Valutazione della vitalità miocardica nella malattia coronarica. Il contributo dell’imaging...
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Study group document
Valutazione della vitalita miocardica nella malattia coronarica.
Il contributo dell’imaging integrato
Giancarlo Casolo a,*, Ketty Savino b, Giovanni Bisignani c, Filippo Cademartiri d,Gianluca Di Bella e, Francesco F. Faletra f, Patrizia Pedrotti g, Alberto Roghi g,
a nome della Commissione Multimaging della SIECa UOC Cardiologia, Ospedale Versilia, USL 12, Lido di Camaiore (LU)
b Laboratorio di Diagnostica per Immagini, ASL 3, Universita degli Studi di Perugiac UOC Cardiologia, Ospedale di Castrovillari, ASP Cosenza
d SS Imaging Cardio-Vascolare, Dipartimento di Radiologia, AOU di Parmae Dipartimento di Medicina e Farmacologia Clinica Sperimentale, Universita degli Studi di Messina
f Divisione di Cardiologia, Fondazione Cardiocentro Ticino, Luganog Laboratorio di Risonanza Magnetica Cardiaca, Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare, AO Niguarda Ca’ Granda, Milano
Ricevuto il 21 aprile 2011; accettato il 6 giugno 2011; disponibile online il 2 agosto 2011
iassunto
biettivi: L’identificazione della vitalita miocardica costituisce un’importante informazione nella gestione del paziente con malattia coronarica.
e diverse tecniche di immagine possono contribuire, singolarmente o in combinazione tra loro, nell’offrire informazioni utili. Scopo del presente
avoro e proporre un percorso di imaging integrato.
ateriali e metodi: Esperti delle diverse metodiche hanno identificato gli aspetti comuni e le differenze delle varie tecniche per proporre un
ercorso ideale che tenga conto del valore relativo di ciascuna di esse.
isultati: E opinione comune che l’ecocardiografia debba occupare un ruolo fondamentale in questo ambito, ma che vi sia spazio anche per le
etodiche radionucleari e per la risonanza magnetica cardiaca, soprattutto nei soggetti con inadeguata finestra ecografica o con risultato dubbio e di
ifficile interpretazione con la sola ecocardiografia.
onclusioni: Lo studio della vitalita miocardica nella malattia coronarica possiede grande rilevanza ai fini della prognosi e delle scelte
erapeutiche. L’integrazione dell’imaging disponibile consente di individuare un percorso applicabile nella realta clinica, adatto a fornire la
alutazione piu adeguata a seconda del setting clinico.
2011 Societa Italiana di Ecografia Cardiovascolare. Pubblicato da Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati.
arole chiave: Vitalita miocardica; Ecocardiografia; Tomografia computerizzata; Risonanza magnetica cardiaca; Metodiche radionucleari.
bstract: Evaluation of myocardial viability in coronary artery disease by a multi-imaging approach
bjectives: The identification of the presence and extension of myocardial viability represents a very important information in patients with
oronary artery disease. Several different imaging modalities can contribute both as a single tool as well as when used in combination. The aim of
he present document was to identify a multimodality imaging approach to myocardial viability in the clinical arena.
aterials and methods: Experts of the main different imaging modalities have identified common aspects and differences existing among the
echniques. The effort was to identify an ideal work-up for detecting viability by taking advantage from the relative merits of the different modalities.
esults: It is the opinion of the panel that echocardiography should play a major and often sufficient role in this field. However both radionucler
ethods as well as cardiovascular magnetic resonace should be considered when the sonographic window is sub-optimal or the results of the
chocardiographic analysis are of difficult interpretation or uncertain.
onclusions: The evaluation of myocardial viability has important prognostic implications and may significantly affect the choice of treatment. A
ultimodality imaging approach can be used to plan a correct diagnostic work-up in the clinical arena and help to offer the best answer in different
linical settings.
2011 Societa Italiana di Ecografia Cardiovascolare. Published by Elsevier Srl. All rights reserved.
ey words: Myocardial viability; Echocardiography; Computer tomography; Cardiac magnetic resonance; Radionuclear methods.
www.elsevier.com/locate/jcecho
Disponibile online all’indirizzo www.sciencedirect.com
Journal of Cardiovascular Echography 21 (2011) 135–141
* Corrispondenza.
E-mail: [email protected] (G. Casolo).
