Vademecum Conversazione Politica Di Alberto de Luigi

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1 IL VADEMECUM DI CONVERSAZIONE POLITICA (iniziato a scrivere a fine 2011) Il presente del Popolo della Libertà è composto dai suoi leader e i suoi rappresentanti di oggi, è la Carta Valori del partito, è la corrispondenza con il Partito Popolare Europeo. Il passato del Popolo della Libertà si è concretizzato nell’attività dei governi Berlusconi. I principali conseguimenti e realizzazioni sono facilmente rinvenibili nei manuali "L'attività del governo" redatti dal Popolo della Libertà, o su siti internet quali governoberlusconi.it e molti altri accessibili da pdl.it Ciò che manca principalmente è invece una difesa dalle critiche mosse contro il Popolo della libertà e il suo leader Silvio Berlusconi; a partire da quelle più comuni, spesso affiancate da aggressivi tentativi di delegittimazione, politica o persino etica, da parte di oppositori di ogni tipo. Questo documento è proprio una risposta a tutte le critiche ritenute principali, nella convinzione che sia di primaria importanza anzitutto demolire questo impianto accusatorio. Far luce su tali argomenti potrà conferire, a passati governi ed esponenti del Pdl, quella credibilità necessaria affinché si esaminino le attività svolte e le cose dette senza un falso e cattivo pregiudizio, il quale distoglie il confronto politico da un esame attento e costruttivo dei contenuti, rendendolo solo un conflitto sterile e ideologico. Muoveremo inizialmente dalle critiche più comuni contro la figura di Berlusconi, contro "il regime" e tutti i suoi "servi". Passeremo poi a questioni meno centrali, ma esemplificative delle moltissime controversie minori. Sveleremo così la vuotezza e la scarsa coerenza della maggior parte di tali opinioni denigratorie dimostrando che, non appena si approfondiscono gli argomenti, queste si rivelano infondate e ingiuste. Infine tratteremo questioni culturali anche generali, che vedono una sorta di contrapposizione fra il "popolo" di sinistra, degli indignados, gli anti-berlusconiani, contro il "popolo della libertà", comprensivo di simpatizzanti ed elettori. Tale visione dicotomica della realtà politica non avrà però quei contorni netti propri di una concezione ideologica, ma sarà solo una semplificazione al fine di rendere più semplice l’analisi dei fenomeni che verranno descritti. Indice: Introduzione …1 Berlusconi e le tv, la dittatura mediatica …2 C’e’ la dittatura mediatica… ma non ho il coraggio di dire che voto Berlusconi! …4 La dittatura potenziale …5 La conduzione liberale e moderata della Mediaset …6 Berlusconi e la mafia, Berlusconi corrotto, Berlusconi ladro …7 Il caso dell’Utri …7 Il caso Mills …8 I magistrati di sinistra …9 Falce e Carrello e i magistrati di sinistra …9 Il magistrato “rosso” Antonio Ingroia …9 Il caso Ciancimino …9 La vita politica di Ingroia …10 Le notizie di Wikileaks vengono fuori solo quando danneggiano la destra? …10 Davvero sono leggi ad personam? Esempio del legittimo impedimento …10 Caso Ruby …11 Pdl e’ il partito piu’ grande d’Europa …11 I governi di centrodestra: i piu’ stabili nella storia italiana …11 Il governo Berlusconi riduce i parlamentari, ma col referendum si rifiuta la riforma …11 Il governo Prodi abbassa l’eta’ minima pensionabile …11 Il caso Wikipedia, la legge bavaglio, l’indignazione per contagio …12 Il tunnel della Gelmini …14 I quesiti referendari …14 Breve riflessione sul nucleare senza demagogia …14 La demagogia e l’ipocrisia della sinistra sui referendum dell’ “acqua pubblica” …14 Lettera di Maggi a il cittadino …16 Aggiunta successiva, da discussioni chat o fb (2013): il progresso politico italiano …17 Aggiunta successiva, da discussioni chat o fb (2013): conversazioni con “antiberlusconiani-tipo” …18 INTRODUZIONE Alcune questioni trattate da questo “giornalino” sono centrali, altre minori e di poco conto. Ma anche le questioni minori, moltiplicate giorno dopo giorno, contribuiscono alla formazione di un'opinione, o un pregiudizio, negli italiani. Smuovere qualche voto sarebbe un miracolo, perciò l’obiettivo ultimo di questo giornalino è forse più modesto: il tentativo di fare nascere il dubbio, a chi legge, che tutto quello che viene detto contro il governo, contro Berlusconi e i suoi "servi", non sia per forza vero. Se anche questo obiettivo fosse irraggiungibile, spero che almeno il mio impegno vi susciti quel tanto di tenerezza sufficiente affinché si voglia “concedere” che noi, nel difendere il governo Berlusconi, abbiamo quantomeno la legittimità etica per farlo, e non siamo solo "servi", cretini o delinquenti, come ci bolla sovente chi di parte avversa, appena apriamo bocca.

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Apologia del partito il Popolo della Libertà, dell'elettore Berlusconiano, di Silvio Berlusconi

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IL VADEMECUM DI CONVERSAZIONE POLITICA (iniziato a scrivere a fine 2011) Il presente del Popolo della Libertà è composto dai suoi leader e i suoi rappresentanti di oggi, è la Carta Valori del partito, è la corrispondenza con il Partito Popolare Europeo. Il passato del Popolo della Libertà si è concretizzato nell’attività dei governi Berlusconi. I principali conseguimenti e realizzazioni sono facilmente rinvenibili nei manuali "L'attività del governo" redatti dal Popolo della Libertà, o su siti internet quali governoberlusconi.it e molti altri accessibili da pdl.it Ciò che manca principalmente è invece una difesa dalle critiche mosse contro il Popolo della libertà e il suo leader Silvio Berlusconi; a partire da quelle più comuni, spesso affiancate da aggressivi tentativi di delegittimazione, politica o persino etica, da parte di oppositori di ogni tipo. Questo documento è proprio una risposta a tutte le critiche ritenute principali, nella convinzione che sia di primaria importanza anzitutto demolire questo impianto accusatorio. Far luce su tali argomenti potrà conferire, a passati governi ed esponenti del Pdl, quella credibilità necessaria affinché si esaminino le attività svolte e le cose dette senza un falso e cattivo pregiudizio, il quale distoglie il confronto politico da un esame attento e costruttivo dei contenuti, rendendolo solo un conflitto sterile e ideologico. Muoveremo inizialmente dalle critiche più comuni contro la figura di Berlusconi, contro "il regime" e tutti i suoi "servi". Passeremo poi a questioni meno centrali, ma esemplificative delle moltissime controversie minori. Sveleremo così la vuotezza e la scarsa coerenza della maggior parte di tali opinioni denigratorie dimostrando che, non appena si approfondiscono gli argomenti, queste si rivelano infondate e ingiuste. Infine tratteremo questioni culturali anche generali, che vedono una sorta di contrapposizione fra il "popolo" di sinistra, degli indignados, gli anti-berlusconiani, contro il "popolo della libertà", comprensivo di simpatizzanti ed elettori. Tale visione dicotomica della realtà politica non avrà però quei contorni netti propri di una concezione ideologica, ma sarà solo una semplificazione al fine di rendere più semplice l’analisi dei fenomeni che verranno descritti. Indice:

Introduzione …1

Berlusconi e le tv, la dittatura mediatica …2

C’e’ la dittatura mediatica… ma non ho il coraggio di dire che voto Berlusconi! …4

La dittatura potenziale …5

La conduzione liberale e moderata della Mediaset …6

Berlusconi e la mafia, Berlusconi corrotto, Berlusconi ladro …7

Il caso dell’Utri …7

Il caso Mills …8

I magistrati di sinistra …9

Falce e Carrello e i magistrati di sinistra …9

Il magistrato “rosso” Antonio Ingroia …9

Il caso Ciancimino …9

La vita politica di Ingroia …10

Le notizie di Wikileaks vengono fuori solo quando danneggiano la destra? …10

Davvero sono leggi ad personam? Esempio del legittimo impedimento …10

Caso Ruby …11

Pdl e’ il partito piu’ grande d’Europa …11

I governi di centrodestra: i piu’ stabili nella storia italiana …11

Il governo Berlusconi riduce i parlamentari, ma col referendum si rifiuta la riforma …11

Il governo Prodi abbassa l’eta’ minima pensionabile …11

Il caso Wikipedia, la legge bavaglio, l’indignazione per contagio …12

Il tunnel della Gelmini …14

I quesiti referendari …14

Breve riflessione sul nucleare senza demagogia …14

La demagogia e l’ipocrisia della sinistra sui referendum dell’ “acqua pubblica” …14

Lettera di Maggi a il cittadino …16

Aggiunta successiva, da discussioni chat o fb (2013): il progresso politico italiano …17

Aggiunta successiva, da discussioni chat o fb (2013): conversazioni con “antiberlusconiani-tipo” …18 INTRODUZIONE Alcune questioni trattate da questo “giornalino” sono centrali, altre minori e di poco conto. Ma anche le questioni minori, moltiplicate giorno dopo giorno, contribuiscono alla formazione di un'opinione, o un pregiudizio, negli italiani. Smuovere qualche voto sarebbe un miracolo, perciò l’obiettivo ultimo di questo giornalino è forse più modesto: il tentativo di fare nascere il dubbio, a chi legge, che tutto quello che viene detto contro il governo, contro Berlusconi e i suoi "servi", non sia per forza vero. Se anche questo obiettivo fosse irraggiungibile, spero che almeno il mio impegno vi susciti quel tanto di tenerezza sufficiente affinché si voglia “concedere” che noi, nel difendere il governo Berlusconi, abbiamo quantomeno la legittimità etica per farlo, e non siamo solo "servi", cretini o delinquenti, come ci bolla sovente chi di parte avversa, appena apriamo bocca.

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Perciò tentiamo di convincervi della nostra onestà intellettuale, portiamo la nostra opinione e ne offriamo quella che ci sembra una razionale trattazione dei contenuti per avvalorarla. Questa iniziativa è partita dal basso, nessuno mi ha suggerito o ordinato di farlo. Se a priori veniamo bollati come servi o cretini, penso che l’atteggiamento ideologico nei nostri confronti sia totalitario. Di frequente accade che veniamo trattati in questo modo fascista. Riteniamo davvero che la polemica e l’opposizione ai governi Berlusconi e al Popolo della Libertà sia fatta spesso proprio con metodi totalitari, in cui l’avversario non viene criticato sui contenuti delle questioni, ma delegittimato dal punto di vista etico, come se fosse una persona infima priva persino del diritto di esprimere la propria opinione. Questo ovviamente non riguarda personalmente solo Silvio Berlusconi e le questioni per cui Giuliano Ferrara parla di neopuritanesimo e giacobinismo. Un giornalista come Marcello Veneziani si esprime così: “Vorrei chiedere al Maligno Kretino di Sinistra che vomita ogni giorno il suo militante disprezzo sul web [...]: ma vale la pena mettersi d’impegno ogni santo giorno per dire che scrivo sciocchezze, sono un servo e umanamente e intellettualmente sono una schifezza? [...] C’è una compagnia di giro di Maligni Kretini di sinistra che quotidianamente scrive sui blog e insulta, insinua, a volte minaccia e diffama chi non la pensa come loro. So bene che i cretini stanno da ogni versante, ma solo a sinistra il Kretino Maligno è un militante del rancore che persegue con zelo missionario e ideologico. Se l’odio acceca le menti lucide, figurati gli imbecilli come lui.” In un altro articolo Veneziani, anziché rivolgersi all’insignificante “kretino di sinistra” che sta sul web, se la prende con gli intellettuali che lo istigano: dopo che nella storia della filosofia siamo passati attraverso il relativismo e il nichilismo, i grandi intellettuali di sinistra cos’hanno scoperto? «Posso dimostrare che io sono migliore di Berlusconi». Insomma, “la Verità non esiste, eccetto una: Berlusconi è un delinquente”. Il mio impegno oggi è diretto proprio al tentativo di suscitare il dubbio, in almeno una persona fra chi mi legge, che la loro Verità non sia per forza così assoluta. Forse da quella persona ci sarà quantomeno concesso il diritto di esprimerci legittimamente su opinioni contrarie alle sue, senza che veniamo trattati come pazzi o, peggio, delinquenti. La delegittimazione etica a cui è soggetto il popolo di centrodestra a mio avviso è composta semplicemente da centinaia di episodi minori sui quali veniamo bombardati dai media quotidianamente: leggi bavaglio inesistenti (vedi ad esempio il caso wikipedia a pagina 20), favole, esagerazioni, gossip (vedi caso dei referendum di giugno, alle pagine 14 e 15, caso Ruby a pagina 20) e molto altro. Io credo che oggigiorno, più che dai contenuti, le posizioni di chi ci critica vengano auto-giustificate dalla quantità, dalla massa di persone che protesta, che è sicura di quel che protesta perché "tutti fanno così". Molte volte ci è capitato di dire che qualcosa è falso e basterebbe un minimo di volontà ad ascoltare ed informarsi meglio, e la risposta puntualmente è stata: "ma va! sarà mica una congiura del web contro il governo!". Non è una congiura. E’ la forza della massa che s’indigna per contagio. Nella trattazione riguardante il “caso wikipedia” (vedi pagina 12 del giornalino) è analizzato uno di questi modi di contagio e vedrete chiaramente come funziona. I meccanismi son ben diversi rispetto alla congiura, ma altrettanto letali. Non sono molti coloro che si informano approfonditamente delle numerose questioni che vengono portate alla nostra attenzione, e ancor meno coloro che lo fanno con gli strumenti cognitivi adeguati a distinguere il falso dal vero. Se costoro si interessassero a trasmettere la propria conoscenza e opinione nei confronti dei conoscenti a livello locale, su qualsiasi argomento, con convinzione e senza paura di esporsi, l’Italia forse sarebbe diversa. Perciò dare il proprio contributo, come faccio io oggi, anche su tutte le più piccole e frivole questioni che si susseguono, a mio avviso è fondamentale. Per finire questa introduzione allego un breve testo, tratto dall’apologia di Socrate, che ritengo sia attuale e significativo: “Questi, che diffusero su di me una fama simile, sono i miei accusatori terribili, cittadini ateniesi, […] questi accusatori sono molti e mi accusano già da molto tempo; per di più, hanno parlato con voi a quell'età in cui si è più fiduciosi, quando alcuni di voi erano ragazzi e altri bambini, e mi hanno portato in giudizio in contumacia, senza nessuno che mi difendesse. Ma la cosa più assurda è che non si sappiano né si dicano i loro nomi, a meno che a qualcuno non capiti di essere un poeta comico. Quelli che vi hanno persuaso, attaccandomi con l'invidia e la calunnia - e quelli che, una volta persuasi essi stessi, hanno persuaso altri - sono tutti avversari intrattabili: infatti non è possibile far comparire qui nessuno di loro per confutarlo, ma sono costretto a difendermi semplicemente come se stessi combattendo con l'ombra, e a controinterrogare senza nessuno a rispondere. Considerate dunque la duplicità dei miei accusatori: gli uni sono quelli che mi accusano ora, e gli altri sono quelli che, come dicevo, lo hanno fatto in passato. E' opportuno che mi difenda prima da questi ultimi, perché li udiste accusarmi prima e molto più degli accusatori recenti. Bene. Allora tocca difendersi, o cittadini ateniesi, e tentare di sradicare da voi, in così poco tempo, una calunnia così antica.“ Oggi qual è la favola che raccontiamo ai nuovi bambini che nascono e crescono, quella che fa dire alla mia cuginetta di otto anni che “Berlusconi è uguale a Bin Laden”? Ce la racconta Berlusconi stesso : “‘C’era una volta un uomo troppo cattivo, un dittatore, un tiranno, che dominava l’Italia, che aveva tv, giornali, una squadra di calcio.” BERLUSCONI E LE TV, LA DITTATURA MEDIATICA Accusare Berlusconi di aver instaurato una dittatura mediatica è la prima delle accuse che in genere vengono mosse a lui e a chi lo sostiene. Perciò sarà il primo argomento che verrà preso in esame. Di recente chi scrive, per il fatto di aver sostenuto che, a suo avviso, non esiste una dittatura mediatica, è stato accusato di essere succube e “mentalmente limitato” (da persone adulte, con prole, e all’apparenza responsabili). E’ strano che persone generalmente equilibrate si lascino andare a dichiarazioni di tal fatta quando si tratta di politica e, in particolare, di Silvio Berlusconi.

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Ma veniamo ai contenuti. La ragione principale per cui si parla di dittatura mediatica è il dominio delle reti Mediaset e l’influenza esercitata su quelle Rai. Secondo le accuse, possedere 3 reti e influenzare le altre è più che sufficiente per non lasciare dubbi. Dobbiamo però trattare la questione più nello specifico. Per farlo, assumeremo a titolo esemplificativo degli anni del Berlusconismo il periodo a noi più vicino, quello relativo al governo Berlusconi 2008-2011. In questo periodo Santoro, al TgZero, ha mosso l’accusa di “dittatura mediatica” affermando che, solamente tenendo conto della Rai, le trasmissioni di sinistra (Ballarò, Annozero e Report) collezionano 366 minuti alla settimana, mentre quelle di destra (il TG1, Porta a Porta, Unomattina e tutte le rubriche del TG1) ne collezionano ben 2000. In realtà questo calcolo è vittima di una distorsione fatale. Innanzitutto bisogna ammettere che in realtà le trasmissioni di destra sono anche di più. A quelle elencate vanno aggiunte: ” L’ultima parola” di Gianluigi Paragone, vicedirettore di area leghista; “Telecamere” di Anna La Rosa (Raitre) e “Tg Parlamento”. Aggiungiamo poi “Qui radio Londra”, che ai tempi del calcolo di Santoro non era ancora in onda. Non togliamo però Annozero, eliminato dalla programmazione soltanto alla fine dell’ultimissimo periodo del governo Berlusconi, mentre è sempre andato in onda per molti anni. Sommando tutto e volendo calcolare come programma politico anche Unomattina , che piuttosto si occupa di società e costume, siamo a circa 2.300 minuti settimanali. Ovviamente il calcolo non sarà mai precisissimo dal momento che, per esempio, tutte le puntate di “Porta a porta” sono conteggiate, mentre non tutte si occupano di politica. Ma del resto fare una statistica per ogni programma elencato sarebbe molto impegnativo e perciò, come ha fatto Santoro, si semplifica in questo modo.

