VFV N° 4/2012 luglio-agosto

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Anno XXVI - n o 4 Luglio/Agosto 2012 Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano

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Il generale Luigi Manfredi (già capo del DPC) propone una riforma del volontariato di ProCiv; l'istruttore professionale Marco Buda ha stilato un articolo sulle NET (New Extrication Tecnology). Un corposo articolo tecnico sugli incendi nelle strutture di pregio storico-artistiche (e tecnologia FSE - Fire Safety Engineering). Il nostro direttore ha intervistato Alberto Flaim, presidente della Federazione Corpi VVF Volontari della Provincia Autonoma di Trento.

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Anno XXVI - no 4 Luglio/Agosto 2012

Via Palmieri, 47 Milano - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Fil .di Milano

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ADERENTE ALLA FEDERAZIONE MONDIALEDELLE ASSOCIAZIONI VIGILI DEL FUOCOVOLONTARI (F.W.V.F.A.)

Direttore ResponsabileAntonio Ascanio MANGANOSegreteria EditorialeP.I. Fabio MARANGONI

Comitato di DirezioneCav di Gran Croce Gino GRONCHI(Pres. Naz. Ass. Naz. VV.F.VV.)Carlo Alberto COCCHI, Roberto MUGAVERO,Mauro COLOMBINI, Francesco BIANCALANI,Erminio CAPPARONI, Claudio DI MAIO, RolandoFAGIOLI, Luca GERARDI, Gian Carlo NICOLI,Gianluca RONDI, Massimiliano TOLOMEI,Domenico VOLONTERIO, Marco ZUCCATO(Consiglieri Naz. Ass. Naz. VV.F.VV)

Inviato di RedazioneFrancesco MAZZILLI

Impaginazione e GraficaSATECO [email protected]

Editore incaricato, ufficio abbonamentiSede centraleSicurezza Aziendale s.r.l.Via Palmieri, 47 - 20141 Milanotel. 02/89.500.256 - fax 02/89.500261Agenzie per lʼItaliaCEAT tel. 02/89.500.256CENTRO DIFFUSIONI TECNICHE tel. 02 204.79.80

Stampa:Reggiani spaBrezzo di Bedero (Va) Tel. 0332/549533Abbonamenti:Gratuita a Comandi eDistaccamenti dei VV.F.Sostenitori € 70,00Benemerito da € 70,00 in suUna copia € 8,00Arretrati € 10,50

LʼAssociazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontariè estranea alla gestione economica della rivista. Gliarticoli firmati corrispondono al pensiero dellʼarticoli-sta e non impegnano né la Rivista né lʼAssociazione.La Redazione si riserva il diritto di rifacimenti e cor-rezioni di quegli articoli che a sua discrezione riterràopportuno modificare. Eʼ vietata la riproduzioneanche parziale di articoli, fotografie, disegni qui pub-blicati, Il personale addetto alla raccolta di abbona-menti, non appartiene al Corpo Nazionale VV.F.

Garanzia di riservatezza per gli abbonatiLʼEditore garantisce la massima riservatezza dei datiforniti dagli abbonati e la possibilita di richiedernegratuitamente la rettifica o la cancellazione, scriven-do a: Sicurezza Aziendale srl - Via Palmieri, 47 -20141 Milano.Le informazioni costudite nellʼarchivio elettronicodellʼEditore saranno utilizzate al solo scopo di invia-re la rivista o comunicazioni concernenti lʼabbona-mento (Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali).Pubblicità Inferiore al 70%Aut. Trib. Milano n. 855/89

2EDITORIALE

3EDITORIALE [A LATO]

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30A OTTOBRE L’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DELLE CARICHE

32EUFEMINO DʼARGENTO PER I POMPIERI VOLONTARI DI ERBA

36LʼINCENDIO NELLE STRUTTURE DI PREGIO STORICO E ARTISTICO

44CASTEL THUN, SCRIGNO PREZIOSO DʼARTE E DI STORIA

LUGLIO/AGOSTO 2012

Via Palmieri, 47 - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Fil. di Milano

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RIVISTA UFFICIALE DELLʼASSOCIAZIONENAZIONALE VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI

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1210OCCHIALI PER POMPIERI IN ARRIVO

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LA FOTO DI COPERTINA E DI WALTER TODARO (PUBBLIFOTO):"INCENDIO NEL VARESOTTO, ALL'ALBA DOPO UNA NOTTE DI FIAMME".

VV.F. DEL TRENTINO PARALLELI ALLA SOCIETÀ CHE SI EVOLVE

VOLONTARIATO DI P.C. OTTO PILASTRI DI UNA NUOVA LEGGE

2012, IN FUMO IL DOPPIO DEI BOSCHI

MILANO NEW EXTRICATION TECNOLOGY

48VIGILI IN CORNICE

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Per nessuno è una novità se a quasi quarant’anni anni dal mio primo ingresso inAssociazione e dopo 26 come Presidente nazionale, senza scordare i 43 anni trascor-si nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ritengo sia giunto il momento di lasciare aipompieri solo il mio cuore e i miei ricordi anche perché nell’attività associativa è beneconcedere spazio a colleghi più freschi e con le qualità necessarie per affrontare lefuture sfide complesse e difficili che da sempre hanno coinvolto i vigili del fuoco volon-tari.

In questi quarant’anni ho vissuto momenti interessanti e talvolta tristi, dalla gioia peraver conseguito molti risultati a qualche delusione per non essere riuscito a portare acasa quanto legittimamente ci spettava, ma questa è la vita.

Il mio primo grande impegno come soccorritore fu nel 1963 come geniere alpino nellatragedia del Vajont mentre il battesimo del fuoco come pompiere fu durante il terre-moto del Friuli nel 1976. Nel 1980 seguì l’altro terremoto della Campania, l’alluvio-ne in Liguria del 1992 e quelle in Piemonte del 1994 e 2000, mentre nel 1999 ci fu laprima spedizione organizzata dall’Associazione in terra straniera per portare soccor-so alle popolazioni kosovare ed albanesi.

Una grande scuola di vita merito anche di quei colleghi che mi hanno insegnato,affiancato ed aiutato ad affrontare condizioni sempre irte di incognite, esperienze chemi auguro di essere riuscito a trasmettere negli anni ai colleghi più giovani nella con-vinzione che non vi è alternativa se veramente aspiriamo a voler far del bene alla collettività che dai vigili del fuoco molto siaspetta.

Un grazie a tutti quei colleghi che dagli anni ’80 ad oggi mi hanno offerto la loro collaborazione nei vari Consigli nazionali eprovinciali e a coloro che appartenenti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e alle Istituzioni si sono fattivamente prodigatiper rendere migliore la condizione del nostro volontariato. Negli anni della mia presidenza l’Associazione ha contribuito all’a-pertura di circa 170 nuove sedi volontarie, non poche se pensiamo la fatica che abbiamo dovuto sopportare.

Un commosso tributo lo dedico agli amici che hanno perso la vita per ideali di solidarietà, abnegazione ed altruismo il cui ricor-do ha alleviato le nostre difficoltà nei momenti più critici.

A mia moglie Augusta e a mio figlio Mario, oltre a mia sorella Anita che nel 2010 ci ha lasciati dopo trent’anni di instancabi-le collaborazione associativa, voglio dedicare un profondo pensiero di gratitudine per aver sopportato questa mia passione cheha rubato molto tempo ai miei affetti famigliari.

Consapevole che solo conoscendo il passato possiamo capire il presente e progettare il futuro, termino con un pensiero rivol-to al nuovo Consiglio nazionale che emergerà dopo le elezioni di ottobre al quale auguro un proficuo lavoro per proseguire emigliorare quanto svolto sinora.

Gino Gronchi

Ai sensi dell’art. 9 dello Statuto dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari,

viste le decisioni formulate dal Consiglio nazionale, si convoca l’Assemblea Generale in via ordinaria

in prima convocazione per venerdì 05 ottobre 2012 alle ore 07.00

ed in seconda convocazione SABATO 06 OTTOBRE 2012 – ALLE ORE 9,00 Presso SALA “BRUT E BON” PIAZZA FORO BOARIO, 21 – FOSSANO (CN)

CON IL SEGUENTE ORDINE DEL GIORNO

1. Presentazione del Bilancio economico anno 2010 all’Assemblea e relativa approvazione

2. Elezione dei componenti del Consiglio nazionale, del Collegio dei Revisori dei Conti

e del Collegio dei Probiviri, ai sensi degli articoli 14, 18 e 18 bis dello Statuto

3. Varie ed eventuali

Il seggio elettorale resterà aperto per quattro ore (ore 9.00-13.00),

dopo di che si procederà alle operazioni di spoglio.

www.anvvfv.org

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Cari lettori/pompieri,l’estate è arrivata (per la verità, quando

leggerete la rivista, sarà forse solo un ricordo) e ha portatocon sé i problemi di sempre. Il caldo torrido (in effetti è unadelle estati più calde dell’ultimo decennio, e questo cel’hanno detto in tutte le salse), la siccità, e gli immancabiliincendi boschivi, tanto che il 2012 sarà l’annus horribilisper gli incendi di bosco (come fu già il 2007 e via dicendo).

In effetti – dalla relazione del Corpo Forestale dello Stato(pag. 24) – risulta un raddoppio della superficie boscataincenerita, rispetto al 2011. Sarà per questo che possiamopermetterci la più grande flotta di Canadair pubblici (sono19 ma, per via delle manutenzioni, operativi soltanto 14NdR) del mondo? Il prefetto Gabrielli – capo del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, in un intervista al Corriere della Sera– ritiene si tratti di «un dispendio di denaro pubblico impressionante e non si può immaginare che la strada sia soloquella di implementare le risorse delle flotte. Gli investimenti servono anche ad altro, per esempio per le squadre aterra. Meglio lavorano le squadre a terra meno servono quelle in volo.». Gabrielli ritiene i Canadair quale «medici-na ultima, l’extrema ratio, peraltro costosissima» (130/150 milioni all’anno che l’anno prossimo diverranno soltan-to 42 per via dei tagli alla spesa).

Devono far riflettere i 50 ettari di terreno compromesso di Trentino e Alto Adige, rispetto ai 4.263 della Calabria.Ma non è certo solo merito di un sistema antincendi all’avanguardia (basato sui VVF volontari con caserme in tuttii comuni e, in Provincia di BZ, anche nelle frazioni). Vi sarà una diversa attenzione al territorio, un’estate meno tor-rida, poca gente col vizio dei fiammiferi e della “Diavolina” e – diciamolo – pressoché nessuno che campa di solo“lavoro stagional/forestale”.

Ma se in Trentino, i pompieri volontari, nel proprio armadietto in caserma hanno due tipi di DPI (uno per gli incen-di civili e l’altro per i boschivi); nel resto della Penisola gli incendi di bosco non sono più di competenza del CorpoNazionale dei Vigili del Fuoco dal lontano 1975…riflettiamo.

A presto,Ascanio

twitter@[email protected]

facebook.com/pompieri.vfv

Hanno firmato questa quarta edizione del 2012 di VFV:Marco Buda; Luigi Manfredi e Glauco Bartesaghi.

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MilanoNew Extrication TecnologySempre più spesso i vigili del fuoco si trovano ad operare sucomplessi scenari d’incidente stradale. Per liberare i feritirimasti intrappolati s’utilizzano i così detti “utensili di forza”ma, per operare professionalmente, occorrono delicatezza,conoscenza e aggiornamento continuo.

a cura di Marco Buda (*)

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Tra i compiti istituzionali svolti dal Corpo Nazionaledei Vigili del Fuoco, gli incidenti stradali sono trale tipologie dei servizi tecnici urgenti per i quali

siamo chiamati ad intervenire con una certa frequenza.Sono purtroppo, sempre più numerosi i casi in cui ci tro-viamo ad operare per portare soccorso a persone infor-tunate e intrappolate nei veicoli.

Su 27.150 interventi di soccorso - svolti dal ComandoProvinciale milanese nellʼarco del 2011 - 672 sono statele uscite per incidenti stradali generici accaduti nei cen-tri urbani, nelle strade extra urbane e nelle autostrade;solitamente quando intervengono i Vigili del Fuoco èperché lʼincidente è complesso.

Decisioni da prendere in frettaSemplificando al massimo e generalizzando, possiamodire che ogni incidente si differenzia per tipologia, tecni-ca dʼintervento e attrezzatura da utilizzare.Le decisioni sulle modalità delle procedure, oltre adessere prese il più velocemente possibile, devono tene-re conto delle numerose varianti che ogni scenario pre-senta. Va considerato, per esempio, il numero dei mezzicoinvolti e la loro posizione, il numero dei feriti e le loro

condizioni, la verifica degli occupanti rimasti intrappolatiallʼinterno degli abitacoli, nelle cabine o al di sotto deimezzi stessi. Va considerato che gli automezzi coinvoltipotrebbero trasportare sostanze pericolose, tossiche oinfiammabili e che, a seguito dellʼurto, potrebbero esser-si riversate sul luogo dellʼincidente.

Saper riconoscere gli autoveicoli ed i pericoliBisogna inoltre saper riconoscere le varie tipologie dʼau-toveicoli: oggi giorno, infatti, possiamo trovarci di frontead auto che hanno una propulsione alternativa (mi riferi-sco alle autovetture con alimentazione a GPL, a metano– se non addirittura ad idrogeno anche se per ora si trat-ta solo di prototipi – ma anche alla vasta gamma delleautovetture ibride con motori elettrici ecc.); tutti impianticomplessi che devono essere conosciuti per gestire insicurezza le emergenze.Non ultimo vanno esaminate le condizioni delle strutturedella viabilità che possono essere state danneggiate eche, divenute pericolanti, potrebbero costituire un ulte-riore problema.

