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CATECHESI DEGLI ADULTI CON IL VANGELO DI GIOVANNI A livello di parrocchia: la catechesi degli adulti con let- ture dal Vangelo di Giovanni. martedì 29 gennaio alle ore 22,45 in casa parrocchiale mercoledì 30 gennaio alle ore 22,45 a Somaino. Sono guidati dal parroco, don Marco. Sono incontri aperti a tutti, in modo particolare a chi più si impegna in parrocchia (dovrebbe essere un obbligo almeno per tutti i catechisti…). A livello di vicariato: il percorso biblico “Il volto di Dio nella Parola di Dio” a cura dell’Azione cattolica. Relatore del percorso sarà don Ivan Salvadori, docente di teologia nel Seminario di Como. Sono previsti sei incontri che si svolgeranno secondo questo calendario: 28 gennaio, 18 febbraio, 18 marzo a Olgiate Comasco, presso la casa parrocchiale; 22 aprile, 20 maggio, 10 giugno a Uggiate Trevano, presso l’oratorio. Inizio sempre alle ore 21,00. Vita Olgiatese Quindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 69° - N. 2 - 27 Gennaio 2013 - € 1,00 www.parrocchiaolgiate.org Il “no” non è solo la parola sempre in bocca ai bambini capricciosi o la bandiera dei “bastiàn contrari” di turno. Se usata bene, la negazione, sintetizzata in questa parolina appa- rentemente banale, si rivela un tesoro prezioso come pochi altri, da elo- giare senza paura. In effetti, ha avuto un posto d’onore in tutta la storia della filosofia. Ne avevano già intuito l’im- portanza gli antichi filo- sofi greci, in particolare Eraclito di Efeso. Il suo famoso frammento - la guerra è madre di tutte le cose e di tutte le cose è regina - non fa altro che evidenziare la forza della negazione, vero motore di tutta la realtà. Hegel la pone al centro di tutto il divenire e, quindi, della storia. E, per venire ancor più vici- no ai nostri giorni, il filo- sofo francese G. Bachelard teorizza una “filosofia del no” e nel 1940 scrive addirittura un libro con questo tito- lo. Spiriti bizzarri i filoso- fi? Probabilmente sì, però sono in buona com- pagnia: con loro ci sono scienziati, politologi e, addirittura…teologi. È risaputo che la scienza procede per “fal- sificazioni”, cioè che lo scienziato cerca sempre di trovare l’errore nei punti deboli delle teorie in vigore, le contesta e le sostituisce, se riesce, con altre migliori. Ed è questa stessa logica che guida anche il processo democratico. Le opposizioni, vera forza di ogni democrazia, cercano sempre di met- tere in discussione chi detiene il potere, ne evi- denziano gli sbagli, a tempo opportuno cerca- no di prenderne il posto, proponendo programmi di governo migliori. Guai se questa dialettica si fermasse: si cadrebbe subito nella tirannia e nel totalitarismo. E per quanto riguarda i teologi, lungo i secoli hanno addirittura creato una “teologia negativa” o “apofatica” accanto alla teologia “positiva”. Se questa parla di Dio, ne precisa la natura, ne descrive gli attributi…, quella nega tutto: parte dal presupposto che Dio è infinitamente superiore a noi e che la nostra pic- cola mente non deve mai illudersi di conoscerlo. Fare teologia, allora, vuol dire distruggere le varie immagini di Dio che via via si presenta- no, scacciare immagini con immagini, dando vita a un processo di ricerca infinito. Il vero teologo diventa, così, il guardia- no del mistero di Dio e della sua trascendenza. D’altronde, anche lo stesso Gesù Cristo si è proposto, in qualche modo - passi la semplifi- cazione, forse un po’ irri- verente -, come un “uomo del no”. Il vecchio profeta Simeone lo pre- senta proprio così: Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di con- traddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori (Lc. 2,34-35). Egli stesso lo riconosce e lo proclama apertamente e senza paura: Pensate che io sia venuto a por- tare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divi- sione (Lc. 12,51). E il suo stile di vita è perfet- tamente conseguente; mette in discussione e contesta tutti i pilastri della religione e della società del suo tempo: la legge, il sabato, il tem- pio, i farisei, gli scribi…, pagando con la vita il suo coraggio. È quindi doveroso spezzare una lancia a favore di questa parolina ELOGIO DEL NO preziosa e tremenda. È doveroso soprattutto oggi. Stiamo vivendo un periodo in cui sembra che tutti si dimentichino della necessità e della forza della negazione. Anche i giovani. In modo particolare da loro dovrebbe venire la giu- sta contestazione che spinge a migliorare: invece tutto tace… Non conformatevi alla menta- lità di questo secolo, rac- comandava S. Paolo ai cristiani di Roma: forse è tempo anche per noi di dare un peso maggiore a questa saggia esortazio- ne. Ormai parecchi anni fa il grande teologo Henri de Lubac scriveva queste righe illuminanti. È proprio dell’arte” ha scritto Léon Bloy “foggia- re gli dei”. È proprio anche del pensiero, è proprio di tutta l’attività umana superiore, che è attività di “poeta”. Ma al “poeta”, che fabbrica gli dei, s’oppone il “profeta”, che riceve rivelazioni da Dio. Allo scultore di idoli, che dà una figura agli dei, s’op- pone l’iconoclasta, che rifiuta di lasciar rinchiu- dere Dio in una forma. All’intellettuale, che organizza i suoi pensieri in un corpo, s’oppone il mistico che li respinge via via che essi han preso corpo. Tale oppo- sizione tra gli uomini non è forse uno degli aspetti fondamentali, fino ai nostri tempi moderni, della lotta tra ellenismo e giudaismo? Ma anche opposizione intima nel- l’uomo, opposizione insormontabile, intermi- nabile. Un affrontarsi tragico ma fecondo. (in “Sulle vie di Dio”) Allora: “cercasi profe- ti, iconoclasti, mistici; cercasi urgentemente uomini del no!”. Altrimenti tutto si appiattisce e si ferma: nella società, nella Chiesa, in noi stessi. don Marco L’attuale Consiglio Pastorale Parrocchiale ha esaurito il suo man- dato quinquennale essendo stato eletto nell’autunno del 2007. Nella seduta del 7 gennaio 2013 sono stati definiti tempi e norme per il rinnovo del Consiglio Pastorale stesso. Composizione 1. Alcuni membri (20) saranno eletti, perché il Consiglio sia rappresentativo e sensibile alle varie necessità della comunità 2. Altri membri verranno nominati dal parroco, su designa- zione e come rappresentanti delle varie associazioin ecclesiali esistenti in parrocchia. Questa designazione può avvenire all'interno dei già eletti. 3. I sacerdoti (e le religiose) operanti in parrocchia sono membri di diritto. Calendario Votazioni Domenica 10 febbraio: Distribuzione delle schede per la prima votazione Domenica 17 febbraio: Prima votazione Domenica 3 marzo: Distribuzione delle schede per la seconda votazione Domenica 10 marzo: Seconda e definitiva votazione. Le schede per le votazioni verranno distribuite nelle chiese della parrocchia dopo le Ss. Messe o ritirate presso l'Ufficio parrocchiale. Le schede votate dovranno essere depositate nelle apposite urne predisposte nelle chiese della parrocchia o consegnate presso l'Ufficio parrocchiale. Norme per votare Chi può votare? Possono votare tutti i componenti della comunità parrocchiale che abbiano compiuto o che compiano i 18 anni entro il 2013. Chi può essere votato? Sono eleggibili tutti gli elettori tenendo conto: - che siano realmente inseriti nella vita della parrocchia - che siano rappresentate le varie fasce d’età; - che siano rappresentate, se possibile, le diverse zone della città. Nella prima votazione dovranno essere indicati sulla scheda (con nome cognome e via) un certo numero di nominativi (massimo 10) che serviranno poi per stendere una lista di 40 candidati tra cui, nella seconda votazione, ciascuno dovrà esprimere le proprie preferenze ( massimo 10). Verranno così eletti i 20 candidati che avranno ottenuto il maggior numero di preferenze. Ovviamente, prima di redigere la seconda scheda, si chie- derà il consenso dei candidati. il Consiglio Pastorale Parrocchiale il Consiglio Pastorale Parrocchiale Si rinnova Si rinnova Anno centenario: 1913 - 2013 Domenica 27 gennaio FESTA DI SAN GERARDO Nella chiesa di San Gerardo: ore 9.00 S. Messa ore 10.30 S. Messa solenne ore 15.00 Vespro e processione Nelle altre chiese: Ss. Messe secondo l’orario festivo Cinquant’anni dopo. Sulle tracce del Concilio Vaticano II Quattro incontri di approfondimento del grande evento del Concilio. Terzo incontro Martedì 29 gennaio 2013 a Morbegno, centro polifunzionale S. Giuseppe “Eredità e interpretazione del Concilio” (interverrà Gilles Routhier, teologo canadese, tra i massimi esperti mondiali del Concilio) Possibilità di seguire l’incontro in video conferenza presso l’oratorio di Cagno a partire dalle 20.45