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Ma vediamo di fare bene i conti anche per i programmi Rai di parte avversa, cioè gli anti-Cav. Aggiungiamo a Ballarò, Annozero e Report, già conteggiati da Santoro, anche il Tg3 (da lui incredibilmente escluso), senza escludere le sue rubriche “Fuori Tg” e “Linea notte” (Santoro ha contato quelle del tg1 e per par condicio non si può essere da meno). Poi dobbiamo necessariamente contare anche “Parla con me” della Dandini, quattro puntate a settimana di satira abbastanza univoca (anche se spesso gli ospiti non hanno niente a che fare con la politica). Impossibile tralasciare “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, oltre alle sue puntate con share da record di “Vieni via con me” insieme a Saviano. Aggiungiamo il cult “Blob”, chiaramente anti-Cav, con un quarto d’ora al giorno. E ancora: “In mezz’ora” della Annunziata; “Articolo Tre” della Maria Luisa Busi; “Le Storie - Diario italiano” che Corrado Augias, giornalista di Repubblica, presenta prima del Tg3; infine Corradino Mineo, altro giornalista esplicitamente schierato, col suo RaiNews24, presente giorno e notte. Sommando tutto, se consideriamo la Rai, gli anti-Berlusconi battono con quasi 13.000 ore le 2.300 dei pro-Berlusconi. L’85% contro il 15% circa. Per onestà intellettuale è necessario dire che 10.800 ore di queste 13.000 sono tutte soltanto di Rainews24, con uno share abbastanza limitato. Se non dovessimo per nulla calcolare Rainews ci troveremmo in sostanziale parità. Tuttavia pensandoci bene non è affatto sensato parlare di share ai fini di considerare equa o iniqua la condizione della Rai, dal momento che ciascuno guarda ciò che più gli aggrada e non ha senso accusare qualcuno se una trasmissione è più vista, mentre le altre hanno pari possibilità di catturare l’audience. Altrimenti secondo questa logica se ci fosse una sola trasmissione di sinistra, ma con il 90% di share, e 100 di destra che smistano il restante 10%, allora dovremmo chiudere la trasmissione di sinistra. L’importante ai fini dell’imparzialità è che tutti abbiano il giusto spazio e che sia garantita a tutti la possibilità di guardare ciò che preferisce. E il dato è che lo spazio politico per gli anti berlusconiani in Rai è di quasi 13.000 minuti a settimana contro i 2.300 dei pro-Berlusconi e affini. Ad ogni modo, se proprio volessimo calcolare anche l’audience e la posizione nel palinsesto, se è vero che il Tg1 (primo tg in italia col 25% di share circa) ha più share del Tg3 (15% di share circa), non c’è confronto se pensiamo allo share di un Porta a porta in seconda serata, paragonato ai successi in termini di share di Ballarò, Annozero e Vieni via con me, tutti posti in prima serata. Ma cosa succede se consideriamo anche le altre reti principali, ovvero Mediaset e La7? (senza tener conto di altre emittenti come le pay tv fra cui Sky, che conta ben 5 milioni di abbonati ed è nettamente anti-berlusconiana) Rete 4 ha come unici programmi “politici” il Tg4 e “La Versione di Banfi”

2 con i suoi scarsissimi ascolti. Italia1 ha esclusivamente il tg

“Studio aperto”. Non ha senso annoverare programmi come “Le Iene” fra quelli politici, che anzi, se proprio dovessimo collocarli, sembrerebbero fare più satira anti-Cav piuttosto che l’opposto. Lo stesso vale per lo Zelig di Canale 5 col capocomico Claudio Bisio, che non nasconde le sue simpatia a sinistra (sostenne anche Pisapia) e i comici che fanno persino satira esplicita anti-Cav (ad esempio Ficarra e Picone in veste di Ghedini e Alfano). Questo, da notare, sulle reti di Berlusconi. Per Canale 5 abbiamo quindi da considerare soltanto il Tg5 con rubriche annesse e, in seconda serata, “Matrix” (che ricordiamo però, per un certo tempo, è stato condotto da Mentana). Dall’altro lato abbiamo una La7 ferocemente schierata e, quel che più conta, che fa principalmente politica quasi per tutta la programmazione giornaliera: “L’infedele” di Gad Lerner; la satira di Crozza; “Piazza pulita”; “Tetris”; “Otto e mezzo” prima condotto da Ferrara, ma poi presidiato dalla “rossa” Lilli Gruber, accompagnata dai servizi di Paolo Pagliaro; “In onda”, che con Luca Telese e la Costamagna era un “presidio rosso”, finalmente poi moderato dalla presenza di Nicola Porro; considerato che da un lato si tiene conto di una trasmissione come uno mattina, per La7 dovremmo forse considerare anche altre trasmissioni satiriche o talk

1 Si annota che il Tg 2 non è stato considerato nemmeno da Santoro come schierato, ma anche se lo ponessimo fra le file del Pdl possiamo ben vedere che la situazione non cambia in modo radicale. 2 Avendo citato la trasmissione “La versione di Banfi”, cogliamo l’occasione per ricordare gli eventi accaduti il 13 ottobre 2011: l'inviata di tale trasmissione, in collegamento da Genova per raccontare in diretta la situazione precaria dei lavoratori della Fincantieri, è stata aggredita fisicamente dagli operai, i quali hanno iniziato a manifestare il loro malcontento verso la giornalista e la trasmissione con toni accesi e incivili. Ne è scaturita una rissa in diretta televisiva: gli operai hanno costretto Rete 4 ad interrompere il collegamento. Da notare che gli stessi operai, in data 10 novembre 2011, sono stati in collegamento con la trasmissione concorrente “Servizio Pubblico”: nella trasmissione di Michele Santoro non hanno dato adito ad alcun comportamento sconveniente. Da notare che la giornalista Monica Giandotti non ha mai subito aggressioni quando, in passato, era inviata di Michele Santoro in Annozero.

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show, come “G'Day” condotto da Geppi Cucciari o “Le invasioni barbariche” di Daria Bignardi. A questi dobbiamo poi aggiungere i tanti approfondimenti in prima serata, come ad esempio le lezioni del professore, costituite praticamente da un monologo di Prodi per tutta la prima serata, o i film a tema politico (ad esempio la proiezione di “Silvio Forever”, sceneggiatura di Stella e Rizzo) con annesso il dibattito, in seconda serata, moderato da Mentana. Si salverebbe giusto l’ottimo Antonello Piroso, che ha la particolarità di non essere fazioso. In totale lo spazio politico pubblico, in termini di minuti, dedicato agli anti-B. è, senza alcun dubbio, ma davvero senza alcun dubbio, infinitamente maggiore rispetto a quello pro-B. Insomma le reti Mediaset non offrono minuti di politica nemmeno sufficientemente da tenere testa a La7, figuriamoci per colmare il divario presente in Rai. Se vogliamo fare un confronto di share questo favorisce le reti di Berlusconi, tuttavia dobbiamo considerare anche che, ad esempio, il 15% di share medio di Canale 5, rete ammiraglia Mediaset, si distribuisce su una programmazione generalista, mentre nel 5% di La7 è decisamente preponderante la politica. Inoltre, se consideriamo soltanto i due tg, è vero che il Tg5 supera il 20% di share (con picchi del 25%), ma il tg di Mentana ha recentemente raggiunto picchi del 15% di share. Non è insomma così lontano. E va specificato che se il Tg5 è generalista e, in quanto tale (e per le logiche di marketing) è costretto a dare notizie accontentando tutti i “gusti” (la politica interna occupa solo diversi minuti), il tg di La7 invece parla di politica interna per (calcolando ad occhio) almeno tre quarti della durata del tg. Inoltre facendo un paragone fra 2 reti minori ad esempio, notiamo che Rete 4 ha uno share del 6,5%, mentre Rainews24 del 0,7% (con picchi del 2%). Ma dobbiamo tenere conto che praticamente l’unica trasmissione politica di Rete 4 è il tg di Emilio Fede (eccetto le poche puntate di “La Versione di Banfi”), mentre Rainews24 occupa questo 0,7% esclusivamente di notizie (fra cui la maggior parte di politica) 24 ore al giorno. Ad ogni modo ho appena discusso prima quanto sia illiberale giudicare se sia equa o iniqua la distribuzione politica delle reti televisive italiane in base allo share e non alla possibilità di vedere ciò che si vuole unitamente ad una certa par condicio, ovvero una presenza equilibrata di ogni parte politica, tenendo in considerazione i minuti dedicati e la fascia oraria (presenza che come abbiamo visto è squilibrata, ma a favore degli anti berlusconiani). Se consideriamo specificamente l’audience poi, c’è uno studio su dati Auditel riguardo otto trasmissioni Rai (Porta a porta, Ballarò, Annozero, L’ultima parola, In 1/2 ora, Che tempo che fa, Telecamere e Agorà) per il periodo marzo 2010 – maggio 2011 che permette di vedere i leader politici che hanno avuto più ascolti in quanto ospiti di quelle trasmissioni. Il primatista assoluto è Di Pietro, presente 29 volte e con 107 milioni di ascolti (42 milioni solo ad Annozero). Secondo un altro anti-berlusconiano, Italo Bocchino. Di seguito La Russa, Lupi, Cota, Casini, Bersani, Bindi, Renzi, Vendola e poi Alfano. Berlusconi non è nemmeno in classifica. Per quanto riguarda invece la polemica sull’eccessiva presenza di Berlusconi nei tg, è cosa piuttosto ridicola, quando è fatta, come risulta in genere, semplicemente sommando tutte le sue apparizioni nei vari tg. Innanzitutto è normale che abbia più spazio rispetto agli altri personaggi, dal momento che è sia leader della maggioranza parlamentare che una delle figure istituzionali maggiori (la consuetudine vuole che nei tg si cerchi di dare 1/3 di spazio alla maggioranza, 1/3 all’opposizione e 1/3 alle istituzioni), inoltre bisogna considerare che è anche una delle figure più importanti (e perciò mediaticamente rilevanti) proprio come personaggio in sé, essendo grande imprenditore, grande imputato ai processi e grande soggetto del gossip. Non è poi irrilevante il fatto che avere più spazio non è certo sempre positivo, quando parecchio di questo spazio riguarda gossip a lui nocivi, processi o altre polemiche e controversie. Ma i media sono soltanto le reti televisive? Abbiamo anche radio, internet e i giornali. E a proposito di giornali, talvolta parlando con qualcuno sembra che gli unici che abbiano un editore siano quelli di destra, o Il Giornale che fa capo alla famiglia Berlusconi. Ovviamente tutti i giornali hanno degli interessi dietro, in primis la Repubblica, il cui editore è il gruppo L’Espresso con presidente Carlo De Benedetti, nemico storico di Silvio Berlusconi sin da quando quest’ultimo gli sottrasse la Mondadori, causa scatenante di un processo che ha in gioco più di 500 milioni di euro e di cui probabilmente vedremo l’esito finale con la sentenza in Corte di cassazione. Dire che la Repubblica sia imparziale nei confronti di Berlusconi è come dire lo stesso riguardo a Il Giornale. L’altro principale giornale italiano, il Corriere della Sera, si colloca tendenzialmente a sinistra, posizione bene o male ufficializzata quando, con lettera ufficiale, il 28 marzo 2006 l’allora direttore Paolo Mieli si schierò per l’Unione di Prodi, giusto appena prima delle elezioni. Nessun giornale è imparziale. Internet poi è il mezzo più democratico ad oggi esistente, ma anche il più soggetto alla deriva demagogica: un esempio concreto è il caso wikipedia trattato fra queste pagine. E in quanto più democratico e meno regolato, internet è anche il luogo in cui si possono riscontrare i comportamenti e le espressioni più indegne cui i nostri concittadini diano adito: insulti gratuiti, odio, disprezzo e totale intolleranza verso chi non la pensa allo stesso modo. Questo genere di imbecilli indubbiamente stanno da ambo le parti, ma girovagando un po’ sul web, forse non è così insensato dar ragione al giornalista Marcello Veneziani: “So bene che i cretini stanno da ogni versante, ma solo a sinistra il Kretino Maligno è un militante del rancore che persegue con zelo missionario e ideologico.”. C’E’ LA DITTATURA MEDIATICA… MA NON HO IL CORAGGIO DI DIRE CHE VOTO BERLUSCONI! [mi permetto in questo paragrafo di parlare in prima persona] Tutti i dati sopra elencati potrebbero non convincere nessuno se si vedesse effettivamente, nel paese, una forte partigianeria a favore di Berlusconi. Connettendo tale partigianeria all’influenza dovuta alle reti televisive, allora forse potremmo pensare ad una dittatura mediatica anche trascurando ogni razionale discussione, come quella sopra tenuta, che tratti nei particolari la situazione delle tv italiane. Il problema è che questa partigianeria è davvero difficile a trovarsi. Ho già accennato al fatto di essere stato accusato, in più di un’occasione, di essere mentalmente limitato per il fatto di non riuscire a percepire che siamo/eravamo in una dittatura mediatica;

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o di essere accusato di avere una mentalità succube del regime mediatico o di un’educazione sbagliata. La cosa divertente è che io, il fantoccio della dittatura, in quelle discussioni mi trovavo solo contro tutti, a sostenere “la dittatura”. Mentre in molti mi attaccavano e, talvolta, aggredivano verbalmente. Anche ci fosse stato presente qualcun altro dalla mia parte, probabilmente si guardava bene dal parlare e prendere posizione, quella posizione minoritaria così scomoda. E a dire il vero personalmente me ne hanno dette di ogni in tantissime occasioni, dato che a causa delle mie idee sono stato visto come un pazzo, un opportunista, un disonesto, un illuso, un mentecatto, mi hanno preso di mira e riso di me. Durante un volantinaggio all’università statale a Milano qualche comunista, con fare squadrista (e dunque un po’ fascista), dopo aver operato una sorta di accerchiamento, ha persino preso a secchiate d’acqua (in inverno) qualcuno del nostro gruppo, con l’intento di scatenare una rissa. Ma a parte questi episodi piuttosto rari, quel che conta è che, in generale, chi vota Berlusconi quasi si vergogna a dirlo, e se lo dice è preso di mira. E il bello è che chi ti attacca, in genere con l’appoggio di tutti gli altri presenti, pensa di essere lui la vittima della dittatura. Incredibile. Non so come sia in altre città o regioni d’Italia, ma, almeno qui, dire di votare PDL credo sia più o meno come fare “coming out”, anzi peggio, considerati i tempi. Chiunque si può accorgere di quanto sia facile e naturale spendere parole di disapprovazione, sarcasmo o denigrazione nei confronti di Berlusconi e soci, in una qualsiasi situazione pubblica (ad esempio immaginiamo una tipica cena di lavoro, o fra semplici conoscenti), mentre chi vorrebbe sostenerlo è sempre prudente, valuta attentamente la situazione prima di fare “coming out” e sa benissimo a quali rischi si sottopone. Ripeto, non so in altre parti d’Italia, ma almeno qui è certo così e chiunque lo sa bene se ci pensa un attimo su. L’impressione non è affatto quella di una dittatura mediatica. Che dittatura mediatica sarebbe se non è in grado di convincere nessuno e nessuno in pubblico fra conoscenti ha il coraggio di sostenerla? L’impressione è semmai quella del regime al contrario, sotto l’egemonia culturale dell’anti-berlusconismo. Poi è risaputo che gli attacchi più incisivi a Berlusconi e al PDL che più hanno fatto perdere consensi al partito sono stati quelli mediatici. Una dittatura mediatica non avrebbe potuto evitare questa situazione? Ho detto poco fa “che dittatura mediatica sarebbe se non è in grado di convincere nessuno?”. Ebbene, se vogliamo guardare ai numeri, anche calcolando il massimo successo elettorale del PDL (nel 2008 con 13,6 milioni di voti, traguardo influenzato anche dal disastro del precedente governo Prodi e perciò difficilmente raggiungibile nuovamente) vediamo che su 47 milioni di aventi diritto di voto, ben 34 milioni non hanno votato PDL. Questi 34 milioni in buona parte sono accaniti anti-berlusconiani, e di certo lo sono tutti i votanti delle varie sinistre che, sommando tutti i partiti minori, contavano quasi 16 milioni di voti. Perciò di fronte a: × i dati sulle trasmissioni televisive sopra forniti (che vi prego di riguardare attentamente); × la scelta differente (rispetto a quella di votare PDL), di almeno 34 milioni di italiani, cioè la stragrande maggioranza, × l’aggressività con cui molti di questi 34 milioni si rapportano con noi altri in ogni situazione quotidiana, nonché quella aggressività che traspare dai media e che si percepisce nelle relazioni personali e nel sentire comune anti berlusconiano; × la quale aggressività (o dove non è aggressività è comunque una certa pressione) potrebbe condurre altri individui, coi quali si intessono relazioni personali, ad una scelta di comportamento elettorale psicologicamente coatta. Il che può ritenersi valido, se non per persone con idee così forti come le mie, quantomeno per qualcuno più labile e meno scrupoloso nell’approfondimento delle informazioni e nel formularsi un’idea propria; ebbene di fronte a tali condizioni, se qualcuno vuole ancora affermare che io sia limitato intellettualmente nel ritenere che non esista una dittatura mediatica, e lo affermi senza portare argomentazioni che mi confutino, a questo punto forse non dovrei essere io ad iniziare a dubitare della loro lucidità mentale? Aggiungo solo una piccola postilla. Ho sentito dire da qualcuno che tutti i votanti del PDL sono mafiosi o opportunisti. Se la cosa non vale per me e per pochi altri coatti, questo - a sostegno di chi ha espresso questa teoria – varrebbe per la stragrande maggioranza dei votanti del Sud. Questa idea un po’ bizzarra non farebbe molto onore al nostro paese, che comunque direi che non se la cava affatto male considerati i 13 milioni di mafiosi e opportunisti. A ben vedere non fa molto onore nemmeno al nostro Sud. O forse non fa molto onore a chi l’ha espressa? Ad ogni modo, se almeno della mia onestà intellettuale siete convinti (suvvia d’altronde chi altri si prodigherebbe così per difendere ciò che molti ritengono indifendibile?) fidatevi almeno di me: e io vi dico che di militanti del Popolo della Libertà ne conosco tanti, provenienti da tutta Italia, ma di mafioso opportunista, per il momento, non ne conosco nessuno. LA DITTATURA POTENZIALE Abbiamo visto che guardando ai minuti è in grande vantaggio la schiera anti-berlusconiana, ma se passassimo ad una considerazione generale sulla potenziale (e si sottolinei potenziale) influenza mediatica esercitabile, daremmo comunque in vantaggio la schiera berlusconiana. Quanto sia scientifico guardare al fenomeno in potenza quando si hanno di fronte dati empirici certi, è senz’altro assai dubbio. L’”influenza potenziale” non è un criterio insensato, ma in questo contesto, in cui ci troviamo di fronte precisi dati empirici, assume comunque minor rilevanza. A dire il vero anche tenendo conto di tale influenza, sarebbe comunque poco chiaro (e un poco illiberale) il meccanismo per cui qualcuno debba essere delegittimato a governare se le leggi di uno stato permettono che, × pur avendo forte “influenza potenziale” è eleggibile, e che × nonostante la forte controversia e opposizione di cui tutti sono al corrente, costui viene comunque eletto, in base a regole democratiche Insomma è comprensibile che ci si possa sentire più sicuri (dalla dittatura mediatica) con un altro governo, e che quindi ci si opponga, sempre nel rispetto delle regole, al governo in carica, e poi si voti per il governo che si preferisce. Ma pare un ragionamento illiberale che un governo debba essere delegittimato politicamente a priori (e quindi dovrebbe essere subito sfiduciato, dimettersi o soccombere per mezzo di altre più sanguinarie vie) a causa di questa “influenza potenziale”, quando invece