Preparazione, integrazione e aiuti “salvavita”Come si può vedere, tanti sono i fattori in gioco e il ser-vizio di soccorso reso dai VVF deve essere determinan-te e svolto in sinergia con gli altri Enti Istituzionali pre-

Un tecnico specializzato mentreillustra l’attrezzatura utilizzata e lacorretta manutenzione da eseguire.

Stabilizzazione e "scoperchiamento"d'autovettura ribaltata su un fianco.

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senti sul posto (SSUEm 118, Polizia Stradale,Carabinieri, Polizia Locale, ecc).

La preparazione tecnica dei VVF devʼessere la più com-pleta possibile e sempre in aggiornamento, per poter farfronte ad ogni aspetto e comprendente, per esempio,anche la parte di primo soccorso sanitario per poter pra-ticare le tecniche salvavita. Eʼ indubbio però che, se sulluogo dellʼincidente è presente anche il 118, questocompito, sarà di sua esclusiva competenza.

Lo scopo comune primario, nel caso di incidente strada-le, è quello di salvare le vite umane coinvolte.Lʼobiettivo, quindi, è quello di far sì che i feriti possanoessere assistiti il più velocemente possibile.Si può facilmente immaginare quanto sia importante iltrattamento sanitario diretto che ha inizio sul luogo del-lʼincidente dove, fin da subito, si prestano cure speciali-stiche pre-ospedaliere. E si può altrettanto facilmentecomprendere, nelle varie fasi di qualsiasi intervento,lʼimportanza e il ruolo determinante dei Vigili del Fuocoche, con varie tecniche, tra cui quelle di “estricazione”rendono possibili gli aiuti salvavita.

Le tecniche, lʼaggiornamento ed i nuovi rischiLe tecniche di estrazione da un automezzo, leggero o

pesante che sia, sono molteplici e richiedono un adde-stramento specifico, unʼattenta preparazione e unaggiornamento continuo che vada di pari passo al pro-gresso tecnologico. Di conseguenza anche le attrezza-ture e gli utensili di soccorso impiegati devono esseremolto specifici e devono avere una potenza notevole. Leaziende di settore, in tal senso, costruiscono per gliaddetti ai lavori, attrezzature adeguate (regolamentateda normative specifiche) sempre più allʼavanguardia.

Paradossalmente, invece, le nuove tecnologie utilizzatedalle case automobilistiche per realizzare i sistemi disicurezza, che garantiscono sempre di più lʼincolumità dichi si trova a bordo di un automezzo, possono diventa-re alquanto pericolose per i soccorritori. Così, i Vigili delFuoco che intervengono per liberare persone intrappo-late tra le lamiere si trovano di fronte ad alcuni nuovirischi e a dover contemplare, nelle loro procedure dʼin-tervento, i nuovi materiali e i nuovi sistemi di sicurezza.

Gli elementi di sicurezza nei veicoli variano di anno inanno e di conseguenza variano anche le caratteristichedi progettazione e i loro modelli: un processo sempre inevoluzione.

Il "sollevamento del cruscotto"ed il taglio dei pedali.

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te complessa sia per le fasi praticheche di studio vero e proprio ed è unpiacere poter ringraziare su questepagine i collaboratori permanenti, ivolontari e i professionisti esterniche, grazie al loro impegno e allaloro presenza fattiva, oltretuttodurante il loro tempo libero, hannoreso possibile la realizzazione diquesto progetto.Nelle date stabilite, nel campo diBovisio Masciago, gentilmente con-cesso in uso ai VVF dal Comuneomonimo, si allestisce uno scenarioutile per affrontare la parte praticacon lʼutilizzo di automezzi, leggeri epesanti, donati da ditte esterne.I contenuti teorico-pratici compren-dono argomenti quali la NCT (NewCar Technology), lʼevoluzione delle

tecniche costruttive degli autoveicoli leggeri e pesanti.Inoltre normative e Crash tests, i sistemi di sicurezza, gliairbag, i pretensionatori, i Limitatori di Forza G, i sistemiautomatici di protezione in caso di Ribaltamento(ROPS), lo studio di nuovi materiali e progettazioni.

Durante la giornata formativa - dopo aver trattato irecenti sviluppi relativi alle nuove tecnologie automobili-stiche – è un medico anestesista rianimatore (in serviziosu una delle auto mediche del 118 Milano) ad affrontarela parte sanitaria riguardante i possibili traumi alle per-sone coinvolte in incidente stradale e il loro trattamentosul luogo del sinistro.Vengono poi date delle informazioni sugli automezziparticolari come i blindati, le microcar e gli autoveicolidotati di propulsore ad alimentazione alternativa come ilGPL, il metano, lʼidrogeno (anche se per ora è solo spe-rimentale) nonché gli ibridi con motore elettrico.

La parte inerente ai rilievi e al codice della strada relati-vo agli incidenti, viene trattata dal personale della PoliziaLocale di Milano che offre la sua preziosa collaborazio-ne volontariamente .La parte teorica si conclude trattando le caratteristichetecniche degli utensili di soccorso: un tecnico specializ-zato spiega le più recenti innovazioni in materia facendoconoscere tutta lʼattrezzatura utilizzata e la correttamanutenzione di questʼultima.

Creare il maggior spazio possibile intornoallʼinfortunato da estrarreLa parte pratica sulle tecniche di estrazione da autovei-

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Un corso che non cʼeraDa queste premesse è nata lʼesigenza di far partire il“Corso di Aggiornamento Professionale sulle Tecnichedi Estricazione” e grazie al consenso e alla volontà delComandante Provinciale milanese, Silvano Barberi, èdivenuto realtà.Il Corso - rivolto al personale Permanente e Volontariodel Comando di Milano – ha una durata di 8 ore, tra teo-ria e pratica, e sono state programmate 6 sessioni.Inserito nella pianificazione didattica per lʼanno 2012 - acura dello Staff Amministrativo dellʼUfficio Formazione,coadiuvato dal personale discontinuo - è un Corso direcente concezione e molto innovativo e prevede di darepriorità di partecipazione al personale qualificato; è ini-ziato quindi lʼaggiornamento con i Capi Squadra.

La collaborazione tra Enti preposti al soccorsoLa preparazione di questo Corso è stata particolarmen-

F O R M A Z I O N E

Durante la giornataformativa si simulaanche un incidentecon ribaltamentod'un autobus di linea.

Utilizzo degli utensilidi forza per "creare spazio"intorno al passeggero d'un

autobus. Un medico dell'AREU118 darà indicazioni sulla

"estricazione" atraumatica.

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colo inizia con la dimostrazione diuna simulazione dʼintervento per unautomezzo ribaltato su di un fianco:stabilizzazione, rimozione dei cri-stalli e taglio del tetto. Si proseguecon lʼapplicazione congiunta delletecniche per liberare le personedalle lamiere e le tecniche di primosoccorso sanitario con lʼutilizzo ditavole spinali ed “estricatori” (tipoKED Kendrick Extrication Device)per immobilizzare sul posto i feritigarantendone la corretta estrazione.Gli esercizi continuano utilizzandonuove tecniche per liberare gli occu-panti di un autoveicolo rimasti bloc-cati allʼinterno dellʼabitacolo tra lelamiere con lʼimpiego di cesoie,divaricatori e martinetti idraulici(tagliare, divaricare e spingere leparti della struttura incidentata dellʼautomezzo.)

Il concetto fondamentale è quello di creare il maggiorspazio possibile intorno al ferito creando dei veri e pro-pri varchi per poterlo estrarre in sicurezza e senza pro-vocare ulteriori traumi.

Lʼaddestramento prevede anche lʼapplicazionedelle tecniche di estricazione sui mezzi pesanti consimulazione di incidente e lʼutilizzo di pedane per lavo-rare a quote differenti. Si effettuano manovre su autobuse motrici di autoarticolati: tutta una serie di operazioniche necessitano di attenzioni particolari per la comples-sità legata alle strutture e al peso di questi veicoli.

Innovazione e sicurezza stradaleLe innovazioni tecnologiche sono una vera e propriasfida per i VVF che cercano di addestrarsi al meglionelle loro caserme ma è unʼimpresa molto impegnativae questo Corso vuole essere unʼopportunità in più pertrattare in modo specifico alcuni tipi di interventi.

Ma è lʼimportanza della sicurezza stradale a rimanerealla base di questo delicato argomento: gli incidenti stra-dali provocano nel nostro paese ogni anno un numeroaltissimo di decessi e di ricoveri ospedalieri, determi-nando feriti con lesioni più o meno gravi, che necessita-no poi di cure riabilitative anche molto lunghe, e questoè un preoccupante fenomeno in aumento.

Le tipologie di incidente sono molteplici: molte tra que-ste, sono riconducibili ad un comportamento scorrettodellʼuomo (dati ISTAT), lʼeccesso di velocità, rimane la

causa degli incidenti più pericolosi con il più alto nume-ro di morti, segue lʼaumento degli automezzi in circola-zione, sia leggeri che pesanti, per la richiesta crescentedel trasporto su gomma.

Ponendosi alla guida dʼun veicolo occorre osservare ilpieno rispetto delle regole del codice della strada perpoter ridurre il più possibile un fenomeno sociale cosìgrande e così grave di questi tempi.

(*) Capo Squadra Esperto - Istruttore professionale delComando Provinciale Vigili del Fuoco Milano

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FO RM A Z I O N E

Si provano diversi metodi per ilsollevamento/allontanamento del cruscotto.

L'autore dell'articolo-duranteuna delle giornate formativespiega come operare nel casod'una automobile schiacciatada un mezzo pesante.

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ILDM 3 Novembre 2003, a firma MinistroPisanu, era abbastanza chiaro e recitava –riassumendo - Al personale di ruolo, nonché

al personale volontario, appartenente al settore tecnico-operativo del CNVVF, che rientri nelle condizioni di limi-tazione dellʼacutezza visiva stabilite da appositatabella, è consentito restare “operativi”purché indossino occhiali di protezionecon lenti correttive fornite dal Corpoquali DPI.Eppure un vigile del fuoco volontario hadovuto districarsi tra mille cavilli (e inter-pretazioni varie) prima di poter far valere ipropri diritti, risultato? Eʼ rimasto NON OPE-RATIVO per ben quattro anni.

Infatti, nonostante la chiarezza estrema dellaNormativa riguardo allʼoggetto, delle Circolari applicati-ve sulla medesima e delle Note emesse in varie occa-sioni dal Dipartimento sulla questione (ad esempio Prot.998/S132 dellʼ Ufficio I del Gabinetto del CapoDipartimento dei VV.F.) alcuni tra i Responsabili Sanitariritenevano di non dover applicare tale Normativa alPersonale Volontario del C.N.VV.F. Ciò in base ad unafuorviante interpretazione, che non distingue i requisitistabiliti per la permanenza nei Ruoli del PersonaleVolontario da quelli stabiliti invece per lʼAccesso ai Ruolimedesimi. I Sanitari non diedero seguito alle Richiesteloro pervenute e finalizzate allʼottenimento degli occhia-li da vista, impedendo con ciò di fatto il recupero in ser-vizio di soccorso di tale Personale Volontario.

Nuove disposizioni (prot. 9078 24/07/2012 a firma Pini –prot. 9219 27/07/2012 a firma Agresta) inerenti il rila-

scio/rinnovo delle patenti terrestri e nautiche VF, regola-mentano invece le modalità di rilascio dei certificatimedici e la guida con lenti.Gli unici Enti abilitati al rilascio del Certificato medico dʼi-

doneità psico-fisica alla conduzione dimezzi terrestri e natanti VF saran-

no: i medici del “Ruolo professio-nale dei Direttivi edei Dirigenti

medici delCNVVF” e

quelli dalla“ D i r e z i o n e

Sanità di ReteFerroviaria Italiana S.p.A.”

(in relazione alla convenzione sti-pulata col dipartimento VVF, SPDC. Non saranno quindipiù validi (ai fini dellʼottenimento delle patenti VF) i certi-ficati rilasciati dalle ASL e dalle autoscuole.

Cambia qualcosa anche per lʼottenimento della patenteVF di prima categoria; non basterà più infatti presentarela propria patente di categoria “B” civile, dal momentoche i nuovi requisiti psicofisici sono maggiormenterestrittivi. Dovrà quindi essere necessariamente allegatoil Certificato Medico, anche alla richiesta di patente diprima categoria.Sono previste, dʼora in avanti, anche le lenti (propriocchiali personali, non di sicurezza) alla guida dei mezzidi soccorso ma escluse quelle a contatto.

