Universita' per la Terza Eta' XXX Anno Accademico 2011-2012 Dentro un vasetto di miele Dott.ssa...
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Universita' per la Terza Eta' XXX Anno Accademico 2011-2012
Dentro un vasetto di miele
Dott.ssa Nadia SpanoDipartimento di Chimica e FarmaciaUniversità degli Studi di Sassari
Le api mellifere sono una delle più antiche forme animali comparse sulla Terra, ben prima dell’uomo. Alcuni ritrovamenti fossili fanno datare la loro presenza a 35-40 milioni di anni fa.
L’uomo scoprì subito la bontà del miele e la possibilità di utilizzarlo come dolcificante e, successivamente, in ambito medico.
Un uomo raccogli il miele: graffiti sulla roccia risalenti a circa il 7000 AC,
Cueva de la Arana, vicino a Valencia, Spagna
Nell’antico Egitto l’uso del miele era molto diffuso, come testimoniato dalle numerose pitture in cui si ritraevano scene legate all’apicultura.
A SPASSO NEL TEMPO…
Un apicoltore preleva il miele: dipinto in una tomba di Luxor, 600 AC
Nell’antica Grecia l’ape, simbolo sacro ad Artemide, ispirò diverse icone riprodotte su alcune monete per diversi secoli.
Nel 1843 ad Oliena fu rinvenuta una statuetta in bronzo raffigurante un uomo nudo con il corpo coperto di api, Aristeo, eroe civilizzatore che insegnò ai Sardi la coltivazione degli olivi e della vite, la lavorazione del latte e l’apicoltura. La sua datazione è presumibilmente è di epoca anteriore alla conquista della Sardegna da parte dei romani (238 AC). Poiché Aristeo era venuto dalla Grecia, si può ipotizzare un collegamento con l’insediamento di colonie greche nelle zone montuose dell’isola (IV secolo AC)
Nell’antica Roma, il miele venne menzionato da molti scrittori, tra cui Virgilio, che nelle Georgiche descrisse in dettaglio come veniva fatto.Nell’epoca di Giulio Cesare, il miele venne utilizzato al posto dell’oro per pagare le tasse.
A SPASSO NEL TEMPO…
ORIGINE e PRODUZIONEIl miele costituisce una scorta di cibo a lunga conservazione per le api
Esse lo producono elaborando due materie prime che vengono raccolte dalle api bottinatrici durante i loro voli all’esterno dell’alveare:
NETTAREMELATA
La melata è una secrezione zuccherina emessa da alcuni tipi di insetti (Rincoti Omotteri) che si nutrono della linfa delle piante.
Il nèttare è un liquido zuccherino prodotto dai fiori delle piante per attirare gli animali impollinatori.
La secrezione nettarifera dipende da
Caratteristiche della pianta
Fattori ambientali
La composizione del nettare, relativamente costante per ogni specie botanica, condiziona direttamente la composizione del miele che ne deriva: è a causa di questo fatto che mieli di origine botanica diversa hanno stato fisico, colore, odore, sapore, aroma diversi l’uno dall’altro.
ORIGINE BOTANICA
ORIGINE
Differenze sia a livello organolettico sia di composizione, che rendono i diversi mieli non equivalenti l’uno all’altro, sono determinate anche dall’origine geografica del miele: la particolare vegetazione, tipica di un certo territorio, le caratteristiche del suolo, lo sviluppo delle attività umane …
ORIGINE GEOGRAFICA
PRODUZIONELe api bottinatrici raccolgono il nettare o la melata e li trasportano nell’alveare all’interno della loro sacca mellifera, situata nell’esofago. Qui la materia prima subisce le prime trasformazioni grazie all’azione di enzimi prodotti dalle ghiandole delle api.
Rientrate nell’alveare, le api bottinatrici rigurgitano il nettare, o la melata, nella bocca delle api operaie che si scambiano la materia prima (trofallasia) aggiungendo nuovi enzimi che operano la trasformazione in miele.
Le api operaie mediante la ventilazione prodotta con il battito delle loro ali allontanano l’umidità dal miele e solo quando questa raggiunge il 30-40% lo depositano nelle celle. La temperatura all’interno dell’alveare (circa 35°C) e l’ulteriore sbattere di ali abbassa ulteriormente il tenore di umidità.
Dopo 1-3 giorni, quando il miele è maturo e contiene meno del 20% di umidità, le api lo sigillano nelle celle con la cera (opercolatura) per preservarlo dall’umidità circostante. Quando tutte le celle sono chiuse
il miele può essere raccolto dagli apicoltori.