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la maggioranza degli elettori, pur essendo al corrente della controversia, lo ha scelto e/o ritiene di giudicarlo sotto altri punti di vista. E’ proprio così impossibile rispettare la libera scelta di qualcun altro? Qualcuno dirà che non è una scelta veramente “libera” (assumendo dunque che la dittatura mediatica non sia solo potenziale), ma ciò dovrebbe dunque significare che i 13 milioni di votanti per il Pdl sono mentalmente limitati oppure schifosi opportunisti. Se ci trovassimo in quella situazione, probabilmente nessuno mai scriverebbe e leggerebbe un documento come questo che state leggendo. Tuttavia se le argomentazioni sopra esposte non siano ancora sufficienti, vi sono ancora diverse cose da dire a riguardo di questa fantomatica (e potenziale) dittatura mediatica. LA CONDUZIONE LIBERALE E MODERATA DELLA MEDIASET Avere 3 reti Mediaset e poter influenzare quelle Rai è certo un’anomalia. Termine non necessariamente da considerare negativo. Semplicemente è un fatto non ordinario. Non ordinario ma legale e fisiologico alle regole democratiche del nostro paese, almeno finché non saranno promulgate leggi differenti. Se a questa anomalia corrispondesse un uso indiscriminato di tali reti (ad esempio utilizzandole alla stregua di La7 per quanto riguarda il minutaggio di trasmissioni politiche, il che renderebbe le reti Mediaset sostanzialmente solo un’arma di propaganda e lotta politica alla parte avversa) allora ci sarebbe certo da preoccuparsi (anche se ciò non giustificherebbe la rivoluzione). Ma in Italia non ci sono spot tv elettorali, le leggi sulla par condicio e i controlli dell’Agcom sono più che severi

3 e, quanto conta di più, la conduzione delle reti Mediaset è assolutamente equilibrata e moderata. In merito a

quest’ultimo punto, l’elenco del numero di trasmissioni politiche fatto sopra è un dato evidente. Si sente dire “Berlusconi può andare in tv quando vuole”, perciò è troppo avvantaggiato. In realtà per avere un’idea di questo vantaggio basta contare le volte che in un anno ha fatto comparse in talk show come ospite o per altre partecipazioni. Chi segue le trasmissioni politiche sa benissimo che le sue presenze in Mediaset non superano (e già questo è un fatto rilevante) quelle in Rai, per la quale abbiamo le statistiche sui dati Auditel, con lo studio esposto nei paragrafi precedenti riguardante il periodo 2010-2011, dove Berlusconi (o i suoi amici) non è affatto dato per avvantaggiato. Inoltre nessuno vieterebbe alla Mediaset di fare un programma come una sorta di Annozero all’opposto, eppure non lo fa: pensiamo a un programma-tipo su una rete Mediaset, posto in prima serata. Questo programma inizierebbe con un monologo di mezz’ora pro-Berlusconi, pronunciato da chi offre fatti e dati controversi, espressi però come se fossero la verità di tutti e non una propria ricostruzione od una sua opinione da partigiano (come ad esempio dichiara di fare, esplicitamente nella sua trasmissione, Giuliano Ferrara). Poi il programma proseguirebbe con servizi chiaramente schierati, in cui sentiremmo anche intercettazioni illegalmente (e si sottolinei illegalmente) uscite dalle procure. Ciò in beffa ad ogni principio di privacy, il che è anche una questione di semplice educazione e comune ragionevolezza (mostrare in pubblico il numero di telefono del presidente del Consiglio non lo è). Le intercettazioni poi, spesso tagliate ad arte per gli ascoltatori, sarebbero usate per attaccare la parte opposta, insieme ad interviste a personaggi mafiosi spacciati per eroi dell’antimafia. Il tutto con l’intento di diffamare personaggi che ricoprono importanti cariche istituzionali. E nel frattempo tutta la conduzione e la moderazione del dibattito in studio è, con evidenza, assolutamente partigiana. Non sarebbe stato molto corretto, ma cosa vietava Mediaset di fare una trasmissione del genere, quando, fra l’altro, una trasmissione così era presente sulla rete di Stato? Infatti Annozero iniziava con mezz’ora di monologo di Travaglio (in barba ad ogni principio di par condicio), al quale impossibile era replicare immediatamente, e difficile farlo dopo, quando ormai erano poste a tema altre questioni. Travaglio è un personaggio che addirittura afferma di “odiare” l’avversario e parla di legittimazione dell’ “odio politico”, come possiamo ascoltare da lui stesso in uno dei suoi video pubblicati anche su youtube (viene fra l’altro da domandarsi come possiamo avere garanzia di obiettività da un personaggio che “odia” le persone oggetto della sua critica). Per quanto riguarda invece i “personaggi mafiosi”, per giunta spacciati per eroi dell’antimafia, il riferimento nella trasmissione Annozero è Massimo Ciancimino (di cui si tratta più avanti fra queste pagine). Un ultimo appunto va fatto, dal momento che abbiamo citato Giuliano Ferrara, sulla differenza fra un Qui Radio Londra ed Annozero. A parte il minutaggio (gli interventi di Ferrara, anche se quotidiani, durano circa 5 minuti) la differenza di impostazione delle due trasmissioni è totale (presenza di mafiosi e servizi faziosi a parte): Ferrara esprime opinioni, anche se magari personalissime, su fatti comunemente riconosciuti veri. Santoro invece ricostruisce dei fatti, assolutamente controversi, posti come veri, e tenta di darne le prove di veridicità con metodi - minimizziamo - non certo “educati”. Ferrara, come dice nelle sue trasmissioni, dice ciò che pensa e non pretende, come i signori di sinistra, di dire l’assoluta verità valida per tutti, ma rappresenta se stesso e il suo pensiero. La sua è una trasmissione di opinione, con uno speaker che si dichiara esplicitamente partigiano. Santoro invece poneva le sue illazioni (ricostruzioni assai controverse della verità) come verità assolute, e aggrediva chi non era d’accordo. Può apparire un po’ generale e vaga quest’ultima affermazione, ma sono moltissimi gli esempi che si possono addurre. L’esame di una trasmissione come Annozero (ma ce ne sono molte altre con caratteri analoghi, anche se in misura minore e generalmente più moderata) è funzionale a spiegare come sia necessario anche valutare il “modo” in cui le trasmissioni (ma talvolta anche libri e giornali) siano schierate. Spesso questo riflette anche il modo con cui le persone, in una discussione politica quotidiana, si schierano. Abbiamo parlato di minutaggio, share e palinsesto, influenza sul voto e sul comportamento quotidiano delle persone. Ma la valutazione deve guardare anche al “modo”, perché anche se è un criterio particolarmente influenzabile dalla propria percezione soggettiva, non ha comunque senso trascurare totalmente il “modo” e dare invece così importanza all’”influenza potenziale”.

3 con particolare occhio di riguardo verso una certa parte politica… ma questo è un altro discorso da approfondire altrove, specie riguardo alle sanzioni ai tg per l’intervista a Berlusconi “a reti unificate” e altri casi simili.

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BERLUSCONI E LA MAFIA, BERLUSCONI CORROTTO, BERLUSCONI LADRO Abbiamo discusso l’argomento dittatura mediatica. Le accuse di mafia, corruzione e affini sono l’altro grande tema centrale, perciò fra i primi a dover essere analizzato. Sappiamo che in oltre 20 processi Silvio Berlusconi non è mai stato condannato in via definitiva. Per qualcuno è già un dato importante, considerando il modo di lavorare di alcuni elementi della magistratura (vedi i numerosi capitoletti successivi), ma ovviamente è necessario approfondire. Specie per casi come quello Mills (per cui Travaglio grida: c’è il corrotto ma non il corruttore, riferendosi alla sentenza di condanna a David Mills) oppure al caso Marcello Dell’Utri, altro condannato vicino a Berlusconi. IL CASO DELL’UTRI L’ associazione fra il nome di Berlusconi e quello di mafia è dovuta a diverse dichiarazioni di mafiosi pentiti quali Ciancimino o Spatuzza, ma soprattutto per l’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa avviata contro Berlusconi e Dell’Utri, la quale, esclusivamente per Dell’Utri, ha portato ad un processo in cui quest’ultimo è stato condannato. L’indagine avviata contro Berlusconi invece è stata archiviata per infondatezza della notizia di reato (indagato per cinque volte, altrettante le archiviazioni). Tuttavia qualcuno accusa comunque Berlusconi per la vicinanza con Dell’Utri, condannato a 7 anni e co-fondatore di Forza Italia. In difesa della nostra causa consideriamo innanzitutto che la condanna a Dell’Utri non è definitiva, ma promulgata in Corte di Appello. Fra l’altro la Corte ha ridimensionato la condanna di primo grado: Dell’Utri è cioè assolto per quanto riguarda i fatti commessi dopo il ’92. Questo prova l’inconsistenza delle varie accuse riguardanti il legame fra mafia e Forza Italia (e Berlusconi), l’infondatezza delle varie dichiarazioni dei pentiti Ciancimino e Spatuzza nonché, conseguentemente, anche l’inconsistenza delle voci relative riguardanti il patto Stato-mafia. Inoltre la sentenza di condanna (lunga quasi 1800 pagine) non riporta forti elementi specifici di particolare impatto, ma è frutto di una ricostruzione molto complessa. Leggiamo: "La pluralità dell’attività posta in essere da Marcello Dell’Utri […] ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di cosa nostra, alla quale è stata, tra l’altro offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Marcello Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti della economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti". Leggendo la sentenza non si troverà alcun elemento che permetta un’immediata e certa comprensione del crimine compiuto nello specifico. Una ricostruzione così complessa è più facilmente soggetta all’arbitrarietà di chi giudica, più o meno obiettivo e più o meno condizionato da fattori ideologici. Sarà pure un appunto fazioso e clamorosamente di parte, ma è un fattore che, combinato con alcuni elementi che sono presentati nelle righe seguenti, può costituire un valido appiglio e una speranza in un ribaltamento in sentenza di Cassazione. Infatti vari tasselli di questa “pluralità dell’attività posta in essere da Marcello Dell’Utri” iniziano a cadere: innanzitutto il ridimensionamento della condanna avuto in Appello, con l’assoluzione per i fatti accaduti dopo il ’92 per cui era stato condannato in primo grado; poi altre e più recenti sentenze favorevoli a Dell’Utri, come l’assoluzione dall'imputazione di calunnia aggravata continuata ai danni di tre pentiti (Di Carlo, Onorato e Guglielmini), e l’assoluzione nel processo di estorsione in concorso col boss mafioso Vincenzo Virga. Quest’ultimo episodio di estorsione è tra quelli portati a sostegno della tesi dell'accusa nel processo più importante per concorso esterno associazione mafiosa e l’unico per cui risulta condannato (a 7 anni). Questi che per oltre un decennio hanno alimentato tutte quelle voci riguardanti la sua persona, i suoi legami con la mafia e, di conseguenza, anche la vicinanza fra Silvio Berlusconi e Forza Italia a quegli ambienti, danno tutti negli ultimi tempi esiti favorevoli. Da notare che i giudici che avevano condannato in primo grado Dell’Utri per estorsione avevano definito le prove "granitiche". Evidentemente non abbastanza granitiche per impedire che venisse assolto in Corte d’Appello. Ma com’è possibile che i giudici sbaglino con tale evidenza e che sentenze sullo stesso caso siano così diverse? L’auspicio per una futura sentenza di cassazione con piena assoluzione non è a questo punto certo così infondato, sperando nell’onestà e nella competenza di chi giudicherà (ovviamente sempre che, come stiamo supponendo, Dell’Utri sia innocente). A questo punto una precisione va fatta a onor di completezza. Fra i fatti risalenti ai primi anni ’70 presentati nella sentenza di condanna, è presente anche "la funzione di garanzia svolta da Dell’Utri nei confronti di Berlusconi, il quale temeva che i suoi familiari fossero oggetto di sequestri di persona, adoperandosi per l’assunzione di Vittorio Mangano ad Arcore, quale 'responsabile' e non come 'mero stalliere'". Tali rapporti fra Berlusconi e Mangano sono un altro degli episodi centrali, secondo Travaglio o altri accusatori. Non c’è stato però alcun processo con imputati Mangano o Berlusconi che riguardasse rapporti illeciti fra i due o altri crimini legati in qualche modo al rapporto fra l’uno e l’altro, fra mafia e Berlusconi. Le accuse sono perciò tutte ricostruzioni parziali e insufficienti a immaginare un quadro verisimile che sia penalmente rilevante. IL TEMA DELLE INTERCETTAZIONI: Le intercettazioni che tutti possiamo sentire su youtube, riguardanti una conversazione fra Berlusconi e Dell’Utri del 1986, sono più che sufficienti, a mio avviso, per chi ha un minimo di cognizione, per comprendere l’estraneità dei fatti di Berlusconi con le faccende mafiose di Mangano. E’ anche piuttosto palese che Berlusconi, nell’86, non sapesse di essere intercettato né, di conseguenza, che stesse architettando un’incredibile messa in scena fingendo di non sapere nulla al telefono con Dell’Utri. Poi sul fatto che abbiamo migliaia di conversazioni di Berlusconi, illegalmente uscite dalle procure, dagli anni ’80 a oggi, è abbastanza strano. Tanto più è strano il fatto che, avendo tutto questo materiale, non si sia riuscitI a condannarlo: se hai davvero le prove, riesci a incastrare l’imputato prima che si prescriva il reato! E in ogni caso, la maggior parte dei processi si sono conclusi con assoluzione, non prescrizione. Fra queste migliaia di intercettazioni ascoltabili (o in alcuni casi leggibili) da chiunque, nel mondo, ne abbiamo alcune dove chiama “amore” una donna che per lui rappresenta una relazione extraconiugale (la Daddario; intercettazione che indubbiamente non aveva alcuna rilevanza penale, come tutte le altre del resto), alcune dove dice “l’italia è un paese di merda” e via dicendo. Questo è quanto di peggio siamo riusciti a sentire da lui (e spiattellare a gran voce sui giornali di tutto il mondo), intercettandolo giorno e notte per anni, fra cui anche i tempi passati, quando era molto probabile che non sapesse di essere intercettato (ma certo questo non posso dimostrarlo, se non col buonsenso comune). Se non abbiamo trovato niente di

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peggio, povero, sarà magari un demonio ma a parlare al telefono è certo un sant’uomo, considerando la telefonata media dell’italiano medio. Infine un brevissimo appunto: se anche Dell’Utri fosse colpevole e un uomo malvagio, Berlusconi pure dovrebbe esserlo di conseguenza soltanto perché a lui vicino? Ognuno può credere ciò che vuole, ma nessuno può pretendere che le sue opinioni siano verità e che gli altri vi si adeguino. Ci sono sistemi precisi per cui la comunità decide quali opinioni siano una verità, o quantomeno una norma cui unitariamente conformarsi. E questi sistemi si concretizzano nelle leggi (mediante procedura democratica) o nelle sentenze (mediante preciso procedimento giudiziario). Non certo tramite le mere opinioni. Le mere opinioni non possono pretendere di delegittimare qualcuno e imporre le proprie condizioni agli altri, sopra la libera volontà degli altri, sopra la prescrizione della legge, sopra la costituzione o una sentenza. La presunzione d’innocenza è una conquista che forse la società deve ancora apprendere appieno. Articolo 27 della Costituzione italiana: “L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.” La mera opinione che l’imputato sia colpevole non comporta nessuna legittimità di pretesa, da parte di chi accusa, di ottenere: × una delegittimazione di chi è accusato che debba necessariamente essere riconosciuta da tutti (e che perciò debba necessariamente comportare taluni atti, anche fisiologici alla democrazia, come una sfiducia). Se si ritenesse all’opposto che una mera opinione dovesse comportare ciò, allora facilmente si incorrerebbe in fenomeni di intolleranza, patologici ad una corretto modello di democrazia e libertà. × una delegittimazione che giustifichi - da parte di chi accusa - atti patologici alla democrazia, come qualsiasi forma di rivolta e ribellione. IL CASO MILLS L’inchiesta sul caso di corruzione fra Berlusconi e David Mills parte da una lettera che l’avvocato inglese inviò al suo commercialista (sul web la si trova, anche tradotta in italiano). La lettera in sostanza dice che il signor B. (Bernasconi, manager di Fininvest e perciò diciamo dipendente di Berlusconi) ha dato 600.000 dollari a Mills in regalo come ringraziamento per aver rilasciato in tribunale una deposizione reticente, favorendo Berlusconi. Secondo il tribunale di Milano «Vi sono tutti gli elementi per ritenere che la confessione stragiudiziale di Mills [cioè ciò che ha dichiarato nella lettera] sia stata, di per sé, veridica, genuina, attendibile. Si può tranquillamente escludere che essa sia stata determinata da un intento autocalunniatorio oppure da una intervenuta costrizione». Con questa motivazione, insieme all’individuazione del movente del reato, il tribunale di Milano condanna Mills. Da notare che la motivazione sopracitata è assolutamente necessaria ai fini della condanna, perché non vi sono prove, nessuna traccia documentale, che colleghino i 600 mila dollari alle casse, ufficiali o non, di Fininvest. Mancando il “corpo del reato” era quindi necessario affermare che Mills non ha sicuramente mentito nella lettera, perché non ne avrebbe avuto motivo. L’errore è grossolano, e ben evidente guardando invece alla decisione del fisco inglese. Mills infatti aveva grossi interessi a non pagare le tasse su quel denaro, spacciandolo per una donazione! La lettera infatti è stata sottoposta all’esame dell’antiriciclaggio britannico, con un risultato ben diverso rispetto a quello della giustizia italiana. Gli investigatori inglesi non hanno affatto creduto a quanto Mills afferma nella lettera, dal momento che egli aveva tutto l’interesse di far passare quei soldi come un regalo, affinché fossero esentasse e potesse tenerli tutti per se, senza dover distribuire i dividendi, come in un normale investimento, ai soci. Questo elemento fondamentale, ben noto al fisco inglese che ha preteso il pagamento delle tasse (avallando così l’ipotesi che i soldi non provengano da illecito, come la corruzione, ma da un investimento), è stato totalmente e grossolanamente ignorato dalla giustizia italiana, che ha potuto dare così quella motivazione a sostegno della sentenza di condanna. Secondo il fisco inglese nessuna cifra proviene da Fininvest, come anche ha dichiarato in sede giudiziale David Mills (giurando sulla totale estraneità ai fatti della società di Silvio Berlusconi, che dice di aver tirato in ballo solo per giustificare quei 600 mila dollari esentasse). Secondo il consulente contabile Andrea Perini, docente di diritto penale commerciale a Torino, quei soldi provenivano non da Berlusconi, ma da una serie di operazioni condotte da Mills sin dal 1992 per conto dell’armatore italiano Diego Attanasio, mediante la compravendita quinquennale della motonave Ocean Installer. Come se non bastasse, ci sono altri elementi in favore di Silvio Berlusconi. Scrive il tribunale di Milano nella sentenza di condanna a Mills: «Il fulcro della reticenza di David Mills, in ciascuna delle sue deposizioni, sta nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest, e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società offshore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti». Questo sarebbe il favore decisivo. Certo, non sembra troppo decisivo… ma la cosa assurda è un’altra! La “reticenza” di Mills avrebbe davvero agevolato Berlusconi?? Niente affatto! La sua deposizione contribuì al contrario alla condanna in primo grado di Silvio Berlusconi nel processo All Iberian (nel il quale fu successivamente assolto, ma non grazie a Mills). Insomma Berlusconi avrebbe dato 600.000 dollari a David Mills come ringraziamento per essere stato un test d’accusa e aver contribuito, con quelle deposizioni, alla sua condanna? Da ridere. L’accusa infatti, col pubblico ministero Francesco Greco, mai contestò alcun verbale a David Mills, ascoltato a lungo fra il 1996 e il 1997 al processo All Iberian, anzi: Mills fu allora contestato da alcuni manager Fininvest e dalla difesa stessa di Silvio Berlusconi! Una nota finale: il processo sarebbe prescritto da un paio d’anni, ma l’accusa ha creativamente sostenuto che il presunto reato di corruzione non decorrerebbe da quando Mills ha ricevuto materialmente il denaro (come spiega la giurisprudenza corrente) bensì da quando ha cominciato a movimentarlo e a spenderlo. Si fa proprio di tutto per processare Silvio Berlusconi… I MAGISTRATI DI SINISTRA

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Sappiamo come le carte delle procure, comprese le intercettazioni più inutili ai fini delle indagini, finiscano illegalmente in mano ai giornali di sinistra. Ormai ci siamo praticamente abituati, perché siamo in Italia, anche se probabilmente l’idea di poter leggere su un giornale le telefonate del presidente degli Stati Uniti ci farebbe pensare allo scenario surreale di un film. Ma cosa succede quando è preso di mira un personaggio di sinistra?

