Manuale di Conversazione per Eno-turisti - estratto

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Manuale di

Conversazioneper Eno-Turisti

Le domande da fare

per trovareil vino che cerchi

di

Elisabetta Tosi

Giampiero Nadali

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Manuale di Coversazione per Eno-turisti

Copyright © 2011 Elisabetta Tosi, Giampiero NadaliTutti i diritti riservati.

Questa opera è pubblicata in proprio dagli autori, attraverso lapiattaformaNarcissus, Self Publishing Made Serioushttp://narcissus.simplicissimus.it

Versione digitale completata il 10.02.2011.

Tutte le foto utilizzate sono di Giampiero Nadali.

Fermenti Digitali è un marchio detenuto dagli autorihttp://www.fermentidigitali.com

Info sull’opera disponibili suhttp://www.fermentidigitali.com/eno-turisti

Per contattare gli autori scrivere email a:[email protected]

ISBN 9788863690354

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Indice

GliAutori

L’Idea

Introduzione

Istruzioniperl'uso(conringraziamenti7inali)

0/Quale...qualità?

Ladimensionedellaqualità

1/Piani9icarelavisita:dove,quando,come

Dove? Quando? Come? 

2/Ingiropervigneti:lavisitaincampagna

GuardiamociintornoUnnumero“magico” Laqualitàdiunvinoèsottoinostripiedi! 

LavisitaaivignetiCheformahailvigneto? OsserviamolapiantaIlterrenoIlvignetoaconduzionebioLetrappolecontrogliinsettinociviQuandol’uvasiarrampicaincollinaDallabarbatellaallabottigliaVendemmia,chepassione…! Chegradoavrà? 

Ingiropervigneti:lavisitaincampagna.Riepilogodelledomandedafare

3/Dall’uvaalmosto:lavisitaincantina(parteI)

Com'èorganizzatolospazioesterno? Dalmostoalvino:illocaledellavini7icazione

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Dall’uvaalmosto:lavisitaincantina(parteI)Riepilogodelledomandedafare

4/Dalvinoallabottiglia:lavisitaincantina(parteII)

Bottiglieetappi:aciascunvinoisuoi

Dalvinoallabottiglia:lavisitaincantina(parteII)Riepilogodelledomandedafare

5/Doveriposanoleuve:lavisitaalfruttaio

Doveriposanoleuve:lavisitaalfruttaio.Riepilogodelledomandedafare

6/Spumanti,novelli,liquorosi…glialtrivini

VinispumantiVinifrizzantiIlNovelloVinipassitiViniliquorosiViniaromatizzati

7/Vini“nonconvenzionali”:ri-conoscerliperapprezzarli

Laviteèsolounaliana

8/L’assaggiodelvino:un’arte...personale

/L’esperienzadell’acquisto:ilpuntovendita

L’esperienzadiacquistoLeconfezioniperiltrasportoConsumareilvinosulpostoGastronomiaealtriprodottitipiciLavenditadivinidialtreaziendeGadgetesouvenir IntrattenimentoLatransazioneeconomicaLavenditaonlineL’etichettadelvisitatore

Conclusione

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Gli Autori

Gli autori

Giampiero Nadali ed Elisabetta Tosi si sonoconosciuti nel 2005. Nadali, tecnologo e marketer, conuna più che ventennale esperienza di lavoro nel settoredelle nuove tecnologie della comunicazione interattivaapplicata al marketing e comunicazione di beniindustriali, è l’autore del wine blog “Aristide – blog diviaggio nel mondo del vino”… nel quale un giornos’imbatte, casualmente, Elisabetta Tosi. Quest’ultima,

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giornalista indipendente, con una lunga esperienzaprofessionale nell’editoria e nei mezzi di comunicazionedi massa, da anni si dedica all’informazione nel settorevitivinicolo: il suo wine blog “Vinopigro – il blog diLizzy, giornalista del vino” è del 2006. La comunepassione per il vino e l’uso dei nuovi media ha spinto inquesti ultimi anni i due professionisti a unire le rispettivecompetenze, nell’intento di portare elementi diinnovazione nel mondo del vino: oggi perciò, con il brand di consulenza “Fermenti Digitali”, Nadali e Tosi sioccupano di formazione nelle aziende del vino all’utilizzo

dei new media nel marketing e nella comunicazione.

