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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca VADEMECUM Prima prova scritta dell’Esame di Stato Anno Scolastico 2017-2018

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

VADEMECUM

Prima prova scritta dell’Esame di Stato

Anno Scolastico 2017-2018

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INDICE

Introduzione p. 3

Tipologia A p. 4

Tipologia B p. 5

Tipologia C p. 7

Tipologia D p. 7

Griglie di valutazione p. 8

Prove della simulazione p. 14

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INTRODUZIONE

Il Vademecum nasce dalla volontà di fornire indicazioni funzionali alle valutazioni della Com-missione attraverso gli strumenti metodologici adottati nei laboratori di scrittura.

La prima prova scritta dell’Esame di Stato accerta la padronanza della lingua italiana nonché le capacità espressive, logico linguistiche e critiche del candidato, consentendo la libera espressione della personale creatività.

Questo obiettivo può essere raggiunto dal candidato attraverso lo svolgimento di una delle se-guenti tipologie di elaborato:

Tipologia A - analisi e commento di un testo in prosa o in poesia articolato in comprensione, ana-lisi formale, approfondimento da domande guida

Tipologia B - redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale che, sulla base dei docu-menti forniti, sviluppi l'argomento proposto all'interno di grandi ambiti di riferimento

B1 artistico-letterario

B2 socio-economico

B3 storico-politico

B4 tecnico-scientifico

Tipologia C - tema di argomento storico, coerente con i programmi dell'ultimo anno di corso

Tipologia D - tema di ordine generale relativo ad un fenomeno o un problema sociale, economi-co, culturale di attualità.

Indicazioni generali sulle fasi di scrittura di un testo

La stesura di un testo prevede tre fasi:

1) Riflessione o ideazione (individuare le caratteristiche del testo, mettere a fuoco l’argomento, raccogliere le idee, organizzarle intorno ad un’idea centrale);

2) Stesura (progettazione del testo o scaletta, non riportata sulla bella copia, e successiva scrittura con attenzione alla punteggiatura, ortografia, sintassi e lessico);

3) Revisione (controllo della rispondenza alla consegna, dell’organizzazione dei contenuti e della correttezza grammaticale).

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SCHEDA OPERATIVA TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

Comprensione complessiva

Parafrasi (per il testo poetico)

Riassunto del contenuto informativo (per il testo narrativo)

Individuazione delle tematiche rispondendo a domande guida

Analisi formale (testo poetico)

Analisi metrica (versi, rime, strofe, tipo di componimento)

Analisi tematico-lessicale (individuazione delle parole chiave e delle aree semantiche)

Analisi delle più frequenti figure retoriche

Analisi del linguaggio e dello stile

Analisi formale (testo in prosa)

Divisione in sequenze

Rapporto fabula/intreccio

Definizione del narratore e della focalizzazione

Tipologia dei personaggi

Individuazione di luoghi e tempi

Individuazione delle principali tecniche narrative (discorso diretto, indiretto e indiretto libero)

Individuazione delle tematiche principali

Approfondimento

Biografia, poetica e percorso dell’autore

Inserimento del testo nel contesto storico e culturale

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SCHEDA OPERATIVA TIPOLOGIA B - SAGGIO BREVE E ARTICOLO DI GIORNALE

FASE PRELIMINARE COMUNE

• Analizzare le consegne

• Scegliere l’ambito e l’argomento

• Lavorare sui documenti che possono essere utilizzati in tutto o in parte e nel modo che si ritiene opportuno alla trattazione (citazione o rielaborazione)

Per la comprensione è consigliabile la sintesi con successiva interpretazione dei documenti; se-gue la selezione dei contenuti e delle informazioni; si conclude questa fase con la schedatura e il confronto delle informazioni raccolte

• Recuperare conoscenze, esperienze e opinioni personali sull’argomento da trattare.

ELABORAZIONE DEL SAGGIO BREVE

Progettazione del testo (scaletta) divisa in:

INTRODUZIONE (presentare l’argomento e anticipare i contenuti)

CORPO CENTRALE (comprendere l’esito del lavoro sui documenti integrati da conoscenze e opinioni personali per la formulazione del proprio punto di vista o tesi)

CONCLUSIONE (sintetizzare i contenuti o ribadire la tesi)

È previsto anche il saggio breve di tipo espositivo in cui l’alunno “espone” il lavoro sui documen-ti e sintetizza nella conclusione in modo organico le idee elaborate nel corpo centrale.

Per gli alunni con BES o con particolari problematiche, segnalati dal Consiglio di classe, si pre-vede il supporto dell’insegnante di Italiano nella lettura e nella comprensione della traccia.

Stesura del testo:

Sviluppare la scaletta

Paragrafare il testo

Dare un titolo denotativo o connotativo

Fare la revisione di contenuti e forma con particolare controllo dei connettivi coesivi

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ELABORAZIONE DELL’ARTICOLO DI GIORNALE

Progettazione del testo (scaletta) articolato in parti principali:

INTRODUZIONE (partire da una notizia specifica o da un evento culturale, attualizzando l’ar-gomento)

CORPO CENTRALE (comprendere l’esito del lavoro sui documenti integrati da conoscenze e opinioni personali per la formulazione del proprio punto di vista o tesi)

CONCLUSIONE (sintetizzare i contenuti o ribadire la tesi).

In tutte le fasi è necessario applicare le regole principali del giornalismo:

la formula delle 5W +1H

l'introduzione del background o sfondo

la cura del lead o attacco

In fase di progettazione si decidono le strategie stilistiche relative al tipo di articolo prescelto (di cronaca, di opinione, specialistico, intervista) e, come richiesto nella consegna ministeriale, si in-dividua la destinazione editoriale (quotidiano, giornalino scolastico, fascicolo scolastico di docu-mentazione e ricerca, rivista specialistica).

Stesura del testo:

Sviluppare la scaletta

Dare un titolo coerente con i contenuti ed introdurre eventuali occhiello e sommario

Fare la revisione dei contenuti e della forma

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SCHEDA OPERATIVA TIPOLOGIA C - TEMA DI ARGOMENTO STORICO

Analisi della traccia (aperta, dettagliata, citazione) e selezione delle idee e delle informazioni.

Progettazione del testo (scaletta non riportata sulla bella copia) diviso in:

INTRODUZIONE (presentare e contestualizzare l’argomento storico)

CORPO CENTRALE (delineare personaggi, eventi e fenomeni storici)

CONCLUSIONE (rielaborare i contenuti in modo personale)

Stesura del testo: sviluppare la scaletta, rispettando l’aderenza alla traccia e la completezza delle informazioni; fare la revisione dei contenuti e della forma.

SCHEDA OPERATIVA TIPOLOGIA D - TEMA DI ORDINE GENERALE

Analisi della traccia (aperta, dettagliata, citazione) e selezione delle idee e delle informazioni.

