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Vita Olgiatese Quindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 76° - N. 15 - 11 Ottobre 2020 - € 1,00 Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale”. È il titolo e sot- totitolo della terza Enciclica di papa Fran- cesco firmata ad Assisi lo scorso sabato 3 ottobre. Viene dopo Lumen fidei”, scritta a quattro mani con papa Bene- detto e pubblicata il 5 luglio 2013 e “Laudato sì’. Sulla cura della casa comune”, Enciclica dalla forte carica profeti- ca, datata 24 maggio 2015. È curioso il fatto che, ancor prima della pubbli- cazione, si sia scatenato un acceso dibattito sul suo titolo. Nell’area di cultura tedesca, per esempio, alcune associa- zioni femminili hanno affermato di non essere disposte a leggere uno scritto che si rivolge solo ai “fratelli tutti”. Probabilmente non hanno tenuto conto che quel titolo è una citazio- ne letterale di san Francesco, in particolare dalle “Ammonizioni”, e che con questa locuzione il santo d’Assisi si rivolge sia alle donne sia agli uomini e auspica una fratellanza universale, la stessa che si propone come un valore centrale anche del magistero del- l’attuale pontefice. La sera dell’elezione, il 13 marzo 2013, si presenta al mondo, infatti, proprio con la parola “fratelli”. E “fratelli” sono gli “invisi- bili”, uomini e donne, che abbraccia a Lampedusa l’8 luglio 2013, primo viaggio in Italia. Per non parlare della solenne “Dichiarazione sulla fra- tellanza umana”, firmata ad Abu Dhabi con l’Imam dell’Università Islamica del Cairo, Ahmad al- Tayyeb, il 4 febbraio 2019; fratellanza “che nasce - spiega Francesco - dalla fede in Dio che è Padre di tutti e Padre della pace”. * * * Un documento ampio e importante, quello che papa Francesco ci ha appena regalato. Per invogliare alla lettura, riporto alcuni capoversi dell’introduzione dove il papa ne spiega il senso e la genesi. Fratelli tutti”, scri- veva San Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo. Tra i suoi consigli voglio eviden- ziarne uno, nel quale invita a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. Qui egli dichiara beato colui che ama l’al- tro «quando fosse lonta- no da lui, quanto se fosse accanto a lui». Con queste poche e semplici parole ha spiegato l’es- senziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisi- ca, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita. Questo Santo dell’a- more fraterno, della semplicità e della gioia, che mi ha ispirato a scrivere l’Enciclica Laudato si’, nuovamen- te mi motiva a dedicare questa nuova Enciclica alla fraternità e all’amici- zia sociale. Infatti San Francesco, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sape- va di essere ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne. Dappertutto seminò pace e camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi. Egli non faceva la guerra dialettica impo- nendo dottrine, ma comunicava l’amore di Dio. Aveva compreso che «Dio è amore; chi rima- ne nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1Gv 4,16). In questo modo è stato un padre fecondo che ha suscitato il sogno di una società fraterna, perché «solo l’uomo che accetta di avvicinarsi alle altre per- sone nel loro stesso movimento, non per trattenerle nel proprio, ma per aiutarle a essere maggiormente sé stesse, si fa realmente padre». In quel mondo pieno di torri di guardia e di mura difensive, le città viveva- no guerre sanguinose tra famiglie potenti, mentre crescevano le zone mise- rabili delle periferie escluse. Là Francesco ricevette dentro di sé la vera pace, si liberò da ogni desiderio di dominio sugli altri, si fece uno degli ultimi e cercò di vivere in armonia con tutti. A lui si deve la motivazione di queste pagine. Le questioni legate alla fraternità e all’amici- zia sociale sono sempre state tra le mie preoccu- pazioni. Negli ultimi anni ho fatto riferi- mento ad esse più volte e in diversi luo- ghi. Ho voluto rac- cogliere in questa Enciclica molti di tali interventi collocandoli in un conte- sto più ampio di riflessione. Inoltre, se n e l l a redazione della Laudato si’ ho avuto una fonte di ispira- zione nel mio fratello Bartolomeo, il Patriarca ortodosso che ha propo- sto con molta forza la cura del creato, in que- sto caso mi sono sentito stimolato in modo spe- ciale dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, con il quale mi sono incontrato ad Abu Dhabi per ricor- dare che Dio «ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro». Non si è trattato di un mero atto diplomatico, bensì di una riflessione compiuta nel dialogo e di un impegno congiunto. Questa Enciclica racco- glie e sviluppa grandi temi esposti in quel Documento che abbiamo firmato insieme. E qui ho anche recepito, con il mio linguaggio, numerosi documenti e lettere che ho ricevuto da tante per- sone e gruppi di tutto il mondo. Proprio mentre stavo scrivendo questa lettera, ha fatto irruzione in maniera inattesa la pan- demia del Covid-19, che ha messo in luce le nostre false sicurezze. Al di là delle varie risposte che hanno dato i diversi Paesi, è apparsa eviden- te l’incapacità di agire insieme. Malgrado si sia iper-connessi, si è verifi- cata una frammentazio- ne che ha reso più diffici- le risolvere i problemi che ci toccano tutti. Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, ricono- scendo la dignità di ogni persona umana, possia- mo far rinascere tra tutti FRATELLI TUTTI un’aspirazione mondiale alla fraternità. * * * Per quanto mi riguar- da, ho letto l’Enciclica tutta d’un fiato, in modo veloce e, quindi, inevita- bilmente superficiale. Mi sono soffermato un atti- mo anche sulle 288 note che la corredano: costi- tuiscono l’humus da cui è nato tutto il testo. La prima impressione è che il Concilio Vaticano II, pur non essendo quasi mai citato espressamen- te, faccia da sottofondo, con il suo spirito partico- lare, a tutta la Lettera. Soprattutto - m’è parso - la Costituzione Pastorale Gaudium et Spes” e la Dichiarazione Conciliare Nostra Aetate ” sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane. Qualche brano di que- st’ultima, tra l’altro, sembra ripreso quasi alla lettera, soprattutto nel cap. VIII dal titolo “Le religioni al servizio della fraternità nel mondo”. Si tratta del documento conciliare forse più disat- teso e anche più critica- to. Il fatto che papa Francesco lo stia recupe- rando e, soprattutto, mettendo in pratica (vedi lo storico incontro di Abu Dhabi) è segno che il grande soffio dello Spirito, sceso sulla Chiesa più di cin- quant’anni fa, non si è ancora estinto ed ha ancora la forza di spinge- re verso un mondo migliore, verso una vera “fraternità universale”. Credo sia il caso di augu- rarci che questa spinta non venga vanificata. don Marco www.parrocchiaolgiatecomasco.it GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE Il “Percorso in preparazione al Matrimonio cristiano” inizierà a fine novembre e si protrarrà fino al luglio 2021. Le coppie di fidanzati interessate devono iscriversi entro ottobre. I moduli per l’iscrizione si trovano presso l’ufficio parrocchiale, aperto tutte le mattine dalle 9,15 alle 11,30. Capire che cosa Dio ci stia dicendo in questi tempi di pandemia diventa una sfida anche per la missione della Chiesa. La malattia, la sofferenza, la paura, l’isolamento ci interpellano. La povertà di chi muore solo, di chi è abbando- nato a sé stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi non ha casa e cibo ci interroga. Obbligati alla distanza fisica e a rimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comu- nitaria con Dio. Lungi dall’aumentare la diffidenza e l’indiffe- renza, questa condizione dovrebbe renderci più attenti al nostro modo di relazionarci con gli altri. E la preghiera, in cui Dio tocca e muove il nostro cuore, ci apre ai bisogni di amore, di dignità e di libertà dei nostri fratelli, come pure alla cura per tutto il creato. L’impossibilità di riunirci come Chiesa per celebrare l’Eucaristia ci ha fatto condividere la condizio- ne di tante comunità cristiane che non possono celebrare la Messa ogni domenica. In questo contesto, la domanda che Dio pone: «Chi manderò?», ci viene nuovamente rivolta e attende da noi una risposta generosa e convinta: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). Dio continua a cercare chi inviare al mondo e alle genti per testimoniare il suo amore, la sua sal- vezza dal peccato e dalla morte, la sua liberazione dal male (cfr Mt 9,35-38; Lc 10,1-12). Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale significa anche riaffermare come la preghiera, la riflessione e l’aiuto materiale delle vostre offerte sono opportunità per partecipa- re attivamente alla missione di Gesù nella sua Chiesa. La carità espressa nelle collette delle celebrazioni liturgiche della terza domenica di ottobre ha lo scopo di sostenere il lavoro missionario svolto a mio nome dalle Pontificie Opere Missionarie, per andare incontro ai bisogni spirituali e mate- riali dei popoli e delle Chiese in tutto il mondo per la salvez- za di tutti. Come sempre, tutte le offerte raccolte durante le Messe della prossima domenica 18 ottobre saran- no destinate alle Missioni. Sabato 17 ottobre alle ore 20,45 sarà possibile partecipare alla Veglia Missionaria del nostro Vicariato nella chiesa parrocchiale di Uggiate Trevano. Sarà un momento di riflessione e di pre- ghiera organizzato anche in ricordo di don Roberto Malgesini, a un mese dal suo assassinio. PERCORSO 2020-21 IN PREPARAZIONE AL MATRIMONIO CRISTIANO Domenica 18 ottobre Dal Messaggio di papa Francesco «Eccomi, manda me» (Is 6,8) SALUTO A DON MARCO Don Marco saluterà la par- rocchia di Olgiate durante tutte le Messe festive di saba- to 24 e di domenica 25 otto- bre. Farà l’ingresso nella Comunità Pastorale di Novate-Campo-Verceia pro- babilmente domenica 15 novembre (la data e gli orari precisi, comunque, devono ancora essere concordati in modo definitivo con il vescovo e con le tre parrocchie).