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CATECHESI DEGLI ADULTICON IL VANGELO DI GIOVANNI

A livello di parrocchia: la catechesi degli adulti con let-ture dal Vangelo di Giovanni.

martedì 29 gennaio alle ore 22,45 in casa parrocchiale

mercoledì 30 gennaio alle ore 22,45 a Somaino.

Sono guidati dal parroco, don Marco.Sono incontri aperti a tutti, in modo particolare a chi più si

impegna in parrocchia (dovrebbe essere un obbligo almenoper tutti i catechisti…).

A livello di vicariato: il percorso biblico “Il volto di Dionella Parola di Dio” a cura dell’Azione cattolica.

Relatore del percorso sarà don Ivan Salvadori, docentedi teologia nel Seminario di Como.

Sono previsti sei incontri che si svolgeranno secondoquesto calendario:28 gennaio, 18 febbraio, 18 marzo a Olgiate Comasco,presso la casa parrocchiale;22 aprile, 20 maggio, 10 giugno a Uggiate Trevano, pressol’oratorio.

Inizio sempre alle ore 21,00.

Vita OlgiateseQuindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 69° - N. 2 - 27 Gennaio 2013 - € 1,00

www.parrocchiaolgiate.org

Il “no” non è solo laparola sempre in boccaai bambini capricciosi ola bandiera dei “bastiàncontrari” di turno.

Se usata bene, lanegazione, sintetizzatain questa parolina appa-rentemente banale, sirivela un tesoro preziosocome pochi altri, da elo-giare senza paura.

In effetti, ha avuto unposto d’onore in tutta lastoria della filosofia. Neavevano già intuito l’im-portanza gli antichi filo-sofi greci, in particolareEraclito di Efeso. Il suofamoso frammento - laguerra è madre di tuttele cose e di tutte le coseè regina - non fa altroche evidenziare la forzadella negazione, veromotore di tutta la realtà.Hegel la pone al centrodi tutto il divenire e,quindi, della storia. E,per venire ancor più vici-no ai nostri giorni, il filo-sofo francese G.Bachelard teorizza una“filosofia del no” e nel1940 scrive addiritturaun libro con questo tito-lo.

Spiriti bizzarri i filoso-fi? Probabilmente sì,però sono in buona com-pagnia: con loro ci sonoscienziati, politologi e,addirittura…teologi.

È risaputo che lascienza procede per “fal-sificazioni”, cioè che loscienziato cerca sempredi trovare l’errore neipunti deboli delle teoriein vigore, le contesta e lesostituisce, se riesce,con altre migliori.

Ed è questa stessalogica che guida anche ilprocesso democratico.Le opposizioni, veraforza di ogni democrazia,cercano sempre di met-tere in discussione chidetiene il potere, ne evi-denziano gli sbagli, atempo opportuno cerca-no di prenderne il posto,proponendo programmidi governo migliori. Guaise questa dialettica sifermasse: si cadrebbesubito nella tirannia enel totalitarismo.

E per quanto riguardai teologi, lungo i secolihanno addirittura creatouna “teologia negativa” o“apofatica” accanto allateologia “positiva”. Sequesta parla di Dio, neprecisa la natura, nedescrive gli attributi…,quella nega tutto: partedal presupposto che Dioè infinitamente superiorea noi e che la nostra pic-cola mente non deve maiilludersi di conoscerlo.Fare teologia, allora,vuol dire distruggere levarie immagini di Dioche via via si presenta-no, scacciare immaginicon immagini, dando vitaa un processo di ricercainfinito. Il vero teologodiventa, così, il guardia-no del mistero di Dio edella sua trascendenza.

D’altronde, anche lostesso Gesù Cristo si èproposto, in qualchemodo - passi la semplifi-cazione, forse un po’ irri-verente -, come un“uomo del no”. Il vecchioprofeta Simeone lo pre-senta proprio così: Egli èqui per la rovina e larisurrezione di molti inIsraele, segno di con-traddizione perché siano

svelati i pensieri di molticuori (Lc. 2,34-35). Eglistesso lo riconosce e loproclama apertamente esenza paura: Pensateche io sia venuto a por-tare la pace sulla terra?No, vi dico, ma la divi-sione (Lc. 12,51). E ilsuo stile di vita è perfet-tamente conseguente;mette in discussione econtesta tutti i pilastridella religione e dellasocietà del suo tempo: lalegge, il sabato, il tem-pio, i farisei, gli scribi…,pagando con la vita ilsuo coraggio.

È quindi doverosospezzare una lancia afavore di questa parolina

ELOGIO DEL NO

preziosa e tremenda. Èdoveroso soprattuttooggi. Stiamo vivendo unperiodo in cui sembrache tutti si dimentichinodella necessità e dellaforza della negazione.Anche i giovani. In modoparticolare da lorodovrebbe venire la giu-sta contestazione chespinge a migliorare:invece tutto tace… Nonconformatevi alla menta-lità di questo secolo, rac-comandava S. Paolo aicristiani di Roma: forse ètempo anche per noi didare un peso maggiore aquesta saggia esortazio-ne.

Ormai parecchi annifa il grande teologoHenri de Lubac scrivevaqueste righe illuminanti.“È proprio dell’arte” hascritto Léon Bloy “foggia-re gli dei”. È proprioanche del pensiero, èproprio di tutta l’attivitàumana superiore, che èattività di “poeta”.

Ma al “poeta”, chefabbrica gli dei, s’opponeil “profeta”, che riceverivelazioni da Dio. Alloscultore di idoli, che dàuna figura agli dei, s’op-pone l’iconoclasta, cherifiuta di lasciar rinchiu-dere Dio in una forma.All’intellettuale, cheorganizza i suoi pensieriin un corpo, s’oppone ilmistico che li respingevia via che essi hanpreso corpo. Tale oppo-sizione tra gli uomini nonè forse uno degli aspettifondamentali, fino ainostri tempi moderni,della lotta tra ellenismoe giudaismo? Ma ancheopposizione intima nel-l’uomo, opposizione

insormontabile, intermi-nabile. Un affrontarsitragico ma fecondo.(in“Sulle vie di Dio”)

Allora: “cercasi profe-ti, iconoclasti, mistici;cercasi urgentemente

uomini del no!”.Altrimenti tutto siappiattisce e si ferma:nella società, nellaChiesa, in noi stessi.

don Marco

L’attuale Consiglio Pastorale Parrocchiale ha esaurito il suo man-dato quinquennale essendo stato eletto nell’autunno del 2007. Nella seduta del 7 gennaio 2013 sono stati definiti tempi enorme per il rinnovo del Consiglio Pastorale stesso.

