VicenzaPiù n. 262

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Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 262 web - 7 dicembre 2013 - euro 1,20 www.vicenzapiu.com V icenza Più Periodico indipendente, non riceve finanziamenti pubblici Prossima uscita 29 marzo Il missionario vicentino ci scrive dopo il rapimento di padre Georges Vandenbeusch: il mondo deve sapere quello che accade. E la Chiesa di Vicenza ancora di più visto che nel nord del Camerun ha 2 missioni diocesane (Loulou e Tchéré) Nord del Camerun sottosopra, l’appello di Don Maurizio Lavora con i media del network VicenzaPiù Per un ulteriore potenziamento sul territorio cerchiamo collaboratori e corrispondenti per ‘coprire’ le città, i paesi e le aree delle nostre testate giornalistiche. Prendiamo in esame curricula (da inviare a [email protected]) di giovani (pubblicisti e non) che vogliano maturare esperienza nel mondo della comunicazione. Analoga ricerca è rivolta ad agenti che, vendendo pubblicità per i media del gruppo VicenzaPiù, trovino un’adeguata fonte di guadagno in un ambiente professionale e contribuiscano al rafforzamento dell’informazione indipendente. Inviare i curricula a info@ mediachoice.it Pay what you want Paga quello che vuoi per supportare l’informazione indipendente e sfoglia co- modamente in digitale i pe- riodici VicenzaPiù, la vetrina senza diaframmi su “Fatti, personaggi e vita vicentina”. Clicca su ww.vicenzapiu.com

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Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 262 web - 7 dicembre 2013 - euro 1,20

www.vicenzapiu.com

VicenzaPiùPeriodico indipendente, non riceve finanziamenti pubblici

Prossima uscita 29 marzo

Il missionario vicentino ci scrive dopo il rapimento di padre Georges Vandenbeusch: il mondo deve sapere quello che accade.

E la Chiesa di Vicenza ancora di più visto che nel nord del Camerun ha 2 missioni diocesane (Loulou e Tchéré)

Nord del Camerun sottosopra,l’appello di Don Maurizio

Lavora con i media del network VicenzaPiùPer un ulteriore potenziamento sul territorio cerchiamo collaboratori e corrispondenti per ‘coprire’ le città, i paesi e le aree delle nostre

testate giornalistiche. Prendiamo in esame curricula (da inviare a [email protected]) di giovani (pubblicisti e non) che vogliano

maturare esperienza nel mondo della comunicazione.

Analoga ricerca è rivolta ad agenti che, vendendo pubblicità per i media del gruppo VicenzaPiù, trovino un’adeguata fonte di guadagno in un ambiente professionale e contribuiscano al rafforzamento dell’informazione indipendente. Inviare i curricula a [email protected]

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pag27 dicembre 2013

Carlo Pelagatti sei arrivato aBassano a stagione iniziata

insieme a Fondi, sei stato presen-tato come difensore centralequindi in alternativa a Bizzotto eZanella in realtà in passato haigiocato come centrale comeesterno ma il calcio tecnico ci in-teressa meno della tua storia. Tuofratello Saverio è arbitro in LegaPro Prima Divisione, l’Italia sap-piamo è piena di conflitti di inte-resse, non dovrebbe succederema se mai succedesse che fossetuo fratello ad arbitrare una tuapartita che cosa sentiresti, cometi comporteresti?Prima cosa non è possibile chemio fratello possa arbitrare unamia partita perché lui deve dire leparentele che ha nel campionatoin cui arbitra quindi non lo man-deranno mai né in una mia partitané difficilmente nel girone in cuisiamo noi. Però se dovesse succe-dere una cosa del genere, checome ti ripeto non possibile chesucceda, sicuramente ci litigo incampo perchè ci litigo già fuori alcampo quando siamo a casa cheguardiamo qualche episodio dellaserie A, la pensiamo sempre inmaniera diversa quindi sicura-mente anche in campo sarebbeuna battaglia. Cosa ne pensi invece dei conflittidi interesse?Purtroppo siamo in Italia, è cosìfuori dal mondo del calcio e pur-troppo si risente anche nel mondodel calcio. Abbiamo questa figuraanche all’estero, questa immaginedell’italiano che cerca sempreuna via di fuga più facile,è nor-male dai.Sei nato l’8 gennaio 1989 adArezzo, lo sai che con il Valenzail vicentino quindi anche Bassanoè concorrente della tua Arezzo,un altro conflitto ma questa voltadi bandiere. Cosa ci dici?Lo so perché sia Vicenza cheArezzo sono città dell’oro le cittàpiù importanti a livello nazionalee non solo, è un altro conflitto diinteressi di cui faccio parte perchésono di Arezzo però non è unacosa che mi interessa questa,sono due città importanti e mi fapiacere diciamo non è una cosa

che mi preoccupa.Dopo aver esordito proprio adArezzo tra i professionisti a 20anni nel 2008/09 nel 2009 ti seitrasferito a San Giovanni Val-darno e poi per tre anni sei an-dato all’estero cioè a San Marino,poi sei venuto qui a Bassano.Cosa ti manca della Toscana,della tua città Arezzo, di San Ma-rino e cosa hai trovato qui a Bas-sano?Arezzo è la mia città natale quindicome penso per tutti è la città incui sto meglio è la città in cuitorno appena posso e che se-condo e è la città più bella comeper tutti lo è la città natale. Sicu-ramente mi manca molto San Ma-rino perché ho passato tre annifantastici conditi da una promo-zione, play off, dei gruppi straor-dinari, soprattutto l’ambientevicino Rimini, Riccione è un am-biente molto bello molto cordiale,ho conosciuto persone fantastichequindi terrò sempre un bellissimoricordo di quel posto. Però sonocontento di essere arrivato a Bas-sano che come ho detto ai mieifamiliari e ai miei amici è unposto molto carino in cui si sta ve-ramente bene, anche le personeche ho conosciuto sono personefantastiche. Si sta veramentebene, dai! e quindi sono contentoperché potevo finire in molte altrecittà e sicuramente sarebbe statoal 90% delle città in cui potevo fi-

nire peggio quindi sono contento.E oltre il calcio che pratichi daprofessionista altri sport che hainel cuore?Non li seguo tutti ma i piaccionotanti sport, mi piace il tennis, mipiace il golf, mi piace tantissimol’NBA che seguo molto è lo sportche seguo di più. Il calcio facen-dolo tutti i giorni, vedo le partitapiù importanti ma non lo seguopiù di tanto invece il basket mipiace tanto mi appassiona vera-mente.Quindi calcio, basket, sport in ge-nerale e nel tempo libero?Nel tempo libero mi piace uscirecon gli amici andare a cena fuori,stare in compagnia magari anchegirare per i negozi, guardare,comprare, spendere soldi di-ciamo, i riesce facile spenderesoldi.Domande adesso un po’ più per-sonali. La tua ragazza idealecome dovrebbe essere come te laimmagini?Come Belen! No scherzo, sicura-mente mi deve piacere l’aspettofisico ma non ho e parametri pre-cisi, sicuramente una ragazza chenon sia troppo appariscente tran-quilla, di paese diciamo dai.Adesso la domanda è scontata,sei fidanzato?No, in cerca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Jadid, Pelagatti e Tomei scovati in Fuori gioco

Pelagatti: Belen è un sognodi Giulia Tessari

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Nella rubrica Chiaramente Calcio, in onda settimanalmente sul canale 193 di Sportelevision VicenzaPiùTv e sul nostro canale streaming VicenzaPiu.Tv, uno spazio diversodalle solite interviste ed analisi tecniche è riservato ai ritratti fuori dal campo dei protagonisti delle pedate domenicali vicentine di Lega Pro. Pubblichiamo in questo numerodi VicenzaPiù la trascrizione fedele dei primi tre ritratti che la rubrica “Fuori gioco” ha proposto ai telespettatori tv e web: scoviamo per voi chi sono nella loro vita quotidianaJadid, fantasista del Vicenza calcio, Pelagatti, attaccante del Bassano Virtus, e Tomei, portiere del Real Vicenza.

/ Pelagatti sul ponte di Bassano

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(g.t.) Matteo Tomei, portiere del RealVicenza ,sei arrivato che il calciomercato era praticamente quasi fi-nito, sappiamo che sei stato il puntodi riferimento per la serie D, eri con-siderato il numero 1 della serie D,sappiamo inoltre che la società ti haaccolto a braccia aperte, soprattuttoil tecnico Vittadello con cui avevi giàavuto un’esperienza quando avevivinto i play off con il San Bonifacio.Sappiamo che tuo papà inoltre al-lena una squadra di calcio. Lui comeè nei tuoi confronti visto che sei ungiocatore del Real Vicenza, ti da deiconsigli?Io ho avuto la fortuna di avere miopadre come allenatore a Quinto equindi in questo momento qui ab-biamo un rapporto abbastanza tragiocatore e allenatore poi dopo luimi da tanti consigli, riesce comun-que a farmi vedere il pelo nell’uovoquindi di conseguenza per me è unagrossa fortuna averlo a casa come di-ciamo primo tifoso. Adesso pur-troppo non può più venire a vederele partite del Real Vicenza, venivaogni domenica, perché sta allenandouna squadra di eccellenza e di con-seguenza ben venga per lui e spe-riamo possa fare anche lui unbuonissimo campionato.Sei nato a Motta di Livenza un pae-sino in provincia di Treviso però seianche uscito dall’Italia hai girato,hai anche fatto un’esperienza inScozia, al Ross County, sicuramenteun ambiente molto diverso

Sicuramente l’ambiente è diversoanche perché comunque in Italia cisono un po’ più di pressioni, parlo dicategorie più elevate come la serie Be la serie A. La Scozia è bella perchéc’è tanta natura, la gente è tanto ospi-tale il calcio è più bello secondo merispetto a quello italiano anche per-ché le strutture gli allenamenti sonodiversi, ti fanno un po’ più amarequesto gioco anche le persone al difuori di quello che può essere il cal-cio. Non la rifarei, vi premetto non larifarei perché è stata un’esperienzaabbastanza dura, mi ha formatomolto e traggo solo gli aspetti positivipoi dopo diciamo è stato il mio pas-sato adesso il mio presente è qui esperiamo di continuare.Parliamo un po’ delle tue passionidei tuoi hobbyNon ho hobby agonistici, ho hobbyabbastanza colorati che sono … i ta-tuaggi e di conseguenza spendo ilmio tempo ad andare su internet op-pure a vedere foto per mettermi qual-cosa addosso perché amo questidisegni.Possiamo chiederti quanti ne hai ecosa rappresentano per te se non èuna cosa troppo personale?Non sono cose personali, adesso neho sei e sono in procinto di farne altritre. Sul braccio ho un samurai fattodopo aver visto il film di Tom Cruise“L’ultimo samurai” che mi è piaciutomolto perché anche comunque di-ciamo sonno un amante dei film, poiho sulla pancia i miei due nonni chenon ci sono più e un disegno dellamia famiglia sul polpaccio, una

