Vento largo (93) - Zig · PDF filedal 2007 la newsletter di Zig Zag, libera e indipendente....

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dal 2007 la newsletter di Zig Zag, libera e indipendente. Vento largo, marzo 2016 (libri) Loriano Macchiavelli, Noi che gridammo al vento, Einaudi Il romanzo che idealmente chiude la trilogia dei segreti italiani, riparte da lontano, dal primo maggio 1947 quando a Portella della Ginestra i banditi di Salvatore Giuliano spararono sulla folla di lavoratori e lavoratrici in festa. “Il terrore resta vivo nella memoria” dice Loriano Macchiavelli, che ha ascoltato le storie di chi c’era, e di chi non c’è più, nello sforzo di costruire una narrativa dallo spiccato senso civico. (libri) Chigozie Obioma, I pescatori, Bompiani Il delicato passaggio dall’infanzia all’età adulta, in un esordio colorito e potente. Per Ikenna, Boja, Obe e Ben, quattro fratelli in Nigeria, nel 1996, andare al fiume non vuole dire soltanto trasformarsi in giovani pescatori, ma sfidare le regole, inventarsi una libertà, scoprire il mondo. Lì trovano Abululu, un mercante folle e visionario, le cui profezie gettano un’ombra sui ragazzi e sull’intera famiglia. (libri) Philip Roth, Lasciar andare, Einaudi “Il mio unico legame col mondo dei sentimenti non era il mondo stesso, ma Henry James, che da qualche tempo avevo cominciato a leggere” dice Gabe Wallach, il protagonista di Lasciar andare, uno dei primi romanzi di Philip Roth e la sua iniziazione alla difficile arte dell’amicizia e dell’amore diventa un ambizioso mosaico di voci distinte. Un modello che tornerà molto spesso nelle visioni di Philip Roth. (libri) Garth Risk Hallberg, Città in fiamme, Mondadori E’ la fine del 1976 e New York è percorsa da una frenesia inspiegabile, una corrente di energia invisibile che riempie le strade 24 ore su 24. Mercer sta cercando di scrivere un romanzo, William andrà a vedere i resti della sua rock’n’roll band e le loro vicende s’intersecano dall’inizio e fino al 13 luglio 1977 quando la città esplode consumando, come direbbe Don DeLillo “l’amara storia”. Da scoprire. (libri) Lucia Berlin, La donna che scriveva racconti, Bollati Boringhieri Scoperta da Saul Bellow, Lucia Berlin ha lottato contro la malattia, le dipendenze, la povertà, tre matrimoni. Le difficili circostanze della sua biografia inducono a pensare che i personaggi dei suoi racconti, intagliati con una cura preziosa e meticolosa, siano filtrati dalla realtà, dall’osservazione, dall’esperienza quotidiana, nel tentativo di raccogliere resti e frammenti di una vita scheggiata. (libri) Rita Indiana, I gatti non hanno nome, NN Editore L’apologia dell’adolescenza secondo Rita Indiana hai i contorni di una commedia agrodolce che nel suo perimetro contiene una voce brillante, insolita, frizzante ma fedele alla dimensione di quel piccolo mondo, che si svolge secondo il principio per cui “la follia è che a te tutto questo sembri normale”. Rocambolesco, intenso, come la musica dei Caraibi, terra e mari di Rita Indiana. “I libri si fanno solo per legarsi agli uomini al di là del nostro breve respiro e difendersi così dall'inesorabile avversario di ogni vita: la caducità e l’oblio”. (Stefan Zweig) (93)

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dal 2007 la newsletter di Zig Zag, libera e indipendente. Vento largo, marzo 2016

(libri) Loriano Macchiavelli, Noi che gridammo al vento, Einaudi

Il romanzo che idealmente chiude la trilogia dei segreti italiani, riparte da lontano, dal primo maggio 1947 quando a Portella della Ginestra i banditi di Salvatore Giuliano spararono sulla folla di lavoratori e lavoratrici in festa. “Il terrore resta vivo nella memoria” dice Loriano Macchiavelli, che ha ascoltato le storie di chi c’era, e di chi non c’è più, nello sforzo di costruire una narrativa dallo spiccato senso civico.

(libri) Chigozie Obioma, I pescatori, Bompiani

Il delicato passaggio dall’infanzia all’età adulta, in un esordio colorito e potente. Per Ikenna, Boja, Obe e Ben, quattro fratelli in Nigeria, nel 1996, andare al fiume non vuole dire soltanto trasformarsi in giovani pescatori, ma sfidare le regole, inventarsi una libertà, scoprire il mondo. Lì trovano Abululu, un mercante folle e visionario, le cui profezie gettano un’ombra sui ragazzi e sull’intera famiglia.

(libri) Philip Roth, Lasciar andare, Einaudi

“Il mio unico legame col mondo dei sentimenti non era il mondo stesso, ma Henry James, che da qualche tempo avevo cominciato a leggere” dice Gabe Wallach, il protagonista di Lasciar andare, uno dei primi romanzi di Philip Roth e la sua iniziazione alla difficile arte dell’amicizia e dell’amore diventa un ambizioso mosaico di voci distinte. Un modello che tornerà molto spesso nelle visioni di Philip Roth.

