VicenzaPiù n 234

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Marostica, tel. 0424 471040 Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 234 - 12 maggio 2012 - euro 1,20 La giunta di Vicenza loda la società che ha donato il nuovo impianto fotoelettrico alla basilica palladiana, ma tace sul coinvolgimento della spa nel caso Niscemi Bassano www.vicenzapiu.com www.bassanopiu.com V icenza Più QUOTIDIANI ON-LINE: www.vicenzapiu.com - www.montecchiopiu.com - www.schiopiu.com - www.bassanopiu.com - www.thienepiu.com Quindicinale M’ILLUMINO DI GEMMO Marostica, tel. 0424 471040 CASE PRESTITI MUTUI ASSICURAZIONI

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VicenzaPiù n. 234 e BassanoPiù n. 15 del giorno 12 maggio 2012

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Marostica, tel. 0424 471040

Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 234 - 12 maggio 2012 - euro 1,20

La giunta di Vicenza loda la società che ha donato il nuovo impianto fotoelettrico alla basilica palladiana, ma tace sul coinvolgimento della spa nel caso Niscemi

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M’ILLUMINODI GEMMO

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CASE PRESTITI

MUTUI ASSICURAZIONI

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Mentre la politica provincialeè alle prese con gli effetti di-

rompenti del voto amministrativodel 6 e 7 maggio, quella del ca-poluogo sembra inseguire le ten-sioni vere o presunte dellacompagine democratica cheregge l'amministrazione comu-nale berica. E di riflesso tutto ciòche alla lontana o alla vicina leruota attorno. L'ultimo convegnomesso in calendario dall'associa-zione vicentina “11 Settembre”,volente o nolente, ha finito peressere l'ultimo terreno di scontronel sottobosco locale. Dei detta-gli spicci sono piene le cronachelocali, ma non sono queste la pie-tra angolare della querelle in atto.L'associazione infatti ha tutti i sa-crosanti diritti di considerare de-gna di cittadinanza la suainiziativa. Allo stesso modo ilmondo che fa riferimento algruppo dei No Dal Molin ha tuttii diritti di biasimare la Curia peravere pensato di ospitare il forumpoi spostato alla sede dell'Assoar-tigiani di Vicenza.Pari, patta e palla al centro sem-brerebbe di capire. E invece lecose non stanno così. La primastranezza sta nel no apparente-mente immotivato dal vescovado(la sala delle opere sociali è infattidella diocesi) all'assise organiz-zata da Mario Giulianati eUbaldo Alifuoco. Il mondo laicoe in particolare e ancor di piùquello che ruota attorno ai “NoBase” non ha mai goduto di parti-colari entrature presso la curia disua eminenza reverendissima. Epoi ci sono anche i trascorsi nonproprio tranquilli della visita del-l'ex vescovo Cesare Nosiglia,bacchettato garbatamente e sim-bolicamente in sala Bernarda, dalpubblico contrario alla Ederle bis.Chi non ricorda (Vicenzapiu.com

del 29 ottobre 2010) il botta e ri-sposta tra la “pasionaria” CinziaBottene e il “mariano” Pippo Za-netti? Ora alla luce di quell'episo-dio, ma per una serie di altreconsiderazioni, è strano che lacuria si sia lasciata mettere i piediin testa per una cosa del genere.Non è logico.I fatti però possono essere letti incontroluce. Difficile, se non im-possibile sapere se in cuor loroAlifuoco e Giulianati abbiano vo-luto, o solo pensato per unistante, magari in subconscio, chela loro iniziativa potesse dareforza, di sponda o meno, agli op-positori di Variati. I due hanno giàsmentito ogni illazione.Ma come in criminologia c'è l'in-sicurezza reale e quella perce-pita, allo stesso modo in politicala minaccia può essere reale opercepita. In un'ottica del generequindi il punto focale finisce ine-vitabilmente per spostarsi dai fon-datori di “11 Settembre” a Variatie al suo entourage di fedelissimi.Rimane da capire una cosaquindi. Chi ha l'influenza perconvincere la diocesi a ritornaresui propri passi rimediando pergiunta una figura barbina? Le lia-son tra Variati e un certo mondocattolico sono note. È quindi pen-sabile che qualcuno nell'entou-rage del primo cittadino abbiainsistito presso Variati perché for-zasse la mano rispetto all'aut autdei No Base? E questo è partitospontaneamente o suggerito daqualcuno che temeva che l'in-contro organizzato da Giulianatipresso i locali della diocesi po-tesse essere inteso come una in-vasione di campo in un terrenostoricamente appannaggio del-l'attuale capo dell'esecutivo?Non è un caso che le prese di po-sizione contro la barricata erettada Cinzia Bottene siano da ascri-versi in buona parte a quei sog-getti che in varia misura, senzacolpi d'obice peraltro, si oppon-gono o criticano la giunta Variati:

tra questi ci sono Valerio Sorren-tino del Pdl, Sandro Guaiti del Pde Luciano Parolin dell'Idv. Ri-mane da capire come si possa inqualche modo prendersela con iNo Dal Molin, quando la Curiaavrebbe potuto tranquillamentetirare diritto.Verrebbe da pensare quindi chele critiche a Bottene e soci sem-brano, nella più caratteristicadelle carambole, un gioco, sianoin realtà critiche al primo citta-dino. Che tra l'altro sul pianoideologico e internazionale èschierato da sempre esattamentesulle stesse posizioni di Alifuoco.I due è un pezzo che si stanno sulgozzo. Da tempo, però, ogniuscita pubblica dell'ex deus exmachina dei Ds è vista con ap-prensione dai fedelissimi del sin-daco. Il quale da una parte èpreso dal progetto centrista chemetterebbe assieme Pd, Udc, Pdl,forze confindustriali varie, pezzidel centrosinistra per un prototipogià visto in azione a Caldogno e aThiene. Dall'altro però è presodalla marea crescente della co-siddetta anti-politica, che non loimpensierisce in vista delle am-ministrative del 2013, ma po-trebbe impedirgli di condurre lafase preliminare da una posizionedi forza. Le avance di Variati pub-blicate infatti dai media locali ametà settimana la dicono tutta sulprogetto di contenere magariemulsionando o conglomerandoil M5S all'ombra del Palladio. Tutto ciò sembrano averlo capitole menti para-confindustriali chesovraintendono agli equilibri delGdV; il quale da qualche mesenon disdegna qualche buffetto alprimo cittadino: sino a pocotempo fa protetto da una paliz-zata mai discussa. Le elezioni co-munali arrivano e tutti, chi più chimeno cominciano a discutere,ovvero a trattare.

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Manovre e corridoi di Marco Milioni

Da un po' di giorni a questaparte si sprecano le dichia-

razioni di politici, giornalisti eimprenditori che dopo avere peranni ignorato o biasimato BeppeGrillo, ora lo esaltano. Caso estre-mo di grillismo last minute è quel-lo del sindaco Marita Busetti (LegaNord, il partito che vuole la Pe-demontana Veneta osteggiata in-vece come il diavolo da M5S), laquale sui media locali si dichiaragiustappunto "grillina dentro": ilsecondo turno delle comunali, sisa, incombe e senza i voti delMovimento Cinque Stelle l'attualeprimo cittadino è spacciato. Cosìper un cortocircuito temporale èsimpatico ricordare quando il pro-fessor Renato Ellero tenne me-diaticamente in scacco l'Italia sulcaso della famosa casa a Monte-

carlo. Siccome le sue dichiarazionivenivano percepite scomode perSilvio Berlusconi, i quotidiani dellafamiglia dell'ex premier del Pdllanciarono contro Ellero ogni tipodi dardo utile a screditarlo. NicolaPorro, vicedirettore de Il Giornale,in diretta su La Sette durante iltalk show "In Onda", definì Elleroun capo grillino. A questo si ag-giungano le bordate di Libero, sìil quotidiano su cui scrive quelFilippo Facci che si è scopertogrillino e che un secondo dopo èstato sbeffeggiato da Marco Tra-vaglio su Il Fatto. Dal canto suoEllero, che ha sempre apprezzatomolto Grillo, e, da par suo, primussine paribus, espresso anche qual-che critica, non è salito sul carrodel vincitore come hanno fattoaltri: la sua storia personale la co-noscono tutti. Quello che balzaagli occhi è la disinvoltura deglialtri, così sfacciata da risultare tra-gicamente ridicola. Vero, Achille?

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I grillini last minute

di Giovanni Coviello

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Hanno collaboratoa questo numero:

MARIA ROSA BALDINMARTA CARDINI

FEDERICA CEOLATOCHRISTIAN FARINAANDREA GENITO

GIORGIO LANGELLAANDREA MAROSOMARCO MILIONI

LUCIANO PAROLINMARCO POLO

ALESSANDRO SARTORIONOFRIO SCHINOSIMONE SINICOGUIDO ZENTILE

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Giornale chiuso in redazione alleore 12.00 di venerdì 11 maggio 2012

Tiratura: 10.000 copie

numero234 del12 maggio 2012 pag3

Associazione 11 settembre

Renato Ellero

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numero234 del12 maggio 2012 pag4

Il presidente dell’ordine dei gior-nalisti del Veneto, Gianluca

Amadori, si è recentemente recatoin visita alla città del Grappa. Ve-neziano, 49 anni, si occupa di cro-naca giudiziaria per conto de “IlGazzettino” e collabora con il set-timanale “Panorama”. L’occasioneè stata propizia per commentare lostato di qualità dell’informazioneveneta e, strettamente connesse, lalibertà d’azione e lo stato di crisiche sta attraversando la profes-sione dei giornalisti. “Si tratta didue temi di grande attualità – at-tacca il presidente Amadori –. Pur-troppo la crisi si fa sentire e noninteressa solo i giornalisti, diciamoche il mondo giornalistico ne ri-sente di più perché il nostro ruoloè particolarmente delicato. Equando in questo campo la retri-buzione non è adeguata e la di-gnità del lavoro, che richiede

approfondimento delle notizie,precisione, completezza, non èsalvaguardata allora si corre il ri-schio di essere meno liberi. In unpaese civile come il nostro uno de-gli elementi cardine è proprio la li-bertà di stampa. E per ottenere unbuon livello dell’informazione è

uno spazio diverso rispetto aquello che ha occupato dalla suanascita fino ad oggi. Questo è unprocesso già capitato ad altrimezzi d’informazione: quando ècomparsa la televisione la radionon è scomparsa, anzi, oggi la ra-dio sta vivendo una seconda giovi-nezza”. L’altro grande temaaffrontato con Gianluca Amadoririguarda le ingerenze subite da al-cuni giornalisti nello svolgimentopuntuale del loro lavoro. Com’è noto anche la testata“VicenzaPiù”, circa un anno fa, èstata è stata oggetto di aspre pole-miche e l’avvio di un procedi-mento giudiziario, poi vinto, peraver pubblicato un articolo, afirma Marco Milioni, contenente inallegato documenti definiti “se-greti” nell’ambito dei rapporti tra ilsenatore leghista Filippi e il Cis diMontebello: “Quello delle pres-sioni e minacce, che arrivano an-che agli editori, subite dai cronistiper scrivere, o meglio, non scrivereparticolari notizie che possono tur-bare qualche personaggio è un ar-gomento di stretta attualità. Qui in

necessario tutelare le figure che nesono a stretto contatto quotidiana-mente”. La carta stampata è in crisie la difficoltà dei mezzi d’informa-zione online di produrre introiti,contribuiscono fortemente allacrisi del lavoro giornalistico: “Sonoconvinto che la professione e laprofessionalità non devono cam-biare, i fatti vanno raccontati cononestà e buona fede, indipenden-temente dal mezzo utilizzato perdiffondere l’informazione. La reteda questo punto di vista offreun’enorme pluralità di punti di vi-sta tanto da superare i monopoliche si erano creati prima della dif-fusione capillare di internet. Evi-dentemente come tutte le cosenuove ci sarà bisogno di tempo,nessuno ha la ricetta e sa ancoracome si svilupperà il mercato edi-toriale, lo ammettono anche glistessi editori. In ogni caso il per-corso in Italia non sarà brevissimoe chi sostiene che la carta stampataè destinata a sparire in brevetempo, dal mio punto di vista,commette un grave errore. Sicura-mente si trasformerà e si ritaglierà

Veneto, per fortuna, sono rare leminacce fisiche o mafiose. D’altraparte sono ben presenti e in conti-nuo aumento le intimidazioni sot-toforma di querele e cause civili.Come ordine ci stiamo impe-gnando affinché vengano intro-dotti dei meccanismi per i qualivenga punito chi avvia delle azioniassolutamente infondate nei con-fronti dei giornalisti. Allo statodell’arte questi sistemi preventivinon ci sono ma stiamo lavorandonelle sedi opportune proprio perottenere dei risultati che consen-tano trasparenza e libertà. Scriveresta diventando sempre più difficiletanto che alcuni giornalisti preferi-scono autocensurarsi mentre altrivanno comunque avanti pur sa-pendo di doversi confrontare consituazioni a volte molto sgradevoli.Il nostro compito è duro ma stimo-lante perché la libertà di tutti passaanche attraverso la libertà d’espres-sione di chi per lavoro trasmette leinformazioni”.

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Gianluca Amadori: “Difendiamo i giornalisti per tutelare la libera informazione”

Gianluca Amadori

di Marco Polo

Il presidente dell’ordine dei giornalisti del Veneto denuncia ingerenze e pressioni sempre piùfrequenti, tra cui quelle ben note ai lettori di VicenzaPiù

Non c'è analisi sui media diquesti giorni che non veda in

un modo o nell'altro il voto dell'ul-timo week-end come un voto inchiave antipartitica. Hanno tutti ra-gione, almeno se si sta in superficieo se non si ricorre all'utilizzo dellamemoria. Detto in termini brutalifino a qualche settimana orsonol'equazione dominante era antisi-stema uguale antipolitica ugualemovimenti antipartiti uguale BeppeGrillo. La voce più alta in grado èda mesi quella del primo cerimo-niere di Stato, il presidente GiorgioNapolitano: poi giù giù sino ai rivolipiù periferici.Ancora alla fine dell'inverno c'era

chi lanciava strali di ogni tipo. EnricoPeroni (uno dei fedelissimi del sin-daco berico Achille Variati), segre-tario cittadino del Pd, elogiava ilruolo di spinta del partito «contro ilvento populistico dell'antipolitica».Così si legge su un documento deidemocratici sunteggiato sul Gdvdel 12 febbraio 2012 a pagina 20.Passano si e no tre mesi. E sul sitoweb del comune di Vicenza lostesso Variati smentisce il suo avatardella segreteria cittadina parlandocosì: «Qui dobbiamo uscire da unequivoco... quello dell'antipolitica.Una parola di cui i partiti si sonoriempiti la bocca. Ma più per cercaredi esorcizzarla che di affrontarlaseriamente. Se i cittadini non nepossono più di come funziona esoprattutto non funziona la politicanazionale, è stupido dire loro chesi sbagliano, che la politica è ne-cessaria e giusta. Piuttosto bisogna

ripulire e cambiare il modo concui si fa politica. Fare di più, parlaredi meno. Mostrare coi fatti e gliesempi che la politica è servizio egoverno, non giochi di potere epropaganda... ». Poco prima si iscri-vono al club dei dialoganti con igrillini l'onorevole del Pd DanielaSbrollini e il vicesindaco AlessandraMoretti, la quale addirittura va sulletv nazionali a ribadire il concetto.Sembra di capire che nel Pd abbianoi sondaggi per il 2013 in mano,quando si vota a Vicenza e che lanon belligeranza del M5S, comequella dei No Dal Molin, possaalla fine tornare utile.Delle tematiche di Beppe Grilloperò, quelle vere nessuno parla.Un esempio? Zero nuove lottizza-zioni, stop alla privatizzazione dellemunicipalizzate. Trasparenza asso-luta nei compensi e in tutte le pra-tiche amministrative con tanto di

fatture, pratiche, stipendi e concorsidi comuni e partecipate on-line.Democrazia diretta, referendumabrogativi e propositivi a quorumzero, tariffazione della nettezza ur-bana col sistema pay per use, con-cessioni edilizie solo agli edifici aclasse energetica “A”.Ecco se c'è un minimo comunedenominatore nella lettura del votoè la volontà di non leggerlo ma diprendere semplicemente le misureda un'onda montante (Grillo è soloil carico più in vista) che può tra-volgere assetti consolidati. In realtàle elezioni si sono tenute solo insette comuni medi e piccoli del Vi-centino, ma le dichiarazioni del Pdsono la cartina di tornasole per ana-lizzare il comportamento della po-litica dopo il voto. E adesso arrivacomunque il bello, il banco di provaper tutti coloro i quali sono saliti

sullo scranno: importante o minu-scolo che sia. Il che vale il doppioper il M5S.Quanto alle altre formazioni la Legaha perso meno se si fa il confrontocon quanto accaduto in Lombardia,ma ha comunque perso la leadershipassoluta che aveva in città comeThiene. Il caso Renzo Bossi ha sen-z'altro contato, ma sul capo di Legae Pdl pesa ancor più il giudizio diun elettorato che per anni ha atteso,dietro laute promesse, cambiamentiepocali che non sono arrivati. E lacrisi economica, che ormai è siste-mica, anche se molti politici faticanoad ammetterlo, acuisce il disagioin un Veneto disposto per natura aimpicciarsi poco di politica a pattoche le cose più meno funzionassero.Ora però non è più così.

