Vicenzaabc n. 9 - 14 maggio 2004

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(m.r.) Eccoli qua i vicentini: date loro un polmone e si pren- dono pure l’altro. Succede a Torri di Quartesolo dove l’apertura della nuova tangenziale ha fatto riscoprire ai cittadini il piacere di vivere. Al punto che la già rivoluziona- ria diminuzione del traffico non basta più: adesso vogliono retrocedere la loro via Roma da Statale a Comunale. Uno dei pochi casi in Italia dove un declassamento è più ambito di una promozione. Era dal 1991, anno dell’apertu- ra del centro commerciale le Piramidi, che a Torri avevano perso alcune sane abitudini come respirare o uscire di casa il sabato. Quasi quindici anni in mezzo allo smog, con un’e- terna colonna di auto a tagliare in due il comune. Una vitaccia, dal mattino del lunedì alla sera del venerdì. Poi per fortuna arrivava il sabato ed era tutta un’altra musica: via i pendolari, ecco le famiglie per lo shop- ping. E la colonna d’auto tripli- cava, dal centro commerciale alla Caserma Ederle. “Oggi è tutta un’altra vita - rac- conta il pasticciere Busato dalla sua celebre bottega in viale Roma - e sarà meglio ancora quando l’intera tangenziale sarà percorribile. Strano ma vero, vanno meglio anche gli affari: senza traffico la gente è meno stressata, si ferma più volentieri.” “Un’altra vita davvero - fa eco il parrucchiere del salone Carisma, sulla stessa strada - Nessuno meglio di me, al momento costretto ad attraver- sare la strada con le stampelle, ve lo può assicurare. Fino a ieri era un’impresa impossibile”. Diego Marchioro, ex vicesinda- co del Comune (oggi commis- sariato, alle urne in giugno) concorda in pieno. E raddop- pia: “Fino a ieri questa era pra- ticamente un’autostrada. Oggi è una statale, che siamo riusciti a vietare almeno ai mezzi pesanti. Ora bisogna puntare a trasformarla in comunale, con passaggi pedonali protetti, limi- ti precisi, aree verdi”. Il sogno è che i figli, guardando un domani le vecchie foto di via Roma, non la riconoscano più. Stupiti del coraggio con cui i loro genitori riuscivano a vivere in un posto così. Albera, Campo Marzo, Canneti. Tre luoghi differenti della nostra città, tre appuntamenti diversi che evocano un’aspirazione comune: la richiesta di una migliore qualità della vita, la consapevolezza di poter cambiare le regole e i princi- pi dello sviluppo urbano. All’Albera, i cittadini che scendo- no in strada si espongono in prima persona per reclamare il diritto di vivere sicuri in casa pro- pria ed essere finalmente liberi dall’oppressione dei Tir e dell’in- quinamento. Una protesta che non si può relegare a fenomeno passeggero, come qualcuno pre- tende di fare. A Campo Marzo, sabato pomerig- gio, l’associazione Tuttinbici parte in gruppo per consegnare al Municipio la bellezza di 12 mila firme in favore della mobilità cicli- stica. Ciò che chiedono è una Vicenza a misura delle due ruote, dove ci si possa spostare lasciando a casa l’auto e senza paura di esse- re investiti ad ogni incrocio o nelle rotatorie. All’Auditorium Canneti, stasera (venerdì 14), la città esprime tutta la sua voglia di verde pubblico con “Vicenza città verdissima”, un’assemblea aperta a tutti – agli amministratori in modo particola- re - dove verranno presentate le esperienze delle tante associazioni e comitati che da anni si battono per una maggiore disponibilità di verde e di spazi collettivi. Da decenni non si viveva un momento di così forte partecipa- zione. Una maggiore sensibilità per le questioni ambientali, si riscontra anche nella svolta in atto al verti- ce di Confindustria, il mito della produttività ad ogni costo sta per essere spazzato via dalla concor- renza del colosso cinese, è giunto il tempo di pensare maggiormente alla qualità dei prodotti e alla sal- vaguardia del nostro territorio. Purtroppo in tanto dinamismo, a dimostrarsi statica e troppo spesso assente è proprio la Politica, quel- la con l’iniziale maiuscola, quella capace di rielaborare la protesta, preconizzare il divenire della società, fare sintesi degli interessi divergenti mediante gli strumenti della democrazia. Chi amministra questa città non potrà distogliere lo sguardo anco- ra per molto, è in atto un movi- mento dal basso, che chiede corre- sponsabilità e condivisione nelle scelte, ma pretende di essere ascol- tato e per ottenerlo è disposto anche a sfidare le vecchie regole della rappresentanza. Ciro Asproso consigliere comunale Verdi Dal tramonto all’Albera C’era una volta una città rassegnata a tutto. Oggi lotta per una migliore qualità della vita Inchiesta. Il rondò della discordia e tutti i nuovi punti caldi: da Corso Padova a San Lazzaro, ecco dove non se ne può più Decine di persone sulle strade con il sole o con la pioggia, a sfi- dare le contravvenzio- ni dei vigli e le “atten- zioni” della Digos. Così la città dormito- rio punta i piedi per riappropriarsi dei suoi spazi. Così i vicentini riscoprono la voglia di lottare per una migliore qualità della vita. Il nostro viaggio- inchiesta attorno alla rotatoria maledetta indica le possibili soluzioni del proble- ma ma anche la mappa delle zone che, come l’Albera, diven- tano ogni giorno più invivibili. A pag 4-5 Tina Anselmi uccisa in Regione Gaffe di An sull’odiato ex ministro e partigiana: ma non era morta? Non bastava il volume Italiane edito e diffuso gratuitamente nelle edicole a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministro alle Pari Opportunità Stefania Presti- giacomo (Fi) con il suo ormai notissimo capitolo firmato da Pia Luisa Bianco che si è sbizzarrita in una sequela di sprezzanti giudizi su Tina Anselmi, irridendo la sua esperienza di staffetta parti- giana, dimenticando la sua opera di primo ministro donna della Repubblica italiana e demonizzando la sua azione di presidente della commissione P2 (“improbabile guerriera”, “armata di furbizia contadina” si legge tra le pagine a lei dedi- cate). Affermazioni che vanno ben oltre il limite del giudizio politico e iscritte a pieno titolo nella categoria degli insulti. Non bastava questa prodezza governativa nazionale: ci si è messo anche il Governo vene- to con il suo assessore al Bilancio Maria Luisa Coppola che ha rincarato la dose. In un’intervista al Corriere del Veneto, dopo aver precisato che il suo percorso politico è mille miglia lontano da quello dell’Anselmi, (e ti credo: l’as- sessora, vicentina d’origine e residente a Rovigo, è cresciuta tra le file di An) la Coppola ha affermato di non aver trovato tracce nel Veneto dell’opera dell’ex ministro Anselmi. Due giorni dopo nell’aula del Consiglio regionale si discute- va il piano triennale degli interventi veneti di solidarietà internazionale, presentato dalla stessa Coppola. Era l’oc- casione che le opposizioni del centrosinistra attendevano per far rimangiare all’assessora le sue dichiarazioni. Attesa vana perché la signora Coppola era ben lontana da Venezia. Le bordate, però, sono partite ugualmente e all’assessore è stato chiesto di tornare quanto prima in aula per “ritrattare” quanto affermato. Qualche ex democristiano della maggio- ranza, visibilmente imbarazza- to, ha detto che forse le paro- le della Coppola era state fraintese dal giornalista. Un classico. A dissipare ogni dubbio ci ha pensato il capogruppo di An Paolo Scaravelli che ha preso la parola e con lo sguardo spi- ritato ha urlato: “Lo abbiamo sempre detto che Tina Anselmi è un’incapace: è diventata ministro solo per aver fatto la Resistenza. Anzi, sinceramente credevo che fosse già morta”. Più chiaro di così. E tutti a domandarsi il perché di tanto furibondo livo- re. Si tratta semplicemente di un ennesimo esempio del clima che si respira nel nostro paese governato da persone che alla parola Resistenza per- dono il lume della ragione con- fermando che, in barba agli sforzi di Fini, molti esponenti di An sono stati, sono e saran- no sempre fascisti. vicenza abc la città a chiare lettere SETTIMANALE DI INFORMAZIONE, CULTURA, POLITICA, ASSOCIAZIONISMO, SPETTACOLO Euro 0,80 venerdì 14 maggio 2004, numero 9, anno III Editore: VicenzaAbc scarl, Corte dei Molini 7, 36100 Vicenza. Partita Iva 03017440243. Telefono 0444.305523. Fax 0444.314669. E mail: [email protected]. Spedizione in abbonamento postale 45% Comma 20/B, legge 662/96 - DCVicenza Redazione: Corte dei Molini 7, Vicenza. Telefono 0444.504012. Fax 0444.314669. E mail: [email protected] www.vicenzaabc.it questa settimana 2 3 6 7 8 elezioni sanità nel caos città proibita economia Baggio addio Voglio una vita che non se ne frega I miracolati di Torri: Che vita senza smog Meno traffico, più prospettive “Migliorano pure gli affari” Un suggestivo ritratto serale dell’Albera, trafficata anche di notte Servizi a pagina 4-5 www.trivellato.it Concessionaria Ufficiale Mercedes-Benz TORRI DI QUARTESOLO 0444/250710 BASSANO DEL GRAPPA 0424/886000 BOLZANO VICENTINO 0444/351290 THIENE 0445/380020 ARZIGNANO 0444/450011 LONIGO 0444/436271 Un piccolo segreto... ...fra voi e la vostra Classe C. Light-Lease da 119*al mese. *L’esempio si riferisce alla nuova versione C 200 CDI Classic, prezzo chiavi in mano 30.030 (esclusa IPT). Anticipo 13.608,39 o eventuale permuta e 35 rate mensili da 119 e possibilità di riscatto 13.513,50. Spese d’istruttoria 218,40. T.A.N. 2,69% e T.A.E.G. 3,26%. Iniziativa valida fino al 31 maggio 2004. Salvo approvazione della DaimlerChrysler Servizi Finanziari S.p.A. Consumo (l/100 Km.): urbano 8,3 - extraurbano 4,5 - combinato 5,9. Emissioni di CO2: 156 g/Km. Tradimenti e parenti serpenti: la folle sfida di Isola Vicentina Povere bici piste ciclabili riservate... alle auto Gli amici di Caldogno raccontano il campione La soluzione dei medici “Dateci più soldi” I vicentini alla carica di Confindustria Foto Pedon

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La serie completa del settimanale vicentino diretto da Matteo Rinaldi dal marzo 2004 al gennaio 2006.

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(m.r.) Eccoli qua i vicentini:date loro un polmone e si pren-dono pure l’altro.Succede a Torri di Quartesolodove l’apertura della nuovatangenziale ha fatto riscoprireai cittadini il piacere di vivere.Al punto che la già rivoluziona-ria diminuzione del traffico nonbasta più: adesso voglionoretrocedere la loro via Roma daStatale a Comunale. Uno deipochi casi in Italia dove undeclassamento è più ambito diuna promozione.Era dal 1991, anno dell’apertu-ra del centro commerciale le

Piramidi, che a Torri avevanoperso alcune sane abitudinicome respirare o uscire di casail sabato. Quasi quindici anniin mezzo allo smog, con un’e-terna colonna di auto a tagliarein due il comune. Una vitaccia,dal mattino del lunedì alla seradel venerdì. Poi per fortunaarrivava il sabato ed era tuttaun’altra musica: via i pendolari,ecco le famiglie per lo shop-ping. E la colonna d’auto tripli-cava, dal centro commercialealla Caserma Ederle.“Oggi è tutta un’altra vita - rac-conta il pasticciere Busato dalla

sua celebre bottega in vialeRoma - e sarà meglio ancoraquando l’intera tangenzialesarà percorribile. Strano mavero, vanno meglio anche gliaffari: senza traffico la gente èmeno stressata, si ferma piùvolentieri.”“Un’altra vita davvero - fa ecoil parrucchiere del saloneCarisma, sulla stessa strada -Nessuno meglio di me, almomento costretto ad attraver-sare la strada con le stampelle,ve lo può assicurare. Fino a ieriera un’impresa impossibile”.Diego Marchioro, ex vicesinda-

co del Comune (oggi commis-sariato, alle urne in giugno)concorda in pieno. E raddop-pia: “Fino a ieri questa era pra-ticamente un’autostrada. Oggiè una statale, che siamo riuscitia vietare almeno ai mezzipesanti. Ora bisogna puntare atrasformarla in comunale, conpassaggi pedonali protetti, limi-ti precisi, aree verdi”.Il sogno è che i figli, guardandoun domani le vecchie foto di viaRoma, non la riconoscano più.Stupiti del coraggio con cui iloro genitori riuscivano a viverein un posto così.

