UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale...

109
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA TESI DI LAUREA IN DIRITTO DELLA PREVIDENZA SOCIALE “LA CASSA EDILE” Relatore: Chiar.mo Prof. GIOVANNI VILLANI Candidato: EMANUELA POLI ANNO ACCADEMICO 2004/2005

Transcript of UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale...

Page 1: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO

FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA

TESI DI LAUREA IN

DIRITTO DELLA PREVIDENZA SOCIALE

“LA CASSA EDILE”

Relatore: Chiar.mo Prof. GIOVANNI VILLANI

Candidato:

EMANUELA POLI

ANNO ACCADEMICO 2004/2005

Page 2: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

A mia figlia Erica e a mio marito Beppe

Page 3: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Un ringraziamento particolare alle Casse Edili di Torino e Milano per la piena collaborazione dimostrata nel reperire il materiale di studio.

Page 4: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

“ I Mattoni” mio Nonno fava i mattoni, mio Padre fava i mattoni, fazzo i mattoni anche Me… …ma la casa mia dov’è? Amarcord

Page 5: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

1

INTRODUZIONE 3

1. LE ORIGINI DELLE SOCIETA’ DI MUTUO SOCCORSO 5

2. FONDAZIONE DELLA PRIMA CASSA EDILE – MILANO 1919 10

2.1 I precedenti storici 11 2.2 L’avvento del regime fascista 13 2.3 Fusione delle Casse Mutue 16 2.4 Rinascita della Cassa Edile 19

3. EVOLUZIONE DELLA PREVIDENZA SOCIALE 26

4. EVOLUZIONE NORMATIVA RISPETTO ALLA CASSA EDILE 31

4.1 Comparsa della Cassa Edile nel contratto nazionale 31 4.2 I contratti nazionali dopo il 1952 32 4.3 L’intesa settoriale tra F.I.L.L.E.A., F.I.L.C.A., Fe.N.E.A.L. 32 4.4 Il contratto di lavoro “erga omnes” del 1960 35 4.5 I convegni operai sulla Cassa Edile 36 4.6 I convegni degli industriali 38 4.8 Il contratto del 1973 42 4.9 I contratti dal 1976 al 1979 45 4.10 La contrattazione degli anni ’80 e ’90 e l’inizio del processo di armonizzazione delle Casse Edili 46 4.11 Il contratto del 23 maggio 1991 e lo “schema unico di bilancio” 47 4.12 Il contratto del 5 luglio 1995 47 4.13 Il contratto del 29 gennaio 2000 50

5. STRUTTURA ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLE CASSE EDILI 53

5.1 Organi della Cassa Edile 56

Page 6: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

2

6. LA NATURA GIURIDICA DELLA CASSE EDILI 60

7. PROBLEMI DI LEGITTIMITA’ COSTITUZIONALE 67

8. EVOLUZIONE DELLE FUNZIONI DELLA CASSA EDILE 76

9. I RIFERIMENTI NORMATIVI – Funzioni pubblicistiche 82

9.1 Il rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva 84

10. PREVIDENZA COMPLEMENTARE – FONDO PREVEDI 89

11. LA COMMISSIONE NAZIONALE PARITETICA PER LE CASSE EDILI 93

11.1 Scopi statutari 93 11.2 Organi e funzioni. 95 11.3 Osservatorio settoriale sull’industria delle costruzioni 98

CONCLUSIONI 100

Bibliografia 102

Atti e documenti 103 Leggi e Decreti 104 Statuti e contratti collettivi nazionali di lavoro 105 Sentenze e ordinanze 105

Page 7: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

3

INTRODUZIONE La tesi tratta l’origine e l’evoluzione di un istituto peculiare nel panorama

del diritto del lavoro e della previdenza sociale qual é quello delle Casse

Edili.

E’ stata dedicata una particolare attenzione alla ricerca delle origini di

questo istituto strettamente connesse all’evoluzione storica delle Società di

Mutuo Soccorso, di cui le Casse Edili costituiscono un punto d’arrivo

all’interno del settore dell’edilizia.

Se le Società di Mutuo Soccorso rappresentarono quindi una sorta di

antecedente storico delle odierne Casse Edili, la prima istituzione di cui si

trova traccia che sia denominata “Cassa Edile” è quella fondata a Milano

nel 1919 sulla base di un contratto fra il collegio dei Capomastri e

l’Associazione Mutuo Miglioramento fra muratori, badilanti, manovali e

garzoni. Tale ente erogava sussidi di disoccupazione involontaria per gli

operai edili attraverso un fondo alimentato da un contributo calcolato sulla

retribuzione a carico dei datori di lavoro e degli operai. Nello stesso periodo

si trova traccia di un’analoga iniziativa a Roma, dove nel marzo 1919 venne

creata una cassa di disoccupazione involontaria ed una di previdenza per i

casi di malattia a gestione paritetica delle organizzazioni dei lavoratori e dei

costruttori.

Con l’avvento del fascismo l’esistenza di tali casse, vero e proprio

provvedimento di portata storica per gli edili, fu ridotta ad un fatto

puramente formale. Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha

riassunto un ruolo centrale nel settore edile al punto da ritrovare un esplicito

riconoscimento all’interno della contrattazione collettiva. Negli ultimi

Page 8: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

4

decenni tale istituto ha poi ritrovato un ulteriore riconoscimento attraverso

l’intervento del legislatore, il quale ne ha ampliato notevolmente i compiti,

arrivando ad attribuirgli funzioni di natura latu sensu pubblicistiche nel

settore degli appalti pubblici. Fino ad arrivare alla convenzione nazionale

stipulata tra le associazioni delle imprese di costruzione (industriali,

artigiani e cooperative) e i sindacati nazionali edili per il rilascio del DURC

(documento unico di regolarità contributiva) come espressione di un nuovo

impegno in direzione della sensibilizzazione del settore, della lotta al lavoro

nero, della sicurezza, della qualità del lavoro.

Page 9: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Le origini delle società di mutuo soccorso

5

1. LE ORIGINI DELLE SOCIETA’ DI MUTUO SOCCORSO

Le società di mutuo soccorso sono nate come associazioni volontarie con lo

scopo di migliorare le condizioni materiali e morali dei ceti dei lavoratori.

Tali società si fondavano sulla mutualità, sulla solidarietà ed erano

strettamente legate al territorio in cui nascevano. La spinta alla loro nascita

venne da una progressiva presa di coscienza da parte delle masse lavoratrici

della propria condizione di sfruttamento e della ricerca in se stesse, prima

ancora che nelle istituzioni politiche, della forza e degli strumenti necessari

per far fronte al loro stato precario. La Società di Mutuo Soccorso si fonda

sull’unione delle forze per raggiungere obiettivi di promozione economica e

sociale, sulla responsabilità di gruppo nei confronti del comune destino di

lavoro, sul senso di dignità e di protagonismo civile.1

I primi segni storici di un’economia sociale nascono come iniziative di una

certa borghesia illuminata e “interessata” alla fine del 1700: nel 1778,

all’Accademia delle scienze di Torino, al concorso indetto sul “modo di

provvedere agli operai che lavorano nelle seterie quando vi fosse penuria di

seta”, la proposta vincente fu quella di costituire, in caso di crisi, casse

alimentate dai contributi dei datori di lavoro o dei lavoratori stessi.

A Nizza, nel 1828, gli operai organizzarono una mutua per affrontare i temi

della malattia e della vecchiaia. Nel 1844, alla posizione dello stesso Re

Carlo Alberto che sosteneva la necessità di casse di beneficenza e carità fra

gli operai, sostenute con i loro contributi, e che disimpegnava lo Stato da

ogni aspetto della vita sociale, coesistevano atteggiamenti favorevoli ad un

diretto intervento statuale nelle questioni sociali.2

1 L. Gheza Fabbri - Solidarismo in Italia fra XIX e XX Secolo – pag. 16 2 E. Papa - Origini delle Società Operaie, Milano 1967 – pag 17

Page 10: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Le origini delle società di mutuo soccorso

6

Ad aprire le porte alla stagione mutualistica vera e propria concorsero a

metà del 1800, alcuni avvenimenti:

- veniva promulgato lo Statuto albertino che affermava il diritto

all’inviolabilità del domicilio, del diritto di proprietà e, soprattutto,

all’art. 32, riconosceva “il diritto ad adunarsi pacificamente senz’armi,

uniformandosi alle leggi che possono regolarne l’esercizio nell’interesse

della cosa pubblica”;

- venivano abrogati gli articoli del codice penale limitanti la libertà di

associazione.

Nel 1844 in Piemonte scomparirono le corporazioni a causa dei vincoli che

esse ponevano ad ogni ipotesi di libero commercio e nel 1848 sull’onda

delle libertà concesse dallo Statuto albertino, delle trasformazioni

economiche e dei nuovi sviluppi industriali, che misero in difficoltà i

mestieri e le lavorazioni tradizionali, e per far fronte all’assenza di una

legislazione sociale e all’indebolimento del tradizionale potere

ecclesiastico, in seguito alla legge Siccardi del 1850, i lavoratori urbani si

riunirono dando vita a decine di società operaie di mutuo soccorso.3

I Punti su cui si fondavano le Società di Mutuo Soccorso erano la mutualità,

la solidarietà fra i lavoratori, l’autogestione dei fondi sociali e, infine, la

moralità (era frequente trovare negli Statuti norme che vietavano

l’elargizione di sussidi nell’ipotesi in cui le malattie fossero causate

dall’abuso di vino o che vietavano ai soci di praticare il gioco d’azzardo).4

La presa di coscienza della mutualità in queste forme di associazionismo

del decennio pre-unitario determinò la scomparsa di alcuni tratti tipici della

fase mutualistica-corporativa dei primi anni del 1800, ci si avviò sempre

di più

3 L. Gheza Fabbri – Solidarismo in Italia fra XIX e XX Secolo – pag. 17 4 L. Gheza Fabbri – Solidarismo in Italia fra XIX e XX Secolo – pag. 40

Page 11: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Le origini delle società di mutuo soccorso

7

verso la scomparsa del particolarismo di mestiere e della figura del socio

protettore. Fra i principali obiettivi vi erano l’istruzione, il mutualismo in

caso di infermità e la previdenza. Spesso queste società predisponevano

vere e proprie tabelle sulla frequenza con cui alcune malattie colpivano i

soci, la mutua si basava sul principio della comunione dei rischi possibili

(malattia, invalidità, infortunio, disoccupazione) o futuri (vecchiaia, morte)

e gli oneri inerenti eventuali bisogni dei singoli venivano ripartiti fra tutti

gli associati e il diritto alle prestazioni sorgeva automaticamente quando ne

venivano accertate le condizioni.

Agli affiliati era richiesto il regolare versamento di una quota del salario in

rapporto alla prestazione garantita, lo schema mutualistico prevedeva un

fondo autonomo costituito da contributi obbligatori ed aveva un suo schema

che consisteva in ripartizione per malattie, capitalizzazione per sussidi di

invalidità e di vecchiaia. Nelle società di mutuo soccorso della metà del

1800 si tendeva ad “escludere sempre la carità e l’elargizione filantropica”.5

Nel 1859 l’intervento statale che portò alla Legge del 30 settembre sulla

rendita vitalizia per vecchiaia, fondata sulla base strettamente volontaria, e

alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

ogni ipotesi di intervento delle Società di mutuo soccorso nell’ambito

caritativo.6

Caratteristiche comuni alle 115 società operaie presenti nel Piemonte

sabaudo alla vigilia dell’unificazione e alle rimanenti 91, concentrate nelle

regioni settentrionali della penisola (Lombardia, Liguria, Emilia e Veneto)

erano la localizzazione urbana, la forte coesione professionale e la neutralità

politica.

5 L. Gheza Fabbri – Solidarismo in Italia fra XIX e XX Secolo – pag.55 6 L. Gheza Fabbri – Solidarismo in Italia fra XIX e XX Secolo – pag. 17

Page 12: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Le origini delle società di mutuo soccorso

8

Nel 1864 venne pubblicata ad opera del Ministero dell’agricoltura, industria

e commercio la prima statistica postunitaria delle società di mutuo soccorso

aggiornata al 31 dicembre 1862, l’indagine rilevò la presenza di 443 società

operaie concentrate in Piemonte, Liguria, Emilia e Lombardia al nord,

Toscana e Umbria al centro. La statistica evidenziò la maggior diffusione

nelle regioni dove più elevata era la densità di centri urbani.7 L’intensa

diffusione di tali società nelle grandi città del Nord rifletteva la peculiare

condizione dei larghi strati operai e artigiani per i quali i cambiamenti

economici avevano comportato elevati costi sociali (l’indagine rilevò, in

quel periodo, la completa assenza di società operaie nel sud Italia).

Tra il passaggio dal paternalismo assistenziale allo stato sociale, inteso

come l’insieme degli interventi pubblici in materia economica e sociale

rivolti alla garanzia dei cittadini, interventi che riconoscono diritti alle

persone e forniscono servizi indifferenziati, c’è un segmento di storia

rappresentato quindi dalle società di mutuo soccorso che segnarono il

passaggio dalla beneficenza alla previdenza e dettero vita ad un fenomeno

che incise profondamente sul dibattito politico e sul quadro legislativo del

tempo.

La riforma del 1877 istituì l’istruzione obbligatoria, nel 1883 nacque la

Cassa Nazionale di Assicurazione contro gli infortuni (ancora con carattere

volontario) e nel 1898 fu finalmente prevista la legge per l’assicurazione

obbligatoria per gli operai, provvedimento importantissimo che segnò il

passaggio dello Stato Sociale ad una fase più matura (all’assicurazione

obbligatoria contro gli infortuni si univa uno schema pubblico di

assicurazione, ancora volontaria, per la vecchiaia e l’invalidità, gestito da

una cassa nazionale previdenza).8

7 G. Luzzato – L’Economia Italiana dal 1861 al 1894 – Torino 1974 – pag. 138 8 L. Gheza Fabbri – Solidarismo in Italia fra il XIX e il XX Secolo – pag. 18

Page 13: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Le origini delle società di mutuo soccorso

9

Con l’assicurazione obbligatoria lo Stato riconosceva implicitamente che la

salute del lavoratore era un patrimonio per la collettività ed andava perciò

tutelato offrendo e garantendo prestazioni standardizzate e imparziali,

fondate su diritti individuali; tali norme rivoluzionarono i criteri

dell’assistenza e della beneficenza tradizionali. Questi compiti, che erano

propri delle società di mutuo soccorso, furono a poco a poco recepiti nella

legislazione come elementi caratterizzanti del welfare italiano.9

Il 17 luglio 1898 (Legge n. 350) nasceva la Cassa Nazionale di Previdenza

per l’Invalidità e la Vecchiaia, cui le società di mutuo soccorso potevano

attingere per un’integrazione ai sussidi che riconoscevano ai soci (diventa

obbligatoria nel 1919).10

Nel 1910 vi fu il primo stanziamento pubblico a favore dei disoccupati e nel

medesimo anno fu istituita la Cassa Maternità a favore delle operaie.

Con l’avvento del nuovo secolo le Società di mutuo soccorso lasciarono ai

sindacati, alle Camere del lavoro e ai Partiti Politici, di cui erano state

matrici, la continuazione della loro opera di promozione, mentre lo Stato

iniziò ad assumere precise attribuzioni di tutela sociale anche nei confronti

dei lavoratori. Il ruolo delle Soc. di Mutuo Soccorso, tuttavia, non cessò e

rimase un vasto ambito di attività, dalle associazioni volontarie, alle

funzioni amicali, al potenziamento delle iniziative di cooperazione, da cui

ebbero origine realtà autonome, estremamente rilevanti per l’economia e la

società.11

9 T. L. Rizzo – La legislazione sociale della nuova Italia (1876 – 1900), Napoli 1988 10 R. Pessi – Lezioni di diritto della Previdenza Sociale – 2^ ed. Cedam – pag. 42 11 M. Fornasari – V. Zamagni – Il movimento coop. in Italia – Un profilo storico economico (1854 - 1992)

Page 14: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

10

2. FONDAZIONE DELLA PRIMA CASSA EDILE – MILANO 1919

Tutte le Casse Edili che si costituirono nel secondo dopoguerra trovano il

loro “modello” nella Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza di Milano.

Il primo aprile 1919 viene stipulato un contratto di lavoro tra Il Collegio dei

Capomastri di Milano e l’Associazione Mutua miglioramento fra muratori,

badilanti, manovali e garzoni di Milano che sancisce anche la costituzione

di una Cassa per i sussidi di disoccupazione involontaria per gli operai edili

con lo scopo preciso di erogare sussidi agli operai edili del comune di

Milano e di quelli limitrofi, involontariamente disoccupati. Questo ente

assistenziale a favore dei lavoratori edili è stato tra i primi istituti

assistenziali di categoria sorto in virtù di un contratto di lavoro e, quindi, in

funzione di un accordo tra interessi contrastanti che in esso hanno trovato il

loro punto di fusione creando, attraverso una libera espressione della loro

volontà, uno strumento che doveva dare prestigio alla categoria e segnare

(fattore sostanziale in un mondo di limitata conoscenza dei problemi sociali

e delle possibili soluzioni) l’inizio di quelle forme assicurative obbligatorie

che, successivamente, forti di una legge che ne sanciva l’istituzione e ne

tutelava l’applicazione, hanno potuto evolversi sino a diventare una parte

essenziale della vita della nazione strettamente connessa a quella della

produzione.

Il fondo alimentato dal gettito contributivo dello 0,70% a carico dei datori

di lavoro e dello 0,60% a carico degli operai, calcolato sulla retribuzione,

per il raggiungimento di questo scopo, viene costituito con contributi

versati sia dai lavoratori che dai datori di lavoro in misura pressoché

uguale.1

1 G. Bianchini – La Cassa Edile di Milano … e le altre Casse Edili – Milano 1980 – pag. 15

Page 15: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

11

In Italia si era già manifestata questa forma di previdenza attuata da alcune

società di mutuo soccorso e da alcune leghe di miglioramento, ma soltanto

nel 1905 si era avuta una vera e propria “Cassa di Sussidio per la

Disoccupazione” costituita dalla Società Umanitaria. Questa cassa non era a

carattere professionale, come quella costituita dagli edili di Milano, ma

aveva lo scopo di integrare quello che già facevano le associazioni di

mestiere a favore dei propri soci disoccupati.

Casse professionali furono costituite dalla “Federazione Lavoratori

Cappellai” e dalla “Federazione Litografi e del libro” che concedevano

sussidi agli operai disoccupati, ma e prime vere casse professionali nate in

forza di accordo fra le organizzazioni industriali ed operaie furono la

“Cassa Professionale di assicurazione contro la disoccupazione per gli

operai meccanici e metalmeccanici della provincia di Torino” e “La Cassa

Professionale di Assicurazione contro la Disoccupazione per gli operai

meccanici e metallurgici per le province di Milano e di Como” la cui

costituzione risale rispettivamente all’aprile ed al novembre 1918, la prima

a contributo facoltativo e la seconda a contributo obbligatorio (un

centesimo per ogni ora di lavoro operaio).2

2.1 I precedenti storici Il contesto storico in cui la Cassa Edile trova la sua origine e senza dubbio

tra i più complessi e travagliati che il nostro paese ricordi. Il movimento

operaio italiano, partendo dalle condizioni di miseria acuta in cui vivevano i

lavoratori negli anni successivi all’unificazione, e anche influenzato da

eventi internazionali, si muoveva su un duplice piano: quello economico

con rivendicazioni sindacali e quello politico che si poneva obiettivi di

2 1919 – 1949 La Cassa Edile di mutualità e assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 9

Page 16: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

12

profonda trasformazione della struttura statale.3 Sono due momenti che si

intrecciano e si confondono: diventa difficile, a volte, capire quale sia

privilegiato; in definitiva è logico che il movimento operaio, quando

incomincia ad organizzarsi, privilegi il momento della rivendicazione

economica, è solo il lento processo di crescita culturale e di nuove e

continue prese di coscienza del movimento che permetterà, in parte, al

movimento operaio stesso di superare il momento corporativo.

Quindi un periodo travagliato, ricco di lotte politiche e sindacali tra cui “il

tutto e subito” era presente con insistenza. Tuttavia queste grandi lotte

sindacali e politiche precedenti e concomitanti con la nascita della Cassa

Edile di Milano, avevano fatto maturare la comprensione dell’importanza

delle forme di salario così dette indirette, quale emolumento economico

volto a migliorare le condizione di vita complessiva dei lavoratori. Questo

nuovo orientamento riguarda anche l’edilizia: in questo settore le

maestranze avvertivano l’esigenza del salario quotidiano e chiedevano che

fosse il più cospicuo possibile e ciò perché il rapporto di lavoro era molto

instabile poiché il lavoratore veniva assunto per una stagione, ma di più,

anzi a volte addirittura “a giornata”. E’ evidente che in queste condizioni

diventi naturale richiedere di avere subito il massimo salario possibile. La

costituzione della Cassa Edile è l’esempio concreto dell’evoluzione e del

superamento di certi schematismi salariali, l’articolazione salariale viene

via via accolta e l’istituto né è una componente.4

L’assicurazione obbligatoria gestita direttamente dallo Stato viene

realizzata

in Italia soltanto con R.D. 19 ottobre 1919 n. 2214, il quale stabilisce che

agli operai e agli impiegati involontariamente disoccupati venga corrisposto

3 G. Bianchini – La Cassa Edile di Milano … e le altre Casse Edili – Milano 1980 – pag. 16 4 Ibidem – pag. 16

Page 17: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

13

dal 1 gennaio 1920 il sussidio di disoccupazione stabilito dal decreto stesso

per 180 giorni.5 Si tratta di una disposizione transitoria che cessa con il 31

dicembre 1920 quando la regolamentazione relativa alla corresponsione del

sussidio stesso è integralmente applicata anche per quanto riguarda il

numero minimo dei contributi versati per poter beneficiare dell’indennità di

disoccupazione.

Quando lo Stato interviene direttamente in questa forma di assistenza, trova

la Cassa Edile in piena attività e pertanto la legge, non potendo

disinteressarsi di essa così come delle altre Istituzioni esistenti, stabilisce

che le stesse continuino la loro attività ed affida loro la gestione

dell’assicurazione di legge contro la disoccupazione con riserva di un

riconoscimento ufficiale quando avessero dimostrato di funzionare bene ed

avessero conformato i loro statuti a quello tipo che si sarebbe stabilito con

successivo decreto.6

2.2 L’avvento del regime fascista Il riconoscimento ufficiale della Cassa Edile si ha in data 26 luglio 1921

con Decreto del Ministero per il Lavoro e la Previdenza Sociale che,

approvato lo statuto della Cassa, la qualifica organo per l’assicurazione

obbligatoria contro la disoccupazione per gli operai dell’industria edilizia

della Provincia di Milano, Como, Cremona e Pavia.

La Cassa Edile pur avendo iniziato sin dall’ ottobre 1919, in forza

del

decreto 19 ottobre 1919, la gestione dell’assicurazione dello Stato per la

Provincia di Milano, Como, Cremona e Pavia, solo con decreto del 1921

ufficialmente viene investita di tale incarico che esplicherà sino all’entrata

5 R. Pessi – Lezioni di diritto della Previdenza Sociale – 2^ ed. Cedam 2001 – pag. 57 6 1919 – 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano. A cura dell’Ente -1949 pag. 10

Page 18: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

14

in vigore del R.D. 30 dicembre 1923,7 il quale creando un apposito ente per

la gestione delle Assicurazioni Sociali, porrà in liquidazione la Cassa quale

organo dell’assicurazione di legge e la indurrà a costituire una forma

complementare, surrogatoria di quella legge durante il periodo invernale

considerato di ferma stagionale e quindi non protetto dall’assicurazione di

disoccupazione.