LAVORAZIONE del MIELE
EstrazioneSmielatur
aFiltrazione
Decantazione
Confezionamento
Estrazione
Allontanamento delle api dai melari
Asportazione dei melari maturi dai nidi
Disopercolatura
Smielatura
LAVORAZIONE del MIELE
I telaini vengono posti nello smielatoreEstrazione del miele per forza centrifugaAccumulo del miele nel fondo dello smielatore
Prima filtrazione grossolana su filtro di acciaio inossidabile
Filtrazione
Filtrazione attraverso filtro a sacco in PVC ancorato a un imbuto
LAVORAZIONE del MIELE
Decantazione
Il miele viene stoccato in recipienti in acciaio inossidabileSi lascia decantare per 20/30 giorniSi allontana la schiuma superficiale
Confezionamento
Per evitare che il miele inglobi aria, si procede con la chiusura ermetica immediata dei vasetti
COMPOSIZIONE del MIELEZuccheri
• 95% della sostanza secca• 90% del totale: glucosio e fruttosio
Acqua• 15 – 20% del miele• Valor medio 17,2%
Acidi organici• 0,17 - 1,17%• 3.5 pH 5.5, pHmedio = 3.9
Minerali• 0,03 - 1% (S, Na, Fe, Mg, Ca, P, e, in tracce, Mn, Cu, Cr,
Zn, Co, Se)• Potassio, K, ¾ del totaleComposti contenenti azoto• 0,2 – 0,3%• Enzimi, proteine, amminoacidi
Vitamine• Tracce• C e vitamine del gruppo B
Costituenti minori• Polifenoli, lipidi, sostanze volatili, alcoli, chetoni, aldeidi,
pigmenti, sostanze ad azione antibiotica, sostanze di tipo colloidale, materiali in sospensione, HMF
CRISTALLIZZAZIONE
È un processo naturale di separazione in due fasi che dipende dal contenuto di zuccheri e di acqua e dalla temperatura e la durata del periodo di conservazione.
Contenuto degli zuccheri
Più alto è il contenuto di glucosio, più rapida è la cristallizzazione: mieli con più del 28% di glucosio cristallizzano facilmente (tarassaco, girasole, colza)
Più basso è il contenuto di glucosio, meno probabile è la cristallizzazione: mieli con meno del 28% di glucosio rimangono fluidi (acacia, castagno, melata).
Contenuto d’acqua
Contenuto d’acqua tra il 15 e il 18%
• Condizioni normali di cristallizzazione
Contenuto d’acqua
maggiore del 18% o minore
del 15% • Cristallizzazi
one più lenta
Contenuto d’acqua tra il 17 e il 18%• Mieli cristallizzati con la migliore spalmabilità
Temperatura
Temperature tra 10 e 18°C
• Condizioni ottimali di cristallizzazione
Temperature inferiori ai
10°C• Cristallizzazio
ne più lenta
Temperature superiori ai
25°C• Cristallizzazio
ne più lenta
DIFETTI di CRISTALLIZZAZIONE
Marezzature
Formazione di cristalli grossolani
Separazione in due fasi
Il miele si presenta separato in due strati: la parte cristallina in basso e quella liquida sopra. La separazione è dovuta alla precipitazione per gravità dei cristalli sul fondo del vaso.
Sono dovute all'evaporazione di acqua in corrispondenza della superficie del miele o a livello di eventuali sacche d'aria o di bolle d'aria inglobate. I cristalli di glucosio così essiccati appaiono bianchi e sono responsabili dell'aspetto disomogeneo del prodotto.
Cristalli grossi si formano ogni volta che la cristallizzazione si produce lentamente, quando le caratteristiche di composizione, la temperatura di stoccaggio o le tecniche applicate rallentano la granulazione. I grossi cristalli danno più comunemente fenomeni di separazione di fasi e vengono in genere percepiti come poco gradevoli dal consumatore.
FERMENTAZIONE
Un miele troppo umido (contenuto d’acqua superiore al 17,2%) rischia di fermentare e di perdere il suo valore commerciale. Un miele fortemente fermentato è infatti facilmente riconoscibile: schiuma, aspetto spugnoso, presenza di bolle di gas, odore e aroma alcolico e fruttato, sapore acido.La fermentazione è un processo innescato da particolari tipi di lieviti, presenti nel miele, in grado di agire in presenza di una certa quantità d’acqua (17,2 – 21,2%) e a determinate temperature (25°C).
Zuccheri
Anidride carbonica
CH3CH2OHAlcol Etilico
CH3COOHAcido acetico
CO2
Lieviti osmofili
La legge vieta la vendita per l'uso diretto di miele fermentato. Il fenomeno è, in genere, più probabile per certi mieli particolari e rari prodotti in primavera (erica, tarassaco, alberi fruttiferi) o nel tardo autunno (edera, corbezzolo) che presentano, inevitabilmente, un'umidità elevata. In questo caso può essere consigliabile prevenire questa alterazione con la conservazione costante a temperatura di frigorifero.
