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Verbale di Seduta COMUNE DI DEL CONSIGLIO COMUNALE DI REGGIO EMILIA REGGIO EMILIA P.G. n. 22429 L'anno duemilasette addì 29-ventinove- del mese di ottobre alle ore 16:07 nella sala consiliare, ritualmente convocato, si è riunito il Consiglio Comuna- le. All'appello erano presenti i seguenti Consiglieri DELRIO Graziano POLI Mario ANCESCHI Alessandro PRANDI Marco BALLARINI Ivano PRATI Gianni BEDOGNI Giuliano No RANGONE Claudio COLOSIMO Francesco G. RINALDI Nando CORRADINI Achille RIVA Matteo CORSI Romano No RIZZO Antonio No D'ANDREA Ernesto No SALARDI Demos DE LUCIA Carmine SALSI Roberto EBOLI Marco SASSI Matteo FANTINI Marco SCARPINO Salvatore FERRIGNO Alberto VECCHI Luca FORNACIARI Marco No VENA Donato GIAMPAOLI Vanda ZINI Sebastiano GIARONI MARIO No ----- Assessori ----- GIOVANNINI Giacomo FERRETTI Franco No GRASSI Prospero PEDRONI Gina No LOMBARDINI Tommaso No SASSI Iuna No MALATO Emiliano FERRARI Ugo No MARGINI Fernando No COLZI Carla Maria No MARZIANI Marco No MONTANARI Giuseppina MODESTI Gianmaria CATELLANI Giovanni No MONDUCCI Mario SPADONI Uberto No MONTANARI Valeria CORRADINI Franco No MONTIPO' Gino GANDOLFI Paolo NOTARI Francesco MIARI Valeria No OLIVO Antonio No Consiglieri presenti: 31 Presiede: RINALDI Nando Segretario: REBUTTATO Domenico

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Verbale di Seduta COMUNE DI DEL CONSIGLIO COMUNALE DI REGGIO EMILIA REGGIO EMILIA

P.G. n. 22429

L'anno duemilasette addì 29-ventinove- del mese di ottobre alle ore 16:07 nella sala consiliare, ritualmente convocato, si è riunito il Consiglio Comuna-le. All'appello erano presenti i seguenti Consiglieri

DELRIO Graziano Sì POLI Mario Sì ANCESCHI Alessandro Sì PRANDI Marco Sì BALLARINI Ivano Sì PRATI Gianni Sì BEDOGNI Giuliano No RANGONE Claudio Sì COLOSIMO Francesco G. Sì RINALDI Nando Sì CORRADINI Achille Sì RIVA Matteo Sì CORSI Romano No RIZZO Antonio No D'ANDREA Ernesto No SALARDI Demos Sì DE LUCIA Carmine Sì SALSI Roberto Sì EBOLI Marco Sì SASSI Matteo Sì FANTINI Marco Sì SCARPINO Salvatore Sì FERRIGNO Alberto Sì VECCHI Luca Sì FORNACIARI Marco No VENA Donato Sì GIAMPAOLI Vanda Sì ZINI Sebastiano Sì GIARONI MARIO No ----- Assessori ----- GIOVANNINI Giacomo Sì FERRETTI Franco No GRASSI Prospero Sì PEDRONI Gina No LOMBARDINI Tommaso No SASSI Iuna No MALATO Emiliano Sì FERRARI Ugo No MARGINI Fernando No COLZI Carla Maria No MARZIANI Marco No MONTANARI Giuseppina Sì MODESTI Gianmaria Sì CATELLANI Giovanni No MONDUCCI Mario Sì SPADONI Uberto No MONTANARI Valeria Sì CORRADINI Franco No MONTIPO' Gino Sì GANDOLFI Paolo Sì NOTARI Francesco Sì MIARI Valeria No OLIVO Antonio No

Consiglieri presenti: 31

Presiede: RINALDI Nando Segretario: REBUTTATO Domenico

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INDICE

1) INTERPELLANZA N. 46 DEL CONSIGLIERE FANTINI IN ORDINE AL PROGETTO RELATIVO ALLA COSTRUZIONE DI UNA PALESTRA PRESSO L’AREA DELL’ISTITUTO CIECHI IN VIA PASCAL A RIVALTA (I.D. N. 246) pag. 3

2) INTERPELLANZA N. 50 DEL CONSIGLIERE GIOVANNINI IN ORDINE ALL’INSTALLAZIONE DI SEGNALI STRADALI PER AVVISARE DELLA PRESENZA DELLE TELE CAMERE POSTE NEI VARCHI DEL CENTRO STORICO (I.D. N. 247)

pag. 5

3) INTERPELLANZA N. 52 DEI CONSIGLIERI COLOSIMO E FORNACIARI IN ORDINE ALLA COSTRUZIONE DELLA FERMATA DELLA METROPOLITANA DI SUPERFICIE IN VIA CEFALONIA (I.D. N. 248)

pag. 7

4) DELIBERA N. 79 AMMISSIONE DEL REFERENDUM COMUNALE IN MATERIA DI RIDUZIONE DEL NUMERO DELLE COMMISSIONI DI LAVORO DELLE CIRCOSCRIZIONI (I.D. N. 249) pag. 10

5) DELIBERA N. 80 AMMISSIONE DEL REFERENDUM COMUNALE IN MATERIA DI VARIANTI AL PRG SU DETERMINATE AREE (I.D. N. 250)

pag. 35

6) DELIBERA N. 77 APPROVAZIONE DEL VERBALE DELLA SEDUTA CONSILIARE DEL 2 LUGLIO 2007 (I.D. N. 251) pag. 45

7) DELIBERA N. 78 APPROVAZIONE DEL VERBALE DELLA SEDUTA CONSILIARE DEL 23 LUGLIO 2007 (I.D. N. 252) pag. 46

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VERBALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 29.10.2007 Alle ore 15:19 risultano presenti i Consiglieri: Colosimo , Fantini , Rinaldi e Vena. . Sono inoltre presenti gli assessori Colzi e Gandolfi. A norma dell’art. 6, comma 2, del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale, si procede quindi alla trattazione delle interpellanze. Viene introdotto in discussione il punto n. 46 dell’Ordine del Giorno, relativo a: “Interpellanza del Consiglieri Fantini in ordine al Progetto relativo alla costruzione di una palestra presso l’area dell’Istituto ciechi in via Pascal a Rivalta. (I.D. N. 246 )

Al Sindaco del Comune di Reggio Emilia

Al Presidente del Consiglio Comunale

- Premesso che con deliberazione della Giunta Comunale PG n. 26308/381 del

17/12/2001, legalmente esecutiva, veniva approvato il progetto preliminare dei lavori per la costruzione di una palestra presso l’area “Istituto Ciechi” in via Pascal a Rival-ta, nell’importo presunto complessivo di spesa pari a complessivi € 1.000.000,00

- Considerato che in data 23 febbraio 2007 la giunta comunale ha approvato la delibera

57 concernente l’approvazione di un nuovo progetto preliminare per la realizzazione di una palestra a Rivalta per un importo presunto di € 3.000.000,00

- Considerato altresì che tra le modifiche sostanziali del nuovo progetto si prevede di

aumentare la capienza da 100 a 500 posti e che nella delibera vengono indicate gene-ricamente le attività sportive di pallacanestro, pallavolo e calcio a 5 senza specificare quali società sportive e/o campionati verranno ivi svolti

SI INTERPELLA Per conoscere - le motivazioni che hanno indotto ad una revisione del progetto preliminare, portando di fatto ad una triplicazione dell’importo presunto rispetto alla delibera del 2001 - quali sono le valutazioni che hanno indotto ad aumentare la capienza fino a 500 posti e qua-li stime di utilizzo e di frequenza sono state fatte relativamente a questo impianto, distin-guendo tra l’utilizzo legato ad attività in ambito scolastico da quello di società dilettantisti-che.

Dr. Marco Fantini Capogruppo Gruppo Misto

Italia dei Valori Intervengono nell’ordine: CONSIGLIERE FANTINI: Grazie presidente, ringrazio anche l’Assessore Corsi per la disponibilità. L’interpellanza muove dal fatto che la palestra di Rivalta, che ne ha un bisogno ineludibile, richiesto dai cittadini e dalla circoscrizione, ebbe nel 2001 l’approvazione di un progetto preliminare per una spesa complessiva pari ad 1.000.000,00 di Euro, in data invece 23 febbraio 2007 è stato approvato un nuovo progetto

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preliminare dove la spesa è triplicata e passa a 3.000.000,00 di Euro, Allora, è pur vero che sono passati un po’ di anni però nella delibera si legge che le modifiche sostanziali di questo nuovo pro-getto sono per aumentare la capienza da 100 a 500 posti e poi vengono indicate generiche attività sportive. Con questa interpellanza si chiede, sostanzialmente, la ragione di questa triplicata spesa e soprattutto questo aumento di capienza quale finalità può avere, perché pare, almeno a quello che si dice, che sia una palestra di natura circoscrizionale e quindi legata ai bisogni delle scuole e di piccole società, quindi non riesco a capire la ragione di questo aumento della tribuna da 100 a 500 posti. Entrano i consiglieri Giovannini e Vecchi Consiglieri presenti n. 6 ASSESSORE COLZI L’esigenza di una palestra a Rivalta è da anni segnalata dalla circoscrizione e dagli abitanti, come dice l’interpellante è stato predisposto un progetto per la realizzazione, e si parla del 2001. Nel momento in cui, , nel 2004, abbiamo ripreso in mano l’ultimo piano degli investimenti, quindi il triennale che ci veniva consegnato, abbiamo cominciato a fare un ragionamento, anche con la cir-coscrizione, sul reale bisogno rispetto alla palestra. Le valutazioni che sono emerse, anche con l’Assessore Catellani, quindi con le richieste dello sport, è che la richiesta fondamentale si incen-trava su un campo da calcetto, di gioco a calcio a cinque al chiuso, questo veniva indicato come un fabbisogno nel senso che mancavano impianti idonei per svolgere delle partite di questo sport. Ci siamo quindi messi ad ipotizzare, quindi con uno studio preliminare, effettivo, quindi con indivi-duazione di un’area idonea, che anche l’area è per quello che è lievitato il costo dell’area, perché l’area era stata individuata in una collocazione non congrua, secondo noi, secondo la circoscrizio-ne, era anche piccola rispetto alle previsioni, a quello che intendevamo fare, quindi abbiamo risi-stemato il luogo dove costruire la palestra in modo meno pesante di quanto fosse stato individuato inizialmente. Ci siamo dati come input quello di fare un edificio sostenibile e in questo caso i costi di costruzione aumentano, non solo, ma nel 2001 non era ancora in vigore la normativa anti si-smica che invece nel 2003 è entrata in funzione e questo ha comportato una serie di interventi strutturali all’interno dell’edificio. Sempre seguendo la logica di costruire impianti sostenibili, ab-biamo inserito dei pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria e anche un impianto di produzione energetica con pannelli fotovoltaici, questi da sistemarsi sulla copertura di tutto l’edificio. Inoltre c’è stata un’incrementazione di costi dal 2001 al 2007 evidenti, come abbiamo notato che da un anno all’altro rinviando i progetti si notano delle differenze enormi, nell’aumento dei costi. In più nell’ipotesi del calcetto, ovviamente è prevista anche la palla a volo e la palla a canestro, c’è stato chiesto anche la sistemazione di una tribuna fissa, proprio per lo svolgimento di tornei, campionati, insomma quello di incontri fra le squadre, tribuna che dovrebbe arrivare ad ac-cogliere circa 400 persone. Quindi queste sono state le motivazioni che hanno portato ad un reali-stico preventivo, considerando che il milione era stato inserito nel triennale senza un’analisi pun-tuale, reale dei costi di costruzione. CONSIGLIERE FANTINI Con tutta la stima politica e non solo per l’Assessore, però mi dichiaro non soddisfatto per questo tipo di risposta, per due ordini di motivi, il primo è che sono stati elencati tutta una serie di inter-venti che in delibera non ci sono, quindi pannelli fotovoltaici, la costruzione di un edificio ecoso-stenibile; la seconda è che il punto non è tanto di mettere in discussione i bisogni sportivi o meno della zona, il punto è che la delibera dice che, proprio si impegna sul fatto che la modifica più so-stanziale è la capienza da 100 a 500 posti, e a questo punto io avrei gradito sapere quali sono quel-le attività e quei tornei che portano all’utilizzo di 500 posti di questa tribuna, non tanto dell’impianto sportivo in se per se costruito al meglio delle tecnologie esistenti, perché questo è un vizio che cercherò personalmente di contrastare, insomma che si vadano sempre a fare delle opere pubbliche e dove invece il bisogno è sempre un po’ sfuggente, si chiede di fare un intervento, poi effettivamente su quali e quanti sono gli utilizzatori non c’è mai la verifica, e qui a questo punto coloro che sono i portatori di interessi i famosi soggetti partecipati e le circoscrizioni devono as-sumersi anche le responsabilità , qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di dire 100 posti sono

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insufficienti e ne abbiamo voluti fare 500. Quindi , se non mi viene indicata una società dilettanti-stica o torneo che giustifica questa capienza, la domanda fondamentale dell’interpellanza è e ri-mane inevasa, così come ne seguiranno altre su questo terreno, quindi , senza che ci sia una, voglio dire , un tipo di azione politica nei confronti degli assessori che stimo profondamente, ma comun-que il tema che comunque i costi della pubblica amministrazione siano sempre destinati a dupli-carsi, triplicarsi rispetto ai progetti iniziali e ce ne sono già a ruota altre tre o quattro interpellanze che adesso non anticipo perché verranno trattate nelle debite sedi, a mio avviso non è giustificabi-le, perché può essere giustificato una volta ma il buon padre di famiglia quando ha un bisogno dei propri figli se ha sette figli comprerà una macchina molto grande , se ha un solo figlio non compre-rà una station wagon con sette posti. Quindi questa eterna necessità che tutte le prime istanze ven-gono continuamente riviste e non stiamo solo su questo caso e, ripeto, ci sono anche altre inter-pellanze dove continuamente c’è una progettazione con una sempre duplicazione e una triplicazio-ne dei costi, su motivazioni che poi alla fine tendono ad essere un po’ evasive e sfuggenti. Quindi per questo caso mi ritengo non soddisfatto, fermo restando il fatto che la palestra di Rivalta deve essere fatta e spero in tempi brevi. Entra il consigliere Riva Consiglieri presenti n. 7 Viene introdotto in discussione il punto n. 50 dell’Ordine del Giorno, relativo a : ”INTERPELLANZA DEL CONSIGLIERE GIOVANNINI, IN ORDINE ALL’INSTALLAZIONE DEI SEGNALI STRADALI PER AVVISARE DELLA PRESENZA DELLE TELECAMERE POSTE NEI VARCHI DEL CENTRO STORICO”. (I.D. n. 247)

INTERPELLANZA Premesso che Con delibera n. 171 del 21/06/06 la giunta ha autorizzato l’installazione del sistema di con-trollo elettronico degli accessi alla zona a traffico limitato del centro cittadino realizzato con telecamere a circuito chiuso, rimandandone l’attivazione ad un successivo provvedimento; il sito internet dell’assessorato alla città storica riporta nel particolare il progetto, che preve-de l’installazione di n. 8 varchi telecontrollati di cui n. 2 rispettivamente alle porte S. Pietro e S. Stefano; tali telecamere sarebbero già in funzione in forma sperimentale ma non risulta installato al-cun cartello stradale di segnalazione cosicchè gli automobilisti che attraversano i varchi, spe-cie per quegli accessi sino ad oggi liberi dalla Zona a Traffico Limitato, si vedono recapitare una lettera a domicilio di avviso;

si interpella la Giunta per sapere

se si intendano installare opportuni segnali stradali che avvisano la presenza delle telecamere poste nei varchi del centro storico;

Giacomo Giovannini Capogruppo LNP

Intervengono nell’ordine: CONSIGLIERE GIOVANNINI Grazie signor Presidente. Signor Assessore, come noto con la delibera 171 del 21 giugno 2006 la Giunta municipale ha autorizzato l’installazione dei sistemi di controllo elettronico degli accessi nella zona a traffico limitato del centro cittadino, realizzato con telecamere a circuito chiuso e poi nella delibera autorizzativa rinviò l’attivazione ad un successivo provvedimento. Noi abbiamo an-che verificato il numero degli accessi dei varchi che conteneva circa otto postazioni, e due nelle porte San Pietro e Santo Stefano, queste telecamere dei controlli dei varchi del centro storico sono già in funzione in forma sperimentale, però non risulta applicato in corrispondenza di questi varchi

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nessun cartello stradale di segnalazione, così che gli automobilisti che attraversano questi varchi, specie per quegli accessi che sino ad oggi come quelli che citavo poc’ anzi di San Pietro e Santo Stefano, che sino ad oggi erano liberi alla circolazione e che solo ora vengono limitati nella zona a traffico limitato, vengono compresi nella zona a traffico limitato, si vedono recapitare una lettera a domicilio. Come abbiamo anche potuto vedere da un recentissimo articolo di stampa del 27 otto-bre, nella Gazzetta di Reggio, dove addirittura vengono recapitate lettere a persone che sono titola-ri di permessi di accesso e sosta in zona z.t.l. ed in zona pedonale. Noi chiediamo alla Giunta molto semplicemente se, come è stato fatto anche dal Comune di Bologna dove esistono dei var-chi molto simili, si intende installare questi segnali stradali, proprio perché sappiamo che non solo ci potrebbero essere dei problemi di privacy ma anche di rispetto del codice della strada, in quanto sapete benissimo che anche quando la polizia municipale e le forze dell’ordine eseguono controlli stradali, ad esempio per il rispetto dei limiti di velocità, tali controlli devono essere segnalati con opportuni cartelli che indicano appunto che è in fase di svolgimento questa attività. Grazie Presi-dente. Entrano i consiglieri Sassi, Ferrigno, Grassi, Monducci Consiglieri presenti n. 11 ASSESSORE GANDOLFI Per un inconveniente tecnico l’intervento dell’assessore Gandolfi non è stato registrato. In sostanza la risposta all’interpellanza è così riassumibile: provvederemo all’installazione dei cartelli in base alle disposizioni del codice della strada nel momento in cui le telecamere entreranno in funzione e sarà conclusa la fase sperimentale. Entra il consigliere Rangone Esce l’assessore Colzi Consiglieri presenti n. 12 CONSIGLIERE GIOVANNINI Signor Presidente io mi dichiaro parzialmente soddisfatto, nel senso che la Giunta prende atto della necessità di installare questi cartelli, non sono invece soddisfatto poiché non si può dire che quan-do le telecamere entreranno in funzione noi applicheremo i cartelli informativi,perché le telecame-re sono già in funzione. Allora non capiamo perché l’amministrazione debba spendere dei soldi pubblici di tutti per inviare delle lettere su un servizio che è già attivo. Se , come avviene oggi, esi-ste un ampliamento della zona a traffico limitato lo si deve fare osservare e se vi sono delle tele-camere che controllano gli accessi ad un’area che è a traffico limitato, debbono essere segnalate opportunamente. Dichiaro che se vi sono delle contravvenzioni, come ci siamo accorti negli ultimi tempi della presenza della polizia municipale assidua negli accessi al centro storico, le contrav-venzioni devono essere elevate, il che è evidente, altresì che il caso riportato nei giornali di stam-pa, il caso specifico che fa un po’ clamore perché il titolare, la persona che ha ricevuto l’informazione era titolare di un permesso , quindi non avrebbe dovuto neanche riceverla. Noi vi invitiamo nuovamente, dato che queste telecamere sono già attive, ad installare da subito i cartelli stradali in modo che i cittadini non debbano vedersi recapitare a spese della comunità una lettera, ma sappiano già da ora che entrano in un’area che è controllata da delle telecamere, seppur anche in forma sperimentale. Grazie Presidente.

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Viene introdotto in discussione il punto n. 52 dell’Ordine del Giorno, relativo a: “Interpellanza dei Consiglieri Colosimo e Fornaciari in ordine alla costruzione della fermata della metropo-litana di superficie in via Cefalonia”. (I.D. n. 248)

INTERPELLANZA URGENTE

I sottoscritti Consiglieri Comunali Colosimo Francesco e Fornaciari Marco essendo venuti a conoscenza che l’Amministrazione Comunale ha intenzione di procedere alla costruzione della fermata della metropolitana di superficie in Via Cefalonia, intervento sospeso nel 2003 a seguito della sollevazione dei cittadini della zona, interpellano il Sindaco e la Giunta Co-munale

CHIEDONO AL SIG. SINDACO E ALLA GIUNTA

Se abbia senso continuare a pensare di costruire una fermata della metropolitana di superfi-cie così vicina alla fermata storica di S. Croce la quale è stata dotata di sottopassi di collega-mento fra i binari e ascensori per renderla più moderna e funzionale (con investimenti di non poco conto), e non pensare invece, visto che è in cantiere la pista ciclopedonale di Viale Regina Margherita di creare un percorso protetto per gli studenti che porti dalla stazione al Polo Scolastico. Il perché la Giunta Comunale non abbia preso in considerazione la proposta della maggio-ranza della Circoscrizione che nel suo programma elettorale proponeva di spostare la ferma-ta di Via Cefalonia in viale Ramazzini in funzione dell’apertura completa del terminal delle Corriere e della creazione di un percorso protetto che portasse gli studenti, in sicurezza, at-traverso Viale Ramazzini, già dotata di sottopassi, al Polo Scolastico, richiesta ribadita all’allora Assessore Santel nel 2005 e considerata dallo stesso fattibile ed estremamente utile. Il perché a quattro anni dalla sospensione, dopo gli allora scontri durissimi con i cittadini, a due anni dalla proposta della Circoscrizione ritenuta interessante e fattibile dall’allora As-sessore, si debba decidere in pochissimo tempo e con pochissimi spazi per la condivisione con la cittadinanza dell’ultima proposta presentata alla Commissione Uso e Assetto del Territo-rio della Circoscrizione . Reggio Emilia 17 settembre 2007

Francesco Colosimo Marco Fornaciari

Intervengono nell’ordine: CONSIGLIERE COLOSIMO Grazie Presidente. L’oggetto di questa interpellanza è la eventualità di cui abbiamo avuto notizia della indicazione della fermata della metropolitana di superficie in via Cefalonia, argomento piut-tosto noto in città, argomento noto al punto che nel 2003 si era pensato di fare, di avere una pausa di riflessione perché sono state notevoli le manifestazioni dei cittadini di quella zona, adesso ritor-na d’attualità e la notizia ci viene dopo un incontro che l’assessore Gandolfi ha fatto con gli espo-nenti o con i consiglieri della settima circoscrizione, se non vado errato. A tal proposito direi ai consiglieri e all’assessore di essere meno perentorio nelle sue affermazioni e di non invadere un campo che può anche essere suo se si vuole avventurare in argomentazioni politiche che riguarda-no l’esistenza dei gruppi consiliari e la loro iniziativa politica, comunque tant’è, l’ha fatto, la invi-to ad essere meno perentorio la prossima volta. Per quanto riguarda il testo della interpellanza, è abbastanza chiaro mi rimetto al testo che lei ovviamente conosce molto bene, mi aspetto una rispo-sta,soltanto una osservazione. Siccome questo tema già due anni fa con l’assessore Santel era ri-tornato di moda, lo stesso assessore Santel aveva condiviso l’idea che i cittadini e la maggioranza della circoscrizione settima avevano manifestato, cioè quella di non procedere assolutamente alla indicazione, alla previsione di una fermata in via Cefalonia ma di immaginare invece un’altra so-luzione che per buon senso sembra essere anche la più gradita a quella popolazione. Entra il consigliere Eboli Consiglieri presenti n. 13