211-4122/$ – see front matter # 2011 Societa Italiana di Ecografia Cardiovascolare. Pubblicato da Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati.
oi:10.1016/j.jcecho.2011.06.003
G. Casolo et al. / Journal of Cardiovascular Echography 21 (2011) 135–141136
1. Introduzione
Lo studio della presenza e dell’entita della vitalita
miocardica offre importanti informazioni nella gestione del
paziente con malattia coronarica per gli ampi risvolti clinici,
prognostici e terapeutici che essa riveste1–3. In particolare,
l’identificazione di miocardio vitale svolge un ruolo fonda-
mentale nella gestione della disfunzione ventricolare sinistra su
base ischemica associata o no a segni e sintomi di scompenso
cardiaco.
L’esistenza di cardiomiociti metabolicamente attivi e con
membrana cellulare integra costituisce la base per la presenza
di miocardio vitale; la possibilita di evidenziare miocardio
vitale nel contesto di un segmento di miocardio disfunzionante
e percio legata sia al target scelto (metabolismo, integrita del
tessuto, risposta a stimolo inotropo) sia alla risoluzione spaziale
della metodica. Alcuni target non dipendono solo dalla
presenza/assenza di cellule vitali, ma anche dalla loro
distribuzione spaziale nella parete miocardica (endocardio vs
epicardio nel caso della risposta a stimolo inotropo), dalla loro
omogenea distribuzione intraparietale, come anche dalla
presenza/assenza di un vaso pervio nel territorio in esame.
Miocardio vitale puo quindi essere presente nel contesto
di aree irreversibilmente danneggiate oppure nel contesto di
regioni ischemiche. Nel primo caso potrebbe esistere una
vitalita residua che non possiede significato funzionale al fine di
un recupero contrattile. Aree di cellule vitali possono essere
osservate soprattutto ai margini di zone necrotiche oppure
distribuite in modo piu o meno regolare nel contesto di zone
necrotiche. In questo caso la dimostrazione di vitalita puo
rivestire un significato fisiopatologico nell’ambito della
geometria ventricolare e ai fini del profilo aritmico del
paziente. Nel caso, invece, di una critica riduzione del flusso
coronarico, transitoria o permanente, la cellula miocardica
risponde con la perdita della funzione contrattile al fine di
minimizzare il dispendio di energie e mantenere la propria
vitalita con possibile ripresa contrattile successiva al ripristino
del flusso coronarico. In tale contesto assume particolare
importanza la possibilita di recupero contrattile.
Dal punto di vista fisiopatologico si riconoscono due
situazioni di miocardio ischemico ma vitale: il miocardio
stordito e quello ibernato4–7.
Il miocardio stordito e rappresentato dal modello clinico
dell’infarto miocardico acuto sottoposto a rivascolarizzazione
del vaso epicardico. Dopo occlusione acuta, il trattamento
efficace della culprit lesion consente di ripristinare il flusso
coronarico e preservare la vitalita del tessuto miocardico. Nei
primi giorni la contrattilita resta depressa, con un graduale
recupero successivo; in questa fase l’evidenza di vitalita
miocardica predice il recupero contrattile e puo quindi offrire
informazioni prognostiche precoci4,5.
Il miocardio ibernato, al contrario, e la conseguenza di
una riduzione permanente del flusso coronarico secondario
a stenosi coronarica critica; il modello clinico e quello
della cardiomiopatia ischemica8. La rivascolarizzazione dei
segmenti disfunzionanti ma vitali comporta una sopravvi-
venza libera da eventi significativamente migliore rispetto ai
non rivascolarizzati e, se associata a riserva contrattile, anche
a un significativo recupero di funzionalita ventricolare
sinistra6,7,9,10,11.
Il presupposto del recupero di un segmento disfunzionante
acinetico o discinetico e la presenza di una quota significativa di
tessuto vitale nello strato subendocardico > 75%. Al contrario,
la presenza di vitalita miocardica negli strati subepicardici puo
non tradursi in recupero funzionale e ripresa contrattile, ma
comporta comunque un beneficio in termini di geometria
ventricolare e tensione di parete.
La disponibilita di tecniche diagnostiche in grado di
esplorare la vitalita miocardica richiede la conoscenza della
loro sensibilita e specificita nel riconoscere sia la vitalita sia il
possibile recupero contrattile. La diversa accuratezza diagno-
stica puo essere sfruttata in modo appropriato a seconda del
setting clinico. Pertanto, e possibile individuare profili clinici
differenziati che meritano una o piu metodiche di imaging. Per
ciascun setting le informazioni raccolte possono essere
integrate per favorire le migliori scelte di trattamento.