Composizione1. Alcuni membri (20) saranno eletti, perché il Consiglio sia

rappresentativo e sensibile alle varie necessità dellacomunità

2. Altri membri verranno nominati dal parroco, su designa-zione e come rappresentanti delle varie associazioinecclesiali esistenti in parrocchia. Questa designazionepuò avvenire all'interno dei già eletti.

3. I sacerdoti (e le religiose) operanti in parrocchia sonomembri di diritto.

Calendario VotazioniDomenica 10 febbraio: Distribuzione delle schede per la

prima votazioneDomenica 17 febbraio: Prima votazioneDomenica 3 marzo: Distribuzione delle schede per la

seconda votazioneDomenica 10 marzo: Seconda e definitiva votazione.

Le schede per le votazioni verranno distribuite nelle chiesedella parrocchia dopo le Ss. Messe o ritirate presso l'Ufficioparrocchiale. Le schede votate dovranno essere depositatenelle apposite urne predisposte nelle chiese della parrocchiao consegnate presso l'Ufficio parrocchiale.

Norme per votareChi può votare?

Possono votare tutti i componenti della comunità parrocchialeche abbiano compiuto o che compiano i 18 anni entro il 2013.

Chi può essere votato?

Sono eleggibili tutti gli elettori tenendo conto:- che siano realmente inseriti nella vita della parrocchia- che siano rappresentate le varie fasce d’età;- che siano rappresentate, se possibile, le diverse zone della città.

Nella prima votazione dovranno essere indicati sulla scheda(con nome cognome e via) un certo numero di nominativi(massimo 10) che serviranno poi per stendere una lista di40 candidati tra cui, nella seconda votazione, ciascunodovrà esprimere le proprie preferenze (massimo 10).Verranno così eletti i 20 candidati che avranno ottenuto ilmaggior numero di preferenze.Ovviamente, prima di redigere la seconda scheda, si chie-derà il consenso dei candidati.

il Consiglio Pastorale Parrocchialeil Consiglio Pastorale Parrocchiale

Si rinnova Si rinnova

Anno centenario: 1913 - 2013

Domenica 27 gennaioFESTA DI SAN GERARDONella chiesa di San Gerardo:ore 9.00 S. Messaore 10.30 S. Messa solenneore 15.00 Vespro e processione

Nelle altre chiese:Ss. Messe secondo l’orario festivo

Cinquant’anni dopo.

Sulle tracce del Concilio Vaticano IIQuattro incontri di approfondimento del grande

evento del Concilio.

Terzo incontro Martedì 29 gennaio 2013

a Morbegno, centro polifunzionale S. Giuseppe

“Eredità e interpretazione del Concilio”(interverrà Gilles Routhier, teologo canadese, tra i

massimi esperti mondiali del Concilio)

Possibilità di seguire l’incontro

in video conferenza

presso l’oratorio di Cagno a partire dalle 20.45

2 Vita Olgiatese27 Gennaio 2013

Saluti!L'avventura africana è parti-

ta alla grande nonostante qual-che fatica. Abbiamo trovato unagrande accoglienza e alla facciadi chi afferma che qui sidorme, posso dire che corriamosempre, dal mattino alle cinque,quando ci alziamo, fino alle 20quando rientriamo nei nostri"bungalow" per la buona notte.

Il seminario diocesano distacinque minuti di auto dalla casadei missionari del PIME (in cuisiamo ospitati). Il seminarioattualmente raccoglie 95 semi-naristi di cinque diocesi diffe-renti: sono di etnie e di culturediverse. Sia io che don Micheleteniamo normalmente quattroore di corso al giorno: io inse-gno diritto amministrativo ediritto penale, mentre donMichele teologia spirituale espiritualità sacerdotale. Il retto-re ci riserva un trattamento digrande favore. stamane, adesempio, mi ha invitato a cele-brare messa (alle 6.15!!) e atenere una meditazione ai semi-naristi in inglese. Il Camerun èun paese in cui si parla francesee, in alcune regioni litorali,inglese, per cui i vescovivogliono che tutti i preti sap-piamo bene entrambe le lingue.

Siamo in città, ma è diffici-le considerarla tale a part lapresenza di molti piccoli com-mercianti che ogni mattina alle-stiscono colorate bancarellelungo le strade non asfaltate diMaroua.

È questa la stagione inver-nale. Le temperature diurnesono molto calde - 30/35 gradi- ed è interessante vederli gira-re con pile, sciarpe e piumini,mentre noi indossiamo tran-quillamente capi a manichecorte. Durante la notte invece sisente il fresco e la temperaturapuò scendere fino a 16/18gradi.

Per quanto riguarda il ciboabbiamo la certezza che nonmoriremo di fame. Qui alPIME la cucina è pressoché ita-liana (il cuoco e gli ingredientisono locali ... ma l'intenzione èitaliana), mentre in seminariomangiamo cibo camerunense:tanto riso, carni con molto sugoe pesce. Essendo inverno, comefrutta, mangiamo solo papaya(squisita), pompelmi rosa e altriagrumi.

I ritmi della preghiera sonoquelli missionari: al mattinolodi e messa alle 6.15 (in semi-nario) o alle 6.30 qui al PIME,alle 18 ci si ritrova per l'adora-zione, poi vespro e altre pre-ghiere insieme sino a cena. Inseminario invece l'adorazione ela meditazione precedono lamessa, per cui è alle 6. Si cele-bra in francese anche qui alPIME nonostante il missionarioche ci ospita sia italiano e lostesso la suora che vive con noi(è arrivata con noi e anche leiinsegna ai seminaristi).

Bene. ora torno a studiare.Un saluto a tutti e a presto.

d. Marco (11-1-2013)

Continua l’esperienzacamerunense. Sabato io eMichele abbiamo raggiuntoBrunetta e Alda a Mokolò(distano circa un’ora di auto daMaroua): lì abbiamo trovatoCorrado e Laura che ci hannoportato a Mokodè, passandodalla parrocchia di Corrado,Rhumzu. Il tragitto da Mokolòa Rhumzu si è rivelato estrema-mente interessante pur essendonon piacevole per la schiena:quasi due ore di sterrato conbuche che assomigliano più acorsi d’acqua che a strade.Strada facendo Corrado ci hamostrato la scuola in costruzio-ne nel territorio della sua par-rocchia: una vera e propria cat-tedrale nel deserto, in quantofuori da qualsiasi centro abitato… ma qui è così! Le scuolesolo in città si trovano nelcentro. Nella brus (campagna,savana, …) le scuole si trovanonei pressi degli incroci dellegrandi strade: gli studenti devo-no fare a piedi ogni giornoanche qualche ore di camminoper raggiungere la scuola piùvicina.

A Mogodè abbiamo trovatoAngelo ad aspettarci. Cena econcerto delle figlie di Maria(la nostra ACR, per intenderci):due ore di prove e poi il grandespettacolo all’interno dellachiesa di Mogodè. Il tutto,ovviamente, organizzato egestito dai catechisti e dai laici.Mi sembrava di sognare, abi-tuato a vedere le nostre comu-nità che non fanno nulla senzaavere il prete al centro! Salutoiniziale, organizzazione, pre-ghiera, riflessione: tutto fatto dicatechisti.

