Viaggio di istruzione a Padova e Venezia 15 e 16 marzo 2018 … · 2019-03-15 · viaggio di...

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Viaggio di istruzione a Padova e Venezia 15 e 16 marzo 2018 – classe 2°C IMPORTANTE: TUTTI GLI ALUNNI DOVRANNO AVERE CON SE’ IL DOCUMENTO DI IDENTITA’ E LA TESSERA SANITARIA TUTTI GLI ALUNNI DOVRANNO ESSERE ACCOMPAGNATI E RITIRATI IN STAZIONE CENTRALE DA UN GENITORE O ADULTO CON DELEGA SCRITTA Programma del viaggio: Giovedì 15 marzo – giorno 1 – Milano / Padova: - ore 6.45: ritrovo in stazione Milano Centrale al piano partenza treni davanti al Burger King - ore 7.15: treno Frecciabianca Milano C.le – Padova (arrivo h 9.12) - ore 9.30/10.00: check-in in hotel riservato (Hotel M14 Via Acquette, 9 (centro storico) Padova - Tel. 049 876 2011) - ore 10.15: appuntamento con la guida a PRATO DELLA VALLE (5 minuti dall'hotel) ITINERARIO - visita della città di Padova visita Basica di Sant' Antonio si prosegue alla sede Universitaria di Padova , Palazzo della Ragione , Piazza Erbe Piazza dei Signori - pranzo al sacco: ogni alunno dovrà portarsi il pranzo - a seguire: visita alla Cappella della Scrovegni (2 gruppi – ore 15.15 e 15.30); a seguire proseguimento visita della città e tempo libero e della città di Padova e rientro in hotel nel tardo pomeriggio - ore 19.00: rientro in hotel e 19.30 cena presso hotel - pernottamento

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Viaggio di istruzione a Padova e Venezia

15 e 16 marzo 2018 – classe 2°C

IMPORTANTE: TUTTI GLI ALUNNI DOVRANNO AVERE CON SE’ IL DOCUMENTO DI IDENTITA’ E LA TESSERA SANITARIA

TUTTI GLI ALUNNI DOVRANNO ESSERE ACCOMPAGNATI E RITIRATI IN STAZIONE CENTRALE DA UN GENITORE O ADULTO CON DELEGA SCRITTA

Programma del viaggio:

Giovedì 15 marzo – giorno 1 – Milano / Padova:

- ore 6.45: ritrovo in stazione Milano Centrale al piano partenza treni davanti al Burger King

- ore 7.15: treno Frecciabianca Milano C.le – Padova (arrivo h 9.12)

- ore 9.30/10.00: check-in in hotel riservato (Hotel M14 Via Acquette, 9 (centro storico) Padova - Tel. 049 876 2011)

- ore 10.15: appuntamento con la guida a PRATO DELLA VALLE (5 minuti dall'hotel)

ITINERARIO - visita della città di Padova visita Basica di Sant' Antonio si prosegue alla sede

Universitaria di Padova , Palazzo della Ragione , Piazza Erbe Piazza dei Signori

- pranzo al sacco: ogni alunno dovrà portarsi il pranzo

- a seguire: visita alla Cappella della Scrovegni (2 gruppi – ore 15.15 e 15.30); a seguire proseguimento visita della città e tempo libero

e della città di Padova e rientro in hotel nel tardo pomeriggio

- ore 19.00: rientro in hotel e 19.30 cena presso hotel

- pernottamento

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Venerdì 16 marzo – giorno 2 – Padova/Venezia:

- sveglia ore 7.30 e colazione presso hotel

- ore 9.12: treno per Venezia

- arrivo alla Stazione e deposito bagagli

- dalle ore 9.30 ca: visita della città di Venezia

Pranzo: possibilità di mangiare in pizzeria convenzionata € 8,00 (pizza + bibita)

- ore 15.50: treno Frecciabianca Venezia – Milano (arrivo h 18.15)

LA QUOTA DELLA GITA NON COMPRENDE:

- pranzo al sacco del primo giorno (portare pranzo al sacco da casa) e pranzo del secondo giorno (proposta pizzeria convenzionata)

- cauzione di € 15,00 per hotel – da consegnare ai professori durante il viaggio di andata. La cifra verrà restituita al check-out salvo danni arrecati all’hotel da parte degli studenti; qualora la cifra di eventuali danni risultasse superiore, l’hotel trasmetterà le modalità di risarcimento alla scuola che provvederà a informare le famiglie

- merenda, snack, ecc.