L’IdeaNel corso delle nostre visite quasi quotidiane ad aziendedel vino, incontrando produttori ed enologi, ci siamoposti più volte la stessa domanda: che cosa determinala qualità del vino? Il vigneto? L’ambiente circostante?L’igiene della cantina? Gli impianti di trasformazioneutilizzati? Il processo di vinificazione, il periodo diaffinamento...?

Ma soprattutto: come possono i turisti e gli appassionatiche visitano un’azienda vitivinicola cogliere i “segnalidella qualità del vino” dall’ambiente che osservano? E’possibile, ponendo al produttore alcune domande benprecise, raccogliere informazioni utili a comporre una“immagine della qualità” da ritrovare nel bicchiere che sidegusterà al termine della visita?

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Da questi interrogativi ha avuto origine il proposito diaiutare il visitatore occasionale, l’appassionato, l’eno-turista, a interagire in modo attivo con l’ambienteesterno e interno di un’azienda vitivinicola. Cosa

osservare e come decodificare ciò che appare, qualidomande porre, come interpretare le risposte.

L’idea è diventata un libro, una serie di riflessioni raccoltein un piccolo manuale. Per aiutare a capire, e soprattuttoa trovare ciò che si sta cercando: il vino che più cipiace.

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IntroduzioneL’attenzione del grande pubblico dei consumatori di vino

è da sempre concentrata sulla valutazione del prodottouna volta versato nel bicchiere. Corsi di degustazione,guide specializzate, libri e riviste e, da pochissimo tempo,Internet, sono stati i principali veicoli di questa opera didivulgazione e formazione, nella maggior parte dei casidedicata ad approfondire la conoscenza del vino partendodal bicchiere.

Solo in tempi recenti si è sviluppato l’interesse del grandepubblico verso i luoghi dove il vino nasce: le cantine e levigne. A questo proposito, determinante è stato il lavorosvolto dal Movimento per il Turismo del Vino, checon l'iniziativa "Cantine Aperte" è riuscito davvero a faraprire le porte delle aziende del vino alla grande massadel pubblico italiano e dei turisti in visita nel nostropaese.

Questo processo di apertura della cantina ai consumatori,oltre a generare un grande afflusso di visitatori, hadestato l’interesse sui temi più vicini al concetto di vinolegato al proprio territorio, paesaggio e tradizione, incontrasto alla potenziale omologazione dei vini sottopostialla concorrenza globale. Sempre di più si vede avanzareun’interessante e variegata schiera di produttori che

reclamano come priorità la qualità del lavoro svolto dalvignaiolo nel vigneto, per produrre materia prima integrae di grande qualità, cui segue un approccio “minimalista”in cantina da parte dell’enologo. A tutto ciò siaccompagna la vendita diretta del vino in azienda oattraverso il canale Internet, allo scopo di sfruttare almeglio il rapporto diretto con il consumatore: fisicamente

in cantina, “virtualmente” sul web.

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Istruzioni per l'uso(con ringraziamenti finali)

Questo manuale è stato scritto pensando alla realtàvitivinicola italiana e delle sue aziende nel suocomplesso: all'estero le situazioni che si possonoincontrare visitando le cantine possono esseremolto, molto diverse.E, a pensarci bene, anche inItalia le eccezioni sono sempre possibili...

• Per quanto incredibile possa sembrare, ancora oggi

non tutte le aziende che producono vino sonopreparate ad accogliere visite; prima diavventurarvi alla scoperta di chi non conoscete,accertatevi sempre con una telefonata di esserebene accetti.

• Nei capitoli che seguono, troverete una serie didomande e di comportamenti che vi suggeriamo di

adottare, affinché la visita sia il più possibileinteressante, divertente e (perfino) istruttiva.Ovviamente, nulla v'impedisce di fare altredomande che vi salteranno in mente. Se non sietea vostra volta produttori di vino, agronomi oenologi, avete il diritto d’ignorare tutto (o quasi)del vino e del suo mondo. Dopo tutto, visitate lecantine anche per imparare.