La Cassa inizialmente assiste solo lavoratori edili, ma nel maggio del 1920

estende il suo campo d’azione alle categorie affini all’edilizia. Diventa un

istituto quasi a livello regionale poichè anche la Provincia di Varese

aderisce ad essa. Al Mutuo Sindacato Nazionale Infortuni viene attribuito il

compito della riscossione dei contributi dovuti alla Cassa che inizialmente

sono nella misura dello 0,66% a carico dei lavoratori e dello 0,70% a carico

dei datori di lavoro.

E’ importante sottolineare come l’istituzione della Cassa edile venga

recepita con entusiasmo da parte della classe lavoratrice e dagli industriali

edili, i lavoratori sanno che questi contributi paritetici pur costituendo un

sacrificio economico devono servire a scopi precisi e di ciò si preoccupano

difendendo l’istituzione da insidie più o meno palesi.

La Cassa, come accennato precedentemente, nel 1923 per disposizione

legislativa (R.D. 30 dicembre 1923) viene posta in liquidazione ed al suo

Consiglio di Amministrazione subentra una gestione commissariale che

provvede alla ripartizione del patrimonio trasferendo alla Cassa Nazionale

per le Assicurazioni Sociali che, per volontà del legislatore gestisce

l’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria, la parte

afferente a quest’ultima e trattenendo quella di competenza

dell’assicurazione facoltativa che viene trasformata in complementare di

7 R. Pessi – Lezioni di diritto della Previdenza Sociale – 2^ ed. Cedam 2001 – pag. 57

Page 19: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

15

quella di legge per assistere i lavoratori disoccupati anche durante il periodo

in cui la legge non interviene.8

L’entrata in vigore della legge sulla previdenza sociale e la speciale

regolamentazione di essa che comporta l’obbligo di applicare su tessere

personali delle marche rappresentanti il valore dei contributi versati, crea

un notevole disagio agli industriali edili. Anche gli operai che non sanno

ancora apprezzare il valore delle marche assicurative applicate sulle tessere,

non si adattano alla nuova legislazione e talvolta, insoddisfatti di sentirsi

dire che i contributi versati torneranno utili solo dopo una lunga scadenza,

strappano questi documenti preziosi. La Cassa si preoccupa di questo e

rendendosi conto che un suo intervento può rappresentare un contributo

notevole sia a favore delle aziende che a favore dei lavoratori chiede al

Ministero competente l’attribuzione del servizio della tenuta delle tessere

per le aziende edili della Provincia di Milano. La Cassa vede il

riconoscimento di questa competenza con decorrenza 1 luglio 1924, con

questo servizio di gestione dei contributi di legge e di tenuta delle tessere si

assume un onere non indifferente al quale fa però fronte con il contributo

che la Cassa Nazionale riconosce sulle somme riscosse per proprio conto

(1%) e con l’arrotondamento che le Ditte eseguono su ogni marca

assicurativa (questa gestione prosegue fino al 1926).

Il 1 luglio 1926 la Cassa attua l’assicurazione contro le malattie concordata

in base ad un contratto di lavoro del 1 aprile 1926 fra le organizzazioni

sindacali del tempo.9

Tale forma assicurativa si era resa indispensabile più volte tanto che aveva

dato luogo alla costituzione di mutue volontarie, nelle quali i lavoratori di

una stessa categoria o cittadini di uno stesso comune si erano uniti

8 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano. A cura dell’Ente -1949 – pag. 12 9 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano. A cura dell’Ente - 1949 pag. 13

Page 20: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

16

economicamente per aiutarsi in modo reciproco nel caso di bisogni originati

da malattie.

Un contributo paritetico come quello della disoccupazione, permette di

realizzare nel settore edile quella assistenza che, presentata fin dal 1902 in

un ordine del giorno votato alla Camera dei Deputati e al Senato, non aveva

avuto seguito.

La mutualità libera diventa assicurazione contrattualmente obbligatoria e

pur valendosi degli stessi principi, avendo vedute più ampie e criteri più

aderenti alla necessità di una evoluzione sociale incontestabile, riesce

meglio a rispondere agli scopi per cui è stata creata.

Nel 1929 viene formulata la richiesta perché l’assistenza di malattia sia

estesa ai familiari dei lavoratori, ma la situazione economica non è delle più

favorevoli e gli industriali respingono la proposta che comporterebbe per

loro un certo onere; i lavoratori, allora, assumono a loro carico l’intero

costo dell’assistenza ai familiari che viene quindi realizzata.

Successivamente, migliorata la condizione dell’industria edile, i datori di

lavoro contribuiscono a questa forma di assistenza per un terzo del

contributo totale.

Nel 1929 con decreto del 15 aprile, su proposta dell’allora Ministro

Segretario di Stato per gli Affari dell’Economia Nazionale, l’istituto viene

riconosciuto in Ente Morale.10

2.3 Fusione delle Casse Mutue Nel 1930 si estende in Italia la costituzione di Casse Mutue di Malattia a

carattere professionale ed a carattere aziendale che si avvalgono

10 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano - A cura dell’Ente - 1949 pag. 14

Page 21: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

17

dell’esperienza fatta dalle Casse esistenti e tra queste della Cassa Edile per

le Assicurazioni Sociali.11

Viene redatto uno Statuto tipo approvato dagli organi ministeriali in modo

che seguano tutte un medesimo orientamento. Sorgono mutue di una certa

importanza (ad esempio la Cassa Mutua Interaziendale Meccanici e

Metallurgici) che possono contare su di un numero considerevole di

aderenti, ma sorgono anche mutue modestissime che vivono tra serie

difficoltà e quindi limitano le prestazioni in rapporto alle loro possibilità.

Questo fenomeno delle Mutue di Malattia si verifica non solo al Nord, dove

l’evoluzione sociale è più avanzata, ma anche nel restante territorio italiano;

per cui l’allora Ministero delle Corporazioni comincia ad occuparsi di esse,

finché nel luglio 1935 costituisce la Federazione Nazionale delle Casse

Mutue di Malattia dell’Industria con l’intento di dare un indirizzo unitario a

tutti quegli organismi nati spontaneamente e con il preteso scopo di

accentrare e quindi diminuire le spese generali che ogni Mutua sostiene per

il proprio funzionamento.12

Non si parla di fusione, ma piuttosto di coordinamento delle varie mutue

nell’ambito di un unico ente, le quali trovano la loro unitarietà nella

Federazione Nazionale.

Anche la Cassa Edile deve sottostare a questa norma di carattere nazionale:

rimangono il Consiglio di Amministrazione della Cassa, i bilanci

dell'assicurazione malattia e dell’assicurazione complementare contro la

disoccupazione, ma quella riduzione di spese che era stata prospettata come

uno degli elementi per i quali era stata costituita la Federazione Nazionale

non si attua ed anzi gli oneri di gestione aumentano, giustificati in parte

11 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 20 12 R. Pessi – Lezioni di diritto della Previdenza Sociale – 2^ ed. Cedam 2001 – pag. 68

Page 22: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

18

dalla più vasta e capillare organizzazione sanitaria che la Federazione ha

realizzato.13 Alle riunioni del Consiglio di Amministrazione sovrintende un

comitato superiore che ha il compito di armonizzare le necessita dell’ufficio

di Collegamento senza preoccuparsi delle esigenze delle singole parti.

Il 3 gennaio 1939, in sede nazionale fra l’allora Confederazione dei

Lavoratori dell’Industria e la Confederazione degli Industriali viene

stipulato un contratto collettivo che dispone la fusione di tutte le mutue

nella Federazione Nazionale delle Casse Mutue Malattia dell’Industria.

Questa, infatti, modifica anche la struttura periferica precedente e

sostituisce agli uffici di collegamento e gestione proprie sedi provinciali,

scompare l’amministrazione particolare delle singole mutue, finisce

ufficialmente l’intervento diretto dei rappresentanti delle categorie

interessate nella gestione delle mutue stesse.14

La Cassa Edile per le Assicurazioni Sociali che cede la gestione

dell’assicurazione malattia per gli iscritti e loro familiari alla Federazione,

rimane in vita soltanto per la gestione dell’assicurazione complementare

contro la disoccupazione e vedendo limitata la sua attività, non può più, per

questi motivi, continuare a chiamarsi “per le assicurazioni sociali”; chiede

così agli organi ministeriali di poter sostituire la propria ragione sociale con

quella di Cassa Edile di Mutualità e Assistenza.

Il Consiglio della Cassa in carica, considerando che una gestione diretta

della sola assicurazione complementare contro la disoccupazione sarebbe

costosa, decide di affidarla alla sede provinciale della Federazione delle

casse Mutue malattia dell’Industria alla quale viene versata, a titolo di

rimborso spese per la gestione, una quota del 10% sui contributi riscossi. Il

13 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 21 14 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 23

Page 23: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

19

Consiglio di Amministrazione della Cassa, una volta all’anno, viene riunito

per approvare i bilanci e stabilire le assistenze.15

Nonostante la Cassa Edile risulti essere un ente autonomo, la gestione

affidata ad alto ente “soffoca” questa autonomia e l’esiguità del movimento

finanziario nega la possibilità di qualsiasi iniziativa. L’istituto langue ed,

anche se il suo patrimonio resiste alle insidie dei momenti difficili a causa

della forte disoccupazione per la crisi in cui versa l’industria edile per la

guerra, non è più un organismo della cui efficienza ci si possa vantare.16

2.4 Rinascita della Cassa Edile E’ solo all’inizio del 1945 che si può parlare di completa gestione diretta da

parte della Cassa edile delle sue provvidenze, poiché è solo da questa data

che inizia la diretta riscossione dei contributi e la concessione delle

assistenze (è ovvio comunque che il campo d’azione è molto limitato:

l’assicurazione complementare contro la disoccupazione è la sola gestione

curata dalla Cassa ).

Cessata la guerra si potrebbe approfittare delle particolari circostanze

contingenti, restituire alla Cassa la gestione dell’assicurazione malattia che

aveva in passato oppure con un gesto “extra legem” far sorgere l’istituto

come in passato, ma la Cassa potrebbe avere altri compiti.

All’assicurazione complementare contro la disoccupazione si aggiunge la

gestione delle assistenze collaterali e l’amministrazione, per conto delle

associazioni sindacali competenti, dei contributi per le scuole professionali

15 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 24 161919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 25

Page 24: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

20

edili che dalle somme versate a questo titolo traggono i mezzi per la loro

vita.17

L’8 ottobre 1945 il primo accordo sindacale stipulato tra il Collegio

Lombardo delle Imprese Edili ed affini di Milano ed il Sindacato dei

Lavoratori Edili della Camera del Lavoro di Milano, laddove stabilisce le

norme che disciplinano il servizio ferie e gratifica natalizia, precisa che in

sostituzione del precedente sistema “a decorrere dal 1 novembre 1945 i

datori di lavoro verseranno alla Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza di

Milano un contributo del 10% sulla paga esclusa l’indennità di contingenza,

di cui il 2% per ferie e l’8% per gratifica natalizia”.18

Con tale accordo le Associazioni Sindacali raggiungono

contemporaneamente due scopi: quello di potenziare la Cassa e quello di

controllare direttamente, per conto dei lavoratori e dei datori di lavoro

interessati, quel vasto movimento finanziario rappresentato dal servizio

cumulo ferie e gratifica natalizia (cui si aggiungono successivamente

le

quote per le festività nazionali ed infrasettimanali e per l’indennità

speciale, caratteristiche dell’industria edilizia stabilite dal contratto

nazionale 1° dicembre 1946 e successivo contratto integrativo provinciale

del 27 agosto 1947) che, in passato, essendo curato da un istituto bancario,

non era, purtroppo, in alcun modo seguito dalle organizzazioni sindacali di

categoria. E ciò senza contare la maggiore sensibilità di un Ente di categoria

quale la Cassa Edile di fronte alle necessità delle parti che ne hanno voluto

il risorgere, sensibilità che può consentire all’Istituto interventi particolari,

in quanto, quale ente di assistenza, esso non è rigidamente costretto entro

17 Ibidem pag. 25 18 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 30

Page 25: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

21

limiti di intransigenza assoluta, ma ha una certa elasticità di movimento che

ne giustifica la stessa esistenza.19

Ne è prova di ciò il fatto che, in applicazione delle clausole dell’accordo

sindacale dell’8 ottobre 1945, la Cassa sostituisce all’unica liquidazione

effettuata dall’istituto bancario, incaricato del servizio cumulo ferie,

gratifica natalizia, due pagamenti annuali, che in aderenza al contratto

integrativo provinciale del 27 agosto 1947 vengono effettuati anche prima

del termine fissato a favore dei lavoratori che si trovano in determinate

particolari condizioni cioè “chiamati alle armi”, “pensionati all’atto della

cessazione del lavoro” ed “emigrati all’estero”.20

Nel febbraio 1946, in forza del contratto provinciale del 7 gennaio 1946

viene affidato alla Cassa l’incarico di effettuare il pagamento

dell’integrazione della gratifica natalizia 1945 che, per disposizione a

carattere nazionale, è elevata a duecento ore di paga e cento ore di

contingenza.

Gli industriali edili sono posti di fronte ad una eventualità che li preoccupa:

quella cioè di pagare somme non più recuperabili; l’edilizia non è

un’industria che accumula manufatti i cui prezzi possono essere maggiorati

al momento della vendita, pertanto si rende necessario lo studio di un

sistema di pagamento che permetta ai costruttori di rivalersi sui lavori

eseguibili dal 1946. Ottengono, in ciò, l’appoggio oltreché il consenso dei

rappresentanti dei lavoratori e realizzano questo loro programma attraverso

la Cassa Edile che fa la prima esperienza di pagamenti su vasta scala in

limiti di tempo piuttosto brevi.

19 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 31 20 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 31

Page 26: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

22

Il 18 febbraio 1946 un accordo stipulato tra il Collegio Imprese Edili

Capomastri ed Affini di Cremona ed il Sindacato Edile di Cremona crea La

Cassa Edile in questa città quale Sezione Provinciale di quella milanese.

Con decorrenza 1 gennaio 1947 viene stipulato un accordo con l’Ufficio

Provinciale di Milano dell’Istituto Nazionale per l’Assistenza di Malattia, in

base al quale, alla Cassa viene affidato l’incarico di riscuotere i contributi di

competenza dell’Istituto; il che può rappresentare un effettivo primo passo

verso quella unificazione dei contributi già attuata dalla Cassa nel 1925.21

La situazione economica determinatasi in tutto il paese nel secondo

semestre del 1947 a seguito delle restrizioni del credito, del ritardato o

mancato pagamento dei lavoratori da parte degli Enti Pubblici o dei privati

e l’improvvisa sospensione di molti lavori ordinati da chi, partito con un

preventivo ritenuto precauzionale, si vede assorbita la somma a

disposizione quando la costruzione è ancora alla fase iniziale, costringono

la cassa Edile a notevoli sforzi di carattere funzionale ed a equilibrismi di

carattere economico che la impegnano in maniera talvolta preoccupante.

La notevole disoccupazione, conseguenza di una tale situazione, accresce

ancor più lo stato di difficoltà dell’Istituto. Infatti, aumenta il suo lavoro per

far fronte alla tempestiva evasione delle molte domande che sono

presentate, si incrementa l’afflusso dei lavoratori ai suoi uffici.22

Superato questo difficile periodo, a consolidare la posizione della Cassa e a

confermare la fiducia che essa gode, interviene il contratto provinciale

integrativo del 27 agosto 1947 che stabilisce non solo di rinnovare alla

Cassa l’incarico della gestione del servizio cumulo ferie e gratifica

natalizia, ma di affidarle anche quello per le festività infrasettimanali e

21 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 33 22 1919 1949 La Cassa Edile di Mutualità e Assistenza di Milano – A cura dell’Ente - 1949 pag. 34

Page 27: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

23

nazionali e, per l'indennità speciale caratteristiche "industria edilizia".23

Sono presi i primi contatti con il Ministero del Lavoro e della Previdenza

Sociale perché sia ratificato il Nuovo Statuto e sia autorizzata la nuova

denominazione della Cassa.

Nascono negli anni successivi una serie di prestazioni complementari che

vanno dalla gestione della Casa del Muratore, alla amministrazione

delle case I.N.A., alle colonie estive

per i bambini dei lavoratori, all’indennità maltempo, dall’assicurazione

contro gli infortuni extra-professionali, alle borse di studio fino alle

prestazioni oggi erogate. Il ragionamento a cui sottostanno molte delle

provvidenze introdotte dalla Cassa Edile per gli operai del settore è molto

semplice: nei diversi settori dell’industria molti lavoratori sono dipendenti

di grosse imprese con impianti fissi. L’impresa ha dunque la possibilità, in

molti casi, operando direttamente verso migliaia di lavoratori, di

soddisfare

essa stessa molte richieste ed esigenze dei propri dipendenti e dei loro

familiari.

Nel settore dell’edilizia ciò non potrà mai avvenire, dato che, anche

l’impresa più grossa è una “medio-piccola” impresa. Al massimo potrà

avere alle dipendenze qualche centinaio di persone per cui non ci sarebbe la

possibilità concreta, né quella economica, di soddisfare tali esigenze

espresse subito nel dopoguerra dai lavoratori. Da qui l’idea di affidare ad un

organismo gestito e controllato direttamente dalle organizzazioni sindacali e

di far “produrre” da esso servizi e prestazioni dirette a favore di tutti gli

operai del settore edile.

23 Contratto provinciale integrativo 27 agosto 1947

Page 28: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

24

Particolare significato riveste un istituto stabilito dalla contrattazione

nazionale che, attraverso il sistema della mutualizzazione, garantisce al

lavoratore un corrispettivo annuale sostitutivo degli scatti d’anzianità

difficilmente maturabili con la permanenza costante in una sola azienda,

stante la forte mobilità del settore, ed attivabile, quindi, con la permanenza

in edilizia indipendentemente dall’impresa di appartenenza.24 l’istituto

contrattuale si chiama APE (Anzianità Professionale Edile) e assume

l’aspetto di straordinarietà quando, al termine dell’impegno di lavoro,

significato dalla maturazione del periodo pensionistico, premia la fedeltà al

settore per aver lavorato continuamente in edilizia, con la corresponsione di

una somma significativa quasi a completamento del TFR normato.

Prestazioni che trovano la loro origine o nel contratto nazionale (prestazioni

comuni a tutte le casse) o negli accordi provinciali (prestazioni tipiche di

ciascuna cassa).25

Con la nascita della Repubblica, l’entrata in vigore della Costituzione e il

ripristino delle libertà sindacali, anche le organizzazioni dell’edilizia

tornano ad agire; sia da parte delle organizzazioni imprenditoriali che

sindacali si ravviva l’interesse per le Casse Edili, per le quali il risultato è

stata una loro rapida diffusione in altre province.

Le Organizzazioni Nazionali sono obbligate ad affrontare questa

problematica, i contratti nazionali degli anni cinquanta cominciano, tra le

loro norme, a trovare l’indicazione della Cassa Edile. In un primo momento

essa è indicata come l’organismo presso cui si devono accantonare la

gratifica, le ferie e le festività infrasettimanali, per un po’ di anni l’attività

complessiva viene identificata solo con “l’accantonamento”, ma non basta.

24 80° Cassa Edile di Milano 1919 – 1999 – Cassa Edile di mutualità e assistenza di Milano – Novembre 1999 – pag. 66 25 80° Cassa Edile di Milano 1919 – 1999 – Cassa Edile di mutualità e assistenza di Milano – Novembre 1999 – pag. 66

Page 29: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Fondazione della prima Cassa Edile – Milano 1919

25

L’esperienza di Milano che manifesta via via sempre maggiori interventi

assistenziali e previdenziali, è una sollecitazione oltre che un’indicazione

utile per tutti i dirigenti sindacali, sia in sede nazionale sia in sede

provinciale. La Cassa diventa un istituto contrattuale sotto tutti i punti di

vista, anzi un istituto per la gestione di alcune norme del contratto di lavoro

del settore. Con gli anni cinquanta si individua la Cassa Edile in modo

sempre più preciso, la si disciplina e le si dà una struttura che vale quasi per

tutte le Casse Edili del Paese oltre che per dettarne le finalità.26 E’ un

obiettivo vasto e complesso che impegnerà tutte le forze sindacali, sovente

in contrapposizione.

Nel 1952 erano in attività in Italia undici Casse Edili e alla vigilia della

stipula del contratto nazionale di categoria del 24 luglio 1959 che ne

ufficializzerà il riconoscimento come parte integrante dell’accordo

nazionale e ne sancirà formalmente le funzioni, se ne registrano diciassette.

26 G. Bianchini – La Cassa Edile di Milano … e le altre Casse Edili – pag. 31

Page 30: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione della Previdenza Sociale

26

3. EVOLUZIONE DELLA PREVIDENZA SOCIALE

L’idea della sicurezza sociale è stata accolta dal nostro ordinamento per

effetto dell’inserimento nella Costituzione del principio secondo il quale è

compito dello Stato rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale

che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il

pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i

lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese (art. 3

della Costituzione). Tale principio sta a significare che la liberazione dal

bisogno corrisponde ad un interesse riferibile a tutta la collettività. Più in

particolare, è previsto dall’art. 38 della Costituzione che: “ogni cittadino

inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al

mantenimento e all’assistenza sociale”. “I lavoratori hanno diritto a che

siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze in caso di

infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.

“Gli invalidi e i minorati hanno diritto all’educazione ed all’avviamento

professionale”. “Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed

istituti predisposti o integrati dallo Stato”. “L’assistenza privata è libera”.

L’evoluzione del nostro sistema di previdenza sociale può dirsi segnata da

questa disposizione che ne costituisce il nuovo fondamento. La tutela di chi,

vivendo del proprio lavoro, si viene a trovare in condizioni di bisogno

costituisce un’espressione necessaria della solidarietà di tutta la collettività.1

A questo effetto, di importanza fondamentale è il IV Comma art. 38, il

quale dispone che la realizzazione del programma previsto debba

avvenire

ad opera dello Stato, tenuto non solo a predisporre gli organi e gli istituti

necessari ma anche ad integrarli. L’intervento dello Stato, secondo la

Page 31: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione della Previdenza Sociale

27

Costituzione, non può essere, quindi, limitato alla costituzione degli istituti

ed alla disciplina dell’organizzazione e dei rapporti, ma deve tendere

all’effettiva realizzazione della tutela dei soggetti protetti, realizzazione che

costituisce un fine fondamentale dello Stato, nel senso che ad essa

corrisponde un interesse pubblico immediato e diretto. La formulazione

letterale del quarto comma dell’art. 38 non contrasta con questa

conclusione; che lo Stato non sia chiamato direttamente a realizzare i

compiti previsti in quell’articolo non vuol dire affatto che quei compiti non

siano propri e fondamentali dello Stato. Vuol dire soltanto che la

Costituzione consente un modello organizzativo basato su strutture

differenziate, per tipi di tutela e soggetti protetti e, eventualmente, articolato

territorialmente.2 L’art. 38 Cost. afferma, all’ultimo, comma, il principio

della libertà della previdenza privata, come manifestazione di quella

specifica solidarietà che si esprime anche nelle formazioni sociali (art 2

Cost.), previdenza privata che, come tale, non può non essere che libera in

quanto volontaria e, soprattutto, destinata esclusivamente alla soddisfazione

di interessi privati.3

La funzione previdenziale affidata dalla legge alle strutture pubbliche trova

necessariamente un limite per quanto attiene al livello delle prestazioni,

specialmente pensionistiche, ma anche per le prestazioni destinate a

realizzare la tutela della salute.