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REGOLE DEL BUON VIAGGIATORE…

Ognuno di noi può contribuire a essere un “buon viaggiatore”, attento al mondo e alle persone che lo circondano, seguendo alcune semplici norme di comportamento prima, durante e dopo il viaggio:

- la gita è un momento di conoscenza e condivisione: stai con i tuoi compagni e commenta con loro l’esperienza che stai vivendo

- non usare il cellulare se non strettamente necessario; non è sicuramente da utilizzare durante le visite guidate (il cellulare verrà ritirato dalle proff la sera e riconsegnato la mattina del giorno successivo; se i tuoi genitori avranno bisogno di parlarti durante la notte, avranno un recapito telefonico di un accompagnatore….)

- contribuisci a lasciare puliti i luoghi che frequenterai (pullman, hotel, città, musei…)

- non urlare se non per stretta necessità e fallo consapevolmente: qualcuno potrebbe scambiarlo per una richiesta di aiuto e preoccuparsi per te….

- il viaggio di istruzione è un momento di cultura e di svago, anche per i professori: ascolta la guida e i proff e contribuisci anche al loro divertimento…. non farti continuamente richiamare per le solite cose…..

CONSIGLI

- portare solo lo stretto necessario e una giacca impermeabile

BUON VIAGGIO E BUON DIVERTIMENTO

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PADOVA - BREVE GUIDA

Padova e la sua Provincia, situate al centro della pianura Veneta, tra laguna colli e

prealpi, costituiscono uno dei centri culturalmente ed economicamente più vivi e

dinamici del Nord-est. Città di grandi tradizioni artistiche e culturali, Padova vanta

insigni monumenti di grande interesse storico e artistico.

ITINERARIO STORICO

Si parte da Piazza Eremitani dove si ammira la Cappella degli Scrovegni massimo

capolavoro di Giotto; accanto alla Cappella sorgono i Musei Civici Eremitani , la

Chiesa degli Eremitani e Palazzo Zuckermann sede del Museo d'Arti Applicate e

Decorative.

Dopo aver oltrepassato la medievale porta Altinate si giunge al Caffe' Pedrocchi, uno

dei locali storici più famosi d'Italia. Di fronte al Pedrocchi sorge l'Università il Bo', una

delle più antiche d'Europa con il famoso teatro Anatomico e la cattedra di Galileo

Galilei. La visita continua nelle splendide piazze delle Erbe, dei Frutti e dei Signori,

sede di un vociante ed antico mercato quotidiano e sovrastate dal Palazzo della

Ragione.

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Dall'elegante Piazza dei Signori, caratterizzata dal candido palazzo del Capitanio con

arco trionfale e antico orologio astrario, in pochi minuti si raggiunge la Cattedrale

del Duomo con il prezioso Battistero e il palazzo che ospita il Museo Diocesano.

Percorrendo via del Santo si giunge alla Basilica del Santo, tempio di fede e scrigno di

opere d'arte. Attorno alla Basilica sorgono altri insigni monumenti quali la statua del

Gattamelata di Donatello, l'Oratorio di s. Giorgio capolavoro del Trecento, i Musei

Antoniani e la Scuola del Santo. Non lontano dalla Basilica, alla fine di via Cesarotti,

sorge il complesso monumentale di Loggia e Odeo Cornaro, splendidi esempi di

architettura rinascimentale in Padova.