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Vita OlgiateseQuindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 76° - N. 15 - 11 Ottobre 2020 - € 1,00

“Fratelli tutti. Sullafraternità e l’amiciziasociale”. È il titolo e sot-totitolo della terzaEnciclica di papa Fran-cesco firmata ad Assisi loscorso sabato 3 ottobre.Viene dopo “Lumenfidei”, scritta a quattromani con papa Bene-detto e pubblicata il 5luglio 2013 e “Laudatosì’. Sulla cura dellacasa comune”, Enciclicadalla forte carica profeti-ca, datata 24 maggio2015.

È curioso il fatto che,ancor prima della pubbli-cazione, si sia scatenatoun acceso dibattito sulsuo titolo. Nell’area dicultura tedesca, peresempio, alcune associa-zioni femminili hannoaffermato di non esseredisposte a leggere unoscritto che si rivolge soloai “fratelli tutti”.Probabilmente nonhanno tenuto conto chequel titolo è una citazio-ne letterale di sanFrancesco, in particolaredalle “Ammonizioni”, eche con questa locuzioneil santo d’Assisi si rivolgesia alle donne sia agliuomini e auspica unafratellanza universale, lastessa che si proponecome un valore centraleanche del magistero del-l’attuale pontefice. Lasera dell’elezione, il 13marzo 2013, si presentaal mondo, infatti, propriocon la parola “fratelli”. E“fratelli” sono gli “invisi-bili”, uomini e donne, cheabbraccia a Lampedusal’8 luglio 2013, primoviaggio in Italia. Per nonparlare della solenne“Dichiarazione sulla fra-tellanza umana”, firmataad Abu Dhabi con l’Imamdell’Università Islamicadel Cairo, Ahmad al-Tayyeb, il 4 febbraio2019; fratellanza “chenasce - spiega Francesco- dalla fede in Dio che èPadre di tutti e Padredella pace”.

* * *Un documento ampio

e importante, quello chepapa Francesco ci haappena regalato. Perinvogliare alla lettura,riporto alcuni capoversidell’introduzione dove ilpapa ne spiega il senso ela genesi.

“Fratelli tutti”, scri-veva San Francescod’Assisi per rivolgersi atutti i fratelli e le sorellee proporre loro unaforma di vita dal saporedi Vangelo. Tra i suoiconsigli voglio eviden-ziarne uno, nel qualeinvita a un amore che vaal di là delle barrieredella geografia e dellospazio. Qui egli dichiarabeato colui che ama l’al-tro «quando fosse lonta-no da lui, quanto sefosse accanto a lui». Conqueste poche e sempliciparole ha spiegato l’es-senziale di una fraternitàaperta, che permette diriconoscere, apprezzaree amare ogni persona aldi là della vicinanza fisi-ca, al di là del luogo delmondo dove è nata odove abita.

Questo Santo dell’a-more fraterno, dellasemplicità e della gioia,che mi ha ispirato ascrivere l’Enciclica

Laudato si’, nuovamen-te mi motiva a dedicarequesta nuova Enciclicaalla fraternità e all’amici-zia sociale. Infatti SanFrancesco, che si sentivafratello del sole, delmare e del vento, sape-va di essere ancora piùunito a quelli che eranodella sua stessa carne.Dappertutto seminò pacee camminò accanto aipoveri, agli abbandonati,ai malati, agli scartati,agli ultimi.

Egli non faceva laguerra dialettica impo-nendo dottrine, macomunicava l’amore diDio. Aveva compreso che«Dio è amore; chi rima-ne nell’amore rimane inDio e Dio rimane in lui»(1Gv 4,16). In questomodo è stato un padrefecondo che ha suscitatoil sogno di una societàfraterna, perché «solol’uomo che accetta diavvicinarsi alle altre per-sone nel loro stessomovimento, non pertrattenerle nel proprio,ma per aiutarle a esseremaggiormente sé stesse,si fa realmente padre».In quel mondo pieno ditorri di guardia e di muradifensive, le città viveva-no guerre sanguinose trafamiglie potenti, mentrecrescevano le zone mise-rabili delle periferieescluse. Là Francescoricevette dentro di sé lavera pace, si liberò daogni desiderio di dominiosugli altri, si fece unodegli ultimi e cercò divivere in armonia contutti. A lui si deve lamotivazione di questepagine.

Le questioni legatealla fraternità e all’amici-zia sociale sono semprestate tra le mie preoccu-p a z i o n i .Negli ultimianni hofatto riferi-mento adesse piùvolte e indiversi luo-ghi. Hovoluto rac-cogliere inq u e s t aE n c i c l i c amolti di taliin tervent icollocandoliin un conte-sto piùampio diriflessione.Inoltre, sen e l l aredaz ione

della Laudato si’ hoavuto una fonte di ispira-zione nel mio fratelloBartolomeo, il Patriarcaortodosso che ha propo-sto con molta forza lacura del creato, in que-sto caso mi sono sentitostimolato in modo spe-ciale dal Grande ImamAhmad Al-Tayyeb, con ilquale mi sono incontratoad Abu Dhabi per ricor-dare che Dio «ha creatotutti gli esseri umaniuguali nei diritti, neidoveri e nella dignità, e liha chiamati a conviverecome fratelli tra di loro».Non si è trattato di unmero atto diplomatico,bensì di una riflessionecompiuta nel dialogo e diun impegno congiunto.Questa Enciclica racco-glie e sviluppa granditemi esposti in quelDocumento che abbiamofirmato insieme. E qui hoanche recepito, con ilmio linguaggio, numerosidocumenti e lettere cheho ricevuto da tante per-sone e gruppi di tutto ilmondo.