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ASSESSORE GANDOLFI Intanto accetto volentieri perché condivido il rimprovero,… poi per un disguido tecnico l’intervento dell’assessore Gandolfi non è stato registrato. Sostanzial-mente la risposta all’interpellanza si può così riassumere. Il progetto iniziale è stato modificato in funzione di evitare l’abbattimento degli alberi, ci sono stati due incontri con i cittadini, il progetto è finanziato e non si ravvisano ragioni per apportare ulteriori modifiche.E’ prevista, anche se non ritenuta necessaria, la mitigazione acustica e vi è disponibilità ad aggiungere al progetto un inter-vento per creare un corridoio di sicurezza per gli studenti. Entrano i consiglieri Salsi e Montipò. Consiglieri presenti n. 15 CONSIGLIERE COLOSIMO Sono soddisfatto della disponibilità che l’assessore dimostra, tuttavia non posso in assoluto dichia-rarmi tale, anzi dichiaro di essere per tutti gli altri aspetti assolutamente insoddisfatto,perché , vede assessore, il tema è questo: l’amministrazione, non il singolo, l’amministrazione non può parlare lingue diverse a seconda dei tempi, l’amministrazione , al di la di chi la impersonifica in un mo-mento, in quel determinato momento, ha l’obbligo di parlare ai cittadini sempre con la stessa lin-gua, a meno che rispetto a fatti non previsti, se non prevedibili, non ci siano elementi per cambiare atteggiamento. Noi qua ci troviamo di fronte ad un tema che è noto da tanti anni , che nel 2003 si è deciso di sospendere, c’è stata una pausa di riflessione , si era ripreso, c’erano state le manifesta-zioni dei cittadini, si è sospeso nuovamente,l’amministrazione per intervento dell’assessore Santel, prende atto della fattibilità della controproposta che è emersa e oggi lei mi viene a dire che al di la degli aggiustamenti tuttavia la decisione è presa, se è così allora questo dimostra che nel corso di un anno e mezzo, due anni, l’amministrazione ha parlato due linguaggi completamente diversi. Questo non è possibile. Io credo che oltre il principio del buon senso ci fosse e c’è, nella proposta che la maggioranza del consiglio circoscrizionale, che i cittadini, lei dice che non ci sono tracce, non ha visto tracce della posizione espressa dal consiglio circoscrizionale, io credo che basta fare una telefonata per farsi mandare gli atti dalla presidente. Se lei vuole vedere tracce, basta chiedere gli atti degli incontri fatti dall’assessore Santel su questo specifico tema con il consiglio circoscri-zionale e vedrà, ma sono sicuro che lei ha avuto modo di leggerlo, che c’era una contro proposta che aveva non soltanto il principio di buon senso a sorreggerla, ma aveva un principio anche di sa-na amministrazione del territorio, là non c’è solo il problema di tre o quattro alberi, nè c’è solo il problema del salvaguardare i residenti in via Cefalonia di posti auto, c’è il nodo di organizzare at-traverso una fermata, della cosi detta metropolitana di superficie, di organizzare come si governa-no alcune ore soprattutto della giornata, soprattutto al mattino e alle dodici e le tredici e anche poi nel pomeriggio, perché è quello il momento di maggiore abuso. Se la sua risposta è siamo rimasti d’accordo che comunque ci rincontreremo, perché mi pare di avere capito che alcuni passaggi ul-teriori possono essere fatti, ma soltanto per fare degli aggiustamenti, anche perché la decisione è presa, io le posso garantire che su questo tema, quale che sia la decisione presa, ci sarà una fortis-sima contestazione e io sono tra quelli che la contesteranno. Entra il consigliere De Lucia Consiglieri presenti n. 16 . Avendo esaurito le Interpellanze iscritte all’ordine dei lavori, alle ore 15,50 la seduta viene sospe-sa fino alle ore 16:00 in attesa dell’appello. Entrano i consiglieri Montanari, Anceschi, Salardi, Modesti, Malato, Poli, Prandi, Giampaoli, Bal-larini, Zini, Corradini, Scarpino, Prati, Sindaco, Notari e l’assessore Montanari.. Consiglieri presenti n. 31 Alle ore 16:00, su invito del Presidente, il Segretario Generale procede all’appello nominale al fine di verificare l’esistenza del numero legale per poter validamente deliberare ai sensi dell’art. 6,

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comma 1 del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale. Risultano presenti n. 31 Consiglieri , pertanto la seduta viene dichiarata legalmente valida. Scrutatori : Modesti – Rangone – Prandi. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NANDO RINALDI Prima di passare al calendario dei lavori è stato depositato un ordine del giorno in base all’ art. 20 da parte dei consiglieri Grassi e Poli. CONSIGLIERE GRASSI Grazie Signor Presidente. Vogliamo informare il consiglio , e quindi chiedere l’aiuto del nostro sindaco,che sembra che si sia verificato un disgregamento, una disgregazione, del polo tributario, voi sapete che in via Borsellino stava per costituirsi l’ufficio imposizioni delle imposte, l’ufficio per riscossione con Equitalia e l’ufficio del Tribunale, delle commissioni tributarie, quindi metten-do insieme questi tre uffici noi avremmo avuto pochi spostamenti di personale e meno inquina-mento di traffico nella città, mentre sembra che gli uffici preposti abbiano stabilito di trasferire la commissione tributaria e provinciale in via Caprera, che è una laterale di viale Magenta. Questa via voi la conoscete tutti, è intasata di traffico. Cosa succederà con il trasferimento di questo Tri-bunale, che i dipendenti che tutti i giorni si dovranno trasferire da parte dell’ufficio delle impose dirette, per discutere in Tribunale le pratiche, dovranno andare dall’ufficio in viale Borsellino li a via Caprera, e questo dovrà avvenire non per una persona sola ma per 25 – 30 persone che nei vari momenti della mattinata dovranno recarsi a discutere presso il Tribunale le pratiche. In quella zona si sono trasferiti gli uffici dei professionisti, quindi i professionisti si dovranno trasferire da via Borsellino a via Magenta e via Caprera. I cittadini che andranno a presentare le istanze presso gli uffici delle imposte dirette in via Borsellino per evitare dei viaggi saranno costretti a trasferirsi an-che in via Caprera, pertanto noi avremo un’affluenza in via Caprera circa di un 500 persone al mattino, questi con mezzi, sicuramente, di locomozione causerà un ulteriore aggravio del traffico. A questo punto noi sollecitiamo il signor Sindaco ad intervenire presso gli uffici preposti per veri-ficare se fosse ancora possibile eliminare questa opportunità e di trasferire nell’ambito di via Bor-sellino il Tribunale Tributario, il Tribunale Provinciale, la commissione tributaria provinciale, al fine di dare seguito a quell’intuizione che c’è sempre stata predicata in consiglio di accentrare i servizi. Voi sapete che entro breve tempo, Equitalia, che ha sostituito Riscoservice, che adesso si trova in via Manfredi n. 6, che è il braccio di riscossione dei tributi di Reggio Emilia , si trasferirà in via Borsellino. Quindi in via Borsellino entro breve tempo noi avremmo potuto trovare l’ufficio impositivo, l’ufficio delle riscossioni e l’ufficio della commissione tributaria. A partire dal 5 di novembre, forse voi lo sapevate già, forse signor sindaco lo sapeva già, forse l’assessore lo sapeva già, perché avendo già pronto il Pum sa tutti i flussi e gli spostamenti che avvengono nell’ambito della città, quindi questa situazione crea disagio ai cittadini, disagio non tanto ai lavoratori che an-ziché andare a lavorare in via Borsellino andranno a lavorare in via Caprera, ma a tutti i lavorato-ri che quotidianamente si dovranno trasferire da via Borsellino, a chi dovrà andare a discutere le pratiche presso la commissione in via Caprera. Voi potete immaginare, è come se una parte del Tribunale nostro si dicesse un giorno che sotto una questione di carattere civile e penale, i fatti civili vengono discussi in altra sede. Questo a quanto sembra viene per dei motivi non molto im-portanti sotto l’aspetto degli oneri dell’affitto, ma quello che noi vorremmo cercare di chiedere al sindaco è di intervenire con sollecitudine per evitare che il polo del Tribunale, della Procura della Repubblica , del giudice di pace, dell’agenzia delle entrate, delle società di riscossione e della commissione tributaria, abbia a smembrarsi perché verremmo meno al concetto di progettazione fatta da questa amministrazione e anche, penso, dal probabile Pumc che verrà proposto quanto prima, ha detto l’assessore Gandolfi, per evitare che ci siano spostamenti inutili, che portano di-sguido ai cittadini e inquinamento alla città. Io vi chiedo di votarlo non per stravolgere una que-stione amministrativa ma per sollecitare per il bene dei cittadini, per il bene del traffico e per evita-re l’inquinamento nella zona di viale Piave, viale dei Mille, Viale Timavo, che già come vengono rilevati sono molto elevati gli inquinamenti. Grazie. Entra il consigliere Lombardini Escono i consiglieri Corradini, Rangone, Monducci.

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Consiglieri presenti n. 29 PRESIDENTE RINALDI Provo a darne lettura dell’odg: :

O.D.G. Al Presidente

Consiglio Comunale di RE Nando Rinaldi

Oggetto: o.d.g. ex art.20 Regolamento Comunale Premesso che è giunto a conoscenza del trasferimento della commissione tributaria provin-ciale di Reggio Emilia dall’attuale sede, a via Caprera n. 1/B, prevista per il giorno 5 no-vembre, il consiglio comunale impegna il sindaco di intervenire presso gli uffici competenti al fine di approfondire con urgenza l’opportunità di sospendere il progettato trasferimento in quanto la nuova collocazione comporterebbe un appesantimento del traffico in Viale Magenta, e un notevole disguido ai cittadini, ai lavoratori dipendenti soggetti a un pendolarismo quotidia-no, ai liberi professionisti. Il consiglio comunale rimarca, infine, come questa soluzione organizzativa dell’Agenzia Provinciale delle Entrate sia in aperta contraddizione con le previsioni del piano urbano del-la mobilità e la formazione di un unico polo complessivo degli uffici Finanziari , degli uffici di Riscossione Equitalia e della commissione tributaria Provinciale.

Grassi Prospero (UDC) Poli Mario (UDC)

Il Presidente del Consiglio, quindi, pone in votazione, mediante rilevazione elettronica, l’am missibilità dell’’O.d.G. ex art. 20 Regolamento Comunale a firma consiglieri UDC Poli e Grassi e ne

Proclama Il seguente esito PRESENTI: 29 VOTANTI: 23 FAVOREVOLI: 8 Colosimo ( La Margh.), Giampaoli (F.I.), Eboli, Lombardini (A.N.), Gras-

si, Poli(U.D.C.), Giovannini(L.N.P.), Malato (GR. Misto). CONTRARI: 15 Ferrigno, Sassi (P.R.C.), Fantini, Zini (GR. Misto), Anceschi, Ballarini, De

Lucia, Montanari, Montipò, Prandi, Prati, Salardi, Salsi, Vecchi (P. De-mocr.), Delrio (Sindaco)

ASTENUTI: 6 Scarpino ( PD..), Riva, Vena (C.I.), Modesti (Verdi), Notari, Rinaldi (P.Democr.)

Ed in conformità di ciò proclama respinta l’ammissibilità del’odg di cui sopra. Il Presidente del Consiglio introduce in discussione la Delibera n. 79,” ammissione del referen-dum comunale in materia di riduzione del numero delle commissioni di lavoro delle circo-scrizioni. (I.D. 249) PRESIDENTE RINALDI Così come previsto dall’art. 3 comma 6 e comma 7 del regolamento che disciplina lo strumento re-ferendario, il consiglio comunale è chiamato entro 15 giorni dall’emissione del parere della com-missione tecnica ad adottare la relativa delibera di ammissione del referendum.Rilevato che in da-ta 16/7/2007 il comitato promotore ha presentato istanza per lo svolgimento di due quesiti referen-dari acquisiti agli atti del protocollo generale 14.643, che in data 27/9/2007 con nota n. 82 il segre-tario generale ha trasmesso al presidente del consiglio comunale il parere, che si allega quale parte integrante della presente deliberazione, con il quale la commissione di garanzia ritiene non am-

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missibile il primo quesito referendario, che proponeva la riduzione da otto a cinque delle circoscri-zioni, mentre ritiene ammissibile il secondo quesito referendario, quello relativo alla riduzione da cinque a tre delle commissioni di lavoro permanenti nelle circoscrizioni, considerato che l’art. 3 comma 6 e 7 del regolamento stabilisce che il parere della commissione debitamente motivato venga sottoposto al consiglio affinché venga adottato nel giro di 15 giorni il provvedimento forma-le di ammissione del referendum, visto il parere di regolarità tecnica , sottopongo al consiglio di ammettere il quesito referendario n. 2, presentato dal comitato promotore, sulla riduzione da cin-que a tre delle commissioni di lavoro e di dare mandato successivamente al sindaco , così come stabilisce l’art. 5 del regolamento, di emanare il provvedimento di indizione del referendum. Entrano i consiglieri Monducci, Bedogni, Rangone Consiglieri presenti n. 32 Intervengono nell’ordine: CONSIGLIERE COLOSIMO Grazie Presidente. Prima di avviare il dibattito sulla iniziativa che lei ci ha presentato, la mozione d’ordine verte su questo. : siccome mi pare ci stiamo incamminando su una strada pericolosa per la vita del consiglio comunale anche per l’iniziativa politica che singoli gruppi e singoli partiti inten-dono fare, sui temi più svariati, e siccome sul tema referendum o meno, in data 19 gennaio 2007 c’è stato un dibattito molto ricco, molto articolato, in cui si sono condensati anche pareri illustri, che non riconoscevano al consiglio comunale il diritto di entrare nel merito del parere espresso dalla commissione di garanzia, la mozione d’ordine è volta a chiarire in via definitiva questo a-spetto. Anche perché mi pare che nel testo che lei ci ha presentato e con i richiami che si fanno all’art. 3 comma 6 e 7, del regolamento sul referendum, sembrerebbe che la tesi che è passata la volta scorsa fosse una tesi assolutamente sbagliata, tuttavia è passata e allora per dirimere una vol-ta per tutte e fare chiarezza su questo tema, la mia domanda è semplice, da cui la mozione d’ordine : in materia di quesiti referendari resi ammissibili dalla commissione di garanzia il ruolo del consiglio comunale è quello di a) prenderne atto , B) discuterne, C) se si discute, per delibera-re e per rendere ammissibili gli stessi quesiti già ammessi come tali dalla commissione di garanzia o no? Perché se non si scioglie questo nodo in via definitiva, la mia opinione c’è e dirò dopo qual è, ma desidero che si sciolga definitivamente questo nodo, per oggi e anche per il futuro. Entra l’assessore Corradini PRESIDENTE RINALDI La ringrazio Consigliere Colosimo, mi sembra che questa presidenza insieme alla segreteria abbia sempre interpretato in maniera abbastanza chiara il contenuto di questa deliberazione da sottoporre al consiglio comunale. D'altronde il testo del regolamento disciplina abbastanza coerentemente questo istituto, vale a dire che una volta acquisito il parere della commissione di garanzia il con-siglio deve deliberare l’ammissione del quesito e deliberare la proposta di referendum. Io da que-sto punto di vista già sottolineo che come me stabilito dal nostro regolamento in modo chiaro e mi rifaccio ad una interpretazione letterale, ciò vale a dire che nella chiarezza non c’è interpretazione . Il parere della commissione di garanzia dice l’articolo 3 comma 6 e comma 7, viene debitamen-te motivato, verrà sottoposto all’attenzione del consiglio, affinché esso, cioè il consiglio , adotti provvedimento formale di ammissione del referendum, entro 15 giorni il consiglio dovrà pronun-ciarsi in merito. L’ articolo 5 sempre del nostro regolamento stabilisce che il referendum è indetto dal sindaco a seguito del pronunciamento del consiglio comunale, per cui questa presidenza mode-stamente, richiamandosi all’attuale statuto regolamento che precisa, disciplina quelle che sono le formative in materia di referendum, per cui la discussione dell’approvazione della delibera rientra pienamente in queste normative per cui in questo modo io ho sempre dato atto che, diciamo , que-sta era l’interpretazione cui noi abbiamo sempre dato seguito. Per cui il consiglio è chiamato a deliberare in merito, così come stabilisce il nostro regolamento.

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CONSIGLIERE VENA Si Presidente, anche per ricordare all’aula che le cinquanta e passa firme sono rappresentate, le prime in particolare , credo da cinque o sei consiglieri comunali, quindi che rappresentano poi i gruppi del PDCI, Italia del Valori, all’epoca anche dell’UDEUR e quindi del Consigliere Malato, ma di supporto anche del PD, evidentemente chi ricorda capirà bene che la richiesta che questi cit-tadini, quindi , hanno fatto era di due argomenti importantissimi, il primo che riguardava la ridu-zione delle circoscrizioni , quindi portarle da otto a cinque, e sempre per diritto di cronaca si deve ricordare che un’altra richiesta simile era stata fatta alcuni mesi fa e in quel caso la commissione ha bocciato di nuovo il quesito con una motivazione che a mio avviso è il contrario della motiva-zione con cui ha invece oggi bocciato la parte principale di questa richiesta di referendum che era la riduzione delle circoscrizioni, mentre invece otteneva la, aveva in coda una parte più marginale da un punto di vista politico, come peso politico, che era quella della riduzione delle commissioni che col nuovo regolamento possono essere fino ad un massimo di cinque, e quindi prevedeva la ri-chiesta di trattare a tre la riduzione. Quindi è venuta meno in effetti la parte principale, più sostan-ziosa, più di carattere politico e più interessante per la città, non soltanto da un punto di vista dei costi, dei così detti costi della politica che metterei al secondo posto, ma metterei al primo posto la riorganizzazione della città. Bisogna tenere presente anche, ma lo vedremo anche nelle prossime settimane, perché voglio ricordare a tutti sono depositate ancora altre tre delibere che riguardano ancora questa vicenda delle circoscrizioni, che sono: 1) la richiesta, perché uno degli organi che può indire il referendum sarebbe il consiglio comunale, quindi una richiesta per indire il referen-dum sulla riduzione delle circoscrizioni che arriverà nei prossimi giorni in consiglio, l’altra invece è una variazione proprio dell’art. 2 del regolamento sulle circoscrizioni e quindi con questo nel momento in cui viene approvato, se le forze di maggioranza e di opposizione trovano un accordo su questa vicenda chiaramente non ci sarà bisogno di raccogliere firme e di andare a referendum, quindi è una seconda delibera che avverrà, l’andremo a discutere nelle prossime settimane, ed una terza delibera che riguarda il concetto di rivedere il ruolo della commissione deliberata a decidere su questi e sui futuri quesiti referendari. Noi crediamo che tutta questa questione,quindi , che coin-volge in prima persona la maggioranza, che so che prima o poi si dovrà riunire su questo, ma in senso generale coinvolge tutto il consiglio, voglio ricordare l’ultimo episodio e ho finito, è quello che abbiamo votato e anche questo è passata in questa sala dando mandato al presidente della quarta commissione di rivedere totalmente il regolamento sulle circoscrizioni e il regolamento sul quesiti referendari, però a mio avviso e forse ad avviso di molte altre persone, è stato scritto non in modo chiaro , spesso e volentieri si cade in errori, in interpretazioni in contraddizione di organi , quindi vedremo anche questo, visto che chiesto passare l’ordine del giorno a febbraio, il preseden-te della quarta commissione colgo l’occasione per ricordargli che il 3 o 4 febbraio dovrà venire con la propria commissione portando una proposta. Quindi nel merito della questione, una richie-sta referendaria che conteneva una parte sostanziosa, ripeto, da un punto di vista politico e anche organizzativo della città, un’altra parte meno importante tra virgolette , è quella invece che è pas-sata e che noi oggi andiamo a votare. Quindi per quanto ci riguarda , fermo restando, ripeto che nelle prossime settimane arriveranno altre delibere a parlare di riduzione di circoscrizione, noi vo-teremo a favore su questa richiesta. Chiaramente non condividiamo la scelta, l’abbiamo denunciata sui giornali, politica a mio avviso da parte di alcuni componenti di questa commissione e quindi da qui la delibera a cambiare in futuro l’organizzazione di chi, del soggetto preposto realmente a giudicare nei prossimi referendum. Visto che occorre prendere un impegno, una responsabilità po-litica, la delibera che verrà in discussione chiede che siano cinque consiglieri comunali che vadano a costituire una commissione con la presenza del segretario da un punto di vista tecnico e quindi vada a risolvere gli eventuali problemi futuri che sicuramente ormai abbiamo in questa città, ci troveremo a discutere in questo consiglio comunale. Quindi noi voteremo a favore per quanto ri-guarda questa delibera che credo che sia un iter normale da seguire attualmente come è previsto dal regolamento sul referendum. Entra il consigliere Fornaciari Consiglieri presenti n. 33

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CONSIGLIERE GIOVANNINI Grazie signor Presidente. Rispetto all’intervento del collega Colosimo, io leggo un passaggio del verbale del 19 gennaio 2007, “il referendum programmato dallo statuto, nell’istituto di democrazia diretta, che va considerata in ristretta interpretazione, cioè non tollera interpretazioni trasversali, devianti che non siano seguenti del favore della volontà popolare, che attraverso questo istituto ha inteso essere interpellato su problemi di interesse generale. E noi per la rigorosa gerarchia delle fonti, che vuole lo statuto sovroardinato rispetto al regolamento che disciplina il referendum , i contorni designati dallo statuto sono chiarissimi, non possono essere stravolti da interpretazioni maliziose e dal regolamento. La proposta referendaria è sottoposta alla deliberazione di organismo neutrale che apprezza la conformità o meno della previsione dello statuto, cioè giudica sull’ammissibilità del quesito referendario. Vien fatto da dire quello che dicono i giuristi del giu-dicato, cioè far del bianco il nero, non è più suscettibile di discussione l’apprezzamento di ammis-sibilità del quesito referendario operato dalla commissione di garanzia. Allora questo che fu un passo dell’intervento del collega Romano Corsi, oggi assente purtroppo, venne giudicato, condivi-so da tutta l’aula, quindi oggi non credo che ci sia nulla di nuovo sotto il sole, nel senso che noi capiamo sia rispetto alla delibera 79, che quella 80 che si pone un problema, ovvero la riforma del regolamento sull’istituto referendario, poiché è evidente che non avviene neanche a livello nazio-nale che prima eventualmente bisognerebbe raccogliere, il 4% delle firme degli elettori e poi sot-toporre a giudizio della commissione di garanzia,l’ammissibilità del referendum. Ma questa è un’altra cosa, le norme oggi in vigore prevedono che quello di oggi sia un voto,una presa d’atto, perché altrimenti voi avete già seppellito una volta l’istituto referendario allora quando abbiamo parlato del referendum sul porta a porta, ed oggi un voto contrario su queste due delibere che non fosse conforme al regolamento e quindi che entrasse nel merito politico dei quesiti porrebbe sugli istituti referendari la lapide definitiva di morte. Questo credo che per un partito che nasce da poco, e che si vuol dire democratico, non sia accettabile, a meno che non si voglia dichiarare alla città che i cittadini non hanno il diritto di esprimersi, perché magari per qualsiasi motivo politico, per qualsiasi richiesta referendaria che pervenisse da qualsiasi parte ci sarebbero sempre dei motivi po-litici di inopportunità rispetto allo svolgimento di un referendum, quindi quello di oggi per noi, di cui dichiariamo un voto favorevole ad entrambe le delibere, che vi piaccia o che non vi piaccia, è essenzialmente una presa d’atto. Grazie Presidente. CONSIGLIERE MARCO EBOLI Vedete, noi ci troviamo a poco tempo dal consiglio comunale del 3 di ottobre, quando questo con-siglio comunale , o meglio la maggioranza più le liste civiche di Monducci e di Baldi, hanno deci-so di interrompere un processo democratico suffragato da 6.000 firme e reso possibile da due pa-reri due della commissione di garanzia che, lo ricordo ai distratti, è un organismo tecnico votato da questo consiglio comunale e formato da tre eminenti giuristi locali, dal segretario generale e dal difensore civico, che seguono costantemente i lavori di questo consiglio. Quindi un organismo do-tato per natura e per struttura tecnica di una sua autonomia di giudizio, così l’abbiamo concepito nella predisposizione dello statuto, così lo abbiamo sempre interpretato nello svolgimento delle proprie attività. Ebbene l’anomalia reale che vi è all’interno del nostro statuto, e del regolamento sui referendum, è a mio giudizio il passaggio di carattere formale secondo l’interpretazione corret-ta dell’ex presidente del consiglio comunale Romano Corsi, del partito democratico, non di Alle-anza Nazionale. Ma il 3 ottobre quel passaggio formale, dopo un precedente passaggio di via libe-ra, quello del 19 gennaio di quest’anno, che consentiva poi al sindaco il 26 di febbraio sempre di quest’anno di dire ai suoi collaboratori tecnici: “potete rendervi disponibili alla raccolta delle firme sul porta a porta”, e ai consiglieri comunali che l’avevano chiesto “potete autenticare”, ebbene a fronte di questi passaggi, quello del 19 gennaio esempio eloquente dove votammo tutti ad ecce-zione di due voti contrari del gruppo di Rifondazione Comunista e di qualche astensione, forse anche della lega nord in quella occasione. Ma per la questione di merito, credo non di forma, per la questione di merito sulla proposta. Allora, anche allora noi sostenemmo che il passaggio del con-siglio comunale era un atto puramente tecnico, perché o il consiglio comunale, e in questo ha ra-gione il collega Colosimo a porre i quesiti, o il consiglio comunale ha alla fine con la sua maggio-ranza politica il diritto di veto sulle iniziative dei cittadini, allora io credo che non siamo più in un regime di democrazia ma siamo in un regime di carattere autoritario e dispotico, perché la demo-