Basilica del Santo

La Basilica di S. Antonio, meglio conosciuta come

Basilica del Santo, è un maestoso e complesso

edificio religioso iniziato nel 1232, un anno dopo

la morte di S. Antonio.

L'aspetto esterno della Basilica è un misto di

lombardo, toscano e bizantino; orientaleggianti

sono le 8 cupole e i due campanili.

L'interno custodisce il corpo del Santo in un

sarcofago (arca) posto nella splendida Cappella del Santo, opera di vari artisti tra cui

Tullio Lombardo, Andrea Briosco e Gianmaria Falconetto.

La Basilica conserva insigni opere d'arte antiche e contemporanee tra cui la Cappella

del Beato Luca Belludi interamente affrescata da Giusto de' Menabuoi (1382), la

Cappella di S. Giacomo e S. Felice con bellissimo ciclo pittorico di Altichieri da

Zevio (1374-78), l'altare maggiore con le sculture di Donatello tra cui spicca il

Crocifisso (suo è anche il monumento equestre al "Gattamelata" sul piazzale della

Basilica) e poi ancora opere di scuola giottesca, di Sansovino, Briosco, Sanmicheli,

Parodi, Achille Casanova, Ubaldo Oppi, Pietro Annigoni.

Bellissimi sono pure i chiostri del convento, soprattutto il chiostro della magnolia

ricco di ricordi marmorei.

La cappella degli Scrovegni

La cappella degli Scrovegni (detta

anche dell'Arena o dell'Annunciata) si trova nel centro

storico di Padova e ospita un celeberrimo ciclo

di affreschi di Giotto dei primi anni del XIV secolo,

considerato uno dei capolavori dell'arte occidentale.

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Internamente è lunga 29,26 metri, larga 12,80 e alta 8,48 nel punto maggiore.

Intitolata alla Maria Vergine Annunziata, la cappella fu fatta costruire e affrescare

tra il 1303 e i primi mesi del 1305 da Enrico Scrovegni, ricchissimo

banchiere padovano, a beneficio della sua famiglia e dell'intera popolazione

cittadina. Lo Scrovegni, nel febbraio del 1300 aveva acquistato da Manfredo

Dalesmanini l'intera area dell'antica arena romana di Padova e vi aveva eretto un

sontuoso palazzo, di cui la cappella era l'oratorio privato e il futuro

mausoleo familiare. Incaricò di affrescare la cappella il fiorentino Giotto, il quale,

dopo aver lavorato con i francescani di Assisi e

di Rimini, era a Padova chiamato forse dai frati minori

conventuali a dipingere qualcosa presso la loro Basilica

di Sant'Antonio. Giotto stese gli affreschi su tutta la

superficie, organizzati in quattro fasce dove sono

composti i pannelli con le storie vere e proprie dei

personaggi principali divisi da cornici geometriche. Il

ciclo pittorico, incentrato sul tema della salvezza,

comprende più di quaranta scene ed è focalizzato sulle Storie di Cristo e su quelle che

lo precedettero (Storie di Gioacchino e Storie di Maria), fino alla Pentecoste. La

narrazione si svolge secondo un programma decorativo rigoroso, organizzato su tre

registri. Sulla controfacciata si trova poi un grande Giudizio Universale

Palazzo della Ragione

Eretto nel 1218 e sopraelevato nel 1306, fu fino al

1797 la sede dei tribunali cittadini. Il piano

superiore è occupato da una delle più grandi sale

pensili medievali del mondo, detta "Salone" (m

81x27; h 27) con splendido soffitto ligneo a volta e

pareti decorate da un grandioso ciclo di affreschi

a soggetto astrologico (1425-1440) raffiguranti le teorie di Pietro d'Abano sugli

influssi degli astri nella vita e le attività dell'uomo. Nella sala è conservato un

gigantesco cavallo ligneo, costruito per una

giostra nel 1466 e una realizzazione

contemporanea del pendolo Foucault, allestito su

progetto scientifico del Dipartimento di fisica

dell'Università di Padova. Palazzo della Ragione

domina le due grandi piazze delle Erbe e dei

Frutti, sedi di pittoreschi e vivaci mercati

giornalieri.