Questa è la realtà che abbia-mo incontrato anche il giornoseguente andando con donCorrado in un settore della par-rocchia di Rhumzu, a Kossahai(chiesa costruita da donDonato, ora parroco diMandello): le varie comunità diquel settore della parrocchiahanno raggiunto a piedi la chie-sa per la messa mensile (altri-menti ogni comunità celebra ilGiorno del Signore con unacelebrazione della Parola nellapropria cappella … il prete lipuò raggiungere solo unadomenica al mese), organizzan-do la celebrazione secondo idiversi ministeri (lettori, accoli-ti, catechisti, cantori, serviziod’ordine – interessante il servi-zio d’ordine: un uomo e unadonna che con una cannetta dibambù passano in mezzoall’assemblea durante la messa,colpendo i bambini e gli adultiche si distraggono … troppoforte!). Il parroco arriva, con-fessa, incontra il responsabiledi settore e i responsabili dellecomunità del settore e ascoltaquanto gli viene detto, poi aiutai vari responsabili a prenderedelle decisioni in materia di ini-ziazione cristiana (chi ammet-tere ai sacramenti e chi invecefar attendere). La Messa è unafesta. Canti, gesti che non mira-no a suscitare emozioni ma

esprimono ciò che significano,preghiera, … tutto senza badareallo scorrere del tempo.Terminata la Messa il pranzocon il responsabile della comu-nità (pranzo rigorosamente persoli uomini: le donne mangianoda un’altra parte e i bambinisolo ciò che avanza).Mangiamo una polentina dimiglio con il sugo di unpolletto cucinato per la grandeoccasione: siamo stati fortunatiperché eravamo solo in sei acondividere questo piccolopollo, per cui siamo riusciti adavanzarne qualche pezzo perchi attendeva fuori.

Rientrati a Mogodè abbia-mo potuto assistere a uno spet-tacolo della natura: abbiamofatto una breve passeggiataintorno ai picchi che dominanoil villaggio, recandoci sino alconfine con la vicina Nigeria.Lì abbiamo atteso il tramonto(il sole scende intorno alle17.30) godendo di uno spetta-colo veramente unico.

Alla domenica sera i fideidonum di Como si ritrovanoper chiudere insieme il giornodi festa e per poi vivere insie-me la giornata del lunedì: inquesto giorno infatti vengonoaffrontati tutti i problemi dellecomunità servite dai nostri con-diocesani e, insieme, si fa undiscernimento veramente eccle-siale: si prega, si affrontano lequestioni, ci si ricorda a vicen-da che si è qui per servire unaChiesa e non per realizzare noistessi e i nostri progetti, sidiscute anche sull’immagine diChiesa che si vuole portare conla propria testimonianza e conle proprie scelte, sacrificandotalvolta anche l’efficienza dialcuni interventi in nome dellafedeltà alla comunione con ilvescovo e tra cristiani. Ricordoche i nostri fidei donum nonsono solo preti: ci sono sacer-doti, consacrate e una laica: …un piccolo consiglio pastoralevicariale.

Lunedì pomeriggio abbia-mo poi provato l’ebbrezza diun viaggio col car: un pulminoda venti posti che arriva a por-tare sino a 40 adulti, senza con-tare i bambini. Io ho viaggiatocon in braccio una giovanissi-ma mamma che ha allattato perbuona parte del viaggio, mentrel’altra figlia, anch’essa in brac-cio, giocava con il mio zaino.Dopo questo bagno di umanità,di sapori e “profumi” siamoarrivati a Maoura e ripreso lanostra settimana da insegnanti.

Quest’oggi a scuola hoaffrontato il tema della consue-tudine come fonte del dirittocanonico. È stato interessantis-simo constatare come in unaclasse di sete seminaristi ci fos-sero ben sette consuetudini dif-ferenti circa gli sponsali, unistituto ormai non più esistentein Italia (si tratta delle promes-se pre-matrimoniali): ho chie-sto ai seminaristi di mettermiper iscritto ciò che la tradizionedel loro popolo prevede in que-sti casi.

È giunta l’ora della preghie-ra del vespro. Arrivederci alprossimo aggiornamento.

d. Marco (15-1-2013)

Ciao, oggi abbiamo toccatoi 37 gradi ... ‘se more’!!!!Terminata una settimana dicorsi, molto interessante.Lentamente (molto lentamente:p. Giorgio dice che noi, cometutti i visitatori, abbiamo gliocchi grandi ma che vediamopoco) iniziamo a conoscere iseminaristi e il loro mondo.Sono assetati e desiderosi diconoscere la realtà della chiesae vogliono sapere, domandanoe chiedono senza stancarsi.Forse sono troppo preoccupatidi imitare la nostra chiesa euro-pea e sfruttano poco la possibi-lità che hanno di edificare unachiesa secondo la propria cultu-ra e la propria storia.

Domani saliamo aGujindelé da don Felice.Dicono che sarà un altromondo ... vedremo. Intanto,domattina alle 5, p. Giuseppe ciporterà a fare una camminata incima al monte che dominaMaroua, giusto per avere unavisione d'insieme sulla città.

d. Marco (18-01-2013)

Sono oramai trascorse duesettimane dal nostro arrivo inCamerun. Approfittando deigiorni in cui non c’è scuola,siamo riusciti ad andare visitarealcuni missionari che servonola Chiesa in questo lembo diterra africana. Siamo stati ospitiper tre giorni di don FeliceCantoni, a Gudjindelé, duegiorni a Toulum da p. Mario (diParé) e p. Piergiorgio (diCapiago) e prossimamente tor-neremo da don Corrado, donAngelo & Co. a Mogodé: unabella occasione per incontrarela Chiesa locale e, di conse-guenza, calibrare meglio i corsiin seminario. Ovunque andia-mo, grande è la nostra meravi-glia di fronte alle opere sortegrazie alla dedizione e alla pre-senza dei missionari comaschi:strutture di accoglienza e diassistenza, luoghi per la pre-ghiera, e un gran numero dipersone che in più modi mani-festano la loro gratitudine.

Le nostre giornate qui aMaroua terminano quasi sem-pre con una tazza di tisana allacitronella, un ottimo rimedionaturale per combattere le zan-zare. Durante questi momentidi pace e di fraternità, siamosoliti ascoltare i racconti deimissionari di passaggio qui alCentro PIME e ci è di aiuto ilconfronto con loro per inter-pretare e comprendere quantoviviamo nel corso della gior-nata. Incontriamo parrocchiecon molti gruppi di catecume-ni, con tante attività in calen-dario, con celebrazioni checoinvolgono anche la dimen-sione corporea dell’uomo.Tutto sembra bello e prontoper essere esportato nel vec-chio continente, ma poi, se cisi ferma un istante e si cerca divedere che cosa sta realmentenascendo, ecco che sorge qual-che interrogativo insieme aqualche riflessione sulla nostraChiesa europea. Qui unabuona parte delle persone pro-vengono da quella che imanuali di oggi definiscono“religione tradizionale”, moltodisponibile ad accogliere uncristianesimo inteso solo comeserie di pratiche e sacrifici:molto più difficile si rivelapresentare ciò che realmente èil cristianesimo, ovvero unrapporto personale con Cristo– la fede in Gesù Cristo,appunto – che cambia total-mente la propria vita rinnovan-do il proprio sguardo sullecose. Il prete qui, fatta forseeccezione per il nazar (ilbianco), è anzitutto l’uomo delculto, il sacerdote che compieil sacrificio gradito alla divi-nità, così come avvenivaprima in favore degli spiritidegli avi o dei miti ancestrali.I cristiani non faticano adaccettare una struttura gerar-chica della Chiesa fatta solo divescovi e presbiteri, in quantoè connaturale al tradizionalemodo di organizzare lasocietà. E così, realtà splendi-de note già all’evangelistaGiovanni e ultimamente riba-dite solennemente dai padriconciliari, oltre che dal magi-stero degli ultimi Pontefici,passano in secondo piano. Miriferisco alla dignità di figliodi Dio di ogni battezzato, allacorresponsabilità dei laiciall’edificazione della Chiesa.Un seminarista – ad esempio –si è offeso quando, a lezione,gli ho ricordato che è laico eche è insensato presentarsi giàcome prete o, peggio, comemembro di una casta superiorerispetto agli altri battezzati.Involontariamente, forse, èstata portata in Africa una

S. Natale 2012Rev.do don Marco,

innanzi tutto Buon Natale etanti auguri di ogni bene a Lei ea tutta la parrocchia. Seguotutte le iniziative su “VitaOlgiatese”. Per noi olgiatesiall’estero è come una ventata diprimavera che ci porta al caropaese della nostra giovinezza.