OCCHIALI PER POMPIERI IN ARRIVO

(ANCHE ALLA GUIDA) MA IL “PROPRIO”CERTIFICATO MEDICO NON BASTA PIÙ

Più dʼun anno fa, la ditta selezionata dal Ministero aveva smesso di produrre la specialeresina. Vigili (permanenti) con acuità visiva non eccellente furono messi dietro lescrivanie, e quelli volontari lasciati a casa in attesa (ne avevamo parlato in apriledello scorso anno - VFV n°2/2011). Dopo diverse peripezie lʼazienda è tornata a

fabbricare il prezioso materiale e le lenti sono arrivate per tutti, anche per i volontari.

a cura della redazione

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Oggetto: Direttiva tecnico-amministrativa concernente la revisione delle disposizioni inerenti il rilascio/rinnovo delle patenti terrestri e nautiche VF di cui allecircolari n. 3 del 01106/2010 e MI.SA. n. 8 del 23/03/2006. nota DCFORM prot. n 16152 del 15/O5/2012.Con riferimento alla nota prot. n. 17088 del23/05/2012 della Direzione Centrale,per la Fonnazione - Arca Pianificazione e controllo. si trasmette in allegato la direttiva esplicativa degli aspetti tecnico-amministrativi concernenti le recenti disposizioni sul rilascio/rinnovo delle patenti terrestri e nautiche di cui alla circolare DCFORM prot. n. 16152 del15/05/2012. che entrerà in vigore a partire dal prossimo 1° agosto.

IL CAPO DEL CORPO NAZIONALEDEI VIGILI DEL FUOCO

PINI

DIRETTIVA TECNlCO-AMMINISTRATIVA concernente modifiche alla Circolare n.3 del 01/06/2010 e MI.SA. n. 8 del 23/03/2006 e chiarimenti noteDCFORM prot. N. 16152 del 15/05/l011 e prot. n. 17088 del 23/05/20111) Guida con lenti degli automezzi e natanti VF

Le montature oftalmiche per vigili del fuoco (costituite da: montatura, lenti correttive incolori ed elastico per il fissaggio dietro la nuca), altresì dette“occhiali di sicurezza”, sono dispositivi di protezione e correzione individuale, obbligatori per il personale impegnato in attività operative diverse dalla condu-zione dei mezzi di soccorso.

Ferme restando specifiche necessità che dovessero emergere dalla valutazione del rischio in situazioni particolari, al personale con patente VF rila-sciata con prescrizione di lenti è consentita la guida degli automezzi e la conduzione di natanti, anche in soccorso, con l’utilizzo di occhiali correttivi da vistapersonali. Il personale conduttore impegnato in attività operative diverse dalla conduzione dei mezzi di soccorso è tenuto all’ utilizzo degli occhiali di sicurez-za.

In ogni caso gli occhiali di sicurezza fomiti dall’Amministrazione presentano caratteristiche tecniche che li rendono idonei all’utilizzo anche duran-te la conduzione dei mezzi di soccorso.

Resta inteso che quando il vigile del fuoco, cessa di svolgere l’incarico di conducente in maniera esclusiva. per effettuare altre attività operative sulluogo dell’intervento (quali ad es. l’azionamento della pompa idraulica. la preparazione all’uso del materiale di caricamento, operazioni che richiedono l’usodell’elmo di protezione e/o dell’autoprotettore, o azioni che possono dar luogo a proiezione di piccoli frammenti di materiale anche con l’uso di apparecchiatu-re ad aria compressa. etc.) l’uso degli occhiali di sicurezza diventa invece obbligatorio.

2) Palenti Nautiche LimitateA parziale modifica del punto 2.7.9 della MI.SA. n. 8 viene istituita la patente nautica L “limitata al

soccorso”. In analogia a quanto previsto dal testo unico patenti terrestri la patente L consente la condotta dimezzi nautici non in servizio di soccorso.

3) Palenti Terrestri Prima CategoriaPer il rilascio/rinnovo delle patenti terrestri di prima categoria. a parliale modifica dei punti 4.1.3 - 4.1.6 - 13.1 - 13.2 - 13.3 - 18.5 - 18.6 e del punto

“c” della Premessa della Circolare n. 3, dovrà necessariamente essere allegato il Certificato Medico.I requisiti di idoneità non potranno più essere riconosciuti con la semplice esibizione della patente civile, dal momento che i nuovi requisiti psicofi-

sici sono maggiormente restrittivi rispetto a quelli richiesti per il rilascio della patente civile.Per il solo personale operativo in regola con il libretto sanitario. in caso di richiesta di rilascio/rinnovo della patente di guida VF di prima categoria,

il certificato medico potrà essere sostituito dalla dichiarazione del Comando (come fac-simile allegato) che attesti la regolarità del libretto sanitario.

4) Scadenza Certificato MedicoA parziale modifica del punto 7.6 della Circolare n. 3 e s.m.i. e del punto 2.7.7 della MI.SA. n. 8, il Certificato Medico sarà valido sei mesi dalla data

di rilascio, pertanto le richieste di rilascio/rinnovo di patente non saranno accettate dopo tale termine

5) comunicato Medico “D” e Comunicazione Esito Accertamento Sanitario “E”A parziale modifica della nota prot. n. 16152 del 15/05/2012 si allega alla presente il modello di Certificato Medico (Allegato D) ed il nuovo model-

lo di Comunicazione Esito Accertamento Sanitario (Allegato E), che dovranno essere trasmessi rispettivamente al Comando di appartenenza in forma riservatae all’ufficio preposto al rilascio/rinnovo della patente (D.C.F. - Areu III Pianificazione e Controllo della Formazione o Direzione Regionale).

6) Prescrizione “ Obbligo di Lenti con esclusione lenti a contattoSi precisa che in caso di rinnovo/rilascio di patente con “obbligo di lenti”, l’operatore in fase di inserimento dati dovrà inserire esclusivamente la pre-

scrizione ‘“MO - Obbligo di usare le lenti con esclusione di lenti a contatto”, come indicato nella Direttiva tecnico-sanitaria elabomta dall’Ufficio Sanitario.

7) Patente Limitata “L” con esclusione della guida in servizio di soccorso eprescrizione “obbligo lenti”In considerazione dell’aggiornamento dei requisiti attuato con le nuove disposizioni, il personale attualmente in possesso di patente limitata “L” con

prescrizione “obbligo di lenti”, potrà essere sottoposto a nuovo accertamento medico per la verifica del possesso dei requisiti psico-fisici al fine dell’ottenimentodell’abilitazione senza limitazione.

A discrezione del Dirigente, l’accertamento medico può essere effettuato anche prima della naturale scadenza della patente.

IL DIRETTORE CENTRALEAGRESTA

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POMPIERI DEL TRENTINOPARALLELI ALLA SOCIETÀCHE SI EVOLVEAlberto Flaim, presidente della Federazione dei CorpiVigili del Fuoco Volontari della Provincia di Trento,ha rilasciato una breve intervista al nostro direttoreche si trovava in Trentino per un convegno.

a cura della redazione

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Presidente, ogni qualvolta vengo invitato ad unavostra manifestazione, torno a casa ricaricato dipositività ma, nel contempo, me ne vado con lʼama-ro in bocca. Crede sia possibile esportare il vostrocapillare sistema di soccorso, basato sul volontaria-to puro e locale, nel resto della penisola?

Guarda direttore, il sistema che vedi - con le casermet-te in tutti i comuni della provincia - è una realtà che cisiamo ritrovati, non abbiamo inven-tato nulla di nuovo. Bene hannofatto i nostri padri e noi facciamo“solo” in modo di non disperderequesto patrimonio.Sulla “esportabilità” sono scettico,non puoi cambiare il modo di pensa-re della gente dalla sera alla matti-na; quantomeno non lo vedo comeun progetto a breve termine, la stra-da è tutta in salita. Anche se, nellʼot-tica dʼuno sviluppo del volontariatoVVF, “pescherei” dagli A.I.B.(Volontari Antincendio Boschivo), indiversi casi ragazzi molto preparatiche, in fondo, sono dei “pompierimancati” (cioè, se nel proprio paeseci fossero stati i VVF volontari sisarebbero aggregati a questi gruppifin da subito).Restando in tema dʼincendi dibosco, anche il passaggio della flot-

ta aerea antincendio dalDipartimento della ProtezioneCivile, a quello dei Vigili del Fuoco,sa molto di ennesimo tentativo dicentralizzazione.

Chissà, forse i miei figli, se non inipoti, riusciranno a vedere unCorpo dei Pompieri “decentrato”con presidi volontari distribuitiseguendo criteri di “prossi-mità”…ma parliamo di calamità:quando ci fu il terremoto deLʼAquila, interveniste subito inforze, come mai stavolta il vostrointervento si limita al “salvatag-gio” delle forme di ParmigianoReggiano?

Il presidente della Regione EmiliaRomagna, Vasco Errani, ha ragio-nato così: “Finché ce la faccio, miarrangio con le mie risorse, se non

dovessi riuscirci, chiederò aiuto alle altre regioni.”. Se cirifletti, direttore, non è un discorso sbagliato.In merito al Parmigiano, noi ci siamo assunti questa pic-cola fetta di lavoro in aiuto ai produttori locali di Rolo eReggio Emilia: nelle prime due settimane di trasfertaavevamo già movimentato 105.000 forme.

Eʼ un lavoro difficile, pesante? In cosa consiste conesattezza?

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Si avvicendano una media di 70uomini a contingente e lavorano neimagazzini per una settimana, mastiamo pensando di ridurre i turni, inostri ragazzi cenano e vanno aletto esausti. Ogni forma pesa 40Kg, il caldo ha fatto trasudare il for-maggio e lʼha reso particolarmenteviscido, è un lavoro faticoso e sco-modo. Abbiamo inviato la “cassacrolli”, alcuni autocarri con bracciomeccanico e carrelli elevatori munitidi piattaforme. Con le pinze idrauli-che vengono tranciate le strutturedelle scaffalature crollate e poi, unavolta in sicurezza, si portano fuori leforme ancora salvabili; tra lʼaltrobisogna fare in fretta perché cʼèmolto caldo e gli impianti di refrige-razione sono saltati.

Vi siete appoggiati alla logisticadella ProCiv locale? Vi occupere-te solo di formaggi questa volta? In Abruzzo aveva-te fatto un lavoro di carpenteria in legno (per i pun-tellamenti) da far invidia a qualunque professionistadel settore.

Questʼanno siamo andati in Emilia con una gestionetotalmente nostra, anche dal punto di vista logistico.Tendopoli e cucine sono state allestite dai nostri braviNu.Vol.A. (Nuclei Volontari Alpini – costola trentinadellʼA.N.A.). Non solo formaggi, il Comune di San FeliceSul Panaro ha richiesto il nostro supporto per la messain sicurezza dʼuna pubblica via (rimozione tegolato peri-colante e puntellamenti in legno). A coordinare il lavorodei nostri VVF volontari in loco sono gli ispettori distret-tuali che turnano insieme ai ragazzi.

Con lʼistituzione della “Scuola Antincendi” della“Federazione dei Corpi VVF Volontari”, vi sieteappoggiati alla S.F.O. di Montelibretti (CorpoNazionale, Ministero) per istruire i futuri istruttori del“Corso Base”. Come mai non la Scuola ProvincialeAntincendi di Vilpiano (BZ) – valida e già utilizzata inaltre occasioni – che, tra lʼaltro è più vicina a Trentodi quanto non sia Roma? Comunque ho saputo chei suoi pompieri, presidente, hanno fatto un figuronein capitale!

Vedi direttore, se non si fanno passi importanti, è diffici-le crescere; e noi desideriamo migliorare. Siamo andatia Montelibretti perché era giusto guardarsi intorno,conoscere la “tecnica formativa” oltre che la “tecnica

pompieristica”. Vero è che i nostri aspiranti istruttori, aRoma, avevano un tutor dʼeccezione come ValentinoGraiff (già CR permanente/istruttore prof.le c/o CorpoPermanente di TN, ora formatore e VF volontario nelCorpo di Tassullo) che ha saputo trarre il meglio e dallestrutture romane e dagli stessi istruttori della S.F.O.Poi, sinceramente, credo sia corretto anche per noi chesiamo “autonomi” mantenere dei buoni rapporti colCorpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, se non altro per-ché lʼobiettivo è comune: soccorso alle persone, salva-guardia dei beni, tutela dellʼambiente.

In Trentino avete un “sistema di soccorso tecnicoantincendi” che sfiora la perfezione, è ancoramigliorabile? Quali sono i prossimi passi?

- Formazione e ancora formazione, questo è lʼobiettivofuturo, bisogna lavorare ancora sullʼistruzione dei nostripompieri volontari: la ventilazione e le tecniche peraggredire lʼincendio con tutte le forze disponibili peresempio, al fine di salvare le persone e salvaguardare inostri centri abitati.

- Poi i piani dʼallertamento (quali risorse inviare su unadeterminata tipologia dʼintervento, fin dalla richiestatelefonica di soccorso NdR), sta lavorandovi con grandeimpegno Matteo (lʼispettore Distrettuale diMezzolombardo, Cattani NdR).Non siamo più il Trentino di 50 anni fa: cambia lasocietà, cambiano le esigenze e bisogna muovere passiper far si dʼessere paralleli alla società che si evolve.

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VO L O N TA R I AT O D I P. C .

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VVOOLLOONNTTAARRIIAATTOO DDII PPRROOTTEEZZIIOONNEE CCIIVVIILLEE

OOTTTTOO PPIILLAASSTTRRII DDII

UUNNAA NNUUOOVVAA LLEEGGGGEE

((RREEPPEETTIITTAA IIUUVVAANNTT)) a cura del Generale LLuuiiggii MMaannffrreeddii ((**))

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VO L O N TA R I AT O D I P. C .

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Una legge che vada a disciplinare le caratteristichee le capacità specifiche individuali e collettive che

sono richieste nei settori tipici della protezione civile.La creazione di unʼAutorità unica, che impartisca le

necessarie disposizioni sullʼintervento, ma anche unImpiego strettamente connesso con le capacità in

relazione alle esigenze. Una formazione che sia “assistita e aiutata” e non lasciata soltanto a curadelle stesse associazioni. Andrebbero poi censite le “specializzazioni” (e le attrezzature) dei gruppi

– anche in base alla morfologia del territorio e quindial tipo di rischio – onde evitare ridondanze e carenze.