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Monumento equestre del Gattamelata – scultura di Donatello

Nel Piazzale antistante alla basilica si erge un

monumento equestre in tutta la sua maestosità.

Rappresenta il condottiero delle milizie padovane

Erasmo da Narni, detto "Gattamelata". Nato a Narni

verso il 1370 da un fornaio di nome Pietro, detto lo

"Strenuo", robusto e infaticabile, secondo un suo

biografo Giovanni Eroli, venne soprannominato

Gattamelata "per la dolcezza dè suoi modi congiunta

a grande furberia, di cui giovossi molto in guerra a

uccellare e corre in agguato i mal cauti nemici e pel

suo parlare accorto e mite dolce e soave" o più

semplicemente potrebbe anche aver preso tale

nomignolo dal cognome della madre, Melania Gattelli.

Quando nel 1443 morì il Gattamelata, il figlio

Giannantonio e la moglie Jacopa della Leonessa commissionarono a Donatello, per

1650 ducati d'oro, un monumento equestre in bronzo che avrebbe permesso al noto

artista di competere con i lavori dell'antichità. Dopo la caduta dell'Impero Romano,

nessun'altra opera di scultura aveva richiesto mezzi e capacità di così alto livello,

innanzitutto per le dimensioni. Donatello ristudiò dal principio la forma della statua

per adattarla alle nuove esigenze. Partì da un'osservazione diretta del cavallo più

robusto, poiché di battaglia, rispetto ai più snelli cavalli antichi. L'animale, per le

difficoltà tecniche dovute al peso di una fusione così grande e con tasselli piuttosto

spessi, non fu rappresentato con una zampa sollevata da terra, come quello di

Marco Aurelio e come i cavalli di San Marco a Venezia. La posa del trotto fu perciò

ottenuta facendo poggiare lo zoccolo su una palla di cannone, un particolare che

riporta alla all'epoca recente introduzione sui campi di battaglia delle armi da fuoco.

Il monumento di Gattamelata nacque come sepolcro del condottiero: ai lati dell'alto

piedistallo di trachite a forma di sarcofago, sono le porte della vita, chiusa, e della

morte dischiusa. Il condottiero, a capo scoperto e vestito con una robusta armatura

quattrocentesca, è alla guida delle sue truppe con il bastone di comando. Ritratto su

di una sella contemporanea e con le staffe (elementi questi assenti nel prototipo

romano), il condottiero esibisce qualche allusione all'antichità solo negli ornamenti

(la testa di Medusa sul pettorale della corazza, i putti musicanti attorno alla cintura,

una frangia di piastre metalliche con teste virili presenti anche sui ginocchietti). Per il

ritratto del volto austero e volitivo del Gattamelata, è probabile che Donatello si

servì di una medaglia che ritraeva il condottiero di profilo, com'era in uso all'epoca.

Rispetto al Marco Aurelio la figura del Gattamelata appare molto più saldamente

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ancorata all'animale. La scultura del Gattamelata, modellata e fusa dopo sei anni di

tentativi e fatiche (1447-53), è un capolavoro, fra i massimi del Rinascimento, del

toscano Donatello e da molti giudicata la più bella statua equestre d'ogni tempo

assieme ai cinque cavalli della Basilica di S. Marco a Venezia.

