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ISTITUTO COMPRENSIVO DI LONGIANO via Circonvallazione, 1102 - 47020 Longiano (FC) - Tel.: 0547/666411 Codice Meccanografico: FOIC80700R - Codice Fiscale: 90041170409 - CUF: UFO16P e-mail: [email protected] - LegalMail: [email protected] ; - Web: www.iclongiano. edu.it VIAGGIO DI ISTRUZIONE A ROMA 22-23 MARZO 2019 Classi: 3^A 3^B 3^C Docenti accompagnatori: prof.ssa Valentina Comandini prof.ssa Marta Mongiusti prof.ssa Marina Zoffoli prof Alessandro Bondi prof. Angelo Calderara prof. Luigi Turci

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ISTITUTO COMPRENSIVO DI LONGIANO via Circonvallazione, 1102 - 47020 Longiano (FC) - Tel.: 0547/666411

Codice Meccanografico: FOIC80700R - Codice Fiscale: 90041170409 - CUF: UFO16P e-mail: [email protected] - LegalMail: [email protected]; - Web: www.iclongiano.edu.it

VIAGGIO DI ISTRUZIONE A ROMA 22-23 MARZO 2019

Classi: 3^A 3^B 3^C

Docenti accompagnatori: prof.ssa Valentina Comandini prof.ssa Marta Mongiusti prof.ssa Marina Zoffoli prof Alessandro Bondi prof. Angelo Calderara prof. Luigi Turci

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PROGRAMMA

1° GIORNO Venerdì 22/03/2019 Ore 5,45: Ritrovo nel parcheggio antistante la scuola; Ore 6,00: Partenza; Ore 11,30: Arrivo a Roma (Circo Massimo), pranzo al “sacco” ; Ore 12,30: Passeggiata a piedi fino Piazza del Campidoglio; Ore 13,30: Appuntamento ai piedi della scalinata con n.2 guide e partenza per la visita del Colosseo, dei Fori

Romani e del Palatino. Ore 17,00: Partenza per visita alla Basilica di S.Pietro; Ore 19,30: Arrivo al Quality Hotel Rouge et Noir (via Cosimo De Giorgi,8) per prendere possesso delle stanze e

successiva cena. 2° GIORNO Sabato 23/03/2019 Ore 8,30: Partenza (in pullman con bagagli al seguito) per Piazza del Popolo. Ore 9,00: Arrivo a Piazza del Popolo (tra le più spettacolari e scenografiche di Roma) e visita di S.Maria del

Popolo (tra le tante opere presenti si segnalano due capolavori di Caravaggio: Conversione di S.Paolo e Crocifissione di Pietro);

Ore 10,00: Partenza per Piazza di Spagna (passeggiata per via del Babuino); Ore 10.30; Arrivo a Piazza di Spagna e, salendo la Scalinata di Trinità dei Monti , alla Chiesa omonima;

passeggiata fino a Fontana di Trevi e Palazzo del Quirinale. Ore 13,00: Pranzo in ristorante convenzionato (zona Piazza Navona); Ore 14,00: Relax e shopping in Piazza Navona; Ore 15,00: Passeggiata fino all’Altare della Patria (Piazza Venezia) passando da Palazzo Madana, S. Luigi

dei Francesi (visione di tre opere del Caravaggio), Sant’Ivo alla Sapienza (del Borromini), Pantheon (visita),

Chiesa di S.Ignazio di Loyola (visita), Palazzo Montecitorio, Palazzo Ghigi. Ore 17,30: Partenza, per il ritorno, da Piazza Venezia; Ore 23,00: Arrivo a Longiano.

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VENERDÌ 22 MARZO

Circo Massimo, Piazza del Campidoglio, Colosseo, Fori Imperiali, Palatino e Basilica di San Pietro.

CIRCO MASSIMO

600 metri di lunghezza, 140 metri di larghezza e una capienza di circa 250.000 spettatori. Questi i numeri del Circo Massimo. L’edificio fu per gli stessi romani qualcosa di straordinario, la cui storia si fonde con il racconto della fondazione stessa di Roma. Fu proprio nella spianata tra Aventino e Palatino che, secondo la tradizione, avvenne il celebre Ratto delle Sabine e fu proprio in questo luogo che, già da Romolo, si svolgevano e organizzavano numerose festività legate al ciclo agricolo. La sua importanza crebbe insieme alla città: furono i Tarquini a disporre nella vallata alcuni sedili in legno per gli spettatori e fu Giulio Cesarea dare il via alla costruzione del primo Circo in muratura. Tra I e II secolo d.C. l’edificio iniziò ad assumere la sua forma definitiva e l’intervento di costruzione voluto da Traiano – quello ancora oggi in larga parte visibile – fu inaugurato dall’imperatore nel 103 d.C. con giochi memorabili. Un tripudio di marmi colorati giunti da tutte le province dell’Impero rivestivano completamente l’intero Circo e non è difficile immaginare la folla urlante seduta lungo gli spalti mentre acclamava i propri beniamini.

PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

Piazza del Campidoglio è sul colle Capitolino, anticamente fu sede sacerdotale poi a partire dal XII secolo venne adibito a sede del senato cittadino, è il vero centro di Roma in tutti i sensi. L'attuale aspetto è dovuto a Michelangelo Buonarroti che intorno al 1540 venne incaricato da papa Paolo III del recupero dell'area capitolina in quanto nel medio evo versava in tale stato di abbandono da essere utilizzato per il pascolo delle capre, per questo venne addirittura chiamato "colle caprino". Michelangelo conservò l'orientamento obliquo dei palazzi preesistenti, li modificò armonizzandoli al suo progetto, ad esempio aggiunse la doppia scalinata di accesso a Palazzo Senatorio, quindi aggiunse alla piazza un nuovo palazzo, al fine di ottenere una piazza trapezoidale che si aprisse non verso l'area dei Fori, anch'essi in stato di abbandono, ma verso i rioni rinascimentali che in quegli anni divennero il centro della vita sociale Romana.) Michelangelo, di fatto, ha creato una piazza che somiglia ad un trono....e per accedervi vi ha sistemato la scalinata detta Cordonata, alla base di questa ci sono due fontane composte da leoni di marmo nero che soffiano acqua in due vasi, a circa metà della cordonata sulla sinistra c'è la statua di Cola di Rienzo, sulla sommità i Dioscuri Castore e Polluce paiono fungere da guardiani ed accolgono il visitatore nella bellissima piazza al cui centro è posta la copia della statua equestre dell'imperatore Marco Aurelio (l'originale è esposto negli adiacenti musei Capitolini ).