Il Giornale tempo fa uscì con un articolo in cui si parlava della Ilda Boccassini (magistrato dell'inchiesta Ruby) che nell '82 venne sorpresa in ufficio in atteggiamenti amorosi con un giornalista di Lotta Continua. Davanti al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) la Boccassini si difese come paladina della privacy e fu assolta. Uscito l'articolo su Il Giornale, è lo scandalo: “come sono trapelate fuori dal tribunale queste notizie?” Ecco come rispondono i magistrati: - Perquisiscono l'abitazione della giornalista Anna Maria Greco - Perquisiscono la redazione de Il Giornale - Indagano il consigliere del CSM che presumono abbia fatto uscire queste "segretissime" informazioni dal tribunale.

Sempre su Il Giornale uscì uno scoop in esclusiva con l'intercettazione in cui Piero Fassino festeggiava la conquista della Banca Nazionale del Lavoro da parte dei "compagni" dell'Unipol. Per le presunte irregolarità nella scalata alla BNL il presidente dell’Unipol Giovanni Consorte si dimise. Lo scoop rimase però privo di conseguenze giudiziarie per Piero Fassino. Ma cosa succede poi? Silvio Berlusconi col fratello Paolo, editore de Il Giornale, viene indagato per “concorso in violazione del segreto d'ufficio”, insomma per la fuga di notizie dalla procura. Ora la domanda è: si è mai sentito, nell’ambiente di sinistra, causa fuoriuscita di notizie, di redazioni di giornali (e abitazioni di giornalisti) perquisite? Di editori e magistrati indagati per violazione d’ufficio? Se sentissimo di queste cose avremmo le piazze invase dagli indignati probabilmente. Ma questi indignati se ne stanno tranquilli in casa quando a essere presi di mira sono persone collocabili nell’area di centrodestra, seppur leggiamo sui giornali inutili e costose intercettazioni tutti i giorni. FALCE E CARRELLO E I MAGISTRATI DI SINISTRA All’età di 82 anni, Bernardo Caprotti, proprietario di Esselunga, rompe il silenzio. Scrive il libro “Falce e carrello” in cui condanna le cosiddette “Coop rosse”, denunciando il sistema di agevolazioni fiscali e di appoggi politici alle cooperative da parte di istituzioni e amministrazioni locali di sinistra. Recentemente il mondo delle Coop rosse è ritornato al centro di uno scandalo, quello che ha coinvolto l'ex braccio destro di Pierluigi Bersani, Filippo Penati. Per la denuncia in Falce e Carrello nel marzo 2011 l'Antitrust (che vigila sulla concorrenza e sul mercato) ha avviato due indagini su Coop Estense e Unicoop Tirreno. Ma ecco la risposta dei magistrati al libro di Caprotti: il 16 settembre 2011, Esselunga è condannata al pagamento di 300.000€ per concorrenza sleale e al ritiro del pamphlet dal mercato. Va bene il risarcimento, ma è normale che un libro venga ritirato dalle librerie? Siamo tornati ai tempi dell’inquisizione? Dei regimi totalitari del ‘900? Se fosse stata ordinata la distruzione di un libro gradito alla sinistra, saremmo alla rivolta di piazza. E non solo sono stati condannati Esselunga e l’autore del libro, ma anche il curatore della prefazione, il coautore e la casa editrice! Insomma hanno voluto perseguire proprio tutti! A lasciare ancora più allibiti sono poi alcune parti della sentenza di condanna del tribunale di Milano. Più che una sentenza sembrerebbe una recensione della critica letteraria: «La prefazione del libro, che ragionevolmente non resterà fra gli scritti più pregevoli e degni di essere ricordati per il valore scientifico di cui pure è convenuto l'autore». «Gli scritti raccolti nell'appendice esprimono con toni anche ironici e sarcastici una pungente critica al “sistema” delle cooperative» In altri due casi lo stesso Tribunale di Milano si era pronunciato in modo opposto. Nella prima causa del 2010 (mossa da Coop Liguria) il giudice ha sentenziato che non c'è diffamazione (quindi vige l’esercizio di libera opinione garantito costituzionalmente), bensì concorrenza sleale: condanna al risarcimento di 50 mila euro. Nella seconda causa del marzo 2011 (mossa da Coop Estense) il giudice ha stabilito che non c'è stata né diffamazione, né concorrenza sleale. Altro che ritiro del libro dal mercato! IL MAGISTRATO “ROSSO” ANTONIO INGROIA Il 20 gennaio a Lodi il magistrato Antonio Ingroia presenta il suo libro. Il tema è caldo dal momento che già in passato la giunta Guerini era stata accusata di fare cultura “a senso unico”. Scopriamo chi è veramente questo magistrato, duramente contestato da parte del centrodestra. IL CASO CIANCIMINO Antonio Ingroia parla nei suoi libri di Massimo Ciancimino come di “un’icona dell’antimafia”.Ciancimino è il mafioso e ciarlatano fatto eroe da Santoro e Travaglio, spesso chiamato a sentenziare dal palco di Annozero. Da anni sostiene che Forza Italia è nata con l’appoggio della mafia e che Berlusconi ha coperture mafiose, senza poterlo mai provare. Tutto il pregiudizio che negli anni è sedimentato a riguardo della figura di Berlusconi è frutto di illazioni di gente di questa risma e dei giornalisti che ne idolatrano le parole. Ciancimino è sotto procedimenti giudiziari per intestazione fittizia di beni, riciclaggio, tentata estorsione e concorso in associazione mafiosa. E’ stato recentemente arrestato per aver prodotto documenti falsi, coi quali cercava di incastrare il capo della polizia De Gennaro.

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La corte d’appello di Palermo si pronuncia così sulle deposizioni di Ciancimino riguardo a Dell’Utri, cofondatore di Forza Italia: “emerge una notevole contraddittorietà di Ciancimino su tutti i profili della vicenda”. Eppure sembrano davvero ottimi i suoi rapporti coi magistrati rossi (fra i quali, a Palermo, lavora appunto Antonio Ingroia). Infatti in un’intercettazione Ciancimino, parlando con un imprenditore calabrese indagato, affermava di essere in grado di verificare l’esistenza di qualsiasi indagine grazie alla banca dati dei magistrati di Palermo, di cui affermava di poter disporre senza problemi: “Io me la vado a vedere nel registro. C’è la convergenza nazionale dei dati. E ti stampano tutto, quelle in corso e tutto […] E’ la banca dati del ministero. Della DdA, dell’antimafia, ce li ha tutti i dati, pure se hai perso il passaporto. Se ti serve saperlo, io quando ho un attimo guardo […]faccio quello che minchia voglio là dentro. L’altra volta mi sono andato a vedere un file dove c’erano le barche da sequestrare”. Più avanti, riferendosi a inchieste fiscali a suo carico e alla trasmissione Annozero: “L’hai vista? Sono un’icona per loro. Se io dico, mi vogliono fottere con una minchiata, mi vogliono coinvolgere e robe varie, loro… in gioco io c’ho molto di più di un’inchiesta fiscale”. LA VITA POLITICA DI INGROIA Antonio Ingroia fa politica in tv, partecipa a comizi politici organizzati da partiti, quali “Il Dittatore del Bunga Bunga. Lui va io resto…” dell’Italia dei Valori, oppure al “Costituzione Day”, discutendo sulle riforme e condannandole come vergognose. Scrive libri contro l'operato e la persona di Berlusconi, contro governo e maggioranza di centrodestra. Ecco le frasi di Ingroia pronunciate davanti all’assemblea del Partito dei Comunisti Italiani: "Un magistrato deve essere imparziale quando esercita le sue funzioni -e non sempre certa magistratura che frequenta troppo certi salotti e certe stanze del potere lo è- ma io confesso non mi sento del tutto imparziale, anzi, mi sento partigiano. Partigiano non solo perché sono socio onorario dell’Anpi, ma sopratutto perché sono un partigiano della Costituzione.” LE NOTIZIE DI WIKILEAKS VENGONO FUORI SOLO QUANDO DANNEGGIANO LA DESTRA? Secondo wikileaks D'Alema ha affermato che ''La magistratura è la minaccia più grande per lo Stato italiano'', come riporta l'ambasciatore statunitense Spogli, a cui D'Alema l'avrebbe confessato. Lo confessa in gran segreto, ma sta attento a non dirlo in pubblico, perché sarebbe immediatamente bersagliato da tutta la sinistra. Perciò si è affrettato a smentire la notizia parlando di malinteso. Ma non ci stupisce che D’Alema abbia pronunciato veramente quella frase, d’altronde la longa manus della magistratura non ha mai smesso di farsi sentire dopo tangentopoli: ricordiamo che nel 2008 il governo Prodi cade proprio a causa della magistratura, col caso Mastella. DAVVERO SONO LEGGI AD PERSONAM? ESEMPIO DEL LEGITTIMO IMPEDIMENTO Fra le tante assurdità e le presunte leggi “ad personam” contestate al governo Berlusconi ricordiamo in particolare (e a scopo esemplificativo) il legittimo impedimento, sul quale abbiamo votato al referendum di giugno 2011. Il discorso riguardante il legittimo impedimento è facilmente estendibile anche al Lodo Alfano, per cui valgono le stesse considerazioni. Ecco cosa prevede il legittimo impedimento: il rinvio dell'udienza a un momento successivo se il ministro (o presidente del Consiglio dei Ministri) è impegnato in attività inerenti lo svolgimento della sua funzione. Col rinvio dell’udienza anche i termini di prescrizione dei processi vengono rinviati, perciò non c'è alcun rischio che il ministro la scampi dal processo a causa della prescrizione. Finite le cause di sospensione del processo, esso ripartirà regolarmente e non si prescriverà prima. L’obiettivo che ci poniamo è quello di spiegare perché il legittimo impedimento sia una legge razionale, costituzionale e utile al nostro Paese. Innanzitutto vediamo cosa succede negli altri paesi europei: Spagna, Germania, Belgio e Francia sono fra i paesi che hanno un sistema di immunità parlamentare: i membri del parlamento non possono essere perseguiti, arrestati o condannati in inchieste penali tranne che in due casi: per delitto in flagrante o quando il parlamento ha dato il permesso per l’arresto o l’autorizzazione a procedere. Il sistema di immunità parlamentare era previsto anche dalla Costituzione italiana del ‘48. Ma non è più così dal ’93: è necessaria un’autorizzazione a procedere per l’arresto e la perquisizione, ma non per il procedimento penale. Senza tale immunità parlamentare, il legittimo impedimento assume ancora più importanza per il bilanciamento fra i poteri legislativo/esecutivo e quello giudiziario, equilibrio originariamente previsto dalla costituzione del ‘48, che si è rotto nel ‘93. Immaginiamo una situazione ipotetica: in Italia c’è un governo di sinistra e un esiguo numero di magistrati fascisti (o magistrati corrotti da dei complottasti) ha intenzione di mettere in scacco il governo. Il governo potrebbe essere messo in crisi semplicemente indagando una serie di ministri e portandoli a processo. Non importa se poi non verranno condannati: i processi e il caos mediatico (e di conseguenza politico, con ogni probabilità) che verrebbero a crearsi rischierebbero di impedire un regolare svolgimento da parte dei ministri delle proprie funzioni. Questo potrebbe portare anche alla caduta di un governo. Non importa se noi del PDL pensiamo che questa situazione ipotetica sia vicina alla realtà delle persecuzioni mediatico-giudiziarie nei confronti del premier Berlusconi. Potrete dire che su quest’ultima opinione ci sbagliamo, ma ci pare razionale che il legittimo impedimento sia, in via generale per il nostro Paese, un importante strumento per garantire l’indipendenza di un esecutivo da un’eventuale potere giudiziario facinoroso. Riteniamo razionale siffatta valutazione tenendo conto di questi punti: - gli scenari ipotetici che abbiamo immaginato - il luminoso esempio della nostra costituzione com’era prevista in origine (con i suoi calcolati equilibri) - la situazione nel resto d’Europa, che con l’immunità parlamentare offre garanzie anche maggiori rispetto al legittimo impedimento

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Hanno detto: L’eurodeputato del PD (Partito Democratico!) Mario Pirillo: "Con quello che mi ha fatto De Magistris quando era magistrato, capisco benissimo Berlusconi quando si lamenta dei giudici. De Magistris mi ha provocato tre anni di sofferenze dai quali sono uscito completamente estraneo da ogni accusa”. E in radio a “La Zanzara” ha specificato le varie pratiche aberranti e “fuori legge” di De Magistris compiute nei suoi confronti soltanto -sostiene lui- per aumentare la propria visibilità di magistrato. CASO RUBY L'ufficiale della procura, che parlò al telefono con Berlusconi nella famosa telefonata incriminata, nega ci sia stata concussione, né costrizione né induzione, nessuna forzatura insomma. Ecco le sue dichiarazioni: "il presidente del Consiglio mi ha detto che vi era in Questura una ragazza di origine nord africana, che gli era stata segnalata come nipote di Moubarak, e che un Consigliere parlamentare, la signora Minetti, si sarebbe fatta carico di questa ragazza. La telefonata fini così … La parola ‘minore’ non fu pronunziata, anche se era implicito che si trattasse di una minorenne perché si parlò di affido di una persona priva di documenti. Nel corso della serata ho avuto un paio di contatti, almeno credo, cellulare su cellulare, con l'addetto alla scorta del presidente del Consiglio, al quale dicevo che la ragazza sarebbe stata rilasciata in quanto si stavano ultimando gli accertamenti, e nell’ultima telefonata l’ho rassicurato dicendogli che la minore veniva affidata al Consigliere parlamentare Minetti, che poi l’indomani mattina ho scoperto essere il Consigliere regionale Nicole Minetti … Ho notiziato immediatamente il Questore di Milano, avvertendolo che avevo ricevuto una telefonata dal Presidente del Consiglio, che mi faceva presente che in Questura si trovava, una ragazza e che era la nipote di Moubarak”. Il Questore ha preso atto di questo, pregandomi di fargli sapere come si evolveva la situazione." Dalla questura hanno subito chiarito che in seguito alla chiamata del premier non ci fu nessun trattamento di favore per la giovane: Ruby fu identificata, fu fatta la fotosegnalazione al Tribunale dei Minori e furono contattati i suoi genitori. Citiamo dal blogger "il jester": "Ecco dunque il quesito inevitabile: ammettiamo pure che nessuno avesse telefonato, che fine avrebbe fatto Ruby? L’ipotesi è una sola: sarebbe stata affidata ai servizi sociali, non essendo consentito il fermo dell’indiziato di furto ex-art. 624 c.p.p., salvo nel caso di aggravante ex-art. 4, l. 8 agosto 1977 o delle altre aggravanti previste dalla legge. L’intervento di Palazzo Chigi non ha fatto altro che offrire una seconda opzione perfettamente legale: l’affidamento a una persona che aveva offerto di prendersene cura. La forzatura ci sarebbe stata solo e se la Questura avesse rimesso in libertà Ruby, violando le leggi del codice di procedura penale e quelle sull’affidamento dei minori che commettono reati, per i quali è consentito e/o obbligatorio il fermo o l’arresto in flagranza di reato." Dov'è il reato dunque? Ricordiamo poi che secondo l’onorevole Paniz l'inchiesta sul caso Ruby “è costata un milione di euro con 150 mila intercettazioni e 150 uomini impegnati nelle perquisizioni”. E tutto questo senza che l’inchiesta sia partita da alcuna denuncia. L’ufficiale della procura nega ci sia stata concussione o infrazioni della legge, Ruby ha sempre negato di avere avuto rapporti sessuali col premier. Sempre presente è l’ombra della persecuzione giudiziaria con finalità mediatiche e politiche. Infine per quanto riguarda dignità e/o questioni morali (se proprio vogliamo ritenerle rilevanti): stiamo parlando di una presunta bugia (“mi è stata segnalata come la nipote di Moubarak”) senza conseguenze legali. E bisogna anche vedere se Berlusconi fosse davvero sicuro che Ruby, come aveva detto a lui, non fosse davvero la nipote di Moubarak. Che fosse vero un qualche dubbio poteva pure legittimamente averlo. Vogliamo condannare il presidente per questa innocua bugia, che non sappiamo nemmeno se è detta in buona o mala fede? Negli Usa col caso Clinton-Lewinsky si era di fronte ad una bugia certa e ad uno "scandalo morale". Abbiamo mai sentito qualche statunitense dire "Clinton mi fa vergognare di essere americano?". Motivo dell'impeachment fu quello di aver mentito alla nazione di fronte alla Grand Jury e di aver ostruito il percorso della giustizia, facendo pressione su alcuni suoi collaboratori. La tesi che ha prevalso, nell'opinione pubblica e nel Congresso, è stata che questi comportamenti attenevano più alla sfera privata che a quella pubblica del Presidente; perciò il Senato lo ha assolto. Nonostante lo scandalo, Clinton terminò il suo secondo mandato con una percentuale di preferenza altissima, pari al 56% (era dai tempi Roosevelt che un presidente americano non lasciava il suo incarico con così tanta popolarità). E pensiamo di sentire mai uno statunitense dichiarare “il presidente Clinton mi fa vergognare di essere americano?”. Forse il problema in Italia non sono le istituzioni, ma lo scarso rispetto per esse. PDL E’ IL PARTITO PIU’ GRANDE D’EUROPA Il Popolo della Libertà nella straordinaria campagna tesseramenti conclusasi il 31 Ottobre 2011 ha ottenuto 1 milione e 100 mila adesioni. E’ il partito più grande d’Europa per numero di tesserati. I GOVERNI DI CENTRODESTRA: I PIU’ STABILI NELLA STORIA ITALIANA I governi di centrodestra sono stati i più longevi nella storia dell’Italia repubblicana: gli unici che hanno saputo garantire continuità e stabilità, sotto una direzione unitaria. Il secondo governo Berlusconi, durato dal 2001 al 2005, è stato il più longevo della Repubblica Italiana, l’attuale governo (in carica dal 2008) è secondo in classifica.