• Da pochi anni (2009) è entrata in vigore la nuovaOrganizzazione Comunitaria di Mercato del vinoeuropea (OCM), che ha portato notevolicambiamenti nel settore anche in Italia. Uno diquesti è la nuova classificazione dei vini: quelli a“denominazione d'origine controllata” e“controllata e garantita” (DOC e DOCG) ora si

p o s s o n o d e s i g n a r e s e m p l i c e m e n t e a

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“denominazione d'origine protetta” (DOP), mentrei vini a “indicazione geografica tipica” sonodiventati a “indicazione geografica protetta” (IGP).Pertanto sulle etichette delle bottiglie saràpossibile leggere sia le nuove sigle, sia quellevecchie, sia entrambe. Noi però, per comoditàd'uso, nelle prossime pagine continueremo a usarele “vecchie” menzioni tradizionali, ancora moltodiffuse e familiari: vini a DOC, DOCG, IGT.

• Forse vi deluderemo, ma questo libro NON parladi come si degusta il vino: perciò non troverete

indicazioni su come valutare il colore, i profumi, ocome definire quello che sentite in bocca.Piuttosto, cercheremo di suggerirvi alcuni piccoliaccorgimenti per assaggiare in modo corretto esoddisfacente.

• Come vestirsi per una visita in cantina? Con unabbigliamento di tipo sportivo, cioè comodo e

informale; le signore lascino a casa infradito,sandali o scarpe con tacchi a spillo: i pavimentidelle cantine sono spesso bagnati, e quindiscivolosi. Tenete sempre a portata di mano un golf o una giacca: nei locali di affinamento spesso c’èfreddo, e se la visita avviene in estate lo sbalzo ditemperatura tra esterno e interno può superare i

10°C.• Mettete in auto una scatola che possa contenere

fino a 6 bottiglie: vi sarà utile per trasportare ivostri acquisti, nel caso scegliate di comprare daproduttori diversi. Se la visita si svolge in estate,portate un contenitore termico in grado di tenerele bottiglie al fresco: anche i vini soffrono il caldo,

più di voi.

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• I sottoscritti non sono due tecnici del vigneto odella cantina: per scrivere questo manualeabbiamo approfittato del la competenzaprofessionale, dell’esperienza e della passione ditanti amici agronomi, enologi, produttori,giornalisti e imprenditori del settore viticolo-enologico.Perciò, grazie a: Daniele Accordini,Stefano Albrigi, Luigi Andreoli, Albino Armani,Roberto Ferrarini, Celestino Gaspari, MaurizioGily, Sandro Gini, Federico Giotto, RuggeroMazzilli, Umberto Menini, Ermanno Murari,

Flavio Peroni, Mario Pojer, Sandro B.Sangiorgi,Carlos Santos, Attilio Scienza, Giancarlo Vason,Zeno Zignoli. Un ringraziamento particolare va aGiuseppe Carcereri de Prati (enologo e ricercatore)e a Enzo Corazzina (esperto viticolo e docenteuniversitario): i capitoli centrali sono stati scrittigrazie alla loro collaborazione e assistenza.

Senza i consigli di tutti questi amici forse il libro sarebbenato ugualmente... ma con più fatica da parte nostra.

E, soprattutto, ci saremmo divertiti molto meno ascriverlo.

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0 / Quale... qualità?

“Noi siamo quello che facciamo ripetutamente.L'eccellenza, quindi, non è un'azione,ma un'abitudine”.

(Aristotele)

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Novaia, Marano di Valpolicella (VR)

Nel mondo del vino non c’è nulla di assoluto. Tutto èrelativo. Anche la qualità.

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Al punto che la sua definizione cambia in base al contestoin cui ci troviamo.

Per l’enologo, infatti, il concetto di qualità del vino è

diverso da quello di un tecnico di laboratorio, di unesperto di marketing o di un analista sensoriale.

E le cose si complicano ancora di più quandointerroghiamo qualche consumatore finale; come alcunericerche hanno dimostrato, è sufficiente versare ilmedesimo vino in bottiglie diverse - una dall’aspetto piùlussuoso e importante, l’altra dall’apparenza più anonima

- perché il consumatore si convinca di bere due vinidiversi, il primo reputato più costoso, e quindi dimaggiore qualità, e il secondo invece più economico, epertanto di qualità inferiore.

Una delle convinzioni più radicate, infatti, riguardaproprio il prezzo della bottiglia: più è alto e più la maggiorparte delle persone sono persuase che il vino sia di

maggiore qualità - e di conseguenza “più buono”.Cominciamo allora a sgombrare il campo da un equivoco:il gusto di ciascuno di noi non è necessariamente legatoalla qualità oggettiva (cioè misurabile, sia pure construmenti diversi) di un vino.