Albera, Campo Marzo, Canneti.Tre luoghi differenti della nostracittà, tre appuntamenti diversi cheevocano un’aspirazione comune:la richiesta di una migliore qualitàdella vita, la consapevolezza dipoter cambiare le regole e i princi-pi dello sviluppo urbano.All’Albera, i cittadini che scendo-no in strada si espongono inprima persona per reclamare ildiritto di vivere sicuri in casa pro-pria ed essere finalmente liberidall’oppressione dei Tir e dell’in-quinamento. Una protesta chenon si può relegare a fenomenopasseggero, come qualcuno pre-tende di fare.A Campo Marzo, sabato pomerig-gio, l’associazione Tuttinbici partein gruppo per consegnare alMunicipio la bellezza di 12 milafirme in favore della mobilità cicli-stica. Ciò che chiedono è unaVicenza a misura delle due ruote,dove ci si possa spostare lasciandoa casa l’auto e senza paura di esse-re investiti ad ogni incrocio o nellerotatorie.All’Auditorium Canneti, stasera(venerdì 14), la città esprime tuttala sua voglia di verde pubblicocon “Vicenza città verdissima”,un’assemblea aperta a tutti – agliamministratori in modo particola-re - dove verranno presentate leesperienze delle tante associazionie comitati che da anni si battonoper una maggiore disponibilità diverde e di spazi collettivi.Da decenni non si viveva unmomento di così forte partecipa-zione.Una maggiore sensibilità per lequestioni ambientali, si riscontraanche nella svolta in atto al verti-ce di Confindustria, il mito dellaproduttività ad ogni costo sta peressere spazzato via dalla concor-renza del colosso cinese, è giuntoil tempo di pensare maggiormentealla qualità dei prodotti e alla sal-vaguardia del nostro territorio.Purtroppo in tanto dinamismo, adimostrarsi statica e troppo spessoassente è proprio la Politica, quel-la con l’iniziale maiuscola, quellacapace di rielaborare la protesta,preconizzare il divenire dellasocietà, fare sintesi degli interessidivergenti mediante gli strumentidella democrazia.Chi amministra questa città nonpotrà distogliere lo sguardo anco-ra per molto, è in atto un movi-mento dal basso, che chiede corre-sponsabilità e condivisione nellescelte, ma pretende di essere ascol-tato e per ottenerlo è dispostoanche a sfidare le vecchie regoledella rappresentanza.

Ciro Asprosoconsigliere comunale Verdi

Dal tramontoall’AlberaC’era una volta una città rassegnata a tutto.Oggi lotta per una migliore qualità della vita

Inchiesta. Il rondò della discordia e tutti i nuovi punti caldi:da Corso Padova a San Lazzaro, ecco dove non se ne può più

Decine di personesulle strade con il soleo con la pioggia, a sfi-dare le contravvenzio-ni dei vigli e le “atten-zioni” della Digos.Così la città dormito-rio punta i piedi perriappropriarsi deisuoi spazi. Così ivicentini riscopronola voglia di lottare peruna migliore qualitàdella vita.Il nostro viaggio-inchiesta attorno allarotatoria maledettaindica le possibilisoluzioni del proble-ma ma anche lamappa delle zone che,come l’Albera, diven-tano ogni giorno piùinvivibili.A pag 4-5

Tina Anselmi uccisa in RegioneGaffe di An sull’odiato ex ministro e partigiana: ma non era morta?Non bastava il volume Italianeedito e diffuso gratuitamentenelle edicole a cura dellaPresidenza del Consiglio deiMinistri e del Ministro alle PariOpportunità Stefania Presti-giacomo (Fi) con il suo ormainotissimo capitolo firmato daPia Luisa Bianco che si èsbizzarrita in una sequela disprezzanti giudizi su TinaAnselmi, irridendo la suaesperienza di staffetta parti-giana, dimenticando la suaopera di primo ministro donnadella Repubblica italiana edemonizzando la sua azione dipresidente della commissioneP2 (“improbabile guerriera”,“armata di furbizia contadina”si legge tra le pagine a lei dedi-cate). Affermazioni che vanno

ben oltre il limite del giudiziopolitico e iscritte a pieno titolonella categoria degli insulti. Non bastava questa prodezzagovernativa nazionale: ci si èmesso anche il Governo vene-to con il suo assessore alBilancio Maria Luisa Coppolache ha rincarato la dose. Inun’intervista al Corriere delVeneto, dopo aver precisatoche il suo percorso politico èmille miglia lontano da quellodell’Anselmi, (e ti credo: l’as-sessora, vicentina d’origine eresidente a Rovigo, è cresciutatra le file di An) la Coppola haaffermato di non aver trovatotracce nel Veneto dell’operadell’ex ministro Anselmi. Due giorni dopo nell’aula delConsiglio regionale si discute-

va il piano triennale degliinterventi veneti di solidarietàinternazionale, presentatodalla stessa Coppola. Era l’oc-casione che le opposizioni delcentrosinistra attendevano perfar rimangiare all’assessora lesue dichiarazioni. Attesa vanaperché la signora Coppola eraben lontana da Venezia. Lebordate, però, sono partiteugualmente e all’assessore èstato chiesto di tornare quantoprima in aula per “ritrattare”quanto affermato. Qualche exdemocristiano della maggio-ranza, visibilmente imbarazza-to, ha detto che forse le paro-le della Coppola era statefraintese dal giornalista. Unclassico.A dissipare ogni dubbio ci ha

pensato il capogruppo di AnPaolo Scaravelli che ha presola parola e con lo sguardo spi-ritato ha urlato: “Lo abbiamosempre detto che TinaAnselmi è un’incapace: èdiventata ministro solo peraver fatto la Resistenza. Anzi,sinceramente credevo chefosse già morta”. Più chiaro dicosì. E tutti a domandarsi ilperché di tanto furibondo livo-re. Si tratta semplicemente diun ennesimo esempio delclima che si respira nel nostropaese governato da personeche alla parola Resistenza per-dono il lume della ragione con-fermando che, in barba aglisforzi di Fini, molti esponentidi An sono stati, sono e saran-no sempre fascisti.

vicenzaabcla città a chiare lettere

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venerdì 14 maggio 2004, numero 9, anno III

Editore: VicenzaAbc scarl, Corte dei Molini 7, 36100 Vicenza. Partita Iva 03017440243. Telefono 0444.305523. Fax 0444.314669. E mail: [email protected]. Spedizione in abbonamento postale 45% Comma 20/B, legge 662/96 - DC VicenzaRReeddaazziioonnee:: Corte dei Molini 7, Vicenza. Telefono 0444.504012. Fax 0444.314669. E mail: [email protected] wwwwww..vviicceennzzaaaabbcc..iitt

questa settimana

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elezioni sanità nel caos città proibita economia Baggio addio

Vogliouna vitache nonse ne frega

I miracolatidi Torri:Che vitasenza smogMeno traffico, più prospettive“Migliorano pure gli affari”

Un suggestivo ritratto serale dell’Albera, trafficata anche di notteServizi a pagina 4-5

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Concessionaria Ufficiale Mercedes-BenzTORRI DI QUARTESOLO

0444/250710BASSANO DEL GRAPPA

0424/886000

BOLZANO VICENTINO0444/351290

THIENE0445/380020

ARZIGNANO0444/450011

LONIGO0444/436271

Un piccolosegreto...

...fra voi e la vostra Classe C.Light-Lease da € 119* al mese.

*L’esempio si riferisce alla nuova versione C 200 CDI Classic, prezzo chiavi in mano € 30.030 (esclusa IPT). Anticipo€ 13.608,39 o eventuale permuta e 35 rate mensili da € 119 e possibilità di riscatto € 13.513,50. Spese d’istruttoria € 218,40. T.A.N.2,69% e T.A.E.G. 3,26%. Iniziativa valida fino al 31 maggio 2004. Salvo approvazione della DaimlerChrysler Servizi Finanziari S.p.A.Consumo (l/100 Km.): urbano 8,3 - extraurbano 4,5 - combinato 5,9. Emissioni di CO2: 156 g/Km.

Tradimenti e parenti serpenti: la folle sfidadi Isola Vicentina

Povere bicipiste ciclabiliriservate... alle auto

Gli amici di Caldognoraccontanoil campione

La soluzionedei medici“Dateci più soldi”

I vicentinialla caricadi Confindustria

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Partiti che si spaccano. Alleanzetrasversali. Amici che diventanonemici. Una guerra di frazioni ecampanili. È questa la sciaradaelettorale di Isola Vicentina, unpaese di appena ottomila abitantisul quale però si sono accesi iriflettori più importanti della poli-tica locale. Uno scenario da milio-ni di euro che ruotano attorno alpiù importante distretto vicentinodelle cave. Uno scenario che ha lasua chiave di lettura nel controllodella politica urbanistica di Isola.Uno scenario con equilibri cosìdelicati da far saltare ogni schemapolitico tanto da mandare inpanne molti partiti della Cdl. LaLega locale infatti contesta quellaprovinciale. Fi è divisa da unaguerra interna. Ma pure il centro-sinistra annaspa, non corre in pro-prio, sceglie un profilo basso. E aIsola intanto la gente si chiede sedurante questa campagna sarannoscoperchiate un po' di pentole,dentro alle quali non si guarda daanni.

L’Isola che non c’è. Fare ordine nel

marasma di Isola è complesso. Unpunto di riferimento arriva daInsieme per Amministrare, la listadel sindaco uscente ValterBaruchello. Il primo cittadinoazzurro non può più ricandidarsi eil suo successore più accreditato èil vicesindaco Matteo De Rossi. Idue sono appoggiati da una partecospicua di Fi e dell'Udc, ma nelloro entourage non mancano per-sone con un passato nel centrosini-stra o nella sinistra Dc. Baruchelloda alcune settimane porta avanti ilsuo programma di opere realizza-te: asfaltature, riqualificazione del-l'arredo urbano, nuovi impiantisportivi. Un programma contenu-to in un elegantissimo quaderno acolori di sedici pagine intitolato"Cinque anni di scelte concrete".Nel volumetto il primo cittadinospiega: "Passati cinque anni pos-siamo dire di aver rispettato lepromesse fatte all'inizio del man-dato".

Se la lista che fa riferimento aBaruchello è quantomeno compo-sita, ancora più articolata lo èquella del candidato Massimo DeFranceschi, che nel mandato del95-99 era stato capogruppo per leforze di centrosinistra quandoquest'ultimo governava assieme aBaruchello. De Franceschi (uno dei

potenti delpaese) ha rico-perto la posizio-ne di presidentedella casa diriposo e oracorre contro l'exalleato precisan-do: "Sono con-tento che i Ds e ilcentrosinistra cidiano un appoggio esterno, ma lanostra lista (Partecipare) contienenomi che vengono dal centrosini-stra, dal centrodestra e dalla socie-tà civile". Scuole, bilancio parteci-pativo, attenzione al sociale, sonoi punti salienti del programma deicandidati, i quali fanno della qua-lità della vita la linea di indirizzoprincipale.

Pepe alla contesa lo mette OnorioDe Franceschi, conosciutissimo expresidente dell'Ater di Vicenza, incampo con la civica Per Isola: "Hodeciso di scendere in campo comecandidato sindaco perché sonostato contattato da moltissime per-sone. Dopo dieci anni di strapote-re di Baruchello è bene che ci siaun cambio di rotta. La nostra listaha ottenuto l'appoggio esterno diAn, ma siamo aperti a tutti glischieramenti. Siamo per un paesepiù vivibile, siamo per una politica

portata avantin e l l ' i n t e r e s s egenerale e non inquello di pochi.Speravo di met-tere insieme unnumero maggio-re di personeattorno al mioprogetto, pur-troppo tutte le

altre liste hanno legami organicicon l'attuale primo cittadino. Aogni modo abbiamo già appronta-to i sedici nominativi che correran-no per il rinnovo del consigliocomunale".

Una posizione che GiobattistaGasparella, capolista della civicaIsola Pulita (candidato sindaco laleghista Paola De Bei) non condi-vide: "Dov'era De Franceschiquando facevamo le battaglie con-tro l'amministrazione durantequesti cinque anni? Non vorreimai che fosse stato impegnato conl'amministrazione ad identificarearee edificabili. Il problema è chelui non sopporta il sindaco perchésono due galli in un pollaio dovedomina la medesima politica,quella che noi contestiamo a que-sta amministrazione". Gasparella, consigliere uscente,iscritto a Fi, ma in guerra con

Baruchello dal giorno della suaelezione, rappresenta l'ultimo deiquattro gruppi attualmente inlizza. La leghista De Bei però,nenanche a farlo apposta, è inrotta con i leader provinciali delpartito, che sembra non abbianogradito il suo attivismo contro "gliabusi, gli sprechi ed una concezio-ne feudale del territorio".E lo stesso Gasparella spara a zerosu tutti: "Se si vuole la trasparen-za, ci siamo rimasti solo noi. Glialtri hanno tanti altri interessi, chespesso coincidono con quelli difamiglia". Una posizione dura cheè in linea con le azioni eclatantimesse in campo in questi ultimidiciotto mesi dai due: esposti inprocura sui presunti abusi edilizidel primo cittadino, volantini abizzeffe, sit in contro le lottizzazio-ni selvagge, richieste per una com-missione speciale sulle cave "volu-ta anche dal segretario provincialedei Ds, ma ignorata dalla sinistralocale". E soprattutto fucile punta-to contro la maxi lottizzazione perlo Sporting club: "Un piano - dico-no i due - che doveva inizialmenteconsegnare alla città i campi diallenamento del Vicenza Calcio eche invece si è trasformato nellaopportunità di costruire quattro-cento appartamenti". E siccometra i promotori c'è il presidente di

Assindustria Massimo Calearo "sicomincia a capire come mai adIsola la temperatura sia salita cosìrapidamente". Ma la questione fondamentale diIsola, l'argomento di cui solopochi parlano riguarda le cave. Ilfuturo sindaco avrà le chiavi perradiografare la situazione, ordina-re controlli, vedere se le escavazio-ni sono state effettuate secondo lenorme vigenti. I cavatori, si mor-mora in paese, sono sempre statimolto vicini agli amministratori enegli ultimi tempi, nel novero deipotentati locali, si sarebbero affac-ciati anche gli immobiliaristi. PerBaruchello si tratta di voci campa-te per aria. Isola Pulita, la listadella De Bei, è sul versante oppo-sto e dice di essere pronta a sco-perchiare la pentola se vincerà leelezioni. Gli altri nei programminon fanno nomi e cognomi. Solodopo il 13 giugno si saprà se sottole argille di Isola si nasconde qual-che segreto inconfessabile.