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Analizzando il versante opposto c’è un dato storico predominante: la sinistra quando vince non riesce a governare: dal 1996 al 2001 ha visto alternarsi governi con presidenti del consiglio D’Alema, Prodi e Amato, senza alcuna continuità e dilaniati dai conflitti interni. Nel 2006 Prodi vince ma non regge nemmeno 2 anni. Nel periodo dal 1946 al 1994, ovvero prima della discesa in campo di Berlusconi, la competizione politica non era bipolare. I governi erano tutti formati con una maggioranza in cui la DC (Democrazia Cristiana, partito di centro) formava coalizioni con partiti minori in un’ottica partitocratica. Insomma non c’era una vera scelta dei propri governanti da parte degli elettori, ma giochi di palazzo. La conflittualità tra i numerosi partiti rendeva le coalizioni e i governi assai fragili durante la prima Repubblica. C’era poca trasparenza e un elettore votava un partito e non un programma di governo firmato dalla coalizione. Lo scontro era ideologico e ben lontano dall’idea del governo del fare introdotta dal centrodestra nell’ultimo ventennio. Quando dobbiamo giudicare i governi Berlusconi dobbiamo essere il più obiettivi possibile, con la consapevolezza di quali sono state le alternative ben poco edificanti che si sono susseguite nella storia. Anche nella storia recente con gli esempi dei governi di sinistra. IL GOVERNO BERLUSCONI RIDUCE I PARLAMENTARI, MA COL REFERENDUM SI RIFIUTA LA RIFORMA Nel 2005 col governo Berlusconi il parlamento approva una riforma costituzionale che riduce il numero di parlamentari, da più potere al capo del governo (per garantire la governabilità) e decreta la fine del bicameralismo perfetto (con un senato federale). Ma la sinistra definisce questa riforma antidemocratica (parlando addirittura di "duce elettivo") e con unacampagna mediatica demagogica riesce a convincere la maggioranza degli italiani, che col referendum del 2006 rifiutano i cambiamenti della Costituzione. Ma il bello deve ancora venire! Nel 2007 col governo Prodi il parlamento a maggioranza di centrosinistra propone una riforma del tutto analoga a quella del governo Berlusconi (comprese le maggiori prerogative al capo del governo!), e nessuno "ovviamente" si sogna di opporsi e parlare di riforma antidemocratica. Il governo Prodi non riesce a durare nemmeno 2 anni e perciò tale riforma rimane incompiuta. IL GOVERNO PRODI ABBASSA L’ETA’ MINIMA PENSIONABILE Nel 2007 il governo Prodi stravolge la riforma delle pensioni Maroni del 2004, varata sotto il governo Berlusconi: l’età minima pensionabile si abbassa nuovamente, con una perdita stimata di circa 10 miliardi di euro. Mossa dovuta alle pressioni ideologiche di quella componente preponderante della sinistra che ancora promuove una visione superata di stato sociale assistenzialista. Oggi di fronte alla crisi, probabilmente gran parte della stessa sinistra si renderà conto dell’errore commesso: la vecchia riforma Maroni venuta la crisi economica, sarebbe ritenuta il minimo auspicabile come soluzione di compromesso, dinanzi alle manovre del governo Monti. IL CASO WIKIPEDIA, LA LEGGE BAVAGLIO, L’INDIGNAZIONE PER CONTAGIO Sappiamo che la versione italiana di wikipedia si è pronunciata con un comunicato il 4 Ottobre 2011 sul DDL intercettazioni, con questa accusa: “Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine. Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.” Questa accusa è falsa. Per dimostrarlo tratteremo qui i contenuti della questione, piuttosto tecnici. Prima però vogliamo rispondere a chi, di fronte ad argomentazioni tecniche, non ascolta nemmeno, e se ascolta non crede; perché in opposizione alla nostra voce ne ha centinaia di altre che sono tante, troppe, anche se totalmente inqualificate. E così di fronte ad argomentazioni tecniche ci vengono date risposte tipo: “ma va! Sarà mica tutta una congiura del web!” Benissimo, analizziamo allora com’è nata questa “congiura del web”! Gli amministratori di wikipedia ci hanno fatto un grande, grandissimo favore, a linkare la discussione fra utenti che ha portato alla decisione dell’oscuramento di wikipedia. Ecco il link: http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Bar/Discussioni/Comma_29_e_Wikipedia Quello che compare è chiaro: - Un utente di wikipedia se ne esce con questa proposta: chiudere per un giorno it.wiki a causa del comma 29, con l’accusa già citata. E’ un utente, una persona sola, che avrà sicuramente il suo nome e cognome, la sua opinione politica, le sue conoscenze e studi che non abbiamo idea di quali siano. - Seguono una sessantina di commenti (circa) di altrettanti utenti. - Ciascuno di questi 60 circa si esprime favorevole o contrario e dice la sua a riguardo di come vorrebbe che fosse fatto o non fatto tale oscuramento o protesta. - Nessuno (e questo è sconcertante) argomenta (né contro né a favore) entrando nel merito della questione sui contenuti del ddl. Tutti prendono quanto detto dal primo utente come un dato di fatto. -Il voto fra favorevoli e contrari vede come esito una larga maggioranza (soltanto 4 contrari, su 60 circa votanti) Uno fra i contrari dice: “wikipedia non fa politica”, mentre un altro: “Oscurare it.wiki in base a questa discussione tra pochi utenti (in confronto alla comunità) sarebbe assolutamente sbagliato”

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Entrambi, ma in particolare quest’ultimo, non possono che trovarci d’accordo. Soprattutto considerato che l’oscuramento di wikipedia è stato firmato in calce come “gli utenti di wikipedia”, quando invece a fare questa scelta è stata una votazione fra 60 utenti circa, e su proposta di uno solo! Insomma… quale congiura del web!? Qui si tratta di poco più di 50 ragazzi, o signori che siano, che senza alcun approfondimento né cognizione di causa (men che meno il primo che ha fatto la proposta) hanno deciso per giocare a fare quelli contro il governo, firmandosi per conto di tutti. Considerando il criterio della maggioranza usato nella votazione, si presupporrebbe che a favore fosse la maggioranza degli utenti di wikipedia… Ma questi ragazzotti nemmeno hanno “sparso la voce” per effettuare la votazione su un campione più ampio e indicativo! E siamo sicuri che replicando la votazione fra tutti gli utenti di wikipedia, che sono migliaia, si sarebbe arrivati allo stesso risultato? Chi ci dice “sarà mica una congiura del web contro il governo?!” cosa intende? Quale web? Intende quei 50 ragazzi che, senza sapere alcunché, né senza una discussione adeguata entrando nei meriti, hanno deciso di giocare a fare quelli contro il governo? O forse quei 225.000 circa che su facebook si sono detti favorevoli all’iniziativa di wikipedia, aderendo all’ evento di fb, prendendo come sacra verità la pagina di wikipedia? La mistica pagina che recava quel messaggio polemico sul ddl che, udite udite: “potrebbe minare alla base la neutralità di Wikipedia”!! E’ così che si formano i pregiudizi e le false verità. Ma veniamo ai contenuti. Ecco il comma 29, lettera a): «Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.» Innanzitutto va detto che in una corretta interpretazione giurisprudenziale di questo articolo non è affatto vero che la legge debba con certezza riferirsi a tutti i siti informatici, compresa wikipedia ecc., ma anzi sarebbe assai più razionale che tratti esclusivamente ai siti di agenzie di stampa tipo ansa.it, oltre che, come specificato, giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica. Insomma i siti registrati in tribunale. Infatti il comma 29 recita così: “All’articolo 8 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni”. L’articolo suddetto perciò è questo: "Legge 8 febbraio 1948, n. 47 - Disposizioni sulla stampa" Appunto: disposizioni sulla stampa. Le agenzie di stampa sono enti registrati, il mio blog ben altra cosa! Ma non è questo il vero punto della discussione. Mettiamo anche che la normativa venisse mal interpretata in sede giurisprudenziale ed estesa a tutti i siti. Wikipedia si auto-oscura con questa motivazione/interpretazione del testo: "Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato." Questa interpretazione è assolutamente sbagliata e irragionevole!!! Sappiamo infatti che il comma 29 lettera a) viene inserito nell’articolo 8 della legge del '48. Leggiamolo: “Per i quotidiani, le dichiarazioni o le rettifiche di cui al comma precedente sono pubblicate, non oltre due giorni da quello in cui è avvenuta la richiesta, in testa di pagina e collocate nella stessa pagina del giornale che ha riportato la notizia cui si riferiscono.” E più avanti:"Qualora [...] la rettifica o dichiarazione non sia stata pubblicata o lo sia stata in violazione di quanto disposto [...] l'autore della richiesta di rettifica [...] può chiedere al pretore [...] che sia ordinata la pubblicazione. La mancata o incompleta ottemperanza all'obbligo di cui al presente articolo è punita con la sanzione amministrativa [...]. La sentenza di condanna deve essere pubblicata per estratto nel quotidiano o nel periodico o nell'agenzia. Essa, ove ne sia il caso, ordina che la pubblicazione omessa sia effettuata." Nemmeno nell’articolo 8 del ‘48 era immediatamente specificato il doversi rimettere ad un giudice terzo, eppure dal 48 ad oggi non è vero che tali rettifiche vengono fatte, qualora siano controverse, senza rimettersi ad un giudice terzo! E d’altronde perché mai sarebbe dovuto essere immediatamente specificato?! E’ chiaro che se la rettifica è controversa la questione si risolve davanti al giudice. E la norma – letta nel suo intero (e cioè comprensiva dell’intero articolo 8 della legge 48, così come verrebbe modificato) – parla chiaro: se non interviene la rettifica o questa è controversa (per i fatti che si dovrebbero rettificare) si va davanti al giudice. E dunque l’intervento del giudice è comunque assicurato! Cosa credono quegli utenti di wikipedia? Che entro le 48 ore ti piomba la polizia in casa e ti mette la pistola alla testa obbligandoti a fare la rettifica, senza passare dal tribunale?? Da ridere! Se fosse così tutti i giornali di domani dovrebbero rettificare quel che è stato scritto entro le ultime 48 ore, perché Repubblica ha richiesto le rettifiche a Il Giornale, Il Giornale a Repubblica, e così via. Praticamente non esisterebbe proprio la stampa in Italia se dovesse venir interpretato in questa maniera assurda e totalmente campata per aria quel comma 29 (o la stessa legge del ‘48). Qual è allora la ratio legis della questione delle 48 ore del comma 29 (o dei 2 giorni nell'originale legge del '48)? E’ chiaro! La rettifica, se è condivisa da entrambe le parti, può esser fatta senza dover intentare una causa. Se poi il tal giornale o persona che ha scritto la "calunnia" si è rifiutata di rettificare (in seguito alla richiesta ufficiale), questo poi comporterà un aggravante in giudizio qualora i fatti oggetto di calunnia non venissero dimostrati! In totale, riassumendo, di sicuro wikipedia non rischiava "chiusura" o sciocchezze varie. E' soltanto qualche amministratore di wikipedia antiberlusconiano che spacciandosi di parlare in nome del popolo di wikipedia, senza essersi informato, fa politica da irresponsabile dicendo grandi castronerie.

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IL TUNNEL DELLA GELMINI La frase del comunicato firmato dalla Gelmini recita così: “Alla costruzione del tunnel tra il Cern e i laboratori del gran sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile attorno ai 45 milioni di euro”. Crozza nell’introduzione di copertina della trasmissione Ballarò ha accusato la Gelmini di pensare che ci sia stato veramente un tunnel, come una tubatura, fra Ginevra e l’Abruzzo. Ha inoltre espresso la sua meraviglia nel come la Gelmini possa “sparare cifre a caso”, parlando di quei 45 milioni spesi per la costruzione di questo tunnel che in realtà non c’è. E fin qui sapevate tutto. Quello che non sapete è questo: - Esiste “un tunnel nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso". Così recita il comunicato del Miur, che parla appunto di “tunnel di protoni”. Perciò è vero che esiste un tunnel (così detto dal Miur, anche se non è fisicamente palpabile – ma questo non l’ha affermato nemmeno il comunicato firmato dalla Gelmini) attraverso il quale si genera un fascio di neutrini che raggiungono il Gran Sasso. Insomma attraverso il quale si svolge l’esperimento. - Per la costruzione delle infrastrutture di questo “tunnel”, sono realmente stati stanziati circa 45 milioni di euro. - Inoltre esiste anche un tunnel vero e proprio, come una sorta di tubatura insomma, lungo un chilometro, che va sotto terra e che è orientato verso il Gran Sasso. Dopo l’uso dell’acceleratore di particelle, in questo tunnel decadono i neutrini che vengono così indirizzati, attraverso di esso, fino al Gran Sasso. L’espressione del comunicato sul tunnel firmato dalla Gelmini può essere ambigua. Il comunicato è certamente scritto senza specificazioni di sorta né troppa cura per la precisione. Ma passare da qui ad insulti, richiesta di dimissioni e sfacciata derisione da parte di tutto il web è davvero un’esagerazione. I QUESITI REFERENDARI Abbiamo già trattato la questione del legittimo impedimento. Tratteremo altre questioni legate ai quesiti referendari del giugno 2011, perché speriamo ci si possa rendere conto di quanto poco si sia badato ai contenuti e quanto invece lo zelo anti-berlusconiano abbia sopraffatto il raziocinio che avrebbe invece dovuto condurre ad una discussione pacifica e costruttiva, anziché allo sbandieramento dei 4 SI come fossero un simbolo di liberazione dalla dittatura berlusconiana. BREVE RIFLESSIONE SUL NUCLEARE SENZA DEMAGOGIA Il PDL non ha una posizione ufficiale pro o contro il nucleare. Tuttavia vogliamo darvi alcuni dati che possono fare pensare. La maggior parte dei dati qui forniti sono tratti da un seminario tenuto da Chicco Testa, presidente di EVA, società che sviluppa e costruisce impianti idroelettrici e solari (e perciò avrebbe tutto l’interesse a promuovere le energie rinnovabili anziché il nucleare).

L’energia consumata nel mondo è quasi per il 70% prodotto con carbone o gas. Solo per l’inquinamento causato da tale produzione di energia elettrica vi sono nel mondo oltre 1 milione di morti all’anno.

I morti accertati per incidenti nucleari sono 68. I morti presunti secondo la stima ufficiale dell’ ONU sarebbero circa 4.000. Tutti gli incidenti nucleari sono avvenuti in centrali di vecchia generazione.

Solo in Italia per il disastro della diga del Vajont sono morte 1918 persone. Nel mondo per disastri analoghi sono morte in totale 194.000 persone circa. Le energie rinnovabili sarebbero dunque più sicure del nucleare?

Vent’anni fa l’energia rinnovabile contribuiva al 19,7% del soddisfacimento del mondo. Oggi contribuisce solamente al 19,9%. È cresciuta dello 0,2% soltanto, perché nonostante i grandi investimenti la più grande fonte di energia rinnovabile è l’idroelettrico, fonte ormai finita (tutto l’utilizzabile è stato utilizzato). Può essere davvero l’energia rinnovabile un’alternativa?

In Italia le spese in incentivi per l’energia rinnovabile fra il 2010 e il 2020 sono di 100 miliardi di euro: il 20% della nostra bolletta dell’energia elettrica. Il costo per la costruzione di una centrale nucleare è di circa 3 miliardi di euro (costo che, in Italia, si sarebbe assunto l’ENI). Una finanziaria come quella di Tremonti, che scatena grande putiferio mediatico, ammonta a circa 40 miliardi di euro.