Matteo Tomei: mamma e tatuaggicroce sulla coscia e dietro la cosciauna data che è molto importante perme.Sicuramente devi farne altri perchésappiamo che i tatuaggi devonosempre essere dispariNon ci credo molto a questa cosa , tidicevo che ero un po’ anticonformi-sta. Parlavi di film, hai qualche registapreferito qualche film in particolareche ti piace, vai al cinema o li guardia casa?Mi piace andare al cinema, ma nonvado spesso perché sono single. Mipiace vederli a casa. Ripeto L’ultimosamurai è stato uno dei film che miha segnato molto e quando ero inScozia ho visto dalle dieci alle ventivolte Braveheart. Sono due colossal,sono questi i film che mi piacciono.Mi hai rubato una domanda. Mi haigià detto che sei single, volevo chie-derti se c’è una donna che fa il tifoper te dagli spalti o da casa peròanche se mi hai già risposto possochiederti magari la donna giusta perte come deve essere, se hai un’idea.La donna giusta per me…, diciamoche secondo me le donne giuste, fac-cio una premessa, le donne giusteper il calciatore sono quelle donnesemplici che ti danno serenità che tidanno una mano, ti aiutano e ti so-stengono anche nei momenti menorosei. In questo momento non honessuna donna che tifa per me, ne hosolo una in tribuna ogni volta che èmia mamma e quindi di conse-guenza sono contento così in questomomento sono single e mi dedico a

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Abderrazzak Jadid, regista di cen-tro campo del Vicenza, sei nato

il 1° giugno del 1983 in Marocco, poituo padre si è trasferito in Italia incerca di lavoro e tu all’età di cinqueanni ti sei trasferito anche tu con latua famiglia per raggiungerlo. Vorreipartire da questo, Marocco e Italiadue culture sicuramente diverse dueambienti diversi ci vuoi parlare unpo’ delle tue impressioni, se tornimai nella tua terra d’origine, se timanca, se ti trovi bene qui.Come hai detto a cinque anni sonovenuto qua in Italia con mio papà,mia madre, tutti i miei fratelli e da lì èiniziata una nuova vita, abbiamo tuttiiniziato gli studi qui in Italia chiara-mente mio papà lavorava quindi siaspettava l’estate per tornare a casa inMarocco dove abbiamo ancora inonni quindi approfittiamo semprevacanze d’estate per tornare a casa inMarocco però siamo da tanti anni

che siamo in Italia e ci definiamo ita-lianissimi anche se comunque nonrinneghiamo le nostre origini e ci fasempre piacere l’estate tornare a casa.Prima di giocare nel Vicenza hai gio-cato nel Brescia e in quell’anno haigiocato anche con un famosissimocalciatore vicentino che è RobertoBaggio. Raccontaci qualcosa, le tueimpressioni su di lui, se lo senti an-cora, se hai mantenuto qualche con-tatto.No, contatti non ci sono più stati, c’èstato solo il piacere di rivederlo unavolta che è venuto a salutarci a Bre-scia con Guardiola, sentirci non cisiamo più sentiti e chiaramente èstato un onore per me giocare conlui, non è da tutti, e quindi è stato mo-tivo di orgoglio, assolutamente unpiacere aver giocato insieme a lui. Poisai Baggio lo si conosce per quelloche ha fatto in campo la fortuna di vi-verlo il quotidiano per me è stato as-solutamente un piacere.Ecco visto che tu lo hai conosciuto civuoi dire che ricordo hai di lui, comeera proprio come persona fuori fuoridal campo?

Jadid ricorda Baggio ma gli piace essereun marito e un padre semplicissimo

Lui era uno a cui piaceva semprescherzare, aveva tante barzellette eaneddoti da raccontarti e quindi erasempre un piacere ascoltarlo ma allostesso tempo era una persona moltoseria con dei valori eccezionali equindi ricordo con piacere l’anno chepoi io mi sono operato al ginocchiolui mi disse che quella cicatrice sa-rebbe stata la mia fortuna nel sensoche mi avrebbe rinforzato e quellafrase mi ha aiutato molto. Ricordoquesto di lui che era sempre prontoad aiutare qualsiasi giovane.Sappiamo anche che hai firmato uncontratto di un anno con il Vicenza,dopo cosa ti piacerebbe fare haiqualche idea, qualche desiderio?Il desiderio adesso comune è quellodi fare bene da qui a fine stagionesperando di toglierci qualche soddi-sfazione e poi le somme si tiranosempre a fine anno.Un’ultima cosa: ci interessano anchele passioni dei giocatori, in questa ru-brica ci soffermiamo soprattutto sullato più umano che tecnico. Ci vuoiraccontare qualcosa di te, come oc-cupi il tempo libero, se pratichi altri

sport, quali sono i tuoi interessi percapire te come sei come persona.Fuori dal campo sono un marito e unpadre semplicissimo, vivo il quoti-diano come lo vivono tutte le personee ho l’hobby dei cavalli mi piaccionoda morire i cavalli e poi guardo tantosport che siano corse di cavalli, chesia calcio, che sia soprattutto il foot-ball americano che mi piacciono pa-recchio i quarterback la loroprontezza la loro facilità di mandarea segno un compagno è uno sportche mi affascina. Sono come tutte le

persone che vivono il quotidiano,quando c’è la spesa da fare bisognaandare a farla. E poi tanto allena-mento, comunque ci alleniamo settegiorni su sette insomma e quindi sonosempre al campo.I tuoi figli hanno preso da te la pas-sione per il calcio, vengono a vederti,ti guardano da casa, fanno il tifo in-somma per il papà?Sì, si assolutamente.Anche a loro piace il calcio?Sì tantissimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Giulia Tessari

/ Abderrazzak Jadid in piazza dei Signori

quello che è il mio lavoro che è ilReal Vicenza.Speriamo allora che le donne che ciseguono abbiano preso appunti.Guarda io non sono uno che va in

cerca molto, di conseguenza se vienefuori la donna della mia vita benvenga sennò andiamo avanti così.

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/ Tomei con Giulia Tessari

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Nicola Bernardi, giovane e affermatoimprenditore vicentino nel settore im-mobiliare, ci ha inviato una nota chenulla ha a che fare con la sua attivitàma è uno scritto di un suo compagnodi scuola delle elementari, ora Missio-nario in Africa, che pubblichiamo conpiacere e testimoniando la nostra vi-cinanza a quanto da lui scritto.

Carissimi amici, qualcuno di voi è aconoscenza di quanto sta accadendonella regione del nord del Camerun.Non certo perché i giornali italiani neabbiano parlato (ci mancherebbe!),ma semplicemente perché domani (lelettera è del 28 novembre, ndr) unasquadra di muratori da Molina diMalo doveva venire a darci una manonella costruzione della chiesa dellamissione e invece, a 3 giorni dallapartenza, il viaggio è stato annullato.Ma ricostruiamo le vicende. Poi daròspazio a qualche considerazione.La notte tra mercoledì e giovedì scorso(13/14 novembre), un gruppo di “ban-diti” hanno assalito la missione diNghecewé - 100 km a nord di Maruà- e, dopo un tentativo di furto finitomale (il rumore aveva destato la gentedelle vicinanze), sono ripartiti seque-strando il parroco, padre Georges, unmissionario francese di 42 anni. Qual-che kilometro a piedi in mezzo allasavana e poi una fuga in moto fino apassare il confine con la Nigeria. Il governatore della regione del-l'Estremo Nord del Camerun e il suostaff, intervenuti immediatamente,hanno passato i successivi due giornia organizzare le ricerche e a studiareun piano di messa in sicurezza delterritorio. Infine, ieri, è arrivata la ri-vendicazione dell'atto da parte daparte degli estremisti di Boko Haram,la setta islamica che dal 2009 sta met-tendo in ginocchio il nord-est dellaNigeria.Lo scorso febbraio la stessa setta avevafatto un’altra incursione in Camerun

settentrionale e aveva sequestratoun’intera famiglia francese (compresii 4 bambini). La liberazione era avve-nuta dopo 2 mesi e – ma solo secondofonti non ufficiali – dietro lauto ri-scatto. Poi c’è stata l’uccisione deigiornalisti in Mali. Ed ora il rapimentodi questo prete. Padre Georges era arrivato in Cameruncome Fidei Donum da soli due anni,unico missionario della sua diocesi interra d’Africa. Ci si incontrava frequen-temente alle riunioni a Maruà e, pro-prio perché lo si sapeva solo, era statonaturale dimostragli amicizia e farlosentire ancor più “tra fratelli”. Propriopochi giorni prima, gli avevo dato unpassaggio in macchina e gli chiedevocome stesse. Era sereno, diceva di sen-tirsi ben voluto dalla gente e “protetto”proprio dai suoi parrocchiani che dicontinuo gli dicevano di stare tran-quillo, che ci avrebbero pensato loroa tener lontano ogni malintenzionato(cosa che, in effetti, hanno provato afare la notte dell’assalto: ma cosa pos-sono dei bastoni di fronte a fucili emunizioni?). Il passo successivo intrapreso dal go-vernatore è stato quello di provare amettersi in contatto con le tre provincefrontaliere della Nigeria, per ottenereun coordinamento tra le forze dell’or-dine dei 2 Paesi. Ma quello che èemerso è stato a dir poco inquietante:dall’altra parte della frontiera came-runese non c’è più la Nigeria, ma treprovince completamente nelle manidi Boko Haram. Tutte le forze dell’or-dine se ne sono andate, la gente fuggedove può. Non più un funzionario adare una parvenza di normalità. L’eser-cito nigeriano sta tentando di ripren-dere il “suo” nord-est attraverso i bom-bardamenti. Per ora, senza riuscirci.I primi a pagare per questa situazionesono – come sempre! – i civili. Lasetta, che ha come scopo di distrug-gere le scuole e la cultura (diabolicamanifestazione dell’oppressione oc-cidentale, a loro avviso), assalta scuolee villaggi. La gente, dicevo, fugge dovepuò. Molti sono coloro che si stannorifugiando in Camerun, dopo averperso case, terre e raccolti. E i poveriche abitano le zone di confine stanno

