Vento largo (123) - zigzaglibricd.com · (libri) James Still, Fiumi di terra, Mattioli 1885...

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Vento largo (dicembre 2018) dal 2007 la newsletter di Zig Zag, libera e indipendente. (libri) Aa. Vv., Racconti parigini, Einaudi Quella straordinaria “festa mobile” che non finisce mai, come Hemingway chiamava Parigi, viene rivista attraverso i racconti di Marcel Proust in trasferta Versailles, di Dino Buzzati con la sua visione della torre Eiffel, e poi Balzac e Zola, Gertrude Stein e Walter Benjamin, collezionati e presentati da Corrado Augias come se fossero le parti più brillanti di una mappa fantastica della ville lumière. (libri) Narine Abgarjan, E dal cielo caddero tre mele, Francesco Brioschi Editore Maran, un minuscolo paese sulle montagne armene, è ostaggio della sua storia, fatta di povertà, calamità e guerre, a cui gli abitanti (Anatolija e Vasilij, Jasaman e Ovanes, Tigran e Valinka) rispondono con il potere salvifico dei racconti che sfidano la realtà. Aprono le porte ai fantasmi, agli angeli e ad altri miracoli, ma i contorni fiabeschi non nascondono la durezza della vita. Affascinante. (libri) Edith Wharton, Ethan Frome, Neri Pozza Notava Harold Bloom, uno dei più grandi critici di sempre, come “il fascino estetico del romanzo risieda soprattutto nell’audacia di Edith Wharton di sfidare la capacità del lettore di assorbire la sofferenza suprema, una sofferenza cupa, insopportabile e, nel vero senso della parola, inutile”. Un’analisi precisa e puntuale per un piccolo, grande capolavoro che ormai ha tutti i tratti di un classico. (libri) James Still, Fiumi di terra, Mattioli 1885 Contemporaneo a Furore di John Steinbeck, Fiumi di terra narra il dramma della miseria, della disoccupazione, di una vita aspra e dolorosa e riesce a definire con precisione le condizioni vissute dalla famiglia Baldridge, divisa tra il lavoro in miniera e la sopravvivenza nei boschi del Kentucky. Tutto partendo da una prospettiva infantile, resa alla perfezione dallo stile asciutto e preciso di James Still. (libri) Duccio Demetrio, Foliage, Raffaello Cortina Editore L’omaggio all’autunno, ai colori e alle forme che cambiano, si rivela un “vagabondare” tra i grandi pittori che hanno saputo cogliere le sfumature della stagione (da Monet a Gauguin, da Van Gogh a Schiele), ma anche tra filosofi, narratori e poeti che hanno dato voce agli alberi, come Wallace Stevens, che scriveva “le foglie sono poema, icona, uomo”. Un piccolo gioiello, ricco, accurato ed elegante. (libri) Kent Haruf, Vincoli, NN Editore Anche le origini di Holt non sfuggono al mito della frontiera, una terra venduta come se fosse l’Eden che si è poi rivelata dura, arida e selvaggia. Due generazioni delle famiglie Goodnough e Roscoe lottano con grande dignità nel coltivare gioie (poche), dolori (parecchi), fatiche (immense) che Kent Haruf (qui al suo esordio) allinea con grande partecipazione, e con mille cautele, come se fosse lì. 123 Il linguaggio non è la verità. È il nostro modo di esistere nel mondo. Paul Auster, L’invenzione della solitudine

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Vento largo (dicembre 2018) dal 2007 la newsletter di Zig Zag, libera e indipendente.

(libri) Aa. Vv., Racconti parigini, Einaudi

Quella straordinaria “festa mobile” che non finisce mai, come Hemingway chiamava Parigi, viene rivista attraverso i racconti di Marcel Proust in trasferta Versailles, di Dino Buzzati con la sua visione della torre Eiffel, e poi Balzac e Zola, Gertrude Stein e Walter Benjamin, collezionati e presentati da Corrado Augias come se fossero le parti più brillanti di una mappa fantastica della ville lumière.

(libri) Narine Abgarjan, E dal cielo caddero tre mele, Francesco Brioschi Editore

Maran, un minuscolo paese sulle montagne armene, è ostaggio della sua storia, fatta di povertà, calamità e guerre, a cui gli abitanti (Anatolija e Vasilij, Jasaman e Ovanes, Tigran e Valinka) rispondono con il potere salvifico dei racconti che sfidano la realtà. Aprono le porte ai fantasmi, agli angeli e ad altri miracoli, ma i contorni fiabeschi non nascondono la durezza della vita. Affascinante.

(libri) Edith Wharton, Ethan Frome, Neri Pozza

Notava Harold Bloom, uno dei più grandi critici di sempre, come “il fascino estetico del romanzo risieda soprattutto nell’audacia di Edith Wharton di sfidare la capacità del lettore di assorbire la sofferenza suprema, una sofferenza cupa, insopportabile e, nel vero senso della parola, inutile”. Un’analisi precisa e puntuale per un piccolo, grande capolavoro che ormai ha tutti i tratti di un classico.