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crazia si esprime in tutte le sue forme in modo libero non solo nel pensiero ma anche nelle sue forme, oppure ristabiliamo un principio democratico e oggi abbiamo la possibilità di riscattarci, come credo che tutto sommato, anche per il referendum sul porta a porta , il sindaco abbia ancora la possibilità di riscattare la propria dignità politica e quella della sua maggioranza compiendo un gesto molto semplice che è quello di revocare la revoca del referendum. Quindi noi oggi siamo a dare il via a un referendum sul quale io non pongo delle questioni pregiudiziali, la commissione di garanzia ha detto che è ammissibile il quesito per ridurre le commissioni di lavoro nelle circo-scrizioni, tutti sappiamo che le commissioni di lavoro nelle circoscrizioni sono formate non solo da consiglieri ma prevalentemente da cittadini che vogliono partecipare alla vita delle proprie entità amministrative, da qui al momento in cui si dovrebbe andare al referendum sarà più semplice cer-care di corrispondere alla volontà di questo referendum indetto dai comunisti italiani e di altri gruppi, perché basterà andare a modificare il regolamento del consiglio di circoscrizione o i rego-lamenti interni che ciascun consiglio di circoscrizione si dà. E non è un gran problema. Credo che in quel caso lì sarà semplice per la giunta corrispondere al volere dei referendari. E’ più complica-to invece usare, come hanno fatto questa maggioranza, più le liste civiche ad arte in modo politico, in modo strumentale un parere di segno completamente opposto per arrivare ad una situazione pa-lese di eccesso di potere. Il sindaco nel revocare il referendum sul porta a porta ha compiuto pale-semente un eccesso di potere perché è entrato nel merito di una materia che non gli competeva più regolare in quanto era stato il consiglio comunale con una delibera a decidere di accogliere in for-ma quasi unanime il parere della commissione di garanzia. Io dico poi che bisogna stare molto at-tenti a dire di no a dei pareri tecnici di un organismo terzo rispetto al consiglio comunale, bisogna stare molto attenti perché se si arrivano a bocciare i quesiti referendari che sono stati ammessi in via tecnica, si sfiducia la commissione di garanzia. Si dice sostanzialmente a quella commissione di garanzia: tu non hai alcun valore perché non servi il potere di questa città. Allora se qualcuno pensava che i tre giuristi che abbiamo eletto in consiglio comunale fossero più, ovviamente, il di-fensore civico e il segretario generale, fossero disposti in ogni occasione a legare l’asino dove vo-leva il padrone io devo dire che questa consigliatura ci ha dato una bella sorpresa, perché possiamo dire che in questo caso, in questa consigliatura per ora abbiamo avuto dimostrazioni di grande au-tonomia di giudizio su argomenti sicuramente spinosi, su argomenti difficili, su argomenti che non piacevano al potere, che non piacevano alla giunta e non piacevano al centro sinistra. Però queste espressioni ci sono, allora io non voglio ripetere quella che è stata la citazione un po’ truculenta del Presidente Corsi nel corso della seduta del consiglio comunale del 19 gennaio, però il senso di quella dichiarazione era molto chiaro. Io sono un apologeta del presidente Corsi in questo caso, sono un detrattore del presidente Corsi se penso al regolamento che ci ha consegnato e che questo consiglio ha votato sul referendum e anche alle indicazioni sullo statuto, perché è chiaro a tutti che quand’anche si passasse alle forche caudine di questo consiglio comunale, andare a realizzare un vero referendum con quel regolamento vuol dire andarlo a riscrivere a pezzi e bocconi perché c’è da fare oggettivamente una gimkana molto complicata dal punto di vista normativo per arrivare al-la meta. Però ciò non toglie che il presidente Corsi ebbe modo di dire molto chiaramente che una maggioranza deve sapersi piegare al giudizio popolare e deve saper cogliere anche da indicazioni specifiche che possono venire dai cittadini un utile insegnamento per governare meglio, non di-mentichiamo e concludo che questi sono sempre comunque referendum consultivi e in democrazia saper ascoltare è a mio giudizio per chi ha capacità di governo una bella dimostrazione di intelli-genza politica. Chi si chiude nel proprio orticello convinto di essere il depositario della verità asso-luta solitamente fa un cattivo servizio alla propria intelligenza e un pessimo servizio alla democra-zia, quindi noi voteremo a favore della ammissibilità di questo referendum. CONSIGLIERE MONDUCCI Signor Presidente, colleghi consiglieri. Ha perfettamente ragione il collega Eboli quando dice che bisogna saper ascoltare i cittadini, però ha torto il consigliere Eboli quando invece non ascolta gli interventi dei consiglieri comunali in quest’aula. Mi limito a richiamare , visto che continuiamo come liste civiche ad essere tirati per la giacca, e ci stiamo rompendo le tasche, relativamente al voto di un ordine del giorno che abbiamo formulato alcuni giorni fa,relativamente a nostro avviso alla inopportunità di svolgimento del referendum già convocato in quanto a nostro avviso la mate-ria oggetto di referendum era superata, questa è stata una nostra valutazione, per altro questo ordi-

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ne del giorno di per se stesso non ha generato alcun atto amministrativo in quanto come noto è il sindaco, che con un suo atto previsto da un statuto e dai nostri regolamenti, ha revocato i referen-dum comunale, quindi devo dire questa insistenza quasi , consentitemi , un po’ isterica, di conti-nuare a tirarci per la giacca come liste civiche quasi che fossimo una sorta di supporto della mag-gioranza comincia pesantemente infastidirci. Detto questo, quindi bisognerebbe sempre ascoltare quando si parla qui dentro,magari anche a non essere d’accordo su quello che uno dice, ma non a considerare gli atti che vengono qui svolti in modo diverso da come vengono proposti dai diretti interessati. Detto questo nel merito della nostra discussione di oggi, la nostra discussione di oggi ci crea sicuramente delle perplessità e dei problemi perché da un lato c’è chi sostiene che noi sa-remmo un organo di ratifica e quindi dovremmo essere chiamati a prendere semplicemente atto delle decisioni della commissione di garanzia, qualcun altro sostiene invece, mi pare il presidente e credo forse la maggioranza dei colleghi ma sono curioso di sentire come si svolgerà questa discus-sione, altri sostengono che invece l’ultima parola spetta nel merito anche al consiglio comunale, che , quindi, appunto come dice lo statuto delibera,e quindi la delibera presume una valutazione complessiva e quindi un’assunzione di responsabilità politica e amministrativa di coloro che deli-berano. Allora veniamo al caso di specie, io credo che la commissione di garanzia sia stata istituita con un obiettivo preciso, quello di far sì che la materia referendaria che non è oggetto sempre comunque di referendum, ma come noto lo statuto prevede che alcune materie non siano sottopo-nibili a referendum. Se per esempio 50 cittadini venissero qui e ci chiedessero di cambiare la de-stinazione di alcune aree fabbricabili o di fare trasformazioni o di intervenire sulle leggi , sull’ICI, quindi sulle leggi fiscali a livello comunale, o su regolamenti edilizi, per esempio, ciò non sarebbe possibile e per questo motivo, proprio perché la materia non è così pacifica ma deve avere un fil-tro , è stata istituita la commissione di garanzia. Quindi la commissione di garanzia ha questo ruo-lo, che viene sottratto al consiglio comunale, quello di in qualche modo entrare nel merito dell’argomento referendario e valutare se esso sia ammissibile o meno, e su questo siamo perfet-tamente d’accordo. Dopo di che però io credo possono subentrare anche altre valutazioni , chia-miamole di natura politica o amministrativa, allora io mi rivolgo, mi spiace che i colleghi del gruppo dei comunisti italiani i quali spesso e volentieri sono fuori dall’aula dove ogni tanto riap-paiono, intervengono,però visto che si sta parlando, collega Vena, mi rivolgo anche al collega Vena, il collega Riva è uscito, mi rivolgo al collega Vena, io credo che nel nostro caso siamo in presenza di una decisione imbarazzante, perché se avessimo dovuto discutere e deliberare sulla ri-duzione eventuale delle circoscrizioni da 8 a 5, come qualcuno aveva prospettato anche nel vostro gruppo all’interno della commissione che ha riformato il regolamento, la cosa credo che sarebbe tranquillamente fattibile e credo che nessuno di noi oggi avrebbe creato dei problemi di alcun ge-nere, ma, collega Vena, di cosa stiamo discutendo, cioè noi vogliamo richiamare, è su questo che secondo me noi abbiamo il diritto e il dovere di fare una valutazione come consiglio comunale a prescindere dalle 50 firme e anche tenendo conto dell’ammissibilità della cosa, ma noi vogliamo far discutere, vogliam chiamare alle urne 100.000 nostri concittadini, vogliam spendere 300-400.000,00 euro per chiedere ai nostri concittadini se le commissioni di lavoro delle circoscrizioni devono essere cinque o tre? Ragazzi, colleghi rendiamoci conto dell’enormità del quesito, cioè del-la sproporzione, ma si può far tutto nella vita, è chiaro che da un punto di vista formale e proce-durale si può far qualsiasi cosa, ma credo che legittimamente i nostri concittadini ci potrebbero anche chiedere il motivo per cui noi impegniamo personale, quattrini eccetera per una cosa del genere, che mi sembra veramente un’alzata di ingegno e niente più. Allora ecco perché forse, ma può anche darsi che abbia ragione il collega Eboli quando dice che sono stati commessi degli erro-ri nella estensione o in qualche modo nella redazione del regolamento, quindi io sono estremamen-te imbarazzato, lo devo dire al collega Vena, perché da un lato sono schiacciato come in una sorta di tenaglia, da un lato la commissione di garanzia ci ha detto che questo referendum, che questa domanda di referendum, è il quesito ammissibile, bene, ne prendiamo atto, quindi formalmente ineccepibile, dall’altro lato però facciamo una considerazione di merito che svolgevamo prima, quindi la perplessità è assai forte, e valuteremo , sentita anche alla luce di come questo dibattito consiliare proseguirà , valuteremo anche qui come intervenire e alla fine anche che tipo di valuta-zione dare. Vorrei, mi spiace che alcuni colleghi dopo aver lanciato il sasso siano usciti, io vorrei qui ricordare a qualche smemorato, o a qualche ultimo arrivato nel consiglio comunale, solamente per amore della verità, che è incontestabile e fortunatamente agli atti di questo consiglio comunale

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che il referendum comunale se nessuno ve l’ha raccontato, in questa città, fu istituito perché un si-gnore che in questo momento sta parlando 24 anni fa lo propose e fu approvato, quindi prima di accusare la persone di scarso rispetto di democrazia partecipativa e di quant’altro sarebbe bene comunque documentarsi, il collega Corradini che allora c’era probabilmente potrebbe anche dar-mene menzione. Esce il consigliere Lombardini. Consiglieri presenti n. 32 CONSIGLIERE POLI Grazie Presidente, colleghi consiglieri, io a differenza di altri non intervengo sentendo o meglio intervengo non sentendo alcun imbarazzo su questa discussione, su questa proposta, nel senso che noi voteremo a favore della delibera con la quale il consiglio comunale licenzierebbe l’apertura della raccolta firme o comunque secondo l’ iter previsto per il referendum comunale, e lo faccia-mo ovviamente non perché ci abbiano convinto le motivazioni del collega Vena ma perché abbia-mo rispetto del consiglio comunale e abbiamo rispetto anche della commissione di garanzia, per-ché il quesito mosso da parte del collega Colosimo presuppone, sì, un’autonomia decisionale fi-nale del consiglio comunale ma nel momento in cui nel merito il parere e la decisione del consiglio comunale fosse di diverso avviso da quello presentato dalla commissione si aprirebbe una specie di vertenza , di rottura istituzionale perché allora la commissione di sicurezza riceverebbe di fatto una mozione di sfiducia e non si capisce per quale motivo noi avremmo allora nominato come consiglio comunale questa commissione di sicurezza. Io dico che una volta costituita la commis-sione di sicurezza da parte del consiglio comunale sugli atti di competenza della commissione di sicurezza non debba che esserci un parere , un muoversi, una decisione di natura tecnico-operativa, perché io sono convinto, e con questo rappresento la nostra fiducia alla commissione di garanzia che effettivamente agisce come un attore super parte nelle questioni referendarie perché così prevede il regolamento del referendum. Entrando un po’ di più nel merito devo dire che se-condo me il collega Vena forse ha un sosia qui dentro, perché a volte lo vedo interpretare un ruolo propositivo, come in questo caso sostenitore del referendum e attento appunto alla democrazia re-ferendaria, popolare e partecipativa, altre volte invece lo vedo molto più distratto, addirittura lo vedevo, poi è andata così, promotore, propositore di un ricorso contro il modello col quale noi a-vevamo raccolto le firme del referendum contro il porta a porta. Quindi una maggiore coerenza da parte sua, collega Vena, l’apprezzerei,noi invece siamo coerenti, collega Vena, noi la sosterremo in questo viatico per andare a referendum, non la sosterremo ovviamente nella raccolta delle fir-me, ma il percorso che lei ha attivato su una domanda che anche io, un quesito, è comunque un percorso di democrazia e quindi forti anche delle nostre rimostranze critiche che abbiamo fatto all’ordine del giorno del 3 ottobre che segnerà o verrà ricordata come la giornata nera, la pagina nera della democrazia in questa sala consiliare, forti di questo andiamo avanti anche se , come di-co, il quesito è veramente leggerino, da piuma d’oca, perché invitare la popolazione ad esprimersi su questa riduzione da 5 a 3 delle commissioni di lavoro della circoscrizione è veramente , il colle-ga Monducci lo chiama allucinante, io lo chiamo fantasioso, nel senso che avete voluto mantenere, vede io le suggerirei anche una via di uscita onorevole, voi comunisti italiani riceverete , se tutti votano, presumo, ma ho qualche dubbio, l’ammissibilità, il licenziamento della delibera, ecco una volta ottenuto questo le suggerisco di presentare un ordine del giorno, lo faccia presentare da qual-che d’uno, poi alla fine in considerazione al concetto che voi avete espresso e sostenuto che io non condivido, costi, tempi, eccetera, si dà mandato, direi in pratica verrà chiamata di non raccogliere firme perché non la invidio in questa futura fatica di raccogliere 4.600 firme di elettori reggiani non firme alla Grillo, non firme dei grillini, che mettono in contrapposizione le nostre 6.000 firme con le 12.000 raccolte al palasport in momenti di non so, eccetera. Lei deve andare a raccogliere, siccome è un viaggio che il sottoscritto ha già fatto, deve andare a raccogliere le firme e le deve motivare, deve trovare forti parole di motivazione perché la gente venga a firmare un referendum per ridurre da cinque a tre le commissioni permanenti di lavoro. Però lei ha attivato il meccanismo, voi comunisti italiani avete attivato il meccanismo, lo portate avanti, fate bene a portarlo avanti per certi aspetti perché è un vostro diritto e noi legittimamente vi sosteniamo nel fortificare, co-munque nel volere realizzare questa vostra scelta di quesito referendario, di indizione di referen-

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dum. Posso anche però preannunciarle che mi metterò tranquillamente sui banchi qui con un certo sorriso a vedere che cosa succederà ma non domani, cosa succederà fra una mezz’oretta quando si passerà ai voti, perché quei consiglieri, compresi anche i colleghi delle liste civiche che piangeva-no perché si spendeva, perché si spenderebbe 500.000,00 euro nel fare il referendum, voglio vede-re come voteranno il suo percorso, la sua delibera, li voglio vedere, perché i casi sono due: o lei è capace di fare il referendum come un discount, un tre per due, un due per uno, non vendo ma rega-lo, come facciamo con i vecchi tromboni e in piazza oppure anche per il suo referendum ci saranno dei costi, anche per il suo referendum ci saranno le sedici sedi. Lei deve darci atto che la giornata del tre di ottobre è stata sul piano politico una mascalzonata perché si è preso un ordine del giorno, si è voluto dare copertura a chi non aveva , sempre sul piano politico, il sindaco, il coraggio di non indire d’autorità di competenza, si è voluto dare con la pagina nera, in cui si è detto a, b, c, d… per dire il consiglio comunale affida e invita il sindaco a revocare. Allora io invece invito il sindaco fin d’ora a firmare tutte le possibilità perché comunque qui a Reggio qualche d’uno deve pure ave-re il diritto di esprimere la propria idea non una volta sola in cinque anni, ma anche in altro modo, e non è a caso che noi mettiamo fuori i cartelli come questi che non sono di nessuno ma diciamo si alla democrazia. La democrazia non si esplicita solo una vola ogni cinque anni, come si usa dire anche per altre cose, lo sa anche il mio collega vice sindaco Ferretti che ha fatto pure un’esperienza sindacale,così come l’autonomia si conquista giorno per giorno, anche la democra-zia va conquistata giorno per giorno, e qui abbiamo vissuto giornate terribili, per la democrazia. Lei vedrà che sulla delibera dove vedrà coinvolta la sua formazione politica, vedrà come si voterà, almeno sul quel piano lì se le daranno delle mattonate sui denti, invece sul piano politico avrà la mia solidarietà, perché noi abbiamo preso mattonate sui denti, martellate sulla testa però la invito a tener duro, come stiamo tenendo duro noi in questa aula consiliare. Grazie Presidente. Entra il vice sindaco Ferretti CONSIGLIERE VECCHI Grazie Presidente. Care colleghe e cari colleghi, io vorrei innanzitutto iniziare prima ancora di en-trare nel merito del quesito stesso riprendendo le valutazioni che già altri colleghi hanno fatto, sul rapporto esistente tra la commissione di garanzia e l’organo consiliare, dunque diciamo la sequen-za decisionale che conduce all’ammissibilità o meno del referendum. Devo dire che con tutto il ri-spetto di autorevoli valutazioni che anche in questa sede sono state portate , non mi convince l’idea che in nome di un principio gerarchico delle fonti, la disposizione statutaria debba in un qualche modo di fatto annullare ogni contenuto presente nella disposizione regolamentare ad esso sotto-stante. Perché dico questo, perché da un esame delle norme se noi ci limitiamo ad un esame sem-plicemente delle disposizioni statutarie in effetti in materia di referendum noi potremmo scorgere un rapporto che gioca tutto intorno al ruolo della commissione di garanzia e del sindaco ma è nello statuto che si affida al compito di una regolamentazione successiva, il compito di definire criteri, modalità, poteri in particolar modo della commissione di garanzia e quindi il ruolo stesso. Ed è ap-punto in quella regolamentazione che in modo, che io credo assolutamente chiaro ed inequivoca-bile, la regolamentazione affida al consiglio comunale in ultima istanza il compito di un pronun-ciamento ultimo. Questo mi trova assolutamente più d’accordo anche in virtù del fatto che com-plessivamente lo statuto del nostro ente locale non prevede commissioni di garanzia composte e-sclusivamente da tecnici, ed è del tutto evidente dunque che il regolamento del referendum nel de-finire in quella commissione un organo esclusivamente tecnico, assume una sua valenza circoscri-vibile, squisitamente circoscrivibile appunto alla dinamica sequenziale del processo decisionale del referendum. Per quanto mi riguarda quella commissione è un organo tecnico deputato ad ela-borare un parere di natura obbligatoria, indubbiamente un parere da considerare non un parere da valutare nella nostra più totale discrezionalità, ma certamente non un parere di natura vincolante. Devo dire che trova conforto questa mia interpretazione anche nel comportamento che alcuni altri consiglieri comunali nel corso della seduta del 19 di gennaio ebbero modo di evidenziare, leggen-do i verbali noto per esempio come la consigliera Giampaoli definisce la commissione di garanzia un organo tecnico deputato ad elaborare un parere non obbligatorio e non vincolante, consultivo ma di un certo peso. Ma credo che vi sia un’altra valutazione concludente in questa direzione mol-

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to più esplicita e del quale sinceramente mi sorprende invece la valutazione odierna. Leggo, aperte le virgolette “ oggi dobbiamo esprimerci con un voto politico e la richiesta da parte dei cittadini di ammettere due quesiti referendari ci tengo a specificare che si tratta di un voto politico perché seb-bene nella sua piena autorevolezza tecnica la commissione di garanzia è pur sempre un organo consultivo, quindi credo che noi dobbiamo esprimerci su entrambi i quesiti”. A parlare è il consi-gliere Giacomo Giovannini che in quella stessa seduta arrivò addirittura a proporre a questo consi-glio un emendamento al testo referendario. Devo dire in fine che mi conforta ulteriormente in questa interpretazione anche il comportamento tenuto dalla commissione di garanzia in merito al quesito che successivamente esamineremo dove la commissione di garanzia assume un comporta-mento che implicitamente interpreta il proprio ruolo in questi stessi termini, legittimandolo sul piano tecnico ma rimettendolo ad una rivalutazione di natura politica in ultima istanza all’organo consiliare. Ciò detto io credo che il fatto che ci si trovi comunque di fronte all’esigenza di una in-terpretazione dell’impianto regolamentare complessivo del referendum di questo ente locale, indu-ca necessariamente noi tutti ad una riflessione complessiva sulla modalità di regolamentazione e io credo che sia ormai maturo il tempo in cui attivare un’iniziativa politica per arrivare quanto prima ad una nuova regolamentazione assolutamente chiara, precisa, inequivocabilmente soprattutto nel definire i compiti degli organi di controllo preposti alla valutazione di ammissibilità ma precisa, forse anche diversa a quella attuale, nel definire criteri e modalità stessi di raccolta delle firme. Ciò detto se dobbiamo esaminare questo quesito, proprio perché lo si vuole interpretare ascoltando il parere di una commissione di garanzia che l’ha ritenuto ammissibile, tecnicamente ineccepibile e devo dire che io leggendolo attentamente l’ho trovato obiettivamente tecnicamente ineccepibile. Pertanto per quanto mi riguarda, non volendo comunque su questo punto introdurre un tema di di-sciplina di gruppo, perché siamo ormai anche di fronte a delle valutazioni che possono interrogare le coscienze di ognuno, io credo che in un frangente come questo ci sia tranquillamente la possibi-lità di esprimere una valutazione politica di ammissibilità. Essendo l’oggetto precisamente indivi-duato, essendo il quesito precisamente esposto, non prestandosi lo stesso a possibili equivoci in-terpretativi facilitando dunque in un senso e nell’altro un voto favorevole, un voto contrario o un voto di astensione. Devo dire però sul piano più strettamente politico che ritengo una pazzia sotto-porre alla città l’eventualità di un percorso referendario che proponga , come diceva giustamente il consigliere Monducci, a 100.000.000 e passa cittadini il pronunciarsi su un numero delle com-missioni dei consigli di circoscrizione e questo è un altro degli elementi che mi fa riflettere sulla necessità di mettere mano quanto prima nella regolamentazione complessiva del referendum. Mi auguro dunque che il consigliere Vena e il gruppo dei comunisti italiani possano, se non proprio ritirare quest’oggi questo quesito, fermare il percorso referendario e non sottoporre necessariamen-te a questa città lo stress di una raccolta delle firme su un quesito che politicamente è credo non significativo , non all’altezza della portata dello strumento che mettiamo in campo, il referendum è tra i tanti strumenti di partecipazione previsti dallo statuto uno dei tanti, ma io credo che ci debba essere anche un rapporto tra gli strumenti che si mettono in campo e l’oggetto stesso dell’iniziativa politica, credo vi potessero essere ben altre strade, più ragionevoli più equilibrate, per portare den-tro la discussione politica dell’organo consiliare dell’istituto preposto tipico della democrazia rap-presentativa una discussione sul numero delle commissioni nelle circoscrizioni. Mi auguro dunque che la ragionevolezza politica possa prevalere, possa avere sostanzialmente il suo spazio e possa in un qualche modo portare i proponenti alla decisione coerente e conseguenti rispetto ad un’iniziativa politica che francamente giudico al quanto irrazionale, pur non trovando ragioni di natura tecnica, ragioni di natura giuridica che confliggano sul piano statutario con la possibilità di addivenire all’ammissibilità stessa del quesito. Grazie. CONSIGLIERE COLOSIMO Grazie Presidente. Su questa vicenda ci sono certamente aspetti procedurali e aspetti politici ed amministrativi più sostanziali. Dalle prime pieghe che sta prendendo il dibattito, ciascuno tenta di fare la propria parte, qua il collega Giovannini, che è un po’ smemorato, è vero, lo fa con un in-tervento su questo quesito immaginando il comportamento del consiglio comunale sull’altra deli-bera. Lo fa il collega Poli, la cui adesione sinceramente mi sorprende, e lo fa il collega Eboli che dopo le parole un po’ tribunizie che ci regala è costantemente assente dall’aula. Su questo tema, visti gli aspetti procedurali, che sicuramente rivestono la vicenda, e gli aspetti politici – ammini-