Il livello delle prestazioni previdenziali, infatti, non solo è determinato

tenendo conto delle risorse disponibili, mantenendo anche conto che la loro

funzione è quella di realizzare, in primo luogo, la soddisfazione

1 M. Persiani – Diritto della Previdenza Sociale 13^ Ed. – Cedam 2003 pag. 14 2 M. Persiani – Diritto della Previdenza Sociale 13^ Ed. – Cedam 2003 pag. 15 3 M. Persiani – Diritto della Previdenza Sociale 13^ Ed. – Cedam 2003 pag. 17

Page 32: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione della Previdenza Sociale

28

dell’interesse pubblico alla liberazione delle situazioni di bisogno e, con

essa, una solidarietà estesa a tutti i cittadini.

Ne consegue che le prestazioni erogate dai regimi previdenziali pubblici, se

pure tendono a garantire “mezzi adeguati alle esigenze di vita” (art. 38,

secondo comma Cost.), devono essere, però, commisurate soltanto a quei

bisogni che il legislatore considera tipici della generalità degli assistiti onde

ne valuta la soddisfazione come condizione essenziale ai fini della garanzia

dell’effettivo godimento dei diritti civili e politici.

Per contro, è avvertita l’esigenza di provvedere, nell’esercizio della libertà

di assistenza privata (art. 38, quinto comma Cost.), con il ricorso alla

mutualità volontaria, alla soddisfazione dell’interesse privato a più elevati

livelli di protezione.

Da tempo i lavoratori hanno avvertito l’interesse a mantenere, quando

saranno pensionati, il tenore di vita che è stato loro consentito dalle

retribuzioni percepite mentre lavoravano. Interesse che sarà sempre meno

soddisfatto dai regimi previdenziali pubblici.4

Uno spazio all’autonomia privata risulta già esplicitamente ritagliato

dall’art. 2117 del Codice Civile (Fondi speciali per la previdenza e

l’assistenza) e, soprattutto, dall’art. 38 comma quinto della Costituzione

che, con chiara ispirazione ai principi del pluralismo, garantisce la libertà di

esercizio di forme di previdenza e assistenza private.

L’autonomia privata, specialmente quella collettiva, svolge da tempo un

ruolo importante nel settore previdenziale, quale fonte di forme di

previdenza, o complementari di quella pubblica, o del tutto particolari ed

autonome rispetto a quelle: tipiche, a quest’ultimo proposito, sono le Casse

Edili, strutture promosse dalla contrattazione collettiva nazionale, per

4 M. Persiani – Diritto della Previdenza Sociale 13^ Ed. – Cedam 2003 pag. 39

Page 33: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione della Previdenza Sociale

29

l’assolvimento di funzioni previdenziali e assistenziali, nonché di garanzia

nei confronti dell’inadempimento del datore di lavoro ad obbligazioni

relative a determinate voci retributive.

L’autonomia dei privati, comunque, specialmente a livello di contrattazione

collettiva aziendale, ha assunto un ruolo di particolare rilievo dopo la

regolamentazione per legge della previdenza complementare.5

Il D.Lgs. 124/93 impone all’autonomia collettiva di promuovere una

mutualità pensionistica (centrata sulla libertà di adesione, ma anche sulla

inderogabilità del modello di riferimento), idonea ad integrare la previdenza

obbligatoria, ponendosi verso la stessa non più come integrativa, bensì

come complementare (e quindi assumendone l’analoga funzione).6

In materia, nuovi spazi all’autonomia collettiva sono stati prospettati

dall’accordo trilaterale del 23 luglio 1993 (cosi detto accordo sul costo del

lavoro) per quanto riguarda la possibilità di intervenire sulla disciplina

dell’assoggettamento a contribuzione previdenziale di voci retributive che

vengano introdotte dalla contrattazione collettiva aziendale per premiare

particolari risultati produttivi (c.d. salario di produttività).

Attraverso tale tipo di intervento sulla contribuzione, si prospetta anche la

possibilità che l’autonomia collettiva, di fatto, stante la conversione del

sistema di calcolo delle pensioni, apportata dalla riforma del 1995, incida

indirettamente anche sulla politica delle prestazioni.7

Sebbene nel settore della sicurezza sociale l’intervento dei privati non sia

escluso, ed anzi, in alcuni casi sia espressamente previsto o, addirittura,

sollecitato dallo stesso legislatore, tanto costituzionale che ordinario (art.

38, quinto comma Cost., art. 2117 codice civile, art. 442 comma secondo

c.p.c., art. 4 Legge 537/93, Legge 335/95, D.Lgs. 626/94, Legge 419/98), si 5 M. Cinelli – Diritto della Previdenza Sociale – Giappichelli Ed. 2003 – pag. 90 6 R. Pessi – Lezioni di diritto della previdenza sociale – Cedam 2001 - 2^ edizione – pag. 185

Page 34: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione della Previdenza Sociale

30

può affermare che nell’ordinamento vigente la previdenza e l’assistenza

sociale restano compiti specifici e necessari dello Stato, anche quando

questo, anziché assumerli in esercizio diretto, di fatto (come è avvenuto per

effetto del D.Lgs. 509/94 con gli enti privatizzati per la previdenza di liberi

professionisti, giornalisti ecc.) ne conceda l’esercizio a soggettività private

(che contemporaneamente sottopone, peraltro, ad una serie di poteri

amministrativi, diretti a regolarne comunque l’attività).

Comunque, all’iniziativa privata (che si svolga al di fuori di quella

attribuzione di poteri) è riservato un ruolo eventuale e complementare,

anche quando ne siano previste e regolamentate per legge le modalità

d’intervento, come è avvenuto per i fondi di previdenza complementare

(D.Lgs. 124/93 e i fondi integrativi sanitari (D.Lgs. 517/93), ma comunque

non secondario, come nei casi di ammortizzatori sociali di fonte collettiva

(quali in particolare le Casse Edili), o di collaborazione tra soggetti pubblici

e “privato sociale” nel settore sanitario (L. 419/98), o di espressa

regolamentazione (L. 662/96), all’interno della più ampia categoria degli

enti non commerciali, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale e

delle associazioni di promozione sociale (D.Lgs. 460/97 – L. 383/2000).8

7 M. Cinelli – Diritto della Previdenza Sociale – Giappichelli Ed. 2003 – pag. 91 8 M. Cinelli – Diritto della Previdenza Sociale – Giappichelli Ed. 2003 – pag. 100

Page 35: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

31

4. EVOLUZIONE NORMATIVA RISPETTO ALLA CASSA EDILE

4.1 Comparsa della Cassa Edile nel contratto nazionale E’ nel secondo contratto nazionale post-corporativo stipulato il 18 gennaio

1950, che per la prima volta si trova menzionato l’istituto della Cassa Edile.

E’ implicitamente qualificato come Ente per l’accantonamento dei ratei di

ferie, festività e gratifica natalizia e posto in alternativa all’istituto bancario.

La scelta tra le due alternative è demandata alla contrattazione integrativa

provinciale. In tutto il territorio nazionale, attorno al 1950, esistono e

funzionano solo cinque Casse Edili: Brescia, Udine, Pavia e Torino che si

conformano tutte a quella di Milano.1

Sin dal dicembre 1947 il comitato direttivo nazionale della F.I.L.E.A., con

propria “mozione risolutiva”, era pervenuto, anche sulla base dello studio

condotto dall’apposita commissione insediata nell’agosto 1947, alla

conclusione di orientare tutte le federazioni provinciali verso la costituzione

delle Casse Edili a gestione, ove fosse possibile, paritetica, facendo di

questi “istituti veri organismi di difesa e di lotta”2. In questo documento

sono inoltre puntualizzati diversi temi al centro delle rivendicazioni dei

lavoratori edili. Tra i più importanti: 1) riforma degli uffici del lavoro, con

avocazione ai sindacati di categoria della funzione di collocamento, 2)

riforma del D.L. Lgt. 09.11.1945 n. 788 che istituisce la Cassa integrazione

guadagni in relazione alle particolari esigenze del settore edile, 3)

realizzazione dell’obiettivo di istituire e far funzionare gli enti scuole edili,

già previsti nel contratto del 1946 (art. 46).

1 G. Bianchini – La cassa Edile di Milano… e le altre Casse Edili – Milano 1980 – pag. 43 2 Testo della mozione riportato dal Notiziario F.I.L.E.A. del 15.01.1948

Page 36: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

32

4.2 I contratti nazionali dopo il 1952 Il contratto nazionale del 5 dicembre 1952 aggiunge al precedente testo,

nell’art. 59, che “l’amministrazione delle Casse Edili esistenti e di quelle

che, ove possibile, potranno essere costituite, sarà effettuata in forma

paritetica, con la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni

territoriali aderenti alle Organizzazioni nazionali interessate”.3

Il contratto del 13 settembre 1957, stabilisce all’art. 62 che: “le parti

stipulanti, riconoscendo l’importanza delle finalità perseguite dalla Cassa

Edile, promuoveranno l’istituzione, laddove possibile, di questi organismi”.

Da rilevare che il precedente contratto del 1955 non aveva introdotto nulla a

riguardo, anzi, aveva ribadito, con apposita dichiarazione verbale, anche

l’ipotesi di accantonamento presso l’impresa.4

4.3 L’intesa settoriale tra F.I.L.L.E.A., F.I.L.C.A., Fe.N.E.A.L. L’incontro del 27 settembre 1958 delle segreterie nazionali F.I.L.L.E.A.-

C.G.I.L., F.I.L.C.A-C.I.S.L., Fe.N.E.A.L.-U.I.L. (che avevano preso il

posto dell’organizzazione unitaria F.I.L.E.A., a seguito della rottura

dell’unità sindacale)5, è esplicitamente diretto ad “un attento esame dei

problemi riguardanti la creazione, i compiti e il funzionamento delle Casse

Edili di Mutualità e Assistenza”. L’incontro manifesta il grado di presa di

coscienza cui è ormai giunto il movimento sindacale operaio riguardo le

Casse Edili, si può affermare che in quel momento, il problema delle Casse

fosse giunto ad un punto critico. O la categoria diventava capace di portarlo

a generalizzazione e a compimento, oppure il “fenomeno Cassa Edile” si

sarebbe più o meno localizzato nelle province industrialmente e

3 Art. 29 C.C.N.L. edili 1952 4 Art. 62 C.C.N.L. edili 1957 5 Vedi: F. Carinci – R. De Luca Tamajo – P. Tosi – T. Treu – Diritto del Lavoro 1. Il diritto sindacale – Utet 4^ ed. 2002 – Cap. 2.3 – “L’organizzazione sindacale: evoluzione storica”

Page 37: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

33

sindacalmente più avanzate, con il possibile venir meno di una cospicua

esperienza sviluppatasi in diverse parti del Paese in quegli anni.6

Il documento comune siglato nel 1958 da F.I.L.L.E.A., F.I.L.C.A., e

Fe.N.E.A.L. elenca diciotto province in cui sono già costituite altrettante

Casse Edili. In quattrodici opera già l’accantonamento della percentuale di

ferie, gratifica natalizia e festività, quasi tutte hanno avviate misure

assistenziali: colonie, borse di studio per i figli degli edili, cure termali,

sussidi in caso di morte del lavoratore e altri interventi; in sette province

(Milano, Brescia, Varese, Pavia, Udine, Torino e Imperia) sono in vigore

trattamenti integrativi per la disoccupazione involontaria. A Torino e

Imperia operano forme di erogazione integrative anche per le malattie dei

lavoratori oltre che per i casi di infortunio e a Genova addirittura per le ore

di cantiere perse a causa del maltempo.

Queste iniziative sono introdotte provincialmente e sono di carattere

assistenziale, sono finanziate con il contributo versato alla Cassa dai suoi

iscritti: imprenditori e operai. Si tratta di un contributo paritetico, cioè con

una stessa percentuale a carico di ognuno, calcolata sul salario, tanto a

carico del datore di lavoro quanto a carico dei lavoratori. Se il lavoratore

paga per le previdenze sociali 100, altrettanto deve pagare il suo

imprenditore (questa contribuzione a carico delle imprese e dei lavoratori

resta paritetica fino al 1973; dal 1976 i 5/6 saranno a carico del datore di

lavoro e 1/6 a carico del lavoratore). Le percentuali sono diverse da

provincia a provincia e tendono a variare nel tempo, aumentando. Oltre ai

versamenti associativi dei datori di lavoro e degli operai, le Casse Edili

hanno altre forme di entrate che possono essere utilizzate per la propria

attività, si tratta degli interessi bancari maturati sui depositi degli importi

per ferie, gratifica e festività che ricevono dalle imprese.

6 Incontro Segreterie Nazionali 27 settembre 1958

Page 38: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

34

Tali somme, per alcuni mesi, rimangono a disposizione delle Casse stesse e

in questo periodo, essendo le somme depositate su conti correnti fruttiferi,

rendono degli interessi che sono utilizzati in aggiunta ai finanziamenti

specifici per pagare le attività della Cassa e le assistenze in particolare.

Sono, queste attività, svolte ancora da poche Casse Edili, i primi segni dei

futuri istituti contrattuali che troveranno ampio sviluppo nella fase politico-

sindacale successiva.

Ci vorranno ancora otto anni prima di vedere che il livello contrattuale

provinciale acquisisce il diritto a contrattualizzare le prestazioni

assistenziali o almeno alcune di esse. Prima di allora solo la trattativa

nazionale aveva la possibilità di contrattualizzare. Non che in sede

provinciale non ci si accordasse per attribuire i compiti alla Cassa Edile, lo

si faceva e si operava, senonchè gli accordi sindacali provinciali non erano

previsti dal sistema di relazione industriale del settore, erano un di più

rispetto a quanto formalmente previsto tra le Organizzazioni nazionali. La

questione non è solo formale e se ne accorgono le stesse Organizzazioni

sindacali operaie, le quali arrivano ben presto a richiedere la

contrattualizzazione provinciale delle prestazioni affidate alla Cassa.7 Esse

diventano un tutt’uno con il contratto nazionale per cui arrivano ad essere

parte integrante della retribuzione del lavoratore. Non solo, ma qualche

magistrato che deve ricercare i minimi di trattamento economico da

applicare in sede di controversia giuridica tra l’imprenditore e i suoi

dipendenti, li recepisce. Cioè, il minimo retributivo del settore è dato dalla

sommatoria tra quanto previsto dal Contratto nazionale, ciò che si è

introdotto con l’integrativo provinciale più ciò che eroga la Cassa Edile,

purchè frutto di un accordo sindacale.

7 G. Bianchini – La Cassa Edile di Milano … e le altre Casse Edili – Milano 1980 – pag. 47

Page 39: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

35

Nel momento in cui il livello provinciale assume tale disponibilità, ci

saranno nuovi e più ampi effetti a favore dei lavoratori e non solo di ordine

giuridico.

E’ comunque merito delle Organizzazioni sindacali nazionali avere voluto e

saputo valorizzare le esperienze di punta del primo gruppo di Casse Edili,

avere indicato a tutta la categoria “l’obiettivo di istituire e far funzionare in

tutte le province l’istituto della Cassa Edile” e al tempo stesso di aver

saputo presentare tale obiettivo come punto cruciale di una complessa

iniziativa per il rispetto e l’attuazione dei contratti collettivi di lavoro.8

4.4 Il contratto di lavoro “erga omnes” del 1960 Con il contratto di lavoro firmato il 24 luglio 1959, in vigore dall’11

gennaio 1960 ed “erga omnes” con il D.P.R. 14 luglio 1960 n. 1032 in

attuazione della legge del 14 luglio 1959 n. 7419, si introduce l’obbligo di

costituire ovunque le Casse Edili.

Il contratto del 1959 prevedeva le Casse Edili e, dato che questo contratto

diventa legge, di fatto, indirettamente l’estensore contrattuale diventa

legislatore. Rimane invece il fatto che il contratto del 1959 impone

l’obbligo per tutti di iscriversi alla Cassa Edile che in parecchie province

non c’è ed occorre quindi costituirla in fretta (in parte viene attuato).

Nel contratto del 1959 si definisce anche il problema del finanziamento

stabilendo che “Per il conseguimento degli scopi delle Casse Edili le stesse

Associazioni territoriali determineranno la misura del contributo paritetico

tra un minimo dello 0,10% ed un massimo dello 0,50% calcolato sulla paga

di fatto corrisposta agli operai, senza pregiudizio per le maggiori misure

eventualmente esistenti”.

8 E. Corrieri: Linee di tendenza della contrattaz. sindacale – Quaderni di rassegna sindacale - 1971 9 Vedi: F. Carinci – R. De Luca Tamajo – P. Tosi – T. Treu – Diritto del Lavoro 1. Il diritto sindacale – Utet 4^ ed. 2002 – Cap. 9.14 - I contratti collettivi “recepiti” in decreto

Page 40: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

36

Con il contratto del 1959 sono quindi risolti, in parte, e refluiti nella

contrattazione nazionale i presupposti normativi condizionanti l’obiettivo di

istituire la Cassa Edile in tutte le province.

4.5 I convegni operai sulla Cassa Edile I convegni organizzati nel 1960 dalla F.I.L.C.A.-C.I.S.L. a Torino e dalla

F.I.L.L.E.A.-C.G.I.L. a Grottaferrata, le risoluzioni della Fe.N.E.A.L.-

U.I.L., ripropongono in tutta la categoria l’obiettivo dell’istituzione delle

Casse Edili in ogni provincia che si dimostrò di attuazione estremamente

difficile e il perché, per la parte operaia, è chiaramente affermato nella

relazione introduttiva al 2° convegno F.I.L.L.E.A. sulle Casse Edili. In essa

si legge: “Mentre ufficialmente gli industriali, in modo particolare l’ANCE

ostentano un atteggiamento di benevola comprensione verso le Casse Edili,

di fatto nelle province l’atteggiamento è generalmente ostile. Ma tale fattore

principale del mancato allargamento della rete delle Casse Edili, non può

essere dissociato, anche da una valutazione, non sempre pienamente

consapevole che la nostra organizzazione sindacale e gli stessi lavoratori

hanno di questi organismi”. Già nel primo convegno della F.I.L.L.E.A. del

1953, constatato che esistevano solo undici Casse, si era sottolineata la

direttiva di “estendere e migliorare le Casse Edili”.

Risultato delle iniziative sindacali è che le Casse passano da quattordici nel

1956 a diciotto nel 1958, a ventidue funzionanti nel 1960, più qualche

decina in fase di costituzione.

Perché gli industriali la “osteggiano” e tanti lavoratori persistono in una

“valutazione non sempre consapevole?”. Le domande che in molti si

pongono sono: “che cosa è la Cassa Edile? Che cosa fare di questo

organismo?

Page 41: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

37

Come è possibile farlo diventare uno strumento operativo per l’attuazione

anche di una figura sindacale che comincia ad emergere e cioè il salario

minimo garantito?” Si ritiene che i nodi più importanti che le Associazioni

sindacali hanno dovuto affrontare abbiamo riguardato i seguenti argomenti:

1) introduzione di un rapporto tra la contrattazione nazionale e quella

provinciale articolata, per indicare gli obiettivi riguardanti le Casse Edili. Si

sono dovute determinare nuove forme di azione sindacale in luogo dei

vecchi modelli di conflittualità “a polverone” e di resistenza “muro contro

muro”. Si sono dovute modificare le stesse strutture interne delle leghe

operaie che si rifondano sui cantieri. Si è dovuto attribuire ampia autonomia

alle sezioni provinciali dei costruttori edili pur nell’ordinamento unitario

dell’associazione industriale. 2) Si è dovuto determinare un nuovo rapporto

tra la retribuzione immediata (o diretta) e la retribuzione indiretta. 3) Si è

andati alla ricerca di un nuovo rapporto tra le innovazioni contrattuali e la

legislazione sociale, così come tra i livelli occupazionali e la politica degli

investimenti in edilizia.

E’ inoltre certamente occorsa una crescente volontà e capacità dei sindacati

nel gestire direttamente e settorialmente le relazioni reciproche che i nuovi

organismi facevano nascere (si tratta pur sempre di Consigli di

Amministrazione in cui c’è la presenza congiunta di due parti contrapposte

e non sempre è ipotizzabile la possibilità che esse riescano a trovare il

giusto compromesso).10

L’obiettivo principale, quello cioè di riuscire a costituire le Casse Edili, è

raggiunto: nel 1963, sono funzionanti 82 Casse e altre che si stanno

costruendo; testimoniano il successo conseguito da tutto il movimento

10 Atti del Convegno Nazionale F.I.L.L.E.A. sulle Casse Edili – Grottaferrata (Roma), 3-4 Gennaio 1963 – a cura della F.I.L.L.E.A.

Page 42: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

38

sindacale operaio, malgrado la resistenza di una considerevole parte del

campo imprenditoriale.11

Le scelte dei sindacati operai vengono riassunte in una piattaforma

presentata per il rinnovo contrattuale nazionale, gestita dai comitati unitari

di coordinamento formati dalle tre federazioni operaie di settore.

Al centro delle richieste riferite alla Cassa Edile vi è l’esigenza di una

“urgente istituzione di una contribuzione particolare a carico dei datori di

lavoro esclusivamente per garantire agli operai dell’edilizia una copertura

economica per tutte le ore di lavoro perdute involontariamente. Ai comitati

paritetici verrà lasciato il compito di provvedere a tutte quelle iniziative

collaterali e di tipo sociale e culturale la cui utilità si è così affermata in

questi anni”. Si precisa nelle stesse piattaforme che la Cassa deve essere in

grado di “assolvere al compito di integrare e adottare le norme di legge

esistenti in materia di previdenza, assistenza e sicurezza sociale, alle

caratteristiche dell’industria delle costruzioni”.