Prato della Valle

Il Prato della Valle (Pra de ła Vałe /pra dea vae/,

in padovano) è la più grande piazza della città di Padova e

tra le più grandi d'Italia e d'Europa con una superficie di

88620 m². La configurazione attuale risale alla fine

del XVIII secolo ed è caratterizzata da un'isola ellittica

centrale, chiamata isola

Memmia (20.000 m² circa),

circondata da una canaletta

sulle cui sponde si trova un doppio anello di statue, con

una circonferenza esterna di 1450 metri. Le statue sono

attualmente 78 (40 lungo l'anello esterno e 38 lungo

quello interno), ma secondo il disegno originario avrebbero dovuto essere 88. La

disposizione odierna deriva principalmente dalla distruzione di sei statue raffiguranti

dogi veneziani abbattute dall’esercito napoleonico nel 1797; in seguito a questo

episodio vi fu un riposizionamento di diverse statue. Un preciso regolamento

(emanato dalla Presidenza del Prato il 10 febbraio 1776) fissò le norme per la

realizzazione delle statue: non potevano essere ritratte persone in vita, non

potevano essere ritratti santi (ad essi erano riservati gli altari delle chiese) e tutti i

personaggi ritratti dovevano avere avuto un legame con la città. Nella maggior parte

dei casi si tratta infatti di professori universitari, artisti, condottieri o ex governanti

della città. Le statue raffigurano tutte personalità maschili; l’unica eccezione è quella

del busto della poetessa Gaspara Stampa collocato ai piedi della statua dedicata

ad Andrea Briosco. I piedistalli e le statue sono realizzati in pietra di Vicenza, un

calcare tenero cavato in diverse località dei Colli Berici. Esso si presta molto bene

all’uso in scultura per la sua facile scolpibilità, ma presenta di contro un facile

deterioramento. Diversi interventi di restauro e conservazione sono stati operati sulle

statue dalla fine dell'Ottocento. Le statue furono fondamentali per la trasformazione

del Prato non solo visivamente ma anche finanziariamente. Infatti furono pagate da

singoli cittadini o gruppi previo il versamento di una somma che poteva variare tra i

135 e i 150 zecchini e che servì sia al costo vivo della statua sia come contributo ai

lavori generali del Prato. La somma poteva anche essere versata in due o tre anni di

tempo.

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VENEZIA – la citta’ Per le peculiarità urbanistiche e per il suo patrimonio artistico, Venezia è

universalmente considerata una tra le più belle città del mondo ed è annoverata,

assieme alla sua laguna, tra i siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO

Breve guida di Venezia

Dalla stazione FS a Piazza san Marco - Il Canal Grande: La

più bella via del mondo

Il Canal Grande è il principale asse stradale di Venezia.

Come una “S” capovolta, il Canale si snoda attraverso il

centro città di Venezia e la divide in due metà. Può essere

attraversato a piedi in quattro punti, il Ponte Accademia a

sud, il Ponte Rialto al centro, il Ponte Scalzi presso la stazione ferroviaria ed il Ponte

della Costituzione fra Piazzale Roma e la stazione ferroviaria. Il Ponte della Libertà,

l´unico collegamento con la terraferma, attraversa il Canal Grande all´uscita

settentrionale. Come ci si aspetta da un asse stradale principale, anche sul Canal

Grande c´è sempre molto movimento.

Taxi acquei, vaporetti, gondole, chiatte

da carico, barche turistiche, traghetti e

motoscafi passano qui giorno e notte. Il

più importante canale di Venezia è

fiancheggiato da oltre 200 palazzi e 15

chiese, motivo per cui i veneziani lo

chiamano spesso e volentieri

“Canalazzo”.

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Ponte di Rialto

Il più antico dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande a Venezia ed anche il

più famoso. Costruito nel 1181 da Barattieri, era un ponte di barche, sostituito da

uno in legno che comprendeva le due rampe inclinate e una sezione centrale mobile,

utile per consentire il passaggio delle navi più alte.

Nel corso della sua storia ha subito diversi danneggiamenti e crolli sia per guerre

sia per portata eccessiva fino a quando nel 1591 Antonio Da Ponte lo ha realizzato

in pietra ad arcata unica coperta da un porticato, sempre con la presenza delle due

rampe di scale, oggi piene di negozietti.