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Statua equestre di Marco Aurelio

A destra c'è Palazzo dei Conservatori, con l'ingresso ai musei Capitolini, a sinistra Palazzo Nuovo facente parte dello stesso complesso museale essendo collegato col palazzo dei Conservatori da una sottostante galleria detta "Galleria Lapidaria", al centro Palazzo Senatorio a cui si accede dalla scalinata aggiunta da Michelangelo. In una nicchia al centro della facciata della scalinata di palazzo Senatorio, è posta la Dea Roma (in verità è una scultura della Dea Athena proveniente dal museo Capitolino), inferiormente alla Dea Roma c'è una fontana ed ai lati di questa due grandi statue, in posa adagiata, raffiguranti il Tevere ed il Nilo. IL COLOSSEO

Il Colosseo, originariamente conosciuto come Anfiteatro Flavio è il più famoso anfiteatro romano. In grado di contenere fino a 50.000 spettatori, è il più grande e importante anfiteatro romano, nonché il più importante monumento della Roma antica che sia giunto fino a noi . Il Colosseo fu costruito in mattoni e rivestito di travertino in una valle tra i colli Palatino, Esquilino e Celio dopo aver prosciugato un piccolo lago che Nerone usava per la Domus Aurea. La sua costruzione fu iniziata da Vespasiano nel 72 d.C. e fu inaugurato da Tito nell'80 d.C., con ulteriori modifiche apportate durante il regno di Domiziano. Non più in uso dopo il VI secolo, l'enorme struttura venne variamente riutilizzata nei secoli, anche come cava di materiale. Il nome "Colosseo", che deriva dalla vicina statua del Colosso del Dio Sole (adattamento del Colosso di Nerone), si diffuse solo nel medioevo. L'edificio di quattro piani, con un'altezza di 48.50 metri ed un estensione che copre un'area ellittica di circa 19.000 mq, misura all'asse maggiore 188 m e a quello minore 156 m. Il primo piano è alto 10.50 m con semicolonne in stile dorico, il secondo, più alto di circa due metri è formato, da colonne ioniche, il terzo alto 11.60 m ha colonne corinzie mentre il quarto è in muratura con piccole finestre quadrate. A questo livello si trovano anche i fori necessari per sostenere le travi del velario che, in antichità, era utilizzato per proteggere gli spettatori dal sole battente. L'arena ellittica del Anfiteatro Flavio, che misura lungo gli assi circa 77 m per 46, era formata da un tavolato di legno ricoperto di sabbia. Per accedervi esistevano due ingressi: ad ovest la "Porta Triumphalis", dalla quale entravano i gladiatori o gli animali, e ad est la "Porta Libitinensis", dalla quale venivano portati via i corpi senza vita dei lottatori (da Labitinia Dea della morte). Sotto l'arena del Colosseo si estendevano numerosi corridoi ed ambienti destinati ad ospitare i gladiatori e le belve feroci che potevano essere portati al centro della scena da carrelli elevatori e rampe. Lungo i bordi dell'arena pavimentata c'era un portico a due ordini del quale non ci sono pervenuti i resti mentre intorno all'anfiteatro correva una pavimentazione con cippi in marmo sui quali veniva fissato il velarium.

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IL FORO ROMANO

Situato tra le pendici del Campidoglio, dell'Esquilino e del Palatino, il Foro Romano conserva le più significative testimonianze della storia politica e religiosa della città antica. La piazza del Foro fu pavimentata alla fine del VII secolo a.C., dopo la bonifica della palude che originariamente occupava la valle, divenendo così il cuore della vita pubblica romana per oltre un millennio. Luogo di attraversamento delle processioni trionfali, che snodandosi lungo la Sacra Via raggiungevano la cima del Campidoglio, il Foro Romano fu la sede in età regia (VII sec. a.C.) dei più antichi culti della città, come quello di Vesta e di Marte nella Regia, ma anche luogo di riunione dei cittadini, senatori e magistrati nel Comizio; dopo la fine delle guerre puniche (III-II sec. a.C.), il contatto con il mondo ellenistico e con le sue scenografiche architetture nonché nuove esigenze legate alle attività economiche e giuridiche determinarono la costruzione di grandi edifici (le basiliche). Dopo gli interventi cesariani, che interessarono la Basilica Iulia e la Curia, e la realizzazione per volere di Augusto del Tempio del Divo Cesare e del contiguo Arco Partico, gli imperatori realizzarono pochi ma significativi monumenti di grande prestigio: alla gens Flavia si deve la costruzione del Tempio di Vespasiano e Tito; alla memoria di una coppia di imperatori divinizzati, Antonino Pio e Faustina, fu dedicato il tempio poi trasformato nella chiesa di San Lorenzo in Miranda, mentre alla celebrazione della vittoria sui Parti si deve il monumentale Arco di Settimio Severo, costruito nel 203 d.C. L’ultimo grande intervento fu realizzato dall'imperatore Massenzio all’inizio del IV secolo d.C. con la costruzione del Tempio dedicato alla memoria del figlio Romolo e con il rifacimento dell’imponente Basilica.

IL PALATINO

Sul Palatino sono conservati i resti degli insediamenti dell’età del Ferro riferibili al più antico nucleo della città di Roma. Sede di importanti culti cittadini, tra cui quello della Magna Mater (Cibele), fra il II e il I secolo a.C. il colle divenne il quartiere residenziale dell'aristocrazia romana, con dimore raffinate caratterizzate da eccezionali decorazioni pittoriche e pavimentali, come quelle conservate nella Casa dei Grifi. Dopo Augusto, che scelse simbolicamente il colle come luogo della propria abitazione, il Palatino divenne sede dei palazzi imperiali (Domus Tiberiana, Domus Transitoria e Domus Aurea, Domus Flavia), avviando un processo di identificazione tale che il toponimo Palatium è divenuto nelle lingue moderne sinonimo di edificio residenziale. Alcuni tra i più significativi manufatti rinvenuti negli scavi, che a partire dal XVI secolo interessarono il sito, sono ora esposti nel Museo Palatino: l’edificio accoglie al piano terra materiali che illustrano la storia più antica del colle e al primo piano opere d'arte del periodo imperiale.

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Ore 17,00: Partenza per Piazza S.Pietro

PIAZZA S. PIETRO La sistemazione della piazza (1656-1667) è dovuta al genio di Gian Lorenzo Bernini. Lo spazio fu suddiviso in due parti: la prima, a forma di trapezio rovescio con il lato maggiore lungo la facciata, la quale, grazie al particolare effetto prospettico, assumeva un aspetto più slanciato e la seconda di forma ovale. La piazza con il celebre colonnato, una delle trovate più geniali di Gian Lorenzo Bernini, è profonda 320 metri con un ellissi centrale di 240 metri ed è circondata da 4 file di 284 colonne e 88 pilastri. La balaustra sopra le colonne è decorata da 140 statue di Santi. In basso, un‘enorme scalinata a tre ripiani con ai lati le statue di S.Pietro e S.Paolo. In mezzo alla piazza due grandi fontane e l’obelisco. Nel progetto berniniano compariva uno spicchio centrale "il nobile interrompimento" in prosecuzione del colonnato, che, se realizzato, avrebbe nascosto la piazza e la basilica rispetto alla veduta frontale. In questo modo, provenendo da Ponte Sant'Angelo, il visitatore, dopo aver percorso le vie anguste del rione del Borgo antistante la basilica, si sarebbe trovato all'improvviso in uno spazio vasto e solenne e avrebbe provato stupore e meraviglia. Le aspirazioni del Bernini non trovarono mai seguito, tanto è vero che, con l'apertura dell'attuale Via della Conciliazione (1936-1950) e lo sventramento del quartiere di Borgo, la facciata della basilica divenne una monumentale quinta al termine di un lungo rettilineo.