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I volti del votodi Marco Milioni

Grillo a Thiene

Grillo a Rosà

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Ci siamo fermati in mezzo a uncampo, dopo aver percorso

un viottolo erboso. Esce dal viottoloe si addentra nel campo, l'erba miarriva ai fianchi ed è anche bagnata.Continua a guardarsi attorno, so-spettoso. E inizia a raccontare.L'inizio della crisi nel 2007 con lebanche che scommettevano sulfallimento delle persone, i primitagli. Il discorso si dipana fra eso-dati, cooperative, prestatori di ser-vizi, pensionati che rubano il lavoroai disoccupati, ristrutturazioni eintanto lui non smette di guardarsiintorno, timoroso che qualcuno civeda insieme. Ha accettato di rac-contarsi solo a questa condizione:vedersi in un luogo appartato, nondire nulla di lui, dell'azienda percui lavora, non dire neppure dovevive e dove ci siamo incontrati.Penso alle 5 W del giornalismoanglosassone* e mi sembra di sen-tirlo, il direttore: “Senza poter farenomi, visto che lui vuole essereanonimo, si fa fatica a non essereaccusati di invenzione: o ci sonodei riferimenti o è dura”. È duraper lui, soprattutto. Ora mi racconta

questa storia? Somiglia a un rac-conto più che a un articolo. E poiè solo una storia uguale a tante al-tre, gli esodati ce li propinano atutte le ore, nei telegiornali e neidibattiti televisivi è tutto un parlaredi esodati”.Intanto lui si guarda intorno ner-vosamente: “Sta arrivando qual-cuno, meglio che ce ne andiamo,non voglio che ci vedano assieme.Mi sento meglio ora che ho parlato,perché il problema è anche quello,trovare qualcuno con cui parlaredi questo. Mica lo posso fare coni colleghi”. Facciamo un pezzo di

strada, non so se, quando e comeci rivedremo, non so se il direttorepubblicherà questo pezzo e se ilettori lo giudicheranno un'inven-zione. Quello che so è che lapaura di quell'uomo, la sua soli-tudine, il suo isolamento e la suaincertezza per il futuro, io le hosentite e respirate, non sono ugualia tutte le altre, sono sue e pesanosoltanto sulle sue spalle.

*Who («Chi»), What («Cosa»), When(«Quando»), Where («Dove»), Why(«Perché»)

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la ristrutturazione. Sapevano soloche c'era una gara d'appalto incorso. Sono stati chiamati e, unoad uno, invitati in una stanza aparte “per motivi di privacy, perchéloro devono seguire la legge”; nellastanza c'erano il consulente dellavoro, il presidente dell'azienda,l'avvocato e la busta paga da unlato, il lavoratore dall'altro. Moltisi sono sentiti dire: “Questa bustapaga non ce la possiamo permet-tere” e poi la proposta di buonu-scita. L'amico dell'anonimo nar-ratore ha accettato 20.000 euro ela mobilità (gli mancavano dueanni alla pensione). Solo che è in-tervenuta la legge Fornero e lui èdiventato un esodato. I 20.000euro sono finiti e anche la mobilitàe ora non riesce neppure a saperese e quando potrà andare in pen-sione, a causa di calcoli complicatilegati alle modifiche legislativesulla contribuzione del lavoro not-turno; sa solo di essere un esodato.Il nostro narratore invece ha volutocontinuare a lavorare, ma fra pocoil suo contratto finirà e comunqueil suo lavoro è sempre legato al-l'appalto: se la ditta perde la pros-sima gara, ci sarà una nuova riu-nione con i boss in una stanza,uno a uno e non sa cosa gli dirannola prossima volta. E ha il mutuo, ifigli, la casa...

Dall'altra parte della storia ci sonoi pensionati a 1700 euro al meseche lavorano per cooperative osocietà di servizi; costoro vengonoassunti per qualche mese comeprestatori d'opera, hanno un con-tratto che è allo stesso livello diquello degli altri lavoratori, soloche l'azienda usufruisce di agevo-lazioni fiscali, pagando meno con-tributi. E con questi mesi di gua-dagno extra i pensionati si paganovacanze esotiche in paradisi lon-tani. Il prezzo di tutti questi eventiè la divisione fra lavoratori, chesono uno contro l'altro, sospettosiverso i colleghi. “Il sistema im-prenditoriale è troppo potente ele aziende usano lo stato comeammortizzatore sociale. Il sindacatonon può fare molto per il singoloe comunque anche quel settore èlegato alla buona volontà del de-legato. Spesso i sindacati sonosolo delle spa, industrie per farsoldi con le tessere. Ma per fortunaal loro interno ci sono personeche lavorano con passione. Ecco,ho finito, cosa le pare della miastoria? Ora gliel'ho raccontata, leiè una giornalista... chissà cosa cisarà scritto sul giornale domani...Posso fidarmi vero? Manterrà lapromessa di non fare nomi?”.Penso al direttore, ai lettori delgiornale. “Ma cos'ha di speciale

Ci siamo fermati in mezzo a un campo

di Maria Rosa Baldin

Se passate in viale S. Lazzaro ve-drete una piccola tenda sul mar-

ciapiedi, qualche striscione e dueautomobili coperte di bandiere.Quelle automobili sono la casa ditre lavoratori che protestano. Sonotre trasportatori, ex dipendenti dellaDe Boni Trasporti. Hanno lavorato,non sono stati pagati, sono stati li-cenziati. I loro nomi (Amir, Urim eSlatko) “tradiscono” la loro prove-nienza. Sono nati in paesi balcanici.Gli stessi che la Nato (e anchel’Italia) hanno bombardato non tantianni fa. Sono venuti in Italia per la-vorare, dopo una guerra devastantee disastrosa. Hanno lavorato tra-sportando merci per mantenere leloro famiglie, per crescere i figli.Adesso sono là, al bordo di unastrada molto trafficata. Chiedono diessere pagati per il lavoro svolto.Un diritto che viene loro negato daltitolare della De Boni Trasporti cheè lo stesso della Aurora Assicurazioniche ha la sede proprio là dove sisono “accampati”. La gente passa,qualcuno si ferma, ascolta la lorostoria. Forse prende coscienza chela loro situazione non è “un caso”ma la “normalità”. Ci sono tanti la-voratori sfruttati e “gettati via” senzaessere pagati. “Trattati peggio deicani” dicono. “Se fossimo cani ab-

bandonati in viale S. Lazzaro qual-cuno si muoverebbe. Ci verrebberoad aiutare. Ci darebbero da mangiaree, forse, una casa … ma siamo la-voratori licenziati e, allora, dobbiamoaspettare per ottenere quello che cispetta.” Amir, Urim e Slatko voglionosolo avere quello che hanno gua-dagnato con il loro lavoro (circa4.000 euro a testa). Non un euro dipiù, non un euro di meno. “Solo inostri soldi” ripetono. Quei soldiche Massimo Dal Maso dice di nonavere. Eppure arriva, posteggia lasua Porsche e sale nei suoi uffici.Ma Dal Maso passa e sorride. Ledifficoltà dei lavoratori, la loro esa-sperazione non lo interessano. Sono“un fastidio”. Si ha la sensazioneche casi come questo siano, per ilDal Maso, un’abitudine anche perchèpare che questo suo comportamento

non sia nuovo ma una prassi condipendenti periodicamente cambiatie mandati via pagandoli parzial-mente.Intorno alla tenda si parla, si rac-contano storie di sfruttamento, sicapisce che la vicenda di spaventososfruttamento dei tre lavoratori dellaDe Boni è la “normalità”. Ce nesono centinaia di casi come questoin cui imprenditori senza scrupolisfruttano la situazione di solitudinedei lavoratori. Isolano e dividono ilavoratori che, da soli, non riescono(o non sanno) neppure protestare.Accettano il sopruso perché è quasiimpossibile ottenere giustizia intempi ragionevoli. In questi casitutto si dilata. Le istituzioni, a partiredalle amministrazioni locali, quandoappaiono sono impotenti. Prendonotempo, non possono agire (sosten-gono). Parlano di “aiuti” ed è un’ele-mosina. Ma, in questi casi, si trattasolo di avere riconosciuti i propridiritti. Niente di più, niente di meno.La sensazione è che quando c’è dimezzo un imprenditore, che asso-migli con la sua arroganza allo ste-reotipo peggiore del “padrone”, siamolto difficoltoso ottenere giustizia. A vedere queste cose si dovrebberiflettere sulla profonda ingiustiziadi una società che permette di nonpagare i lavoratori e colpisce conseverità chi, magari, protesta e urlala sua rabbia.Sale un senso di frustrazione, di im-potenza ed esasperazione che cirende sudditi.

Venerdì i lavoratori della De BoniTrasporti sono stati dal prefetto. Nonè la prima volta. Precedentementeera stato raggiunto un accordo colDal Maso per i pagamenti (una pic-cola cifra ogni mese fino al saldodel debito) davanti al Prefetto. Unaccordo puntualmente disatteso e,di fatto, stracciato dalla proprietà.Questo ha portato i lavoratori a pro-testare giorno e notte in quella tendae nelle due automobili trasformatein scomodi letti. Una lotta difficileed estenuante, supportata da sinda-calisti della Cgil, da qualche presenzadi altri sindacati come Usb e Cub,dai partiti della Federazione dellaSinistra (PdCI e Prc), dalla parrocchiadi S. Lazzaro, da qualche cittadinoche si ferma e ascolta una storia di“ordinario sfruttamento”. Mentre

scriviamo i lavoratori della De Bonihanno avuto l’assicurazione del ver-samento di 400 euro per sopravvivereuna settimana e di un interessamentoper cercare per loro una soluzionepiù duratura e contestuale al bloccodell’attività della De Boni. Ma questaè una storia come tante, una storiaalla quale qualcuno (ancora troppopochi) non vuole abituarsi.I lavoratori della De Boni Trasportinon si sono abituati e non si rasse-gnano. “Dal Maso, questa volta, hasbagliato persone perché noi an-dremo fino in fondo. In una manierao nell’altra vinceremo perché la ra-gione è dalla nostra parte” dicono.E, anche su questo, hanno ragione.

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La disperazione in tenda

di Giorgio Langella

L’immagine tipica di un’es0data

Massimo MasoloI lavoratori della De Boni Trasporti attendati per protesta

numero234 del12 maggio 2012 pag5

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“La luce in fondo al tunneldella crisi? Purtroppo non in-

travediamo neppure uno spira-glio, anzi temo che il 2012 saràun altro anno di sofferenza”.Non usa mezzi termini, LuigiSchiavo, per descrivere le pro-spettive del settore edilizio, en-trato in difficoltà già quattro annifa e da cui in fondo è partito ilcollasso economico globale. Ilneo-presidente regionale Ance,l’associazione che raggruppa icostruttori edili veneti, vede an-cora troppe criticità e problemiirrisolti perchè il volano possariavviarsi. “Nel 2008 lanciammol’Sos proprio da questa area efummo considerate Cassandretroppo pessimiste. In realtà ave-vamo segnali tangibili di quelloche poi sarebbe successo: ridu-zione delle commesse e dellevendite che ci facevano temerel’inversione brusca di quel trendfavorevole durato 25 anni. Peranni i vicentini, in proporzionepiù che altrove, hanno deciso diinvestire parte dei risparmi perpassare da affittuari a proprietari,assecondati nell’ultimo periododalle banche che hanno però fi-nanziato indiscriminatamenteanche il 120% dell’ipotetico va-lore di acquisto degli immobili.L’economia del territorio, grazieanche all’indotto, ha prosperatoed hanno prosperato anche lepubbliche amministrazioni, cononeri urbanistici sempre più pe-santi e balzelli vari, ma pure au-mentando funzionari e spesecorrenti. Il credit crunch banca-rio ha invece fatto chiudere im-provvisamente i rubinetti ed ilsistema si è inceppato: le unichea non attrezzarsi o adeguarsisono state proprio le Ammini-strazioni locali che, tra l’altro,hanno pure appesantito l’iter bu-rocratico per poter costruire. Sa-pete quanti documenti ci vo-gliono mediamente per dare ilvia ad un cantiere? Ben 72adempimenti diversi, che si mol-tiplicano annualmente. Ora cheho questo incarico regionale misono permesso di chiedere alGovernatore Zaia di porre unfreno. Almeno a parole ha accet-tato la sfida, sarebbe già un aiutoimportante per il settore”. A proposito di Regione, checlima ha trovato in quella isti-tuzione: solite mani legate pernon decidere o finalmente un pòpiù di concretezza? “Hanno una buona squadra ditecnici e ciò fa ben sperare, maanche parecchie teste e poten-zialità; per la prima volta si èproposta una Commissione perla semplificazione burocratica.Vedremo, purtroppo sopravvi-vono ancora troppe beghe e

campanilismi interni: vanno su-perati nel nome dell’interessecollettivo, se no la crisi resta untunnel senza sbocchi. Si stannoalimentando poi una negativitàed un pessimismo generalizzatoche certo non aiutano”.Le Pubbliche Amministrazioni,comunque, uno strumento persupportare i motori dell’econo-mia lo avrebbero pure, sichiama “Sportello Imprese”: stafunzionando a livello regionalee periferico?“Solo nelle pie intenzioni ini-ziali. Il guaio è che, per timori epalleggio di responsabilità, con-tinuano a chiedere pareri e nondecide nessuno. Anzi, questisportelli non rispondono intempi accettabili alle istanze percui sono stati creati. Troppi cen-tri di controllo e, anche qui,troppi passaggi burocratici, itempi dell’amministrazione noncoincidono proprio con quellidell’economia reale. A noi im-prenditori basterebbe un sì o unno e che si applicasse la leggeuniformemente a partire dal fa-moso Decreto Bassanini di ventianni fa. Potremmo regolarci edorganizzarci di conseguenza; in-vece riceviamo i soliti “le faremosapere, vedremo, in teoria...”.Nel varesotto recentemente il ca-valier Beretta, ben noto impren-ditore alimentare, ha comperatouna pagina del Corriere dellaSera per chiedere agli uffici co-munali di quel territorio risposteche tengono bloccata la costru-zione di uno stabilimento chedarebbe lavoro a 400 persone:possibile che si debba arrivare aquesto?”Un altro grosso scoglio per voiimprenditori edili sono certa-mente i tempi della giustizia,specie nel recupero dei crediti.Avete fatto proposte in Ance?“Anche qui chiediamo certezze,non risposte vaghe che favori-scono solo chi sa di essere intorto e non paga i lavori. Da noiper una sentenza si aspetta oltre10 anni, in Germania dopo tresiamo nel patologico. C’è unacasta di avvocati e magistrati chefrena la ripresa economica, fo-mentando e non dirimendo la li-tigiosità tutta italiana. Un Paeseevoluto non può permetterselo,si potrebbe fare come appuntodai nostri colleghi tedeschi: lì senon versi una pesante cauzionenon inizi una causa, sarebbe un

deterrente per le piccole beghe.Poi spero che la novità della me-diazione porti reali vantaggi, mava supportata”.Passiamo al tema della sicu-rezza. Qualche imprenditorevede le norme restrittive comeun costo fisso insostenibile enon di rado, purtroppo, si veri-ficano incidenti sul lavoro nelvostro settore. Qual’è la Suaversione?“Le statistiche dicono questo, mavanno lette con attenzione. Gliincidenti nei cantieri a norma econ addetti qualificati sono innetto calo. Poi purtroppo cadedal tetto anche il titolare o l’agri-

Luigi Schiavo, presidente Ance Veneto

di Andrea Genito

coltore che vuole arrangiarsi perfare piccole ristrutturazioni e c’èl’incidente in itinere. Con la si-curezza non si scherza e noisiamo i primi a pretenderla,nell’interesse di chi lavora nelsettore e per non bloccare i can-tieri. La cultura e la consapevo-lezza in tal senso fortunatamentestanno crescendo negli opera-tori, che capiscono che questicosti si ammortizzano. Ma anchei committenti debbono preten-dere il rispetto delle normee  non forzare i tempi o chiederescorciatoie pericolose: un can-tiere sicuro è un valore aggiuntoanche per loro”.

Torniamo al rapporto con ban-che. Cosa vi aspettate voi del-l’Ance e cosa chiede LuigiSchiavo?Invito le banche a tornare ad unrapporto equo e umano coi pro-pri clienti, e non parlo solo dinoi imprenditori. Da tempo siguardano in cagnesco privati chechiedono mutui, si è passati inpratica da un eccesso all’altro:o cambiano i criteri di valuta-zione, troppo penalizzanti anchealla luce dei nuovi contratti dilavoro, oppure almeno finanzinochi era considerato sicuro ed af-fidabile solo pochi anni fa.”

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numero234 del12 maggio

Ancora buio pesto per l’edilizia, il neopresidentedei costruttori veneti è preoccupatoLuigi Schiavo, 48enne ingegnere scledense chiama in causa amministrazioni e banche: “facciano laloro parte e ripartiamo assieme”

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Il primo contatto con Ilaria av-viene per email. Poche battute

e l’appuntamento è per il giornoseguente in un bar di Bassano.“Magari davanti ad uno spritzsarà inusuale fare un’intervista,ma almeno è più facile parlaredi sé”, mi dice al telefono. L’ideadi un’intervista è venuta dopoun’interessante e provocatoriastoriella che ha inviato al nostrogiornale online (cliccatela subassanopiu.com) su un ipoteticocondominio in cui in pochi pa-gano per mantenerlo e di cuimolti usufruiscono senza parti-colari sacrifici. Ore 18,30 di untranquillo mercoledì di maggio,e la giovane consigliera comu-nale fa il suo arrivo. Un po’ inritardo, ma il traffico di Bassanodel pomeriggio è duro da dige-rire. Ad ogni modo, dopo lastretta di mano usuale e i primiconvenevoli Ilaria inizia a par-lare di sé.Lei ha 33 anni e non si fa pro-blemi nel dire la sua età. Delresto, quando si è giovani esi-birla con nonchalance è quasiun vezzo. Soprattutto perché leidimostra molto meno dei suoianni; se fossi sicuro di non sem-brarle troppo … interessato direialmeno 10 in meno. “Me lo di-cono in tanti – confessa – in re-altà sono già 10 anni che lavoro.Molti pensano che abbia iniziatoa lavorare quando ero ancoraminorenne!”Non si fa fatica a crederle. Moltogioviale e simpatica, Ilaria lavorain un’azienda privata di Romano.È entrata in politica quasi per

gioco, quando il candidato sin-daco Stefano Giunta propose asua mamma di candidarsi e difronte all’impossibilità di que-st’ultima fu proprio Ilaria ad ac-cettare la sfida di confrontarsinelle urne con aspiranti più na-vigati di lei. Adora il proprio la-voro (“penso quasi che me loabbiano cucito addosso, mi pia-ce tantissimo. Tutti dovrebberoavere la mia fortuna” dice con-tenta), si è laureata a Veneziain arti grafiche e da allora si ètuffata nella sua attività.Non è (ancora) sposata, ma hatanti amici e tanti affetti. La sua

che avevo previsto di impegnar-mi in politica al massimo perun mandato, quando tutti midicevano che i primi risultati lisi ottengono dopo 10 anni diesperienza. Io penso che se sigoverna con l’ossessione di es-sere rieletti non solo non si fac-cia bene il proprio dovere, mapoi inevitabilmente non si ot-tiene nessuna conferma. Se la-vori bene, per forza la genteapprezza e ti ricorda”.Mentre si chiacchiera passa tantagente. Molti la salutano e lei ri-cambia, segno che nel suo pic-colo è riuscita a farsi apprezzaree volere bene. Il sorriso sempresulle labbra è il suo segreto.

