l’approvazione del Rosatellumc’è poco da festeggiare”. Il confronto con il 2007racconta un partito invecchiato precocemente

L’inter vista Fabio Mussi

“Mi aspettavoil peggio, ma Renziè persino oltre”

q RODANO A PAG. 10

Oggi il Partito democratico festeggia aRoma il suo decimo compleanno.Non si può dire che sia una celebra-zione in grande stile: alcuni dei prin-cipali protagonisti di quella stagionenon hanno nessuna voglia di farsi gliauguri. Romano Prodi, che negli ul-timi mesi ha progressivamente al-lontanato la sua tenda dal campo delPd (la metafora è sua), non è stato in-vitato alla festa del Teatro Eliseo. Omeglio così ha fatto sapere, visto chedal Nazareno sostengono il contra-rio: in ogni caso non ci sarà. E non cisarà nemmeno Arturo Parisi, altroministro e padre nobile dell’Ul ivo,che ieri ha rilasciato dichiarazioni

t ut t’altro che concilianti nei con-fronti di quello che è diventato il Par-tito democratico oggi: “Dopo l’a p-provazione del Rosatellum, grave nelmerito e nel metodo, il decennale delPd di domani, invece di un giorno difesta s’è trasformato in un giorno dilutto. Ricordo che 12 anni fa, quandoBerlusconi c’impose il Porcellum, al-meno non lo fece con la fiducia.Quanto alla cerimonia, noto almenouna sciatteria dell’org an izz az io nenel coordinamento delle agende. Edire che io e Romano Prodi qualcheruolo l’abbiamo avuto”.

I protagonisti della festa di oggi so-no il fondatore Walter Veltroni, il se-

gretario Matteo Renzi e il premierPaolo Gentiloni. Sul palco ci sarannoanche gli ex segretari (tranne Bersa-ni ed Epifani, migrati in Mdp). Ma ladistanza tra quello che sarebbe do-vuto essere il Pd nelle intenzioni dichi l’ha fatto nascere e quello che in-vece è diventato oggi, è raccontatanelle prossime due pagine, curate daFabrizio d’Esposito: buona parte dicoloro che firmarono il documentofondativo, nel tempo hanno abban-donato il partito. I già citati Prodi, Pa-risi e Bersani, poi D’Alema, Cofferati,Enrico Letta, Rutelli, Bassolino, etanti altri. Le due fotografie scattateal Pd – dieci anni fa e oggi – descri-

vono un invecchiamento impietoso:voti alle primarie dimezzati (dai 3,5milioni del 2007 agli 1,8 milioni del2017), peso elettorale diminuito(Veltroni nel 2008 prese il 33,18%,per i sondaggi Renzi oggi vale più omeno il 27%), iscritti calati vertigino-samente.

Il 2017 è stato l’anno della scissio-ne: il Pd ha perso la Ditta migrata inMdp. Nelle ultime amministrative idem hanno lasciato alla destra, tra letantissime città, diversi bastioni sto-rici (a cominciare da Genova). E levecchie “Regioni rosse” stanno per-dendo colore.

TO. RO.

Memorie Da Enrico Letta a Lerner

Spariti e scappati,che fine hanno fattoi 45 fondatori

q D’ESPOSITO A PAG. 8 - 9

I 10 anni vissutimale dal PdE per “p ap à ”Prodi è lutto

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8 | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 14 Ottobre 2017

Il Fatto SpecialeDa liquidoa liquefatto

I» FABRIZIO D’E S P OS I TO

l colpo d’occhio è impressionante. Nella galleria dei 45 fon-datori del Partito democratico, dieci anni fa, prevalgono quelliche sono andati via, per una strada o per un’altra. Nato ma-lissimo, dalla fatidica fusione fredda tra Ds e Margherita, il Pdè finito ancora peggio. Doveva fondere le culture migliori delNovecento, in particolare quelle socialista e cattolica, invece haereditato i difetti peggiori di Pci e Dc: clientelismo, gestioni-smo, apparati, correntismo. E non è un caso che, scorrendo lalista, a rimanere sono stati proprio democristiani e “destri”d e l-la sinistra. La Ditta è altrove, citiamo per tutti Bersani e D’A-lema, e “il bambino che si è mangiato i comunisti” appare comeun dead man walking in vista delle prossime elezioni politiche.E dato che non gli rimane altro che l’abbraccio definitivo conBerlusconi, sperando di ereditarne pure Forza Italia, giova ri-cordare che tra i 45 del 2007 c’è finanche Lamberto Dini, che unanno dopo lasciò per andare a fondare il Pdl. Un presagio.

45 fondatorie non ne rimase(quasi) nessuno

MACERIE DEM A dieci anni dalla nascita, la sinistra della Ditta non c’è più: Bersani, D’Alema ,Cofferati e tra un po’ Bassolino. Via anche molti prodiani. Restano solo i democristiani e i “de s t r i” dei Ds

LETIZIA DE TORREI N S EG N A N T EEx deputata, non fapiù politica e lavoranel movimentoc attoli codei focolarini

O. DEL TURCOP E N S I O N ATONel 2008 vennescaricato dal Pdper l’arresto pertangenti sanitariein Abruzzo

LAMBERTO DINIFONDATORE PDLUn genioan d reott i an o :dopo aver fondatoil Pd, nel 2008 hafondato pure il Pdl

L. DOMENICIANTI-PMEx sindaco diFirenze, a causadelle sue vicendeg iu di z i ar i eha lasciato il Pd

VASCO ERRANIARTICOLO 1Ha seguito Bersaniin Articolo 1. Èstato governatored ell’E mili a-Ro m ag n a

PIERO FASSINOAS P I R A N T ESenza poltrona, èrimasto renziano.Fassino aspira.Aspirava persinoal Quirinale

ANNA FINOCCHIAROM I N I ST R ALa sconfitta del 4dicembre non leè estranea. Cosìcome premio hafatto la ministra

GIUSEPPE FIORONID E MO C R I ST I A N OCe nt r i stapragmatico diViterbo, ha unasua mini correntenel Pd: i fioroniani

MARCO FOLLINIIN RICERCAAnche Follini hafondato il Pd. Se n’èandato nel 2013,accusando i demdi “s o c i ali s m o”

GIULIANO AMATOGIUDICE CONSULTADal Pd, il DottorSottile di Craxi haavuto tanto. Unicaconsolazione: nonè andato al Colle

MARIO BARBIG I O R N A L I STAGià deputatoulivista, è statoun prodiano di ritoparisiano. È unrenziano deluso

A. BASSOLINOIN BILICOÈ tentato di usciredal Pd e ritrovarela sua matriceoperaista dentroArticolo 1

PIER LUIGI BERSANIARTICOLO 1Lo scissionista chenon smacchiò ilgiaguaro e finì perfarsi smacchiaredal Rottamatore

ROSY BINDIIN USCITAAntirenziana docè tuttavia rimastanel Pd: ma haannunciato chenon si ricandiderà

PAOLA CAPOROSSIP O L I TO LO GAVoluta da Prodi,già nel 2009scrisse un libro:“ Perché il Pdnon è mai nato”

SERGIO COFFERATIE U RO D E P U TATOÈ andato vianel 2015 per leprimarie di Genovainquinate da broglie voti di destra

MASSIMO D’ALEMAARTICOLO 1È stato il primoa capire chel’arrivo di Renzicomportava il comairreversibile del Pd

M. DE CECCOD EC E D U TOEconomista difama, ancheDe Cecco vennechiamato da Prodi.È morto nel 2016

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 9

Il Fatto Speciale

D. FRANCESCHINIM I N I ST ROGarante dellacultura cattolicanel Pd. Purtropponon è Dossetti,ma Franceschini

VITTORIA FRANCOF I LOS O FAÈ stata a lungosenatrice: poi ètornata aoccuparsi di storia,etica e filosofia

PAOLO GENTILONIPREMIERTomo tomo,cacchio cacchio, èdiventato premierin silenzio. Sempresilente, farà il bis?

DONATA GOTTARDIACC A D E M I C AD ocenteuniversitaria diDiritto del lavoro,si è ritirata dallapolitica nel 2009

ROSA R. IERVOLINOP E N S I O N ATADal curriculumchil o me t r i co ,ha votato Noal referendumdel 4 dicembre

LINDA LANZILLOTTAR I P OS I Z I O N ATALasciò il Pd perl’Api di Rutelli. Indimontiana di SceltaCivica. Oggi èdi nuovo nel Pd

GAD LERNERG I O R N A L I STAConvinto prodiano,si è dimessoq u est’estate dal Pd.Sostiene il “C ampo”di Giuliano Pisapia

ENRICO LETTAA L L’E ST E ROInsegna a Parigi,per un eccessodi serenità neiconfronti di Renzi.Però vuole tornare

AGAZIO LOIEROT R A N S UM A N T EEx governatoredella Calabria,è uscito dal Pdnel 2011. Oggi haun partito tutto suo

M. MAGISTRELLIAVVO C ATOAmica di Bindie Prodi, è statasenatrice. Poiha preferito il suolavoro di avvocato

LELLA MASSARIDOCENTEFa ancora partedel Pd di Siena, manon vuole vedereil suo partitoa braccetto con FI

VILMA MAZZOCCOTA BACC I A N AAndò via per l’Ap idi Rutelli, poi è stataportavoce di Cd,il partito delpisapiano Tabacci

M. MIGLIAVACCAARTICOLO 1Dove c’è Bersani,lì c’è MaurizioMigliavacca, fedelesherpa dell’exsegretario del Pd

ENRICO MORANDOV I C E M I N I ST ROÈ ancora più adestra dei vecchimiglioristi. Ergonon poteva cherimanere nel Pd

ARTURO PARISII D EO LO G OIl Lenin del Pd,che ha inventatole primarie. In odioa D’Alema è statore n z i an- p ro di an o

CARLO PETRINIGAST RO N OMOÈ il miticofondatore di SlowFood. È l’ant i-Farinetti, il patronrenziano di Eataly

B. POLLASTRINIV. PRESIDENTE PDD eputata,rap p rese ntala sinistra internadi Orlando nellapresidenza del Pd

ROMANO PRODIIN TENDAIl Pd di Renziè un suo costantetormento. Così latenda politica delProfessore è mobile

ANGELO ROVATID EC E D U TOCo n sigli e redi Prodi ai tempidi Palazzo Chigi.Rovati è morton ell’aprile 2013

FRANCESCO RUTELLIPRESIDENTE ANICAAbbandonò il Pdnel 2009 perfondare l’Api .Continua a essereun centrista

LUCIANA SBARBATIPRESIDERepub blicanadel Pri, ha resistitonel Pd per tre anni.Oggi si barcamenaal centro

MARINA SERENIV. PRESID. CAMERAOrganizza ceneper prepararela futura congiuradi Franceschini,contro Renzi

ANTONELLO SOROGARANTE PRIVACYAltro fedelissimo diFranceschini, cheper ricompensalo ha fatto Garanteper la privacy

RENATO SORUE U RO D E P U TATOSi dimise dasegretario del Pdsardo per unacondanna, poiassolto in Appello

PATRIZIA TOIAE U RO D E P U TATAEletta a Strasburgocol Pd, è un’ant i c ateodem, fieraavve rs ar i adelle unioni gay

WALTER VELTRONIR EG I STAÈ stato il primosegretario del Pd.Oggi è scrittore eregista, ma ha unufficio al Nazareno

TULLIA ZEVID EC E D U TAEbrea eantifascista, è statagiornalista escrittrice. È mortanel gennaio 2011

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Il Fatto SpecialeDa liquidoa liquefatto

“N» TOMMASO RODANO

oi ci fermiamo qui”. Il 21 apri-le 2007 Fabio Mussi annuncialo strappo: il suo “c o r r e n t o-ne” – la sinistra dei Ds – nonentra nel Pd e si avvia a fon-dare un altro partito (oggiMussi è in Sinistra italiana).All’epoca trattenne a stento lelacrime, ora s’affida all’ironia:“Il Pd nacque con ‘vocazionemaggioritaria’. È andata a fi-nire come per certi preti: lavocazione c’era, ma i voti nonli hanno mai presi. Le elezionile hanno perse tutte. O ‘no nvinte’, come Bersani”.

Per quali ragioni rifiutò l’a-desione al Pd?

Il conflitto nasceva da prima,dal congresso dei Ds del 2001,quando venne decisa la svoltariformista, l’adesione alla ter-za via di Tony Blair. Era l’i n i-zio del declino della sinistra intutta Europa. Oggi sono d’a c-cordo anche gli ex blairiani.

Il Pd è tuttora guidato da untifoso di Blair.

Cito ancora il Lingotto: perVeltroni il Pd era l’avvento del‘partito riformista del nuovomillennio, libero da ideologi-smi’. Invece era imbevuto diideologia: nasce alla vigiliadella crisi finanziaria mon-diale, senza il minimo pensie-ro critico sulla stagione neo-liberista. Dietro la mascheradel riformismo, si prende per

buono tutto quello che l’i d e o-logia dominante racconta disé. Quindi dico: ‘Noi ci fermia-mo qui’. Ho davanti agli occhii l discorso: ‘Nonp o s s o r a s s e-gnarmi a unarete di correntisuper persona-lizzate che am-maina i simbolistessi della

A proposito di riformisti eblairiani, le fa impressioneoggi trovarsi dalla stessaparte di D’A l e m a?

Impressione? (Ride) Per me èl’avverarsi di una profezia.

Siete vecchi amici, gliel’hamai fatto pesare?

Lui era un sostenitore dellamassima di San Cipriano: e-xtra Ecclesiam nulla salus, ‘Aldi fuori della Chiesa non v’ès al v ez za ’. Gli ho detto: ‘Or afuori della Chiesa ci sei anchetu’.

E lui?Ha riconosciuto che qualcheragione ce l’avevo. Ma poi haaggiunto che le cose sarebbe-ro potute andare diversamen-te (ride ancora).

Lei disse che non voleva fon-dare un piccolo partito.

Il nostro è un episodio dellacatastrofe della sinistra euro-pea. La sinistra in Italia è unarcipelago. Ahimè, è la Poli-nesia (ride). Ridare forza allasinistra è la grande questionesul tappeto.

A che punto siete?Ci sono lavori in corso.

Le faccio la canonica doman-da su Pisapia?

No, lasciamo stare Pisapia, lascongiuro.

Nel suo intervento d’ad dioparlò di questione morale,questione del lavoro e que-stione ambientale. Dieci an-ni dopo sono ancora le sfidecruciali.

Più di prima. Abbiamo butta-to dieci anni.

Con questa legge elettorale,al Pd resta solo l’a bb ra cc i ocon Berlusconi?

Mi pare che in testa abbianoquesto. Questa legge vorreb-be essere astuta ma è una por-cheria, che consente il massi-mo del trasformismo. Una ca-micia sartoriale cucita addos-so a Berlusconi e Renzi.

Si sarebbe mai immaginato,dieci anni dopo, che il Pd sa-rebbe arrivato a Renzi e alPartito della Nazione?

No, Renzi era oltre la mia im-maginazione.

D i ss ide nteFabio Mussiha guidatola minoranzadei Ds chenon è entratanel Pd Ansa

SU MASSIMOD’ALEMA

Lui sosteneva che‘al di fuori della Chiesanon v’è salvezza’Ora fuori della Chiesac’è pure lui...Ha riconosciuto cheavevo qualche ragione

L’I N T E RV I STA

“Dissi di no e ci ho visto lungo:il Pd ha solo perso tempo”

Fabio Mussi Il leader del “correntone ” dei Ds si rifiutò di aderire al partito:“Nato per ammainare la sinistra, è diventato il comitato elettorale di Renzi”

Chi èFabio Mussiè statom i n i st rodell’U n i ve rs i -ta nels e co n d ogove r n oPro d i .Era il leaderdel “co r re n -to n e” dei Dsche nel 2007decise dinon aderirealla nascitadel Pd.Ha fondatoquindiS i n i st rad e m o c ra t i c a ,oggi militain Sinistraitaliana

D al partito a “vocazione maggio-ritaria”che voleva mandare a ca-sa Silvio Berlusconi a un partito

di centro che fa alleanze con lo stessoBerlusconi. Questa è la parabola del Pd,dopo dieci anni vissuti male, con quat-tro segretari eletti, due volte MatteoRenzi e tre reggenti. In questi anni, il Pdha perso gli iscritti, i partecipanti alleprimarie e diversi milioni di voti. Ancheil bilancio è in rosso, anzi soltanto quelloè rosso. Sono finiti i contributi pubblici,vero, ma pare pure finita un’idea poli-tica.

sinistra e del socialismo’.Invece mi sono dovuto ras-segnare, perché è andata afinire esattamente così.

E se invece di lasciare a-veste lottato per la sini-stra da dentro il Pd?

Non sarebbe cambiato as-solutamente nulla. Guardicos’è successo ai fondatori:sono dovuti andare via

quasi tutti, compresi Bersanie D’Alema. Ora è un mega co-mitato elettorale di Renzi.

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | ECONOMIA » 11

La scheda

n ANDREAF R A N ZO S O,ex funzio-nario di Fer-rovie Nord,nel 2015 had e n u n c i a toalla Procuradi Milanole spese pazzedell’a l l o rap re s i d e n teNorber toAc h i l l e

n DOPO LADENUNCIA,Ferrovie Nordl’ha deman-sionato. Il pmha chiesto 2anni e 8 mesiper Achille

Il libro

l Ildis obbedienteAn d re aF ran zo s oPagine: 1 69Prezzo: 12 eE ditore:Pap e r F i rst

Il decreto “u r ne ”: condonie soldi a editori e AlitaliaNel collegato fiscale altri 300 milioni alla compagnia (e la vendita slitta),sconti fiscali a chi investe sui giornali e una norma che incastra Vivendi

Il libro Il discorso del presidente del Senato alla presentazione del “Disobbediente”L’I N T E RV E N TO

“Approvate la leggeper tutelare gli Andreache denunciano reati”

» CARLO DI FOGGIA

Doveva essere un decreto per coprire partedelle misure della manovra che vedrà la

luce lunedì. E invece il collegato fiscale alla fi-nanziaria approvato ieri dal Consiglio dei mi-nistri contiene pure un miscu-glio di mance e regalie che sispiega con le elezioni alle por-te (e gli ultimi favori da elar-gire). Nelle bozze viste dalFatto ci sono, tra le alte cose:un triplo condono; soldi ad A-litalia e favori ai colossi delgioco. C’è anche una normaper mettere in difficoltà i fran-cesi di Vivendi su Telecom.

Si parte da Alitalia, che i commissari devonogiustamente vendere intera. La scadenza perle offerte è lunedì, ma - come anticipato dalFatto - non tira una buona aria e così si puòslittare al 2018. Più che al futuro dell’azienda,

» PIETRO GRASSO

Autorità, gentili ospiti,caro Andrea sono fe-lice di ospitare in Se-nato la prima presen-

tazione de Il disobbediente, li-bro che racconta la storia di u-na persona che ha scelto di fa-re la cosa giusta, anche a costodi subìre intollerabili conse-guenze (...). Queste sono pagi-ne preziose che descrivonocon chiarezza disarmante leimplicazioni di un atto di co-raggio tanto semplice quantorivoluzionario.