LA BASILICA DI S. PIETRO La basilica di San Pietro è uno dei più grandi edifici del mondo: lunga ben 218 metri e alta fino alla cupola oltre 130 metri, la superficie totale è di circa 23.000 metri quadrati. L'esterno, in travertino, è caratterizzato dall'uso di un ordine gigante oltre il quale è impostato l'attico. Questa configurazione si deve sostanzialmente a Michelangelo Buonarroti e fu mantenuta anche nel corpo longitudinale aggiunto da Carlo Maderno. Lungo le navate, presso i 45 altari e nelle 11 cappelle che si aprono all'interno della basilica, sono ospitati diversi capolavori di inestimabile valore storico ed artistico, come diverse opere di Gian Lorenzo Bernini ed altre provenienti dalla chiesa paleocristiana, come la statua bronzea di San Pietro (n. 89), attribuita ad Arnolfo di Cambio. Larga circa 115 metri e alta quasi 46 metri, la facciata venne innalzata da Carlo Maderno fra il 1607 ed il 1614, ed è articolata mediante l'uso di colonne d'ordine gigante che inquadrano gli ingressi e la Loggia delle Benedizioni, il luogo dove viene annunziata ai fedeli l'elezione del nuovo papa. La facciata è preceduta da due statue raffiguranti san Pietro e san Paolo, scolpite rispettivamente da Giuseppe De Fabris e Adamo Tadolini nel 1847 per sostituire quelle precedenti, compiute da Paolo Taccone e Mino del Reame nel 1461. Sulla sommità sono disposte le statue, alte anche oltre 5,7 m, di Gesù, Giovanni Battista e di undici dei dodici apostoli (manca san Pietro). Ai lati della medesima sono collocati due orologi realizzati nel 1785 da Giuseppe Valadier; sotto l'orologio di sinistra si trova una grande campana di 7,50 m di circonferenza e oltre 9 tonnellate di peso. La facciata è stata restaurata nel 2000 e riportata ai colori originariamente voluti da Maderno.

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Planimetria IL PORTICO

Varcato il cancello centrale, si accede ad un portico che si estende per tutta la larghezza della facciata e sul quale si aprono i cinque accessi alla basilica. L'atrio è fiancheggiato da due statue equestri: Carlo Magno, a sinistra, di Agostino Cornacchini (1725, n. 2) e, sul lato opposto, Costantino, creata dal Bernini nel 1670 e che sottolinea l'ingresso ai Palazzi Vaticani attraverso la Scala Regia (n. 8). Alcuni stucchi arricchiscono tutta la volta sovrastante, ideati da Martino Ferrabosco ma realizzati da Ambrogio Buonvicino, a cui appartengono anche le trentadue statue di papi collocate ai lati delle lunette. Sulla parete sopra l'accesso principale alla basilica è riportato un importante frammento del mosaico della Navicella degli Apostoli, eseguito da Giotto per la primitiva basilica e collocato nell'attuale sede solo nel 1674 (n.1)

LE PORTE Per entrare nella basilica, oltrepassata la facciata principale, vi sono cinque porte.La porta all'estrema sinistra è stata realizzata da Giacomo Manzù nel 1964, ed è nota come Porta della Morte (n. 3): venne commissionata da Giovanni XXIII e prende questo nome poiché da questa porta escono i cortei funebri dei Pontefici. Segue la Porta del Bene e del Male (n. 4), opera di Luciano Minguzzi che vi ha lavorato dal 1970 al 1977.

La Porta Centrale, o Porta del Filarete (n. 5), fu ordinata da papa Eugenio IV ad Antonio Averulino detto appunto il Filarete e venne eseguita tra il 1439 e il 1445 per l'accesso alla basilica costantiniana. È realizzata in due battenti di bronzo e ogni battente è diviso in tre riquadri sovrapposti. A destra rispetto alla precedente si trova la Porta dei Sacramenti (n. 6). È stata realizzata da Venanzo Crocetti ed inaugurata da papa Paolo VI il 12 settembre 1965. Sulla porta è rappresentato un angelo che annuncia i sette sacramenti. La porta più a destra è la Porta Santa (n. 7 realizzata in bronzo da Vico Consorti nel 1950 e donata a papa Pio XII. La navata centrale L'immenso spazio interno è articolato in tre navate per mezzo di robusti pilastri sui quali si aprono grandi archi a tutto sesto. La navata centrale, lunga 187 metri e alta circa 45 metri, è coperta da una un'ampia volta a botte e culmina nella monumentale Cattedra. Particolarmente ricercato è il disegno del pavimento marmoreo, in cui sono presenti elementi provenienti dalla precedente basilica, come il disco in porfido rosso egiziano sul quale si inginocchiò Carlo Magno il giorno della sua incoronazione. Diecimila metri quadrati di mosaici rivestono poi le superfici interne e si devono all'opera di numerosi artisti che operarono soprattutto tra il Seicento e il Settecento, come Pietro da Cortona, Giovanni De Vecchi, Cavalier d'Arpino e Francesco Trevisani

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LA NAVATA DESTRA La Pietà di Michelangelo

Nella prima cappella a destra (n. 9) è collocata la celebre Pietà di Michelangelo, opera degli anni giovanili del maestro (1499) e che colpisce per l'armonia e il candore delle superfici; la scultura è protetta da una teca di cristallo a seguito dei danneggiamenti subiti nel 1972, quando un folle vi si avventò contro, colpendola in più punti con un martello. Oltrepassati il monumento a Leone XII (1835-36) e il seicentesco monumento a Cristina di Svezia, rispettivamente di Giuseppe de Fabris e Carlo Fontana (n. 10, 11), segue quindi la Cappella di San Sebastiano (n. 13), ove è collocato il grande mosaico del Martirio di San Sebastiano, realizzato sulla base di un dipinto del Domenichino da Pier Paolo Cristofari; nella cappella, coperta da una volta decorata con mosaici di Pietro da Cortona, sono conservati anche i monumenti realizzati nel corso del Novecento per Pio XI e Pio XII (n. 12, 14). Procedendo oltre, si trovano i monumenti a Innocenzo XII (di Filippo della Valle, 1746, n. 15) e a Matilde di Canossa (di Gian Lorenzo Bernini, 1633-37, n. 16), che precedono l'ingresso alla Cappella del Santissimo Sacramento (n. 17), schermata da una cancellata ideata da Francesco Borromini. La cappella fu progettata da Carlo Maderno per raccordare la basilica michelangiolesca con il corpo longitudinale seicentesco. All'esterno, la cappella, caratterizzata da un soffitto più basso rispetto al corpo della basilica, è chiusa da un alto attico, così da celare, ad una vista dal basso, la differenza di quota della copertura. Due monumenti, rispettivamente a Gregorio XIII (Camillo Rusconi, 1723, n. 18) e a Gregorio XIV (n. 19), chiudono la navata destra prima dell'ambulacro che corre intorno alla cupola.

LA NAVATA SINISTRA

Alessandro Algardi, tomba di Leone XI

La navata si apre con la Cappella del Battesimo (n. 71), progetta da Carlo Fontana e decorata con mosaici del Baciccio completati poi da Francesco Trevisani; il mosaico che troneggia dietro l'altare fu composto ad imitazione di un dipinto di Carlo Maratta, ora collocato nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Subito oltre è situata la tomba di Maria Clementina Sobieski (Pietro Bracci, 1742, n. 70) e quindi il Monumento agli Stuart (Antonio Canova, 1829, n. 69). Nell'adiacente Cappella della Presentazione (n. 67) è conservato il corpo di Pio X, mentre lungo le pareti sono sistemati i monumenti a Giovanni XXIII e Benedetto XV, realizzati nel corso del XX secolo (rispettivamente n. 66 e 68). Nello spazio delimitato dal pilastro della navata si trovano quindi il monumento a Pio X (1923, n. 65) e la tomba di Innocenzo VIII (n. 64), eseguita da Antonio Pollaiolo (XV secolo). Un'altra cancellata del Borromini delimita la Cappella del Coro (n. 63), speculare proprio a quella del Santissimo Sacramento, di cui riprende anche la suddetta configurazione esterna. In corrispondenza dell'ultimo pilastro che precede l'ambulacro sono situati i monumenti a Leone XI (Alessandro Algardi, 1644, n. 61) e a papa Innocenzo XI (n. 60).