(libri) Garth Risk Hallberg, Città in fiamme, Mondadori

E’ la fine del 1976 e New York è percorsa da una frenesia inspiegabile, una corrente di energia invisibile che riempie le strade 24 ore su 24. Mercer sta cercando di scrivere un romanzo, William andrà a vedere i resti della sua rock’n’roll band e le loro vicende s’intersecano dall’inizio e fino al 13 luglio 1977 quando la città esplode consumando, come direbbe Don DeLillo “l’amara storia”. Da scoprire.

(libri) Lucia Berlin, La donna che scriveva racconti, Bollati Boringhieri

Scoperta da Saul Bellow, Lucia Berlin ha lottato contro la malattia, le dipendenze, la povertà, tre matrimoni. Le difficili circostanze della sua biografia inducono a pensare che i personaggi dei suoi racconti, intagliati con una cura preziosa e meticolosa, siano filtrati dalla realtà, dall’osservazione, dall’esperienza quotidiana, nel tentativo di raccogliere resti e frammenti di una vita scheggiata.

(libri) Rita Indiana, I gatti non hanno nome, NN Editore

L’apologia dell’adolescenza secondo Rita Indiana hai i contorni di una commedia agrodolce che nel suo perimetro contiene una voce brillante, insolita, frizzante ma fedele alla dimensione di quel piccolo mondo, che si svolge secondo il principio per cui “la follia è che a te tutto questo sembri normale”. Rocambolesco, intenso, come la musica dei Caraibi, terra e mari di Rita Indiana.

“I libri si fanno solo per legarsi agli uomini al di là del nostro breve respiro e difendersi così dall'inesorabile avversario di ogni vita: la caducità e l’oblio”. (Stefan Zweig)

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Vento largo, marzo 2016

(dischi) Aa. Vv., God Don’t Never Change. The Songs Of Blind Willie Johnson, Alligator

Un’intensa rivisitazione degli spettrali blues di Blind Willie Johnson con un cast di primissimo ordine: da Tom Waits, cupo e profondo come sempre, a Lucinda Williams, da Luther Dickinson a Susan Tedeschi e Derek Trucks. Tutte le interpretazioni sono di grande qualità, ma le più ispirate sono quelle di Maria McKee, dei Cowboy Junkies (davvero notevole) e di una ritrovata Sinéad O’Connor. Intenso.

(dischi) Rokia Traoré, Neso, Ponderosa Music & Art

Un disco che, pur partendo dalle origini africane, dalle radici del Mali e dal suo passato prossimo (il produttore è ancora John Parish, come nel precedente Beautiful Africa) cerca di allargare la prospettiva spaziando nei confronti e nelle collaborazioni con nomi altisonanti come il Kronos Quartet, John Paul Jones e Devendra Banhart. Tutti amalgamati dalla voce di Rokia Traoré, ormai una certezza.

(dischi) Aziza Brahim, Abbar El Hamada, Glitterbeat

Una voce straordinaria sale dal Sahara raccontando la realtà di un deserto affollato di profughi, rifugiati, fuggiaschi, migranti, disperati. Un viaggio musicale cosmopolita e ricchissimo, con i suoni degli strumenti elettrici importati dalla cosiddetta civiltà occidentale e le canzoni cantate nelle lingue del suo esilio. Un disco che è il ritratto del mondo in cui viviamo e del deserto che lasciamo.

(dischi) Luther Dickinson, Blues & Ballands, New West

Come specifica chiaramente il sottotitolo, A Folksinger’s Songbook, Volumes I & II, le nuove meditazioni acustiche di Luther Dickinson riportano una bella selezione del suo repertorio, con o senza i North Mississippi All Stars, alla loro essenza nuda e cruda. Una rivisitazione autobiografica, verso un suono, che non è “destinato alle masse”, come ha ricordato Luther Dickinson, ma è fatto per restare, a lungo.

(dischi) Tindersticks, The Waiting Room, City Slang

Ogni canzone, corredata da un cortometraggio d’autore, ci ricorda l’originalità dei Tinderstricks nel creare atmosfere uniche e suggestive. Basta un qualsiasi loro album per accorgersi delle qualità cinematografiche del loro sound, ma con The Waiting Room hanno dato finalmente una forma compiuta al misterioso ibrido, tra musica e immagini, inseguito da anni.

(dischi) Tedeschi Trucks Band, Let Me Get By, Fantasy

La formazione a geometria variabile della (Susan) Tedeschi (Derek) Trucks Band sta diventando, disco dopo disco e tour dopo tour, il gruppo ideale per entrambi. Lei aggiunge un tocco di qualità vocale in più, lui si concentra con maggiore precisione sulla chitarra e sulle canzoni, che poi riportano alle gloriose tradizioni sudiste: blues, rhythm and blues, rock’n’roll e molta classe, dispensata con generosità.

(promemoria) Vi ricordiamo i prossimi appuntamenti: sabato 19 marzo, dedicheremo una retrospettiva a Don DeLillo, uno dei più importanti scrittori americani viventi, mentre sabato 2 aprile sarà la volta di The M.O.N.K. un appuntamento imperdibile con un trio surf & jazz dedito all’esplorazione della musica di Thelonious Monk, e molto altro. Vi aspettiamo! Non mancate.