Marco MilioniNella foto: Valter Baruchello

discusso sindaco uscente

È giusto che dei poliziotti sianosotto inchiesta per aver ucciso unbandito durante una rapina? Inun Paese normale la rispostasarebbe sì. Ma in un paese nor-male politici e media si farebberoin quattro per spiegarne le ragio-ni: l’inchiesta di Torri non è unapunizione, ma un atto dovutoper garantire che la Polizia seguasempre regole precise a tutela deicittadini. Un’inchiesta di questogenere è un impiccio e può appa-rire umiliante per uomini chefacevano il loro dovere. Ma unademocrazia non può farne ameno. Da noi, che pure preten-diamo di essere una democraziaavanzata, chi governa preferisceignorare questa logica e cavalcarel’onda delle emozioni. E più sonoviscerali, più molla le briglie.Non sfugge alla regola il ministroGianni Alemanno di AlleanzaNazionale. Ospite, lo scorsovenerdì 7 maggio al convegnovicentino del Sap - il sindacatoautonomo di Polizia - Alemannoha promesso che si batterà pertutelare gli agenti di Torri diQuartesolo perché, parole sue, “ilproblema della sicurezza è trop-po importante per rischiare che leforze dell’ordine siano demotiva-te. È inaccettabile che sianoancora sotto indagine e addirittu-ra sospesi alcuni poliziotti per ifatti del G8 di Genova”. (Traparentesi, il convegno non riguar-

dava la sicurezza ma le pensioni.Tra le stranezze di un paese anor-male, bisogna abituarsi anche aun ministro delle politiche agrico-le, invitato a parlare di pensioni,che divaga sulla sicurezza.Trovate voi un nesso, se ci riusci-te.)Le parole di Alemanno scivolanovia perché sono le stesse che sen-tiamo ripetere sempre più spessoper le strade, negli uffici, nei bar.Meglio fermarle invece. Perchésegnano, ben più delle teorie sullepolitiche sociali, sulla scuola, sul-l’economia, la differenza tra ladestra e la sinistra italiana di que-sti anni.

Il falso mitodella sicurezzaDai tempi dell’ultima grandecampagna elettorale che ha vistovincere la Casa della Libertà, ladestra italiana ha puntato moltosul tema della sicurezza.Nell’Italia raccontata dai Tg dellaFininvest, il paese governatodall’Ulivo era un Far West di cit-tadini terrorizzati da truffatori,ladri e puttane, indifesi da unapolizia con le mani legate.Poi venne il governo Berlusconi etutto si quietò. Stando agli stessitg, i poliziotti ottennero mezzi efiducia, i cittadini protezione, iladri leggi speciali e fogli di via.Tutte bugie ovviamente. Comedimostrano i dati, niente è cam-biato. Vuoi perché la moltiplica-zione dei poliziotti si è dimostra-ta uno dei tanti miracoli italianimalriusciti, vuoi perché le solu-

zioni drastiche e risolutive esisto-no solo nelle fantasie dei sempli-ciotti.

I numeridel fallimentoOggi, come quattro anni fa, inumeri di furti, borseggi, rapine,omicidi, stupri, truffe sono sem-pre gli stessi, con sporadichevariazioni del tutto fisiologiche.La differenza è che un 6 percento in meno di rapine diventasubito un titolo d’apertura persette telegiornali, mentre un 8per cento in più di borseggi siriduce a una breve nell’edizionedella notte. Per quanto fallimentare, la ricetta

della destra ha raggiunto unobiettivo: convincere qualchemilione di italiani che il pugnoduro è necessario. Così oggidiventa normale sentire il parro-

co di Torri di Quartesolo che,all’indomani della rapina costatala vita a un uomo, dice ai giorna-listi: “Sarebbe stato più grave sefosse morto un agente”. E diven-ta normale che il ministro dell’a-gricoltura pretenda di giustificareil comportanmente criminale dimolti poliziotti del G8 alla caser-ma Diaz di Genova. Scopriamo un po’ alla volta chele conseguenze sono peggiori diquanto avessimo immaginato.Mezzo centrodestra italiano chie-de oggi di ampliare il concetto dilegittima difesa fino a poter inse-guire un ladro disarmato per spa-rargli alla schiena. Pochi giornidopo, un gruppo compatto dellamaggioranza si rifiuta di conside-rare la tortura come un crimine.Poche settimane e mezzo mondoscopre che la suddetta tortura èeffettivamente una prassi consoli-data del sistema militare america-no.Con queste premesse diventaobiettivamente difficile spiegarealle persone che indagare dei

poliziotti per aver ucciso un plu-ripregiudicato con Kalashnikov èuna situazione di cui andare fieri.Però è doveroso, e sarebbe belloche il centrosinistra riuscisse amantenersi compatto (almeno) suquesto. La spaccatura con ladestra, su questo fronte è totale.Da una parte chi cavalca il pro-blema sicurezza conscio che que-sto è percepito (il corsivo è d’ob-bligo) come il più importante damilioni di italiani. Dall’altra chideve continuare a battersi perspiegare che la realtà è diversa.La destra ha vinto le elezioni rac-contando che viviamo in unpaese ostaggio di rapinatori diborsette e comò. La sinistra spie-ghi che questi rapinatori esistonoe vanno combattuti, ma che sonopoca cosa rispetto ai rapinatoridi tangenti ospedaliere, altafinanza, soldi pubblici e finanzia-menti privati. Sbugiardare le loropromesse di sicurezza non è diffi-cile. Difendere l’inchiesta di Torrilo è, ma è doveroso provarci.Una democrazia non può creareun precedente che permetta unnuovo caso Diaz o la morte di unladruncolo disarmato che sta for-zando una macchina. Non fos-s’altro perché il ladrucolo potre-ste essere voi, che avevate sempli-cemente dimenticato le chiavi.Sotto questa luce, l’avviso digaranzia inviato ai poliziotti nonè solo un bel colpo per fare untitolone sui giornali e scatenare lepolemiche nei bar. È un bel colpoper l’intera democrazia.

Matteo Rinaldi

sette giorni di politica

Dal caso Torri alla torturadecisiva la sfida sulla sicurezzaAnche il ministro Alemanno sceglie Vicenza per fare propaganda forcaiola. Ma la democrazia è un’altra cosa

Mentre vengono sbugiardati i trionfali numeri della destra, il Paese pare avviato verso una deriva giustizialista

A Isola tradimenti e parenti serpentiLa singolare storia del comune dove si va al voto tra le più incredibili alleanze traversali

ACQUE MOSSE IN LAGUNA. La consigliera Donazzan: “Grembiulini obbligatori”

2 vicenzaabc

Con la cosiddetta “legge dei grembiulini” ilgruppo di Alleanza Nazionale in Consiglioregionale ha ottenuto, come si suol dire,un’esposizione mediatica senza preceden-ti. I giornali veneti e quelli nazionali si sonofatti in quattro (scomodando con intervisteanche Lidia Ravera e perfino il leader sto-rico del ‘68 Mario Capanna) per illustrarequesta proposta che punta, in sostanza, aprivilegiare nell’assegnazione dei finanzia-menti della Regione Veneto le scuole ele-mentari e medie venete che renderannoobbligatoria per i propri allievi la divisa diistituto.“È per scoraggiare il consumismo dei vesti-ti griffati, eliminare imbarazzanti differenzesociali e alimentare lo spirito di apparte-nenza” hanno spiegato i presentatori. Traquesti la bassanese Elena Donazzan checon i suoi 32 anni è la più giovane dei con-siglieri veneti. La più giovane, ma un tipo

tosto. Ha lasciato volentieri il ruolo di tene-ra mascotte di palazzo Ferro-Fini alla con-sigliera leghista, anch’essa bassanese,Mara Bizzotto, nata nello stesso mesedello stesso anno (il giugno del 1972) ma19 giorni prima di lei e si è specializzatain incursioni politiche dentro e fuori ilpalazzo. Membro della commissione agri-coltura, Elena è una paladina convinta del-l’attività venatoria al punto che un giornoha annunciato in aula di aver finalmenteconseguito la licenza di caccia. Per coerenza.Un po’ Diana cacciatrice e un po’ Giovannad’Arco. Due anni fa alla guida di un mani-polo di Azione Giovanile si fionda in Istriaper rendere omaggio alle tombe italianenei cimiteri locali che vengono progressi-vamente fatte sparire dalle autorità croate.Alla frontiera trova il modo di aver da ridirecon le guardie di confine che, forse avver-

tite della “spedizione”, la strapazzano.Rischia l’arresto e si sfiora l’incidentediplomatico.Guerrigliera ma anche, a suo modo, pacifi-sta. Lo scorso anno alla vigilia dell’apertu-ra delle ostilità in Irak vola a Bagdad insie-me ad un altro consigliere regionale,ilpadovano Iles Braghetto dell’Udc masoprattutto di Comunione e liberazione. Lìi due incontrano alcuni rappresentantidelle chiese cristiane locali. Vengonoimbarcati nell’ultimo volo di linea chelascia Bagdad prima che l’aeroporto e lospazio aereo irakeno vengano chiusi.Seguace della corrente del ministroAlemanno, Elena Donazzan si muove spes-so per conto suo spiazzando gli altri consi-glieri di An che si sforzano (anche se pococonvinti) di adeguarsi alle metamorfosiimposte dalla segreteria nazionale: non famistero di essere perplessa dalle uscite

“antifasciste” di Fini e tenta di compen-sarle in loco sponsorizzando ogni possibilee immaginabile iniziativa pubblicistica suidue storici cavalli di battaglia del postfascismo italiano: “le vittime delle foibe” ei “crimini” dei partigiani.Ma torniamo alle divise scolastiche. ElenaDonazzan le predica ma personalmentepreferisce alternare mises maliarde cheprovocano qualche brivido maschile neicorridoi di palazzo Ferro-Fini ai tailleurs-pantalone da donna in carriera e ai jeansda combattimento.Va detto che questa proposta ha probabi-lità molto vicine allo zero di diventare leggeregionale. An lo sa benissimo però l’obiet-tivo è stato raggiunto: in tempi in cui l’im-magine del partito, soprattutto in Veneto, èun po’ sbiadita, pagine di giornali e riflet-tori delle TV sono stati assicurati.

La pasionaria di An che combatte le griffe

Belli dentro. Nella foto, l’austero look della sobria Elena.

Miracolo fallitoomicidi e rapine in aumento

Frodi triplicate: da 54000 nel 2002 a 187000 nel 2003.Omicidi in crescita: dopo 10 anni di costante diminu-zione, nel 2003 sono aumentati del 10,3%.Rapine al top: + 14,2% nel 2002, + 4,3% nel 2003. Èil livello più alto degli ultimi 40 anni. Borseggi in salita: 165 mila nel 2003 (più 6,9% rispet-to al 2002)Scippi in aumento: saliti del 2,8% nel 2003Furti negli appartamenti: in aumentoTotale reati: 2001: 2.163.000 - 2002: 2.231.000 -2003: 2.457.000Secondo i manifesti elettorali di Berlusconi, i furti sonocalati del 17%

Dati su base nazionale, fonte Istituto Cattaneo di Bologna,2004

Foto

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Malasanità. Reazioni alle gravissime accuse lanciate dal procuratore Pecori

Malati di mazzette

Il presidente dell’Ordine: “Alzare gli stipendi ed eliminare la commistione tra pubblico e privato”

A Campo Marzoapprodano i pirati

Centro Storico:ironia alla VicentinaContinua la vertenza sulla manutenzione diCampo Marzo. L’area necessita un risanamentoimmediato. Le sponde della Seriola sono un“immondezzaio” e igienicamente pessime. Lo spa-zio alle spalle dello storico bar Moresco versa inuno stato di abbandono, inoltre il viottolo centra-le non possiede adeguati sgorghi per l’acqua pio-vana e per questo si allaga. I cittadini si sono fattisentire più volte lasciando eloquenti cartelli “Quimolo 4” o “Acqua alta a Vicenza”. LaCircoscrizione ha inoltre fatto richiesta per unmiglioramento dell’illuminazione e l’installazionedi un palco per eventi musicali e per creare unluogo di aggregazione.

Stanga: strade anti polemicaSono state inaugurate due nuove vie laterali diVia Caminer divise da Via Vittime di Guerra.Sono state intitolate a Elisa Salerno e VittoriaMadurelli. Due personaggi... apolitici dopo il casodi via delle Foibe che aveva provocato una pole-mica.

Villaggio del Sole: ridateci il rockPare che non avrà buon fine la richiesta dell’areaCastaneda per il Villazza Rock. Matteo Tosetto,presidente della Circoscrizione Sei, dichiara che ladecisione deve essere presa dal Comune ma inrealtà l’area è di pertinenza della Circoscrizione.“L’area scelta dall’organizzazione era perfetta peruna festa che, quest’anno, avrebbe dovuto essere

già ridimensionata e resa più appetibile per lefamiglie” – commenta il consigliere diessinoAndrea Tapparo. Continua inoltre la protestaormai infinita per la situazione di emergenzadell’Albera (articoli nelle pagine seguenti).

Pomari: Comune, fuori i soldiNon si è ancora risolta la questione sull’ex areaZambon (l’area, inquinata, necessita di una messain sicurezza se non addirittura di una bonifica).“Il Comune deve farsi carico al più presto dellasituazione e provvedere ai costi – dice Tapparo –che in seguito potrà eventualmente recuperaredalla Zambon.”

Laghetto: occhio alle bucheSono iniziati i lavori per il miglioramento delmanto stradale in via dei Laghi. Le condizioni dimolti marciapiedi delle strade lateriali sono peròancora pessime e pericolose soprattutto per glianziani.

Viale Cricoli:riprendiamoci il quartiereLa Circoscrizione pone l’attenzione sull’areaattorno a viale Cricoli, sempre più disastrata. E’necessario un piano per recuperare la zona e sot-trarla all’abbandono.

Ca’ Balbi: 30 all’oraE’ previsto un volantinaggio e una raccolta firmeper sensibilizzare i cittadini sul progetto 30 all’orai cui lavori sono stati lasciati a metà.