“Penso che sia stato uno deimotivi che mi ha permesso diessere eletta. La gente ha ap-prezzato il mio essere nuova,di non avere un curriculum ki-lometrico a livello politico. Forsesì, è anche per questo che mihanno scelta”. Lontana dai soliticliché della politica bella e leg-germente oca, Ilaria dimostra diessere bella e intelligente. Moltointelligente. Dote che non è datutti in politica e che a voltepuò essere un … problema. Leilo sa, sorride e ci saluta. Flauto,tango e lavoro l’attendono. Peril dopo politica.

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vita si snocciola tra lavoro, po-litica e passioni varie. Su tuttela musica ed il ballo. Suona ilflauto traverso in una banda diPossagno. “Ho iniziato a suonarequando avevo circa 15 anni.Farlo in una banda non è asso-lutamente meno importante chesuonare in un’orchestra. Tuttipensano erroneamente che losia, in realtà non lo è. E io sonoorgogliosa di farne parte. Se faiqualcosa per passione tutto èpiù bello”.E poi c’è il tango. “Questo inte-resse è venuto più tardi, ma nonci rinuncio, salvo per cause diforza maggiore. Ho dovuto in-terrompere durante la campagnaelettorale, per ovvi motivi, ep-pure quando posso non saltouna lezione”. Insomma, una vitapiena per una ragazza che, cometanti dei trentenni dei nostrigiorni (e magari con un po’ piùdi fortuna), coltiva passioni esperanze. E come se non ba-stasse c’è l’impegno civico. “Inu-tile far finta che non pesi, la re-sponsabilità è tanta e spesso mitrovo nella condizione di capireche davvero io rappresento unabuona parte della città di Bas-sano. Tutti coloro i quali mihanno votato hanno creduto inme e io sento il dovere di fare illoro bene”.Potrebbe sembrare uno sloganelettorale. In realtà guardandolanegli occhi e ascoltandola par-lare ti rendi conto di come nellasua voce ci sia tutta la genuinitàdi chi non è un personaggio po-litico scafato che fa questo “la-voro” da anni. “Io penso che lapolitica sia un’esperienza chetutti prima o poi debbano fare.Provare a fare del bene per lapropria città è il compito piùimportante per chi fa politica.Io non mi sento oppressa dallaresponsabilità, so che devo fareil mio meglio e che in molticredono che io sia in grado dirappresentarli come si deve. Edio non voglio deluderli”.Molti potrebbero pensare chesia una sorta di rampa di lancioper una prossima rielezione, ep-pure, lei dice, non è così. “Anchein questo caso ci tengo a metterealcune cose in chiaro. Quandosono stata eletta mi è sembratoquasi di non capire cosa mistesse succedendo. Un po’ quel-lo che succede quando ti laurei.Realizzi sempre dopo. Per me èstato lo stesso, e me ne sonoaccorta la prima volta che hoavuto di fronte a me la pulsan-tiera per le votazioni ed il miodito era stranamente pesante.Ed è anche per questo motivo

Ilaria Brunelli, ai politici bassanesigliele suona col flauto

di Onofrio Schino

È lei il volto giovane della politica locale: musica, tango ma anche lavoro e impegno per la gente

Ilaria Brunelli davanti all'auto sandwich usata in campagna elettorale

Ilaria Brunelli suona il flauto traverso

Ilaria Brunelli con Federico Faggin, il vicentino padre dei microprocessori

Ilaria Brunelli mentre balla il tango

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Il comune di Vicenza, a guidacattolica, il 31 maggio 1897

“udite le proposte della Giunta,delibera di commemorare il Xgiugno 1848, a Monte Bericocolla bandiera decorata del Co-mune, con una funzione reli-giosa e corona al monumentodei caduti”. La Santa Messa in-serita nelle celebrazioni, pro-voca malumori nel ConsiglioComunale tra le minoranze ga-ribaldine che non volevano ipreti in politica. Un dibattito in-candescente aspro, che arriva adisordini di piazza, e si con-clude con il commissariamentodel comune. Riportiamo alcuniinterventi dei notabili deltempo. Paolo Lioy: “la bandiera trico-lore è per Vicenza gloriosa e in-signe, deve dispiacere a tuttiche questa bandiera sia tema didiscussione. e dissidi”. Lioy pro-segue attaccando il Sindaco Ro-berto Zileri cattolico, perchéandò a Roma nel Palazzo delPapa, al Quirinale, per osse-quiare il Re. Le funzioni ufficialisono una ipocrisia, una profana-zione del tempio.Conte Almerico Da Schio: “inchiesa ci si deve andare come

insegna la dottrina cristiana perdare a Dio l’anima nostra. Èmolto più bello intervenire aduna funzione religiosa per im-pulso spontaneo dell’animo an-ziché andarci per rappresentan-za”. Il sindaco conte RobertoZileri pone a votazione l’ordinedel giorno della giunta, per ap-pello nominale, risultato18 votia favore e 14 contrari. Inizia la lotta tra i due giornalidel tempo. Il Giornale della Pro-vincia di Vicenza diretto dal Dr.Enrico Sperotti, che lamentacome “la Giunta clericale mu-tando nella forma della comme-morazione consacrata da 30anni di consuetudine, non giu-stificati da alcuna ragione …”Il Berico scrive che i Cattolicivolevano una funzione religiosa

in suffragio dei prodi caduti cherendesse tutto più solenne.Come poteva urtare i nervi unafunzione religiosa, se i liberalistessi, tipo Lioy, si fanno a pro-clamare alto la loro religiosità?La Giunta chiama a raccolta ilpopolo: “Cittadini, il 10 giugno,che tutti portiamo scolpito nelcuore come una delle memoriepiù care, ci richiama sul Monteglorificato dal sangue che i no-stri prodi versarono. Il Santuarionelle famose giornate testimonesolenne del patrio valore ciunirà a pregare per i caduti. …Dopo le preghiere deporremo aisuoi piedi una corona. 8 giugno1897 – Il Sindaco Roberto ZileriDal Verme”.La sera del giorno 8 giugno1897 esce un ordine del giornodei liberali che “rivendicando ildiritto di difendere da profana-zioni settarie il patrimonio mo-rale delle patriottiche tradizionicittadine, sconfessano l’opera li-berticida della propria rappre-sentanza legale… Protestanocontro una delibera che muta lafesta del popolo in cerimoniaesclusiva di un partito. La mattina del 10 giugno la ban-diera uscì alle 7 dalla Loggia delCapitaniato, portata dall’Asses-sore Girotto e scortata dal Sin-daco Conte Roberto Zileri DalVerme, protetta dai pompieri abaionetta innastata, da un foltogruppo di carabinieri. In piazzastudenti, operai, impiegati, con-tadini, tutti armati di bastoni.Giunti a Monte Berico, le portechiuse, guardate dai pompieri,la folla si ferma davanti al mo-numento dei Caduti del 1848. ICarabinieri tentano di farestrada, ma la resistenza è acca-nita, urla, fischi, spintoni, unaenorme confusione, dopo lun-ghi tentativi si riesce ad aprireun varco, la bandiera si inoltra.Liberali e clericali entrano incontatto, pugni e bastonate, iclericali si rifugiano in chiesamalconci. La sera scendono in piazza mi-gliaia di cittadini con decine dighirlande. Il corteo si muove perVia Muscheria con acclama-zioni al Re (in Piazza Duomo).Vicenza la leonessa del X giugnoè tutta qui. L’arrivo al monu-mento segna uno dei momentipiù belli della dimostrazione.Prende la parola il presidentedei veterani cav. Negrin checommemora i martiri, conclu-dendo con alcuni versi di Gia-como Zanella. Alle 21,30 la folla si ferma da-vanti al palazzo del Sindacoconte Roberto Zileri (in corsoPalladio): alcune finestre sonoilluminate, la bandiera nazio-nale è esposta. Grida dei mani-festanti contro il Sindaco deiBorboni, intervento dei Carabi-nieri che tolgono la Bandieraper evitare risse.Un numeroso gruppo di manife-stanti si porta al Ponte Pusterla,alla tipografia de Il Berico (ilgiornale dei clericali) sassate

Tumulti a Monte Berico, sassaiola alla tipografia Rumor,17 Arresti, cade la Giunta, Comune Commissariato

di Luciano Parolin

Palazzo Zileri Dal Verme

Il Sindaco Roberto Zileri

Il manifesto del 10 Giugno 1870 Monumento 10 giugno 1848

Oggi i No Dal Molin contro il Forum, il 10 giugno 1897 i cattolici contro i liberali

alle vetrine, un sasso colpiscealla fronte un maresciallo deiR.R.C.C. (Regi Carabinieri), lafolla rompe il cordone delleguardie, suonano gli squilli ditromba, diciassette arresti. Sui fatti di Vicenza l’on. LuigiCavalli, presenta una interroga-zione, a cui rispose il sottose-gretario Serena. 21 giugno 1897 Ecco cosa sileggeva sullo scioglimento delConsiglio Comunale Il Prefetto comm. Bondi, ha in-viato ieri mattina al Sindacoconte Roberto Zileri la seguentenota.Con dispaccio di ieri N° 11195S.E. il Ministro dell’Interno mi hainformato che il Consiglio Co-munale di questa città è statosciolto, e mi ha incaricato di de-legare un Commissario Prefetti-zio per la spedizione degli affariordinari di cotesto Municipio, inattesa del Regio Commissariostraordinario. Nell’informarepertanto della cosa la S.V. Ill.mami pregio prevenirla che inadempimento al succitato di-spaccio Ministeriale ha nomi-nato a Commissario Prefettiziopresso codesto Ufficio il consi-gliere di Prefettura Cav. EttoreDott. Bertagnoni, il quale si pre-senterà in giornata alla S.V. perricevere le consegne Il PrefettoBondi.Il 28 giugno 1897 a Commissa-rio Regio Straordinario fu nomi-nato Tito Sermanni Consiglieredi Siena. Roma il 30 giugno1897 alle 20 il Ministro dell’In-terno Marchese di Rudinì tra-smette a Sua Maestà il Re larelazione riguardante lo sciogli-mento del Consiglio Comunaledi Vicenza.Sire, La condotta del ConsiglioComunale di Vicenza ha in que-sti giorni vivamente commossala pubblica opinione. Intanto ilSindaco e la Giunta si sono di-messi; ma questo fatto non mo-difica la situazione e faprevedere che, senza lo sciogli-mento dell’intero Consiglio, nonsarà facile aversi una rappresen-tanza che soddisfi alle legittimeaspirazioni di quella patriotticaCittà, la quale ha ben diritto diesigere che l’andamento del-

l’Amministrazione non sia tur-bato dalle passioni politiche.Anche prima quindi che si fac-cia il tentativo per la sostitu-zione dei dimissionari, siintuisce la necessità e l’urgenzadel radicale accennato provve-dimento e io mi onoro farneproposta a Vostra Maestà colloschema di decreto che Le som-metto per l’Augusta firma.Il Ministro Antonio Rudinì.

Tutto questo, caduta dellaGiunta inclusa, avveniva a Vi-cenza poco più di cento anni fae in ballo c’era la commemora-zione di chi era caduto per resi-stere al generale Radetzky il 10giugno 1848. Oggi c’è unForum che la Curia ha primaospitato, poi sfrattato. Che siafilo americano o no, interessapoco, perché in qualunque an-golo democratico del mondonon dovrebbe essere censura-bile il manifestare opinioni es-sendo consentito il contrastarle.Quello che è grave è che dal1897 a Vicenza sembra proprioche nulla sia cambiato in ter-mini di intolleranza. Anzi no,una cosa è cambiata. Allora al-meno su certe dispute la Giunta,si metteva in discussione.

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Studente all'opera in un laboratoriodell'I.T.S. Meccatronico

Sulla scia delle rinnovate esi-genze del mercato del lavoro,

l’offerta formativa del territoriosi arricchisce di opportunità peri giovani diplomati. Lo scorsoanno, il primo a livello nazionalea partire è stato l’Istituto TecnicoSuperiore di Vicenza, compartomeccatronico – nuove tecnologieper il made in Italy. Sono venti-quattro i giovani diplomati, se-lezionati a settembre, che hannoavuto la possibilità di iniziarequesto corso biennale professio-nalizzante, al termine del quale,dopo aver sostenuto l’esame distato con commissione ministe-riale, viene rilasciato un diplomastatale di Tecnico Superiore. GliI.T.S., introdotti nell’ordinamentonazionale dal decreto del 25gennaio 2008, hanno l’obiettivodi offrire ai giovani una forma-zione altamente specializzata econcrete possibilità di trovarelavoro in breve tempo. «Ciò chedifferenzia e caratterizza queste

su cui stiamo lavorando prendaforma». In Italia sono circa 60 gli Istitutiavviati, i cui percorsi formativisono specifici rispetto alle esi-genze professionali del territorio.A Vicenza, l’I.T.S. Meccatronico,la cui sede è presso l’Istituto Tec-nico Superiore “A. Rossi”, ha giàaperto le iscrizioni ai due corsi,in partenza il prossimo settembre,di Tecnico superiore per l'auto-mazione ed i sistemi meccatro-nici e di Tecnico superiore perl'innovazione di processi e pro-dotti meccanici (sede di svolgi-mento a Treviso).

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scuole speciali di tecnologia –spiega Giorgio Spanevello, di-rettore dell’istituto – è la presenzaattiva delle imprese, che contri-buiscono in modo determinantealla progettazione e alla realiz-zazione dei corsi. Inoltre, l’aspet-to professionalizzante del per-corso permette agli allievi di co-noscere concretamente il mondodel lavoro, trascorrendo in azien-da circa la metà delle ore previstenel biennio e collaborando allarealizzazione di progetti redattidalle aziende e scelti diretta-mente dagli allievi. Fondamentale– prosegue Spanevello - è anchela metodologia didattica per com-petenze utilizzata, che prevede

attività laboratoriali, team wor-king e simulazione di casi». Lematerie insegnate, oltre ad unpotenziamento delle conoscenzedi base, vanno dalla progetta-zione alla qualità e alla sicurezza.Ed è proprio la formazione inAddetto alla Sicurezza Servizidi Protezione e Prevenzione unodei motivi che ha portato Lara,unica ragazza, nonché laureatain ingegneria aerospaziale, a fre-quentare il corso. «Dopo l’uni-versità, ho fatto alcuni colloquidi lavoro in aziende metalmec-caniche, ma senza risultati. Miveniva richiesta già un’esperienzasul campo e il possesso di alcunirequisiti specifici che mi augurodi ottenere attraverso questa scuo-la». Anche Enrico, 21 anni di Verona,con diploma di perito-elettronico,ha deciso di optare per questaopportunità. «Dopo un anno difrequenza all’università, non hopiù trovato motivazione allo stu-dio perché le materie d’esameerano troppo teoriche. A me in-teressava, invece, il risvolto pra-tico della meccanica e dell’au-tomazione. Inoltre, la possibilitàdi svolgere un’esperienza lavo-

rativa con buone possibilità diassunzione al termine del per-corso, considerati i tempi di crisi,mi hanno portato a cambiare di-rezione». Della stessa opinioneanche Carlo, perito meccanicovicentino. «Le ore in aziendasono molto formative e costruttiveperché danno la possibilità diapplicare concretamente ciò cheabbiamo appreso in aula. E, conil passare del tempo, dà soddi-sfazione vedere come il progetto

Giorgio Spanevello: «bisogna cogliere le nuove opportunità per combattere la disoccupazionegiovanile. Perciò a Vicenza si formano tecnici altamente specializzati per trovare lavoro subito»

L’I.T.S. Meccatronico: il lavoro chiede, la scuola forma, l’esperienza insegna

di Federica Ceolato

Giorgio Panevello

Studente all'opera in un laboratoriodell'I.T.S. Meccatronico

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dirigente scolastico dell’istitutosuperiore Antonio Canova diVicenza, che comprende ancheil liceo artistico statale - hapenalizzato notevolmentel’istruzione artistica, riducendoore e discipline d’insegna-mento. Consapevole dell’importanza dimantenere una formazione tra-sversale a tutti i linguaggiartistici, l’istituto si è impegnatoa investire parte della percen-tuale di autonomia nell’offertaformativa data alle scuole nel-

l’integrazione del percorso distudio con nuovi indirizzi nel-l’ottica dell’interdisciplinarietà,per fornire agli studenti gli stru-menti necessari per conoscere ilpatrimonio artistico nel suocontesto storico e culturale ecoglierne appieno la presenza eil valore nella società odierna. Èfondamentale sviluppare neinostri ragazzi sensibilità e capa-cità creative che permettanoloro di conoscere e compren-dere le radici storiche dellanostra cultura e di applicare lediverse tecniche artistiche, nonsolo per la conservazione deibeni artistici, ma anche per laproduzione di opere d’arte». Glistudenti del liceo artisticovicentino, infatti, a conclusionedel percorso scolastico, sono ingrado di conoscere le proble-matiche relative alla tutela, allaconservazione e al restauro delpatrimonio artistico e architetto-nico, ma anche di conoscere eapplicare i codici dei linguaggiartistici, e di padroneggiare iprocessi progettuali, utilizzandotecniche e materiali in relazioneai diversi indirizzi di studio. Illiceo artistico è, infatti, il ter-reno da cui potrebbero fiorire ifuturi artisti. «Tralasciando ilbanale stereotipo dell’artistacome personaggio sregolato,

che si atteggia in modo alterna-tivo – precisa Renzo Antonello,scultore e insegnante di disci-pline plastiche - l’artista ha unruolo fondamentale nellasocietà, perché attraverso le sueopere d’arte interpreta e riela-bora il pensiero, invitando allariflessione. L’artista si impegnacon rigore nello studio, nellaricerca, nella scoperta di nuovilinguaggi per raccontare ilmondo e come il mondodovrebbe essere, spesso antici-pando i tempi. Per questol’attenzione di noi insegnanti èvolta ad approfondire e a svi-luppare quelle conoscenze equelle abilità necessarie a matu-rare negli studenti del liceoartistico le competenze neces-

(f.c.) L’Italia, il bel paese! Riccodi storia, cultura, monumenti,beni artistici di immenso valore.Ma a fronte della ricchezza delpatrimonio culturale nazionaleemergono enormi potenzialitàdi crescita non ancora valoriz-zate, riferite non solo all’econo-mia turistica, ma alla diffusionedi una sensibilità in grado dicomprendere l’importanza chetale patrimonio riveste nella for-mazione dell’individuo.«La recente riforma della scuola– spiega Domenico Caterino,

Arte da creare, valorizzare e tutelare: la missione del Liceo artistico statale vicentino

sarie per dare espressione allaloro creatività e alla capacitàprogettuale nell’ambito dellearti».In linea con la riforma, che pre-vede un primo biennio unitarioe quattro diversi indirizzi nel se-condo biennio e nell'ultimoanno, il percorso del nuovoliceo artistico si articola, a par-tire dal secondo biennio, negliindirizzi di arti figurative, de-sign, audiovisivo e multimedialee architettura e ambiente.«L’ampio ventaglio – concludeil dirigente - di canali lavorativiche oggi si aprono ad una arti-sticità coniugata in senso rinno-vato, abbinata a solide basiculturali, offre ai nostri studentinuovi sbocchi professionali, incui spendere le conoscenze e lecompetenze acquisite. Inoltre,nell’ottica di potenziare il no-stro polo artistico-architetto-nico, stiamo lavorando ad unprogetto di scuola professio-nale, quale possibilità di sceltaaggiuntiva al liceo attuale, perla lavorazione artistica dellapietra e del marmo, che valo-rizzi e recuperi la tradizione vi-centina nel settore».