Q U E L LO che mi ha colpitoè che questo libro, sin daltitolo, è la storia di uncontinuo paradosso:“D i s ob b e d i e n te ” è laqualifica attribuita achi, di fronte a una seriedi illegalità, si rivolge aicarabinieri, le denuncia econsente l’avvio di indaginie processi. In una democra-zia basata sullo Stato di di-ritto dovrebbe essere lanorma, non l’eccezione.Anzi, chi segnala un reatonel proprio posto di lavorodovrebbe ricevere encomi(...). Andrea invece dice diaver preso ispirazione dagliinsegnamenti di una letturafatta ai tempi del liceo, il trat-tato sulla Disobbedienza civiledi Henry David Thoureau.Continua il paradosso: rispet-tare e far rispettare la legge co-me atto di ribellione. Mi vienein mente la frase di un ragazzoappena assunto che, entrato inun ufficio dove la corruzione

era sistemica, una volta sco-perto confessò dicendo: “Eroin prova e ho avuto paura di es-sere cacciato. Non ho avuto ilcoraggio che ci vuole per esse-re onesto”.

C’è un dialogo raccon-tato nel libro che è, a mioparere, emblematico.Andrea parla con i pro-pri genitori, intimoritidalle conseguenze acui dovrà far fronte ilfiglio. Lo scambio dibattute che si consu-

ma nella loro cucina èdrammatico: in pochissimeparole si manifesta la pro-fondità di una scelta che haun grandissimo impatto sul-la vita personale e che lacambierà per sempre. Suopadre commenta amara-mente: “Lo capisci che haimandato all’aria la tua carrie-ra…e che a quei farabutti tantonon succederà nulla? Tu, inve-ce…”.“Ho fatto ciò che era giu-sto. Sono in pace con la mia co-scienza”. “Qui è così: se non tiva bene, piglia su le tue cose evattene in Inghilterra, vattenein Canada, vai dove vuoi, manon qui. L’Italia è il Paese deifurbi; se vuoi vivere onesta-mente, qui, hai vita dura”.

È umanamente comprensi-

bile la preoccupazione di ungenitore che vede suo figlio ri-schiare la carriera per “fare lacosa giusta”. Eppure è proprioqui che si consuma uno dei piùimportanti cor-tocircuit i cherende la corru-zione un male co-sì difficile da sra-dicare. Nella per-cezione colletti-va (...) l’Italia è unPaese senza spe-ranza nel quale lostigma sociale èsubìto dalle per-sone che scelgo-no la legalità enon da quelle chetrasgrediscono lalegge (...). Purtroppo il para-dosso è dato dal fatto che in I-talia non è facile scegliere didiventare un w h is tl e bl ow er ,colui che segnala un’irregola -rità sapendo di andare incon-tro a frustrazioni, vessazioni,demansionamento, isolamen-to sociale. Con tutte le diffe-renze del caso, Andrea Fran-zoso in azienda viene trattato –non dalle persone che ha de-nunciato ma da chi ne ha presoil posto e dai suoi stessi colle-ghi –, con la stessa considera-zione riservata in altri contesti

agli “infami”, ai traditori (...).Bisogna ribellarsi alla tenta-zione di voltare le spalle, dinon farsi carico di questioniche riguardano la collettività.

È insopporta-bile accettare chechi denuncia unillecito sia isola-to, deriso, ostaco-lato: persone co-me Andrea han-n o b i s o g n od e l l ’ a p p o g g i oconcreto di tuttinoi (...). È soloquando questogenere di com-portamenti di-venteranno dif-fusi e sostenuti

dalla maggioranza delle per-sone che le cose inizieranno acambiare (...). D’altro canto,non può essere sufficiente uncambiamento di mentalità, o ilsingolo atto coraggioso diqualche cittadino.

È per questo che le istitu-zioni devono agevolare ilcomportamento virtuoso dei“disobbedienti”, anche attra-verso un testo di legge che fi-nalmente è approdato in Aulain Senato, dopo un lavoro ap-profondito in I Commissioneche ne ha migliorato il testo ri-

spetto alla prima lettura an-che grazie al supporto di “Ri -parte il futuro”, Transparen-cy International e al presiden-te dell’Anac Raffaele Canto-ne, il titolare e il vertice, insie-me ai responsabili delle sin-gole amministrazioni, di tuttele misure preventive contro lacorruzione.

La speranza è che il disegnodi legge venga approvato al piùpresto, in modo da poterlomandare alla Camera, per laterza lettura, in tempi brevi ecomunque prima della fine diquesta legislatura.

DA MOLTO TEMPO ho rappre-sentato l’urgenza di approvarele norme che tutelano i lavo-ratori che denunciano episodicorruttivi: in questo modo,non solo si tuteleranno loro mal’intera collettività, perchéspezzare le catene corruttivefa risparmiare risorse, e molte,al bilancio del Stato, risorseche potrebbero essere meglioutilizzate per garantire serviziai cittadini. Siamo tutti vittimedella corruzione, siamo quinditutti in debito verso AndreaFranzoso e chi, come lui, ha a-vuto il coraggio di rompere ilsilenzio. Grazie.

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il governo pensa a rinviare la grana a dopo ilvoto. A ogni modo il decreto proroga di 6 mesila procedura e di 10 il prestito ponte statale da600 milioni concesso ad aprile, che viene in-crementato di altri 300 milioni. Il capitolo con-doni si arricchisce invece di un nuovo arrivato:

con una tripla mossa il gover-no riapre quello sulle cartelleesattoriali, la “rottamazione”.Non solo potranno aderirequelli esclusi dalla prima ver-sione (per le cartelle fino al2016), ma anche chi non ha pa-gato le rate di luglio e settem-bre (nuova scadenza: 30 no-vembre). L’intera procedurapoi viene riaperta per il 2017:

si potranno rottamare le cartelle notificate fi-no a settembre (ma si punta a dicembre). Uncondono nel condono (a ciclo continuo). Pergli editori c’è un bel regalo: il governo stanziauna valanga di milioni in forma di sgravi fiscali

per le aziende che incremen-tano gli investimenti pubbli-citari su giornali e tv locali. Lacosa fa felici i grandi gruppiche hanno molte edizioni lo-cali. Gli sgravi peraltro vannochiesti al “dipartimento edi-toria” di Palazzo Chigi, cioè algoverno (la delega è del ren-zianissimo Luca Lotti).

Sui Giochi ricompare il favore a Lottoma-tica che una manina - con la sponda di alcunideputati renziani di rango - aveva tentato diinfilare nella manovrina di aprile. In sintesi:viene prorogata senza gara la concessione no-vennale del “gratta e vinci”. Un regalo da 2,7miliardi che a Lottomatica costerà solo 800milioni, la stessa cifra scucita per aggiudicarsila gara nel 2009 (ma nel frattempo sono passati9 anni). Ad aprile la norma non passò per lepressioni di Sisal, ascoltate dal Tesoro.

E infine c’è Tim, su cui il governo si prende

un grande potere: l’esclusiva di poter dichia-rare nulli gli atti compiuti da Vivendi che rien-trano nell’ambito del golden power, cioè il po-tere di veto che Palazzo Chigi può esercitaresul controllo che i francesi detengono sul co-losso telefonico (e che il decreto rafforza). In-somma, decide lui e non i giudici. La cosa, filtrada ambienti governativi, serve a dare al gover-no l’arma per costringere Vivendi scorporarela rete in una società aperta all’ingresso dellapubblica Cdp.

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La manina renzianaProrogata senza garala concessione delGratta e vinci: vale 2,7miliardi a Lottomatica

In vendita Il 16 la scadenza delle offerte per Alitalia Ansa

Tacere o fuggire“L’It a l i aè un Paesesenza speranza:lo stigma socialeè subìto da chisceglie la legalità”

D i s o b b e d i reA nd re aFranzos o

DOPO IL CDM

Tutte le novità: finemonopolio Siae, antiscalate e risorse a Ilva

qDETTE LE NORME più controverse(che leggete sotto) il decreto fiscale

approvato ieri dal Consiglio dei ministri conla formula del “salvo intese”(cioè è ancora infase di scrittura) contiene una serie di novità.La prima è la cosiddetta “norma anti scala-te ”, che il ministro Carlo Calenda cerca di ot-tenere da mesi: in sintesi, chi compra unaquota che lo porta sopra il 10, 20 o 30% di

una società quotata deve dichiarare le pro-prie intenzioni (il riferimento è ovviamentealla vicenda Vivendi-Mediaset). 300 milionivanno poi in una “riserva finanziaria” desti-nata a tamponare situazioni di crisi in grosseaziende, misura di cui potrebbe beneficiarein primis l’Ilva. Lo split payment viene estesoanche a tutte le controllate della Pa, ma neldecreto ci sono anche 300 milioni per il 2017

e 200 per il 2018 per il fondo di sostegno allePmi, e il tax credit per gli investimenti pub-blicitari sostenuti nella seconda metà del2017 per campagne su quotidiani, periodici,e sulle radio e tv locali. Arriva poi l’addio almonopolio Siae in materia di diritti d’a u to re ,estendendo a tutti gli organismi di gestionecollettiva attivi nella Ue la possibilità di ope-rare direttamente sul mercato italiano.

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12 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 14 Ottobre 2017P randeGiazzaInviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 - [email protected]

Non un euro di soldi pubblici:ricordate i meriti del “Fa t to”Il Direttore Travaglio, quelle po-che volte che è invitato in qualchetrasmissione Tv, dovrebbe ricor-dare un poco più spesso ai suoicolleghi giornalisti e scrittori dialtre testate che il vostro giornalenon riceve alcun finanziamentopubblico. E ricordarlo, quando ca-pita, anche a tutti i parlamentari,che però raramente vi concede-ranno interviste, specie quelli che“comandano”, come Renzi e Ber-lusconi.Sono ormai vicino agli ottanta, fi-no a che vivo e riesco a leggere e acapire sarò sempre a fare il tifo in-condizionato per il vostro giorna-le e per Mi ll en niu m. Sempre mi-gliori fortune per voi tutti, giovaninuovi in carriera.

CARLO ACCIARI

I numeri parlano chiaro:l’automazione spaventa l’It aliaL’avanzata dei robot minaccial’occupazione globale e il tema è inprimo piano. I dati raccolti da AdpItalia, filiale italiana del colosso a-mericano Adp, leader mondiale inambito Human Capital Manage-ment, sono chiari. In Italia c’è unrobot industriale ogni 62 dipen-denti manifatturieri con un “r i-schio” di automazione per 3,2 mi-lioni di persone occupate. Secon-do questa ricerca, ad oggi l’Italia ètra i Paesi che utilizzano maggior-mente tecnologie automatizzatenell’industria: si contano in media160 robot industriali ogni 10.000dipendenti.E “se l’automazione e la roboticacomportano una serie di vantaggiper i lavoratori, è necessario allostesso tempo un ripensamento diruoli e responsabilità, dato che u-na parte attuale della manodoperaè potenzialmente a rischio: si sti-ma infatti che in Italia la percen-tuale di occupati a rischio automa-zione sia pari al 15,9%, 3,4 milionidi persone. Tra i settori più a ri-schio, agricoltura e pesca (25%),commercio (20%) e industria ma-nifatturiera (20%)”. Di questopasso, dove andremo a finire?

ANDREA DELINDATI

Cari Mattarella e Gentiloni,c’eravamo tanto amatiC’eravamo appena abituati a faticaall’idea di un presidente del Con-siglio non del tutto bugiardo e ar-rogante come i precedenti, che ec-colo smentire se stesso e porre lafiducia sulla legge elettorale piùarrogante possibile.C’eravamo, ancora con estremafatica, abituati a un presidente del-la Repubblica che ambiva a esserearbitro, ed ecco che prima ammo-

nisce i magistrati più decisi a so-stenere che la legge è uguale pertutti, e poi non opporsi, come po-trebbe e dovrebbe, a una legge e-lettorale faziosa e con tratti di in-costituzionalità, varata a pochimesi dalle elezioni con il chiaro in-tento di truccarne il risultato. Ciresta solo di vedere domani unBerlusconi alla presidenza dellaRepubblica e il quadro sarà com-pleto. Ma nessuno venga più a rac-contarci che “la colpa è in fondo

degli elettori che li hanno votati”,che “in democrazia il voto è quelloche conta” e via sciorinando frasiscacciapensieri buone ormai soloper i gonzi.

KA R L

Neppure Re Giorgioriesce a scuotere il presidenteEvidentemente il Rosatellum bis,la legge elettorale più incostituzio-nale del Porcellum e dell’Italicum,pur di garantire i nominati con l’e-

sproprio del voto degli italiani saràapprovata nonostante i moti dipiazza e i pareri autorevoli dei co-stituzionalisti.E certamente sarà anche firmatadal presidente Mattarella che nonascolta neppure l’intervento diNapolitano perché non può di-spiacere Renzi.Il tutto avviene all’ombra del resu-scitato patto del Nazareno, grazieal quale Matteo Renzi spera di ri-tornare a fare il premier dopo le e-lezioni politiche. Gentiloni invecesi è autoeliminato come concor-rente, ponendo la fiducia per eli-minare il dibattito parlamentare efacilitare di conseguenza questo a-borto elettorale, detto Rosatellumbis.

LUIGI FERLAZZO NATOLI

Era meglio quando il premiernon si faceva notareDov’è finito Gentiloni, il “grigio eligio”, che lavorava più per l’Italia,che per il Pd? Si stava conquistan-do una sua autonoma autorevolez-za, poi è bastato il pugno sul tavolodi Renzi e ha subito acconsentito amettere a disposizione la fiduciadel governo per far passare la leggeelettorale.Una forzatura al limite dell’ever -sione e forse oltre.Spiegano i trafficanti di organi co-stituzionali che l’espediente servead evitare sorprese con i voti segre-ti, quando invece è proprio questala funzione del parlamento.Soprattutto se si deve decidere suuna legge – quella elettorale, ap-punto – che realizza la sovranitàdel popolo nel suo strumento: lecamere. Mattarella e la Boldrini a-vrebbero dovuto intervenire perfar rispettate la Costituzione, cheprevede una “procedura normale”(art. 72) per le leggi elettorali, men-tre porre la fiducia non è una pro-cedura normale, in quanto azzerail dibattito.Ma non è avvenuto. E i fautori della“furbata” – Renzi, Berlusconi, Sal-vini e Alfano – si faranno una leggeche li avvantaggerà. Ma non met-tono in conto che non tutti i citta-dini sono materia inerte.

MASSIMO MARNETTO

LO DICO AL FATTO

Pubblicità laiciste Lidl forse non saquanto Gesù sia caro ai musulmani

LA NOTIZIA È DI QUELLE che lascia senza fiato: il supermer-cato Lidl ha esposto in un suo negozio la foto di Dolceacqua(incantevole paesino ligure) taroccando l’immagine. Perl’esattezza ha cancellato dalla foto della vista del borgo ledue croci che svettano sulla chiesa parrocchiale “per nonurtare la suscettibilità dei clienti islamici”. Una vergogna,ma anche una mossa di una stupidità assoluta: tanto var-rebbe essere più coerenti e mettere una foto della Meccaper attirare i clienti. Sarebbe interessante sapere dalla Lidlse al Cairo o a Istanbul i loro supermercati espongono fotodella moschea blu cancellando il minbar (il pulpito dal qualel’imam pronuncia le sue prediche) “per non urtare la su-scettibilità dei clienti cristiani”.Spero che i dirigenti della società rimuovano rapidamentela foto taroccata; in caso contrario invito tutti a boicottare isuoi locali.

GIANLUIGI DE MARCHI

IL LIDL CHE SBIANCHETTA le croci ripete il lapsus tuttolaicista delle professoresse col cerchietto quando evi-tano di comporre il presepio in classe per riguardo aibimbi di fede islamica. Non so se ricorda quando loscorso Natale, nel mentre che il vescovo di Padova in-vitava a non eccedere in pastorelli in cerca della Man-giatoia –e sempre per non urtare…–c’era l’imam dellacittà di Sant’Antonio che al contrario, tenendo i propribimbi per mano, li portava in chiesa a contemplare laNatività del profeta la cui Madre, Maria, è la Prescel-ta. È per ignoranza che ci si porta avanti, specie in temadi bottega, in obbedienza ai luoghi comuni. Lidl forsenon sa quanto Gesù sia caro ai musulmani.La “croce”, gentile De Marchi, ha subìto ben più gravicancellature. Non fu per la “proverbiale”suscettibilitàdei musulmani che l’Occidente ebbe a celebrare la più

sguaiata rimozione del Golgota – di questo si tratta –sbertucciando e additando Mel Gibson tra gli anatemiper via di The Passion. Era il film sul martirio di Gesù,figlio di Maria. Il regista seguiva il canone di sempresul racconto della Croce, lo stesso pontefice a suo tem-po regnante, Giovanni Paolo II, presa visione della pel-licola ebbe a dire – “Così, fu!” – eppure da più parti, enon certo da parte islamica, se ne chiedeva il bando perassecondare quello che purtroppo, nel sentimento dif-fuso, è la Croce: un segno remoto, quasi un “mito”, dalquale strappare via la memoria del Sacrificio. Il Gol-gota, per l’Islam, è il luogo dove tutti noi uomini – nellastoria, così nella Rivelazione –cercammo di profanarela purezza di Gesù, Spirito di Dio.Lidl non lo sa. E purtroppo neppure le professoresse colcerchietto in testa. Lidl toglie le croci, queste – mancaun mese – toglieranno il presepio.

PIETRANGELO BUTTAFUOCO

Autogol Uno dei supermercati Lidl Ddp

PRO GR A M M I TV

10:45 Buongiorno benessere11:30 Dreams Road12:20 Linea Verde13:30 Tg114:00 Linea Blu15:00 Il sabato italiano16:55 Gli imperdibili17:00 Tg117:15 A Sua immagine17:55 Passaggio a Nord-Ovest18:45 L'Eredità20:00 Tg120:35 Soliti Ignoti - Il Ritorno21:25 Celebration I Re del pop23:54 Tg1 60 Secondi23:55 Petrolio01:20 Tg1 NOTTE01:35 Milleeunlibro - Scrittori

in Tv02:35 Il caso Kerenes04:35 DA DA DA05:15 RaiNews24

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08:00 Il Sabato di Tutta Salute09:35 Un jeans e una maglietta11:00 BellItalia12:00 Tg312:25 Il Settimanale12:55 Tgr Petrarca14:20 Tg314:55 Tv Talk16:30 PresaDiretta18:05 Gli imperdibili19:00 Tg320:00 Blob20:15 Le parole della settimana21:15 Ulisse: il piacere della

scoperta23:40 Tg3 nel Mondo00:15 Un giorno in Pretura01:15 Tg3 Agenda del mondo01:30 Tg3 Chi è di scena01:45 Appuntamento al cinema01:50 Fuori Orario. Cose (mai)

viste

07:30 Monk09:30 Carabinieri 410:40 Ricette all'italiana11:30 Tg412:00 Parola di Pollice Verde13:00 La Signora in Giallo14:00 Lo Sportello di Forum15:30 Flikken - Coppia in

Giallo16:32 Poirot18:55 Tg419:50 Tempesta d'amore 1320:30 Dalla Vostra Parte21:16 Doppia Personalità23:19 La Sindrome di Sten-

dhal01:45 Tg4 - Night News02:07 Media Shopping02:22 Ieri e Oggi in Tv Spe-

cial

07:59 Tg509:06 5 appuntamenti per

farla innamorare11:00 Forum13:00 Tg513:40 Beautiful14:30 Una Vita15:05 Il Segreto16:10 Verissimo18:45 Caduta Libera20:00 Tg520:40 Striscia La Notizia21:10 Tu Si Que Vales00:30 Tg501:09 Striscia La Notizia01:41 Velluto Blu05:00 Media Shopping05:15 Tg5

07:21 Cartoni animati10:35 I Cesaroni12:25 Studio Aperto13:00 Grande Fratello Vip13:20 Sport Mediaset13:56 Il Maggiore Payne15:55 Rush Hour17:45 Due Uomini e 1/218:10 Tom e Jerry18:30 Studio Aperto19:01 Qualcosa di straordina-

rio21:10 Il mio amico Nanuk23:05 Alaska01:10 Ciak Speciale01:15 Studio Aperto

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nascosta23:25 Arrival01:25 Uno per tutti02:55 Nemico pubblico05:05 The Salvation

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of America00:05 Tin Star02:00 I Borgia - La serie02:55 Maratona Power

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | PIAZZA GRANDE » 13

AL “MALE MINORE”PREFERISCO FRANZOSO

» ANTONIO PADELLARO

IL BUDINO LETALEE PUZZOLENTE

DEI SOLITI CUOCHI» GIANFRANCO PASQUINO

L’altra sera gli ospiti diPiazza Pulita, tutti au-torevoli nomi del gior-nalismo, della politicae della cultura, richie-

sti di commentare il “Rosatellumbis” appena approvato a Monte-citorio, non riuscivano a tratte-nere un certo disagio e perfino di-sgusto. A Paolo Mieli, sempre mi-surato nei giudizi e mai corrivorispetto al semplicismo del “pio-ve governo ladro”si è quasi stroz-zata la parola schifo in gola (manon vorremmo avere inteso ma-le). Come l’ex direttore del Cor-riere della Sera, anche MassimoCacciari si è detto convinto che ilmarchingegno elettorale è statostudiato da Renzi, Berlusconi,Salvini e frattaglie varie per evi-tare la vittoria dei 5Stelle. Anzi,per “fotterli”. Poi, non senza unasmorfia di ripugnanza, il filosofoveneziano ha citato la teoria del“male minore”, e per meglio ren-dere l’idea mostrava quanto fos-se vergognosamente minorequesto male mimando con la ma-no un livello di decenza, a tal pun-to “meno, meno, meno, meno”dasprofondare sotto il pavimento.