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L’AMBULACRO Bertel Thorvaldsen, monumento a Pio VII

L'ambulacro, ovvero lo spazio che circonda i quattro pilastri che sorreggono la cupola, introduce verso il cuore della basilica così come l'aveva pensata Michelangelo Buonarroti. Sul pilastro posto in corrispondenza con la navata destra si erge l'altare di San Girolamo (n. 20), con la tomba di papa Giovanni XXIII posta alla base di un grande mosaico riproducente un dipinto del Domenichino. La cappella compresa tra quella del Santissimo Sacramento e il transetto è quella Gregoriana (n.21). Essa è chiusa da una cupola incastonata all'interno della cortina muraria della basilica, ma all'esterno è sormontata da una delle due cupole ornamentali che circondano quella maggiore. Qui è situata la tomba di Gregrorio XVI (Luigi Amici, 1848-57, n. 22). La parete nord è delimitata dall'altare della Madonna del Soccorso (n. 23), accanto al quale si trovano la tomba di Benedetto XIV (n. 25) e l'altare di San Basilio (n. 24), impreziosito da un mosaico settecentesco. Oltrepassando il transetto si trova il monumento a Clemente XIII (Antonio Canova (1787-92, n. 31), di fronte al quale è posto l'altare della Navicella (n. 32). Seguono gli altari di San Michele Arcangelo (n. 33), Santa Petronilla (n. 34) e San Pietro che risuscita Tabita (n. 36); la parete ovest ospita il monumento a Clemente X, opera tardoseicentesca di Mattia de' Rossi (n. 35).

Tomba di Alessandro VII

Il lato sud dell'ambulacro è caratterizzato da una riproduzione in mosaico della celebre Trasfigurazione di Raffaello Sanzio, collocata sul pilastro posto a chiusura della navata sinistra (n. 59). L'adiacente cappella, analoga alla Gregoriana, è detta Clementina (n. 58), e qui riposano i resti di Gregorio Magno (n. 56) e Pio VII (n. 57, di Bertel Thorvaldsen, 1831, unico artista non cattolico ad aver lavorato per la basilica). L'altare della Bugia (n. 55), ornato ancora con un mosaico settecentesco, si trova dinnanzi al monumento a Pio VIII (Pietro Tenerani, 1866, n. 54); da qui, un corridoio conduce alla grande Sacrestia della basilica vaticana, posta all'esterno della chiesa stessa. Invece, oltrepassato il transetto meridionale, si osserva il monumento a papa Alessandro VII, notevole opera di Gian Lorenzo Bernini (n. 47), in cui il papa è mostrato assorto in preghiera, con la morte, raffigurata da uno scheletro che sorregge una clessidra, che precede una porta, il simbolico passaggio verso all'aldilà. Seguono l'altare del Sacro Cuore di Gesù (n. 48, con il suo mosaico risalente solo agli anni trenta del XX secolo) e quindi la Cappella della Vergine della Colonna (n. 44), ove si trovano l'omonimo altare e quello dedicato a san Leone Magno (n. 45), con una grandiosa pala d'altare marmorea di Alessandro Algardi (1645-53) L'ambulacro si chiude con il settecentesco altare di San Pietro che guarisce un paralitico (n. 43) e il monumento a papa Alessandro VIII (n. 42).

IL TRANSETTO

Il transetto settentrionale, verso i Palazzi Vaticani, fu costruito su progetto di Michelangelo Buonarroti, che eliminò il deambulatorio previsto dai suoi predecessori, murando gli accessi al corridoio esterno, non realizzato, e ricavandovi alcune nicchie sormontate da ampi finestroni rettangolari. Le nicchie ospitano tre altari, dedicati a san Venceslao (n. 27), sant'Erasmo (n. 29) e, al centro, ai santi Processo e Martiniano (n. 28). Il transetto meridionale, analogo al precedente, è caratterizzato da altrettanti altari, intitolati a san Giuseppe (al centro, n. 51), alla crocefissione di Pietro (n. 52) e a san Tommaso (n. 50).

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LA CUPOLA DI MICHELANGELO

Con i suoi 136 metri di altezza, i suoi 42 metri di diametro (di poco inferiore però a quello del Pantheon) e i suoi 537 scalini è l'emblema della stessa basilica e uno dei simboli dell'intera città di Roma. Poggia su un alto tamburo (costruito sotto la direzione di Michelangelo), definito all'esterno da una teoria di colonne binate e aperto da sedici finestroni rettangolari, separati da altrettanti costoloni. Quattro immensi pilastri, di 71 metri di perimetro, sorreggono l'intera struttura, il cui peso è stimato in 14.000 tonnellate. La cupola fu costruita in soli due anni da Giacomo Della Porta, seguendo i disegni di Michelangelo, il quale però forse aveva previsto una cupola perfettamente sferica. Della Porta per prevenire dissesti strutturali, la realizzò a sesto rialzato, circa 7 metri in più rispetto a quella michelangiolesca, e cinse la base con catene di ferro. Ciò nonostante, nel corso dei secoli, a causa del manifestarsi di pericolose lesioni, soprattutto nel tamburo, si resero necessari altri interventi di consolidamento, ad opera dell'ingegnere Poleni, con l'inserimento nella struttura del tamburo di altre 5 catene. Dal punto di vista strutturale è costituita da due calotte sovrapposte, secondo quanto già realizzato a Firenze dal Brunelleschi: la calotta interna, più spessa, è quella portante, mentre quella esterna, rivestita in lastre di piombo ed esposta agli agenti atmosferici, è di protezione alla prima. Nel 1593, fu chiusa con la svettante lanterna dotata di colonne binate. La decorazione interna fu realizzata secondo la tecnica del mosaico, come la maggior parte delle raffigurazioni presenti in basilica: eseguita dai citati Cavalier d'Arpino e Giovanni De Vecchi per volontà di papa Clemente VIII, presenta scene col Cristo, gli apostoli e busti di papi e santi.

Il Baldacchino del Bernini Cattedra di S.Pietro del Bernini Lo spazio sottostante la cupola è segnato dal monumentale Baldacchino di San Pietro (n. 82), ideato dal genio di Gian Lorenzo Bernini e innalzato tra il 1624 ed il 1633. Realizzato col bronzo prelevato dal Pantheon, è alto quasi 30 metri ed è sorretto da quattro colonne tortili ad imitazione del Tempio di Salomone e del ciborio della vecchia basilica costantiniana, le cui colonne erano state recuperate ed inserite come ornamento nei pilastri della cupola michelangiolesca. Al centro, all'ombra del Baldacchino, avvolto dall'immenso spazio della cupola, sorge l'Altare papale, detto di Clemente VIII, collocato sulla verticale esatta del Sepolcro di San Pietro. Lungo i quattro immensi pilastri che circondano l'invaso della cupola si trovano le sculture ordinate da Urbano VIII: sono San Longino (n. 88) di Gian Lorenzo Bernini (1639), Sant'Elena (n. 84) realizzata da Andrea Bolgi nel 1646, Santa Veronica (n. 80) del 1632 ed appartenente a Francesco Mochi, ed infine Sant'Andrea (n. 76) di François Duquesnoy (1640).