Congratulazioni per tuttoquello che fate, per i suoi “edi-toriali” e tutto il resto.

Grazie per il poster che miriguarda; non merito tanto.

Nelle vostre preghiere ricor-datevi anche dei poveri profughisiriani. Anche noi, nel nostropiccolo, cerchiamo di aiutarli. Èmolto attiva per loro la“Caritas”. Hanno centri di rac-

Dal nostro “inviato”in Camerun…

colta molto numerosi e lavoranomolto. Per il momento noi siamolontani dai campi profughi, spe-riamo che questa terribile guerrafinisca presto. La Giordania è unpaese generoso, accoglie tutti;ma le sue risorse sono povere.

Ci sgomenta vedere allatelevisione la corruzione cheesiste in Italia, in tutti i campi,e a pagare sono sempre i poverie le persone oneste.

Che cosa chiedere a GesùBambino in questo Natale? Luila pace l’ha portata e la donacontinuamente. Che tanti uomi-ni di buona volontà la raccolga-no e la donino.

A Lei e a tutta la parrocchiaogni bene. Buon Natale.

Sr. Clara Roncoroni

Una lettera dalla Giordania

Chiesa che è già vecchia, lon-tana per certi versi da quellaapostolica e poco assomiglian-te a quella sposa splendidatratteggiata e descritta duranteil Concilio Vaticano II. Le mieparole non vogliono essere dipolemica, ma semplicementeuna provocazione per interro-garmi sull’immagine di Chiesache testimonio con la mia vitae porto con le attività che pro-muovo o animo.

Torno alle vicende di questigiorni. A Gudjindelé donFelice ci ha raccontato che ilfratello di un cristiano del suovillaggio è stato ucciso inNigeria durante il tremendoattentato della notte di Nataledel 2012. In un settore dellasua parrocchia ci sono unatrentina di profughi e la tensio-ne è alta. Il governo cameru-nense, da qualche anno, haorganizzato una sorta di eserci-to straordinario, il BIR, che hail compito di vigilare le zone aconfine con la Nigeria, interve-nendo immediatamente ogniqualvolta si ha il sospetto checi siano delle incursioni dimembri di questo movimento

Don Marco Nogara è in Camerun. È statoinvitato a Maroua per tenere un corso di dirittoai seminaristi di quella diocesi (gemellata conla nostra: da tanto tempo vi lavorano i nostrimissionari “fidei donum”).

Ogni tanto ci manda un resoconto dell’espe-rienza che sta vivendo.

fondamentalista islamico.Questo garantisce una pacenell’estremo nord del Paese(quindi qui) ma, dicono, a unprezzo molto alto.

Sempre a Gudjindeléabbiamo assistito a una scenaincredibile: il parroco stesso,l’abbé Matthieu, che è nativodi un villaggio che dista unaventina di kilometri dalla par-rocchia, necessita di due inter-preti per comunicare con lepoche centinaia di cristiani cheabitano nell’immenso territo-rio a lui affidato. Il francese eil fufuldé sono due lingueconosciute da tutti i giovani eda molti uomini, mentre ledonne parlano spesso solo lalingua del proprio gruppo etni-co: ciò significa che bisognasempre ricorrere a qualcheintermediario e, come sappia-mo, tradurre significa anchetradire, perdendo o aggiungen-do qualcosa al messaggio ori-ginario. Credo che questo bastiper immaginare le difficoltà dicomunicazione, soprattuttoquando in gioco non ci sonosolo due lingue, ma anche cul-ture differenti.

Chiudo con una nota sul

meteo. Siamo in inverno.Solitamente in questo periodosoffia l’armatan, un vento fred-do, carico di sabbia, che scendedal nord. Stiamo invece trovan-do un grandissimo caldo. Oggila colonnina di mercurio segna-va ben 41 gradi … e si sentiva-no tutti. Quando “sento casa” emi raccontano del freddo edella neve di Olgiate mi sembradi essere in un altro mondo.

Domattina saliamo a 1000m, a Mogodé da don Angelo edon Alessandro. Non credo sianecessario mettere nella borsala tuta da sci, ma almeno sperodi trovare una temperatura piùvivibile.

d.. Marco (23-01-2013)

Vita Olgiatese27 Gennaio 20133

La Chiesa interpreta i“segni dei tempi”:

il Concilio Ecumenico Vaticano II

«Nel nostro tempo in cuiil genere umano si unifica digiorno in giorno più stretta-mente e cresce l'interdipen-denza tra i vari popoli, laChiesa esamina con maggio-re attenzione la natura dellesue relazioni con le religionin o n - c r i s t i a n e »[Dichiarazione Nostra Aetatesulla relazione della Chiesacon le religioni cristiane, 28ottobre 1965, 1°, qui abbre-viata con NA]: siamo versola fine del 1965, sono ancoralontani i tempi in cui sidiscuterà e si scriverà di glo-balizzazione, eppure i Padriconciliari già avevano intuitoquesta tensione all’unità del-l’intera famiglia umana e, apartire dalla riflessione dellaLumen gentium sulla Chiesa,decidono di mettersi in giocoanche per quanto riguarda ilrapporto con i non cristiani.Occuparsi infatti delle altrereligioni, significa farsi cari-co della risposta «ai reconditienigmi della condizioneumana, che ieri come oggiturbano profondamente ilcuore dell'uomo: la naturadell'uomo, il senso e il finedella nostra vita, il bene e ilpeccato, l'origine e lo scopodel dolore, la via per rag-giungere la vera felicità, lamorte, il giudizio e la sanzio-ne dopo la morte, infine l'ul-timo e ineffabile mistero checirconda la nostra esistenza,donde noi traiamo la nostraorigine e verso cui tendia-mo» [NA, 1c].

Nella dichiarazioneNostra Aetate, tra le altre,viene affrontata la relazionecon gli Ebrei. I toni sonosereni e densi di stima, oltreche di gratitudine: si fariferimento al fatto diaver ricevuto da loro«la rivelazioned e l l ’ A n t i c oTestamento» e si«ricorda anche che dalpopolo ebraico sononati gli apostoli, fonda-menta e colonne dellaChiesa, e così queimoltissimi primi disce-poli che hanno annun-ciato al mondo ilVangelo di Cristo».Non si nasconde ilrifiuto manifestato nei

Le parole del concilio: Religioni: Ebraismo

Quando si parla del Sahelsolitamente si associa questovasto territorio a sud delSahara alla parola carestia, cheha il significato e comprende ilsud del Senegal, il Niger, laMauritania, il Mali, il Ciad, ilBurkina Faso e l’Eritrea neimesi scorsi si è sfiorata la cata-strofe alimentare. Siccità, rac-colti magri, tensioni politiche esociali hanno interessato circa18 milioni di persone; unamobilitazione per far fronte aquesta emergenza ha evitato ilpeggio. “La crisi è servita” èstato il tema di un incontro,organizzato dalla Caritas e dalCentro Missionario diocesano,presso il centro pastoraleCardinal Ferrari di Como. Lariflessione è stata guidata dalprof. Riccardo Moro,dell’Università degli Studi diMilano e dal missionario laicocomasco Matteo Perotti chesvolge la sua attività nella dio-cesi di Wau nel Sud Sudan.