Per un attimo abbiamo imma-ginato Renzi e complici a un ta-volo d’esame (di abc costituzio-nale), con il professor Cacciarivisibilmente indignato mentrericonsegna loro il libretto su cuiha scritto diciotto meno, meno,meno, meno. Insultati, umiliati,derisi eppure promossi ancora u-

na volta come male minore. Che,ricordava il compianto PaoloSylos Labini, prepara sempre unmale peggiore.

MA TORNIAMO per un momentoal pomeriggio quando nellasplendida sala Koch di PalazzoMadama, il presidente del SenatoPietro Grasso, il presidente del-l'Anticorruzione Raffaele Canto-ne, Milena Gabanelli e Marco Lil-lo hanno presentato il libro di An-drea Franzoso, Il Disobbedienteche svelò i furti di Ferrovie Nord.Una testimonianza di straordi-nario coraggio (di cui ha scritto suqueste pagine Marco Travaglio)perché l’autore messo di frontealle ruberie dei capi sceglie di nonbarattare il male minore (ovveroil quieto vivere) con la propria e-tica e dignità. Egli accetta il malepeggiore per sé (il licenziamento)pur di salvare l’interesse colletti-vo, cioè quello di tutti noi. A un

certo punto, ad Andrea viene im-partita la seguente lezioncina sulsaper stare al mondo che trovia-mo tragicamente attuale: “Que -sto mondo funziona così, caromio, rassegnati. Le regole del gio-co sono le stesse dall’alba dei tem-pi, o ti stanno bene o peggio per te.Mica le ho stabilite io, queste re-gole”.

Una pedagogia spicciola chepurtroppo discende dall’alto, dachi queste regole del gioco non fache adattarle continuamente agliinteressi di alcuni soltanto. Perpoi farcele ingoiare nel nome ap-punto del male minore. Ovvia-mente, quando così si esprime,Massimo Cacciari non fa che fo-tografare l’esistente. Una cruda i-stantanea del degrado creato dapochi ma subìto da tutti. Perciòvorremmo pacatamente chiede-re al premier Paolo Gentiloni, cheha imposto il voto di fiducia sul“R o sa t e l l u m”, dov'è che risiedal’interesse generale che giustifi-chi un tale “colpo di mano” (Re -pubblica), per non dire assai peg-gio? Forse sul meccanismo stu-diato per “fottere” il M5S? Sullariproposizione di un Parlamentodi nominati da quattro capataz?Sul paracadute estero per l'im-presentabile Verdini? Sulla for-mulazione di una scheda unicapiù simile a un imbroglio rompi-capo che allo strumento previsto

per l’esercizio corretto del dirittodi voto? Cos’è che giustifica que-sto immondo pasticcio? L’impos -sibilità comunque di garantiresolide maggioranze di governo(più o meno come sarebbe avve-nuto con il proporzionale uscitodalle sentenze della Consulta)? Oci aspetta il conseguente ricorso aun esecutivo di stampo “Nazarel -lum” tra Pd e Forza Italia? Oppu-re si vuole definitivamente allon-tanare dai seggi un’altra cospicuafetta di cittadini elettori nauseatiper fare sì che a decidere tutto, al-la fine, sia la minoranza di una mi-noranza?

SONO LE STESSE domande cheponiamo (rispettosamente) alpresidente Mattarella. Con unapiccola aggiunta. Se consideriaccettabile questo progressivoarretramento dallo spirito costi-tuzionale di un voto consapevo-le e non manipolato? Se anch’e-gli ritenga che sulle cosiddetteregole del gioco “il mondo fun-zioni così” e che dunque ci siapoco da fare. Non vorremmo cheanche il capo dello Stato si ap-prestasse a dire: mica le ho sta-bilite io queste regole, lavando-sene le mani. Significherebbeche in un Paese modellato sulcattivo esempio (dall’alto) sa-ranno sempre e soltanto gli An-drea Franzoso a pagare il prezzosalatissimo del loro non stare aquesto gioco truccato.

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Inquinato, da tempo, con rife-rimenti a una governabilitàche consisterebbe nel pre-miare con molti seggi un par-tito e a una rappresentanza

politica che sarebbe delega totaleai capipartito e ai capi corrente, ildibattito sulla legge elettorale èculminato con l’affermazione diSabino Cassese che “la prova delbudino sta nel mangiarlo” e con lasua valutazione positiva del budi-no perché ha “armonizzato”le leg-gi elettorali per Camera e Senato.Lascio da parte che a qualcuno, mecompreso, i budini non piacciono,ci sono comunque molte buone ra-gioni per evitare persino di assag-giarlo: quando conosciamo i cuo-chi e, sulla base di budini prece-denti, non ci fidiamo; perché quelbudino è fatto di ingredienti di bas-sissima qualità già usati nel passa-to; perché è maleodorante e ri-schia di avvelenare in maniera le-tale oppure lasciando duratureconseguenze inabilitanti.

IL BUDINORosatellum bis sintetiz-za tutte le ragioni che lo rendonopericoloso anche per la democra-zia rappresentativa. No, persino adetta dei proponenti non garantiràla governabilità, ma le leggi eletto-rali, dappertutto e soprattutto nel-le democrazie parlamentari, deb-bono eleggere “b ene ” un Parla-mento, mai un governo e mai “fab -bricare” una maggioranza assolu-ta. La governabilità la può garan-tire esclusivamente una classe po-litica preparata, competente, sele-zionata anche dagli elettori. Se iparlamentari sono tutti nominati,dai capi dei rispettivi partiti non-ché dai capicorrente (a mo’ d’e-sempio chiedo: rinuncerà France-schini a nominare i suoi sostenito-

ri? Farà a meno Orlando di imporrei suoi collaboratori e, per cambiareregistro, ottenuta la sua personaleclausola di salvaguardia-seggio, ilmio ex-studente Denis Verdini ab-bandonerà alla deriva i “verdinia -ni”?) che tipo di rappresentanza dipreferenze, di interessi, di ideali(sì, lo so, nello slancio mi sono al-largato) gli eletti saranno in grado

di offrire? Il problema non si ponesoltanto proprio per quegli elettiche, inevitabilmente, dovrannomostrare la loro gratitudine aglisponsor (incidentalmente, perquelli che paventano le conse-guenze nefaste del voto di prefe-renza, davvero si può credere chele organizzazioni di interessi, lelobby non si preoccupino di fare in-serire in quelle liste qualcuno sulquale faranno affidamento?), si po-

ne anche per gli elettori. Da un lato,non sapranno chi è il/la loro rap-presentante che, comunque, da lo-ro non si farà vedere più di tanto illoro rientro in Parlamento non di-pendendo in nessun modo da que-gli elettori, ma dai capi: lo zen Ren-zi, l’avvocato Ghedini, Alfano e Lu-pi…, quegli eletti impiegheranno illoro tempo e le loro energie in altre

attività, per esem-pio, nel vagabon-dare fra gruppiparlamentari se-guendo l’acclama -ta prassi italianadel trasformismo.D’altronde, nonessendo stato in-trodotto nella leg-ge neppure un re-quisito minimo diresidenza nel col-legio nel quale si

viene candidati (oops, paracaduta-ti) e anche protetti, grazie alla pos-sibilità delle multicandidature (fi-no a cinque), bisognerebbe co-struirli ab ovoquei rapporti con l’e-lettorato: troppa fatica per nulla.Gli eletti potenti sapranno farsi ri-candidare altrove. In questo modo,comprensibilmente, la legge nonoffre possibilità di rappresentanzapolitica, ma neppure di responsa-bilizzazione che, ad esempio, con-

sentirebbe agli elettori che hannotrangugiato un budino andato amale di chiederne conto ai parla-mentari che hanno contribuito ametterlo sul mercato elettorale.Invece, chi non può sapere da chi èstato eletto non dovrà minima-mente preoccuparsi di rendereconto dei suoi comportamenti, nelmio mantra: di quello che ha fatto,non ha fatto, fatto male. Peccatopoiché raccontano alcuni studiosidella democrazia, persino italiani,come Giovanni Sartori, che l’inter -locuzione e l’interazione fra candi-dati e elettori e poi fra i parlamen-tari e l’elettorato, non unicamenteil “l o ro ” (peraltro, sconosciuto):“ogni membro del Parlamentorappresenta la Nazione” (art. 67),stanno al cuore di una democraziarappresentativa, la fanno pulsare ele danno energia.

INFINE, MOLTI studiosi e, per for-tuna, anche molti uomini e donnein politica continuano a ritenereche le leggi elettorali debbano es-sere valutate anche con riferimen-to alla quantità di potere che con-sentono di esercitare ai cittadini e-lettori. Una crocetta su un simboloche serve a eleggere un candidato edare consenso a un partito o a unacoalizione è proprio il minimo. Perrimanere nella logica di Rosato e dichi per lui “non si poteva fare me-glio”, certo che si poteva fare me-glio: con la possibilità del voto di-sgiunto previsto e ampiamente u-tilizzato in Germania oppure con ildoppio turno nei collegi uninomi-nali come per l’elezione dell’A s-semblea nazionale in Francia. But-tate, voi senatori, l’Italian puddingnella raccolta indifferenziata. Nonc’è nulla da riciclare.

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IL SABATO DEL VILLAGGIO

Rai, un comitatodi garanziaper le elezioni» GIOVANNI VALENTINI

“Le televisioni pubbliche europee godo-no di un doppio, formidabile strumento disalvaguardia, negato a quella italiana: u-na garanzia superiore e un canone forte”

(da “Affondate la Rai” di Vittorio E-miliani, Garzanti 2002, pag. 13)

S e vanno così bene gli ascolti della Rai,come assicura il direttore generaleMario Orfeo, perché mai il Consiglio

di amministrazione ha deciso all’unanimità–su sua richiesta –l’ultimo val-zer dei direttori, cambiandoquelli della prima e dellaseconda rete e retroce-dendo Andrea Fabianoda ll’una all’altra? E per-ché Ilaria Dallatana, diret-trice di Rai2, ha lasciato l’a-zienda dopo le uscite – in ordi-ne retrospettivo – di Daria Bignardi (Rai3),dell’ex dg Antonio Campo Dall’Orto, del suodirettore editoriale Carlo Verdelli e del suovice Francesco Merlo?

Al di là della controversa gestione Or-feo, dei suoi meriti e demeriti, la risposta èuna sola: la Rai è malata. Malata cronica dipolitica, di subalternità e di lottizzazione.Affetta da una crisi d’identità che risale in-dietro nel tempo, ma che oggi esplode co-me un bubbone purulento tra le convul-sioni di un sistema politico di cui essa stes-sa è il termometro impazzito. Una Rai che,da una parte, incassa il canone obbligato-rio per legge e, dall’altra, sperpera soldipubblici nei maxi-compensi ai conduttori“artisti”; spreca risorse negli appalti ester-ni ed elargisce contratti di collaborazionea un esercito di “opinionisti” che poi rin-negano quella medesima “Mamma Rai”dacui vengono alimentati.

SONO PASSATIquindici anni da quando l’exconsigliere di amministrazione Vittorio E-miliani, come si legge nella citazione ripor-tata all’inizio, reclamava “una garanzia su-periore e un canone forte”. E ancor più daquando altri già invocavano una riforma or-ganica della Rai per liberarla dalla doppiaschiavitù: alla politica e alla pubblicità. Orail “canone forte” in qualche modo è statointrodotto attraverso la bolletta elettrica.Ma la “garanzia superiore”è sempre più de-bole ed evanescente, dopo l’ultima “rifor -micchia” del governo Renzi che ha assog-gettato l’azienda a Palazzo Chigi.

Una Rai “governativa”, con un cda lot-tizzato e una direzione generale soggettaalla sudditanza verso l’esecutivo, non puòche essere malata. Non è in condizione disvolgere il suo ruolo di servizio pubblico.Non è in grado di assolvere i compiti e i do-veri previsti dal contratto di servizio con loStato. Non può avere pertanto né un’iden -tità culturale né tantomeno una legittima-zione istituzionale.

In vista ormai di una campagna eletto-rale che si annuncia infuocata, una Rai ri-dotta in queste condizioni dovrebbe esseresottoposta a un più rigoroso controllo di ga-ranzia, con un “comitato di saggi”o un “col -legio arbitrale” – formato da non più di treo cinque componenti di livello accademico– che sovrintenda al suo funzionamento.Un organismo autorevole e indipendenteper salvaguardare il pluralismo dell’infor -mazione e la par condicio. Tanto più sarebbenecessario dopo l’approvazione di una leg-ge elettorale che, comunque la si voglia giu-dicare, ha spaccato il Parlamento e il Paese.E ora può condizionare la competizione.

Potrebbe essere la presidenza dellaCommissione di Vigilanza, nell’ambito deisuoi poteri, a prendere un’iniziativa in que-sto senso. Magari nominando un “Comitatodei Garanti” che eserciti una funzione diconsulenza per tutta la durata della cam-pagna elettorale. Oppure, istituendo un“Osservatorio”, snello ed efficiente, capacedi segnalare quotidianamente abusi o di-sfunzioni, consentendo così alla stessa Vi-gilanza e all’Agcom d’intervenire in modopiù tempestivo.

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ROSATELLUM BISSe i parlamentari sonotutti nominati, che tipodi rappresentanzadi preferenze, di interessie di ideali potranno offrire?

Il filosofo Massimo Cacciari Ansa

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14 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 14 Ottobre 2017

» GIANNI BARBACETTO

Milano

Il Consiglio superiore del-la magistratura sta discu-tendo un testo che potreb-be diventare una circolare

per regolare i rapporti tra di-rigenti e pm nelle Procure. U-na corrente dei magistrati,quella di Autonomia e indi-pendenza di Piercamillo Da-vigo, ha lanciato l’a llarme“deriva autoritaria”, segna-lando che la bozza in discus-sione alla Settima commissio-ne del Csm potrebbe avere l’e-sito di una completa gerar-chizzazione delle Procure,rafforzando i poteri del pro-curatore e togliendo ogni au-tonomia ai suoi sostituti. “È u-na storia antica quella dell’au -tonomia del pubblico mini-stero”, racconta Giovanni Pa-lombarini, che è a sua volta unpezzo di storia della magistra-tura italiana: tra i fondatori,nel 1964, di Magistratura de-mocratica, ne è stato segreta-rio nazionale tra il 1982 e il1986 e poi presidente fino al1990.

“Tutto nasce quando, agliinizi degli anni Ottanta, l’a l l o-ra presidente del ConsiglioBettino Craxi propone unaradicale ristrutturazione del-la giustizia. Le scelte dell’a-zione penale – sostiene – ledeve fare la politica. Le Pro-cure devono diventare ufficigerarchici, in cui i pm rispon-dono ai procuratori e questi aun procuratore nazionale, ilquale all’inizio dell’anno ri-ceve indicazioni dal Parla-mento e alla fine dell’anno alParlamento deve riferire gliesiti del lavoro compiuto. Ioallora ero segretario di Magi-stratura democratica, che fe-ce un’opposizione durissimaa questo disegno”.

LA RIFORMA non fu mai rea-lizzata. “No, ma quei temi ri-masero sul terreno”, continuaPalombarini. “Si ripresenta-rono violentemente nel no-vembre 1991, quando il Consi-glio superiore della magistra-tura cominciò a discutere incommissione i rapporti tra ca-pi dell’ufficio del pubblico mi-nistero e sostituti, con la pro-spettiva di riconoscere ai so-stituti un’ampia autonomia.Quando la discussione stavaper essere portata al ple numdel Consiglio, arrivò il diktatdiFrancesco Cossiga, allora pre-sidente della Repubblica. Dueparole: ‘Non consento’. E ar-rivarono perfino i carabinieridavanti al portone del Csm”.

Qualche anno dopo entròSilvio Berlusconi nel portonedi Palazzo Chigi. “E nel 2005Roberto Castelli, suo ministrodella Giustizia, propose unariforma dell’or d i na m e nt ogiudiziario che prevedeva laseparazione delle carriere trapm e giudici, i concorsi interni

Il caso Il magistrato: “Divulgare il video del suo arresto è stato un grave errore”

I dubbi di Boccassini su Mafia Capitale:“Troppa pubblicità su Carminati”

QUALE MAFIA

» DAVIDE MILOSA

Milano

Inuovi mafiosi simili “a v i s i-to r”, “inafferrabili, inso-

spettabili”. La corruzione co-me scusa per cambiare l’arti -colo del codice che puniscel’associazione mafiosa, quel416 bis “che non va modifica-to”, perché “modificarlo” si -gnificherebbe ammettere“che Cosa Nostra ha imboc-cato un declino irreversibile”.Poi i dubbi su Mafia Capitalee Massimo Carminati. Quelfilmato dell’arresto mandatoin cinemascope “in modo os-s e ss i v o ”, per “marketing ep ub bl i ci t à” di un brand ma-fioso non credibile.