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strativi più sostanziali, ciascuno di noi dovrebbe fare lo sforzo di svestirsi dell’abito che solitamen-te ha, in questo consiglio comunale, cioè quello di consigliere di maggioranza o quello di consi-gliere di opposizione. Perché stiamo parlando di un tema che riguarda il rapporto democratico tra le istituzioni e i cittadini, e in astratto questi sono temi che dovremmo immaginare in maniera di-ciamo , non dico neutra ma quasi, anzi addirittura dovremmo essere talmente consapevoli del ruolo che il cittadino in quanto tale, quindi anche noi potremmo in tutta questa vicenda avere, quindi guardare più da cittadini questa vicenda che non da uomini di parte. Io tenterò, avevo tentato di farlo anche quel benedetto giorno del 19 gennaio del 2007, tenterò di farlo anche questa volta. Su-gli aspetti procedurali, non sono convincenti, ma finalmente li ascolto, gli argomenti del collega Vecchi, c’è un po’ una caduta di tono politico, Vecchi lei me lo consentirà, quando rispetto al comportamento concreto da tenere in quest’aula con la decisione che dovrà essere assunta dal consiglio ci si appella in qualche modo al voto di coscienza di ciascuno. Io credo che qua ci sia un punto di tanta politica perché se dal punto di vista politico lo si ritiene, il contenuto del quesito, una follia ed una irrazionalità, alla follia e all’irrazionalità si risponde no! Non si risponde dicendo tecnicamente ammissibile e dietro la tecnicalità cerchiamo di offuscare qualche problemino di rap-porto politico, perché qua la premessa è che noi dobbiamo svestirci del nostro abito di consigliere di opposizione o consigliere di maggioranza. Il collega Vena, il quale ha già preannunciato al col-lega Poli che non procederà alla raccolta delle firme, cioè lo stesso proponente del quesito refe-rendario ci ha detto che non procederà, lo stesso proponente ci ha annunciato che questa vicenda referendaria non avrà seguito perché non si procederà alla raccolta delle firme, perché in fondo si rendono conto della corbelleria politica insita in quest’atto, cioè chiamare la città , e bene ha fatto il collega Monducci a dire queste parole, cioè chiamare la città a decidere se il consiglio circoscri-zionale quattro, cinque, sei, uno, due, otto, tre quello che è, deve diminuire le sue commissioni di lavoro, mi pare una cosa sinceramente fuori dal mondo. Ha detto bene il collega Vecchi, una follia una irrazionalità. Vedete la democrazia declamata a buon mercato ha sempre dei buoni padri, nel senso che tutti siamo pronti a declamarla e tutti ci sentiamo padri della democrazia, cominciano ad essere meno i padri quando la democrazia deve diventare esercizio responsabile di decisioni e di-venta addirittura orfana quando invece vive momenti di difficoltà nel rapporto tra istituzioni e cit-tadini e di fronte a quest’orfana aumentano o spuntano, certamente non all’improvviso ma sempre puntualmente, i demagoghi ed il movimentismo politico scomposto, e l’uno e l’altro occupano la scena. Entro adesso nel merito del quesito. Signor segretario generale, signor difensore civico, io non voglio fare un’appunto alla commissione di garanzia che, ribadisco, ha un ruolo , come ha spiegato il collega Vena, eminentemente tecnico, non politico, io non voglio tirarvi per la giacchet-ta, non lo ha fatto neanche il collega Vena che non ha speso una sola parola a favore del merito del quesito referendario, perché ce ne sono pochissime da spendere, e tutto questo tra l’altro è di-mostrato dalle tre righe neutre, completamente neutre con cui la commissione ritiene ammissibile il quesito, e cosa recitano queste tre righe? Per quanto attiene il quesito lo stesso è da ritenersi ammissibile in quanto non rientra nelle materie escluse dall’art. 65 e dall’art. 2 del regolamento che disciplina il referendum. Mi permetto di osservare che esiste da qualche parte l’istituto dell’analogia, il principio dell’analogia, allora se è vero che non è ammesso il referendum in ma-teria di statuto del consiglio comunale, per quanto questo regolamento di disciplina di referendum popolare sia un po’ datato, lo strumento e il principio dell’analogia avrebbe dovuto forse consi-gliare la non ammissibilità del quesito, perché così come non è ammesso il referendum sul rego-lamento del consiglio comunale, non è ammesso referendum sul regolamento del consiglio circo-scrizionale, ma detto così potrebbe anche apparire apodittico, ma c’è un argomento a sostegno di questa tesi, cioè non sono ammessi a referendum i regolamenti degli istituti sovrani, e sono sovrani perché eletti dal popolo. Come la mettiamo? Forse è un po’ estesa come interpretazione, ditemi un argomento contrario, comunque l’ammissione, l’ammissibilità c’è stata. Rispetto a questo noi vo-teremo assolutamente contro perché mi sembra abbia ragione il collega Vecchi, è una follia, una irrazionalità, e così come il collega Vecchi ha fatto l’invito, a questo punto non so se rivolgerlo ai proponenti o rivolgerlo direttamente al presidente, che ha proposto l’atto di delibera, di ritirare l’atto perché politicamente possiamo tranquillamente impegnarci, cioè questo è il punto, a modifi-care quell’aspetto del regolamento circoscrizionale, in cui c’è scritto che le commissioni non è che sono, possono, quindi non devono, possono, quindi addirittura andiamo a chiamare a referendum una città su un argomento per il quale ‘è scritto possono, cioè non di fronte ad un fatto certo. Caro

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collega Vena, lei e i suoi colleghi probabilmente in un periodo di democrazia confusa siete fra quelli che non sono padri della democrazia responsabile, ma sono padri della democrazia demago-gica. CONSIGLIERA GIAMPAOLI Grazie Presidente. Qui tutte le volte che parliamo di un referendum io mi devo munire di carte per quello che riesco a fare, regolamenti, statuto, regolamento sul funzionamento del referendum co-munale e quant’altro perché poi alla fine si tratta sempre di una discussione preminentemente di carattere tecnico. Il mio intervento credo che vada distinto su due binari diversi, uno è quello rela-tivo al, diciamo così, significato che il quesito referendario proposto dai colleghi dei comunisti ita-liani può avere, l’impatto che può avere questo referendum consultivo rispetto alla vita delle cir-coscrizioni, e secondo binario o argomento da trattare, invece, quello relativo alla possibilità o meno, questo qui è un discorso che stiamo facendo da oltre un anno, del consiglio comunale , pos-sibilità o meno rispetto al consiglio comunale di modificare e di incidere sul parere di ammissibi-lità espresso dalla commissione di garanzia, questi sono i due aspetti che io vorrei toccare nel mio intervento. Primo aspetto: io , collega Vena, non ti nego che , effettivamente devo dirti la sincera verità, il tuo quesito referendario, tuo perché tu sei stato il promotore di questo quesito referenda-rio, di questi due quesiti referendari per la verità, ebbene così come sono stati cassati dalla com-missione di garanzia che ha respinto totalmente perché non ammissibile il primo quesito, giusta-mente perché il primo quesito è materia di apposita materia del consiglio comunale, ebbene così ridotti i tuoi quesiti referendari ad un unico che va a valutare l’opportunità di ridurre il numero del-le commissioni permanenti nelle circoscrizioni, non ti nego che così ridotto il quesito è un’arma spuntata, Vena, io, mi stanno dicendo i consiglieri che tu non procederai, tu e i tuoi colleghi di partito, alla raccolta delle firme, ma credo che sia forse una scelta opportuna, perché francamente chiamare i cittadini, poi per carità, poi naturalmente il proponente ha la libertà di muoversi come crede, ma francamente , Vena, mi sembra un’arma spuntata, io non sono d’accordo nel ridurre il numero delle commissioni, ma questo non è il punto, il punto è un altro, cioè se effettivamente, io i sollecito a ragionare da questo punto di vista, se valga effettivamente la pena proporre una raccolta di firme, quindi promuovere un referendum su un quesito che rispetto, permettimi,a quello tuo primario che certamente aveva un’importanza e una ricaduta politica del tutto diversa, ripeto que-sto quesito appare come un quesito certamente debole, molto debole per potere spingere e proporre un referendum consultivo. Questo è il primo argomento che mi sembrerebbe opportuno e che mi è sembrato opportuno toccare. Secondo spinoso argomento: mi ha citato anche l’amico Vecchi che adesso qui non vedo, citando un mio intervento precedente nell’altro consiglio comunale, a dir la verità più infuocato, dove si valutava e si votava, si esprimeva un parere circa il parere consulti-vo di ammissibilità sul referendum sulla raccolta dei rifiuti porta a porta. Allora io vorrei esprime-re il mio modo di vedere, che già ho espresso varie volte, ma che così è il modo di vedere della sottoscritta e di Forza Italia certamente, allora io ribadisco non penso dalla interpretazione che io dò, rispetto al testo del regolamento per la disciplina del referendum comunale rispetto al buon senso che fa sì che esista un istituto autonomo di garanzia, che è, ripeto, la commissione di ga-ranzia, io credo che, anzi lo credo dalla lettura del testo normativo, peraltro molto carente , l’ho già detto varie volte, quello relativo alle modalità di referendum consultivo, ma che per me non offre il testo di interpretazioni diverse, cioè il consiglio comunale e ve le leggo testualmente, il parere della commissione di garanzia, vi sto leggendo l’art. 3 del regolamento del referendum consultivo comunale, l’art. 3 al penultimo comma recita: il parere della commissione di garanzia, debitamente motivato, verrà sottoposto al consiglio comunale affinché venga adottato provvedimento formale, sottolineo la parola chiave dal mio punto di vista che è formale, di ammissibilità del referendum, che cosa vuol dire ? Le parole scritte nei testi normativi hanno un senso, non sono scritte a caso, vuol dire che il consiglio comunale ha semplicemente il compito di dare un avvallo formale sull’ammissibilità del referendum,cioè il parere della commissione di garanzia, che è un organo consultivo per sua natura, non è assoggettato alla valutazione nel merito del consiglio comuna-le,questo dal mio punto di vista è un dato ormai acclarato rispetto a ciò che dice l’art. 3, cioè il provvedimento di ammissibilità che fa il consiglio comunale con un voto è un provvedimento for-male, cioè la parola già dà il significato al voto del consiglio comunale, è un sigillo di forma non di sostanza, presidente, che il consiglio comunale dà esprimendo quindi un voto di via libera al refe-

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rendum consultivo , che poi ha tutte le sue fasi che consistono nella raccolta di firme e di tutti i passaggi successivi. Non credo che ci siano dubbi su questo, non ci sono dubbi dal mio punto di vista sulla interpretazione dell’art. 3, ripeto, dell’ammissibilità del referendum. Quindi noi non dobbiamo perdere dell’ulteriore tempo rispetto ad un voto che è un passaggio formale, perché nel momento in cui la commissione di garanzia dà un parere di ammissibilità , il consiglio comunale ne deve prendere atto, se signori amici consiglieri così non va bene, bisogna cambiare il regola-mento, così il regolamento è dal mio punto di vista molto chiaro. La commissione di garanzia è l’istituto autonomo che regola la ammissibilità della proposta referendaria, per altro composto da tecnici, perché sono componenti della commissione di garanzia i tre avvocati, oltre il segretario generale e il difensore civico, quindi dicevo la commissione di garanzia si esprime sull’ammissibilità dopo di che il consiglio comunale deve solo dare il via libera alla ammissibilità del quesito referendario, è un atto , presidente , di pura forma, non è un atto di sostanza, quindi noi nel merito non possiamo entrare amici consiglieri, perché andremmo a esorbitare le nostre competenze entrando nella sfera di competenze esclusiva di un organo costituito ad hoc quale la commissione di garanzia. Ripeto , consiglieri, se così non volete che sia bisogna cambiare il refe-rendum, bisogna cambiare le modalità di voto, il regolamento, scusate , che disciplina le modali-tà di instaurazione del referendum popolare consultivo altrimenti non c’è modo di fare diversa-mente, per cui il nostro voto sarà certamente come deve essere il lascia passare per quello che è il referendum consultivo proposto dai consiglieri dei comunisti italiani, la mia liberalità assoluta , Vena, è testimoniata dal fatto che io non sono d’accordo con il quesito che tu proponi ma non pos-so per questo esentarmi dal dirti che voterò a favore del passaggio del referendum perché così dice il regolamento, la legge è legge sempre , la liberalità nostra politica sta nel fatto di rispettare le norme e io le rispetto perché così deve essere, se tu porterai avanti il referendum io mi esprimerò per il no, perché non sono d’accordo ma è giusto che il consiglio comunale oggi ratifichi il parere della commissione di garanzia. Grazie. Entra il consigliere Rizzo Consiglieri presenti n. 33 CONSIGLIERE RANGONE Grazie Presidente. Io sono in un certo senso meno imbarazzato nel merito, ma imbarazzato per al-tri versi, perché ho dovuto assistere, mio malgrado, devo dire, ad una serie di disquisizioni che vanno tra quello che proponiamo al giuridico che francamente non mi entusiasmano. Nel senso vero, secondo me, e ringrazio i colleghi dell’estrema destra del grande populismo e devo dire che ormai la lista civica che rappresento si è anche un po’ stancata di essere tirata per la giacchetta e di avere, come dire , dei maestri che quotidianamente, sia in consiglio che sui giornali, ti insegnano che cos’è la democrazia, del… , grazie facciamo a meno, secondo me quello che si dovrebbe capi-re anche da parte dei partiti di opposizione è che la città secondo me si attende qualche cosa di più, e ritorno al dato miseramente politico della discussione troppo concentrata sugli aspetti giuridici. Allora il punto molto semplice è questo, che il contenuto vero di questo quesito referendario è per una serie di vicende divenuto misero e quindi dovremo metterci 5 minuti ce si fosse, se il consi-gliere Vena avesse la consapevolezza della responsabilità di questa discussione credo avrebbe do-vuto già prendere in questo senso una determinazione più precisa e più decisa, dovremmo dire che noi non siamo contrari al referendum,ma siamo contrari ad indire un referendum che nei suoi a-spetti concreti è assolutamente inconsistente. Tuttavia, per quanto mi riguarda e proprio perché non voglio dare adito a queste facili strumentalizzazioni che vengono soprattutto dai partiti di op-posizione, io dichiaro di astenermi. Grazie. Entra il consigliere Margini Consiglieri presenti n. 34 CONSIGLIERE FORNACIARI Grazie. Il dottor Bedogni che ha fatto studi classici e chi li ha fatti anche non classici, mi potranno smentire su ciò che io dirò citando, forse sbaglierò, il filosofo Hegel. L’avvocato Giampaoli ha parlato di buon senso , se non ricordo male lui diceva che tutti non si lamentano di avere buonsen-

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so, perché tutti ritengono di averne a sufficienza, tutti si lamentano di non essere belli, di non esse-re ricchi, di non essere qualche altra cosa, ma quanto a buon senso tutti ne hanno da strafottere e quindi noi non parliamo di buon senso comune nell’esaminare un regolamento, parliamo di norme come giustamente poi ha detto l’avvocato Giampaoli. Così come Rangone ha detto delle cose giu-ste. Il consigliere Vena che è un provocatore, perché lo è sempre stato, è da 5 anni che ormai sia-mo insieme, 5 no sono 4 ma è un provocatore, adesso gli è venuto il vezzo dei referendum e la de-stra , quella tradizionale e quella meno tradizionale, a volte lo segue in questo. Io dico che il consi-glio comunale dovrebbe occuparsi di altre cose, dovrebbe occuparsi dei problemi della città, ora a pensare che il consigliere Vena che , ripeto, è un provocatore, mi faccia perdere del tempo, fa per-dere tempo alla città dicendo che , sì, occorrerebbe ridurre il numero delle commissioni di lavoro nelle circoscrizioni, scusi, se lo andiamo a dire in giro fa scompisciare dalle risate. Il buon senso o il regolamento viene in essere, viene a sussidio perché, presidente, lei ha buon detto a mio pa-rere, ammettendo al consiglio comunale di discutere su questo argomento, che il procedimento, l’art. 66 dello statuto, la commissione di garanzia nei termini previsti dal regolamento giudica sull’ammissibilità. Ai sensi dell’art. 3 il parere della commissione di garanzia debitamente moti-vato verrà sottoposto al consiglio comunale, affinché che venga adottato il provvedimento formale di ammissibilità del referendum. Vena ama far perdere tempo alla gente secondo me. In ogni caso io la giudico una simpatica ribalderia, nel senso di far perdere tempo al consiglio comunale. Io ri-terrei, prima c’era uno strumento, quello delle mozioni e ce ne sono state migliaia di mozioni, io consiglierei il gruppo dei comunisti italiani di guardare più ai problemi della città che ce ne sono molti e non deliziarci con queste situazioni. Grazie per il futuro. Entrano il consigliere Corradini e l’assessore Sassi Esce il vice sindaco Ferretti Consiglieri presenti n. 35 CONSIGLIERE MONTIPO’ L’argomento è sicuramente delicato perché segue una discussione simile fatta in un altra occasio-ne, pure importante, ed anche perché il consiglio comunale è sempre, diciamo, tenuto ad avere una funzione regolamentare istituzionale a garanzia di tutta la nostra comunità e non solo a garan-zia della maggioranza consiliare. Quindi un referendum nella assoluta e unica disponibilità della maggioranza del consiglio comunale voi tutti consiglieri potete ben capire che non è a garanzia della comunità ma solo a garanzia della maggioranza consiliare e sinceramente a me personalmen-te questa cosa, insomma, mi tocca, perché possono esserci delle tensioni e delle problematiche che i cittadini vogliono fare proprie e gestire anche con la forma di democrazia diretta , che a me personalmente non spaventa, per le quali il consiglio deve prestare attenzione anche formale. Dun-que non è che si possa così tagliare con l’accetta il ruolo di quella che abbiamo chiamato commis-sione di garanzia. Penso che la funzione che noi dobbiamo chiedere alla commissione di garanzia è di essere di garanzia, punto, degli eventuali promotori del referendum e a qui vogliamo essere ,diciamo, ben ascoltati su questo punto- ma a garanzia anche del consiglio comunale, cioè quindi una commissione di garanzia che garantisca tutti, me compreso se vogliamo metterla sul piano personale, voi consiglieri compresi dobbiamo essere messi di fronte a decisioni in equivoche, mo-tivate come dice l’ammissione, come dovrebbe essere l’ammissione della commissione di garan-zia , dunque, proposta al consiglio per essere approvata. Io consiglieri mi trovo a disagio perché ho l’impressione che nei pareri della commissione di garanzia che oggi sono all’attenzione dl con-siglio comunale non ci sia una motivazione che mi garantisca nella mia decisione di consigliere comunale, io lo dico proprio con grande onestà politica ed intellettuale se mi è consentito. Io trovo un decifit di motivazioni negli argomenti e nelle considerazioni della commissione di garanzia, che mi mettono in difficoltà come consigliere comunale, e ho l’impressione che la commissione di ga-ranzia non abbia assolto adeguatamente, e mi sento in dovere di dirlo, al proprio ruolo, in partico-lare laddove si parla di motivazioni. Il quesito che è sottoposto in questo momento, quell’altro poi non ne parliamo quando ci arriveremo, ho miriade di cose da dire proprio nel merito delle motiva-zioni,ma questo qui , quelle famose tre righe, io considero quelle tre righe un’ insufficiente moti-vazione, non fosse altro perché come recita la prima riga del quesito si propone di portare le com-missioni consiliari delle circoscrizioni da 5 a 3 quando il regolamento dice ad un massimo di 3,

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questo era una considerazione che la commissione di garanzia avrebbe dovuto evidenziare, ed in-terrogarsi dunque sulla validità stessa del quesito, che era mal posto, poi è vero che dopo dice ri-formula, volete riformulare fino ad un massimo di tre, ma la prima riga non è così e quindi crea anche confusione nel cittadino che è chiamato ad esprimere il proprio parere. Il cittadino deve sa-pere che attualmente le commissioni non sono 5, ma questo la commissione dovrebbe evidenziar-lo, le commissioni sono fino ad un massimo di 5, per cui una circoscrizione ne potrebbe fare 2. In quell’articolo che avete preso in esame si parla di 5 commissioni poi c’è quell’altra, com’è detta, istituzionale, ma in un altro articolo che non avete preso in riferimento, io sono preoccupato del fatto del modo di lavorare della commissione di garanzia, sono molto preoccupato, lo dico anche con un certo imbarazzo, perché voglio che la commissione di garanzia non garantisca solo i pro-motori del referendum ma garantisca anche me come consigliere comunale nel prendere le deci-sioni e non mi sento sufficientemente garantito per una insufficienza di motivazioni della commis-sione di garanzia che a questo punto cercavo di spiegare, l’insufficienza di motivazioni, in partico-lare nel prossimo quesito ma in questo anche sto cercando di dire cosa la commissione di garanzia avrebbe dovuto dirimere e dunque evidenziare. Il fatto che sono chiamati i cittadini ad esprimersi su una riduzione di commissioni, quando questo numero di commissioni non è fisso, ma guardate che non è una cosa di poco conto, è una cosa, come dire, di chiarezza nei confronti del cittadino attivo che si reca anche ad un’urna per assolvere anche al proprio dovere rispondendo almeno ad un quesito. Quindi io penso che il parere della commissione di garanzia nel merito del parere, quindi adesso io non disquisisco sul ruolo della commissione, mi pare di poter dire che il consi-glio oggi non è in grado a mio parere di accettare la motivazione della commissione di garanzia perché è insufficiente e questa sarà la mia posizione quando si tratterà di votare. Esce il consigliere De Lucia Consiglieri presenti n. 34 CONSIGLIERE RIVA Grazie Presidente. Io ho sentito oggi parole come pazzia, follia, irresponsabilità, fanno perdere tempo, però devo dire che la commissione di garanzia, alla quale noi abbiamo sottoposto un quesi-to preciso, che era la riduzione da 8 a 5 delle circoscrizioni e contestualmente la richiesta di non ampliare le commissioni consiliari perché se passava il primo quesito noi avevamo il sospetto più che legittimo che i trombati delle tre circoscrizioni che venivano fatte fuori venivano riciclati co-me presidenti di commissione, noi abbiamo posto questi due quesiti alla commissione di garanzia. La commissione di garanzia che questo consiglio ha nominato, e che è targata politicamente, per-ché io non ho problema a dirlo, la commissione di garanzia è un dieessino, uno della Margherita e uno di Forza Italia, questa è stata la spartizione che c’è stata, ok? La commissione di garanzia, io non entro nel merito, io metto le targhe politiche sul petto delle persone, perché questo è il dibatti-to che c’è stato, anche le discussioni che ci sono state, noi avevamo proposto il nostro candidato alla commissione di garanzia non è stato accolto, anzi il nome è stato respinto, noi normalmente siamo piuttosto trasparenti,perché anche sulla stampa noi diciamo quello che si dice anche nelle stanze segrete. Io non ho ancora compreso tra le forze politiche quali siano quelle, a parte coloro che hanno firmato il quesito referendario, chi sono le forze politiche che vogliono ridurre le circo-scrizioni a Reggio Emilia, è su questo che stiamo discutendo. Se vogliamo poi parlare della com-missione di garanzia noi abbiamo, il collega Vena lo ha anticipato, noi abbiamo fatto una proposta molto precisa, perché mi pare strano che la commissione venga difesa come commissione tecnica da quelle forze che sono riuscite ad inserire un proprio rappresentante, mentre a tutte le altre forze risulta una commissione di natura politica. Quindi il quesito è quello sulla riduzione delle circo-scrizioni e poi abbiamo posto questo quesito perché riteniamo utile che il territorio, il decentra-mento territoriale di questa città debba essere modellato sul modello su cui è organizzato il welfa-re, con i poli territoriali, questa è la motivazione , questa l’abbiamo detta in più occasioni e varie volte. Quindi i quesiti che noi abbiamo sottoposto alla commissione di garanzia politicamente tar-gata, sono due : riduzione della circoscrizioni e riduzione delle commissioni di lavoro delle circo-scrizioni. Io credo che la commissione di garanzia abbia fatto il proprio lavoro e a questo punto ci troviamo qua non con una delibera del vice presidente Vena, ma con una proposta di delibera del presidente Rinaldi, tant’è che la delibera che arriva oggi in aula è del presidente Rinaldi, che anche

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egli sa bene che questo è un atto dovuto, lui non poteva non presentarci oggi questa delibera, è un suo preciso compito e dovere istituzionale farlo. Poiché il procedimento referendario è regolamen-tato , ci siamo dati sulle procedure referendarie e conseguono delle norme precise e tra queste nor-me alcune prevedono il passaggio nelle commissioni di garanzia e il passaggio in consiglio comu-nale, ma la commissione di garanzia è un organo delegato dal consiglio comunale, uno può essere più o meno d’accordo con questa commissione, ma è l’organo che il consiglio comunale ha scelto. Allora io dico anche che così come è accaduto sul porta a porta, perché anche sul porta a porta è stato presentato un quesito, questo consiglio comunale ha dato il proprio, ha espresso il proprio pa-rere, il proprio voto come atto dovuto, e poi successivamente l’amministrazione comunale ha mo-dificato quel progetto, e il sindaco che è l’ultimo responsabile di indire o meno un referendum ha ritenuto, supportato anche da una discussione che c’è stata in quest’aula,ha ritenuto di non indire il referendum. Allo stesso modo io credo che anche su questo quesito, che è un quesito monco della prima parte, ma comunque quello che la commissione di garanzia ci sottopone quest’oggi, anche su questo quesito noi non possiamo dir di no, ma possiamo successivamente intervenire, per modi-ficare lo stato dei fatti. Così come a livello nazionale si discute della pistola alla tempia del refe-rendum sulla modifica della legge elettorale, che spinge le forze politiche a darsi da fare per trova-re una soluzione. Io credo che allora le parole che ho sentito in questa aula debbano essere respinte ai mittenti, e per il principio dell’analogia, che veniva qua citato, ho potuto notare un affiatamento, in particolar modo dal consigliere Poli e dal consigliere Colosimo, contro questa iniziativa, ma per il principio dell’analogia so che il consigliere Poli e il consigliere Colosimo hanno recentemente preso casa insieme, e lascio quindi poi a voi desumere quali sono le linee politiche dei loro partiti. Grazie. Esce l’assessore Sassi PRESIDENTE RINALDI Informo il consiglio che è stato depositato un ordine del giorno a firma del consigliere Riva. Dò lettura dell’ordine del giorno:

O.D.G. Il Consiglio Comunale

si impegna di intervenire con apposita delibera, affinchè entro il 31/12/2007, venga modifica-to il regolamento per le circoscrizioni cittadine, perché i consigli di circoscrizione possano i-stituire commissioni consiliari permanenti in un numero non superiore a quattro.