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ILvolontariato di protezionecivile continua ad essereuno degli argomenti di

importanza determinante nel siste-ma nazionale di protezione civile. Eʼconvinzione ormai universalmentecondivisa che il volontariato diProtezione civile, così come quellosociale, sia una componente indi-spensabile per affrontare i piccoli egrandi eventi calamitosi. A causadella loro indeterminatezza e dellaloro possibile estensione temporalee spaziale, non possono essereaffrontati con le sole forze istituzio-nali permanenti specifiche (i vigilidel fuoco) e quelle istituzionali concompiti complementari diProtezione civile. Le Forze armate,ormai ridotte allʼessenziale per com-piti di difesa e di peace keeping,non sono più in grado di contribuirecome un tempo alle grandi emergenze di protezionecivile e, tanto meno, ad attività di previsione e preven-zione.

Oggi, nel 2012, abbiamo raggiunto un livello di prepara-zione e di organizzazione ottimale del volontariato diprotezione civile? Ho riletto quanto scrissi in merito sulportale di ISPRO nel 2008. A distanza di 4 anni è cam-biato qualcosa? Sono stati eliminati i difetti che riscon-trai allora? Usando un termine prudenziale ed eufemisti-co, mi pare che ci siano ancora margini di miglioramen-to.

ISPRO lavorò anni orsono ad un lodevole censimentodel volontariato di protezione civile in Italia e i primi risul-tati, noti nel 2008, furono perlomeno sconcertanti: noncʼerano ruolini ufficiali in molte regioni, esistevanoaggregazioni con specializzazioni le più disparate e tal-volta senza attinenza alla protezione civile, esisteva unasovrabbondanza di talune specializzazioni e scarseg-giavano o mancavano altre assolutamente necessarie,molte associazioni non erano raggiungibili in tempi brevi(telefono, fax o posta elettronica), ecc.

Il volontariato di protezione civile si muove e opera tut-tora tra enormi difficoltà, fortunatamente non in tutte leregioni, ricco di buona volontà e di professionalità masenza un inquadramento normativo adeguato e, troppospesso, senza aiuti da parte di quelle pubblicheAmministrazioni che non ne apprezzano il contributodeterminante, se non in occasione di un evento calami-toso, e se ne dimenticano quando cessa lʼemergenza.

Non nascondiamoci che è necessario fare finalmente unsalto di qualità generalizzato nella formazione e nellʼuti-lizzazione del volontariato di protezione civile. Sʼimpone,però, per perseguire questo obiettivo, un approccio alproblema sistematico e scientifico, che muova da unʼin-dagine sotto il profilo sociale e psi-cologico del volontariato stes-so. Occorre, con uno studiopragmatico della fenomenolo-gia delle grandi e piccole cala-mità e una valutazione con-creta delle esigenze e dellerisorse disponi-bili, giunge-re a mette-re in evi-denza checosa si deve ancorafare per aiu-tare il volon-tariato che hadato molto,ma finora haavuto poco.

Non mi è appar-so, pertanto,superfluo ripropor-re ai lettori dellarivista “VFV TecnicaAntincendio e

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Protezione Civile” le argomentazioni che pubblicai allo-ra. I romani sostenevano, infatti, saggiamente che repe-tita iuvant.

Partiamo con il piede giusto e domandiamoci, prima ditutto, che cosʼè il volontariato. In una collettività comequella occidentale, tesa al profitto e a unʼalta qualità

della vita, quindisos tanz ia lmen te

egoistica, dove il senso delloStato lascia adesiderare e

dove lʼambi-to della soli-darietà nonva in gene-re oltre ic o n f i n idella fami

glia, ilvolontaria-to sociale e

di protezionecivile è una ricchez-

za che merita prima ditutto un approfondimento sociolo-gico e psicologico.

Perché in una società che vuole aboliretutto ciò che è obbligatorio e che aspira a ogni possibileagevolazione personale, esistono persone che dedica-

no la loro attività gratuitamente afavore del prossimo, spesso conuna passione superiore a quella conla quale affrontano il proprio lavoroe che non creano problemi di luogoe di tempo quando scatta lʼallarme?Quali sono le motivazioni che le ani-mano?

Non si può impiegare al meglio ilvolontariato se non se ne conosco-no pregi e difetti, se non se ne valu-tano le similitudini, ma anche le dif-ferenze, rispetto allʼoperatore di pro-fessione e, prima di tutto, se non sene comprende lo spirito e la psicolo-gia. Per apprezzare la funzione delvolontariato nella protezione civiledovremmo inoltre conoscere megliola teoria e la pratica del complessosistema della Protezione civile stes-sa, che sono ancora mal conosciute

non solo dal grande pubblico ma, purtroppo, anche damolti responsabili istituzionali nelle Amministrazioniregionali e locali.

Che cosa ci attendiamo dal volontariato? Una miglioreconoscenza degli aspetti caratteristici del volontariatoconsentirebbe di valorizzarlo e utilizzarlo meglio. In altritermini, è necessario preventivamente capire la veraessenza psicologica e sociale del volontario.Unʼindagine approfondita del genere, fino ad ora, non èstata ancora condotta, perché ci si è prevalentementeinteressati degli aspetti organizzativi e logistici del volon-tariato. Lʼanalisi non è, infatti, fine a se stessa. Essa èindispensabile per capire quali sono le soluzioni miglioridei problemi connessi con la promozione, il reclutamen-to, lʼequipaggiamento, lʼaddestramento, lʼimpiego, legaranzie e il rimborso spese dei volontari.

Sono i quesiti principali, ma sicuramente non gli unici,che ci dobbiamo porre e ai quali è necessario dare unarisposta, con il contributo di tutti coloro che hanno acuore il volontariato, per meglio capire e utilizzare lʼe-norme potenziale umano che, con grande generosità,ma spesso solo con quella, desidera essere dʼaiuto a chiè in difficoltà o soffre. Ci sono ancora troppe lacune chepossono e devono essere colmate.

In tema di organizzazione generale, esiste il“Regolamento per il volontariato di protezione civile” (1)

che disciplina i rapporti tra le associazioni e lo Stato manon i rapporti tra le stesse e le Regioni oAmministrazioni locali. Ciò è corretto trattandosi di un

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le capacità specifiche individuali e collettive che sonorichieste nei settori tipici della protezione civile, sotto iprofili della previsione e programmazione, della pianifi-cazione e dellʼorganizzazione sia delle attività di pre-venzione sia dei soccorsi in emergenza.

Sempre sotto il punto di vista di una corretta definizionedel volontario e della formazione nellʼambitodella quale opera, appare necessario uno spe-cifico riferimento alle varie possibili specializza-

zioni che sono richieste nelle attività di prote-zione civile. Tra di esse si possono citare, a

titolo dʼesempio, sanità, servizio antincen-dio, speleologica, recuperoe salvataggio in acqua,comunicazioni, logistica

generale, sicurezza antisismi-ca, direzione del traffico, ecc.

Eʼ perciò indispensabile che in ogni regione siapredisposta unʼindagine conoscitiva per indivi-duare quali siano i rischi sul territorio e, con-

seguentemente, quali siano le specializza-zioni volontarie di cui la regione ha biso-

gno. Una siffatta classificazione consen-tirà non solo una corretta registra-

zione delle formazionivolontarie a livello loca-

le, regionale e nazio-nale, ma soprattutto

un impiego dellestesse concaratteristichedi professio-nalità ed effi-cienza. Va da

sé che lʼiscrizionenei “registri” o “elen-

chi” o “ruolini”, ai varilivelli, debba essere semplificata al massimo. Restaovviamente ferma la necessità di controllo da partedellʼAutorità competente di protezione civile con lʼeven-tuale coraggiosa radiazione nei confronti delle formazio-ni inadempienti. Per inciso, anche il proliferare della ter-minologia non aiuta certo chi si vuol muovere nelle giun-gle burocratiche delle varie Amministrazioni.

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regolamento a livello nazionale, ma è indubbio chesarebbe auspicabile una legge quadro che disciplinicompiutamente diritti e doveri dei volontari di protezionecivile, a tutti i livelli. Eʼ necessario, infatti, favorire lʼasso-ciazionismo, il reclutamento, la formazione, lʼimpiego ele garanzie giuridiche e assicurative. Del resto, in moltisettori le procedure adottate sono state già modificaterispetto a quanto prescrive il rego-lamento.

Sono ad esempio ancora marca-te le differenze tra Regione eRegione, particolarmente fastidiose per leassociazioni che hanno diffusione nazionale. Eʼ altre-sì fuorviante e motivo di confusione il permanere dinorme che sono talvolta in contrasto tra di loro (2).Dʼaltro canto lʼesigenza di leggi eregolamenti onnicomprensivi,semplici, senza rimandi o rife-rimenti ad altre norme in parteabrogate, in parte valide, è unsogno comune per tuttele materie. Essa è par-ticolarmente sentitanel campo della pro-tezione civile, ovedovrebbero fare pre-mio la semplicità e laconcretezza delledisposizioni, perché siopera in condizioni diemergenza. Entrandopiù approfonditamentein argomento, qualisono dunque gli aspettidel volontariato di protezio-ne civile, che dovrebberoessere meglio definiti e disciplinati? Credoche possano essere individuati come ottopilastri di una auspicabile futura legge.

Il primo pilastro dovrebbe essere un quadro di riferi-mento chiaro e inequivocabile che definisca non soloche cosa sia il volontario di protezione civile, ma anchesemplifichi le varie possibili forme di aggregazione econseguentemente lʼAmministrazione di riferimento. Lalegge dovrebbe, inoltre, disciplinare le caratteristiche e

1 Regolamento di attuazione dellʼart. 18 della Legge 225/24.02.1992, emanato con DPR 613 del 21.09.1994 e successivamente abrogato conDPR n. 194 dellʼ8 febbraio 2001, che contiene il regolamento tuttora valido per il volontariato di protezione civile.

2 Il decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 1981, n. 66 che prevede i i ruolini prefettizi, oppure la legge 11 agosto 1991, n. 266, recan-te norme quadro sul volontariato, oppure la legge 25 settembre 1996, n. 496, recante norme in merito alla partecipazione delle organizzazioni divolontariato alle attività di protezione civile.

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Il secondo pilastro riguarda lʼutilizzazione stessadel volontariato. Non è infrequente, infatti, che ivolontari non sappiano a chi riferirsi, siano costrettia scegliersi gli obiettivi dʼintervento, siano sovrab-bondanti o carenti per difetto di direttive. Lʼimpiego

delle formazioni volontarie dovrebbe quindi essere disci-plinato secondo due criteri principali, quello dellʼAutorità unica, che impartisca le necessarie disposi-zioni per lʼintervento, e quello dellʼImpiego stretta-mente connesso con le capacità in relazione alleesigenze. Sempre sotto questo profilo, il regola-mento dovrebbe inoltre valorizzare maggiormentele capacità delle formazioni di volontariato perquelle attività, come la programmazione nelcampo della prevenzione o la pianificazione nelsettore dellʼintervento oppure la formazione nellescuole. Ancor oggi marginalmente impiegati,mentre potrebbero essere utilissime per coprirele lacune soprattutto delle Amministrazioni localiin quei settori.

Il terzo pilastro della futura legge dovrebbe essere unaradicale revisione migliorativa delle garanzie per ilvolontario. Il volontariato è, infatti, una delle espressionipiù qualificanti della società moderna, ma la pubblicaAmministrazione non sempre ha affrontato con la dovu-ta convinzione e sollecitudine lʼesigenza per il volonta-rio, che interviene gratuitamente, di avere adeguategaranzie giuridiche, assicurative, occupazionali e di sol-lecito rimborso delle spese sostenute. Sul piano norma-tivo non siamo allʼanno zero, ma ci sono ampi spazi dimiglioramento in tutti questi settori, affinché non sianofrustrate e demotivate le grandi potenzialità del volonta-riato.

Un quarto pilastro riguarda la formazione del volonta-rio, che dovrebbe essere posta allʼattenzione dello Statoe delle Regioni con unʼelevata priorità. Non ci sonoormai più dubbi che il volontariato di protezione civile siaindispensabile per la gestione delle emergenze e daesso si richiedono sempre maggiore professionalità e

specializzazione. Conseguentemente la sua forma-zione, senza peraltro intaccare il principio base dellibero e volontario associazionismo, deve essereassistita e aiutata e non lasciata a cura delle asso-ciazioni stesse cui sono semplicemente conces-si qualche contributo e la gentile presenza del-

lʼassessore di turnoalle manifestazioni,come troppo spessosuccede.