CONSERVABILITÀ e FRESCHEZZA del MIELE
Questo invecchiamento avviene con velocità proporzionale alla TEMPERATURA DI CONSERVAZIONE
Quella ottimale è compresa tra 10 e 16°C, con un umidità relativa dell’ambiente inferiore al 65%: due mesi a 30° C danneggiano il prodotto quanto un anno e mezzo di conservazione a 20°.
La LUCE DIRETTA danneggia il prodotto almeno quanto il calore
È utile conservare i vasetti all'interno di scatole di cartone o in armadietti chiusi
MATERIALI PER I CONTENITORI: vetro soprattutto, ma anche plastica o terracotta. Il vetro è il più usato perché neutro, trasparente (il prodotto è sempre visibile), non diffonde residui nel miele.
CHIUSURA ERMETICA DEI CONTENITORI: esclude il deterioramento del miele a causa dell’umidità e di aromi esterni.
Tutti i mieli sono soggetti ad un’alterazione lenta e progressiva, che, pur mantenendone pressoché inalterate le caratteristiche alimentari, tende ad inattivarne le componenti biologiche, ad attenuarne gli aromi e, progressivamente, a renderlo più scuro a causa di processi di imbrunimenti che coinvolgono gli zuccheri (reazione di Millard, disidratazione degli zuccheri) e provocano l’aumento del contenuto di HMF.
PIÙ LUNGO È IL PERIODO E PIÙ ALTA È LA TEMPERATURA DI CONSERVAZIONE, PIÙ RAPIDO È L’IMBRUNIMENTO DEL MIELE!
Lo stesso miele conservato in differenti condizioni
A temperatura ambiente e alla luce
A temperatura ambiente e al buio
A 15°C e al buio
CONSERVABILITÀ e FRESCHEZZA del MIELE
Un miele prodotto di recente è buono e salutare, ma il prodotto di un anno di età, se conservato bene, può ancora essere considerato un prodotto fresco (la maggior parte dei produttori scrupolosi indica in due anni dalla raccolta il periodo preferenziale di consumo).
CLASSIFICAZIONI DEI MIELIIN BASE ALL’ORIGINE
ORIGINE BOTANICAIl Codex Alimentarius(1) stabilisce che un miele può essere
identificato come appartenente a una certa origine botanica o florale se proviene interamente o
principalmente da quella origine e presenta le proprietà organolettiche, chimico-fisiche e microscopiche tipiche di
quell’origine.
Mieli di nettare Mieli di melata
Mieli uniflorali
Mieli multiflorali
(1)Il Codex Alimentarius è un insieme di regole e di normative elaborate dalla Codex Alimentarius Commission, una Commissione istituita nel 1963 dalla FAO e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità allo scopo di proteggere la salute dei consumatori.
Spesso si sente dire miele all'acacia, miele all'arancia, miele alla castagna, come se si trattasse di prodotti aromatizzati! Invece si dovrebbe parlare di miele di acacia, di arancio o di castagno…esattamente come si fa per le marmellate di fragole o di albicocche, per esempio, che si distinguono grazie alle materie prime!
CLASSIFICAZIONI DEI MIELI
Il loro pregio consiste nell'unicità delle caratteristiche organolettiche e della composizione e, spesso, nella rarità. E' piuttosto diffusa l'abitudine di attribuire a questi mieli, soprattutto a quelli provenienti da piante officinali, un uso terapeutico particolare: anche se è probabile che i mieli derivati da queste piante contengano, in piccole quantità, gli stessi principi presenti nei fiori (già meno probabile se i principi attivi si concentrano nelle foglie, nella corteccia o nelle radici), questo, per il momento, non è ancora stato dimostrato e mancano quindi elementi obiettivi per sostenere queste affermazioni.
Mieli uniflorali
Mieli multifloraliIn genere si definiscono millefiori (multiflora o anche poliflora) quei prodotti che non possono essere definiti uniflorali. Questa definizione al negativo non deve essere intesa come un'assenza di carattere o una minore qualità di questi prodotti. In molte zone i mieli millefiori prodotti presentano caratteristiche esclusive e costanti quanto quelle descritte per i mieli uniflorali: esistono quindi prodotti regionali identificabili attraverso denominazioni di origine. In alcuni casi queste denominazioni sono protette a livello europeo (DOP, Denominazione di Origine Protetta o IGP, Indicazione Geografica Protetta).
IN BASE ALL’ORIGINE
ORIGINE GEOGRAFICAIl Codex Alimentarius stabilisce che un miele può essere
identificato come appartenente a una certa origine geografica o topografica se è stato prodotto
esclusivamente all’interno dell’area di cui si intende usare la denominazione.