C’È TANTISSIMO nelle paroledel capo dell’antimafia mila-nese Ilda Boccassini. Un di-scorso dai toni rigorosi andatoin scena nelle scorse settima-ne durante gli incontri fattidall’Osservatorio sulla crimi-nalità organizzata da Nando

dalla Chiesa. Si inizia dallemafie. Quelle straniere che“non esistono”. E dai dubbi suquella Capitale. Che la dotto-ressa citerà solo riferendosi alfilmato dell’arresto di Carmi-nati. “In quel caso fu sbagliatodivulgarlo”. E poi c’è il 416 bis.In molti, il procuratore stessodella Dna Franco Roberti, so-stengono che l’articolo debbaessere allargato aggiungendo

anche la corruzione. Non lapensa così Boccassini chespiega: “Il reato di corruzioneè sempre stato un reato fine”.E se viene commesso da unmafioso o da un colletto bian-co “io lo posso aggravare conl’articolo 7”, l’utilizzo del me-todo mafioso.

LA SOLUZIONE PARE sempli -ce. Tanto più che “negli ultimianni c'è stata una grande rivo-luzione in negativo” con lacompetenza della Dda allar-gata a reati “come il contrab-bando di sigarette”. Ma anchela contraffazione dei marchi eil traffico di rifiuti. Su questoultimo punto spiega il procu-ratore aggiunto: “A Milanonon c’è mafioso collegato aquesto reato”. Attenzione, pe-rò, il ragionamento non vuolescollegare mafia e corruzione.Solo puntualizzare come cor-

rompere sia uno dei reati chev a n n o s o t t o i l c a p p e l l od el l ’organizzazione mafiosa.Così come anche i reati fiscali.Spiega: “In que-sto senso biso-gna abbandona-re la linea mafio-centrica e punta-re su quelle per-sone che opera-no in territorinon tradizional-mente controlla-ti dai clan, par-tendo dai reati fi-s c a l i ” , perché“oggi il degradomorale è talmen-te forte che avvi-cinare qualcuno per corrom-perlo è diventato facilissimo(…) . Oggi a Milano non c’ègruppo mafioso che non cor-rompa”. C’è, però, un punto i-namovibile: “Se stiamo anco-

ra rincorrendo le tangenti diStato, cioè quelle del 1992, noifacciamo un errore pazze-s c o”. La polverizzazione, “il

declino della po-litica”, rende tut-to più invisibile.Senza contare “lacorruzione traprivati, le cui pe-ne sono troppobasse e non s ipossono fare in-t e r c e t t az i o n i ” .Su questo la Boc-cassini concordacon il procurato-r e d i M i l a n oFrancesco Gre-co. Il riferimento

è all’inchiesta su Fiera Mila-no. Un passaggio che le per-mette di sbaragliare il camposui codici etici delle multina-zionali definiti “fuffa”.

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per progredire in carriera emolto altro ancora”. ProseguePalombarini: “La magistratu-ra si oppose nettamente.Quando, l’anno dopo, andò algoverno Romano Prodi, ilnuovo ministro della Giusti-zia, Clemente Mastella, mo-strò un atteggiamento dialo-gante e accettò di ridiscuteretutta la riforma con i rappre-sentanti dell’Associazione na-zionale magistrati”. Gli uomi-ni di Magistratura democrati-ca dentro l’Anm erano NelloRossi, Edmondo Bruti Libera-

ti, Vittorio Borraccetti, Clau-dio Castelli. Loro condusserola trattativa con Mastella. Ma aun certo punto ci fu una frat-tura dentro Md. “Il peggio del-la riforma Castelli fu scongiu-rato: niente separazione dellecarriere, niente concorsi in-terni... Ma rimaneva la sostan-ziale gerarchizzazione delleProcure. Io capisco quello checi dicevano i nostri rappresen-tanti dentro l’Anm: ‘Abbiamosvuotato per idue terzi la ri-f o r m a C a-stelli’ ed era-n o g i u s t a-mente fieri diquesto risul-tato. Ma alcu-n i d e n t r oM ag i s tr a t ur ade moc rati ca– tra cui l’ex segretario di MdJuanito Patrone e io – no nhanno mandato giù le normesul procuratore, che diventatitolare esclusivo dell’uff iciodel pubblico ministero, dà ledirettive, assegna i fascicoli,dà indicazioni su come con-durre le indagini, può interve-nire nelle inchieste e nei pro-cessi... No, questa parte delnuovo ordinamento giudizia-rio negoziato da alcuni di Mdio non l’ho mai digerita”.

Arriviamo a oggi. E alle di-scussioni in corso dentro il

Consiglio superiore della ma-gistratura.

“NON ME LA SENTO di fare va-lutazioni perentorie”, conclu-de Palombarini. “La riformaMastella, con la sua sostanzia-le gerarchizzazione delle Pro-cure, oggi è legge. Quello che ilCsm potrebbe fare è affianca-re alla legge una circolare cheassicuri un equilibrio tra i po-teri del procuratore e la giusta

a u t o n o m i adei suoi sosti-tuti. Salvo ca-si singoli, inquesti anni leProcure sonostate gestitec o n e q u i l i-brio, la cultu-ra dell’au to-nomia di ogni

magistrato si è affermata. Maora il Csm potrebbe cercarecon una sua circolare di ren-dere meno rigida e perentorial’organizzazione degli uffici edi limitare la verticalizzazio-ne delle Procure. Ecco quelloche spero: che il Csm possa in-tegrare e migliorare la legge,garantendo maggiore autono-mia al pm e introducendo an-che verifiche sulla professio-nalità e sui risultati ottenuti”.Vedremo presto in quale dire-zione si muoverà il Csm.

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Una lunga storiaI vari tentatividi imbrigliare i poteriiniziano negli anniOttanta con Craxi

Vete ra noG iova n n iPa lom b a r i n i ,tra i fondatorinel 1964 dellacor re nteM ag i st rat u rade mo c rat ica .Sopra, il CsmA n s a / La Pre ss e

IL COLLOQUIO

“Il Csm intervenga in difesad e l l’autonomia dei pm”

Giovanni Palombarini Il “padre ” di Magistratura democraticadà la sua versione sul tema gerarchizzazione delle Procure italiane

Chi èG i ova n n iPa l o m b a r i n iè uno deifondatori diM a g i st ra t u rad e m o c ra t i c a

C a r r ie raDa giudicei st r u t to rea Padovaha condottoindaginisulle Br, suAu to n o m i aO p e ra i ae sui Nocsa cc u s a t idi torturea brigatistirossi. Elettoal Csm nelluglio 1990,ha conclusola carrieraco m ep ro c u ra to rege n e ra l ea g g i u n todellaC a ss a z i o n e

Il 416 bisIl capo della Ddacontraria adallargare l’a r t icolodel codice penaleal reatodi corruzione

M ag i st rato Ilda Boccassini Ansa

L’ANNUNCIO DELLA CISL

“Ryanair: sciopero,la fuga di massanon è servita”

q“LA FUGA di massa dei piloti da

Ryanair evidentemente non è servi-ta a far capire alla compagnia irlandeseche qualcosa va cambiato, iniziando dal ri-spettare i diritti delle lavoratrici e dei la-voratori. Per questo dichiariamo le primequattro ore di sciopero del personale di vo-lo, a partire dalle 14 del 27 ottobre”. Lo an-nuncia il segretario nazionale della Fit Cisl

Emiliano Fiorentino. "Continua dunque lanostra azione a tutela dei dipendenti diRyanair – prosegue Fiorentino – azione i-niziata già da qualche anno. Il nostro la-voro mira a mettere l’azienda davanti alleproprie responsabilità relativamente aimancati diritti e tutele dei propri dipen-denti. Dispiace che la compagnia irlande-se sembri non voler capire né voglia in-

staurare corrette relazioni industriali. E in-fatti si è conclusa negativamente l’e n n e-sima procedura di raffreddamento, fattoche ci ha spinti a dichiarare lo sciopero”.Inoltre, aggiunge, dopo l’ultima sentenzadella Corte di Giustizia europea, “stiamovalutando di intraprendere azioni legalinei tribunali competenti” a tutela dei la-vo ra to r i .

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | ECONOMIA » 15

LA DECISIONE DELLA QUESTURA

La marcia su Romanon si farà, Fiore (Fn):“Ci saremo lo stesso”

qIL BRACCIO DI FERRO tra i mili-tanti di Forza nuova, Minniti e le for-

ze dell’ordine continua: Il ministro dell’I n-terno aveva già chiarito che “la marcia suRo m a ” del 28 ottobre organizzata dalpartito di estrema destra non ci sarebbestata e ieri, dalla questura di Roma è ar-rivato il divieto ufficiale per la manifesta-zione, organizzata per il giorno dell’a n n i-

versario dell’ingresso delle camicie neredi Benito Mussolini nella Capitale. In ri-sposta, il leader di Forza nuova, RobertoFiore, non molla: “Per una questione diprincipio faremo ugualmente la manife-stazione, cioè un breve corteo all’Eur”. Ilprovvedimento della questura, firmatodal questore Guido Marino, arriva a 24 o-re dalla riunione in Prefettura dei vertici

delle forze dell’ordine, dove sono stati e-saminati i “gravi rischi per l’ordine pub-blico in caso di svolgimento della mani-fe s t a z i o n e ”. Un sospiro di sollievo lo ti-rano i partigiani dell’Anpi, che insieme a-gli antifascisti, il 28 ottobre si ritroveran-no in Campidoglio per una cerimonia inricordo dei fatti del 1922. A fare gli onori dicasa sarà la sindaca Virginia Raggi.

» ROBERTO ROTUNNO

Che ci fa un gruppo ditute blu in viale Tra-stevere? Quali riven-dicazioni potranno

mai portare gli operai presso ilministero dell'Istruzione?Nessuna, infatti quelli non so-no metalmeccanici ma sem-plici studenti di scuola supe-riore. Così vestiti perché dal2015 l'alternanza scuola-lavo-ro ha reso molti di loro mano-dopera gratuita per le impre-se. Per questo hanno manife-stato: per segnalare tuttoquanto non funziona in unalegge che viene definita (dachi l'ha scritta) “Riforma dellabuona scuola”. In 50 città ita-liane ha avuto luogo il primosciopero degli studenti “alter -nati ”, organizzato dalla Retedegli studenti medi inseme al-l'Unione degli universitari,l'Unione degli studenti e Link.Un'occasione per chiedereanche più risorse per il dirittoallo studio e per l'edilizia sco-lastica. I problemi dell'alter-nanza hanno comunque rap-presentato il tema predomi-nante della giornata.

IL LICEO scientifico Isacco Ne-wton di Roma, per esempio, inquesti giorni si è trasformatoin una grande riserva di addet-ti al call center. Circa 40 ragaz-zi sono impiegati presso un'a-zienda che gestisce una piat-taforma online per professio-nisti. “Il nostro compito – rac -conta Cecilia, una studentessa– è telefonare a questi profes-sionisti, spiegare loro comepossono avvantaggiarsi iscri-vendosi al sito e cercare di farcidare l'indirizzo email. Abbia-mo fatto turni da cinque ore,con almeno 150 telefonate a te-sta; nelle prossime settimanefaremo il pomeriggio”. A finegiornata – segnala la ragazza –devono rendicontare il nume-ro di telefonate effettuate e diindirizzi ottenuti. “Ci siamolamentati –aggiunge –e anchei professori si sono rammari-cati, ma dall'azienda hannodetto che ci fanno un favore fa-cendoci imparare come fun-ziona e che ci vanno a perdereperché non siamo molto pro-du tti vi”. Tommaso Berardi,invece, è un ragazzo delquarto anno di un liceo ar-tistico, sempre della Capi-tale. Mentre toglie la tuta,ricorda la sua esperienzadello scorso anno a PalazzoVenezia. “Pensavamo cheavremmo imparato a fa-re le guide – dice – e in-vece ci siamo ritrovatia staccare i ticket al-l ' in g r e s so ” . Il suo“s t a ge ” lo ha tenutoimpegnato anche il24 dicembre.

La legge preve-de 400 ore obbli-gatorie per gli isti-tuti tecnici e pro-fessionali, 200 peri licei; tutte da spal-mare nell'ultimotriennio. La disor-ganizzazione, però,

Scuola, protesta in tuta blu:“Noi manodopera gratuita”In 50 città sfilano gli studenti contro l’alternanza insegnamento-lavoro

potrebbe penalizzare moltistudenti che denunciano l'as-senza di attestati. Si rischia in-somma la beffa: ritrovarsi conore non registrate, di conse-guenza mancanti all'appello, edoverle recuperare nel corsodel quinto anno. La proposta,

quindi, è concentrare l'alter-nanza nell'orario delle lezionicosì da trasformarla in “didat -tica alternativa”. “Se abbiamoquesto impegno nell'orario e-xtracurricolare – spiega unastudentessa – ci toglie tempoper studiare o per svolgere unlavoro vero, retribuito”. Ci so-no anche i racconti stravagan-ti. Per esempio ragazzi ai qualiè stata riconosciuta come al-ternanza una visita ai musei diTorino o altri che hanno potu-to assolvere l'obbligo prati-cando sport a livello agonisti-co.

La mattinata ha vissuto an-che momenti di tensione: a Pa-

lermo sono avvenuti scontritra studenti e polizia nel corsodi un sit-in non autorizzato da-vanti alla sede del McDo-nald’s, il quale è accusato di ap-profittare dell'alternanza gra-zie a un accordo siglato con ilministero. A Milano, inoltre,alcuni manifestanti hannolanciato uova e pomodori con-tro uno dei fast food della ca-tena statunitense.

CO M U N Q U E , non si è trattatodi piazze “contro”. Non c'è sta-ta la richiesta di abolire l'alter-nanza scuola-lavoro ma direnderla davvero un'espe-rienza formativa. Tra le espe-rienze svolte fino a questo mo-mento, spiccano molte cattivepratiche. Martedì alla Cameraè stata presentata un'indagine,svolta dalla Rete degli studentimedi e la Cgil, la quale ha coin-volto 4 mila ragazzi. Il 48% si èdetto soddisfatto, ma un giu-dizio pesantemente negativo èstato espresso dal 33% degli in-tervistati. Le maggiori critichesi sono registrate nei licei, do-ve la coerenza tra gli studi e ilprogetto di alternanza ha avu-to voto 2,4 su 5 (più soddisfatti,invece, i ragazzi dei tecnici eprofessionali). Il 60,7% fa no-tare come “l'obiettivo sia piùquello di collocare gli studentiche garantire competenze”.Ragionando in decimi, i licealihanno dato 4 al livello di per-sonalizzazione dell'alternan-za e 3 alle chance di lavoro suc-cessive allo “stage”. Una boc-ciatura.

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La piazzaIl corteoa NapoliAnsa

PR EC A R I ATO

La settimanadei freelance(forzati): “E qu oc o m p e n s o”

F inisce oggi la setti-mana europea deifreelance. Una ri-

correnza che in Italianon ha avuto un granderisalto mediatico, nono-stante i l no-stro Paeses i a i l s e-condo inE u r o p ap e r p e r-c e n t u a l edi lavorato-ri autonomi sultotale degli occupati. Danoi sono ben 5,3 milioni(il 23% di chi ha un impie-go) quelli che lavorano“in proprio”, ma solo peril 59% si tratta di una scel-ta, come emerge da unaricerca di Eurofound. Il19% lo fa per assenza dialternative, mentre unaltro 18% mischia en-trambe le ragioni. Duemilioni di autonomi “in-volontari”, insomma, so-no più che altro dei pre-cari veri e propri. A mag-gio è stato approvato unostatuto che introducenuove tutele ai freelance.“È ancora presto per fareun bilancio – spiega An-na Soru, presidente del-l'associazione Acta – maintanto dobbiamo segna-lare che spesso il perso-nale dell'Inps non è ab-bastanza preparato sulleopportunità riconosciu-te agli autonomi e molti,per questo, non ne bene-ficiano”. Inoltre, manca-no ancora norme sull'e-quo compenso. Il gover-no ha approvato una pro-posta che vale solo per gliavvocati, il Parlamentone ha predisposta una ri-volta solo alle professio-ni con un Ordine. Unasentenza del Consiglio diStato, nel frattempo, haconsiderato legittimi gliincarichi gratuiti da par-te della Pubblica Ammi-nistrazione. “È un erroreguardare solo alle pro-fessioni ordinistiche –sostiene Soru – b is o gn aconsiderare il lavoro au-tonomo nel suo comples-so e soprattutto garanti-re equo compenso nonsolo ai professionisti maanche ai collaboratoridegli studi professionali,che resterebbero para-dossalmente senza tute-le. La giusta paga va rico-nosciuta a tutta la catenadel valore”.

RO. ROT.

3 DOMANDE Giammarco Manfreda

G iammarco Manfreda è ilcoordinatore nazionaledella Rete degli studenti

medi. Ieri ha guidato una delega-zione ricevuta al ministero dell'I-struzione.

Quali problemi avete po-st o?

Tre questioni: garanzie suldiritto allo studio, maggioririsorse per la sicurezza nel-

le scuole e un'alternanzadi qualità.

E siete soddisfatti?Contenti che abbiano aperto leporte ma nel merito siamo in-soddisfatti. Sulle borse di stu-dio hanno assicurato che sa-ranno stanziati 30 milioni. Po-

chi, copriranno solo una piccolafetta di studenti.

E sull'alternanza scuola-la-vo ro?

Vogliamo che diventi “didatticaa l te r n a t i va ” da fare nell'orarioscolastico. Fatto di pomeriggio onei festivi è sfruttamento. E vo-gliamo siano selezionati i sog-getti ospitanti. I bandi delle ca-mere di commercio che ricono-scono voucher alle aziende cheaccolgono studenti, però, dimo-strano come si continui a ragio-nare solo sulla quantità e nonsulla qualità. Ci hanno detto chesarà approvato lo statuto dei di-ritti degli studenti in alternanza,ma il testo non contiene tutele.

Norma da rifare Da chi viene spedito al call center a chi stacca ticketal museo il 24 dicembre. Scontri a Palermo, pomodori a Milano

TUTTI IN PIAZZA

I numeri

1, 5Milioni: glistudentico i nvo l t iquest'annon e l l ' a l te r n a n zascuola lavoro

33%Gli studentiche hannoe s p re ss oun votop e s a n te m e n ten e ga t i vo( p o cocoerente sulpercorso dia l te r n a n za ) .I menos o d d i s fa t t isono i licei

5 0,6 %Gli studentiche hannosvo l tol ' a l te r n a n zain orarioex t ra c u r r i co l a re

Lu ngos e r p e ntoneLa manifesta-zione deglist ude nt ia RomaAnsa

“Al ministero risposte insufficienti”

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16 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 14 Ottobre 2017

» GIUSEPPE LO BIANCO

Pa l e r m o

“Troppo brevi i tempia disposizione de-gli uffici competen-ti per svolgere i

controlli sul rispetto delle con-dizioni di candidabilità previ-ste dalla cosiddetta legge Seve-rino, che in Sicilia è peraltro allasua prima applicazione”. Così lacommissione parlamentareAntimafia al termine delle au-dizioni in prefettura a Palermolancia l’allarme e prova a trova-re delle soluzioni per questacorsa contro il tempo.