Progettazione del testo (scaletta non riportata sulla bella copia) diviso in:

INTRODUZIONE (presentare e contestualizzare il fenomeno sociale, economico, culturale, di costume)

CORPO CENTRALE (esporre notizie e informazioni sull’argomento con riferimento a conoscen-ze ed esperienze personali)

CONCLUSIONE (rielaborare i contenuti in modo personale)

Stesura del testo: sviluppare la scaletta, rispettando l’aderenza alla traccia e la completezza delle informazioni; fare la revisione dei contenuti e della forma.

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GRIGLIE DI VALUTAZIONE PROVA SCRITTA ITALIANO

Classe V sez. Documenti del Consiglio di classe ( L. 425/97- DPR 323/98 art.5.2-OM 13/2013)

Tipologia A (ANALISI E INTERPRETAZIONE DI UN TESTO)

Candidato /a: _____________________________________________________________________

Cognome Nome

INDICATORI DESCRITTORI PUNTEGGIO

COMPRENSIONE COMPLESSIVA DEL TESTO

Non comprende correttamente il contenuto informativo del testo

1

Comprende in modo corretto ma limitato 2

Comprende in modo adeguato e approfondito

3

ANALISI DEL TESTO Non individua gli elementi costitutivi del testo se non in modo essenziale

1

Individua elementi e concetti in modo superficiale ma corretto

2

Analizza elementi ed aspetti significativi del testo

3

Analizza gli aspetti significativi del testo e li approfondisce adeguatamente

4

INTERPRETAZIONE E APPROFONDIMENTO DEL TESTO

Non interpreta adeguatamente il testo 1

Interpreta il testo in modo essenziale 2

Interpreta il testo esprimendo giudizi motivati e personali

3

COERENZA E COESIONE DEL TESTO

Limitata e parziale, ma complessivamente accettabile

1

Buona e significativa 2

CORRETTEZZA MORFOSINTATTICA E

Non sempre corretta ed appropriata 1

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Tipologia B (SAGGIO BREVE)

Candidato /a: _____________________________________________________________________

Cognome Nome

MORFOSINTATTICA E PROPRIETÀ LINGUISTICA

Sostanzialmente corretta, tranne lievi errori ed imprecisioni

2

Corretta, adeguata e fluida 3

PUNTEGGIO TOTALE

INDICATORI DESCRITTORI PUNTEGGIO

COERENZA DEL TITOLO ATTRIBUITO E RISPETTO DELLE CONSEGNE

Non del tutto adeguato alle consegne

1

Coerente e rispettoso delle consegne

2

Titolo originale 3

COERENZA E COESIONE DEL TESTO

Limitata e parziale 1

Complessivamente accettabile 2

Buona e significativa 3

COMPRENSIONE E CAPACITÀ DI UTILIZZARE DOCUMENTI, CITAZIONI, RIFERIMENTI FORNITI

Inadeguata 1

Adeguata ma limitata 2

Corretta e ricca 3

RIELABORAZIONE E ORIGINALITÀ DELL’ARGOMENTAZIONE

Rielaborazione assente / essenziale 1

Rielaborazione parziale 2

Rielaborazione critica e originale 3

CORRETTEZZA MORFOSINTATTICA E PROPRIETÀ NELL’USO

Non sempre corretta ed appropriata 1

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Tipologia B (ARTICOLO DI GIORNALE)

Candidato /a: _____________________________________________________________________

Cognome Nome

MORFOSINTATTICA E PROPRIETÀ NELL’USO DELLA LINGUA

Sostanzialmente corretta, tranne lievi errori ed imprecisioni

2

Adeguata, ricca e fluida 3

PUNTEGGIO TOTALE

INDICATORI DESCRITTORI PUNTEGGIO

COERENZA ED EFFICACIA DEL TITOLO ATTRIBUITO; CONGRUENZA DELLO STILE CON LA DESTINAZIONE EDITORIALE

Non / parzialmente adeguate 1

Adeguate 2

Originali 3

COERENZA E COESIONE DEL TESTO

Limitata e parziale 1

Complessivamente accettabile 2

Buona e significativa 3

COMPRENSIONE E CAPACITÀ DI UTILIZZARE DOCUMENTI, CITAZIONI, RIFERIMENTI FORNITI

Inadeguata 1

Adeguata ma limitata 2

Corretta e ricca 3

RIELABORAZIONE E ORIGINALITÀ DELL’ARGOMENTAZIONE

Rielaborazione assente / parziale 1

Rielaborazione essenziale 2

Rielaborazione personale e/o originale

3

CORRETTEZZA MORFOSINTATTICA E PROPRIETÀ NELL’USO

Non sempre corretta ed appropriata 1

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Tipologia C (TEMA STORICO)

Candidato /a: ___________________________________________________________________

Cognome Nome

MORFOSINTATTICA E PROPRIETÀ NELL’USO DELLA LINGUA

Sostanzialmente corretta, tranne lievi errori ed imprecisioni

2

Adeguata, ricca e fluida 3

PUNTEGGIO TOTALE

INDICATORI DESCRITTORI PUNTEGGIO

ADERENZA E PERTINENZA DELLA TRACCIA

Limitata e parziale ma accettabile 1

Buona e significativa 2

CONOSCENZA E COMPLETEZZA DELL’ARGOMENTO

Lacunosa e disarticolata 1

Generica ma logicamente ordinata 2

Completa, approfondita e articolata in modo organico

3

ORGANIZZAZIONE DEI CONTENUTI

Lacunosa e disarticolata 1

Generica ma logicamente ordinata 2

Completa, approfondita e articolata in modo organico

3

CORRETTEZZA MORFOSINTATTICA E PROPRIETÀ LINGUISTICA

Non sempre corretta ed appropriata 1

Corretta, adeguata e fluida 2

COERENZA E COESIONE DEL TESTO

Limitate e parziali ma accettabili 1

Buone e significative 2

RIELABORAZIONE PERSONALE E CRITICA DEGLI ARGOMENTI

Non esprime giudizi personali 1

Esprime giudizi e argomentazioni adeguati, ma non debitamente motivati

2

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Tipologia D (TEMA DI ORDINE GENERALE)

Candidato /a: _____________________________________________________________________