Proprio mentre stavoscrivendo questa lettera,ha fatto irruzione inmaniera inattesa la pan-demia del Covid-19, cheha messo in luce lenostre false sicurezze. Aldi là delle varie risposteche hanno dato i diversiPaesi, è apparsa eviden-te l’incapacità di agireinsieme. Malgrado si siaiper-connessi, si è verifi-cata una frammentazio-ne che ha reso più diffici-le risolvere i problemiche ci toccano tutti.

Desidero tanto che, inquesto tempo che ci èdato di vivere, ricono-scendo la dignità di ognipersona umana, possia-mo far rinascere tra tutti

FRATELLI TUTTI

un’aspirazione mondialealla fraternità.

* * *Per quanto mi riguar-

da, ho letto l’Enciclicatutta d’un fiato, in modoveloce e, quindi, inevita-bilmente superficiale. Misono soffermato un atti-mo anche sulle 288 noteche la corredano: costi-tuiscono l’humus da cui ènato tutto il testo. Laprima impressione è cheil Concilio Vaticano II,pur non essendo quasimai citato espressamen-te, faccia da sottofondo,con il suo spirito partico-lare, a tutta la Lettera.Soprattutto - m’è parso -la Costituzione Pastorale“Gaudium et Spes” e laDichiarazione Conciliare“Nostra Aetate” sullerelazioni della Chiesa conle religioni non cristiane.Qualche brano di que-st’ultima, tra l’altro,sembra ripreso quasi allalettera, soprattutto nelcap. VIII dal titolo “Lereligioni al servizio dellafraternità nel mondo”. Sitratta del documentoconciliare forse più disat-teso e anche più critica-to. Il fatto che papaFrancesco lo stia recupe-rando e, soprattutto,mettendo in pratica (vedilo storico incontro di AbuDhabi) è segno che ilgrande soffio delloSpirito, sceso sullaChiesa più di cin-quant’anni fa, non si èancora estinto ed haancora la forza di spinge-re verso un mondomigliore, verso una vera“fraternità universale”.Credo sia il caso di augu-rarci che questa spintanon venga vanificata.

don Marco

www.parrocchiaolgiatecomasco.it

GIORNATA MISSIONARIAMONDIALE

Il “Percorso in preparazione al Matrimonio cristiano” inizieràa fine novembre e si protrarrà fino al luglio 2021. Le coppiedi fidanzati interessate devono iscriversi entro ottobre. Imoduli per l’iscrizione si trovano presso l’ufficio parrocchiale,aperto tutte le mattine dalle 9,15 alle 11,30.

Capire che cosa Dio ci stia dicendo in questi tempi dipandemia diventa una sfida anche per la missione dellaChiesa. La malattia, la sofferenza, la paura, l’isolamento ciinterpellano. La povertà di chi muore solo, di chi è abbando-nato a sé stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi nonha casa e cibo ci interroga. Obbligati alla distanza fisica e arimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamobisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comu-nitaria con Dio. Lungi dall’aumentare la diffidenza e l’indiffe-renza, questa condizione dovrebbe renderci più attenti alnostro modo di relazionarci con gli altri. E la preghiera, in cuiDio tocca e muove il nostro cuore, ci apre ai bisogni diamore, di dignità e di libertà dei nostri fratelli, come pure allacura per tutto il creato. L’impossibilità di riunirci come Chiesaper celebrare l’Eucaristia ci ha fatto condividere la condizio-ne di tante comunità cristiane che non possono celebrare laMessa ogni domenica. In questo contesto, la domanda cheDio pone: «Chi manderò?», ci viene nuovamente rivolta eattende da noi una risposta generosa e convinta: «Eccomi,manda me!» (Is 6,8). Dio continua a cercare chi inviare almondo e alle genti per testimoniare il suo amore, la sua sal-vezza dal peccato e dalla morte, la sua liberazione dal male(cfr Mt 9,35-38; Lc 10,1-12).

Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale significaanche riaffermare come la preghiera, la riflessione e l’aiutomateriale delle vostre offerte sono opportunità per partecipa-re attivamente alla missione di Gesù nella sua Chiesa. Lacarità espressa nelle collette delle celebrazioni liturgichedella terza domenica di ottobre ha lo scopo di sostenere illavoro missionario svolto a mio nome dalle Pontificie OpereMissionarie, per andare incontro ai bisogni spirituali e mate-riali dei popoli e delle Chiese in tutto il mondo per la salvez-za di tutti.

Come sempre, tutte le offerte raccolte durante leMesse della prossima domenica 18 ottobre saran-no destinate alle Missioni.Sabato 17 ottobre alle ore 20,45 sarà possibilepartecipare alla Veglia Missionaria del nostroVicariato nella chiesa parrocchiale di UggiateTrevano. Sarà un momento di riflessione e di pre-ghiera organizzato anche in ricordo di donRoberto Malgesini, a un mese dal suo assassinio.

PERCORSO 2020-21IN PREPARAZIONE

AL MATRIMONIO CRISTIANO

Domenica 18 ottobre

Dal Messaggio di papa Francesco «Eccomi, manda me» (Is 6,8)

SALUTO A DON MARCODon Marco saluterà la par-

rocchia di Olgiate durantetutte le Messe festive di saba-to 24 e di domenica 25 otto-bre.

Farà l’ ingresso nellaComunità Pastorale diNovate-Campo-Verceia pro-babilmente domenica 15novembre (la data e gli orariprecisi, comunque, devonoancora essere concordati inmodo definitivo con il vescovoe con le tre parrocchie).

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2 Vita Olgiatese11 Ottobre 2020

Consiglio PastoraleSeduta del 5 OTTOBRE 2020

Anche quest’anno laprima domenica di ottobreha visto la comunità parroc-chiale di Olgiate stringersiattorno a Maria, veneratacon il titolo di Beata Verginedel Rosario; anche se informa un po’ diversa dalpassato – a causa dellerestrizioni e del distanzia-mento imposto dalla pande-mia di Covid che ancora fla-gella molte parti del mondo,non è stato possibile viverela processione pomeridianacon la statua della Madonnaper le vie della parrocchia –la nostra comunità si è stret-ta attorno alla Madre di Dioe Madre nostra, per affidarlepreghiere e desideri, progettie impegni dell’inizio di unnuovo cammino insieme.Questo momento di festa èstato anche l’occasione perringraziare il Signore per idieci anni di ministero comeprevosto di Olgiate di donMarco e per accogliere l’ini-zio del ministero di collabo-ratore di don Alberto.

Guardare a Maria e pre-garla attraverso una dellepreghiere più antiche, popo-lari e diffuse nel mondo cri-stiano – il Rosario – ci hapermesso di contemplare ilmistero di amore di un Dioche si fa vicino all’uomo, allasua vita concreta, per condi-viderla e salvarla. È il miste-ro dell’Annunciazione, quelloche apre la preghiera delRosario, che si ripete ognigiorno e in ogni circostanzadella vita e chiede anche anoi, oggi, dentro la situazio-ne concreta e attuale chestiamo vivendo, di rinnovareil nostro “sì” a quel Dio chein Gesù vuole tornare aprendere dimora tra le pie-ghe della nostra esistenza.