Nord del Camerun sottosopra: Il documento appello di Don Maurizio

mostrando una solidarietà inimmagi-nabile, accogliendo nelle loro case enutrendo “fratelli” che hanno bisognodi tutto.Purtroppo, però, la tragedia non si li-mita a questo. L’esercito cameruneseha fatto sapere che, ben mimetizzatiin mezzo a questi rifugiati, stanno en-trando in Camerun anche vari membridella setta di Boko Haram. Fino a qui i fatti.Passiamo a ciò che in questi momentisi sta dicendo e pensando qui, sul po-sto.Quando, in aprile, la famiglia francesesequestrata era stata liberata, si era ti-rato un sospiro, illudendosi che loStato avesse ripreso in mano il con-trollo della situazione e che quindi sistesse ritornando “alla normalità”. Manon era così. Nella tranquillità appa-rente, la setta stava invece comin-ciando a tessere la sua tela organiz-zativa. Le voci che circolano parlanodi cellule in formazione. E di una con-nivenza da parte di qualcuno chequando va bene è solo passiva, mache talora diventa decisamente attiva(senza complici “locali”, per esempio,l’assalto alla missione di padre Geor-ges è difficile da spiegare).Già all’indomani del sequestro, il go-vernatore aveva disposto che tutti ibianchi che abitano nelle vicinanzedella frontiera nigeriana ripiegasserosu Maruà e, meglio ancora, rientras-sero in Patria.I missionari, però, si erano opposti,dicendo che non si abbandona lagente quando il bisogno si fa piùgrande. Ma l’autorità civile non avevaceduto, facendo sentire il peso del suocomando. Ieri, invece, è arrivato l’insperato con-trordine: sembra che il papa stesso siaintervenuto a chiedere che sia per-messo ai missionari di restare al loroposto. La missione della Chiesa è ac-canto a chi ha bisogno.Prospettive. La “crisi” attuale (e, per una volta nonmi riferisco a quella economica mon-diale, ma allo stato di destabilizza-zione in atto nel nord del Camerun)non è di quelle destinate a passare ve-locemente. Se, con l’aiuto di Dio, po-tremo riabbracciare il nostro amicoGeorges, questo non significherà lafine di un bel niente. L’Islam estremistaè sempre più armato e sempre più in-tenzionato ad allargare il suo territorio.Purtroppo qui la maggior parte dellagente è troppo “semplice” per rendersiconto che aprire la porte a questoIslam non porterà a nulla di buono.Qui non c'è la possibilità di informarsicome da noi, di fare la differenza traIslam e Islam.Il vescovo di Maruà è da sempre unindefesso propugnatore della pace trale religioni, del dialogo, della convi-venza fraterna. Ma, si sa, con gli estre-misti le vie del dialogo raramente por-tano da qualche parte.Per ora, da quanto si capisce, BokoHaram vuole colpire il Camerun pro-prio nel suo “punto di vanto”: Paese

in pace da oltre 50 anni, Paese d’inte-grazione religiosa, Paese aperto almondo. E così fa di tutto per crearedestabilizzazione.Dobbiamo poi aspettarci una secondafase? Chiese bruciate, scuole assaltatea colpi di mitragliatrice, villaggi interidati alle fiamme: è questo ciò che staaccadendo dall'altra parte della fron-tiera. E tutto questo nella volontà diimporre il VERO Islam.E la Chiesa, cosa fa? E cosa deve fare?In queste ore, io sono colpito e toccatodal coraggio di tanti confratelli e con-sorelle missionari, che non voglionofare un solo passo indietro. Nessunoè incosciente. Nessuno ha voglia dilasciarci le penne. Ma nessuno in-tende neanche abbandonare ilcampo. Ieri sera un padre francese mi raccon-tava che sta ricevendo molte chia-mate da giornalisti del suo Paese peravere dettagli sul sequestro. In molticasi ha dovuto “difendersi” da accusedel tipo: Perché rimanete lì? Voleteproprio andarvela a cercare? E se poivi sequestrano, chi paga? Il Vaticano?Saranno i contribuenti francesi chedovranno pagare la vostra cocciutag-gine? Qualcuno si spingeva ancora più inlà: Con i soldi del vostro riscatto, voiarmate i Boko Haram! E via di questopasso.Sì, lo si sa che la Francia è un Paeseampiamente scristianizzato. Ma nonci stiamo allargando un po’ troppo?Preti, suore, laici che la Chiesa mandain missione non partono per il gustodell’avventura. E neanche perché sonodei disadattati nel loro Paese d’origine.Si parte perché Gesù ha detto : “Voisarete miei testimoni fino agli estremiconfini della terra”. Testimoni di Gesùattraverso l’annuncio della sua Parola,e, molto più, attraverso una vita spesaal servizio degli ultimi. Sul Suo esem-pio. Questo è tutto.Come si fa a parlare di “Uno” che hadato la vita per il mondo, se, al so-praggiungere del pericolo, si dice:“Beh, adesso io ho finito: cavatevelada soli”?!? Il Vangelo, amici miei, nonè una bella storia. Bella da raccontare,bella da ascoltare. Il Vangelo è pro-gramma di vita. Che credibilità

avrebbe, se coloro che sono venuti adannunciarlo (e vi ricordo che qui laChiesa ha solo 50 anni!) se ne andas-sero non appena il prezzo cominciaad alzarsi?Francamente i missionari non lo vo-gliono il martirio (di sicuro, non io!),ma quando parli di Gesù in mezzo agente che la vita ha tenuto sempreschiacciata a terra, senti tutto il pesodella Parola che stai portando. E capi-sci che non puoi scaricarlo.Detto questo, bisogna anche che vitranquillizzi un po’. Onestamente nonmi sembra che qui a Loulou siamoesposti più di tanto. La frontiera nige-riana in linea d’aria è a 70 km. In più,l’esercito camerunese sta davvero mo-bilitandosi per proteggere le missioni.Quindi, vi invito a non avere partico-lari preoccupazioni per noi.Ma questa lettera andava scritta per-ché non può accadere che non si sap-pia! Il mondo deve sapere quello cheaccade. E la Chiesa di Vicenza ancoradi più, visto che nel nord del Camerunha 2 missioni diocesane (Loulou eTchéré).Vi dico fin da subito che qualora qual-cuno di voi volesse scrivere in propo-sito a quanto vi ho raccontato, non soquanto in grado sarò di rispondere. Ilperiodo è pieno e, alla facciaccia diBoko Haram, la vita continua! Unapreghiera intensa per padre Georges,quella, invece, ve la chiedo con tuttoil cuore. Vi abbraccio. E a me si asso-ciano don Leopoldo, suor Emanuelae suor Anna. Ciao!

don Maurizio

P.S.: Devo aggiungere una riga. Que-sto scritto non è un pezzo giornali-stico. Non sono stato lì a pesare parolaper parola così come fanno "quelli delmestiere". Vi ho raccontato quello chesta accadendo, seguito da quello chein questo momento si dice e si pensa.Se volete farvi anche altre idee, vi in-vito a navigare in rete (digitate "Geor-ges Vandenbeusch", magari in motoridi ricerca francofoni).Buon viaggio nell'informazione! An-cora ciao!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di don Maurizio

Il missionario vicentino: noi da qui possiamo sensibilizzare l'opinione della gente.... e sarebbe già tanto

pag47 dicembre 2013

Page 5: VicenzaPiù n. 262

pag57 dicembre 2013

Dal rotocalco VicenzaPiùTv Oggi(http://www.vicenzapiu.com/vi-deo/guarda/vicenzapiutv-oggi-n-0)

Onorevole Berlato la suascelta degli ultimi giorni ha

sorpreso un momentino perchési parlava di una sua fuoriuscitadal Pdl nel caso in cui il Pdl sifosse trasformato in qualche altracosa, come ora è Forza italia. In-vece lei rimane accanto a Berlu-sconiIo ho fatto una scelta di coerenza,io sono stato eletto nel 2009 alParlamento Europeo sotto il sim-bolo del Pdl, adesso il consiglionazionale ha scelto di cambiareil nome del partito da Pdl in ForzaItalia e coerentemente con l’im-pegno assunto nei confronti deimiei elettori ho scelto di rimanerenel partito con il quale sono statoeletto. Se poi vedrò che oltre alcambiamento del nome ci sarà ilcambiamento del metodo e qual-cuno vorrà tornare a dei metodiche escludono la partecipazionedella base del nostro partito ovorrà far calare scelte dall’altoquesto mi metterà nella condi-zione di fare scelte diverse.Si parlava di Pdl come partito pe-sante e di Forza Italia come par-tito leggero e dicasi, leggasi par-tito degli affari: c’è Galan, c’èSartori, personaggi contro le cuieventuali malefatte lei sta lot-tando. Anche qui non c’è unacontraddizione?Guardi io è una vita che combattocontro il malaffare, contro la vo-lontà di qualcuno di arricchirsi aidanni dei cittadini. L’ho semprefatto e continuerò a farlo. Seemergerà dalle indagini che sonoin corso che alcuni esponenti an-che di rilievo del partito nel qualemilito sono implicati in vicendedi malaffare o di reati di grossotipo a questo punto sarò io a chie-dere ai vertici del mio partito sepreferiscono avere al loro internopersone per bene oppure compo-nenti del malaffare. E in base allescelte che farà Berlusconi e il ver-tice nazionale del partito poi faròanche io delle scelte conseguenti.Una lettura pratica di questa suascelta fa pensare ad un discorsosottostante, lei è un cacciatorequindi può impallinare o essereimpallinato. Rimanere nel gruppodei possibili impallinatori le con-

sente di controllarli?Ma, guardi, innanzitutto io ri-mango saldamente legato alla miabase elettorale che mi ha seguitoin tanti anni e che continua a se-guirmi con un radicamento terri-toriale del quale sono orgoglioso.Con loro continuo ad avere unrapporto di stretto legame e conloro sono abituato a fare le scelte.Questo cosa comporta? Comportail fatto che nella misura in cui do-vessimo trovare incompatibilitàtra il nostro modo di pensare e diagire e il modo di pensare di al-cuni che sono all’interno del par-tito saremmo liberi veramente difare scelte diverse. Per il momentoabbiamo confermato la nostra le-altà sia a Silvio Berlusconi che alpartito con il quale io sono statoeletto. Per il momento questa è lanostra scelta. Se le cose andrannocome ci è stato promesso, cioèche il Pdl prima, adesso Forza Ita-lia sarà un partito che cercherà diattrarre l’elettorato di centro de-stra con quello che è lo spiritoche già c’è in Europa con il Ppe,allora noi ci sentiremo a casa no-stra. Nella misura in cui invecedovessimo constatare che siamostati presi in giro e che, anzichélimitarsi al cambiamento delnome del partito (ci è stato spie-gato per questioni di appeal dimarketing elettorale, ci è statodetto che Forza Italia riesce ad es-sere più attraente sotto il profilodel marketing, quindi ad avereanche una notevole attrazione neiconfronti dell’elettorato, notevolein più rispetto a quanto non abbiail Pdl), dovessimo constatare in-vece che c’è qualcuno che hapreso l’occasione, prenderà l’oc-casione per portare questo partitoalla deriva e ad un atteggiamentoo metodo che noi abbiamo sem-pre combattuto non avremmodubbi sulle scelte che andremo afare.Berlusconi è in rotta di collisionecon Galliani nel Milan perché lafiglia Barbara vorrebbe Gallianifuori, mentre lui per vecchi le-gami lo vorrebbe dentro. È unacosa che assomiglia al rapportoBerlusconi-Galan o no?Io continuo ad avere delle posi-zioni molto distinte e distanti dalgruppo Galan-Sartori e conti-nuerò ad averle perché il loromodo di fare politica è diametral-mente opposto al mio. Noi vo-gliamo il coinvolgimento dellabase, noi lavoriamo per un partitoradicato sul territorio, noi lavo-riamo e insistiamo per garantire