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Domenico Caterino

Una prova al Liceo Artistico Statale di Vicenza

Domenico Caterino: «la ricchezza del patrimonio artistico-monumentale italiano ha bisogno di formazione e sensibilità per poter essere compreso e valorizzato»

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2012 pag10numero234 del12 maggio

Da oggi, oltre a lettere, infor-mazioni e articoli, inviate a

[email protected] o a [email protected] foto noti-zie ma anche foto curiosedescrivendocele. Starà a noi ve-stirle, le prime di informazioni, leseconde di un po’ di suspence.

Agli “autori” da noi autoritaria-mente e scriteriatamente scelticome i più meritevoli sarà riser-vato l’onore di vedere pubblicatoil loro nome e, se vogliono, la lorofoto. A chi per primo indovinerà ledomande sulle foto curiose an-dranno in omaggio, oltre alla visi-

bilità sui nostri mezzi, ricchi premie … cotillons: questa settimana(gli autori fanno parte del “bet”per cui zero premi a loro) si iniziacon l’omaggio di un abbona-mento annuale a VicenzaPiù perchi indovina (A) chi sono i due fi-guranti, loro dicono “matti”, del-

l’ex manicomio di MontecchioPrecalcino, (B) quanti anni ha lavecchina tecnologica che stausando magistralmente l’iPad deldirettore.E un super premio a chi indovinachi c’è dietro l’obiettivo che ritraea un tavolo del Wengè i consi-

glieri comunali del sempre più ri-goglioso gruppo misto MaurizioFranzina e Luca Balzi. Inviate levostre risposte e le nuove foto a

[email protected] a [email protected]

Le foto concorso a premi

A B C

I posti macchina a Vicenza, sonosempre meno, probabilmente iresponsabili delle “strisce az-zurre”, non hanno rilevato chele auto sono aumentate e che lestrade sono i garage notturni. Perchi ha più auto o non possiede ilgarage, quindi, parcheggiare di-venta più difficile e più carodopo, comunque, numerosi giria vuoto per trovare posto. In-tanto lo smog nemmeno vienerilevato. Ma tutto tace all’Ufficioambiente. Le auto che percor-rono Viale D’Alviano, dopo ilPonte di Santa Croce, per evitarei semafori, girano a destra versoVia Volta e Via Galileo, incro-ciandosi con altre centinaia divetture provenienti da Via Bac-chiglione, spesso ad alta velo-cità. Nelle suddette strade, inpieno centro storico, è impossi-bile trovare un parcheggio, per-ché molte auto, conabbonamento, sono in sosta per-manente, giorno e notte 24/24.

Per trovare spazi a pagamento inVia Volta si segnalano i par-cheggi in azzurro, che occupanometà marciapiedi e rendono dif-ficile il passaggio delle personeanziane o di mamme con car-rozzina.I marciapiedi sono pericolosiperché sconnessi e con buche,anche se, per il momento, dimodeste dimensioni. In fondoalla citata via Volta, in PiazzaleMarconi si concentra il trafficodi tutta la zona, provenientedalle piscine, avvelenando l’ariarespirata dagli alunni dellaScuola Elementare Luigi DaPorto. Dal gruppo di cassonetti,materiale di scarto dimenticato,rifiuti metallici e altro riman-gono a terra per più giorni. Intutta la zona sino a San France-sco, nonostante ci siano gli ampiparcheggi dell’Ospedale, si per-mette la sosta legale della autosui marciapiedi. A quando unarevisione della mobilità con di-vieto di parcheggio nei dintornidelle scuole, come promesso incampagna elettorale, per garan-tire sicurezza e aria pulita aibambini che le frequentano?

Le strade garage

di Luciano Parolin

Strisce azzurre sui marciapiedi di Via Volta

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ViPiùPunti d’incontroPronto Caaf Risposte ai cittadini - [email protected]

Questa settimana approfondiamo le detra-zioni del 36% Sono detrazioni da far valere nella dichiarazionedei redditi e che interessano chi effettua lavoridi ristrutturazione.

L’approfondimentoLe spese di intervento di recupero del patri-monio edilizio che danno diritto alla detrazionedel 36% sono quelle per:• interventi di manutenzione straordinaria di

restauro e di risanamento conservativosulle singole unità immobiliari di qualsiasicategoria catastale, anche rurali e sulle loropertinenze;

• interventi di manutenzione ordinaria e stra-ordinaria sulle parti comuni di edifici resi-denziali;

• interventi finalizzati alla realizzazione diautorimessa o posti auto pertinenziali;

• interventi finalizzati all’eliminazione dellebarriere architettoniche (ascensori, monta-carici);

• interventi per l’adozione di misure finaliz-zate a prevenire il rischio di compimento diilleciti da parte di terzi;

• opere finalizzate alla cablatura di edifici eal contenimento dell’inquinamento acu-stico;

ristrutturazione o di risparmio energeticosta usufruendo della detrazione del 36%o del 55% a chi spetta la detrazione resi-dua ?L’Agenzia delle Entrate dovrebbe confermareche in caso di cessione di immobile le rate resi-due spettano all’acquirente, salvo diverso ac-cordo tra le parti, che deve, obbligatoriamente,essere riportato nell’atto di compravendita. Taleregola è valida ai fini sia del 36% che del 55%.

• interventi di bonifica dell’amianto e di ese-cuzione di opere volte ad evitare gli infor-tuni domestici.

Tra le spese sostenute sono comprese quelle diprogettazione e per prestazioni professionaliconnesse all’esecuzione delle opere edilizie ealla messa a norma degli edifici ai sensi dellanormativa vigente in materia.Possono usufruire dell’agevolazione co-loro che possiedono o detengono l’immobilesul quale sono stati effettuati gli interventi direcupero edilizio sulla base di un titolo idoneo(ad esempio proprietà, altro diritto reale, con-cessione demaniale, locazione o comodato).Ha diritto alla detrazione anche il familiare con-vivente del possessore o detentore dell’immo-bile oggetto dell’intervento, purché abbiasostenuto le spese e le fatture e i bonifici sianoa lui intestati.Si ricorda che le principali condizioni perpoter usufruire della detrazione sono:-avere effettuato i pagamenti relativi alle spesetramite bonifico bancario o postale;- aver trasmesso la comunicazione preven-tiva al Centro Operativo di Pescara (fino al 13maggio 2011).La detrazione spetta su un importo massimo dieuro 48.000 per unità immobiliare e deve es-sere ripartita in 10 rate di pari importo.

Se gli interventi consistono nella prosecuzionedi lavori iniziati negli anni precedenti sullastessa unità immobiliare, per determinare il li-mite massimo delle spese detraibili occorre te-nere conto di quelle già sostenute negli annipassati.AttenzioneDal 14 maggio 2011 è stato eliminato l’obbligodi inviare tramite raccomandata la comunica-zione di inizio lavori al Centro Operativo di Pe-scara. In luogo della comunicazione di iniziolavori, il contribuente deve indicare nella dichia-razione dei redditi i dati catastali identificatividell’immobile; gli estremi di registrazione del-l’atto che ne costituisce titolo (ad esempio, con-tratto di affitto), se i lavori sono effettuati daldetentore; gli altri dati richiesti ai fini del con-trollo della detrazione.Il contribuente deve, inoltre, conservare ed esi-bire, a richiesta dell’Ufficio, tutta la documen-tazione relativa ai lavori effettuati, comprese leautorizzazioni.Sempre dal 14 maggio 2011 è stato eliminatol’obbligo di indicare il costo della manodoperain fattura.

I quesiti.Riportiamo alcune questioni poste all’Agenziadelle Entrate che dovrebbero trovare soluzione

a breve in un’apposita circolare.Coloro che dal 1 gennaio al 13 maggio2011 non hanno inviato la preventiva co-municazione d’inizio lavori perdono il di-ritto alla detrazione?L’Agenzia dovrebbe confermare che la soppres-sione dell’obbligo d’invio della comunicazioned’inizio lavori a Pescara è esteso a tutto il 2011.Pertanto, coloro che non abbiano adempiuto atale obbligo per lavori avviati dal 1° gennaio al13 maggio, non perdono il diritto alla detra-zione e dovranno indicare nella sezione III B gliestremi catastali dell’immobile oggetto dell’in-tervento. Invitiamo, però, ad attendere il pronunciamentoufficiale.La mancata indicazione della manodo-pera in fatture emesse prima del 13 mag-gio 2011 fa venir meno al diritto delladetrazione?Analogamente a quanto scritto al punto prece-dente, l’Agenzia delle Entrate dovrebbe confer-mare che l’eliminazione di tale obbligo decorredal 1° gennaio 2011.Anche in questo caso invitiamo ad attendere lapubblicazione della circolare dell’Agenzia delleEntrate.In caso di vendita d’immobile, nel quale ilproprietario che ha effettuato i lavori di

Rubrica immobiliare in collaborazione con Retecasa Spa Quesiti a [email protected]

Chi compra casa oggi, do-vrebbe disporre di una seriedi informazioni, accorgi-

menti e soluzioni, senza le qualil’acquisto della casa dei propri so-gni potrebbe rivelarsi tutt’altro chevantaggioso e sicuro. Le agenziepiù attente alle esigenze dell’ac-quirente immobiliare hanno svilup-pato un set di servizi dedicati a chicerca casa.La “porta” per accedere ai servizidedicati è l’Incarico di Acquisto,un documento in cui il potenzialeacquirente delega, un agente im-mobiliare di fiducia a selezionareuna rosa di proposte immobiliari(estrapolate dal proprio parco im-mobili e dalla collaborazione conaltre agenzie sul territorio) confa-

centi alle sue esigenze (prezzo,contesto, zona, tipologia,..).Spiegare nel dettaglio le proprie esi-genze a un unico agente immobi-liare di fiducia, anziché interagirecon una miriade di agenti, oltre adun indiscutibile risparmio di tempo,arrabbiature, benzina, viaggi avuoto riserva altri vantaggi e tutele,soprattutto se l’agente selezionatodispone di una struttura efficienteed organizzata alle spalle. L’inca-rico di acquisto oltre che alla meramediazione dà diritto ad un pac-chetto di servizi per rendere l’ac-quisto più sicuro.Cioè, identificata la casa dei sogni,un’analisi scientifica e comparataper capire col cliente se l’immobileproposto ha il prezzo giusto, l’assi-

stenza fino al rogito notarile, la ve-rifica che l’immobile sia classificatoenergeticamente in base alle nuovedisposizioni di legge. E poi ancorasarà l’agente a informare l’acqui-rente sulle caratteristiche acustichecui deve rispondere la casa, a veri-ficare l’esistenza e la regolaritàdelle Polizze assicurative previstedalla legge a favore dell’acquirentese l’immobile sarà nuovo. Mentrese l’immobile sarà usato fornirà luistesso una polizza assicurativa in-clusa nel servizio (per colmare unvuoto legislativo italiano che nonprevede alcuna polizza obbligato-ria a favore di chi compra un im-mobile usato), Se poi è un buonagente sarà lui a verificare la con-formità catastale e la regolarità edi-

lizia dell’immobile, mentre nell’in-carico di acquisto sarà anche com-preso il diritto, a titolo gratuito, diavere un incontro con un consu-lente finanziario, che permetta diverificare se le condizioni di mutuoofferte dalla propria Banca sianorealmente vantaggiose o migliora-bili. Sempre a titolo gratuito deveessere possibile incontrare un con-sulente Energetico che analizzi lecondizioni delle proprie bolletteper verificare se sono migliorabili,o la convenienza a installare deipannelli solari termici o fotovoltaicisulla nuova abitazione. Conclu-diamo ricordando che l’incarico diacquisto deve evidenziare che tuttoquanto detto deve essere “com-preso” nel costo della mediazionee che in caso di mancato acquistonulla sia dovuto all’ agente immo-biliare.

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Èla fine dell'estate dell'annopassato. Il salotto buono del

capoluogo berico si appresta afesteggiare un evento che haavuto molto battage tra i vip diVicenza e dintorni. La GemmoImpianti, una delle compagnievenete storicamente legate al-l'entourage dell'europarlamen-tare del Pdl Lia Sartori, annunciauna sorta di cadeau alla cittàdel Palladio e lo fa con un co-municato aziendale che la dicelunga sulle ambizioni della spadi Arcugnano: «Il 18 settembreprossimo alle ore 21.00 la cor-nice monumentale di piazza deiSignori, salotto della città di Vi-cenza, verrà accesa da un siste-ma di illuminazione a luce bian-ca che esalterà i gioielli dell’ar-chitettura palladiana, Basilica eLoggia del Capitaniato, comepure la Torre Bissara, il palazzodel Monte di Pietà e le piazzeattigue. Una luce elegante, pen-sata per illuminare la piazza egli edifici, ma anche per valo-rizzare l’estetica e la bellezzache li contraddistingue. Una lucesobria e sostenibile, che accendela storia ma guarda all’innova-zione e al risparmio energetico.In questi caratteri si riassumel’opera di illuminazione che lasocietà Gemmo ha voluto donarealla città in cui ha sede da oltrenovant'anni anni». La giunta de-

tutti i reparti statunitensi sparsinel mondo. Sta sorgendo a Ni-scemi, in provincia di Caltanis-

setta, nonostante le preoccupa-zioni della popolazione per i ri-schi legati alle emissioni elet-tromagnetiche. Si tratta di unimpianto strategico per il futurodelle forze armate di Washin-gton, spinto dall'amministrazioneObama nei colloqui con SilvioBerlusconi e Ignazio La Russa.Un'opera coperta dal segretomilitare, per la quale non val-gono le regole degli appalti. Edè questa segretezza che ha per-messo l'ingresso nel cantiere aun'azienda finita nel mirino deimagistrati per i rapporti con CosaNostra: la Calcestruzzi Piazza,che fornisce il gigantesco basa-mento di cemento per la mega-installazione».Ma chi ha fornito l'incarico allachiacchieratissima “CalcestruzziPiazza”? Si tratta del «ConsorzioTeam Muos» nel quale figuranola catanese Lageco e la vicentinaGemmo. L'andamento della vi-cenda per certi versi ricorda quellocon cui il consorzio Sis, che pro-getta e costruisce la PedemontanaVeneta aveva concesso subappalti

mocratica di Vicenza gongola eil 21 settembre il primo cittadinoAchille Variati si esprime cosìsul sito web del comune: «L’am-ministrazione è... assai grata allaGemmo, azienda vicentina pre-stigiosa e di livello internazio-nale, perché in tempi così difficiliper le finanze degli enti localinon è un fatto scontato trovareuna tale disponibilità da partedell’imprenditoria vicentina».Lo stesso gruppo Gemmo però,in circostanze completamentedifferenti, finisce in un serviziodi Giovanni Tiziàn sul portaleon-line de L'Espresso. È il 31

ottobre 2011: «In provincia diCaltanissetta è in corso di (se-gretissima) costruzione la megastruttura che permetterà al Pen-tagono di collegare tutti i repartimilitari in giro per il mondo edè sotto accusa dal punto di vistaambientale. Per il basamento dicemento armato è al lavoro laCalcestruzzi Piazza, società giàcomparsa nell'indagine "Mercu-rio-Atlantide" che non ha otte-nuto il certificato antimafia». Eancora, Tiziàn sempre nella stessainchiesta specifica: «... la co-lossale antenna che permetteràal Pentagono di collegarsi con

2012 pag12

Sono più di sei mesi che il gruppo Gemmo è finito in uno scoop de l'Espresso che parla dei rapportitra Cosa Nostra ed una impresa che lavora al grande cantiere per le telecomunicazioni militari Usadi Niscemi nel Nisseno in Sicilia: ma la politica berica non ne parla

Giochi di lucedi Marco Milioni

La Gemmo al lavoro in Piazza dei Signori

La pagina web de L'Espresso con l'inchiesta di Tizian

numero234 del12 maggio

Galan, Variati e Gemmo alla serata inaugurale dei Led alla Basilica Palladiana con la partecipazione di Ennio Morricone

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cone e Borsellino noi non di-mentichiamo e che ci assumiamocon responsabilità, nel nostroquotidiano, l’impegno di nonabbassare la guardia di frontealle varie forme di illegalità». Labasilica palladiana è lì a pochipassi, le parole di elogio per laditta vicentine provenienti dallagiunta comunale berica sono an-cora nell'aria, però nessuno deiconvenuti di quel 21 aprile faun solo cenno alla vicenda sici-liana, nemmeno per porsi undubbio: non una parola sull'expresidente del Vicenza calcioDanilo Preto, già membro dellacda della Fondazione Teatro Ci-vico finito indagato con l'accusadi avere occultato beni mafiosiriferibili al clan Lo Piccolo diPalermo. Non una parola sul-l'inchiesta dell'Antimafia vene-ziana relativamente alla Vicen-za-Rovigo o Valdastico Sud, au-tostrada del gruppo A4 di cui ilcomune di Vicenza è ancora so-cio. E ancora, non c'è nessunragionamento (la mafia non c'en-

tra ma la trasparenza sì) attornoagli affidamenti dati direttamenteo indirettamente dal comune diVicenza al gruppo Miotti, finitonel vortice della «appaltopoli»vicentina.Eppure appena un mese primaRoberto Scarpinato, uno dei ma-gistrati più in vista nella lotta a«Cosa Nostra» aveva rilasciatoai reporter dell'agenzia Adn Kro-nos una dichiarazione che foca-lizza proprio la questione deirapporti tra organizzazioni cri-minali ed interi pezzi della busi-ness community: «Le organizza-zioni mafiose rispondono a unadomanda sociale di beni e serviziillegali che deriva dalle personenormali e da grandi pezzi delmondo imprenditoriale... C'èun'economia deregolata con fortitassi di illegalità, fatti anche dirapporti collusivi con il mondopolitico-economico... non penetradall'esterno un virus che porta ilmale perché il male già esiste».

