Il colle Esquilino, la Basilica di San Pietro in Vincoli e la Tomba di Giulio II°

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SABATO 23 MARZO 2013 Il Colle Esquilino, la Basilica di San Pietro in Vincoli e la Tomba di Giulio II°

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Diario di una passeggiata sul Colle Esquilino organizzata dall'Associazione Culturale Andar per Arte .....

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SABATO 23 MARZO 2013

Il Colle Esquilino,la Basilica di San

Pietro in Vincolie la Tomba di Giulio II°

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arrivato fino a noi il cosiddetto“auditorium “ in Via Merulana. Viabitarono anche Virgilio e Orazio, equi si trovano i resti della DomusAurea, delle Terme di Traiano e di Tito.La piazzetta dove ci troviamo èlegata, secondo la tradizionepopolare, alla famiglia dei Borgia: sidice che qui Lucrezia portasse i suoiamanti per poi ucciderli. In realtà nonc’è nessun documento storico cheprovi che tutto questo sia accadutoqui. La fama sinistra del luogo risaleprobabilmente a parecchi secoliprima, a quando cioè Tullia minore,figlia di Servio Tullio sesto re diRoma, uccise il padre per diventarelei stessa regina e, non paga diquesto, fece scempio del suocadavere passandoci sopra con il suococchio. Follie da sete di potere.

Appuntamento in Piazza San Francescodi Paola alle ore 9,30. La giornata èluminosa e fresca. Davanti a questoangolo di medioevo romano, ascoltiamola storia del colle Esquilino, uno dei piùalti e vasti di Roma. Un colle piuttostoperiferico, come indica il suo stessonome derivante da ex-colere, ovveroabitare fuori. I suoi abitanti erano“esquilini”, in contrapposizione agli“inquilini” che abitavano il centro dellacittà.La zona era in realtà piuttosto malsana,ed inizialmente destinata alla sepolturadegli schiavi e dei condannati a morte.Rimase quindi poco abitata e malsicurafino a che Augusto, il primo imperatoreromano (63 a.C.,14 a.C.), su consigliodi Mecenate, la bonificò, e la trasformòin un quartiere di giardini e ville, fra cuiquella appunto di Mecenate, di cui è

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Dalla piazza di San Francesco di Paola, fatti pochipassi, arriviamo fino al punto in cui possiamo coglieredall’alto l’asse via degli Annibaldi- via dei Serpenti, checollega il Colosseo e il Quirinale, e ammiriamo davicino la antica torre degli Annibaldi, una delle meglioconservate a Roma.Saliamo quindi la scalinata che ci porta alla Piazza diSan Pietro in Vincoli.E’ qui che nel 442 d.C. Licinia Eudossia, imperatrice diOccidente in quanto moglie di Valentiniano III° e figliadell’Imperatore d’Oriente Teodosio II° , fece costruirela chiesa, per custodire le catene (vincula) di SanPietro. Con queste catene era stato tenuto prigionierol’Apostolo in Terra Santa e da queste miracolosamenteliberato ad opera di un angelo, secondo il raccontodegli Atti degli Apostoli. Costituivano quindi unaimportante reliquia per i credenti di fede cristiana.La chiesa segue uno schema basilicale, tipicamentepaleocristiano, ed ospita il monumento funebre diGiulio II°, Giuliano Della Rovere, con la celebre emagnetica statua del Mosè di Michelangelo.Appollaiati fuori dalla basilica ascoltiamo quindi ilracconto della realizzazione della Tomba e della vitasolitaria e lunghissima del grande genio della Pietà.Michelangelo ricevette l’incarico e i primi soldi per latomba di Giulio II° nel 1505. Aveva trent’anni, elavorerà con grande discontinuità a quest’opera perbuona parte della sua vita, fino a completarla a quasisettanta.

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Vincoli, basilica a cui il Papa era moltolegato essendone stato cardinale.Oltre alle modifiche della strutturadella tomba, Michelangelo ritenne disostituire alcune statue con altre, didiverso significato, e soprattutto dimodificare la posizione del Mosè,girandogli il volto accigliato dallaparte opposta all’altare. Questocambiamento su una statua già inparte scolpita, che avrebbe creatonelle mani di qualunque altro artistaun lavoro imperfetto, divenne nellemani di Michelangelo unastraordinaria rappresentazione ditensione, di rabbia, di sdegnotrattenuto. Molti visitatori sonorimasti affascinati da questameraviglia, fra cui Sigmund Freud,che venne nel 1914 a Roma e tornòpiù volte ad osservare l’opera perindagarne il magnetismo, scrivendopoi un trattato sull’argomento.

La successione di Papi nemici dellafamiglia Della Rovere e la necessità diportare a termine altri incarichi gliimpedirono di dedicarsi all’opera per cuiaveva già ricevuto una grossa somma didenaro. La tomba era stata pensatainizialmente come un enorme mausoleoa base circolare, ornato da 40 statue didimensione maggiore del naturale, dacollocare nientemeno che al centro dellabasilica di San Pietro. Giulio II° morirànel febbraio del 1513 senza aver vistonulla del suo monumento funebre, ma lafamiglia Della Rovere continuerà apretenderne da Michelangelo ilcompletamento.Negli anni successivi il progetto inizialeverrà modificato più volte,ridimensionandolo e riducendoprogressivamente il numero delle statueda 40 a 7, così come cambierà la suadestinazione finale, che non sarà più SanPietro in Vaticano ma San Pietro in

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Una volta visitata la chiesa ed ammirato da vicino il Mosè, usciamo nuovamenteall’aperto per percorrere un breve tratto di strada e visitare il bel chiostrorinascimentale della basilica, fatto realizzare dalla famiglia Della Rovere suprogetto di Giuliano da Sangallo. Dopo l’unità d’Italia, nel 1870, il chiostro venneinglobato nella facoltà di Ingegneria. Il bel pozzo centrale, decorato damascheroni e inserito fra quattro colonne trabeate, è diventato il simbolo stessodi questa facoltà.Ancora una breve sosta davanti ai ben conservati resti della biblioteca delleTerme di Traiano, e la nostra visita si conclude con la bella immagine del Colosseodi fronte a noi.

Francesca Romana Targia

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Testo: Francesca Romana TargiaGrafica: Maria Luisa Garabelli

Fotografie: Gianni Ridoni - Maria Luisa Garabelli

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