Sara Sandorfi

Le accuse lanciate dalle paginedel Corriere del Veneto sonodurissime: la sanità è malata.Di mazzette. Parole destinate alasciare un segno. Perché a pro-nunciarle è il Procuratore reg-gente di Vicenza Paolo Pecori,impegnato nell’inchiesta sulletangenti al San Bortolo.Nell’intervista rilasciata alquotidiano, Pecori lascia chia-ramente intendere che il casoSoranzo (il primario di otori-nolaringoiatria arrestato) èsolo la punta di un iceberg. Lacorruzione sarebbe molto piùdiffusa di quanto finora emer-so dalle indagini. Talmente dif-fusa da far dichiarare alProcuratore: “la fine della cor-ruzione è solo un’illusione”.Solo che, contrariamente aquanto accaduto per tangento-poli dove la falla aperta conMario Chiesa liberò una casca-ta, qui mancano (ancora) leprove e qualcuno che parlimettendo a nudo l’intero siste-ma. Scoperchiare la tangento-poli sanitaria vicentina saràcompito della Magistratura.Resta la gravità delle dichiara-zioni rilasciate da Pecori.Affermazioni che, ne siamocerti, sono state fatte a ragionveduta. Con in mano elementi,se non probanti, certamentemolto significativi. Possibileche nessuno sapesse? Avesse

quantomeno subodorato?“Nessun dubbio: se avessimosaputo avremmo certamentedenunciato” dice ClaudioScambi, responsabile Sanitàdella Uil, che continua: “Il pro-blema è quello del rispettodelle regole. La riforma Bindiha ben determinato gli spaziper l’interesse privato del sin-golo sanitario all’interno dellastruttura pubblica. Solo che –nonostante il recente richiamodi Alessandri alle regole darispettare nell’esercizio dellalibera professione – il clima è

un po’ quello del laissez faire.Insomma, le regole ci sono.Basterebbe farle rispettare”.Già, perché questa difficoltà?“Scarse risorse? Mancanouomini per effettuare le dovuteverifiche?” a chiederselo èGiancarlo Puglioni della Cgil:“Nella sanità i medici sono l’u-nica categoria a poter godere ditutti questi benefici. ComeSindacato abbiamo più voltechiesto, senza mai avere rispo-ste esaurienti, una rendiconta-zione completa rispetto alleattività libero-professionali.

Anche rispetto alle prestazioniper conto Ulss svolte in clinicheprivate. Al massimo abbiamoottenuto generiche risposteverbali. Alessandri – e con luitutti gli altri direttori delle Ulss– invece di limitarsi a ricordarele regole, le faccia rispettare”.Come riuscirci? “Purtroppo ilfuturo si apre a scenari semprepiù torbidi. Per i medici del ser-vizio sanitario nazionale si pro-fila la fine del rapporto diesclusività. Una regola chiave.Proprio in questi giorni ilSenato ha approvato un emen-

damento al decreto sull'emer-genza sanitaria presentatodalla senatrice di Forza ItaliaAlberti Casellati (la stessa cheaveva imputato alla rigiditàdella Legge Bindi, la primacausa ad aver spinto Soranzo“a fare il furbo”).L'emendamento prevede che imedici ogni anno scelgano seoptare per il rapporto di lavoroesclusivo con il Servizio sanita-rio nazionale oppure no. Inquesto modo viene modificatoil principio dell'irreversibilitàdella scelta, previsto dalla leggeattuale. Bell’affare: sarà ancorapiù difficile effettuare i control-li”. Dello stesso avvisoMaurizio Dei Zotti della Cisl:“L’Ulss di Vicenza è ingoverna-bile. Ricorda l’Italia delMedioevo con i suoi feudi,ducati, comuni. Ognuno pro-cede come meglio gli aggrada.Salvo riscoprire l’unità quandoc’è da difendere gli interessi diqualcuno. Che, evidentemente,sono poi anche degli altri.L’impressione d’insieme è quel-la di un ambiente dove – inassenza di controlli – tutto èlasciato alla responsabilità delsingolo individuo. E si sa, l’oc-casione fa l’uomo ladro. Nonmi stupirei affatto se, comelascia intendere Pecori, stesseroper scoppiare altri bubboni”.

Davide Lombardi

Il sindacato: ignorate le regole anti corruzione. Ma intantograzie a Forza Italia, controllare i furbi sarà più difficile

LOTTASENZAQUARTIERE

vicenzaabc

I punti contenuti nella letterainviata a primari, aiuti e diret-tori medici dal Direttore gene-rale Antonio Alessandri il 19dicembre 2003.

1. Silenzio in SalaL’utilizzo delle sale operatorieper l’attività libero-professio-nale deve essere programmatofuori dall’attività istituzionalee non interferire con esse.

2. Timbrare il cartellinoL’attività deve essere svolta

negli orari concordati previatimbratura

3. Registrarsi, pregoOgni richiesta di prestazioneva registrata attraverso il Cup(Centro Unico Prenotazioni)

4. 30 e lodeLe attività in libera professio-

ne richieste a pagamento dagliutenti e svolte in altri ospedalisono consentite, previa con-venzione, solo a carattereoccasionale e fino ad un limitedi 30 prestazioni all’anno

5. Mai fuori sedeI medici sono autorizzati asvolgere attività libero-profes-sionale in un’unica sede ester-na se mancano spazi all’inter-no dell’ospedale (entro il 2005però – fatte salve modificheall’attuale normativa – le duesedi dovranno essere ricondot-te ad una).

Ezio Cotrozzi, presidente dell’Ordine deiMedici di Vicenza, che cosa pensa delledichiarazioni di Pecori?La classe medica vicentina è molto attenta ecorretta. Non ho dubbi che vi sia un assolutorispetto delle regole e della legge da parte ditutti.Il caso Soranzo sembra indicare il contrario.Infatti, lui è iscritto all’ordine di Padova.Allora, la corruzione non supera la barriera diGrisignano?Dico solo che a Vicenza, come Ordine, siamoattentissimi di fronte a situazioni di questogenere. Evitiamo di fare di ogni erba un fascio?Evitiamo.Resta il fatto che Pecori è andato giù durissi-mo.Il Procuratore avrà i suoi motivi per rilasciarequeste dichiarazioni. Tiri fuori quello che sa.Del resto è mia intenzione andare a parlare alpiù presto con lui. L’Ordine deve essere infor-mato di eventuali scorrettezze di qualche suo

iscritto. Per poter coordinare la nostra azionecon quella della Procura. Ma per quel che miriguarda, ripeto, ho grande fiducia nella clas-se medica.Pensa vi sia una correlazione tra l’attuale nor-mativa e quello che è successo al San Bortolo?La situazione attuale ha bisogno di correttivi.In questo caso si è avuto un pessimo uso del-l’intramoenia (la libera professione all’internonelle sedi pubbliche ndr) Tra l’altro, questaconfusione normativa va contro i cittadini.Per una visita in lista d’attesa si può aspettareanche sei mesi. Pagando, la si fissa in un’ora.La riforma sanitaria è qualcosa lasciato ametà. Di qui lo spazio per possibili abusi. Il Ministro Sirchia, in un’intervista al Sole 24ore, dice che controllarvi è impossibile, civorrebbe un carabiniere per ogni medico. Ilche – parole sue - non sarebbe elegante.Non è un problema dieleganza, ma di logica.Quel che dice Sirchia ègiustissimo. Dice che

questo sistema è sbagliato perché non è statoportato fino in fondo. Bisognerebbe dare piùsoldi ai medici, molti di più di quelli che pren-dono oggi, ed eliminare l’intramoenia. Tral’altro, il nostro contratto è scaduto da treanni.Dunque lei è favorevole alla liberalizzazioneproposta dal centro-destra.La medicina deve essere libera per definizio-ne.Ma lei crede che l’emendamento propostodalla Alberti Casellati, per cui di anno inanno potrete decidere se dare l’esclusiva alServizio Pubblico o meno, vada in direzionedi una chiarificazione normativa?Credo che aggiunga confusione alla confusio-ne. Comunque, prima di esprimermi a riguar-do, preferisco attendere l’incontro che abbia-mo convocato con il Senatore Flavio Tredese

per la prossima settimana. Servirà perfarci idee più precise su cosa bolle inpentola.

d.l.

I medici: “Dateci più soldi”

Tangenti5 regoleper nonsbagliareLe norme ci sonoma chi le rispetta?

Page 4: Vicenzaabc n. 9 - 14 maggio 2004

la nostra inchiesta

C’era una volta una città rassegnata a tutto. Oggi scende in strada per una m

Le soluzioni: i pro e i contro di bretella, semaforo, pedaggio...Le nuove Albere: da Corso Padova a viale San LazzaroRetroscena: perché ai camionisti l’autostrada non piace

Se i tir danneggiano. Asproso: “Trasformiamo viale Pasubio in una tratta a pedaggio”

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Scendono numerosi, nonostante l’acqua, armati dibandiere, striscioni, cartelli, megafoni. Sono i residentidell’Albera che esprimono tutta la loro rabbia perchénon hanno ancora ricevuto non solo le risposte alleloro rivendicazioni ma neanche la sacrosanta conside-razione da parte dell’Amministrazione. Ma cerchiamodi capire chi sono e cosa vogliono.Nella primavera del 2001 nasce il Coordinamento deiComitati: Villaggio del Sole, viale Trento, via PecoriGiraldi, Maddalene di Vicenza e Motta diCostabissara, costituito dagli abitanti di quelle zone,esasperati per il gravissimo inquinamento ambientaleed acustico provocato soprattuto dai mezzi pesantiche trasportano le merci da e per la ricca e produttivaprovincia vicentina, verso l’imbocco dell’autostradaVicenza ovest.Il monossido di carbonio è al di sopra dei livelli massi-mi consentiti (Dal 1988!) ele polveri prodotte daimotori a gasolio dei camionrende l’aria irrespirabile,sporca ogni cosa stia fuoriper più di qualche minuto. Il rumore e le vibrazioniprovocano danni agli stabi-li; crepe si aprono sui muri,disturbano il riposo ed ilsonno degli abitanti. Il pro-blema si potrebbe arginarea detta di uno dei fondatoridel Coordinamento, Giuseppe Farina, “Rendendoobbligatorio l’uso dell’autostrada A/31 per i mezzipesanti, molti dei quali vanno oltre Thiene. Una nor-mativa regionale prevede un rimborso per il supple-mento di strada percorso. Non costerebbe niente, èsolo una questione politica…”.“La situazione è insostenibile, come ha ammesso lo

stesso sindaco” dice il Consigliere comunale DsGiovanni Rolando, portavoce di uno dei comitati,“ma la soluzione auspicata è ancora lontana da venire;la dichiarazione dello Stato di emergenza Sanitaria edi conseguenza l’emissione dell’Ordinanza Sanitaria didivieto di transito ai mezzi pesanti 24 ore su 24 nellezone interessate, per tutelare il bene primario; la salutedel cittadino”.

Gaetano Callegaro ed Annamaria Berton diLegambiente spiegano: “Il vero problema è il trasportodelle merci via strada. Si dovrebbe incentivare il tra-sporto via treno, creando le infrastrutture adatte.L’Albera è solo la punta di un iceberg”.Le persone protestano in modo semplice ed effiace:aspettano il segnale verde all’attraversamento pedonaleper impegnare le zebre. Tanto basta a creare un caos.Sono perlopiù anziani,uomini e donne comuni, asostegno di un movimento“No Trafic” pacifico erispettoso delle regole,tanto che le forze dell’or-dine non intervengono senon per invitare, congarbo e gentilezza, qual-che passante “troppolento” che ingombra lasede stradale quando scat-ta il verde per le auto, acamminare più in fretta.Tra le lamentele degli abitanti c’è anche il fatto chealla lentezza nello scattare del verde dal momentodella chiamata pedonale (4 minuti circa), si contrappo-ne la velocità con cui dal verde si passa al rosso (pochisecondi).La signora Elena Miani dice: “Per andare in chiesadevo solo attraversare la strada, 400 metri circa, ma èun’impresa. E poi a causa dell’aria malsana non possoaprire le finestre di casa, neanche in estate”. Da quan-do un anno fa è stata costruita la rotatoria ed installa-to il semaforo per il passaggio dei pedoni sono stateinvestite tre persone. Una di queste è Sonam Uddin, diorigine bangladese: “Stavo andando a comprare illatte al bambino nella farmacia di fronte. Pioveva edho attraversato in fretta. Una macchina non si è fer-mata e mi ha colpito. Ho fatto un volo di alcuni metrima per fortuna non mi sono fatto niente! La signoraalla guida non è neppure scesa dalla macchina, haaperto il finestrino e mi ha chiesto se stavo bene. Poise n’è andata. Per non dire dei piatti sulla tavola chetremano per le vibrazioni provocate dai camion”.Faccin Letizia dice: “È dal ’48 che abito qui, vivo dasola, negli ultimi tempi ho riparato già due volte le

crepe in cucina. Mi sento soffocare. Di notte il lettotrema, la foto del mio povero marito, si è spostatanella cornice. Stavimo meio quando ierimo poareti” .Andrea Tapparo, Presidente della Circoscrizione 6: “E’preoccupante l’assenza degli amministratori. Il Sindacovorrebbe ma non può, eppure nel ’91 il suo predeces-sore Variati lo fece (si riferisce al blocco del trafficopesante su quella tratta). Queste persone si sentonosole, abbandonate, hanno l’impressione che si stiaprendendo tempo, cercando di passare la patata bol-lente magari alla prossima amministrazione”.Fa la sua apparizione anche l’onorevole Lalla Trupia,deputato dei Ds, venuta a portare “solidarietà e nonindifferenza, perché gli amministratori devono starevicini alla gente, sporcarsi le mani, cercare soluzioni, ilSindaco ha fatto come Ponzio Pilato; se n’è lavato lemani”.Fiorenzo ha portatoIlaria, la figlia di circasette anni, alla manifesta-zione. Se ne stanno tor-nando a casa e lei gli dice:“Papà, ma non è successoniente, i camion continua-no a passare.” A vedere le fotografiedelle persone che scendo-no in strada appare chia-ro che la politica conl’Albera ha poco a chefare. A protestare nonsono certo i soliti noti, come sostiene qualcuno, macasalinghe, commercianti, pensionati. Buona parte diqueste persone non ha mai fatto nemmeno uno sciope-ro, altro che rivolte premeditate. Questi anziani con lamascherina antismog sono invece il segnale che i tempistanno cambiando: anche nella pacifica Vicenza il con-cetto di qualità della vita sta diventando sempre piùimportante. Chi una volta dedicava mezz’ora in piùdel suo tempo per fare gli straordinari al lavoro, oggipreferisce dedicarla al miglioramento della sua vita. Sel’amministrazione della città non capisce il significatodi tutto ciò, non potrà mai rispondere alle richiestedella sua città.