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a due imprese in odore di mafiaper un'altra grande opera, quelladel metrò leggero di Palermo(VicenzaPiù del 25 febbraio 2012,pagina 6).Frattanto sul piano degli eventilo scenario cambia completa-mente il primo giorno della pri-mavera 2011. Alle cinque e mez-zo del pomeriggio in piazza deiSignori a Vicenza sotto la Loggiadel Capitaniato si celebra la«giornata della memoria e del-l'impegno in ricordo delle vittimedelle mafie». La cerimonia è of-ficiata dal vicesindaco Alessandra

Moretti del Pd e dal consiglierecomunale Raffaele Colombaradella lista Variati. Con loro c'èPatrizia Vanni, portavoce dellaassociazione antimafia Liberaper il Vicentino.Moretti parla per un quarto d'oradavanti ad un pubblico di uncentinaio di persone, forse unpo' di più: «La piaga della cor-ruzione e delle mafie non è unapiaga di esclusiva competenzadi una sola parte dell’Italia, comequalcuno demagogicamente vor-rebbe farci credere, ma purtroppoè un problema sociale che ormai

è diffuso in tutta Italia, in tuttigli strati sociali e anche in quelliapparentemente sani, arrivandoa coinvolgere anche rappresen-tanti delle istituzioni pubbliche.Per questa ragione, la corruzionedeve essere affrontata attraversouna rivoluzione prima di tuttoculturale che rimetta al centrodell’azione politica il bene co-mune, l’etica, la moralità, la so-brietà nei comportamenti e il ri-spetto dello Stato e delle istitu-zioni democratiche». La porta-voce di Libera dal canto suo ag-giunge che «vent’anni dopo Fal-

numero234 del12 maggio 2012 pag13

Il vicesindaco Moretti durante la commemorazione delle vittime di mafia

sposizione alcune analisi dellaautopsia su un cane «che avevabevuto nei pressi del cantieredella A31 sud nelle campagnedi Castegnero». Il timore è chel'acqua della zona «possa esserecontaminata da metalli pesantiritrovati nel corpo del cucciolofatto analizzare». Nosarini perdi più si interroga sulla possibilitàche tali metalli pesanti siano finitiin acqua proprio perché filtratisin dal sedime della autostradain costruzione, sul quale sono

presenti grandissime quantità discarti di fonderia; pratica auto-rizzata tra gli altri dalla provinciadi Vicenza. Tant'è che Nosarinidal canto suo è indispettito perché«Giancarlo Campagnolo, sindacodi Castegnero, in un dibattitopubblico organizzato nella fra-zione di Villaganzerla il 7 marzo2012 si era impegnato ad avviareuna campagna di monitoraggioindipendente delle acque vicineal tracciato della A31 sud. Il chenon è avvenuto». Sempre Nosa-

(m.m.) Era la fine del mese diaprile quando Marco Nosarini,l'archeologo amatoriale che avevafatto scoppiare il bubbone delpresunto inquinamento sulla Val-dastico Sud, si era messo a di-sposizione delle autorità(VicenzaPiù n. 233 del 28 aprile2012, pagina 14). L'inchiesta èora in mano all'Antimafia di Ve-nezia. Più nel dettaglio l'uomo,un padovano che però conoscea menadito la provincia berica,aveva annunciato di avere a di-

Contaminazione sulla A31 Sud? Nuovo esposto di Nosarini

La Basilica Palladiana illuminata con i led Gemmo

rini spiega che il primo cittadinoha ottenuto le carte delle analisialla fine di aprile. Poiché però«nulla si è mosso» l'archeologoamatoriale ha indirizzato un det-tagliato esposto ai carabinieri diNoventa, Barbarano, Longare eCamisano, nel quale si chiede diaccendere i riflettori, tra le altre,sul comportamento dei sindaciberici i cui territori sono attra-versati dalla Valdastico Sud.

© RIPRODUZIONE RISERVATAMarco Nosadini

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2012 pag14numero234 del12 maggio

Spesso nel contestare e criticareuna grande opera, in partico-

lare infrastrutturale, ci si limita avalutare l’impatto che questa ha, esostanzialmente avrà una volta chesarà attiva e funzionante.Ma non viene dato sufficiente ri-salto e attenzione alle opere dicantierizzazione, e agli interventiche compongono le varie fasi dicostruzione, i quali, sommati traloro, comportano un consumo diterritorio e di sfruttamento ambien-tale a livello esponenziale. Non èsolo una questione di superfici oc-cupate, tali ad arrivare al doppio diquella che sarà la superficie occu-pata dall’infrastruttura, o di ettari diterreno utilizzati temporanea-mente, e irrimediabilmente com-promessi, per allestire l'arealogistica, ma va ad aggiungersi la

bendo, uno snaturamento a causadell'incidenza degli strumenti ur-banistici, i quali hanno permesso,e permettono tutt'ora, di edificare,anche deregolamentando (vediPiano Casa L.R. 13/2011), ora conl'arrivo della benefica e salutarePedemontana, si plana sulla totalecancellazione di un sistema territo-riale - sociale. Qui la campagnarappresenta un alto valore ag-giunto, con coltivazioni di pregio,seminativi, arborati e vigneti, e na-turalmente l'acqua - fonte di vita -superficiale, con un'interessanterete di rogge e canali, utile per l'ir-rigazione, e in profondità, con lefalde che alimentano il sistemaidrico della zona.Ebbene sì, alla fine di Contralonga,ai margini della campagna, c'è ilcantiere. Scavi (meglio definirlisventramenti), riporti di terra, pla-tee in calcestruzzo già realizzate,spezzoni di tondini in acciaio ivi

depositati, il tutto all'interno diun'immensa distesa di ghiaia e dimateriale inerte.In confronto le epiche invasionibarbariche, che calpestavano lacampagna, erano una carezza.Con la Pedemontana l'erba noncresce proprio più.Già da questo primo assaggio suiprimi cantieri, ci si rende contodell'ulteriore macelleria, fra letante macellerie, a cui stiamo an-dando incontro. Se c'è chi pensache lo sviluppo economico e so-ciale della Regione Veneto, transitalungo la Valdastico Sud, lungo laPedemontana, sta in Veneto City,come sta in Marco Polo City, l'in-cognita (x) equivale ad un depau-peramento del nostro territorio, eda una caduta di principi ed identitàdella sua gente.

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continua movimentazione deimezzi, nei cantieri, da e per i can-tieri, in mezzo alla gente, attra-verso la campagna, fra le contradeisolate (con l'occasione non piùdimenticate). Questo è lo sviluppoche dobbiamo digerire.

I cantieri della Pedemontana Ve-neta, da poco aperti, sono la realerappresentazione di tutto questo.Un'infrastruttura stradale, checome già visto, e dimostrabile, perla Valdastico Sud, invade e di-strugge ettari di campagna, nonsolo in superficie, alterando l'eco-sistema, ma anche nel sottosuolo,intaccando irrimediabilmentel'equilibrio idrico.Contralonga in quel di Levà diMontecchio Precalcino, una stradache attraversa un gruppo di case efinisce in campagna. Il paesaggiorurale della pianura vicentina: lafrazione, o il piccolo capoluogo, eattorno le contrade che spesso tro-vano il nome dalla strada vicinale,o dalla storica famiglia che vi abi-tava, o vi abita ancora.Già oggi questa caratterizzazione,costituita da una cortina di edifici ablocco, che ha già subito, e sta su-

L’impatto trascurato delle opere di cantierizzazione e delle varie fasi di costruzione di una grande opera:l’esempio della Strada Pedemontana Veneta

La contrada e l'autostrada

di Guido Zentile

In questa e nelle prossime immagini alcuni scatti del cantiere della Pedemontata

Un treno a vapore

(g.z.) Il dibattito sulle infrastrut-ture della nostra provincia è statoriacceso dal "Festival della CittàImpresa", iniziativa che da qual-che anno riunisceimprenditori, analisti, studenti perargomentare sul rapporto fra ter-ritorio, città e impresa. L'occa-sione è stata la presentazione dellibro "Ultima fermata Treviglio.Perché la Tav non arriva a nord-est", di Paolo Possamai, direttoredel Il Piccolo di Trieste. Si è di-scusso della necessità e dell'op-portunità di dotare la Regione Ve-neto, di un sistema ferroviario adalta capacità, senza sprechi, e co-sti assurdi, ma con tempi certi, econ un chiaro e preciso impegnopolitico. Solite cose, soliti di-scorsi, ma fatti concreti pochi. Edella rete esistente ce ne dimen-tichiamo? È proprio necessariocostruire nuovi attraversamentiferroviari, cementificare ancor dipiù il nostro

territorio, ormai giunto ad unostato di implosione? A Vicenza iltreno arriva, anzi lo si vuole fararrivare, male. Lo spezzatino fer-roviario, con la frammentazionein più enti delle Ferrovie delloStato, ha comportato una politicadi dismissioni e smantellamentodi un sistema, che, pur con i suoiproblemi, rendeva funzionale uninsieme di strutture e persone. Perchè non si recupera, si ristrut-tura, si adegua, si rende efficacetutto questo? I mezzi e la tecno-logia di oggi ce lo permettereb-bero, a costi contenuti, mamanca la volontà politica di dareun servizio alle imprese, ai lavo-ratori, ai quei pendolari che si av-venturano quotidianamente suinostri treni. Si razzola male inve-stendo su un'ipotetica alta velo-cità, e nello stesso tempo ta-gliando o riducendo il servizio,con opere ed interventi, daspreco, che creano disagi ed al-

lontanano l'utenza dal treno.A che serve il maquillage dellastazione di Vicenza, quando an-cora oggi non si vuole far fermareil treno DB-OBB Venezia - Mo-naco, anzi (ed ecco lo spreco) losi preferisce fare viaggiare vuototra Venezia e Verona per il rico-vero in sicurezza (?) dei mezzi? Ei due binari in affiancamento agliesistenti, tra Padova e Mestre, unabreve tratta per soddisfare unrango di velocità più elevato,quando poi all'ingresso della sta-zione di Padova ci si trova in unimbuto? Insomma, opere di fac-ciata, opere impattanti, realiz-zate, e che si vorrebbero realiz-zare, ma che hanno portato aldepauperamento della rete esi-stente, rete che dalla nascita haunito il Paese e ora lo sta disu-nendo.L'alta velocità non-stop non uni-sce l'Italia, le nostre città recla-mano un servizio che le renda

L'ignoto oltre Treviglio: territorio, città e impresa

partecipi di un sistema di trasportiintegrato ed efficace, che per-metta di essere collegate tra loro,sia nei servizi vicinali, sia inquelli di media e lunga percor-renza, merci comprese. Mentre

Vicenza attende il Sistema Me-tropolitano Ferroviario Regionale(SMFR), oltre Treviglio (verso est)permane l'ignoto.

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WiFi, Twitter, Facebook, socialnetwork, Apple, iPhone,

smartphone, BlackBerry, touch-screen, mobile… Sono queste leparole d’ordine delle attuali gene-razioni digitali, sempre ed ovun-que interconnesse attraverso idispositivi multifunzione dellamoderna tecnologia.Costoro sono spesso i figli, o an-che nipoti, di coloro che, neglianni ’70, ’80 fino ai primi anni‘90 hanno vissuto nell’ era “mito-logica” dell’informatica di con-sumo fatta di macchineingobranti, dotate di grafica, suonie dalle possibilità operative sem-plici – “primitive” secondo i mo-derni standard – spesso in lotta,con la compagnia di un mangia-cassette, per l’utilizzo del televi-sore di casa come schermo.Erano le generazioni che anda-vano a consumare la paghettanelle sale giochi, o attendevanoanche decine di minuti il carica-mento di un programma nelchiuso della loro camera, da solio in compagnia di qualche amico,che spesso li veniva a trovare soloper ammirare ed usare tali meravi-glie della tecnologia. Era un’informatica semplice nellesue possibilità ma che facevaemozionare ed appassionare chine faceva uso, anche se quest’ul-timo doveva spesso usare la pro-pria immaginazione per arricchiree completare quelle esperienzegrafiche, sonore e d’utilizzo chequesta poteva fornire.Le parole d’ordine di quella gene-razione erano Pong, flipper, Atari,Zzap!, Commodore, Sega, Spec-trum, Amiga. Non esisteva inter-net, ma alcuni (rarissimi)privilegiati avevano il modem epagavano bollette salate per colle-garsi alle bbs. Alcuni degli appartenenti a questagenerazione, oltre ai ricordi diquegli anni della loro infanzia oprima adolescenza, dedicanooggi tempo e passione a ricercare,recuperare, riparare, preservare,

collezionare e - in appuntamentiper appassionati o sulla rete –mettere in mostra macchine, gio-chi, programmi magari allora solovisti attraverso le vetrine di un ne-gozio e conosciuti sulle pagine didi una rivista. Questo è il retro-computing e questi sono i retro-computeristi.Cos’è il retrocomputing? Ogni ap-passionato dà una propria defini-zione e probabilmente avrà il suomodo di intendere questo suo pas-satempo: c’è chi si limita a far gi-rare sistemi operativi, programmi ogiochi di quel lontano passato supiattaforme recenti attraverso pro-grammi di raccordo chiamati“emulatori”, chi raccoglie e colle-ziona fisicamente macchine diquel periodo, specializzandosi adesempio su una singola linea diprodotti (Apple, Commodore,Acorn, Amiga) e degli accessoriche “espandevano” le capacità diquei sistemi; altri sono alla ricercadi “rarità” di quel periodo informa-tico, come prototipi, macchine rea-lizzate ma poi non uscite sulmercato o il cui scarso successonell’utilizzo e nelle vendite ne de-cretò il prematuro ritiro; altri an-cora si sono appassionati agliingombranti elaboratori utilizzati alivello industriale o alle prime mac-chine “portatili” delle dimensionispesso maggiori di una valigia.Queste macchine ed i programmiche su di esse “giravano” erano altempo frutto di ingegneri, pro-grammatori o semplici appassio-nati che, nell’ambito di aziendeche si muovevano nel mondo infermento dell’elettronica di massaoppure lavorando nel tempo li-bero nel privato della propria abi-tazione, investivano tempo erisorse per dar forma alle proprieidee e – attraverso una serie innu-merevole di successi ed errori -alla visione di quale stradaavrebbe dovuto seguire la tecno-logia nel futuro.La realtà del retrocomputing edell’informatica alternativa di oggiè fatta di gruppi di appassionati edanche di piccoli imprenditori condiffusione anche nel vicentino. Lapatria di Federico Faggin, inven-tore del microprocessore, ospitaaziende come la ACube, ha pro-

dotto nel recente passato una rivi-sta di nome Bitplane ed una mani-festazione denominata VicenzaRetrocomputing proseguita perben nove edizioni dal 1998 al2008. Con un po’ di pazienzanelle prossime settimane inco-minceremo un viaggio – in cuimetterò molto della mia perso-nale esperienza - all’interno diquesto piccolo mondo, un po’ im-polverato ma ricco in esperienze,ricordi, storie e curiosità.

Il Dott. Alessandro Sartori, classe1974 svolge attualmente l’attività diMedico Chirurgo nell’area di Vicenza.Nel tempo libero coltiva la passioneper il retrocomputing, è stato cofonda-tore e realizzatore di contenuti nel-l’ambito del sito web Amigaplatform;ha scritto per la rivista informatica Bit-plane.