I CASELLARI GIUDIZIARInon ba-stano e le banche dati non sonoaggiornate, così per fare frontealle “criticità già emerse in pre-cedenti verifiche” e proseguirelo screeningdegli impresentabi-li nelle liste elettorali, i commis-sari dell’Antimafia incroceran-no nuove segnalazioni dellePrefetture con gli elenchi dellelogge massoniche di Sicilia e Ca-labria (8 mila nomi per la prima,10 mila per la seconda) acquisitia febbraio scorso. È solo una del-le misure varate ieri a Palermo altermine dell’incontro in Prefet-tura che i commissari di San Ma-cuto guidati da Rosy Bindi han-no avuto con i magistrati degliuffici elettorali (centrale e cir-coscrizionali) e i nove prefettide ll ’isola “finalizzata – h an noscritto i commissari in una nota– ad acquisire le prime valuta-zioni dei soggetti istituzionalicoinvolti nelle procedure elet-torali”. Ai prefetti è stato chiestol’elenco delle interdittive anti-

mafia comminate alle imprese eanche i ricorsi, in previsione diuna interlocuzione già pro-grammata con il Consiglio diStato. E agli otto rappresentantidel governo nell’isola (la De Mi-ro, prefetto di Palermo, lo ha già

inviato) è stato chiesto inoltrel’elenco dei cosiddetti “fine pe-na ”, boss e gregari che stannoper uscire dal carcere per ri-prendere la posizione di presti-gio che avevano occupato all’in -terno della cosca prima dell’ar -

resto con il potere d’infl uen zanella vita sociale e i relativi con-dizionamenti politici. Un per-corso di lavoro intenso che a-desso appare in salita, visto checon le audizioni di ieri, in so-stanza, è partita una corsa con-tro il tempo. Non solo, ma nelcorso delle audizioni, i commis-sari hanno verificato “l’i n a d e-guatezza delle banche dati giu-diziarie e la difficoltà di acqui-sire i certificati penali dei can-didati per verificare le autocer-ti fi ca zio ni ”, ma anche la diffi-coltà a fronteggiare quei casi diincompatibilità sopravvenuta, ecioè di quei candidati oggi for-

malmente eleggibili, ma poi col-piti da una condanna una voltaeletti, come accaduto al gover-natore della Campania Vincen-zo De Luca.

Un contributo al lavorodell’Antimafia lo hanno offerto

ieri due candidati governatore,Claudio Fava (vicepresidentedella commissione che non hapartecipato ai lavori per ovvieragioni di opportunità) e Gian-carlo Cancelleri. Entrambi han-no consegnato alla Bindi le blacklis t messe a punto dai propristaff, nelle quali uno dei nomi èquello di Riccardo Pellegrino, ilcandidato del centrodestra diCatania che ha rivendicato lapropria amicizia nei confrontidi esponenti del clan mafiosodei Mazzei.

“SI TRATTERÀ – ha detto Fava –anche di valutare le relazioni deiprefetti, delle questure e dei co-mandi dei carabinieri su qualco-sa che non sempre sta scritto suicertificati dei casellari giudizia-ri, ma nella condotta, nella storiae nelle frequentazioni della per-sona. È compito della commis-sione segnalare ai partiti candi-dature che al di là della legge Se-verino, sono considerate pocoopportune per il tipo di frequen-tazioni e contesti familiari che siportano dietro”.

Adesso il lavoro di monito-raggio, è scritto nella nota, “pro -seguirà con la collaborazionedelle Prefetture e della Direzio-ne nazionale antimafia e anti-te rr ori sm o”, per concludersientro il 27 ottobre, data entro laquale i commissari dovrannoconsegnare le proprie valuta-zioni sui candidati ai rispettivipartiti che, sottoscrivendo il co-dice di autoregolamentazione,si sono impegnati a non candi-dare (o sostenere, anche indi-rettamente) i nomi segnalati.

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» DAVIDE MILOSA

Milano

Da Roma a Lodi e ritorno. Sì,perché è proprio dal co-

mune lombardo che soffianoventi inquieti per LorenzoGuerini, lui vice segretario delPd, nonché, ed è la cosa checonta in questa vicenda, exsindaco di Lodi. Quando, era il2008, mette in pista la costru-zione della piscina Faustina,impianto olimpionico costato13 milioni di euro. Chi costrui-sce, la Iter di Ravenna, poi a-renata sulle secche dei bilanci,chiede alla Banca popolare diLodi un mutuo. Denaro sulquale l’istituto di credito vuo-le garanzie. Garantisce con u-na fideiussione pari all’impor -to lo stesso comune di Lodi.

LA VICENDA FINIRÀ, ma solocitata, nelle carte dell’inchie -sta che il 3 maggio 2016 ha por-tato in carcere il successore diGuerini, ovvero Simone Ug-getti, anche lui casacca Pd.Sulla vicenda indaga anche

l’Agenzia delle entrate. Ma èsoprattutto la Corte dei contiche ha recentemente apertoun fascicolo per capire la storiadi questo project financing mi-lionario voluto da Guerini. Ecosì il 4 ottobre la magistratu-ra contabile firma un’ordinan -za. Si legge: “E’ emersa la ne-cessità di assumere documen-tazione (…) sull’a f f id a m e n t odella concessione di progetta-zione definitiva ed esecutivaper la realizzazione e la gestio-ne del complesso della piscinacomunale Faustina, il rilasciodella fideiussione, i rapporticon la società Sporting Lodi”.Il nome della Faustina era giàemerso nell’informativa allabase della richiesta di arrestodi Uggetti per una turbativad’asta legata ad altre due pisci-ne. A far da cornice, scriveva-no gli investigatori, “un nucleodi interessi funzionali alla ge-

stione distorta del consensop o li t i c o”. Quadro già emerso“in altra indagine sulla piscinaFaustina”. La Corte dei contiipotizza, in via generale, un e-sposizione economica fuoridalla norma da parte del co-mune di Lodi. La vicenda ini-zia con sindaco Guerini e pro-

segue con il suo fedelissimoUggetti. A supportare questolegame, alcuni accertamentid el l ’Agenzia delle Entrate,partiti da un richiesta di rim-borso Iva. Nel 2009, la Iter diRavenna e la Eurosporting sicostituiscono nella società diprogetto Sporting Lodi per i-

niziare i lavori. La Iter, finirà inconcordato preventivo. Daqui, è il 2014, il passaggio diquote (circa il 90%) alla Astem(partecipata al 99% dal comu-ne ) e alla newco Sport 64. Inquesto modo sitrasferisce “ognirischio in capo al-la pubblica am-m i n is t r a z io n eche dovrà così ac-collarsi gli onerifina nziari ” . Inquesto modo vie-ne violata la con-venzione inter-na. “Si assiste a u-na incauta asse-gnazione al co-m u n e d i L o d id e l l ’ a m b i g u odoppio ruolo di Concedente eConcessionario (…). Un mo-dus operandi censuratodall’Anac”. Vi è poi un rappor-to particolare tra Astem eSport 64, quest’ultima, de-scritta dal suo stesso rappre-sentante legale, come una sor-ta di scatola vuota. Inoltre, è

L’allarme dell’Antimafia Rosy Bindi a Palermo: “I n c ro c e re m oi dati delle prefetture con gli elenchi delle logge massoniche”

“C’è poco tempoper trovaregli impresentabili”

POLITICA E COSCHE

La Corte dei conti indaga sulla piscina di GueriniAccertamenti Il maxi-progetto del valore di 13 milioni è statoavviato dal vicesegretario del Pd quando era sindaco di Lodi

Pote nteL’ex marghe-rita LorenzoGuerini, vice-segretario delPd renziano,già democri-stiano Ansa

detto a verbale, che gli accordifurono presi “al ristorante” efurono del tutto “informali esenza alcuna verbalizzazio-n e”. Più avanti: “La società ènata per acquistare le quote di

Sporting Lodi”.

ACQ U I STO a v v e-nuto con un pre-stito da parte diAstem. L’Ag en-zia delle entratecondivide il pun-to con la Corte deiconti, rispetto al-la “e s p os i z i o n efinanziaria a cari-co della pubblicaam mini stra zio-ne”. Con il comu-ne non più solo

concedente (a capo della ga-ranzia di 13 milioni) ma anchecome concessionario, vistoche la Sporting è detenuta daAstem e da Sport 64 che acqui-sta le quote con i soldi di A-stem. Un bel guaio. Per Uggettima anche per Guerini.

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P re ve n z i o n eLa commissioneha chiesto i nomidei “fine pena”in uscita dal carcere

Accordi del caffèLa decisionedi creare Sport 64,la società“i n s i nce ra”,viene presanei bar

C E SE NAT ICO

Ha un tumore, l’Inpsferma l’indennitàCi pensa l’azienda

qAFFETTO da un tumore da più didieci anni, costretto a un’o p e ra z i o n e

che gli ha asportato un polmone, eppurenon più in linea coi parametri per riceverel’indennità di malattia dell’Inps. Steven, unragazzo di 22 anni che vive a Cesenatico(Forlì Cesena), dallo scorso 11 settembrenon riceve più il contributo dall’ente previ-denziale, avendo superato i 180 giorni di as-

senza dal lavoro previsti dalla legge, a causadella lunga convalescenza a cui è costrettodopo l’operazione. Un caso di ingiustiziadenunciato dall’azienda in cui lavora Ste-ven, la Siropack di Cesenatico, che da allorarimedia alla mancata indennità provveden-do all’erogazione dell’intero stipendio. “An-che i nostri 30 dipendenti, colleghi del ra-gazzo – scrivono su Fa ce b o o k Rocco De Lu-

cia e Barbara Burioli, i proprietari dell’azien-da – si erano subito mobilitati con una col-letta, ma abbiamo stabilito che dovrà es-sere solo la proprietà a provvedere al suos o s te n t a m e n to”. Intanto l’Inps si difende,facendo sapere di non avere “alcuna pote-stà discrezionale nel decidere la duratamassima dell’indennità”, che è “definitadalla legge”.

È compitodel l aco m m i s s i o n e :s e g n al a rec a n d i d a t u reinopportuneal di là dellaSe verino,bastanole frequen-tazioni

C L AU D I OF AVA

La presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 17

ROMA Mentre cercavano di “g o ve r n a r e ”Raggi, il suo maestro Sammarco e il dirigente poi arrestatoacceleravano la pratica delle nozze in Campidoglio per il n. 1 del Tar Lazio, che decide sugli atti comunali

» ANDREA MANAGÒE ALESSANDRO MANTOVANI

Scriveva Pieremil ioSammarco, avvocato,professore, maestro eun po’ mentore di Vir-

ginia Raggi: “Una piccola do-manda: sai qualcosa per quelmatrimonio da celebrare?Perché oggi mi sono tornatisotto... scusami”. RispondevaRaffaele Marra, ex ufficialedella Finanza, dirigente co-munale allora potentissimoperché molto vicino alla sin-daca di Roma, poi arrestatoper corruzione e ora in attesadella sentenza di primo grado:“Io rientro domani e credo cheSalvatore abbia autorizzato.Domani verifico e ti dico”.

L’INDOMANI, 11 ottobre 2016,Sammarco tornava alla carica:“Caro, stamattina mi è sem-brato di capire che la cosa delmatrimonio si sia sbloccata: ilnubendo è il (primo) presi-dente del Tar Lazio”. E Marra:“Sì, lo so. Ne avevo parlato conSalvatore. Era cosa fatta perme e pensavo di avertelo co-municato. La delega di Santo-ro è stata firmata”.

Così è andata. Il 15 ottobre, ilprimo presidente del Tar delLazio, Carmine Volpe, si è spo-sato, come desiderava, nellaSala Rossa del Campidoglio, lalocation più ambita, specie disabato e se richiesta, come inquesto caso, con poche setti-mane di anticipo.

Il matrimonio, con la delegadella sindaca, è stato celebratodal giudice Sergio Santoro,presidente di sezione del Con-siglio di Stato. Tutto regolare.Però a parlarne sulla chat era-no i due personaggi che forsein quel momento, tra l’elezio -ne di Raggi (19 giugno 2016) el’arresto di Marra (16 dicem-bre seguente), avevano più in-fluenza sul sindaco di Roma.Tant’è che nelle loro chat pub-blicate in queste settimane davari giornali – sequestrate daicarabinieri a Marra al momen-to dell’arresto e trovate sottoforma di screenshot perché ilfunzionario cancellava le con-versazioni ma conservava neltelefono le più importanti, co-me se dovesse usarle un doma-ni –i due parlavano di come in-cidere sulle nomine di asses-sori e dirigenti e dicevano pe-ste e corna dei 5Stelle romaniche dal primo momento ave-vano parecchie perplessità suMarra e sul giro dei più stretticollaboratori della sindaca. Elo sposo a cui assicurare ilbuon esito della pratica era ap-punto il primo presidente delTar del Lazio, l’i nteger rimomagistrato nel cui ufficio pas-sano tutti gli atti impugnatidelle amministrazioni con se-de nella Capitale e quelli delComune di Roma, nei cui ufficiMarra si è attivato e ne ha par-

Le accuse Secondo i pm l’ex presidente Casari per 10 anni ha trattato con i Casalesi

Cpl Concordia e clan, assolti i managerLA SENTENZA

» VINCENZO IURILLO

Napoli

L’incubo di Roberto Casarie degli altri manager di

Cpl Concordia evapora alle14 di ieri. I giudici di NapoliNord escono da una cameradi consiglio breve e li assol-vono dalle accuse di concor-so esterno in associazionecamorristica “perché il fattonon sussiste” con il richiamoal secondo comma dell’arti-colo 530 del codice di proce-dura penale, prova insuffi-ciente o contraddittoria.

UNA DECINA DI PENTITI ave -vano tirato in ballo la coop e-miliana ma i loro narrati nonhanno convinto. Casari è sta-to per 42 anni presidente diCpl Concordia e si è dimessonel 2014 con l’avanzare delleindagini sulla metanizzazio-ne in Campania (fu arrestatodue volte). Ora la sentenza,che arriva al termine di 43 u-

dienze spalmate in 22 mesi, lodichiara innocente da accuseche allungavano un’om br ainquietante sul colosso dellecoop rosse. Secondo la Dda diNapoli Casari aveva “tratta -to” con il clan dei Casalesi diMichele Zagaria appalti e su-bappalti della metanizzazio-ne nell’area intorno a Casal diPrincipe per garantirsi la“tr anqui llità ” dei lavori. Iltutto sarebbe avvenuto negli

anni ’90-2000 attraverso lamediazione politica del se-natore anticamorra LorenzoDiana (stralciato da questoprocesso) e quella affaristicadi un imprenditore collegatoa Zagaria, Antonio Piccolo,condannato a dieci anni.Condanna a sei anni per unaltro imprenditore degli ap-palti, Claudio Schiavone. As-solti Giuseppe Cinquanta eGiulio Lancia, responsabilecommerciale Campania e di-rettore di cantiere di Cpl.“Scritta una pagina di veritàper imputati che portaronoun po’di benessere in un’areadiffic ile”, commenta BrunoLarosa, avvocato di Lancia.“La sentenza è un segnale an-che per le aziende che inve-stono nel Sud e agiscono inbuona fede” sottolineano gliavvocati Luigi Chiappero eLuigi Sena, difensori di Casa-ri che a caldo in aula si è sen-tito “sollevato dall’as solu-zione per un’accusa infa-

mante”. Le motivazioni chia-riranno perché i giudici han-no valutato non credibile ilracconto del boss AntonioIovine, che pentendosi ha ri-velato il presunto patto tra C-pl e camorra inverbali dell’i n-chiesta curatadai pm Sirigna-no, Giordano eMaresca e con-dotta dal Noe diCaserta.

Q UE STA i nd ag i-ne è diventata fa-mosa per un al-tro motivo: peru n e r r o r e d e lNoe casertano fuallegata al Riesa-me una maxi informativa deicarabinieri del Noe di Romasu Cpl redatta dal capitanoScafarto (l’investigatore delcaso Consip), priva degli o-missis sull’in te r ce tt a zi on edell’11 gennaio 2014 tra il se-

gretario del Pd Matteo Renzie il generale della FinanzaMichele Adinolfi. Telefonataamichevole in cui Renzi an-ticipava la defenestrazionedi Enrico Letta, pubblicata in

esclusiva da ‘IlFatto Quotidia-no’ il 10 luglio2015, diventatapoi un caso. LaProcura di Na-poli aprì un’i n-chiesta e clonòl’hard disk delgiornalista chefirmò lo scoop(senza riuscire ascoprirne le fon-ti), i cinque cara-binieri che com-misero l’er r or e

furono indagati e prosciolti, ilCsm aprì una pratica tuttorapendente. E si finì per dimen-ticare che i pm avevano lavo-rato su camorra e metanizza-zione.

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lato “con Salvatore”.Chi è Salvatore? Ragione-

volmente Salvatore Romeo, al-lora amico intimo e capo dellasegreteria di Raggi, la quale haanche avuto qualche guaiogiudiziario (archiviato) a cau-sa della sua nomina, del suo sti-pendio e delle polizze che le a-veva intestato. “Sì, conosco ilpresidente Volpe, ma non sa-pevo nemmeno del matrimo-nio, o magari è una delle cen-tomila cose che mi sono pas-sate davanti”, risponde Ro-meo. Marra invece non rispon-de, il suo avvocato nemmeno.

IL PRESIDENTE Volpe natural-mente sì: “Non vedo – dice –eventuali illeciti. Sammarco?Sì forse lo conosco, certo nonlo frequento, non ho parlatocon lui del matrimonio, se n’èinteressato il mio collega San-toro. Ho fatto domanda, c’è u-na procedura, la Sala Rossa èsoggetta a pagamento e ho pa-gato. Marra no, non lo cono-sco. Sì – dice ancora –, sono ilgiudice degli atti del Comune,ma questo non significa chenon mi posso sposare a Roma”.Nega, insomma, qualsiasi cor-sia preferenziale. Così ancheSammarco, avvocato civilista,non amministrativista (“in ol-tre vent’anni – dice – ho sot-toscritto due soli ricorsi al

Ta r”), con un passato nellostudio di Cesare Previti colquale ha chiuso i rapporti “piùdi dieci anni fa”, figlio dell'expresidente della Corte d’a p-pello di Roma, Carlo e fratellodel penalista, Alessandro, cheha difeso Silvio Berlusconi,Marcello Dell’Utri e lo stessoPreviti: “L’intervento per ilmatrimonio me l’ha chiesto unalto magistrato che doveva ce-lebrarlo, non ho rapporti con ilpresidente Volpe. Mi ha dettoche avevano fatto la domandae non si avevano notizie sullo

stato della pratica, mi ha chie-sto di informarmi e io mi sonoinformato. Tutto qui”.

Tra le altre conversazioni ii-nedite c’è quella in cui Sam-marco scriveva a Marra: “Vor -rei far recapitare quelle coserichiestemi domenica dal ca-po”. E Marra: “Domani glienep a r lo ”. Chi è il capo? “Era lasindaca – risponde Sammarco– che mi aveva richiesto di far-le avere dei suoi documentiche si trovavano nel mio stu-dio”. Sarà ma in genere nellachat la chiamavano “V.”.

Marra e Sammarco eranovicinissimi. Quando il primovoleva far causa ai giornali che,scriveva nella chat, “mi mas-sacrano”, l’avvocato risponde:“Il mio studio è a disposizione,senza oneri per te”. “C omemolti – dice ora – non sapevochi fosse Marra, non ho i poteridella Procura. Me lo presentònel giugno 2016 la sindaca co-me una persona di sua fiducia.Marra – racconta – girava conuna scatola di documenti con-tenenti denunce contro Tizioe Caio e i numerosi encomi ri-cevuti. Si presentava come pa-ladino della giustizia, dicendoche per questo si era creato m-nemici. Anche io, come la sin-daca, mi sono fidato di quelleapparenze”.