Cognome Nome

Esprime giudizi originali e argomenta in modo ampio e critico

3

PUNTEGGIO TOTALE

INDICATORI DESCRITTORI PUNTEGGIO

ADERENZA ALLA TRACCIA E COERENZA/COESIONE DEL TESTO

Limitata e parziale ma accettabile 1

Corretta ma schematica 2

Buona e significativa 3

CONOSCENZA E COMPLETEZZA DELL’ARGOMENTO

Lacunosa e disarticolata 1

Generica ma logicamente ordinata 2

Completa, approfondita e articolata in modo organico

3

ORGANIZZAZIONE DEI CONTENUTI

Lacunosa e disarticolata 1

Generica ma logicamente ordinata 2

Completa, approfondita e articolata in modo organico

3

CORRETTEZZA MORFOSINTATTICA E PROPRIETÀ LINGUISTICA

Non sempre corretta ed appropriata 1

Sostanzialmente corretta, tranne lievi errori ed imprecisioni

2

Adeguata, ricca e fluida 3

RIELABORAZIONE PERSONALE E CRITICA DELLE CONOSCENZE

Non esprime opinioni personali e circostanziate

1

Esprime opinioni e argomentazioni adeguate, ma non debitamente motivate

2

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TABELLA DI CORRISPONDENZA TRA GIUDIZIO, VOTO E PUNTEGGIO

Dipartimento di lettere

Esprime opinioni originali e argomenta in modo ampio e critico

3

PUNTEGGIO TOTALE

GIUDIZIO VOTO PUNTEGGIO

PROVA NON SVOLTA 1-2 1-3

NEGATIVO3-3,5 4-5

GRAVEMENTE INSUFFICIENTE

4- 4,56-7

INSUFFICIENTE 5 8

QUASI SUFFICIENTE 5,5 9

SUFFICIENTE 6 10

PIENAMENTE SUFFICIENTE 6,5 11

DISCRETO 7-7,5 12

BUONO 8 13

DISTINTO 8-8,5 14

OTTIMO 8,5-10 15

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Italiano Prima prova scritta I.I.S. “Di Poppa-Rozzi”

Classe V sez. Documento del Consiglio di classe (L. 425/97- DPR 323/98 art.5.2-OM 13/2013)

ALLEGATO: SIMULAZIONI DELLA I PROVA

SIMULAZIONE DELLA PRIMA PROVA DEGLI ESAMI DI STATO 14 MARZO 2018

Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipo-logie qui proposte.

TIPOLOGIA A - Analisi di un testo

(O giovani, in Poemi eroici,1995-2000, in Clinica dell’abbandono, Einaudi To)

O giovani, pieni di speranza gelida che poi diventerà amore sappiate da un poeta che l’amore è una spiga d’oro 5 che cresce nel vostro pensiero esso abita le cime più alte e vive nei vostri capelli. Amavi il mondo del suono a labbra di luce; 10 l’amore non si vede è un’ode che vibra nel giorno, fa sentire dolcissime le notti. Giovanetti, scendete lungo i rivi del vostro linguaggio 15 prendete la prima parola portatela alla bocca e sappiate che basta un segno per far fiorire un vaso. di Alda Merini

(Alda Merini – Milano 1931-2000. Ha esordito giovanissima (1953) con La presenza di Orfeo, incontrando subito un grande successo di critica, seguito da Paura di Dio e Tu sei Pietro. Dopo un lungo periodo di silenzio, a seguito di gravi disturbi psichici e del suo ricovero in manicomio, dal 1965 al 1972, negli anni ’80 ha dato alle stampe La terra santa, considerato il suo capolavoro, e poi L’altra verità. Diario di una diversa, in cui ha raccontato la sua drammatica esperienza di

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internata. Ha pubblicato altri volumi di poesia e prosa, racchiusi in Clinica dell’abbandono. Oltre ad uno spiccato autobiografismo, nella sua poesia emergono temi quali l’amore, vissuto come esperienza totalizzante, caratterizzata da erotica passionalità e da delicatezza sentimentale; il do-lore, declinato in tutte le sfumature e, non di rado, riferibile all’esperienza della malattia; una concezione misteriosa della poesia, intesa come rivelazione e discesa agli inferi; una religiosità che si manifesta sulla pagina come vero e proprio amore spirituale. Le liriche della Merini, ricer-cate formalmente, sono caratterizzate dalla spontaneità e dalla semplicità del linguaggio utilizza-to, mentre di non sempre facile interpretazione risultano le metafore coraggiose e le analogie sug-gerite anche dai versi apparentemente più distesi.)

1. Comprensione del testo

Dopo un’attenta lettura proponi una parafrasi del componimento.

2. Analisi del testo

2.1. Quali aspetti formali ( metro, lingua, lessico, sintassi, figure retoriche ecc.) individui nel-la poesia?

2.2. Perché l’autrice definisce “gelida” la speranza dei giovani?

2.3. A cosa allude l’autrice con l’espressione “sappiate da un poeta”?

2.4. Spiega l’immagine “l’amore è una spiga d’oro”.

2.5. Rifletti sull’espressione “che cresce nel vostro pensiero”: perché non è utilizzato il ter-mine “cuore”?

2.6. Spiega in modo approfondito il significato dei versi 7-8 del componimento.

2.7. A chi si riferisce nei versi 9-10 la seconda persona del verbo (“ Amavi”) all’imperfetto.

2.8. Spiega la perifrasi “ un’ode che vibra nel giorno”.

3. Interpretazione complessiva e approfondimenti

Sulla base dell’analisi condotta, proponi un’interpretazione complessiva del testo, facendo riferimento ad altri autori, contemporanei o non, che abbiano trattato il tema dell’amore. In alternativa, rifletti sul valore, sull’importanza e sulla forza di questo sentimento oggi, facendo riferimento anche ad esperienze personali. O, in ultima istanza, sviluppa la trattazione di un’opera (otto-novecentesca o di questi ultimi anni) che abbia compiutamente espresso la condizione, le paure, i sogni e le speranze delle giovani generazioni.

TIPOLOGIA B REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE O DI UN ARTICOLO DI GIORNALE

Puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti. Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze

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di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare quattro/cinque colonne di metà di foglio protocollo.

1. AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO ARGOMENTO: La guerra tra eroismo e sofferenza

DOCUMENTI

1) VIRGILIO, Eneide XII, vv. 887-952 (Enea uccide Turno) Incalza Enea all'assalto e vibra la lancia enorme lignea e con cuore spietato così comincia a