I rifiuti radioattivi prodotti annualmente in tutto il mondo occupano il volume di uno stadio da pallacanestro (30 m x 30 m x 11 m). La maggior parte dei 34 Paesi con impianti nucleari ha per ora adottato la soluzione del deposito delle scorie presso gli impianti stessi in attesa di soluzioni più durature (fonte INSC)

La Germania ha chiuso le centrali nucleari di vecchia generazione. Di conseguenza ha aumentato le importazioni di energia elettrica dalla Francia, prodotta dalle centrali nucleari francesi. Insomma la Germania non può fare comunqnue a meno dell’energia prodotta col nucleare (come anche l’Italia: il nostro paese importa l’80% di tutta l’energia che gli serve). LA DEMAGOGIA e L’IPOCRISIA DELLA SINISTRA SUI REFERENDUM DELL’ “ACQUA PUBBLICA” - Le parole di Bersani nel 2008: “Sappiamo assolutamente che è un bene pubblico, l’acqua; aggiungiamo addirittura che le infrastrutture che la presidiano, la fanno passare, la governano, per avere una garanzia collettiva, sono di proprietà pubblica, sono comunali. Poi subentra il tema della gestione: come faccio a far perdere meno acqua? Che si depuri bene? Che si facciano investimenti in un modo sensato? Devo chiamare uno che è capace di fare quel mestiere lì. E’ tutto qua il tema”. Ecco che Bersani nel 2008 si esibisce in quello che nel referendum 2011 sarebbe un perfetto inno per il No. Ed è il segretario del PD, partito che assumeva - ufficialmente - la posizione dei 4 SI. Coerenza portami via! - 2006, disegno di Legge numero 772 per il “riordino dei servizi pubblici locali”. E' firmato dall'allora ministro per lo sviluppo economico Bersani e ministro delle infrastrutture Di Pietro (un altro sostenitore dei 4 SI). Tra le righe del disegno di legge, si capisce che il governo Prodi proponeva allora le stesse cose che chiedevano di abolire col SI al referendum:

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"L’esigenza di un nuovo approccio riformatore è accentuata dall'involuzione del processo di riforma registrata negli ultimi anni. Nella scorsa legislatura, infatti, la maggioranza di centrodestra, [...] ha operato un vero e proprio ritorno al passato, lasciando solamente come opzionale l’affidamento a gara del servizio." Avete capito bene: "solamente come opzionale l’affidamento a gara del servizio". Cioè per Bersani e Di Pietro altro che dover esser pubblica la gestione! Non doveva nemmeno prevedere la possibilità di NON essere affidata per concorso!! - Altrettanto ipocrita era la condanna verso chi, al referendum, intendeva astenersi dal voto. Infatti basta una breve ricerca e potete tutti trovare sul web un manifesto dei DS del 2003 per il referendum del 15 e 16 giugno, che dice a chiare lettere: “non votare un referendum inutile e sbagliato è un diritto di tutti: lavoratori e non”. Inoltre per chi afferma che “chi non vota a un referendum contravviene al suo dovere di cittadino”, è già pronta una risposta direttamente dai manuali di diritto costituzionale. Il voto referendario non è dovere civico poiché il referendum nel nostro ordinamento è solamente abrogativo (tranne quelli relativi agli enti locali e quello dell’art. 138): alcuni elettori possono chiedere agli altri se vogliono abrogare una norma già approvata dal Parlamento. Sarebbe quindi assurdo pretendere che tutti gli elettori siano tenuti a ripresentarsi nuovamente alle urne per dichiarare che quanto approvato dai loro rappresentanti va bene. Non hanno nessun “dovere” di “ratifica”. Solo chi non condivide la norma (e la vuole, appunto, abrogare) ha l’interesse di andare a votare. Proprio per questo è prevista la “doppia soglia” di consenso per poter raggiungere lo scopo dell’abrogazione: 1) il raggiungimento della maggioranza degli aventi diritto 2) il raggiungimento della maggioranza dei voti validamente espressi. Insomma il referendum sull’ “acqua pubblica” è stato un altro caso notevole di pura ipocrisia e demagogia che ha portato gli italiani a votare contro ogni razionalità. Qualcuno tra le fila del PD ha avuto abbastanza buonsenso da non conformarsi, come il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che ha votato NO al referendum sull’acqua. Ma vogliamo fornirvi alcune informazioni in concreto sui contenuti del tema, almeno per chi ancora non avesse le idee chiare sulla questione: Chi vuole l'acqua gratis può prenderla dal fiume, è gratis ed è per tutti. Ma se qualcuno la vuole nel proprio rubinetto di casa, trattata, a una certa temperatura, è necessario che qualcuno faccia il lavoro di depurare l’acqua, scavare l'acquedotto, mettere i tubi nelle case, ecc. Chi fa questo lavoro dovrà pure essere pagato. Se lo paga lo stato, lo paghiamo tutti di tasca nostra, e se anche i costi non risultano dalla bolletta dell'acqua, ci vengono prelevati dalle imposte generali. Se invece la gestione (e solo la gestione, perché l'acquedotto e gli impianti sono sempre rigorosamente pubblici) va nelle mani del privato tramite concorsi pubblici (anziché attraverso i sistemi di parentopoli degli enti locali), si hanno diversi vantaggi, che erano previsti appunto dalla Legge Ronchi (abrogata col referendum): 1 trasparenza: si sa chi ha vinto il concorso, chi è il responsabile della gestione. Mentre senza Legge Ronchi l'autorità garante è il comune, cioè la stessa che designa il gestore della distribuzione dell'acqua. Questo comporta un forte rischio parentopoli e poca trasparenza. La legge Ronchi infatti stabiliva criteri per concorso pubblico, trasparenza e antiparentopoli (no gestioni a parenti fino al quarto grado). E non solo per l’acqua, ma per tutti i servizi pubblici a rilevanza economica (eccetto farmacie, ferrovie, gas, elettricità), perciò con il Si all'abrogazione si è lasciato anche un buco legislativo per altri servizi oltre all'acqua! 2 Il decreto Ronchi prevedeva che se gli enti pubblici di gestione dell'acqua riuscivano garantire qualità del servizio (attraverso diversi parametri), potevano non essere rimpiazzati da gestori privati 3 Questo è un punto fondamentale: "La legge Ronchi lasciava piena libertà ai comuni di poter dare, senza alcun concorso pubblico, la gestione degli impianti a una società pubblica." Il comune era tenuto a chiedere un parere all'antitrust, il cui verdetto però non era vincolante. Perciò il comune, e quindi i cittadini, potevano affidare direttamente il controllo dell'acquedotto alla società pubblica senza alcun problema! 4 E’ ormai noto che il privato (è il solito paradigma USA/URSS) gestisce meglio e con maggiore interesse per l'azienda (mentre il gestore pubblico non virtuoso può essere interessato esclusivamente al suo stipendio personale). Oggi 1/3 dei litri utilizzati vengono persi, per la cattiva gestione dell'impianto pubblico, perché nessuno reinveste. Con la gestione privata questo può cambiare. 5 I prezzi dell'acqua con gestori privati possono eventualmente aumentare di poco per i reinvestimenti iniziali, ma una volta toppate le falle (1/3 litri vengono oggi persi) sono più efficienti e i prezzi si abbassano. Poi le autorità garanti degli enti pubblici, l'antitrust e la libera concorrenza regolano il mercato e i costi. Infine la bolletta andrà a corrispondere a tutto quello che si pagare per l'acqua, senza costi nascosti delle imposte generali (si ricorda poi che già prima della legge Ronchi era possibile che i privati gestissero gli impianti, numerosi erano già gli esempi in Italia) 7 Nell'unione europea -alle cui norme abbiamo dovuto conformarci con la legge Ronchi- saranno tutti malvagi come Berlusconi a volerci togliere l'acqua a noi poveretti? 8 Ipotizziamo uno scenario apocalittico: 2050, l'acqua sta finendo in tutto il mondo. L'Italia continua a impostare un prezzo surreale per garantire a tutti i cittadini l'acqua a basso prezzo. I cittadini sprecano l'acqua, la utilizzano come vogliono, non chiudono i rubinetti mentre si lavano i denti, senza accorgersi del danno che stanno provocando col loro sperpero: tanto la bolletta dell'acqua non sale! E l'Italia si indebita. Il disastro è ecologico oltre che economico. E' una questione di responsabilità e irresponsabilità, non di privato e pubblico! LETTERA DI MAGGI Lettera di Lorenzo Maggi a "il Cittadino", Lodi 21/10/2011 STIAMO SCHERZANDO?

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Caro direttore, credo che a tutto ci sia un limite. L’antiberlusconismo in Italia e a Lodi è pienamente legittimo, ma non dovrebbe portare a farneticazioni e a dichiarazioni che definire deliranti è poco. Ho letto la lettera di Gianni Saccani di Lodi Vecchio in cui si cercano di capire le ragioni degli “Indignados” italiani, descrivendoli sostanzialmente come degli utopisti innocenti che chiedono “cose sacrosante, forse sin troppo cariche di buon senso”. Saccani riporta alcune affermazioni di questi novelli rivoluzionari: “le foreste non vanno abbattute” (mentre naturalmente noi sporchi liberisti di destra siamo a favore delle ruspe nella foresta amazzonica…), “l’aria non và inquinata” (invece noi berlusconiani siamo dei fan del monossido di carbonio…), “le banche non devono truffare i loro clienti e ingrassare sulla truffa” (ma davvero?), ecc. E magari, aggiungo io, pensano anche che essere ricchi sia meglio che essere poveri, che avere un lavoro sia meglio che essere disoccupati, che si stava meglio quando si stava peggio e che non ci sono più le mezze stagioni. Siamo seri! Questa è una banalizzazione delle idee di un movimento che non è nient’altro che una riedizione ciclica dell’anticapitalismo di sinistra e che propone cose per nulla di buon senso, esposte in slogan come “Non ripaghiamo il debito” o “Dichiariamo default”. Il tutto promosso utilizzando metodi poco ortodossi come la tentata occupazione violenta della sede bolognese della Banca d’Italia o l’imbrattamento e danneggiamento della sede milanese della banca d’affari Goldman Sachs. Niente di nuovo sotto il sole, siamo di fronte ai soliti rivoluzionari anticapitalisti che un giorno finiranno a lavorare in banca. Sarebbe bello però essere certi che essi condividano anche i seguenti concetti: non esiste un diritto alla rabbia, non esiste il diritto di sfasciare auto e vetrine di persone incolpevoli, che in questo modo subiscono rilevanti danni economici affinché i nostri novelli Che Guevara possano sfogare le loro frustrazioni. Ma soprattutto mi piacerebbe che concordassimo sul fatto che le manifestazioni devono essere pacifiche e non violente e che i poliziotti e i carabinieri non sono il nemico da combattere, ma persone che per uno stipendio esiguo difendono l’ordine pubblico mettendo a repentaglio la loro incolumità fisica. Spesso invece le risposte che vengono date al riguardo sono di questo tipo: “La vera violenza è quella del governo che taglia i fondi pubblici, della finanza, delle banche d’affari, della speculazione internazionale, della BCE…”. Siamo passati dalle accuse alle multinazionali da parte dei “no global” dei primi anni ‘2000 a quelle nei confronti della finanza da parte degli “indignati” di oggi, ma sempre di anticapitalisti livorosi si tratta. A questi ragazzi e a questi signori andrebbe insegnato il rispetto delle opinioni diverse dalle proprie. Per capire invece il loro livello di tolleranza, basta vedere il video sul trattamento riservato in piazza dai manifestanti “pacifici” – non dai “Black Block”, si badi bene – a Marco Pannella: insulti di ogni tipo e sputi in faccia (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/16/ci-hai-tradito-accoglienza-amara-per-marco-pannella-al-corteo-degli-indignati/164227/). E tutto questo nei confronti non di un pericoloso destrorso, ma di una persona che ha speso tutta la sua vita a lottare per i diritti civili, facendo della nonviolenza e della lotta gandhiana una pratica mai rinnegata negli anni. Ma il livello di odio è ormai tale che bisogna reagire così perché i deputati radicali sono entrati in aula, votando poi CONTRO la fiducia al governo, non condividendo la decisione del resto dell’opposizione di stare invece sull’Aventino. Stiamo parlando quindi di gente che ha individuato il nemico da abbattere con ogni mezzo e non l’avversario da contrastare con i mezzi della democrazia liberale. E in tutto questo clima cosa arriva a scrivere il responsabile provinciale del settore “Economia e lavoro” del Pd lodigiano Gianni Saccani? Queste farneticanti parole: tutto ciò “lascia supporre che dietro ai Black Block vi sia una regia occulta che ha tutto l’interesse a scatenare disordini in occasione di manifestazioni pacifiche… Una regia che probabilmente si colloca vicino al Governo in carica, che più di ogni altro ha bisogno di depotenziare la protesta che cresce”. Caro Saccani lei sta scherzando vero? Lei ha davvero scritto che ci sono complicità istituzionali tra esponenti vicini al governo e i Black Block? Ma si rende conto di quello che dice? Si rende conto di stare soffiando sul fuoco? Ma lo sa che se io credessi a una simile affermazione surreale, e fossi uno dei tantissimi manifestanti a cui è stato impedito di esprimere le proprie ragioni da questi delinquenti incappucciati, inizierei a prendere in seria considerazione la lotta armata? Perché se ci fosse davvero un governo, o come dice lei un ambiente “vicino al Governo in carica” che copre, agevola, o addirittura organizza queste vere e proprie espressioni di guerriglia urbana, allora l’unica strada sarebbe davvero la rivoluzione. Visto il ruolo che Saccani ricopre, rivolgo quindi un appello al Segretario Provinciale del Partito Democratico Mauro Soldati: al posto di occuparsi delle regole congressuali del Pdl, ci dica se intende prendere le distanze da queste gravissime affermazioni di un membro del direttivo provinciale del suo partito. Ci faccia sapere se le parole di Saccani rappresentano le idee del Pd in merito. Dopo di che, mi piacerebbe davvero sapere dove sono finiti i moderati del Partito Democratico a Lodi e dove sono i riformisti lodigiani del centrosinistra. Come direbbero i latini “Mala tempora currunt”… LORENZO MAGGI CAPOGRUPPO PDL CONSIGLIO COMUNALE LODI [email protected]

(Aggiunta successiva 2013) IL PROGRESSO POLITICO ITALIANO:

Scritto all’indomani delle elezioni 2013

Secondo me il popolo italiano non è affatto immaturo. Le sue scelte non sono state così irrazionali, se non in piccola parte.Tutto

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sommato l'Italia, a mio avviso, ha sempre visto un progresso. Negli anni '80 c'è stato un incremento incredibile del debito pubblico

in rapporto al PIL, eravamo molto più inefficienti. Ma poi abbiamo avuto grandi e continui cambiamenti. Sappiamo che nel 2008-

2011 c'è stata la crisi economica più grave del dopoguerra, perciò è normale che abbiamo avuto alcuni anni di arresto e recessione,

come lo ha avuto tutto il mondo. In particolare in europa c'è un problema di politica monetaria che va ancora risolto, perciò tutte le

nazioni europee hanno risentito clamorosamente della crisi più a lungo dei paesi extraeuropei. Nello stesso periodo in cui in Italia lo

spread ha toccato il picco sopra i 500, in Francia era cresciuto del 400% (in proporzione molto più che in italia, anche se, dato che

partiva da un punto molto più basso, non è certo arrivata a quota 500). Spagna, Portogallo, Grecia un disastro totale. Ma

escludendo questa crisi internazionale enorme, in italia dal 94 al 2007, a prescindere da chi ha governato (e hanno governato a

metà destra e metà sinistra) abbiamo sempre fatto progressi. Dal 94 al 2007 il debito/pil è sceso continuamente, la disoccupazione

e l'inflazione sono diminuite.Tutti gli indicatori economici (debito, pil, inflazione, disoccupazione) sono

migliorati.http://it.wikipedia.org/wiki/Dati_macroeconomici_italiani L'italia in questi ultimi anni ha smesso di aumentare l'indice

debito/pil e in fatto di avanzi primari è fra i più virtuosi dell'eurozona. Lo spread è sceso tantissimo (negli anni 90 stava a 400 con

punte di 700!!!).

In particolare osserviamo i dati 2001-2006 sotto il primo governo Berlusconi:

- Il PIL pro capite è cresciuto del 14% (e il PIL del 17%)

- La disoccupazione è passata da 9,1% a 6,8% (circa 1.560.000 nuovi posti lavoro)

. Il debito/PIL è passato dal 108,17 al 106,10

L’italia è anche più ricca perché la tecnologia ci ha portato grandi passi avanti. Secondo me molti di noi possono accorgersi che il

nostro tenore di vita è migliorato sostanzialmente da allora. Per fare esempi banali, c'è internet e la telefonia. Moltissimi, se lo

vogliono, hanno la possibilità di vestire molto bene e di marca, tantissimi hanno iphone dal valore di 500 euro. Abbiamo tutti il

computer, magari più di una tv in casa (magari con canali a pagamento). Quasi tutti ci permettiamo dei viaggi, anche all'estero.

Insomma, sono tutti costi in più che sosteniamo oggi e una volta non sostenevamo e, almeno per quanto riguarda chi ha lavoro,

sembra che siamo in grado di sostenerli senza troppi problemi. E se qualcuno volesse fare facile ironia dicendo che questo discorso

vale per chi lavora, ma ormai nessuno più ha lavoro e molti rischiano di perderlo, allora basti pensare che la disoccupazione fino al

1999 era alta quanto ora! Insomma, c’è la crisi, ma rispetto al passato (non immediato, per carità, ma l’economia è ciclica, si sa),

non si è fatto altro che migliorare, sotto tutti i punti di vista. Per aggiungere qualcosa, pensiamo al fatto che i maschi non fanno più

il servizio militare (grazie Silvio), ci sono semplici norme civili che secondo me hanno migliorato molto il nostro paese nelle piccole

cose, come ad esempio lo stop al fumo nei locali pubblici. Pensate alla sala d'attesa di un aeroporto piena di fumo.. (grazie Silvio).

Inoltre penso che il messaggio della "politica del fare" sia passato finalmente, anche a livello locale. E ora si sollevano anche temi

importanti a livello nazionale in economia. La mafia ha subito duri colpi, nonostante sia ancora forte. Ci lamentiamo dei politici

corrotti, ma almeno oggi vengono beccati i corrotti! (o qualcuno quantomeno). Negli anni '70-'80 certe pratiche quasi non erano

nemmeno considerate un reato, essendo la prassi. Ah, a proposito, qualcuno mi aveva chiesto sul fatidico milione di occupati in più

di Berlusconi... dal link che vi ho passato sui dati macroeconomici, potete verificare che nel 2000 la disoccupazione stava al 10,1%,

mentre nel 2006, finito il primo governo Berlusconi, al 6,8%. Molti miglioramenti sono attribuibili all'ingresso nell'UE, molti altri ai

governi di Silvio Berlusconi.

Tutto questo per dire: non siamo pessimisti, l'Italia ha fatto bene seppur poteva fare meglio, ma continuerà a fare meglio. Ora c'è

un problema a livello europeo da sistemare, ma riusciremo a passarci sopra. Negli ultimi 20 anni il popolo italiano evidentemente

non ha fatto questi gran disastri col suo voto. L'Italia negli anni '90 (governi tecnici e di sinistra) è riuscita a farsi ammettere

nell'euro, ha fatto progressi, l'Italia di Berlusconi altrettanto. Non c'è dubbio che anche io penso che il popolo spesso abbia

sbagliato, per ignoranza, o inseguendo derive populistiche. Mi vengono in mente ora principalmente 3 punti:1. abolizione mediante

referendum della riforma costituzionale fatta da Berlusconi nel 2005, che tagliava via un gran bel numero di parlamentari, rendeva

il paese più più governabile, un premierato più forte (quindi nient'altro che più accountability e meno scuse per chi non riesce a

fare quel che deve; niente a che vedere con la tanto paventata dittatura berlusconiana) procedure più svelte a camera e senato con

finalmente lo stop al bicameralismo perfetto e le sue terribili ed inutili lungaggini. E poi dicono che le cose Silvio non le ha fatte.. se

gliele leviamo noi col referendum!2. abolizione da parte del governo prodi della buona riforma delle pensioni fatta da pdl e lega

(nel suo ultimo governo Berlusconi l'ha dovuta rifare di nuovo! xD).3. Voto referendario contrario al nucleare. E in generale ho

molto da ridire, come scritto ampiamente nel mio "vademecum di conversazione politica" fra le mie note fb, su quei fatidici 4 SI su

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cui il PD batté a testa bassa, senza guardare al merito delle faccende (eccetto pochi come Renzi che si dissociò dalla linea ufficiale

del partito).Questi sono errori, ma non si può avere tutto e un popolo perfettamente razionale, e di certo negli altri paesi la

situazione non è diversa. Siamo noi a dar prova di continuo autolesionismo come se avessimo una strana mania nel mostrare di

essere depressi.