Un quinto pilastroimportante riguarda le

dotazioni tecniche. Oggi siottengono risultati soddisfacenti

nellʼorganizzazione dei soccorsi sol-tanto se si dispone di idoneo equipaggiamento edi valide e moderne attrezzature, che non solosono scarse ma altresì lasciate alla discrezionedelle singole associazioni. Attualmente lo Stato e leRegioni possono concedere contributi a tali scopi,ma le risorse a disposizione sono esigue, se con-frontate con le esigenze di quasi un milione e mezzodi operatori attivi. Si aggiunga, inoltre, che è previstoun criterio selettivo che premia chi è stato in grado dipresentare le richieste in modo burocraticamente cor-retto e in tempo utile. Non esiste il criterio di predilige-

re quelle associazioni che ne hanno più bisogno o sonopiù meritevoli. Al tema delle modalità di concessione dicontributi alle associazioni di volontariato di protezionecivile il Regolamento (D.P.R. 8 febbraio 2001, n. 194)dedica ben sette articoli su diciassette e ciò starebbe asignificare la grande importanza che la norma gli attri-buisce. Il risultato è abbastanza deludente, perché i con-tributi sono assegnati sulla base di una disponibilitàannuale assolutamente insufficiente, con criteri eccessi-vamente burocratici e in percentuale ridotta al di sottodel cinquanta percento rispetto alle esigenze prospetta-te. I criteri in tema di concessione di contributi che siauspicano per ottimizzare lʼaiuto dello Stato e delleRegioni, dovrebbero essere basati, invece, su unʼindagi-ne di merito, di specializzazione delle singole formazio-ni volontarie e di validità delle attrezzature richieste. Inaltri e più chiari termini, unʼassociazione è utile solo se èaddestrata e se ha anche le attrezzature idonee per lʼin-tervento richiesto, altrimenti è soltanto di peso. Anchesotto lʼaspetto burocratico, la concessione dei contributipotrebbe essere semplificata e snellita, peraltro conte-stualmente alla predisposizione di accertamenti preven-tivi e controlli successivi che la Pubblica

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Amministrazione dovrebbe obbligatoriamente fare.

Un sesto pilastro riguarda i rimborsi delle spese soste-nute nelle attività di protezione civile e i rimborsi ai dato-ri di lavoro degli emolumenti versati ai lavoratori. Anchein questo campo spesso i ritardi sono eccessivi e le pro-cedure defatiganti.

Il settimo pilastro dovrebbe riguardare la rivalutazionedella rappresentatività delle associazioni nellʼambitodelle strutture istituzionali di protezione civile. Il proble-ma si pone a livello centrale, ove opera il Comitatonazionale del volontariato di protezione civile, ma anchea livello regionale. Pluralità, diffusione, esigenze mul-tiformi e professionalità raggiunte dalle associazioni divolontariato sono ormai così elevate che sarebbe vera-mente un errore non avvalersi di un organismo di coor-dinamento sia a livello centrale sia regionale, pur salva-guardando le competenze istituzionali di chi ha laresponsabilità politica e tecnica in tema di protezionecivile ai vari livelli. Le competenze dei predetti Comitati,del resto elettivi, non possono essere limitate alla solaconsulenza generica nei confronti delle Autorità istituzio-nali, ma a loro si può e si deve chiedere di essere anchei portatori degli interessi delle associazioni che rappre-sentano e, inoltre, i portavoce degli intendimentidellʼAutorità nei confronti delle stesse associazioni.

Infine un ultimo pilastro, lʼottavo, della nuova leggeche immagino. Eʼ assolutamente necessario ridisegnareil rapporto stesso tra Pubblica Amministrazione eVolontariato, che non può continuare a essere attivatosoltanto in occasione delle emergenze. La costanteconoscenza reciproca, lʼattenzione continua, non soloda parte delle Associazioni stesse ma, altresì, da partedelle Autorità di protezione civile, alle condizioni logisti-che, di addestramento, di specializzazione e di efficien-za in previsione dellʼimpiego dei volontari, sono presup-posti essenziali ai fini di un coordinato ed efficace impie-go del Volontariato.Lʼattenzione della Pubblica Amministrazione, se si vuoleefficienza ed efficacia, deve essere senza soluzione dicontinuità nel tempo, così come avviene nei Corpi arma-ti dello Stato anche in tempo di pace e non solo in tempodi guerra.

Ho toccato sinteticamente i problemi e le esigenzeessenziali del volontariato di protezione civile. La mate-ria non è esaurita in queste note che desidero conclu-dere ribadendo lʼesigenza di un nuovo rapporto traPubblica Amministrazione e Volontariato. Si riuscirà in questo intento? Chi ha responsabilità di governo o parlamentare e ha acuore la protezione civile dovrebbe considerarlo uncompito prioritario.

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(*) Luigi Manfredi (79 anni) è torinese d’origine,coniugato, due figli. Risiede a IMPERIA.Generale di Corpo d’Armata degli Alpini in congedo .Laureato in scienze strategiche, ha compiuto i suoi studi pressol’Accademia militare di Modena ed ha frequentato la Scuola diGuerra in Italia ed in Germania.E’ stato Addetto Militare presso L’Ambasciata d’Italia a Bonn eComandante del 4° Corpo d’Armata Alpino.Già responsabile del Dipartimento per la Protezione civile pressola Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ha condotto studi per lasalvaguardia ecologica della Liguria di Ponente, per il recupero ela valorizzazione delle antiche mura e fortificazioni di Genova, perla semplificazione dei rapporti tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini, per l’organizzazione delleattività di soccorso e la lotta antincendio boschivo, per il riordinamento delle Truppe alpine e la miglioreutilizzazione del personale militare.E’ stato Senatore eletto nella XIII e XIV legislatura.E’ vicepresidente dell’ISPRO, l’Istituto di Studi e Ricerche sulla Protezione Civile e Difesa Civile presiedu-to da Giuseppe Zamberletti.

Due parole col nostro direttore

Gentile Generale,La ringrazio per il Suo scritto che dimostra, innanzitutto, onestà intellettuale. I volontari non

vanno solo lodati quando, sporchi di fango o di polvere, si sono “ritrovati“ sullʼennesima emergenza.Le chiedo una cosa, secondo Lei si potrà mai arrivare ai “pompieri comunali” (volontari, come in Francia,Germania ma anche Trentino e Alto Adige) che, oltre a intervenire - nellʼimmediato - in caso di micro/macro cala-mità, possano occuparsi anche del “soccorso tecnico urgente” (quanto meno in prima istanza e, ovviamente, for-mati a dovere)?In Italia i tempi di risposta della macchina VVF superano ancora abbondantemente i 20ʼ...con punte che toccanole 2 ore. In quanto a numero di VVF volontari rispetto a quelli di ruolo, lʼItalia è fanalino di coda dʼEuropa, supe-rata persino dal Mozambico.

A. A. Mangano

Caro direttore,per rispondere alla sua importante domanda, sono assolutamente convinto che sia possibile realizzare

quanto lei auspica. Sarebbe, però, necessario avere una classe politica che non pensi soltanto al proprio orticelloelettorale ma abbia il coraggio di imporla.

Ce lʼabbiamo? Penso proprio di no! Luigi Manfredi.

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DATI PROVVISORIIn termini provvisori e di stima, il confronto dei dati stati-stici relativi al fenomeno degli incendi boschivi, relativa-mente al periodo 1 gennaio – 12 agosto, con riferi-mento allʼanno precedente, evidenzia un marcatoaumento del numero degli eventi (circa il 79% in piùdi incendi rispetto allʼanno precedente) associato ad unconsistente aumento delle superfici colpite (circa il104% in più di superficie totale rispetto allʼanno pre-cedente. Rispetto allʼanno 2011 si registra in particolareun maggiore incremento (+146%) delle superfici bosca-te rispetto a quelle non boscate (+61%).

Durante il periodo di attenzione invernale e in prima-vera, a causa delle particolari condizioni climatiche edei conseguenti fattori predisponenti sfavorevoli chehanno interessato alcune Regioni settentrionali(Lombardia, Liguria, Piemonte, Friuli VG) e centro-meri-dionali (Toscana, Campania, Calabria, Lazio, Basilicata)si sono verificati numerosi incendi in più rispetto allamedia del periodo (+130%): questo dà ragione di un

dato provvisorio al di sopra della media per questeRegioni in relazione al periodo.

Complessivamente, con riferimento alla data del 12 ago-sto 2012 e ferme restando le gravi situazioni registratein Sicilia i cui dati non sono ancora quantificabili, le mag-giori criticità si riscontrano in Sardegna (805),Campania (677), Calabria (635), Puglia (560),Toscana (504) e Lazio (467): in queste Regioni si sonoconcentrati ad oggi quasi il 70% del totale degli even-ti e delle superfici totali percorse dal fuoco.

Si registra rispetto allʼanno 2011 un lieve aumento dellasuperficie media (+14%) percorsa dal fuoco per incen-dio: in valore assoluto essa si attesta a 6,2 ha, un datocomunque ben al di sotto della media di lungo perio-do quarantennale, pari a 12 ha. Questa tendenza, oltreche ricollegarsi a fattori ambientali e climatici, è un indi-catore del progressivo miglioramento dellʼefficienzadellʼorganizzazione di contrasto.

ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E CONTRASTOAGLI INCENDI BOSCHIVI

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ATTIVITÀ DEL CORPO FORESTALE DELLO STATONEL SETTORE A.I.B.

Il Corpo forestale dello Stato collabora con le Regioni,che hanno competenza primaria nel campo degli incen-di, attraverso Convenzioni e Accordi di Programmache prevedono lʼimpiego del Corpo in attività di previsio-ne, prevenzione, coordinamento, lotta attiva, partecipa-zione nelle SOUP (Sale Operative UnificatePermanenti), rilievo delle superfici percorse dal fuoco.

Il monitoraggio e lʼanalisi del fenomeno è realizzato dalCorpo forestale dello Stato mediante specifiche proce-dure informatiche in seno al Sistema Informativo della

Montagna e che consentono lʼaggiornamento del“Fascicolo Territoriale” costituito per la gestione ditutte le specifiche informazioni territoriali, funzionali siaalle attività di polizia che di protezione civile. Attraversoil fascicolo territoriale viene reso disponibile il sistemati-co rilievo delle superfici percorse dal fuoco, che puòessere utilizzato dai Comuni per la realizzazione delcatasto delle aree incendiate.

Di fondamentale importanza è lʼattività preventiva attua-ta con il controllo del territorio e lʼattività investigati-va e repressiva che viene portata avanti in autonomiacon personale altamente specializzato e che consentedi individuare le cause di innesco.

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Per la segnalazione di emergenze ambientali (tra cui gliincendi boschivi) è sempre attivo 24 ore al giorno ilnumero telefonico di pubblica utilità 1515, che coordinalʼattività sul territorio di pattuglie specifiche di prontointervento. Fino al 10 agosto sono giunte al numero1515 oltre 52.000 chiamate che hanno portato a circa13.000 segnalazioni di emergenza, la maggior partedelle quali (oltre il 65%) sono relative ad incendi boschi-vi e altre richieste di soccorso.

Il CFS dispone sul territorio nazionale di 15 CentriOperativi Antincendi Boschivi (COAB), nonché di unarete di Nuclei operativi speciali e di protezione civile(NOS), distribuiti in 20 presidi permanenti nelle 15regioni a statuto ordinario. Eʼ prevista inoltre la possibi-lità per i Comandi Regionali di istituire nei periodi a mag-gior rischio ulteriori presidi temporanei allʼuopo attiva-bili in caso di necessità. Nel corso della Campagna AIBestate 2012 ne sono stati individuati in totale 25,distribuiti in 8 Regioni, portando così a 45 il numerocomplessivo dei NOS presenti a livello nazionale. Alle

predette strutture sono assegnateidonee risorse strumentali e perso-nale specializzato del Corpo chepuò allʼoccorrenza agire autonoma-mente ovvero in collaborazione conle altre componenti della protezionecivile a livello locale e nazionale.Complessivamente a livello nazio-nale, il CFS dispone sul territorio di214 autobotti per le attività AIB.

In quasi tutte le Regioni ad eccezio-ne di quelle a Statuto speciale enelle Province autonome, il perso-nale del CFS è impegnato altresìnelle attività di Direzione delleOperazioni di Spegnimento(DOS), compito che richiede specifi-ca professionalità ed esperienzaanche per il coordinamento delleoperazioni antincendio boschivo diaerocooperazione.

Il Corpo forestale dello Stato èanche costantemente impegnatoper mettere a punto lʼorganizzazio-ne,le azioni, le tecniche e le meto-dologie più innovative ed efficaciper contrastare e controllare il feno-meno ed agire in maniera coordina-ta e sistemica nei vari livelli, da quel-lo centrale a quelli territoriali e loca-li, in sinergia fra i numerosi soggetti

istituzionali coinvolti. In questo contesto, al fine di offrireuna risposta immediata alle istanze delle aree che ognianno vengono flagellate dal fenomeno degli incendiboschivi, con particolare riguardo al MezzogiornodʼItalia, il Corpo forestale dello Stato ha messo in campostrumenti tecnologicamente avanzati, in grado di elabo-rare, in tempi celeri, una notevole quantità di informa-zioni per il supporto alle decisioni. Dallʼanno 2010 nelleRegioni Campania, Basilicata, Calabria e Puglia,sono entrati permanentemente in esercizio i 19 mezzispeciali (Centrali Operative Mobili, Comandi StazioneMobili, Laboratori Mobili) assegnati agli Uffici territorialidel CFS e realizzati con i fondi europei dellʼObiettivo/1– PON Sicurezza. Per lʼimpiego dei mezzi speciali sonostate formate 256 unità di personaledellʼAmministrazione nelle quattro Regioni PON-Obiettivo1. Nella Direttiva Operativa 2012 è quindi pre-visto un pieno utilizzo delle attrezzature e del personalecosì formato, anche per le attività di presidio del territo-rio e di monitoraggio durante il periodo critico della cor-rente campagna AIB estiva.