Il racconto di questoavvenimento ci viene offertonel primo capitolo delVangelo di Luca (Lc 1,26-38), unico tra i quattro van-geli canonici, se escludiamol’episodio dell’adorazionedei Magi e della fuga inEgitto riportato da Matteo, aparlarci dell’ infanzia delSalvatore.

L’Arcangelo Gabriele èinviato da Dio a Maria perannunciarle che presto saràMadre del Messia eSalvatore del mondo, Madredello stesso Dio che si fauomo per venirci a salvare.Di fronte a questo annuncio

La Beata Vergine del Rosario,fedele e discreta compagna dei nostri giorni

così grandioso la giovanevergine, pur in tutta la suafede, è comprensibilmenteturbata e spaventata per leparole dell’Angelo. “Nontemere” dice Gabriele eannuncia tutta la misericor-dia di un Dio che, per amoredell’uomo, si fa come lui percondividere gioie e fatiche,ricchezze e povertà e redi-merle con la forza dellatenerezza.

Maria è titubante, stupitae affascinata da un compitotanto grande per lei, che sisente così piccola. Ma ilSignore nulla può senza ilsuo consenso; per un lungointerminabile istante tutto l’u-niverso trattiene il f iatoprima di ascoltare quellaparola tanto desiderata eche ha cambiato per sempreil corso della storia: “Eccomi,sono la serva del Signore,avvenga di me secondo latua parola”. Maria dice il suosì e il verbo si fa carne,diventa una cosa sola con lanostra umanità. Il misterodella redenzione si compie eDio inizia a vivere in unacarne di uomo.

La Parola di Dio è parolaviva e torna sempre a parla-re alla nostra vita ogni voltache la leggiamo e la custo-diamo nel cuore; così que-

sto racconto così bello e lon-tano nel tempo torna ognigiorno a rivivere nelle nostrevicende che divengono l’o-rizzonte entro il quale Gesùvuole tornare a prenderecarne. Come per Maria, ilSignore serba per ciascunoun progetto di vita grande ebello che rende piena lanostra vita. Ma è bello ren-dersi conto che anche ognigiorno che si apre è unanuova Annunciazione per lanostra vita e per quella delmondo. Ogni giorno Cristobussa alla porta della nostravita per entrare a farvi parte!

La prossima Marcia perla Pace da Perugia adAssisi, l’evento più famoso eimportante dedicato allapace, capace di raccogliereogni edizione decine dimigliaia di persone, avrà alcentro la memoria e l’azionedel sacerdote ucciso a SanRocco il 15 settembre scor-so e il giovane ucciso abotte a Colleferro. E di unpaio di giorni fa anche lanotizia che il presidentedella Repubblica Mattarellaha onorato la loro memoriacon la medaglia d’oro alvalor civile. La marcia sisvolgerà domenica 11 otto-bre.

«Non soltanto donRoberto Malgesini sarà alcentro della Marcia - spiegaMario Forlano, presidentedel Coordinamento comascoper la Pace – ma dal palco,di fronte al sacro conventod’Assisi, interverrà anchedon Giusto della Valle», par-roco di Rebbio. «Del resto,chi meglio di lui può portareuna testimonianza coerentedell’impegno e del servizioportato avanti per anni dadon Roberto?».

Quest’anno, però acausa della pandemia, l’or-ganizzazione sarà diversa.Così, per la prima volta, lamanifestazione si trasfor-merà in una catena umanalunga venticinque chilometri,

Dopo la preghiera, e un benvenuto a don Alberto che perla prima volta partecipa ai lavori, si inizia il Consiglio pren-dendo in esame il primo punto all'ordine del giorno, che pre-vede la verifica delle attività del mese di settembre.

Festa dei Canestri: la situazione sanitaria, come già rac-contato sull’ultimo numero precedente di Vita Olgiatese, hacostretto a modificare la struttura della festa. Nonostante que-sto, la resa economica è stata in linea con gli altri anni, conun forte incremento del numero di buste restituite. È piaciutala disposizione in piazza e nel cortile della casa parrocchiale.A questo proposito si dovrà rivedere la sistemazione del piaz-zale insieme alla famiglia che si è proposta per il finanzia-mento dei lavori: forse conviene passare da un’ipotesi dipiantumazione fissa a un progetto con elementi mobili.

Corso fidanzati: dopo i tre incontri iniziali e la sospensio-ne nel periodo di chiusura, è stato portato a termine, con dueincontri in presenza e una 2 giorni a Gualdera, ovviamentecon il rispetto di tutte le normative anti-covid. Don Marcosottolinea che quest'anno, malgrado le restrizioni covid, sisono celebrati 9 matrimoni (lo scorso anno, senza problemisanitari, ci si era fermati a 8) e un buon numero è in program-ma per il prossimo anno.

Saluto a don Romeo: affluenza particolare alle Messe incui era previsto un saluto particolare, e in serata un momentodi festa con adolescenti e giovani.

Concerto inaugurale dell'organo Carnisi: partecipazionedi circa 120 persone. Molto varia la scelta dei brani e moltovalida l’esecuzione del maestro Enrico Viccardi. Si segnalache, purtroppo, non si sono capite le spiegazioni date dalmaestro prima dei brani probabilmente per una imperfettaposizione del microfono. Con questo concerto il nostro orga-no è entrato a far parte del circuito degli antichi organi inprovincia di Como. Si auspica il proseguimento della parteci-pazione alla manifestazione anche per i prossimi anni.

Festa della Madonna del Rosario: in questa occasione hainiziato ufficialmente il servizio a Olgiate don AlbertoDolcini ed è stato apprezzato il momento di preghiera inchiesa, in sostituzione della processione (impossibile da svol-gere).

Uno sguardo all’immediato futuro.Don Marco cede la parola a don Francesco per presentare

un percorso di catechesi che con le attuali disposizioni è pos-sibile svolgere. Si impegneranno i vari anni catechisticidell'Iniziazione a rotazione con un incontro in chiesa, laMistagogia il venerdì sera, le superiori alla domenica pome-riggio e i giovani si accorderanno per una Lectio divina condon Alberto e don Francesco.

Tutte le proposte sono comunque a rischio interruzionenel caso ci dovessero essere variazioni nella situazione sani-taria che ormai tutti conosciamo bene.

Si sottolinea come questa situazione, pur con i suoi aspettinegativi, forse permetterà il superamento delle categorie sco-lastiche nei percorsi di Iniziazione Cristiana, come auspicatocon i nuovi progetti di catechesi.

Si cercherà di riprendere, anche con l’aiuto dei Ministristraordinari della Comunione, le visite ai malati, su richiestadegli stessi; nel frattempo si è ricominciato a presenziare inCasa Anziani, nel pomeriggio del mercoledì, un brevemomento di preghiera.

Viste le frequenze alle Messe festive, si valuta positiva-mente il ritorno alla celebrazione di una Messa a Somaino,decidendo per quella prefestiva del sabato alle 20,00. Si chie-de ai fedeli della frazione di organizzare i vari servizi: canto,letture, ecc.

Per la festività dei Santi e la Commemorazione dei defun-ti, non potendo fare la processione, si terrà un momento dipreghiera nel pomeriggio del 1° novembre in cimitero, men-tre per il 2 novembre si celebrerà la Messa alle 8,30 in chiesaparrocchiale, alle 15 al cimitero e alle 18 a Somaino. Allasera il rosario alla “Croce Grande”. Si stanno organizzandoanche orari per le confessioni.