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Sabato 23 marzo Ore 8,30: Partenza (in pullman con bagagli al seguito) per Piazza del Popolo. Passeggia da Piazza del Popolo a Piazza Venezia con visita di: S.Maria del Popolo (tra le tante opere presenti si segnalano due capolavori di Caravaggio: Conversione di S.Paolo e Crocifissione di Pietro), Piazza di Spagna (passeggiata per via del Babuino), Scalinata di Trinità dei Monti, Fontana di Trevi e Piazza del Quirinale. Ore 13,00: Pranzo in ristorante convenzionato sito nei pressi di Piazza Navona; relax e shopping in Piazza Navona. Si riprende la passeggiata fino all’Altare della Patria (Piazza Venezia) passando da Palazzo Madama, S. Luigi dei Francesi (visione di tre opere del Caravaggio), Sant’Ivo alla Sapienza (del Borromini), Pantheon (visita), Chiesa di S.Ignazio di Loyola (visita), Palazzo Montecitorio, Palazzo Ghigi.

PIAZZA DEL POPOLO

Rielaborata architettonicamente da Valadier , negli ultimi anni Piazza del Popolo si è trasformata in un elegante isola pedonale. Luogo di eventi e di concerti, è la porta rinascimentale della città: da qui si apre la classica passeggiata su Via del Corso, Via del Babuino e Via Ripetta. Un tridente delimitato dalle chiese gemelle di S.Maria dei Miracoli [1675-79] e di Montesanto, [1662-75] iniziate da Carlo Rainaldi e completate da Bernini con la collaborazione di Carlo Fontana. Al centro della piazza si erge l'Obelisco Flaminio, alto 24 metri, costruito ai tempi dei faraoni Ramesse II° e Mineptah [1232-1200 a.C] e portato a Roma sotto Augusto. In fondo alla piazza, verso destra, prima dell'arco trionfante si trova la chiesa di Santa Maria del Popolo, piccolo gioiello e patrimonio artistico. Venne eretta nell'XI secolo (sul luogo dove Nerone fu sepolto) da Papa Pasquale II, ma venne poi ricostruita sotto papa Sisto IV da Baccio Pontelli e Andrea Bregno tra il 1472 ed il 1477, che le danno un aspetto maggiormente rinascimentale. Tra il 1655 ed il 1660 papa Alessandro VII decise di restaurare la chiesa dandole un aspetto più brioso; per questo incaricò Gian Lorenzo Bernini, che restaura nuovamente la chiesa, donandole questa volta una chiara impronta barocca che si può ammirare ancora oggi. La chiesa ospita dei dipinti di grandissima importanza: del Caravaggio sono presenti capolavori come Conversione di San Paolo e Crocefissione di San Pietro (vedi foto), nonché diversi affreschi del Pinturicchio, L'Assunzione di Annibale Carracci, oltre alle architetture di Raffaello e del Bramante ed ad alcune sculture di Andrea Bregno e di Gian Lorenzo Bernini.

Le Chiese Gemelle Santa Maria del Popolo

Crocefissione di San Pietro 1600-1601

Conversione di San Paolo 1600-1601

Una volta usciti dalla chiesa costeggiamo la piazza sulla sinistra e prendiamo Via del Babuino. Durante il

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percorso s'incontra la chiesa anglicana di All Saints, costruita all'interno in pietra rosata di Arles. Il mosaico dell'abside venne realizzato da Edward Burn Jones, importante esponente del movimento pre-raffaellita.

PIAZZA DI SPAGNA

Piazza di Spagna è certamente la piazza più famosa di Roma oltre che uno dei complessi urbanistici più monumentali e scenografici. Polo turistico fin dal XVI secolo, quando attirava artisti e letterati ed era già ricca di alberghi, locande ed eleganti edifici residenziali, la piazza assunse l'aspetto attuale soprattutto tra il Sei e il Settecento, con la caratteristica forma 'ad ali di farfalla' , costruita dai due triangoli col vertice in comune. Inizialmente intitolata alla Trinità, dalla chiesa che la domina, venne poi detta piazza di Spagna in riferimento alla residenza dell'ambasciatore spagnolo qui situata. Al centro della piazza è la fontana della Barcaccia, del 1629, di Pietro Bernini (padre di Gian Lorenzo, che collaborò all'opera). Venne realizzata in ricordo dell'alluvione del Tevere del 1598 e la sua forma di barca semisommersa fu un espediente per dissimulare il problema tecnico della scarsa pressione dell'acqua. Al centro del triangolo sud-est della piazza si innalza la colonna dell'Immacolata Concezione, rinvenuta nel 1777 nel monastero di S. Maria della Concezione in Campo Marzio e qui collocata nel 1856, a commemorazione del dogma proclamato da Pio IX. Sulla sommità della colonna in cipollino venato, è posta la statua bronzea della Vergine. Poco più avanti, si trova il palazzo di Propaganda Fide, sede dell'omonima congregazione istituita da Gregorio XV nel 1622. Dalla parte opposta della piazza, a partire dal triangolo nord-ovest, si sviluppa la lunga e rettilinea direttrice di Via del Babuino - dal nome della statua a lato della chiesa di S. Anastasio - tracciata tra il 1525 e il 1543, e da sempre considerata la via degli antiquari. Parallelamente si percorre via Margutta, tra le più caratteristiche strade di Roma, tuttora sede di botteghe e di studi di famosi artisti. Ma è la scalinata centrale che rende la piazza uno degli scenari più spettacolari della città. Fu realizzata da Francesco De Sanctis, nel 1723-26, per volere di Innocenzo XIII, e diede una definitiva sistemazione al notevole dislivello tra la piazza e la superiore chiesa della Trinità.

FONTANA DI TREVI

La settecentesca fontana, progettata da Nicolò Salvi, è un connubio di classicismo e barocco adagiato su un lato di Palazzo Poli. Il tema della scultura è il mare. La scenografia è dominata da un cocchio, a forma di conchiglia sul quale è adagiata la grande statua di Oceano di Pietro Bracci, affiancata nelle nicchie laterali dalle statue della Salubrità e dell'Abbondanza, opera di Filippo Della Valle; il cocchio è trainato da cavallucci marini, a loro volta preceduti da tritoni. Nella fontana, scultura e architettura barocca si compenetrano e si fondono perfettamente, in un suggestivo spettacolo acquatico. Una celebre tradizione vuole che porti fortuna lanciare una moneta nella fontana volgendole le spalle, perché in questo modo si tornerà sicuramente nella città. Le monete, raccolte quotidianamente, vengono destinate dal comune di Roma ad opere caritatevoli.