Claudio Carolo

Ciro Asproso, consigliere dei verdi,non ha dubbi: lui la ricetta perrisolvere il problema dell’Albera cel’ha. Facendo pagare un pedaggioai mezzi di trasporto pesanti silimiterebbe la loro presenza.“Questo sistema – spiega Asproso– si chiama ‘Road Pricing’. È unutile alleato contro il traffico, giàaffermato in altre città”. A Londra,per sempio, è stato installato unimponente meccanismo denomi-nato ‘Congestion charging zone’che regola il flusso automobilisti-co. In poco tempo ha diminuito lapressione sulle congestionatestrade della capitale inglese.Misure simili, nel nostro piccolo,sono state adottate anche aGenova e Venezia.”

Come potrebbe essere applicatoil road pricing a Vicenza? E chebenefici porterebbe?

Attraverso dei portali elettronici,tutti i mezzi pesanti che attraver-sano la zona interessata sonocostretti a pagare un pedaggio peril transito. Questo pedaggio deveessere sufficiente a scoraggiare ilpassaggio. Il ricavato dell’opera-zione, inoltre, servirà a pagare lamessa in opera del progetto e l’e-ventuale realizzazione e manuten-zione di tutte le infrastrutture

necessarie (barriere fonoassor-bendi, asfalto speciale) a migliora-re la qualità della vita dei residen-ti del quartiere.

Molti trasportatori, però, devonopassare obbligatoriamente perl’Albera: è la naturale prosecuzio-ne della statale Pasubio per rag-giungere la zona industriale e lastatale per Verona. Ora che nelcasello di Vicenza ovest si è allac-ciata la tangenziale per Padova, il

traffico è destinato ad aumenta-re.

Le vie alternative per i trasportato-ri, come l’autostrada da prenderea Thiene, ci sono. Il problema mag-giore è l’enorme quantità dicamion e tir che attraversano sol-tanto il nostro territorio, entrandoin autostrada, per esempio, versoVerona o Padova. Questo perché ilpedaggio è ancora la barriera psi-cologica da superare. Le statali

non si pagano e quindi fannorisparmiare: è questo il pensieroda cambiare. Passare per le stata-li è un costo e deve essere soste-nuto soprattutto dai suoi utentiche maggiormente logorano que-ste vie.

In questo modo, però, aumentanoi costi per i trasportatori e di con-seguenza per i trasporti. Non cisono alternative?

Il trasporto su gomma è costoso.Questo deve essere capito. I tra-gitti medio-lunghi dovrebbero esse-re affidati a mezzi più compatibilied economici come il trasportofluviale e su ferrovie, molto svilup-pati in Italia, tempo fa, ma oraabbandonati per una politica deitrasporti su gomma che non haportato e non porterà risultatipositivi. Come è facile intuire è unproblema risolvibile solo in scalanazionale attraverso una politicaconcreta sui mezzi di trasportoalternativi.

A livello locale le autorità compe-tenti credono in soluzioni alterna-tive?

Purtroppo l’attuale amministrazio-ne sembra più interessata adarroccarsi sulle sue scelte invece

di procedere ad un dialogo costrut-tivo. Un gran peccato, perché sonosoprattutto i cittadini, attraverso leloro manifestazioni, a richiedererisposte da chi li governa. Quandoho proposto il pedaggio in vialePasubio, pochi giorni fa, Cicero ela maggioranza hanno storto ilnaso. Eppure pochi giorni dopouna soluzione del genere è statapresa in considerazione anche inTrentino.

Quindi la situazione dell’Albera èla diretta conseguenza di unagestione negligente del trafficourbano da parte dell’attualeamministrazione?

La questione non è così semplice.Capisco la posizione di Cicero. Citroviamo di fronte a un problemadalla non facile soluzione – spiegaAsproso – Lottiamo contro lapotente lobby degli autotrasporta-tori, ben decisi a tutelare in ognimodo i loro interessi economici,senza badare alla sicurezza dei cit-tadini. Non dobbiamo dimenticarela debolezza normativa delle ordi-nanze di limitazione del traffico.Per questo chi ha il potere deci-sionale deve impegnarsi di più.

i.t.

Una barriera elettronica contro i bisonti della strada

vicenzaabc

RoadPricing

Cos’è:il road pricing è l’attivazionedel pedaggio per l’utilizzo dicerte strade. può essere limitatoad alcune categorie di veicoli(camion, bus turistici). Loscopo è di limitare l’accesso adaree sensibili

Dove è già adottato: Singapore,Oslo, Trondheim, Melbourne,Los Angeles, Londra, Venezia,Genova

Pro: È un sistema democratico per-ché non vieta l’accesso. I costiper la realizzazione del progettosono ammortizzabili attraversol’entrata del pedaggio. Il guada-gno netto può essere utilizzatoper opere di insonorizzazione emiglioramento della qualitàdella vita delle aree interessate

Contro: Costo iniziale che deve esseresostenuto dal Comune. Tempidi realizzazione lunghi

Centro di Londra: un’area per entrare nel “Congestion charging zone”. Oltre400 porte d’accesso e 800 telecamere per far pagare un pedaggio ad ogni auto

Colonne, smog, mu

Da est a Ov

C’era unavolta una

Quante volte sono scesi in strada? Ormai abbiamo perso il conto. I cittadini della zona dell’Albera, il rondòpiù grande e malfamato della città, da tempo hanno scatenato una rivolta contro la circolazione, che nellazona ha raggiunto livelli da raccordo autostradale. Un traffico che assomma migliaia di camion e decine dimigliaia di auto che, giorno e notte, rombano attorno al rondò e si disperdono tra viale Trento, viale Diaz esoprattutto viale del Sole e la statale Pasubio. Un traffico che ha spinto una cittadinanza storicamente chiusa,paziente e timorosa a organizzare manifestazioni di protesta clamorose e coraggiose: mascherine davanti allabocca, cartelli in mano, striscioni tesi e via, su e giù per le zebre pedonali. Tanto basta per far letteralmenteimpazzire il traffico, creare colonne chilometriche, far saltare i nervi agli automobilisti. E agli amministratori.Per i quali l’atteggiamento dei cittadini è comprensibile ma ingiustificabile. Si chiede loro di portare pazienza.Il tempo di realizzare la bretella. Una decina d’anni.

È probabile che l’Albera sia solo la spire sempre più forte. Perché di case chesaggio di un mezzo pesante ce ne sonozone della città. Ecco le principali.

Corso Padova è ancora considerata unprestigiose del semicentro. Per quanto dato sapersi. È certo invece che la vivicala giorno dopo giorno. A causa anchdi Ponte degli Angeli, il traffico è aumdi punta, le colonne partono dal pontetavolta al semaforo di viale della Pace.bus è un incubo per chi vive nelle vecczona: vibrazioni e crepe su soffitti e pauna cosa normale. Non bastasse, preouna sorta di assalto alla diligenza edilicando le abitazioni in Corso Padova. tso della Fiat Savi – che vedrà nascere dtamenti - e tre nuovi centri residenzialvicinanze, crescono in modo esponenzNon crescono ovviamente strade e parsegue un aumento di traffico micidialeda ancora a doppio senso che sopportna un senso unico.

Peggio di Corso Padova: tra via IV NoScroffa si concentra una quantitò di smimpallidire l’Albera. Mancano solo i czine di bus e corriere Ftv (con centinaifanno egregiamente le veci. Metteteci p

IV Novembre - Viale

Corso Padova - Viale

L’Albera ha dato i su

Foto

Ped

on

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la nostra inchiesta

iglior qualità della vita

O pere appartenenti aFondazione G iorgio Cini,Fondazione Querini Stampalia,Gallerie dell’ Accademia,Musei Vaticani,Museo B agatti Valsecchi, Museo Poldi Pezzoli, Pinacoteca Ambrosiana, T esoro di San Marcoe altre istituzioni culturalie religiose del Veneto e della Lombardia, restaurate grazie a B anca Intesa in collaborazione con le Soprintendenze per i B eni Archeologici e per il Patrimonio Storico, Artistico eDemoetnoantropologico del Veneto e della Lombardia.

Gallerie di PalazzoLeoni MontanariVicenza, S. C orona 25

dal 20 marzo al 20 giugno 2004da mercoledì a domenicadalle 10 alle 18

ingresso libero

Mostra promossa da

con il patrocinio del Ministero per i B eni e le Attività Culturali

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La bretellaCos’è: un tratto di strada che, collegandosi prima edopo viale Pasubio e l’Albera, dirotta la maggior partedel traffico che dalla circonvallazione est prosegue perla statale verso Thiene e viceversa.Pro: deviando il traffico si migliora la qualità della vitanell’area residenziale. La bretella, inoltre, velocizza ulte-riomente il passaggio dei veicoli senza danneggiare gliautomobilisti.Contro: i tempi di realizzazione sono estremamente lun-ghi, da cinque anni – la migliore delle ipotesi – a quin-dici anni. La bretella non risolve il problema ma lo spo-sta soltanto. Tra le varie alternative, inoltre, risulta traquelle più onerose e a maggior impatto ambientale.

AutostradaCos’è: la proposta consiste nel rendere appetibile iltransito dei veicoli pesanti attraverso l’autostrada conincentivi fiscali. Gli autotrasportatori saranno agevolatinell’utilizzare una rete di trasporto veloce già esistente,limitando l’afflusso nelle zone urbane.Pro: è attuabile immediatamente. I fondi per una inizia-tiva del genere sono – in teoria – già stati previsti daalcune leggi regionali. È una soluzione ideale soprattut-to per la maggior parte dei trasporti che attraversanosoltanto il nostro territorio, senza fermarsi.Contro: anche se disponibili, i fondi sono estremamentelimitati e risolverebbero la situazione solo per un breveperiodo. Per il passaggio autostradale i trasportatorihanno già a disposizione delle agevolazioni.

Divieto di accessoCos’è: una proibizione del transito di tutti mezzi pesan-ti, come è già stato attuato in viale Dal Verme.Pro: si risolve il problema alla radice, eliminando lacausa dei danni. Le spese sono contenute e, dopo unperiodo iniziale di controllo e vigilanza stradale soste-nuta, senza ulteriori costi aggiuntivi.Contro: si eliminerebbe l’unica strada ancora percorri-bile per attraversare a nord-ovest la città. L’intero traffi-co pesante passerebbe per le aree dei comuni limitrofi,saturando vie non adatte al flusso dei mezzi pesanti,con un aumento dei costi di trasporto e dell’inquina-mento diffuso.

Limitare la velocitàCos’è: attraverso dei dissuasori di velocità (semafori chesi azionano quando si supera una certa velocità, autove-lox permanenti, dossi artificiali) si limita la velocità deiveicoli in transito.Pro: sparirebbero le vibrazioni eccessive e l’inquinamen-to acustico. Il traffico sarebbe più omogeneo e menopericoloso per pedoni e ciclisti.Contro: non risolverebbe l’inquinamento atmosferico.Aumenterebbero le code in prossimità dell’area interes-sata, soprattutto nelle ore di punta. L’uso di dossi elimitatori fisici, inoltre, otterrebbero il risultato oppo-sto, aumentando il rumore e le vibrazioni.

Il semaforoCos’è: il ripristino del vecchio sistema semaforico perl’incrocio dell’Albera. Non sempre, visto che la rotato-ria si è rivelata molto efficace per il passaggio durantele ore di traffico controllato, ma almeno la mattina e lasera, quando vi si riversa la maggior parte dei veicoli.Pro: il sistema semaforico è già presente e non è statoancora rimosso. I costi per la riattivazione e l’organiz-zazione sono minimi. Se attivato in orari costanti rende-rebbe omogeneo il traffico, perché chi può eviterebbe ilpassaggio durante le ore di punta.Contro: durante le ore di attivazione aumenterebbero lecode – e di conseguenza l’inquinamento – ripristinando,di fatto, la ben peggiore situazione precedente la realiz-zazione della rotatoria.