Passiamo al dunque, all'analisi del voto di questi giorni. Il popolo italiano indubbiamente ha alcune buone ragioni per non volere

Berlusconi: quella principale è semplicemente il fatto che la sua sola presenza provoca conflitto fra le parti. Su di sé attira così tanto

odio che la gente guarda ciecamente allo scontro fra le due parti senza pensare a qualcosa di costruttivo. In particolare, la sinistra

non propone niente che non sia "no a Berlusconi" (Renzi l'ha capito e avrebbe cambiato le cose. Saremo tutti più contenti quando

sarà lui a guidare la sinistra italiana). Dall'altro lato, Berlusconi ha addosso gente che lo vuole morto o in carcere, e di conseguenza

gli è comprensibilmente più difficile governare e dialogare in modo sereno e costruttivo.La gente ha anche però buone ragioni per

votare Berlusconi, io e le mie argomentazioni (purtroppo ne ho a fiumi, rimando sempre al mio "vademecum" fra le note fb) ne

siamo la prova vivente.Quando il popolo italiano non ha scelto, abbiamo avuto il governo peggiore. Anche io in parte, agli inizi, ho

pensato che Monti avrebbe potuto fare qualcosa di buono (specie avendo il sostegno di tutto il parlamento), e pensavo che

l'austerità potesse essere una parte della soluzione. Purtroppo però è peggiorato tutto, TUTTI gli indicatori economici. Compresa la

media dello spread, che è persino aumentata rispetto agli ultimissimi mesi del governo Berlusconi! (cercate online, o chiedete a me

via messaggio privato, la tabella con la serie storica dello spread!). E' aumentato il debito pubblico di 80 miliardi, il Pil diminuito

drasticamente, la disoccupazione aumentata, più di 300.000 imprese chiuse. Ma deve arrivare ancora il più bello: sotto Monti il

gettito ricavato dalle imposte è stato minore rispetto all'anno precedente! Questa è la più grande disfatta di un governo che ha

tassato tutto e tutti per risparmiare di più... e l'esito è stato il contrario! ovvero guadagnare meno dalle tasse! Imprese chiuse,

gente più povera, ergo meno ricavi anche per il governo... impoverendo tutto e tutti!Tornando alle scelte dell'elettorato italiano...

in ultima analisi, la gente ha anche buone ragioni persino per votare Grillo. Ebbene, la macchina della politica (come quella

burocratica)comporta alti costi, eccessivi. La corruzione anche, e tante cose che vengono dette rimangono solo dette, tante parole

senza fatti. Si, c'è stato continuo miglioramento, ma la gente vuole qualcosa di più, specie ora che quel miglioramento si è fermato,

a causa di questa crisi internazionale e dell'ultimo anno di governo. Il voto per Grillo esprime questa voglai di cambiare. E' un voto

emotivo che vuole grandi cose e subito. Grillo le semplifica fino a farle diventare grottesche, basta leggere il suo programma, ma lo

sa persino molta gente che lo ha votato (ho diverse testimonianze personali). Molti hanno espresso il proprio voto solo per dare

una spinta. Ora i grillini sono in parlamento e "verrano fuori", la gente si accorgerà di quello che possono e non possono fare, di chi

sono, come pensano, cosa faranno. Conosco diversi grillini e sono tutti più ragionevoli di Grillo. Mattia Calise per esempio, che

conosco bene e frequenta (per quel che può, dopo che è stato eletto) spo unimi, è una persona assolutamente moderata. Pur non

essendo particolarmente brillante, è un ragazzo sereno, con un grande senso di responsabilità sociale, è disponibile al dialogo con

tutti e non è un rivoluzionario che vuole stravolgere di punto in bianco tutto quanto senza cognizione di causa. E lui è stato scelto

come candidato consigliere a Milano proprio fra i grillini. Se hanno scelto lui piuttosto che un urlatore di popoli forse non sono

persone così irragionevoli. Aspettiamo e vediamo come sono gli altri. Scopriremo che se i grillini non si mostreranno moderati come

dovrebbero, alla prossima tornata elettorale probabilmente il popolo italiano voterà qualcosa di più serio. Nel frattempo, sono

fiducioso che anche da questa situazione di instabilità politica qualcosa salterà fuori. Ci sono tanti cervelli che ci stanno lavorando

su... abbiamo speranza ; )

CONVERSAZIONI CON “ANTIBERLUSCONIANI-TIPO”

Di seguito la questione sollevate da un anti-berlusconiano medio dopo aver letto il mio intervento precedente:

Ti sei dimenticato diverse cose, quando hai scritto che il popolo italiano ha buoni motivi per essere contrario a Berlusconi. Io baso la

mia avversione su FATTI e considerazioni oggettive: Silvio ha depotenziato al massimo il reato di falso in bilancio e i reati anti

corruzione e riciclaggio; Silvio si è lamentato per anni dell'ingovernabilità di questo paese (peraltro a ragione) e poi ha creato la

peggiore legge elettorale mai inventata in Italia, con l'unico scopo di non fare governare gli altri; Silvio ha fatto aumentare (dati alla

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mano) il debito pubblico nei suoi anni di governo molto più di tutti gli altri e lo stesso ha fatto con la pressione fiscale (e ne

paghiamo ancora le conseguenze); Silvio ha sempre promesso liberalizzazioni enormi e le uniche conseguite le dobbiamo

paradossalmente a Bersani; Silvio ha monopolizzato il dibattito parlamentare e pubblico sul Lodo Alfano, del quale ai cittadini non

importava nulla, nell'anno peggiore della crisi finanziaria; Silvio ha inserito nelle sue liste nazionali e regionali decine di starlette,

persone poco chiare e palesi incompetenti (e la massa di recenti scandali lo prova); Silvio ha sistematicamente demolito ogni forma

di rispetto pubblico per la legalità, attaccando chiunque in maniera assolutamente non costruttiva, dal csm,alla corte costituzionale,

passando per il presidente della Repubblica; Silvio non ha dimostrato il minimo rispetto per le donne, né pubblico né privato; Silvio

ha umiliato l'Italia all'esterno, non solo con le sue figuracce, ma anche con gli indecenti tributi a Gheddafi (un conto sono gli affari,

un altro la dignità nazionale); Silvio ha sostenuto una campagna elettorale, basate su condoni di ogni sorta e lotta alla lotta contro

l'evasione; Silvio ha fatto condoni di ogni sorta. Senza dimenticare gli innumerevoli processi in cui è imputato, di cui si spera che

qualcuno vada a sentenza (perchè, grazie alle norme ad personam volute Berlusconi, è quasi sempre riuscito a non andare a

sentenza).Quindi, per favore, ricordiamo tutte queste cose, ma soprattutto una: che Silvio Berlusconi è tutto ciò che un cittadino

onesto di un società civile combatte e deve combattere.

LE MIE RISPOSTE:

Mi chiedo come mai gente brillante negli studi, compresa filosofia (così mi hanno detto di te), poi non riesce a raggiungere un

"metodo" valido anche nel ragionamento politico. Piano piano ti mostrerò dove sbagli e chi è onesto intellettualmente non può che

darmi ragione. Ma vediamo punto per punto.

1 "Silvio ha depotenziato al massimo il reato di falso in bilancio e i reati anti corruzione e riciclaggio". Per quanto riguarda

depenalizzazione di reati anti-corruzione e riciclaggio, penso che ti sia inventato la cosa adesso. Pretendo almeno una citazione di

una legge, un link, qualsiasi cosa.. ma detto così, mi spiace non va bene. Non c'è metodo!Per quanto riguarda il falso in bilancio:la

"depenalizzazione" non è realmente tale, il falso in bilancio è ancora fatto penale. Con la nuova legislazione è stato semplicemente

previsto che la sanzione di reclusione da uno a 5 anni sia modificata con l'arresto fino a due anni. IRimane un reato. La minor

sanzione penale, affiancata da UN AGGRAVAMENTO DELLA SANZIONE AMMINISTRATIVA (vedi l'articolo 3 del Dgls 61/2002 a

questo link http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idCat=457&idArt=4416) vede la sua ratio legis nel limitare ai casi

realmente gravi l'intervento penale e colpire direttamente il patrimonio del reo. La procedura parlamentare per arrivare a questa

legge fra l'altro non ha inizio con Berlusconi ma col governo Amato precedente.

2 "Silvio ha creato la peggiore legge elettorale mai inventata in Italia, con l'unico scopo di non fare governare gli altri".Penso che tu

nemmeno sappia cosa prevede la nostra legge elettorale se dici queste cose. Parli, come tutti, per sentito dire. Né indubbiamente

hai idea di quali siano state nella storia le altre leggi elettorali (a maggior ragione non diresti assolutamente che questa è la

peggiore). Intanto ti spiego cosa prevede e anche il motivo per cui si può dire di tutto ma non che abbia lo scopo di non far

governare!!Questa legge elettorale dà un premio di maggioranza.. ENORME! E' fatta apposta per permettere alla forza politica che

vince di governare!!!!! Niente a che vedere col passato sistema proporzionale. Hai un'esempio lampante davanti: destra e sinistra

in queste elezioni sono arrivate a 29% pari e per solo qualche decimo di punto Bersani ha guadagnato ben il 55% di seggi alla

camera!! Col metodo che avevamo prima, avrebbero preso entrambi gli schieramenti lo stesso numero di seggi e la situazione

sarebbe stata mille volte più instabile! Il premio di maggioranza al senato è su base regionale, ovvero in ogni regione chi vince

prende il 55% dei seggi che quella regione porta in parlamento. Se volessimo avere un parlamento con senato e camera ancor

meno rappresentativi di adesso (mentre il proporzionale era il metodo più rappresentativo) certo si potrebbe portare il 55% su base

nazionale anche al senato, e garantire più governabilità anche lì. Ma per ora il nostro sistema elettorale evidentemente non

prevede che chi arriva a 29 pari debba governare da solo, ottenendo il 55% sia a camera che senato. Si potrebbe fare, ma di certo

non è colpa di Berlusconi se non è così, prima non lo era di certo, anzi prima c'era molta meno governabilità! Si può criticare questo

sistema per la scarsa rappresentatività, ma non per la governabilità. Berlusconi ha voluto un sistema bipolare perché si garantisse al

massimo la governabilità, ha fatto la riforma costituzionale (poi bocciata dal referendum) per lo stesso motivo. Tutto si può dire

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meno che abbia tentato di rendere l'Italia più governabile. E' stato anche l'unico a governare per 5 anni. Tutti gli altri governi dal

dopoguerra ad adesso non ne hanno raggiunti più di 2!

3 "Silvio ha fatto aumentare (dati alla mano) il debito pubblico nei suoi anni di governo molto più di tutti gli altri".Mi spiace ma o sei

disonesto o hai dei dati sbagliati. Il link che ho dato nel mio post iniziale è a prova di scemo... ma se un disegnino può aiutare, scrivi

"grafico serie storica debito pubblico italiano" su google immagini. Controlla sia il debito pubblico che il debito/pil.

4 "Silvio ha aumentato la pressione fiscale"?? PROVAMELO! Io ti elenco qui le varie riduzioni di tasse fatte dai governi Berlusconi:

Abolizione dell'ICI (tranne che sulle case di lusso anche se prima abitazione). Prima riduzione delle tasse per i redditi fino a 25.000

euro (legge finanziaria per il 2003).Seconda riduzione delle tasse per redditi fino a 48.000 euro (legge finanziaria per il

2005).Riduzione dal numero delle aliquote Irpef: 12,5 milioni di cittadini non pagano più imposte sul reddito e 31,1 milioni di

persone ne pagano di meno (http://2001-2006.governoberlusconi.it/fisco_esempi.htm)Introduzione della no tax area: 7.500 euro

per i redditi da lavoro dipendente; 7.000 euro per i pensionati; 4.500 euro per lavoratori autonomi e imprenditori3.000 euro per chi

è titolare solo di altri redditi (legge finanziaria per il 2003).Eliminazione tassa di successione (legge 383 ottobre 2001).Abolizione

tassa sulle donazioni (legge 383 ottobre 2001).Detassazione degli straordinari: A partire da luglio 2008 la tassazione di questi

importi è stata portata al 10%, per i redditi fino a 40.000 euro.

5 "le uniche liberalizzazioni conseguite le dobbiamo a Bersani"? Bene al decreto Bersani del 2007, ma non è vero che il governo

Berlusconi non ha fatto niente. Nel 2011 per esempio ha snellito tutto il farraginoso meccanismo burocratico cancellando ben

411.298 leggi e provvedimenti inutili. Poi da un certo punto di vista questa tua critica è l'unica che regge, Berlusconi in effetti ha

sempre detto che "l'unica sua colpa" è quella di non essere riuscito a fare la vera rivoluzione liberale che aveva in testa.

6 Silvio ha monopolizzato il dibattito parlamentare sul lodo alfano? Ok, questa volta non confuto direttamente, pretendo un'altra

cosa: voglio la prova. Ora per prima cosa dimmi cosa significa "monopolizzare il dibattito parlamentare" e poi provami che Silvio ha

effettivamente "monopolizzato il dibattito parlamentare" sul lodo alfano. Forse dovrai fare un calcolo di giorni, minuti passati a

parlare del lodo alfano. Dovrai anche andare a verificare la durata e il numero delle varie "question time" svolte in parlamento che

riguardano il lodo alfano, e quanto tempo e spazio nell'agenda hanno influito le votazioni su di esso. Inoltre, ovviamente, dovrai

verificare se queste "question time" e interventi parlamentari provengono da esponenti di destra o di sinistra. Non ne ho idea, ma a

sensazione penso che vengano tutte da sinistra, eccetto ovviamente le risposte che necessariamente l'interpellato deve dare come

previsto dal regolamento parlamentare. Silvio non avrebbe mai avuto ragioni per tirare in ballo la questione in parlamento, avendo

la maggioranza, l'avrebbe fatto votare e punto. E' la sinistra che ha tirato su un casino della madonna fino alla bocciatura da parte

della corte costituzionale.Smettiamola di parlare "a sensazioni" o "per sentito dire". Ci vuole metodo, razionalità, onestà

intellettuale e soprattutto tanto studio e documentazione, per parlare di politica e convincere. Infine, per quanto riguarda la ratio

legis sul lodo alfano in sé (immunità alle prime 4 cariche dello stato), ti rimando a questo mio scritto:

http://www.facebook.com/notes/alberto-de-luigi/vademecum-di-conversazione-politica-gli-anni-di-silvio-berlusconi-2-

parte/321496354546916E' solo la prima parte, giusto una 30ina di righe (ma distribuite sulla paginetta a metà di Fb) quindi

accessibile a chiunque.

7 la massa di recenti scandali coinvolge chiunque, destra e sinistra. E non è Silvio a decidere personalmente i candidati in tutta

italia. Ci sono incompetenti ovunque, destra sinistra centro grillini e chi più ne ha più ne metta. Quindi è inutile prendersela con una

Minetti a caso solo perché, oltre a essere (almeno per sentito dire) incompetente, come migliaia di altri, ha anche due gran bocce.

Questa è discriminazione sessuale bella e buona. Se alla gente piace insultare, o quantomeno lamentare l'incompetenza dei politici,

lo faccia con "giustizia ed equità"!

9 Silvio ha attaccato "chiunque in maniera assolutamente non costruttiva, dal csm,alla corte costituzionale, passando per il

presidente della Repubblica"Con esclusione del presidente della repubblica, è vero che ha attaccato csm, corte costituzionale, ecc.

(anche se riferendosi a chi la rappresenta, non l'istituzione in sé ovviamente). E ha avuto le sue ottime ragioni per farlo. Questo non

significa affatto (e se si, sono curioso di sapere come, siccome sei filosofo) che abbia demolito ogni rispetto per la legalità. Questa è

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ancora un'altra affermazione nebulosa e astratta. Non posso replicare contro le tue sensazioni soggettive, se non mi dai materia

per comprendere il motivo per cui le sostieni.

10 "Silvio non ha dimostrato il minimo rispetto per le donne, né pubblico né privato."Sono curioso di sapere quale sia la politica di

Silvio che non ha rispettato le donne. Altresì, sono curioso di sapere quale sia il suo comportamento privato che non le ha

rispettate. Non sto scherzando. Fammi un'esempio per entrambi i casi. Se parli del "lei viene? quanto viene?" allora siam messi

bene, se la gente si aggrappa a queste cose per dare giudizi politici.

11 "Silvio ha umiliato l'Italia all'esterno, non solo con le sue figuracce, ma anche con gli indecenti tributi a Gheddafi (un conto sono

gli affari, un altro la dignità nazionale)".Figuracce all'estero? Quali? La questione Schulz? O l'attesa della Merkel? O

cos'altro?Berlusconi a livello internazionale si può vantare di vari grandissimi risultati, come l'accordo Nato-russia, che ormai è un

riconoscimento che nemmeno il suo più accanito avversario si permetterebbe di negargli; oppure la faccenda del premier turco

Erdogan (la famosa telefonata mentre, GIUSTAMENTE, la Merkel attendeva Silvio) per l'elezione di Rasmussen. Sono entrambi

esempi della posizione da protagonista di Silvio a livello internazionale. Per quanto riguarda più strettamente l'Ue, sappiamo che fra

molti Silvio non è certo ben visto, e se fa politiche nell'interesse dell'italia piuttosto che della germania, è normale che non sia ben

visto dalla germania. Non ha di sicuro la simpatia di Schulz, che si permise, ai tempi, di fare un intervento incredibilmente

aggressivo e ironico, (paragonando maldini e del piero ai nostri politici) denigrando l'intero paese che ha scelto democraticamente

il proprio governo ("lei, signor presidente, non è responsabile del quoziente intellettivo dei suoi ministri") e, persino, tirando in

ballo il processo per mafia contro Berlusconi e Dell'Utri. Si meritava una risposta quantomeno ironica da parte di Silvio! E in ogni

caso i membri della sinistra tedesca (spd e vari) sono proprio degli impertinenti, ha fatto benissimo Napolitano a cancellare

l'incontro del presidente dell'spd per le sue dichiarazioni sui clown italiani! Forse dovremmo ricordare noi a loro che clown hanno

avuto, negli anni '30-'40! Stessero zitti questi crucchi...!Ad ogni modo, se poi dai media italiani venisse fuori un'immagine diversa

del presidente, anziché dipingerlo in maniera grottesca e caricaturale mediante tutto quello che possa abbatterne l'immagine (fra

calunnie, falsità, satira che è quasi propaganda e, soprattutto, intercettazioni ILLEGALMENTE uscite dalle procure), gli altri capi di

stato starebbero ben attenti a lanciarsi sguardi furbetti. Se non avessero la sensazione che Berlusconi è considerato una macchietta

proprio all'interno del nostro stesso paese, non si lascerebbero certo andare ad espressioni che, in quel caso, dovrebbero far

infuriare l'intera nazione. Purtroppo in italia il premier può essere denigrato e sbeffeggiato in tutti i modi. Se negli USA (ma anche in

Francia) un'intercettazione riguardante un politico (tantopiù il presidente) illegalmente uscisse da una procura, magistratura e

giornalista avrebbero i servizi segreti in casa. Figurati se la procura si permettesse solo di intercettare il presidente. Poi,

probabilmente, a un giornalista americano non verrebbe nemmeno mai in mente di perseguire l'instabilità politica, mettendo in

cattiva luce sotto i riflettori mondiali il proprio presidente, soprattutto mediante mezzi così meschini e riguardanti la sfera privata.