PALAZZO DEL QUIRINALE

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Il Palazzo del Quirinale sorge sull'omonimo colle di Roma. È la residenza ufficiale del presidente della Repubblica Italiana ed uno dei simboli dello Stato italiano. Nel 1583 papa Gregorio XIII iniziò la costruzione di una residenza estiva; i lavori si conclusero nel 1585. Papa Sisto V nel 1587 fece ampliare il palazzo servendosi dell'opera di Domenico Fontana, da lui utilizzato in tutte le grandi opere architettoniche e urbanistiche del suo pontificato. Papa Paolo V fu colui che commissionò il completamento dei lavori sul corpo di fabbrica principale del palazzo. Affidò i lavori di ampliamento a Flaminio Ponzio che realizzò l'ala verso il giardino, la sala del Concistoro, oggi Salone delle Feste e la Cappella dell'Annunziata, decorata dal 1609 al 1612 da Guido Reni con la collaborazione di Giovanni Lanfranco, Francesco Albani, Antonio Carracci e Tommaso Campana, caratterizzando il palazzo con una delle due sopraelevazioni tutt'oggi visibili. Con la morte di Ponzio nel 1613, i lavori di ampliamento vennero proseguiti da Carlo Maderno, autore dell'ala sulla via del Quirinale, dove realizzò: la Cappella Paolina, gli appartamenti papali e la Sala Regia, ora detta dei Corazzieri. Papa Urbano VIII acquistò molti terreni ampliando la proprietà verso oriente a vantaggio soprattutto delle dimensioni del giardino che quasi raddoppiarono; lo stesso Papa procedette poi all'erezione di un muro di cinta che circondò il nuovo perimetro del complesso del Quirinale. Gian Lorenzo Bernini sotto papa Alessandro VII progettò il fabbricato detto della Manica Lunga, realizzandone il primo tratto nel 1657-1659; l'edificio fu poi continuato nel 1722-1724 da Alessandro Specchi per papa Innocenzo XIII, e terminato da Ferdinando Fuga nel 1730-1732 per Clemente XII. Lo Scalone d'onore è dominato da un affresco di Melozzo da Forlì, un Cristo in gloria, che faceva originariamente parte della decorazione absidale della chiesa dei Santi Apostoli, sempre in Roma, totalmente ristrutturata nel Settecento da Carlo Stefano Fontana, la stessa dalla quale provengono i famosissimi angeli musicanti di Melozzo, ora nei Musei Vaticani. I giardini del Quirinale, famosi per la loro posizione privilegiata che li costituiscono quasi come "isola" sopraelevata su Roma, furono nel corso dei secoli modificati a seconda dei gusti e delle necessità della corte papale. L'attuale sistemazione integra il giardino "formale seicentesco prospiciente il nucleo originale del palazzo con il giardino "romantico" della seconda metà del Settecento, conservando di quell'epoca la splendida Coffee House. Il Palazzo del Quirinale fu la residenza estiva del Pontefice fino al 1870, quando Roma venne conquistata dal Regno d'Italia; divenne quindi la residenza dei Re fino al 1946. L'ultimo papa ad abitare il Quirinale fu Pio IX.

PIAZZA NAVONA

Piazza Navona è una delle più celebri piazze di Roma. Venne costruita in stile monumentale per volere di Papa Innocenzo X, della famiglia Pamphili. Piazza Navona si trova dove ai tempi dell'antica Roma era lo stadio di Domiziano, che fu costruito dall'imperatore Domiziano nell'85 d.C. e nel III secolo fu restaurato da Alessandro Severo. Era lungo 275 metri, largo 106 e poteva ospitare 30.000 spettatori.

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Piazza Navona rappresenta il meglio della Roma barocca, con elementi architettonici e scultorici di maestri come Gian Lorenzo Bernini (la Fontana dei Quattro Fiumi al centro della piazza, che rappresenta il Danubio, il Gange, il Nilo ed il Rio della Plata, i quattro angoli della Terra), Francesco Borromini e Girolamo Rainaldi (Sant'Agnese in Agone, davanti alla fontana del Bernini) e Pietro da Cortona (autore degli affreschi della galleria di Palazzo Pamphili. La piazza doveva celebrare la grandezza del casato dei Pamphili (in una sorta di competizione con i Barberini ed i Farnese) ed Innocenzo X volle che vi si erigesse il palazzo omonimo e che la piazza fosse ornata con opere di ingente valore Piazza Navona ha anche altre due fontane: la Fontana del Moro, scolpita da Giacomo della Porta e ritoccata dal Bernini, situata nell'area sud della piazza, e la Fontana del Nettuno (originariamente fontana dei Calderari), situata nell'area nord, opera di Gregorio Zappalà e Antonio Della Bitta.

PALAZZO MADAMA

Palazzo Madama è l'edificio dove ha sede il Senato della Repubblica Italiana.

La storia dell'attuale sede del Senato inizia sul finire del XV secolo, sotto il pontificato di Sisto IV, nei tempi in cui Roma da borgo medievale si apprestava a divenire una città moderna. Il terreno in cui sorge Palazzo Madama era appartenuto per quasi cinque secoli ai monaci benedettini di Farfa. Questi lo cedettero al governo francese che, a sua volta, donò al suo tesoriere, nonché vescovo di Chiusi, Sinolfo Ottieri di Castell'Ottieri. L'edificio venne portato a compimento nel 1505 dal cardinale Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e futuro Papa Leone X, che ne fece la sede romana dell'influente famiglia ed uno dei centri di irradiamento della cultura umanistica. Vi soggiornò spesso Caterina de' Medici, futura regina di Francia e illustre protagonista della scena politica europea del ventennio successivo alla morte del marito Enrico II, avvenuta nel 1559. Ma colei che doveva legare il suo nome al Palazzo fu Margherita d'Austria che, rimasta vedova del primo marito Alessandro de' Medici, sposò in seconde nozze Ottavio Farnese e soggiornò a lungo nel Palazzo: fu allora che esso assunse il nome che ancor oggi conserva. Con la decadenza politica dei Medici e l'estinzione della casata, il Palazzo passò ai Lorena e, più tardi, a Papa Benedetto XIV, che ne fece la sede del governo pontificio. Nel 1849 Pio IX vi trasferì il Ministero delle Finanze e del Debito Pubblico, nonché le Poste Pontificie. In quell'occasione vennero intrapresi diversi lavori di restauro e, nel febbraio del 1853, si tenne la cerimonia di inaugurazione dei nuovi uffici. Ma la storia dello Stato della Chiesa volgeva ormai al tramonto e di lì a poco meno di un ventennio il Palazzo avrebbe ospitato il Senato del Regno d'Italia.

CHIESA DI S. LUIGI DEI FRANCESI

I lavori furono eseguiti da Domenico Fontana, su progetti di Giacomo Della Porta, e grazie alla munificenza di Caterina de' Medici, dal 1518 al 1589. La chiesa, dal punto di vista artistico, è una esaltazione della Francia attraverso la rappresentazione dei suoi santi e dei suoi più grandi personaggi storici. Nella facciata sono rappresentate le statue di Carlo Magno, san Luigi, santa Clotilde, santa Giovanna di Valois. All’interno vi sono affreschi con le Apoteosi di san Luigi e san Dionigi ed il racconto della vita di Clodoveo. Due sono i luoghi che

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racchiudono veri e propri capolavori dell’arte del XVII secolo. Nella seconda cappella della navata di destra vi è l’affresco con storie di santa Cecilia del Domenichino (1616-17); mentre nella quinta cappella della navata di sinistra (cappella Contarelli) vi sono tre capolavori assoluti del Caravaggio: il Martirio di San Matteo, San Matteo e l'angelo, e Vocazione di san Matteo.

SANT’IVO ALLA SAPIENZA

La chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza fu costruita dal Borromini dal 1642 al 1660. Si erge nel piccolo cortile del Palazzo della Sapienza (da cui proviene il nome), sede dell'antica Università di Roma, dal XV secolo fino al 1935. Particolari sono l'originalissima cupola polilobata e l'ardito lanternino cuspidato a spirale. L'interno della chiesa, per la movimentata planimetria e lo slancio delle lesene, continuato dalla cupola a sei spicchi, tutto a chiare tinte, è ancor più sorprendente per novità di concezione e di ornamentazione, tale da far presentire l'avvento del Rococò. Da non perdere la magnifica tela di Pietro da Cortona, raffigurante "Sant'Ivo".