dire: «Qual altro indugio ancora? Perché esiti, o Turno? Non nella corsa, ma in corpo a cor-po violento è la gara. Trasformati in qualsiasi aspetto, raccogli quanto di meglio hai in coraggio e perizia; brama di toccare a volo gli astri remoti o ben sotto terra racchiuso spari-re». E lui, scuotendo il capo: «Non mi sgomentano le tue sferzanti parole, o spietato. Giove nemico, i numi mi turbano». E tace e vede da presso enorme pietra, antica enorme pietra, che si trovava sul piano, confine posto ai campi, per togliere ai campi contese. A stento sul collo la reggerebbero dodici uomini scelti, corpi quali adesso genera la terra; quell’eroe la tolse e tentava di lanciarla con mani convulse al nemico, alto ergendosi, con slancio di corsa. Ma s'avvede che non di corsa, e nemmeno al passo riesce, né alzare le mani, o muovere l’enorme pietra; le ginocchia si piegano, con tremito il sangue si agghiac-cia. La pietra allora, dall’uomo brandita e alzata nel vuoto, né percorse l’intera distanza, né giunse a colpire. E come nei sogni, quando, di notte, distesa quiete fa chiudere gli occhi, ci sembra di voler protrarre invano una corsa ansiosa e sfiniti in mezzo allo sforzo veniamo meno (inetta è la lingua, l'usate forze cedono nel corpo, ne seguono grida o parole): così a Turno, qualunque via tenti il valore, la dea tremenda nega successo. In cuore, allora, pensie-ri diversi sorgono: i Rutuli vede e le mura: frena il timore, trema all’attesa d’un colpo; né vede dove sottrarsi, come attaccare il nemico, in nessun luogo ii cocchio e l’auriga e la so-rella. A lui smarrito, Enea vibra la lancia fatale, con gli occhi cogliendo il punto e con l'inte-ro corpo da lontano la scaglia. Giammai massi lanciati da macchina murale del pari sibila-no, né col fulmine rimbombano schianti. Vola simile a cupo nembo l'asta recando fiera mor-te, squarcia i lembi della lorica e al basso il settemplice scudo. Stridendo trafigge nel mezzo una coscia: colpito, cade pesante Turno a terra, con ginocchia piegate. Balzano con grida i Rutuli e l’intero monte in giro risuona e vasta eco rimandano le selve profonde. Egli, atter-rato, supplice, gli occhi e la destra volgendo imploranti: «L’ho meritato,» dice, «né grazia chiedo; sfrutta la tua ventura; ma, se pensiero del padre infelice riesce a toccarti, ti prego (per te fu tale il padre Anchise), risparmia la vecchiaia di Dauno e rendi me, o il corpo, se vuoi, privo di vita ai miei. Hai vinto; il vinto gli Ausoni hanno visto tenderti le braccia; La-vinia quale sposa è tua; più oltre non spingere l’odio». Fiero in armi sosta Enea volgendo gli occhi e trattiene la destra; e già, vieppiù esitante, prendevano quelle parole a piegarlo, quando, sopra una spalla, apparve sinistro il bàlteo, mandò riflessi la cinghia dalle note bor-chie del giovane Pallante che, da ferita vinto, Turno aveva prostrato e di cui sulla spalla re-cava l’ostile trofeo. Poi che con gli occhi colse quel segno di grave dolore e quelle spoglie, acceso d’ira cieca, terribile disse: «Proprio tu, da qui, scamperai, rivestito con le spoglie dei miei? Pallante, con questa ferita, Pallante t’immola, esige la pena da sangue esecrabile». Così dicendo, iroso, nel petto che gli stava davanti affonda la spada; a quello, il corpo fred-do si allenta e con rimpianto sdegnosa la vita fugge fra l’ombre.

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2) G. UNGARETTI, San Martino del Carso (Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916) Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro

Di tanti che mi corrispondevano non m'è rimasto neppure tanto

Ma nel mio cuore nessuna croce manca

È il mio cuore il paese più straziato

3) S. QUASIMODO, Alle fronde dei salici, da Giorno dopo giorno E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abban-

donati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al la-mento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero

della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo?

Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi

al triste vento.

4) PABLO PICASSO, Guernica, olio su tela 1937 (Museo Nacional di Madrid)

! L’opera fu realizzata sull’onda dell’impressione provocata dalla notizia dell’eccidio del popolo basco della città di Guernica causato dai cacciabombardieri tedeschi intervenuti in appoggio del generale spagnolo Francisco Franco nel corso della Guerra Civile Spagnola.

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5) Vietnam 1966 La cattura di un gruppo di Vietcong da parte delle truppe americane sul fiume Mekong

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2. AMBITO SOCIO – ECONOMICO ARGOMENTO: La ricerca della felicità. DOCUMENTI

1) «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.» Articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana

2) «Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.» Dichiarazione di indipendenza dei Tredici Sta-ti Uniti d’America, 4 luglio 1776

3) «La nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dob-biamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l’impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni af-fidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a egua-gliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all’altezza della sfida. L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all’incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità «autentica, adeguata e totale» sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso.» Zygmunt BAUMAN, L’arte della vita, trad. it., Bari 2009 (ed. originale 2008)

4) «Nonostante le molte oscillazioni, la soddisfazione media riportata dagli europei era, nel 1992, praticamente allo stesso livello di 20 anni prima, a fronte di un considerevole aumento del reddito pro capite nello stesso periodo. Risultati molto simili si ottengono anche per gli Stati Uniti. Questi

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dati sollevano naturalmente molti dubbi sulla loro qualità e tuttavia, senza entrare nel dettaglio, numerosi studi provenienti da altre discipline come la psicologia e la neurologia ne supportano l’attendibilità. Citiamo solo la critica che a noi pare più comune e che si potrebbe formulare come segue: in realtà ognuno si dichiara soddisfatto in relazione a ciò che può realisticamente ottenere, di conseguenza oggi siamo effettivamente più felici di 20 anni fa ma non ci riteniamo tali perché le nostre aspettative sono cambiate, migliorate, e desideriamo sempre di più. Esistono diverse ri-sposte a questa critica. In primo luogo, se così fosse, almeno persone nate negli stessi anni do-vrebbero mostrare una crescita nel tempo della felicità riportata soggettivamente. I dati mostrano invece che, anche suddividendo il campione per coorti di nascita, la felicità riportata non cresce significativamente nel tempo. Inoltre, misure meno soggettive del benessere, come la percentuale di persone affette da depressione o il numero di suicidi, seguono andamenti molto simili alle ri-sposte soggettive sulla felicità e sulla soddisfazione. Ma allora cosa ci rende felici?» Mauro MAGGIONI e Michele PELLIZZARI, Alti e bassi dell’economia della felicità, «La Stampa», 12 maggio 2003

5) «Il tradimento dell’individualismo sta tutto qui: nel far creder che per essere felici basti au-mentare le utilità. Mentre sappiamo che si può essere dei perfetti massimizzatori di utilità anche in solitudine, per essere felici occorre essere almeno in due. La riduzione della categoria della felicità a quella della utilità è all’origine della credenza secondo cui l’avaro sarebbe, dopotutto, un soggetto razionale. Eppure un gran numero di interazioni sociali acquistano significato uni-camente grazie all’assenza di strumentalità. Il senso di un’azione cortese o generosa verso un amico, un figlio, un collega sta proprio nel suo essere gratuita. Se venissimo a sapere che quel-l’azione scaturisce da una logica di tipo utilitaristico e manipolatorio, essa acquisterebbe un sen-so totalmente diverso, con il che verrebbero a mutare i modi di risposta da parte dei destinatari dell’azione. Il Chicago man – come Daniel McFadden ha recentemente chiamato la versione più aggiornata dell’homo oeconomicus – è un isolato, un solitario e dunque un infelice, tanto più egli si preoccupa degli altri, dal momento che questa sollecitudine altro non è che un’idiosincrasia delle sue preferenze. [...] Adesso finalmente comprendiamo perché l’avaro non riesce ad essere felice: perché è tirchio prima di tutto con se stesso; perché nega a se stesso quel valore di legame che la messa in pratica del principio di reciprocità potrebbe assicuragli.» Stefano ZAMAGNI, Avarizia. La passione dell’avere, Bologna 2009