4.6 I convegni degli industriali Era impossibile che di fronte alle numerose iniziative dei sindacati operai,

con tema la Cassa Edile, susseguitesi negli anni fine cinquanta e inizio

sessanta, gli industriali non si sentissero sollecitati anch’essi ad affrontare

l’argomento, infatti, il 28/29 maggio 1963, per iniziativa dell’ANCE, i

rappresentanti imprenditoriali si riuniscono in convegno per discutere

complessivamente della questione attorno a cui verteva il dibattito in

generale. Erano interessati principalmente a due argomenti: 1) i problemi di

organizzazione e di finanziamento delle Casse Edili, 2) i profili pratici dei

problemi giuridici connessi con l’esistenza e il finanziamento delle Casse

Edili.12

11 G. Bianchini – La Cassa Edile … e le altre Casse – Milano 1980 – pag. 52 12 Convegno ANCE 28/29 maggio 1963

Page 43: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

39

La discussione è vivace, emergono le perplessità di molti verso un

organismo che “costa” e che, attraverso i “sindacalisti”, controlla. Vengono

evidenziate anche parecchie perplessità riguardo alla natura giuridica di

questo organismo in stretta connessione con estesi pareri di

incostituzionalità. L’orientamento degli imprenditori può ricavarsi dalla

lettura del “voto conclusivo” nel quale, tra l’altro si afferma che: a) si deve

costituire un “organismo che curi il coordinamento delle Casse Edili, nei

modi e nelle forme più opportune”, b) si deve costituire “un ristretto

comitato di esperti per lo studio dei problemi giuridici, con l’incarico di

predisporre una serie di quesiti da sottoporre a giuristi”. Quindi, le

tematiche dei convegni sono molto diverse, dalla parte dei sindacati operai

si mostra una crescente volontà e capacità d’impegnarsi a contribuire allo

sviluppo delle Casse Edili: più interventi, maggiore qualificazione di quelli

in vigore, estensione ovunque dell’organismo, accantonamento presso la

Cassa. Sul piano delle iniziative specifiche si raccomanda di “concentrare le

somme disponibili in poche assistenze piuttosto massicce con caratteri di

assoluta automaticità che eliminino la discrezionalità”. Le proposte

rimangono al confine tra assistenza e retribuzione indiretta, però si

privilegia la “corresponsione di indennità” integrative per assenze dovute

ad infortunio o malattia, soffermandosi sull’opportunità o meno di fissare

un congruo periodo di carenza. I trattamenti integrativi salariali vengono

proposti anche in funzione “della fuga dall’edilizia generale, anche nelle

province del sud, con il sorgere delle industrie locali”. Nel complesso, nella

posizione operaia, non manca l’intuizione più avanzata, difatti

qualcuno

afferma: “non è tanto una questione di carattere retributivo ... è anche una

questione di carattere normativo e, se si preferisce, una questione di

sicurezza di lavoro”.

Page 44: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

40

Nel campo imprenditoriale, invece, si pongono in discussione,

fondamentalmente, la legittimità costituzionale e la natura giuridica

dell’organismo; si discute per verificare la validità della cosiddetta

“clausola sociale” inserita nei capitolati d’appalto, quindi, il tema che sta

più a cuore a molti industriali è quello dell’ ”esistenza o meno della Cassa

edile”.

Le proposte sono perentorie, si chiede una scelta riguardo a due precisi

quesiti: a) abolire o tenere in vita le Casse Edili? B) limitarle ai soli iscritti o

renderle obbligatorie? Dalla lettura della documentazione sembra che la

maggior parte degli imprenditori sia propensa ad “abolire” e “limitare”.

Agli imprenditori in quel periodo interessa di più la forma della Cassa

Edile, cioè la sua strutturazione e collocazione nel diritto positivo. In quel

convegno non si parla molto dei contenuti della Cassa, anche per essi, per

avere un rapporto nuovo con le Casse Edili, sarà necessario un salto di

qualità che avverrà negli anni successivi. Nei cinque anni che trascorsero

tra il primo e secondo convegno, la posizione degli industriali acquisisce la

convinzione che questo istituto contrattuale ha la possibilità di permettere

alla categoria miglioramenti consistenti riguardo a diversi indirizzi; passati

gli anni difficili dell’ “erga omnes” e della sentenza costituzionale che

sancisce inesistente l’obbligo di iscriversi alla Cassa Edile, le stesse si sono

costituite, funzionano e accrescono le loro iniziative, quelle di più vecchia

data manifestano ampia capacità operativa e sono in grado di soddisfare le

attese degli operai e degli imprenditori.

Da qui l’esigenza di organizzare un convegno per verificare le diverse

problematiche connesse con le Casse che ci sono (e sono numerose), vanno

disciplinate tanto per le finalità, quanto per la loro struttura istituzionale e

Page 45: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

41

amministrativa e possono essere ottimi strumenti di verifica circa il rispetto

dell’applicazione contrattuale: la concorrenza sleale che deriva da minori

costi salariali, a causa di evasioni contrattuali, crea problemi agli

imprenditori più seri che pretendono il rispetto dei patti di lavoro.

Il convegno si svolge a Roma il 29/30 ottobre 1968, dalle due relazioni che

introducono la discussione emerge ancora l’esistenza di una notevole

pretesa egemonica, poiché la parità della gestione non è ancora definita

correttamente, infatti, appare strumentale e riduttiva dove si afferma che “la

pariteticità si realizza con la firma abbinata degli atti predetti (quelli di

prelievo finanziario)”, “in via generale, ad opera del Presidente della Cassa

per la parte operaia e consente di associare le Organizzazioni dei lavoratori

alle responsabilità inerenti il momento attuativo della spesa, a tutela, in

definitiva, dello stesso Presidente”. Si può quindi constatare che la

paretiticità si restringe al coinvolgimento delle spese e non come dovrebbe

essere, cioè ad ogni momento di decisione, atto per atto, operazione per

operazione. Tuttavia, in questo convegno emergono cose nuove a

testimonianza del consistente salto di qualità compiuto dagli imprenditori.13

Nella stessa relazione si può leggere “Altri congegni contrattuali pure

imperniati o collegati con le Casse Edili, si inquadrano in una politica attiva

di perequazione dei costi della mano d’opera fra tutte le imprese operanti

nel settore e si ispirano, altresì, a finalità di promozione organizzata”. Più

oltre si evidenziano i modi con i quali la Cassa attua la perequazione

contrattuale e si riconosce addirittura che attraverso le Casse Edili “vi è

l’osservanza del contratto nella sua totalità”. Si aggiunge ancora che “il

lavoratore trova, nelle Casse, il soddisfacimento dei suoi specifici

interessi”. Buona parte della seconda relazione affronta ampiamente i

13 Convegno ANCE 29/39 ottobre 1968

Page 46: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

42

problemi dei controlli, dei rapporti con le organizzazioni sindacali

nazionali, i problemi gestionali, quelli contabili e amministrativi.

4.7 Il contratto del 1966: una fase nuova

Il contratto del 1966 apre una fase nuova per Le Casse Edili. L’art. 63

sancisce che la contrattazione provinciale ha potere di stabilire: “Quali,

tra le prestazioni finanziabili con le disponibilità di esercizio della Cassa

Edile, senza tenere conto dell’importo del contributo a carico degli operai,

formano parte integrante del trattamento economico e normativo definito

dal presente contratto. Il lavoratore ha diritto di richiedere le prestazioni di

cui al comma precedente al proprio datore di lavoro, il quale, peraltro, è

liberato dall’obbligazione di corrispondere con l’integrale adempimento

degli obblighi verso la Cassa Edile stabiliti dagli accordi locali stipulati in

applicazione del presente contratto, nonché dello statuto e del regolamento

della Cassa stessa, sia degli obblighi di cui all’art. 38, istitutivo

dell’anzianità di mestiere ed il relativo regolamento”.14 Con questo

contratto nazionale, il profilo della istituzione contrattuale della “Cassa

Edile” è assai chiaramente delineato. Nuovi tratti si aggiungeranno con il

contratto del 1970, ma sarà quello del 1973 che ne definirà completamente

il disegno.

4.8 Il contratto del 1973 L’art. 46 del contratto del 1973 che racchiude quasi tutta la normativa in

materia di Cassa Edile è tra i più lunghi e intrecciati del testo. Tra le righe

non è difficile scorgere le fasi più salienti dell’evoluzione di questo

complesso istituto. Da esso si ricava che la Cassa Edile assicura:“Nei limiti

14 Art. 63 C.C.N.L. edili 1966

Page 47: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

43

delle disponibilità dell’esercizio finanziario, prestazioni assistenziali e

servizi”, deliberati dal paritetico “Consiglio di Amministrazione nominato

dalle parti contraenti”. Le prestazioni dovranno poi essere approvate dalle

Associazioni sindacali territoriali. In questo contratto si ritrova la svolta del

1966 con i suoi aspetti innovativi, ma anche con i suoi limiti: riguardo alla

Cassa Edile si ha sì la contrattazione provinciale che, però, è vincolata alle

decisioni del Consiglio di Amministrazione della Cassa, a sua volta limitato

alla disponibilità di ciascun esercizio. Tuttavia il contratto rappresenta un

sostanziale passo avanti almeno per i seguenti due ordini di problemi: a) la

contrattazione provinciale esplicitamente riconoscerà il carattere di

trattamento integrativo economico e normativo di settore a quelle

prestazioni (ex assistenziali) che possono porsi a carico del datore di lavoro.

Lo stesso è obbligato a corrispondere all’operaio quanto stabilito a livello

locale, o meglio, a liberarsi di tale obbligazione attraverso gli adempimenti

erogati dalla Cassa iscrivendosi ad essa. L’ordinamento della Cassa Edile

costituisce parte integrante dei contratti ed accordi collettivi di lavoro in

edilizia; b) per le assenze dovute a malattia, anche professionale ed

infortunio sul lavoro, deve operare l’integrale applicazione della disciplina

nazionale. L’integrazione malattia e infortunio che era erogata in un certo

numero di Casse, diventa obbligo contrattuale per tutte le Casse Edili. E’

posta direttamente a carico del datore di lavoro l’obbligazione di assicurare,

a mezzo della Cassa Edile o, se non iscritto, direttamente, un’indennità

integrativa che aggiunta a quanto pagato al lavoratore dall’INAM o

dall’INAIL, assicuri all’operaio il 75% dal 15° al 20° giorno di malattia

(l’INAM pagava il 50%) e il 90% dal 21° al 180° giorno (l’INAM pagava

Page 48: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

44

i 2/3 del salario); inoltre si deve integrare quanto pagato dall’INAIL

facendo percepire al lavoratore il 100% dal 4° giorno fino a guarigione

clinica per i casi di infortunio sul lavoro. Il quadro della contrattazione del

1973 necessita di essere completato, citando le altre “prestazioni e servizi”

resi obbligatori dal contratto nazionale ed erogati, per le imprese aderenti,

dalle Casse Edili: 1) indennità complementare di disoccupazione, in misura

del 25% della retribuzione in vigore al momento del licenziamento. Ha

carattere integrativo del sussidio straordinario pagato dall’INPS, in vigore

in edilizia e percepito per 60 giorni, massimo per 90 giorni in un biennio,

regolato dalla legge 2.2.1970 n. 12. Il contributo di finanziamento, variabile

da provincia a provincia, è a totale carico del datore di lavoro; 2) Anzianità

di mestiere il cui contributo è pari al 2% della retribuzione a carico

dell’imprenditore e versato in un apposito fondo provinciale. E’ corrisposta

agli operai iscritti alla Cassa secondo condizioni e limiti contenuti in una

capillare e minuziosa disciplina e con un congegno d’attuazione

complicato. Criterio base per ottenere il “premio per l’anzianità di mestiere”

è il cumulo delle ore lavorate annualmente e l’anzianità di permanenza.

L’istituto surroga i così detti “scatti d’anzianità” presenti in quasi tutti i

contratti dell’industria. Dall’ “anzianità di mestiere” si è passati nel 1976 al

“Premio di professionalità edile” fino ad arrivare nel 1979 all’ A.P.E.

“Anzianità Professionale Edile”, cioè gli scatti d’anzianità.

Altri servizi di istituto e dettati dal contratto sono: a) la riscossione dei

contributi associativi mediante delega del lavoratore; b) la riscossione delle

quote di adesione contrattuale, tanto quelle di pertinenza delle

Organizzazioni sindacali provinciali, quanto quelle delle Organizzazioni

nazionali.15

15 Art. 46 C.C.N.L. edili - 1973

Page 49: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

45

4.9 I contratti dal 1976 al 1979 I due contratti successivi (1976 – 1979) non introducono molto di nuovo

per quanto attiene alle prestazioni. Innovano, invece, per quello che

concerne l'autonomia del Consiglio di amministrazione della Cassa rispetto

ai sindacati provinciali e nazionali, infatti, mentre in precedenza il

Consiglio deliberava con il limite delle disponibilità finanziarie, nel 1976

sono le Organizzazioni sindacali che decidono: Il Consiglio deve accogliere

le decisioni sindacali e può solo obiettare, qualora manchi la possibilità di

finanziare le iniziative decise sindacalmente, in più, le Organizzazioni

territoriali devono dare integrale applicazione agli accordi nazionali e la

Cassa li deve percepire anche se a livello locale si registrano discordi. La

Cassa, inoltre, non può dare attuazione ad iniziative decise dalle

Organizzazioni sindacali locali se quanto deciso è in contrasto con ciò che

nazionalmente si è indicato.

Le Organizzazioni sindacali provinciali non possono accordarsi per affidare

nuove iniziative assistenziali e previdenziali se non dopo aver avuto

l’assenso delle corrispondenti Organizzazioni nazionali. Si tratta, come si

denota, di un radicale capovolgimento di indirizzo strategico riguardo le

Casse Edili. Oltre all’aspetto dell’autonomia, la contrattazione del 1976 -

1979, introduce una nuova strutturazione istituzionale delle Casse stesse, si

introducono nuovi organi: il Consiglio generale e il Comitato di presidenza.

Il Consiglio di Amministrazione diventa Comitato di Gestione.

L’allargamento della base di rappresentanza sindacale sottostà alla

costituzione del Consiglio generale, una più puntuale pariteticità della

gestione è il presupposto della nascita del Comitato di presidenza.16

16 C.C.N.L. edili – 1976 - 1979

Page 50: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

46

4.10 La contrattazione degli anni ’80 e ’90 e l’inizio del processo di armonizzazione delle Casse Edili Nel contratto dell’83 non si registrano variazioni di rilievo. Nel C.C.N.L.

del 1987 nell’ambito delle funzioni di controllo e coordinamento affidate

alla Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili (CNCE) prendono

corpo una serie di disposizioni volte a raggiungere una omogeneizzazione

delle Casse Edili.

Questi gli obiettivi che la commissione deve perseguire:

a. verifica della situazione delle prestazioni collaterali effettuate dalle

Casse Edili per fornire indicazioni dirette a:

- realizzare una maggiore qualificazione dell’attività delle Casse;

- concentrare la spesa sugli interventi più validi;

- determinare l’armonizzazione e la maggiore omogeneità dei trattamenti

sul territorio;

b. adozione per i bilanci delle Casse Edili e dei relativi piani dei conti di

uno schema predisposto dalla Commissione Nazionale Paritetica per le

Casse Edili;

c. omogeneizzazione delle modalità relative agli adempimenti delle

imprese verso la Cassa Edile, anche sul piano della modulistica, nonché

dei criteri di acquisizione dei dati da parte delle Casse stesse;

predisposizione delle indicazioni sull’impiego dei mezzi informatici,

anche allo scopo di un miglior coordinamento dell’attività delle Casse.17

17 C.C.N.L. edili - 1987

Page 51: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

47

4.11 Il contratto del 23 maggio 1991 e lo “schema unico di bilancio” Il progetto di unificare i bilanci delle Casse Edili trova attuazione attraverso

l’accordo nazionale del 18 luglio 1988 in cui viene individuato uno schema

unico di bilancio al quale i vari enti sono tenuti ad attenersi.

È un passo importante verso il processo di omogeneizzazione delle Casse

Edili che, pur se istituite con i medesimo scopi, hanno negli anni

amministrato e gestito le strutture attraverso strumenti contabili che,

ancorchè corretti, rispondessero innanzi tutto alle varie esigenze locali.

Inoltre, congiuntamente al bilancio, le Casse devono provvedere, sempre

secondo quanto disposto dall’art. 37 del sopracitato C.C.N.L., ad inviare

alla Commissione Nazionale Paritetica delle Casse Edili e all’Osservatorio

Nazionale, delle schede statistiche nelle quali vengono rilevate alcune

variabili anagrafiche (imprese ed addetti) e economiche (prestazioni

collaterali, spese di anzianità professionale edile ordinaria e straordinaria).18

4.12 Il contratto del 5 luglio 1995 Viene innovato l’Osservatorio per il settore delle costruzioni,

riconoscendogli oltre che un ruolo informativo anche un mezzo per

“l’attuazione ai vari livelli del sistema di concertazione”.

Nell’ambito delle Casse Edili, tra gli argomenti indicati alla lettera d)

dell’art. 37 compaiono rispetto al precedente contratto collettivo nazionale i

seguenti punti:

- la predisposizione di uno schema unico di regolamento delle Casse

Edili, da portare all’approvazione delle parti nazionali sottoscritte;

- l’esame dei criteri e delle modalità in materia di certificazione di

regolarità contributiva;

18 Art. 37 C.C.N.L. edili - 1991

Page 52: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

48

- la proposizione alle parti nazionali sottoscritte, alle quali compete la

relativa approvazione, di uno schema di convenzione con gli Organismi

ed Istituti che interagiscono con le Casse Edili;

- la realizzazione di strumenti di formazione ed informazione dei Direttori

e del personale della Cassa Edile;

- la relazione semestrale alle parti in occasione delle sessioni di

concertazione, sullo stato del sistema nazionale paritetico delle Casse

Edili.19

Da un lato la contrattazione collettiva pur non disconoscendo l’esperienza

fortemente radicata nel territorio delle Casse Edili, prosegue nel processo di

omogeneizzazione delle stesse affidando alla Commissione Centrale

compiti che permettano di coordinare i rapporti tra e le singole casse

attraverso una serie di regole valide per tutti. In tale ottica vanno letti i punti

volti ad una ulteriore qualificazione, per migliorare l’ottimizzazione degli

impieghi delle risorse ovvero la redazione di uno schema di regolamento,

per una maggiore armonizzazione delle prestazioni integrative dei

lavoratori.

Dall’altro occorre considerare che in questi anni il quadro della popolazione

edile subisce una forte contrazione: si evidenzia una diminuzione dei

lavoratori iscritti ed un calo delle ore denunciate pressochè su tutto il

territorio nazionale, inoltre la “forbice” tra lavoro effettivo e lavoro

denunciato continua a divaricarsi.20

Sorge quindi spontanea una doppia esigenza che la contrattazione mette in

evidenza:

- definire i criteri per il rilascio della certificazione attraverso

l’elaborazione di una modulistica valida su tutto il territorio;

19 Art. 37 C.C.N.L. Edili - 1995 20 Atti del 1° Convegno Nazionale delle Casse Edili – Roma Palazzo Brancaccio 20/21 nov. 1997

Page 53: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

49

- realizzare a livello nazionale una convenzione-tipo che consenta alle

Casse Edili e all’I.N.P.S. di scambiarsi reciprocamente le informazioni

(esigenza quanto mai pressante per l’applicazione dell’art. 29 della

Legge 341/95 nel quale il legislatore ha vincolato la possibilità per le

aziende di “fruire di una specifica riduzione di aliquota contributiva a

condizione che la Cassa competente rilasci una dichiarazione

comprovante la regolarità dei versamenti effettuati”.(L’ordinamento

prevede numerose ipotesi di “contribuzione agevolata”, cioè particolari

riduzioni dell’aliquota contributiva ordinaria, riferite a specifiche

categorie di lavoratori (addetti a servizi domestici familiari, lavoratori

agricoli subordinati, lavoratori soci di soc. cooperative, facchini riuniti

in coop. , apprendisti) o a specifiche categorie di datori di lavoro

(imprese localizzate in determinate aree territoriali). Rispetto a tali

forme di agevolazione è necessario distinguere tra le ipotesi in cui le

stesse abbiano effetti depressivi sulla tutela (minor contribuzione, minor

prestazione), da quelle in cui l’effetto negativo è neutralizzato da

interventi di mutualità di solidarietà interna (categoriale o

intercategoriale), di solidarietà generale ( con il finanziamento del

differenziale da parte della fiscalità). Tipiche ipotesi di mutualità e/o di

solidarietà interna sono quelle in cui il fondo previdenziale fa fronte con

le proprie risorse alle minori entrate conseguenti alle agevolazioni,

cosicché sono i beneficiari delle contribuzioni normali a farsi carico del

maggior rendimento concesso ai soggetti agevolati in rapporto alla

contribuzione effettivamente versata. Il fenomeno, in termini

ricostruttivi, è del tutto analogo a quello in cui sono le stesse gestioni

previdenziali a farsi carico delle contribuzioni figurative, poiché anche

Page 54: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

50

in queste ipotesi si realizza un trasferimento di ricchezza tra i

beneficiari a contribuzione normale e gli altri soggetti protetti, privi, per

il periodo di riferimento, in tutto o in parte della provvista finanziaria

necessaria per alimentare la prestazione.21

4.13 Il contratto del 29 gennaio 2000 Permangono gli obiettivi di uniformare l’attività delle Casse. Alla

Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili vengono affidati nuovi

e impegnativi compiti:

- attuare entro il 30 giugno 2000 un sistema informatico a rete per il

collegamento tra le Casse Edili;

- predisporre entro il 30 aprile i modelli unici di denuncia mensile e il

modello di versamento delle contribuzioni e accantonamenti;

- predisporre un progetto avente carattere promozionale con il fine di

ampliare l’ambito di diffusione delle Casse.

Per quanto concerne gli adempimenti delle imprese verso le Casse, assume

particolare rilievo il nuovo testo dell’art. 19 del C.C.N.L. in base al quale

con decorrenza 1° ottobre 2000 l’accantonamento presso la Cassa Edile

scende dal 23,45% al 18,50% (netto dal 18% al 14,20%).

In questo contratto infatti si prevede che il pagamento dei riposi annui sia

effettuato direttamente dall’impresa con la corresponsione in busta paga

della maggiorazione del 4,95% che non viene più accantonata in Cassa

Edile.22

La ragione della soppressione dell’accantonamento del 4,95% è duplice:

- accrescere la retribuzione direttamente erogata dal datore di lavoro;

21 R. Pessi – Lezioni di diritto della previdenza sociale – 2^ ed. Cedam 2001 – pag. 363 22 Art. 19 C.C.N.L. edili 2000

Page 55: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

51

- alleggerire il complessivo versamento alla Cassa Edile, tenendo anche

presente la futura entrata in vigore della contribuzione della previdenza

complementare.

Sempre nel contratto del 29 gennaio 2000 vengono introdotti strumenti di

flessibilità (Art. 94 “contratto a termine”23, Art. 95 “Lavoro temporaneo”24)

che possono ridurre il lavoro irregolare e possono fare aumentare la

produttività delle imprese ottimizzando la resa della risorsa lavoro,

riducendo nei tempi tra un cantiere ed un altro, periodi di disoccupazione

per i lavoratori ed evitando per le imprese la dispersione delle risorse

professionali proprie.

Vengono infine gettate le basi su due questioni che si possono considerare

decisive per il futuro delle Casse Edili:

- la previdenza complementare;

- l’assistenza sanitaria integrativa.

Nel contratto all’art. 97 viene introdotto l’argomento e, pur rimandando nei

tempi gli accordi attuativi, viene individuato nella struttura della Cassa

Edile il mezzo più opportuno per avviare il fondo previdenziale, potendo

disporre di un’anagrafe operai e di un’anagrafe imprese.25

Il tema dell’assistenza sanitaria integrativa si innesta su motivazioni già

ribadite in passato da parte delle parti sociali:

- realizzare una maggiore qualificazione dell’attività delle Casse;

- concentrare la spesa sugli interventi più validi;

- determinare l’armonizzazione e la maggiore omogeneità dei trattamenti

sul territorio:

Ciò a cui si tende è giungere entro breve ad un elenco di prestazioni

sanitarie integrative di quelle del Servizio nazionale, la cui attuazione da

23 Art. 94 C.C.N.L. edili 2000 24 Art. 95 C.C.N.L. edili 2000 25 Art. 97 C.C.N.L. edili 2000

Page 56: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione normativa rispetto alla Cassa Edile

52

parte delle singole Casse Edili verrà demandata ad accordi attuativi delle

competenti Organizzazioni Territoriali.