Tra le varie ed eventuali, don Marco presenta alcuniaggiornamenti sulla casa di Gualdera. Pare che le suore pro-prietarie della struttura abbiano la possibilità di venderla. Nelcontratto è previsto esplicitamente che in questo caso lanostra parrocchia deve lasciare la casa. Staremo a vedere l’e-volversi della vicenda e sarà il nuovo parroco a gestire lecose. Nel frattempo si sottolinea che la casa di Gualdera ci hapermesso per 8 anni (il nono, questo, è rimasta vuota…) unabella attività con centinaia di ragazzi e animatori e ha fruttatoalla parrocchia anche una bella somma. Si devono ringrazia-re, ovviamente, i volontari che con il loro lavoro e la lorodisponibilità hanno permesso tutte queste esperienze.

Viene comunicata la proposta delle associazioni olgiatesidi fare un pellegrinaggio a S. Gerardo a Monza sabato 14novembre. Vista la situazione particolare, sarà riservato apochi membri designati dalle stesse associazioni, in rappre-sentanza di tutta la popolazione olgiatese.

In conclusione don Marco presenta il calendario per ilsuo trasferimento. Prevedendo l'ingresso nella nuovaComunità Pastorale di Novate-Campo-Verceia quasi sicura-mente per domenica 15 novembre, ha deciso di salutare laparrocchia di Olgiate in ogni Messa del 24 e 25 ottobre.Nelle settimane precedenti passerà a salutare gli ammalati dalui seguiti, convocherà il Consiglio per gli Affari Economicie la redazione di Vita Olgiatese, farà una visita in CasaAnziani e celebrerà una Messa particolare per Somaino.

Con il saluto di don Marco (per lui è l’ultimo ConsiglioPastorale…) e il canto del Salve Regina, si conclude la seduta.

la distanza che separaPerugia da Assisi. Sonoattese, quindi, oltre diecimilapersone, con un distanzia-mento di almeno due metri eunite da un filo, con i coloridella pace, stretto fra lemani dei partecipanti.

«Il Comune di Como –aggiunge Forlano – aderisceancora al CoordinamentoNazionale degli enti localiper la Pace e i Diritti umanie al CoordinamentoComasco per la Pace e lacittà si definisce “messagge-ra di pace”. Quindi, coeren-temente, dovrebbe esseresensibile a questi temi.Inoltre, poiché la “marcia” èdedicata a un sacerdoteoperante a Como, spero chel’amministrazione decida di

partecipare attraverso unproprio rappresentante. Nonvoglio essere polemico, èsolo un auspicio».

La prima marcia si svolseil 24 settembre 1961 su ini-ziativa di Aldo Capitini evoleva essere un corteononviolento che testimonias-se a favore della pace edella solidarietà dei popoli.Capitini prese spunto daipacifisti anglosassoni che,nel 1958, guidati dal filosofoBertrand Russell, si raduna-rono ad Aldermaston peruna protesta antinucleare.Ad Assisi sfilarono circa20mila persone tra cuiArturo Carlo Jemolo, GuidoPiovene, Renato Guttuso edErnesto Rossi. In prima fila,accanto a Capitini, Andrea

Gaggero, Giovanni Arpino eItalo Calvino.

Per il comitato organizza-tore, il filo che unirà le per-sone simboleggia l’impegnoa tessere nuovi rapportiumani e a costruire unasocietà nuova e un’altraeconomia basati sulla curadi tutti e dell’ambiente. Lagiornata di domenica saràpreceduta dal Meetingnazionale “Time for Peace,Time to care” che si svol-gerà a Perugia e in tantealtre città italiane il 9 e il 10ottobre e che toccherà varietematiche legate all’ambien-te, alla non violenza, allosviluppo sostenibile.

«Questa marcia - spiegaFlavio Lotti, portavoce dellaTavola della pace - vuoleessere una forte assunzionedi responsabilità, di coraggioe fatica per proporsi di farqualcosa per la pace nellapropria quotidianità. Per tregiorni, prima della marcia, siragionerà anche sulle sfidedei tempi odierni, come, adesempio, i duecento miliardidi euro di fondi europei, sulcome spenderli per lacostruzione di un mondo piùbello e solidale».

Fatto significativo: laMarcia si svolgerà una setti-mana dopo la visita di papaFrancesco ad Assisi e lafirma della sua nuova enci-clica: “Fratelli tutti”.

Un po’ comasca la Marcia Perugia-AssisiSarà dedicata anche a don Roberto Malgesini

Eppure, anche per ciascunodi noi, l’onnipotenza di Dio siinfrange contro la nostralibertà: egli nulla può senzail nostro consenso. Gesùbussa alla porta della nostravita e aspetta, come perMaria, il nostro “Eccomi”. Un“Eccomi” che deve essereincarnato nella quotidianità,nelle situazioni più semplici:“Eccomi, Signore, sonoqua”. Il Signore ci invita ascoprire la sua presenzaannunciata nell’incontro conuna persona, nel bisogno diun amico, nell’impegno quo-tidiano in famiglia, nel dove-re compiuto sul posto dilavoro, nel peccato com-messo di cui, però, ci sipente; ogni situazione divie-ne occasione per l’incontrocon Cristo!

Che bello questo Dio chein Gesù si fa così vicino davenire ad abitare le pieghepiù nascoste della nostravita, fin dentro le fragilità piùgrandi!

Chiediamo a Maria, leiche per prima ha pronuncia-to il suo “Eccomi”, di assi-sterci e infonderci il coraggioper rispondere con prontez-za e fiducia ad ogni nuovoannuncio della presenza diCristo. Sia questo l’augurioche vogliamo impegnarci avivere per la nostra comu-nità parrocchiale in questomomento, non semplice, dicambiamenti, nella certezzache, se lo vogliamo, attra-verso il nostro “Eccomi” vis-suto con fede, il Signore, permezzo di Maria, continua adesserci vicino, per sostener-ci e guidarci nel compito dicostruire il suo Regno nelmondo.

don Alberto

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Vita Olgiatese11 Ottobre 20203

I SANTI DELLA CHIESA DI COMORACCONTANO LA LORO STORIA

BENEDETTO ODESCALCHI:PAPA INNOCENZO XI

Oggi tocca a me raccontare lamia storia. Mi conoscete comeInnocenzo XI, ma il mio nome dibattesimo è Benedetto. Sono natoa Como nel 1611 da LivioOdescalchi, nobile comasco e daPaola Castelli Giovanelli daGandino. A 15 anni rimasi orfanodi padre; venni educato nellescienze umanistiche presso igesuiti e poi mi trasferii aGenova, presso l'azienda dellozio Papirio. Nel 1630 sopravvis-si all’epidemia di peste descrittaanche da Manzoni, durante laquale invece, vittima fu miamadre.

Decisi allora di spostarmi aRoma, per frequentare i corsi didiritto civile e canonico allaSapienza, studi che poi completaia Napoli, dove mi laureai il 21novembre 1639.

In quegli anni sentii che ilSignore mi chiamava alla vitareligiosa. Per merito del fratelloCarlo, riuscii ad entrare nelle gra-zie sia di Giovanni BattistaPamphili, il futuro PapaInnocenzo X, sia del cardinaleFrancesco Barberini, personaggiomolto influente nella curia roma-na. Grazie alla mia preparazionein campo economico e fiscale, fuinominato, in un momento nelquale le casse dello Stato dellaChiesa erano ormai vuote, com-missario straordinario delle tassenelle Marche. Cercai di assolve-re questo compito con grandeumanità: non è mai facile far tor-nare i conti economici con traspa-renza e con onestà! La lotta allefrodi e all’usura, la distribuzionedi denaro di viveri ai poveri furo-no i punti cardine della mia operacome governatore di Macerataprima e poi di Ferrara.