Forza Sergio, Forza Silvio

democrazia interna al partito, illoro concetto di politica è moltodiverso dal nostro. Manteniamoqueste distinzioni pur essendo at-tualmente all’interno dello stessopartito. Credo che nei prossimimesi ci saranno elementi che po-tranno fare chiarezza e garantireancora maggiore distinzione traquello che è il nostro modo difare politica e il loro modo di farepolitica che noi non condivi-diamo.I tanti piccoli imprenditori che sisono rivolti a lei per essere pro-tetti nella questione degli appaltipiù o meno pilotati saranno piùforti con lei dentro Forza Italia esaranno ancora fiduciosi nel duooperato o potranno pensare achissà quali accordi sottostanti?Io ho avuto un incarico precisoda parte di molti imprenditori chemi hanno chiesto di fare da me-gafono alla loro voce, alla loroprotesta nel chiedere che venissefatta chiarezza sul sistema degliappalti pubblici in Veneto. Misono state consegnate documen-tazioni molto importanti, moltocorpose che io ho portato paripari alle autorità inquirenti.Adesso alcuni degli elementi chesono stati portati hanno trovatoriscontro nelle indagini che sonostate fatte nella nostra regione.Coloro che mi hanno dato fiduciami hanno chiesto di denunciareil malaffare devono stare tranquilliperché io mi sono assunto neiloro confronti degli impegni e nonsarà certo il partito nel quale mi-lito che mi indurrà a fare sceltediverse rispetto a quelle che hofatto coerentemente con loro e

con il mio modo di fare politica.Combatteremo fino in fondo perfare in modo che venga fatta chia-rezza indipendentemente dacome si chiamerà il partito dentroil quale militerò.Una domanda mi viene sponta-nea prima di salutarla. Lei adessotorna a Strasburgo e trova LiaSartori sua collega all’europarla-mento. È ancora responsabile delgruppo di lavoro sulle infrastrut-ture europee?Io troverò al parlamento europeopiù di settecento deputati in rap-presentanza di 28 paesi membridell’Unione Europea, tra questimiei colleghi ci sono Lia Sartoried altri, altre persone che sonostate elette al Parlamento Europeoe che forse si ripresenteranno perchiedere il consenso per essererieletti nel maggio prossimo. Iomi rivolgo alla mia base elettoralee a coloro ai quali ho dato la miaparola di tenere coerentemente labussola in mano per continuarea rispettare a combattere per di-fendere quei valori e quegli idealiche mi contraddistinguono e con-traddistinguono tutta la comunitàumana che a me fa riferimento.Altri miei colleghi si rivolgerannoalla loro comunità umana am-messo che ce l’abbiano…Le chiedevo se è ancora respon-sabile del gruppo di lavoro sulleinfrastrutture europeeArrivo subito. Loro ovviamente sirivolgeranno e chiederanno i voti,qui non si è nominati al Parla-mento Europeo ma si è eletti, esarà la gente che deciderà. L’on.Sartori ha un incarico importantein Europa in qualità di presidente

della commissione e evidente-mente in base all’incarico che hachiederà di avere sostegno daparte di coloro che hanno finoraavuto con lei dei rapporti che sfo-ceranno anche, se lo riterrannoopportuno, in un consenso neiconfronti suoi. La base alla qualemi rivolgo io è molto diversa emolto distante rispetto alla baseelettorale di Lia Sartori.Lei è in gamba e continua ad es-sere politico fino in fondo. La miadomanda era un po’ … maliziosa.Le discussioni attorno a Galan-Sartori si svolgono intorno al si-stema di assegnazione degli ap-palti per le infrastrutture, LiaSartori è la referente delle infra-strutture europee. Non vede unaqualche contraddizione in questedue cose?La mia occupazione attuale èquella di essere deputato al Par-lamento Europeo in rappresen-tanza del mio elettorato, nonspetta a me né fare il magistrato,né fare il carabiniere o l’ufficialedella Guardia di Finanza. Io misono limitato a denunciare il ma-laffare che emergerebbe dalla do-cumentazione che mi è stata con-segnata, non spetta a me farenomi di coloro che sono prota-gonisti del malaffare ma spettaagli inquirenti. Rispetto il lavorodella magistratura e degli inqui-renti e saranno loro a dire se esi-ste il malaffare e quali sono i mal-fattori che hanno o che avrebberodissanguato i veneti negli ultimiquindici anni.Buon viaggio allora.

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di Giovanni Coviello

Sergio Berlato va in Forza Italia: ci crede, dice, ma rimane con Berlusconi, sottintende, per proteggersidall’interno dopo i suoi attacchi alla galassia che fa capo al suo braccio destro storico, Giancarlo Galan

/ Sergio Berlato intervistato da VicenzaPiuTv

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È scomoda per Variatil’assoluzione del suo ex assessore

La palla ora passa ai politici, tra cui Achille Variati, chiamati in causa dall’assolto ex assessore Giglioli cheli accusa di connivenza con una parte dei poteri forti

Le richieste della pm Silvia Golinerano pesanti come i faldoni dei

documenti che la corte ha dovuto evoluto visionare attentamente dagiovedì mattina per dieci ore emezza di clausura fino a pocoprima delle 20.40 quando ha resonoto i suoi verdetti, riportati da Vi-cenzaPiu.com in tempo reale:Gianni Giglioli assolto da ogni ad-debito, Giuseppe Rossi e CarloValle condannati per truffa a dueanni e al risarcimento dei danni dafissare in sede civile oltre a una pro-visionale di un milione di euro. Se ireati ascrivibili alla moglie di Valle,proprietaria dell'immobile cedutoalla famiglia Giglioli, sono stati di-chiarati ufficialmente prescritti escecompletamente pulito dalla ancoraintricata vicenda Gianni Giglioli, acui poche ore prima era stato “tec-nicamente” impedito di parlare inconsiglio comunale dopo le de-nunce da lui fatte nelle interviste aVicenzaPiù contro le presunte am-nesie degli ultimi due sindaci,Achille Variati incluso, accusato,ora dopo l’assoluzione con mag-giore credibilità, anche di non averseguito la via maestra per ottenere

(g.c.) Da VicenzaPiùTv di giovedì28 novembre 2013

Gianni Giglioli dieci ore e mezzain camera di consiglio, le ultimeore trascorse in sala mentre leiera in consiglio comunale dovenon l’hanno fatta parlare, poi quiè arrivato in tempo per sentire lasentenza di completa assoluzioneper lei.È con gioia che lo dico per la miafamiglia e per la città: si può, senon ci si fa pecora, confrontarsicon le autorità con piena dignità.Dobbiamo imparare ad entrare al-l’ospedale dove ci devono trattarenon come dei pazienti ma comedei cittadini che hanno bisogno dicure, dobbiamo imparare ad en-trare in tribunale a testa alta ed aguardare il magistrato negli occhiperché è un pubblico ufficiale aservizio nostro. Dobbiamo impa-rare a dire al sindaco di Vicenza(Achille variati, ndr) che se lui atempo debito si fosse costituito

come parte civile nel processo pe-nale a Venezia passato in giudi-cato, e si informi su questo puntocon il presidente di Aim con cuiho conferito amichevolmente sta-sera (giovedì, ndr) ed ha confer-mato pienamente ciò che io stoper riferirvi, bene se si fosse costi-tuito parte civile come hanno fattole altre “associazioni” nel 2008oggi Vicenza avrebbe già avutotutto il rimborso del danno subitoda Ecoveneta e non ci sarebbestato questo processo che è co-stato, al di là dei danari pubblici,sofferenza per tanti e si è conclusoper alcuni infelicemente quandodoveva concludersi allora.Carlo Valle e Giuseppe Rossi sonostati invece condannanti a dueanni. Prima che lei arrivasseprima che fosse pronunciata lasentenza qualcuno nell’aula so-steneva che probabilmente sa-rebbe andata male per tutti intermini di sentenza negativa per-ché lei aveva avuto l’ardire di at-

taccare i poteri forti e di toccarei politici loro amici. La sentenzadimostrerebbe il contrario.Fortunatamente sì. Vuol dire chel’istituto della giustizia, perquanto sia fatto da uomini, chehanno le loro relazioni, i loro rap-porti, le loro amicizie, funziona,può funzionare. Continuiamo suquesta strada continuiamo in-sieme e forse ci potrà essere un fu-turo migliore.Ho visto una scena che non ho fo-tografato volutamente ma che devoriferire: quando i giudici sonousciti i suoi figli e i suoi vicinihanno applaudito per la sentenzae lei è corso ad abbracciarli. Inquell’abbraccio forse c’è qualcosain più del credere o non credere aquello che hanno stabilito i giu-dici, c’è una sensazione umana, loconfesso, di solidarietà.Sì, che è una solidarietà ripetoestesa, le altre persone che

un altrimenti sicuro risarcimentomilionario da Ecoveneta del gruppoMaltauro. Se l’ex assessore, dimes-sosi per dimostrare la sua inno-cenza senza danneggiare proprio ilsindaco Variati che l’aveva nomi-nato e che poi era stato più volte“redarguito” dal professionista perla sua “indifferenza”, aveva già ri-nunciato alla prescrizione che sca-drebbe fra un mese e mezzo circa,agli altri due imputati rimaneaperta, oltre a quella dell’appello, lastrada della non perseguibilità.Ma la sentenza e alcuni fatti eviden-ziati dal dibattimento in aula, cor-rettamente gestito dalla corte, e daquello fuori dal tribunale, a cui ri-vendichiamo di aver dato una giustae indipendente eco, daranno oramodo di fare attente riflessioni sulleinterconnessioni tra poteri forti e iloro referenti politici, come ci fannointendere le dichiarazioni che Vi-cenzaPiùTv ha raccolto a caldo pervoi da parte di Giglioli e dell'avvo-cato di Giuseppe Rossi, Lino Roetta,e che pubblichiamo in questa pa-gina. Oltre ai 43 milioni di euro comples-sivi di danni quantizzati il pm SilviaGolin, le cui richieste basate anchesull'inchiesta del luogotenenteAguggiaro hanno avuto un ridottoriscontro nella sentenza, aveva pun-tato su tre anni e otto mesi per CarloValle, proprietario della società ven-