(libri) James Still, Fiumi di terra, Mattioli 1885

Contemporaneo a Furore di John Steinbeck, Fiumi di terra narra il dramma della miseria, della disoccupazione, di una vita aspra e dolorosa e riesce a definire con precisione le condizioni vissute dalla famiglia Baldridge, divisa tra il lavoro in miniera e la sopravvivenza nei boschi del Kentucky. Tutto partendo da una prospettiva infantile, resa alla perfezione dallo stile asciutto e preciso di James Still.

(libri) Duccio Demetrio, Foliage, Raffaello Cortina Editore

L’omaggio all’autunno, ai colori e alle forme che cambiano, si rivela un “vagabondare” tra i grandi pittori che hanno saputo cogliere le sfumature della stagione (da Monet a Gauguin, da Van Gogh a Schiele), ma anche tra filosofi, narratori e poeti che hanno dato voce agli alberi, come Wallace Stevens, che scriveva “le foglie sono poema, icona, uomo”. Un piccolo gioiello, ricco, accurato ed elegante.

(libri) Kent Haruf, Vincoli, NN Editore

Anche le origini di Holt non sfuggono al mito della frontiera, una terra venduta come se fosse l’Eden che si è poi rivelata dura, arida e selvaggia. Due generazioni delle famiglie Goodnough e Roscoe lottano con grande dignità nel coltivare gioie (poche), dolori (parecchi), fatiche (immense) che Kent Haruf (qui al suo esordio) allinea con grande partecipazione, e con mille cautele, come se fosse lì.

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“Il linguaggio non è la verità. È il nostro modo di esistere nel mondo”. Paul Auster, L’invenzione della solitudine

Vento largo (dicembre 2018)

(dischi) Ryley Walker, The Lillywhite Sessions, Dead Oceans

Le Lillywhite Sessions sono incisioni della Dave Matthews Band con il produttore Steve Lillywhite che non furono mai pubblicate per vie ufficiale, ma diventate uno dei bootleg più diffusi di sempre. Ryley Walker sceglie di interpretarle con uno spirito molto libero, rendendo omaggio nello stesso tempo all’originalità della Dave Matthews Band e alla sua multiforme ispirazione. Bello, insolito e curioso.

(dischi) Ricky Peterson, Drop Shot, Jazzline

Tastierista e produttore talentuoso con una carriera lunghissima e variopinta, da David Sanborn a Prince fino a George Benson, Ricky Peterson ha associato, in Drop Shot, la sua sezione ritmica, che comprende Gene Lake alla batteria e il fratello Paul Peterson al basso, al genio orchestrale di Bob Mintzer ricavandone un insieme sonoro brillante ed effervescente, con organo e fiati in primo piano.

(dischi) Mark Knopfler, Down The Road Wherever, Universal

Ha detto lo stesso Mark Knopfler spiegando il titolo: “Ho sempre cercato di fare un disco mantenendo la mia geografia, il mio percorso, nelle canzoni”. Proprio così: anche per Down The Road Wherever, Mark Knopfler non cambia nulla (il produttore è Guy Fletcher, fidatissimo tastierista da anni) e non delude mai: lascia soltanto che l’esperienza e la classe dei musicisti, a partire dalla sua, affiorino dalle canzoni.

(dischi) Joe Strummer, 001, Ignition Records

Una validissima selezione che ripercorre le esplorazioni di Joe Strummer, prima e dopo i Clash: si trovano il blues rauco e birroso con i 101ers, le canzoni per le colonne sonore, i dischi con i Mescaleros, Redemption Song di Bob Marley con Johnny Cash e Over The Border con Jimmy Cliff. Cosmopolita, instancabile, caotico e coerente: la retrospettiva di 001 rende il giusto omaggio a una voce unica.

(dischi) Marcus King, Carolina Confessions, Fantasy Records

Un trionfo di “southern accents”, come direbbe l’indimenticabile Tom Petty: con Carolina Confessions, Marcus King ha dato fondo a tutte le sue radici mettendo la sua chitarra al centro di un vorticoso susseguirsi di ballate, rhythm and blues adornati di fiati e rock’n’roll che risponde ai richiami degli Allman Brothers, dei Gov’t Mule, dei Lynyrd Skynyrd e dei Muscle Shoals. Un gran bel disco.

(dischi) Eric Bibb, Global Riot, Stony Plain Records

Forse il lavoro più ambizioso e coraggioso di Eric Bibb: capace di confrontarsi con mondi distanti e diversi, per costruire un’opera caleidoscopica dove il linguaggio del blues è solo il veicolo per superare i confini e riunire Habib Koité dal Mali, Solo Cissokho dal Senegal, Ken Boothe dalla Jamaica, Staffan Astner dalla Svezia e Big Daddy Wilson, Harrison Kennedy e Linda Tillery dall’America. Bellissimo.

(promemoria) Ringraziando tutti per la collaborazione e la partecipazione all’intensa stagione autunnale di Zig Zag, ricordiamo che gli appuntamenti riprendono sabato 12 gennaio con il nostro omaggio a Ian McEwan e sabato 26 gennaio con il concerto del D’Amico Da Ros Duo. Nel frattempo, inviamo i nostri migliori auguri di buon Natale e, soprattutto, per un felice anno nuovo.