Nel 1647 Papa Innocenzo Xmi nominò cardinale. Subito mimandò a Ferrara come LegatoPontificio e poi vescovo a

Novara. In tutti questi ruoli cercaisempre la semplicità e la purezzaunita ad attenzione e benevolenzaverso ogni persona

Breve fu tuttavia fu la miaattività pastorale a Novara. Giànel 1654, quando andai a Romaper la periodica visita ad limina,il Papa mi trattenne presso di sécome consigliere, cosa che avreb-be fatto anche il suo successore,Papa Alessandro VII. Costretto astare lontano da Novara, nel1656 chiesi al Papa di essereesonerato dal compito di vescovoresidenziale, così da rispettare iprincìpi del Concilio di Trento,che esigevano che i vescovirisiedessero presso le proprieDiocesi.

Il 21 settembre 1676, dopoun conclave di ben 50 giorni chevide i cardinali bloccati dall'osti-lità fra le famiglie Chigi e Altieri,due mesi dopo la morte di papaClemente X, venni scelto comesuo successore e presi il nome diInnocenzo XI: il 240esimo papa,l’unico proveniente dalla città diComo.

Non persi tempo nel dichiara-re e mettere in pratica quello chesapevo fare e che volevo essereper la Chiesa: le questioni econo-miche dovevano essere profonda-mente riformate e gli abusiamministrativi dovevano esserecorretti perché solo il Vangelo diGesù doveva risplendere.

In un’epoca non facile per laChiesa decisi che la cerimonia diincoronazione, il 4 ottobre 1676,doveva essere semplice e mode-sta e che il denaro risparmiato intale occasione fosse distribuitoalle chiese e ai poveri di Roma.Cercai di abolire le sinecure cioègli antichi benefici ecclesiasticiche non comportavano cura d'a-nime e cercai di innalzare anche ilaici a un più alto livello di vitamorale. Rimasi inflessibile nel

Sono trascorsi poco più didue mesi dalla drammaticaesplosione che ha sconvoltoBeirut la capitale del Libano,provocando 190 morti ealmeno 6.000 feriti. Lo scor-so 9 settembre un altrogigantesco incendio si è veri-ficato, sempre tra le maceriedella zona del porto, all’inter-no di un magazzino in cuierano stipati pneumatici edolio per i motori. Questavolta, per fortuna, a Beirutnon ci sono state vittime.

Il Libano è una repubblicaparlamentare che il 1° set-tembre scorso ha compiutocento anni; ha quasi settemilioni di abitanti ed unasuperficie pari a quella dellanostra regione Abruzzo. Permolti secoli è stato un puntodi incontro di varie culture epopoli; ed è conosciuto comeil Paese dei cedri, ricordatiper 70 volte nella Bibbia.

Le cause dell’attuale diffi-cile situazione in cui si trovail Libano possono farsi risali-re alla guerra civile esplosanel 1975: si fronteggiavano imusulmani filo-palestinesi ele milizie cristiane ultranazio-naliste; dietro questi conten-denti, a soffiare sul fuoco,c’erano la Siria ed Israele.

Anche il tentativo di met-tere ordine e pace fatto dalConsiglio di Sicurezzadell’ONU con l’invio di unaforza multinazionale compo-sta dagli eserciti degli StatiUniti, della Francia edell’Italia non ebbe il succes-so sperato, perché la forzamultinazionale fu costretta adabbandonare il Libano nel1984. La guerra civile, duratafino al 1990, causò 250.000morti e l’esodo di un milionedi persone. Da allora ilLibano è oggetto di una con-

tesa, i cui principali protago-nisti sono Israele, la Siria,l’Arabia Saudita e l’Iran.

L’influenza della Siria sulLibano venne ufficializzata il22 maggio 1991 da un tratta-to in cui il Libano si impegna-va a non prendere alcunadecisione importante inmateria economica, di sicu-rezza e di politica esterasenza un accordo preventivocon la Siria. Questo trattatovenne accettato anche dallacomunità internazionale. Nelluglio del 2006 ci fu un altroconflitto con Israele al termi-ne del quale si contaronooltre 6.000 vittime, la mag-gior parte libanesi, con laconseguenza che molteinfrastrutture del Libano ven-nero danneggiate gravemen-te ed una gran parte del suddel Pese divenne inabitabile.

In merito a questa guerra(ancora non risolta) da circatre anni è in corso unamediazione, favorita dalladiplomazia degli USA, tra ileader di Israele e del Libanoper negoziare la determina-zione dei confini marittimi trai due stati, perché al largo

sono stati scoperti ricchissimigiacimenti di gas.

La crisi siriana, a partiredal 2011, ha riacutizzato gliscontri tra le varie fazionipresenti nel Libano: tra i sun-niti e gli sciiti, tra i partiti filo-siriani e quelli anti- siriani.Una crisi acuita dal massic-cio arrivo in Libano di profu-ghi siriani che, in alcuneregioni del Paese, hannomodificato l’equilibrio etnico-religioso.

Durante il periodo dellaguerra in Siria e fino ai giorninostri le forze armate libane-si hanno fatto da interposi-zione tra i vari contendenti,ma intanto il Libano, sotto lapresidenza di Michel Aoun,eletto nel 2016, è precipitatoin una crisi economica senzaprecedenti con un’inflazionegaloppante, un debito pubbli-co in continua crescita, taleper cui lo scorso marzo èstata dichiarata l’impossibilitàdi versare una rata cospicuadi 1,2 miliardi di interessi: ilsegnale indicatore di un’eco-nomia allo stremo.

Negli ultimi 9 mesi di que-st’anno la popolazione liba-

nese è stata costretta asopravvivere senza alcunaassistenza, senza i servizistatali basilari e con pochesperanze per il futuro. Èanche scomparsa la classemedia fino a pochi anni faequiparata agli standard divita dei Paesi occidentali per-ché sono stati polverizzati inbreve tempo i risparmi, men-tre la lira libanese perdeval’80% del suo valore.

Debito pubblico, tasse epovertà sono diventati i trattifondamentali della societàlibanese di oggi, un popolomultietnico in cui sciiti, sunni-ti, drusi e cristiani stanno pro-testando in una dimensionetrasversale contro una classepolitica che non è stata all’al-tezza delle sfide che ilLibano avrebbe dovutoaffrontare e risolvere in que-sti ultimi anni.

Le proteste della piazza, iripetuti scontri violenti, ledimissioni del governo delpremier Hassan Diab il 10agosto scorso, all’indomanidella drammatica esplosioneal porto di Beirut, non fannoben sperare in una ripresadella “normalità” in Libano.

Il governo ha annunciatonuove elezioni, ma non èsufficiente questo provvedi-mento perché sarà comun-que indispensabile stabilizza-re al più presto l’economiaed aiutare la popolazione allostremo. Le nuove elezionidovrebbero portare all’elezio-ne di un nuovo presidente ela costituzione di governocompletamente rinnovato, ingrado di riformare l’attualesistema politico nel quale lapopolazione del Libano nonsembra più credere.

P.D.