La sentenza fa un po' di luce sul caso Aim:Giglioli assolto, due anni ciascuno a Rossi e Valle

ditrice iniziale della piattaforma"maledetta" di Marghera, ora incapo ad Aim Bonifiche con perditemilionarie e un sequestro giudizia-rio al suo attivo per smaltimento il-legale di rifiuti tossici, su due anni eotto mesi per l'ex presidente del-l'epoca di Aim, Giuseppe Rossi, e sudue anni e cinque mesi per il con-sulente Gianni Giglioli che secondol'accusa avrebbe facilitato una ven-

dita non equa per suoi supposti le-gami d'affari immobiliari con la fa-miglia Valle, così come avrebbefatto Rossi. Fino alle 20 circa, raccontavamonella cronaca giovedì sera, era inattesa della sentenza anche CarloValle, che poi ha lasciato per altriimpegni, mentre Gianni Giglioli èarrivato giusto in tempo per abbrac-ciare commosso i figli dopo aver

ascoltato il pronunciamento delladr.ssa Eleonora Babudri. Per lui libe-ratorio, per Rossi e Valle da gestire,per alcuni poteri forti e per i lorosponsor politici da spiegare. E beneanche perché giovedì si è solo toltoun po' di buio dalle vicende Aim. Laluce deve ancora essere fatta.

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di Giovanni Coviello

/ Giglioli, di spalle,di fronte alla legge

/ Gianni Giglioli

continua

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pag77 dicembre 2013

c’erano sono miei collaboratorid’ufficio da vent’anni, trenta. Conloro non so quanto lavoro ab-biamo svolto, quanti concordati,fallimenti portati a termine. Leracconterò un episodio particolaredove avrei potuto mettermi intasca 35 milioni di lire a suotempo quando non ne avevo pro-prio perché per un errore di tra-smissione della Banca d’Italia miè arrivato un assegno circolare in-testato a me, ma io non avevo cre-diti. Ho girato tutte le carte, sonoimpazzito finché sono riuscito atrovare che riguardava il rimborsodi un credito erariale di un falli-mento, sono andato dal dott.Bozza allora dicendo: “guardi dot-tore che succede così, forse biso-gna correggere qualcosa chesennò qualcuno potrebbe appro-fittarne”. Io sono questo, so farguadagnare ai miei clienti, so gua-dagnare io, sono felice di poterlofare, sono orgoglioso di avere aiu-

tato la gente che tra l’altro lei co-nosce e questa gente mi vuolebene. Vorrei poter fare di più.Una domanda tecnica. In tuttiquesti anni, lei, che si è dimessoda assessore prima, ha persoanche professionalmente in ter-mini economici, ha avuto deidanni per questa vicenda?Sostanzialmente non ho più avutoincarichi dal tribunale, ne capiscoanche la motivazione, alcune ban-che mi anno chiesto il rientro, for-tunatamente ho potuto farlo senzagrosse dismissioni. Di clienti nonne ho perduto neanche uno a direil vero salvo quelli per “decessoeconomico” e questa è la veracosa grave per la quale dovremmoprobabilmente tutti impegnarcinel trovare la soluzione possibile,praticabile in breve tempo.Cosa farà stasera?Questa sera stappo una bottigliadi rosso in sintonia con le abat-jour che illuminano la città.

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La condanna di Rossi per Roetta è una sentenza annunciata:Zanguio e i due sindaci sono i responsabili del caso Aim Bonifiche

(g.c.) Da VicenzaPiùTv di giovedì 28novembre 2013

Avvocato Lino Roetta lei è di-fensore con un suo collega diGiuseppe Rossi che insieme aCarlo Valle è stato condannatoad una pena di due anni più unaprovisionale di un milione dieuro più la rifusione dei dannida definire in sede civile. La suaopinione su questa sentenza cheè arrivata dopo oltre dieci oredi camera di consiglio?Per me era una sentenza annun-

ciata nel senso che GiuseppeRossi era designato come vittimapredestinata di una condanna.Non abbiamo mai avuto dubbiche lui fosse condannato, manon perché responsabile masemplicemente perché questoprocesso è nato solo per arrivarea un giudizio di condanna neisuoi confronti. D’altra parte inun processo che si prescriverà agennaio 2014 i magistrati avreb-bero dovuto dare dimostrazionedi maggior coraggio, indipen-denza nell’assolvere gli imputatiche non a condannarli per una

sentenza che non sarà mai ese-guita. È una sentenza contrad-dittoria nel momento in cui as-solve giustamente il dott. Gigliolidalla truffa e condanna Rossi perlo stesso reato: basta leggere ilcapo di imputazione e si vedecome sia una sentenza che nonpuò stare in piedi in nessunmodo.Sentenza già scritta secondo leiper motivi politici o per pres-sioni dei poteri forti?Io sono convinto che le sfortunedi Rossi, personalmente con-vinto che le sfortune di Rossi

siano iniziate come è stato dettodurante questo processo in undeterminato momento della suapresidenza Aim quando un pro-getto non è stato approvato.Parlo del piano gas.C’è stato un passaggio finale, mafuori della sentenza e fuori dalprocesso, che faceva ricordarecome la sentenza di Venezia checondannava Ecoveneta l’avesseanche condannata a risarcire idanni a tutte le parti civili. Traqueste parti civili Giglioli sotto-lineava che non c’è Aim, Aimnon si sarebbe costituita partecivile, avrebbe rinunciato allarichiesta di danni a Venezia perportarla a Vicenza. Pure qui èun po’ strano.Sì, ma questo bisognerebbe chie-derlo a chi era l’amministratorepro tempore di Aim all’epocaperché ha deciso di non colti-

vare in quella sede l’azione ci-vile, bisognerebbe chiedere a chiha nominato quell’amministra-tore, perché sono state fattequelle scelte e a chi lo ha man-tenuto (al suo posto, ndr) quel-l’amministratore senza chiedereconto di queste scelte errate.Per far capire a chi ci vedrà (eleggerà, ndr) chi era l’ammini-stratore e chi lo ha nominato?Come amministratore unico diAim dopo che Rossi ha dato ledimissioni da Aim SpA è statonominato il dott. Mauro Zanguiodall’allora sindaco Hüllweck edè rimasto in carica fino a quandoè stato nominato da Variati ildott. Fazioli. Per noi i danni diAim sono intervenuti durantequel lasso temporale lì.

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Per il suo legale l’ex presidente di Aim è caduto in disgrazia quando non ha approvato il passaggio del business del gas ai privati

/ Gli avvocati attendono la sentenzasegue

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Da VicenzaPiùTv

Massimo D’Angelo (Filt Gcil) ab-biamo spesso affrontato con

lei le questioni delle cooperative.Torniamo sull’argomento Eurocoop,ricordo ai lettori la premessa: Euro-coop è una cooperativa abbastanzagrossa del vicentino con circa 200dipendenti, va in crisi, prima di an-dare in crisi, così ha scritto lei in undocumento, affitta, cede un ramod’azienda ad una cooperativa costi-tuita da poco, la Palladio Veneto Ser-vizi, con cinque dipendenti. E dopoquesto atto, con la conseguente-mente possibilità di girare i suoi ap-palti a questa piccola cooperativa,Eurocoop chiede di essere messa inliquidazione. Conferma questa pre-messa intanto?Confermo la premessa, è un’opera-zione anomala che noi abbiamocontestato. L’affitto o il trasferimentodi un ramo d’azienda è legittimo mafatto in questa modalità è una cosache nella pratica, nella prassi dellacooperazione non è stata mai usata.Normalmente si usano e si fanno icambi di appalto. Eurocoop questaoperazione probabilmente l’ha vo-luta fare, si dice, per salvare se stessa,la cooperativa, in crisi economica. Inpiena crisi economica l’Eurocoopchiude il bilancio 2012 nell’assem-blea indetta nel 2013 con1.500.000,00 euro di sbilancio,chiede ai soci cooperatori di rifinan-ziare lo sbilancio, i soci cooperatorinon accettano la proposta e, quindi,siamo di fronte ad una cooperativaormai finita che in qualche modo do-veva chiudere. L’Eurocoop, quindi,affitta il ramo d’azienda, tutta la coo-perativa che poi non sono altro che ilavoratori perché l’elemento ag-giunto è l’appalto ma l’Eurocoopl’appalto non può avere la sicurezzadi poterlo gestire. Infatti Eurocoopmuore in quella situazione e proba-bilmente andrà in liquidazione contutti i debiti, ma Eurocoop quell’ope-razione di per sé non l’ha salvata per-ché la nuova cooperativa staperdendo gli appalti.Noi abbiamo parlato con il presi-dente della nuova cooperativa Anto-nio Moscatiello al quale abbiamoofferto la possibilità di rispondere aquesti rilievi. Ci ha spiegato la que-stione dal suo punto di vista e nonha ritenuto opportuno farsi intervi-stare in video quindi si deve fidaredi quello che mi ha detto il sig Mo-scatiello il quale dice che è vero chela cooperativa che ha affittato ilramo d’azienda dall’ Eurocoop è unanuova e piccola cooperativa ma èanche vero che c’erano stati impegnifinanziari per circa 300.000,00 euro