Gruppo consiliare PdCI

CONSIGLIERE EBOLI Le ho chiesto , Presidente, di leggere l’ordine del giorno perché credo che due ore siano già passa-te per una discussione che per come si è sviluppata ha tutto il sapore di essere purtroppo una di-scussione inutile, perché se è vero che il collega Vena ha detto che comunque se dovesse passare la delibera , come noi auspicavamo per rispetto alla commissione di garanzia , comunque non rac-coglierebbe le firme , il che vuol dire che è un finto referendum. Io faccio appello a lei, presidente, perché metta in votazione la richiesta che facciamo di ritirare dal voto del consiglio comunale la delibera che riguarda questo referendum, venga ritirata immediatamente per non perdere ulteriore tempo. CONSIGLIERE VENA A parte il fatto che chiedere al consiglio di votare qualcosa che va contro la legge, se ne assume le responsabilità chi lo propone e chi eventualmente lo vota. Volevo fare due precisazioni , presiden-te, perché qui si sta parlando di Vena e senza che le persone hanno capito di cosa stiamo parlando, e per persone intendo molti interventi di parecchi consiglieri comunali. Ora per ripristinare la veri-tà, presidente, qui ci sono, credo, un settantina o un centinaio di persone che hanno firmato una richiesta referendaria e quindi tutti quanti sono legittimati, non il consigliere Vena anche l’ultimo che ha firmato in quell’elenco è legittimato da un atto che segue un iter di procedura, se domani il consigliere Vena cambia idea può essere il settantesimo della lista che nel momento in cui questo

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consiglio gli da la possibilità di raccogliere le firme allora le può raccogliere, noi stiamo parlando di questo non della proposta del consigliere Vena. Quindi chiarita questa questione lascio a lei pre-sidente mettere ai voti o almeno un qualcosa che va contro il regolamento, poi vediamo chi vota. PRESIDENTE RINALDI I termini sono stabiliti dal regolamento che noi sappiamo essere per la disciplina del referendum popolare del comune di Reggio,dice che il consiglio deve deliberare entro 15 giorni l’ammissione del referendum a seguito dell’espressione della commissione di garanzia. Credo che questi 15 giorni vadano intesi come ordinatori, non certamente un termine perentorio. Nel caso in cui il con-siglio a maggioranza decida di rinviare il punto e di riprenderlo in altra seduta, questo è rispettoso di quanto previsto dall’articolo 21 comma 3 del regolamento. Per cui la proposta in ordine ai lavori del consigliere Eboli credo che debbo essere votata dal consiglio, cioè quella di rinviare l’attuale proposta di delibera,anche perché non può essere il presidente… la proposta di rinvio della delibe-ra si sostanzia anche nel rinvio dell’ordine del giorno, perché l’ordine del giorno non ha natura au-tonoma rispetto alla delibera. L’ordine del giorno propone di ridurre il numero delle commissio-ni,impegnare il consiglio nel ridurre le commissioni consiliari. CONSIGLIERE COLOSIMO Presidente, pur non, per non commettere un qualche errore nel mio intervento io ho chiesto di sa-pere chi è il proponente della delibera e se non leggo male il proponente è il presidente del consi-glio comunale, se così è, sempre nel mio precedente intervento, io ho chiesto, ho fatto la proposta di ritiro della delibera con l’impegno politico di modificare quella parte di regolamento delle cir-coscrizioni che riguarda la possibilità di istituire le commissioni, e allora il primo chiarimento è: chi è che ritira la delibera? Non è certamente il collega Vena, né il collega Riva, è il proponente e secondo me il presidente avrebbe tutti gli elementi alla luce del dibattito per procedere al ritiro di questa delibera, perché la maggioranza di questo consiglio comunale è pronta a modificare quella parte del regolamento che aderisce all’oggetto della richiesta,quindi piuttosto che rinviare come fa il collega Eboli, e tenerci una cosa inutilmente attiva, possiamo tranquillamente attraverso un suo atto e un successivo impegno politico di questa maggioranza procedere. PRESIDENTE RINALDI Stiamo innanzitutto discutendo della proposta avanzata dal consigliere Eboli di rinviare , non di ritirare l’atto. Per quanto concerne il fatto che il presidente propone al consiglio questa delibera è dovuto al rispetto della natura del regolamento, vale a dire che una volta acquisito il parere della commissione di garanzia, il presidente presenta questo parere attraverso una delibera al consiglio, per cui il proponente in questo caso è il presidente del consiglio che propone al consiglio la delibe-ra. Ritengo altresì , però, che la delibera sia acquisita in questo caso nella disponibilità del consi-glio. Io avevo l’obbligo di presentare al consiglio questa delibera, dopo di che il consiglio può e-ventualmente decidere o di avanzare una richiesta di sospensione o di avanzare una richiesta di rinvio, ma lo decide il consiglio , come fa il presidente in questo caso a decidere di ritirare l’atto che è acquisito nella disponibilità del consiglio? Personalmente mi prenderei una responsabilità molto alta che credo non competa al presidente, perché il presidente è tenuto a presentare l’atto. E’ evidente che il ritiro lo si acquisisce nel momento in cui si vota eventualmente la proposta, questo è evidente, dopo di che la conferenza deciderà nei modi e nei termini quando calendarizzarla nuo-vamente. Questo atto rispetto agli altri ha una priorità perché ha un termine, seppur non perentorio ma ordinatorio. CONSIGLIERE VENA Allora presidente solo per rimarcare il fatto che lei ha un obbligo. Quindi significa che il prossimo consiglio questa è una delibera che non può decidere la commissione se portarla o meno perché viene portata in discussione. La cosa che dice il consigliere Colosimo è che in qualsiasi momento una commissione, un consiglio comunale può modificare il regolamento, e nel momento in cui viene modificato il regolamento e non ci sono più presupposti per raccogliere firme o per fare altro viene meno automaticamente il referendum. Allora vogliamo far passare un atto di intimidazione nei suoi confronti presidente? Votiamo, io lo dico al capo gruppo del partito democratico e vedia-

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mo la decisione da prendere. Su una cosa semplice che non avrebbe dovuto, perché poi bisogna spiegarlo non al consigliere Vena, bisogna spiegarlo alle altre forze politiche che non sono presenti in questo consiglio comunale che hanno firmato e soprattutto a quei 70 – 100 cittadini che hanno firmato e che sono tutti legittimati a prendere e a scrivere qualsiasi cosa, nei suoi confronti e nei confronti di altri consiglieri comunali. Escono il Sindaco e la Consigliera Giampaoli Consiglieri presenti n. 32 PRESIDENTE RINALDI Consigliere, nel momento in cui non vedo una discrasia tra la richiesta del consigliere Eboli e quanto previsto dal regolamento è il consiglio che, pur ben sapendo , diciamo, che quest’atto si rende necessario da una lettura del regolamento, può eventualmente decidere di rinviare il punto a data da definirsi, dopo di che il consiglio decide di rinviare il punto consapevole che a questo pun-to dovrà essere ripreso nei modi e nei termini stabiliti dal regolamento. Esce il consigliere Zini Consiglieri presenti n. 31 Il Presidente del Consiglio , quindi, pone in votazione, mediante rilevazione elettronica, la proposta di rinvio del Consigliere Eboli e ne

Proclama Il seguente esito: PRESENTI: 31 VOTANTI: 31 FAVOREVOLI: 2 Eboli, Rizzo (A. N.) CONTRARI: 29 Scarpino ( PD), Colosimo, Fornaciari (La Margh.), Riva, Vena (C. I.),

Ferrigno, Sassi (P. R. C.), Modesti (Verdi), Grassi, Poli (U.D.C.), Rango-ne (Lab. Re.), Monducci (Gente Re), Giovannini (L.N.P.), Fantini, Malato (GR. Misto), Corradini (Costr. Re), Anceschi, Ballarini, Bedogni, Margi-ni, Montanari, Montipò, Notari, Prandi, Prati, Rinaldi, Salardi, Salsi, Vecchi (P. Democr.)

Ed in conformità di ciò proclama respinta la mozione d’ordine di cui sopra. CONSIGLIERE FERRIGNO Presidente , io per decenza non prendo neanche in considerazione l’ordine del giorno presentato dopo due ore e mezzo di discussione, quindi su quello io mi astengo nel dare un giudizio. Interve-niamo in dichiarazione di voto, presidente, perché vogliamo rubare solo 5 minuti all’aula rispetto a quello che il generoso consigliere Colosimo ha definito una corbelleria politica. Per una serie di motivazioni, presidente, è stato ribadito in quest’aula che comunque anche qual’ora quest’aula do-vesse ratificare il referendum le firme non saranno raccolte. Quindi , presidente, stiamo a disquisi-re su un atto che non sarà posto in essere. Più volte ho fatto riferimento alla coerenza, Rifondazio-ne Comunista è coerente, disse no al referendum del porta a porta perché riteniamo che non è una presa d’atto dell’aula,ratificare o meno ciò che la commissione di garanzia delibera, noi riteniamo- e mi pare che gli interventi che mi hanno preceduto anche da parte dei partiti di maggioranza, di autorevoli esponenti- questa è la linea che va per la maggiore, quindi non è più una presa d’atto, come qualcuno ci ha più volte ribadito nello scorso consiglio, ma quest’aula può dire se questo re-ferendum sia da fare oppure no. Quindi rispetto alla presa di posizione di Rifondazione Comunista non mi pare che vi sia alcun che da obiettare, rispetto alla incoerenza di altre forze politiche di op-posizione , presidente, e mi riferisco al consigliere Poli, allora ce ne sarebbe da dire, ce ne sareb-be da dire tanto. Questi signori, presidente, che oggi entrano nel merito del quesito referendario, hanno con il sottoscritto preso parte alla commissione dell’onorevole Monducci per circa un anno

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e mezzo, in questa commissione abbiamo disquisito degli articoli più svariati, poi, Poli c’era an-che questo, ebbene presidente in quella assise nessuno ha posto all’attenzione della commissione medesima la possibilità di rivedere o meno il numero massimo delle commissioni, nessuno emen-damento è stato presentato in quest’aula. I proponenti di questo quesito referendario, quindi anche lei consigliere Fantini, allora non hanno assolutamente preso in esame la possibilità di presentare un emendamento in quest’aula. Salvo poi come l’innominato convertirsi ed accorgersi che si può fare pulce a un comma di un articolo piuttosto che a un altro. Se questo è il modo di operare corret-to di un amministratore allora io presidente mi dimetto seduta stante. Nel mentre, presidente , sta-bilire che si può costituire una commissione fino a un numero di 3 anziche fino a un numero di 5 mi pare che sia del tutto improprio, non si può a prescindere dalle caratteristiche sociali, ambien-tali e politiche delle circoscrizioni stabilire a priori quale deve essere il numero massimo di com-missioni, anche perché questa è una decisione che fa capo al consiglio di circoscrizione, quindi io chiedo nuovamente quali sono i consiglieri di quartiere, le forze proponenti che hanno proposto al presidente e al consiglio medesimo di ridurre il numero delle commissioni . Nessuno presidente. Questa istanza non è emersa mai , quindi è del tutto strumentale la posizione che oggi viene posta all’attenzione di questa aula. E poi, presidente, se è questa rispetto alle sensibilità politiche più svariate, è questa la volontà delle forze politiche di maggioranza, ebbene nulla toglie che queste stesse forze politiche pongono il problema in ogni singolo quartiere e operino con i numeri che ci sono una riduzione, non mi pare che adesso bisogna ulteriormente rivedere un regolamento per al-tro dibattuto da un anno e mezzo non solo in quest’aula. Con questo referendum io credo si morti-fica un’eccezionale strumento di democrazia che è appunto il referendum, che bisognerebbe forse utilizzarlo per altro. Io credo che non solo si mortifica lo strumento,ma qualora dovesse passare dai cittadini questo referendum , insomma dovesse avere il nulla osta, io credo che bisognerebbe che si dimettessero in toto tutti i consiglieri che hanno partecipato alla commissione , quindi platealmen-te, anche il sottoscritto, si dimettessero in toto tutti quelli che hanno votato il regolamento , presi-dente, e poi se si fa riferimento alla vera democrazia, quella che qualcuno scrive sui banchi, allora rispetto a una totale e plateale sfiducia di un articolo del regolamento allora anche se nessuno di questi ha mai posto il problema,decenza vorrebbe che tutti questi signori si dimettessero. Grazie Presidente. Entra il consigliere Giampaoli Consiglieri presenti n. 32 CONSIGL IERE GIOVANNINI Grazie presidente. Da questa prima discussione noi abbiamo capito due cose, la prima che la mag-gioranza oggi cambia idea rispetto a gennaio quando venne ammesso il quesito sul porta a porta, la seconda che questo consesso non deve dare più una presa d’atto ma deve dare una presa per i fon-delli ai cittadini. Che Rifondazione voti contro non ci stupisce visto la sua storia stalinista , quindi anti democratica, che però il partito cosiddetto democratico si astenga dal prendere atto di un voto favorevole su questa delibera ci stupisce perché è una clamorosa marcia indietro. Allora gli inter-venti del consigliere Montipò, del consigliere Colosimo sono stati molto chiari, non sono convinti e quindi respingono il giudizio della commissione di garanzia. Io invito quindi il segretario genera-le, che ne fa parte , e tutti gli altri membri in caso di voto contrario a dimettersi seduta stante, visto che una commissione tecnica è stata ripudiata in questo modo. Vedremo l’esito del voto. Io credo che ha ragione il consigliere Fornaciari quando dice che noi stiamo perdendo tempo, perché noi ci stiamo occupando di una presa d’atto, che sarebbe stata e avrebbe dovuto essere liquidata in po-chissimi secondi con voto favorevole. Prova ne è che la recente revisione dello statuto non si è conformata al regolamento, ma ha mantenuto la stesura precedente. Ovvero che il sindaco deve indire il referendum dopo 30 giorni che la commissione di garanzia si è espressa sul merito tecnico giuridico. Questo perché è del tutto evidente- e noi stiamo parlando di questo oggi, non del meri-to dei quesiti- che esistono rapporti privilegiati tra cittadini commissione di garanzia e sindaco, il quale alla fine deve indire, non è possibile trattare questa delibera così come qualsiasi altra, fin-ché non verrà per lo meno modificato il regolamento sul referendum, nel merito, dal punto di vi-sta politico, altrimenti , come dicevo prima durante il mio intervento in fase di discussione, si po-ne la pietra tombale agli istituti referendari. E’ come se il parlamento domani facesse un voto per respingere il referendum sulla legge elettorale, lo dichiarasse inammissibile, è come se quest’aula

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non votasse un atto dovuto come la surroga di un consigliere perché magari il consigliere che su-bentra è del partito che non gli piace. E’ una cosa folle, abbiamo visto anche questo, ma ad un cer-to punto si sono dovuti arrendere di fronte al diritto. Oggi questa maggioranza calpesta anche il di-ritto. Allora vengo nel merito perché devo una risposta alle gravi scorrettezze che ha tenuto il ca-pogruppo del partito democratico Vecchi , il quale cita una mia dichiarazione, che confermo in to-to, avvenuta il19 gennaio, dicendo che noi diamo un giudizio politico, perché siamo un organo po-litico, però si dimentica di citare tutto il resto della mia argomentazione, perché l’emendamento che noi proponemmo a gennaio era di natura tecnica, pratica in quanto il primo dei quesiti sul refe-rendum dei rifiuti porta a porta ritenevamo, così com’è stato, che sarebbe caduto proprio perché superato dai tempi, e così avvenne . Cosa fece però allora la maggioranza, la quale non ebbe nulla da ridire, in nessuna sua componente rispetto all’interpretazione data dall’avvocato Corsi, il quale disse:ho visto un quesito della lega nord che mi pare pericolosissimo, perché finisce con l’attribuire al consiglio di poter determinare l’alveo del quesito referendario, cosa fece la maggio-ranza, il capogruppo Corradini del DS? Votarono contro ad altre proposte perché vengono a met-tere in qualche modo in discussione un iter. Anche il collega Vecchi così come gli altri componenti della maggioranza votò contro il nostro emendamento perché metteva in discussione un iter, quello che oggi voi ripudiate. Allora il vostro problema signori della maggioranza non è la natura del giu-dizio della commissione di garanzia, è il fatto che per tre volte la commissione di garanzia non ab-bia detto no alla ammissione dei quesiti che voi, sul quale voi non volete che la cittadinanza, che è l’unica titolare del potere,si esprima. Quindi noi signor presidente voteremo convintamente sì, perché su questa delibera e come anche sull’altra non c’è alcun motivo per cui questo consiglio non debba formalmente prendere atto di un espressione di parere tecnico-giuridico. Grazie signor Presidente. CONSIGLIERE MARCO FANTINI Grazie Presidente. Il consigliere Ferrigno ha ricordato alcuni fatti e secondo me in modo impreci-so, io penso che siamo a un punto molto basso dell’attività del consiglio comunale oggi, ma quan-do si vuole andare contro la logica, e io ricordo personalmente, forse da solo, quando fu fatta l’istruttoria in sede di commissione del consigliere comunale Monducci feci notare che pareva un po’ bizzarro che le circoscrizioni potessero avere più commissioni del consiglio comunale, ci do-vrà essere probabilmente la nota a margine del dottor Montagnani, che sul quel punto non era d’accordo, o forse qualche altro, il consigliere Vena od altri, è stata fatta in sede di regolamento, durante le sedute di approvazione del regolamento è stata fatta la proposta dal consigliere Giovan-nini, l’emendamento specifico che tendeva a ridurre le regole. Allora è chiaro che il nostro obietti-vo politico sapete che è un altro, almeno il mio, è un obiettivo politico che mi ha portato a votare contro a quel regolamento, quindi non devo dimettermi rispetto all’invito di Ferrigno, proprio perché veniva raccolto questo principio che è quello minore, quello della riduzione delle com-missioni, ma non veniva accolto il principio fondamentale che era quello di una riduzione del numero delle circoscrizioni. A questo punto si è usata questa ulteriore arma , diciamo così , che è consentita, un’arma democratica, che è quella del quesito referendario, che è stato ammesso, e io credo, come hanno detto altri, che a fronte di parere tecnico giuridico espresso da una commis-sione l’aula non può, consigliere Colosimo che ha fatto un intervento molto pertinente all’inizio, che poi però alla fine non ha trovato una sua risposta nel corso di questa lunga discussione, l’aula non possa fare che un operazione di ratifica/invito a unire più quesiti che potessero trovare una ri-sposta positiva, cioè razionalmente mi pare che il buon senso dica questo. Ci sono delle richieste, ci sono dei pareri, e quindi non sta a noi decidere se questi referendum sono ammissibili o meno ma sta alla commissione preposta, dopo di che all’aula consiliare consterà di ratificare/dare un in-dirizzo, dire sulla base dei regolamenti che abbiamo approvato, o sono in via di approvazione, ve-dere quali dritte dare al sindaco e alla giunta per l’indizione di questi referendum, che sarebbe sconveniente indirne tre in un anno eccetera. Altrimenti se noi ripetiamo qua la discussione non capisco veramente dove sta la logica. Quindi personalmente voterò a favore anche dell’ordine del giorno, collega Riva, che dà ulteriore scialuppa di salvataggio alla giunta e dice: fate una delibera , portate a quattro queste benedette commissioni così ci eviteremo di fare il referendum,mi sembra anche questa una soluzione di assoluto buon senso politico. E’ chiaro che nel momento in cui, non dico quello che poteva essere il bersaglio grosso rispetto al quale non so bene come la pensa il

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consigliere Vena,rispetto al quale noi non arretreremo, cioè noi anche alla luce di disposizioni na-zionali che prevedono, hanno previsto, poi il dibattito si è un po’ incartato, la riduzione, addirittu-ra l’eliminazione delle circoscrizioni superando di gran lunga quella che è la nostra posizione, noi su questo punto non arretriamo, punto che era nel programma di governo del centro sinistra, pun-to che è stato votato nel primo atto come linea di mandato del sindaco Delrio in quest’aula, quindi noi su questa battaglia politica, noi dell’Italia dei Valori ci andiamo fino in fondo. E’ chiaro che questo è un corollario e i quesiti erano due e non ci hanno ammesso ripetutamente quell’altro per-ché quesito scomodo e qua purtroppo bisogna dirlo, io non vorrei dirlo ma purtroppo è un quesito che è stato bocciato politicamente per due volte perché quesito scomodo e ci hanno lasciato questo strapuntino qui e adesso io voterò a favore sia dell’ordine del giorno del collega Riva sia per la ra-tifica della delibera che prevede appunto l’istituzione del referendum. Entra il consigliere De Lucia Consiglieri presenti n. 33 CONSIGLIERE EBOLI Io spendo solo due parole per ratificare ciò che avevo detto all’inizio del mio intervento quando pensavo che questo fosse un dibattito improntato ad affrontare un quesito referendario che, co-munque, al di la del merito, nel quale non ero entrato e non voglio entrare, vi fosse almeno come condizione essenziale la volontà dei proponenti di portare a termine o tentare di trovare una solu-zione al problema che hanno posto. Ora siamo nel paradosso che il tre di ottobre in questo consi-glio comunale si è visto bocciare, con un atto che è chiaramente testimonianza di un eccesso di potere da parte di questa maggioranza e delle liste civiche, un referendum che aveva già avuto un voto favorevole come quello che dovremmo dare oggi la prima istanza, il primo via per la raccolta delle firme , quello sul porta a porta, 6.000 cittadini quel referendum lo hanno chiesto davvero, e il sindaco e questa maggioranza gli hanno sbattuto le porte in faccia. Ora siamo invece al paradosso di un referendum che nessuno vuole, una sorta di farsa costruita dal gruppo del PDCI, il quale ha tenuto impegnato per due ore e mezzo il consiglio comunale e ha dichiarato tranquillamente, il collega Vena , che non raccoglierà le firme, mentre il collega Riva dal suo canto ha presentato un ordine del giorno per cercare di uscire dalle sabbie mobili in cui i due dei comunisti italiani si sono impantanati. Scusate, io credo che di fronte a questi atteggiamenti un sussulto di dignità politica vada manifestato. Allora se il collega Vena non avesse fatto quella gravissima dichiarazione in base alla quale non è intenzionato a raccogliere firme di referendum , quindi che ci stiamo a fare qua? Alleanza Nazionale avrebbe avuto come ha sempre avuto , come dimostrerà nel successivo quesito referendario che sarà posto in votazione, pieno rispetto della votazione di commissione di garanzia e quindi interpreteremo come un dato tecnico il voto che il consiglio comunale deve dare oggi. Però di fronte alle dichiarazioni del collega Vena, ai tentativi rocamboleschi del suo amico di partito compagno di partito Riva di uscire da questa situazione, consentiteci di non partecipare a questa farsa. Pertanto il gruppo di Alleanza Nazionale non partecipa al voto né sulla delibera né sull’ordine del giorno. CONSIGLIERE POLI Grazie Presidente. Io continuo a dire che comprendere l’atteggiamento politico, il progetto, la proposta politica del partito dei Comunisti Italiani in questa sala consiliare è una grossissima fati-ca. Prima ho avuto il dubbio che il collega Vena avesse un sosia, adesso ne ho anche la certezza, e mi fa venire in mente questo comportamento ondivago una lettura che ho fatto di recente di Cal-vino, quando parla e descrive il cosi detto visconte dimezzato, cioè un visconte dimezzato in due, cioè una parte cattivissima e una parte, non presente fisicamente, buona. Allora quando leggo le parole citate anche dal collega Eboli, oppure ho sentito qua in diretta che tutto sommato poi que-sto referendum che i comunisti italiani hanno voluto proporre non si terrà perché tanto rinunciamo alla raccolta delle firme, mi viene in mente uno dei principi fondamentali per i quali si era mossa la falange macedone del partito Comunista Italiani coadiuvata anche da qualche altro collega, quando hanno offerto alla cittadinanza la proposta della raccolta firme del referendum per contene-re i costi della politica. Oggi noi abbiamo esercitato parole al vento per la bellezza di due ore e quaranta minuti, con un costo, ecco che se ragionassimo in termini industriali ve lo lascio tutto lì,