Per un consumatore, la qualità di un vino è legatasoprattutto alle caratteristiche che si aspetta che esso

abbia, in considerazione del suo livello di prezzo e dellasua tipologia.

E’ una questione di preferenze personali, ma anche dicultura.

Si comincia assaggiando i vini più facili, semplici eimmediati, e si continua, affinando il proprio gusto epassando via via a prodotti più complessi, importanti, o

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(cosiddett i ) “di f f ic i l i ” , come cert i v ini “nonconvenzionali” (cfr.cap.7).

La dimensione della qualitàCi siamo spesso domandati se esiste una relazione tra laqualità del vino e la dimensione dell’azienda vitivinicolache lo produce, e siamo arrivati alla conclusione chequest’ultima ha una grande importanza, sia in termini diqualità che di economie di scala. Affrontare la produzionee la vinificazione di una massa ridotta di uva comportaproblemi tecnici (ma anche opportunità) di scalacompletamente diversa da quella determinata dallaproduzione di decine di migliaia di quintali di uva, che sitrasformano in migliaia di ettolitri di mosti in cantina.Nel bicchiere si possono percepire qualità paragonabili,ma le filosofie produttive sono radicalmente diverse.

E’ un po’ come nel mondo della moda: un abito di sartoriaè “diverso” da un abito “confezionato”. Ovviamente, ciònon deve portare alla conclusione che sempre “piccolo èbello”, e che ciò che si avvicina alla qualità artigianale èsempre meglio di un prodotto nato da un approccio“industriale”. Anche un sarto, infatti, può fare pessimiabiti, così come l’industria delle confezioni può creareottimi capi a prezzi concorrenziali, e viceversa.

A nostro parere, il mondo dei produttori di vino puòessere suddiviso sia sulla base delle dimensioni aziendaliche delle filosofie produttive: partendo da talepresupposto, possiamo avere sia “vini artigianali”, sia“vini di volume”.

Cosa s’intende, allora, per “vino di qualità”? In genere conquesta espressione ci si riferisce a un insieme dicaratteristiche del prodotto che la maggior parte dellepersone percepisce come positive, gradevoli, desiderabili:

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per fare un esempio, un requisito di qualità giudicatoimportante è la capacità del vino di riprodurre sia nelprofumo sia nella composizione del sapore gli aromi tipicidell’uva da cui è tratto... Certo, sarebbe meraviglioso setutti noi potessimo assaggiare le diverse uve amaturazione, prima che siano vendemmiate, per farciun’idea del loro sapore e cercare poi di ritrovarlo neirispettivi vini. Peccato che questa opportunità si presentimolto raramente.

A nostro avviso però, un vino di qualità è prima di tuttoun vino rispettoso dell’uva e del territorio.

Rispettoso dell’uva originaria, e quindi riconoscibile. Cisono vitigni che per loro natura danno vini moltoimportanti e strutturati, altri che possono dare solo vini“leggeri”. Avere rispetto del vino significa anche impararea conoscere le caratteristiche originali dei diversi vitigni,così da non cercare nel bicchiere quelle doti che l’uva nonpossiede.

Rispettoso del territorio d’origine, cioè territoriale.Come vedremo nel capitolo dedicato alla visita incampagna, il suolo gioca un ruolo fondamentale nellaqualità dell’uva.

Ma il vino di qualità è anche altro: è equilibrato nellesue diversi componenti (acidità, zuccheri, tannini, alcol...)

e quindi armonico. E’ piacevole. E’ (ovviamente!)sano. E, soprattutto, è digeribile. Come si vede, sonotutte caratteristiche di cui potremo farci un’idea quandoavremo nel bicchiere il vino stesso... ma prima di quelmomento, non ci resta che la conoscenza della filosofiadel produttore e l’osservazione delle sue pratiche.Scopriremo così che anche una grande azienda cheproduce milioni di bottiglie può fare ottimi vini,

relativamente alle quantità che lavora, al pari della

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piccola azienda familiare che coltiva solo pochi ettari (equindi realizza solo qualche migliaio di bottiglie). E forsearriveremo a chiarirci le idee anche a proposito di quelloche stiamo cercando...

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