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Retrocomputing ed informaticaalternativa, un piccolo mondo antico…

di Alessandro Sartori*

numero234 del12 maggio 2012 pag15

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La scorsa settimana è statainaugurata a Schio presso la

Fabbrica Saccardo la nuovascuola di design, ideata da For-mazione Alto Vicentino, in col-laborazione con Schio DesignFestival, con l’obiettivo di pro-muovere e applicare il designindustriale anche al circuitodelle piccole e medie impresedel nostro territorio. Il mastercoinvolge dieci aziende, diecigiovani designers e studentiappassionati del settore, edieci designers senior, con fun-zioni di tutoraggio e coordina-mento del project work. Ipartecipanti sono organizzatiin cellule, ossia gruppi di la-voro costituiti da un’azienda,un designer senior e uno ju-nior, che, oltre all'attività di-dattica in aula, realizzerannoin concreto un prodotto di de-sign industriale. «Il design è coniugabile inqualsiasi ambito, anche neiprodotti industriali – spiegaRoberto Santi, architetto e de-sign senior - ed é da conside-

Il design anche come opportu-nità di lavoro per i giovaniAncora troppo poche leaziende che oggi lavorano conil design nell’ottica di proporreprodotti più competitivi. «Lamaggior parte di quelle – spe-cifica Santi - che hanno intro-dotto il design nel loroprocesso produttivo, sono digrandi dimensioni. Ma è im-portante trasmettere e divul-gare, anche e soprattutto nellenostre piccole-medie realtà,l’importanza di un atteggia-mento di apertura nei confrontidell’innovazione e della creati-vità». In tal caso, il design po-trebbe costituire uninteressante sbocco lavorativo

per i giovani. «Poter collabo-rare alla realizzazione di unprogetto reale – conclude il de-sign junior - porterà sicura-mente notevoli benefici allacarriera. Finora le mie espe-rienze lavorative si collocanonell'ambito della progettazionearchitettonica e urbanistica.Ciò che mi aspetto da questaesperienza è capire, sia a li-vello di concept che tecnico,come viene concretamente svi-luppato un progetto di designindustriale, così da poter inte-grare la mia formazione espendere questa opportunitàanche in altri progetti di de-sign».

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rarsi come un valore aggiuntoche permette di apprezzare efar emergere un prodotto, nonsolo per la sua funzionalità e lesue caratteristiche tecniche,ma anche per la sua bellezza».Investire, oggi, in creatività econoscenza ad ogni livello per-mette non solo di vivere sulmercato, ma anche di emer-gere e di distinguersi rispettoad una concorrenza semprepiù aggressiva. «La nostra espe-rienza – afferma Pietro Sotto-riva, titolare di due aziendepartecipanti al corso, EuropaForni s.r.l. di Molina di Malo(produce forni) e Sottorivas.p.a. di Marano Vicentino,(produce macchine per la pa-sta) - ci insegna che solo inve-stendo sia in risorse umane cheeconomiche, nella ricerca enello sviluppo, si può pensaredi conquistare continuamentenuovi clienti». Prodotti che funzionano nonsolo per la qualità, ma anchegrazie all’estetica La realtà imprenditoriale delterritorio è abile nel proporreprodotti di qualità, spesso,però, senza tenere conto del-l’importanza di saperli valoriz-zare. «Per attuare questovantaggio, occorre un metododi sviluppo del prodotto basato

su concetti e strategie attuali,che permetta di ottenere, conminori costi e minor tempo, unarticolo che, oltre a garantire lasua funzione specifica, deter-mini per l’utilizzatore il pia-cere nell'adoperare i nostrimacchinari. Producendo mac-chine di grandi dimensioni peril settore alimentare, non è fa-cile abbinare un design accatti-vante, in quanto la prioritàcostruttiva è data alla funzio-nalità e alla pulizia del pro-dotto. Ma anche il fatto diportare delle migliorie esteti-che su alcuni dettagli, quali laplancia comandi, i colori, laforme dei carter, farà certa-mente percepire al cliente unvalore aggiunto notevole».«È importante – rafforza Ric-cardo Bortolotto, architetto edesign junior - sviluppare og-getti o macchinari seguendodei metodi che portino a pen-sare al progetto in tutti i suoiaspetti. Molti prodotti commer-cializzati nel nostro territoriopossono racchiudere un'ideaestremamente efficace, ma se ilprodotto non è stato conside-rato nel suo complesso, esal-tando l'aspetto funzionale,pratico, ma anche estetico, c’èil rischio che si perda tra gli al-tri».

Creatività e design: la rinnovata ricetta per leaziende dell’Alto VicentinoUn cellula della nuova scuola di design di Schio si racconta

Schio Design Festival nella Fabbrica Saccardo

di Federica Ceolato

2012 pag16numero234 del12 maggio

Tempi duri per tutti, ma soprat-tutto per i ceti più bassi della

popolazione a Valdagno. Questosi evince analizzando i dati fornitidall’Assessore ai Servizi sociali eVicesindaco Giancarlo Acerbi, se-condo i quali negli ultimi 6 annila spesa nel sociale del Comuneè cresciuta notevolmente e pre-vede per il 2012 un aggiusta-mento al rialzo di circa 7 puntipercentuali, lasciando spazio an-che alla possibilità di ulterioristanziamenti se la situazione oc-cupazionale dovesse permanerecritica come si ipotizza. Duemi-lioniseicentomila euro circa, atanto ammontano gli esborsi di-sposti dall’Amministrazione Co-munale nel 2011 per coprire leesigenze del comparto sociale,con 144 interventi a sostegno del“minimo vitale”, erogando

Comune all’ U.L.S.S. 5 per le fun-zioni proprie ed i 300.000 Eurodi partecipazione comunale allerette dei cittadini ospitati nellecase di riposo, cifra che sembradestinata a salire, visto che Valda-gno è fra uno dei comuni più“vecchi” d’Italia, con una rilevantepercentuale di cittadini nella terzaetà, mentre le integrazioni allespese per gli asili nido si assestanoa quota 295.000 euro. Come con-ferma Acerbi il Lavoro è il grossoproblema del momento, con itassi di occupazione sempre piùbassi per effetto della crisi econo-mico/occupazionale, si cagionanodelle palesi difficoltà nelle fami-glie, che, come abbiamo visto po-

canzi, sempre più spesso si tro-vano nella necessità di ricorreread un sussidio e, nei casi più gravi,richiedere ospitalità all’asilo not-turno di Via Molini d’Agno. Si tro-veranno con il maggior gettito de-rivante dall’aliquota I.M.U.maggiorata sulle seconde case ifondi per sopperire all’aumento difabbisogno e, se necessario, ci sa-ranno degli aggiustamenti di bi-lancio in corso d’opera, dirot-tando fondi da altri capitoli nonessenziali, sempre se dopo i taglioperati ce ne fossero, visto che sulfronte lavoro la situazione apparegrigia. Nuvoloni all’orizzonte.

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184.000 Euro, circa 1.300 Euroad intervento, rivolto sia a fami-

glie, genitori single e singoli,che,versando in difficoltà econo-miche, si sono rivolti agli sportellidi Via S. Lorenzo. Alla ricerca diun aiuto anche le 181 famiglieche lo scorso anno hanno ricevutocontributi per gli affitti, che som-mati totalizzano 175.000 Euro,mentre gli aiuti alle povertàestreme, come l’asilo notturno cheserve più comuni della vallata, siassestano a 135.000 Euro, grazieanche alla rinnovata convenzionecon la Fondazione Cariverona. Ci-fre rilevanti, anche se in cima allalista degli esborsi sociali si piaz-zano i 488.000 Euro versati dal

Il problema colpisce tutti ma soprattutto i ceti più poveri

La spesa sociale a Valdagno preoccupa il Vicesindaco Giancarlo Acerbi

di Christian Farina

Giancarlo Acerbi

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Metti da una parte un nucleodi Rom e Sinti che da più di

vent’anni soggiorna stabilmentein città (un paradosso in termini,essendo nomadi) e per di più go-dendo di piccoli contributi eco-nomici comunali, perincentivarne l’integrazione. Edall’altra parte un’escalation dirisse e furti che, in un paio di casi,sono riferibili direttamente pro-prio a questo nucleo. La convi-venza, già difficile nonostante leroulotte siano sistemate in zoneperiferiche di Schio, rischia così di

naturalmente l’esperienza dei sin-goli non è giusto che ricada sul-l’intero nucleo. Però è purealtrettanto chiaro che, a turno,vari componenti hanno dato dafare alle forze dell’ordine. “Unafamiglia autoctona avrebbe go-

duto della stessa comprensione edegli stessi aiuti, se avesse fatto lostesso?”, sarebbe questa la do-manda retorica che non sarà pos-sibile impedire.

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divenire insostenibile, ridandofiato a chi non vi aveva mai cre-duto e chiedeva l’interruzione al-meno del sostegno economico. “Icarabinieri hanno sorpreso in casadi una mia amica addirittura tregenerazioni di zingari della stessafamiglia- sottolinea Veronica Pe-golo - dalla nipote alla nonna sierano infilati di nascosto, eviden-temente non per fare una visitaamichevole. Cosa aspettano an-cora per rendersi conto che vo-gliono continuare a vivere sempredi espedienti, che ci prendono ingiro e non sono affatto interessatiad integrarsi? Tanto più che so cheanche dove i figli dovrebbero an-dare a scuola, frequentano solosaltuariamente”. Rincara la doseAlex Cioni, coordinatore del Pdl

scledense: “Inevitabile riaprire undibattito sull’impegno reciprocosottoscritto, teoricamente tra Am-ministrazione e famiglia Helt.Questi episodi di cronaca nera,tra cui quello che ha coinvolto unignaro cittadino che stava addirit-tura facendo da paciere ed è statopicchiato selvaggiamente, dimo-strano il fallimento delle politichesociali volute a suo tempo dall’exassessore Emilia Laugelli. I risul-tati del progetto educativo buoni-sta del centrosinistra sono sotto gliocchi di tutti e questi episodi re-centi, che seguono quelli che nelpassato sono stati rimossi, ri-schiano di affossarlo del tutto: se ilcoinvoglimento degli Helt verràconfermato verrà chiusa questaesperienza, fermo restando che

Schio nomade

di Andrea Genito

Campo nomadi nella zona industriale di Schio

Fanno discutere gli ultimi episodi di cronaca che hanno coinvoltola famiglia Helt

che renderà immediati i cambidi residenza e permetterà final-mente la diffusione della cartad’identità elettronica, sarà piùagevole la lotta all’evasione fi-scale, potendo incrociare subitoi dati sugli immobili, ed alla cri-minalità”. Anche i cittadini sa-ranno protagonisti nellosviluppo di MyPortal e del si-stema unico di cablaggio.?“Certo - conclude Rossetto - per-ché potranno inserire in rete vi-deo o immagini che potrannoaiutare le Amministrazioni a mo-nitorare meglio il territorio. Inpratica l’Altovicentino diventeràrealmente un macrocomune da250.000 abitanti e nell’econo-mia di scala potrà avere ancheun maggiore potere contrattualenell’aggiornamento delle appli-cazioni informatiche. Solo per isiti siamo passati dal costo me-dio di 20.000 Euro ai 4000 chesono stati sufficienti per avere unportale di altissimo livello”.

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Schio cablata(a.g.) Un unico linguaggio infor-matico per le Amministrazionidell’Altovicentino. Grazie allaPasubio Tecnologie di Schio, so-cietà a partecipazione pubblica,il cablaggio territoriale in fibraottica e l’uniformità dei sistemiapplicativi sarà presto realtà per18 Comuni, due consorzi di po-lizia municipale e la Ulss 4. IlComune di Torrebelvicino hafatto da apripista, testando la va-lidità del progetto che sarà ap-punto esteso nei prossimi mesi,comunque entro il 2012. “Ab-biamo creduto immediatamentenel progetto MyPortal e nellesue opportunità - conferma ilsindaco turritano, Giorgio Calli -anche perché permette di adat-tare il portale alle specifiche ne-cessità, diversamente da quantoaccade con i sistemi standard”.Un sistema di grande utilità an-che per gli utenti per la sua tra-sversalità: ad esempio è

(a.g.) Comprovendoro, Orocash,OroInContanti, Gold Factory. Lafantasia non manca neanche aSchio, per distinguere le vetrinedel nuovo “commercio” legato aimetalli pregiati. Dove primac’erano piccole boutiques, fiore-rie, botteghe alimentari, da unpaio di anni stanno aprendo, spe-cie in centro storico, negozi dovel’oro, l’argento e, talvolta, ancheorologi e gioielli di pregio ven-gono ritirati in cambio di denarocontante. Ossigeno puro pertante famiglie, specie in un mo-mento di crisi e difficoltà econo-miche come quello attuale.“Credo che qualcuno dei nostriclienti utilizzi i soldi proprio perpagare bollette o rate dell’assicu-razione auto- conferma una si-gnorina non più che ventenne, albanco di una di questi piccolebanche dell’oro- La cosa più tristeè quando ci accorgiamo che vec-chi cimeli di famiglia sono ap-pena laccati, quindi non diparticolare valore. Spesso i clientiarrivano qui convinti che invecepossano ricavarci parecchio, masmontandoli o verificando coisolventi restano delusi”. Le so-cietà che gestiscono il mercato,spesso in franchising, affidano latrattativa a commesse magari alprimo impiego, ma l’addestra-mento è minuzioso, per far frontea possibili frodi o errori. Dopoaver sfregato in superficie i mo-nili, infatti, tramite un reagente lecommesse devono essere ingrado immediatamente di indivi-duarne la caratura, prima dellapesa sul bilancino. Con la specu-lazione in atto sull’oro (bene rifu-gio immediato in recessione), iprezzi sono saliti in pochi mesidai 18 fino ai 32 Euro al grammo:logico, quindi, che chi ha neces-sità faccia il possibile per rovi-

stare tra i cassetti in cerca di que-sta moneta di scambio. “Le mo-nete da collezione, tipo le sterlinea 23 carati, le supervalutiamo-spiega Bruno, impiegato in un ne-gozio di SS. Trinità - fino a 40 Euroal grammo. L’argento invece è sta-bile, lo paghiamo 0,25 Euro, macon tesserini fedeltà diamo un bo-nus ad un certo quantitativo rag-giunto”. Il guadagno per questiintermediari comunque è ugual-mente elevato, mediamente at-torno al 60/70%. A Schio non cisono solo famiglie in difficoltà, trai venditori, ma anche orefici dura-mente colpiti dalla congiuntura.“Da un anno a questa parte è piùl’oro che consegno, magari scartidi lavorazione, che quello che rie-sco a vendere in negozio”, si ram-marica uno degli artigiani storicidi Magrè. In centro non di rado siassiste a piccoli pellegrinaggi dianziani che bussano a queste ve-trine la mattina presto, ma anchela sera dopo le 20, perché sullevetrine ci sono i cellulari dellecommesse che ricevono anche suprenotazione, per venire incontroa comprensibili esigenze di di-screzione. “Quando ci portanoregali di nozze capiamo benequanto sacrificio deve costarglivenire qui, cerchiamo di esserepiù umani possibile perché la si-tuazione è delicata. Qualcuno ciripensa all’ultimo, ma è raro. Piut-tosto abbiamo mandato via più diqualche ragazzino che secondonoi aveva rovistato nei cofanetti dimamme o nonne senza avernel’autorizzazione: la tentazione c’èvisto quello che se ne può rica-vare. Noi di certo non siamo ricet-tatori, tanto è vero che censiamo iclienti e controlliamo scrupolosa-mente i loro documenti”.

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Schio d’oro

Giorgio Calli, sindaco di Torrebelvicino

Lavori per il cablaggio di Schio con fibra ottica

Marco Rossetto, presidente di PasubioTecnologie

possibile consultare il calenda-rio delle iniziative del fine setti-mana nei vari comuni, senzadoversi spostare di indirizzo.“L’investimento iniziale ovvia-mente c’è stato - sottolineaMarco Rossetto, presidente diPasubio Tecnologie - ma a costozero per le Amministrazioni,anzi a fine percorso ci saràun’ottimizzazione delle risorse,con un risparmio a bilancio del60%, ed una maggiore facilità dicomunicazione tra Enti e di inte-razione coi cittadini, proprioperché il sistema informaticosarà unico … nelle sue peculia-rità territoriali. Utilizziamo di-fatti l’Open Source, cioè ilsoftware senza licenze, che, ol-tre ad essere poco costoso, for-nendo il codice sorgentepermette di adattarsi alle singolerichieste. Comuni, biblioteche,scuole, case di riposo e strutturesanitarie tra poco tempo sarannoin rete. Sarà così possibile in-viare informazioni in temporeale ai vari terminali e sarà assi-curata una migliore conserva-zione dei dati. I vantaggi?Enormi, oltre all’anagrafe unica,

numero234 del12 maggio 2012 pag17

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numero234 del12 maggio 2012 pag18

Così non va. Luigi Schiavo,vice presidente di Assindu-

stria Schio di cui pubblichiamoa pagina 6 un’intervista anchecome presidente regionale Ance,punta il dito contro la lentezzaburocratica della Giunta di pa-lazzo Garbin. “Invece di pro-grammare per tempo, fanno la-vori solo nell’emergenza,quando cade il cornicione o pro-prio non se ne può fare a meno.La crisi del settore si è acuitaquando i lavori pubblici sono di-mezzati e poi torniamo al pro-

meno la crisi. Quando l’econo-mia tirava, purtroppo, spessoquesti appuntamenti non veni-vano giudicati prioritari, passa-vano in secondo piano perchè sicredeva togliessero tempo ope-rativo; in realtà la formazionenon va vissuta come un costo,ma come una grande opportu-nità che poi si riversa su tuttal’azienda a cascata. L’iniziativa“Risorse in Crescita”, erededell’Enfapi, è diventata unamacchina da guerra, autorevolee altamente qualificata. Il mioorgoglio è appunto aver portatola formazione medio-alta aSchio, diventato polo strategicoper tutto l’alto vicentino, grazieanche alla collaborazione colCuoa di Altavilla. Me lo ricono-scono e mi fa piacere, ma vorreiche i colleghi imprenditori sfrut-tassero appieno questo sup-porto”.Chiudiamo con un tema localecaldo, su cui Lei si è già speso:la Ztl (zona a traffico limitato,ndr) in centro storico a Schio.Come giudica le nuove propostein merito?“Lo studio presentato di recentelo hanno bocciato mi pare pureesponenti politici della maggio-ranza. Non ritorno sulle piste ci-clabili, ma non possono più ca-lare dall’alto decisioni cosìimportanti. Pensare al futurodella città deve necessariamentepassare attraverso un processodi condivisione di gran partedella cittadinanza e delle forze

economiche, soprattutto deglioperatori del commercio che daanni stanno vivendo un periododifficile, come noi costruttori. LaZtl è stata uno strumento utileper far vivere città d'arte, stori-che o con spiccata vocazionecommerciale ed è sempre stataaffiancata da parcheggi nelle im-mediate vicinanze. In ogni casole azioni intraprese a sostegnohanno fatto si che il centro di-ventasse un luogo di incontroben vivibile e condivisibile pertutto il periodo dell'anno. Sug-gerirei prima di concordareazioni comuni e progetti condi-visi provando magari a rilanciarela zona già pedonalizzata ed inseguito affrontare il discorso del-l'eventuale ampliamento, te-nendo presente che l'attraversa-mento del centro in questomomento è assolutamente indi-spensabile”.