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cioè abbiamo parlato del nulla, abbiamo lavorato per niente, siamo costati alla comunità reggiana x Euro per niente. Perché poi quando si arriva alla presentazione di un ordine del giorno che io vi ho anticipato nella fantasia, siccome vi conosco come un duo molto fantasioso ho immaginato che a-vreste presentato, che avreste fatto un numero da circo, cioè come i giocolieri e avete tirato fuori questo ordine del giorno che è incomprensibile nel senso che ci abbiamo messo un anno e mezzo per tutti i gruppi ad elaborare un regolamento per le circoscrizioni, un regolamento nuovo, qui si propone che in quattro e quattro otto i gruppi consiliari rimodificano di nuovo il regolamento, per dare spazio a questo numero magico di non superiore a quattro. Smettiamola di ragionare su cose che non esistono, che non sono sentite dai cittadini, ragioniamo invece sull’istituto del referendum, del perché in questa città non si riesce, nonostante appunto il regolamento redatto allora ad hoc sul referendum, ad indire il referendum, ragioniamo sulla catena di partecipazione popolare e de-mocratica. Qui abbiamo una giunta e una maggioranza che la sostiene che si fa forte e spende quattrini, i famosi 50.000,00 Euro del percorso partecipativo sul bilancio, una sperimentazione ec-cetera, e nello stesso tempo abbiamo sempre la giunta che teme, la maggioranza, il confronto li-bero coi cittadini, non si è talmente liberi che si fa un gioco di parole che il collega Vecchi capo-gruppo del PD, quando afferma che in quest’aula oggi per la prima volta, almeno io ho sentito per la prima volta questa espressione, ci si affida in termini di voto alla libertà di coscienza dei singoli consiglieri appartenenti al partito democratico. Ma collega Vecchi un po’ anche di storia alta della politica, ma quando mai in parlamento, in regione, in tutti i consessi assembleari ed elettorali ci si è affidati alla libertà di coscienza per votare una cosa come questa di oggi, che è una cosa che non sta in piedi, è una cosa inventata da certi gruppi minuscoli della maggioranza che soffrono il complesso di inferiorità e le pensano di notte tutte le iniziative per avere un po’ di visibilità. Allora i casi sono due: o questi che hanno il complesso dell’inferiorità escono dalla maggioranza e si ca-ratterizzano sul piano politico serio oppure il resto di questa presunta maggioranza li caccia fuori, cioè li caccia fuori perché deve impedire che un consiglio comunale debba essere prigioniero dei giochi furbeschi di certi colleghi consiglieri. La politica, cari amici e compagni, è un’altra cosa rispetto a quello che stiamo discutendo oggi e anche altre volte e allora compagno Vecchi , non so se adesso vi chiamate compagni, amici, democratici, datevi una mossa, non rifugiatevi dietro al voto della coscienza, dovete dire chiaramente che non volete il referendum, non volete che in que-sta città si sperimenti come in altre città il costume democratico del referendum e lo avete fatto in modo clamoroso. Chiedo scusa al collega Rangone se si è sentito offeso con l’espressione un po’ rude della mascalzonata politica, quindi la ritiro, per un atto di grande arroganza politica, di anti democraticità e quindi noi voteremo comunque , collega Vena le diamo un esempio di coerenza, noi voteremo comunque a favore della delibera perché noi vogliamo che il referendum , almeno uno, a Reggio Emilia si tenga, ovviamente tifiamo per il nostro e non per il suo ma se c’è da paga-re anche questo prezzo per la democrazia a Reggio Emilia, per una prova di partecipazione lo pa-ghiamo, lei però non scappi, lei mi faccia il favore di non scappare,lei tenga ferma la sua volontà e se la delibera verrà approvata , che noi siamo per votarla questa sera, ecco lei si incaricherà, è mo-ralmente impegnato a raccogliere le 5.000 firme. Grazie Presidente. CONSIGLIERE ANCESCHI Grazie Presidente. Tenterò di essere breve, in questa dichiarazione di voto, perché credo che la di-scussione, come hanno detto in tanti che mi hanno preceduto, abbia preso anche troppo tempo, a volte credo si abbia l’impressione, come questa sera, almeno da parte mia ho questa impressione viva, stasera, ma lo è stato anche negli ultimi tempi all’interno di questo consiglio comunale, che la crisi della politica a volte arrivi alla trascendenza in quest’aula come sta arrivando anche questa sera. Siamo fortunati davvero che il pubblico che assiste alle nostre sedute sia poco, perché a quel punto forse si sostanzierebbe il quesito che credo muova davvero la sfiducia dei cittadini nei con-fronti della politica. Non è tanto il fatto che la politica sia poco credibile, il ruolo dei politici, quanto l’utilità della politica. A volte io credo che in quest’aula a noi stessi sfugga l’utilità della politica e di questo consesso, ma non voglio allargare troppo il discorso per tentare di soffermar-mi sulla discussione che siamo facendo oggi. Per dire intanto a Giovannini che non c’è nessuna marcia indietro da parte del partito democratico, noi affermiamo con forza e lo faremo anche nella discussione successiva, Giovannini non c’è, però , come dire, faccio un piccolo balzo in avanti per leggere un tratto del parere che la commissione ha dato rispetto a uno dei quesiti che vedremo

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in seguito dove la commissione sottolinea all’attenzione del consiglio comunale quale organo de-putato a deliberare l’ammissione del quesito, come dalla formulazione stessa non cercare finalità, e cioè c’è domanda al consiglio comunale di un ruolo, il consiglio comunale non è spettatore di un processo, ma protagonista di un processo e viene chiamato ad esprimere un parere, a esercitare un ruolo e una funzione. Questo noi lo rivendichiamo, lo ha rivendicato il capogruppo Vecchi nel suo intervento, non si tratta qua di fare i Notai di una decisione altrui, si tratta di esercitare una respon-sabilità politica che c’è stata affidata dai cittadini. In questo senso è anche una risposta , credo, all’intervento del consigliere Giampaoli. Noi oggi non dobbiamo assumere tacitamente ciò che c’è stato detto, certo c’è un parere, un parere che ha una valenza tecnica che va tenuto in grande e forte considerazione, ma questo non ci esima dal poter fare delle considerazioni che portano anche a delle decisioni da parte di questo organo. Io credo che l’altra considerazione che dobbiamo fare è che gli strumenti che noi mettiamo a disposizione, qualsiasi tipo di strumento di cui l’uomo si va a dotare, sia esso fisico o metafisico, non è buono in natura. Questo per arrivare a dire cosa ?Io cre-do che il referendum, i referendum siano uno straordinario strumento di partecipazione ma non si può abusare degli strumenti e chiamare a votare i cittadini su cose che non hanno alcun senso e che sfiorano l’irrazionalità. E’ un problema dei proponenti ma c’è una responsabilità in capo al consi-glio comunale, che è quello anche del buon governo delle comunità, è quello anche del decidere oggi che non ha alcun senso chiamare a votare i cittadini, primo per il lato economico, secondo, guardate, perché gli strumenti di partecipazione smettono di essere veri strumenti di partecipazio-ne e democrazia nel momento in cui se ne abusa e si fa smarrire tra le persone il significato della partecipazione e della democrazia. Allora , guardate, io credo che noi oggi ci dobbiamo porre que-sto tipo di problema , assumere la responsabilità o meno di fare andare avanti questo percorso, io col capogruppo del partito democratico Vecchi lo ha definito una pazzia questo quesito e il partito democratico per questo non si assumerà la responsabilità di mandare i cittadini, di chiamare inu-tilmente alle urne i cittadini reggiani, di far spendere a questo comune, a questa amministrazione comunale inutilmente denari pubblici. Sull’ordine del giorno, rapidamente, snatura il senso del di-battito, noi oggi non siamo chiamati a discutere se portare le commissioni da cinque a tre sia posi-tivo o negativo, se abbia un senso o non abbia un senso, se risponde ad una crisi politica come nel-le idee del proponente o meno, quindi noi oggi siamo chiamati in questa discussione a discutere, a decidere, abbiamo discusso se ha senso chiamarci per i lavori su questi temi, l’ordine del giorno è al di fuori del dibattito e credo che per questo vada respinto. CONSIGLIERE GIAMPAOLI Grazie Presidente. Allora brevemente .Abbiamo già detto tutto, ribadisco quello che abbiamo già detto, Anceschi un conto è il buon senso politico, lo diceva prima il collega Fornaciari riferendosi anche al mio intervento di questo quesito referendario, io non lo ritengo, l’ho già detto, io non so-no d’accordo con il contenuto del quesito referendario perché non sono d’accordo nel diminuire il numero delle commissioni all’interno delle circoscrizione, non credo che sia, diciamo così, un’arma vincente quella che porta avanti il consigliere Vena perché il quesito è, lo ritengo piutto-sto modesto il contenuto, ma questa è una valutazione politica, il proponente può giustamente te-nere il contrario di quello che penso io, non credo però quello, non avvaloro quello che ha prima sottolineato il consigliere Montipò, definendo una pazzia questo quesito, perché non è affatto vero, è stato il Vecchi, però non condivido il tuo intervento, laddove tu dici che no, è tecnicamente , Montipò che è sbagliato, perché tu dici è sbagliato il quesito di Vena che parla di un numero di commissioni permanenti che non è stabilito, che non è vero. E’ stabilito, lo abbiamo votato noi , lo hai votato anche tu, che il numero delle commissioni permanenti può essere fino a 5, Vena legit-timamente , cioè con esattezza il quesito dice che: volete che il numero da 5 sia ridotto a 3? Poi Montipò se ne fanno due o ne fanno una, questo è un altro discorso, ma legittimamente il quesito di Vena è ben posto, è dal punto di vista politico che io non lo sostengo perché non lo ritengo se-condo me fondato, perché io non sono per diminuire il numero delle commissioni, anzi sono per allargare la partecipazione e ritengo che sia , lo ripeto, ancora una volta, un quesito dal contenuto piuttosto misero politicamente. Vengo allo spinoso problema . Allora, vedete, io ne parlavo prima col consigliere Colosimo, e facevamo una disquisizione giuridica, ed entrambi posso dirlo Colosi-mo, eravamo comunque giunti alla conclusione che l’art. 3 così come formulato nella parte finale è mal posto, poi il consigliere Colosimo dà una lettura, io ne dò una esattamente contraria ma una

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cosa mi spinge a sostenere la bontà della mia lettura, presidente,e cioè che se anche noi conside-rassimo lo statuto, il regolamento meglio, scusate, per la disciplina del referendum carente da un certo punto di vista normativo, devo dire, Anceschi, che il motivo, voi ragionate, ma il motivo quindi ha delle carenze ma non crocifiggiamoli troppo chi ha redatto questo strumento, il motivo Anceschi per cui il consiglio comunale non può entrare nel merito di quello che dice la commis-sione di garanzia è uno solo, Anceschi, perché altrimenti il referendum consultivo verrebbe as-soggettato al volere della maggioranza che governa la città, ogni città di questa repubblica italia-na. Se noi sottoponessimo, Anceschi, al vaglio ed al voto del consiglio comunale l’ammissibilità del referendum voi capite che si spoglierebbe il potere consultivo che i cittadini hanno di poter in-dire il referendum, perché la maggioranza del consiglio, se fossimo anche noi di centro destra a governare questa città non sarebbe giusto che noi esprimessimo un voto, perché sarebbe un voto politico, Anceschi, ma lo vogliamo capire non sarebbe un voto tecnico, sarebbe un voto di parte. Il referendum consultivo non ha padrini politici, Anceschi, tu che parli e sostieni, sono convinta, del valore della democrazia, non puoi dire che il giudizio di ammissibilità è demandato al consiglio comunale, verrebbe snaturato, presidente lo vogliamo capire o no, presidente Rinaldi verrebbe snaturato il referendum di quello che è il valore democratico, non è possibile che si esprima nel merito il consiglio comunale. Il consiglio comunale può solo, lo dice molto chiaramente la norma sta qui Anceschi il motivo dei legiferatori, coloro che hanno studiato, il regolamento ha sì delle carenze ma è evidente che se noi spogliassimo la commissione di garanzia, Anceschi, che è costi-tuita solo e unicamente per garantire come soggetto terzo dell’imparzialità sull’ammissibilità del quesito referendario , allora cari miei signori, allora vorrebbe dire che noi referendum popolare a Reggio Emilia non lo facciamo mai. Voi se votate contro, se voi vi esprimete in maniera contraria alla commissione di garanzia vi assumete una responsabilità politica molto grave, perché date un voto politico a quello che invece è assolutamente tecnico, cioè il parere, presidente, di una com-missione di esperti. Io la prego di richiamare il consiglio comunale a questa importante decisione, il parere di una commissione di esperti, se voi oggi votate contro il parere di ammissibilità ne date un volto politico è un fatto molto grave, perché questo vorrebbe dire che a Reggio Emilia il refe-rendum popolare non si potrà fare mai. Perché sarà sempre assoggettato al voto della maggioranza che governa la città e questo è il contrario del concetto della democrazia, è il contrario esatto di quello che la democrazia dice. Diamo voce ai cittadini, il buon senso politico è un’altra cosa, An-ceschi, questa è una scelta del proponente, io ti ho già detto che il referendum non ci sarà e termi-no, io voterò contro perché non sono d’accordo ma il consigliere Vena ha il diritto con il voto fa-vorevole della commissione di garanzia di raccogliere le firme perché il referendum si tenga, at-tenzione a non fare un voto politico che sarebbe un precedente gravissimo. Grazie presidente . CONSIGLIERE MALATO Grazie Presidente. L’ultimo intervento della consigliera Giampaoli è stato un forte richiamo che condivido nella totalità perché qua io sento parlare molto di democrazia, allora a questo punto qualcuno mi deve spiegare a che cosa servono i referendum, soprattutto quelli consultivi, se c’è una norma che stabilisce che questo può avvenire, noi abbiamo veramente parlato per tre ore circa di niente, perché evidentemente qualcuno questa democrazia cerca di fermarla. Proprio in questo luogo come già è stato fatto, tra l’altro, con dei provvedimenti ad hoc fatti sul momento, impeden-do a cittadini di esprimere la propria volontà riguardo a un determinato argomento. Noi non pos-siamo nel modo più totale dare dei giudizi su qualsiasi tipo di proponimento che ciascuno di noi può fare con un referendum. Io oggi devo fare un appunto al consigliere Vena perché giustamente il consigliere Colosimo ha rilevato il fatto che non si è parlato della questione, perché la questione era importante, il consigliere Vena doveva dire questa sera dell’importanza della sua argomenta-zione. Perché invece si è creato qualcosa di perverso che ha dato l’impressione e secondo me più che un’impressione, una realtà che ci sia qualcosa sotto. Per quanto mi concerne c’è qualcosa sot-to assolutamente, perché a me non è andata giù dove sono stati bocciati le proposte della diminu-zione del numero delle circoscrizioni, a me non è andata giù, ero uno dei firmatari , continuo ad esserlo, sì però noi abbiamo dovuto rispettare il parere tecnico della commissione, in quel caso noi lo abbiamo dovuto rispettare, in silenzio perché la commissione era sacra, noi nella sacralità della commissione abbiamo rispettato questo giudizio, oggi invece ci vengono a dire che questa com-missione non è sacra, che formula soltanto un parere e che quindi noi dobbiamo solamente andare

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avanti perché i quesiti non sono assolutamente importanti, ma chi lo stabilisce l’importanza o me-no di un quesito? Per me può essere importantissimo che in quest’aula non ci debbano essere delle bottiglie di acqua, se la legge me lo consente io vado avanti, se io sono dalla parte del giusto nes-suno mi deve impedire di portare i cittadini a votare se è così o non è così, anche perché , atten-zione, c’è una raccolta di firme, il consigliere Vena dovrà procedere alla raccolta di firme. Se la cittadinanza non è d’accordo con quello che il proponente questa sera ci sta delineando, non rac-coglierà le firme, non andrà al banchetto e non apporrà la propria firma, ma noi a quel procedi-mento ci dobbiamo arrivare, noi ci dobbiamo assolutamente arrivare, altrimenti creiamo davvero un precedente molto pericoloso. Quindi da parte mia il voto è favorevole per la mozione e sarà di astensione nei confronti dell’ordine del giorno del consigliere Riva perché in effetti è tardivo, c’è qui data la dimostrazione che non vi parlate, ma con il partito democratico vi parlate o non vi par-late? Con le altre forze di maggioranza, evidentemente, se io sto di qua non dialoga, perché per quanto mi concerne non ha mai dialogato con il sottoscritto, è stata una grande sconfitta, una gran-de delusione, perché io pensavo di trovare delle persone un po’ più, come posso dire, che potevano più facilmente ascoltare, io posso dire a chiare note di non essere mai stato ascoltato, e spesso io mi sono ritrovato più d’accordo con Rifondazione Comunista, con i Comunisti Italiani, Italia dei Valori e quindi con i partiti minori che propriamente con i DS. Quindi cerchiamo anche di capire perché noi perdiamo tre ore per argomenti così, evidentemente non c’è il dialogo a priori , non è la prima volta che questo avviene, il consigliere Vecchi questo se lo dovrà domandare, dovrà inter-venire su questo, in questo modo noi riusciremo ad evitare di parlare di nulla per tre ore, nel mo-mento in cui vi mettete d’accordo e venite qui con già una linea ben definita. CONSIGLIERE VENA Grazie Presidente. Io credo che questa discussione ha portato molte cose positive, dirò poi alla fine del fatto di aver capito che Eboli e Poli probabilmente non hanno capito ancora di cosa si sta di-scutendo, di cosa si va a votare, perché sentendo un po’ gli interventi sembra quasi che se oggi do-vesse passare questa delibera, presentata dal presidente Rinaldi, e non dal componente del PDCI Vena, quindi non hanno capito che non è che si va a votare, non è che c’è un referendum in atto, e li traggo la conclusione di un iter previsto da un regolamento, una conclusione di un iter, che pre-vedeva due quesiti, uno politico, forte, grosso, che verrà le prossime settimane perché ce n’è un’altra delibera che prevede di farlo, lì vedremo il ruolo, il comportamento delle forze politiche su questa vicenda, perché è bello , sì, parlare dei costi della politica, è bello parlare della riorga-nizzazione della città che Poli dice che questa giunta ha disgregato il territorio, ma infatti andiamo a vedere il ruolo che avrete nella votazione quando non conterà nulla la commissione e ogni forza politica dovrà decidere solo se questa città deve avere o no. Capisco anche il comportamento di Eboli che quando più o meno arriva a quest’ora, all’ora dello spuntino, ha da fare nel bar giù, quindi forse la politica più giusta è quella di dire di non votare in modo che riesce a recuperare le sue particolari bevute e mangiate che fa giù , ripeto, verso quest’ora. Ma nel merito della questio-ne , cosa stiamo facendo? Ripeto, stiamo seguendo un iter che la Giampaoli l’ha detto, un iter a conclusione, mentre vedremo nelle prossime settimane quando andremo a discutere sulla riduzione delle circoscrizioni che cosa si farà. Al compagno Ferrigno voglio ricordare, perché a volte dimen-tica, che quelle note che diceva il consigliere Fantini, se andiamo a verificare sul regolamento quando è arrivato in consiglio comunale, però dalle note in particolare un numero delle circoscri-zioni non una serie di partiti politici avevano detto di no al numero massimo delle cinque commis-sioni, perché poi ce n’è un’altra anche senza gettoni , sarebbe la sesta, quella del presidente della circoscrizione più i presidenti delle varie commissioni, in realtà noi abbiamo votato no, però pur-troppo il consiglio comunale ha rifiutato quell’emendamento. Per quanto riguarda invece l’intervento del partito democratico, a me dispiace in dichiarazione di voto discutere, mi piace molto ribadire, dare l’importanza, alla partecipazione dei cittadini, io vedo che loro sono nati con una grande partecipazione in piazza, qui nelle varie sedi un altro invece ha fatto partecipazione portando persone a Roma, quindi sì al discorso del referendum, alla partecipazione però non rie-sco a capire come mai un referendum, per esempio, che hanno proposto sul cambiare il sistema elettorale che penalizza i piccoli partiti in favore dei due grandi partiti di questa coalizione, è un qualcosa di democratico, quando invece chiediamo ai cittadini, ripeto, a chiusura di un iter e che bisognerà raccogliere le 5.000 firme che dice Poli, che bisognerà spiegare alle persone, sarà re-

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sponsabilità della forza politica che decide di farlo, se farlo e come farlo, ma non solo PDCI, Italia dei Valori, UDEUR , Socialisti, e parliamo di 70 – 100 persone che hanno firmato, quindi alla fine dei conti,voi state dicendosi no ad un iter non al consigliere Vena, state dicendo di no a queste for-ze politiche e a quelle persone che hanno firmato, in più state dicendo di no ad un regolamento che è un funzionamento per la parte finale. Concludo, presidente, dicendo a che cosa è servita questa discussione. Guardate io credo che questa discussione è servita a molto, è servita a dire, a delegit-timare la commissione,la commissione nei fati è stata delegittimata da chi più chi di meno da tutti i partiti politici, anche tramite il voto del no. Quindi il primo obiettivo , abbiamo delegittimato la commissione, quindi di conseguenza vedremo quando arriverà la delibera che prevede di toglierla cosa succederà. La seconda questione: abbiamo capito un’altra questione importane, per quanto riguarda le delibere del consiglio comunale e le delibere quindi fatte da un singolo consigliere, quindi le mozioni o interpellanze, la maggioranza si è svincolata, quindi questo significa che quando non sono atti di giunta ognuno vota come crede, questo è un altro dato di fatto,cosa che credo ci servirà anche quando il patto d’unione, quindi prendiamo atto che è servito a questo: su iniziative da parte dei singoli consiglieri comunali , delle forze politiche e quindi non della giunta ognuno in merito discuterà, come dire , dalla prossima volta. L’ultima questione, e ho finito, mi spiace, coinvolge il capogruppo del partito democratico Vecchi, con cui abbiamo scambiato alcune parole, alcune interpretazioni, su alcuni atti da fare prima di venire, prendo atto che purtroppo con tutta la sua buona volontà liberamente il consigliere, quindi anche quella del partito democratico, deciderà nel merito che cosa fare. Entra il consigliere Marziani. Consiglieri presenti n. 34 CONSIGLIERE COLOSIMO Grazie Presidente, soltanto poche parole per chiudere la vicenda che ha molti spazi di incompren-sibilità, ma comunque così è. Noi voteremo no alla delibera e voteremo a questo punto no anche all’ordine del giorno proposto. Collega Vena non è che gli atteggiamenti e i comportamenti politici cambiano a secondo che le delibere vengano proposte dalla giunta o vengono proposte direttamen-te dal consiglio comunale. Siccome noi non siamo abituati a nasconderci, vi accorgerete molto presto delle cose che il nostro gruppo ha chiesto e che pretenderà, la prima cosa è la dignità politi-ca, che non chiediamo perché ce l’abbiamo già, questo non abbiamo da chiederlo. Allora, non è che i comportamenti politici cambiano a seconda che le delibere vengono proposte dalla giunta o vengono non proposte dalla giunta. Perché c’è un elemento di logicità politica, che dovrebbe ispi-rare gli uni e gli altri comportamenti, cioè la logicità politica e dell’appartenenza del progetto. Mi sembra strano che un partito politico che è rappresentato in giunta si prenda molto spesso molte li-bertà. Questa è una constatazione, non è un’opinione, e si prende tante libertà senza coordinarsi neanche con altri gruppi di maggioranza. Ma al di là di questo il collega Fantini, nel disperato ten-tativo di difendere l’indifendibile, dice che si è arrivati a questo strumento con l’ultima arma di pressione, scusate, se questa è l’ultima arma di pressione che avete immaginato, io credo che la sproporzione fra il mezzo e l’obiettivo, perché se l’obiettivo è quello, di diminuire di una unità le commissioni dei consigli circoscrizionali, la sproporzionalità del mezzo, cioè il referendum mi pare di una evidenza eclatante, abissale. In diritto amministrativo o nella pratica amministrativa, questo si chiama cattiva amministrazione, in organizzazione aziendale si chiama sintomo di ineffi-cienza, prendila come vuoi ma è così. Ma c’è una cosa che io voglio dire. In quest’aula è brillato per la propria assenza l’assessore alla partecipazione, vice sindaco, e questa è una cosa un po’ strana, perché quando si discute di strumenti di partecipazione popolare il vice sindaco che ha una delega specifica, tra l’altro non so quale sia l’opinione della giunta, preferirei conoscerla, ma se non della giunta almeno del vice sindaco, il quale brilla per la sua assenza, ecco assessore Gandolfi assessore Montanari fatemi una cortesia,assessore Corradini, ecco fate anche voi questa piccola annotazione, se mi fate questa piccola cortesia, è stata rilevata l’assenza di un’opinione da parte della giunta e se non della giunta da parte del vice sindaco. Cioè anche questo serve a chiarire una volta per tutte che l’amministrazione non può nascondersi dietro i pareri del consiglio comunale, deve avere anche qua la dignità di esprimere una propria opinione, e di fronte a una cosa del gene-re in cui è coinvolta anche la presenza in giunta di un partito di maggioranza, l’amministrazione,

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la giunta avrebbe dovuto dire che trattasi di una corbelleria, amministrativa e politica. Questo co-raggio e questa dignità dovete averla. Escono i consiglieri Ballarini, Grassi, Eboli, Rizzo, Rangone, Monducci, Corradini Consiglieri presenti numero 27. Il Presidente del Consiglio, quindi, pone in votazione, mediante rilevazione elettronica, l’ordine del giorno presentato dal consigliere Riva, con cui il consiglio comunale si impegna ad inter-venire con un’apposita delibera affinché entro il 31 dicembre 2007 venga modificato il rego-lamento per le circoscrizioni cittadine, perché i consiglieri di circoscrizione possano istituire commissioni consiliari permanenti in numero non superiori a quattro e ne

Proclama Il seguente esito PRESENTI: 27 VOTANTI: 25 FAVOREVOLI: 3 Riva, Vena (C. I.), Fantini (GR. Misto) CONTRARI: 22 Scarpino ( PD), Colosimo, Fornaciari (La Margh.), Ferrigno, Sassi

(P.R.C.), Giampaoli, Marziani (F.I.), Poli (U.D.C.), Giovannini (L.N.P.), Anceschi, Bedogni, De Lucia, Margini, Montanari, Montipò, Notari, Prandi, Prati, Rinaldi, Salardi, Salsi, Vecchi (P. Democr.)