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ATTIVITÀ DEL CENTRO OPERATIVOAEREO DEL CFS

Il Centro Operativo Aereo del CFS, ha in dotazione 35elicotteri utilizzabili per attività AIB.In particolare, i 4 elicotteri pesanti Erikson S-64F,capaci di scaricare sulle fiamme fino a 10.000 litri diliquido estinguente, sono gestiti dal 2009 in convenzio-ne con il DPC/COAU, utilizzando anche piloti e tecnicidel Corpo forestale dello Stato.

In base alle Convenzioni e agli Accordi di Programmavigenti con le Regioni a Statuto ordinario, è stato inoltre

definito, a partire dal 2009, lʼimpiego degli elicotteri delCorpo forestale dello Stato nellʼambito delle flotte aereeregionali, con il contributo finanziario delle Regionimedesime per circa 2,5 mln di euro.

I velivoli impiegati in regime di Convenzione nel2012 sono in totale 12, distribuiti in 7 Regioni.Grazie a questa sinergia istituzionale tra Enti di Statoe Regioni si realizza un virtuoso incremento di effi-cienza ed economicità dellʼintero sistema, consen-tendo da un lato di dislocare i velivoli nelle aree regionalipiù a rischio e dallʼaltro di realizzare un migliore impiegodelle risorse finanziarie pubbliche.

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corso del biennio addestrativo, con uno specialemodulo di “Esperto in investigazioni AIB” al fine diaumentare la capacità di coordinamento info-inve-stigativa dei reparti territoriali, dedicati alle attivitàdi repressione del reato dʼincendio boschivo.

Il compito di queste pattuglie specializzate è quello diintervenire su indicazione del personale N.I.A.B. a livel-lo centrale, su richiesta della Centrale OperativaRegionale o dʼiniziativa, in ausilio ai Comandi Stazione,per quanto concerne lʼindividuazione dellʼarea dʼinsor-genza dellʼincendio e la conseguente attività di reperta-zione tecnica e successiva richiesta di accertamenti sulmateriale sottoposto a sequestro penale.

Questa potenziata organizzazione ha consentito, dallʼi-nizio del corrente anno, con riferimento alla data del 10agosto, di denunciare a piede libero per il reato diincendio boschivo, 295 persone e di trarne in arre-sto 7 in flagranza di reato, con un aumento di oltre il40% nel numero degli autori identificati del reato in paro-la, sempre rispetto al stesso periodo dello scorso anno.Sul totale delle comunicazioni di notizie di reato emessefinora nel 2012, il 10% è relativo ad eventi dolosi men-tre il 90% si riferisce ad eventi colposi.

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ATTIVITÀ INVESTIGATIVA DEL CFSDATI PROVVISORINel corso degli ultimi mesi lʼazione del CFS, attraversola competente Divisione 3^, si è concentrata sia nelcampo delle attività di prevenzione che di repressionedel fenomeno degli incendi boschivi.

Considerati gli ottimi risultati conseguiti dallʼattività dianalisi del NIAB, per lʼindividuazione delle aree delPaese in cui è particolarmente ripetitivo il fenomenodegli incendi boschivi e dal conseguente supporto ope-rativo messo in atto a partire dalla campagna AIB 2010,si è ritenuto utile concentrare lo sforzo anche in sedeprevenzione del fenomeno, garantendo nelle regioni delmezzogiorno dʼItalia, un presidio particolarmenteattento nei periodi di pericolosità degli incendi boschividal 15 luglio al 15 settembre.

Nel settore della repressione del fenomeno, i ComandiRegionali hanno provveduto per lʼanno 2012, come deli-neato nella Direttiva Operativa di II livello, ad assicurareche siano impiegate almeno 2 unità di repertatori e diinvestigatori per provincia, coordinati dai nuovi 113funzionari, recentemente entrati in ruolo il primoluglio, che sono stati appositamente formati nel

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Le istruzioni per la votazione, laconvocazione formale e lʼattodi delega per chi non potrà

partecipare, come già avvenuto inpassato, saranno oggetto di unaapposita comunicazione. Vi antici-piamo alcune informazioni di carat-tere pratico.

RAGGIUNGERE FOSSANOPer chi arriva in autostrada è consi-gliabile la A6 Torino-Savona conuscita al casello di Marene o diFossano. Uscendo a Fossano per-correre lʼintero raccordo autostrada-le (circa 6 km) che termina alla gran-de rotonda posizionata allʼingressodella città. La sala è ubicata nelleimmediate vicinanze.

LA SALA PER LʼASSEMBLEAIl Comune di Fossano, da semprevicino alla nostra realtà di volonta-riato, ha messo a disposizione perlʼintera giornata (dalle h. 08.00 alleh. 20.00) la Sala Congressi “Brut eBon”, un ampio salone dedicato allamemoria di un noto artista fossane-se, autore tra lʼaltro di una bellissi-ma poesia dialettale - la “Cioca delfeu” – dedicata ai VVF volontari fos-sanesi. S itrova nella parte bassa della città(piazza Dompè/Foro Boario) edispone di un ampio parcheggio, uti-lizzabile anche dai camper. Presidioecologico camper Area ServizioAGIP, in Via Regina Elena, allʼuscitadel paese sulla statale per Bra -Cervere

CENA E PERNOTTAMENTOChi desidera pernottare in città lanotte precedente o successivaallʼAssemblea può usufruire dellʼap-posita convenzione stipulata con ilDama Hotel (Via Circonvallazione,10 – 12045 Fossano – tel.0172/69.18.60 – fax 0172/65.73.43– [email protected] –www.damahotelfossano.com) cheprevede le seguenti tariffe preferen-ziali per lʼANVVFV in pernottamentoe prima colazione:

FOSSANO (CN)A OTTOBRE LʼASSEMBLEA

PER IL RINNOVO DELLECARICHE ASSOCIATIVE NAZIONALI

La provincia di Cuneo avrà lʼonore di ospitare laprossima Assemblea della nostra Associazione,

prevista a Fossano per la giornata di sabato 6 ottobre.Si tratta di un appuntamento importante in quanto si

terranno le elezioni per la formazione del nuovo Consiglionazionale nonché le votazioni per lʼapprovazione

del bilancio economico associativo.

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- camera doppia uso singola = 45 euro

- camera doppia/matrimoniale = 65 euro

- camera tripla = euro 85

Visto il numero delle camere legate alla tariffa promo-zionale riservataci è importante far pervenire allʼhotel lapropria adesione preferibilmente entro il 20 settembre.Sono garantite queste tariffe anche in altre strutturealberghiere presenti in Fossano ma– importante - la prenotazione andràsempre e comunque fatta presso ilDama Hotel che si occuperà dellagestione delle camere.

LʼHotel è a Vs disposizione persuggerirVi eventuali locali per lacena. Vi segnaliamo comunque ilvicino ristorante/pizzeria Salfood(via Torquato Tasso 9 – tel.0172/69.53.49 – www.salfood.it –aperto dalle h.19.00 alle h.24.00)che offre sempre un trattamentoparticolare ai tesserati dellʼANVVFV.Si consiglia la prenotazione.

PRANZO DURANTE I LAVORIA fianco della citata Sala “Brut eBon” per lʼintera giornata dei lavorifunzionerà il Bar Ristorante “DaLory” (Piazza Dompè, 13 – tel.

338/852.13.32) che offrirà anche la possibilità di pran-zare a buffet alla tariffa particolare di 15 euro (piatti inplastica, posto a sedere).Per motivi organizzativi del gestore è richiesta la preno-tazione.

Il menù preparato per lʼoccasione prevede:

- antipasti alla piemontese (vitello tonnato, fettina allʼal-bese, verdure con bagna caoda, salciccia e funghi, insa-lata del contadino)

- ravioli al ragù

- bis di dolci

- sono inclusi vino, acqua e caffè

ATTRAZIONI TURISTICHELa città di Fossano e i dintorni sono ricchi di attrazionituristiche.Citiamo ad esempio il castello dei Principi di Acaja, lefortificazioni cinquecentesche e le numerose chiese (laCattedrale, le chiese della S.S. Trinità e di S.Filippo)oppure la vicina Bene Vagienna, bandiera arancione delTouring Club, conosciuta per gli scavi romani in frazioneRoncaglia.

Chi desiderasse maggiori informazioni può contattare illocale ufficio turistico consultando i siti www.iatfossane-se.com, www.touristlab.it, www.comune.fossano.cn.it

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D I S T A C C A M E N T I

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EUFEMINO D’ARGENTO PER I

POMPIERI VOLONTARI DI ERBAAlla presenza di autorità civili, militari e a una numerosa rappresentanza della città è stata conferita ai Vigili del FuocoVolontari di Erba, la massima benemerenza rilasciata dallʼamministrazione comunale erbese: lʼEufemino dʼargento.

A cura di Glauco Bartesaghi

Questʼanno, oltre ai pompierierbesi, hanno ricevuto la bene-merenza 4 associazioni di

volontariato e un frate dellʼospedaleFatebenefratelli di Erba; la serata èstata allietata da brani musicali cantatidal coro dellʼUniversità della Terza Etàdi Erba.Presente alla cerimonia S.E. il Prefettodi Como Dott. Michele Tortora che èintervenuto compiacendosi per questoriconoscimento conferito a organizza-zioni di volontariato e ne ha rimarcatola fondamentale opera che svolgono afavore della comunità.Erano presenti anche il CommissarioCapo della Polizia di Stato MarcoGrimaldi in rappresentanza delQuestore di Como; il Sottotenente deiCarabinieri Sabina Ferraris in rappre-sentanza del Comando di Como e ilLuogotenente Luciano Gallorini dellaStazione Carabinieri di Erba. Poi ilMarescialo Capo DomenicoMontenegro della Guardia di Finanza inrappresentanza del Comando GdF diComo e il Comandante della PoliziaLocale di Erba Marco Giglio.Venuto a conoscenza dellʼevento ilDirettore Regionale dei Vigili del Fuocodella regione Lombardia, AntonioMonaco, si è complimentato per lʼambi-to riconoscimento e ha fatto i suoi per-sonali auguri a tutto il personale in ser-vizio e a riposo. Profondo rammaricoha destato lʼassenza alla serata delComandante Provinciale dei Vigili delFuoco di Como e o di un suo delegato.

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IVigili del Fuoco Volontari di Erba fanno parte delCorpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e sono coordi-nati direttamente dal Comando Provinciale di Como.

Operano sul territorio da 112 anni. I primi documenti adisposizione portano la data del 22 luglio 1901.Nellʼanno successivo il Sindaco di Erba Zappa, lʼasses-sore Gaffuri per Incino e il Sindaco di Crevenna Ballabionominano i primi undici pompieri.A Erba Alta la prima sede, le chiamate dʼintervento avve-nivano con il suono delle campane a martello. Negli anniʻ30 la direzione fu affidata al colonnello Monti e al SignorDino Guida. Alla fine degli anni ʻ30 il “Corpo dei CiviciPompieri” si trasferisce in via Dante. Alle soglie dellaseconda guerra mondiale, il comando del Corpo passaallʼing. Pozzoli, il quale mise a disposizione una partedel capannone dove sorgeva la ditta paterna che fabbri-cava le famose stufe “brianzole”.Nel 1946, fra i pompieri di Erba si costituì la cooperativadel “Mutuo Soccorso”. La società per statuto durò diecianni e attuava numerose iniziative a favore dei soci incondizioni di bisogno, nonché ai famigliari dei pompieri

deceduti per cause di servizio.Negli anni ʻ50 la sede si trasferì invia Turati, dove i custodi, che rice-vevano le chiamate, azionavano lasirena posta sul campanile dellachiesa di S. Eufemia. Con i mezziFiat 1100 ELR e una Isotta Fraschiniaffrontavano interventi sempre piùimpegnativi, lʼacqua era prelevatadagli idranti e dai fontanili.Il comando da Antonio Buzzi passònel 1964 a Luigi Frigerio. Dal 1965inizia il lungo comando del geom.Buzzi Gerolamo figlio di Antonio,trentun anni per la precisione. Fuquesto un periodo ricco di vicende eavvenimenti, a partire dalla conse-gna, finalmente, di una autopompa,grazie alla protesta dei pompieri eallʼinteressamento del SindacoBartesaghi. Nel corso di questi 112anni gli interventi sono stati innume-revoli, per avere un dato:la media diquesti anni si avvicina a 500 inter-venti annuali.

Attualmente il distaccamento diErba è guidato da Ferruccio Miotto,funzionario tecnico antincendivolontario, supportato da 7 capi

squadra e 25 vigili del fuoco con competenza su 17Comuni per unʼarea di circa 97 km2.Ogni giorno, ogni notte i Vigili del Fuoco Volontari sonopronti ad intervenire a soccorso di persone, a salva-guardia di beni, a tutela dellʼambiente. La rapidità dʼin-tervento, la competenza e lʼesperienza acquisita in atti-vità di protezione civile, si sono dimostrate fondamenta-li nellʼopera di soccorso alle popolazioni colpite da cala-mità naturali o in occasione di grandi eventi disastrosi.I Vigili del Fuoco di Erba sono impegnati a fianco deibambini dal 1989, da quando cioè Il Corpo Nazionaledei Vigili del Fuoco ha ricevuto la nomina di“Ambasciatore di Buona Volontà” da parte del ComitatoItaliano per lʼUnicef.Una squadra pronta a rispondere alle chiamate di soc-corso e a prendere decisioni importanti anche in pochisecondi, così che ogni intervento sia portato a terminenel modo migliore. Di certo ognuno di loro porterà nelproprio cuore la felicità di aver salvato qualcuno e neipropri occhi le immagini di scene che rivivranno per tuttala vita.