Elemento centrale dell’allegato R al Contratto Nazionale è che la spesa per

le prestazioni sanitarie non potrà comportare ulteriori oneri e che pertanto

ad essa si dovrà far fronte con le risorse del contributo che le imprese

versano alle Casse in base all’art. 37 del C.C.N.L.. Emergono quindi i

criteri di fondo dell’innovazione contrattuale che non si sovrappone

all’autonomia negoziale delle parti territoriali in tema di prestazioni delle

Casse Edili, ma intende orientarne le scelte dando indicazioni di priorità,

con la finalità di perseguire prestazioni qualificanti dell’attività delle

Casse.26

26 Art. 37 C.C.N.L. edili 2000

Page 57: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Struttura organizzazione e funzioni delle Casse

53

5. STRUTTURA ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELLE CASSE EDILI

L’intervento della Cassa Edile si esplica in diverse direzioni, questo non

avviene in modo uguale per tutte, ormai sono presenti in tutto il territorio

nazionale, però, data la loro struttura provinciale, esistono forti differenze

tra le une e le altre. In generale la provincia “grande” pesa di più (si può

constatare analizzando i bilanci e le statistiche delle attività svolte dalle

varie casse). Le maggiori differenze riscontrabili tra le Casse Edili delle

diverse province riguardano le prestazioni, in precedenza ogni provincia

andava “per proprio conto” introducendo, a seconda dell’ espressione

locale, tante nuove assistenze; dall’altra vi erano Casse senza iniziative, il

che creava profondi squilibri nel trattamento economico diretto a favore dei

lavoratori. Per cercare un po’ di equilibrio le Organizzazioni sindacali

hanno contrattualizzato alcune prestazioni come le integrazioni di malattia e

infortunio. Con il contratto nazionale del 1973, tutte le Casse devono

provvedere ad erogare l’integrazione per le assenze dovute a malattia ed

infortunio (molte casse Edili applicavano questo importante istituto da più

di quindici anni).1

Ogni Cassa Edile nasce con proprio statuto (adeguato successivamente alle

disposizioni contenute nell’allegato F del C.C.N.L. del 15 aprile 1976)

come ente contrattuale gestito pariteticamente dai rappresentanti degli

imprenditori e dei sindacati di categoria dei lavoratori edili e svolge la sua

attività quale parte integrante del settore edile.

L’art. 44 del contratto di lavoro del 1979 afferma che: “Essa è lo strumento

per l’attuazione, per le materie di cui appresso, dei contratti e accordi

1 G. Banchini – La Cassa Edile di Milano … e le altre Casse Edili – Milano 1980 – pag. 66

Page 58: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Struttura organizzazione e funzioni delle Casse

54

collettivi stipulati tra...”, dunque è uno strumento per l’applicazione del

contratto di lavoro nazionale e provinciale della categoria edile. Le

Organizzazioni sindacali firmatarie del contratto di lavoro intervengono

nella sua vita in modo diretto e decisivo, con le innovazioni della

contrattazione dal 1976 in poi, la Cassa è un organismo senza autonomia

politica, ma solo con un’autonomia organizzativa, gli organi della Cassa

decidono come attuare esclusivamente gli accordi sindacali. Infatti, sempre

l’art. 44 del contratto del 1979 afferma che “Le prestazioni della Cassa

Edile sono stabilite dagli accordi nazionali stipulati dalle Associazioni

nazionali contraenti e dagli accordi locali stipulati, per le materie non

disciplinate dagli accordi stessi, dalle Organizzazioni dei datori di lavoro e

dei lavoratori delle predette Associazioni nazionali”. “ Le prestazioni

demandate agli accordi locali sono concordate dalle Organizzazioni

Territoriali di cui al comma precedente nei limiti delle disponibilità

dell’esercizio accertate dal Comitato di gestione”.

Ogni Statuto consta di disposizioni generali (parte I) che ne disciplinano la

denominazione, la sede e le funzioni: “la Cassa Edile adempie alle proprie

funzioni a favore dei lavoratori, compresi gli apprendisti, dipendenti delle

imprese edili od affini aventi sede o cantiere nel territorio della provincia

interessata, indipendentemente dalla natura industriale o artigiana delle

imprese stesse e da ogni altra loro qualificazione giuridica, economica o

sindacale. La Cassa edile è lo strumento per l’attuazione, per le materie

indicate nello Statuto, dei contratti ed accordi collettivi stipulati fra

l’ANCE, l’INTERSID e le Federazioni Nazionali dei Lavoratori

(F.E.N.E.A.L.-UIL, F.I.L.C.A.-C.I.S.L., e F.I.L.L.E.A-C.G.I.L.) che

costituiscono la Federazione Lavoratori delle Costruzioni, nonché le

Page 59: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Struttura organizzazione e funzioni delle Casse

55

organizzazioni territoriali dei datori di lavoro e dei lavoratori della

circoscrizione provinciale aderenti”; ne determina altresì la durata, il

domicilio e il Foro competente in caso di controversie.2

Ogni Statuto disciplina i compiti e le prestazioni di previdenza e assistenza

delle Casse Edili che sono prevalentemente la gestione delle prestazioni di

previdenza e assistenza a favore degli iscritti, l’accantonamento per ferie e

gratifica natalizia e festività e ogni altro compito affidato dalle associazioni

nazionali o demandato dalle organizzazioni territoriali nell’ambito delle

direttive delle associazioni nazionali stesse, gli iscritti e il rapporto di

iscrizione.

Il titolo II di ogni Statuto disciplina le condizioni e le prestazioni che sono

stabilite mediante versamenti dai contratti e dagli accordi nazionali stipulati

dalle associazioni nazionali sopracitate e, nell’ambito di queste, dagli

accordi stipulati tra le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori

della provincia di cui si tratta ad essa aderenti.

Sarà poi uno degli organi amministrativi (il Comitato di Gestione) a

stabilire le modalità di versamento dei contributi, sentite le associazioni

sindacali. Le quote di contributo a carico degli operai devono essere

trattenute sulla retribuzione da parte del datore di lavoro, il quale è altresì

responsabile dell’esatto versamento delle quote a suo carico e di quelle

trattenute al lavoratore, nonché delle relative registrazioni sui documenti di

legge. Nei confronti dei datori di lavoro inadempienti il Comitato di

Gestione potrà adottare i provvedimenti ritenuti più opportuni nel rispetto

della legge e dei contratti collettivi.

2 Statuto Cassa Edile di mutualità ed assistenza di Torino (approvato con accordo collettivo provinciale di lavoro 29.11.1978)

Page 60: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Struttura organizzazione e funzioni delle Casse

56

5.1 Organi della Cassa Edile Il titolo III si occupa degli organi amministrativi e di controllo. Sono organi

della Cassa Edile: il Comitato di Presidenza, il Comitato di Gestione, il

Consiglio Generale, Il Collegio Sindacale.

Il Comitato di Presidenza è costituito dal Presidente e dal Vice Presidente:

uno fra i componenti del Comitato di Gestione nominati dall’Associazione

territoriale dei datori di lavoro aderente all’ ANCE assume, su designazione

dell’associazione territoriale medesima, la funzione di Presidente ed uno fra

i componenti dello stesso Comitato nominati dalle organizzazioni

territoriali dei lavoratori, assume su designazione delle organizzazioni il

compito di Vice Presidente; spetta al Comitato di Presidenza sovrintendere

all’applicazione dello Statuto e dare esecuzione alle deliberazioni del

Comitato di Gestione.

Il Comitato di Gestione è nominato in misura paritetica dall’associazione

territoriale aderente all’ ANCE e dalle Organizzazioni Territoriali dei

lavoratori della stessa provincia ed è costituito complessivamente da dodici

componenti.3

Il Comitato di Gestione, compreso gli atti necessari allo scopo, ha il

compito di provvedere all’amministrazione e gestione della Cassa, in

particolare: a) predispone il piano previsionale delle entrate e delle uscite in

attuazione degli accordi stipulati con le organizzazioni citate

precedentemente, relativamente a contributi e prestazioni, e il bilancio

consuntivo; b) delibera e approva i regolamenti interni della Cassa Edile; c)

vigila sul funzionamento di tutti i servizi sia tecnici che amministrativi della

Cassa e particolarmente quelli riguardanti la risoluzione dei contributi; d)

3 Statuto Cassa edile di mutualità ed assistenza di Torino (approvato con accordo collettivo provinciale di lavoro 29.11.1978)

Page 61: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Struttura organizzazione e funzioni delle Casse

57

promuove e cura l’impiego dei fondi della Cassa a norma delle disposizioni

statutarie; e) provvede alla formazione e all’amministrazione dei fondi di

riserva relativi alle gestioni curate dalla Cassa ed al patrimonio della stessa;

f) cura la propaganda a mezzo di pubblicazioni annuali e straordinarie,

promuove convegni e conferenze, cura la raccolta di dati statistici, la loro

pubblicazione e illustrazione nei rapporti annuali della Cassa; h) accorda

pegni, ipoteche e consente iscrizioni, postergazioni, cancellazioni di ogni

sorta nei pubblici registri ipotecari, censuari o nel G.L. del Debito Pubblico,

con facoltà di esonerare i conservatori delle ipoteche da ogni responsabilità

anche per la rinuncia di ipoteche legali, transige e compromette in arbitri o

amichevoli compositori, muove e sostiene liti o ne recede, appella e ricorre

per revocazione o cassazione, offre, deferisce ed accetta i giuramenti,

nomina procuratori speciali ed elegge domicili, acquista, vende e costruisce

immobili; i) promuove provvedimenti amministrativi e giudiziari che ritiene

convenienti per il buon funzionamento della Cassa; l) approva le assunzioni

e i licenziamenti del personale della Cassa e ne fissa il trattamento

economico in conformità alla legge e tenuti presenti i contratti collettivi di

lavoro vigenti per la categoria edile.

Spetta al Consiglio Generale esaminare e valutare il piano previsionale

delle entrate e delle uscite, approvare il bilancio consuntivo, decidere di

eventuali ricorsi presentati dagli iscritti, datori di lavoro e lavoratori, in

materia di contributi e prestazioni.

Il Presidente della Cassa Edile ha, a tutti gli effetti, la rappresentanza legale

della Cassa nei confronti di terzi e in giudizio. Egli ha inoltre titolo a

costituirsi civilmente per reati commessi a danno dell’istituto. Spetta al

Presidente convocare e presiedere il Comitato di Gestione ed il Consiglio

Page 62: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Struttura organizzazione e funzioni delle Casse

58

Generale, alle cui riunioni, in accordo con il Vice Presidente, ha facoltà di

invitare rappresentanti e funzionari delle organizzazioni territoriali.

Il Vice Presidente sostituisce il Presidente in caso di assenza, sovrintende di

concerto con il Presidente all’applicazione dello Statuto e alle deliberazioni

del Comitato di Gestione. Tutte le cariche hanno durata triennale e sono

gratuite. Al Presidente al Vice e agli altri componenti il Comitato di

Gestione ed il Consiglio in Generale, anche in relazione a specifici compiti

a loro affidati, possono essere corrisposte somme a titolo di indennizzo o di

rimborso spese stabilite dal Comitato di Gestione.

Il Collegio Sindacale è composto di tre membri, di cui due, uno per

ciascuna delle due parti, designati rispettivamente dalle Organizzazioni

territoriali dei datori di lavoro e dei lavoratori aderenti alle Associazioni

Nazionali. Il terzo membro che presiede il Collegio è scelto di comune

accordo dalle predette Organizzazioni territoriali tra gli iscritti all’Albo dei

Revisori ufficiali dei conti. I Sindaci esercitano le attribuzioni ed hanno i

doveri di cui all’art. 2403, 2404 e 2407del codice civile e devono riferire al

Comitato di Gestione ed al Consiglio Generale le eventuali irregolarità

riscontrate durante l’esercizio delle loro mansioni. Il Collegio Sindacale

esamina i bilanci consuntivi della Cassa relativi alle varie gestioni ad essa

affidate per controllarne la corrispondenza con i registri contabili.

Il titolo IV disciplina la Direzione e l’Amministrazione del Patrimonio

sociale e dei Bilanci, stabilisce la nomina del personale di direzione e di

amministrazione.

Page 63: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Struttura organizzazione e funzioni delle Casse

59

La messa in liquidazione della Cassa Edile è disposta con accordo tra le

Organizzazioni territoriali, su conforme decisione congiunta delle

Associazioni nazionali.4

4 Statuto Cassa edile di mutualità ed assistenza di Torino (approvato con accordo collettivo provinciale di lavoro 29.11.1978)

Page 64: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La natura giuridica delle Casse Edili

60

6. LA NATURA GIURIDICA DELLA CASSE EDILI

Si sono posti importanti quesiti riguardo a questo organismo, relativamente

alla natura giuridica, a come si colloca nel diritto positivo del nostro Paese e

di conseguenza da chi e come deve essere amministrato. E’ un problema

che è stato posto in passato al centro di diversi dibattiti e qualche volta

anche utilizzato per mettere in discussione l’opportunità o meno di

costituire le Casse Edili o di interromperne il funzionamento dove

esistevano. La complessità della realtà concreta in cui si trovano le Casse e

la problematicità delle nostre norme giuridiche permettono di affermare che

rispondere a queste domande non è semplice.

L’art. 12 del codice civile stabilisce che: “Le associazioni, le fondazioni e le

altre istituzioni di carattere privato acquistano la personalità giuridica

mediante il riconoscimento concesso con decreto”1. Questa disposizione

consente di distinguere tra Associazioni, Fondazioni e Istituzioni ed è molto

importante, anche per le conseguenze giuridiche che ne possono derivare,

stabilire se la Cassa Edile è Associazione, Fondazione o Istituzione.

Possiamo sostenere che la cassa Edile sia una “Associazione di diritto

privato”, in quanto possiede gli elementi tipici di questa figura che sono:

l’organizzazione collettiva, lo scopo comune, la modifica dei componenti, i

beneficiari che sono gli associati, i costitutori che sono gli associati stessi,

la costituzione del “fondo comune” per l’Associazione. Si può osservare,

analizzando l’elemento personale della Cassa Edile, che questi istituti

presentano una organizzazione collettiva, in quanto costituiti attraverso un

accordo tra le Associazioni provinciali sindacali del settore (imprenditori e

1 Art. 12 Codice civile – Persone giuridiche private. Art. abrogato ex D.P.R. 361/2000. Semplificazione dei procedimenti di riconoscimento di persone giuridiche private

Page 65: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La natura giuridica delle Casse Edili

61

lavoratori). In tutti gli Statuti è affermato che le Casse Edili adempiono alle

proprie funzioni a favore degli operai dipendenti da datori di lavoro che

esercitano la loro attività nell’ambito del territorio di competenza della

Cassa Edile, per le quali è stipulato il contratto collettivo nazionale di

lavoro. Da ciò se ne deduce che gli associati sono tanto gli imprenditori

quanto i lavoratori in quanto, entrambe le parti, sono tenute a versare alle

casse i contributi stabiliti con gli accordi di lavoro e i contratti collettivi.

Tanto i lavoratori, quanto gli imprenditori, fanno parte degli organi

gestionali direttamente, anche se attraverso le Organizzazioni sindacali. E’

affermato anche che l’Assemblea degli associati non manca, pur se assume,

per il modo in cui si struttura la Cassa, una fisionomia un po’ particolare

poiché gli associati sono i lavoratori e gli imprenditori, i quali sono

Associati nelle rispettive Associazioni sindacali e, quindi, la riunione degli

iscritti alle Associazioni sindacali rappresenta l’assemblea degli associati

alla Cassa Edile.

Le associazioni sindacali territoriali riassumono in loro i poteri di nomina: il

Consiglio Generale, il Comitato di Gestione, il Presidente e il

Vicepresidente, decidono le prestazioni. Tutte le iniziative assistenziali

sono concordate tra le Organizzazioni sindacali e inviate per l’accoglimento

alla Cassa Edile e controllano l’attività nel suo complesso, attraverso i loro

rappresentanti che sono all’interno degli organi gestionali e di controllo,

ma, oltre a questo, si è affermato che il bilancio preventivo e consuntivo

devono essere discussi e approvati dalle Associazioni territoriali, le quali

devono inviare le loro osservazioni alla Cassa.2

2 Statuto Cassa Edile di mutualità ed assistenza di Torino (approvato con accordo collettivo provinciale di lavoro 29.11.1978)

Page 66: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La natura giuridica delle Casse Edili

62

Di fatto, nessuna norma impone all’Associazione di organizzarsi in un

modo piuttosto che in un altro al proprio interno, come non esiste norma

che le imponga di avere un’assemblea costituita da persone fisiche o da

rappresentanti di organismi che le rappresentino validamente. Le norme

previste dal Codice Civile per le Associazioni di fatto non contengono

disposizioni riguardo all’Assemblea dei soci, a differenza di quanto indicato

per le Associazioni riconosciute.

L’art. 36 del Codice Civile stabilisce che “l’ordinamento interno e

l’Amministrazione delle Associazioni non riconosciute come persone

giuridiche, sono regolati dagli accordi degli associati”3 ed è quello che

avviene nelle Casse Edili. Quindi, il Codice Civile rinvia allo Statuto, ne

consegue che l’Associazione ha piena libertà di strutturarsi in modo

diverso, purchè non violi il limite dell’ordine pubblico.

La Cassazione ha stabilito “che in mancanza di una normativa giuridica più

dettagliata sono gli accordi interni che regolano l’Associazione e solo in

mancanza di diverse volontà espresse dagli associati, è possibile far ricorso

in via analogica, alle disposizioni che regolano casi analoghi per le

Associazioni riconosciute, per le società ed anche in tema di comunioni,

compatibilmente con la struttura di ogni singolo rapporto – Cass. Civ.

14.03.1967 n. 583”.4

Anche l’analisi dell’elemento patrimoniale delle Casse conduce alla tesi

dell’Associazione. La Cassa si sostiene in due modi: con il versamento dei

contributi per le previdenze effettuato dagli imprenditori e dagli operai e

3 Art. 36 Codice Civile 4 Cassazione civile n. 583 del 14.03.1967

Page 67: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La natura giuridica delle Casse Edili

63

con gli interessi che maturano sui conti correnti bancari presso i quali sono

depositati i versamenti delle imprese per accantonamento, A.P.E. ecc.

Antecedentemente al Codice Civile introdotto nel 1942, gli Enti di fatto non

erano disciplinati, erano presi in considerazione solo da alcune norme di

P.S. con riguardo all’ordine pubblico, non era però vietato alle persone di

associarsi o di mettere in comune dei beni per il conseguimento di uno

scopo determinato. L’Associazione che si costituiva non dava vita ad un

Ente specifico, distinto dalla persona dei soci e nemmeno il patrimonio

assurgeva ad autonomia, ma restava sempre di proprietà dei soci, benchè

vincolato al fine dell’Associazione.

L’art. 37 del Codice Civile, invece, afferma che “i contributi degli associati

e i beni acquistati con i contributi costituiscono il fondo comune

dell’Associazione, rispetto al quale gli associati non hanno alcun diritto

finchè dura l’Associazione. Non possono chiederne la divisione né

pretenderne la restituzione della quota in caso di recesso”5, tale disponibilità

del fondo conferisce all’Associazione una base patrimoniale più stabile.

Una parte della dottrina, a proposito del fondo comune delle Associazioni

riconosciute, afferma che il fondo si identifica in un patrimonio autonomo

diretto ad uno scopo. Di conseguenza, per i debiti dell’Associazione i

creditori non possono agire esecutivamente che sui beni compresi nel fondo

comune e non anche sui patrimoni personali dei singoli membri e i creditori

personali dei membri non possono agire esecutivamente sui beni compresi

nel fondo comune, con il risultato che questi beni, pur appartenendo a tutti

gli associati in comunione, restano distinti nettamente dai patrimoni

personali di ciascun associato.6

5 Art. 37 Codice Civile 6 G. Bianchini – La Cassa Edile di Milano … e le altre Casse Edili – Milano 1980 – pag. 145

Page 68: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La natura giuridica delle Casse Edili

64

Anche per le Associazioni non riconosciute agisce un meccanismo similare:

anche per esse esiste un fondo comune come affermato dall’art. 37 C.C. il

fondo è indisponibile per gli associati che una volta apportata la loro quota,

questa diventa bene dell’Associazione. Anche in questo caso il fondo

comune deve essere utilizzato per pagare le obbligazioni assunte

dall’Associazione: per i debiti contratti risponde l’Associazione non

riconosciuta con il suo fondo comune solo in caso di incapienza di questi, il

creditore dell’Associazione può rivolgersi, per pretendere il pagamento del

suo credito, direttamente ai membri che amministrano l’Associazione, i

quali rispondono solidalmente e illimitatamente. Questa è la sostanziale

differenza che corre tra associazione riconosciuta e non, la prima risponde

per le obbligazioni assunte e, in caso di insolvenza, non può essere

aggredito nessuno in sua vece. La seconda risponde direttamente con il suo

patrimonio per le obbligazioni assunte, ma nel momento in cui è insolvente

e il patrimonio non è sufficiente, si aggrediscono gli associati che

amministrano fino alle conseguenze del fallimento.

Si aggiunge che il patrimonio dell’Associazione è costituito anche dagli

acquisti che possono avvenire a titolo gratuito, o a titolo originario o per

surrogazione.7 L’associazione non riconosciuta può acquistare e possedere

ogni specie di bene, facendo salve alcune forme e distinguendo tra beni

mobili e immobili. L’atto di acquisto è fatto da tutti gli associati insieme e

dal rappresentante che normalmente è un Presidente o Direttore, il quale

agisce come mandatario avendo ricevuto una procura generale. Per quanto

attiene all’acquisto dei beni immobili per l’associazione non riconosciuta è

stato affermato che l’intestazione del bene dell’Associazione è possibile

7 Statuto Cassa edile di mutualità ed assistenza di Torino (approvato con accordo collettivo provinciale di lavoro 29.11.1978)

Page 69: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La natura giuridica delle Casse Edili

65

riferirla alla persona del Presidente o di colui che al momento dell’acquisto

ne aveva la rappresentanza. Il soggetto che agisce, quale rappresentante

dell’Ente che non ha personalità giuridica, diventa titolare in virtù del

riconoscimento dell’autonomia patrimoniale da parte del Codice Civile. In

realtà le proprietà immobiliari delle Casse Edili sono intestate a loro stesse,

direttamente come enti, non è il Presidente che acquista l’immobile

destinandolo alla finalità dell’ente, ma la Cassa Edile che ha intestato

l’acquisto immobiliare.8

La particolare natura e la disciplina delle associazioni non riconosciute

impediscono ad esse di ricevere liberalità sia per atto tra vivi che per

testamento e l’art. 600 del C.C. afferma che ”Le disposizioni a favore di un

ente non riconosciuto non hanno efficacia, se entro un anno, dal giorno in

cui il testamento è eseguibile, non è fatta l’istanza per ottenere il

riconoscimento”. Tuttavia, benchè il Codice ci sembri chiaro, negli Statuti

delle Casse Edili si afferma: il patrimonio della Cassa è costituito:

a) dai beni immobili che, per acquisti, lasciti, donazioni....;

b) dai beni mobili ... incassati per lasciti, donazioni .....;

si tratta in modo evidente di contraddizioni rispetto al Codice Civile.

