Vicopisano FARE UN PASSO AVANTI - Il Paese - Buti · 2012. 6. 18. · che le abitazioni in affitto...

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Aut. Trib. di Pisa n. 11/90 del 9.4.1990 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Pisa - anno XV- n. 3 Direttore Responsabile: Paola Alberti Stampa: TIPOGRAFIA MONTE SERRA - Via Barsiliana - Vicopisano (Pi) - Tel. (050) 799.477 Marzo 2009 - Anno XX - N. 3 Nell'ultimo numero, ci siamo domandati quale può essere il piano casa efficace per Buti. Quante le abitazioni in affitto, quan- ti invece gli alloggi sfitti, qual'è il patrimo- nio di edilizia popolare e come viene gesti- to? Individuare, insomma, quali possono essere, a Buti, le risposte possibili. Avendo chiaro, diversamente da quanto propugna Berlusconi che vuol offrire un’opportunità ulteriore a chi ha già, che si tratta, innanzitutto, di rivendicare un dirit- to, il diritto alla casa, che deve essere di tutti, compresi precari, migranti, pensiona- ti, anche se queste figure sociali hanno dis- continuità o scarsità di reddito e mancano di garanzie. Una nuova legge regionale sull’edilizia popolare sta per essere approvata ed è una normativa che dovrebbe facilitare, a chi di dovere, le risposte sopra dette. Trattasi di un testo unico che regolamenta i diversi servizi: 1) case popolari concesse in affitto a canone sociale; 2) case popolari conces- se in affitto a canone sostenibile; 3) case popolari concesse in affitto temporaneo con canone convenzionato finalizzato alla proprietà della casa; 4) agevolazioni per l’acquisto della prima casa; 5) interventi tesi a favorire progetti di auto costruzione e auto recupero per la prima casa; 6) con- tributi a chi prende alloggi in affitto. La legge prevede la creazione di un orga- nismo centralizzato (Area Vasta) che rila- scerà le autorizzazioni alla locazione, annullerà e revocherà le assegnazioni degli alloggi, verificherà i requisiti per l’accesso e per la permanenza negli stessi, formulerà proposte per la mobilità a seguito dei casi di sottoutilizzazione o di sovraffollamento degli appartamenti. Proprio per questo verrà istituito un sistema informativo regionale con i dati relativi al patrimonio di case popolari e un’anagrafe dei benefi- ciari. Cambierà anche il sistema di calcolo dei LA CASA E’ UN DIRITTO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO canoni di affitto, per cui per le fasce più deboli, in caso di forte disagio accertato, si avrà non solo la sospensione del canone, ma anche delle spese condominiali (chi percepisce 400 euro il mese di pensione, è giusto che non paghi affitto e bollette!). In questi casi si attingerà per il 50% dal fondo di solidarietà e per il 50% dall’ufficio sociale del Comune di residenza. Le varie fasce sono stabilite in base al reddito e verrà istituito un sistema che permette, all'aumentare del reddito, di rimanere nella casa assegnata con un adeguamento cre- scente del canone. Nel caso che venissero meno i requisiti per la permanenza in alloggio popolare, l’Area Vasta è tenuta alla revoca dell’al- loggio e alla sua immediata assegnazione ad un nuovo nucleo familiare. Osserviamo più da vicino la situazione in paese: l'Ufficio Statistica del Comune ci ha messo a disposizione i dati dell'ultimo Censimento (anno 2001), da cui si ricava che le abitazioni in affitto erano 317 con 797 abitanti pari al 15,43 per cento del totale delle abitazioni, inferiore anche al dato provinciale che si attestava al 18,18, mentre quelle in proprietà erano 1475 con 3940 abitanti pari al 71,78 per cento delle abitazioni esistenti a quel momento, in linea con il dato provinciale (72,45).Le abitazioni non occupate erano 91 con 320 stanze. Per quanto riguarda gli alloggi popolari, sono in locazione 49 alloggi con una superficie media di 76 metri quadrati (una delle più elevate a livello provincia- le!). Gli utenti sono complessivamente 179. Se andiamo a vedere la tipologia dei con- tratti in essere, soltanto 3 sono a riscatto, mentre per l'epoca della stipula la gran parte (47) sono stati sottoscritti prima del 1980, solo 1 nel decennio 1980/90, 8 tra il 1991/2002 e altri 8 nel 2003. (continua in 2ª pagina) CHIARE FRESCHE ET DOLCI ACQUE La Corte Costituzionale, con sentenza n° 335 del 10 Ottobre 2008, ha dichiarato illegittime alcune disposizioni della legge 36/1994 abolendo l’obbligo di pagare la quota del servizio depurazione delle acque qualora la fognatura sia sprovvista di impianto o questo non è funzionante. Le Acque SpA ha fatto propria questa sentenza ribadendo, con un proprio com- mento inviato unitamente ad una delle ultime bollette, il fatto che sarebbero stati eseguiti controlli sull’utenza congua- gliando eventuali importi fatturati e non spettanti. Nel frattempo, sono comunque partite richieste da parte di numerosi paesani che esigono dalle Acque SpA il rimborso per eventuali quote non dovute. Per cono- scenza, dette richieste sono state indiriz- zate all’Amministrazione Comunale. Però, a tutt’oggi, continuano ad arrivare bollette con le quote per la fognatura e la depurazione e nessun chiarimento è arri- vato alla popolazione da parte delle Acque SpA e dell’Amministrazione Comunale . Pertanto, chiediamo ancora una volta al Comune di fare il punto sulla situa- zione. E cioè se abbiamo un depurato- re e dove è dislocato, se questo è fun- zionante e se lavora correttamente ottenendo davvero la depurazione delle acque. In caso di non funziona- mento, il Comune dovrebbe tutelare i cittadini confrontandosi con le Acque SpA senza che i singoli siano costretti ad aprire contenziosi personali e costosi con l’Azienda. Aspettiamo una presa di posizione dei nostri Amministratori auspicando che sul problema venga organizzata una pubblica assemblea. PRESERVATIVO SI (in 2ª pagina) ENERGIA DA BIOMASSE FARE UN PASSO AVANTI Nel numero di gennaio, abbiamo cercato, con una piccola ricerca, di analizzare la situazione economica del paese, credendo con ciò di suscitare qualche interrogativo “sullo stato del- l'arte” a Buti. E invece no, avvertiamo che ognuno continua ad andare per la sua strada tenendo in non cale la cruda realtà dei fatti. Verrà un giorno in cui ci si renderà conto della drammaticità dei dati oggettivi di cosa sta suc- cedendo, non solo a livello planetario, ma soprattutto nella nostra “meravigliosa vallata”? Che Buti è uno dei più poveri, se non addirit- tura il più povero, comune della provincia, non interessa a nessuno? Avessimo questa consapevolezza, se fosse condivisa questa base dura e difficile del con- fronto, giocoforza bisognerebbe non parlare a ruota libera, bensì discutere coscienti del nostro comune destino. Così, la questione delle centrali a biomasse non verrebbe drammatizzata per un pregiudizio dovuto a disinformazione, minacciando “varie patologie, tra le quali i tumori”, e liquidata affermando che vi sono valide e reali alternati- ve quali “ l'eolico, l'idroelettrico e il fotovoltai- co” (considerazioni di un componente del Comitato “Non bruciamo la salute” apparse sull'ultimo numero de “Il Campanile”). A quello che sappiamo, l'interessamento dell'Amministrazione Comunale per l'eolico c'è stato e si è tradotto in sopralluoghi di ditte del settore che, per ora, non si sono concretizzati, mentre per l'idroelettrico purtroppo nel rio “'un c'è acqua”. Chiediamo: non è chiaro agli ange- li del Comitato che per riscaldare scuole o altro si utilizza il metano, fonte energetica non rinno- vabile, e che invece potrebbe essere impiegata energia da biomasse, fonte energetica rinnova- bile, di cui abbiamo disponibilità nei nostri boschi? Un obiettivo, questo, che tutti dovrebbero avere a cuore, perché da un lato porterebbe nuovi posti di lavoro e dall’altro qualifichereb- be ancor di più il territorio dal punto di vista ambientale. Pertanto, lo ripetiamo alto e forte: ben venga un tentativo di sfruttamento anche delle bio- masse proporzionato al nostro territorio, con l'obiettivo prioritario di poter realizzare, così, la manutenzione dei boschi. A questo potrà segui- re un ulteriore ritorno economico derivante dalla maggiore fruibilità turistica del monte. Ecco un esempio tra le decine che si stanno concretizzando nella Regione: nella Montagna Fiorentina, nell’Appennino Pistoiese- Lucchese, ecc. Qui vicino, nel comune di Villa Basilica in provincia di Lucca, verrà realizzato un impianto per la valorizzazione delle biomas- se (scarti del bosco, potature) come fonte ener- getica rinnovabile e a basso impatto ambienta- le. Il comune ha firmato alcuni mesi fa una con- venzione con il Dipartimento di Energetica della facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa per la realizzazione di uno studio di fattibi- lità, che ha dato risultati positivi. A parere dei tecnici, infatti, il territorio del comune, vista la presenza di privati, piccole cooperative agroforestali e consorzi di boni- fica impegnati nelle manutenzioni boschive, stradali e nella pulizia dell'alveo dei torren- ti, rappresenta il luogo adatto alla creazione di un impianto di gassificazione a biomasse legnose di piccole dimensioni, che si stima potrebbe contare su un quantitativo di circa 10.000 tonnellate di materiali del bosco all'anno, in grado di produrre energia termi- ca ed energia elettrica con potenza pari a 250 chilowattora (un quarantesimo della potenza della centrale ipotizzata a Cascine), e con impatto ambientale molto limitato. Sempre secondo lo studio dell'Università di Pisa, la realizzazione di questo impianto porterà ad una riduzione considerevole di emissioni di anidridecarbonica nell'aria. (continua in 2ª pagina) PARTIGIANI E REPUBBLICHINI UGUALI ? I firmatari di questa petizione, condivi- dendo le posizioni assunte in proposito dalle Associazioni Partigiane e degli ex- Deportati, confidando nei principi della Democrazia e nella doverosa piena attua- zione della Costituzione,......... IL SINDACO RISPONDE Pubblichiamo la petizione popolare che raccogliendo migliaia di firme ha risvegliato l'at- tenzione dei deputati del Parlamento italiano e di quello europeo, sulla proposta di legge di deputati del centro destra che equipara partigiani e repubblichini. Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c'erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le came- re di tortura, le deportazioni e l'Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c'era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, ché di queste non ce ne sono. Italo Calvino Lo spirito della proposta di legge n. 1360, presentata il 23 giugno 2008 e in discus- sione dal 12 novembre 2008 alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati, è contrario ai principi fondanti della Repubblica Italiana, della Costituzione e della Democrazia, affer- matisi in Italia in seguito alla Resistenza e alla Liberazione del nostro Paese dal fascismo collabora- zionista con l'esercito occupante nazista. LA VIA BUTESE di Renzo Zucchini (continua in 4ª pagina) (in 3ª pagina)