2. Aspetti comuni alle diverse tecniche
Uno spessore parietale ridotto rispetto al normale puo
indicare la presenza di cicatrice o comunque bassa probabilita
di recupero contrattile spontaneo o dopo rivascolarizzazione.
In ecocardiografia, lo spessore parietale < 6 mm a elevata
ecoriflettenza e un indicatore di assenza di vitalita miocardica
con bassa sensibilita ma elevata specificita e valore predittivo
negativo del elevato. Tuttavia, studi piu recenti eseguiti con
risonanza magnetica (RM) hanno mostrato che anche uno
spessore ridotto puo associarsi a recupero contrattile dopo
rivascolarizzazione e, dunque, lo spessore parietale ridotto non
costituisce un’informazione sufficiente per un giudizio di
vitalita miocardica12.
Forte indicatore di vitalita miocardica e la valutazione della
riserva contrattile durante somministrazione di inotropi. Molti
studi hanno mostrato l’utilita dell’ecostress e della RM con
dobutamina nella valutazione del miocardio vitale. Basse dosi di
dobutamina (10 y/kg/min) aumentano la contrattilita e predicono
il recupero funzionale, che diventa significativo se interessa
almeno due segmenti miocardici o con un incremento del Wall
Motion Score Index (WMSI) � 0,25; l’uso aggiuntivo di alte
dosi di dobutamina (fino a 40 y/kg/min) smaschera differenze
di riserva di flusso coronarico con importanti implicazioni
riguardo sia al recupero funzionale sia alla prognosi13–15.
Nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra severa la
presenza di vitalita miocardica e associata a una maggiore
sopravvivenza sia in terapia medica sia dopo rivascolarizza-
zione. L’assenza di recupero contrattile all’ecostress con
dobutamina, al contrario, identifica quei pazienti con vitalita
miocardica clinica assente e che molto probabilmente non
recupereranno la funzione ventricolare dopo rivascolarizza-
zione miocardica.
Un altro marker utile ai fini della definizione del recupero
contrattile e lo stato microcircolatorio, che puo essere esplorato
con ecocontrastografia e con RM di perfusione al primo
passaggio o al delayed enhancement16–19. L’associazione di
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quest’informazione con la funzione contrattile permette di
attribuire un significato funzionale alle alterazioni della
perfusione ai fini della stima di vitalita miocardica. La
documentazione di un danno microcircolatorio in presenza
di disfunzione ventricolare e vaso coronarico epicardico pervio
all’angiografia coronarica testimonia una scarsa vitalita; e,
quindi, un surrogato della vitalita e indica una bassa probabilita
di recupero funzionale.
3. Ecocardiografia
L’ecocardiografia e la tecnica di imaging piu utilizzata
e costituisce in genere il primo approccio diagnostico-
valutativo. La ricerca di vitalita miocardica mediante
ecocardiografia risulta accurata se l’operatore e esperto, la
finestra acustica e favorevole e le immagini risultano di buona
qualita tecnica.
L’approccio ecografico bidimensionale consente di definire
l’entita della disfunzione sistolica e l’estensione dell’area
ischemica. L’accuratezza diagnostica aumenta se tutti i
parametri sopraindicati vengono ottenuti mediante studio
ecografico tridimensionale o dopo iniezione di mezzo di
contrasto (ecocontrastografia, Fig. 1) con opacizzazione della
cavita ventricolare16,17; queste tecniche ecografiche hanno
mostrato un’ottima correlazione con la RM, che e considerata il
gold standard per tali misurazioni20–22.
L’ecostress con dobutamina e un test accurato di valutazione
della riserva contrattile, con sensibilita e specificita, rispetti-
vamente, del 74-88% e del 73-87%. In particolare, la risposta
bifasica ha la piu alta specificita (95%) e valore predittivo
positivo di ripresa contrattile dopo rivascolarizzazione. Studi
[(Fig._1)TD$FIG]
Fig. 1. Ecocontrastografia. A) Normale flusso coronarico, omogenea perfusione
nei segmenti miocardici apicali.
clinici hanno documentato per l’ecostress un’accuratezza
diagnostica sovrapponibile ai test con radionuclidi23.
Mentre l’ecocardiografia bidimensionale, tridimensionale e
da stress definisce la vitalita miocardica secondo i criteri del
recupero contrattile, l’ecocontrastografia definisce la vitalita in
termini di perfusione. Numerosi studi con iniezione di mezzo di
contrasto intracoronarico o endovenoso hanno confermato
clinicamente come l’assenza di perfusione sia un forte
predittore di scarso recupero funzionale dopo un evento
ischemico acuto e adeguata riperfusione del vaso epicardico18.