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Il “m i s t e ro ”I due parlanodi un “capo”. Il legale:“Era la sindaca”. Piùspesso la chiamano “V”

Marra e l’avvocato in chatper dare una mano al giudice

Raffaele Marra; in alto, Pieremilio Sammarco Ansa

Il giallo degli attiIn un’i n for m at ivatrasme ssaa Napolinon fu omissatala telefonataRe n z i -Ad i nol f i

Roberto Casari Ansa

IN POCHI GIORNI 606 MIGRANTI

La nave dei bambini,a Palermo 120 minoriin fuga da Sabrata

qUNA NAVE con 120 i minori migrantinon accompagnati è arrivata ieri mat-

tina al porto di Palermo, si tratta della Aqua-rius della ong Sos Mediterranee. In tutto i mi-granti sbarcati in questi giorni sono 606, diquesti 241 sono bambini, alcuni molto piccolie un neonato di pochi giorni. A rendere noti inumeri è il comune di Palermo. È una conse-guenza della guerra tra fazioni libiche, riscop-

piata a Sabrata. Tra le persone salvate a bordodell’Aquarius anche 11 donne incinte e nume-rose persone ferite, tra questi anche un gio-vane con tagli da machete. Molte le donne chehanno dichiarato di essere state vittime diviolenze sessuali e di essere state imprigio-nate per diversi mesi. Entro oggi i minori nonaccompagnati saranno accolti in 15 comunitàdi prima accoglienza. I richiedenti asilo in fuga

dalla Libia sono 50, anche intere famiglie conbambini e due donne incinte al nono mese digravidanza. Sempre nella giornata di ieri aPorto Empedocle sono arrivati in 150, prove-nienti da paesi a sud del Sahara: fra loro anche4 donne e 18 minori. A soccorrerli è stata lanave Zeffiro della Marina militare italiana,mentre 26 algerini sono arrivati in Sardegna esoccorsi dalla Guardia di finanza.

La scheda

n LE CHATSono statis e q u e s t ra t ia RaffaeleM a r ra ,d i r i ge n teco m u n a l egià bracciod e s t rodi VirginiaRaggi,a r re s t a toe scarceratoe ora in attesadi giudizio,copie din u m e ro s echat. Marraco n s e r vavagli screenshotdelleco nve rs a z i o n ipiùimpor tanti

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18 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 14 Ottobre 2017

I R AQ ULTIMATUM AI CURDI SU KIRKUKIl primo ministro al-Abadi ha dato l’ultimatum aicurdi su Kirkuk, contesa dopo il referendum sull’au -tonomia del Kurdistan. Sei le richieste: la consegnadell’aeroporto al governo, come la base militare K-1e i giacimenti petroliferi; la consegna dei prigionieriIsis, permettere il ritorno dell’esercito nei luoghi cheoccupava prima dell’offensiva dell’Isis e la revocadel governatore Najmaldin Karim. La Pre ss e

UE ”DOPO CATALEXIT AVREMMO 98 STATI”“Se consentiamo alla Catalogna di diventare indi-pendente, altri faranno lo stesso, e non mi piace,l’Ue diventerebbe a 98 Stati, già è difficile a 27...”, hadetto il presidente della Commissione europeaJean Claude Juncker. “La vita nelle comunità sem-bra essere diventata difficile, tutti vogliono affer-mare la propria identità. Da anni chiedevo a Madriddi occuparsene prima che finisse fuori controllo”.

» GIAMPIERO GRAMAGLIA

Con un discorso durissimo, di quelli che piac-ciono a lui, tutte affermazioni apodittiche e

nessun nesso logico, Donald Trump smonta unaltro pezzo dell’ordine mondiale di Barack O-bama e compromette un altro spicchio di si-curezza internazionale. Il presidente si rifiutadi certificare che l’Iran rispetta l'accordo sulnucleare, nonostante l’ok dell’Aiea, l’Agenziadell’Onu che monitora l’intesa. Trump mette infila frasi già snocciolate nel corso delle ultimetre settimane: l’accordo sul nucleare con l’Iranconcluso nel novembre del 2015 dai ‘5+1’(le po-tenze nucleari legittime e la Germania) è “tra ipeggiori di sempre”; e lui prenderà misure per-ché il regime di Teheran, “fanatico”e che “armai terroristi” – ma gli integralisti dell’Isis sonosunniti, l’Iran è sciita e li combatte – “non abbia

mai l’atomica”. “Il mio maggiore obbligo - ag-giunge - è garantire la sicurezza del popolo a-mericano”.

Il presidente è tornato allo stile di governodelle prime settimane: diktatin serie, sull’Obamacare, l’I-ran, l’Unesco. Allora perchénon aveva ancora avuto tem-po di fare altrimenti; ora per-ché non è riuscito a fare me-glio.

INALTERATE, invece, le suestelle polari: cancellare Obamae compiacere, in Medio Orien-te, Israele e i sauditi. La realtà è meno drasticadi quel che Trump lascia credere. Il segretariodi Stato Tillerson precisa che gli Usa non lascia-no l’accordo. Teheran avverte “Se gli Usa se ne

vanno, lo facciamo pure noi”. Mosca, Pechino el’Europa assistono irritati. Federica Mogheriniè icastica: “L’intesa non è bilaterale e non ap-partiene agli Usa”. Non certificando il rispetto

dell’accordo da parte dell’Iran,Trump passa la palla al Con-gresso, che ha tre possibilità:non fare nulla e lasciare le cosecome sono; reintrodurre lesanzioni, cosa che Trump nonchiede formalmente; emenda-re la legge sulla certificazione,eliminando la periodicità dei90 giorni e inserendo delle ‘li -nee rosse’ oltre le quali le san-

zioni scattano in modo automatico. È l’opzionecaldeggiata da Trump. Ma il New York Timespronostica che il Congresso non farà nulla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Linea dura Il presidente Usa Donald Trump Ansa

Chieste altre sanzioniIl presidente: “Il regimenon ci minacci”Mogherini: “L’intesanon è di sua proprietà”

Usa e Italia, mezze veritàe la bussola degli affariVia dall’Unesco La decisione di Washington e la posizione di Romadettate da alleanze e soprattutto da convenienze economiche

IL COMMENTO

» GUIDO RAMPOLDI

Il modo più efficace dimentire non consistenell’inventare notizie fal-se, dato che queste prima

o poi sarebbero smascherate,ma nel raccontare notizie ve-re però incomplete, ometten-do la parte sostanziale. Conquesta tecnica l’amministra -zione americana ha spiegatoche gli Stati Uniti uscirannodall’Unesco perché l’agenziaculturale delle Nazioni Unitesarebbe ostile per pregiudizioa l p r i n c i p a l e a l l e a t o d iTrump, l’Israele di Neta-nyahu. E questa per così dire èla parte quasi vera della men-zogna trumpiana, essendo in-dubitabile che nel Palazzo diVetro molti funzionari e di-plomatici di Paesi emergenti,soprattutto se musulmani,nutrano un’aggressività versoIsraele intinta nel razzismo.

Ma nella tribù Onu quell’o-stilità non sarebbe così diffu-sa se nell’ultimo decennio igoverni israeliani non avesse-ro fatto il possibile per attirar-si il ragionevole risentimentodelle Nazioni Unite. Ecco inproposito una sintetica cro-nologia.

Durante l’offensiva a Gazadel 2009, le forze armate i-sraeliane bombardano tuttele strutture dell’Unrwa, l’A-genzia Onu che assiste la po-polazione palestinese, con u-na sistematicità tale da con-vincere una commissione in-caricata dall’Onu che si siatrattato di una brutale puni-zione inflitta alle gente comu-ne (e all’Unrwa). Nella suc-cessiva offensiva israelianasu Gaza, 2014, viene colpita u-na scuola Unrwa dove dor-mono soprattutto bambini, lamaggior parte delle vittime.L’attacco è giudicato “atrocee ingiustificabile”, dal segre-

avrebbe imitato Trump, ma a-vrebbe sostenuto la nomina adirettore generale dell’U n e-sco di un presunto antisemita,un funzionario qatarino. Ilmotivo: il Qatar ci avrebbecomprato. Sarebbe successoal tempo in cui era premier ilf ed da yn del business, MarioMonti. A conferma il Corrierecita contratti e appalti. Peròcon una curiosa omissione:dalla lista manca il pezzo for-te, il contratto per 5 miliardi diforniture belliche firmato daAlfano in agosto con l’e mi rodel Qatar, che il ministro degliEsteri è tornato a incontraredue settimane fa.

La parte vera di questa ar-gomentazione è che la politicaestera italiana, come quelladegli altri Paesi europei, daanni segue i grandi affari e siregola su quelli. Ma facciamograndi affari con tutti, anche inemici del Qatar come egizia-ni e sauditi, e se in quell’areac’è Paese col quale siamo tra-dizionalmente comprensivifino all’omertà, questo è Israe-le.

Lo saremo ancora? In Me-dio Oriente tutto ora è confu-so, in bilico. Sono nell’ariaconflitti che potrebbero ridi-segnare gli assetti della regio-ne. E ridistribuire le parti: ilQatar, dieci anni fa considera-to nel Golfo la quinta colonnadi Israele, ora è accusato di es-sere ‘filo-iraniano’ da un asseEgitto-Arabia saudita-Emira-ti che confida in Trump e Ne-tanyahu.

Se tutto precipitasse l’Eu -ropa potrebbe continuare abarcamenarsi tra i suoi grandiclienti? E l’Italia, chi delude-rebbe? Quali interessi strate-gici, quali principi salvaguar-dare? Se non di principi, cui lanostra R ea l po li ti k pare aller-gica, almeno sarebbe il caso didotarsi di una politica estera.E magari di discuterne con o-nestà intellettuale, non pro-prio la qualità migliore dei no-stri media.

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tario delle Nazioni Unite, BanKi-moon, che ricorda comel’Onu avesse comunicato agliisrael iani le coordinatedell’edificio perché non acca-dessero ‘malintesi’. Un annodopo lo stesso Ban Ki-moonprotesta energicamente perl’assassinio di un soldato spa-gnolo ucciso dai colpi di mor-taio sparati dagli israelianicontro una base dell’Unifil, lamissione Onu nel sud Libano,colpevole di non aver inter-cettato un commando di Hez-bollah.

LE SCUOLE CONTINUANO adar sui nervi alla destra israe-liana. In agosto, nella W es tBank, l’esercito rade al suolouna scuoletta messa in piedida una ong, la Norwegian Re-fugee Council, con il pretestoche non aveva ottenuto i per-messi edilizi (di solito rifiutatiai palestinesi), e vieta a un’al -

tra di fornirsi di pannelli solari(italiani) per avere elettricitàdurante gli interminabiliblack-out.

Quasi tutte queste notiziegiungeranno insolite al lettoreitaliano perché sono state o-messe dalla maggioranza deinostri media, per un’opzionefilo-israeliana in genere ap-prezzata da editori e diretto-ri.

SE POI AGGIUNGIAMO che daparecchie settimane i giornalivicini al governo Netanyahuventilano esperimenti di inge-gneria demografica sui pale-stinesi, viene da chiedersi perquale motivo, se non per unpregiudizio filo-Natanyahu,la sfrontata mossa di Trumpabbia entusiasmato una partesignificativa della nostra in-formazione.

Secondo il Corriere della se-ra la pavida Italia non solo non

Te n s ionecont i nu aSoldati israe-liani fermanoun bambinopale stine s edurante gliscontri con co-loni israeliania Hebron ieriAnsa

Trump e nucleare: Teheranè il nemico, ma Obama di piùAttacco al predecessore: “Iran sostiene il terrore, l’accordo è il peggiore di sempre”

Ad agostoAlfano hafirmato unco n t ra tt oper 5m il i a rd idi forniturebelliche conil Qatar,Pa e s eche noie ra va m opronti as os te n e reper laguidadel l ’age n z i ac ulturaledel l ’Onu

LAS C H E DA

Agenzia “dedicata”Unrwa è l’Agenzia delle NazioniUnite per il soccorso dei rifugiatipalestinesi; si occupa degli aiutidi emergenza verso cinquemilioni di persone che vivono fraGiordania, Libano, Siria,Cisgiordania e Striscia di Gaza.La sua fondazione risale al 1948dopo la guerra arabo-israeliana

Chi è

Au d reyAzoulay èstata sceltacome nuovod i re t to rege n e ra l edell’U n e s cor i s p e t toa Hamad binAbdulaziz Al-K awa r i(Qatar): 30voti a 28

La carrieraEx ministrodella Culturafrancese nelgove r n oHollandeAzoulay haoriginim a ro cc h i n e :il padreAndré eraco n s i g l i e redel redel Marocco

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 19

» SABRINA PROVENZANI

Lo n d ra

Un anno fa, al suoprimo congressodei Tory da primoministro, una The-

resa May che sembrava in-vincibile lanciò la sua visio-ne del futuro del Regno U-nito: “Credo in un Paese chefunzioni per tutti, costruitosui valori di eguaglianza eopportunità, dove ognunosegue le stesse regole e – i n-dipendentemente dalle sueorigini e da quelle dei suoigenitori –ha la possibilità didiventare tutto quello chedesidera”.

Come lei, figlia di un vi-cario di campagna arrivata,per merito, a Oxford e da lì alcomando di una delle nazio-ni più potenti del mondo.Per questo aveva subitocommissionato una ricercaapprofondita sulle disugua-glianze su base razziale. Co-noscere per cambiare.

IN UN ANNO, la leadershipdella May si è accartocciatasu se stessa, schiacciata dacinque attentati terroristici,la perdita della maggioran-za parlamentare, clamorosierrori politici, Brexit checomincia a far scricchiolarel’economia e il prestigio in-ternazionale del paese.

I risultati di quella ricercasono stati pubblicati da po-co: fotografia pubblica di unpaese dove la provenienzaetnica condiziona il restodell’esistenza.

Nella quarta potenza eco-nomica mondiale, patria delmulticulturalismo. Si chia-ma Race Disparity Audit, ve-rifica delle disparità su base

REGNO UNITO Perfida Albione: bianca,arrabbiata e classistaIl Race Disparity Audit: entro il 2020 asiatici e neri con standard di vita peggiori

razziale, ed è stato pubblica-to dal governo in contempo-ranea al lancio di un sito do-ve vengono raccolti, e co-stantemente aggiornati, idati pubblici disponibili sul-la composizione etnica in130 distretti di Inghilterra,Galles, Irlanda del Nord e

Scozia, nei settori della sa-lute, istruzione, lavoro, giu-stizia criminale e condizio-ne abitativa. È una letturache conferma molti stereo-tipi.

Per esempio, la propor-zione di uomini di coloreche finiscono in carcere è di112 per ogni cento bianchi.Ma vengono arrestati trevolte di più.

Meno di due terzi degliappartenenti a minoranzeetniche ha un lavoro, controi tre quarti dei bianchi. Stu-denti cinesi e indiani eccel-lono, seguiti a distanza daibritannici bianchi, poi dai

neri, infine dai Rom. Ma frai bambini più poveri quelli diminoranze etniche hannorisultati migliori dei figli deibritannici bianchi, meno diun terzo dei quali raggiungela sufficienza alla fine delleelementari. Sono i bianchidescritti nel saggio Chavs diOwen Jones: quello che re-sta di una working class untempo compatta e orgoglio-sa della propria cultura pro-letaria, oggi relegata ai mar-gini della società, massic-ciamente pro Brexit, incat-tivita verso i non-inglesi ac-cusati di rubare lavoro edopportunità. Dati che si in-

trecciano con l’impatto del-le politiche di austerità: ilRunnymede Trust, thinktank indipendente sull’e-guaglianza razziale, ha ap-pena pubblicato una ricercasul rapporto fra tagli e con-dizione delle minoranze et-niche.

SE LE POLITICHE attuali con-tinueranno, entro il 2020, lefamiglie asiatiche e nere piùpovere subiranno un peg-gioramento del 20% dei lorostandard di vita.

Razzismo? Sì, ma intrec-ciato a un aspetto ancora piùpervasivo della società bri-tannica: il classismo.

Il 13% della popolazionedel Regno Unito provieneda minoranze, ma secondouna ricerca dell’organizza -zione anti-discriminazioneOperation Black Vote , èbianco il 97% dei compo-nenti delle elite, nel gover-no, nelle Istituzioni, nelmondo della cultura e dellafinanza.

Un recente documenta-rio della BBC ha esaminatole possibilità per un bambi-no di oggi di diventare pri-mo ministro. Risultato: unbianco educato nella scuolapubblica ha 12 volte piùchance di un nero. Un bian-co educato nel sistema pri-vato 90 volte di più.

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Altro che melting potAlunni indiani e cinesibrillanti ma la carrieradi ministro è per glistudenti delle private

Destini diversi Poliziotti inglesi e Sikh, le vite sono segnate dalla comunità di appartenenza La Pre ss e

» PIERFRANCESCO CURZI

La Procura di Roma indaga perterrorismo dopo il rapimen-

to avvenuto ieri nei pressi di Be-nin City, città del sud della Ni-geria, di don Maurizio Pallù, sa-cerdote fiorentino. Pallù, 63 an-ni, era in auto assieme ad altrequattro persone, quando il mez-zo è stato fermato da un gruppodi uomini armati. Gli occupantidella vettura, secondo quanto ri-costruito, sono stati derubati,ma l’unico a essere portato via èstato proprio il presule italia-no.

La Farnesina ha attivato l’U-nità di Crisi, in collegamento conle autorità diplomatiche italianenel più popoloso Paese africano.Fino a ieri sera non sarebbero ar-rivate rivendicazioni, ma il fattoche la procura romana segua lapista terroristica fa intravedereuno scenario drammatico. I so-spetti cadono subito su BokoHaram, la milizia fedele al Calif-fato dell’Isis che opera a cavallo

di diversi Paesi dell’Africa Sub-sahariana, dalla Nigeria al Ca-merun, dal Niger al Ciad. BeninCity si trova nella parte meridio-nale della Nigeria, non distantedal delta del Niger e dalla co-sta.

SIAMO A QUASI 500 chilometridalla Capitale, Abuja, e a oltre1500 chilometri dalla provinciadi Maiduguri, l’area di elezionedi Boko Haram, dove tre anni fasono state rapite 219 studentes-se. Non è da escludere che il sa-cerdote fiorentino possa esserestato prelevato da una banda di

criminali comuni, ma anche daaltre organizzazioni terroristi-che. Il gruppo al-Ansaru (dal no-me del fondatore), ad esempio,costola fuoriuscita da Boko Ha-ram, il cui obiettivo primario so-no gli interessi occidentali. BokoHaram di recente ha perso diver-si pezzi importanti, alcuni deiquali avrebbero alimentato e al-largato la presenza di al Qaedanel Maghreb, storica formazio-ne terroristica attiva a cavallo traAlgeria e Mali. Una corte fede-rale nigeriana proprio ieri hacondannato a pene di reclusionecomprese tra i tre e i 31 anni 45

jihadisti. Gli imputati fanno par-te di un gruppo di circa 1600 mi-liziani sotto processo da lunedìa ll ’interno di diverse strutturemilitari.

A Firenze e negli ambienti ec-clesiastici italiani c’è grande ap-prensione: “Speriamo che donMaurizio Pallù possa essere libe-rato presto” ha dichiarato il por-tavoce del Vicariato di Roma,don Walter Insero. La vittimanon è nuova di quei posti: Pallù èstato missionario laico per anni eha svolto diversi incarichi in A-frica. Da tre anni gli era stata af-fidata l’arcidiocesi di Abuja.