In questi Paesi africaniperiodicamente si verificanocrisi alimentari, ben diversedalla crisi economica che staattraversando l’Italia el’Europa. Nel Sahel è frequen-te che non ci sia nulla nel piat-to e che di conseguenza ci siala presenza di una grande famenon soltanto di cibo ma anchedi futuro. Un futuro in cui cisiano strumenti adeguati per-ché questi popoli possanodignitosamente vivere il pre-sente, ma soprattutto perchénon siano così facilmente vul-nerabili domani. Le causedelle crisi ricorrenti nel Sahelnon sono difficili da individua-re. Un primo motivo è l’au-mento demografico dellapopolazione mondiale. Nel2050 si calcola che sulla terrasaremo 9 miliardi di individui,poco meno della metà poveri osulla soglia della povertà.Tanto maggiore sarà la richie-sta alimentare, tanto più sali-ranno i prezzi degli alimenti.Una seconda causa è rappre-sentata dai cambiamenti clima-tici con fenomeni meteo-distruttivi sempre più frequen-ti. Coltivazioni intensive alsolo scopo di trarre il massimo

profitto, portano in brevetempo all’impoverimento deisuoli ed alla loro rapida deser-tificazione, provocando cam-biamenti climatici repentini equindi catastrofi ambientali.

Una terza causa è rappre-sentata dalla crisi finanziariache ha interessato tutto ilmondo. Questa crisi è iniziatanel 2005 quando è stato sman-tellato definitivamente quelsistema di garanzie a favoredei risparmiatori predispostoper evitare che si imbarcasseroin operazioni rischiose. Si èpassati così ad un sistemafinanziario senza regole che hapenalizzato anche gli agricol-tori, primi ad accorgersi che iprezzi degli alimenti non sonopiù prevedibili, perché non piùlegati all’economia reale maalla speculazione finanziaria.Senza la gestione di questi tipidi crisi sarà una tragedia pertutti. Senza un orientamentoverso comportamenti di consu-mi e di produzioni diverse daquelli di oggi in pochi anni sirischia di dilapidare tuttequelle risorse del nostro piane-ta che qualcuno ancora si illu-de di credere che sarannoillimitate.

Certamente, evitata la cata-strofe, è importante aiutare gliabitanti del Sahel perché pos-sano essere in grado di preve-nire altre calamità, indirizzan-doli verso soluzioni alternati-ve: diversificare la produzione,investire sulla sensibilizzazio-ne, sull’educazione e sulla for-mazione. In questo modo favo-rendo l’acquisizione di cono-scenze e di competenze sipotranno evitare, in caso diemergenza, le mobilitazioniesterne. A livello globale inve-ce occorrono soluzioni sosteni-bili ed esercizio di responsabi-lità; servono regole per tutelarei cittadini in campo economi-co e finanziario perché la ridu-zione o la eliminazione dellestesse regole con l’illusione dipromuovere più libertà, non haportato benefici, ma semmaipiù crisi e più povertà in tuttoil mondo.

P.D.

A proposito di “fanatismo”

Il

Concilio: l’ultima pausa (dicembre 1964 - settembre 1965)

Le prime tre sessioni conciliari si erano concluse con lasola approvazione di cinque documenti. Dovevano essereancora discussi ben undici schemi e il concilio si sarebbe do-vuto concludere con la quarta sessione il cui inizio si stabilìessere il 14 settembre 1965.

Pertanto, anche quest’ultima intersessione fu caratterizza-ta da una febbrile e intensa attività. Commissioni e sotto-commissioni affrontarono una pluralità di temi: il rapportotra Chiesa e mondo contemporaneo, l’apostolato dei laici,la libertà religiosa, l’ebraismo, il ministero e la vita sacerdo-tale, i seminari. Come preannunciato, non si sarebbero as-sunte decisioni circa la riforma della Curia e lo scottante te-ma del controllo delle nascite, argomenti che Paolo VI ave-va deciso che sarebbero stati oggetto di una sua personaledeterminazione. Per quel che riguarda il controllo delle na-scite, il papa ne affidò lo studio ad uno specifico gruppo dilavoro. Purtroppo, il frutto definitivo della decisione papalefu la pubblicazione, nel 1968, della famosa enciclica Huma-nae Vitae, un testo che, se fosse stato dibattuto in concilio,con tutta probabilità sarebbe stato, in alcuni punti, certa-mente diverso.

Questi mesi però, oltre che dall’intensa attività dellecommissioni per la stesura dei documenti conciliari ancoramancanti, furono segnati da alcuni fatti che possiamo defini-re anch’essi frutto del clima conciliare.

Il 23 febbraio 1965, in un incontro presso l’Istituto LuigiSturzo a Roma, il card. Lercaro tenne una lezione su “Lineeper una ricerca su Giovanni XXIII”. L’intervento si conclude-va con queste parole: ”io non sarei così sicuro che tuttoquello che papa Giovanni si aspettava dal concilio e in ge-nere auspicava come il compito storico e religioso della no-stra generazione sia stato già realizzato o sia del tutto pros-simo a realizzarsi o che almeno sia ormai avviato verso unprogressivo dispiegamento, senza possibilità di riversioni, diinterruzioni, di parziali contraddizioni”. Parole pesanti e co-raggiose che volevano mettere all’ordine del giorno una do-manda e un dubbio che, fin dalla morte di papa Roncalli,serpeggiavano nel mondo cattolico: il Vaticano II era coe-rente con l’impostazione del papa che lo aveva convocato?A questa domanda, forse, ancora oggi non è stata data unarisposta compiuta.

Un altro fatto significativo fu, il 9 aprile 1965, la creazio-ne del Segretariato pontificio per i non credenti, organismoche poteva essere concepito solo grazie allo “spirito” delconcilio. Presidente venne nominato il cardinale austriacoFranz Konig che così individuava i compiti del Segretariato:“non si trattava d’organizzare la lotta contro l’ateismo, nep-pure l’ateismo militante, ma – al contrario – di rendersi con-to di tutte le possibilità che permettano di assicurare alla re-ligione il posto che le compete in seno alla società, di stabili-re contatti allo scopo di ingaggiare un dialogo sul piano in-tellettuale, di fomentare azioni concertate in favore dellapace” (1). Quindi si trattava di entrare in contatto con tuttele forme di ateismo, non solo con l’ateismo di stato delmondo sovietico. Era però innegabile che un tale organismorientrava nel complesso panorama relativo ai rapporti con ilmondo comunista, favorendo così la distensione tra i paesicomunisti e il mondo cattolico ( la cosiddetta Ostpolitik),tema particolarmente caro a papa Giovanni, sul quale daanni era impegnato appunto il cardinale Konig, primo presi-dente del neonato Segretariato.

Non tutto il mondo ecclesiastico era però felice della na-scita di un organismo con tale caratteristiche. La parte piùconservatrice presente in concilio premeva perché nel famo-so schema XIII (testo che sarebbe poi diventato la costitu-zione conciliare Gaudium et Spes) fosse inserito un pronun-ciamento contro il comunismo, posizione che sarebbe statain sintonia con la famosa condanna scagliata da papa PioXII. Peraltro, “al dialogo tra marxisti e cattolici erano impe-gnati in ambito laico e in forme diverse, esponenti dei parti-ti comunisti francesi e italiani, che sottolineavano il ruolodel pontificato di Giovanni XXIII e della celebrazione delVaticano II nell’aprire una nuova stagione di rapporti in cuisi era passati dall’anatema al dialogo, come testimoniava lacreazione del Segretariato” (2).

Su questo specifico tema la posizione di papa Paolo VInon era esente da una certa ambiguità. Papa Montini defini-va il rapporto della Chiesa con il comunismo come un’azio-ne “per dare alla costruzione di un mondo meno ingiusto ilcontributo che essa e soltanto essa (la Chiesa n.d.r.)può da-re”. Dunque, si ribadiva la superiorità della Chiesa confinan-do “il dialogo con il mondo comunista a una sfera diploma-tica” (3).

Al di là di queste differenze, ci si avviava comunque ver-so l’ultima sessione conciliare che, secondo Paolo VI, dove-va pronunciarsi “nella concordia più serena e fraterna”.