Profetidel nostro

tempo(a cura di Gabriella Roncoroni)

In occasione del Sinodo diocesano, Vita Olgiatese propone la vita dei Santi della nostra dioce-si. Le informazioni sulla storia di ciascun Santo sono liberamente tratte e rielaborate dalleseguenti pubblicazioni e siti:* La perla nel bosco – Riflessioni e preghiere per ragazzi sulle origini della Chiesa di Como. 1985* Testimoni di santità nella Chiesa d Como – a cura del Centro Diocesano Vocazioni 1986* Germogli di futuro – ed. Il Settimanale della Diocesi di Como 2007* www.santiebeati.it

La recente storia del Libano precipitato in una profonda crisi sociale e politica

Dove sta andando il Paese dei cedri?

difendere i diritti della Chiesacontro le usurpazioni del re diFrancia e radunai tutti i principicristiani attorno alla causa delladifesa dell’Europa dal pericoloturco. Chiusi i teatri di Roma,permettendo solamente l'esecu-zione di musica sacra. Lottai con-tro il nepotismo, condannai l’usu-ra e cercai di giungereall'abolizione totale delcommercio degli schiavi, sulquale ero assai informato, inquanto ricevevo personalmente imissionari, al fine di essere tenu-to al corrente delle situazionilocali. Infine ero fermamenteconvinto che la lotta tra religionie tra cristiani non avrebbe portatoda nessuna parte: l’azione missio-

naria della Chiesa si distingue sìnell’annuncio del Vangelo, macon uno stile di dialogo e di acco-glienza reciproca da ricercare eda costruire in ogni epoca dellastoria.

Dopo una malattia durata duemesi, il 12 agosto 1689, ilSignore mi chiamò a sé: dopo lamia morte i romani vollero divi-dersi i miei abiti come reliquie.

La causa per la suacanonizzazione venne aperta nel1714, ma l'influenza dellaFrancia costrinse a sospenderneil corso nel 1744. Nel XX secolola causa venne ripresa e papaPio XII annunciò la suabeatificazione il 7 ottobre 1956.La sua memoria viene celebratail 12 agosto.

I luoghi in cui venerarne lamemoria a Como sono molti.Prima di tutto l’altare a lui dedi-cato nella basilica di San Fedele.Poi la casa natale, sede dellaBiblioteca civica di via Volta, e ilmonumento di Eli Riva in viaOdescalchi, voluto dalla“Famiglia Comasca”. Tra le sueopere, in città, c’è PalazzoOdescalchi Pedraglio, nella cui“Sala Costantiniana” è raffigu-rato un leone Odescalchi cheazzanna un turco sconfitto e lachiesa di Santa Cecilia.

Ivan Illich: la misura di tutte le cose

Tutti i pensatori fondano la loro speculazione su pochiprincipi basilari. Anche Ivan Illich non sfugge a questa re-gola. Nell’introduzione ad una sua opera così scrive: “lamia è la ricerca di una politica dell’autolimitazione, graziealla quale, anche oltre gli orizzonti dell’attuale cultura, ildesiderio possa fiorire e i bisogni declinare”. La parola piùimportante di questa frase è il termine autolimitazione. Illi-ch, che conosce ed apprezza la grande filosofia greca, fa ri-ferimento al concetto di “metron”, vocabolo che significalimite. Illich ci vuole insegnare che oltre una certa soglia(limite), qualsiasi iniziativa, atteggiamento, scoperta posso-no diventare “controproduttivi”, producendo così un ef-fetto contrario rispetto a quello per il quale erano nati. Sitratta, secondo Illich, di una verità che possiamo riscontra-re a differenti livelli, tanto nella natura quanto nella so-cietà. Infatti, ogni cosa, oltre ad una qualità intrinseca, haanche una quantità intrinseca che, se viene superata, rendequella cosa non più utile, ma dannosa. Pensiamo ad esem-pio al cibo, elemento essenziale per la vita. Se però man-giamo troppo ecco che il cibo diventa un danno. Quelloche vale per ogni individuo vale anche per la società. Illichci ricorda che “dobbiamo riconoscere l’esistenza di scale elimiti naturali. L’equilibrio della vita si dispiega in varie di-mensioni: fragile e complesso, non oltrepassa certi limiti.Esistono delle soglie che non si possono superare”. Questaposizione assume poi anche valenza morale quando leconseguenze del superamento del limite si ripercuotonosull’intera umanità: pensiamo, ad esempio, al problemadell’inquinamento, oppure al tema della crescente disoccu-pazione. Quando Illich, quasi ossessivamente, ci ricordal’impossibilità della non esistenza di un limite (in questi an-ni siamo stati “bombardati” dal concetto di crescita, di-menticandoci che questa non può essere illimitata…) dob-biamo tenere ben presente che “il suo obiettivo non è laprovocazione, bensì la restituzione di una prospettiva in-consueta su ciò che è diventato talmente consueto daaverne smarrito l’evidenza problematica” (1).

Illich ci ricorda che anche la scienza può correre il ri-schio di superare il suo limite: quando, infatti, si identificala scienza con lo sviluppo industriale mettendola al di so-pra di ogni altro sapere si crea una sorta di nuovo vitellod’oro. Non si deve mai dimenticare che il fine ultimo dellascienza non è il progresso, sia esso scientifico, economico,ecc., ma è l’uomo.

Un’organizzazione sociale siffatta privilegia la maggiorproduzione di beni possibile e mette al primo posto le esi-genze del mercato, “mercificando” quindi ogni aspettodella quotidianità. Immediata conseguenza di tale situazio-ne è una evidente limitazione della libertà dell’individuo.Così Illich descrive questo aspetto: “Una società che defini-sce il bene come il soddisfacimento massimo del maggiornumero di individui mediante il maggior consumo di pro-dotti e servizi industriali, logicamente arriva a imporre ilconsumo e mutila in modo intollerabile l’autonomia dellapersona. Nella misura in cui il consumo programmato au-menta, l’austerità adottata per scelta personale diventaun’attività antisociale”. Questa perdita di autonomia, oltrea ledere la libertà dell’individuo, lo rende anche più pove-ro, proprio perché la diminuzione di autonomia è davverouna sorta di moderna povertà che, paradossalmente, col-pisce anche coloro che sono definiti ricchi secondo il pa-rametro del reddito.

La riflessione sul concetto di limite all’interno della no-stra società è il presupposto teorico sul quale si basa l’ela-borazione del pensiero di Ivan Illich. Nei prossimi numeridi Vita Olgiatese cercherò di presentare la critica di Illichad alcuni aspetti della nostra organizzazione sociale (“parsdestruens”) e, successivamente, la sua ipotesi di nuova so-cietà (“pars construens”).

(57 - continua) erre emme

Note

(1)Paolo Calabrò: “Ivan Illich, il mondo a misura d’uomo”Pazzini Editore, pag. 13.

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4 Vita Olgiatese11 Ottobre 2020

sot to i l campanile del f icoDai registriparrocchiali

BattesimiDurante Sofia di Vincenzoe De Agostini Sonia P. Civiti l lo Massimo eCandiello Angela

Berlingieri Patrick diMaurizio e Ienco Jessica P. Berlingieri Donato e IencoMaria Catena

Semerano Aida diFrancesco e Gallo Barbara P. Semerano Donato eVulpo Federica

MatrimoniCasati Luca con LivioArianna

Bottinelli Andrea Vittorinocon Gaffuri Elisa

Mastrogiacomo Lorenzocon Guffanti Francesca

Per i bisogni della Chiesa

Off. concerto organo Carnisi€ 132,20 - Off. NN. € 500 -Off. battesimo € 50 - Off.NN. € 50 – I familiari inricordo di LampertiGiancarlo € 100 - In memo-ria di Ferrario Angela € 500 -In memoria di OrigoniCarmen 150 - Off. malati €140 - Off. matrimonioFrancesca e Lorenzo € 150- Off. NN. per funerale € 100- Off. matrimonio € 150 - Off.NN. € 50 + 20.