Tante idee. Con vantaggi e svantaggiDa attuare il prima possibile

Le soluzioni. I pro e i contro

vicenzaabc

Per ridurre il caos facciamo vedereai padroncini quanto pesa una multauri che tremano e auto che sfrecciano

Il traffico alla bilanciavest, l’Albera che verrà

Cos’è: il controllo pianificato e sostenuto delpeso di tutti i tirDove è già adottato: Austria, al confine conil Brennero

Per far dimagrire il traffico all’Albera non c’èniente di meglio che una bilancia. Con un po’di astuzia e senza le continue verifiche dellasituazione e delle possibili soluzioni, è giàpossibile attuare un sistema per dirottarevelocemente tutto il traffico pesante.Questo meccanismo, è bene precisarlo, piùche da un’analisi approfondita delle dinami-che del traffico, è nato dall’osservazione delcomportamento di alcuni camionisti.È vero che molti autotrasportatori utilizzanole strade provinciali per risparmiare sui costi dell’autostrada, ma èanche vero che in autostrada i controlli sul peso delle merci trasporta-te sono molto maggiori rispetto alle statali. È lecito domandarsi, dun-que, se la maggior parte dei trasportatori, soprattutto tra i padronciniche lavorano in proprio, evitino i controlli.Da qui nasce l’idea: perché non appostare una pattuglia permanenteall’imboccatura dell’Albera? In Austria ci hanno pensato prima di noi:al Brennero, appena entrati in territorio austriaco, la polizia localeblocca tutti i tir per un controllo a tappeto.All’Albera la stessa strategia limiterebbe l’afflusso dei camion stracari-chi, proprio quelli che producono la maggior parte di danni relativialle vibrazioni e all’inquinamento, oltre ai gravi problemi di sicurezzache un sovraccarico comporta. E premierebbe i trasportatori che sonoin regola con la legge.Le direttive su questi controlli sono precisate nell’articolo 167 delCodice stradale e prevedono multe fino a quasi 1400 euro e benquattro punti in meno nella patente.I controlli, poi, possono essere eseguiti dalla Stradale, dalla Polizia diStato, dai Carabinieri, dalla Finanza e anche dalla polizia provincialee municipale, naturalmente nel proprio territorio di competenza (arti-colo 12 del codice stradale). Non ci sarebbero, dunque, scuse relativealla mancanza di pattuglie da parte del Comune.Perché da palazzo Trissino non è partita una direttiva a riguardo?

ia di un malesse- tremano al pas-

o in molte altre

na delle zone piùancora, non èbilità nella zonahe della rotatoriaentato. Nelle oree per arrivare. Il passaggio deichie case dellaavimenti sonoccupa il futuro:zia sta moltipli-tra l’ex comples-decine di appar-i nelle immediateiale i residenti.rcheggi. Ne con-, lungo una stra-erebbe a malape-

ovembre e Borgomog da faramion, ma doz-ia di furgoni) nepoi migliaia di

auto, perennemente in colonna a causa del rondò diponte degli Angeli. E metteteci poi il parcheggio sel-vaggio di fronte all’istituto Farina (ovviamente nelleore di punta): basta una 500 per bloccare due bus inentrambi i sensi di marcia e creare un tappo di centoauto. Per non rischiare, le premurose mamme cheaccompagnano i figli al Farina vanno sul sicuro par-cheggiando una dozzina di gipponi. Ne consegue unostrombazzamento che fa schizzare i livelli di inquina-mento acustico che neanche a Città del Messico.Proseguendo verso Anconetta la situazione non miglio-ra: l’incrocio con via Ragazzi del 99 è ai limiti dellasaturazione. Ma non fatelo sapere a Cicero: potrebbepiazzarci un risolutivo rondò.

Per comprendere la gravità della situazione del trafficoin questa zona basta fare un semplice esperimento:attraversare la strada in un punto qualsiasi. Nelle orenormali ci vuole sangue freddo e uno scatto da atleta(oppure un raro automobilista pietoso). Va meglionelle ore di punta, infilandosi tra un cofano e un por-tabagagli. Verso viale San Lazzaro il traffico si fa piùscorrevole, e gli automobilisti, granzie anche alla stra-da larga, ne approfittano per liberare i motori ingolfa-ti. Quando i vigili piazzano l’Autovelox, le casse deiComune gioiscono. Putroppo i residenti non hanno ilpiacere. Non è un caso se in zona i prezzi degli appar-tamenti sono più abbordabili che altrove. Non è uncaso se chi abita sulla strada cerca spesso e volentieridi vendere.

Trieste

San Lazzaro - SS Felice e F.

e Pace

uoi frutti

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PARACADUTEil localemai banale tele

visioni L’Europa vince, almeno col cinemaSul piccolo schermo tre film da Francia e Spagna che non lasciano indifferenti

E per i nostalgici dell’America che fu, “Tutti gli uomini del presidente”

Sabato 15

Disney Channel, 20.30, Il pianetadel tesoro. Ma il povero Stevenson,aveva proprio bisogno di questa ver-sione cartoon modernista ed ipertec-nologica? Ai vostri figli, regalate illibro.

Domenica 16

St.Universal, 14.30, Tutti gli uominidel presidente. Datatissimo raccontodello scandalo Watergate. Ennesimaversione del mito americano n.1(anche se commettiamo degli errori,poi abbiamo il coraggio di ammetterlie chiedere scusa) e n. 2 (la stampaè libera e onnipotente). Vi viene inmente niente, in giorni come questi?

St.Universal, 17.00, Harry Potter ela camera dei segreti. Dignitosa ver-sione cinematografica del romanzo,ben raccontata, ben recitata, benillustrata: nulla di più e nulla dimeno. Davvero bravo e raffinatoJason Isaacs nella parte dell'infidoLucius Malfoy: superiore alla media.

Lunedì 17

Sky, 21.00, Era mio padre. Chedelusione. Con American Beauty,Mendes ci aveva dato un capolavorosulla solitudine esistenziale, edanche un film di rara bellezza ed ele-ganza formale. Forse con questovoleva farci vedere di poter essereancora più bravo, ma ha davveroesagerato. EMP è un film assoluta-

mente “perfetto”. Attori perfetti emostruosamente bravi; sceneggiatu-ra perfetta: non c‚è una battuta sba-gliata, una parola fuori posto.Tutto il film è esaurito in se stessonella sua eleganza. Avevamo urlatodi entusiasmo alla sua opera prima,e con ragione, lo ripeto, ma questo èsolo onanismo stilistico.

Sky, 21.30, Essere e avere. Film-documentario sull'esistenza quotidia-na di una pluriclasse elementarefrancese in una scuola di montagna,EA è un racconto immensamentesemplice quanto commovente e poe-tico sul percorso interiore di un grup-po eterogeneo di bambini di fronte alsapere ed all'umanissima 'autorità'del loro maestro. Le loro vicendesono filmate con pudore e rispetto,ma anche con pulizia e verità. Beneha detto sulla Stampa Fabio Ferzetti:"Un film Zen". Un grandissimo capo-lavoro, da amare e meditare.Assolutissimamente imperdibile.

Sky, 22.55, Debito di sangue.Decisamente, al grande Eastwood ifilm 'civili' riescono male, come que-sta storia banale e goffa, tropposimile ad un altro suo flop: Fino aprova contraria. Ma ha fatto tanti etali capolavori - fino all'ultimo, mera-viglioso Mystic River - che gli possia-mo perdonare anche questo.

Martedì 18

St.Universal, 11.30, La donna chevisse due volte. Una storia d'amore

misteriosa e straziante, un 'giallo'malinconico, un capolavoro. Per me,il più bel film di Hitchcock.

Mercoledì 19

Rai1, 21.00, John Q. Buon film, madiscontinuo e mal riuscito. Da unlato, viene descritta perfettamente laspietata realtà del proletariato ameri-cano alle prese con un sistema sani-tario crudele e disumano, che negale cure e la stessa sopravvivenza achi non se la possa pagare. Da que-sto punto, una lezioncina di politicaed educazione civica davvero esem-plare. Ma si vede che al regista èsembrato troppo, ed allora, per farsiperdonare, ha pensato di stempera-re il tutto con un‚overdose di retoricaamerican-patriottarda quale raramen-te si è vista. Così il marito è lo ste-reotipo dei mariti americani, rude mabuono; e soprattutto è lo stereotipodel padre americano, che carica dibuoni consigli moralistici e maschili-sti suo figlio; e i comprimari sono glistereotipi dell‚americano buono, lacui coscienza è stata sì avvelenatadal culto del denaro e del profitto,ma che poi, messo di fronte ad unascelta “da uomo”, ritrova, nel propriocuore palpitante da pioniere, unalacrima ed uno scatto d’orgogliocome solo i veri uomini sanno fare.E non poteva mancare, conseguente-mente, un happy end, ambiguo econfuso quanto mai, perché nonsarà certo una scandaletto comequesto a far mutar opinione e regolealle compagnie assicuratrici e al

sistema sociale americano.Comunque da vedere, ma con lepinze.

St.Universal, 23.25, Apollo 13. Se itre astronauti americani coinvolti nel-l'incidente del '70 sono sopravvissu-ti, quello che rischiano di morire, madi noia, sono gli spettatori di questopiatto e pallosisssimo film.

Giovedì 20

Rai2, 21.00: Parla con lei - Rai2,23.10: Tutto su mia madre. Duefilm consecutivi di Almodòvar, contutto il relativo carico di morbosità edi perversioni, rischiano di stroncarechiunque. Da evitare accuratamente.

St.Universal, 23.15, L'esercito delledodici scimmie. C'è un premio inpalio, a cura dell'InternazionaleMasochista, per chi riesce a raccon-tare logicamente la trama di questainsopportabile palla, ma non l'hamai vinto nessuno. Le estimatricipossono godersi Brad Pitt, ma nonso se basta a compensare BruceWillis.

Venerdì 21

St.Universal, 21.00, Excalibur. Filmelegantissimo, colto e stupendamen-te visionario, senz'altro il migliore trai (non molti) ispirati al CicloArturiano. Assolutamente imperdibil

Giuliano Corà

E intantonasce ilmanuale persopravvivere

città e persone

Intanto Tuttinbici raccoglie 12 mila firme: “Non ci possono più ignorare”

Dalle mappe anti vigilia come chiuderebene il lucchettotutti i bici-segreti

Dodicimila firme in un colposolo oggi li raccoglierebbeforse sono una petizione con-tro la guerra in Iraq. La guerrache combattono i volontari diTuttinbici, per fortuna, è moltomeno tragica ma altrettantodifficile: vogliono far scendere ivicentini dall’auto e far scopri-re loro il valore della bicicletta.Per farlo, si sono rimboccati lemaniche e hanno raccolto unnumero impressionante difirme, dodicima appunto,ovvero più di un vicentino sudieci. Se pensiamo che i volon-tari di Tuttinbici che hannoraccolto le firme si contanosulle dita di una mano, capiteil valore del risultato.“Abbiamo trovato una cittàben disposta e soprattutto tra-sversale – raccolta la presidentevicentina Anna Maria De Vigili– La bici non ha colore politicoe nemmeno età: hanno firmatoragazzi, giovani, anziani.Persone di ogni credo politicoe di ogni ceto sociale.”Le 12 mila firme di Tuttinbicisaranno consegnate al sindacosabato 15 con una cerimoniasemplice e volutamente chias-sosa: una carovana di biciclette– tanto meglio se munite diseggiolini con bimbi – che par-tirà da Campo Marzo per arri-vare in Municipio.Il bello di queste 12 mila firmeè che non serviranno a finan-ziare chissà qualche progettofaraonico. Macchè, sono stateraccolte semplicemente perchiedere al comune di farequello che è già stato stabilito:la realizzazione del piano dellepiste ciclabili, un programmapluriennale (già approvato inconsiglio comunale nel lontano2002) per cinque percorsiciclabili, sempre protetti, conti-nui che permettano di attraver-sare la città. Il piano prevedeun totale di 140 chilometriinteramente ciclabili.Attualmente sono solo 24.Chiediamo semplicemente direndere sicuro l’uso della bici-cletta e dunque di realizzareuna mobilità diversa che limitii danni provocati dall’inquina-mento: percorsi ciclabili sicurie condizioni di vivibilitàmigliore per i piccoli e glianziani.

Piste ciclabili, che farsaMa la città vuol pedalareAltro che percorsi riservati: un’impresa attraversare il centro

6

Abbasso le piste ciclabili! Boicottate imezzi pubblici!”. Una affermazioneche generalmente si associa ai vari‘autofili’ che scorrazzano nella nostracittà, inquinando e dribblando perico-losamente tra pedoni e ciclisti.Invece l’affermazione viene da unciclista doc, che ha visto nascere ediffondere il critical mass (protestein bici contro il traffico) di Milano eche ha viaggiato in lungo e largo conle due ruote anche in Sicilia, sco-prendo luoghi e realtà dimenticate.“Sono contro le piste ciclabili perchésono una forma di ghettizzazionedelle due ruote – ci spiega Alberto,milanese – e contro i mezzi pubblicidal momento in cui a Milano, dovevivo, il biglietto della metro è passa-to da 1500 lire a 2 euro. Una sceltacondivisi dalla maggior parte dellepersone che vive in centro, soprattut-to ora, dopo i fatti di Madrid. I mezzipubblici fanno paura”. “Sempremeglio che a Vicenza – riprendeSilvano – da noi è pure vietato attra-versare i parchi in bici. E Cicero vietadi pedalare nelle rotatorie. Ma sonole bici a provocare gli incidenti se lemacchine non rispettano la preceden-za?”Un dibattito acceso si è aperto allalibreria “Librarsi” per la presentazio-ne vicentina del “Manuale di soprav-vivenza ciclica urbana”. Il libro èstato scritto dal collettivo Elsinki, dicui Alberto e Silvano fanno parte, eriporta la storia della bici comemezzo di trasporto e rivendicazionepolitica nel corso del tempo, dallesuffragette al g8. “Elsinki era il nomedi battaglia di una partigianadell’Ossola che per prima si reseconto dell’importanza strategicadella bicicletta per la resistenza:organizzò le staffette partigiane nelPiemonte.” Ma il libro non è un mani-festo politico. Parla, con ironia masenza disimpegno, della gioia di viag-giare piano, di gustarsi un viaggiofacendo del bene per sé e per glialtri. Parla delle esperienze del G8 edel pedalare nella Sicilia segreta.Parla degli itinerari da seguire pervisitare, pedalando, le città italiane,con tanto di cartine dove sonosegnalate i belvedere, i punti di risto-ro e quelli critici, dove tener d’occhio“auto e vigili urbani”.Il colorato manuale si conclude conuna breve ma esaustiva serie dischede su come utilizzare e ripararela propria bici. “Perché la bici è unmezzo amico, simpatico, popolare,alla portata di tutti. Se si rompe la sipuò aggiustare da sé, basta non averpaura di sporcarsi le mani. La bici-cletta è libera, come dovrebbe esse-re la strada.”

i.t.Manuale di sopravvivenzaciclica urbanaTerre di Mezzo Editrice BertiEuro 10,00