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Aut. Trib. di Pisa n. 11/90 del 9.4.1990 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Pisa - anno XV- n. 3Direttore Responsabile: Paola AlbertiStampa: TIPOGRAFIA MONTE SERRA - Via Barsiliana - Vicopisano (Pi) - Tel. (050) 799.477 Marzo 2009 - Anno XX - N. 3

Nell'ultimo numero, ci siamo domandatiquale può essere il piano casa efficace perButi. Quante le abitazioni in affitto, quan-ti invece gli alloggi sfitti, qual'è il patrimo-nio di edilizia popolare e come viene gesti-to? Individuare, insomma, quali possonoessere, a Buti, le risposte possibili. Avendo chiaro, diversamente da quantopropugna Berlusconi che vuol offrireun’opportunità ulteriore a chi ha già, che sitratta, innanzitutto, di rivendicare un dirit-to, il diritto alla casa, che deve essere ditutti, compresi precari, migranti, pensiona-ti, anche se queste figure sociali hanno dis-continuità o scarsità di reddito e mancanodi garanzie.Una nuova legge regionale sull’ediliziapopolare sta per essere approvata ed è unanormativa che dovrebbe facilitare, a chi didovere, le risposte sopra dette. Trattasi diun testo unico che regolamenta i diversiservizi: 1) case popolari concesse in affittoa canone sociale; 2) case popolari conces-se in affitto a canone sostenibile; 3) casepopolari concesse in affitto temporaneocon canone convenzionato finalizzato allaproprietà della casa; 4) agevolazioni perl’acquisto della prima casa; 5) interventitesi a favorire progetti di auto costruzionee auto recupero per la prima casa; 6) con-tributi a chi prende alloggi in affitto. La legge prevede la creazione di un orga-nismo centralizzato (Area Vasta) che rila-scerà le autorizzazioni alla locazione,annullerà e revocherà le assegnazioni deglialloggi, verificherà i requisiti per l’accessoe per la permanenza negli stessi, formuleràproposte per la mobilità a seguito dei casidi sottoutilizzazione o di sovraffollamentodegli appartamenti. Proprio per questoverrà istituito un sistema informativoregionale con i dati relativi al patrimoniodi case popolari e un’anagrafe dei benefi-ciari.Cambierà anche il sistema di calcolo dei