3. AMBITO STORICO - POLITICO ARGOMENTO: Il campo di concentramento come elemento della storia del Novecento.

DOCUMENTI

1) «Il XX secolo potrebbe essere raccontato attraverso la storia del sistema concentrazionario. La guerra di liberazione cubana e quella algerina, la repressione coloniale in Africa, la rivolu-zione bolscevica, la seconda guerra mondiale - dall’Indonesia agli Stati Uniti, passando per la Francia e Vichy -, la disgregazione della Iugoslavia, la repressione in Cecenia sono infatti ac-comunate dalla presenza dei campi detti “di concentramento”, nonostante dietro tale definizione si nascondano realtà non del tutto omogenee tra loro.»Joël Kotek e Pierre Rigoulot, Il secolo dei campi. Detenzione, concentramento e sterminio: la tragedia del Novecento, tr. it. Mondadori, Milano 2002

2) «Le vittime di Stalin e di Hitler non furono uccise per conquistare e colonizzare il territorio da

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esse occupato. Spesso furono assassinate in modo ottuso e automatico, non animato da nessuna emozione umana, ivi compreso l’odio. Esse furono uccise perché non rientravano, per una ra-gione o per un’altra, nel progetto di una società perfetta. Furono eliminate affinché fosse possi-bile fondare un mondo umano obiettivamente migliore: più efficiente, più morale, più bello. Un mondo comunista. O un mondo ariano, puro dal punto di vista razziale. In entrambi i casi, un mondo armonioso, libero da conflitti, docile nelle mani dei propri governanti, ordinato, control-lato. Gli individui macchiati dall’ineliminabile tara del proprio passato o della propria origine non potevano entrare a far parte di un tale mondo immacolato, sano, splendente.»Zygmunt Bauman, Modernità e Olocausto, tr. it. Il Mulino, Bologna, 1992

3) «Ci viene chiesto dai giovani, tanto più spesso e tanto più insistentemente quanto più quel tempo si allontana, chi erano, di che stoffa erano fatti, i nostri “aguzzini”. Il termine allude ai nostri ex custodi, alle SS, e a mio parere è improprio: fa pensare a individui distorti, nati male, sadici, affetti da un vizio d’origine. Invece erano fatti della nostra stessa stoffa, erano esseri uma-ni medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi: salvo eccezioni, non erano mostri, ave-vano il nostro viso, ma erano stati educati male. Erano, in massima parte, gregari e funzionari rozzi e diligenti: alcuni fanaticamente convinti del verbo nazista, molti indifferenti, o paurosi di punizioni, o desiderosi di fare carriera, o troppo obbedienti. Tutti avevano subito la terrificante diseducazione fornita ed imposta dalla scuola quale era stata voluta da Hitler e dai suoi collabo-

ratori, e completata poi dal Drill( addestramento)

delle SS. A questa milizia parecchi avevano aderito per il prestigio che conferiva, per la sua onnipotenza, o anche solo per sfuggire a diffi-coltà famigliari.» Primo Levi I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino.

4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO

ARGOMENTO: L’attività umana e la sfida globale dei cambiamenti climatici: responsabili-tà delle generazioni presenti verso le generazioni future.

DOCUMENTI

1) «[…] il cambiamento climatico è arrivato ad uno stadio avanzato, ma non ancora incontrolla-bile. La sua origine è l’attività umana e, proprio per questo, l’uomo può ancora intervenire per limitarne gli impatti più disastrosi. Per riuscirci, serve un cambiamento radicale nei nostri si-stemi energetici, nelle nostre abitudini di consumo, nei modi di produrre. In altre parole, serve un nuovo modello di sviluppo, una transizione – inevitabilmente lenta, ma da guidare con mano sicura – verso un’economia sostenibile. Serve anche collaborazione internazionale, soprattutto a favore dei Paesi in via di sviluppo, spesso i più vulnerabili ai cambiamenti climatici. E servono politiche chiare e lungimiranti nei Paesi sviluppati. […] Abbiamo visto come il tema dei cam-biamenti climatici sia strettamente legato a quelli dell’uguaglianza sociale e dello sviluppo eco-nomico. Abbiamo parlato di economia, di salute e di equilibri sociali usando metriche oggettive, basandoci sui risultati della ricerca scientifica, sia per quanto riguarda l’analisi delle cause, sia per gli scenari futuri e le vie d’uscita. Abbiamo parlato di benessere, di opportunità, di conve-nienza. […] Servono una nuova strategia ed un nuovo sforzo economico nella ricerca – simile a quello fatto anni fa per la ricerca spaziale – per individuare quelle tecnologie che, da un lato, ci possano permettere di produrre energia a basso costo e senza impatti sul clima e sull’ambiente, dall’altro migliorino la nostra capacità di conservare l’energia prodotta ed, infine, ci aiutino a rimuovere dall’atmosfera i gas serra che abbiamo immesso in questi ultimi decenni. […] . La

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strada da percorrere non dipende solo dalle istituzioni: ogni individuo, ogni impresa, ogni co-munità può decidere di intraprendere fin da oggi scelte coerenti nei consumi, nelle modalità di spostamento, nelle risorse utilizzate, nell’organizzazione della produzione, nei servizi, nella tipo-logia delle abitazioni, ecc.»Carlo CARRARO, Alessandra MAZZAI, Il clima che cambia, Il Mulino, Bologna, 2015

2) «La Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura riunitasi a Parigi dal 21 ottobre al 12 novembre 1997 nella sua 29a sessio-ne. […] Constatando che la sorte delle future generazioni dipende in gran parte dalle decisioni e misure prese oggi e che i problemi attuali, tra i quali la povertà, l’insufficiente attrezzamento materiale e tecnologico, la disoccupazione, l’esclusione, la discriminazione e le minacce al-l’ambiente devono essere risolti nell’interesse delle generazioni presenti e future. […] Proclama solennemente in questo dodicesimo giorno di novembre 1997 la presente Dichiarazione sulle responsabilità delle generazioni presenti verso le generazioni future. […] Articolo 5. Protezione dell’ambiente 1. Affinché le generazioni future possano beneficiare della ricchezza offerta dagli ecosistemi della Terra, le generazioni presenti dovrebbero agire per uno sviluppo durevole e pre-servare le condizioni della vita e in particolare la qualità e l’integrità dell’ambiente.» Dichiara-zione sulle responsabilità delle generazioni presenti verso le generazioni future adottata dalla Conferenza generale dell’Unesco, in Codice di diritto internazionale dell’ambiente e dei diritti umani a cura di M. Déjeant-Pons, M. Pallemaerts, S. Fioravanti Sapere 2000, Roma, 2003

TIPOLOGIA C - TEMA DI ARGOMENTO STORICO

Il primo conflitto mondiale si concluse con la disintegrazione di grossi e potenti imperi. Le modifiche radicali intervenute nell’assetto geopolitico generarono tra le nuove potenze rapporti conflittuali che portarono alla nascita di sistemi totalitari e alla seconda guerra mondiale. Il candidato discuta e sviluppi l’argomento proposto, esponendo le proprie ri-flessioni.