PROFILO VIGILIDEL FUOCO VOLONTARI

DI ERBA

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D I S T A C C A M E N T I

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Anche la sezione di Pavia della ANVVFV è stata insignita dʼuna prestigiosa benemerenza provinciale“...movendo da sentimenti di solidarietà, opera in tutto il territorio provinciale con efficienza e spirito

di abnegazione, dedicandosi alla salvaguardia della sicurezza e dellʼincolumità dellʼintera comunità.”.

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T I P O L O G I E D ’ I N T E R V E N T O

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LL’’IINNCCEENNDDIIOO NNEELLLLEE SSTTRRUUTTTTUURREE

DDII PPRREEGGIIOO SSTTOORRIICCOO EE AARRTTIISSTTIICCOO

La Federazione dei Corpi Vigili del Fuoco volontari della Provinciadi Trento in collaborazione con il Corpo Nazionale dei Vigli delFuoco, Il Servizio Antincendi della P.A.T., lʼOrdine professionaledegli Ingegneri, il Castello del Buonconsiglio, i Vigili del fuocovolontari dellʼUnione di Mezzolombardo e del Corpo VV.F.VV. di Ton,ha organizzato un seminario sullʼincendio nelle “strutture tutelate”.Convegno e particolari manovre antincendio, si sono svolte nellacaratteristica cornice di Castel Thun, maniero visitato da 141milapersone nel 2010, anno in cui fu riaperto dopo un delicato restauro.

a cura di Antonio Ascanio Mangano

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Quando la salvaguardia dei beniraggiunge un’importanza notevole,

occorre asportare e conservarele opere d’arte contenute nei

fabbricati storici.

L'approvvigionamentoidrico: Castel Thun non è

raggiungibile con mezziantincendio "pesanti".

(nella foto sopra un"vascone" di rimando).

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T I P O L O G I E D ’ I N T E R V E N T O

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Sono vivi in tutti noi i concitatimomenti del “salvataggio”della Sacra Sindone dal

Duomo di Torino avvolto dalle fiam-me, mentre dal soffitto piovevanoettolitri dʼacqua, era la notte tra lʼun-dici e il dodici aprile del 1987. Noveanni più tardi le fiamme avevano,invece, interamente distrutto il GranTeatro della Fenice e, nel 2010, erastata lʼacqua di spegnimento a dan-neggiare una tela del Tiziano che sitrovava fissata sul soffitto dellaBasilica della Salute di Venezia (neavevamo parlato su VFV n°6/2010).Come intervenire quindi in un edifi-cio tutelato, nella malaugurata ipote-si si sviluppi un incendio, quando lasalvaguardia dei beni raggiungeunʼimportanza notevole? Come limi-tare al massimo i danni da acqua ecome asportare e conservare le opere dʼarte contenutenei fabbricati storici.

Lʼingegner Bosetti (Direttore dellʼUfficio PrevenzioneIncendi del Corpo Permanente VVF di Trento) ha rimar-cato quanto sia notevole lʼimportanza della salvaguardiadei beni durante lʼintervento in un edificio “tutelato” dallaSovrintendenza.

Silvano Zamboni (Castello di Buonconsiglio) ha sottoli-neato lʼimportanza di formare i vigili del fuoco al tratta-mento e allʼevacuazione dei beni culturali, dopo il fattocalamitoso. «I volontari vanno coinvolti e motivati – hadetto – quando un bene culturale va distrutto, è comeaver perduto uno di famiglia.» (portando lʼesempio de LaFenice per i veneziani).

Dal maggio 2007, tra lʼaltro, anche in Italia è stata intro-dotta la possibilità di impiegare lʼapproccio ingegneristi-co (Fire Safety Engineering) per la progettazione dellasicurezza antincendio degli edifici e delle attività produt-tive. Questo nuovo approccio risulta particolarmente effi-cace nella progettazione delle costruzioni prive di normetecniche specifiche, nellʼottenimento delle deroghe diprevenzione incendi, negli interventi sui beni culturali esugli edifici complessi. Su questi aspetti hanno relazio-nato Emanuele Gissi (vicecomandante ComandoProv.le VVF di Genova), e Giovanni Longobardo(Direzione Centrale Prevenzione e Sicurezza Tecnicadel CNVVF), questʼultimo ha fatto un apposito studiosullʼesodo in caso dʼincendio proprio da Castel Thun.

«Castel Thun rappresenta sicuramente unʼinteressanteopportunità per lʼapplicazione di quanto previsto nel DM

Interno 9 maggio 2007 - Direttive per lʼattuazione del-lʼapproccio ingegneristico alla sicurezza antincendio.» -ha detto Longobardo durante il suo intervento.«Infatti il campo applicativo del Decreto Ministerialecomprende sia Insediamenti di tipo complesso o a tec-nologia avanzata, sia Edifici di particolare rilevanzaarchitettonica e/o costruttiva, ivi compresi quelli prege-voli per arte o storia o ubicati in ambiti urbanistici di par-ticolare specificità.».

In una prima fase occorre valutare vincoli progettualiderivanti, in questo particolare caso, da esigenze pecu-liari dellʼattività, vanno altresì studiate le caratteristichedegli occupanti in relazione alla tipologia dʼedificio e alladestinazione dʼuso prevista. Vanno identificati gli “obiet-tivi di sicurezza antincendio” va garantita la sicurezza

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degli occupanti e dei soccorritori, occorre inoltre valuta-re il danno accettabile e le condizioni limite dʼincendio.

Ma quali sono gli obiettivi indicati nella direttivaCE/89/106:

� La capacità portante dellʼopera deveessere garantita per un periodo di tempo deter-minato;

� La propagazione del fuoco alle operevicine deve essere limitata;

� Gli occupanti devono essere in grado dilasciare lʼopera o di essere soccorsi altrimenti;

� Deve essere presa in considerazione la

sicurezza delle squadre di soccorso.

Questi obiettivi coincidono con lasicurezza antincendio che è orienta-ta alla salvaguardia dellʼincolumitàdelle persone ed alla tutela dei benie dellʼambiente. Questa dʼaltronde èla mission del CNVVF e anche deiCorpi VVF Volontari.

Nel processo dʼindividuazione degliscenari dʼincendio di progetto, devo-no essere valutati tutti gli incendirealisticamente ipotizzabili, sce-gliendo i più gravosi per lo sviluppoe la propagazione del fuoco, la con-seguente sollecitazione strutturale,la salvaguardia degli occupanti e lasicurezza delle squadre di soccorso.

La norma tecnica statunitenseNFPA 101 fornisce utili indicazioni

sugli scenari dʼincendio.ANCHE GLI OCCUPANTI, CON LE LORO CARATTE-RISTICHE COMPORTAMENTALI DOVUTE AD ETAʼ,GENERE, RAZZA, PERSONALITAʼ INDIVIDUALI,EVENTUALI DISABILITAʼ, FANNO PARTE INTEGRAN-TE DELLO SCENARIO DI RIFERIMENTO .

Lʼincendio di progettoLʼincendio di progetto è la descrizione quantitativa di unfocolaio previsto allʼinterno di uno scenario di incendio.Il termine scenario di incendio di progetto indica ladescrizione qualitativa dellʼevoluzione di un incendioche individua gli eventi chiave che lo caratterizzano eche lo differenziano dagli altri incendi. Di solito può com-prendere le seguenti fasi: innesco, crescita, incendiopienamente sviluppato, decadimento. In questa fase sideve anche definire lʼambiente nel quale si sviluppa lʼin-cendio di progetto ed i sistemi che possono avere impat-to sulla sua evoluzione, come ad esempio eventualiimpianti di protezione attiva.

Nella seconda fase occorre dapprima scegliere ilmodello di calcolo: Lʼadozione di metodi calcolo sofisti-cati presuppone ovviamente una particolare competen-za nel loro utilizzo, nonché una approfondita conoscen-za dei fondamenti teorici che ne sono alla base sia dellafluidodinamica dellʼincendio che delle teorie sullʼesododelle persone da ambienti confinati ed in presenza diincendio.

I modelli di calcolo nellʼingegneria antincendioI modelli di fluidodinamica computazionale costituisconolʼasse portante dellʼapproccio prestazionale ma occorre

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Inoltre è necessario ricordare cheanche altre “voci” dellʼingegneriaantincendio sono descritte damodelli matematici:

• la resistenza al fuoco dellestrutture;

• la reazione al fuoco dei mate-riali;

• i rivelatori di fumo e calore e letestine sprinklers ;

• gli impianti sprinkler e watermist;

• il comportamento dei vetri;• lʼesodo delle persone.

Nei modelli di simulazione di esodo è necessario carat-terizzare la popolazione di individui presenti in termini didimensioni medie normalizzate, velocità, lunghezze elarghezze delle vie di esodo, descrizione dei percorsiorizzontali e sub-orizzontali (scale), coefficienti di handi-cap da applicare ad eventuali persone con disabilità ,definizione degli intervalli di tempo che concorrono adefinire il tempo di evacuazione (tempo di rilevazione,tempo di allarme, tempo di pre-movimento e tempo dipercorrenza). «A titolo dʼesempio – ha proseguito Longobardo nel suointervento - le persone in movimento, mantengono unadeterminata distanza dalle pareti durante lʼesodo (forzadi repulsione). Inoltre, molto influisce la larghezza delleporte (parrà paradossale ma vi sono “modelli” doveporte con larghezza inferiore a 70mm non danno luogoa esodo. Va detto anche che la “densità” gioca un ruoloimportantissimo: 4/5 persone per mq comportano intol-lerabilità e panico (3,8 sarebbe il limite da non valica-re).» .

Ulteriori informazioni importanti riguardano la stima deltempo di evacuazione totale; in particolare, devonoessere fornite apposite indicazioni per permettere di sti-mare la valutazione di:• il tempo di rilevazione e segnalazione di allarmeincendio che dipende da vari fattori: presenza di unimpianto di rivelazione automatica dʼincendio, criterio diallarme utilizzato nella centrale di controllo e segnala-zione dellʼimpianto, nonché eventuale presenza di ritar-do introdotta prima che venga diramata la segnalazionedi allarme, ecc;• il tempo di inizio evacuazione e i valori che pos-sono ritenersi accettabili nelle varie circostanze;

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precisare che si può anche progettare mediante lʼausiliodegli algoritmi di Fire Dynamics che possono esserereperiti nella letteratura internazionale. Anzi è consiglia-bile, sia in fase pre-progettuale che in fase di verifica,lʼuso di tali algoritmi, di cui è però necessario conoscerele ipotesi che stanno alla loro base ed i limiti di utilizzo.

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in alto:in primo piano l'Ing. Giovanni Longobardo(Direzione Centrale Prevenzione e SicurezzaTecnica del CNVVF). In uniforme, al microfono,Emanuele Gissi (Direttore Vicedirigente C.doProv.le VVF Genova)

Sopra:’ingegner Bosetti (Direttore dell’UfficioPrevenzione Incendi del Corpo Permanente VVFdi Trento).

Pagina a fianco: E' importante formare i vigili delfuoco al trattamento e allʼevacuazione dei beniculturali, dopo il fatto calamitoso.

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• il tempo per raggiungere unluogo sicuro e le sue modalità di cal-colo, considerando anche gli even-tuali algoritmi che possono utilizzar-si qualora si voglia procedere conuna semplice determinazionemanuale.

Nella verifica di un sistema dievacuazione la variabile cheinteressa è il tempo, in partico-lare quello necessario per rag-giungere un luogo sicuro dovele persone possano fermarsi,tutelate dagli effetti dellʼincen-dio; tempo che deve risultarenotevolmente inferiore a quelloin cui si sviluppano le condizionidi incompatibilità ambientale.

Questi valori vengono identifica-ti nei riferimenti internazionali con i termini di RSET(Required Safe Escape Time) il primo, e di ASET(Available Safe Escape Time) il secondo.

La modellizzazione dellʼesodo di Castel ThunPer le simulazioni di esodo si è usato il softwarePathFinder della ThunderHead Engineering che èben rappresentativo dei modelli basati sul movimen-to e che nellʼultima versione prevede anche unacaratterizzazione di ciascuna persona che lo avvici-na ai modelli comportamentali.

PathFinder dispone di due opzioni per la descrizio-ne del movimento delle persone (agents):

� Il modo SFPE che implementa i concet-ti di Nelson e Mowrer riportati nel SFPEHandbook of Fire Protection Engineering: è unmodello di flusso dove le velocità di percorrenzasono determinate dalla densità degli occupantidentro ciascuna stanza ed il flusso attraverso leporte è controllato dalla larghezza delle stesse;

� Il modo Steering che è basato sullʼideadi comportamento di guida invertita tratto da unlavoro presentato da Craig Reynolds nel 1999.

Il modello informatico elaborato da Reynolds èbasato su i ʻboidsʼ ed è un modo per simulare i movi-menti coordinati visti in stormi di uccelli o pesci. Ilnome “boid” identifica un esempio delle creaturesimulate.Il modello originale si basa su tre comportamentidistinti:

1- Il comportamento della separazione che è statoutilizzato per prevenire situazioni in cui i membri delgruppo che si accalcavano uno sullʼaltro.

2 - Il comportamento dellʼAllineamento che è statoutilizzato per guidare tutti gli elementi del gruppo inuna direzione comune.