LA CASA E’ UN DIRITTO

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

canoni di affitto, per cui per le fasce piùdeboli, in caso di forte disagio accertato, siavrà non solo la sospensione del canone,ma anche delle spese condominiali (chipercepisce 400 euro il mese di pensione, ègiusto che non paghi affitto e bollette!). Inquesti casi si attingerà per il 50% dal fondodi solidarietà e per il 50% dall’ufficiosociale del Comune di residenza. Le variefasce sono stabilite in base al reddito everrà istituito un sistema che permette,all'aumentare del reddito, di rimanere nellacasa assegnata con un adeguamento cre-scente del canone. Nel caso che venissero meno i requisitiper la permanenza in alloggio popolare,l’Area Vasta è tenuta alla revoca dell’al-loggio e alla sua immediata assegnazionead un nuovo nucleo familiare.Osserviamo più da vicino la situazione inpaese: l'Ufficio Statistica del Comune ci hamesso a disposizione i dati dell'ultimoCensimento (anno 2001), da cui si ricavache le abitazioni in affitto erano 317 con797 abitanti pari al 15,43 per cento deltotale delle abitazioni, inferiore anche aldato provinciale che si attestava al 18,18,mentre quelle in proprietà erano 1475 con3940 abitanti pari al 71,78 per cento delleabitazioni esistenti a quel momento, inlinea con il dato provinciale (72,45).Leabitazioni non occupate erano 91 con 320stanze. Per quanto riguarda gli alloggipopolari, sono in locazione 49 alloggi conuna superficie media di 76 metri quadrati(una delle più elevate a livello provincia-le!). Gli utenti sono complessivamente179.Se andiamo a vedere la tipologia dei con-tratti in essere, soltanto 3 sono a riscatto,mentre per l'epoca della stipula la granparte (47) sono stati sottoscritti primadel 1980, solo 1 nel decennio 1980/90, 8tra il 1991/2002 e altri 8 nel 2003.

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CHIARE FRESCHE ET DOLCIACQUE

La Corte Costituzionale, con sentenza n°335 del 10 Ottobre 2008, ha dichiaratoillegittime alcune disposizioni della legge36/1994 abolendo l’obbligo di pagare laquota del servizio depurazione delleacque qualora la fognatura sia sprovvistadi impianto o questo non è funzionante.Le Acque SpA ha fatto propria questa

sentenza ribadendo, con un proprio com-mento inviato unitamente ad una delleultime bollette, il fatto che sarebbero statieseguiti controlli sull’utenza congua-gliando eventuali importi fatturati e nonspettanti.Nel frattempo, sono comunque partiterichieste da parte di numerosi paesani cheesigono dalle Acque SpA il rimborso pereventuali quote non dovute. Per cono-scenza, dette richieste sono state indiriz-zate all’Amministrazione Comunale. Però, a tutt’oggi, continuano ad arrivare

bollette con le quote per la fognatura e ladepurazione e nessun chiarimento è arri-

vato alla popolazione da parte delleAcque SpA e dell’AmministrazioneComunale .Pertanto, chiediamo ancora una voltaal Comune di fare il punto sulla situa-zione. E cioè se abbiamo un depurato-re e dove è dislocato, se questo è fun-zionante e se lavora correttamenteottenendo davvero la depurazionedelle acque. In caso di non funziona-mento, il Comune dovrebbe tutelare icittadini confrontandosi con le AcqueSpA senza che i singoli siano costrettiad aprire contenziosi personali ecostosi con l’Azienda.Aspettiamo una presa di posizione deinostri Amministratori auspicando chesul problema venga organizzata unapubblica assemblea.

PRESERVATIVO SI(in 2ª pagina)

ENERGIA DA BIOMASSE

FARE UN PASSO AVANTINel numero di gennaio, abbiamo cercato, conuna piccola ricerca, di analizzare la situazioneeconomica del paese, credendo con ciò disuscitare qualche interrogativo “sullo stato del-l'arte” a Buti. E invece no, avvertiamo cheognuno continua ad andare per la sua stradatenendo in non cale la cruda realtà dei fatti.Verrà un giorno in cui ci si renderà conto delladrammaticità dei dati oggettivi di cosa sta suc-cedendo, non solo a livello planetario, masoprattutto nella nostra “meravigliosa vallata”?Che Buti è uno dei più poveri, se non addirit-tura il più povero, comune della provincia, noninteressa a nessuno?Avessimo questa consapevolezza, se fossecondivisa questa base dura e difficile del con-fronto, giocoforza bisognerebbe non parlare aruota libera, bensì discutere coscienti delnostro comune destino. Così, la questione delle centrali a biomasse nonverrebbe drammatizzata per un pregiudiziodovuto a disinformazione, minacciando “variepatologie, tra le quali i tumori”, e liquidataaffermando che vi sono valide e reali alternati-ve quali “ l'eolico, l'idroelettrico e il fotovoltai-co” (considerazioni di un componente delComitato “Non bruciamo la salute” apparsesull'ultimo numero de “Il Campanile”). A quello che sappiamo, l'interessamentodell'Amministrazione Comunale per l'eolico c'èstato e si è tradotto in sopralluoghi di ditte delsettore che, per ora, non si sono concretizzati,mentre per l'idroelettrico purtroppo nel rio “'unc'è acqua”. Chiediamo: non è chiaro agli ange-li del Comitato che per riscaldare scuole o altrosi utilizza il metano, fonte energetica non rinno-vabile, e che invece potrebbe essere impiegataenergia da biomasse, fonte energetica rinnova-bile, di cui abbiamo disponibilità nei nostriboschi?Un obiettivo, questo, che tutti dovrebberoavere a cuore, perché da un lato porterebbenuovi posti di lavoro e dall’altro qualifichereb-be ancor di più il territorio dal punto di vistaambientale.

Pertanto, lo ripetiamo alto e forte: ben vengaun tentativo di sfruttamento anche delle bio-masse proporzionato al nostro territorio, conl'obiettivo prioritario di poter realizzare, così, lamanutenzione dei boschi. Aquesto potrà segui-re un ulteriore ritorno economico derivantedalla maggiore fruibilità turistica del monte.Ecco un esempio tra le decine che si stannoconcretizzando nella Regione: nella MontagnaFiorentina, nell’Appennino Pistoiese-Lucchese, ecc. Qui vicino, nel comune di VillaBasilica in provincia di Lucca, verrà realizzatoun impianto per la valorizzazione delle biomas-se (scarti del bosco, potature) come fonte ener-getica rinnovabile e a basso impatto ambienta-le. Il comune ha firmato alcuni mesi fa una con-venzione con il Dipartimento di Energeticadella facoltà di Ingegneria dell'Università diPisa per la realizzazione di uno studio di fattibi-lità, che ha dato risultati positivi. A parere dei tecnici, infatti, il territorio delcomune, vista la presenza di privati, piccolecooperative agroforestali e consorzi di boni-fica impegnati nelle manutenzioni boschive,stradali e nella pulizia dell'alveo dei torren-ti, rappresenta il luogo adatto alla creazionedi un impianto di gassificazione a biomasselegnose di piccole dimensioni, che si stimapotrebbe contare su un quantitativo di circa10.000 tonnellate di materiali del boscoall'anno, in grado di produrre energia termi-ca ed energia elettrica con potenza pari a250 chilowattora (un quarantesimo dellapotenza della centrale ipotizzata a Cascine),e con impatto ambientale molto limitato.Sempre secondo lo studio dell'Università diPisa, la realizzazione di questo impiantoporterà ad una riduzione considerevole diemissioni di anidridecarbonica nell'aria.