All'estero conoscono il rispetto per le istituzioni, e per il proprio Paese. In italia invece le intercettazioni che legalmente non

potremmo ascoltare le sentiamo ovunque. Abbiamo ogni telefonata di Silvio a partire dagli anni '80. Provare per credere, scrivi

"Berlusconi Dell'Utri 1986" su youtube. Ah, tanto che ci siete, avrete già qualche dato per capire perché la faccenda di Mangano è

una bufala gigantesca. Nel frattempo, chiediti anche il perché del fatto che, nonostante abbiamo qualunque telefonata di Silvio,

nessuna procura, nonostante 100 indagini e 20 processi, sia riuscita a incastrarlo. Se hai davvero le prove, prima della prescrizione

ci arrivi alla condanna. Ma tornando alle intercettazioni... Beh, qui in Italia, cosa si fa? Indagini sulle procure che rilasciano

intercettazioni, o forse si indaga sul perché sappiamo tutto di ogni indagine verso persone di destra, mentre sono tutte

informazioni riservate (che poi chissà come mai non si concludono mai con una condanna)? Ebbene no, perché l'unica persona

indagata per "rivelazione di segreto d'ufficio", in tutta Italia... indovina un po' chi è! Per quanto riguarda Gheddafi.. un'ottima

accoglienza al leader straniero è una pura questione di "affari", e nessuno come l'Italia ne ha mai fatti con la Libia! Se con "dignità"

ti riferisci al bacio all'anello, vai a vedere cos'ha fatto Sarkozy e altri capi di stato (una volta avevo il link con i vari "baci all'anello"

dei vari capi di stato! ora me lo sono perso, cercatelo tu se vuoi). Solo la stampa di sinistra italiana ha avuto il coraggio di lamentare

una cosa del genere.

12 Silvio avrebbe sostenuto la campagna elettorale su "ogni sorta di evasione"??? Qui stiamo proprio dando i numeri! xD Voglio

sentire quali argomenti hai per sostenere ciò.Per quanto riguarda il condono, è necessario approfondire con un minimo di

cognizione quale fosse la vera proposta, non come fa l'antiberlusconismo cieco che attacca ogni cosa venga fuori da Silvio. Ebbene,

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vi donerò la mia conoscenza sull'argomento, e scoprirete che anche qui la proposta di Silvio era assolutamente sensata, siete voi

che non avete voluto informarvi adeguatamente! E men che meno alcun giornalista di sinistra gli ha chiesto informazioni al

riguardo, che Silvio, sempre pieno di argomenti e più che competente, avrebbe dato volentieri (invece tutti solo a criticare). Il

condono infatti era pensato per quelle persone che hanno dichiarato i redditi, ma poi non hanno pagato le imposte. Questa è una

categoria molto diversa dall'evasore! Chi ha dichiarato aveva evidentemente l'intenzione di pagare, ma poi non è riuscito, perché

impossidente. L'evasore non dichiara i redditi. Ebbene, per questa gente impossidente, vi è un'imposta penale aggiuntiva (che si

moltiplica col passare del tempo) che è commisurata, per norma di legge, alla persona come se fosse un'evasore. E' chiaro che

l'impossidente, al contrario dell'evasore, non potrà mai adempiere e pagare lo stato. Un condono per questa gente sarebbe stato

più che giusto (dal punto di vista morale proprio) e avrebbe fatto rientrare un gran capitale nelle casse dello stato. Inoltre, Silvio ha

specificato che il condono doveva essere inquadrato in una riforma più generale del fisco, ovvero avrebbe anche modificato le

norme attuali che, fra le altre cose, non distinguono fra impossidente ed evasore!

13 "Senza dimenticare gli innumerevoli processi in cui è imputato, di cui si spera che qualcuno vada a sentenza (perchè, grazie alle

norme ad personam volute Berlusconi, è quasi sempre riuscito a non andare a sentenza)."Ebbene, i vari processi sono più di venti,

di cui se non ricordo male 11 assoluzioni (e forse un centinaio di indagini, archiviate perché inconsistenti). Inoltre, se le prove ci

sono davvero, l'accusa riesce a incastrare l'imputato entro i termini di prescrizione. Peccato che non c'è mai stata una prova. Per

quanto riguarda i vari processi, se vogliamo entrare nel merito, ho analizzato alcuni dei principali, per mostrare quanto siano delle

bufale pazzesche. Ti rimando al linkhttp://www.facebook.com/notes/alberto-de-luigi/vademecum-di-conversazione-politica-gli-

anni-di-silvio-berlusconi-1-parte/326580844038467Inoltre ti prego di elencarmi le "varie norme ad personam", perché sono certo

di poter confutare con onestà, razionalità e conoscenza dei fatti ogni tuo argomento: una a una.

14 "Quindi, per favore, ricordiamo tutte queste cose, ma soprattutto una: che Silvio Berlusconi è tutto ciò che un cittadino onesto

di un società civile combatte e deve combattere."Ideologia, ideologia, ideologia...

AGGIUNGO ULTERIORI CONSIDERAZIONI DATE IN RISPOSTA AD ALTRI ANTI-BERLUSCONIANI MEDI:

Le domande che mi sono state sollevate, da me qui riassunte.

1) ha dato il famoso milione di posti di lavoro?2) ha rispettato il famoso "contratto con gli italiani"?3) è veramente un simbolo

europeo come lui sostiene?4) veramente ruby è la nipote di mubarak?5) ha veramente risollevato l'italia economicamente?6)

quella dei famosi magistrati rossi è solo una persecuzione feroce o forse hanno gli elementi per credere che è un mafioso che si è

costruito un impero coi soldi dei clan?

LE MIE RISPOSTE

Qui potrebbe aprirsi un dibattito infinito. Di sicuro non avremo abbastanza tempo da dedicarvi l'uno per convincere l'altro; ma

penso che almeno il tempo che io ti dedicherò sia un tempo sufficiente per far capire all'uno che l'altro è in buona fede e non è così

irragionevole che sostenga le sue idee. Io capisco perché voi siete antiberlusconiani, siete bombardati dalla mattina alla sera di cose

contro di lui, e senza un faticoso approfondimento è molto difficile sostenerlo di fronte a ogni accusa. Per fortuna, c'è qualcuno che

compie queste fatiche, come me e molti altri. Alcune delle cose di cui parleremo sono dati, e i dati, come si sa, possono essere veri

o falsi. Io credo nei dati che ti fornisco. Se vuoi affermare che essi sono falsi, pretendo una confutazione adeguata e documentata.

Se per pura fede avversa non ci credi, potrei anche ritenerti una persona ragionevole, ma soltanto a patto che anche tu ammetti

che io abbia il diritto di crederci, fintanto che non vengano confutati. Per alcune domande risponderò più velocemente, purtroppo

anche io ho cose da fare oltre che sostenere la mia causa politica-morale.1-2) http://www.pdl.it/notizie/25007/2001-e-2008-i-

contratti-con-gli-italiani-che-sono-stati-pienamente-rispettati 3) Berlusconi non è un simbolo europeo, né dovrebbe

necessariamente esserlo né ricordo di averglielo sentito sostenere (con ciò non ho detto che lui non l'abbia sostenuto, è solito

vantarsi perciò è anche ragionevole pensare che l'abbia sostenuto, almeno una volta nel suo lungo passato, ma preferirei

comunque avere una citazione, se possibile). Si è comunque certamente vantato di vari grandissimi risultati, come l'accordo Nato-

russia, che ormai è un riconoscimento che nemmeno il suo più accanito avversario si permetterebbe di negargli; oppure la faccenda

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del premier turco Erdogan (la famosa telefonata mentre la Merkel attendeva Silvio) per l'elezione di Rasmussen. Sono entrambi

esempi della posizione da protagonista di Silvio a livello internazionale. Per quanto riguarda più strettamente l'Ue, sappiamo che fra

molti Silvio non è certo ben visto, e se fa politiche nell'interesse dell'italia piuttosto che della germania, è normale che non sia ben

visto dalla germania. Non ha di sicuro la simpatia di Schulz, che si permise, ai tempi, di fare un intervento incredibilmente

aggressivo e ironico, (paragonando maldini e del piero ai nostri politici) denigrando l'intero paese che ha scelto democraticamente

il proprio governo ("lei, signor presidente, non è responsabile del quoziente intellettivo dei suoi ministri") e, persino, tirando in

ballo il processo per mafia contro Berlusconi e Dell'Utri.E in ogni caso i membri della sinistra tedesca (spd e vari) sono proprio degli

impertinenti, ha fatto benissimo Napolitano a cancellare l'incontro del presidente dell'spd per le sue dichiarazioni sui clown italiani!

Forse dovremmo ricordare noi a loro che clown hanno avuto, negli anni '30-'40! Stessero zitti questi crucchi...!Ad ogni modo, se poi

dai media italiani venisse fuori un'immagine diversa del presidente Berlusconi, anziché dipingerlo in maniera grottesca e

caricaturale mediante tutto quello che possa abbatterne l'immagine (fra calunnie, falsità, satira che è quasi propaganda e,

soprattutto, intercettazioni ILLEGALMENTE uscite dalle procure), gli altri capi di stato starebbero ben attenti a lanciarsi sguardi

furbetti. Se non avessero la sensazione che Berlusconi è considerato una macchietta proprio all'interno del nostro stesso paese,

non si lascerebbero certo andare ad espressioni che, in quel caso, dovrebbero far infuriare l'intera nazione. Purtroppo in italia il

premier può essere denigrato e sbeffeggiato in tutti i modi. Se negli USA (ma anche in Francia) un'intercettazione riguardante un

politico (tantopiù il presidente) illegalmente uscisse da una procura, magistratura e giornalista avrebbero i servizi segreti in casa.

Figuratevi se la procura si permettesse solo di intercettare il presidente. Poi, probabilmente, a un giornalista americano non

verrebbe nemmeno mai in mente di perseguire l'instabilità politica, mettendo in cattiva luce sotto i riflettori mondiali il proprio

presidente, soprattutto mediante mezzi così meschini e riguardanti la sfera privata. All'estero conoscono il rispetto per le

istituzioni, e per il proprio Paese. In italia invece le intercettazioni che legalmente non potremmo ascoltare le sentiamo ovunque.

Abbiamo ogni telefonata di Silvio a partire dagli anni '80. Provare per credere, scrivete "Berlusconi Dell'Utri 1986" su youtube. Ah,

tanto che ci siete, avrete già qualche dato per capire perché la faccenda di Mangano è una bufala gigantesca. Nel frattempo, c'è da

chiedersi anche il perché del fatto che, nonostante abbiamo qualunque telefonata di Silvio, nessuna procura, nonostante 100

indagini e 20 processi, sia riuscita a incastrarlo. Se hai davvero le prove, prima della prescrizione ci arrivi alla condanna. Ma

tornando alle intercettazioni... Beh, qui in Italia, cosa si fa? Indagini sulle procure che rilasciano intercettazioni, o forse si indaga sul

perché sappiamo tutto di ogni indagine verso persone di destra, mentre sono tutte informazioni riservate (che poi chissà come mai

non si concludono mai con una condanna)? Ebbene no, perché l'unica persona indagata per "rivelazione di segreto d'ufficio", in

tutta Italia... indovinate un po' chi è! 4) CASO RUBY L'ufficiale della procura, che parlò al telefono con Berlusconi nella famosa

telefonata incriminata, nega ci sia stata concussione, né costrizione né induzione, nessuna forzatura insomma.Ecco le sue

dichiarazioni: "il presidente del Consiglio mi ha detto che vi era in Questura una ragazza di origine nord africana, che gli era stata

segnalata come nipote di Moubarak, e che un Consigliere parlamentare, la signora Minetti, si sarebbe fatta carico di questa ragazza.

La telefonata fini così … La parola ‘minore’ non fu pronunziata, anche se era implicito che si trattasse di una minorenne perché si

parlò di affido di una persona priva di documenti. Nel corso della serata ho avuto un paio di contatti, almeno credo, cellulare su

cellulare, con l'addetto alla scorta del presidente del Consiglio, al quale dicevo che la ragazza sarebbe stata rilasciata in quanto si

stavano ultimando gli accertamenti, e nell’ultima telefonata l’ho rassicurato dicendogli che la minore veniva affidata al Consigliere

parlamentare Minetti, che poi l’indomani mattina ho scoperto essere il Consigliere regionale Nicole Minetti … Ho notiziato

immediatamente il Questore di Milano, avvertendolo che avevo ricevuto una telefonata dal Presidente del Consiglio, che mi faceva

presente che in Questura si trovava, una ragazza e che era la nipote di Moubarak”. Il Questore ha preso atto di questo, pregandomi

di fargli sapere come si evolveva la situazione."Dalla questura hanno subito chiarito che in seguito alla chiamata del premier non ci

fu nessun trattamento di favore per la giovane: Ruby fu identificata, fu fatta la fotosegnalazione al Tribunale dei Minori e furono

contattati i suoi genitori.Citiamo dal blogger "il jester": "Ecco dunque il quesito inevitabile: ammettiamo pure che nessuno avesse

telefonato, che fine avrebbe fatto Ruby? L’ipotesi è una sola: sarebbe stata affidata ai servizi sociali, non essendo consentito il

fermo dell’indiziato di furto ex-art. 624 c.p.p., salvo nel caso di aggravante ex-art. 4, l. 8 agosto 1977 o delle altre aggravanti

previste dalla legge. L’intervento di Palazzo Chigi non ha fatto altro che offrire una seconda opzione perfettamente legale:

l’affidamento a una persona che aveva offerto di prendersene cura. La forzatura ci sarebbe stata solo e se la Questura avesse

rimesso in libertà Ruby, violando le leggi del codice di procedura penale e quelle sull’affidamento dei minori che commettono reati,

per i quali è consentito e/o obbligatorio il fermo o l’arresto in flagranza di reato."Dov'è il reato dunque?Ricordiamo poi che

secondo l’onorevole Paniz l'inchiesta sul caso Ruby “è costata un milione di euro con 150 mila intercettazioni e 150 uomini

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impegnati nelle perquisizioni”. E tutto questo senza che l’inchiesta sia partita da alcuna denuncia. L’ufficiale della procura nega ci

sia stata concussione o infrazioni della legge, Ruby ha sempre negato di avere avuto rapporti sessuali col premier. Sempre presente

è l’ombra della persecuzione giudiziaria con finalità mediatiche e politiche.Infine per quanto riguarda dignità e/o questioni morali

(se proprio vogliamo ritenerle rilevanti): stiamo parlando di una presunta bugia (“mi è stata segnalata come la nipote di

Moubarak”) senza conseguenze legali. E bisogna anche vedere se Berlusconi fosse davvero sicuro che Ruby, come aveva detto a lui,

non fosse davvero la nipote di Moubarak. Che fosse vero un qualche dubbio poteva pure legittimamente averlo. Vogliamo

condannare il presidente per questa innocua bugia, che non sappiamo nemmeno se è detta in buona o mala fede?Negli Usa col

caso Clinton-Lewinsky si era di fronte ad una bugia certa e ad uno "scandalo morale". Abbiamo mai sentito qualche statunitense

dire "Clinton mi fa vergognare di essere americano?".Motivo dell'impeachment fu quello di aver mentito alla nazione di fronte alla

Grand Jury e di aver ostruito il percorso della giustizia, facendo pressione su alcuni suoi collaboratori.La tesi che ha prevalso,

nell'opinione pubblica e nel Congresso, è stata che questi comportamenti attenevano più alla sfera privata che a quella pubblica del

Presidente; perciò il Senato lo ha assolto.Nonostante lo scandalo, Clinton terminò il suo secondo mandato con una percentuale di

preferenza altissima, pari al 56% (era dai tempi Roosevelt che un presidente americano non lasciava il suo incarico con così tanta

popolarità). E pensiamo di sentire mai uno statunitense dichiarare “il presidente Clinton mi fa vergognare di essere americano?”.

Forse il problema in Italia non sono le istituzioni, ma lo scarso rispetto per esse.Come il congresso americano ha votato contro

l'impeachment, il parlamento italiano, su una questione di questo tipo che rischiava di diventare una questione politica e non solo

personale del presidente (anche se, purtroppo, proprio per intenzione dei magistrati rossi, voleva essere una questione politica), ha

votato a favore del presidente. Ah, pensi che la votazione in parlamento si sia svolta in questi termini: "Ruby è la nipote di

mubarak? SI - NO"? xDTanto che ci sono, mi collego qui alla tua domanda 6) sui magistrati rossi. Ebbbene, sul caso Mills, Dell'Utri e

mafia ecc. Ho approfondito tantissimo le questioni. Se vorrai leggere i miei approfondimenti scritti (-> mia pagina facebook -> mie

note -> "vademecum di conversazione politica") potrai vedere tu stesso quanto sia sorprendentemente limpido e lampante (molto

più che nella mia trattazione del caso ruby) che quelle questioni siano delle gigantesche bufale per attaccare il presidente

Berlusconi. Se andassi avanti a scrivere qui non finirei più. Per quanto riguarda il punto 5) rimando alla mia nota fb "IL PROGRESSO

POLITICO ITALIANO". Per vari approfondimenti, se sei arrivato a leggere fin qui e sei interessato, posso andare avanti, altrimenti mi

fermo perché è inutile che sprechi tempo a scrivere se nessuno è mai arrivato a leggere questa frase. Fammi/fatemi sapere.