Il ristorante dai 900 saporiLa piazzetta di Brendola è una ter-razza sulla pianura e fronteggia, inlinea d’aria, il Castello diMontecchio. In un lato della piazza(l’altro ha la chiesetta in stile goti-co di bella eleganza) un palazzettosemplice e squadrato ospita questoristorante che lascia stupiti, appenaentrati, per la elegante semplicitàdell’arredo, per la incredibile pre-senza di prodotti alimentari che sipossono comprare, messi su ripia-ni, su credenze in stile, su cassetto-ni, senza che ci si senta oppressidalla presenza di pasta di Fara SanMartino, di riso di Grumolo, dimostarda vicentina, di olio delGarda, di vini di produttori nostra-ni. Locale rustico, solo apparente,nelle tovaglie a quadrettoni (ma icoprimacchia sono bianco candi-do), di buon gusto, caldo, acco-gliente. Ne anima la cucina il gio-vane Riccardo che, dopo un perio-do passato al Golf Club, prima diCreazzo e poi di Brendola, (in pre-cedenza aveva lavorato all’Hosteriadelle Bele di Valdagno) ora si èmesso in proprio.Cucina di semplice ma non banaleesecuzione, curata, legata alle sta-gioni con piatti di breve cottura edi sapori immediati.Non chiedete l’antipasto perché èofferto: abbiamo gustato sopressavicentina con sfogliatelle calde edun’ottima polentina di Maranocon funghi di primavera. Fra iprimi assaggiate le tagliatelle coibisi o la “cocotte” di pasta ed

asparagi di Bassano di pieno sapo-re anche se la besciamella abbon-dava…Le paste sono tutte casalin-ghe ed i maccheroncini hanno unragout bianco di vitello da farne ilbis!Sapidi bocconcini di faraona intecia fra i secondi, con patate alforno e verdure saltate nelle qualisi avverte, lontano, il profumo diaglio. Non mancano il tradizionalespezzatino di musso, le costoletted’agnello ed il carrè di maiale alrosmarino (perché una cottura “alrosa” per questa carne bianca?),prima di terminare con un dolcecome il tortino al cioccolato o latorta di ricotta e mele servita tiepi-da. Una gradevole realtà in evolu-zione, accattivante anche nel prez-zo: ci vorranno 25 euro circa peruna pausa rilassante in cima alcolle. Qualche discreta bottiglia eservizio sorridente e professionaledella giovane moglie Manuela.D’estate si mangia fuori , il cheaumenta il piacere.

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vicenzaabc

Ore 9:16, di nuovo in Corso Fogazzaro. Giacca, cra-vatta e Suzuki: davanti alla Chiesa dei Carmini iniziala dura giornata del vicentino medio. All’eventualevigile potrà sempre dire: “Mi son fermato solo unattimo”

Ore 9:17, ancora in corso Fogazzaro. “Ma io lavo-ro!” Con questa scusa, tipicamente vicentina, operaie artigiani occupano lo spazio ciclabile per caricare escaricare il materiale. Che si fa? Si chiude un occhio?

Ore 16:17, L'ora della siesta in corso Fogazzaro:ciclisti e pedoni tutti al bar. Offrirà da bere il pro-prietario della Punto nera?

Ore 16:38 – Corso Fogazzaro, venti minuti dopo: ilproprietario della Punto è ancora al bar. La signoratenta un sorpasso azzardato. Ma chi le ha dato lapatente?

Ore 15:47, panoramica di viale Trento. Una OpelVectra duemilaedue turbodiesel grigio metallizzataparcheggiata in pista ciclabile si gode l’incredibilepaesaggio.

Ore 15:50, Corso Fogazzaro. Questo automobilistatenta un parcheggio impossibile, ma poi - spaventatodalle auto in arrivo, non certo dal ciclista fotografodesiste dall’impresa.

Ore 17:08, Corso Fogazzaro. Si esce dal lavoro ma lapista è sempre occupata. Servizio domiciliare conse-gna pasti pronti e medicinali Istituto Salvi.Un’infrazione etica è meno grave?

Ore 8:55, centro storico. È giovedì di mercato e i par-cheggi liberi latitano. Nel vano tentativo di far entra-re una Clio nel posto di una bicicletta, un arditoincappa nell'idrante.

Ore 8:29, pista ciclabile di Corso Fogazzaro. Un eroedella resistenza scarta a destra il tre tonnellate emezzo. L’auto che sopraggiunge alle spalle avrà lapazienza di aspettarlo mentre completa l’arditamanovra?

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Calearo e Montezemolo per-fettamente compresi nellaparte di locomotori – neirispettivi ruoli – del treno con-findustriale. All’assemblea ter-ritoriale vicentina tenutasilunedì 10 maggio - ospite illu-stre il presidente designato diViale dell’Astronomia che hascelto proprio Vicenza per lasua prima uscita territoriale - idue non hanno deluso le atte-se scaldando una platea biso-gnosa di essere stimolata, masoprattutto rassicurata. Nellasua relazione introduttivaCalearo ha affrontato condeterminazione lo spettro chealeggiava sull’assemblea, ildeclino dovuto al lungo perio-do di recessione (meno 21,4%l’export delle aziende vicentinenel 2003) e a un’economia cheancora non trova la stradadella ripresa. Le parola d’ordi-ne lanciata – e ripresa poi daMontezemolo – è quella ormaidiventata il suo leit-motiv:“fare squadra”. Ma se il pre-sidente di Assindustria sa cheuno slogan va bene per strap-pare un applauso, è altrettantoconsapevole che per realizzarel’ambizioso programma di“ripensare il capitalismo”(oggetto della sua relazione)serve qualcosa di più.

Più politicameno mercatoDi qui l’autocritica di Calearoai limiti del modello produtti-vo italiano, agli industrialistessi, incapaci di andare oltrei propri limiti strutturali che liportano “a confondere gliinteressi dell’impresa con quel-

li della famiglia, ad evitare lafinanza e privilegiare i prestiti,a spendere poco in innovazio-ne, ad essere attenti al prodot-to e poco al servizio, ad essererestii a crescere, ad allearci efare massa critica”. La criticaai nodi irrisolti che frenano losviluppo: Europa - “la nostrapiù grande opportunità” - maanche “gigante economico enano politico” (e chissà se aCalearo è venuto in mente unparallelo in chiave locale…),la competizione – insostenibilese giocata sugli stessi piani -con il colosso Cina, l’inerziadella pubblica amministrazio-ne, l’arretratezza del paesenella formazione e nella ricer-ca. Ma anche la grande vogliadi recuperare orgoglio e otti-mismo attraverso un “nuovopatto per lo sviluppo” da fon-darsi su qualità, ricerca, inno-vazione, internazionalizzazio-ne e – ultimo citato non certoper ordine d’importanza –rispetto dell’ambiente. Per ildisastrato territorio Veneto,un richiamo non solo formale.

Montezemoloin rossoA completare l’interventoproiettato verso il futuro diCalearo, un Luca diMontezemolo incravattato dirosso per festeggiare l’ennesi-mo trionfo Ferrari.Richiamandosi anch’egli all’u-nità “per una nuovaConfindustria moderna eautorevole”, alla necessità dimodernizzare il capitalismoitaliano (e veneto) distinguen-do tra proprietà e gestione (in

azienda, “meglio avere unfiglio ricco e scemo in meno euna manager in più”), allacrescita di un sistema d’impre-se in grado di produrre aggre-gazione (“Lo dico qui nelNordest, basta col piccolo èbello”).

Industrialida pensionareDel tutto prevedibile che i duecavalli da corsa diConfidustria tirassero le fila atutto il gruppo con relazioni,se non vincenti, almeno con-vincenti. Le paure, i dubbi,quell’aria di crisi e declino dacui tutti cercano di ritrarsicome la peste, è emersa neldibattito che ha intervallato idue interventi. A partire dallaconsapevolezza di un paeseche sta irrimediabilmenteinvecchiando (“in America gliindustriali hanno 20 anni” hadetto Mario Carraro, presi-dente dell’omonima azienda)fino all’ammissione di “unasituazione così grave da nonriuscire più a farcela da soli”.Parola di Andrea Riello, presi-dente dell’Ucimu.

Enrico Lettabatte BrunettaEd è proprio su questo punto– il rapporto con gli altri sog-getti del sistema Italia, la poli-tica in particolare – che èemerso uno degli spunti piùinteressanti del meeting vicen-tino. Se è vero che sia Calearoche Montezemolo hannoespresso una (scontata) volon-tà di autonomia rispetto alla

politica (“Gli imprenditoriabbandonino ogni desiderio diappoggiare questo o quelloschieramento. Bisogna puntareal confronto sui progetti disviluppo, modernizzazione einnovazione del sistema”),altrettanto vero è che l’amorecon l’attuale compagine digoverno è morta e sepolta.Lontanissimi i tempi in cuiBerlusconi a Parma (era il2001, quasi un secolo fa)dichiarava ad un’entusiastaassemblea di Confindustria “ilmio programma è il vostroprogramma”. E a Vicenza, trai politici presenti (Enrico Lettaper il Centrosinistra, RenatoBrunetta per la Casa delleLibertà), quello che ne èindubbiamente uscito meglio èl’esponente del centrosinistra,apparso disponibile al con-fronto (“E’ ora di finirla coifinanziamenti a pioggia tipoTremonti-bis”) e pragmaticodi fronte al dogmatismo tur-boliberista di Brunetta che,come un disco rotto, ripetesempre le stesse ricette sia chel’economia voli, sia che impaz-zi la recessione (“Si lasci libe-ro il mercato di agire. Io amola caoticità del mercato, per-ché è il mercato a fare la sele-zione naturale”). Tutto que-sto, mentre tutti gli industriali,ma proprio tutti, chiedonoalla politica più ordine, piùchiarezza, più concordia suigrandi temi. Detta altrimenti:più aiuti. Qualcosa che, con ilcaos creativo del mercatolasciato libero a se stesso, haben poco a che fare.

Davide Lombardi

Non passa settimana senza apprendere dai giornalinotizia di incidenti che coinvolgono motociclisti, gene-ralmente di giovane età, e generalmente con conse-guenze drammatiche. Sarebbe interessante sapere se questo problema si pre-senta con le stesse modalità anche in altri Paesi, percapire se la causa sta nel mezzo, nella situazione stra-dale o nel sistema di educazione stradale che vige nelnostro paese.Si percepiscono chiaramente due probabili cause prin-cipali: le attuali motociclette hanno prestazioni e carat-teristiche molto prossime a veicoli realizzati per com-petizioni ed il comportamento stradale che ne derivada un utilizzo non tipicamente stradale, porta ad unacostante trasgressione del codice stradale.Per fare un esempio pratico rivolto alla prima causa, ècome se gran parte della popolazione automobilisticaviaggiasse con una Ferrari o una Porsche.Sul secondo punto ci sono alcune cose che andrebberoanalizzate con un adeguato approfondimento e chepossono rispondere a interrogativi quali: la formazioneeffettuata dalle autoscuole è adeguata? Gli esami perl’ottenimento della patente rispondono a criteri diomogeneità e qualità dei risultati finali? E’ corretto chesi possa guidare un mezzo con caratteristiche così esa-sperate con una scarsa esperienza di guida precedente?E’ da notare inoltre una interessante e sostanziale diffe-renza nella psicologia “motociclistica”: venti-trentaanni fa la motocicletta era vista come un mezzo perviaggiare in maniera spartana, ma soprattutto “libera”,una alternativa anche idealizzata all’auto per intra-prendere grandi tour alla scoperta di luoghi e genti emagari altri motociclisti. Attualmente è vista come unmezzo per procurarsi quell’adrenalina che nella vita di

ogni giorno riusciamo ad annusare solo in Tv o alcinema. Per dirlo in altri termini, una volta il mito erail tour fino a Capo Nord, adesso è fare la salita delCosto a 200 Km/h. Gioca a favore di questo modo comportamentaleanche il fatto che i controlli stradali sono esigui; si hala netta impressione che in traffico stradale sia notevol-mente aumentato rispetto a qualche anno fa, ma chegli organici e i mezzi di chi deve effettuare il controllodel rispetto del codice stradale siano rimasti quelli ditrenta anni fa.Voglio porre due interrogativi, uno da utente dellastrada ed uno da genitore, ai redattori e lettori: lasocietà e le istituzioni hanno recepito la gravità dellasituazione e stanno facendo il possibile per invertirequesto trend? È giusto che i nostri figli, il futuro diquesta nostra società, mettano in forse le nostre e leloro speranze e aspettative ogni volta che salgono suuna motocicletta?

Antonio Cunico

(d.l.) Verrebbe da dire, al solito, che non conta ilmezzo, ma il modo in cui viene usato. E invece credoche in questo caso non sia vero. Forse abbassare illivello di prestazioni di moto (e auto) sempre piùpotenti potrebbe essere una delle scelta possibile (eauspicabile). Intanto però, in autostrada, si potràandare ancora più veloci. Serve aggiungere altro?

Riguardo al pezzo sugli insegnanti che terrorizzavanogli alunni nelle scuole superiori di Vicenza, posso direche sono stato studente per tre anni (dalla terza allaquinta) della prof. Marilisa Dalla Pozza, soprannomi-nata da noi ''la Vecchia''.

Devo dire comunque che col tempo è molto migliora-ta, nel senso che già nella nostra classe i voti partivanodal 2 e non più dallo zero, e che ben metà di noi, mecompreso (modestamente), è riuscita ad arrivare allasufficienza.Volevo aggiungere che oltre all' atteggiamento alla LilliGruber aveva un singolare gusto per abbinare i coloridei vestiti (tipo il rosso assieme al viola) e un clamoro-so profumo, che i poveri cristi dei primi banchi eranocostretti a repirare per tutta l' ora. Un' altra caretteri-stica di questa insegnante: per interrogare scorreva conil dito il registro e quando andava verso i primi dell'al-

fabeto chiamava gli ultimi e viceversa. Non serveaggiungere altro...