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PARTIGIANI EREPUBBLICHINI UGUALI ?

I firmatari di questa petizione, condivi-dendo le posizioni assunte in propositodalle Associazioni Partigiane e degli ex-Deportati, confidando nei principi dellaDemocrazia e nella doverosa piena attua-zione della Costituzione,.........

IL SINDACORISPONDE

Pubblichiamo la petizione popolare che raccogliendo migliaia di firme ha risvegliato l'at-tenzione dei deputati del Parlamento italiano e di quello europeo, sulla proposta di leggedi deputati del centro destra che equipara partigiani e repubblichini.

Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, piùidealista, c'erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le came-re di tortura, le deportazioni e l'Olocausto;dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c'era la lottaper una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se nonproprio giusta in senso assoluto, ché di queste non ce ne sono.

Italo CalvinoLo spirito della proposta di legge n. 1360,presentata il 23 giugno 2008 e in discus-sione dal 12 novembre 2008 allaCommissione Difesa della Camera deiDeputati, è contrario ai principifondanti della Repubblica Italiana, dellaCostituzione e della Democrazia, affer-matisi in Italia inseguito alla Resistenza e alla Liberazionedel nostro Paese dal fascismo collabora-zionista con l'esercito occupante nazista.

LA VIA BUTESEdi Renzo Zucchini

(continua in 4ª pagina)

(in 3ª pagina)

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Anno 1969, Carnevale Butese: premiazione della migliore maschera al cinema parrocchiale “Roma”.

L’angolo della memoria di Giuliano Cavallini

LA CASA E’UN DIRITTO

Il funzionario addetto del Comune, ladot t .ssa Gemignani , c i ha informa-to che s ta per essere emanato unnuovo bando per la formazione diuna gradua tor ia t ra tu t t i co loroche ino l t r e ranno domanda . Ne l2005, le domande furono 13, masembra che questa vol ta sarannomol t e d i p iù . I l numero de l l er ichieste da par te degl i immigrat icon regolare permesso di soggior-no, è prevedibi le che aumenteran-no pa recch io . Comunque unadomanda che r imar rà quas i de ltut to insoddisfat ta perché la gra-duator ia serv i rà , ne l l ' immedia to ,ad assegnare un unico appartamen-to che s i è l iberato in piazza XXVApr i l e . Avendo l a g radua to r i aval idi tà per due anni , r imane laf leb i le speranza che l iberandos ial t r i appartamenti , s i a t t ingerà adessa.

(continua dalla 1ª pagina)

LA CITTA’DELL’AQUILA

Bella città antica ed ammirataoggi semidistrutta, ah! quanta penati ha dato quella scossa inaspettata,che all'improvviso viene e nessun frena.

Sogni interrotti in quella notte neratrema la terra, crolla l'esistenzala gente muore o piange e si disperadi fronte a quell'orribile potenza.

Da quelle innumerevoli rovines'alza tremendo un grido disperato di rabbia e di dolore senza fine:“Dio! Dio! Perché ci hai abbandonato”.

Dino Landi

ENERGIA DA BIOMASSE

FARE UN PASSO AVANTI(continua dalla 1ª pagina)

Abbiamo rivolto al Sindaco la seguentedomanda:“Il convegno della Provincia su “Sostenibilitàdegli impianti di produzione di energia conbiomasse forestali”, svoltosi martedì 28 aprile,ha confermato la linea della Regione tendentea realizzare piccoli impianti che consentano direperire in loco il materiale legnoso. In questosenso sono andati i giudizi dell’Università(prof. Bonari e prof. Fagarazzi) e le conclusio-ni del Vice Presidente della Provincia,Sanavio. Il problema, a questo punto, è verifi-care se un piccolo impianto per teleriscalda-mento è realizzabile qui da noi. Chiediamo dinuovo: è possibile coinvolgere l’Università?Così si definirebbe un progetto che dimostra lapossibilità di sfruttare, in modo razionale, resi-dui dalle potature degli oliveti e da tagli neiboschi determinando un netto miglioramentoin più direzioni: energia più pulita, abbatti-mento dei costi della stessa e, fondamentale,boschi più accessibili, da cui minori spese perla collettività per lo spegnimento degli incen-di, più fruibilità del monte a fini turistici, piùoccupazione. Insomma, un po' di ricchezzaper il paese. Qualche soggetto potenzialmenteinteressato ad una iniziativa simile in paesec'è. Tra l'altro, ci viene a mente che Buti ècompreso tra i “territori svantaggiati”. Alloraci domandiamo: conservare il polmone verde,

IL SINDACORISPONDE

che tu citi spesso e rappresentato dalla nostraparte dei Monti Pisani, non dovrebbe gravaresolo “sul groppone” di Buti. E l'Unione deicomuni della Val d'Era, la Provincia e laRegione se ne possono lavare le mani?”

E il Sindaco ci ha risposto così:“Bene, vedo che si comincia, da più parti, aporci il problema del nostro Monte e le pre-senze paesane al Convegno di S. Giuliano lodimostrano.Il sottoscritto, due anni fa (esattamente il 6Marzo 2007), prendendo spunto dalle proble-matiche legate al Matsucoccus, scriveva unalettera ai Sindaci dei Comuni del Monte e perconoscenza agli Assessori Provicialiall'Agricoltura e Forestazione e all'Ambiente.Nella lettera, oltre a sottolineare la gravitàdell'infezione, chiedevo di far fronte comuneriguardo ad essa, in considerazione degliobblighi a cui siamo tenuti dalla legge. Inoltre,prospettavo come soluzione del problemaprovocato dal Matsucoccus, di sommare allegname tratto dal taglio dei pini la produzio-ne rilevante di legname derivante da potaturee sfalci vari, e utilizzare il tutto per la produ-zione di energia elettrica o calore. In quell'oc-casione, ho avuto risposta solo dal comune diVicopisano il quale si dichiarò interessato. L'espressione “polmone verde” dell'area vastanon è mia, è di soggetti che riconoscono aquesto ambiente un'opportunità per tutto ilcomprensorio, ma nel contempo fanno faticaa capire che il suo mantenimento nel temporichiede interventi e quindi costi. Interventiche potrebbero far diventare il “polmone” unarisorsa per il comprensorio e un'opportunitàeconomica per le popolazioni residenti. Per arrivare a questo, occorre fare diverse veri-fiche e coinvolgere più soggetti, perché se ilprogetto della centrale a Cascine doveva anco-ra essere verificato in tutti i suoi aspetti e le suecriticità, la valutazione delle modalità dell'e-sbosco per fornire il cippato necessario riman-gono tali, anche se si ragiona di una centraleassai più piccola rispetto a quella ipotizzatainizialmente. Qui nasce un mio dubbio sullaeconomicità della cosa, dubbio che per esserefugato ha bisogno appunto di molte verifich. E' vero che esiste uno strumento, il POR-CReO (Programma Operativo Regionale –Obiettivo "Competitività regionale e occupa-zione") con il quale la Regione può sostenerein modo sostanzioso i progetti di investimentodelle imprese e degli enti pubblici finalizzatiproprio alla produzione di energia da fonti rin-novabili. In questa direzione, siamo consape-voli che la presenza di un consorzio forestalefaciliterebbe l'accesso ai contributi.Vogliamo partire dalla costituzione di un talesoggetto? Vogliamo coinvolgere la nostra Università,nelle figure dei docenti presenti al Convegnoper capire sostenibilità e costi di una centraleadeguata al nostro territorio? Bene, io sono disposto a fare la parte che sirichiede ad un Ente locale, pur con le risorse diun Comune svantaggiato, addirittura delComune più povero della Provincia. Così come dobbiamo chiamare in causa laProvincia accogliendo l'orientamento dato conil Convegno e impegnandola ad una rispostaconcreta proprio sul terreno che ci è stato con-sigliato. Nel percorso va coinvolta anche l'Unionedella Valdera, a cui abbiamo aderito (seppurenon completamente vista la nostra situazionesia morfologica che di confine) su "suggeri-mento " della Regione, sperando di avere queiriconoscimenti che avremmo dovuto avere datempo come Comune Montano. Quindi lavoriamo tutti per valorizzare ilnostro ambiente; tutti quelli che, attraversola vicenda della ipotizzata centrale a bio-masse, hanno capito che esiste un proble-ma che se non affrontato in maniera ade-guata può provocare il dissesto idrogeolo-gico dell'intero territorio.