messi, dice lui, riferisco, da un pa-rente. Se non so come si possa finan-ziare una cooperativa tramite unparente visto che dovrebbe esserecooperativa di soci, Moscatiello haaggiunto comunque che la PalladioVeneto Servizi ha perso qualche ap-palto ma ne ha conservato la granparte e soprattutto che quelli cheerano i timori espressi dalla Filt Cgilnella sua persona, che non fosserocioè, mantenuti gli impegni di retri-buzione con i dipendenti li stanno ri-spettando. Le torna questadichiarazione o c’è qualcosa di nonpreciso?Noi abbiamo parlato con il presi-dente della nuova cooperativa, lui ciha sempre dato delle certezze eco-nomiche, io non so i fondi da dovevengono, se sono fondi familiari ofondi d’impresa però ai tavoli uffi-ciali, ufficiosi ci ha sempre dato dellecertezze economiche. Secondo me èanche un imprenditore che probabil-mente ha creduto e crede in questaoperazione. Che, però, è una opera-zione molto difficile e che sta inqualche modo gestendo anche male.Male perché noi ci troviamo, non sose per difetti tecnici, loro ci diconodifetti finanziari, ci siamo trovati neimesi di settembre e ottobre congrandi gravi ritardi salariali, qualchecantiere si è fermato, quattro cantierili hanno persi nel senso che la com-mittenza ha preferito andara da altri:abbiamo noi effettuato i cambi di ap-palto tra i quali l’ultimo è quellodella Saint Gobain che è una grandemultinazionale dove c’era un can-tiere con oltre quaranta soci coope-ratori. Ecco la situazione ad oggi èquesta, ora non so poi la tenuta dellaPalladio Veneto Servizi. Sicuramentela Palladio Veneto Servizi prima di in-traprendere questa strada era unapiccola cooperativa, dalla visura ca-merale risulta avere fini a qualchemese fa cinque soci cooperatori ol-tretutto è una società cooperativa ad-detta alle pulizie che non haun’esperienza assolutamente di logi-stica. Questo è il dato di fatto.Diciamo sostanzialmente però chead oggi gli stipendi sono pagati, al-cune commesse sono state persecome si temeva però i dipendenti inbase alla legge dello stato dovreb-bero essere tutelati perché che rilevaun appalto deve rilevare anche i di-pendenti se non sbaglio. Il dubbioche lei esprimeva e che esprime èche una piccola cooperativa possafar fronte a certe commesse però èanche vero che Moscatiello mi di-ceva non si può impedire a chi vuoleinvestire di poter avviare un’attivitàche sia funzionante altrimenti nes-suno potrebbe partire oggi se do-vesse partire sempre essendo giàgrandeSicuramente sì, io non metto in di-scussione che la Palladio Veneto Ser-vizi si possa immettere nel mercato efare impresa però noi in questa situa-

Il passaggio da Eurocoop alla PalladioVeneto Servizi: per D’Angelo un altro buconero delle cooperative che non esistono più

zione come sindacato dobbiamo de-nunciare intanto l’operazione Euro-coop che è una operazione che èstata da parte nostra illegittima ancheperché l’affitto di ramo d’azienda,che era stato stipulato dal notaio dalconsiglio di amministrazione, è statoportato in assemblea in maniera ano-mala.Però consentita dalla legge, un po’una forzatura perché servirebbe incerti casi l’assemblea straordinariain altri casi quella ordinaria perònon illecita da quello che capiscoÈ consentita dalla legge però biso-gna capire le modalità: non hanno ri-spettato delle regole.Scusi se la interrompo, ma siccomestiamo seguendo con VicenzaPiù daparecchio il problema delle coope-rative ecco per me è importante chechi voglia investire per fare impresalo faccia ma mi torna strano anchese apprezzabile che una cooperativaquindi un gruppo di soci cooperatorioperi perché qualcuno, non i socicooperatori, ma qualcuno mette300.000,00 euro. È una cooperativao un’azienda camuffata da coopera-tiva? Non parlo solo di questo casoma il dubbio viene: per andareavanti le cooperative dovrebbero ba-sarsi sui lavoratori, non dovrebberoaver bisogno di qualcuno che metta,a che titolo non si sa, 300.000,00euro...La cooperativa, diciamo il concettodi cooperativa che era quello di unsecolo fa quando i lavoratori perstaccarsi dalle catene del datore dilavoro hanno deciso di mettersi in-sieme, di andare avanti da soli fa-cendo cooperazione, unaconcezione etica, cioè, non esistepiù. La cooperativa adesso sono legrandi multinazionali che si inse-diano nei territori e che acquisisconogli appalti.Per vantaggi fiscali, per cosa?Sicuramente alla testa c’è la commit-

di Giovanni Coviello

/ Operai della Transporter in sciopero davanti al magazzino Prix a Grisignano (D'Angelo è il secondo da sx)

tenza perché la committenza che èinserita spesso in Confindustria,senz’altro ha dei vantaggi economici.In questa situazione ci sono quattro,addirittura cinque catene, c’è la com-mittenza, c’è la multinazionale diturno che acquisisce l’appalto che asua volta lo da a un consorzio che asua volta lo da alle proprie coopera-tive e poi ci sono i soci cooperatori.Scusi lei parlava di Confindustria, diassociazioni di imprenditori, perastrarre dal problema specifico. DiConfindustria fanno parte anche al-cune aziende private nel campodella logistica, nel campo dei servizi.Non sono cooperative e quando par-lano con noi si lamentano della con-correnza sleale delle cooperative.Non c’è un po’ una contraddizionetra gli industriali, che per avere ac-cesso a dei prezzi minori danno ap-palti a delle cooperative o sedicentitali, e nel frattempo altri iscritti alleloro associazioni industriali, che la-mentano la concorrenza scorretta dichi si avvale di strumenti leciti mache nascondono situazioni di fattoun po’ diverse da quelle che la leggeprevedeva, quindi diciamo “coope-rative non trasparenti”, per fare con-correnza a chi fa impresa sul serio?La cooperativa nasce per fornire unservizio, ad esempio le pulizie e lalogistica, a chi questo servizio nonriesce a farlo in maniera economicae, quindi, lo esternalizza.Ma lo esternalizza a cooperativefinte, dice lei, a discapito di aziendeche non sono cooperative ma cheforniscono quel servizio a costi mag-giori perché magari ci aggiungonouna maggiore professionalità …In questa situazione se la legge delmercato è quella del ribasso sicura-mente si innesca tutto, di tutto e dipiù, si innesca il malaffare, si innescal’illegalità, il contratto diventa un op-tional, ecco si innesca tutta una seriedi meccanismi. In questo settore per

regolamentarlo da tutti i punti di vistaabbiamo bisogno di legalità, che at-tualmente facciamo fatica a ritrovare,anche di una legalità contrattuale at-tenzione ... Per chiudere, oggi quanti sono i la-voratori che definiamo soci coopera-tori, che poi spesso sappiamobenissimo che non sono soci coope-ratori ma sono dei lavoratori cheaderiscono a cooperative di cuispesso neanche sanno leggere gli sta-tuti fra le righe perché non capi-scono neanche quello che c’è scrittonon per loro incapacità ma ancheper difficoltà di lingua e per diffi-coltà di linguaggi legali.Sono tanti, non abbiamo il numeroma parliamo di migliaia e migliaia disoci cooperatori.Solo nel vicentino?Solo nel vicentino perché ormai tuttociò che viene esternalizzato, appal-tato è cooperativa.Se dovesse in base alla sua espe-rienza dirci una percentuale quantidi questi sono realmente soci coope-ratori e quanti di questi sono lavora-tori che pur di lavorare chiudono unocchio?Una percentuale non c’è, c’è unmetodo sbagliato che bisogna cam-biare, l’ho detto poc’anzi non esisteuna vera cooperativa perché nonesiste una vita associativa del socio.Il socio praticamente diventa unostrumento di guadagno: io utilizzole braccia e per il resto poi è un la-voro come un altro, chi si trovasocio si trova socio per caso inquella situazione là, ma non cono-sce assolutamente la posizione qualè, le responsabilità, il ruolo associa-tivo. Quasi mai i soci cooperatoriche ci arrivano, e sono tanti, cono-scono quali sono il ruolo, le respon-sabilità e anche i diritti e i doverinel’ambito della cooperativa.

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7 dicembre 2013 pag8

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7 dicembre 2013 pag9

Da Vicenzapiu.com

Nel M5S l’aria rimane frizzante.Dopo la maretta della riunione

del meeting della settimana passataieri c’è stata una riunione informaledel meetup (o gruppo d’incontro) delGrappa al quale fanno riferimento icomprensori di Romano, Cassola eMussolente e Possagno in ambito Tre-vigiano. «Abbiamo saputo - sottolineail possagnese Ennio Cunial (in foto),uno degli esponenti del meetup delGrappa - che il nostro gruppo, unita-mente ad alcuni suoi membri è statofatto oggetto di addebiti specifici». Addebiti che sarebbero stati riassuntiappunto venerdì scorso dal consi-gliere comunale di Sandrigo SimoneContro che è anche uno degli orga-nizzatori del gruppo di coordina-mento della provincia di Vicenza.Allora Cunial a che cosa vi riferite?«Ad essere sinceri sappiamo che cisono state mossi diversi rilievi sia inmateria di comportamento sia relati-vamente al metodo di lavoro del no-

stro gruppo, sia per il comporta-mento di singoli attivisti. Ma le infor-mazioni in nostro possesso non sonocosì dettagliate».Ad ogni modo al di là del fuori pro-gramma di venerdì, immaginate checi siano di mezzo i dissidi, anche dinatura personale, che da mesi ve-dono protagonisti da una parte Si-mone Contro e Flavio Ferrazzi edall’altra Francesco Celotto, che conaltri è tra i volti più noti della vostrasquadra?«Certamente sì. Ma la questione èun’altra. Premesso che il M5S non èun partito e che quindi procedureformali di censura assimilabili aquelle degli altri movimenti non pos-sono nemmeno essere pensate, ri-mane una considerazione piùgenerica da fare».Quale?«Ci può stare tranquillamente cheuno abbia delle rimostranze. Bene,allora lo si contatta gli si inviano gliaddebiti circostanziati e per iscritto.E poi durante un momento assem-bleare pubblico va in scena il con-traddittorio. Cosa che a quanto cirisulta non è avvenuta con questemodalità. Ci sono però alcune valu-tazioni oggettive da fare».Sarebbe a dire?