IL PANTHEON

Il Pantheon è un edificio della Roma antica costruito in origine come tempio dedicato a tutti gli dèi, o meglio alle 7 divinità planetarie (Sole, Luna, Venere, Saturno, Giove, Mercurio, Marte). Il primo Pantheon fu fatto costruire nel 27-25 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, amico e genero di Augusto. L'iscrizione originale di dedica dell'edificio, riportata sulla successiva ricostruzione di epoca adrianea, recita: M.AGRIPPA.L.F.COS.TERTIUM.FECIT ("Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, edificò”).

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L'edificio, distrutto dal fuoco nell'80, venne restaurato sotto Domiziano, ma subì una seconda distruzione sotto Traiano.

IL PANTHEON ADRIANEO

Sotto Adriano l'edificio venne interamente ricostruito e si può ipotizzare che il tempio venne inaugurato dall'imperatore durante la sua permanenza nella capitale tra il 125 e il 128. Rispetto all'edificio precedente fu invertito l'orientamento, con l'affaccio verso nord. Il grande pronao e la struttura di collegamento con la cella occupavano l'intero spazio del precedente tempio, mentre la rotonda venne costruita sopra la piazza augustea che divideva il Pantheon dalla basilica di Nettuno. Il tempio era preceduto da una piazza porticata su tre lati e pavimentata con lastre di travertino. L'edificio è costituito da un pronao collegato ad un'ampia cella rotonda per mezzo di una struttura rettangolare intermedia.

IL PRONAO Il pronao, ottastilo (con otto colonne di granito grigio in facciata e quattro colonne di granito rosso sui lati), misura 34,20 x 15,62 m ed era innalzato di m.1,32 sul livello della piazza, per cui vi si accedeva per mezzo di cinque gradini. L'altezza totale dell'ordine è di 14,15 m e i fusti hanno 1,48 m di diametro alla base. Sulla facciata il fregio riporta l'iscrizione di Agrippa in lettere di bronzo, mentre una seconda iscrizione relativa ad un restauro sotto Settimio Severo fu più tardi incisa sull'architrave. Il frontone doveva essere decorato con figure in bronzo, fissate sul fondo con perni: dalla posizione dei fori rimasti si è ipotizzata la presenza di una grande aquila ad ali spiegate. All'interno, due file di quattro colonne dividono lo spazio in tre navate: quella centrale più ampia conduce alla grande porta di accesso della cella, mentre le due laterali terminano su ampie nicchie che dovevano ospitare le statue di Augusto e di Agrippa qui trasferite dall'edificio augusteo. I fusti delle colonne sono in granito grigio (in facciata) o rosso, provenienti dalle cave egiziane. I capitelli corinzi, le basi e gli elementi della trabeazione sonoin marmo bianco pentelico, proveniente dalla Grecia. L'ultima colonna del lato orientale del pronao, mancante già dal XV secolo fu rimpiazzata da un fusto in granito grigio sotto papa Alessandro VII e la colonna all'estremità orientale della facciata fu ugualmente sostituita sotto papa Urbano VIII con un fusto in granito rosso: l'originaria alternanza dei colori nelle colonne, dunque, risulta oggi alterata. Il tetto a doppio spiovente è sorretto da capriate lignee, sostenute da muri in blocchi con archi poggianti sopra le file di colonne interne. Le originarie tegole in bronzo e la volta in bronzo appesa alle strutture di copertura sono oggi scomparse ad opera di papa Urbano VIII che le fece fondere per costruire cannoni e il baldacchino di S. Pietro. Il pronao è pavimentato in lastre di marmi colorati che si dispongono secondo un disegno geometrico di cerchi e quadrati. La struttura di collegamento tra pronao e cella rotonda La struttura intermedia che collega il pronao alla cella è in opera laterizia (cementizio con faccia a vista in mattoni o laterizi), costituita da due massicci pilastri che si appoggiano alla rotonda, collegati da una volta che proseguiva senza soluzione di continuità l'originaria volta sospesa in bronzo della parte centrale del pronao. Nei pilastri sono inserite scale di accesso alla parte superiore della rotonda. La parete è rivestita con lastre di marmo pentelico e decorata all'esterno e ai lati della porta della cella da un ordine di lesene che prosegue l'ordine del pronao. Tra le lesene sono inseriti pannelli decorativi con ghirlande e con strumenti sacrificali. L'interno della rotonda Lo spazio interno della cella rotonda è costituito da un cilindro coperto da una semisfera. Il cilindro ha altezza uguale al raggio (21,72 m) e l'altezza totale dell'interno è uguale al diametro (43,44 m). Al livello inferiore si aprono otto ampie esedre, a pianta alternativamente rettangolare (in realtà trapezoidale) e semicircolare, una delle quali è utilizzata per l'ingresso. Questo primo livello è inquadrato da un ordine architettonico con colonne in corrispondenza dell'apertura delle esedre e lesene nei tratti di muro intermedi, che sorreggono una trabeazione continua. Solo l'abside opposta all'ingresso è invece fiancheggiata da due colonne sporgenti dalla parete, con la trabeazione che gira all'interno come imposta della semicupola di copertura. Tra le lesene, negli spazi tra le esedre, sono presenti piccole edicole su alto basamento, con frontoncini alternativamente triangolari e curvilinei. Le pareti sono rivestite da lastre di marmi colorati. Un secondo livello aveva un ordine di lesene in porfido che inquadravano finte finestre e un rivestimento in lastre di marmi colorati. La decorazione romana originale fu sostituita da quella attualmente visibile, realizzata nel XVIII secolo (probabilmente negli anni 1747-1752). Nel settore sud-occidentale una parte dell'originario aspetto romano di questo livello fu restaurata successivamente, ma in modo non del tutto preciso. Il pavimento

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della rotonda è leggermente convesso, con la parte più alta (spostata di circa 2 m verso nord-ovest rispetto al centro) sopraelevata di circa 30 cm, per far si che la pioggia che scende all'interno del tempio attraverso l'oculo posto sulla cima della cupola, defluisca verso dei canali di scolo posti sul perimetro della rotonda. La cupola La cupola, del diametro di 43 metri, è decorata all'interno da cinque ordini di ventotto cassettoni, di misura decrescente verso l'alto, e presenta al centro un oculo di 8,92 metri di diametro. L'oculo doveva essere circondato da una cornice bronzea fissata alla cupola che forse raggiungeva la fila più alta di cassettoni. La realizzazione di questa cupola fu possibile grazie all'utilizzo, oltre che dei cassettoni, anche dell'uso di diversi tipi di materiali, abbiamo infatti a seconda dell'altezza l'utilizzo di materiali via via sempre più leggeri, nello strato più vicino al tamburo cilindrico abbiamo strati di calcestruzzo con scaglie di mattoni, salendo troviamo calcestruzzo con scaglie di tufo mentre nella parte superiore, nei pressi dell'oculo troviamo calcestruzzo misto a materiale vulcanico. Lo spessore della muratura diminuisce verso l'alto (da 5,90 m inferiormente a 1,50 m in corrispon-denza della parte intorno all'oculo centrale All'esterno la cupola è nascosta inferiormente da una sopraelevazione del muro della rotonda (per 8,40 m), ed è quindi articolata in sette anelli sovrapposti, l'inferiore dei quali conserva tuttora il rivestimento in lastre di marmo. La parte restante era coperta da tegole in bronzo dorato, asportate dall'imperatore bizantino Costante II, ad eccezione di quelle che circondavano l'oculo, tuttora in situ. L'edificio si salvò dalle distruzioni del primo Medio Evo perché già nel 608 l'imperatore bizantino Foca ne aveva fatto dono a papa Bonifacio IV, che lo trasformò in chiesa cristiana (Sancta Maria ad Martyres). A partire dal Rinascimento il Pantheon è stato usato anche come tomba. Vi si conservano, fra gli altri, i resti dei pittori Raffaello Sanzio ed Annibale Carracci, dell'architetto Baldassarre Peruzzi e del musicista Arcangelo Corelli. Un cenno a parte va fatto per le tombe dei re d'Italia: Vittorio Emanuele II, la cui tomba è collocata nella cappella adiacente all'affresco “l’Annunciazione”di Melozzo, il figlio Umberto I e la sua consorte regina Margherita.