PRESERVATIVOSI

Papa Benedetto XVI è stato incauto ad affer-mare “…non si può superare questo problemadell’Aids solo con i soldi, che sono necessari,ma se non c’è l’anima che sa applicarli, nonaiutano; non si può superare con la distribuzio-ne di preservativi che, al contrario, aumentanoil problema”.Prima Francia e Germania, poi la stessa UnioneEuropea, si sono schierati contro questa dichia-razione di Benedetto XVI resa nota primadella sua visita in Africa, a proposito dell'inuti-lità dell'uso del preservativo per combatterel'Aids.Il preservativo «è uno degli elementi essenzialinella lotta contro l'Aids e la Commissione Uene sostiene la diffusione e l'uso corretto» haaffermato il portavoce del commissario Ue agliaiuti umanitari, a proposito delle parole delPapa. “La Commissione Ue considera che cisiano chiare prove scientifiche che confermanoil ruolo di prevenzione del preservativo nelladiffusione dell'Aids, pertanto ne sostiene attiva-mente l'uso, soprattutto in Africa e nei paesi invia di sviluppo dove l'Aids rappresenta un'e-mergenza insieme alla malaria e alla tubercolo-si. Aids, tubercolosi e malaria sono le tre gran-di emergenze sanitarie per l'Africa e i paesi invia di sviluppo, e la lotta contro queste tre cala-mità è un elemento di grande importanza nellapolitica per lo sviluppo della Commissioneeuropea”, ha aggiunto il portavoce.Il ministero degli esteri francese ha dichiaratoche “se non spetta a noi dare un giudizio sulladottrina della Chiesa, riteniamo che frasi delgenere mettano in pericolo le politiche di sani-tà pubblica e gli imperativi di protezione dellavita umana”.Anche il governo tedesco ha criticato il Papadicendo che “i preservativi salvano la vita,tanto in Europa quanto in altri continenti.Unamoderna cooperazione allo sviluppo deve dareai poveri l’accesso ai mezzi di pianificazionefamiliare e tra questi rientra in particolare anchel’impiego dei preservativi; tutto il resto sarebbeirresponsabile”.Solo il ministro degli esteri italiano FrancoFrattini, ha detto “di non voler commentare leparole del Papa”.

Inoltre, lo studio mostra che l'investimentopotrà essere ammortizzato in pochi anni. Sulla base di questi dati, il comune di VillaBasilica si appresta a costituire un consorzioforestale misto, pubblico privato, per il con-ferimento degli scarti del bosco all'impianto.Saranno inoltre realizzate su tutto il territoriouna serie di piazzole per la raccolta e lo stoc-caggio di codesti scarti. E’ possibile chiedere all’Università uno stu-dio di fattibilità anche per il nostro Comune?

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LA VIA BUTESERenzo Zucchini, appassionato ricer-catore calcesano di tradizioni ememorie, ci invia questo pregevolecontributo.Intorno al 1260, nel pieno della gran-dezza della Repubblica Pisana, la pro-spettiva di un rientro a Pisa di Ugo daFagiano, già Vescovo di Nicosia diCipro, là inviato dalla Santa Sede apresidio e controllo della più impor-tante stazione sulla via della TerraSanta, si fece concreta. Il Senato pisa-no vide nel rientro di quest’uomo digrandissimo prestigio e fama sovrana-zionale, l’occasione per bilanciare inPisa, ghibellina, e lungo braccio emente dell’Impero, il condizionamentoche la Santa Sede esercitava sullacittà, attraverso l’Arcivescovo in cari-ca.Il rientro di Ugo doveva quindi assu-mere dignità civile, e al contempo,poteva fornire al Senato l’occasione diuna minaccia velata nei confronti dellagerarchia ecclesiastica, ove la candi-datura del vescovo cipriota a rettoredell’arcidiocesi pisana, sostenuta afuror di popolo, si fosse frapposta aidisegni della gerarchia ecclesiastica.E così fu, preparando per il reduce unaresidenza dignitosa quanto coerentecon la sua figura, e che prese formanel goticismo della chiesa di Rezzano,con annesso convento, regalata dalSenato Pisano all’ordine dei CanoniciRegolari di Sant’Agostino, Regola diappartenenza di Ugo. Eravamo nel1264, e la chiesa e l’annesso convento,per tanto ospite, furono subito ribat-tezzati di Niccosia, o più correttamen-te, come oggi si dice, di Nicosia.Negli atti e nella celebrazione docu-mentaria della fondazione, si parla delluogo scelto a tanto in quanto speloncadi ladroni e luogo di meretricio.Ovviamente, tale locazione era sìdistante dall’abitato, ma al contempo,doveva per sua “vocazione” trovarsi suun asse di comunicazione. E così era:in una realtà dove la pianura era soloacquitrino, lago, palude e corsi più omeno importanti d’Arno e di Serchio,la strada più solida era quella delMonte, e non quella del Piano. E pro-babilmente era anche la via più breve,laddove gli spostamenti avvenivano apiedi, e la movimentazione delle mercisi faceva a basto d’asino o di mulo. Lavia di piano verso Pisa, o da Pisa versol’interno, era chiaramente via d’acqua,e come tale, costosa per l’uso del navi-cello, e ancor di più per le dogane ebalzelli che si susseguivano, imposti,prima ancora che dal governo dellacittà, dalla nobiltà terriera e mercanti-le, costituente l’oligarchia dellaRepubblica.Il monte (quello pisano, s’intende) eraallora molto più vissuto di quanto siimmagini, e sicuramente ricoperto dauna vegetazione più generosa e diver-sa da quella attuale. I toponimi (N.d.R.I nomi dei luoghi geografici) rimastilo testimoniano. La badia di SanMichele, primo avamposto di coloniz-zazione del Monte, sulla giogaia com-presa fra la Verruca e la Lombardona,ne è l’esempio.Buti e Vico, borghi d’importanza cru-ciale per una Repubblica di mare macon poco territorio, alla città si colle-gavano attraverso un itinerario, chediviso nelle rispettive vallate, e coniu-gato press’a poco all’altezza delleMandrie, unito raggiungeva i campidella Badia di San Michele, e da lì,costeggiando la cinta murata dellamedesima, scendeva in diagonale conandamento est ovest nella valle diCalci, fino a raggiungere l’ultimolembo di monte che precipita nella