Preti italiani di nuovo nel mi-rino dei criminali in Africa. Nelgiugno 2014 nel nord del Came-run furono rilasciati i sacerdotivicentini Giampaolo Marta eGianantonio Allegri, dopo duemesi di prigionia e trattative.Sullo sfondo, il rapimento a Raq-qa, in Siria, nel luglio 2013, di donPaolo Dall’Oglio di cui, da allora,non si hanno più notizie.

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Benin City Maurizio Pallù portato via da uomini armati, Boko Haram lo aveva già fattoN IGE R I A

Sacerdote rapito, l’ombra del jihad

App re n s io -ne M au r i z ioPallù e mili-tari nigerianiAnsa

D ovrannor il a s c i a rl operché nonè facilep o r t a rein giroun italianonel boscosenza esserevistiAbb i a m om ob il i t a t otutte le forzep os s ib il iA RC I V E SCOVOONAIYEKAN

L’E ST R A DI Z ION E

“Non devo scusea nessuno”: mail Brasile è stufodel Battisti-show» FABRIZIA CAPUTO

P er Cesare Battisti,l’ex terrorista deiPac, proletari ar-

mati per il comunismo“tutte le mortisono deplo-revoli. Man o n c ’ èm o t i v oc h e i oc h i e d as c u s a p e rq u a l c o s a c h ehanno commesso altri”.Per lui la principale mi-n a c c i a v i e n e s e m p r edall’Italia: “Un Paese tan-to arrogante è chiaro cheritenga sia un compito fa-cile portarmi fuori dalBrasile”. Battisti è fuggitodopo che la giustizia lo a-veva condannato a 4 erga-stoli per altrettanti omici-di e nel 2010, l’allora pre-sidente brasiliano Lula,ne vietò l’estradizione inItalia. Ma adesso Battistinon è più un ospite cosìgradito nemmeno in Bra-sile. Durante un’in te rv i-sta alla Bbc Brasil, il mini-stro della Giustizia Tor-quato Jardim ha dichiara-to che Cesare Battisti, conil suo tentativo di fuggirein Bolivia “ha rotto il pattodi fiducia” con il paese ca-rioca, e che la sua vicenda“è un ostacolo ai rapportifra Brasile e Italia, e al rap-porto con tutta l’U nio neeuropea”. La tentata fugae il reato contestatogli ditraffico di valuta e rici-claggio, rappresentereb-bero il “fatto nuovo” sucui basare l’e st r a di z i on ein Italia. Tuttavia, il mini-stro Jardim confida nelfatto che il presidente Te-mer aspetti la decisionedel Tribunale SupremoFederale sull’habeas cor-pus preventivo, richiestodalla difesa di Battisti.L’intenzione è chiara: e-vitare che la decisione delpresidente possa essereribaltata dal Tribunale. Ilministro della Giustiziaha sostenuto che la deci-sione sull’estradizione –che definisce “un atto so-vrano” – sarebbe possibi-le grazie al trattato bilate-rale firmato con l’I ta li a,confermando l’inten zio-ne del presidente dellaRepubblica Michel Te-mer, di estradare l’ex ter-rorista. Battisti per il mo-mento si trova nella suacasa di Cananeia, dove gliagenti hanno ricevutol’ordine di tenerlo sottostretta sorveglianza perevitare che si allontani.L’ex militante Pac ha de-finito la sua eventuale e-stradizione “una condan-na a morte”.

LIBERIA WEAH VICINO ALLA PRESIDENZAGeorge Weah verso la presidenza. L’ex calciatoredel Milan e unico “Pallone d’o ro” africano è in van-taggio nei risultati diffusi dalla Commissione elet-torale nazionale. I dati definitivi si sapranno entroil 25 ottobre. Il suo rivale è il vicepresidente JosephBoakai. Chi vincerà (con oltre il 50% dei voti al pri-mo turno, oppure a novembre), succederà a EllenJohnson Sirleaf, premio Nobel per la Pace. Re u te rs

TURCHIA ERDOGAN SBEFFEGGIA L’UNIONEL’Ue “tiene la Turchia in attesa da 54 anni. Se sieteonesti, fatela finita. Non abbiamo bisogno di voi”.Così il presidente Recep Tayyip Erdogan è tornatoad attaccare l'Unione europea. “Non ci accettano.Ma hanno posto fine al processo? No. Continuanoa farci perdere tempo", ha detto il leader. Intanto il16 ottobre una delegazione del governo Usa sarà inTurchia per discutere della crisi diplomatica. Ansa

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 21

Cultura | Spettacoli | Società | Sport

Secondo Te m p o

ISEGUE DALLA PRIMA

» FERRUCCIO SANSA

Inviato a Torino

suoi libri hanno milioni di let-tori. Lei sì che può lanciare unm e ss a g g i o. . .Peccato che abbia quasi set-t an t’anni, vorrei vedere co-me va a finire il XXI secolo.Però ricordiamoci che la sto-ria è fatta da tutti, il singolo èuna parte infinitesima.

Però lei ha preso posizioninette anche sulla Brexit...

Se guardo all’Inghilterra og-gi vedo questa mancanza dicertezze. Lo stesso nell’A-merica di Trump. La Brexit ame pare un caos. C’è chi diceche sia stata una specie diguerra civile all’interno deiconservatori che nella batta-glia dell’Europa hanno sacri-ficato tre primi ministri. Cidimentichiamo che l’ingres-so nell’Unione arrivò con unpremier conservatore. Cheanche Margaret Thatcher,santificata da chi vuole la-sciare l’Europa, sostenevaun mercato libero.

Spero ancora che il mioPaese torni indietro. È stranoper me arrivare a Torino edover mostrare il passapor-to. È come la fine di una storiad’amore... io sono sempre in-namorato, ma il padre dellasposa è contrario.

Lascerebbe l’I n g h i l te r ra?In Norvegia ci sono posti al-trettanto solitari. Buoni per imiei libri e anche per me cheamo camminare nei boschi.

In Italia non verrebbe?Con mia moglie facciamo ungioco. Ognuno sceglie un po-sto dove passare qualche me-se. Io ho scelto Berlino. LeiParigi. Sono stato benissimo.Ora toccherebbe a me. Potreiscegliere Torino dove siamoadesso. Ha una dimensioneperfetta, una storia comples-sa, un cibo fantastico. E col-line stupende dove andare acamminare. Vorrei che ognicittà inglese fosse così.

Che effetto le fa ricevere unpremio, dare interviste?

Lo scrittore vive solo con isuoi fantasmi. In una stanza.Poi all’improvviso si trovasotto i riflettori.

Lei è stato più volte indicatocome possibile vincitore delNobel. Ma non c’è il rischioche un riconoscimento cosìfaccia perdere la motivazio-ne a scrivere?

Sarebbe un lavoro interes-sante per gli studiosi: andarea vedere le opere scritte daivincitori dopo il Nobel. Ishi(l’amico Kazuo Ishiguro, fre-sco vincitore del premio, n-dr) adesso per due o tre annisarà sotto i riflettori... ma è unpiccolo prezzo da pagare.

Lei ha alternato romanzilunghi ad altri brevi. C’è unalunghezza giusta?

Non coltivo l’ideologia della

È l’opera che decide in chestile deve essere scritta. All’i-nizio ero meno legato allarealtà, seguivo scrittori comeItalo Calvino o Franz Kafka.Poi ho seguito più la scienza.L’ultimo libro è di nuovo piùfantastico... racconta unagravidanza vista dal feto.

Come vede il mondo un fe-t o?

L’ho scritto dopo aver parla-to con mia nuora incinta.Racconto il mondo visto dadentro, il bambino che sentela madre e l’amante pianifi-care l’omicidio del padre.

Com ’è stato accolto il fetoprotagonista del libro?

Persone con una fede, in que-sta figura che vive alle sogliedella nascita e della vita, han-no visto una metafora delpassaggio tra vita e morte. InAmerica mi è stato chiesto sefosse un libro anti-aborto.Non lo è, anche se io sonocontrario quando la gravi-danza è già avanzata. Strano,in Europa non me l’h an n ochiesto.

Il prossimo libro sarà reali-st a?

Chissà. Ma il mondo reale og-gi è così interessante che i-gnorarlo mi sembrerebbe ri-nunciare alla bellezza.

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lunghezza. Il primo doveredi uno scrittore è essere in-teressante. Poi, certo, anchese prendi l’Ulisse di Joyce cisono parti che potrebberobenissimo essere tagliate.

È d’accordo con Daniel Pen-nac che il lettore può abban-donare un libro a metà?

Io lo faccio e sono felice. Soloa scuola siamo obbligati a leg-gere certi libri.

Co m ’è Ian McEwan letto-r e?

Devoto. Scettico come mi a-spetto che siano con me. E miinteressano gli inizi dei li-bri.

Come si comincia un libro?All ’inizio non sai mai cosastai creando. Meglio proce-dere con le piccole cose, fin-ché i personaggi trovanoun’identità. E tutto procededa solo.

Ci racconti i suoi segreti...Scrivo tutto il tempo che pos-so, anche sei, sette ore. Lamattina o la sera. Il pomerig-gio no, non mi viene. Meglioleggere... o giocare a tennis.

Molti suoi libri sono diven-tati film. Quando scrivepensa già alle immagini?

No. Ma Joseph Conrad dice-va che lo scrittore deve far

vedere al lettore ogni cosa.I romanzi sopravviveranno.Ma la poesia... quasi nessu-no la legge.

È la suprema forma lettera-ria. C’è l’eco della poesia inmolte frasi dei miei libri. E sitrova anche in altre arti, co-me il cinema. Mi viene inmente un episodio strano...anni fa fu girato un film cheebbe un successo enorme,Quattro matrimoni e un fune-r al e . Uno dei protagonistileggeva una poesia di Auden.Pochi prima la conoscevano,ma d’un tratto fu scoperta datutti.

I suoi libri talvolta sono cu-pi. È pessimista?

Nel mio ultimo libro –Nel gu-scio – ho scritto che il pessi-mismo è una scelta facile edeliziosa. Alla compagniadegli umanisti io spesso pre-ferisco quella degli scienzia-ti, perché di fronte ai proble-mi sono abituati a pensareche ci deve essere una solu-zione. Eh sì, il pessimismo èdelizioso... come i porcinisott’olio...

Nei suoi libri ha alternato u-na visione realistica a unapiù fantastica. Ma chi è dav-vero Ian McEwan?

Lady Gaga riprende il tourLa malattia l’aveva costrettaa cancellare le date dei concertidell’autunno. Ora la cantante stameglio e sarà a Milano il 18 gennaio

Guccini, brani da “O st a r i a”Uscirà il 3 novembre “L’Ostariadelle dame”, una raccolta diconcerti mai pubblicati primad’ora, registrati nei primi anni 80

Cristina D’Avena con 16 bigSi chiama “Duets” il nuovo discodi brani dei cartoni animatidella cantante bolognese con sediciinterpreti della canzone italiana

Quasi NobelI nd icatocome unodei possibilivincitori delPremio: “Biso -gnerebbe stu-diare le operescritte dopodai vincitori”.In basso, la“g iu ng l a” di Ca-lais La Pre ss e

“Solo di pomeriggionon scrivo: ho il tennis”

Ian McEwan In Italia per il Bottari Lattes Grinzane:“La letteratura in tempo di guerra aiuta a capire gli altri”

C ond iv id i

n B OT TA R IL AT T E SGRINZANESarà conse-gnato oggialle 16.30al Castellodi GrinzaneCavour il Pre-mio a uno deifinalisti dellasezione IlGermoglio:C a l l i ga r i c h ,M a u v i g n i e r,Rolin eGabrielVásquez. EIan McEwannella sezioneLa Quercia

B iog ra f i aIANM C E WA NS c r i t to rees ce n e g g i a to reb r i t a n n i co.In Italia èt ra d o t toda Einaudi.Dalla raccoltadi racconti“Pr i m oamore, ultimiriti”, 1979a “Nelg u s c i o”, 2017.Da “Lettera aB e r l i n o”, 1990JohnS c h l e s i n ge rtrasse il film“Th eI n n o ce n t ”,con AnthonyHopkins.Nel 1998vince il BookPride con“A m s te rd a m ”,mentre JoeWr i g h tt ra s p o n e“Espiazione”del 2001

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22 » SECONDO TEMPO | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 14 Ottobre 2017

A» FABIO FERZETTI

27 anni si chiuse in cameracon Marilyn Monroe inco-raggiato da una frase della di-va passata alla storia. “Vogliorestare sola con questo giova-notto. Di solito funziona me-glio”. Sei mesi dopo la luce diMarilyn si spegneva per sem-pre e Douglas Kirkland capìfinalmente perché quel 17novembre 1961, anziché ap-profittare della situazione(“Non vuoi venire più vici-no?”), aveva continuato ascattare. “Non era solo permia moglie e i nostri figli, maperché tutta quell’incredibi-le energia sessuale finissenelle foto anziché consumar-si e svanire”.

OGGI CHE È arrivato a 83 annie anche lui è una leggenda, co-me quel servizio con Marilynseminuda tra le lenzuola, Kir-kland continua a minimizza-re ma certo doveva avere undono. Il dono di stabilire unlegame istantaneo con sog-getti che a volte conoscevaappena catturandone l’e s-senza in un decimo di secon-do. E basterà vedere le sue fo-to sul cinema al Maxxi per ca-pire quanto tempo è riuscito acomprimere Kirkland in que-gli scatti, pubblicati quasisempre sulle pagine di Look epoi di Life. Il tempo parados-sale della fotografia, che da unmillisecondo estrae un’i m-magine destinata a durare de-cenni, fornendo informazio-ni subliminali che magari sirivelano fino in fondo solo amolti anni di distanza.

“Càpita ogni volta che ciimmergiamo come palomba-ri nei nostri archivi”, diconoall ’unisono Kirkland e suamoglie Françoise, attenta

ELEZIONI NULLE? Il nuovo direttore è Gaetano Santaniello. Ma la sua poltrona è in bilico, mentre aumenta la retta per gli allievi

Napoli: veleni, lettere e voti sospettinel Conservatorio in cui studiò Bellini» VINCENZO IURILLO

Napoli

Lettere anonime, decretifantasma, elezioni in-terne al corpo docente

in bilico, tasse alle stelle. Gliallievi del Conservatorio SanPietro a Majella di Napoli in-tonano il Lacry mosa di Mo-zart in un flash mob per pro-testare contro la stangata del-le imposte. Sono aumentatefino all’80%, impennate in e-state da 1.200 a 2.200 euro perchi supera un reddito Isee di30.000 euro.

L’ESTRATTO più celebre delRequiem del compositore au-striaco è la musica più adatta almomento che vive l’istituto dicui fu allievo Vincenzo Bellinie direttore Gaetano Donizetti.Il lutto del diritto allo studio,minato dall’incremento dellerette, accompagna i veleni chescorrono tra i corridoi. La re-cente elezione del nuovo di-rettore, Gaetano Santaniello, è

rogazione a Fedeli. “Il mini-stro – afferma Bossa al Fatto –deve garantire il rispetto dellalegittima elezione di Santa-niello, lo status giuridico deilavoratori come De Luca ècambiato da una serie di attirecenti che li inquadra comedocenti di seconda fascia equindi candidabili”.

L’INTERROGAZIONE de ll ’exsindaco di Ercolano, insieme auna sua lettera cofirmata conla deputata Pd AnnamariaCarloni, è solo l’ultima di unaserie di atti parlamentari i-spettivi delle difficoltà econo-miche e gestionali del Conser-vatorio. Il cui presidente del C-da è Antonio Palma, un avvo-cato amministrativo di presti-gio. Palma potrebbe interveni-re con un parere sull’elezionedi Santaniello nel suo dupliceruolo di esperto del ramo e ma-nager dell’ente interessato.Ma potrebbe non essere suffi-ciente a sciogliere i nodi.

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lottaggio tra i primi due unasettimana dopo, Santaniello siimpone con 64 voti su 102 dei111 aventi diritto. Ma una let-tera anonima, che secondofonti de Il Fattocontiene dati eriferimenti in possesso a po-chissime persone, nelle setti-mane successive segnala alMiur che l’elezione è viziatadai voti raccolti da De Luca. Ilmaestro, in quanto “accompa -gnatore al pianoforte”, nonpossedeva i requisiti di candi-dabilità e i suoi 11 voti spostatialtrove avrebbero potuto mo-dificare l’accesso al ballottag-gio. Dal ministero di ValeriaFedeli arriva una nota che sug-gerisce al direttore Evangeli-sta di valutare provvedimentidi autotutela. Non è un annul-lamento del voto, ma una sortadi invito a farlo. La vicenda di-venta politica. La deputata M-dp Luisa Bossa scrive un’inter -

nuovo direttore, 21 giugno.Santaniello ottiene 36 voti,Angela Morrone 27, MaurizioPietrantonio 22, Livio De Luca11, Giuseppina Abrifi 10. Bal-

stata messa in bilico da una let-tera del Miur che solleva inter-rogativi sulla regolarità del vo-to. La presenza in lizza di undocente non candidabile a-vrebbe falsato i risultati primadel ballottaggio. Il quotidianoIl Mattino titola: “Voto nullo,via il direttore”, che avrebbedovuto insediarsi il 1º novem-bre e prendere il posto di ElsaEvangelista, in carica da duemandati e non ricandidabile.“A me non risulta – r e pl ic aSantaniello – ho chiesto di no-tificarmi il decreto di annulla-mento, mi è stato risposto cheil documento non c’è, non esi-ste. Sono indignato da una vi-cenda squallida, che danneg-gia me e gli studenti. Ho par-lato a lungo con il mio avvoca-to, decideremo il da farsi”.

Per capire cosa sta accaden-do bisogna fare un passo indie-tro. Primo turno del voto per il

Fuori dal coro Il fotografo lontanodal gusto un po’ rancido dellaBabilonia del cinema. Sulle accusedi molestie a Weinstein: “S ucce deda quando è nata Hollywood”

linconia. O Mary Pickford, fi-danzatina d’America ai tempidel muto, immortalata 80en-ne in tailleur rosa accanto allasua piscina – la prima piscinaprivata di Los Angeles – dico -no gli storici.

Nulla del resto è più lonta-no da Kirkland del gusto unpo’ rancido di Hollywood Ba-bilonia. Se “invecchiare non èroba da mezze cartucce” (co -pyright Bette Davis), ancherecitare, esporsi non è sem-pre rose e fiori. Ed ecco LizTaylor offrirsi all’o bi e tt iv ocon i segni di una tracheoto-mia ben in vista, come per dire“proprio così, e allora?”.

LIZ DEL RESTO venne ancorprima di Marilyn, e portò for-tuna al fotoreporter. “Avevo25 anni e Look mi aveva spe-dito a Las Vegas per un ser-vizio su Liz Taylor, alloraall’apogeo. C’erano decine difotografi pronti a saltare sullapreda, ma io le strinsi sempli-cemente la mano e dissi guar-dandola negli occhi: ‘Ha un’i-dea di cosa significherebbe selei posasse per me?’”.

Il resto è storia, non sempreedificante, anche perché “lavera differenza tra ieri e ogginon la fanno i soldi ma il tem-po. Allora potevi stare setti-mane insieme a un attore perfare un servizio. Nascevanoamicizie, ci si divertiva. Oggihai pochi minuti, a volte se-condi, come agli Oscar”. E incopertina vanno gli scandali,come quello di Harvey Wein-stein. Ma qui Kirkland per laprima volta si barrica. “No nseguo questo tipo di notizie,sono storie che succedono daquando è nata Hollywood. Ame interessa stabilire rappor-ti con persone positive”.