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blema già descritto del recuperocrediti. Alle Amministrazionichiediamo di riprendere gli in-vestimenti in opere pubbliche,di rivalutare il patrimonio immo-biliare esistente e di dare incen-tivi per riqualificare quello fati-scente, specie nei centri storici,invece di concentrarsi sul falsoproblema delle piste ciclabili.L’Imu non aiuterà certo l’edilizia,almeno investano quelle risorseper un serio piano casa. Hannodifeso con ossessione il patto distabilità, ma quanti sprechi po-trebbero essere evitati raziona-lizzando un apparato che, ri-peto, non è efficiente perl’economia reale. Tra i peggiorimorosi ed insolventi, poi, c’èproprio la Pubblica Amministra-

zione: non mi sento in uno Statodi diritto se questo è inadem-piente e la Giustizia tutela soloi suoi crediti. Se non pago unbollo non ho scampo, invece unEnte locale, sempre in nome delpatto di stabilità, può rimandaresine die pagamenti a sei cifre. ARoma abbiamo dichiarato lostato di default del settore, la si-tuazione è gravissima e si riper-cuote su migliaia di famiglie.Non siamo più strategici, ce lodicano chiaramente così ci met-tiamo l’anima in pace. Peccatoche da noi passi quasi il 20% diun possibile rialzo del Pil”. Adesso si metta il cappello diConfindustria, dove occupa lacarica di Vicepresidente delmandamento scledense. Comestate aiutando gli associati e dicosa andate più fieri?“Non abbiamo ovviamente glistrumenti per sostituirci alle ban-che, ma possiamo esercitarepressioni o mediare. Chiaro chequando mi si presentano im-prenditori che chiedono di aiu-tarli a trovare commesse,Confindustria può ben poco.Però abbiamo fatto investimentiimportanti nella formazione che,indirettamente, aiuta a trovarenuovi mercati e nuove strategiedi rilancio economico. Negli ul-timi cinque anni abbiamo fattopassi da gigante: chi ha credutoin questo strumento, ha frequen-tato i corsi, ha innovato e bat-tuto strade alternative dimarketing, ora soffre molto

L’ingegnere scledense, come presidente regionale Ance aggiunge : “non fanno abbastanza per il settore dell’edilizia”

Luigi Schiavo, vice presidente di Assindustria Schio,chiede di più all’Amministrazione

di Andrea Genito

Luigi Schiavo con la neo presidentedegli industriali di Schio

Giulio Andreotti firma l'autografo a Paolo Prosdocimi

(a.g.) Ce l’ha fatta. L’ineffabilePaolo Prosdocimi, classe ’66 diSchio, ha toccato quota 12.000autografi, braccando un pòtutti alla Partita della Speranzadel Menti. Tra le migliaia dispettatori accorsi per solida-rietà e, innegabilmente, per ve-dere da vicino i tanti voltitelevisivi e i Vip coinvolti nel-l’iniziativa, la cui splendidamadrina è stata Stefania Villa-nova, c’era anche il bidelloscledense, già apparso nel sa-lotto di Maurizio Costanzo nel1998, quando mostrò orgo-glioso le sue agende riempiteda cinquemila autografi. “Hoiniziato la raccolta 25 anni fa –confida - e con l’onorevole Da-niela Sbrollini ho migliorato ilrecord. Il 25 aprile al Menti hopure fatto firmare il pilota Fisi-chella, il neopresidente del Vi-cenza, Masolo, e Roberto

giunto in treno in ritiro, viag-giando tutta la notte”. Prosdo-cimi non si è scompostoneppure di fronte alle resi-stenze di Banderas la scorsaestate al Festival di Venezia,costringendo un cameramanspagnolo ad inquadrarlo men-tre coronava l’inseguimento inlaguna. “Mi conoscono tutti emi fanno entrare anche se nonho il pass - spiega così la suaonnipresenza - tanto sanno chenon faccio danni. Essere sullemie agende vuol dire essere fa-mosi, quindi dopo un pò i Vipcedono alle mie insistenze. Mipiacerebbe avere anche l’auto-grafo del Papa, presto farò unsalto a Roma”. Alla Partita delCuore, dopo averlo fatto capi-tolare, aveva regalato anche unvaticinio (interessato) all’exbiancorosso Giuseppe Lelj,promotore anche lui di una

non meno importante raccoltadi firme per dare una mano alVicenza calcio. “Sarai il pros-simo presidente del Vicenza!”,aveva previsto (senza mettercila … firma per fortuna, visti ifatti successivi, ndr). Nel frat-tempo Paolone si è già presol’autografo che potrebbe au-mentare di valore se, prima opoi, la previsione dovesse av-verarsi.

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Baggio. I miei autografi più dif-ficili? Gianni Agnelli, che hoinseguito in bici, e Carolina

Morace (ex ct della nazionaleazzurra di calcio e commenta-trice sportiva), che ho rag-

Paolo Prosdocimi, il bidello scledenseprimatista italiano di autografiCon quella di Daniela Sbrollini ha raccolto dodicimila firme Vip

Luigi Schiavo, presidente regionale Ance e Vice Presidente Assindustria Schio

Stefania Villanova, madrina della Partita della Speranza, tra Enrico Ruggeri, capitano della nazionale cantanti, e Claudio Bellucci

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(a.g.) Blog culturali di tutta Eu-ropa, unitevi! Devono averla pen-sata così, i ragazzi di K.Lit,un’associazione thienese chequest’anno tenta l’azzardo di unFestival letterario che faccia dasintesi ad un tour itinerante giàpartito nei locali delle principalicittà italiane. Il 7 ed 8 luglio pros-simo, infatti, il castello Colleoni evarie suggestive location di Thieneopiteranno decine di appunta-menti a tema fisso e libero, maanche confronti tra esperti e neo-fiti nel fil rouge delle arti figurativee degli stimoli letterari che arrive-ranno da forum e blog. Una sfidaambiziosa, specie perchè a racco-glierla è una piccola realtà comeThiene, non certo abituata e forseattrezzata ad eventi simili, ma chegode anche del patrocinio dellaRegione Veneto e del supporto disponsor importanti del territorio.“Noi ci crediamo e ci fa piacereche ci abbiano creduto anche leistituzioni e molti imprenditori-sottolinea Anna Cassola, respon-sabile relazioni esterne di K.Lit-peccato che alcune librerie dellacittà abbiano invece preferitostare alla finestra, perchè proprioa loro probabilmente arrivereb-bero maggiori benefici se dal Fe-stival arrivano proposte letterarienuove. L’e-book, di cui si parleràtra gli eventi, non è infatti certa-mente una minaccia per il librotradizionale, anzi può esserne unvolano”. L’iniziativa è stata pre-

sentata a stampa ed addetti ai la-vori a bordo della nave MSC Ma-gnifica, in partenza da Veneziaproprio per una crociera letterariache farà da apripista agli eventi eche imbarcherà tra i testomonialanche lo scrittore-magistrato Giu-seppe Ayala. Un Festival unico inEuropa, tanto che ha già ottenutomigliaia di adesioni, nato in realtàsenza un programma preciso epromosso in embrione attraversoi principali social network ed at-traverso un sito “catalizzatore”creato appositamente, anche se laproposta è già stata anticipata neiprincipali locali e punti di aggre-gazione di Milano, Napoli, Bolo-gna, Roma ed altre città, dovesono stati ricreati i suggestivi“Caffè letterari” della bohe-mienne. “Ci aspettiamo un af-flusso importante a Thiene discrittori, letterati, giornalisti osemplici appassionati di scrittura-sottolinea Morgan Palmas, coordi-natore dei blog di K.Lit- Ne deri-verà un indotto importante ancheper la ricettività turistica di tutto ilterritorio e puntiamo a far diven-tare questo Festival un appunta-mento fisso, sempre con maggioricontenuti. Già in luglio ci sarà of-ferta un pò per tutti i gusti, dailibri, al design, fino alla biodanza.Per i curiosi ci sarà la possibilitàdi chiedere i segreti del mestiereagli scrittori, per gli addetti ai la-vori sarà un’occasione di con-fronto e di crescita, ma anche una

vetrina fisica per gli autori magarinoti solo...virtualmente, cioè sulweb. Animeremo Villa Fabris contanti eventi nodo, che colleghe-ranno letteratura ed arti figurative,ma si parlerà anche di viaggi, in-fanzia e rapporto uomo-donna”.Attraverso il contributo di AndreaStella, del portale “Pianeta Mobi-lità” e noti architetti dell’Univer-sità Cà Foscari, Thiene diventeràper qualche giorno anche unasorta di laboratorio per le solu-zioni che possano garantire unaaccessibilità completa delle of-ferte culturali, cioè senza barrierearchitettoniche che precludano lavisita a chi è disabile. “Utilizze-remo le nuove tecnologie, comelo smartphone, per costruireguide ed itinerari che poi po-tranno essere estesi anche a realtàpiù importanti”.

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Non concorrerà per la poltronadi primo cittadino, ma Alessia

Gamba esce ugualmente vincitriceda questo primo round delle am-ministrative thienesi. Con quasi il19% dei voti, il Movimento 5Stelle risulta il primo partito perconsensi e porterà in sala consi-liare una nutrita rappresentanza afare opposizione e solo poche cen-tinaia di voti hanno separato la ca-polista dalla ben più accreditatasindaco uscente, Maria Rita Bu-setti. Sarego resta, quindi, un casolimite, ma a Thiene indubbiamentemolti elettori hanno scelto al difuori delle coalizioni tradizionali,indirizzando il voto di protesta suicandidati di Grillo. Un’avvisaglia,per la verità, s’era già avuta lo

scorso 27 aprile, quando oltre sei-mila persone affollarono il comiziodel comico genovese a Villa Fabris.“Non so se voterò per lui, ma ci stopensando- ci confidò Paola, venti-seienne commessa in un noto bardel centro di Thiene- non mi fidopiù della Lega, che ho sostenutonegli ultimi anni e non vedo faccenuove. Grillo dice tante parolacce,ma in mezzo ci sono dati e veritàche ha sempre detto e che pur-troppo gli scandali politici hannoconfermato. Sarebbe ora che i can-didati non li decidessero più aRoma, Milano o nelle sezioni, mache venissero fuori dalla gente, co-munque deciderò all’ultimo, eropure tentata di non andare nean-che al seggio”. Grillina convinta èinvece Vilma, 45 enne che al co-mizio si era portata tutta la fami-glia: “lui ha messo nero su biancotutto sul web, sfidando minacce edenunce. Non è vero che il suo

movimento non ha un pro-gramma, basta leggere sul sito, esa qual’è il bello? Che se avessivoluto pure io potevo essere in li-sta, solo che non ho tempo. Ma-gari Alessia Gamba ce la facessead andare su, sarebbe bello chebattesse i soliti noti”. Non è an-data proprio così, ma il risultatodel Movimento 5 Stelle è comun-que stato un piccolo tsunami, dicui va orgoglioso Stefano Pane-bianco, venticinquenne studenteuniversitario che il suo voto losbandiera orgoglioso: “finalmentein consiglio comunale ci sarà unpò di gente seria, che si impegnae non smania di andare sui gior-nali vantandosi di cose che nonha fatto o che nessuno gli ha chie-sto. Noi giovani siamo stufi dellesolite chiacchiere, ho votato an-che Pd tre anni fa ma non mi rico-nosco più in nessun partito”.

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Consensi trasversali, pescando da elettori pentiti di centrodestra e Pd: “è la vera novità”

Il buco di 30 mln di euro dell’amministrazione non si sanacol populismo dei grillini

Fiorisce sul web il primo Festival Letterario e delle Arti Figurative in Europa

Anche a Thiene è Grillo-mania: sfioratoil ballottaggio M5S è il primo partito

di Andrea Genito

2012 pag19numero234 del12 maggio

La squadra di Alessia Gamba

Nasce il capoluogo culturale delpopolo dei bloggers

(a.g.) Luciano Parolin non fa saltidi gioia, ad urne aperte: si aspettavadi più, nonostante l’esordio assolutodell’Italia dei Valori a Thiene. “Sia-mo partiti da zero in pochi mesi,senza circolo nè rappresentanzaalcuna, però speravo almeno inun 2, 5% di voti. Pazienza, abbiamomesso un piede dentro il sistema ecercheremo di cambiarlo, nel nostropiccolo. Lo devo ai nostri 200 elet-tori, cui prometto che farò presenzavigile per smascherare trucchetti ebugie di chi sarà al comando inMunicipio. Thiene ha bisogno nonsolo del commercio, ma anche dirivalutarsi dal punto di vista cultu-rale e turistico: la sua storia e lesue tradizioni vanno rivalutate evalorizzate, facendone un bigliettoda visita per la città”. Outsider come Lei era anche Ales-sia Gamba, vera sorpresa del primoturno. Come la giudica? “È giovane e in buona fede. Per ilresto sbandiera iniziative che pro-poneva il sottoscritto quarant’annifa con Legambiente. Non bastaraccogliere consensi con la protesta,bisogna proporre cose concrete erealizzabili, non utopie populiste.

L’Amministrazione si porta in doteun buco di 30 milioni di Euro,cosa vuoi inventarti con un deficitsimile? No, i grillini sono la rispostapiù facile al clima antipolitico, manon sono la vera novità”. Ha già dichiarato che non si ap-parenterà con nessuno, al ballot-taggio, ma ha almeno una prefe-renza tra Busetti e Casarotto?“Non regaleremo i nostri voti, matra i due indubbiamente sono piùvicino al secondo e lo voterò, seme lo chiede. È una brava persona,anche se ha costruito una coalizioneminestrone per raccattare un pòdappertutto, come ha fatto Variatia Vicenza. Alla faccia della coe-renza e poi il Pd, che doveva so-stenerlo, non può certo andare or-goglioso del 10% raccolto”. Va bene e il sindaco uscente? “La Busetti è anche lei una bravapersona, però è ostaggio di logicheesterne e il ciclo della Lega è finitopure a Thiene. Basta, hanno traditogli elettori e se non sono colpevolidirettamente, sono complici peromessa denuncia”.

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Luciano Parolin: l’Idv non si apparenta

Un momento della presentazione sullanave MSC Magnifica

Luciano Parolin col segretario provinciale dell'Idv, Alessandro Pesavento, alla pre-sentazione a Thiene dell'Idv

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2012 pag20numero234 del12 maggio

Una fibra ottica

Il castello di Romeo a Montecchio

Da anni i residenti delle frazionidi Tezze, Restena e Pugnello

lamentano la mancanza di uncollegamento veloce alla rete In-ternet. Aziende e cittadini ovvianoal problema usando parabole checaptano segnali hot spot dalle an-tenne. Le connessioni diventanocosì possibili e più veloci ma ri-mane il problema che i privatidevono accollarsi i costi dell’in-vestimento per l’installazione dellaparabola.In realtà la fibra ottica ci sarebbe,ma è tuttora inattiva perché man-cano i dispositivi per rendernepossibile l’utilizzo. E questo lavorospetta alla società Telecom, chestà ritardando l’operazione con-clusiva di collegamento. L’asses-sore arzignanese all’innovazioneMattia Pieropan ha chiarito ogni

risolvere un problema che ci ac-comuna, dato che è stato riscon-trato da tutti i comuni coinvolti.Cosa intende fare l’amministra-zione comunale per risolvere alpiù presto la questione?L’amministrazione continuerà amonitorare con la massima atten-zione la situazione e a sollecitarequesto passaggio conclusivo, maevidenzio e ribadisco che il Co-mune non ha alcun potere deci-sionale né competenza in questo.Quanto fatto finora con il comple-tamento della posa della fibra otticaè stato un passo molto importanteche si tradurrà in una grande op-portunità per privati ed aziende.Manca però quest’ultimo passaggio,che deve essere effettuato.