Chiesa di SomainoElisa e Andrea in occasionedel loro matrimonio € 200 –Offerta per la chiesa € 50.

Note di bontàPane di S. Antonio € 390 –Progetto "Mettici il cuore"€ 220 – Off. NN. € 20.

MortiFerrario Angela di anni 91,via Milano 50

Floro Roberto di anni 40,via Monte Arese 8

Proposte di catechesi familiareProposte di catechesi familiare

Vita OlgiateseEsce la seconda e la quarta

domenica del mese

Autorizz. Tribunale Como n. 10/82.

Con approvazione ecclesiastica.

Direttore responsabile:Vittore De Carli

Redazione:Marco Folladori, Francesco Orsi, AlbertoDolcini, Paolo Donegani, RolandoMoschioni, Gabriella Roncoroni, ChiaraSpinelli.

Impaginazione grafica:Francesco Novati, Tarcisio Noseda.

Abbonamento annuale:

ritiro a mano: € 20,00spedizione postale: € 50.00

Stampa: Salin S.r.l. - Olgiate C.

Redazione e impaginazione:

Casa ParrocchialeVia Vittorio Emanuele, 522077 Olgiate ComascoTel. / Fax 031 944 [email protected]

“Mafalda è un’eroina ar-rabbiata che rifiuta il mondocosì com’è”, scriveva Um-berto Eco sul personaggiocreato da Quino, al secoloJoaquin Salvador Lavado,scomparso il 30 settembre a88 anni. Nato a Mendoza, inArgentina, Quino divennepresto uno dei disegnatoripiù importanti, dagli anniCinquanta del secolo scorso

in su. Mafalda, nata nel 1962, si

trasformò presto in una divaassoluta del fumetto. Il suocreatore la classificava comeuna vera e propria antagoni-sta politica. Mafalda, però,non faceva la politica di pro-fessione, ma la rompiscato-le: aveva sempre da ridire sututto, trovando le crepe e ipunti deboli nelle affermazio-

ni dei suoi interlocutori. Maera una rompiscatole simpa-tica. La sua contestazionedel sistema è legata al buonsenso, anzi, alla ricerca delsenso stesso della vita. Pro-prio per questo generazionidi ragazzi e di adulti hannocomprato i “suoi” diari o lettoi “suoi” fumetti. Ci mancherà.

Mafalda, una rompiscatole che ci mancherà

Concerto inaugurale organo “Carnisi”

Anche la catechesi provaa ripartire. Non certo perinedia abbiamo aspettato co-sì a lungo, bensì per la serietàcon cui la nostra parrocchiasta cercando di affrontare lasituazione: non abbiamo vo-luto forzare le regole, “inter-pretare” le leggi o – peggio –far finta di non esserne a co-noscenza. E ora possiamo di-re di essere pronti a proporreun cammino che sia secondole norme e che permetta diproseguire il percorso inter-rotto con lo scoppiare dell’e-pidemia. Sono doverose duepremesse. La prima è che tut-to potrebbe ancora cambia-re, con il peggiorare dei con-tagi e della situazione sanita-ria, per cui stiamo “all’erta”.La seconda è che il camminovero, quello che tutti i cristia-ni - e soprattutto le famigliecristiane - sono chiamati a se-guire, è quello dell’anno li-turgico, che di domenica indomenica ci guida per manoa incontrare il Signore Gesù,celebrando i misteri della sua

CATECHESI ANIMATA

Ogni giovedì si alterne-ranno i gruppi, classe perclasse, per vivere in chiesa unmomento tutti insieme, tipo“novena”, in cui animatori ecatechisti metteranno in sce-na la storia di Re Davide, fi-gura e profezia di Gesù, Re eMessia.

FAMIGLIE IN CAMMINO

Un sabato al mese saràdedicato a dei brevi “pelle-grinaggi” in cui catechiste, ge-nitori e ragazzi assieme, rima-nendo nel territorio della no-stra parrocchia, si ritroveran-no per pregare insieme.

MESSA INSIEME

Dedicheremo una messa“di gruppo” al mese, la do-menica alle 16.00.

SCHEDE DI CATECHESI FAMILIARE

Verranno tempestivamen-te inoltrate ad ogni famigliaalcune schede di catechesi fa-miliare, per pregare insieme,per conoscere meglio Gesù ei suoi insegnamenti.

Il programma per ogni

gruppo sarà tempestivamen-te comunicato alle famigliedalle proprie catechiste; pro-gramma che, come già fattonotare - potrà subire varia-zioni per motivi superiori (re-strizioni normative, meteo,ecc.), che verranno comun-que comunicate tempestiva-mente sui canali ufficiali, co-me il sito parrocchiale. La ca-pienza massima di ogni luo-go di ritrovo e la disposizio-ne dei posti a sedere sarà taleda garantire sempre la distan-za interpersonale di un me-tro. Non potrà prendere par-te agli incontri chi ha tempe-ratura corporea superiore ai37,5°C o altri sintomi in-fluenzali; chi è in quarantenao in isolamento domiciliare;chi è entrato in contatto conuna persona affetta da CO-VID-19 nei 14 giorni prece-denti. Inoltre ricordiamo chenegli ambienti della parroc-chia la mascherina dovràsempre essere indossata.

Come si può ben capireora ogni famiglia diventa –che lo voglia o meno – pro-tagonista del cammino; le ca-techiste si affiancano, coordi-nano, “tengono i fili”, pro-

pongono ma non si sostitui-scono più ai genitori. Disillu-diamoci: non tutti riusciran-no (o vorranno…) seguircilungo questa nuova strada diuna catechesi familiare; macoloro che accoglieranno ilnostro invito forse sperimen-teranno la bellezza di parlaredi fede coi propri figli, di sen-tirsi una piccola “cellula” diChiesa, di pregare insiemesenza vergognarci, di sentiredavvero la Presenza che tutto

sostiene e tutti unisce con uncuore solo e un’anima sola.

ISCRIZIONI

Tutti i moduli di iscrizioneal catechismo sono scaricabilidal sito della parrocchia e an-dranno consegnati alle cate-chiste o ai referenti del grup-po al termine della VegliaMissionaria, o all’ufficio par-rocchiale entro e non oltredomenica 18 ottobre 2020.

Tutti i venerdì, dalle 20.30 alle 22.00 in Oratorio aSomaino i nostri catechisti della Mistagogia hanno pre-parato un ciclo di serate di catechesi per i ragazzi di II eIII media con canti, giochi, riflessioni e condivisioni. Alcentro di ogni incontro ci sarà una riflessione sui fruttidello Spirito Santo. I genitori della mistagogia, che sonostati i veri promotori di questa modalità d’incontro, sisono anche resi disponibili per la sanificazione dei localie per il triage di ingresso (registro dei presenti, sanifica-zione delle meni e controllo della temperatura, …).

MistagogiaMistagogia

MINISTRANTIAnche le Amiche di Santa Rita e i chierichetti riprendonoil loro prezioso servizio! Info e iscrizioni sul sito della par-rocchia!

VEGLIA MISSIONARIATutti

i bambini e ragazzi dalla II elementare

alla I media sono invitati

a partecipare, accompagnati da

almeno uno dei lorogenitori,

alla Veglia Missionariache si terrà

venerdì 16 ottobrealle 20.30 in

chiesa parrocchiale

Il maestro Enrico Viccardi

alla presentazionedella serata

e alla tastiera.