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Valerio Eletti, Venezia, 3 febbraio 2006 Prospettive per le riviste elettroniche: dal sequenziale all’ipermediale Luminar 5. Internet e umanesimo. Le riviste on-line: esperienze e prospettive QuickTime™ e un decompressore TIFF (LZW) sono necessari per visualizzare qu LUMINAR 5 Internet e Umanesimo Le Riviste on-line: esperienze e prospettive Seminario di discussione Seminario di discussione Prospettive per le riviste elettroniche: Prospettive per le riviste elettroniche: dal sequenziale all’ipermediale dal sequenziale all’ipermediale coordina Valerio Eletti, Università La Sapienza di Roma Venezia, Fondazione Querini Stampalia, 3 febbraio 2006

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Valerio Eletti, Università La Sapienza di Roma

Venezia, Fondazione Querini Stampalia, 3 febbraio 2006

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Modelli utilizzabili: le riviste on-line oggi e in prospettiva

Il modello ipermediale: analisi delle componenti di base

Proposta di discussione: un uso frattalico della rete

Agenda

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Lasciamo a future discussioni le prospettive di passaggio in ambienti wireless e focalizziamo l’attenzione sulle riviste on-line: quali modelli di riferimento abbiamo oggi?

Modello attuale: rivista cartacea con una lieve apertura verso l’ipertestualità (link interni ed esterni) e rare concessioni alla multimedialità (“illustrazioni multimediali”)

Modello potenziale di base: data base (cfr. Amazon) con interfaccia ipertestuale (mappa logica della rivista), con struttura aperta ad apporti esterni correnti (wiki e/o p2p) e con utilizzo congruente della multimedialità

Modello potenziale avanzato: come il modello precedente, ma con prima interfaccia multimediale, e stratificazione via via sempre più testuale (cfr. CdRom e Wi-Fi)

Modelli utilizzabili

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Elenchiamo quindi le componenti di base del modello ipermediale indirizzato al massimo della risposta personalizzata alla consultazione della rivista:

Interfaccia multimediale con versione parallela ipertestuale

Architettura ipertestuale/ipermediale Data base di content object con descrittori (metadata) standard Stratificazione dei contenuti:

per utente (chi, quando, dove, perché) per ambiente di fruizione (on line o wireless) per tipologia di media utilizzati

con motore di ricerca in linguaggio naturale (di dominio)

Strutturazione dei contenuti multimediale (in base alle esigenze dell’argomento e dell’utenza) ipertestuale (in base alle esigenze dell’argomento e dell’utenza)

Aree condivise di aggiornamento/valutazione in una logica p2p o wiki

Nota: queste componenti possono essere attivate in maniera modulare

Il modello ipermediale

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Tutto quanto abbiamo esposto vuole essere solo uno stimolo di riflessione per non dimenticare che nella redazione delle riviste on-line non stiamo utilizzando le opportunità offerte dal nuovo mezzo:

la struttura digitale dei contenuti ci permette infatti di utilizzare: l’ipertestualità l’interattività la multimedialità e la “personalizzabilità” dei contenuti;

l’inserimento della rivista in una struttura a rete efficace spinge poi verso: la possibilità di mutare la rigidità gerarchica e piramidale la possibilità di gestire nuove forme di condivisione della conoscenza.

Senza contare le possibilità di sviluppo indotti da nuovi strumenti come i device wireless e i motori di ricerca semantici.

… di conseguenza

Proposta di discussione: un uso frattalico della rete

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… di conseguenza:

Le riviste on-line (o meglio le riviste digitali in rete) costituiscono uno dei punti di accesso e di applicazione in cui si può sperimentare la nostra capacità di avvicinarci a sistemi complessi che non ubbidiscono più alle regole riduzionistiche a cui siamo abituati.

Se possiamo definire sistema complesso un sistema che risponde in maniera sempre diversa e non prevedibile a uno stesso stimolo iniziale, a parità di condizioni al contorno,

e se sappiamo che la struttura a rete è alla base dei sistemi complessi (e in particolare di quelli in grado di auto-organizzarsi),

ci dobbiamo chiedere non solo se utilizziamo a pieno gli strumenti che ci forniscono oggi le nuove tecnologie,

ma soprattutto dobbiamo porci delle domande (anche operative) più ampie, che possano permetterci di individuare la vision del processo appena innescato.

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