ASTENUTI: 2 Modesti (Verdi), Malato (GR. Misto) Ed in conformità di ciò proclama respinto l’odg di cui sopra. Entra il consigliere Grassi Consiglieri presenti n. 28 Il Presidente del Consiglio , quindi, pone in votazione, mediante rilevazione elettronica, la deli-bera n. 79 “Ammissione del referendum comunale in materia di riduzione del numero delle commissioni di lavoro delle circoscrizioni” (I.D. 249) e ne

Proclama Il seguente esito PRESENTI: 28 VOTANTI: 23 FAVOREVOLI: 10 Riva, Vena (C.I.), Giampaoli, Marziani (F.I.), Grassi, Poli (U.D.C.), Gio-

vannini (L.N.P.), Fantini, Malato (GR.Misto), Rinaldi (P. Democr.) CONTRARI: 13 Scarpino ( PD), Colosimo, Fornaciari (La Margh.), Ferrigno, Sassi

(P.R.C.), Anceschi, De Lucia, Montipò, Notari, Prandi, Prati, Salardi, Salsi (P. Democr.)

ASTENUTI: 5 Modesti (Verdi), Bedogni, Margini, Montanari, Vecchi (P. Democr.) Ed in conformità di ciò proclama NON APPROVATA la delibera medesima. Il Presidente del Consiglio introduce in discussione la Delibera n. 80 relativa all’ammissione del referendum comunale in materia di varianti al PRG su determinate aree. (I.D. 250). Entrano i consiglieri Rizzo e Eboli Consiglieri presenti n. 30 Intervengono nell’ordine:

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CONSIGLIERE RIVA Io volevo comunicare noi del PDCI abbiamo un impegno più tardi, non immediatamente ma tra poco, però se siamo ancora qua al momento del voto noi non abbiamo difficoltà , anzi noi siamo favorevoli al voto su questa delibera proprio perché, come detto poc’anzi, la commissione di ga-ranzia si è espressa e ha già lavorato per noi, visto che la commissione di garanzia è un organo che noi in consiglio comunale abbiamo votato. Grazie. CONSIGLIERE VECCHI Grazie Presidente. Vorrei con questo intervento, lo dico immediatamente, nelle primissime valu-tazioni dell’intervento, motivare la regioni che ci porteranno ad un voto contrario a questa proposta referendaria. Dico subito che non rientro nel merito di quelle che sono le valutazioni già fatte, al-cune ore fa, sulla piena legittimità di questo consiglio a deliberare in materia, mi limiterò dunque ad una serie di valutazioni politiche perché credo che appartengano a questo consiglio nella sua piena totalità e titolarità ma in questo caso , al contrario del caso precedente, vorrei anche esternare alcune caratteristiche, considerazioni di carattere più formali, di carattere più tecnico, che so essere non determinanti ai fini del giudizio finale che è di competenza della commissione di garanzia ma che francamente, con tutto il rispetto della stessa e della sua autorevolezza, non mi convincono e non mi hanno quindi consentito di poter dare un giudizio diverso su questa delibera. Credo che la commissione di garanzia abbia , nel suo parere, se da un lato legittimato, dal suo punto di vista sul piano tecnico, giuridico il quesito, dicevo che la commissione di garanzia da un lato ha ritenuto di valutare tecnicamente legittimo questo quesito, ma ha ritenuto di esprimersi evidenziando delle oggettive perplessità circa le finalità politiche non chiare del quesito stesso, e rimettendo alla valu-tazione del consiglio comunale il compito di giudicare anche rispetto a queste non chiare finalità politiche. Allora il tema delle finalità politiche, nel momento in cui si discute l’ammissibilità o meno di un referendum, non è una questione di secondaria rilevanza, e non è qui il punto fonda-mentale perché si voglia fare un processo ai proponenti, anzi, di questo non ne avremmo nemme-no il diritto. Ma perché noi crediamo che i cittadini chiamati al voto, i 100.000 cittadini e passa più volte citati quest’oggi, debbono avere chiaro per quale motivo su un elenco di aree, poi entre-rò più nel merito, gli si chiede se sono d’accordo a legittimare in un certo senso una variante urba-nistica, oppure a dire no, esprimendosi sostanzialmente sul mantenimento di uno stato stragiuridi-co, quest’oggi presente. E’ un quesito poco chiaro, che a mio modo di vedere non risponde a que-gli elementi essenziali che sono alla base dell’ammissibilità referendaria e che per altro la stessa corte costituzionale ha fatto propria negli anni 90 in diverse sentenze, dove ha ritenuto che laddove il quesito non fosse sufficientemente chiaro, dove il quesito sia a volte tecnicamente complesso, difficilmente intelligibile per i cittadini, difficilmente interpretabile e anche rispetto ai punti di ca-duta di un voto favorevole, di un voto contrario, ha ritenuto a più riprese di decretarne l’inammissibilità, e noi crediamo che questo debba essere valido anche in ambito locale. Aggiungo che sarebbe molto difficile per ragioni che poi esporrò, interpretare coerentemente da parte dell’organo consiliare l’esito referendario, proprio per la contraddizione, le palesi contraddizioni sul piano formale costituzionale che il quesito propone. Terzo punto. Qui si conia per la prima volta nella storia un nuovo possibile referendum, un referendum di natura preventiva, un referen-dum sulle ipotetiche intenzioni di un’amministrazione in futuro, si chiede cioè ai cittadini se sono, le testuali parole, favorevoli ad una eventuale variante di piano regolatore generale inerenti alle va-riazioni di destinazione d’uso, anche temporanea o provvisoria, delle aree del demanio comunale identificate poi in una lunga serie di numeri che corrispondono ad una lunga serie di mappali cata-stali. Perché io consigliere di maggioranza dovrei votare a favore, senza nemmeno una proposta in campo? E per quale motivo dovremmo preventivamente, ripeto, senza nessuna proposta in cam-po, precluderci la possibilità futura nel contesto di una operazione di pianificazione trasparente, rigorosa, di potere eventualmente in queste aree realizzare importanti servizi pubblici, penso a delle scuole, penso a degli ospedali,penso a dei parcheggi scambiatori,penso nelle attrezzature di quartiere, e non faccio questi esempi a caso perché sono tutti esempi , siccome mi sono anche pre-so la briga di studiare per delle ore dove stanno queste aree, sono tutti esempi che necessiterebbero di un passaggio in consiglio comunale con apposita variante urbanistica. Quindi il tema del perché

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e quali finalità non è un tema di secondaria rilevanza, io se volessi fare dell’ironia dovrei dire che non solo abbiamo mangiato la foglia, qui abbiamo mangiato l’albero circa le finalità, e che se la motivazione politica che è alla base di questo quesito è la stessa di quel quesito che invece è stato cassato dalla commissione di garanzia perché ritenuto contrario alle norme dello statuto, tutelanti minoranze etniche razziali, allora in quel caso non potremmo essere d’accordo a legittimare im-plicitamente ciò che esplicitamente già è stato bocciato da parte della commissione stessa. Ma se vogliamo- e io voglio fare questo sforzo- , prendere seriamente in considerazione i proponenti, al-lora questo quesito come va giudicato? Questo è un quesito di carattere genericamente urbanistico, un quesito di politica urbanistica generale, non lo possiamo definire diversamente. E allora, qui poi c’è una riflessione politica che vorrei sottoporre e trasmettere a verbale, l’urbanistica necessita laddove interviene come disciplina attraverso atti normativi, e attraverso atti amministrativi, anche attraverso varianti, il suo compito è quello di tradurre in pratica scelte politiche di governo del ter-ritorio, l’urbanistica può anche fare le più grandi porcate di questo mondo però ogni qualvolta as-sume un atto risponde ad un perché e qui il perché non c’è. L’urbanistica può decidere di fare una variazione per valorizzare, per tutelare, per trasformare ma in ogni qual volta c’è un perché, c’è un perché noi andiamo in consiglio comunale a fare una variane urbanistica oppure no, e qui , ri-peto, questo perché non è stato adeguatamente esplicitato. Io credo sia compito dei proponenti e-splicitarlo. Aggiungo poi che vi sono delle valutazioni ulteriori, cioè questa amministrazione sta portando gradualmente a compimento nell’ambito dei propri impegni di mandato, con processo di pianificazione generale, un processo dunque che non riguarda 15 mappali catastali, ma che riguar-da l’intera città, che è scandita da norme di legge, che sottopone ogni sua scelta ad una molteplici-tà di passaggi obbligatori, di pareri, taluni anche vincolanti , anche di organi di controllo, noi di-remo in quella sede che cosa intendiamo fare nel futuro di questa città, nei prossimi 15 anni, su tut-te le aree di questa città non solo su questi mappali catastali. Io credo che la commissione di ga-ranzia avrebbe anche dovuto valutare con più attenzione il fatto che si innestava un processo even-tuale di partecipazione attraverso il referendum nell’ambito di un percorso più generale di pianifi-cazione generale, che l’amministrazione sta portando avanti. Aggiungo però alcune considerazioni di carattere formale, che non le ritengo di natura secondaria. Intanto io credo che qualsiasi cittadi-no che si trovasse di fronte questa cosa qua, farebbe bene a ribellarsi, ditemi voi come può un cit-tadino normale sapere dove sono localizzate queste aree, senza dovere dedicarvi stampando delle visure catastali, andando a localizzarle, per capire dove sono, capire quale destinazione urbanistica hanno, magari nel frattempo la destinazione urbanistica è anche già cambiata e tutto questo già di per sé giustifica ulteriormente la scarsa chiarezza del quesito. Faccio un seconda considerazione, si parla in questo quesito di area del demanio pubblico, allora io credo che quando si parla di area del demanio pubblico nell’ambito referendario non lo si può interpretare come lo si interpreta nella accezione comune , cioè di bene genericamente anche di proprietà pubblica. Il codice civile all’ ar-ticolo 822 e seguenti, e qua ci sono illustri avvocati, dice con assoluta chiarezza cosa sono i beni del demanio pubblico e che cosa sono i beni del demanio comunale, io ho buone ragioni di ritene-re,sono pronto a sottopormi anche a qualsiasi organo di giudizio, che questi non siano beni del demanio pubblico,questi sono beni del patrimonio pubblico, forse disponibili a seconda dei casi ma sono tecnicamente una cosa diversa . Questa era un ragione per cassare fin da subito questo quesito. Aggiungo una seconda ulteriore considerazione, non esiste , a memoria non mi risulta che esiste la possibilità tecnica di produrre varianti urbanistiche a carattere transitorio e temporaneo, la variante urbanistica a carattere generale non è una delibera con un timer innescato che da qui ad una certa data scade e decade tutto, e anche questa è una ragione tecnica che io non credo sia stata totalmente valutata. Infine aggiungo anche un’altra cosa che non mi è chiaro che cosa si intende per variante di destinazione d’uso, perché una cosa è la variante di destinazione urbanistica un’altra è la variante di destinazione d’uso, mi avete anche costretto a studiare l’urbanistica cosa di cui non mi sono mai occupato, ma qui mi avete stimolato , ho dovuto approfondire la materia, perché se noi volessimo intervenire con una variante che incide giuridicamente su queste aree do-vremmo discutere di variante di destinazione urbanistica, gli ISO sono un’altra cosa, ogni destina-zione urbanistica di questa città è legittimata agli usi tra loro molto diversi. Il tema degli usi non è un tema di secondaria rilevanza perché variare la destinazione d’uso in determinate aree che han-no una precisa destinazione urbanistica vuol dire operare una variante di tipo normativo che ha ef-fetto generale e si estende ben oltre questi mappali catastali ma si estende a tutte le aree che hanno

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la stessa destinazione urbanistica in questa città. Io credo che questi aspetti anche dalla commis-sione stessa non siano stati adeguatamente valutati e penso che questo crei anche un problema per-ché bisogna capire con quale approccio e con quale grado di approfondimento , di volontà inter-pretativa, questa commissione intende operare in futuro. Io credo che ci sia a sufficienza materia per giustificare questo voto contrario ben più di quanto accaduto nel quesito precedente. Mi fermo qui credo che le ragioni siano fin troppo chiare ed evidenti. Grazie Entrano i consiglieri Monducci, Rangone, Corradini Escono i consiglieri Bedogni, Vena, Riva Consiglieri presenti n. 30 CONSIGLIERE GIACOMO GIOVANNINI Sarò molto più breve del consigliere Vecchi il quale aveva problemi a trattare delle materie urbani-stiche, per ovvi motivi. Allora signor Presidente saremo molto più rapidi nel contestare punto per punto le risibili argomentazioni del capogruppo del partito democratico, il quale, adesso è un im-pegno formale, ha chiesto sostanzialmente le dimissioni della commissione di garanzia, acco-gliendo quindi le richieste di Colosimo di Montipò che hanno evidenziato anche in precedenza for-ti dubbi sulla capacità di questa commissione di operare. Si chiede Vecchi perché votare a favore, perché semplicemente questo è un atto dovuto, oggi avete fatto una capriola rispetto a quello che avevate deciso e pensato qualche mese fa, ne prendiamo atto, come la cittadinanza deve prendere atto che non potrà più chiedere un referendum consultivo, in questa città. Perché tutti i punti per i quali ha illustrato le proprie argomentazioni risibili il collega Vecchi cadono di fronte al fatto che questo è un referendum consultivo, e chiede quindi alla cittadinanza di esprimersi nel merito ma senza nessun problema di decisione da assumere da parte della giunta. La quale giunta, Colosimo al quale tu chiedi un parere, non può esprimersi, perché il sindaco è obbligato a indire il referen-dum entro 30 giorni dall’espressione della commissione di garanzia e quindi non può entrare nel merito politico, perché non è suo potere farlo. Allora qui si dice che non è chiaro il quesito, noi ce lo siamo letti e abbiamo letto però anche il parere della commissione tecnico – giuridica, laddove dice che l’oggetto indica con precisione i mappali catastali sui quali si richiede l’opinione della cit-tadinanza, e proprio per questo motivo il quesito consente risposte chiare ed univoche agli elettori, oltre al fatto di non rientrare nelle materie escluse. Qui siamo entrati nel fatto della dietrologia po-litica, laddove anche la commissione si chiede quali finalità possa nascondere questo quesito, io credo che sia compito dei cittadini di esplicitare in campagna elettorale le finalità anche per il fatto molto semplice che lo stesso comitato dei cittadini è stato udito dalla commissione di garanzia preventivamente. Riguardo anche all’elenco della aree del demanio pubblico, anche questo rientra in un fatto che verrà spiegato in campagna elettorale, io sfido chiunque cittadino normale ad avere cognizione precisa dei referendum nazionali che constano di un chilometro di parole e che se non avessero supporto dei soggetti proponenti non sarebbero capibili in alcun modo. Allora qui si entra anche nel fatto che si dice ma il PSC, ci si aggrappa a tutti gli specchi, cambiamo in elaborazione il PSC, ma forse vi siete posti proprio il quesito che il comitato degli elettori abbia intrapreso que-sta strada proprio in previsione del PSC? No, perché voi siete tutti propensi al fatto di negare l’espressione libera dei cittadini che ha trovato conferma e conforto tre volte, perché questo è la terza espressione di parere di una commissione di garanzia positivo inequivocabilmente su un que-sito referendario, per la terza volta e forse non sarà l’ultima voi tapperete la bocca ai cittadini pro-cedendo in questo caso come in quello della delibera precedente con motivazioni politiche che non sono competenza di questo consesso su questa materia. Grazie signor presidente. CONSIGLIERE POLI Grazie Presidente. Sentita la relazione ampia, franca e democratica del capogruppo Vecchi, non ho resistito alla tentazione di intervenire, perché c’ è stata in questa sua esposizione proprio la sin-tesi di una arroganza, di una autosufficienza non dico spaventosa, ma che fa meditare, fa meditare su intanto cosa serve a questo punto la commissione di garanzia, perché, lo ha appena ricordato il collega Giovannini, ci troviamo di fronte alla terza volta nella quale il capogruppo del partito de-mocratico che ormai è simpaticamente definito un po’ da tutti il dominus, ecco, il conducator, il caudillo, del gruppo di maggioranza, e con i piccoli partiti, ecco, che devono fare obtorto collo e-

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spressione, affermazione di sudditanza e di condivisione, bene questa sera il partito democratico sta mettendo la museruola, come dicevo prima, alla commissione di garanzia, per cui mi chiedo a questo punto a che cosa serva la commissione di garanzia, mi chiedo anche e mi metto nei panni dei commissari di come domattina potranno ragionare sulla loro funzione, sulla loro capacità pro-fessionale, sulle loro esperienze, perché ogni volta che esprimono un parere di ammissibilità, ecco che arriva il Pierino di turno e prima con una motivazione precedente, cioè che era risibile il quesi-to, sarebbe stato molto difficile far capire ai cittadini reggiani di firmare un referendum che si limi-tava a ridurre da 5 a 3 le commissioni di lavoro permanenti delle circoscrizioni, questa volta come un’altra volta invece è capovolta l’ argomentazione politica tutta impostata sul fatto che il quesito è di difficile comprensione, perché mancherebbero le mappe, la ricerca sulle visure catastali o ca-merali, e soprattutto nasconderebbe dietro il quesito chissà che cosa, chissà quale manovre. Per mettere in discussione ancora una volta questo parere il capogruppo Vecchi, e quindi il partito democratico, quindi il padrone della maggioranza e quindi il padrone della sala consiliare, si è lan-ciato in un panegirico della politica edificatoria, dei piani, delle strategie che non devono essere criticate neanche con dei quesiti che casomai vanno a toccare certe zone. A prescindere dal quesito che anch’io sul piano strettamente personale potrei definirlo effettivamente non descrittivo nei det-tagli, ma ci troviamo nella solita situazione: noi vogliamo che i cittadini si esprimono, noi vo-gliamo che questo benedetto referendum strumento di partecipazione possa essere attivato, ma non è possibile rimanere qua in silenzio a subire questi attacchi alla democrazia, questa protervia, per cui, Vena, al partito democratico non si deve fare il referendum, di qualsiasi tipo non si deve fare, perché il potere va esercitato solo in questa sala consiliare o in giunta e mi ha fatto piacere che il collega Colosimo prima abbia richiamato la responsabilità politica della giunta, ma questa è una politica che scappa, questa è , scusate, una giunta che scappa rispetto ai propri doveri morali, di dare un’impronta, un giudizio politico anche sul referendum, hanno brillato per l’assenza, hanno brillato per il silenzio, e quindi noi rimaniamo come consiglieri a discutere, facciamo la nostra parte fino in fondo e come consigliere di opposizione o come gruppo consiliare dell’UDC soster-remo con il nostro voto questa proposta di referendum, per una questione che riteniamo un voto anche ripetitivo, vitale. O ci fate un favore di indire un referendum voi come gruppo di maggio-ranza e quindi dopo cadono tutte le obiezioni e quindi vedremo anche la realizzazione, l’indizione di un referendum oppure ci dovete mettere nella condizione di comprendere i vostri no, non ci riu-scite,sono dei no pretenziosi, sono dei no di chi ha paura dopo tre anni e mezzo di mettere o di sottoporre al giudizio del popolo reggiano il lavoro fatto da questa giunta,perché ormai siete voi che avete dato l’impronta politica a questi eventuali referendum, non noi, non noi dell’opposizione. Mentre noi vi sottoponiamo dei quesiti concreti, uno era il porta a porta, che ri-mane tutt’ora valido per noi, l’altro era la riduzione di Vena, il terzo rimane valido perché voi a-vete commesso un goal istituzionale, denunciatemi, e anche qui poniamo dei giudizi concreti, non poniamo un giudizio politico, lo state ponendo voi in modo indiretto, finché continuate a scappare dal giudizio e dai cittadini reggiani voi siete un’armata, politicamente parlando sempre, branca le-one che sfugge dal confronto con i cittadini, utilizzate tutti gli strumenti,votate contro tutte le peti-zioni , anche questo sarà storicamente certificato per questa maggioranza, e chi non fa parte della maggioranza esca fuori, forse per distinguersi dalla maggioranza che sta passando alla storia per-ché non ha approvato nessuna petizione popolare, perché non fa passare i referendum, perché im-pone a volte anche a qualche consigliere non troppo convinto di votare comunque come si espri-me il gruppo di maggioranza o il portavoce o il dominus Vecchi, e allora perché noi dell’opposizione non dovremmo votare a favore di quella che è un quesito posto dagli amici della Lega? . Non c’è nessun motivo e noi approveremo o meglio noi voteremo a favore, perché abbia-mo questa convinzione che comunque, siccome anche per altri argomenti, questa giunta si è mos-sa molto male, ecco che si rinvia al giudizio dei cittadini se si approva o no un eventuale mutamen-to di destinazione d’uso, poi io sul piano tecnico confesso le mie debolezze e le mie manchevolez-ze, quindi non entro nella distinzione fra variazione di destinazione d’uso o variazione di destina-zione urbanistica, non ho quelle competenze li, però la sostanza è che si deve a nostro avviso con-cedere ai cittadini questa strada democratica. Se , come è facile presumere, ancora la maggioranza voterà contro, allora a questo punto è un problema serio di rappresentanza professionale che si pone per la commissione di garanzia , si pone per questo consiglio comunale che ha votato quei nominativi, che ha avuto fiducia, che ha dato mandato, quindi in modo paradossale voi votando in

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modo contro l’ammissibilità del referendum voi votate contro quanto avete votato prima, cioè avete votato fiducia, capacità nei componenti della commissione di garanzia, oggi votate contro quanto esprimono quei commissari, quindi qui una rigorosa coerenza ci vorrebbe, finisco con una citazione che se davvero arrivassimo a questo paradosso finale che votate contro per l’ennesima volta, allora per la commissione si è suonato il famoso gong. Grazie presidente. Entra il consigliere Lombardini Consiglieri presenti n. 31 CONSIGLIERE EBOLI Grazie Presidente solo per alcune considerazioni. Noi voteremo a favore dell’ammissibilità appun-to del referendum posto dal comitato della lega nord. Devo dire che pare di assistere a questi con-sigli dove dibattiamo dei quesiti referendari ai giochi dei bussolotti, l’antico gioco dove il dado viene ripetutamente nascosto e dove comunque chi ha il banco vince sempre e questo è un gioco che abbiamo visto ripetere già in due occasioni, anzi in tre perché c’è stata la votazione di questo pomeriggio, ed è un gioco che non fa onore , credo, al consiglio comunale, perché oggi abbiamo assistito all’intervento del capogruppo comunale Vecchi il quale ora , oltre ad essere dominus come dice il collega Poli per quanto riguarda le sorti della maggioranza e anche per quanto riguar-da le decisioni all’interno delle commissioni dei capigruppo dove il suo veto come all’ONU rap-presenta la possibilità di non procedere all’iscrizione, alla discussione di alcuni argomenti, oggi si è spinto oltre, oggi il capogruppo Vecchi si è autonominato in campo commissario unico della commissione di garanzia. Lo dico agli eminentissimi segretario generale e difensore civico, da questa sera il vostro parere non è più richiesto perché abbiamo un unico commissario che non solo si esprime nel merito che non è suo compito, non è ovviamente vietato esprime un’opinione , ma fa di più, vi insegna anche a leggere i quesiti. Dimenticando quello che il collega Giovannini ha detto e che tutti noi sappiamo. Non esiste un quesito referendario sottoposto a livello nazionale e quelli sono quesiti abrogativi, si vanno a modificare le leggi, non è che si va a fare un quesito con-sultivo come nel caso del referendum popolare comunale, non esiste un quesito referendario che possa oggettivamente ritenersi comprensibile all’elettore medio, ma per un motivo molto semplice perché il testo deve essere opportunamente tecnico, è la campagna elettorale e la divulgazione del comitato favorevole del referendum e contrario che rende in forma volgare comprensibile e sem-plice il quesito stesso, se questo fosse il parere del collega Vecchi allora mi chiedo come mai molti suoi amici di partito insieme anche a noi di Alleanza Nazionale hanno raccolto le firme per il que-sito referendario per la legge elettorale, andateli a leggere quei quesiti, se c’è qualcuno che ci ca-pisce qualcosa tra le persone medie, quelle che dovranno andare a votare, andateli a leggere,ma è evidente che non è comprensibile il quesito in termine letterario, e non doveva mica perdere mezz’ora per raccontare questa barzelletta, collega Vecchi, lo sanno tutti, ed è evidente che ciò che deve passare è il messaggio di cosa si vuole fare della legge elettorale, si vuole creare una grande aggregazione di partiti in luogo della frammentazione attuale , quello è il messaggio. Cosa si vuole fare con il quesito della lega? Cercare di impedire che del territorio più o meno di dispo-nibilità pubblica, ma che è di disponibilità pubblica lo sappiamo dalla delibera “ dal campo alla città”, che sono state scelte preliminarmente alcune aree che sono nel possesso dell’amministrazione pubblica, perché , se così non fosse, le aree che avrebbe dovuto indicare la giunta per chiedere il finanziamento di un certo progetto potevano essere molte di più, e potevano essere anche più congrue, invece il comune ha detto rispondo solo della mia proprietà, e indico so-lo quelle di cui io ho diretta competenza, non perché mi sono state cedute come terreno in seguito a interventi di carattere edilizio, quindi sono aree di cessione, che hanno anche un vincolo urbani-stico, di cui non possiamo far finta di non conoscere che un diverso utilizzo finirebbe per violare il motivo stesso per il quale sono state concesse le aree destinate. Tutte queste cose qui stanno nella concretezza del quesito, che tutti noi leggiamo, poi se ci vogliamo mettere la pelle e fare gli india-ni e far finta di non capire cosa dovevamo discutere questa sera, lo possiamo tranquillamente fare. Però e veramente concludo con due brevi considerazioni, quello che viene fatto reiteratamente in questo consiglio comunale è veramente un oltraggio alla democrazia, è un oltraggio grandissimo, perché non si può pensare di dar vita a una commissione tecnica votata da questo consesso e sfidu-ciarla costantemente. Io penso che dietro a questo comportamento reiterato della maggioranza ci