Alcuni dati: • Progettista: Antonio da Ponte • Costruzione: 1588-1591 • Lunghezza 48 mt • Altezza 7,5 mt

Piazza San Marco

Cuore della città lagunare e luogo simbolo

della Repubblica di Venezia, la zona

monumentale di Piazza San Marco si compone di tre settori:

1. la Piazza propriamente detta, cioè la zona racchiusa fra

le Procuratie Vecchie e Nuove e quelle "nuovissime

", con uno sviluppo architettonico di rara

suggestione sul complesso monumentale della

omonima basilica e l'appena prospiciente,

svettante, campanile di San Marco.

2. la Piazzetta o Piazzetta San Marco, propaggine

meridionale antistante il Palazzo Ducale e

la Libreria, accesso monumentale all'area marciana per chi proviene dal mare

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attraverso le due famose colonne fronteggianti il Bacino San Marco, sul quale

si affaccia il molo di Palazzo Ducale, l'unica riva di Venezia che porti il nome

di molo.

3. la Piazzetta dei Leoncini, propaggine occidentale a lato della basilica e

prospiciente il Palazzo Patriarcale, così chiamata per le due statue di leoni

accovacciati delimitanti l'area centrale sopraelevata.

Basilica di San Marco

Costruita nell'arco di circa quattro secoli,

fra XI e XV secolo, la Basilica di San Marco

chiude il lato orientale di Piazza San

Marco in un tripudio di marmi, ori,

vetrate, guglie e bassorilievi che

esprimono una sintesi sublime del gusto

occidentale, fra Romanico e Gotico, e di

quello orientale bizantino. Sugli altri lati

prospetta l'imponente complesso

porticato delle Procuratie Vecchie, adiacente alla suggestiva Torre

dell'Orologio con i due mori che scandiscono le ore, e

delle Procuratie Nuove. Ma inevitabilmente è la

facciata della Basilica a rubare l'occhio: divisa in due

ordini di cinque ampie arcate su cui spiccano i rilievi

orientaleggianti dei Mesi, delle Virtù e dei Profeti,

culmina con un coronamento gotico fiorito di pinnacoli

e cuspidi dorate. Gran parte dei dipinti nelle

lunette sono stati rifatti fra XVIII e XIX secolo. Quello

che orna il portale centrale, in particolare, raffigura

il Giudizio Universale su un fondo dorato. Sopra il

portale è esposta una copia dei quattro cavalli in bronzo, argentati e dorati,

provenienti da Costantinopoli (gli originali sono all'interno della Basilica).

Nell'ampio atrio rivestito con marmi e mosaici (scene bibliche) si aprono tre

portali del XII secolo. I mosaici sono di fattura veneziana mentre dalla Siria

proviene il gruppo in porfido dei Tetrarchi, posto sulla facciata “minore” esposta

a sud. L'interno risplende di scenografici mosaici su fondo aureo che coprono

persino il pavimento: quelli originali duecenteschi sono stati in molti casi

rimpiazzati in epoche successive, a causa del deterioramento, sulla base dei

cartoni disegnati da artisti come Tiziano, Veronese e Tintoretto

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La struttura di San Marco ricalca il modello dei templi bizantini: pianta a croce

greca con tre navate su ogni braccio, una cupola al centro e altre quattro lungo

gli assi. Sui colonnati che dividono le navate corrono i matronei e le possenti

arcate che sorreggono le cupole. Le

decorazioni più antiche (anteriori al

Duecento) si ammirano nella Cupola della

Genesi (la prima lungo l'asse longitudinale)

mentre nella cupola centrale è

rappresentata l'Ascensione. Il presbiterio è

delimitato da un'iconostasi con le sculture

gotiche dei Dalle Mansegne, mentre il ricco

altare maggiore a colonne istoriate racchiude le spoglie di San Marco. Alle sue

spalle si ammira la celebre Pala d'oro: un grande paliotto in oro, argento e

smalto, anch'esso d'impronta bizantina, decorato con pietre preziose. Altri tesori

d'arte sacra sono attualmente raccolti nel Museo di San Marco. Dall'alto dei

matronei è possibile osservare da vicino i mosaici che coprono le volte, mentre

dalla terrazza sulla facciata si domina la piazza in cui svetta il Paròn de casa,

ovvero il gigantesco Campanile di San Marco, alto 99 metri, progettato da

Bartolomeo Bon e riedificato nel 1912 dopo il crollo del 1902.