Infine il terzo comportamento, di coesione, serve alsingolo ʻboidʼ per ricavare la sua posizione media inrelazione ad altri “boids” ed ad ostacoli naturali.

Per le simulazioni del castello di Thun è stato usatoil modo Steering.

In PathFinder possono essere creati dei profili adhoc per gli occupanti e tali profili possono essereassegnati a tutti oppure solo ad alcuni, avendo glialtri occupanti assegnati eventuali altri profili.

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Con queste ipotesi di progetto la simulazione ha evi-denziato un tempo totale di evacuazione pari a 116secondi che però devono essere ben correlati con lasimulazione dʼincendio che prevede il focolaio dʼin-nesco al piano seminterrato. Infatti, poiché si sonoevidenziate delle criticità in questo scenario, occor-rerà indagare meglio sullʼinterazione con i prodottigassosi dellʼincendio.

Ma se Pathfinder è un software “proprietario”, esistonoapplicativi “opensource” molto validi ai fini della proget-tazione FSE (Fire Safety Engineering). FDS, versione 5– ad esempio - è un modello di “fluidodinamica compu-tazionale” di un flusso alimentato col fuoco. Il modello

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Nel caso in esame si è creato un ProfileThun che è così caratterizzato:

� Velocità degli occupanti descritto da una funzione di distribuzione del tipo normale standard con:

V media= 1,0 m/s Dev. Standard = 0,25 m/s

Limite inferiore = 0,75 m/s Limite superiore=1,25 m/s

� Larghezza del dorso descritta da una funzione di tipo uniforme con:

Limite inferiore = 42 cm Limite superiore= 54 cm

Inoltre è stato creato un comportamento Thun caratterizzato da:

un tempo di pre-movimento descritto da una funzione di distribuzione di tipo uniforme con:

Limite inferiore = 30 s Limite superiore = 60 s

Si sono adottati tali valori in quanto il Castello di Thun è dotato di un tipo di gestione di livello elevato classi-ficato M1 secondo BS PD 7974-6 ed un sistema di allarme anchʼesso di tipo diffuso e riportato ad una cen-trale operativa allocata allʼinterno della struttura stessa.

Infine si sono distribuiti i visitatori ai vari piani del castello, tenendo presente le prescrizioni procedurali chelimitano i visitatori totali a 240 unità, distribuiti in non più di 90 persone per piano. Nella simulazione ThunFullsi ha la seguente distribuzione:

Piano 3° - 87 persone

Piano 2° - 58 persone

Piano 1° - 35 persone

Piano T - 50 persone

Con queste ipotesi di progetto la simulazione ha evidenziato un tempo totale di evacuazione pari a 4 minu-ti e 46 secondi. Il terzo piano è stato lasciato dallʼultima persona dopo 207 secondi.

. Nella simulazione ThunPT si è invece ipotizzato un affollamento notevole solo al Piano Terra ed al 1°

Piano, per un totale di 103 persone.

In occasione del seminario, è stata ancheproposta una manovra d'incendio conattrezzature ed equipaggiamenti d'epoca.

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risolve numericamente una serie diequazioni Navier-stokes adatte perun flusso a velocità bassa, alimenta-to termicamente, mettendo in evi-denza fumo e calore prodotti dallʼin-cendio.Nella soluzione parziale delle equa-zioni di conservazione di massa,tempo ed energia sono approssima-te come differenze finite e la solu-zione è aggiornata nel tempo su unagriglia a 3 dimensioni lineari. Laradiazione termica è calcolata usan-do una tecnica a volume definitosulla stessa griglia del flusso soluto-re.

Le particelle “lagrangiane”(1) sonoutilizzate per simulare il movimentodel fumo, lo scarico degli “splinkler”e gli “spruzzi” di combustibile.

Smokeview, invece, è un program-ma associato a FDS che produceimmagini e “animazioniSmokeviewed” dei risultati.Smokeview è capace di visualizzarefuoco e fumo in maniera corretta erealistica. Per via dei suoi “rende-rings” tridimensionali, Smokeview èuna parte integrale del modello fisi-co poiché permette di valutare lavisibilità allʼinterno dʼun comparti-mento incendiato in modi che i tradi-zionali software non riescono a fare.

Sebbene nessuna parte del kitFDS/Smokeview sia stata adottatadal NIST (National Institute ofStandards and Technology) ci sonomolte componenti aggiuntive al FDS– sviluppate da terze parti - sia disponibili commercial-mente sia detenute da privati. La prima versione delFDS è stata rilasciata nel 2000.

[1] In matematica e fisica, ed in generale nel calcolo delle variazioni,l'equazione di Eulero-Lagrange, anche detta equazione di Eulero oequazione di Lagrange, è un'equazione differenziale la cui soluzione ètale da essere un punto stazionario per un dato funzionale.L'equazione è stata formulata da Leonhard Euler e Joseph LouisLagrange nel XVIII secolo. (fonte: Wikipedia)

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Tra le fonti: “Materiali del seminario” elaborati da Ing. Giovanni Longobardo(Direzione Centrale Prevenzione e Sicurezza Tecnica del CNVVFArea V – Protezione passiva)

“An introduction to Fire Simulation with FDS and Smokeview” autoreIng. Emanuele Gissi (Direttore Vicedirigente C.do Prov.le VVFGenova)

Si ringraziano: i relatori per il materiale fornito e per ladisponibilità; il Corpo Vigili del Fuoco Volontari di Ton,lʼUnione Distrettuale di Mezzolombardo e laFederazione dei Corpi VVF Volontari della ProvinciaAutonoma di Trento, per il supporto fornito e per la cor-diale ospitalità.

Utilizzati "mini-sistemi"ad acqua/schiuma com-presse, in dotazione aiCorpi VVF Volontari dellaVal di Non, e testato unsistema per la protezionedella respirazione a lungaautonomia.

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CASTEL THUNSCRIGNO PREZIOSO D’ARTE E DI STORIAUn lungo e peculiare lavoro di restauri ha reso possibile la sua visioneattuale, rendendo questo imponente castello unʼopera corale.

dal nostro inviato

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AN T I C H E D I M O R E

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La vista, all'imbrunire, da dentro le mura.

Il cantinone

La vecchia cucina

Il castello si poggia su un colle boscato

La stanza del Vescovo

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Nel 1992 la Provincia Autonoma di Trento acquisìCastel Thun, inclusi arredi e una parte importan-te dellʼarchivio della famiglia Thun. Il castello fu

affidato alla direzione del Museo del Castello delBuonconsiglio, di cui divenne quarta sede e fu quindioggetto dʼuna serie dʼinterventi: la conservazione dellacostruzione, lʼindividuazione e la valorizzazione di mobi-lie e suppellettili, nonché la reintegrazione delle dotazio-ni disperse. Ovviamente occorse adeguare la strutturaalle norme vigenti, al fine dʼagevolarne la visita.Il Castello del Buonconsiglio lavorò in piena sinergia conle Soprintendenze provinciali (storico/artistiche; archivi-stiche; architettoniche). Un cantiere straordinario doveogni scelta poneva a confronto esigenze, conoscenze esensibilità diverse, unʼopera corale.

Lʼapertura al pubblico segnò un importante traguardo: ilvisitatore si ritrova a percorrere un viaggio nel tempo,nellʼevoluzione dei modi e dei gusti dellʼabitare.Giungere al castello nelle diverse stagioni dellʼanno,offre uno spettacolo affascinante; in molte tele sonoinfatti riprodotti i paesaggi osservabili dalle finestre delcastello. Le porte fortificate ed i percorsi obbligati chepermettono ai visitatori, dapprima di salire, per poidiscendere nel giardino allʼitaliana (costruito tra le cintecastellari) e, infine, il prato con la fontana ottagonale chepare tuttʼun paesaggio sino alla Rocchetta.Il castello si poggia su un colle boscato e ha come sfon-do le montagne, innevate dʼinverno.

Per restaurare Castel Thun, occorse unʼarticolata cam-pagna di diagnostica preliminare, al fine di puntare adun restauro specialistico. Una criticità riguardava il tassoelevatissimo dʼumidità presente dallʼinterrato sino al

piano primo fuori terra: nel 2001 sidiede quindi inizio ai lavori di “deu-midificazione” delle murature e risa-namento degli intonaci degradatidallʼumidità. Venne creato un cuni-colo aerato perimetrale ed installatoun impianto funzionante per elettro-osmosi.

Nel 2007 sʼavviarono i progetti perlʼimpiantistica e per lʼilluminazione esi cominciarono le opere di restaurodi secondo e terzo piano, lavori ter-minati nel 2009. Le nevicate dellostesso anno costrinsero a lavori disolidificazione delle coperture erestauro della carpenteria in legnodel tetto. Fu lʼoccasione per accor-gersi di rimaneggiamenti eseguitinei secoli: tasselli e rappezzi sulle

travi e riparazioni.

Il Castello è raggiungibile a piedi attraverso un brevesentiero nel bosco, questʼanno sono previsti il restaurodel “cantinone” (spazio freschissimo dove sʼè tenuto ilseminario antincendi) ed il restauro delle facciate.

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Il colonnato ed il cortile interno. con il pozzo

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(La cronologia del restauro è trattada: LE TRE VENEZIE testata gior-nalistica multimediale di cultura, sto-ria, arte e turismo)

Castel Thun è un esempio raro eprezioso di dimora principesca, il piùimportante per la Provincia autono-ma di Trento e, in particolar modo,per la Val di Non. Scrigno preziosodʼarte e di storia, il castello è da sem-pre un luogo di meraviglie, un richia-mo costante di quello che dovetterosignificare, per le genti trentine di unpassato ormai lontano, il peso delpotere, la forza dellʼautorità, il fastodella ricchezza tradotto in edificiimponenti, in mura possenti.Unʼautentica miniera di arredi origi-nali, quadri e dipinti dʼaltissimo pre-gio ma anche di emozioni e rievoca-zioni al suo interno.

La storia della nostra Provincia si riappropria di un testi-mone silenzioso di quel che fu il potere di principi-vesco-vi nelle sue diverse stagioni e scrive una pagina importante su una delle famiglie nobiliari che – assieme ai

Lodron, agli Spaur e a poche altre – influirono in modosignificativo sulle vicende di questa terra. Un viaggio aritroso nella memoria, una piacevole “lezione di storia”che dà lʼemozione di attraversare otto secoli del nostropassato.

a cura di Franco PanizzaAssessore alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento

L'antica dimora protetta dalle mura.

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Equale storia merita di essere raccontata più di quella dellanostra vita? Anche quelle apparentemente più ordinarie,

nascondono pennellate originali e colori inaspettati.Lo stesso punto di vista uguale per ogni fotografia, dove arendere unico lo scatto sono le cose che ci rappresentano, glioggetti e le persone che amiamo, che ci raccontano, che cidefiniscono. In meno di 6 mesi la cornice ha ospitato 356 per-sone , 2 cani, 1 gatto, uno Zoo, 5 neonati, 1.354 lattine di birra,23 valigie, 2 frustini, 3 biciclette, 12 dischi dʼepoca, 45 pupaz-zi, qualche pagliaccio, gente non meno folle ma anche seriprofessionisti. 111 scatti per 111 diverse storie. Affidandosisolo a facebook in poco tempo la pagina di HyperactiveStudio ha registrato oltre 2000 contatti, con una crescenterichiesta di finire immortalati e finire immortalati e “appesi almuro”. Un progetto che si è sviluppato solo grazie al passapa-rola: chi ci ha visto un luogo per esprimersi, chi uno spazio perraccontarsi, chi voleva semplicemente esserci.E la sfida di scegliere quei pochi oggetti capaci di riassumerese stessi e la propria vita. Un lavoro di sintesi affascinante, unacaccia alle priorità e la possibilità di scegliere quello per cui sivuole essere ricordati. Unʼoperazione che, senza pretesesociologiche, ci regala un piccolo spaccato della società dioggi e ci permette di osservare un poʼ il quadro della situazio-

ne tra famiglie, single, amici, personaggi famosi e personecomuni, gente che scherza con il fuoco e gente che il fuoco lospegne, scienziati e creativi, pupazzi e burlesque, ballerine erugbisti, musicisti, scrittori, gli oggetti di ieri e i progetti didomani. Mauro Turatti e Mattia Giani li hanno semplicemen-te messi i cornice per raccontare le storie di chi, ogni giorno,cerca di fare della propria vita un piccolo capolavoro.

VIGILI IN CORNICEAnche i vigili Urbani di Milano hanno posato per la cornicedi Hiyperactive Studio, e non potevano essere da menoneppure i cuginetti del Fuoco. Il progetto ONE nasceintorno e dentro una grande cornice. Di quelle preziose

di una volta, di quelle destinate a contenere ritrattiimportanti e storie da raccontare.

ONEOne life, one frame, one picture: 111 stories

Famiglie, single, amici, personaggi famosi e persone comuni,gente che scherza con il fuoco e gente che il fuoco lo spegne,scienziati e creativi, pupazzi e burlesque, ballerine e rugbisti,musicisti, scrittori, gli oggetti di ieri e i progetti di domani. Unospaccato della società, dentro e intorno ad una cornice, percuriosare dentro e intorno alla vita di oggi.

Lo stesso punto di vista, uguale per ogni scatto, dovea rendere tutto unico e originale sono le cose che cirappresentano, gli oggetti e le persone che amiamo,che ci raccontano, che ci definiscono.

Noi li abbiamo semplicemente messi in una cornice. Perraccontare le storie di chi, ogni giorno, cerca di faredella propria vita un piccolo capolavoro.

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