Le Associazioni non riconosciute sono legittimate a concludere, attraverso i

propri rappresentanti, ogni tipo di contratto e ad assumere ogni sorta di

debito, viene spontaneo chiedersi chi è tenuto a rispondere per gli obblighi

assunti. Il Codice Civile dispone, nel primo comma dell’art. 38, che ne

risponda il “fondo comune”; il secondo comma aggiunge che delle

obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e illimitatamente le

persone che hanno agito in nome e per conto dell’Associazione. Se per

obbligazioni assunte si intendono obbligazioni derivanti da negozi giuridici, 8 G. Bianchini – La Cassa Edile di Milano … e le altre Casse Edili – Milano 1980 – pag. 146

Page 70: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La natura giuridica delle Casse Edili

66

si ritiene che la responsabilità solidale e illimitata trovi applicazione anche

nel caso di obbligazioni scaturenti da fatti illeciti.

Ciò detto, si arguisce che è consentito ai terzi di agire sul “fondo comune”

dell’Associazione, in via principale e, se necessario, solidalmente e

personalmente nei confronti del rappresentante dell’Associazione, in quanto

questi sia entrato in rapporto con terzi agendo proprio quale rappresentando

nell’ambito dei poteri conferitigli. Rispondono solo coloro che hanno agito

e posto in essere obbligazioni, la Corte di Cassazione ha ritenuto che

contraggono responsabilità personale non le persone che hanno partecipato

alla formazione della volontà dell’Associazione, ma coloro che hanno

dichiarato la volontà stessa nei confronti dei terzi, perchè solo queste hanno

effettivamente agito in campo negoziale in nome e per conto

dell’Associazione. I singoli associati risponderanno solo se investiti di

determinate cariche associative, se hanno rappresentato l’Associazione nel

compimento di quel determinato atto.

Gli associati non rispondono delle obbligazioni assunte dall’Associazione

non riconosciuta se non nel limite delle loro quote che formano il “fondo

comune”, i singoli associati, quindi, come tali, non rispondono mai in

proprio verso i terzi delle obbligazioni che sono state assunte da coloro che

rappresentano l’Associazione, salvo che abbiano preso parte alle singole

operazioni agendo per conto dell’Associazione.9

9 G. Bianchini – La Cassa Edile di Milano … e le altre Casse Edili – Milano 1980 – pag. 153

Page 71: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Problemi di legittimità costituzionale

67

7. PROBLEMI DI LEGITTIMITA’ COSTITUZIONALE

Il problema di costituzionalità della Cassa edile riguarda

contemporaneamente tutte le Casse anche se nel concreto, giuridicamente,

ci si riferisce solo a quelle che vennero costituite prima del 3 ottobre 1959,

data che segna l’entrata in vigore della Legge n. 741 del 14 luglio 1959,

così detta “erga omnes” con la quale veniva conferita al Governo la delega

ad emanare norme transitorie per garantire i minimi di trattamento

economico e normativo dei lavoratori.

Per maggiore chiarezza si riassumono qui di seguito le cause che hanno

dato origine a questo provvedimento.

Con il D.Lgs. Lgt del 23 novembre 1944 n. 4691 viene meno l’ordinamento

corporativo, il quale prevedeva che gli accordi stipulati tra le parti sindacali

avevano valore verso tutti i lavoratori e gli imprenditori indipendentemente

dalla loro adesione alle Organizzazioni sindacali firmatarie.

La Costituzione prevede possibilità analoghe, senonchè l’art. 39 che

disciplina questa materia rimane inapplicato, per cui gli accordi e i contratti

valgono solo per le parti stipulanti ed i loro aderenti. Si aggiunga a ciò che

l’esistenza di più Organizzazioni sindacali operaie e la firma separata dei

contratti di lavoro peggioravano ulteriormente il problema. La Magistratura,

se doveva derimere una controversia e stabilire il minimo retributivo da

adottare, era in notevole difficoltà; dopo molte difficoltà ci si orienta verso

il minimo espresso dalla contrattazione delle maggiori Organizzazioni

sindacali. Successivamente, il legislatore pensa di risolvere la questione

delegando al Governo la possibilità di recepire e trasformare in legge i

1 Vedi: F. Carinci – R. De Luca Tamajo – P. Tosi – T. Treu – Diritto del lavoro 1. Il diritto sindacale – Utet 4^ ed. 2002 – cap. 9.13 “Gli altri tipi di contratto collettivo – I contratti corporativi rimasti in vigore

Page 72: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Problemi di legittimità costituzionale

68

contratti di lavoro. La Legge n. 741 del 1959 è appunto quella con cui il

legislatore delega al Governo questa facoltà di ricezione. Solo la Legge del

14 luglio 1959, è stata considerata legittima dalla Sentenza della Corte

Costituzionale n. 106 del 19 dicembre 1962 che ha ritenuto, invece,

illegittimo l’art. 1 della Legge di proroga n. 1.027 del 1 ottobre 1960. Così

che i contratti collettivi stipulati dopo l’entrata in vigore della Legge n. 741

non hanno acquistato efficacia obbligatoria e, per essi, non si è posta

nessuna questione di legittimità costituzionale, evidentemente perchè

rimasti semplici patti privati che vincolavano le parti stipulanti.2

La questione riguarda tutte le Casse Edili, comprese quelle istituite dal 1960

in avanti, dato che l’obbligo di accantonare la percentuale per ferie, festività

e gratifica natalizia discende dall’art. 34 del contratto collettivo nazionale di

lavoro del 24 luglio 1959 e recepito con D.P.R. n. 1032 del 14 luglio 1960,

articolo che ha reso obbligatorio per legge l’accantonamento, poiché questo

articolo non è stato dichiarato incostituzionale.

La Magistratura si è occupata rapidamente della questione di legittimità

costituzionale delle norme costitutive delle Casse Edili: il tribunale di La

Spezia, con sentenza del 17 agosto 1961, riportata su “Il diritto del lavoro”

1961, parte II pag. 388, ha ritenuto manifestamente infondate le eccezioni

di illegittimità costituzionale; la pretura di Eboli, invece, con ordinanza del

4 agosto 1962 riportata nel “Foro Italiano”, 1962, parte II, e la Corte

d’appello di Genova, con ordinanza del 18 luglio 1962 si pronunciarono per

la incostituzionalità della normativa rimettendo la questione all’esame della

Corte Costituzionale. In effetti, anche altri tribunali riconoscono la

fondatezza di incostituzionalità, si tratta di decisioni assunte durante liti

intraprese tra Cassa Edile da una parte e qualche imprenditore dall’altra; nel

2 F. Carinci – R. De Luca – P. Tosi – T. Treu – Diritto del lavoro – Il Diritto Sindacale - pag. 168

Page 73: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Problemi di legittimità costituzionale

69

concreto, era sempre l’imprenditore che si rifiutava di sottostare alla

disciplina contrattuale di settore e che veniva citato in giudizio, nel corso

del quale veniva sollevata ed accolta l’eccezione di costituzionalità.

Le occasioni riguardavano diversi aspetti della normativa e si basavano su

differenti motivazioni così riassunte:

1) si afferma che, vista la ragione della legge delega n. 741 la quale era

l’emanazione di norme intese ad assicurare un minimo di trattamento

economico e normativo inderogabile per i lavoratori del settore, il Governo,

nel conferire efficacia obbligatoria anche a disposizioni contrattuali di

natura diversa rispetto a quelle di natura economica, come gli articoli che

riguardano le Casse Edili, sarebbe incorso in un eccesso di delega dato

che, come detto da alcuni: “queste norme non mirerebbero a garantire ai

lavoratori il minimo di trattamento economico, ma senz’altro a qualcosa di

più”;

2) le disposizioni normative, riguardanti le Casse Edili e recepite “erga

omnes”, comportano l’elevazione dell’istituto a rappresentare necessari

interessi di categoria per tutti i lavoratori del settore costringendo, però,

anche i lavoratori e i datori di lavoro non aderenti alle Associazioni

sindacali stipulanti il C.C.N.L. a versare dei contributi o ad accantonare la

percentuale per ferie, gratifica e festività, presso Enti che sono amministrati

dalle stesse Associazioni stipulanti, intese come mere Associazioni private.

C’è, in questo caso, la violazione dell’art. 39 della Costituzione sul

principio della libertà di associarsi o meno;

3) l’obbligo di versare dei contributi a favore delle Casse Edili costituisce

una violazione dell’art. 23 della Costituzione, per il quale “nessuna

prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base ad

Page 74: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Problemi di legittimità costituzionale

70

una legge”. Anche se il contratto diventa legge, quando è recepito, non è

una legge specifica, come previsto dall’art. 23 che impone dei contributi;

4) l’obbligo di iscriversi alla Cassa Edile, organismo di natura privatistica,

viola il principio di libertà del cittadino, art 18 Cost.;

5) è vero che le Casse Edili tendono ad assicurare “mezzi adeguati alle

esigenze” dei lavoratori per i casi di malattia, infortunio, disoccupazione,

ecc., ma l’art. 38 della Costituzione stabilisce che “ai compiti previsti

…provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato”; questo

non è caso delle Casse Edili che sono organismi di tipo privato;

6) il contributo posto a carico del lavoratore costituirebbe una decurtazione

del suo salario, con la conseguente violazione dell’art. 36 della Costituzione

che garantisce ai lavoratori una retribuzione proporzionata alla qualità e

quantità del suo lavoro.

La Corte Costituzionale, relativamente alla prima tesi, con sentenza n. 106

del 19 dicembre 1962, escluse che potesse farsi distinzione tra clausole che

stabiliscono un minimo di trattamento economico e normativo e clausole

intese ad altri fini.

Anche la tesi, secondo la quale l’obbligo di versare i contributi alla Cassa

causerebbe contrasto col principio della libertà sindacale, è stata ritenuta

manifestatamente infondata dalla Corte d’appello di Genova.

A risolvere definitivamente i contrasti delle altre tesi provvide la Corte

Costituzionale con la sentenza n. 129 del 4 luglo 1963, la quale stabilisce

che deve ritenersi illegittimo l’art. unico del D.P.R. 14 luglio 1960 n. 1032

per la parte in cui esso, recependo integralmente il C.C.N.L. del 24 luglio

1959, per gli operai addetti all’industria edile ed affini, ne rende

specificatamente obbligatorio “erga omnes”, l’art. 34, terz’ultimo comma,

Page 75: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Problemi di legittimità costituzionale

71

laddove si prescrive alle imprese di accantonare presso le Casse Edili

esistenti le percentuali del trattamento economico dovuto agli operai per

ferie, festività e gratifica natalizia e l’art. 62 riguardante l’istituzione,

l’amministrazione e il finanziamento delle Casse Edili. Ad avviso della

corte, il Governo, in base alla legge delega 14 luglio 1959 n. 741, non era

autorizzato a conferire efficacia “erga omnes” alle disposizioni contrattuali

riguardanti le Casse Edili, sicchè il decreto 1032 del 14 luglio 1960 che,

invece, ne ha operato la ricezione è, per la parte relativa, in contrasto con

l’art.76 della Costituzione per eccesso di delega.

La premessa da cui si muove la sentenza è che il fine specifico della legge

741 sia stato quello di assicurare minimi inderogabili di trattamento

economico e normativo a tutti gli appartenenti alla medesima categoria e

che tale finalità segni il limite del potere normativo delegato dal

Parlamento al Governo, rendendo suscettibili di ricezione legislativa, al di

là della formulazione letterale dell’art. 1, parte II, della legge delega:

“nell’emanazione delle norme il Governo dovrà uniformarsi a tutte le

clausole dei singoli accordi economici e contratti collettivi stipulati

anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge”, soltanto le

disposizioni attinenti il trattamento minimo del lavoratore.

La Corte escluse che le Casse Edili fossero in funzione dei minimi

economici e normativi degli operai dell'edilizia. In particolare, pur avuto

riguardo agli speciali caratteri di mobilità delle occupazioni dei lavoratori

edili nelle varie stagioni ed imprese, per cui è resa impossibile, nei loro

confronti, l’applicazione della normale disciplina relativamente alle ferie,

alla gratifica e alle festività, la Corte non ritenne che l’accantonamento

presso le Casse Edili fosse necessario ad assicurare ai lavoratori medesimi

Page 76: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Problemi di legittimità costituzionale

72

la corrispondente parte del trattamento retributivo spettante. La Corte

ritenne che le esigenze connesse alla peculiarità della prestazione lavorativa

nell’industria edile fossero integralmente soddisfatte dall’accantonamento

presso un istituto bancario. Da qui il suo riaffermare la piena obbligatorietà

“erga omnes” dell’accantonamento facendo salva la ricezione dell’art. 34,

terz’ultimo comma del C.C.N.L. 24 luglio 1979.

Quanto alle funzioni di carattere previdenziale e assistenziale assolte dalle

Casse Edili, la Corte affermò che, siccome ai medesimi compiti

provvedono, in via generale, organi e istituti predisposti o integrati dallo

Stato, previsti dall’art. 38 della costituzione, è da escludere che le

prestazioni erogate dalla Cassa rientrino tra i minimi normativi che il

legislatore delegante aveva intenzione di assicurare ex novo a tutti i

lavoratori.

La decisione contenuta nella sentenza n. 129 giunse inaspettata, essendo

stata pronunciata da non molto tempo la n. 106 del 19 dicembre 1962, con

la quale la corte si esprimeva in termini diversi e il nuovo pronunciato

introdusse obblighi nuovi.

Nella sentenza 106 si affermava che: “Al di là della intitolazione delle leggi

e delle intenzioni che il legislatore si è attribuito, vale la realtà della norma

contenuta nella legge delega e il modo con il quale la delega stessa è stata

esercitata: l’una e l’altra non lasciano dubbi sul fatto che la legge abbia

inteso conferire efficacia generale ai contratti collettivi e agli accordi

economici stipulati entro una certa data a tutela dell’interesse pubblico, alla

parità di trattamento dei lavoratori e dei datori di lavoro”. Veniva anche

affermato che: “Nell’operare in materia istituzionale riservata all’autonomia

collettiva professionale, il legislatore si è proposto di rispettare il più

Page 77: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Problemi di legittimità costituzionale

73

possibile codesta autonomia, assumendo, a contenuto delle norme, il

contenuto dei contratti collettivi e degli accordi economici, nei limiti

segnati dalla conformità a norme imperative di legge in cui queste possono

acquistare efficacia nel sistema della contrattazione collettiva ex art. 39

della Costituzione”. Secondo queste affermazioni non sembrava vi fossero

dubbi circa il fatto che il governo fosse autorizzato (obbligato a norma

dell’art. 1 della legge delega e nel rispetto dell’autonomia collettiva) alla

ricezione integrale dei contratti collettivi di lavoro compresi nell’ambito

della legge delega e che il trattamento minimo uniforme da valere per tutti

gli appartenenti ad una stessa categoria si identificasse totalmente con il

contenuto del contratto stesso in una visione di correlazione tra tutti gli

istituti contrattuali.3

Il diverso orientamento manifestato dalla Corte con la sentenza n. 129

distingue, invece, ai fini dell’efficacia generale, tra pattuizioni attinenti e

non al trattamento minimo del lavoratore. In questo modo, essa sembra non

prendere in considerazione le esigenze di rispetto dell’autonomia collettiva,

la quale impone di non alterare l’equilibrio raggiunto dalle parti stipulanti il

contratto. In più non sembra tenere conto le sue stesse affermazioni

riguardo all’interesse pubblico, riguardo alla parità di trattamento dei

lavoratori e dei datori di lavoro perseguiti dalla legge delega.

La sentenza n. 129 riconosce espressamente che le pattuizioni riguardanti la

Cassa Edile rientrano nella piena autonomia delle Associazioni sindacali

stipulanti, con l’effetto di vincolare validamente tutti gli iscritti; sicchè, non

vi è alcun dubbio che le imprese aderenti alle Associazioni stipulanti siano

tenute agli adempimenti verso le Casse Edili, così come lo erano prima e

3 Gazzetta del Popolo – Giovedì 20 dicembre 1962 – “E’ costituzionale l’ erga omnes” – La Stampa - Giovedì 20 dicembre 1962 – “La legge erga omnes dichiarata legittima”

Page 78: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Problemi di legittimità costituzionale

74

indipendentemente dalla ricezione “erga omnes” dei contratti collettivi di

lavoro.

Un problema che si pose subito dopo la sentenza n. 129 fu quello delle

imprese che, pensando di sottrarsi agli obblighi riguardo all’iscrizione,

sciolsero il rapporto associativo.

Per le imprese non aderenti alle Associazioni stipulanti, gli obblighi verso

la Cassa vennero certamente meno a seguito della sentenza della Corte. Per

le altre non sorsero problemi, c’era già stata anche in precedenza qualche

sentenza della Magistratura ordinaria, la quale decise che il recesso

dell’impresa dall’Associazione sindacale che stipulò il contratto collettivo,

non esonerava l’impresa dall’osservanza di questo. E’ sufficiente prendere

visione dei massimari di Giurisprudenza del lavoro, repertorio generale,

anni 1951-1960, 1961-1970, 1971-1980, alla voce “contratti collettivi di

lavoro”, per trovare sentenze che confermano la validità dell’iscrizione alla

Cassa Edile se è stata il frutto di un atto negoziale all’interno dell’azienda

tra le controparti nel lavoro, oppure se è stata adottata per espressa adesione

dell’imprenditore.

Per quanto attiene alle imprese appaltatrici di opere pubbliche o finanziate

con denaro pubblico, è da ritenere che, anche a seguito della sentenza n.

129, siano obbligate ad iscriversi indipendentemente dal vincolo

associativo, ma in forza dell’obbligo derivante dalla clausola sociale inclusa

nel contratto di appalto. Le circolari del Ministero n. 1229 del 21 febbraio

1962, n. 1643 del 22 giugno 1967 e la Legge n. 300-70 danno indicazione

alle stazioni appaltanti riguardo all’obbligo di iscrizione alla Cassa.

Le imprese edili non aderenti alle Associazioni stipulanti, né obbligate in

altro modo ad iscriversi alla Cassa Edile, devono comunque procedere

Page 79: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Problemi di legittimità costituzionale

75

all’accantonamento in quanto non possono corrispondere direttamente ai

loro lavoratori, ad ogni periodo di paga, la gratifica, le ferie e le festività.

La pronuncia della Corte Costituzionale “salva” la ricezione legislativa e la

conseguente efficacia obbligatoria generale dell’art. 34 terz’ultimo comma

del C.C.N.L. 24 luglio 1959 per la parte in cui si prescrive

l’accantonamento bancario delle percentuali di retribuzione destinate a

soddisfare quel trattamento economico, anche di imprese che non effettuano

i versamento presso le Casse. La sentenza introduce la facoltà alternativa:

l’impresa iscritta per sua scelta, o perché aderente alle Organizzazioni

sindacali stipulanti, accantona presso la Cassa Edile; l’impresa che non è

tenuta deve scegliere il versamento in banca, viceversa cade sotto

comminatoria delle sanzioni penali previste dall’art. 8 della legge n. 741 per

i trasgressori delle norme delegate.

Quali furono gli effetti sul piano dell’adesione alle Casse Edili con la

pronuncia di queste sentenze? Si può affermare che la maggior parte delle

imprese rimase iscritta maggiormente presso quelle Casse che funzionavano

da anni, con qualche difficoltà dove erano nuove.4 Anche dopo la sentenza

del 1963 si sono costituite parecchie Casse, ora se ne contano novantanove,

gli imprenditori hanno rovesciato il vecchio ragionamento sull’obbligo di

iscrizione con la domanda sulla convenienza economica dell’iscrizione a

questo istituto.

4 G. Bianchini – La Cassa Edile … e le altre Casse Edili – Milano 1980 – pag. 184

Page 80: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione delle funzioni della Cassa Edile

76

8. EVOLUZIONE DELLE FUNZIONI DELLA CASSA EDILE

Il senso più autentico dell’esistenza della Cassa Edile, la sua funzione

originaria, sono direttamente collegati ad una serie di prestazioni a favore

dei lavoratori che difficilmente potrebbero realizzarsi (considerata la

particolare struttura del settore edile, caratterizzata anche e soprattutto

dall’articolazione di una pluralità di imprese di ridotte dimensioni) senza un

punto di riferimento stabile e riconosciuto da entrambe le parti che vada

oltre il rapporto diretto fra lavoratore ed impresa.1

Storicamente l’attività dell’ente fa riferimento alla liquidazione del

trattamento economico per i riposi annui, (abolita dall’ottobre 2000 e posta

direttamente a carico dell’impresa), le ferie e la gratifica natalizia, alla quale

la Cassa fa fronte grazie al versamento di una percentuale sulle retribuzioni

da parte delle imprese (14,2% netto).In questo modo, grazie alla riscossione

mensile dei contributi, la Cassa gestisce una parte del salario differito,

liquidando ai lavoratori le rispettive competenze due volte all’anno: entro la

fine di luglio per il semestre ottobre-marzo ed entro il 15 dicembre per il

semestre aprile-settembre. Altro aspetto tutt’altro che trascurabile è quello

che riguarda le prestazioni di previdenza e assistenza a favore dei lavoratori

iscritti a cui l’Ente fa fronte tramite uno specifico contributo (2,40 % di cui

lo 0,40 a carico del lavoratore). In questo campo rientrano le indennità

integrative corrisposte per malattia, tubercolosi, infortunio sul lavoro e

malattia professionale. Ed inoltre una serie di altre prestazioni, concordate

localmente fra le parti, che si possono riassumere: contributi per protesi

odontotecniche, ortopediche, oculistiche e acustiche; sussidi per particolari

casi di disagio economico e sanitario; soggiorni climatici per i figli dei

1 A. Marino – I 75 anni della Cassa Edile di Como e Lecco 2004 – Nodo Editore – pag. 17

Page 81: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione delle funzioni della Cassa Edile

77

lavoratori, borse di studio per i figli e lavoratori studenti; contributi per

cure termali; assistenza straordinaria in caso di malattia superiore ai 180

giorni; contributo per i mutui sulla casa, rimborso per spese sanitarie,

assegno funerario, convenzioni bancarie ecc.