Il recupero globale e segmentario del ventricolo sinistro e
significativamente peggiore nei pazienti con difetti di
perfusione all’ecocontrastografia.
4. Risonanza magnetica
LA RM e un’importante tecnica diagnostica che possiede tra
le sue principali indicazioni lo studio della vitalita miocar-
dica20–25. E una tecnica non invasiva, molto accurata, assai
meno accessibile e disponibile rispetto all’ecocardiografia.
La possibilita di acquisire, nella stessa seduta di esame,
accurate informazioni morfofunzionali e tessutali rende la
metodica molto utile per lo studio della vitalita miocardica. In
particolare la RM cardiaca, oltre a definire con estrema
precisione l’entita della disfunzione ventricolare sinistra,
consente di valutare alcuni parametri come lo spessore parietale
e la riserva contrattile, comuni all’ecocardiografia, ma, a
differenza di quest’ultima, anche il late enhancement (LE),
espressione del danno ischemico irreversibile (necrosi) che si
presenta come un’area iperintensa rispetto al miocardio sano,
che invece appare privo di segnale e quindi nero (Fig. 2).
del tessuto miocardico. B) Danno microcircolatorio, assenza di perfusione
[(Fig._2)TD$FIG]
Fig. 2. Risonanza magnetica cardiaca: immagini ottenute in asse corto con tecnica delayed enhancement; le frecce mostrano le aree di enhancement aumentato
e indicative per necrosi. A) Infarto transmurale inferosettale, con coinvolgimento ventricolare destro. B) Sottile rima di enhancement (< 25% dello spessore parietale)
antero e setto-apicale.
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Anche con la RM e possibile eseguire la ricerca di
riserva contrattile regionale con dobutamina a bassa dose
(5-10 mg/kg/min)26,27. Utilizzando dosi elevate l’esame puo
esplorare la riserva coronarica, analogamente all’ecostress19.
Lo studio della perfusione al primo passaggio del contrasto e
la dimostrazione di aree di ipointensita di segnale compatibili
con ostruzione microvascolare possono, in analogia all’eco-
cardiografia, offrire informazioni indirette sullo stato del
miocardio e sulla sua capacita di recupero contrattile28. Si tratta
di un’applicazione marginale e poco utile clinicamente.
Il punto di maggior forza della RM e la possibilita di
documentare la fibrosi miocardica e, quindi, la cicatrice
conseguente a uno o piu eventi infartuali20. La visualizzazione
diretta della cicatrice e una prerogativa esclusiva della RM,
che assume un ruolo determinante nella valutazione della
vitalita con questa metodica. A tale scopo vengono usati mezzi
di contrasto (chelati del gadolinio) che diffondono rapida-
mente nel compartimento extracellulare e nell’interstizio in
particolare. Grazie a un’elevata risoluzione spaziale (circa 2
mm), con la tecnica del LE si possono evidenziare minime
aree necrotiche (1 g circa di miocardio) permettendo di
analizzare sia la sede sia la distribuzione transmurale del
danno miocardico ischemico. La percentuale di transmuralita
della necrosi individuata correla inversamente con la
probabilita di recupero contrattile. In segmenti a/discinetici,
per un’estensione transmurale del LE pari al 25%, i valori
predittivi positivo e negativo per la probabilita di recupero
contrattile sono, rispettivamente, dell’88% e 89%, mentre
un’estensione del LE > 50% non comporta la possibilita
di recupero contrattile. Nei segmenti con enhancement
transmurale compreso tra il 25% e il 50%, la capacita
predittiva di miglioramento della funzione contrattile puo
essere aumentata associando allo studio del LE il test alla
dobutamina a bassa dose12,21,22.