(9 – continua) (erre emme)(erre emme)

Note

(1) Da la “Civiltà Cattolica”: 116/2 (1965), pagg. 490 -492(2)G. Alberigo: “Breve storia del Concilio Vaticano II” - Ed.

Il Mulino, pag. 134(3)G. Alberigo, op. cit. pag. 134

Una riflessione al Centro pastorale Cardinal Ferrari

La crisi è servita:cause e prospettive

Gentile don Marco,La prego di accettare ancora

una volta una mia riflessione. Èresponsabilità Sua se, a propo-sito dei suoi articoli sugli ultiminumeri di Vita Olgiatese, mipermetto di farLe perderetempo! Mi sembra proprio chesollecitino una risposta, unapresa di posizione, e che ilsilenzio non sia l'atteggiamentoche Lei può volere.

Intanto le manifesto subitola mia ammirazione per la chia-rezza e la profondità con cui,anche in una breve pagina rie-sce ad analizzare problemi chetoccano nel vivo l'esperienzadel cristiano (e comunque del-l'uomo) nel mondo d'oggi. Ingenere condivido le sue rifles-sioni (ammesso che questoimporti), come per esempioquelle esposte nell'articolo suldubbio che pure qualche rea-zione hanno suscitato.

Ora però vorrei esprimerleil mio pensiero in ordine alleriflessioni sul 'Fanatismo' espo-ste sull'ultimo numero di vitaOlgiatese. Mi è piaciuta l'illu-minante citazione di Jaspersche non conoscevo, con la con-testazione della mala pianta

dell'integralismo/fanatismo chesi annida dovunque anche nelcattolicesimo, nell'islam, nellevarie religioni e, perché no,anche nel laicismo, e che nasceda indebite sicurezze/insicurez-ze alla ricerca di una identitàcontro altri accusati a loro voltadi essere integralisti/fanatici.

In gennaio si celebra la set-timana di preghiera per l'unitàdei cristiani. Non mi pare fuoriluogo la mia idea che in questaoccasione andrebbero rimossitanti pregiudizi, oggi certomeno evidenti che in passato,ma presenti sottotraccia e nondel tutto sconfitti, che vorreb-bero cancellare le differenze;detto in chiaro, la preghieraperché tutti i cristiani si conver-tano al cattolicesimo.

Ma per quale motivo prega-re perché i cristiani siano uniti?Non sono già uniti, cattolici,protestanti, ortodossi, copti ecc.nell'unica fede in Gesù Cristo?Troverei più 'cristiana' una pre-ghiera volta a rimuovere lacompetizione tra le varie con-fessioni cristiane, la loro prete-sa di essere gli unici custodidella vera fede, la loro incapa-cità di riconoscere che lo spiri-

to soffia dove vuole suscitandofermenti nei luoghi, negliambienti, tra le persone piùinsospettabili.

Le voglio citare una miaesperienza che mi ha lasciatoun segno indimenticabile.Quando sono stato inTerrasanta e ho visitato il SantoSepolcro ho visto la presenza dicristiani di varie fedi – il piùcommovente un povero mona-co etiope relegato in un angolooscuro della basilica e unadonna, un'orientale, piegata inpreghiera davanti al Calvario -,ho sentito voci che si sovrappo-nevano nella celebrazione diriti diversi, ho avvertito ancheuna qualche forma di tensioneostile tra quelle presenze.Eppure non capivo chi si scan-dalizzava, chi riteneva indeco-rose tutte quelle differenze. Perme erano il segno di un'unica

fede, il segno che tutti ci tene-vano a onorare ilCrocifisso/Risorto a loro modo.Se talvolta i monaci si affronta-no coi bastoni, per me è solo ilsegno che siamo tutti uomini,con i nostri difetti, ma che que-sti non intaccano l'essenziale.

Non si potrebbe smettere,fra cristiani, di rinfacciarsi irispettivi difetti e cominciare ariconoscere i pregi di ogniespressione della fede cristia-na? Quanta parte della coeren-za e della purezza della fedeprotestante è entrata nel cattoli-cesimo! E d'altro canto: quantiaspetti del cattolicesimo cosìtolleranti di umane aspettative,non ultima il riconoscimento diun capo come il papa, meritanodi essere conservati!

Un salutoVittorio Cesana

confronti del Vangelo e, tantomeno, la non rara opposizio-ne alla sua diffusione – senzaperò imputare quanto è statocommesso durante la passio-ne di Gesù né indistintamen-te a tutti gli Ebrei alloraviventi, né agli Ebrei delnostro tempo – ma anchequesto momento di verità ènecessario per poter progre-dire nel cammino di recipro-ca conoscenza e stima, rea-lizzato mediante lo studiodella Scrittura, l’approfondi-mento teologico e un dialogofraterno.

«La Chiesa inoltre, cheesecra tutte le persecuzionicontro qualsiasi uomo,memore del patrimonio cheessa ha in comune con gliEbrei, e spinta non da motivipolitici, ma da religiosacarità evangelica, deplora gliodi, le persecuzioni e tutte lemanifestazioni dell'antisemi-tismo dirette contro gli Ebreiin ogni tempo e da chiunque[…].E se è vero che laChiesa è il nuovo popolo diDio, gli Ebrei tuttavia nondevono essere presentaticome rigettati da Dio, nécome maledetti, quasi che ciòscaturisse dalla sacraScrittura» [NA, 4]. Il doveredella Chiesa, nella sua mis-sione, è dunque – ancora unavolta – di annunciare la crocedi Cristo come segno dell'a-more universale di Dio ecome fonte di ogni grazia pertutti gli uomini, in confor-mità alla verità del Vangelo edello Spirito di Cristo. Unaiuto per camminare anchecon questi fratelli maggiori.

don Marco jr

4 Vita Olgiatese27 Gennaio 2013

Vita OlgiateseEsce la seconda e la quarta

domenica del mese

Autorizz. Tribunale Como n. 10/82.

Con approvazione ecclesiastica.

Direttore responsabile:Vittore De Carli

Redazione:Marco Folladori, Eugenio Bompani,Marco Nogara, Franco Ghielmetti,Paolo Donegani, Rolando Moschioni.

Impaginazione grafica:Francesco Novati, Tarcisio Noseda.

Abbonamento annuale:

ritiro a mano: € 20,00spedizione postale: € 50.00Stampa: Salin S.r.l. - Olgiate C.

Redazione e impaginazione:

Casa ParrocchialeVia Vittorio Emanuele, 522077 Olgiate ComascoTel. / Fax 031 944 [email protected]

sot to i l campanile del f icoPer restauro organo

NN per Organo € 50 + 100 +300.

Note di bontà

NN per Caritas € 50 + 150.

Dai registriparrocchiali

BattesimiSarchi Martina di Massimoe Fontana ElisaP: Caspani Gabriele e Noli

Valentina

Morti

Taiana Erminio di anni 83– via Luraschi, 45

Mauro Bruno di anni 68 –via Gramsci, 18

Fontana Angela ved.Concari di anni 96 – CasaAnziani

Per i bisogni della Chiesa

NN € 20 – I fam. in ricordo diErminio Taiana € 100 – NNper chiesa parr. € 500 – NNper la chiesa € 200 – Inmem. di Angela Fontana €50 – La fam. in ricordo diMauro Bruno € 100 – NNper uso locale € 30 – NN €20 – Offerte Battesimo del20/01 € 50 – In mem. diCarlo Rossi € 100 – In mem.di Vincenzo Maria Carlino €50 – NN per la chiesa € 20.

Chiesa di Somaino

Netto tombolata 2013 € 440 – Icoscritti per la celebrazione S.Messa in suffragio di AngeloLeoni € 68 – Offerta per la chie-

sa € 26.

Chiesa di S. GerardoNN € 500 – Offerte per espo-siz. reliquia € 20 +20 +10+10.

Cent’anni di storia con Cent’anni di storia con Vita OlgiateseVita Olgiatese

Tarbini Carlo di anni 82 –via Donatori di Sangue, 4.