Quindi un panorama di interventi molto articolato la cui validità resta intatta

dalla fondazione dell’Ente, anche a prescindere dall’ulteriore ampliamento

dei compiti che gli sono stati affidati nell’ultimo decennio. Una delle

evoluzioni più interessanti che ha subito il ruolo della Cassa Edile è quella

che riguarda la funzione di ente certificatore della regolarità contributiva

delle imprese. Un compito particolarmente delicato in un settore nel quale,

statisticamente, il tasso di lavoro irregolare attraverso il quale si realizza

una forma di vero e proprio dumping sociale è strettamente correlato

all’incidenza di infortuni. Su questo fronte, appare di grande rilievo

l’affidamento alla Cassa Edile (tramite una convenzione sottoscritta fra le

Casse, l’Inps e l’Inail il 15 aprile 2004) del rilascio del Documento Unico di

Regolarità Contributiva (Durc).2

Si tratta di una certificazione che deve essere prodotta entro trenta giorni

dalla richiesta e che riguarda tutte le imprese che applicano il contratto

nazionale di lavoro del settore, non soltanto relativamente agli appalti

pubblici ma anche per ogni tipo di intervento di edilizia privata: il tentativo

è quello di ottenere, in parallelo a una semplificazione amministrativa, una

vera e propria banca dati nazionale che dovrebbe rivelarsi particolarmente

utile per una vigilanza integrata, una più efficace lotta al sommerso, la

definizione di una mappa dei rischi indispensabile ai fini di prevenzione

degli infortuni. E’ importante sottolineare la metodologia concordata che

privilegia l’autonomia dei singoli istituti previdenziali nella indicazione

2 A. Marino – I 75 anni della Cassa Edile di Como e Lecco – 2004 – Nodo Editore – pag. 20

Page 82: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione delle funzioni della Cassa Edile

78

della regolarità dell’impresa, che dovrà poi essere certificata dalla Cassa

Edile.

Non è senza significato che un compito di questo tipo sia stato affidato

proprio ad un organismo paritetico come la Cassa Edile, per la quale il

nuovo impegno costituisce certamente una sfida sul piano organizzativo

(collegamenti in rete con gli archivi INPS e INAIL), ma anche un

importante riconoscimento alla capacità dell’ente di operare, a partire dal

confronto dialettico tra imprenditori e sindacati, per i veri interessi del

settore, con un ruolo importante di statistica e monitoraggio che può

rilevarsi prezioso per l’emersione di situazioni irregolari e cornice

indispensabile dove collocare anche l’azione di prevenzione degli infortuni

sul lavoro. In questo campo, l’ultimo decennio ha segnato la costruzione di

un sistema articolato per il miglioramento della sicurezza e dell’igiene del

lavoro nei cantieri che fa capo alla Commissione nazionale paritetica per la

prevenzione degli infortuni e ai Comitati paritetici territoriali.3

Anche in campo previdenziale, il sistema basato sull’istituto dell’anzianità

professionale edile (APE) ordinaria e straordinaria si è rilevato nel corso

degli anni non soltanto efficace, ma per certi versi anticipatore di soluzioni

previdenziali successive, che hanno potuto essere facilmente innestate su un

meccanismo molto aderente alle specificità del settore produttivo. L’APE

ordinaria erogata ai lavoratori dalla Cassa Edile in occasione del 1° maggio

di ogni anno, ha garantito e garantisce agli addetti all’edilizia la

corresponsione di quelli che in altri settori produttivi sono gli scatti di

anzianità, maturati nel caso specifico non all’interno della stessa azienda ma

all’interno del settore dell’edilizia. L’APE straordinaria, liquidata quando il

lavoratore cessa l’attività per pensionamento, si è configurata negli ultimi

3 A. Marino – I 75 anni della Cassa Edile di Como e Lecco – 2004 – Nodo Editore – pag- 21

Page 83: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione delle funzioni della Cassa Edile

79

anni come una sorta di trattamento di fine rapporto, restando in vigore fino

al 31 dicembre 2003.

E’ infatti da questa data che in campo previdenziale, coerentemente con

l’evoluzione generale del sistema pensionistico, l’APE straordinaria cessa

per dar luogo ad un fondo previdenziale integrativo privato di emanazione

contrattuale, denominato Prevedi, la cui funzione è quella di erogare una

pensione aggiuntiva rispetto a quella dell’INPS. Il fondo è finanziato da una

doppia contribuzione, del lavoratore e dell’azienda, pari all’1% della

retribuzione. E’ da sottolineare come in base ad un accordo tra le parti

sociali, le imprese versino comunque una quota calcolata sul monte salari

alla Cassa Edile, fondo Prevedi, con un meccanismo che consente la

ripartizione degli oneri tra tutti gli iscritti.4

Il Fondo Prevedi non ha ovviamente fini di lucro ed è gestito (anche qui

ricorre la costante applicazione della formula paritetica) in forma

democratica, essendo gli organi di controllo e di amministrazione eletti

dalle imprese e dai lavoratori associati, ai quali in ultima analisi spettano le

scelte sul funzionamento e la conduzione del fondo. Il passaggio dalle

dipendenze di un’azienda ad un’altra, non comporta alcun problema per la

continuità dell’iscrizione, come nella totalità degli altri fondi previdenziali

privati, il lavoratore ha la possibilità di aumentare la propria quota di

contributi, mentre rimane fissa in ogni caso quella dovuta dall’impresa. Le

prestazioni garantite sono le pensioni complementari sia di vecchiaia (al

compimento dell’età richiesta dall’Inps con almeno dieci anni di iscrizione

al Prevedi), sia di anzianità, con almeno quindici anni di iscrizione al fondo.

Il panorama delle attività della Cassa Edile, che fra l’altro funzione come

sostituto d’imposta dal 1997, comprende, inoltre tutta una serie di altre

4 A. Marino – I 75 anni della Cassa Edile di Como e Lecco – 2004 – Nodo Editore – pag. 22

Page 84: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione delle funzioni della Cassa Edile

80

attività che possiamo definire di carattere burocratico e che riguardano ad

esempio l’acquisizione in via telematica dei dati con ulteriore

semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese. Il contratto di

lavoro rinnovato il 20 maggio 2004 ha affidato alla Cassa Edile il

pagamento diretto dell’indennità spettante al lavoratore in caso d’infortunio

nei primi tre giorni nella misura del 40% mentre resta a carico dell’azienda

il restante 60% (modalità innovativa di erogazione degli emolumenti ai

lavoratori che esalta il collegamento tra Ente ed imprese).

Rilevante è l’introduzione della “valutazione di congruità” che la Cassa

dovrà produrre sull’attività di ogni cantiere, applicando parametri stabiliti in

sede nazionale riferiti ad ogni specifica tipologia di lavoro e mettendo in

relazione la manodopera impiegata e l’entità delle opere da realizzare. Si

tratta di un’azione di controllo che tende a scoraggiare il fenomeno

dell’apertura di cantieri impegnativi da parte di imprese che non hanno la

struttura indispensabile per portarli a termine, con conseguenze sia a carico

dei lavoratori sul piano previdenziale e della sicurezza, sia a carico della

committenza che spesso deve fare i conti con ritardi notevoli nel

completamento dei lavori.

Un ultimo aspetto degno di nota è quello che riguarda un ruolo antico ma

sempre attuale della Cassa Edile: la valorizzazione della dignità

professionale di chi lavora in edilizia, che viene perseguita sul piano

dell’assistenza estesa ad una pluralità di campi, ma anche attraverso

interventi solo apparentemente minori, ma non marginali; si pensi solo alla

distribuzione degli indumenti di lavoro,vestiario e scarpe antinfortunistiche,

come espressione di un atteggiamento complessivo che si propone al

miglioramento della sicurezza, ma anche dell’immagine dell’operaio edile.5

5 A. Marino – I 75 anni della Cassa Edile di Como e Lecco – 2004 – Nodo Editore – pag. 85

Page 85: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Evoluzione delle funzioni della Cassa Edile

81

Un cenno specifico va fatto a proposito della rappresentatività della Cassa,

in alti termini della sua effettiva capacità di porsi come interlocutore

dell’intero settore produttivo dell’edilizia. Dopo la ricordata sentenza della

Corte Costituzionale,6 non esiste un obbligo di iscrizione erga omnes, e

tuttavia un complesso di norme che si sono succedute nel tempo finisce per

rendere quest’obbligo se non esteso a tutti i soggetti interessati, di fatto

estremamente ampio. Vi sono soggette le imprese che eseguono lavori

pubblici e, fra quelle che eseguono solo lavori per conto di privati, le

aziende iscritte all’associazione imprenditoriale stipulante il contratto

collettivo nazionale e territoriale del settore e anche quelle non iscritte che

eseguono lavori per conto di imprese associate sono tenute all’iscrizione. In

pratica, perciò, le uniche aziende non soggette all’obbligo di adesione alla

Cassa sono quelle che operano soltanto nel settore del privato, non sono

iscritte all’associazione di categoria e non lavorano per altre aziende

iscritte. Anche queste ultime che rappresentano evidentemente una limitata

minoranza, corre l’obbligo di effettuare gli accantonamenti presso istituti di

credito, con esclusione della corresponsione diretta ai lavoratori, i quali

peraltro, in questo caso, non possono godere di tutte le altre prestazioni

erogate dalla Cassa.7

6 Vedi: Capitolo 7 pag. 69 7 A. Marino – Vita e arte di cantiere – 2004 – Nodo Editore – pag. 98

Page 86: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

I riferimenti normativi – Funzioni pubblicistiche

82

9. I RIFERIMENTI NORMATIVI – Funzioni pubblicistiche

Legge 300/70 art. 36 – questo articolo dello Statuto dei Lavoratori

stabilisce che, nei capitolati d’appalto per l’esecuzione di opere pubbliche,

sia inserita la clausola relativa all’obbligo dell’appaltatore di applicare nei

confronti dei propri dipendenti condizioni non solo economiche, ma anche

normative non inferiori a quelle del contratto collettivo di lavoro della

categoria e della zona. Ovviamente, solo l’iscrizione alla Cassa Edile

garantisce agli operai l’ottenimento di quelle prestazioni aggiuntive a cui si

fa implicito riferimento in questa legge.

Legge 55/90 art. 18 comma 7 – questo comma della “Legge Antimafia”

dopo aver ribadito che l’esecutore di opere pubbliche deve osservare il

trattamento economico e normativo stabilito dal contratto nazionale e

territoriale in vigore, dispone che lo stesso esecutore trasmetta all’ente

committente, prima dell’inizio dei lavori, la documentazione di avvenuta

denuncia agli enti previdenziali, inclusa la Cassa Edile, assicurativi ed

antinfortunistici e poi, periodicamente la copia dei versamenti contributivi,

previdenziali assicurativi, nonché di quelli dovuti “agli organismi paritetici

previsti dalla contrattazione collettiva” ovvero le Casse Edili. Dal disposto

di questa legge deriva dunque che l’ente committente che non richiede la

documentazione non solo non adempie ai propri doveri, ma è passibile di

omissione di atti d’ufficio.

D.P.C.M.55/91 art. 9 – ribadisce l’obbligo di presentare la documentazione

di avvenuta denuncia agli enti previdenziali, inclusa la Cassa Edile,

assicurativi e antinfortunistici prima dell’inizio dei lavori e comunque entro

trenta giorni dalla data del verbale di consegna. Inoltre, al comma 2, viene

Page 87: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

I riferimenti normativi – Funzioni pubblicistiche

83

precisato che la trasmissione delle copie dei versamenti dovuti agli

organismi paritetici previsti dalla contrattazione collettiva deve essere

effettuata con cadenza quadrimestrale. Sempre lo stesso comma sottolinea

poi la facoltà del direttore dei lavori di procedere alla verifica di tali

versamenti in sede di emissione dei certificati di pagamento: equivale ad un

obbligo vista la sua responsabilità.

D.lgs 626/94 – è una legge di attuazione delle direttive comunitarie sul

miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro,

che non sostituisce ma integra la legislazione precedente in materia. La sua

importanza risiede nell’aver superato il concetto di sicurezza come insieme

di misure e di protezioni di tipo tecnico, prendendo invece in

considerazione quelle misure che realmente agiscono con modalità

preventive, come nel caso della sorveglianza sanitaria e della formazione

alla sicurezza. Inoltre, questa legge introduce nuove figure, con compiti e

responsabilità ben delineate, che concorrono ad attuare la prevenzione

nell’impresa.

D.Lgs. 242/96 - modifica ed integra il D.lgs. 626/94.

D.Lgs. 494/96 – è una legge di attuazione della Direttiva comunitaria

concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute nei cantieri

temporaneamente mobili. Una delle peculiarità di questa legge è quella di

aver responsabilizzato la figura del Committente, fino ad allora esclusa

dalla responsabilità per la sicurezza sul lavoro. Di conseguenza il soggetto,

sia pubblico che privato che decide di realizzare un’opera deve

preoccuparsi ed adoperarsi affinchè vengano adottate tutte le misure di

prevenzione e protezione per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Questa

legge prevede, inoltre, sempre a carico del Committente, una serie di

Page 88: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

I riferimenti normativi – Funzioni pubblicistiche

84

responsabilità e attività tra cui quella di designare tecnici di propria fiducia,

con il compito di pianificare, progettare e controllare che i vari lavori

avvengano in sicurezza. E’ anche obbligo del Committente per lavori di una

certa entità verificare che le imprese esecutrici siano in regola con

l’iscrizione alla C.C.I.A.A., che applichino i contratti collettivi per i

lavoratori dipendenti e che rispettino gli obblighi assicurativi e

previdenziali previsti dalle leggi e dai contratti.

Legge 451/98 Merloni Ter – Questa legge riordina la legislazione in

materia di appalti pubblici con lo scopo di garantire una maggiore

trasparenza nelle procedure d’appalto e di impedire le corse ai ribassi. A tal

fine ha previsto l’istituzione di un nuovo sistema di qualificazione delle

imprese che operano nel settore dei lavori pubblici con riferimento alla

certificazione di qualità aziendale e lo scongelamento dell’attività di

vigilanza sui lavori pubblici, di cui garantisce l’autonomia e l’indipendenza,

chiamata a garantire l’osservanza dei principi posti dalla legge quadro.

Legge 266/2002 e D.lgs. 276/2003 hanno stabilito che I.N.P.S., I.N.A.I.L. e

Casse Edili stipulino convenzioni al fine del rilascio di un Documento

Unico di Regolarità Contributiva (DURC). Per Documento Unico di

Regolarità Contributiva deve intendersi il certificato che, sulla base di

un’unica richiesta, attesti contestualmente la regolarità di un’impresa per

quanto concerne gli adempimenti I.N.P.S, I.N.A.I.L. e Cassa Edile verificati

sulla base della rispettiva normativa di riferimento (requisiti di regolarità).

9.1 Il rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva Aspetto importante è che il DURC coinvolge sia i lavori del settore edile

pubblico che privato.

Page 89: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

I riferimenti normativi – Funzioni pubblicistiche

85

Per gli appalti pubblici il DURC deve essere richiesto nelle ipotesi previste

dalla vigente normativa. Per i lavori privati il documento di regolarità

contributiva deve essere richiesto, ai sensi della vigente normativa, prima

dell’inizio dei lavori oggetto della concessione edilizia o della denuncia di

inizio attività (DIA).

IL DURC rappresenta un utile strumento per l’osservazione delle

dinamiche del lavoro ed una nuova forma di contrasto al lavoro sommerso e

consente il monitoraggio dei dati e delle attività delle imprese affidatarie di

appalti, anche ai fini della creazione di un’apposita banca-dati utile per

ostacolare la concorrenza sleale nella partecipazione alle gare. In caso di

inadempienza da parte dell’impresa, l’art. 20 del D.Lgs. 276/2003 prevede

la sospensione dell’efficacia della concessione edilizia o della dichiarazione

di inizio attività. In virtù di tale disposizione normativa, dal 24.10.2003 è in

vigore l’obbligo della certificazione della regolarità contributiva presso

l’I.N.A.I.L., l’I.N.P.S. e la Cassa Edile per tutti i lavori pubblici e privati.1

In attuazione della citata normativa, in data 3 novembre 2003 è stata

stipulata una prima convenzione tra I.N.P.S., I.N.A.I.L. e, successivamente,

in data 15 aprile 2004, è stata sottoscritta una seconda convenzione tra

I.N.P.S., I.N.A.I.L. e Casse Edili che ha regolamentato, in particolare, il

settore dei lavori in edilizia.

Tali convenzioni hanno, tra gli altri, l’obiettivo di ricondurre ad uniformità

le varie iniziative avviate sul territorio in via sperimentale.2

1 D. Pesenti – Segretario Generale F.I.L.C.A. CISL – Relazione Centro Congressi Cavour – Roma 6 ottobre 2004 - pag. 8 2 A. Marino – I 75 anni della Cassa Edile di Como e Lecco – 2004 – Nodo Editore – pag. 36

Page 90: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

I riferimenti normativi – Funzioni pubblicistiche

86

Cenni storici.

Si ritiene utile fornire una genesi del DURC in quanto la sua nascita non è

stata per caso, né da un’emergenza, ma come risposta critica e ponderata a

una lunga situazione di crisi, caratterizzata dalla mancanza di una reale

politica strutturale di lotta al fenomeno del lavoro irregolare.

L’esperienza ha più volte dimostrato che molte imprese si iscrivevano

all’I..N.P.S. ma non alla Cassa Edile, all’I.N.A.I.L. ma non all’I.N.P.S.

Inoltre i cantieri denunciavano meno lavoratori e meno ore lavorate,

sfruttando l’opportunità offerta dall’assenza di controlli incrociati.

Il 26 settembre 1997 le Marche e soprattutto l’Umbria vengono colpite da

un sisma.

Lo scenario è particolarmente pesante, circa 25 mila senza tetto su una

popolazione di 150 mila abitanti, colpiti centri culturali di prima grandezza

come Spoleto, Norcia, Assisi, Foligno, 11 mila ordinanze di sgombero, di

cui 10 mila per abitazioni civili. Danni per almeno 4 mila miliardi di

vecchie lire.

Ma la forte preoccupazione è rivolta a precedenti storici particolarmente

tristi: l’Irpinia dove gli stanziamenti ricostruirono poco alimentando i

circuiti dell’illegalità. Occorre inoltre considerare un altro fatto, parte dello

stesso territorio umbro era già stato investito da un sisma nel 1979, il

terremoto in Val Nerina, con le scosse del 1997 crollarono gli stessi edifici

crollati diciotto anni prima e ricostruiti.

Da questo forte senso di coinvolgimento da parte di cittadini, imprenditori,

sindacati e politici nacque l’esigenza di considerare questa ricostruzione

come un’occasione di riqualificazione complessiva dello sviluppo

regionale.

Page 91: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

I riferimenti normativi – Funzioni pubblicistiche

87

Da parte degli stessi imprenditori vi era infatti, una forte preoccupazione,

ovvero che le risorse per la ricostruzione potessero finire nelle tasche di

imprese non umbre e che soprattutto venissero spese per altri scopi,

soprattutto per il settore dei lavori privati.

Si arrivò così nell’agosto 1998 alla legge regionale n. 30, che all’art. 19

decretava la nascita ufficiale del DURC come strumento obbligatorio per le

imprese che volessero lavorare alla ricostruzione post-terremoto in Umbria.

La legge divenne operativa tramite il Protocollo di intesa del 20 aprile

1999, tra Regione Umbria, Inps, Inail e Casse Edili di Perugia e Terni. Il

protocollo fu pubblicato nel bollettino ufficiale regionale n. 29 del 19

maggio 1999. Lo sportello unico aprì al pubblico il 31 maggio 1999.

Il principio viene così affermato “ libera concorrenza tra impresa regolari e

affidabili, nessun dirigismo da parte delle istituzioni …”. 3

Il 9 luglio 2004 si è insidiato ufficialmente presso il Ministero del Lavoro, il

Comitato Tecnico per il DURC previsto dall’art. 7 della Convenzione

nazionale con INPS e INAIL del 15 luglio 2004.

In una riunione del sopraccitato Comitato avvenuta il 15 luglio 2004 è stato

definito l’elenco delle province in cui si è avviata una fase sperimentale del

DURC (Treviso, Genova, Bologna, Firenze, Perugia, Macerata, Sassari,

L’Aquila, Viterbo, Catanzaro e Messina).4

Nella riunione del 26 luglio 2005 il Comitato della bilateralità ha deliberato

che il testo della circolare congiunta INAIL – INPS – CASSA EDILE in

tema di gestione del DURC, approvato dall’ufficio legislativo del Ministero

del Lavoro in data 12 luglio prot. 230/segr., sia diramato a tutte le Casse

3De Sanctis – L’edilizia trasparente – Ed. Lavoro – pag. 51 4A. Marino – I 75 anni della Cassa Edile di Como e Lecco – 2004- Nodo editore – pag.35

Page 92: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

I riferimenti normativi – Funzioni pubblicistiche

88

Edili da parte della Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili.

L’entrata in vigore del DURC sarà decisa dal Comitato Tecnico INAIL –

INPS – CASSA EDILE dopo un periodo di formazione del personale

appartenenti alle sedi territoriali dei predetti enti. La circolare che individua

le modalità del rilascio del DURC da parte degli Enti e delle Casse Edili,

segna un momento particolarmente importante in quanto entra finalmente a

regime un decisivo strumento di contrasto al lavoro irregolare nel comparto

edile. Tale documento, infatti, individua le condizioni cui le aziende devono

attenersi per potersi ritenere in regola con gli adempimenti contributivi e

definisce una serie di problematiche sia di carattere tecnico giuridico che

operativo, stabilendo regole certe e trasparenti applicabili a tutti gli

operatori del settore.

La verifica della regolarità contributiva da parte delle Casse edili, sulla base

del riconoscimento del fondamentale principio di autonomia contrattuale

delle organizzazioni maggiormente rappresentative del settore, costituisce

altresì un importante esempio di coinvolgimento degli Enti Bilaterali, quale

espressione delle parti sociali, in un’ottica non solo di affiancamento ai

soggetti pubblici tradizionalmente operanti in tale ambito, ma anche di

semplificazione delle procedure svolte da questi ultimi.

Il percorso per giungere alla definizione di tali regole condivise per il

rilascio del DURC è stato laborioso e particolarmente complesso, ma

l’approvazione della circolare può considerarsi un punto di arrivo e al

contempo un punto di partenza per una reale e continuativa azione di

contrasto del lavoro irregolare nel settore edile.5

5 Circolare Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Nota Prot. 230/segr. Del 12.07.2005

Page 93: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Previdenza Complementare – Fondo PREVEDI

89

10. PREVIDENZA COMPLEMENTARE – FONDO PREVEDI

In attuazione dei Contratti Collettivi Nazionali Edili Industria e Edili

Artigianato nonché del protocollo del 9 aprile 2001 modificato dal

protocollo del 3 ottobre 2001, è stato costituito il Fondo Pensione

Complementare per i Lavoratori delle Imprese Industriali ed Artigiane Edili

ed Affini denominato PREVEDI.

Secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 21 aprile 1993 n. 124 e

successive modificazioni ed integrazioni, il Fondo ha lo scopo esclusivo di

erogare agli aventi diritto trattamenti pensionistici complementari del

sistema obbligatorio pubblico, al fine di assicurare agli stessi un più elevato

livello di copertura previdenziale . Il fondo non ha fini di lucro ed opera

secondo criteri di competitività mediante il sistema di gestione finanziaria a

capitalizzazione in regime di contribuzione definita.1

Sono destinatari del Fondo i lavoratori operai, impiegati e quadri assunti a

tempo indeterminato, in contratto di apprendistato, in prova, nonché i

lavoratori assunti a tempo determinato per un periodo uguale o superiore a

tre mesi, ai quali si applicano i menzionati contratti collettivi nazionali di

lavoro.