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sia in realtà la volontà precisa, studiata a tavolino, di indurre i componenti della commissione tec-nica a dare le dimissioni. Questo io credo sia l’obiettivo politico che questa maggioranza si pone, quello di indurre persone onorabili che non ce la fanno più di prendere dei pesci in faccia dalla mattina alla sera dal consiglio comunale che lo ha nominato, è come una persona che dice io ti af-fido il mio patrimonio perché in te ho fiducia poi però gli mette dieci controllori alle costole e non gli fa muovere un passo, la commissione di garanzia è nelle condizioni di operare in questo modo, con dei condizionamenti politici pesantissimi che questo consiglio comunale nella parte della sua maggioranza sta esercitando e quindi credo che questo sia effettivamente minare alle fondamenta la democrazia, perché in un sistema come il nostro, che ha il bilanciamento dei poteri e dei contro poteri, la magistratura, il Parlamento, che non possono avere un ruolo esclusivo l’uno nell’altro, rispetto all’altro se no il sistema non funziona e non ci sono garanzie, avere un consiglio comuna-le che con la sua maggioranza, cambiano pure anche i quesiti, possono essere più o meno motiva-ti, ma cambiando i fattori il risultato non cambia, perché comunque arriva a bocciare tutte le vellei-tà di celebrare un referendum consultivo in questa città, ditemi voi se non siamo veramente ad una emergenza democratica, siamo veramente ad una emergenza democratica. Io credo che anche su un altro fronte, quello che avete già bocciato, quello del porta a porta, ci sarà filo da tessere e cre-do che sia giusto che questa vicenda, anche quella attuale di questa sera, non abbia l’epilogo nella votazione di questo consiglio comunale che ormai è una votazione bulgara, blindata. Io sfido i col-leghi della maggioranza , molti li conosco da tempo, a non ritenere in cuor loro giusto quello che si fa oggi e che oggettivamente l’ennesimo sopruso, è l’ennesima operazione, affermazione, di una volontà che non può avere il conforto della democrazia, e di una volontà politica sulla base di un consenso datato, perché le elezioni si sono tenute tre anni e mezzo fa, sulla base di una indica-zione che non si vuole prendere neanche in considerazione perché pare che una volta sentire i cit-tadini che si esprimono sul porta a porta costi troppo, la seconda volta non li si fa nemmeno arri-vare alla condizione di poter sottoscrivere il quesito referendario perché la maggioranza politica ha già deciso che il referendum non si fa. Benissimo questa è la condizione in cui viviamo, io me ne rammarico profondamente, il nostro comunque sarà, come ho affermato in premessa, un convin-to voto di adesione e di sostegno a questi quesiti che sono stati ammessi dalla commissione di ga-ranzia. Esce il consigliere Corradini Consiglieri presenti n. 30 CONSIGLIERE COLOSIMO Grazia Presidente, non ripeteremo alcuni argomenti, che già nella prima parte del dibattito in que-sto consiglio abbiamo usato. Io, a differenza di altri colleghi , sottoscrivo invece parola per parola l’intervento del collega Vecchi, e non credo che questo sia soltanto dovuto ad un vincolo di mag-gioranza o un vincolo di coalizione, rispetto al quale tuttavia, collega Vecchi, dobbiamo prender atto che stasera una componente della maggioranza ha già dichiarato che questo referendum si ha da fare, perché occorre soltanto prendere atto del parere espresso dalla commissione di garanzia. Questo è un fatto che dal punto di vista tecnico è legittimo, dal punto di vista politico, viste le mo-tivazioni che lei ha addotto per giustificare il suo no, e quello del suo gruppo, a questa delibera, pone qualche problema, perché non c’è dubbio che il collega Giovannini faccia interamente la sua parte di opposizione e non c’è dubbio che lui tenti di usare anche gli argomenti tecnici per far di-scutere la città di un argomento eminentemente politico,ma non c’è altrettanto dubbio che chi si oppone a questa, non soltanto forma di lotta politica, ma a questa impostazione politica sul tema vero abbia il diritto di esprimere anche nel merito le sue opinioni. Certo io non mi nascondo che rispetto al tema che è tutto sottointeso, anche nella maggioranza ci possano essere delle diversità di valutazione sullo strumento, ma partendo tuttavia da un dato comune, e cioè che le macro ver-gogne di via Gramsci vanno cancellate, poi si può discutere sul come, e qua ciascuno può avere la propria opinione. C’è invece chi pensa fin dall’origine che invece le macro vergogne debbano es-sere lasciate lì, il tema relativo alla commissione di garanzia allora appartiene anche al dibattito e alla dialettica di questo coniglio comunale, da parte dell’opposizione dire che c’è qualche commis-sario della commissione di garanzia. Io non vorrei iscrivermi come secondo componente di questo commissariato, ma credo che non ci sia nessun commissario rispetto alla commissione di garanzia,

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gli argomenti , tutti politici ma anche di merito svolti dal collega Vecchi, sono assolutamente meri-tevoli di grande attenzione. Mi preme sottolineare rispetto a questo tema soltanto due aspetti, il pri-mo: io credo che se la commissione di garanzia ha tutta la libertà e la legittimità di esprimere i suoi pareri, sotto il profilo tecnico – giuridico, ci sia dall’altra parte la possibilità proprio perché quei pareri, in qualche modo, siccome non sono né la Bibbia e nè il Vangelo, e nessuno di noi possiede questo, possono essere in qualche modo opinabili, o quanto meno oggetto di valutazione, ma stiamo parlando di opinioni di pareri tecnico – giuridici. D’altra parte se così qualcuno ci tiene che non sia, non mi spiegherei , Giovannini, la seconda parte della opinione della commissione, perché lei ha letto , collega Giovannin, soltanto la prima parte, non l’hai letta, hai fatto un accen-no alla non chiarezza della finalità, che è un’altra cosa, io invece te la leggo. Se qualcuno ritiene che la commissione debba soltanto licenziare il suo parere rispetto al quale tutto il resto è soggetto e non protagonista di valutazioni che possono essere diverse, allora io mi limito soltanto a leggere. Si ammette il quesito referendario che va sotto il titolo di no regali, cioè il quesito referendario ha il titolo no regali, già in questo c’è tutta la provocazione politica e se il collega Monducci non di-strae il collega Giovannini, mi fa una cortesia, perché è tutto diretta al collega Giovannini, e al partito che lui rappresenta, no regali, già in questo c’è tutta la caratteristica politica di questa pro-vocazione, ma questo, anche questo è legittimo, ma se è legittimo non si può rimproverare il col-lega Vecchi nè tanto meno chi sta parlando in questo momento che non si devono fare valutazioni politiche, perché la valutazione politica è già nel titolo, no regali a chi? da parte di chi? Quella è una provocazione in salsa padana, e prendiamola allora per una provocazione in salsa padana. Ri-spetto al quesito, allora, la commissione di garanzia nella sua prudenza, nella sua saggezza, dopo avere ammesso che il quesito a modo suo è chiaro, scrive: si sottolinea tuttavia all’attenzione del consiglio comunale quale organo deputato a deliberare l’ammissione del quesito come dalla for-mulazione dello stesso non sia chiara la finalità che con lo stesso si intende perseguire, si segnala che gli elettori potrebbero non avere chiara la finalità sostanziale che si intende perseguire con lo stesso. Questa è la commissione che parla, non è né il collega Vecchi né il consigliere Colosimo. Rispetto a questo argomento c’è spazio perché questo consiglio comunale faccia qualche valuta-zione? È una rispettabilissima opinione ma non è la mia e spero che non sia quella di questo consi-glio. Ma c’è di più, e qua mi consentiranno i due illustri componenti della commissione, che il re-ferendum , sia consultivo sia propositivo, sia abrogativo, al di la della difficoltà di natura tecnica, per cui se si dovesse scrivere su un foglio il quesito per intero bisognerebbe avere un lenzuolo, al di là di questo dico al collega Eboli che non possiamo non riconoscere che comunque il quesito non deve lasciare spazio a dubbi, e allora cosa vuol dire nella domanda della lega nord, siete favo-revoli o contrari ad una eventuale? Il referendum sia consultivo, sia propositivo che abrogativo, deve essere su una cosa precisa non su un eventuale atto. Infatti chi parla su questo ha cercato di convincere il consiglio. Io non faccio nessuna capriola, non sono abituato a fare capriole, siamo abituati invece a metterci la nostra faccia e a dire quello che pensiamo, collega Giovannini, le piaccia o no, e lei farebbe bene a non utilizzare le nostre parole o i nostri comportamenti solo quando convengono alle sue cause. Anche qui questo eventuale, io mi rivolgo ai componenti della commissione, si è riflettuto abbastanza pur nella chiarezza delle parole sulle caratteristiche e sulla portata effettiva di questo eventuale? Io non mi permetto di fare il censore, mi permetto di fare dal punto di vista delle analisi politiche, di dire che tecnicamente un quesito formulato su una eventua-lità di un atto amministrativo in virtù del quale si chiama la gente a votare mi pare anche qui una sproporzione fra l’obiettivo e il mezzo che si usa. Noi voteremo no! Entra il consigliere Ballarini Escono i consiglieri Fantini, Ferrigno, Malato Consiglieri presenti n. 28 CONSIGLIERE MONDUCCI Io chiederei preliminarmente la verifica del numero legale signor Presidente. Su invito del presidente, in ossequio alla richiesta del consigliere Monducci, il segretario generale procede all’appello nominale al fine di verificare la sussistenza del numero legale. Risultano presenti 28 consiglieri e di conseguenza la seduta è dichiarata legalmente valida.

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CONSIGLIERE MONDUCCI Bene colleghi presenti, brevemente, data l’ora , per motivare brevemente il voto favorevole della lista civica di Reggio, e anche della lista Laboratorio di Reggio, a questo quesito referendario, e senza sottrarci all’invito che c’è stato formulato dal collega Colosimo, anche perché in sede di di-battito su questo argomento abbiamo , credo, ampiamente dimostrato sensibilità e attenzione a questi temi ma se ci si chiede che rispondere al quesito di intervenire sulle vergogne, macro più che micro, di via Gramsci e io forse credo che si potrebbe aggiungere anche di altre aree, dei no-madi dico senz’altro che qui bisogna intervenire drasticamente, quindi detto questo e senza adden-trarmi in operazione di carattere dietrologico, mi limito a dire che credo che questa delibera , al di là di considerazioni svolte da qualche altro collega, mi pare che abbia i requisiti formali procedu-rali per essere ammessa la voto positivo e quindi alla delibera positiva del consiglio comunale e quindi sotto questo profilo le due liste civiche si orientano per un voto favorevole. CONSIGLIERE GRASSI Volevo intervenire non tanto perché il consiglio abbia bisogno di dire e di sentire le cose che dico io, quanto per una questione di militanza politica. Io intervengo per un fatto di militanza politica. Perché veramente da un dibattito, da un ordine del giorno di secondo ordine, così sembrava per gli argomenti che dobbiamo trattare oggi in consiglio comunale, noi abbiamo trattato invece ele-menti che riguardano la democrazia e un concetto di cui oggi si riempiono tutti la bocca, la parte-cipazione, quindi noi oggi non siamo più nell’epoca della prima Repubblica da me tanto amata, e sofferta, purtroppo abbiamo visto che un colpo di stato è stato fatto e quindi ha messo fuori com-battimento, è stato un colpo di stato, poi in privato le potrò dire anche altre cose, fatto nei confronti del partito della Democrazia Cristiana, dei socialisti, dei repubblicani, dei liberali, e dei social democratici. Quello che a me ha stupito è che sempre per motivi miei familiari ho seguito in una rete che nessuno ascolta , rete televisiva del nascente futuro partito democratico, io devo dirvi ma vi è una contraddizione completa , assurda tra il vostro comportamento nei confronti di quanto avete votato e di quanto avete affermato a Milano, questo dimostra che l’accusa fatta da qualche ex popolare o margheritino che Veltroni abbia fatto un piccolo colpo di stato nella determinazione delle linee finali che qualcosa ci sia di vero, ma quello che a me stupisce , rende meraviglia è que-sto, si tratta , qui oggi è stato parlato di un referendum consultivo. Noi abbiamo ricevuto qui peti-zioni per il campo Tocci, per il campo prova, per il campo della Acque Chiare, per San Bartolo-meo, dove il buon parroco di San Bartolomeo è venuto a colloquiare con voi mentre era in corso il consiglio comunale, gli avete votato quella petizione poi dopo, come risulta dai giornali, li avete traditi, voi avete tradito il parroco di San Bartolomeo con tutti i parrocchiani che sono venuti qui a sostenere una petizione perché gli avete votato a favore e poi il servizio non glielo avete dato e no-nostante si trattasse di una cosa molto semplice qual è stato il risultato della vostra accoglienza, della partecipazione? Un sorrisino e poi tutto è finito. Ma veniamo poi al referendum che io non ho il merito di avere raccolto tutte le firme però dico che anche io ho raccolto le firme. Voi avete det-to di no, ma amici miei siccome adesso non volete essere più chiamati compagni, siccome adesso cantate anche voi al termine delle vostre riunione l’inno d’Italia, un tempo era considerato fasci-sta, quello che terminava il congresso, la forza politica che terminava il congresso, cantando l’inno d’Italia, erano il movimento del Movimento Sociale e della Democrazia Cristiana che non ha mai avuto dubbi sulla propria democraticità Quindi io dico questo, per quale motivo voi non vo-lete che si celebri a Reggio Emilia un semplice referendum, una consultazione,il vostro partito a Milano, Vecchi c’era ma dormiva, ha detto che non c’è più bisogno, no ma tu dormivi là e puoi continuare a dormire, per cortesia non ti voglio svegliare, che non c’è più bisogno della tessera, che non c’è più bisogno della struttura, è insufficiente avere un movimento di popolo senza orga-nizzazione ,dico io, a cui far decidere quello che si vuole. Ma qual è il motivo per cui voi dite a Milano vogliamo la partecipazione, ma non solo all’interno della partecipazione degli organi pro-vinciali regionali e nazionali, ma avete detto che volete la partecipazione anche per i problemi che ritenete opportuno coinvolgere la popolazione, vale a dire il referendum, quindi avvicinandovi al-lo spirito non della partitocrazia italiana ma referendario della Svizzera. Voi dovete essere coeren-ti, allora se noi dobbiamo venire qui ad ascoltare delle persone che vanno a fondare un partito , che si riempiono la bocca di partecipazione e poi dopo impongono con la maggioranza

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l’annullamento della partecipazione, tu mi devi dire , caro amico Prati, se c’è o non c’è una con-traddizione. Ma è mai possibile che una petizione e un referendum abbia sempre trovato l’ostracismo e la chiusura della vostra espressione politica, questo non lo dico io, lo fate voi. Lo fate voi con i vostri amici della Margherita, che un tempo quando erano a questo posto la pensava-no diversamente. Allora io dico l’avvocato Daniele Turco, l’avv. Giuseppe Bursi, l’avv. Corrado Spaggiari, li voglio dire tutti per nome perché è una cosa importante, il dott. Domenico Rebuttato, il Prof. Luciano Consolini, a questo punto noi dobbiamo intervenire e dire per il loro buon nome quando una maggioranza che li ha votati, quando ascoltate quello che vi dice Corradini fatelo par-lare, quando queste persone votate da tutti, espongono per la seconda volta dei pareri che vengono criticati e ripeto , caro amico Prati, se tu avessi ascoltato l’intervento del tuo giovane collega An-ceschi…. Noi come maggioranza abbiamo l’obbligo di dire sì o no al quesito proposto, ma anche l’obbligo di dire sì o no se la cosa proposta deve essere ammessa o no al referendum, la volontà non la puoi determinare a maggioranza, se voi state mettendo in votazione,la volontà del cittadino la libertà di espressione questo è l’annullamento della democrazia, guardate quelli che hanno mes-so fuori il cartello, questo è grave. Grazie. Entrano i consiglieri Ferrigno e Fantini Esce l’assessore Montanari Consiglieri presenti n. 30 CONSIGLIERE GIAMPAOLI Grazie Presidente , io semplicemente faccio questo intervento per ribadire che faccio assolutamen-te ripetizione di quello che ho affermato prima dandolo per scontato, quindi le valutazioni che io ho fatto circa il quesito referendario che era stato portato alla nostra attenzione da Vena valgono assolutamente per il quesito referendario proposto dalla lega nord, per cui chiedo di valutare atten-tamente la cosa. Grazie. CONSIGLIERE SASSI Grazie presidente. Io intervengo brevemente a seguito di questa discussione che mi pare sia stata piuttosto confusionale e posta su un binario certamente sbagliato, credo che si sia parlato a spro-posito di termini di concetti, di valori quali quelli di democrazia, popolo, rappresentanza e quando questi termini sono utilizzati così a sproposito e sono così inflazionati si rischia di produrre un grave danno per la democrazia sostanziale, per la democrazia vera. Quest’aula oggi , a partire dal-la sua stessa agenda politica, ha dimostrato quella che è la crisi della democrazia e la separatezza tra le istituzioni democratiche e le istituzioni della repubblica e il corpo sociale il demos, e qui sta il vero elemento di gravità, nella inconsapevolezza politica di questa assemblea nel suo complesso e nella sua stessa agenda politica circa i problemi della città, della nostra comunità. Voglio solo spendere alcune parole circa delle gravi affermazioni che sono state fatte dai colleghi del centrode-stra circa la sospensione della democrazia, atteggiamenti anti democratici da parte della maggio-ranza. Una riflessione che parte da due etimi che compongono la democrazia, il lemma della de-mocrazia, che sono appunto il demos e il cratos, il popolo e il governo, i sistemi di governo che si dà un comunità. Quindi io credo, presidente, che oggi il tentativo strumentale e palese delle de-stre nella loro pochezza, anche culturale, nella loro assenza perfino fisica tal volte, sia stato pro-prio nell’aver tentato di mettere le regole della democrazia contro il corpo sociale, contro una par-te di quel corpo sociale violando quello che è stato storicamente un tabù, cioè il concetto di popo-lo . Voi avete tentato di utilizzare la democrazia e le forme della democrazia in maniera strumenta-le contro il popolo, contro il corpo sociale nel suo complesso nella sua unità. Se oggi una colpa probabilmente ce l’ha chi voterà contro alla richiesta di referendum è quella di non determinare ,come dire, una perfetta congiunzione tra il demos e il cratos, tra i due lemmi, ribadisco, fonda-mentali della democrazia, tra i due etimi di questo lemma, ma attenzione sarebbe stato molto più grave piegare le regole della democrazia contro una parte della popolazione come strumentalmente si vuol fare, quindi noi salviamo il demos a discapito del cratos, e questo è un esempio di demo-crazia sostanziale, ma mi rendo conto che questa consapevolezza democratica voi non ce l’avete perché siete democratici da troppo poco tempo, ma ribadisco che per fortuna non governate questa

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città, io sono comunista e sono fiero di esserlo, lei è un fascista ma non ha il coraggio di dirlo. Grazie Presidente. Escono i consiglieri Modesti, Margini e l’assessore Corradini Consiglieri presenti n. 28 CONSIGLIERE FORNACIARI Io dò solo un’osservazione telegrafica, il capogruppo Colosimo sempre puntuale mi suggerisce. Il Presidente Rinaldi delibera di ammettere il quesito referendario no regali su eventuali varianti e ri-produce quello che è il parere della commissione se è favorevole ad una eventuale variante. Io cre-do che quello che ha detto Colosimo, e che condivido, è una manifesta prova di incapacità profes-sionale della commissione, non ho dubbi nel dire questo. Dopo questa manifesta incapacità di de-cidere in ordine al quesito referendario credo che il consiglio comunale prenda atto di tutto questo e si preoccupi solo di sostituirne i membri, perché questa è una manifesta incapacità di tutti e tre i componenti. Il Presidente del Consiglio, non avendo alcun altro consigliere chiesto la parola, pone in votazione, mediante rilevazione elettronica, la delibera n. 80 relativa all’ammissione del referendum comunale in materia di varianti al PRG su determinate aree, (I.D. 250) e ne

Proclama Il seguente risultato PRESENTI 28 VOTANTI 27 FAVOREVOLI 11 Giampaoli, Marziani (F.I.), Eboli, Lombardini, Rizzo (A.N.), Grassi, Po-

li (U.D.C.), Rangone (Lab. Re), Monducci (Gente Re), Giovannini (L.N.P.), Fantini (Gr. Misto)

CONTRARI 16 Scarpino( PD.), Colosimo, Fornaciari (La Margh.), Ferrigno, Sassi (P.R.C.), Anceschi, Ballarini, De Lucia, Montanari, Montipò, Notari, Prandi, Prati, Salardi, Salsi, Vecchi (P. Democr.)

ASTENUTI 1 Rinaldi (P. Democr.) Ed in conformità di ciò proclama non approvata la delibera stessa. Escono i consiglieri Giampaoli, Marziani, Eboli, Giovannini Consiglieri presenti n. 24 Il Presidente del Consiglio, nessun consigliere chiedendo di intervenire,pone in votazione,. Me-diante rilevazione elettronica, la Delibera n. 77 relativa all’approvazione del verbale della se-duta consiliare del 2 luglio 2007 (I.D. 251) e ne

Proclama Il seguente esito PRESENTI 24 VOTANTI 22 FAVOREVOLI 20 Scarpino ( PD.), Colosimo, Fornaciari (LaMargh.), Ferrigno, Sassi

(P.R.C.), Poli (U.D.C.), Rangone (Lab. Re), Monducci (Gente Re), Fan-tini (Gr. Misto), Anceschi, Ballarini, De Lucia, Montanari, Montipò, Prandi, Prati, Rinaldi, Salardi, Salsi, Vecchi (P. Democr.)

CONTRARI 2 Lombardini, Rizzo (A.N.) ASTENUTI 2 Grassi (U.D.C.), Notari (P. Democr.) Ed in conformità di ciò proclama o approvata la delibera di cui sopra. Entrano i consiglieri Giampaoli, Margini

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Escono i consiglieri Lombardini e Rizzo Consiglieri presenti n. 24 Il Presidente del Consiglio , pone in votazione, mediante rilevazione elettronica, la Delibera n. 78 relativa all’approvazione del verbale della seduta consiliare del 23 luglio 2007 (I.D. 252) e ne

Proclama Il seguente esito PRESENTI 24 VOTANTI 22 FAVOREVOLI 22 Scarpino ( PD),Colosimo, Fornaciari (La Margh.), Ferrigno, Sassi

(P.R.C.), Poli (U.D.C.), Rangone (Lab. Re), Monducci (Gente Re), Fan-tini (Gr. Misto), Anceschi, Ballarini, De Lucia, Margini, Montanari, Montipò, Notari, Prandi, Prati, Rinaldi, Salardi, Salsi, Vecchi (P. De-mocr.)

CONTRARI 0 ASTENUTI 2 Giampaoli (F.I.), Grassi (U.D.C.) Ed in conformità di ciò proclama approvata all’unanimità la delibera stessa. PRESIDENTE RINALDI Propongo di aggiornare la seduta. Bene, visto che nessun consigliere si oppone, il consiglio è ag-giornato. Il Consiglio Comunale termina alle ore 20,37

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Letto, approvato e sottoscritto.

IL PRESIDENTE F.to RINALDI IL CONSIGLIERE ANZIANO IL SEGRETARIO GENERALE F.to SCARPINO F.to REBUTTATO

CERTIFICATO DI PUBLICAZIONE Si certifica che il presente verbale è stato posto in pubblicazione all’Albo Pretorio il giorno 22/02/2008 e che vi resterà sino a 08/03/2008 , a norma dell’art. 124 del Dlgs. n. 267/2000.

Dalla Residenza Municipale, li 04/03/2008 IL MESSO COMUNALE IL SEGRETARIO GENERALE F.to DE MICCO F.to REBUTTATO Il presente verbale è stato approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 11/02/2008 con atto n. 25664/41