5. Cardiologia nucleare
La cardiologia nucleare consente la valutazione del
miocardio vitale con scintigrafia miocardica con tomografo
(SPECT) o con camera a positroni (PET), utilizzando traccianti
radioisotopici che permettono la valutazione del miocardio
vitale e delle perfusione miocardica in modo accurato e
affidabile. I primi studi di vitalita miocardica hanno utilizzato il
Tallio-201, un radioisotopo che, nonostante le eccellenti prove
di affidabilita e accuratezza diagnostica, e stato abbandonato
per le caratteristiche fisiche non particolarmente adatte agli
scanner commerciali in uso e per le elevate dosi assorbite (circa
30 mSv per esame) a causa della lunga emivita. Il principale
vantaggio del Tallio-201 consiste nella proprieta di ridistribu-
zione miocardica che, come analogo metabolico del potassio
cellulare, consente di eseguire vari protocolli mirati alla
valutazione delle aree ischemiche e di quelle vitali. Nei
laboratori di cardiologia nucleare si sono successivamente
imposti traccianti come il metossi-isobutil-isonitrile (MIBI) e la
tetrafosmina marcati con Tecnezio-99, per motivi di minore
esposizione dei pazienti in virtu della ridotta emivita del
Tecnezio-99, per le migliori caratteristiche fisiche piu adatte
agli scanner in uso e per ragioni di logistica organizzativa che
rendono piu semplice l’impiego di radioisotopi generati in
laboratori privi di ciclotrone. I protocolli dedicati allo studio del
miocardio vitale con MIBI e tetrafosmina sono logisticamente
piu complessi di quelli con Tallio-201 e prevedono valutazioni
nella stessa giornata o in giorni separati; si sono dimostrati
affidabili e accurati con esposizione alle radiazioni ionizzanti
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ridotta rispetto agli studi con il Tallio-201, nell’ordine dei 20
mSv per esame29,30.
La PET utilizza, per lo studio della vitalita miocardica,
traccianti metabolici come il fluorodesossiglucosio marcato
con Fluoro-18 ([F18]DG) e traccianti di perfusione miocardica
come l’ammoniaca marcata con azoto-3 ([N3]H3), il Rubidio-
82 o l’acqua marcata con ossigeno-15 (H2[O15]). La diffusione
delle PET nei laboratori di Medicina Nucleare per l’impiego
diagnostico in oncologia nella valutazione dei secondarismi
con l’FDG ha favorito la disponibilita della metodica anche in
centri privi di ciclotrone. Il mismatch tra ipoperfusione
evidenziata con ammoniaca e la persistente attivita metabolica
documentata con FDG si e dimostrato accurato e affidabile
nella diagnostica del miocardio vitale31,32.
6. TC multistrato
La TC multistrato del cuore (CTCA) e una metodica,
relativamente nuova in campo cardiologico, che sfrutta
Fig. 3. Proposta di algoritmo di ricerca di miocard
l’incremento delle prestazioni in termini di risoluzione spaziale
e temporale delle piu recenti generazioni di TC. L’applicazione
elettiva della CTCA e la valutazione morfologica del cuore e
delle arterie coronarie. In particolare, la CTCA consente
l’esclusione di malattia coronarica ostruttiva con un elevato
valore predittivo negativo.
Inoltre, la CTCA permette la valutazione della morfologia
delle camere cardiache, degli spessori ventricolari e della
funzionalita del ventricolo sinistro. Queste applicazioni,
tuttavia, non sono elettive per la CTCA in quanto la dose di
radiazioni ionizzanti necessaria per effettuare tali valutazioni e
elevata, soprattutto considerando che le medesime informa-
zioni possono essere ottenute con metodiche che non utilizzano
radiazioni ionizzanti.
Per quanto concerne la valutazione specifica della vitalita
miocardica, esistono al momento solo esperienze preliminari e
alcuni studi di validazione che suggeriscono come la CTCA
possa sfruttare i principi della RM con delayed enhancement,
utilizzando il mezzo di contrasto iodato33.
io vitale in pazienti con cardiopatia ischemica.
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7. Proposta di utilizzo e percorso appropriato
Nel disegno di un percorso clinico rivolto allo studio della
vitalita miocardica e necessario tener conto, da un lato, della
capacita diagnostica delle diverse tecniche e, dall’altro, di
elementi quali il loro valore aggiunto o aggiuntivo rispetto a
quelle di minor costo. Valutazioni relative alla facilita di
accesso e alla qualita clinica degli esami non possono non
trovare posto in queste scelte. La Commissione ritiene,
limitando il percorso nel contesto delle metodiche qui trattate,
che si possano considerare due setting fondamentali (Fig. 3):
� p
aziente con disfunzione ventricolare e buona finestraecocardiografica;
� p
aziente con disfunzione ventricolare e inadeguata finestraecocardiografica.