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dettaglio della questione.Assessore Pieropan sembra chele frazioni di Tezze, Restena ePugnello siano isolate per quantoriguarda la connessione a Internete che la fibra ottica ci sia ma siainattiva. Perchè manca ancora ilcollegamento?La fibra ottica, per un totale di1.400 metri, è già stata posata daInfratel, con un finanziamentostatale coordinato da Regione eProvincia, nella frazione di Tezze(da via Ghisa, al confine con il

comune di Montecchio Maggiore,a via Broglie, in comune di Arzi-gnano). Non è attiva, ovvero cit-tadini ed aziende non possonousufruirne perché mancano i di-spositivi che consentono l’allac-ciamento della fibra alla rete te-lefonica esistente. Tali allaccia-menti devono essere effettuati daun operatore telefonico, Telecomin primis, perché proprietario dellacabina che si trova nei pressi delpunto in cui arriva la fibra ottica,o da altri operatori nell’ambitodei propri piani di investimento. Per quanto riguarda le frazioni diPugnello e Restena: qui non c’èl’Adsl, quindi la connessione adinternet non è possibile tramite ilcavo del telefono ma è possibileperò appoggiandosi agli operatoriche si collegano via radio.Desidero evidenziare che, perquesta amministrazione, portarel’Adsl nelle zone scoperte dal ser-vizio, era ed è una priorità asso-luta. Per questo la posa della fibraottica è stato un grande traguardo:

proseguiremo ora in questo im-portante impegno, con la consa-pevolezza che gran parte del la-voro è già stata portata a termine.Che tempistica ci sarà per risol-vere il problema? Ci sarà da at-tendere un'operazione della Te-lecom?L’ultimo passaggio per l’attivazionedella fibra ottica è di competenzadi Telecom (o di un altro operatore)e quindi, come Comune, non ci èpossibile dare tempistiche. Possodire che per quanto riguarda il la-voro svolto in precedenza, che ciha portati a questo punto, tutti(Regione, ditte subappaltatrici, In-fratel e Comune…) hanno fattoquel che dovevano e nei tempiprefissati.Tre settimane fa ho preso partead un incontro tenutosi a Brugine,in provincia di Padova, presentianche altri 70 rappresentanti dicomuni del Veneto che hanno ot-tenuto il finanziamento per il pro-getto relativo alla fibra ottica.L’obiettivo è di unire le forze per

Internet desaparecido nellefrazioni di Arzignano

di Marta Cardini

di Simone Sinico

Mattia Pieropan

Il tutto nel cuore di Chinatown,quartiere dove i segnali sono indoppia lingua. No, non inglese efrancese, le due lingue ufficialidel Canada. Qui sulla costa delPacifico il francese lo parlanosolo i turisti. I segnali sono ininglese e in cinese, le due linguepiù parlate nel mondo (e a Van-couver). E nessuno si sognaneanche lontanamente di lamen-

tarsi o di chiedere la rimozionedelle scritte in cinese. Senza con-tare quelle in coreano,vietnamita o indiano che sovra-stano la soglia di migliaia dinegozi e ristoranti aperti daimmigrati provenienti dall'Asia.Il fatto è che qui si sentono tuttiparte della stessa comunità per-ché tutti hanno effettivamenteuguali diritti e opportunità. E pro-prio per via di questo effettivorispetto e riconoscimento apriori, che non ha nulla a chefare con la razza o il paese dinascita e provenienza, qualsiasiimmigrato si sente profonda-mente in dovere di rispettare econtribuire per quello che può ecome può. E lo fa, lo fanno tutti.Per motivi geo-politici ovvia-mente in Canada la parolaextracomunitario non ha alcunsenso. Ma lo stesso concetto di“extra” – come nella provinciavicentina spesso si suol chiamarel'immigrato con un mal celatoretrogusto di disprezzo – non hasenso. Qui c'è il buon cittadino eil cattivo cittadino, al limite. E

infatti sui giornali non si vede untitolo che sia uno in cui si sbattein prima pagina l'una o l'altranazionalità. Per titoli del tipo:“Cinese ruba al supermercato”,“Italiano rapina banca” o “Messi-cano stupra ragazza canadese”cadrebbero le teste dei direttori.Ecco, è questo che significameritocrazia – parolone con cui

Quando si arriva per la primavolta in una metropoli nor-

damericana, la sensazione èquella di entrare in un telefilm.Quelle vie, quelle case, quellemacchine, quelle catene di fast-food, quei grattacieli: diavolo,esistono davvero. E sono propriocosì, come li si vede in televi-sione. Questo è il primo impattouna volta varcata la dogana. Ma,superata la banale meraviglia deiprimi momenti, sono le piccolecose che rivelano la vera naturadelle comunità che si va adincrociare. E a Vancouver, estremo sud-ovestdel Canada, una di queste pic-cole cose è un gioco molto caroa noi italiani: la partita di pal-lone. Ogni pomeriggio, aqualsiasi ora, si può andare alcentro sportivo a due passi dalcentro città e dallo stadio in cuisi sono celebrate le Olimpiadiinvernali nel 2010. E, totalmentegratis, giocare su due campiregolari in erba sintetica, perfettie dotati di ogni tipo di porta oportina. Si arriva, ci si saluta e siinizia a giocare con ragazzi pro-venienti da Italia, Spagna,Brasile, Venezuela, Colombia,Messico, Inghilterra, USA,Canada, Corea del Sud, Giap-pone, Vietnam e China. Cose cheneanche l'Inter dei bei tempiandati con 11 stranieri in campo.

Cronache di un reporter montecchiano a Vancouver

si riempiono la bocca in tantigiusto il tempo di beccare dueapplausi in uno studio televisivo–: giudicare (premiare o punire)sulla base di quello che si fa enon su quello che si è. A Van-couver funziona così. NelVicentino?

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Campi da calcio nella Chinatown di Vancouver. Sullo sfondo un parco, lo stadio diHockey e lo stadio Olimpico (foto di Simone Sinico per VicenzaPiù)

Città dove non esiste la parola "extra"

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Ha scelto Facebook RenzoRosso per condividere con i

tifosi, e non solo, la sua amarezzaper la retrocessione in C2 delBassano Calcio. La sua squadra. Ipensieri condivisi con la retesono quelle di un uomo innamo-rato dello sport più popolared'Italia, un imprenditore che in-veste in un settore che non pro-duce denaro ma emozioni, perlui e per la sua gente. C'è ama-rezza e sfiducia nelle sue parolein un mondo che fatica a com-prendere, dove una società chelavora in maniera serie e ono-rando i propri impegni vienetroppo spesso calpestata per sal-vaguardare i privilegi di societàche di buono, purtroppo, hannoormai solo il blasone e la storiagloriosa. Un esempio? Ai playoutdi Prima Divisione sono appro-date Piacenza e Triestina, dueclub gestiti da curatori fallimen-tari da oltre 6 mesi e che non ver-

peggio, si permettono di deni-grare: “Ritirati dal calcio –questeparole si è sentito rivolgere il pa-tròn del Bassano Calcio dal presi-dente della LegaPro MarioMacalli – con la tua mentalitànon hai niente a che fare conquesto mondo”. C'è un profondosenso di ingiustizia nelle paroledi Rosso, un presidente che sisente tradito, ma anche la fermasperanza che tutto questo possacambiare.Significative le parole pronun-ciate dal figlio Stefano Rosso, pre-sidente in carica del club: “Nonnascondiamo che i primi imputatidi un’annata così storta non pos-siamo che essere noi, dal presi-dente, alla dirigenza, allo stafftecnico ai giocatori. Però mi sem-bra assolutamente chiaro che nonsiamo stati per niente tutelatidalle istituzioni, nonostante cisiamo mossi con correttezza etempestività per segnalare quelloche ci stava succedendo, e tantomeno dal mondo arbitrale. L’ideadi retrocedere perché abbiamoagito in maniera pulita e rispet-tando le regole ci fa trasalire. Mi

auguro fortemente che il mondodel calcio possa voltare in frettapagina. E che anche a Bassanovengano mandati a dirigere legare arbitri e guardalinee compe-tenti. Perdere sul campo ci sta,perdere contro un sistema chepremia i più furbi ci addolora”.

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sano stipendi e tasse da inizioanno. Ma non c'è solo questasleale concorrenza a disturbare ilre del casual: ci sono anche reite-rati torti arbitrali che alla lungahanno fatto traboccare il vaso. Cisono evidentissimi falli in gambatesa trasformati in calci di rigorecontro, ci sono partite giocatecontro un avversario che sarebbedovuto rimanere in 10 (Pergo-Crema) ma che ha terminato in11 per la dimenticanza del diret-

tore di gara di estrarre il rossodopo aver già mostrato due volteil cartellino giallo ad un giocatoredi turno (l'attaccante Inacio Pià).Ci pensa il Giudice Sportivo afare giustizia per questo evidenteerrore tecnico che prevede la ri-petizione dell'incontro? Si, pec-cato che in seconda battuta laCorte Federale accolga il ricorsodel PergoCrema. Molto probabil-mente non si voleva creare un pe-ricoloso precedente. Ci sonoalmeno 3 gol regolari ingiusta-mente annullati (Prato, Siracusa,Piacenza) e molto altro. Questoha dato fastidio a Renzo Rosso,ancor di più perché lo staff da luivoluto, giocatori compresi, nonhanno mollato la presa anchequando tutto sembrava finito. Glierrori da parte di chi ha guidato lasocietà sono stati commessi,certo, non si finisce in C2 soloper sviste arbitrali. Ma mai comequest'anno le sviste arbitralihanno pesato sull'esito finaledella stagione, vanificando impe-gno, passione, dedizione e fedenel proprio lavoro. E che fanno leistituzioni? Fanno spallucce, o

Renzo Rosso: “Le istituzioni nonhanno tutelato il mio Bassano”di Marco Polo

Renzo Rosso

Ci sono medaglie ben più im-portanti di quelle che si con-

quistano sul campo magari dopouna lunga ed accesa finale. Sonoquelle dell’educazione dei gio-vani a crescere nel rispetto delleregole, dove lo sport si confermaprima palestra di vita. L’allena-

tore si spoglia così di un ruolopuramente tecnico per contri-buire a creare le basi per gli uo-mini di domani. Da oltre un trentennio RemigioGrotto, il tecnico delle giovanilidella pallavolo scledense in pro-vincia di Vicenza, imposta il suolavoro nei primi anni dell’attivitàgiovanile agonistica su questicardini ed i ragazzi di allora orasono uomini e come in alcunicasi padri di oggi, che mandanoi figli in palestra. Uno a caso?

Paolo Merlo azzurro, centrale ebandiera dello Schio Sport ametà anni Novanta, che segue ilfiglio guidato in panca da Grotto.“I giovani di oggi – spiega Remi-gio Grotto - hanno mille alterna-tive, distrazioni e stimoli e ri-spetto ad una volta è più difficilemotivarli. Bisogna avere tanta pa-zienza”.Ma il prof. Grotto non passeràforse alla storia per il gran ruoloeducativo, perché la pallavolo èfortunatamente piena di esempicome lui, ma almeno nella pro-vincia del Palladio, per averevinto ininterrottamente da 25anni un titolo giovanile provin-ciale maschile nello stesso paese:Schio. Un primato invidiabile mache nella sua grande umiltà ilProf. smorza subito. “Le meda-glie giovanili hanno un valore re-lativo. L’importante è far crescerei giovani ed appassionarli allosport. Il mio però è un primatoin provincia di Vicenza pensoimbattibile non tanto per i risul-tati ma forse per aver resistitocosì tanti anni nell’allenare il gio-vanile maschile. Come inse-gnane (ora in pensione) non minascondo che sono più portatoad allenare i giovani”. 25 titoli provinciali nella stessa

Il trentennio di Remigio Grotto

di Andrea Maroso

società, oltre trenta nel com-plesso, 4-5 titoli regionali e duefinali nazionali vinte in bachecaoltre a varie partecipazioni allerassegne nazionali di categoria edi Lega. Tante medaglie, casac-che, episodi ed emozioni rac-chiuse nel grande libro dei ri-cordi. “Ogni titolo è qualcosa dinuovo. Perché cambiano i ra-gazzi e si riprende sempre dacapo – sottolinea con un gransorriso - Non nascondo che è unmodo di sentirsi giovani e stimo-lati. Per questo ricordo poco delpassato perché sono proiettato alfuturo”. Quale membro del CQP Vicenzae docente regionale, il prof.Grotto ha consigli anche per itecnici di oggi. “Il consiglio cheposso dare è quello di avere pa-

zienza perché avendo a che farecon i giovani, questa deve esserela caratteristica principale chedeve avere un allenatore giova-nile. Pazienza sia nel capire iproblemi dei ragazzi nell’età del-l’adolescenza e sia dal punto divista tecnico perché i risultati ar-rivano sempre dopo. Un esem-pio? Francesco Fortunato (in A1con il Piemonte Volley) che hoseguito e fatto crescere ed hocreduto in lui”. Remigio però ci tiene a sottoli-neare un’ultima cosa: “Bisognaessere fortunati in tutto e nel miocaso avere anche una moglie(Daniela) paziente. A me la pal-lavolo ha dato tanto. Cerco di re-stituire questo regalo anche adaltri.”

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numero234 del12 maggio 2012 pag21

Renzo Rosso da un calcio al ... pallone

Remigio Grotto durante un time out

L’allenatore scledense di volley educa prima di tuttoi giovani al rispetto delle regole

Remigio Grotto con i suoi giovani

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Gestione connessa tra una diga sul torrente Vanoi e quella del Corlo

di Marco Polo

L’inverno a cavallo tra il 2011e il 2012 verrà ricordato

come uno dei più siccitosi degliultimi 50 anni. La grave carenzadi precipitazioni, anche nevose,per molti mesi ha destato la pre-occupazione di tutti gli enti ter-ritoriali, dei coltivatori maanche dei cittadini. I motivisono diversi e vanno dalla qua-lità dell’aria (le precipitazionihanno infatti anche la beneficafunzione di abbattere il pulvi-scolo e gli inquinanti atmosfe-rici), all’impossibilità disoddisfare il fabbisogno idricoper l’agricoltura, alla forzata di-minuzione nella produzione dienergia rinnovabile da fonteidroelettrica, all’elevato rischiodi enormi danni ecologici aicorsi d’acqua e del fiume Brentain particolare. L’allarme solle-vato dal Consorzio di BonificaPedemontano-Brenta, ente pre-posto alla gestione della risorsaacqua nel bassanese e nell’altapadovana, qualche settimana fain previsione di una stagioneestiva che si preannunciava di-sastrosa è in parte rientrato gra-zie alle recenti piogge.“L’emergenza idrica è superata– spiega il presidente del Con-sorzio di Bonifica Danilo Cu-man – anche se abbiamoattraversato un periodo dram-matico. Fortunatamente nelmese di Marzo il picco dell’esi-

genza irrigua era ancora lontanoma l’equilibrio ecologico delBrenta è stato messo a forte re-pentaglio, tanto che la quantitàd’acqua nell’alveo del fiumecontinuava a diminuire fino adintaccare anche la soglia del de-flusso minimo vitale, corrispon-dente di 5 metri cubi alsecondo. Il Brenta con cosìpoca acqua rischia di morire,anche la concentrazione di in-quinanti diventa insostenibile.Allo stato attuale, dopo le co-piose precipitazioni delle setti-mane scorse, la portata delfiume si aggira sui 70 metri cubial secondo mentre l’invaso delCorlo è quasi al livello mas-simo. Dati che ci consentono diguardare con maggior serenitàall’ormai prossima stagioneestiva. Inoltre, le abbondantipiogge hanno favorito sia le se-mine che in questo periodosono avvenute in pianura, che ilforaggio che darà senz’altro ot-timi risultati. Purtroppo nonsempre i problemi idrici si risol-veranno così facilmente. In que-sto caso è stata provvidenzialela situazione meteorologica, main futuro? Coscienti di questo ilnostro impegno come Consor-zio è massimale nel cercare disensibilizzare la politica a varilivelli, a partire dalla Regione eprocedendo con gli enti locali,a programmare degli interventirisolutivi sul bacino idrograficodel Brenta, come ad esempionuovi invasi. Quelli che ci sononon sono sufficienti, sottol’aspetto irriguo ci siamo resi

conto che quando in montagnanon nevica non siamo in gradodi far fronte alle emergenze checausano problemi non da poco.Ma non è l’unico aspetto”. Neicomprensori bagnati dal fiumeBrenta, e nel bassanese in parti-colare, emergenza siccità,emergenza alluvioni, costodell’energia, salvaguardia deldeflusso minimo vitale, manu-tenzione degli attuali invasicome quello del Corlo hannoun denominatore comune e unacomune soluzione: la realizza-zione di una diga sul torrenteVanoi, al confine tra Veneto eTrentino. Con quest’opera si po-trebbero mettere in atto una ge-

stione connessa tra la diga delCorlo e quella del Vanoi, rila-sciare acqua quando se ne av-verte la necessità, trattenerlaquando le condizioni metereo-logiche determinano un rischiodi alluvioni. Continua Cuman: “La necessitàdi portare avanti il progettodell’invaso del Vanoi non è re-cente, se ne parla fin dai giornisuccessivi alla grande alluvionedel 1966. Basti pensare all’im-portanza che una tale operaavrebbe nel calmierare le pienee ai danni che si potrebbero evi-tare in occasione delle semprepiù frequenti alluvioni. Pen-siamo alla quantità di denarosia pubblico che dei privati cit-tadini necessario a riparare idanni che tali calamità sono ingrado di provocare. Senza an-dare troppo lontano pensiamoal Bacchiglione che ha allagatole vicine Vicenza e Padova nonpiù tardi di un anno e mezzo fa(autunno 2010). E sapete perchéla Valbrenta (il nodo critico èValstagna ndr), Bassano e il ter-ritorio valle è stato risparmiato?Grazie ad una attenta pianifica-zione dei livelli d’acqua delladiga del Corlo. In previsionedelle piogge l’invaso è statomantenuto precauzionalmentebasso, anche se per questionitecniche lo svuotamento diquella diga non è veloce, e nelmomento critico sono stati trat-tenuti metri cubi e metri cubid’acqua. Ma cosa sarebbe suc-cesso se le tempistiche nonavessero consentito questa ope-razione? Vi lascio immaginare larisposta. Infine un’ulteriore ri-serva d’acqua permetterebbe diaumentare la produzione rinno-vabile idroelettrica, è sotto gliocchi di tutti quanto il costodell’energia incida sul bilanciodell’intera nazione, e costituire

una risorsa inestimabile nei mo-menti di siccità”. Tanti aspettipositivi mai tradotti però in unprogetto concreto. Quali sono imotivi? “La gran parte del nuovobacino si estenderebbe nellaProvincia Autonoma di Trento ei trentini sono contrari all’opera.In quella regione il problemaidrico è marginale ed essendoprovincia autonoma hanno deiprivilegi e poteri di veto chefanno valere”. Ad opporsi confermezza al progetto c’è ancheun comitato denominato “per ladifesa del Vanoi e delle acquedolci”. I promotori motivano laloro posizione con ragioni pae-saggistiche, con la salvaguardiadell’identità dei luoghi e l’inevi-tabile cancellazione di unastrada utilizzabile in casod’emergenza più tutta una seriedi congetture che, oggettiva-mente, sono tipiche della co-struzione di qualsiasi diga:“Attenzione – continua Cuman– il bacino artificiale del Vanoinon interesserebbe alcuna abi-tazione bensì esclusivamentequella zona in cui la valle per lasua conformazione stretta e sco-scesa non è mai stata abitata. Inquell’area passa solo la vecchiastrada, in disuso fin dalla costru-zione della galleria di Canal SanBovo”. Altro problema di grandeattualità è il reperimento deifondi necessari alla realizza-zione, che supererebbero i 200milioni di euro: “Non entro nelmerito alle cifre ma sottolineocome la Diga del Corlo sia statarealizzata con i fondi del Mini-stero dell’Agricoltura e che unopera del genere è di interessenazionale”.

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Valle del Vanoi interessata dal bacino di progetto

La soluzione “idrica” caldeggiata da Danilo Cuman, presidente del Consorzio di Bonifica Pedemontano-Brenta

Il fiume Brenta a monte del Ponte Vecchio gonfiato dalle piogge di queste settimane

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