CLASSIFICAZIONI DEI MIELIIN BASE ALL’ORIGINE
È quello ottenuto mediante centrifugazione dei favi disorpecolati, non contenenti covata.La maggior parte del miele commercializzato nel mondo è miele estratto.
Miele estratto
È quello ottenuto mediante pressatura dei favi non contenenti covata.
Miele torchiato
È quello ottenuto mediante scolatura dei favi non contenenti covata.
Miele scolato
IN BASE ALLA PRODUZIONE
CLASSIFICAZIONI DEI MIELIÈ quello allo stato liquido o cristallino o una miscela dei due.
Miele norma
le
È quello immagazzinato nei favi senza covata e venduto in favi con celle opercolate.
Miele in favo
È quello che contiene uno o più pezzi di favo con il miele opercolato.
Miele con
pezzi di favo
IN BASE ALLE PROCEDURE DI ELABORAZIONE
IN BASE ALLE PROCEDURE DI LAVORAZIONE
È quello pastorizzato, millefiori
Miele prodotto
dalle industrie È quello che
non subisce trattamenti
Miele artigianale
PROPRIETÀ DEI MIELI
grazie a
Scadimento delle CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE,
SENZA FORMAZIONE DI SOSTANZE TOSSICHE O AGENTI PATOGENI
IL MIELE È UN PRODOTTO ASSOLUTAMENTE STABILE
ELEVATA CONCENTRAZIONE ZUCCHERINA ELEVATA ACIDITÀ
Gli unici organismi in grado di alterare il miele sono alcuni LIEVITI che possono
provocare la FERMENTAZIONE
Attività biologica del miele: ANTIBATTERICA
Azione della GLUCOSO-OSSIDASI: l’enzima a partire dal GLUCOSIO e ACQUA
produce acido gluconico e ACQUA OSSIGENATA
Azione di sostanze prodotte dalle piante e dalle api: LISOZIMA, FLAVONOIDI, ACIDI e altri
componenti
PROPRIETÀ DEI MIELI
QUALITÀ NUTRIZIONALI
APPORTO CALORICO simile a quello dello zucchero comune, il
saccarosio
Miele320 kcal/100g
Saccarosio400 kcal/100g
POTERE DOLCIFICANTE superiore a quello del saccarosio
grazie alla presenza di FRUTTOSIO
INDICE GLICEMICO(1) mediamente inferiore a quello del saccarosio,
tanto più quanto più abbondante è il FRUTTOSIO
(1) Indice glicemico: misura la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all’assunzione di una quantità di un certo alimento che contenga 50 g di zuccheri
Prolungato EFFETTO ENERGETICOgrazie alla presenza di FRUTTOSIO che non viene “bruciato”
immediatamente dall’organismo
MIELE DI CORBEZZOLO
MIELE ITALIANO
800 g
Miele prodotto e confenzionato da:
Arnia s.p.a.Via XXX Città XXX
L XXXX
Da consum
arsi preferibilmente entro il xx/xx/xxxx
DENOMINAZIONE DI VENDITA
MARCHIO DEPOSITATO
PAESE D’ORIGINE
PESO NETTO
LOTTO DI PRODUZIONE
SEDE DI CONFEZIONAMEN
TO
TERMINE MINIMO DI
CONSUMAZIONE
Il dD. Lgs. 179/2004 (modificato dalla Legge 81/2006), che concerne l’etichettatura del miele, rende obbligatorio il sigillo sulle confezioni a garanzia dell’integrità della confezione al momento dell’acquisto.
ETICHETTATURA
CONTROLLI E COMMERCIO
PARAMETRO REQUISITI
CONTROLLI NEL SITO DI PRODUZIONE
Contenitori Idoneità dei materiali
Omogeneità del lotto Omogeneità apparente e osservabile nell’intero lotto
Impurità Assenza di particelle di api, cera e di altri materiali estranei
Caratteristiche organolettiche
Assenza di difetti in termini di aromi e sapori e di cristallizzazione
PARAMETRO REQUISITI
CONTROLLI IN LABORATORIO
Colore Corrispondenza ai requisiti di mercato
Contenuto d’acqua In generale: al massimo 20% Ottima qualità: 18%
Origine geografica Corrispondenza all’origine dichiarata
Origine botanica Corrispondenza all’origine dichiarata
Autenticità e adulterazioni
Assenza di adulterazioni e di fermentazione
Contaminanti Rispetto dei limiti legali
Danni dovuti al calore
Livello di HMF inferiore ai 40 mg/kg Attività diastasica non inferiore a 8 unità Schade