E inoltre possibile identificare una sottopopolazione di
pazienti in cui il riscontro di vitalita miocardica anche non
associata a recupero contrattile puo costituire un’informazione
rilevante ai fini delle scelte terapeutiche. Si tratta di pazienti con
grave disfunzione ventricolare sinistra che, eseguito un
ecostress a bassa dose, non mostrino un’inequivocabile
evidenza di recupero contrattile. In costoro la RM con LE
dovrebbe essere garantita.
Analogamente, un altro sottogruppo puo essere identificato
nei pazienti con grave disfunzione ventricolare sinistra che,
eseguita una RM come primo esame, mostrino una transmu-
ralita del LE dubbia per garantire un recupero contrattile. In
questi pazienti l’aggiunta di un esame con dobutamina a bassa
dose, sia RM nella stessa seduta sia con ecocardiografia, offre
l’opportunita di prevedere o meno un recupero contrattile.
Infine, occorre sottolineare come la RM abbia alcune
importanti controindicazioni che possono generare ulteriori
eccezioni all’algoritmo proposto. Tra queste si ricordano la
claustrofobia, la presenza di device (PM-ICD/CRT), l’insuffi-
cienza renale grave (controindicazione al mezzo di contrasto).
8. Conclusioni
La ricerca della vitalita e di fondamentale importanza per
una corretta stratificazione prognostica e per la scelta del
trattamento piu appropriato. L’imaging mette a disposizione del
clinico strumenti diversi (ecocardiografia, PET, SPECT, RM
cardiaca, TC) con sperimentata capacita di identificazione del
miocardio vitale. I diversi strumenti, pur ricercando lo stesso
obiettivo, hanno tecniche e metodologie diverse e cio impone
una corretta conoscenza delle potenzialita e dei limiti, ma
anche la comprensione delle differenze e dei meccanismi
dell’imaging utilizzato.
La ricerca della riserva contrattile con dobutamina
(ecocardiografia o RM cardiaca) e altamente specifica e
possiede un alto valore predittivo positivo con una buona
sensibilita. Tuttavia la sensibilita (e il valore predittivo
negativo) e superiore per le tecniche di valutazione tessutale
come la RM cardiaca o le tecniche radionucleari, a scapito di
una specificita inferiore.
La scelta della tecnica di imaging da utilizzare si dovra
basare sulla metodica piu facilmente disponibile e nella quale vi
e maggiore esperienza nel singolo centro, anche in relazione al
quesito clinico e alle caratteristiche specifiche del singolo
paziente (ecogenicita, presenza di device ecc.).
L’ecocardiografia rappresenta, nel setting dello studio della
vitalita miocardica, uno strumento fondamentale. Ai fini della
valutazione del recupero contrattile nel paziente con buona
finestra acustica, disfunzione ventricolare sinistra, geometria
ventricolare sinistra non gravemente alterata essa offre il
miglior rapporto costo-beneficio, la piu ampia accessibilita, la
piu capillare distribuzione territoriale e la piu facile ripetibilita.
La RM, mostrando direttamente il tessuto vitale con la
tecnica del delayed enhancement e il possibile recupero
contrattile con la valutazione funzionale durante infusione di
dobutamina, associati alla grande precisione nella valutazione
di volumi e dinamica ventricolare, costituisce senz’altro la
tecnica piu precisa e ricca di informazioni. Tuttavia per motivi
di accessibilita e costo, considerato lo scarso valore clinico
aggiunto nella maggioranza dei casi che invece possono essere
valutati con l’ecocardiografia, la RM puo essere riservata a
casi particolari. Questi possono essere identificati nei pazienti
con grave disfunzione ventricolare sinistra e vitalita dubbia
all’ecocardiografia, nei soggetti con inadeguata finestra acustica,
nei pazienti con grave disfunzione ventricolare sinistra e risultato
dubbio dell’ecocardiografia.
Occorre sottolineare l’importanza delle metodiche radio-
nucleari, in particolare della SPECT e della PET che possiedono
grande capacita diagnostica e valutativa nell’ambito della vitalita
miocardica. Nella pratica quotidiana occupano un posto
significativo in molte realta assistenziali, venendo di preferenza
utilizzate al posto dell’ecocardiografia o della RM in popolazioni
di pazienti con disfunzione ventricolare sinistra e malattia
coronarica.
Al momento lo studio della vitalita con TC possiede un ruolo
marginale e ancora in corso di validazione clinica.
Conflitto di interesse
Gli autori dichiarano di non aver nessun conflitto di interessi.
Finanziamenti allo studio
Gli autori dichiarano di non aver ricevuto finanziamenti
istituzionali per il presente studio.
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