Antonio Astorino

(m.r.) I semiseri ritratti sui maestri del terrore, ovverogli insegnanti vicentini più temuti proposto sul numerodel 30 aprile, si prestano ovviamente a mille interpreta-zioni e sfumature personali. C’è stato anche chi si èstupito nel trovarci professori - a loro dire - buonicome il pane. Il commento più gettonato: “C’era diben di peggio!” Ne deduciamo che parlare di scuola èpeggio che parlare di calcio.

economia e società

Brunetta (Fi) non scalda la platea: gli industriali stanchi di liberismo

Compagno padroneAll’assemblea vicentina, Assindustria fa l’occhiolino a sinistra

Morire in motoper volontà di chi?

Professori cattivialunni ancora di più

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Posti che contanoVicenza attaccaDa Paolo Scaroni a Dalla Fontanaecco chi conquisterà Confindustria

Ancora non si è capito benequale sarà il posto assegnato aVicenza nella Confindustriatargata Montezemolo. Nessunvicentino – né veneto - è statoinserito nel comitato diPresidenza. In molti si aspetta-vano una poltrona importanteper Calearo dopo l’appoggiodato al manager Ferraridurante la campagna elettora-le. Poltrona che, a quantopare, gli è stata offerta. Mache il leader di Assindustriaavrebbe rifiutato. Perchéincompatibile con la caricaterritoriale alla quale, ad unsolo anno dall’elezione, nonsarebbe parso serio rinunciare.Per Calearo la poltrona inViale dell’Astronomia nonsembra essere priorità assolu-ta. Anche perché – a detta deisuoi collaboratori - il filodiretto con Montezemolo c’èeccome. Nonostante all’assem-blea di Assindustria l’uomo diMaranello sia rimasto tuttosommato abbastanza sul vago,

puntando sulla solita metaforacalcistica: la nuovaConfindustria sarà una squa-dra compatta con una panchi-na lunga. “Non possiamo” hadetto “rifarci alle logiche dellapolitica e dell’occupazione deiposti. Dobbiamo lavorare tuttiinsieme per una Confindustriaautorevole. E se nello spoglia-toio ci sono idee diverse, que-sto deve essere uno stimolo.Basta che quando scendiamoin campo remiamo tutti nellastessa direzione”. Panchinalunga sì, ma sempre panchina.Anche se Montezemolo halasciato la porta aperta: “Hotenuto per me l’incarico dellapromozione all’estero comesegnale forte dell’importanzadi questo settore. Vicenza, cosìimpegnata sui mercati interna-zionali, dovrà dare un contri-

buto importante”. Qualcosadi più per accontentare la pla-tea. Ma ancora niente dicerto. Vicenza paga il fatto diessere comunque parte dellaregione che ha sostenuto finoall’ultimo il concorrenteTognana? Improbabile. Dopola rinuncia di Calearo, la par-tita non pare affatto chiusa.Intanto si dà per certa l’inve-stitura di Adamo DallaFontana, vicepresidente vicen-tino, a diventare braccio ope-rativo di Confindustria pro-prio nella promozione all’este-

ro. Ma non è tutto. Quantosiano solide le cambiali cheCalearo ha ancora da esibirerispetto a Montezemolo losapremo tra breve. AlbertoBombassei, presidente diFedermeccanica, è entratonella presidenza. Il nuovoincarico lo costringerà alasciare Piazzale Juarez (sededella potente federazione) etraslocare in Vialedell’Astronomia. Lasciandovacante il posto. Chi lo sosti-tuirà? L’attuale vicepresidente?Che, per chi non lo sapesse, sichiama Massimo Calearo.Veneto fregato, vicentini incarrozza? Potrebbe essere.Anche perché a fine annol’Enel entrerà ufficialmente inConfindustria.Amministratore delegato è unvicentino di Creazzo, PaoloScaroni. L’entrata del colossoenergetico a fianco degli indu-striali non potrà passare sottosilenzio. E allora forse, anchenella nuova Confindustriapostindustriale in cui le logi-che delle poltrone non conta-no più, il Veneto – oggi sedutoin panchina – potrà scendere,in piedi, in campo.

d.l.

Nelle foto: Massimo Calearo ePaolo Scaroni

vicenzaabc

Lettere

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Page 8: Vicenzaabc n. 9 - 14 maggio 2004

Lunedì 10 Maggio cinquecentopersone convengono a VillaCaldogno per festeggiare RobertoBaggio, il calciatore più amatod’Italia “il nostro figlio più illu-stre” come afferma il sindacodella cittadina alle porte dellacittà. Chi scrive, peraltro, pensache quella di lunedì sera più che lacelebrazione di Baggio sia stata lafesta di Caldogno e dei caldogne-si: e non tanto e non solo perchéhanno potuto aprire a molti per-sonaggi la meravigliosa VillaCaldogno, illuminata e festante,perché hanno ospitato giornalistida tutta Italia e operatori di moltetelevisioni, belle ragazze ed excalciatori, quanto perché hannopotuto finalmente aprire i lorocuori e raccontare le loro storiefatte di piccoli episodi di condivi-sione. Hanno potuto sentire daIlvo Diamanti cosa lega Baggioalle sue origini, scoprire cheanche per il sociologo più famosod’Italia, il “divin codino” nonpotrà mai staccarsi dalla sua terrae sentire che quella è la stessa loropulsione, lo stesso loro sentimen-to. Baggio ha sì ricevuto premi edattestati, è sceso sul loro campo dicalcio in elicottero, è arrivato, inritardo di un’ora, è passato fraloro come la madonna pellegrina,scortato da body guard e carabinieri,incalzato da frotte di cameraman, foto-grafi, cacciatori d’autografi. Ma questoera solo uno sfondo, la realtà era che lorotornavano ad essere i protagonisti; quan-do la villa palladiana spegnerà le luci,quando Baggio attaccherà le scarpe altanto decantato chiodo, tutto ritorneràcome prima ed egli finalmente sarà sem-plicemente uno di loro. L’Andreina, lamoglie di Roby, tornerà come quasi tutti igiorni a fare la spesa dal macellaio che èstato, anche lui, un suo compagno disquadra. I figli andranno a giocare con gliamici che saranno i figli dei suoi amici. Eal Bar Sport i ritagli dei giornali ingialli-ranno ma lui passerà a prendersi il caffè emagari a giocare a “briscolon con l’accu-so”. Il primo presidente, Mutterle conti-nuerà a conservare gelosamente il primocartellino di Roberto (anno 1979-80) enessuno potrà portarglielo via a meno chenon lo espongano nel museo che il

Sindaco ha promesso direalizzare presso il nuovocentro sportivo. Assiemealla foto di quella squadrad’esordienti allenata daGiampietro Zenere, dettoPiero “fornaro”, perché èstato, per anni, il fornaiodi Caldogno. Piero cheracconta con il gusto di unfilò dei tempi andati la suastoria, sempre la stessa.Lui che nella notte fra il venerdì ed ilsabato si alzava alle 1.30 per fare il pane,che, quando il pane era sfornato, lo cari-cava sulla Bianchina e girava tutto ilpaese per distribuirlo; finiva le consegneall’una, giusto in tempo per cambiarsi eper andare ad accompagnare i ragazzi intrasferta o per giocare in casa “Spessoindossavo due scarpe diverse, una da gin-nastica l’altra da “festa” perché ero com-pletamente cotto!”I ragazzi salivano anche in sette sulla sua

Bianchina e partivano per andare a gioca-re. Quando arrivava in prossimità delcampo Pietro “fornaro” spegneva ilmotore per risparmiare i soldi della benzi-na, tanto arrivavano a spinta per la vogliache avevano di scendere in campo. E tuttiportavano un soprannome: il terzinoLoris Cervato era “Cabubi”, come unpersonaggio dei cartoni animati, StefanoPiccoli era “Befana”, MaurizioCasarotto era “Nottolo”, poi c’erano“Magnaortighe”e “Cagainbraghe” (per-

ché portava il cavallo deipantaloncini un po’ trop-po basso) Baggio nonaveva il sopranome; eraRoby per tutti e ancoroggi questo fatto apparescontato, logico. “L’unicadifferenza rispetto a noiera nell’incredibile passio-ne che già da piccolo cimetteva. Gliela coglievinello sguardo.

Tecnicamente era bravissimo, era natocon delle doti innate di palleggio, di toccodi palla, ma soprattutto era incredibil-mente determinato”. “Cabubi” Cervato racconta di aver fattopiangere Roberto perché “quell’anno ilcampionato lo dovevamo vincere noi(Roberto aveva segnato 54 goal in 24 par-tite) ma in finale feci un clamoroso auto-gol e questo decretò la sconfitta dellasquadra”. L’anno dopo Baggio va alVicenza ma subito lo seguono in quattro,

Diego Ceola, Mauro Carli,Antonio Piccoli e Marco Caron.Raccontano che Baggio non lovedevano mai. Lui si allenava giàcon la prima squadra anche seaveva quindici anni. Con la squa-dra Allievi fanno di tutto per vin-cere il campionato e ci riescono:gli hanno promesso che seandranno in finale Roberto saràaggregato alla loro squadra epotranno tornare a giocare assie-me come facevano quando eranobambini sul campo dietro allaChiesa. La prima partita di finaleli vede opposti al Torino; zero azero all’andata, quattro a zero alritorno con quattro goal diBaggio e loro che possono vantar-si con tutti: lui è un nostro amico,viene dal nostro paese, è cresciutocon noi nel campo dell’oratorio!”Poi arriva la Fiorentina e il gol diBaggio su punizione basta soloper ottenere uno striminzitopareggio, al ritorno è sconfittacon il minimo scarto e le stradetornano a separarsi. NottoloCasarotto ricorda, ancor oggi,quella volta che lui e Robertouscirono assieme di sera perandare in discoteca e poi, tornatia casa a tarda notte, convinsero lasorella di Roberto a mettersi aifornelli per preparare un piatto dipasta. Quella notte dormironoassieme a casa di Roberto e ilmattino, in due sul motorino diNottolo, si recarono allo Stadio“Menti”. Roby, come se avesse

dormito tutta la notte, giocò una partitastupenda, e il Vicenza vinse tre a zero,anche grazie ad una doppietta del giova-ne talento di Caldogno.Ma loro, Carli e Ceola, Casarotto eCervato, e tutti quei ragazzi di venti annifa, aspettano solo un momento (sarà forsea settembre o forse mai) quando il macel-laio convincerà Andreina a chiedere almarito di giocare assieme a loro l’ultimapartita. Sanno che, se questo avverrà, afine partita, andranno a mangiare fuori esarà come tornare indietro nel tempo.“Ma sì dite pure che andrà in Giappone,che andrà in Argentina- ripetono quasi inmaniera ripetitiva i suoi vecchi compagnidi squadra- Ma alla fine lui da qui, daCaldogno, dal suo mondo non si sposte-rà, perché lui non è cambiato ed è semprequello di venti anni fa!”

Federico Formisano

cultura8 vicenzaabc

“Di notte a far bisbocciadi giorno a fare golera un talentosempre, e senzabisogno di farevita da atleta”

A Caldognoil campione

saluta la sua cittàGli amici raccontano

“Una grinta senzapari, ma mai ungesto arrogante”

L’ULTIMOBAGGIODI SOLE

Tre immagini di RobertoBaggio: primo piano per lefans, capriola dopo un gol inNazionale, il celebre codino sulsuo numero 10

A festeggiare Baggio, fra i vec-chi compagni, c’è anche il por-tiere Rovrena che si è allenatocon Roby nel periodo in cui ilfantasista era tornato daMilano, dopo la conclusionedel rapporto con l’Inter.Rovrena ha ascoltato le sueconfessioni e sa bene che Robyavrebbe voluto tornare aVicenza. “In quel periodo–ricorda Rovrena- Robertoparlava spesso con Dalle

Carbonare, l’ex presidente delVicenza, perché con Pieraldoc’era piena sintonia, usavano lostesso linguaggio”. Se DalleCarbonare fosse stato presiden-te del Vicenza Baggio avrebbeindossato nuovamente lacasacca biancorossa con laquale aveva esordito a soli sedi-ci anni in serie C. Su quest’ar-gomento Dalle Carbonare nonstempera i toni della polemica,anzi rincara la dose: “Questo è

un buco nero nella storia cente-naria del Vicenza; non averofferto, quattro anni fa, aBaggio l’opportunità di ritorna-re è stato un errore gravissimo,un’occasione persa”.

Si parlava di un problema d’in-gaggio.“Assolutamente no; è evidenteche l’ingaggio di Baggio sareb-be stato recuperato attraverso idiritti televisivi, con le partite

giocate a livello internazionale,con gli incassi dei biglietti ven-duti. Il Brescia che ha presoBaggio e non era sicuramenteuna squadra tecnicamente dilivello superiore al Vicenza, haottenuto quattro anni di salvez-ze in serie A, due partecipazioniall’InterToto la coppa cheammette alla partecipazionealla Coppa Uefa. Ha incassatomolto di più del Vicenza nellostesso periodo. A Brescia con

Baggio hanno quindicimilaabbonati, noi oggi ne contiamoduemila e cinquecento”

I suoi compagni avrebberopotuto risentire della diversitàdi trattamento? “Anche questo è un ragiona-mento che non regge. Un gioca-tore sa che se nella sua squadrac’è un giocatore di questo livel-lo non può che trarne vantaggi:perché il campione sa assumer-

si le proprie responsabilità, maanche perché è più facile pertutti i giocatori della rosagarantirsi i premi legati al ren-dimento e ai risultati. Inoltre,chi gioca con Baggio può impa-rare moltissimo e miglioraretecnicamente: l’esempio è datoda alcuni giocatori che dopoaver giocato con lui hanno otte-nuto il passaggio a grandi squa-dre o addirittura la convocazio-ne in Nazionale.”.

Roby in biancorosso: un affarone gettato al ventoSecondo l’ex presidente Dalle Carbonare il rientro del campione avrebbe portato miliardi, altro che spese