In origine fungeva da faro per i naviganti in laguna. La base

della torre è impreziosita dalla Loggetta del Sansovino,

mentre un ascensore consente di raggiungere la cella

campanaria le cui arcate si aprono sullo splendido panorama

dei tetti e dei canali di Venezia.

Il campanile

Il Campanile di San Marco è uno dei simboli della città

di Venezia. Alto circa 99 metri, sorge in Piazza San Marco, di

fronte all’omonima basilica. La parte sopra la cella campanaria

ha rappresentati sulle facce, in maniera alternata, le figure di

due leoni e di due donne simboleggianti entrambi la “Giustizia”.

Il campanile termina poi con la cuspide di forma piramidale sulla

cui sommità si trova la statua mobile dell’Arcangelo Gabriele.

Nel 1902 il campanile crollò improvvisamente; nel 1903

iniziarono i lavori per la sua ricostruzione, esattamente nel punto

in cui era e con i materiali originari; l’attuale campanile è stato inaugurato nel 1912

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Palazzo Ducale

Se la Basilica di San Marco rappresenta da sempre il centro del potere religioso di

Venezia, lo stupendo Palazzo Ducale ne è senza ombra di dubbio il simbolo del

potere politico sin dal tempo dei Dogi e della Serenissima. L’edificio ha avuto una

costruzione lunga e travagliata, iniziata nel

‘300, in pieno stile bizantino, e terminata

solo molti secoli dopo in stile gotico, ed è

stato per secoli residenza dei Dogi e sede

del potere giudiziario della Serenissima.

Il Palazzo Ducale, a cui si accede

dall’ampio Cortile, ha come luoghi di

maggiore interesse gli Appartamenti Ducali,

in cui un tempo risiedevano i Dogi. Tutte le sale sono di grandissimo interesse, sia per

la loro maestosità ed eleganza, sia per la presenza di numerose opere d’arte che le

abbelliscono, come le pitture di alcuni dei grandi maestri italiani del calibro

di Veronese, Tintoretto e Tiziano.

Il Ponte dei Sospiri

Il Ponte dei Sospiri, realizzato con pietra d'Istria,

fu costruito in stile barocco agli inizi del XVII

secolo dall'architetto Antonio Contin, per volere

del doge Marino Grimani. Il ponte è situato nei

pressi di Piazza San Marco e collega il Palazzo

Ducale alle Prigioni Nuove, che vantano il triste

primato mondiale di essere la prima struttura

realizzata appositamente come carcere. Il

nome, dei Sospiri, deriva proprio dalla sua

funzione originaria, visto che il Ponte permetteva ai prigionieri di tirare un ultimo

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sospiro all'aria aperta prima di essere internati. Nonostante le sue origini storiche

non siano felici, oggi il Ponte dei Sospiri rappresenta uno dei punti più visitati e

fotografati di Venezia e può essere ammirato dal Ponte della Canonica o dal Ponte

della Paglia.

Le fondamenta di Venezia

Venezia stessa fu costruita su oltre 100 singole isole. Per consolidare le fondamenta,

si piantarono dei pali di legno, lunghi 25 metri, nel terreno instabile della laguna.

Circondato da fango salino, il legno si pietrificò, formando le perfette fondamenta

per la costruzione della città. I numerosi canali servirono sia come vie di trasporto sia

come canali di scarico. Le quotidiane maree ripulirono i canali dalle acque di scarico.

Nonostante tutto, Venezia combatte finora con il terreno fangoso. Le case non solo

sono esposte a dei continui movimenti; anche le fondamenta affondano sempre di

più.