TIPOLOGIA D - TEMA DI ORDINE GENERALE

“I muri esistono per una ragione. Ci offrono l’opportunità di dimostrare quanto desideriamo realmente qualcosa”. (tratto da: Randy Pausch con Jeffrey Zaslow L’ultima lezione – la vita spiegata da un uomo che muore – BUR)

Ognuno di noi ha i propri muri da abbattere o sfondare. Quali sono i tuoi “muri”? Quali sono le tue “sfide”? Contro chi o contro cosa ti capita di scontrarti? Quali strategie adotti? Pensi sia utile lottare per qualcosa?

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SIMULAZIONE DELLA PRIMA PROVA DEGLI ESAMI DI STATO 4 MAGGIO 2018

Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipo-logie qui proposte.

TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila (1926) Edizione di riferimento: Oscar Mondadori, Milano 1992

«Io non potevo vedermi vivere. Potei averne la prova nell’impressione dalla quale fui per così dire assaltato, allorché, alcuni giorni dopo, camminando e parlando col mio amico Stefano Firbo, mi accadde di sorprendermi all’improvviso in uno specchio per via, di cui non m’ero prima accorto. Non poté durare più d’un attimo quell’impressione, ché subito seguì quel tale arresto e finì la spontaneità e cominciò lo studio. Non riconobbi in prima me stesso. Ebbi l’im-pressione d’un estraneo che passasse per via conversando. […] Era proprio la mia quell’immagine intravista in un lampo? Sono proprio così, io, di fuori, quando - vivendo - non mi penso? Dunque per gli altri sono quell’estraneo sorpreso nello specchio: quello, e non già io quale mi conosco: quell’uno lì che io stesso in prima, scor-gendolo, non ho riconosciuto. Sono quell’estraneo che non posso veder vivere se non così, in un attimo impensato. Un estraneo che possono vedere e conoscere solamente gli altri, e io no. E mi fissai d’allora in poi in questo proposito disperato: d’andare inseguendo quell’estraneo ch’era in me e che mi sfuggiva; che non potevo fermare davanti a uno specchio perché subi-to diventava me quale io mi conoscevo; quell’uno che viveva per gli altri e che io non potevo conoscere; che gli altri vedevano vivere e io no. Lo volevo vedere e conoscere anch’io così come gli altri lo vedevano e lo conoscevano. Ripeto, credevo ancora che fosse uno solo questo estraneo: uno solo per tutti, come uno solo credevo d’esser io per me. Ma presto l’atroce mio dramma si complicò: con la scoperta dei centomila Moscarda, ch’io ero non solo per gli altri ma anche per me, tutti con questo solo nome di Moscarda, brutto fino alla crudeltà, tutti dentro questo mio povero corpo ch’e-ra uno anch’esso, uno e nessuno ahimè, se me lo mettevo davanti allo specchio e me lo guardavo fisso e immobile negli occhi, abolendo in esso ogni sentimento e ogni volontà. Quando così il mio dramma si complicò, cominciarono le mie incredibili pazzie.»

(Luigi Pirandello, (Agrigento 1867 - Roma 1936), tra i più grandi autori della letteratura del Novecento, compose numerose opere narrative (Il Fu Mattia Pascal, Uno nessuno e centomila, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Novelle per un anno) e rivoluzionò il teatro italiano (Sei personaggi in cerca d’autore, Questa sera si recita a soggetto, Enrico IV etc.). In tutta la sua produzione si delinea la visione relativistica del mondo e della vita.)

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1. Comprensione del testo Riassumi il contenuto del testo.

2. Analisi del testo 2.1 Analizza l’aspetto formale (linguistico, lessicale, sintattico) del testo proposto. 2.2 “Lo volevo vedere e conoscere anch’io così come gli altri lo vedevano e lo conoscevano” (righe 14-15). Soffermati sul significato di tale affermazione del protagonista. 2.3 Che cosa intende Moscarda con “la scoperta del centomila Moscarda, ch’io

ero non solo per gli altri ma anche per me”? 2.4 Analizza la conclusione del brano, soffermandoti sulla valenza che i due termini “dramma” e “pazzia” assumono nel brano e nel romanzo in questione. 2.5 Esponi le tue osservazioni in un commento personale di sufficiente ampiezza.

3. Interpretazione complessiva ed approfondimenti Sulla base dell’analisi condotta, proponi una tua interpretazione complessiva del te-sto, ed approfondiscila con opportuni collegamenti ad altri testi di Pirandello e/o di altri autori conosciuti.

TIPOLOGIA B REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE O DI UN ARTICOLO DI GIORNALE

Puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti. Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare quattro/cinque colonne di metà di foglio protocollo.

1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO ARGOMENTO: Il gioco tra svago, libertà e rischio. DOCUMENTI

CARAVAGGIO, I bari, 1594 circa. Il dipinto rappresenta in modo molto verosimile la truffa rea-lizzata da due bari a danno di un giovane ingenuo; notevole il contrasto tra le espressioni dei personaggi, che illustrano per-fettamente la diversa situazione psicologica dei tre protagonisti del quadro.

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«Comunque sia, per l’uomo adulto e responsabile il gioco è una funzione che egli potrebbe anche tralasciare. Il gioco è superfluo. Il bisogno di esso è urgente solo in quanto il desiderio lo rende tale. Il gioco può in qualunque momento essere differito o non aver luogo. Non è imposto da una necessità fisica, e tanto meno da un dovere morale. Non è un compito. […] Ecco dunque una prima caratteristica del gioco: esso è libero, è libertà. Immediatamente congiunta a questa è la seconda caratteristica. Gioco non è la vita “ordinaria” o “vera”. È un allontanarsi da quella per entrare in una sfera temporanea di attività con finalità tutta propria. Già il bambino sa perfettamente di “fare solo per finta”, di “fare solo per scherzo”. [...] Tale coscienza di giocare “soltanto”, non esclude affatto che questo “giocare soltanto” non possa avvenire con la massima serietà, anzi con un abbandono che si fa estasi e elimina nel modo più completo, per la durata dell’azione, la qualifica “soltanto”. Ogni gioco può in qualunque momento impossessarsi completamente del giocatore. […] Il gioco sa innalzarsi a vette di bellezza e di santità che la serietà non raggiunge.»