Da Vicenzapiu.com

(m.m.) Dal movimento a Cinquestelle alla trasparenza a targhealterne la strada seppur comica,o meglio ridicola può esserebreve. È quanto è capitato ieri ame quando verso le nove di serasono andato al centro civicodella zona 2 dove era in corsouna «riunione dei gruppi e mee-tup della provincia di Vicenza».Premesso che di incontri del ge-nere ne ho frequentati a iosa, perovvi motivi professionali, in tuttoil Veneto. E mai c’erano stati pro-blemi. Ma c’è sempre una prima

M5S, proseguono i dissapori interni:Cunial vs Contro

«Ammettiamo per un istante la rile-vanza delle questioni sospese conCelotto. Mi si deve spiegare che cosac’entrino gli altri attivisti».Ci sono episodi specifici da conside-rare?«Sì, il mio. Faccio una premessa.Anni e anni fa, non sono più un ra-gazzino purtroppo, ho fatto anche iopolitica. Ho frequentato un po’ la Dcun po’ Fi. Il mio approccio è semprestato quello di fare l’antenna. Andarein giro per il territorio, sentire lagente, annotare criticità e spunti rife-rendo poi alle istituzioni o ai referentipolitici. È un lavoro silenzioso, chenon dà grande visibilità, ma è essen-ziale perché se uno vuol risolvere deiproblemi li deve rintracciare sul ter-ritorio. Ed è lo stesso approccio cheho seguito con M5S, anche perché lebattaglie in campo aperto erano giàaltri a seguirle».Ma tornando al punto?«Tornando al punto per oltre unmese e mezzo Contro, che è ancheil referente vicentino del gruppo dicoordinamento veneto, noto comemeetup veneto, mi ha tenuto fuoridalla piattaforma elettronica dedicataalla discussione. Peraltro dopo le mieinsistenze sono stato ugualmente in-serito».

E perché?«Sono state accampate motivazionidi spessore nullo. Ora questo è unpiccolo esempio di come le cose nondevono andare in un movimento chefa della trasparenza il suo cavallo dibattaglia. Se si procede così ri-schiamo di sclerotizzarci. Per di piùContro ha fatto illazioni sul mio contoe non si capisce bene perché. E parlocon cognizione di causa giacchésono in possesso di tutta la sequenzadella documentazione e delle mailspedite ai meetup. Di più, diversepersone possono testimoniare le dif-ficoltà che mi sono state create fino a

poco tempo fa prima di essereiscritto. Ovviamente mai nulla è per-duto. Ogni cosa si può appianare. Masarebbe bello potere avere con il con-sigliere Contro un confronto pubblicoin modo da capire come stiano lecose. A brevissimo gli proporrò lacosa. Siccome è un ragazzo di buonsenso mi sento di dire che accetterà».E se non dovesse accettare?«Mi vedrò costretto a domandar-glielo ancora. Se il no perdura, al-lora dovrò rendere pubbliche tuttele comunicazioni intercorse».

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di Marco Milini

Vicenza, nella nursery a cinque stelle da Grillo a Fantozzi

/ Ennio Cunial

volta. Infatti ieri (sabato 30 novembre,ndr) mi è capitato di essere invi-tato a lasciare la riunione. Latoridi questa richiesta si sono fatti ilconsigliere comunale di VicenzaLiliana Zaltron e il consiglierecomunale di Sandrigo SimoneContro; il quale mi ha spiegatodavanti a un centinaio di conve-nuti che a non volere la presenzadi un giornalista era una non benprecisata maggioranza. Per nonpassare da provocatore, cosa chemi gusta non poco, ho preso eho lasciato l’aula magna del cen-tro civico sistemandomi fuori in

antisala. Dalla quale molto sisentiva del dibattito però. Pocoappresso una persona, suppongoun attivista mi invitava, addu-cendo poche ma confuse moti-vazioni, a lasciare anchel’antisala. Scocciato gli rispon-devo che non avevo intenzione eche avrei continuato a lavorarescrivendo il mio pezzo di cro-naca. Il gendarme facente fun-zione insistendo mi obbligava achiamare chi materialmenteaveva prenotato la sala e chequindi ne era il responsabile protempore della gestione (Gior-dano Lain, un militante storicodel M5S vicentino) il quale scon-fessando e un po’ sbertucciandoil pretoriano estemporaneo glispiegava che avrei potuto rima-nere lì quanto potevo.Questi i fatti. Il fuoriprogrammaha diviso i presenti. In diversinon sono stati d’accordo. Più diqualcuno nella concitazione, amo’ di bisbiglio, ha indirizzato aZaltron e Contro epiteti irripeti-bili coi quali, in modo colorito,si stigmatizzava il comporta-

mento nei miei confronti. Cate-rina Galiotto, assistente parla-mentare del senatore EnricoCappelletti, sbigottita ha escla-mato «poi fanno bene i giornalia massacrarci». In serata si sa-rebbero dovuti discutere i dissiditutt’ora in essere in seno al mee-tup vicentino. Naturalmente ladomanda nasce spontanea. I cin-que stelle (o alcuni di loro), chehanno fatto del lavaggio deipanni sporchi in piazza una di-sciplina osannata (giustamentedico io) quando si trovano adover replicare con gli argo-menti hanno o no il fiato corto?Ieri in quella sala ho sentito par-lare di regolamenti con una pa-dronanza della logica e deldiritto prossimi allo zero. Intante occasioni i militanti mihanno chiesto un parere suglistessi attivisti. E la risposta èsempre stata la stessa. Da tec-nico dell’informazione vi dicoche siete troppo poco grillini.Molti però faticano a capire. Etentando di emulare Grillo fini-scono per assomigliare a Fan-

tozzi. E non a quello geniale deiprimi due film diretti da LucianoSalce. Ma a quello sbiadito ebolso dei film di Neri Parenti.Ovviamente qualche rimproverodebbo farlo anche a me stesso.Poiché avevo tutte le carte in re-gola per stare lì (spazio pub-blico, mia iscrizione al meetupdal 2007 perché da cronista larealtà era interessante, nessunservizio di guardianìa) sarei do-vuto rimanere. Il cronista nonabbandona il fronte, anche se èuna nursery a cinque stelle po-polata da parecchi mocciosi ca-pricciosi e un po’ stentatinell’apprendimento. Sarebberobastati due minuti a stendere leargomentazioni dei contrari. Manon me la sono sentita di spararesulla croce rossa. Chi mi leggesu VicenzaPiù sa che non sonouso a trattare del mio personale.Ma per dare conto di quanto ac-caduto, in questo caso, era ne-cessario un intervento delgenere.

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7 dicembre 2013 pag10

La Repubblica di Venezia eil suo territorio furono

molto legati all’oriente. La suamillenaria storia attesta comele relazioni furono varie, daquelle commerciali, a quellepolitiche e anche belliche.Tutta l’Europa deve a Veneziala conoscenza del mondoorientale e in particolare a Ilmilione di Marco Polo MarcoPolo (Venezia, 15 settembre1254 – Venezia, 8 gennaio1324) che ebbe certo mag-giore diffusione rispetto allaHistoria Mongolorum dell’um-bro frate Giovanni da Piandel Carpine o da Piano deiCarpini (Pian del Carpine,1182 circa – Antivari, 1º ago-sto 1252). Se il testo di Polo èil più famoso, non mancaronocerto nei secoli successivimolte altre relazioni su varitemi e aspetti relativi al Vicinoe all’Estremo Oriente. Fareluce e comprendere tutta lòamole di studi è il compito in-trapreso da un gruppo di stu-diosi che fa capo in primoluogo all’Università Ca’Fo-scari di Venezia. Da diversi

anni Giovanni Pedrini diSchio (VI), docente all’Univer-sità Cà Foscari di Venezia co-ordina una serie di ricerchenella direzione sopra accen-nata. Frutto di questo intensolavoro al cui coordinamentopartecipa attivamente NicoVeladiano sono stati tre vo-lumi, il primo Ad Orientes :viaggiatori veneti lungo le vied’Oriente, edito nel 2006 dalComune di Montecchio Pre-calcino, mentre gli altri duesono il frutto di due Convegni.Il primo nel 2009 presso la Bi-blioteca “La Vigna” di Vi-cenza” cui ha fatto seguito ilvolume Itinera Orientalia. Iti-nerari veneti tra Oriente e Oc-cidente. Relazioni di viaggiotra identiità e alterità, pubbli-cati dall’Editrice Veneta, Vi-cenza, nel 2010. Il secondosvoltosi sempre nella stessasede, si è tenuto nel 2013,scopo di questo è stato il met-tere il luce l’importanza dellerelazioni culturali che Veneziaci ha lasciato nei suoi rapporticon l’oriente, evidenzianocome questi investissero molticampi, tra cui quello dellamusica.Il volume del secondo Conve-gno Studia Orientis. Veneziae l’Oriente: un’eredità cultu-

Venezia e l’Oriente: una serie di ricerchecoordinate dal territorio vicentino

rale (Editrice Veneta, 2013) èstato presentato sabato 23 no-vembre 2013 a Villa NievoBonin Longare ( MontecchioPrecalcino) e riporta le rela-zioni di Giampiero Bellingeridell’Università Ca’ Foscari Ve-nezia (Intorno alle fonti venetesull’Azerbaigian); BoghosLevon Zekiyan docente al-l’Università Ca’ Foscari Vene-zia e al Pontificio IstitutoOrientale Roma (Venezia, Illuogo delle ‘rivelazioni’ dellaProvvidenza per gli Armeni);Giovanni Pedrini, dell’Univer-sità Ca’ Foscari Venezia (Caro-vane d’Oriente. Mercanti,viaggiatori, missionari sulle viecarovaniere tra Siria, Mesopo-tamia e Persia); Giovanni DeZorzi dell’Università Ca’ Fo-scari Venezia (Vivere a Costan-tinopoli con le orecchie beneaperte. Giambattista Toderini(1728-1799) e la “musica tur-chesca”). Questi temi, opportunamenteapprofonditi e sviluppati co-stituiscono la nuova prospet-tiva di studi delle relazioniVenezia-Oriente, perché ana-lizzano e pubblicano scrittiinediti e ci aprono ad una vi-sione non stereotipata di Ve-nezia, come solo interessataagli aspetti mercantili e un

oriente che ha da farci cono-scere le meraviglie della suacultura. Il progetto di Giovanni Pedriniha potuto contare sull’inte-resse per questo genere diapprofondimenti non solo del-l’Università Cà Foscari, fon-data nel 1868 come “Scuolasuperiore di commercio” dalveneziano Luigi Luzzatti(1841-1927), allievo del vi-centino Giacomo Zanella ePresidente del Consiglio ealtri , ma anche del Consorziodi Pro Loco Astico-Brentacomprendente le Pro Loco diBolzano Vicentino, Bressan-vido, Dueville, MontecchioPrecalcino, Monticello ConteOtto, Quinto Vicentino, San-drigo, Schiavon, Torri di Quar-tesolo, Nove, Pianezze,Mason Vicentino, CamisanoVicentino. Accanto e semprein primo piano anche la Re-gione del Veneto, la Biblio-teca Internazionale “La Vigna”di Vicenza, la FondazioneMasi e la Masi Agricola di Ve-rona, la Banca di CreditoCooperativo San Giorgio

Quinto e Valle Agno e i Co-muni di Montecchio Precal-cino e Monticello Conte Otto.