pianura, in quella località che si chia-ma dal 1700 la Baragaglia, e che costi-tuisce il discrimine fra la piccola valledi Crespignano e quella amplissima diCalci. Da lì, seguendo quella che fu lavia consolare, si raggiungeva il porto,in prossimità della Pieve di SantaGiulia, sul braccio settentrionaledell’Arno, quello più navigabile, ulti-ma tappa verso la città.Ed è proprio su questa autostrada permuli e asini che si era improvvisatoquel festoso e discutibile “autogrill”sul quale, a cancellazione di esso, fuedificato il convento. Per contro, comegià detto, l’itinerario, biforcatosiverso le Mandrie, per servire Vico e iborghi più intimi al monte, come SanJacopo, seguiva per Buti la linea dicosta, risalendo quasi o addirittura araggiungere, cosa più probabile, FonteLupeta, da lì poi scendendo verso ilCol di Cincia. Qui si sarebbe poi divi-so in più bracci, sia che dovesse rag-giungere Panicale, o il Borgo vero eproprio, lungo la valletta del Rio de’Ceci, o ancor di più, Castel di Nocco,a quel tempo sicuramente più vissutoche non il Borgo murato di fondovalle.Nessuno aveva registrato quest’itine-rario, anche perché le vicende storichesuccedutesi dopo la fine di Pisa, giàdal 1406, e ancor di più dal 1509, ave-vano quasi del tutto cancellato toponi-

mi e memoria. Ma ancor di più, ilricambio vegetazionale del monte, lariduzione della pianura impaludata acampi ordinati, e il sostanziale cam-biamento dell’economia fra cinque-cento e settecento, con la colonizza-zione intensiva a oliveto e relativi ter-razzamenti, avevano fatto piazza puli-ta di vie e nomi.Eppure, qualcosa restava. Non nellatradizione orale, ma sancita e raffigu-rata. Il Catasto Leopoldino, uno deicapitoli della modernizzazione delGranducato, realizzato solo dopo laRestaurazione, è la prima descrizioneattendibile e precisa del territoriotoscano. Conservato per la maggiorparte in Archivio di Stato a Firenze,per quel che riguarda il territorio diCalci, così come costituito in Comunenel 1867, è archiviato in quel Comune.E in una ricerca, effettuata su quellepregevoli mappe, nei primi anni 90 delsecolo scorso, lo scrivente lo trovò,seppur frammentato, riportato un iti-nerario sotto il nome di Via Butese. Laconoscenza precisa e puntuale di quelterritorio, sovrapposta alla documenta-zione mappale, permise di ricostruire

MODI DI DIRE

CHE C’INCASTRAIL CULO CON LE QUARANT’ORE

per intero l’itinerario, in parte utiliz-zato con frequenza fino alla metà del‘900. E fu facile intuire quanto dettoprima, a proposito dell’intero asse dicomunicazione Buti-Calci-Pisa, nonprima di aver operato una sorta dilavaggio del cervello, per sgombrarlodalle esperienze dei tempi nostri intema di comunicazione e mobilità. Inquegli anni, utilizzando gli stanzia-menti dei Piani integrati Mediterranei,attraverso l’intervento pubblico fina-lizzato alla protezione antincendio inun’area di notevole pregio, ma priva dipiste forestali, l’itinerario fu riportatoa una percorribilità accettabile, daNicosia fino alla Badia di SanMichele. A distanza di diciotto anni,proprio in questi giorni, l’operazione èstata ripetuta, utilizzando il volonta-riato per riaprire il percorso divoratoper buona parte da vegetazione infe-stante.La parte più propriamente butese diquell’itinerario, individuata in manie-ra sommaria, potrà sicuramente esseridentificata più precisamente, utiliz-zando la memoria orale, ove non siapossibile richiamare a testimonianzaed uso vie, viottoli e mulattiere nonancora del tutto fisicamente cancella-te, sapendo bene che la riduzione a oli-veto del bosco, ha molto spesso devia-to itinerari e percorsi, una volta impor-

tanti, ma che i cambiamenti del tempoavevano reso inutili, in tutto o in parte.Sarebbe, quindi, auspicabile, soprat-tutto attraverso una ben motivata eancor meglio coordinata azione divolontariato, ricostruirne la memoria eperché no, la praticabilità.Va inol t re tenuto presente che l ’ i -t inerar io in quest ione, negl i anniprecedent i la v icenda del BeatoUgo, o in quel l i anche successivi ,pe r ch i non p roven i s sedal l ’Occi tania o dal la Provenza, odal la Catalogna per via di terra ,ma fosse giunto a Pisa per via dimare, da Marsigl ia , Tolone o al t res to r i che s t az ion i mar i t t ime , pe rproseguire i l suo viaggio di pel le-gr ino verso Roma, era obbl igato-r io per chi dovesse necessar iamen-te a t t raversare i l monte pisano. Perquella via, traghettato alle Cerbaieoltre il bacino di Sesto, e oltre quel-le, traghettato attraverso il padule diFucecchio a quel borgo, da lì potevaintraprendere il cammino lungo laVia Romea, o Francigena, verso laSede di Pietro.Che pur t ra t tandosi di pel legr inag-