Campo invernale dicarnevale per iragazzi di 2a e 3amedia a Isola diMadesimo dal 9 al 12febbraio.

Iscrizioni presso ilbar dell’oratorio dagiovedì 17 a giovedì31 gennaio.

Centro Italiano Femminile

Festa di S.AgataDomenica 10 febbraio 2013 ore 15.00

Una serata tutta per le donne

Presso la Casa della Giovane

...The, dolcetti e tanta allegria -

Vi aspettiamo numerose!

Per festeggiare isuoi 50 anni dallafondazione l’AVISOlgiate ha prodottoun DVD dal titolo“Attimi” con le imma-gini più significativedella storia avisina.E' a disposizionepresso la sede diVia Tarchini 19 pertutti gli Avisini e gliOlgiatesi che nevolessero averecopia.

In questo anno del cente-nario di Vita Olgiatese abbia-mo pensato che possa essereutile e gradito un piccololavoro di trascrizione di arti-coli e stralci di cronaca. Saràcome una specie di lente che,a puntate, ci permetterà la let-tura di un secolo di storia diOlgiate, raccontata e interpre-tata dai redattori di VitaOlgiatese.

Prima di tutto, chi sonostati i redattori del nostrogiornale? La prima cosa chesalta all’occhio, almeno neiprimi trent’anni, è che noncompare quasi mai la firmadel parroco o di altri preti.Chi allora si incarica dellaredazione? Come abbiamopotuto leggere proprio quindi-ci giorni fa, ce lo rivela ilprimo numero:

“Siamo dei giovani chesentono la vita pulsar nellevene, resistere nei muscoli,gioire nel cervello (…) abbia-mo creduto di avere qualchecosa da fare e qualche cosa dadire per gli Olgiatesi pei qualisentiamo intenso l’affetto cheunisce i nati di un paese (…)raccoglieremo volta per volta ifatti del nostro vivere, onde,ricordando, trarne sollievo eammaestramento”.

Che accadeva nel 1913?Quali fatti sono stati stimatiimportanti per quell’impegnodi educazione che si è volutodare da subito il nostro “VitaOlgiatese”? Anzitutto alcunepreoccupazioni “sociali”.

Il consumo di alcool. “Daun calcolo approssimativo cheognuno può fare, Olgiate beveogni anno non meno di 2.000quintali di vino. Mezzo quin-tale a testa. E sono circa cen-tomila lire che spende all’an-no. Che non farebbe Olgiatecon tale somma?”

Devianze giovanili.“Numerosi gruppi di ragazzitra i 9 e i 15 anni, s’incontranotutte le feste quant’esse sonolunghe, ad ogni passo per lestrade del paese intenti a farpiroettare per l’aria un pugnodi soldini. Degno e onestogiuoco, che non sappiamoquanto sia educativo! Nondiciamo se esso sconfini dalnumero dei giochi leciti; sol-tanto rileviamo: che quei mar-mocchi spesso arrivano a per-dere in un giorno una lira epiù; che passano gran partedella festa lontani dalla sorve-

glianza della famiglia; checondecorano durante le fun-zioni religiose il piazzale dellachiesa e le vicinanze. Ma dovevanno a prendere quel denaro?Tale passione del gioco radica-tasi così presto in loro, nonconcorrerà più tardi a spingerlial vizio? Con un po’ più diocchio da parte dei genitori ed’altri cui spetta, e magari conl’aggiunta di due puliti masonori scappellotti, non sipotrebbe rimediare allo scon-cio?” Qui è interessante lafirma dell’autore dell’artico-lo: un padre.

“Il denaro costa sudore.Una volta forse, non oggi.Non v’accorgete o genitori chei vostri figli sanno già in pocotempo guadagnare o perderedelle lire intere? Non ne sape-te il modo, o fate finta di nonsaperlo? (…) Chi prima nonpensa, in ultimo sospira”.

Un altro obiettivo che“Vita Olgiatese” si pone èaccompagnare i “tanti fratel-li” che valicano il confine perlavoro. Ecco allora le racco-mandazioni per loro.

“Un periodico che vogliariuscir di giovamento agliOlgiatesi non può trascuraregli interessi degli emigranti,dato il loro grande numero.Nell’epoca di rimpatrio deglioperai, nelle stazioni piùimportanti a Mets, Basilea,ecc. girano dei ladri di ognispecie e di ogni colore chetentano con ogni mezzo perrubare i risparmi degli emi-granti. Attenti, dunque! Non

mostrate il vostro denaro anessuno, non fate facili amici-zie con gente di cui non sietepiù che sicuri (…)

Appena giunti in Italia.Pensate a passare utilmentel’inverno, non oziando, nonfrequentando le osterie, maattendendo alla vostra famigliae cercando di istruirvi e di ele-vare il vostro livello intellet-tuale e morale (…)”.

Saltando qua e là, tra lepagine, appare anche la cro-naca di qualche fatterellogustoso.

“Insulti e cazzotti fuoriluogo. Verso sera sulla viaVaresina presso la cosiddettaCrus Granda un’automobileurtava violentemente un car-retto: discesi a terra, dopo unaserqua di invettive, dopo qual-che pugno, dopo essersi presiper il petto e scossi a vicenda,i due guidatori riprendevano lapropria via”.

Chiudo questa prima pun-

Una bella esperienza per giovani 18-28 anni

TerrasantaVuoi venire con noi dal 21 al 31 agosto in Palestina?affiliati al “pellegrinaggio giovani” di Pax Christi Italia

Programma (potrà subire variazioni)21 agosto: partenza. arrivo a Tel Aviv e spostamento aNazareth. 22-24 agosto: visita della Galilea. Cafarnao, lago diTiberiade, Tabgha, salita sul Monte Tabor e al Montedelle Beatitudini; sosta a Cana. Nazareth: visita dellaBasilica dell'Annunciazione e dei luoghi dove visse Gesùcon la sua famiglia.26-28 agosto: visita della Giudea. Gerusalemme: visitadella città vecchia, del quartiere ebraico, armeno, cristianoe del suk (mercato) arabo. Visita ai luoghi religiosi dellacittà: Sion, Getsemani, il percorso lungo la via Dolorosa evisita al Golgota e al Santo Sepolcro; sosta al Muro delPianto. Visita a Betlemme e percorso lungo il muro, attra-versamento del check point palestinese perGerusalemme.29 agosto: Hebron: visita al mercato arabo ed al quartiereisraeliano. Conoscenza con la popolazione locale. 30 agosto: valle del Giordano ed esperienza con le comu-nità beduine. 31 agosto: ripartenza per Malpensa.

Quota € 800 circaPer partecipare: dai la tua adesione entro il 31/01 a:don Gigi - [email protected] – 3394018578Tommy – [email protected] – 3338990093Vi sarà più avanti una prima riunione tra i partecipanti.Tu o i tuoi genitori desiderate più chiarimenti riguardoquesta esperienza? Contattateci!

tata con l’affacciarsi inEuropa di uno scenariominaccioso. Siamo nel 1914,inizia la Prima GuerraMondiale.

“L’ora di sangue. È suona-ta per l’Europa! Una febbre diodio e di devastazioni agita lenazioni; per cause piccine einadeguate di fronte alleimmani conseguenze (…) èdivampato uno spaventosoincendio che travolge edistrugge città e campagne,arresta industrie e commerci,dissangua e uccide uomini,disperde averi, disseminaovunque la miseria. (…) Èumiliante per noi europei, checi professiamo cristiani, que-sta ferocia aggressiva, questoegoismo brutale, questo ingiu-stificato odio di razze, e l’in-consideratezza per le conse-guenze dei propri atti, l’affie-volito sentimento delleresponsabilità”.

don Eugenio (1. continua)

Domenica 13

gennaio i nostri

ragazzi che

hanno ricevuto

il segno del Tau