CHIESA DI SANT'IGNAZIO DI LOYOLA

La chiesa, costruita nel 1626, fu dedicata a Sant'Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, che era stato appena canonizzato. Dopo recenti studi si è appurato che il progetto fu redatto dal gesuita O. Grassi, architetto, matematico e astronomo, famoso per essere stato avversario di Galileo Galilei.La facciata della chiesa è strutturata su due ordini, l’inferiore e il superiore. Nella parte inferiore sono collocate tre aperture che permettono l’accesso all'edificio; queste porte sono sormontate da timpani curvilinei impreziositi da raffinati festoni; in particolare è sottolineata la porta centrale, affiancata da due grandi colonne con capitelli corinzi. Nella parte superiore, allineata con la porta centrale, vi è una gran finestra che permette alla luce di entrare nella chiesa illuminando la navata. Sempre nella parte superiore, alle estremità di entrambi i lati, sono da notare le grandi volute riverse, molto simili a quelle ideate dalla genialità di Leon Battista Alberti per la chiesa di Santa Maria Novella a Firenze.

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Gloria di Sant'Ignazio (1685 )Andrea Pozzo La "falsa" cupola di Andrea Pozzo La chiesa ha la forma di croce latina, con presbiterio absidato e sei cappelle laterali, tre a sinistra e tre a destra. La chiesa è molto nota per i trompe l'œil di Andrea Pozzo (1685). Quando si osserva in alto, stando in piedi nel punto marcato a terra da un disco dorato posto nel pavimento della navata, si può ammirare la simulazione prospettica di un secondo tempio, sovrapposto al primo, quello reale della chiesa; quest'architettura simulata è articolata su due ordini, uno inferiore e uno superiore, e con un sinuoso movimento di colonne, archi e trabeazioni, si protende verso l’alto dove, in una luce aurea, è raffigurata la Gloria di Sant'Ignazio, con Cristo che manifesta lo stendardo della croce. Un altro segno nel pavimento, un po' più avanti verso l'altare, contrassegna il punto per l'osservazione ideale di una seconda tela prospettica, sopra la crociera, che riproduce l'immagine di una cupola. Infatti, la maestosa cupola in muratura prevista dal progetto, forse per motivi economici, non venne mai realizzata. Si dice anche che siano stati gli abitanti del luogo a non desidere una cupola troppo grande che oscurasse loro il sole.

PALAZZO MONTECITORIO

Palazzo Montecitorio è l'edificio in cui ha sede la Camera dei Deputati della

Repubblica Italiana. Il palazzo fu iniziato da Gian Lorenzo Bernini sotto papa Innocenzo X ma fu poi terminato dall'architetto Carlo Fontana, che ne modificò il precedente progetto del Bernini con l'aggiunta del campanile a vela. Nel 1696 vi si stabilirono i tribunali pontifici, ossia la Curia apostolica. In seguito fu la sede del Governatorato di Roma e della Direzione di Polizia. Con l'Unità d'Italia e il successivo trasferimento della capitale a Roma nel 1870, si scelse, dopo aver preso in

considerazione diverse soluzioni, Montecitorio come sede della Camera dei Deputati, e dunque delle sedute comuni del Parlamento. L'architetto Ernesto Basile (esponente dello stile Liberty), provvide all'opera di adeguamento del palazzo berniniano alle necessità della nuova destinazione con grossi interventi di ampliamento e ristrutturazione. A lui si deve il salone Transatlantico, lungo ed imponente, centro informale della vita politica italiana. L'aula di Montecitorio è caratterizzata da numerose opere di stile liberty: dal grandioso velario in vetro colorato (opera di Giovanni Beltrami) al fregio pittorico (opera di Giulio Aristide Sartorio) che circonda l'aula e intitolato al "Popolo Italiano".

PALAZZO CHIGI

Palazzo Chigi è dal 1961, è la sede del governo e residenza del Presidente del Consiglio dei Ministri. La storia del palazzo inizia nel 1578 quando la famiglia degli Aldobrandini unisce, ristrutturandole notevolmente, alcune proprietà che si affacciano su Piazza Colonna per costruirvi al loro posto il palazzo. Il nome del palazzo è quello di una facoltosa famiglia di banchieri di origine senese, i Chigi, che lo acquistarono ad opera di Agostino nel 1659. Nel 1917 fu acquistato dallo Stato italiano. Palazzo Chigi è caratterizzato da una pianta regolare di forma rettangolare. L'ingresso principale è quello su via del Corso, anche se la facciata più celebre è quella che dà su Piazza Colonna. Dall'ingresso sulla piazza, aperto solo dal 1740, si accede all'elegante Cortile d'onore, che presenta nel fondo l'imponente Scalone d'onore, costruito per i Chigi dall'architetto Felice della Greca. Da questo si accede al primo piano nobile, che ospita le sale più importanti del palazzo, cioè quelle che si affacciano nell'angolo tra via del Corso e piazza Colonna e che furono costruite su commissione della famiglia Aldobrandini dall'architetto romano Matteo da Castello nel XVI secolo.

PIAZZA VENEZIA

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Palazzo Venezia Altare della Patria

Alle spalle del Campidoglio, alla confluenza di Via del Corso e di Via dei Fori Imperiali, troviamo Piazza Venezia, ampio spazio ristrutturato nella forma attuale a fine Ottocento. La piazza è delimitata da Palazzo Venezia, Palazzo Bonaparte, Palazzo delle Generali ed è dominato dalla imponente mole bianca del Monumento a Vittorio Emanule II. Questo monumento, detto anche Il Vittoriano, fu costruito nel 1885 in stile neoclassico da Giuseppe Sacconi in onore di Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Re della nuova Italia unita. Vi si accede attraverso un'ampia scalinata, nel cui mezzo si trova il Monumento al Milite Ignoto, detto anche Altare della Patria, dove si trova sepolto un soldato della Prima Guerra Mondiale in ricordo dei tantissimi caduti durante la Grande Guerra e rimasti senza sepoltura o non identificati. All'interno del Vittoriano si trova il Museo Centrale del Risorgimento. Palazzo Venezia, rimasto famoso perché dal suo terrazzo, al piano nobile, Mussolini teneva i suoi discorsi alla popolazione, è in realtà un importante palazzo rinascimentale, eretto da Papa Paolo II Farnese. Al suo interno è ospitato un museo di arti minori del Medio Evo, che espone smalti, avori, intarsi, gioielli; e una collezione di bronzi e ceramiche del Rinascimento. Ore 17,30: Partenza, per il ritorno, da Piazza Venezia; Ore 23,00: Arrivo a Longiano