Johan HUIZINGA, Homo ludens, Il Saggiatore, Milano 1983

«Tra i generi di videogioco che hanno sollecitato la riflessione critica degli studiosi in tema di dipendenza vanno ricordati i giochi di ruolo virtuali (Role Playing Games o RPG), evolu-zione tecnologica del più famoso gioco di ruolo tradizionale Dungeons and Dragon. Analiz-zando i meccanismi di gratificazione che supportano l’uso dei giochi di ruolo virtuali, Val-leur e Matysiak ritengono che gran parte del fascino esercitato da questi videogiochi sugli adolescenti scaturisca dalla possibilità di trovare in essi la grandezza e il riconoscimento sociale che questi non trovano nella vita quotidiana, consentendo di misurare le proprie co-noscenze e capacità tramite un percorso che prevede fasi di apprendimento, sfide e riti di passaggio […]. Sebbene questo tipo di giochi richieda la sottomissione a regole, gerarchie e classificazioni, talvolta più rigide ed inflessibili di quelle della società, in essi il fallimento non è mai del tutto irreversibile, dal momento che si può sempre ricominciare con un’altra identità, su un altro scenario. Aspetto non trascurabile è che la partecipazione al gioco ri-chiede non soltanto un’estrema fedeltà al personaggio (avatar) ed alla situazione ma anche una presenza attiva e costante che implica collegamenti frequenti e prolungati, sino a sei o a dodici ore al giorno.»

AA. VV., I videogiochi, gli stili di vita e la salute mentale di bambini e adolescenti, in Euri-spes, 8° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, 2007

«Anch'io tra i molti vi saluto, rosso alabardati, sputati dalla terra natia, da tutto un popolo amati. Trepido seguo il vostro gioco. Ignari esprimete con quello antiche cose meravigliose sopra il verde tappeto, all'aria, ai chiari soli d’inverno. Le angosce, che imbiancano i capelli all'improvviso, sono da voi sí lontane! La gloria vi dà un sorriso

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fugace: il meglio onde disponga. Abbracci corrono tra di voi, gesti giulivi. Giovani siete, per la madre vivi; vi porta il vento a sua difesa. V’ama anche per questo il poeta, dagli altri diversamente – ugualmente commosso.»

Umberto SABA, Squadra paesana, in Il canzoniere, Einaudi, Torino 1957

2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO ARGOMENTO: Importanza dell’educazione finanziaria. DOCUMENTI «[…] la socializzazione costituisce l’anello di congiunzione tra società e individuo, al cui in-terno troviamo l’educazione finanziaria, […] che può […] diventare uno strumento di emanci-pazione […]. Questa prospettiva considera il cittadino come protagonista nella costruzione del-la realtà sociale […], il cittadino sarebbe capace di realizzare attività autonome e rinegoziare e rielaborare i significati della società e le sue aspettative, in modo da promuovere il cambiamen-to anche sul fronte finanziario. Ad esempio, un gruppo di studenti che, partecipando a un pro-getto di educazione finanziaria sull’imprenditoria o sulla cooperazione, promuova un progetto volto a valorizzare l’economia del dono o il riciclaggio di prodotti senza circolazione di denaro può diventare agente di cambiamento culturale su scala più ampia. […] Secondo un padre, ad esempio, massimizzare il rendimento finanziario del proprio capitale economico è un fine otti-male. Ma il figlio, che ha partecipato a un progetto di educazione finanziaria in classe, potrebbe sostenere che il fine migliore sia quello di combinare un buon interesse dal proprio patrimonio con l’aiuto all’economia locale (attraverso fondi etici o progetti di microcredito).»

Emanuela RINALDI, Perché educare alla finanza, F. Angeli, Milano 2015

«Le crisi bancarie di questi mesi hanno riproposto una questione che già da tempo preoccupa il mondo finanziario e bancario, non solo italiano: come vendere prodotti finanziari sempre più complessi a una popolazione finanziariamente analfabeta. […] In questo ambito, gli italiani ot-tengono punteggi più bassi rispetto ai partner europei, tuttavia le distanze non sono drammati-che; piuttosto si evidenzia chiaramente che gli uomini sono assai più competenti delle donne e che c’è una forte correlazione della competenza in materia finanziaria con l’istruzione e il red-dito disponibile. […] l’educazione finanziaria è parte dell’educazione economica e […] l‘edu-cazione economica è parte dell’educazione alla cittadinanza. Promuovere la prima senza pensa-re ai contenitori all’interno dei quali acquista un significato non puramente strumentale e setto-riale è un errore grave. Perché il signor Mario R. deve essere messo in guardia dal sottoscrivere un modulo che gli propone degli investimenti azzardati e non anche dal firmare un contratto di lavoro, di assicurazione, di affitto o di compravendita di un immobile, senza sapere bene di che cosa si tratta? E i suoi diritti come consumatore, ma anche i suoi doveri come contribuente? E come fa a convincersi che è bene pagare le tasse se non sa cosa sia un bilancio pubblico, cosa sia il debito pubblico, come si distribuisce la spesa pubblica, quanto costano la scuola, la sanità e le pensioni? E come si inquadra il tutto nel sistema delle istituzioni, nazionali, europee e mondia-li?»

Alessandro CAVALLI, Educare il risparmiatore o il cittadino?, La rivista on line Il Mulino, http://www.rivistailmulino.it/item/3068

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3. AMBITO STORICO - POLITICO ARGOMENTO: Il lavoro: tra diritti e possibilità. DOCUMENTI

Art. 4 della Costituzione italiana: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svol-gere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività' o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

«Precari e con 1500 euro al mese: così lavoriamo noi fisici dell’Infn. Nel giorno della conferma sperimentale della scoperta delle Onde gravitazionali, la cui esistenza Albert Einstein aveva pre-visto 100 anni fa grazie alla teoria della relatività generale, c’è solo spazio per l’entusiasmo. Ep-pure tra qualche giorno il sorriso si spegnerà, di fronte alle difficoltà pratiche della battaglia quo-tidiana. […] Sette anni di stipendi bloccati, nessuna possibilità di carriera, personale precario a rischio di licenziamento, salario accessorio più basso rispetto agli altri enti di ricerca e finanzia-menti che arrivano col contagocce. […] Più di 300 su 1900 persone che lavorano nelle 24 sedi sparse per l’Italia. […] Ogni due ricercatori che vanno in pensione se ne può +assumere uno solo, ma c’è ancora una vecchia graduatoria a cui attingere. […] Il clima è ottimo, […] il lavoro più bello del mondo, […] e andiamo avanti con spirito di sacrificio e abnegazione.» http://www.corriere.it/scuola/16_febbraio_11/precari-1500-euro-mese-ecco-come- lavorano-fisi-

ci-dell-infn-4e33bd76-d105-11e5-9819-2c2b53be318b.shtml

«“Certo un mondo dove i vecchi lavorano e i giovani dormono, prima non si era mai visto.” Prima non si era mai visto. Ci ho pensato a lungo, nei giorni seguenti. Non ha detto, Stefano, che era giusto o sbagliato, morale o immorale. Ha detto che non si era mai visto, e credo sia perfet-tamente vero. Possiamo pensare, di te, di Pedro, del vostro sonno diurno nel pieno di un giorno speciale per tutti, ciò che vogliamo, che sia la più imperdonabile delle mancanze, oppure che sia il segno di una nuova e geniale maniera di vivere. Ma non c’è dubbio che “un mondo dove i vecchi lavorano e i giovani dormono” non si era mai visto; e che questo sonno ostinato, pregiudi-ziale, del tutto indipendente da quanto vi circonda, per giunta pagato dal lavoro altrui (il lavoro dei vecchi), sia un inedito. Una cosa mai vista. Un meccanismo sconosciuto che muta e compli-ca gli ingranaggi della macchina del tempo.»