- Te ‘un tiri come ‘un cogli.- C’incastra come ‘r cavolo a merenda.- “O mà, ‘r pane con quarcosa”- “Quarcosaè ghietro ll’uscio”.- La paura è ne la maghia vòta.- S’‘un hai artri moccoli, pòi ‘ndà ‘l letto ar buio!- Primo ‘r tèrso!- Lèva ll’arba.- Ha un culo pare la Vicinaia.- Spodza bagnata, spodza fortunata.- Predica bene ma ratsola male.- M’è preso la sonnicaia.- M’ha fatto ‘r capo come un paiolo.- ‘Un sa né discorre né stà cheto.- Vicino alla chiedza, lontano da Dio.- Và là co’‘n Dio solo!- Ho un ghiavolo per capello.- Quando l’ha ‘n forno e quando ‘n su la pala.- Ormai l’hai sempre ‘n sulle sei.- ‘Un èn più ‘ tempi de la Ciciolana.- ‘Ndu ‘ rivo allòggio.- La casa rimpiatta ma ‘un rubba.- Gessù di Rota…- A chi lo dai a dintende che Cristo è mortodar sonno?- Chiama e rispondi (quando due cose sonolontane tra loro).- Dico a te nòra perché sòcera ‘ntenda.- E’come l’aschio, ‘un mòre mai. - Camperai più dell’aschio.- Per guarì ‘ pitignoni ci vòle ll’acqua di maggio.- ‘Un lo vedi che si regge sulli steccoli!- ‘R tempo fa culaia. (quando il cielo è gravido dinuvole e minaccia di sciogliersi in pioggia) - La fai più lunga de la camicia di Mèo!- Acqua passata ‘un macina più.- Quando facevo la serva, dormivo cor padrone.- ‘ Ll’uscio aperto bada a casa.- Porta (sempre) la banghiera (non è ancora inmenopausa).- ‘Un è miga l’oglio de la Maddalèna….- Céncio dice mar di straccio.- Quello che cigola è ‘r pèggio cavicchiode la seggiola.- Chi vòr Cristo, se lo preghi. E chi vòrmoglie se l’allevi.- La sera leoni, la mattina coglioni.- E’più bugiardo di Cacchio.- Vacci a sparti’un nocciolo…- Sta ‘n che la batte… (Uno sta preparando lapolenta ed essendo raffreddato ha la “gocciola”al naso che incombe sul paiolo. Chiede all’ami-co che lo osserva se vuol rimanere a cena e que-st’ultimo risponde: “Sta ‘n che la batte - a secon-da dove cade la “gocciola”) .- La state è ‘r paradidzo de’poveri.- La misseria è la peggio malattia che ci sia.- ‘Un gosti ‘na palanca!- Se tu avessi tempo… (possibilità).- Tanto purpito che polpetta…- Dar canchero ar malanno…- Io sono ‘r Trinca e l’artri béeno ‘r vino.- Se ritorna ci trova ll’unto…- Ci ho da fa’quante quello che nascette di notte.- Sei nato a bòna luna (sei nato fortunato).- Chi lavora ha ‘na camicia e chi ‘un lavoran’ha dua.- Più fòco veggo, men mi scardo.- Lo portan via a budso di pegora (traspor-to civile).- Dar campo deve nescì la fossa.- O a Napoli ‘n carrotsa o alla macchia a fa ‘r car-bone (ci si prova, si rischia).- ‘R grano va a chi ha le sacca.- Doppo vendemmia portami lo ‘mbuto (quandoho già fatto mi porti ciò di cui avevo bisogno).- Vaggo a fa’pane (la spesa).- E’‘na mane di tempo che …- Er veleno è ne la coda…- Portà ‘r bon per la pace.- Natale ar sole, Pasqua ar fòco (se a Natale c’è ilsole per Pasqua è freddo).- ‘Ndette via a buco (di culo) storto.- Cosa fatta capo à.- Còrpo pasciuto ‘un crede all’affamato.

Con i segnaposto sono stati indicati i punti significativi della Via Butese. I tratti con cui si sonocollegati i segnaposto, dimostrano che la strada poco si discostava dalla retta che unisce Casteldi Nocco alla Pieve di Caprona, dov'era il porto.

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NATI

Taglioli Fridanata a Pontedera il 2 marzo 2009

Pelosi Elenanata a Firenze il 14 febbraio 2009

Mattei Filipponato a Siena il 25 febbraio 2009

MORTI

Profeti Linanata a Buti il 9 aprile 1926morta a Buti il 23 marzo 2009

Parenti Lidionato a Buti il 23 marzo 1926morto a Buti il 6 marzo 2009

Leporini Nellonato a Buti il 23 dicembre 1912morto a Buti il 10 marzo 2009

Giusti Livionato a Pisa l’11 novembre 1920morto a Buti il 12 marzo 2009

Gennai Antolinanata a Buti il 19 maggio 1914morta a Buti il 6 marzo 2009

Ciardi Ardelionato a Buti il 28 luglio 1924morto a Pontedera il 24 febbraio 2009

Bernardini Giovanninato a Buti il 22 agosto 1935morto a Pontedera il 3 marzo 2009

(dati aggiornati al 31 marzo 2009)

ANAGRAFE

Nemmeno il Pacini è riuscito a risollevare la Butese dalle sabbie mobili della Terza Categoria;e pensare che già da giovanissimo veniva al campo a studiare insieme al Gennai e a Buzzino.

Cascine ieri di Claudio Parducci

PARTIGIANI E REPUBBLICHINI UGUALI ?

. . . . facendo anche r i fe r imento a ld iscorso d i insediamento de lPres idente de l la Camera On.Gianf ranco Fin i (“ce lebrare lari trovata l ibertà del nostro popoloe la centrali tà del lavoro nell 'eco-nomia è un dovere cui nessuno sipuò sottrarre, specie se vogliamovivere i l 25 aprile e i l 1° maggiocome giornate in cui si onoranovalori autenticamente condivisi eavverti t i come vivi e vitali da tutt igli i tal iani”), esortano perché agliautori della proposta di legge 1360vengano forn i t i g l i e lement i d irif lessione necessari a un ripensa-mento e al suo ri t iro, e affinché leIs t i tuz ioni Democra t iche de l laRepubblica Italiana vengano tute-late dalla eventuale e non auspica-ta approvazione parlamentare.Dopo l 'Armis t iz io e durante laguerra di Liberazione dall ' invasio-ne tedesca, i l Governo del Regnod'Italia rifugiato nel Sud Italia eraregolarmente operante e adempivaa l le sue funz ioni garantendo lacontinuità legale dello Stato i talia-no . La Repubbl ica d i Sa lò nonaveva pertanto alcuna legit t imità.Da ciò deriva che i suoi aderenti ,volontari o cooptati , non possonoessere assimilabil i agli appartenen-ti al l 'Esercito Italiano, né i suoireduci possono avere, in quantotali ,alcun riconoscimento da partedella Repubblica Italiana.La proposta di legge n. 1360/2008,che propone l ' i s t i tuz ione d i unOrdine del Tricolore presieduto dalPresidente della Repubblica, nasceda un'ott ica negazionista dell 'evi-denza della storia. Essa infatt i- equipara i mi l iz ian i de l laRepubbl ica Socia le a i par t ig ianiche durante la Resistenza combat-terono contro i l fascismo e i l nazi-smo, assegnando loro indis t inta-mente i l t i tolo di cavaliere;- mira al r iconoscimento di onore,già respinto da numerosi DecretiLuogotenenziali dello Stato i talia-no fin dal 1944 - 45, ai miliziani diSalò;- sostiene, nel prologo, che tra i l1943 e i l 1945 in Italia si scontra-rono due distinti esercit i di paridignità: uno formato da coloro cher i tennero onorevole la sce l ta a