I contributi al Fondo PREVEDI sono così ripartiti:

• 1% della retribuzione a carico dell’Impresa;

• 1% della retribuzione a carico del lavoratore;

1 R. Pessi – Lezioni di diritto della previdenza sociale – 2^ ed. Cedam 2001 – pag. 314 Schema generale quello dell’associazione non riconosciuta ex art. 36 Cod. civile sostanzialmente rinviando, quindi, la connotazione della posizione individuale agli accordi degli associati, a loro volta necessariamente condizionati dalle fonti istitutive e dalla specificità dell’oggetto sociale

Page 94: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Previdenza Complementare – Fondo PREVEDI

90

• 18% dell’accantonamento T.F.R. per i lavoratori di prima

occupazione anteriore al 28/4/1993;

• 100% dell’accantonamento T.F.R. per i lavoratori di prima

occupazione successiva al 28/4/1993;

• eventuali versamenti volontari del lavoratore.

Per il lavoratore è prevista la deducibilità fiscale del contributo, che realizza

attraverso la riduzione dell’IRPEF pari all’aliquota marginale di rendimento

del reddito con il limite massimo di Euro 5.164 fino al 12% del reddito o al

doppio del T.F.R. versato.

Per l’impresa, la contribuzione del 1% a suo carico è gravata del solo

contributo di solidarietà del 10% ed è un costo fiscalmente detraibile . Il

T.F.R. versato al Fondo per conto del lavoratore non viene tassato per tutto

il periodo di permanenza nel Fondo stesso.

Al pensionamento, il lavoratore che ha aderito al Fondo ha diritto a

percepire una rendita vitalizia (reversibile, a richiesta) a valere sull’intero

ammontare dell’accantonato, oppure a ritirare parte del montante

accumulato (per un massimo del 50%) e chiedere, per la parte rimanente

una rendita vitalizia.

Il lavoratore iscritto al Fondo da almeno otto anni può richiedere

un’anticipazione su quanti accantonato per spese mediche straordinarie

oppure ai fini dell’acquisto della prima casa per sé o per i figli oppure per la

ristrutturazione della prima casa di abitazione.

Permane il diritto, a determinare condizioni, di trasferire la propria

posizione individuale presso altro Fondo Pensione o forma pensionistica

Page 95: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Previdenza Complementare – Fondo PREVEDI

91

individuale, nonché il diritto a riscattare l’intero montante maturato presso

il Fondo nel caso di perdita dei requisiti di partecipazione.2

La Legge Delega 243/2004 per la riforma previdenziale ha tra i suoi

principali obiettivi quello di “sostenere e favorire lo sviluppo di forme

pensionistiche complementari”. Tale enunciato, espresso nell’art. 1, comma

1 della delega, traccia una linea di guida verso la quale il Governo dovrà

orientare il suo sforzo regolativo per il sostegno del cosiddetto secondo

pilastro previdenziale.3

Viene lasciata facoltà al lavoratore di utilizzare il TFR come più ritiene

opportuno: è infatti introdotto l’istituto del silenzio-assenso secondo cui il

conferimento del TFR alle forme pensionistiche complementari ha luogo

solo se il lavoratore non decide diversamente e in maniera espressa entro sei

mesi dall’entrata in vigore del decreto legislativo di attuazione ovvero

dall’assunzione se avvenuta dopo la predetta entrata in vigore. Nel caso in

cui il lavoratore decida per il conferimento del TFR, ha inoltre la facoltà di

scegliere, sempre entro sei mesi, la forma pensionistica complementare cui

destinarlo. In caso di silenzio assenso il TFR, in base a modalità che

saranno stabilite dai decreti attuativi, è conferito:

- ai fondi istituiti o promossi dalle regioni, tramite l’istituzione di strutture

pubbliche o a partecipazione pubblica;

- ai fondi pensione chiusi previsti dalla contrattazione collettiva come il

PREVEDI, o ai fondi pensione aperti disciplinati dal D.Lgs. 124/1993;

2 Cassa Edile di mutualità ed assistenza della Provincia di Torino – Agenda 2005 del Lavoratore edile – pag. 33 3 P. Rossi – TFR e previdenza complementare – Secondo pilastro a scelta libera – Il Sole 24 ore – Le guide operative Agosto 2004.

Page 96: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

Previdenza Complementare – Fondo PREVEDI

92

ai fondi istituiti da regolamenti di enti o aziende, i cui rapporti di lavoro non

siano disciplinati da contratti o accordi collettivi e ai fondi istituiti sulla

base di accordi fra soci lavoratori di cooperative di produzione e lavoro.4

4 Carlo Nocera- TFR e previdenza complementare – Conferimenti del TFR alle forme

pensionistiche complementari – Il Sole 24 ore – Le guide operative Agosto 2004. Pag. 6-7

Page 97: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili

93

11. LA COMMISSIONE NAZIONALE PARITETICA PER LE CASSE EDILI

La Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili, definita CNCE, è

l’organismo paritetico nazionale per l’indirizzo, il controllo e il

coordinamento delle Casse Edili.

Anch’essa è costituita con accordo tra ANCE, Intersind e Sindacati

nazionali Feneal-UIL, Filca-CISL e Fillea-CGIL.

Non ha scopi di lucro ed è vietato come disposto nell’art. 1 dello Statuto,

distribuire in modo anche diretto utili o avanzi di gestione, nonché fondi,

riserve o capitale, durante la vita dell’Ente.1

11.1 Scopi statutari La CNCE svolge i compiti e le funzioni ad essa demandati dal contratto

collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti delle imprese edili ed affini.

È infatti a questa struttura che la contrattazione centrale a affidato il

processo di omogeneizzazione delle Casse Edili indicato nel capitolo

“Evoluzione contrattuale riguardo le Casse Edili”.

In particolare tali compiti riguardano:

a) Il funzionamento dell’Osservatorio settoriale sull’industria delle

costruzioni;

b) La valutazione anche mediante verifiche dirette delle condizioni di

equilibrio delle varie gestioni delle Casse Edili, sulla base dei bilanci

che devono essere trasmessi dalle singole Casse;

c) Lo schema unico di regolamento delle attività delle Casse Edili;

1 Statuto Commissione nazionale paritetica per le Casse Edili – 13-05-1996

Page 98: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili

94

d) L’esame dei criteri e delle modalità in materia di certificazione di

regolarità contributiva;

e) La proposizione alle Associazioni nazionali alle quali compete la

relativa approvazione, di uno schema di convenzione con Organismi

ed Istituti che interagiscono con le Casse Edili;

f) La relazione semestrale alle parti in occasione delle sessioni di

concertazione, sullo stato del sistema nazionale paritetico delle Casse

Edili;

g) La verifica della rispondenza alla disciplina nazionale e territoriale

delle attuazioni poste in essere dalle Casse Edili. Tale verifica può

avvenire anche su richiesta di una delle parti rappresentate nel

Comitato di gestione delle Casse Edili;

h) La determinazione dei criteri per rendere omogenee e sistematiche le

rilevazioni statistiche sull’attività delle Casse Edili;

i) La verifica della situazione delle prestazioni collaterali effettuate

dalle Casse Edili per fornire indicazioni dirette a :

- realizzare una maggiore qualificazione dell’attività delle Casse;

- concentrare la spesa sugli interventi più validi;

- determinare l’armonizzazione e la maggiore omogeneità dei

trattamenti sul territorio;

- l’omogeneizzazione delle modalità relative agli adempimenti

delle imprese verso la Cassa Edile, anche sul piano della

modulistica, nonché dei criteri di acquisizione dei dati da parte

delle Casse stesse; predisposizione delle indicazioni sull’impiego

dei mezzi informatici, anche allo scopo di un miglior

coordinamento delle attività delle Casse Edili;

Page 99: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili

95

- l’esame di questioni interpretative e delle esigenze prospettate da

singole Casse Edili in ordine alle materie ad esse demandate.

11.2 Organi e funzioni. Gli organi che compongono la CNCE sono:

• Il Comitato di Gestione

• Il Presidente

• Il Vice Presidente

• La Segreteria Tecnica

Comitato di Gestione.

Al Comitato di Gestione competono tutti gli atti necessari alla realizzazione

degli scopi statutari.

In particolare:

• Assumere indirizzi sull’impiego dei mezzi finanziari e delle entrate

della CNCE;

• Definire il programma annuo di lavoro;

• Decidere sull’operatività dei progetti specifici, avvalendosi di

eventuali gruppi di lavoro e consulenze esterne;

• Valutare e deliberare sui capitoli di spesa;

• Deliberare sulle comunicazioni di interesse generale per le Casse

Edili;

• Decidere indirizzi e criteri per l’attuazione degli strumenti di

formazione e informazione dei Direttori e del personale delle Casse

Edili;

Page 100: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili

96

• Provvedere al funzionamento dell’Osservatorio;

• Definire, su proposta del Comitato di Presidenza, il regolamento per

il personale nonché instaurare e risolvere i rapporti di lavoro o di

consulenza;

• Segnalare alle Associazioni nazionali le eventuali clausole,

contenute negli statuti di Casse Edili, non conformi allo Statuto tipo;

• Curare ogni altro adempimento posto a carico dell’Ente dai contratti

ed accordi collettivi nazionali sottoscritti dalle Associazioni.

È composto da 12 componenti di cui 6 nominati dall’ANCE e 6 dalla

Federazioni nazionali dei lavoratori. Uno dei componenti di parte

imprenditoriale potrà essere designato dall’Associazione Sindacale

Intersind.

Uno fra i membri nominati dall’ANCE assume la funzione di Presidente, su

designazione dell’Ance medesima.

Uno fra i membri nominati dalle Federazioni nazionali dei lavoratori delle

costruzioni assume, su designazione delle stesse, la funzione di Vice

Presidente.

Le cariche hanno durata triennale, salvo revoca da parte

dell’Organizzazione designante anche prima dello scadere del triennio. Le

cariche sono gratuite.

Il Presidente.

Spetta al Presidente:

- rappresentare legalmente l’Ente di fronte ai terzi e stare in giudizio. Il

Presidente ha la firma sociale;

Page 101: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili

97

- sovrintendere all’applicazione dello Statuto, promuovere la

convocazione ordinaria e straordinaria del Comitato di Gestione;

- presiedere il Comitato di Gestione.

Il Presidente può delegare per iscritto le funzioni, in parte o integralmente

in caso d’impedimento ad altro membro del Comitato di Gestione fra quelli

designati dall’Associazione dei costruttori edili.

Il Vice Presidente.

Al Vice Presidente spetta coadiuvare il Presidente nell’esercizio delle sue

funzioni.

Può delegare per iscritto le funzioni, in parte o integralmente in caso

d’impedimento ad altro membro del Comitato di Gestione fra quelli

designati dalle Organizzazioni dei lavoratori

Segreteria Tecnica.

Per lo svolgimento della propria attività la CNCE si avvale si una Segreteria

tecnica.

La composizione della segreteria tecnica viene deliberata dal Comitato di

Gestione in conformità agli accordi definiti dalle Associazioni nazionali.

L’attività della struttura riguarda in particolare:

- l’esecuzione dei progetti di lavoro;

- l’operatività dell’Osservatorio e, in particolare, il reperimento, la

sistemazione e la messa in rete dei dati provenienti dagli Enti paritetici

del settore;

- la predisposizione delle comunicazioni alle Casse Edili.

Page 102: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili

98

La Segreteria partecipa anche alle riunioni del Comitato di Gestione,

curandone la redazione dei verbali.

11.3 Osservatorio settoriale sull’industria delle costruzioni Tra i compiti affidati alla CNCE, il funzionamento dell’Osservatorio

settoriale sull’industria delle costruzioni ricopre un’importanza

fondamentale.

Sorto con il contratto collettivo nazionale 5 luglio 1995, ha come primo

obiettivo la realizzazione di un sistema informativo sul settore che ne rilevi

i fenomeni congiunturali ed evolutivi sia a scala nazionale che territoriale

con specifico riferimento:

- al trend della domanda pubblica e privata nonché della domanda

derivante dagli investimenti privati per la realizzazione di opere di

interesse pubblico;

- ai trend dell’offerta, con riferimento alle tipologie delle imprese, al loro

livello di concentrazione, specializzazione e produttività;

- all’andamento dei livelli occupazionali con riferimento ai processi di

ingresso, di mobilità e di uscita, ai tempi di occupazione, ai livelli di

qualificazione, agli orari di lavoro, ai livelli retributivi, al costo del

lavoro e ai riflessi sul piano contributivo;

- all’andamento delle condizioni di sicurezza sul lavoro.

Come secondo obiettivo quello di fornire un adeguato supporto conoscitivo

al sistema di concertazione a livello sia nazionale, sia territoriale che

consenta alle parti di disporre degli elementi informativi necessari, ivi

compresi quelli relativi ad aspetti e fenomeni specifici, per individuare

Page 103: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

La Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili

99

indirizzi comuni in materia di politiche degli investimenti, di politica

industriale e del lavoro.

In passato infatti il settore delle costruzioni ha avuto una voce non troppo

chiara, spesso contraddittoria. Gli stessi dati del settore sono stati più volte

incomprensibili. Ad esempio i livelli occupazionali forniti da INPS, non

concordano con quelli provenienti dall’ISTAT, che comprende anche forme

di precariato, che a loro volta sono difformi dai dati provenienti dall’INAIL

e dalle Casse Edili.

Quindi la possibilità che i dati sul settore edile diventino più ricchi e

qualitativamente migliori può realizzarsi soltanto se questi verranno forniti

dalle Casse Edili, in quanto, rispetto alle altre fonti possibili, pur utili, posso

spiegare in modo più compiuto l’articolazione interna, il rapporto esistente

tra l’occupazione e la struttura delle imprese. Questi dati sono forniti

dall’ISTAT sono nel censimento, mentre le Casse Edili sono in grado di

erogarli ogni anno o addirittura ogni sei mesi.2

2 Statuto della Commissione Nazionale paritetica per le Casse Edili 13 maggio 1996.

Page 104: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

100

CONCLUSIONI E’ stato interessante analizzare come un organismo paritetico quale la Cassa

Edile, nato in una realtà di carattere locale con il solo scopo di aiutare i

lavoratori che si trovavano in una situazione di disoccupazione involontaria,

abbia avuto un’evoluzione fino a giungere ad oggi, alle funzioni che svolge,

alle prestazioni che eroga e alle considerazioni che essa ha assunto nel

settore dell’edilizia. Un settore difficile e in continua evoluzione che deve

riconoscere ai lavoratori una giusta retribuzione alla capacità professionale,

al mestiere, ma anche al lavoro duro, disagiato e faticoso che deve rispettare

tutte le regole e soprattutto l’incolumità della persona: dove c’è irregolarità,

lavoro nero, c’è illegalità e disprezzo per la vita umana.

La lotta al lavoro nero si ispira ad un principio semplice ed essenziale: il

benessere di tutti in contrapposizione al benessere di pochi, questo principio

di fondo dovrebbe animare le azioni politiche e il sistema di relazioni

industriali, le quali hanno un indiscutibile vantaggio: intercorrono tra datori

di lavoro e lavoratori, quindi non fra tutti, ma fra moltissimi. Se datori di

lavoro e lavoratori riescono a trovare soluzioni che equilibrino le rispettive

necessità, si può raggiungere un benessere largamente diffuso.

Con un traguardo condiviso, apertura reciproca e innovazione le idee si

trovano e funzionano e possono essere così interessanti che la politica le

riconosce nel loro volto migliore e le eleva a norme, come nel caso del

Documento Unico di regolarità Contributiva, a livello nazionale per tutto il

settore edile.

La ricerca di una maggiore qualità del lavoro in senso sociale e produttivo e

il raggiungimento della massima efficienza imprenditoriale possono non

essere in contrasto tra loro, anzi, in un’organizzazione del lavoro moderna e

Page 105: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

101

a contenuto tecnologico devono potersi coniugare per raggiungere i migliori

risultati da entrambe le parti.

Nel settore edile è indispensabile confermare e aggiornare il sistema

bilaterale conciliando l’attività di partecipazione delle forze sociali con una

funzione di inquadramento e di armonizzazione nazionale ed è questo che

comporta la necessità di comportamenti delle Casse Edili coerenti con le

normative nazionali e territoriali ad esse collegate, poiché in mancanza di

ciò si determina disorientamento per le imprese e per i lavoratori e perdita

di credibilità per il sistema delle Casse Edili.

Non sempre le intese nazionali sulla modulistica, sul bilancio tipo, sulla

certificazione liberatoria, sulle schede informative sono state attuate in tutte

le Casse Edili presenti sul territorio.

Sarebbe forse auspicabile dotare la “Commissione nazionale delle Casse

Edili” di reali poteri di intervento, anche sanzionatori, delle realtà

periferiche, garantendo così in modo univoco i principi di massima

trasparenza e correttezza che un sistema di Ente bilaterale deve possedere.

Sarebbe utile una continua verifica dell’efficacia degli enti anche al fine di

precisare un ruolo bilaterale nell’incontro tra domanda e offerta anche in

virtù delle innovazioni in materia di flessibilità del lavoro.

Esistono altresì una serie di problemi quali la dequalificazione, i lavoratori

stranieri, la necessità di formazione continua del personale, la regolarità

contributiva, la lotta alla concorrenza sleale e al lavoro nero, il

riconoscimento di garanzie di diritti omogenei sul mercato nazionale e

all’interno delle imprese ai quali occorrerà trovare soluzioni organiche.

Il futuro del fattore lavoro in edilizia e della considerazione sociale del

lavoro edile nella coscienza collettiva dipenderà anche dalle risposte che

saranno date a queste problematiche.

Page 106: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

102

Bibliografia

• Lia Gheza Fabbri.: Solidarismo in Italia fra XIX e XX secolo – Le

società di mutuo soccorso e le Casse rurali 2^ edizione

• E. Papa: Origini delle società operaie, Milano 1967

• M. Fornasari – V. Zamagni: Il movimento cooperativo in Italia – Un

profilo storico-economico (1854-1992), Fireze 1997

• T.L: Rizzo: La legislazione sociale della nuova Italia (1876-1900),

Napoli 1988

• Cerri C.: Il congresso costitutivo del sindacato edile – Edizioni

Fillea Roma

• Filca-Cisl Lombardia: Le organizzazioni operaie edili in Lombardia

1860/1914 – Nuove edizioni operaie

• Ferrucci A.: Costituzione delle Casse Edili – Riv.giur.del Lav.e

Previd. Sociale, 1973

• Corrieri E.: Linee di tendenza della contrattazione sindacale –

Quaderni di rassegna sindacale – 1971

• Esilio Motta : 1946 – 1996 la Cassa Edile di Brescia - 1996

• Antonio Marino: I 75 anni della Cassa Edile di Como e Lecco –

2004 – Nodo Editore

• Antonio Marino: Vita e arte di cantiere – 2004 – Nodo Editore

• Daniela De Sanctis: L’edilizia trasparente – Edizioni Lavoro

• Franco Carinci – Raffaele DeLuca Tamajo – Paolo Tosi – Tiziano

Treu: Diritto del Lavoro 1. Il diritto sindacale – UTET 2002

• G. Santoro Passarelli – Diritto del Lavoro e della Previdenza

Sociale – Ipsoa Editore S.r.l. 1996

Page 107: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

103

• R. Pessi - Solidarietà e mutualità nel diritto della previdenza sociale

– Seminari di diritto della previdenza sociale - Edizioni scientifiche

italiane

• M. Persiani – Diritto della previdenza sociale – Padova - Cedam

2003

• M. Cinelli – Diritto della previdenza sociale – Giappichelli 2003

• R. Pessi – Diritto della previdenza sociale – 2^ ed. Cedam – 2001

Atti e documenti • Atti del Convegno Nazionale F.I.L.L.E.A. sulle Casse Edili –

Grottaferrata (Roma), 3-4 gennaio 1963. A cura della F.I.L.L.E.A.

• Atti del Convegno Nazionale F.I.L.L.E.A. sulle Casse Edili – Ariccia

(Roma), 26-27 gennaio 1967. A cura della F.I.L.L.E.A.

• Atti del Convegno Nazionale F.I.L.C.A. sulle Casse Edili – Cavi di

Lavagna (Genova), 6-7 febbraio 1971. A cura della F.I.L.C.A.

• Atti del Convegno Nazionale sulle Casse Edili – Roma 27-28

gennaio1977. A cura della F.L.C.

• Giorgio Bianchini: La Cassa Edile di Milano … e le altre Casse Edili –

1980 Pubblicato dall’Ente – Milano - 1980

• Amedeo Trentini: 25 anni di mutualità nell’edilizia trentina (1963-1988)

- Pubblicato dall’Ente – Trento - 1988

• Atti del I° Convegno Nazionale delle Casse Edili – Roma – Palazzo

Brancaccio 20-21 novembre 1997

• Atti del II° Convegno Nazionale delle Casse Edili – Palermo 15-16

marzo 1999

Page 108: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

104

• Atti del Convegno “Le Casse Edili del Piemonte, attività, procedure,

risultati” – Torino 19 marzo 1999 – a cura della F.L.C.

• Atti del III° Convegno Nazionale delle Casse Edili – Napoli 21-22

febbraio 2000

• Domenico Pesenti – Segretario Generale F.I.L.C.A CISL, Relazione

Roma 6 ottobre 1994

• Cassa edile di Mutualità e Assistenza di Milano (1919 – 1949) – A cura

dell’Ente - Milano 1949

• 80° Cassa Edile di Milano 1919 – 1999 – A cura della Cassa Edile di

Mutualità e Assistenza di Milano – Novembre 1999

• Cassa Edile di Mutualità e Assistenza della provincia di Torino –

Agenda 2005 del lavoratore edile A cura dell’Ente

• Il Sole 24 ore – Le guide operative - Agosto 2004

• Gazzetta del Popolo – Giovedì 20 dicembre 1962

• La Stampa – Giovedì 20 dicembre 1962

Leggi e Decreti

• Costituzione della Repubblica Italiana

• Codice Civile

• Legge 300/70 Statuto dei Lavoratori

• Legge 55/90

• D.P.C.M. 55/91

• D.Lgs. 626/94

• D.Lgs. 242/94

• D.Lgs. 494/96

• Legge 451/98 Merloni Ter

Page 109: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ... · Solo dopo la seconda guerra mondiale l’istituto ha ... alla legge del 20 novembre 1859 sugli Istituti di beneficenza, restringeva

105

• Legge 266/2002

• Legge 276/2003

• Legge 124/1993

• Legge Delega 243/2004

• Legge Delega 741/59

• Legge 1027/60

Statuti e contratti collettivi nazionali di lavoro • Statuto della Cassa Edile di Mutualità e Assistenza della provincia di

Torino

• Statuto della Cassa Edile della provincia di Milano

• Statuto della Cassa Edile della provincia di Trento

• Statuto della Cassa Edile della Provincia di Roma

• Statuto della Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili

• Contratti collettivi nazionali di lavoro: dal 1952 al 2000

Sentenze e ordinanze • Sentenza del Tribunale di La Spezia – 17 agosto 1961

• Ordinanza della Pretura di Eboli – 04 agosto 1962

• Sentenza della Corte Costituzionale n. 106 – 19.12.1962

• Sentenza della Corte Costituzionale n. 129 – 04.07.1963

• Circolare del Ministero n. 1229 del 21.02.1962

• Circolare del Ministero n. 1643 del 22.06.1967

• Circolare Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Nota Prot.

230/segr. Del 12.07.1962