Michele SERRA, Gli sdraiati, ed. Feltrinelli, novembre 2013

4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO ARGOMENTO: Intelligenza artificiale e coscienza. DOCUMENTI

«Le ricerche nell’ambito dell’Intelligenza artificiale ebbero inizio solo negli Anni Cinquanta, incentivate dall’invenzione dei moderni calcolatori; questo ispirò un’ondata di nuove idee su come le macchine potrebbero fare ciò che in precedenza aveva fatto solo la mente. La gente per lo più crede ancora che nessuna macchina potrà mai avere coscienza o provare ambizione o ge-losia, possedere il senso dell’umorismo o avere qualunque altra esperienza mentale. È vero che siamo ancora ben lontani dal saper costruire macchine che facciano tutte le cose che fanno gli uomini, ma ciò significa solo che abbiamo bisogno di teorie migliori sul funzionamento del pensiero. [...]

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Quando la gente si domanda: “Potrà mai essere cosciente una macchina?” sono spesso tentato di rispondere con un’altra domanda: “Potrà mai essere cosciente una persona?”. Per me que-sta è una risposta seria, perché a mio giudizio noi siamo assai poco attrezzati per comprende-re noi stessi. L’evoluzione aveva già vincolato l’architettura del nostro cervello molto tempo prima che cominciassimo a cercare di comprendere come funzioniamo. Tuttavia noi siamo liberi di progettare le nostre nuove macchine come vogliamo e di dotarle di metodi migliori per con-servare ed esaminare le registrazioni delle loro attività, e ciò comporta che le macchine sono po-tenzialmente suscettibili di avere molta più coscienza di noi. Certo non basterebbe fornire alle macchine queste informazioni per metterle automaticamente in grado di incentivare il loro svi-luppo, e fino a quando non riusciremo a progettare macchine più sensate queste conoscenze potrebbero aiutarle soltanto a scoprire più modi di sbagliare: più sarà loro facile cambiare se stesse, più sarà loro facile rovinarsi - fino a quando non impareranno ad addestrare se stesse. Per fortuna possiamo lasciare questo problema ai progettisti del futuro, i quali certo non costrui-ranno cose del genere senza aver scoperto buoni motivi per farlo.»

Marvin MINSKY, La società della mente, Adelphi Edizioni, Milano 1989

«Gli assistenti virtuali sono il frutto di una combinazione tra esseri umani e algoritmi. Pren-dono appuntamenti e scrivono email stranianti, ma sempre più verosimili. Tutto è cominciato con un normale scambio di email con l’amministratore delegato di un’a-zienda. Quando mi ha messo in contatto con la sua assistente per prendere un appuntamento, però, la cosa ha preso una strana piega. Le email dell’assistente erano perfette: tutte scritte con uno stile disinvolto, ben formattate e spedite al momento giusto. Ma erano anche un po’ stra-nianti. ‘Salve Nellie, non c’è problema! Purtroppo domani Swift non è disponibile. Possiamo fissare un appuntamento in uno di questi giorni? Martedì (10 nov) alle 3pm EST Martedì (10 nov) alle 4.30pm EST Aspetto notizie Cordiali saluti, Clara. Ho fissato il testo per qualche minuto prima di capire che era stato scritto da un bot. Anzi, da una bot. È arrivata, mi sono detta guardando l’email, ed è bravissima. Ho chiesto a Dennis Mortensen, il proprietario della X.ai, una delle prime aziende specializzate nelle email spedite da assistenti digitali, come era stata ideata quella bot. ‘Visto che parla del bot al femminile ab-biamo quasi raggiunto il nostro obiettivo’ mi ha risposto. ‘Già pensa a lei come a un essere umano pur sapendo che è una macchina’.»

Nellie BOWLES, Cordiali saluti dal mio assistente virtuale - “THE GUARDIAN” - “INTER-NAZIONALE” 22.01.2016

TIPOLOGIA C - TEMA DI ARGOMENTO STORICO Le leggi razziali del ‘38

«Con l’espressione “leggi razziali” si fa riferimento a uno specifico episodio nella storia dell’I-talia contemporanea: l’insieme di norme e provvedimenti legislativi emanati sotto il regime fa-scista nel corso del 1938 al fine di discriminare gli ebrei. Allo stesso tempo essa sta anche a in-dicare un altro fenomeno: l’affiorare non improvviso, né solo circostanziale, di tendenze razzi-ste e antisemite radicate nel Paese e la loro acquisita visibilità pubblica alla vigilia della secon-

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da guerra mondiale.» Paola DI CORI, Le leggi razziali, in I luoghi della memoria (a cura di Mario Isnenghi), Editori Laterza, Bari 1996

Per lo svolgimento del tuo elaborato potrà risultare utile fare riferimento ad alcuni tra i seguenti argomenti:

• il contesto storico in cui vennero emanate le “leggi razziali”; • le misure discriminatorie previste in queste leggi; • i concetti di “identità”, di “razza”, di “appartenenza a una confessione religiosa”; • le origini storiche dello stereotipo antisemita; • il modo in cui queste “leggi razziali” furono applicate; • le eventuali fonti storiche, letterarie e/o cinematografiche che conosci.

Potrai, infine, concludere il tuo elaborato con riflessioni e argomentazioni personali.

TIPOLOGIA D - TEMA DI ORDINE GENERALE

«Essere pessimisti è più saggio: si dimenticano le delusioni e non si viene ridicolizzati davanti a tutti. Perciò presso le persone sagge l’ottimismo è bandito. L’essenza dell’ottimista non è guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, ma lo rivendica per sé. Esiste certamente anche un ottimismo stupido, vile, che deve essere bandito. Ma nessuno deve disprezzare l’ottimismo inteso come volontà di futuro, anche quando dovesse condurre cento volte all’errore; perché esso è la salute della vita, che non deve essere compromessa da chi è malato.»

Dietrich BONHOEFFER, Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere, Edizioni Paoline, Mi-lano 1988

Il candidato rifletta sulla citazione tratta da un testo di Bonhoeffer e, sulla base delle sue cono-scenze e dei suoi studi sul mondo contemporaneo, esprima le sue considerazioni su un duplice modo di guardare al futuro, quello che privilegia una visione apocalittica e negativa – distruzio-ni ambientali, crescita demografica incontrollata, espansione dei conflitti e altro – e quello che, facendo leva sull’etica della responsabilità e dell’impegno, sceglie di credere e operare per con-tribuire a cambiare e migliorare la realtà.