(continua dalla 1ª pagina)

difesa del regime, feri to e languen-te, e un altro formato da quanti ,r imasti fedeli al loro giuramento alGoverno I ta l iano, maturat i dal lat ragedia in a t to o cul turalmenteconsapevoli dello scontro in atto al ivel lo planetario, s i schieraronodalla parte avversa, l iberatrice;- mette sullo stesso piano, confon-dendoli , i valori di l ibertà, giusti-zia e democrazia per cui combatte-rono i partigiani e le potenze allea-te, con gli obiett ivi perseguiti daitotali tarismi fascista e nazista, iqua l i in tendevano cos t ru i re unNuovo Ordine Europeo fondatosul la supremazia razz ia le , su l ladiscriminazione e la riduzione inschiavitù dei popoli r i tenuti infe-r iori e sul lo s terminio di interecomunità;- offende i familiari delle vit t imedel fasc ismo, che r i sch iano d ivedere assegnato ai loro congiuntilo s tesso r iconoscimento dato acoloro che l i hanno torturati e ucci-si;- discredita gli organismi che daanni s i impegnano nel la r icercas tor ica per mantenere v iva lamemoria e accrescere la coscienzadi quel passato;- nega dignità a quanti hanno com-battuto affinché in Italia prevalessela democrazia contro chi insangui-nava preordinatamente e sistemati-camente i l Paese;- lede i principi ideali fondamenta-li e i valori umani e polit ici su cuisi fonda la Repubblica Italiana natadal r ipudio del fascismo.La pacificazione nazionale non puòessere persegui ta mettendo sul los tesso p iano la Res is tenza e laRepubbl ica soc ia le , l a lo t ta de ipartigiani per la l ibertà e la lottade i repubbl ich in i per negare lalibertà.I f i rmatar i d i ques ta pe t iz ionefanno proprie le parole di GiulianoVassall i , Presidente emerito dellaCor te Cos t i tuz iona le : “Nessunr iconosc imento a i repubbl ich in i .Erano e restano nemici dello Statodemocrat ico”, e auspicano che ipresentatori della proposta di legge1360 già trovino concordemente laconsapevolezza del la opportuni tàdi r i t irarla.

Alla sede della Lega comunale pen-sionati di Buti e Cascine in via A.Bernardini n°42 (vic ino a l laFarmacia), ci riceve Lido Pelosini,il nuovo responsabile locale delloSPI-CGIL. Una componente, quelladei pensionati, che un tempo vivac-chiava all’ombra delle categorie piùforti, e oggi, invece, è una colonnaportante del sindacato. A Buti, ilprimo a tenere in piedi la sezionedello SPI fu, tanti anni addietro,Lelio Baroni. Poi , a distanza diparecchio tempo, i l d iscorso furipreso da Cesarino (Cesare Felici)e da Nicola (Enrico Ulisse Pratali).Quindi si ricadde di nuovo in letar-go per un lungo periodo, fino all’i-naugurazione della sede attuale il14 giugno dello scorso anno. E di una sede c’era davvero bisognoconsiderando che gli iscritti sono164 a Cascine e ben 214 a Buti.Portiamo a conoscenza della popo-lazione che esperti della sede diPontedera sono a disposizione percompilare:- il modello 730 ( è un modellosemplificato di dichiarazione deiredditi. Possono utilizzarlo tutti ilavoratori dipendenti o pensionatiche hanno in corso un rapporto dilavoro oppure un trattamento pen-sionistico) o l’Unico; - il RED (è un modello di dichiarazio-ne che deve essere compilato dai pen-sionati ai quali l'Ente Pensionistico ha

AL SERVIZIO DEGLI ANZIANIinviato la richiesta. Serve all'Ente percontrollare l'importo esatto delle pre-stazioni pensionistiche legate al red-dito);- l’ISE (trattasi di una certificazio-ne con validità annuale che serve alrichiedente e a tutti i componentidel nucleo familiare, per usufruiredi prestazioni agevolate quali: a) integrazioni al reddito (assegnial nucleo con 3 figli minori, assegnidi maternità, affitti , mutui o presti-ti d'onore); b) eventuali tariffe agevolate pernettezza urbana, ICI e tickets sani-tari; c) agevolazioni per tasse universi-tarie, borse di studio e libri di testomedie/super ior i , serviz i sani tar idomiciliari, mense e trasporti sco-lastici, servizi comunali rivolti abambini e anziani).In sostanza, consente di verificarese un cittadino ha o meno i requisi-ti per ottenere contributi o agevola-zioni.;- i bollettini ICI.Inoltre, si può consultare il catastotelematico, o procedere alla verifi-ca dei contributi assicurativi e ar icerche sul le pensioni ; fare ledomande per ottenere l’accompa-gnamento o il bonus famiglia, ledichiarazioni per successioni, ecc.L’orario di apertura è il seguente: ilmartedì dalle 14,30 alle 17 e il gio-vedì dalle 9 alle 11.

RIPENSANDO AGLI ANNI ‘50

GIOCHIANTICHI

Il "ghiacciolo" era una trottola di legno con lapunta di ferro, tutto legato con una corda. Ibimbetti lo tiravano insieme in ogni modo emaniera; "a picchio o a gamba", per esempio.E in qualsiasi modo venisse lanciato giravacome un vortice, oscillando e sibilando. Achigirava di più vinceva.Ogni ragazzetto aveva il ghiacciolo e lotenevano "rinvortolato" in tasca, pronto all'u-so.La "pista": i bimbetti disegnavano per terra unpercorso col carbone. Questa pista venivapercorsa con tappini di metallo come quellidella gazzosa e dell'aranciata su cui venivaappiccicato l'effige del corridore ciclista pre-ferito. I ragazzi, un po' ginocchioni, un po' asedere sui “carcagni”e un po' sdraiati perterra, mandavano avanti il proprio campionea forza di pizzicotti cercando di non sconfina-re dal tracciato. Il traffico, a quel tempo, nondisturbava i “corridori” impegnati nella garain nessun luogo del paese, ma il classico trat-to dove si svolgeva il giro d'Italia, era viaFrancesco di Bartolo, tra la chiesa e la piazza. "A pezzola" o a "ruba bandiera" consisteva,

innanzitutto, nel cercare uno spazio adattoper poter correre liberamente. Un bimbetto simetteva sull'attenti al centro di questo spazio,con il braccio teso e una fazzoletto “pendolo-ni” in mano a mo' di bandiera. I giocatori sidisponevano, opposti e alla stessa distanzadal bimbo con il fazzoletto e al via scattava-no in una breve corsa per prendere “la ban-diera” e dovevano rientrare al punto di par-tenza senza "fassi chiappa'".Le "carrette", costruite su di un telaio di legnocon cuscinetti al posto delle ruote, provocava-no un rumore notevole. Quando scoccava ilmomento magico ed entravano in circolazione,la loro presenza si sentiva ovunque purché,ovviamente, si trattasse di discese. Via dellaChiesa, via XX Settembre (dal Comune finoalla Farmacia), il Chiassetto, le Vandinelle, daPuntaccolle a Vagliaio, via del Toti. Il luogoprincipe erano le Vandinelle dove si raggiun-gevano velocità ragguardvoli

F.M.V.