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E qui bisogna ricordare al-meno il ritratto di una LizaMinnelli appena 16enne, ca-pelli lunghi e profilo vittoria-no, incorniciata dai drappeg-gi di una tenda bianca che ri-flettendosi in un tavolo di cri-stallo la sospendono in unospazio iperuranio. “Stavo fa-cendo un servizio su sua ma-dre, Judy Garland, quell’im -magine è nata quasi per caso”,si schermisce Douglas, chetiene ad esser chiamato pernome. Tutt’altro che casualiinvece le foto, all’epoca di-rompenti, della Garland inaereo, stremata dal lavoro eaggrappata a un incongruorosario. Anche se in materiadi tramonto nulla forse egua-glia una Bette Davis del 1979tutta rughe, grandezza e ma-

crescendo in un paesino di7000 anime poco lontano dal-le cascate del Niagara, non hatestimoniato solo mezzo se-colo di storia del cinema, daMarilyn a Titanic fino a Io so-no l’amore di Luca Guadagni-no. È stato anche un granderitrattista. Con una predile-zione per le prime luci dell’al -ba e i colori intensi del tra-monto, nel senso di Viale delTramonto.

compagna di lavoro oltre chedi vita. “Ci sono scatti che al-lora sembravano opachi,dunque sono rimasti sepolti, eoggi invece urlano!”. Pensia-mo a quel giovanissimo JohnTravolta che mostra i muscolisotto la canottiera di Ro ck y,oppure si sfila la magliettanella sua camera da letto sottola foto di un aereo in volo. AKirkland si illuminano gli oc-chi. “Quando mi mandaronoa fotografarlo, Travolta erasolo un piccolo attore televi-sivo. Non era ancora esplosoLa febbre del sabato sera. Mamoriva dalla voglia di metter-si in mostra, quelle foto sononate così”.

Arte del ti min g o sguardoprofetico, il fotografo cana-dese, che si innamorò dei divi

S a ra n nofa mos iKirkland conFrancis FordCoppola; le fo-to di MarilynMonroe e Au-drey Hepburn

Vele n i“p ol it ic i”Il Conservato-rio San Pietroa Majella Ansa

S controp olitic oDa un latoil Miurchiededi rivede-re tutto,dall’altrola deputa-ta MdpLuisa Bos-sa difendela scelta

SCATTI D’A RT I STA I ritratti di Douglas Kirkland: dalla Monroe e John Travolta in canottiera, a LizaMinnelli presa per caso dietro sua madre. “Allora potevi stare settimane con un attore a fare un servizio”

“Quando intrappolai in una fotol’energia sessuale di Marilyn”

C ond iv id i

n R I T R AT T IDI STARIl celebrescatto di Ma-rilyn Monroetra le lenzuo-la, ma ancheSophia Lorene Brigitte Bar-dot, Jack Ni-cholson eJohn Lennon,Leonardo Di-Caprio e Ro-berto Bolle:sono oltrecento le im-magini del fo-tografo Dou-glas Kirklandin mostraal Maxxi diRoma dal 18ottobre al 5n ove m b re .Il percorsoe s p o s i t i vova dagli anni60 ai 2000

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Sabato 14 Ottobre 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 23

“Il nostro nemiconon è un terroristase non è islamico”

A L FA B E TO ARMANDO SANGUINI L’ex ambasciatore esperto di politicainternazionale: “Il gesto ‘l a i c o’ di un singolo si riduce a un raptus di follia”

Pe rs on agg i

“L» ANTONELLO CAPORALE

e autorità hanno riferito chela strage non ha una matricete rr ori st ica ”. Ci basta que-sta notazione, che la con-duttrice del telegiornalespesso illustra con un elo-quio più tranquillo e diste-so, per farci tirare un sospirodi sollievo.

Armando Sanguini, amba-sciatore di lungo corso eoggi impegnato all’Ispi, l’i-stituto che si occupa di po-litica internazionale, rile-va, col giusto stupore, il pa-radosso che riempie l’Occi -dente sbandato e cinico.

Il terrorismo islamista co-pre oramai tutto il frontedella cattiveria umana. Co-me se detenesse il monopo-lio delle azioni suicide, dellestragi inopinate. È il re delMale e i suoi morti contanoe pesano più di qualunquealtro.

È il nemico eletto, l’odiato -re per antonomasia, l’omi -cida della porta accanto.

Sviluppiamo l’ipocrisia e lacecità come anticorpo dellanostra paura. Ricorriamo aquesta falsa difesa immuni-taria e tentiamo anche dicrederci.

E invece?E invece sta nascendo den-tro le viscere della nostra so-cietà quel che possiamo de-finire come un terrorismolaico, svuotato di ogni pas-sione o sviluppo ideologi-co.

Un terrorismo individuali-sta, nichilista, di prossimi-tà.

Lo stragista di Las Vegas hacompiuto un atto tipica-mente terroristico mutuan-do dall’alfabeto dell’islam lacostruzione dell’a tt en ta to .Perché l’ha fatto? Vattelap-pesca. Non lo sapremo mai.Depressione, odio, sugge-stione, puro spirito emula-tivo? Boh.

L’Occidente però non pre-vede il nemico senza una

B iog ra f i aARMANDOSA N G U I N IA m b a s c i a to rein pensione,è stato capomissione inCile, Tunisiae Arabiasauditae direttoregenerale perle relazionic u l t u ra l iall’e s te ro,gli Istitutidi culturae le scuoleitaliane era p p re s e n t a n -te personaledel presidentedel Consiglioper l’Af r i c a .G e s t i s ceuna libreriaa Romaa ss i e m ealla moglie.SeniorAd v i s o rdell’Ispidi Milano, èco m m e n t a to redi politicae s te rae interna

Sv il up p i a m ol’ipoc risiae la cecitàco m ea n t i co r p odella nostrap a u raÈ una falsad i fe s aimmuni-taria

Lademoc razias vuotatadei valorige n e rafe n o m e n idi violenzache nullahannoa che farecon larel i g i o n e

giusta causa.Infatti non lo riconosce co-me nemico, lo riduce a casopsichiatrico. Ogni volta chequalcuno compie un atto o-micida plurimo, o solo ten-tato, che si concluda o meno,si arrivi al suicidio dell’a t-tentatore o solo alla sua fu-ga, le forze di sicurezza esa-minano il curriculum e de-cretano: è islamista o non è.Esulta al Qaeda oppure no.L’inclusione o l’esclusionein questa speciale lista delMale assurge a convalida

dell’agguato.Come la cattiveria si miti-gasse, e ogni sfregio sia al-la dignità umana sia alla vi-ta di noi stessi, subisse unfermo immagine, fosse u-na pausa della nostra con-dizione umana.

Ciò che non vediamo è pro-prio la disseminazione di unmicroterrorismo indivi-dualista, senza neanche leossessioni o le deviazionireligiose, senza il peso diconflitti primordiali: sudcontro nord del mondo, in-

tegrazione o esclusione.Terrorismo anarcoide, oc-casionale e provvisorio.

Singolare, provvisorio, e-ventuale, laico.

Le democrazie hanno biso-gno di una forza organizza-ta per obbligarle alla dife-sa. Ieri era il terrorismorosso, italiano o tedesco.Diverso ancora da quellospagnolo dell ’Eta e daquello irlandese dell’I ra .Raccoglievano anche spin-te territoriali.

Ben dice. Come vede, più la

democrazia si svuota deisuoi simboli e dei suoi valo-ri, più ha a che fare con fe-nomeni di protesta violentache nascono per gemmazio-ne e si distribuiscono conapprossimazione. Si puòsparare dove capita, o ancheaccoltellare o, per ultimo,ingaggiare con le vittime unconflitto stradale.

Le autobombe o anche gliincidenti di strada eranol’arma palestinese control’occupazione israeliana.Eppure non ha fatto prose-liti oltre i confini del pro-prio teatro di guerra.

Perché era una lotta chefondava le sue radici nell’i-dealità, affermava, sebbenecon gesti e messaggi violen-ti, una reazione organizzataa ciò che considerava unasopraffazione.

Qui siamo al terrorismora n d o m .

Un’espansione originaleche trae origine dal pattumeideale, dalla stasi delle co-scienze e della politica,dall’assenza di connessionisentimentali. L’Occi den tecos’è? E soprattutto chi è?

E siamo pure felici che sian i c h i l i st a .

In qualche modo siamo ras-serenati. Nella nostra spe-ciale classifica del dolore edella paura, solo la parola i-slam ci desta dal torpore. O-gni altro coltello o pallottolanon conta.

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STOR I E I TA L I A N E A Milano una festa contro la ’ndrangheta a base di prodotti tipici: un ponte ideale per chi si ribella

Il riscatto dei calabresi onestipassa (anche) attraverso la ’nduja

» NANDO DALLA CHIESA

S arà la ’nduja che li seppellirà. Proprio co-sì. La sconfitta degli ‘ndranghetisti saràdecretata dal cibo più tipico della loro

terra, dal condimento preferito delle loro“mangiate”a base di capretto. Il piccantissimosapore che li fa sentire razza forte e maschiasarà il loro inferno. La gastronomia antimafiaè stata un’idea geniale di un gruppo di giovanie di insegnanti che tempo fa ha dato vita al pon-te Milano-Calabria. Un ponte in direzione in-versa a quello gettato da San Luca e Platì versola Madonnina. Poche sere fa l’idea ha generato,nel capoluogo lombardo, la prima festa an-ti-‘ndrangheta alla ’nduja. Centinaia di perso-ne si sono presentate emozionate e felici alCentro ricreativo e culturale“Ettore Ratti” di Via Cenisioper partecipare a “Bella Cala-bria! In festa contro la ‘n d r a n-gheta. Testimonianze, musi-che e sapori della Calabria chesi ribella”.

“QUANDO CI È venuto in men-te? Il punto di partenza”, spiegaGiuseppe Teri, attivissimo in-segnante in pensione, “è stata lafesta dello stoccafisso che do-veva celebrarsi a Corsico loscorso anno. Lo ricorda, quan-

do il Comune stava patrocinando una festa sucui si stagliava l’ombra di un clan? Intervenneanche la Commissione parlamentare antima-fia. La giunta barcollò. Ma noi fummo colpitida quella strategia dei clan di chiamare a rac-colta i calabresi in nome dei prodotti tipici del-la loro terra, in nome delle loro tradizioni”. ‘N-drangheta uguale Calabria. I primi razzisti infondo sono loro. Basta sentire le intercettazio-ni telefoniche. Dicono “le ditte calabresi” maintendono “le ditte di ‘ndrangheta”. Dicono

“dar lavoro ai calabresi”, mapensano ai loro affiliati. “Alloraabbiamo pensato di spezzarequesta identificazione. La ‘n-duja, i cibi forti, certi saporipiacciono da matti anche allepersone per bene. Perché nonfarne il punto di incontro perparlare di valori buoni e dare uncalcio alla prepotenza mafio-sa? Per liberare, in nome diquelle tradizioni, una terra bel-lissima? L’idea è nata così”.

Martina è una giovane ricer-catrice di origini calabresi che

alla Calabria e al Ponte sta dedicandosi animae corpo. “È stata simbolica anche la zona in cuisi è tenuta la festa: la stessa in cui abitò LeaGarofalo, visto che via Montello dista solo 15minuti a piedi. Abbiamo pensato che fosse ilposto giusto per questa serata. Tra i balli e lemusiche di cantautori calabresi volevamo rac-contare le storie di successo, di lotta alla cri-minalità organizzata, di riscatto sociale. Maanche, al tempo stesso, parlare di noi milanesi,delle nostre responsabilità. Del perché Leavenne a Milano convinta di trovarci sicurezzae invece trovò la morte in una città incapace discorgerla. Io il nostro Ponte lo vedo così: unapossibilità di spazio e di voce a disposizione dichi può cambiare il racconto che si è fatto fi-nora della Calabria e dei calabresi. Un modoper illuminare le cose belle che non vanno suigiornali e che spesso devono lottare contro o-stilità inspiegabili”.

“E poi, se è vero che al Nord ci sono così tanticalabresi da dare vita a una seconda Calabria– allora sta qui la chiave di volta, la vera sfida:agganciare le comunità residenti, ribaltare lavisione dei calabresi come maggioranza silen-ziosa, spezzare i vincoli di consenso e assog-

gettamento. Perciò ci siamo mobilitati sin dalprimo momento per coinvolgere nel Ponte glistudenti calabresi impegnati sui temi della le-galità. Confidando in un progressivo effetto acascata di questa partecipazione. In Lombar-dia, certo; ma anche giù in Calabria. Chiara,Rita, Emanuela, Michela, Valerio, France-sco… sono solo alcuni dei nomi di giovani ca-labresi che l’altra sera preparavano l’aperitivoo versavano il vino (solo prodotti rigorosa-mente della loro terra!), assistevano i musici-sti o accoglievano gli ospiti distribuendo vo-lantini e regalando spillette. Ci pensa? Non e-rano mai state fatte feste calabresi dichiara-tamente anti-’ndrangheta. Il fatto è che noinon vogliamo più feste complici, certe sagre,certe processioni. Ma vogliamo riappropriar-ci delle tradizioni, rivendicarle. E offrire ’n-duja gioiosa pure ai soci milanesi di un centroricreativo per anziani”.

L’ALTRA SERA C’ERA anche Raffaella Concidella cooperativa Terre Ioniche di Isola diCapo Rizzuto. E c’era Rosa Quattrone, figliadi un ingegnere ucciso nel 1991 per le sue de-nunce sul sistema delle tangenti a Reggio. In-somma, è stato un ponte vero. Il bilancio? Ri-sponde ancora Martina: “All’evento hannopartecipato circa 300 persone. In un climabellissimo. E d’ora in poi la ’nduja sarà la no-stra bandiera”.

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La serata Un momentodella festa a Milano

La strage di Las Vegas Il primo ottobre Stephen Paddock ha ucciso 58 persone e ne ha ferite 500 La Pre ss e

Page 24: 10 ANNI DOPO Freghiamoli cosË Pure il Fascistellum Ç ... · Camera non abbia agito in buona fede: sarebbe troppo inquietante pensare il con-trario di una delle quattro cariche di

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Dalla Prima

» MARCO TRAVAGLIO

Il progetto dei golpisti al ral-lentatore è semplice, anche

perché è sempre lo stesso: quel-lo cacciato a furor di popolo dal-la porta del referendum e orarientrato dalla finestra del Ro-satellum-Fascistellum. Un pro-getto di pseudo-democraziaverticale, centralizzata, oligar-chica e dunque incostituziona-le, dove pochissime persone –tutte controllabili dai poteri for-ti italiani e soprattutto interna-zionali – decidono il destino ditutti i cittadini ridotti a sudditi.Fallito il tentativo di ridurre ilParlamento a un’aula sorda egrigia alle dipendenze del pre-mier-padrone (come previstod al l ’incrocio mostruoso dellacontroriforma Boschi e dell’Ita -licum), ci riprovano con la nuo-va legge elettorale, anzi anti-e-lettorale: il giorno delle elezionitutti i giochi saranno già fatti,quasi tutti i parlamentari saran-no già stati decisi da tre o quattrocapi-partito che nominerannotutti quelli della quota propor-zionale (due terzi) e anche diquella maggioritaria (l’altro ter-zo), col divieto del voto disgiun-to e il via libera alle finte coali-zioni a geometria variabile dacollegio a collegio. Così il pros-simo Parlamento sarà ancor piùservo di questo, senza più nem-meno l’esigenza di comprarevoltagabbana (a parte qualcheleghista, qualche fratello d’Ita -lia e qualche grillino in libera u-scita). E quando la Consulta, co-me per il Porcellum e l’Italicum,ci comunicherà ciò che sappia-mo fin da oggi, e cioè che pure ilRosatellum è incostituzionale,lorsignori faranno spallucce:invocando il principio di conti-nuità, seguiteranno a comanda-re con una maggioranza trucca-ta per tutta la legislatura. E cosìvia, all’infinito.

Intanto lo stesso modellovertical-oligarchico darà i suoifrutti in tutti quelli che nelle ve-re democrazie si chiamano“c ont rapp esi ” (check and ba-lance). Nella magistratura, unacircolare del Csm si appresta acentralizzare vieppiù le Procu-re nelle mani del capo, selezio-nato da un Csm ipercontrollatodai partiti e dalle loro proiezio-ni correntizie, con poteri di vitae di morte sui singoli pm, untempo esclusivi e intangibili ti-tolari dell’azione penale e oraridotti a passacarte e camerieridi un procuratore onnipotente(che, se poi fa il bravo, vienepremiato con incarichi mini-steriali e persino con proroghead personam dell’età pensiona-bile). Nell’informazione checonta, il modello è lo stesso: igiornaloni, a parte qualche tra-scurabile sfumatura, sono tuttigovernativi; la Rai non è piùnemmeno lottizzata, ma con-trollata dal partito unico di go-verno sotto la dittatura di undg-ad che fa il bello e il cattivotempo anche sul segnale orario;su Mediaset, inutile sprecarefiato; e il web sarà sempre scre-ditato come sentina di fake newse magari imbavagliato da “r e g o-le” di bon ton a immagine e so-miglianza del sistema.

Prima di spararci un colpo al-la nuca, dobbiamo sapere chequesto quadro terrificante nonè scontato. Dipende da noi, sefaremo finalmente buon usodella scheda elettorale: alle Re-gionali siciliane e alle Politiche.Come? Votando per quelli chehanno votato no l’altroieri allaCamera. Il Fascistellum alme-no un merito ce l’ha: dirci perchi non dobbiamo votare maipiù.

C osì è arrivato il primo lunedìdella nostra vita senza Aldo Bi-scardi; è proprio vero che tutto

passa e a tutto ci si abitua. Quandoqualcuno se ne va, ci consoliamo di-cendo che continuerà a vivere nellesue opere, sapendo bene che non è ve-ro; ma in questo caso è davvero così.Biscardi è stato il Darwin della nostraTv; ha intuito l’evoluzione in atto dalbar sport al talk show e ne ha favoritoun format inossidabile. Polemiche,dietrologie fantascientifiche, scoopevocati ma avvolti nel mistero, sumo

in diretta con lottatori di fazio-ni opposte e schermo diviso indue: un linguaggio codificatosinel calcio (unica materia in cui gliitaliani sono davvero colti), ma poipenetrato ovunque, con tracce ri-scontrabili in tutti i salotti, per nonparlare dei tentativi di clonazione(Dalla vostra parte, Rete 4). Prima difare tutto da sé, politici e opinionistisono andati da Biscardi a farsi le ossa,ed è un peccato che “il profeta dellosguub” non si sia fatto tentare dallapolitica, chissà cosa si sarebbe inven-

tato. La nazionale delle animedella sinistra, gli schemi tattici

di Pisapia, le bombe sulla cam-pagna acquisti del Rosatellum, gli

ingaggi di Alfano e di Verdini… B i-scardi è morto, ma la sua eredità vivee lotta insieme a noi. C’è chi muoresperando di veder crescere i nipotini;Biscardi è morto sperando di vederela moviola in campo, e il dio del pal-lone l’ha accontentato. Ma pensatec h e c o s a a v r e b b e p o t u t o f a r equell’uomo, se avesse portato la mo-viola a Montecitorio.

THE WINNER IS

Aldo Biscardie l’ere dità

della moviolaa Montecitorio

» NANNI DELBECCHI