Questo progetto di studisulle relazioni tra Venezia el’Oriente ci mostra comepossa essere significativa la si-nergia tra istituzioni pubbli-che e private che vedeassieme istituzioni culturali digrande prestigio e altre, comePro Loco e Comuni, presenticapillarmente sul territorio.Un modo quanto mai efficaceper portare a conoscenza delgrande pubblico temi altri-menti destinati a rimanere nelristretto ambito degli studiosi. E’ questo un esempio cheaiuta a comprendere non solola storia che non si riduce allesole questioni “politiche” o“militari”, ma è uno sguardoanalitico sul passato che ciaiuta anche nel presente,quando sappiamo cogliernel’insegnamento, perché avevaragione Cicerone, la storia èmaestra di vita, se la sap-piamo ascoltare.

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di Italo Francesco Baldo

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7 dicembre 2013 pag11

Da Vicenzapiu.com.

Irifiuti pericolosi prodotti dalle basimilitari statunitensi presenti nel ter-

ritorio vicentino dove vanno a finire?In questi giorni di indignazione ge-nerale per il caos scoppiato in se-guito alla divulgazione delle dichia-razioni di Carmine Schiavone suirifiuti tossici sotterrati dalla Camorranelle “Terre dei fuochi” della Cam-pania, spunta ora un documentodella Defence Logistics Agency ri-guardante le sostanze nocive pro-dotte nelle installazioni Usa in Italia. È un documento risalente al 6 otto-bre del 2010 scovato dal quotidiano“il manifesto” nel quale è riportatoil capitolato d’appalto per la “ge-

stione, il caricamento, lo scarico, larimozione, il trasporto, lo stoccaggioe lo smaltimento” delle sostanze pe-ricolose in cinque città sedi delleprincipali basi americane: Aviano,Livorno, Napoli, Sigonella e Vicenza. Una lunga lista di sostanze che com-prende resti di idrocarburi, solventi,vernici di ogni tipo, sostanze chimi-che residuali nella gestione del mu-nizionamento, più di dieci tonnel-late di batterie esauste di ogni tipo,centinaia di chili di acidi inorganici,ammoniaca, agenti decontaminanti,solventi, idrocarburi aromatici (i te-mibili benzene e xilene), metalli pe-santi come il cromo esavalente, ilcromo, il mercurio e il piombo, ilPcb, pesticidi ed erbicidi, lubrifi-canti, oli esausti ed altri veleni.Nel documento viene specificatonei dettagli il processo di smalti-mento di queste sostanze (tratta-mento, incenerimento e discariche),ma soprattutto il fatto che è vietato

I rifiuti tossici delle basi americane,parte I: Usa e getta

smaltire i rifiuti nelle stesse basiamericane.Il reportage di Andrea Palladino su“il manifesto” racconta come la ge-stione delle scorie pericolose dellebasi Usa è stata affidata ad esempioalla bresciana Ecoservizi che si av-valeva di una discarica per rifiutipericolosi a Brescia che, dopo es-sere stato chiusa nel 2000, oggi èconsiderata ad alto rischio e attendeuna bonifica. Chi pagherà questabonifica?Inoltre la base Usa di Camp Darby,secondo il Rapporto sullo statodell’ambiente del Comune di Pisadel 2006, appare diverse volte nel-l’elenco dei siti da bonificare, consegnalazioni di perdite di idrocar-buri e problemi alla piattaforma perlo stoccaggio dei rifiuti pericolosi.E a Vicenza il monitoraggio ambien-tale sui rifiuti pericolosi delle duecaserme militari è tutto in ordine?Di certo nell’impatto ambientale

dalle due basi c’è anche da consi-derare la massiccia filiera di smalti-mento delle scorie made in Usa,perché gli americani di smaltirli al-

l'interno delle basi non ci pensanonemmeno.

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di Edoardo Andrein

Da Vicenzapiu.com.

Giocava in casa l’Alessandra na-zionale nella caciara de “l’Arena”,il programma dai grandi ascoltidella domenica pomeriggio di Ra-iuno condotto dall’amico estivoMassimo Giletti, il quale nella pun-tata dedicata alla disastrosa allu-vione che ha colpito la Sardegnauna settimana fa non può non in-vitare la front woman vicentina delPartito Democratico AlessandraMoretti, oltretutto sua compagnadi vacanze, ritagliandole anche unpiccolo spazio sull’alluvione di treanni fa a Vicenza. Certo che no; eallora, dopo i sermoni di Giletti ele opinioni degli ospiti MaurizioGasparri e Bruno Vespa, ecco chein conclusione di trasmissione,prima dell’intervistona al ribelleAngelino Alfano, per ora sulla cre-sta dell’onda prima di finire in-ghiottito anche lui dal caimano instile Gianfranco Fini, ecco che ar-riva il momento di Vicenza, a costodi tagliare anche lo spazio ad altriospiti invitati con relative scused’ordinanza di Giletti. E via, siparte con la marchetta alla storicapasticceria del centro di Vicenzachiamata da Giletti “Bolzoni” fa-cendo storcere il naso a Cinziadella pasticceria Bolzani, il cui in-tervento in studio si scaglia controi tre anni di tempo necessari a met-tere la prima pietra del bacino diCaldogno e i due previsti per ilcompletamento dell’opera. Poi ini-zia il Moretti show con l’ormaiclassico mantra “i volontari che si

sono dati da fare” che si potrebbeanche evitare per non fare la figuradei soliti altezzosi polentoni da-vanti agli occhi dei tanti volontaridelle passate catastrofi in giro perl’Italia anch’essi con le manicherimboccate, ma senza sbandierarloogni volta ai quattro venti. Ma sonoaltre le perle morettiane del tipo“per troppo tempo non si è fattonulla” oppure “il papà della signoraBolzani ha subito l’alluvione nel’67 a Vicenza e l’ha risubita nel2010” che fanno più riflettere. Per-ché se anche la maggior parte deibambini ha imparato che la prece-dente alluvione del Bacchiglione èstata nel 1966, come ricordano an-che i diversi edifici della città sui

L'alluvione dellaMoretti da Giletti

quali ci sono ancora i segni e ledate incise sui muri, almeno l’Ales-sandra nazionale dovrebbe ricor-darsi che dal ’66 al 2010 tra i varisindaci che si sono succeduti cisono anche otto anni di ammini-strazione di Achille Variati, tra iquali tre con lei vicesindaco; e gliinterventi antialluvione realizzati incittà sono tutti avvenuti dopo lasciagura del 2010. Perlomeno, ap-pena terminato l’intervento dellaMoretti, ci ha pensato il geologoMario Tozzi, un altro degli invitatine l’Arena gilettiana, a piazzare unastilettata ricordando che: “Abbiamocostruito troppo e dove non si po-teva; e questo l’ha permesso laclasse politica”. Ma quando l’Ales-sandra nazionale diventerà sindacodi Vicenza, tutto sarà diverso; e l’al-luvione della Moretti sarà solo unricordo lontano. Molto lontano.

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Da Vicenzapiu.com.

L’articolo sui rifiuti tossici dellebasi americane che abbiamopubblicato qualche giorno fa sulweb ha creato un notevole in-teresse tra i vicentini, visto il co-spicuo numero di persone chel’ha visualizzato. L’eco è arri-vato sino al contingente statu-nitense di stanza a Vicenza,tanto che un dipendente (che ciha chiesto di non citare il suonome) ha voluto contattarci perpuntualizzare alcune questioni.“Ovviamente, i miei capi nonsi sognano neppure di rispon-dere, ma a titolo personale, vor-rei un suggerimento su comepensate che potremmo smaltirei nostri rifiuti pericolosi all'in-terno delle basi come auspicatonel vostro articolo?”.L'intervento è incentrato sull’ul-tima frase del nostro pezzo checosì recitava: “Di certo nell’im-patto ambientale delle due basic’è anche da considerare lamassiccia filiera di smaltimentodelle scorie made in Usa, per-ché gli americani di smaltirli al-l'interno delle basi non ci pen-sano nemmeno”. In effetti la frase da noi utiliz-zata è un po' esagerata, inquanto lo smaltimento di quellatipologia di rifiuti crea un in-dotto economico per le aziendeitaliane del settore che operanoin modo corretto. Il nostro rife-

rimento era legato alla vicenda,raccontata dal quotidiano “ilmanifesto” e che abbiamo ripor-tato nell'articolo, dell'aziendabresciana Ecoservizi, la qualeper smaltire le scorie pericolosedelle basi Usa si avvaleva di unadiscarica chiusa nell'anno 2000e che oggi è considerata ad altorischio e in attesa di bonifica. A creare i toni talvolta maliziosidel nostro articolo probabil-mente ha contribuito anche larecente vicenda della “Terra deifuochi”, una storiaccia esplosadopo le parole del pentito di ca-morra Carmine Schiavone, risa-lenti al 1997 ma rese pubblichesolo poche settimane fa, attra-verso le quali vengono spiegatii luoghi dove un ingente nu-mero di camion avrebbe scari-cato i rifiuti industriali tossicisotterrandoli nel suolo. Un metodo che il dipendentedella base Usa respinge conforza per quanto riguarda le ca-serme statunitensi di Vicenza,vista la domanda conclusivache ci pone nel suo intervento:“Avremmo dovuto fare un bucoe seppellirli in piena città, comeha fatto per anni l'Aeronauticaitaliana al Dal Molin lasciandoa noi gli oneri della bonificaambientale, per poi tra qualcheanno sentirci accusare di averinquinato l'area?”.

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Rifiuti tossici basi Usa, parte II. Un dipendente: noi non li sotterriamo,gli italiani al Dal Molin sì

/ Manifestazione alla base Usa all'ex dal Molin

/ Moretti e Giletti on the beach

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